NATALE 2009

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Le Sante 2 Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa - Brescia

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NATALE 2009

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Le Sante2Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa - Brescia

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In redazioneLaura Di Palma, Marcello Bonomi, Dino Matesich,Loredana Mantovani, Delia Richiedei, Suor Elisa-betta Buffoli, Davide Riccardi

Hanno collaborato a questo numeroDon Tino Decca, Don Andrea Dotti, Tiziana, Mons.Luciano Monari, Don Lionello Torosani, Consiglio Af-fari Economici, Barbara Bottari, Maria Bonoldi Mot-tinelli, Gruppo Pensionati, Fernando Trentarossi

Sommario

PRIVACY E CERTIFICATI La raccolta e il trattamento di qualsiasi tipo di dato personale, sia esso scritto o fotografico, è per esclusivo uso internoalla parrocchia e al giornalino parrocchiale. L’interessato cui si riferiscono i dati personali ha il diritto in qualunque momento di ottenere la confer-ma dell’esistenza o meno dei medesimi dati e di conoscerne il contenuto e l’origine, verificarne l’esattezza o chiederne l’integrazione o l’aggior-namento, la rettifica oppure la cancellazione secondo quanto riportato nell’art. 7 D.lgs. n. 196/03. I certificati richiesti verranno forniti alcuni giornidopo tale richiesta e saranno consegnati solo ed esclusivamente a chi compare nel certificato o, nel caso di minorenni ai genitori di tali.

Festivo Invernale Estivo8.00 8.00

10.00 10.3011.15 18.3018.30

Prefestivi e Sabato Invernale Estivo8.00

18.30 18.30Feriale Invernale Estivo

(da lunedì a giovedì) (da lunedì a giovedì)8.30 8.30

17.30(venerdì) (venerdì)

20.30 20.30Adorazioneeucaristica venerdì dalle 18.00 alle 20.00 (sospesa in estate)

Don Tino tel. 030 2301955 [email protected] Andrea tel. 030 2301793 [email protected]

Operano nella comunitàConsiglioPastorale Parrocchiale Parrocchia tel. 030 2301955

Consiglioaffari economici Natale Cosatto tel. 030 2310214Catechisti/animatori Don Andrea tel. 030 2301793Terza età Suor Laura tel. 030 2306856Volontariservizio migranti Mirella Ottolini tel. 030 2306297Coro adulti Antonio Idra tel. 030 2306229Coro giovani Tiziana Sbardellati tel. 030 2300359

Sabrina Giambattista tel. 030 2311531

Gruppo missionario Marida Canori tel. 030 2310253Gruppo pensionati Masserdotti Guido tel. 030 2304297

Ass. dilettantisticasez. calcio Luca Papa tel. 335 1024877sez. pallavolo Tiziana Ragusa tel. 333 1189517

Redazione Marcello Bonomitel. 030 2306317

giornalino parrocchiale Laura Di Palma tel. 030 2319767

Volontari Villa Elisa Etiene Bicelli tel. 030 2306347Commissione Liturgica Francesca Bottari tel. 030 2304068Commissione Carità Daniela Sandonà tel. 030 2306717Commissione Famiglia Italo e Giulia Crema tel. 030 2304541Commissione Oratorio Marco Cominotti tel. 030 2300359Commissione Cultura Laura Di Palma tel. 030 2319767Iniz. Cristiana Genitori Franco e Cristina Mandonico tel. 030 2310208Equipe Battesimi Federico e Luisa Plebani tel. 338 1255987Atelier Betania Maria Mottinelli tel. 030 2310206Piccolo Clero Don Andrea tel. 030 2301793

Davide Riccardi tel. 030 2319767Coro Bambini Angela Nicassio tel. 030 2311412Gruppo Teatro Giamba Zambelli tel. 030 3531228Caritas Carla Ghidini tel. 030 2304526Biblioteca Franca Cresimbeni tel. 030 2310173

Orario delle Sante Messe

I nostri sacerdoti

“Le 2 Sante” trimestrale della Parrocchia delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa - BresciaDir. resp.: don Tino Decca (ODG elenco speciale) - Autorizzazione del Tribunale di Brescia - n. 46 del 23-11-2007

... Per amare di più 3

Sorge una nuova luce nella notte del mondo 5

Papa Benedettotra noi 6

Lettera del Vescovoagli sposi e alle famiglieper il Natale 2009 8

Una luce nella notte 11

Grembi che danzanoMessaggi femminili di una graziadi Dio che trasforma il mondo 12

Sulle tracce dei MagiUn viaggio che da Gerusalemmeè arrivato a Coloniaattraverso Milano 14

Teatro: tante piccole gocceformano un oceano 16

Una giornata splendida 17

Le 2 Sante presenta:una spesa per 2 17

Colletta alimentare 18

Volevo solo seguire Gesù 19

Una ventata di novitàper il Gruppo Pensionati“Le dò Sante” 21

Gruppo Pensionati “Le dò Sante” 21

Anagrafe parrocchiale 23

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Le foto di copertina e di pag. 13 sono state scaricate dal sito ufficiale www.nativity.it

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Don Tino

Carissimi Amici in Cristo. Nella mia precedente lettera vi ho parlato del-la domenica, giorno del Signore, nel quale lasua comunità si ritrova per celebrarlo e ringra-ziarlo.In questo periodo abbiamo vissuto alcune ca-techesi sulla preghiera. Essa è parte dall’ascol-to della Parola per diventare dialogo, amicizia,percezione della presenza di un Padre, dalquale proviene ogni amore; un rapporto di re-lazione da costruire, a volte difficile, ma pursempre bello ed entusiasmante.Se, ad esempio, nella relazione di una coppia,non si trova tempo tra marito e moglie per sta-re insieme, si rischia di cadere nel dissecca-mento dell’amore, un fenomeno che minac-cia ormai quasi tutti e che non sempre finiscein una separazione. Il rischio, quindi, è quello divivere insieme in un’abitudine, in cui sempre di

più si misura la distanza l’uno dall’altro, l’auto-nomia, e si vive insieme come se non si vivesseinsieme, e comunque senza più il rinnovamen-to dell’amore. È anche vero, tuttavia, che rinnovare l’amorenon è facile, all’interno della coppia, così co-me nella famiglia e nelle relazioni di amicizia.Oggi siamo tutti davvero più vulnerabili suquesto punto: pur non conoscendo diretta-mente l’amore di coppia, soprattutto in que-st’ultimo decennio, non ho potuto fare a menodi notare come anche nelle amicizie ci sia unattentato sempre più grande a questo lega-me, in virtù del fatto che, nella società di oggianche i rapporti di amicizia tendono a smem-brarsi, a sfilacciarsi, perché ci si crede poco, cisi vede meno, non si ha la forza di rinnovare isentimenti di amicizia, e basta poco per rovi-nare un legame profondo, senza trovare poi la

... Per amare di più

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volontà di recuperare un’amicizia cheper qualche ragione si è increspata o èinteressata da qualche ombra. A un certo punto arriva l’ombra e ci sifugge, non ci si guarda più, non ci si ritro-va più: seppur indirettamente, poi, so be-ne che questa è la vicenda anche dellecoppie e delle famiglie. Cari amici, senon c’è questo esercizio allo stare insie-me, all’intimità, alla comunione, se non sitrova tempo, non faremo che andaresempre più veloci, ma avremo sempremeno sapienza, avremo sempre menotempo per le cose che valgono, avremosempre meno tempo per l’amore e perlo stare insieme. Non si tratta di rimpiangere i tempi pas-sati, ma se non siamo più capaci a stare insie-me perché non abbiamo tempo e, per lo stes-so motivo, non riusciamo più a trovarci tra ami-ci o in famiglia, ognuno “risucchiato” dal pro-prio lavoro, dai propri impegni, dalla propriaprofessione il rischio è quello di diventare dicolpo vecchi. E allora ci si chiede che cosa siha come sapienza, come ricordo, come vitapiena da mettere davanti a Dio e davanti a sestessi e agli amici che si lasciano, arrivando aconstatare che, sovente, ci resta ben poco senon un rapporto da costruire, soltanto dandotempo!

Ma alla fine qual è dunque lo scopo della pre-ghiera? È uno solo: nel cristianesimo tutte lecose sono ordinate soltanto alla carità e al-l’amore, e quindi, quando una persona davve-ro prega, ciò a cui deve tendere è l’amore:l’amore per Dio e l’amore per i fratelli, che nonsono mai in concorrenza l’uno con l’altro. Que-sto è quello cui tende la preghiera. Al terminedi queste mie righe, vorrei lasciarvi, dunque,come immagine, una pagina di un monaco,un trappista, il quale scrive e dice: “quando iopenso a tutta la mia vita in monastero, e pen-so alle sette-otto ore di preghiera al giornoche faccio e che ho fatto come trappista, ache cosa rassomiglio la mia preghiera? La ras-somiglio soltanto a dei grandi mucchi di sab-

bia”. Esperienza che può esser anche moltodeludente, la preghiera dei grandi mucchi disabbia. Però, con molta intelligenza, si dice: “sein quei mucchi di sabbia si trova qualche pe-pita d’oro, è perché la sabbia ammucchiata ètanta, e le pepite d’oro sono sempre pochenella sabbia”. E chi va a raccogliere le pepited’oro sa che deve far passare tanta sabbia,per trovarne qualcuna. Infine, il monaco dice:“le pepite d’oro sono quel po’ d’amore cheho avuto nella mia vita”: quel po’ d’amore èdovuto alla tanta sabbia che ho radunato, fi-no a fare i mucchi attraverso la preghiera. È così, guardate, quel po’ che noi abbiamo diamore, di carità non lo dobbiamo a noi stessi,ma alla preghiera, perché è un esercizio diumanità, oltre ad essere un esercizio di comu-nione con Dio. Più noi viviamo col Signore, piùsiamo uomini, più siamo noi stessi, più siamocapaci dell’amore, che è la ragione per cuisiamo nati, siamo stati creati ed è la ragioneper la quale noi possiamo vivere. Buon Natalea tutti: abbiamo un cammino davanti, e che ilSignore vi porti poi a vivere il mistero della suaIncarnazione pieni di grazia e di benedizioni. Atutte le famiglie, ai più soli e agli ammalati:

Buon Natale! Pregate per noi!

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Fiorì il germoglio di Iesse,l’albero della vita

ha donato il suo frutto.

Maria, figlia di Sion,feconda e sempre vergine,

partorisce il Signore.

Nell’ombra del presepe,giace povero ed umileil creatore del mondo.

Il Dio che dal Sinaipromulgò i suoi decreti,

obbedisce alla legge.

Sorge una nuova lucenella notte del mondo:adoriamo il Signore!

A te sia gloria, Cristo,con il Padre e lo Spirito

nei secoli dei secoli.Amen

La preghiera che accompagna nella liturgiadelle ore il giorno del S. Natale si apre conquesto inno. È tutto costruito per far andare ilnostro cuore verso l’immensità di Dio e poi giùverso Betlemme. Il Testo parte dall’antica pro-messa profetica, il germoglio di Iesse fiorisce, lastirpe di Davide (Iesse è il padre del re Davide)e la promessa fattagli trovano il loro compi-mento.  Gesù è il frutto dell’albero della vita,quell’albero che è nel paradiso terrestre, irrag-giungibile ormai per l’uomo. E così l’inno prose-

gue posando il suo sguardo su Maria e poi sulpresepe dove “giace povero ed umile il crea-tore del mondo”. In quella notte a Betlemme èaccaduto quanto di più imbarazzante l’uma-nità possa ricordare, giunge a visitarci Dio stes-so in persona e nessuno lo accoglie, il Creato-re del mondo si ritrova nell’angolo più misero esperduto del suo regno. Ma la novità del Nata-le sta proprio in un Dio che è capace di obbe-dire anche alla mancata accoglienza dell’uo-mo. E così la famiglia più potente del mondo èobbediente alla legge del censimento. Proba-bilmente a ben guardare potremmo dire cheabbiamo un Dio un po’ strano che sacrificaanche la sua regalità per l’umiltà. E conoscen-do come quel Bambino un giorno sarà Mae-stro ci ritroviamo a riconoscere già un suo inse-gnamento. Ci è già da guida, guida per tuttoil creato, capace di illuminare, di portare una“nuova luce nella notte del mondo”.In un anno come questo dove vorremmo ri-partire dalla preghiera, l’inno che abbiamoletto, frutto di una tradizione sedimentata del-la Chiesa può esserci da modello. La preghie-ra è comunicazione intima e cordiale con Dioe quando vogliamo possiamo attingere an-che dai testi che prima di noi la Chiesa sapien-te maestra di preghiera ha composto, per po-ter così sfuggire l’avventura di una preghierasolamente fai da te conoscendo la ricchezzache già prima di noi è stata scoperta. L’augurio per questo Natale è di crescere nel-lo stupore che il contemplare il presepe ci do-na e in esso far nascere il desiderio di una pre-ghiera sempre più intensa.

Auguri di un Santo Natale!

Don Andrea

Sorge una nuove lucenella notte del mondo

Don Andrea

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Laura

Neanche la pioggiabattente e incessan-te ha fermato la follafestante che ha volu-to accogliere PapaBenedetto XVI du-rante la sua prima vi-sita a Brescia, dome-

nica 8 novembre. Una lunga giornata quella delPontefice, iniziata nelle prime ore del mattino,con la partenza da Ciampino e l’arrivo, intornoalle 9.30 all’aeroporto militare di Ghedi; nel lun-go tragitto che ha condotto il Santo Padre dalpaese bresciano fino alla città, Benedetto XVIha incontrato molte persone che non sono vo-lute mancare all’appuntamento con il succes-sore di Pietro, in visita a Brescia nel ricordo diPaolo VI, il Papa bresciano. I dati parlano di oltresettantamila persone, tra bambini, giovani, adul-ti e anziani che hanno sfidato la pioggia, il fred-do e il vento pur di non mancare alla festa. E, ilPapa, non ha tradito la fiducia dei suoi figli, rega-lando sorrisi e gesti d’affetto ma anche due fuo-ri-programma accolti con grande entusiasmodalla folla: un primo, a Botticino Sera, dove, do-po aver sostato in venerazione davanti alle spo-glie di Sant’Arcangelo Tadini, da poco canoniz-zato, il Pontefice ha voluto rivolgere alcune pa-role di saluto affettuoso alla popolazione. Se-conda sorpresa, invece, poco prima dell’ingres-so in Piazza Duomo, quando, passando davantialla stele dedicata alle otto vittime della stragedi Piazza Loggia, che, nel maggio 1974 segnòuna delle pagine più buie della storia cittadina,Benedetto XVI ha voluto fermarsi qualche minu-to per raccogliersi in preghiera. Festoso il climaanche in Piazza Duomo, dove all’ombra delledue Cattedrali, oltre dodicimila persone atten-devano il suo arrivo: e proprio qui, dopo aver ri-cevuto i saluti e il benvenuto del Vescovo di Bre-scia, Monsignor Luciano Monari e del primo cit-tadino, Adriano Paroli, il Papa ha celebrato laSanta Messa, intrattenendosi in preghiera con i

fedeli che potevano seguire la liturgia anchedalle vicine Piazza Loggia e Piazza Rovetta, oltreche dalle televisioni locali e nazionali. “È grandela mia gioia nel poter spezzare con voi il panedella Parola di Dio e dell’Eucaristia, qui, nel cuo-re della Diocesi di Brescia, dove nacque ed eb-be la formazione giovanile il servo di Dio Giovan-ni Battista Montini, Papa Paolo VI. Vi saluto tutticon affetto e vi ringrazio per la vostra calorosaaccoglienza!”: con queste parole BenedettoXVI ha introdotto la sua omelia, tutta incentratasugli insegnamenti di Paolo VI, un Papa spessopoco compreso ma che visse l’intera sua vitaper amore verso la sua Chiesa che egli stessodefinì “Corpo Mistico di Cristo” e per la quale siaugurava che essa avesse coscienza della suanatura e della sua missione; che avesse il sensodei bisogni veri e profondi dell’umanità; e chepotesse camminare povera, cioè libera, forte edamorosa verso Cristo. “La Chiesa dunque de-v’essere povera e libera, per poter parlare al-l’umanità di oggi” – così ha concluso BenedettoXVI facendo proprie le parole del Pontefice bre-sciano. Dopo la solenne celebrazione, la recitadell’Angelus e il pranzo presso l’Istituto Paolo VI.Nel pomeriggio, la visita alla casa natale dellafamiglia Montini,a Concesio, do-ve il giovaneGiovanni BattistaMontini, futuroPapa Paolo VI,nacque e visse iprimi anni dellasua vita; a segui-re, tappa pressola nuova sededell’Istituto Pao-lo VI, che, lo stes-so BenedettoXVI ha avutol’onore di inau-gurare e conse-

Papa Benedettotra noi

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gna del “Premio internazionale Paolo VI”, asse-gnato quest’anno alla collana francese di testipatristici “Sources Chrétiennes”. Poi, prima del ri-torno a Ghedi e del volo verso Roma, il Santo Pa-dre ha voluto dedicare alcuni minuti per la visitaalla chiesa parrocchiale di Sant’Antonino, aConcesio, dove Paolo VI venne battezzato, per-ché, come dice San Paolo “per mezzo del Batte-simo siamo stati sepolti insieme a lui nella morteaffinché, come Cristo fu risuscitato dai morti…,così anche noi possiamo camminare in una vitanuova”. La visita del Papa a Brescia, accompa-gnata dal maltempo, è stata tuttavia speciale,all’insegna della gioia e dell’emozione: Bene-detto XVI, ha affidato i bresciani a Maria, madreceleste, con una naturalezza e un affetto che avolte, erroneamente, non ci si aspetterebbe daun serio teologo come Ratzinger e si è poi rivolto

anche alla gio-ventù perché igiovani vannoeducati a con-siderarsi “comepersone e nonnumero nellamassa”, attra-verso strumenti capaci “di farsi carico delle atte-se” e con un’educazione che sia “innanzituttotestimonianza”. Si avverte “con forza”, ha prose-guito il Pontefice, che i ragazzi hanno “sete dicertezze e di valori” e a loro va trasmesso “qual-cosa di valido, delle regole solide di comporta-mento”, vanno indicati “alti obiettivi verso i qualiorientare con decisione la propria esistenza” so-prattutto in un momento come questo, segnatoda una forte emergenza educativa.

L’8 Novembreviene il Papa aBrescia; men-tre stringo tra

le dita il pass chemi permetterà di accedere al-la piazza Paolo IV sento ancorala delusione provata 10 anni faquando Papa Giovanni Paolo

IV passò sulla via a pochipassi da casa , ed io... ero in-tenta a stendere! Nei giorniche precedono l’eventoecco farsi avanti i lati nega-tivi: entro le 8.30 del mattinobisogna essere là ! Acciden-ti che presto, è domenica;non vedrò niente ci saranno

12.000 persone, in televisione si vede di più, sono co-moda, al caldo, e poi pioverà... Non importa, l’impor-tante è esserci!!! Finalmente la domenica arriva, la sveglia suona pre-sto, ma è come quando si andava in gita scolastica....tutto ok! Colazione veloce, approfitto del passaggioper il centro, e poi eccomi in piazza; sono fortunata lamia “zona” è ancora semivuota, mi piazzo in secondafila dalla strada dove passerà il Papa, davanti al Duo-mo vecchio (da qui nessuno mi sposta). Mi guardo ingiro, vedo in lontananza Bonny che sovrasta la follanella zona giovani: lì c’è il gruppo giovani della miaParrocchia insieme a loro mia figlia (non mi sento piùsola); lo schermo gigante sulla destra mi permette divedere tutto il collegamento televisivo; a sinistra ilDuomo con il palco (previdenti a farlo coperto e constufette a raggi !). Esulto con tutta la piazza all’arrivodell’aereo a Ghedi, seguiamo virtualmente la visita aBotticino e poi aspettiamo, intanto dal Duomo vec-

chio escono alla spicciolata i “Don” per portarsi vicinoall’altare; tutto è pronto. Siamo tutti in attesa.

Arriva!Come una scossa la piazza esplode di urla, applausi,bandierine che si agitano e poi ecco la macchina cheentra in piazza, passa davanti a me. Sono consapevoleche sono una tra tantissimi, ma grazie a una canalina-dosso che ferma per pochi secondi la papamobile in-crocio lo sguardo del Papa. È come un flash tutto intor-no sparisce, sento quello sguardo raggiunge il mio cuo-re; non so descriverlo, ma penso al Vangelo quando ladonna tocca il mantello di Gesù e sa che le è successoqualcosa di grande. La papamobile prosegue versol’altare, sento il mio viso rigato da lacrime di gioia che siuniscono alle gocce di pioggia. Partecipo alla Messa con entusiasmo anche se segui-ta sul maxi-schermo, il latino esalta l’importanza dellafunzione, ma mi fa sentire un pò ignorante; indispensa-bile il libretto della celebrazione ormai tutto bagnatoe mi lascia sulle dita pezzetti di carta inzuppata comese stessi lavorando la cartapesta. Dopo la Messa, l’An-gelus: si realizza un mio desiderio e non ho dovuto an-dare fino a Roma! Ancora un po’ di attesa ed ecco lapapamobile che ripassa per uscire dalla piazza, dinuovo grida applausi e bandierine bianche-gialleche sventolano. Si aprono le transenne, la gente si sposta lenta per usci-re. Mi accorgo che le mie gambe fanno fatica a muo-versi sono ferme da tanto tempo; le mani sono infreddo-lite e bagnate; il cappellino nonostante la mantella im-permeabile è zuppo e mi bagna la fronte, non mi eroaccorta che piovesse tanto! Ma davvero sono qui dacinque ore?!! La stanchezza fisica si fa sentire, ma lo spi-rito è a mille!! Aveva ragione quella vocina: è stato importante es-serci !

Tiziana

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Carissimi sposi e famiglie tutte, anche quest’anno desidero raggiungervi per-sonalmente con un affettuoso augurio natali-zio, dicendo così la mia vicinanza alle vostrecase e la mia gratitudine a Dio per voi.Il tempo e le festività natalizie sono un momen-to propizio per gustare la bellezza del clima fa-miliare e riprendere speranza per i camminipiù difficili, dolorosi.Anch’io, come voi, sono spesso rapito dai ritmifrenetici della quotidianità, fatti di scadenzeda rincorrere e problemi da risolvere. Anch’io,come voi, ho bisogno del Natale, per ritornareall’umanità più autentica, quella voluta eamata dal Padre. Prendiamoci un po’ di tem-po, doniamolo al Signore e impariamo di nuo-vo l’arte dell’ascolto e della meraviglia, vie si-

cure per incontrare la semplicità della grottadi Betlemme. Affiniamo l’udito del nostro cuo-re: potremo ancora una volta sentire il cantobeato degli angeli: “Gloria a Dio nel più altodei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egliama”.Ora, vengo nelle vostre case e ammiro meravi-gliato il segno del presepe, sempre uguale ep-pure in ogni focolare così diverso, fatto a vo-stra immagine. Ascolto i vostri discorsi e ap-prendo tanto bene, insieme però a preoccu-pazioni e fatiche: la stanchezza di relazione, illavoro, i soldi mai sufficienti, qualche seria ma-lattia di una persona cara, i figli e la loro edu-cazione.Già, i figli: dono benedetto del Signore e vitavostra, carissimi genitori! Spesso, però, non sono

Lettera del Vescovoagli sposi e alle famiglieper il Natale 2009

+ mons. Luciano Monari

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bene accolti, rimangono soli e poveri di valori,di fede. Coraggio, quel Dio che vi ha donatotanta ricchezza non vi abbandona; cercateloe imparate da Lui, dal suo cuore.Tra le tante parole che si dicono nella vita, inquesto Natale ne voglio ascoltare con voi al-cune speciali, di quelle che si pronunciano ra-ramente, ma sono così potenti.“Vogliamo per nostro figlio il Battesimo, la vitaeterna”. Che bella domanda avete fatto alla Chiesa,cari sposi. Avete chiesto il sempre e il tutto delbene di Dio per le vostre creatu-re. E questa domanda nascedal vostro amore di coniugi eprosegue quel dono della vitache avete offerto nella genera-zione, insieme a Dio Creatore.Ora, la Chiesa, comunità deicredenti, è guidata dallo SpiritoSanto per ascoltare sapiente-mente queste domande e perpoter garantire risposte vere, ef-ficaci. L’atto di volontà che viha spinto a invocare dal Padrequeste cose grandi per i vostri fi-gli sia sostenuto da una testimo-nianza quotidiana d’amore edi fede. Continuate nel solcoche avete intrapreso, sarà il mo-

do più sicuro per affidare le perso-ne amate a Dio e a un mondo piùbello. È nel matrimonio che dove-te cercare la forza e il coraggio diportare avanti fino in fondo la do-manda del Battesimo. Siate certi,vivete il sacramento dell’amore,nella gioia e nel dolore, nella salu-te e nella malattia… Vi ricordate quelle domande cheil sacerdote, a nome di tutta laChiesa, vi ha posto il giorno dellenozze? Una di queste diceva così:“Siete disposti ad accogliere i figliche Dio vorrà donarvi e ad edu-

carli secondo la legge di Cristo edella Chiesa?” Con decisione, sincerità e pro-babilmente con un pizzico di sana incoscien-za, voi avete detto sì! Come Maria all’Angelo,come tutte le persone di buona volontà, re-sponsabili e amanti di Dio, del prossimo. E così,nel vostro matrimonio, benedetto e consacra-to dal Signore, avete reso una completa di-sponibilità ad essere fecondi nella vita, nel-l’amore e nella fede. Il vostro legame si è fattoculla di cura totale dei figli e luogo – metododi trasmissione di Gesù Cristo. Anche qui, nonsiete soli, la Chiesa a cui vi siete rivolti, parteci-pa volentieri della vostra paternità e materni-

Flavia e Roberto (1993)

Laura e Davide (2008)

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tà, delle soddisfazioni e delle fatiche di esseregenitori.Nel giorno del Battesimo i vostri figli hanno ini-ziato ad essere introdotti nella vita divina, nellafamiglia cristiana; e questo, con il vostro cuore,con i vostri passi. Quale dono, quale responsa-bilità: Dio si è piegato ad abitare nelle vostrecreature, briciole amate di umanità, e anchenella vostra casa si è sentito il canto degli An-geli: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli…”.Insieme a questa legittima gioia, però, nonposso distogliere l’ascolto dalle tante doman-de di chi non ha figli; parole di vita fatte di si-lenzi e di lacrime, di rincrescimenti e a volte disensi di colpa. Riconosco il vostro dolore e lefatiche di non trovare facili soluzioni; benedicoanche i molti sposi che sanno allargare la lorofecondità nell’ampio mondo dell’affido e del-l’adozione. A tutti chiedo di mettersi in pazien-te ascolto della volontà del Padre, che non la-scia mai nessuno senza una strada di genera-zione nel bene, di fecondità nell’amore. È ve-ro; tutto questo è più faticoso e rischioso, mafrequentemente le mete indicate dal Signoresono più alte dei nostri sogni. Sì, tenete losguardo della vostra coppia rivolto a traguardiimportanti, sapendo che le occasioni di servi-zio alla vita sono sempre smisurate.Natale non è percepito sempre con il tono di fe-sta della speranza di Dio per noi, soprattutto dachi non ha più un buon clima familiare, fatto diunità e di condivisione nell’amore coniugale…Penso alle famiglie vedove, spesso con figli pic-coli orfani di un genitore. L’abbraccio sincerodegli amici e dell’intera comunità cristiana sa-pranno offrire più calore nelle feste natalizie,come nei semplici giorni quotidiani. Bisognaaccorgersi di queste voci discrete, avvicinarlee camminare con loro.Chi poi ha interrotto la propria storia coniuga-le con separazione o divorzio farà forse faticaad affrontare con cuore sereno l’avvento del-l’Emmanuele, con la gioiosa armonia chequesto produce anche nella società. Non ra-ramente si sente dire che proprio questi giornidiventino un vero tormento, perché tempo dirimpianti e di riapertura di ferite dolorose, mai

del tutto sanate. Proprio a voi, carissimi fedeli,voglio ricordare che Gesù viene incontro a tut-ti e non disdegna di nascere anche nei luoghipiù bui e freddi dell’esistenza umana. La sua presenza tra noi, nella grotta di Betlem-me, non inizia forse nel segno della solitudine,del rifiuto sociale e della vicinanza dei soli pa-stori, gente questa di cattiva fama e per que-sto tenuta a distanza?Coraggio, la Chiesa rimane sempre la vostracasa, dove ritrovarsi in fraternità e rinnovare lavostra fede.Il canto degli Angeli possa abitare ancora travoi e vi faccia pregustare il profumo di paradiso.A tutte le famiglie dono la mia benedizione edico: “Accogliete il Signore che viene, egli do-na speranza ad ogni persona bisognosad’amore”.

Il vostro vescovo+ mons. Luciano Monari

Liliana e Luciano (2008)

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Nulla di più bello di un’esperienza serale in unaparrocchia della città. Siamo alle Due Sante. Il motivo dell’incontro è un ritiro per i fedeli. Lapartecipazione è massiccia e l’attenzione pro-fonda. Dobbiamo sciogliere il “nodo” del tema esi parte riflettendo sulla preghiera “sul vegliatepregando”. Sono le parole del Vangelo della pri-ma domenica di Avvento, e, subito, si muove laprima proposta: siamo nel periodo dell’attesache immediatamente ci invita a guardare avan-ti, a scoprire la novità. Un Avvento particolareche non vuol dire fermarsi per attendere, macamminare incontro all’atteso. Il messaggio chediventa “parola di vita” è proprio quello che an-nuncia la presenza del Signore. Le parole si rin-corrono una dietro l’altra. La ricerca di una rela-zione con Dio per una volta sostituisce qualun-que programma televisivo.“Tu solo, o Cristo, ci sei necessario” pregava Pao-lo VI. Si ha voglia di approfondire. Le età dei presenti si mescolano: dai giovani aglianziani. La Chiesa appare come un giardino va-riopinto. Ora si entra dentro il cuore della riflessione. Alcu-ni racconti, poi l’esegesi fatta di parole semplici.Qualcuno prende nota su foglietti di emergen-za. Si scrivono sensazioni, quelle che non vorrestidimenticare. Lo schema dell’incontro è sempli-ce: si parte da Vangelo per arrivare al cuore.Questi i passaggi:3 la preghiera momento di ricerca3 Gesù mediatore tra l’uomo e il Padre3 non sempre la preghiera sembra esaudita,

ma sempre Dio mantiene le promesse3 non sempre quello che si chiede è il bene3 l’importanza della vita non per la durata, ma

per il significato3 la testimonianza come elemento indispensa-

bile3 la preghiera individuale diventa anche pre-

ghiera universale.La voglia di raggiungere il vertice e l’emozionedell’anima è tale che nessuno sembra muoversi.

Lo sguardo èattento co-me nell’atte-sa dell’aper-tura di un do-no. È stranoma la delu-sione saràquella di do-ver terminarel’incontro echiudere leporte dellaChiesa. Fuorila sera com-pie il suo cammino e diventa notte. Il tempo èbrutto. Vento e acqua sono nemici che perònon sono riusciti ad ostacolare il passo dei pre-senti. C’è qualcosa di più ora: una luce nella not-te. Il desiderio è quello di piegare le ginocchiaper toccare la nudità della terra. Terminata la riflessione, “la parola” passa ad al-cune note dell’organo. C’è un silenzio che fa rumore perchè ognunodentro di sé pensa e riflette, quasi “ripassa” la le-zione. È proprio il “ritiro” della vittoria. Ora, final-mente, un canto. Parole che invitano il Signore a visitare la terra:“Vieni Signore, la terra in pianto geme”. Tutti offro-no la propria voce. Terminato il canto la pre-ghiera del Padre Nostro. Hai la percezione che le parole “insegnate daGesù” riescano a colmare ogni attesa. Adesso laserata si riempie di gente che in quelle parole siaccorge di avere accanto un fratello, figlio del-lo stesso Padre. La fedeltà alla preghiera diventa il segno distin-tivo dell’incontro. Nessuno parla di stanchezza, il“popolo di Dio” chiede quando avrà luogo ilprossimo appuntamento. È una gioia unica l’ascolto dei commenti. Si comprende che questo desiderio di Cristo au-menta il Natale di un’altra presenza: la nostra.

Don Lionello Torosanicappellano militare dei carabinieri

Una luce nella notte

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GrembiPreghiera quotidiana nella Liturgia delleOre, il Magnificat (Lc 1,46-55) viene ricono-sciuto universalmente come un autenticocapolavoro letterario. L’inno di lode a Diooperatore di salvezza che Luca mette inbocca a Maria, è stato tradotto e medita-to, commentato e riscritto in prosa e in ver-si fin dai primi secoli del cristianesimo.È tanto profonda l’umiltà di Maria, sceltacome dimora divina, da essere indicatacome esempio da molti autori; tra questiDante (che offre l’umiltà di Maria alla con-templazione dei superbi) e i poeti contem-

poranei. Nel Magnificat di Alda Merini, uncanto che si snoda lungo cento pagine,Maria, con l’anima che «scorre» verso il Si-gnore come «luce e preghiera», loda Dioper averla «destinata a servire. / Non adessere / una regina potente / ma un’umi-le serva». Anche Giovanni Raboni è colpi-to dall’umiltà di Maria. Nella sua Riletturadel «Magnificat» , il Poeta sente che è tal-mente grande ciò che il Signore ha con-cesso a sua Madre da fargli trasformare«l’umiltà della tua serva» lucano nel «nien-te che era la tua serva». Questo «niente»,

al passato, dice cheMaria si è annullataed è stata ricolmatad’amore dal suobambino. Tra i gestisalvifici del Signore,nel Magnificat Mariaricorda che Egli «hadisperso i potenti neipensieri del loro cuo-re; ha rovesciato i po-tenti dai troni, / ha in-nalzato gli umili». Nel-la rilettura di Raboniquesti versetti diven-tano: «ha usato lapotenza del suobraccio / per sventa-re le mire dei superbi/ e cacciare dal tro-

Messaggi femminili di una grazia

Fernanda (a cura di)

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no gli arroganti / e sollevare i de-boli». Il Poeta, che con umiltà si èdichiarato «un povero artigianodavanti a tanta perfezione», ri-cordando «la promessa / anti-camente fatta ai nostri padri» fasentire l’attualità di questa pre-ghiera di gioia e gratitudine cheMaria / Chiesa continua a can-tare.C’è poi la poesia di GiuseppeLangella dal titolo “Esultanzadell’umile ancella”, che è una ri-scrittura del Magnificat con echidella Visitazione di cui il canto diMaria è la conclusione.Sentegioire Maria per il «mistero / chele esultava in grembo», rivelan-do così che è Cristo ad esultareper primo, tanta è la sua gioiaper la sua nascita imminenteche porterà «tra le genti» il suoimmenso Amore! Il sussulto digioia di Giovanni, in questa me-ditazione in versi sul testo sacrofatta alla luce dell’esperienzapersonale, diventa quello di Ge-sù in grembo alla Madre. Un’esperienza, questa, che può essere rin-novata in ogni cuore puro. L’incarnazione,ovvero la nascita di Gesù come amoretrasformatore nel cuore dei credenti. Que-sta esperienza di conversione ha fatto gri-

dare a Paolo «non sono più io che vivo maCristo vive in me» (Gal 2,20).La nascita di Gesù nel cuore, infatti, puòavvenire nella contemplazione e nellapreghiera e permette di riconoscere questoevento nel prossimo.

che danzanodi Dio che trasforma il mondo

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Sulle tracce

Tutti sanno che i Magi compirono, guidati dal-la stella, un lungo viaggio per portare doni alBambino Gesù e riconoscerne la regalità. Nul-la si sa di cosa accadde dopo , cioè se sianotornati ciascuno al loro Paese o se invece ab-biano continuato a vivere insieme. Si sa soloche furono sepolti insieme. Le prime notizieche si hanno riguardano infatti le loro spoglierisalgono all’imperatrice Elena. La madre diCostantino nel 326 si recò a Gerusalemme do-ve la tradizione vuole che abbia trovato an-che i resti dei Magi oltre che le reliquie dellacroce di Gesù. I loro corpi erano intatti perché

erano stati trattati , prima della sepoltura, conbalsami e spezie. Mostravano dal volto e dallacapigliatura età diverse: il primo sembravaavere 15 anni, il secondo 30 e il terzo 60. Eranoavvolti in tessuti preziosi intrisi di profumi e mir-ra. La regina decise di portarli a Costantinopo-li perché fossero onorati e lì rimasero fino aquando Eustorgio, vescovo di Milano, li ebbe indono dall’imperatore Costante (anche se, inrealtà, essi furono un dono dei Crociati alla cit-tà). Eustorgio era un greco mandato come go-vernatore da Costantinopoli e che i milanesivollero come loro nono vescovo. Egli pose i

Un viaggio che da Gerusalemme è ar

Loredana

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corpi dei Magi in una grande arca marmoreae si imbarcò per l’Italia. Arrivato in Abruzzo, usòun carro per il trasporto: si racconta che, du-rante il viaggio, un lupo assalì e sbranò uno deibuoi che lo trainavano. Il vescovo lo ammansìe lo aggiogò al posto della bestia morta. Ilviaggio proseguì fino alle porte di Milano, do-ve il carro si fece sempre più pesante e fu im-possibile entrarein città. Eustor-gio quindi do-vette fermarsiprima dellaporta Ticinese;capì che eraun segno diDio e decise difare edificareuna chiesa perospitare le spo-glie dei Magi,nel punto esat-to dove il carrosi era fermato. Imilanesi inco-minciarono ad onorare Gaspare, Melchiorre eBaldassarre, anche se, per sentirli più loro, li ri-battezzarono con i nomi di Dionigi, Rustico edEleuterio. Per un certo periodo di tempo, poi, lesalme furono dimenticate perché le vicendestoriche rendevano pericolosa l’uscita dallacittà: vennero riscoperte solo nel 1158 durantei lavori di potenziamento delle difese cittadinecontro Federico Barbarossa. Il culto nei loroconfronti ricominciò e la Basilica di Sant’ Eu-storgio, chiamata già da allora Basilica deiMagi, diventò meta di pellegrinaggi. Quando

l’imperatore Barbarossa rase al suolo Milano,l’Arcivescovo di Colonia convinto che la cittànon fosse degna di ospitare le reliquie, ordinòal suo Cancelliere di traslare le spoglie dei Ma-gi nel Duomo della città tedesca. Il viaggio daMilano a Colonia lasciò traccia in Francia, inItalia, in Svizzera e in Germania dove troviamolocalità , alberghi e locande che si chiamano:

Ai Tre Re, le Tre Co-rone, Alla Stella.Da allora le reli-quie riposano inun’arca preziosad’argento nellaCattedrale goti-ca di Colonia. Di-versi tentativi fu-rono fatti per ri-portare le spo-glie a Milano, marimasero vani: néLudovico il Moro,né il Papa Ales-sandro VI, né Fe-

derico Borromeoriuscirono. Solo nel 1904 il Cardinale Ferrari ot-tenne che parte delle ossa fossero restituite aimilanesi. Esse furono collocate in un taberna-colo prezioso che porta la scritta: SepulcrumTrium Magorum. La Basilica di Sant’Eustorgio fu chiamata Basili-ca dei Re e una grande stella fu posta sulcampanile. Il culto dei Magi è molto vivo tan-to che, ancora oggi nel giorno dell’Epifania, uncorteo con personaggi in costume a cavalloattraversa la città dal Duomo fino alla Basilicadi Sant’Eustorgio.

dei magirivato a Colonia attraverso Milano

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stante non ci siastata ancoraun’inaugurazio-ne ufficiale, vie-ne utilizzata pres-soché quotidia-namente dai va-ri gruppi dellanostra Parroc-chia. La decisione di imbarcarsi in un lavoro si-mile, e nella conseguente spesa, non è statapresa dal singolo, da don Tino in quanto parro-co, o da don Andrea, o da chiunque altro: es-sa, è stata invece una decisione comunitaria,presa per il bene della comunità affinché lacomunità stessa potesse usufruire di un luogoaccogliente per la preghiera, la riflessione e ildivertimento. Ora, entra in gioco proprio il sen-so di appartenenza alla comunità: qualcunodi noi ha già dato molto, qualcun altro, done-rà, qualcun altro, sarà in una fase di riflessione:il bello di essere comunità, è quello di sentirsi li-beri nelle proprie scelte, supportati dagli altri,nella consapevolezza di essere però una delletante gocce che formano l’Oceano e chesenza di noi e il nostro contributo, a qualsiasi li-vello, la comunità mancherebbe di qualcosa.A noi, la scelta, nella certezza che, nel dono,non c’è la dimensione del “tanto” o del “po-co”: non c’è un premio per chi dona tanto eun castigo per chi non dona o dona poco,perché il Signore non giudica nella misura deltanto e del poco umano, ma nella misura del-l’Amore.

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Quando pensiamo al volto della comunità cri-stiana possiamo individuare in essa alcuni ele-menti fondanti, come il riferimento a Cristo,l’unico vero Maestro; l’ascolto della Parola; lacelebrazione dei Sac ramenti e il camminodella carità, che dovrebbe toccare ogni cri-stiano, in quanto tale. Di per sé, la Carità puòessere vista come dono di sé, del proprio tem-po,della propria attenzione, disponibilità, liber-tà, ma anche delle proprie risorse spirituali emateriali; e, da tutto ciò, si genera, normal-mente, la gioia e l’impegno di appartenere auna comunità: alla propria comunità parroc-chiale. Ad ognuno di noi è quindi chiesto di ri-spondere ad un dono tanto grande quantoimmeritato, quello della fede, attraverso laconsapevolezza che si genera proprio nell’ap-partenenza viva, fedele, attiva alla vita dellaComunità e che permette al nostro cuore discoprire come, all’Amore si risponde conl’amore nella sua dimensione di gioia ma an-che in quella di fatica e, a volte, sacrificio. Nonci può essere vera percezione di appartenerealla comunità quando ci si limita ad un fattoanagrafico: il nostro nome scritto nei registridell’archivio parrocchiale perché qui abbia-mo ricevuto i Sacramenti o le richieste allaparrocchia per l’espletamento di alcuni servizireligiosi; il vero SI al dono di appartenere aduna comunità cristiana avviene quando sicondivide l’itinerario di Fede, di speranza e dicarità su cui si imposta il cammino della Chie-sa. Ognuno è chiamato a mettere a disposizio-ne di tutti gli altri i talenti che ha ricevuto dal Si-gnore e a farlo gratuitamente senza cercare ilriscontro di nessuna gratificazione. Tutti noisappiamo che, dopo l’approvazione da partedel Consiglio Pastorale Parrocchiale, lo scorsogiugno, si è deciso di dare il via ai lavori di ri-strutturazione del nostro vecchio teatro, per farsì che potesse diventare la splendida sala del-la comunità che è diventata ora e che, nono-

Teatro: tante piccole gocce formano un oceano

Il Consiglio degli Affari Economici

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Ogni volta che il Parroco mi affida un nuovogruppo di catechismo comincio a pensare acome saranno i miei bambini, alle loro faccet-te, alle gote rosee, ai loro occhi innocenti epieni di meraviglia. Quando poi li incontro mitrovo spiazzata perché loro sono ancora me-glio. Questo anno, insieme a Laura, mi sono sta-ti affidati i bambini del secondo anno dellanuova ICFR (meglio noti come gruppo Naza-reth); con la nuova ICFR c’è veramente unmodo diverso di rapportarsi con questi nostripiccoli fratelli nella fede.Io rimango stupita da ciò che dicono ed è veroche le cose importanti il Signore le rivela ai pic-coli, perché i grandi possano imparare da loro. Potrei aggiungere altre cose ma non voglio di-lungarmi perché il centro di questa prima par-te di anno catechistico è stato domenica 15novembre.In quella giornata i bambini del gruppo Naza-reth hanno vissuto il Rito della “consegna” delVangelo da parte del nostro Parroco; in parti-colare è stato consegnato loro il Vangelo di

Luca che ci accompagnerà per tutto il prossi-mo anno.I bambini hanno vissuto la vigilia con un po’ dinervosismo, facendo molte domande. Noi ca-techiste pensavamo che, viste le premesse, sa-rebbe stato difficile tenerli buoni per tutta ladurata della Messa domenicale, invece …. cisiamo ritrovati degli “angeli”: buoni, silenziosi,tremanti. Èavvenuto un miracolo! Vuoi la solen-nità della liturgia, vuoi la bella affluenza di ge-nitori, vuoi l’essere per la prima volta protago-nisti, vuoi l’emozione dell’accoglienza nellacomunità degli adulti, i bambini sono stati“spettacolari”. “Finalmente ci siamo anche noi!” avrannopensato, perché sprizzavano felicità da tutti ipori. Per loro, ricevere il Vangelo è stato un so-gno, un Vangelo personale, un amico con cuiparlare, “sto diventando grande”, “ leggo an-ch’io la Parola del Signore”. Concludo ringraziando il Signore perché attra-verso gli occhi di questi bambini riusciamo avedere uno spicchio di paradiso.

Barbara

Una giornata splendida

In Parrocchia, ogni mattina, vengono distribuitiviveri alle persone che, in difficoltà, chiedonouna mano. Di questi tempi le scorte sono proprioagli sgoccioli (….sarà la crisi a peggiorare la si-tuazione?)Servono, in particolare, i seguenti generi alimen-tari:– scatolame vario (in particolare fagioli e piselli)– olio in lattina

– pelati– riso– pasta– zucchero– tonno o altro pesce in scatola– biscotti secchi– latte a lunga conservazioneIl tutto preferibilmente con scadenze lontanenel tempo.

DAL 6 AL 10 GENNAIO 2010

La raccolta inizierà il giorno dell’Epifania, in occasione del saluto a Gesù Bambino e proseguirà fino al 10 gennaio.

GRAZIE !!!

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Anche quest’anno la colletta della Fondazionedel Banco Alimentare (giunta alla tredicesimaedizione), nonostante la crisi, ha raggiunto il suoscopo, quello di aiutare i poveri: infatti, dagli ol-tre 100 supermercati che hanno aderito a Bre-scia e provincia, la raccolta dei beni non depe-ribili 2009 ha superato quella dell’anno scorso. Tanti i volontari impegnati quest’anno (anchela parrocchia delle Due Sante ha contribuitocon una scolaresca al Simply di via Masac-cio!), giovani e non, senza dimenticare poi glialpini e le tante associazioni di volontariato im-pegnate nel sociale (San Vincenzo,Compa-gnia delle Opere…) Il gesto della colletta vole-va proporre ,in forza della sussidiarietà, l’aiutoconcreto a tutte le realtà che aiutano i poverie gli anziani ed essere principalmente un ge-sto per fare compagnia a chi si trova nella so-litudine, perché, più della fame è il bisogno fisi-co di una compagnia umana che urge più ditanti altri bisogni. Per questo la colletta è solo l’inizio di una pra-tica di solidarietà delle varie associazioni (inprimis il banco di solidarietà), che dura un an-no con i banchi di solidarietà, attraverso i qua-li si recapita a domicilio il “pacco viveri” alle fa-miglie bisognose e che vivono in gravi difficoltà

e c o n o -miche. Tutti sonochiamatia colla-borare aq u e s t ao p e r a ,perché ilp i c c o l osacrificiovince l’in-dividuali-smo oggiimperan-te.

Collettaalimentare

La parrocchia delle SanteBartolomea Capitano e Vincenza Gerosa

organizza un incontro formativoper tutti i genitori sul tema:

Computer e Internet:sappiamo come li usano

i nostri figli?Sappiamo cosa c’èdietro l’angolo?

Internet è un’opportunità per conoscere e comunicare ormai alla portata di tutti.

Perché costituisca veramente una risposta educativa, bisogna però conoscerla

in tutti i suoi aspetti, ed essere consapevoli dei suoi rischi

Relatore:Dott. Carlo Alberto Romano

Criminologo Università di Brescia

Martedì 26 gennaio 2009ore 21

Presso la sala della ComunitàVia Botticelli, 5

Per la primavera sono inoltre in programma

due incontri su temi educativi con lo psicologo Dott. Serafino Corti

dell’Università Cattolica di Brescia(22 marzo, 17 maggio)

Seguirà volantino

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Volevo solo seguire Gesù

�Volevo solo seguire Gesu`�,volevo conoscerlo, amarlo adorarlo...E Lui invece mi ha chiamato a seguirlo nella missione.Lui mi ha detto: Vuoi conoscermi? Cerca il mio volto nel volto della gente.Loro sono immagine e somiglianza mia.Vuoi amarmi?Amami amando le persone che io metto sul tuo cammino. Amami attraverso loro perche` io abito in loro. Vuoi adorarmi?Dunque sii il mio servoservendomi negli altri:�ogni cosa che fai ai piu` piccoli...la fai a me�

�M. De Losa�

Una normale e tranquilla mattina di fine qua-resima....La mia esperienza missionaria è parti-ta proprio così. Mi è tornata alla mente una ri-chiesta di sr.Eleonora, fatta un anno prima, e inme si è attivato un meccanismo sconvolgen-te. Quella stessa mattina ho risposto SI’ a tuttociò che prendeva corpo nella mia mente enel mio cuore. Naturalmente ho chiesto, hoascoltato, ho sostenuto un colloquio. Chiede-vo nella preghiera : “Signore, aspetto di capi-re, se incontrerò degli ostacoli li leggerò co-me“ segno, non voglio che quanto mi sconvol-ge dentro sia frutto solo di un mio desiderio”.

Ho parlato con i miei familiari, condividendocon loro la mia attesa. A fine maggio ho rice-vuto la notizia che la Madre generale dell’Isti-tuto e la Generale d’Africa delle nostre suoredi Maria Bambina, avevano dato l’OK alla miarichiesta, assegnandomi alla missione della cit-tà di Kabwe, nello Zambia, per un’esperienzadi 3 mesi. Sono partita il 10 agosto e tornata il6 novembre con al collo il crocifisso che don Ti-no mi aveva consegnato, con il mandato del-la mia comunità (voi), domenica 2 agosto du-rante la messa delle 10.30. Quel crocifisso nonl’ho più tolto, è stato ammirato da tanti, è sta-to il mio lascia-passare in alcuni momenti signi-ficativi della mia esperienza. L’ho portato conorgoglio: era il segno che gli appartenevo equesto lo capivano tutti, soprattutto in una co-munità cristiana d’Africa dove al Signore cre-dono veramente. Ho vissuto un’esperienza dicrescita spirituale molto forte, il Signore mi haveramente accompagnato, lo sentivo al miofianco sempre grazie anche alle preghiere ita-liane che mi giungevano. In quelle preghiereeravate dentro anche voi. Ringrazio di cuore!!!Ho incominciato il mio lavoro alla scuola di cu-cito esistente con una ventina di donne, ingran parte vedove e in cura per contagio.Mamme giovani che lavorano sodo, che ven-gono a scuola con il bimbo neonato legato al-

Maria

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la schiena, lo allattano in classe.....tutto pernon perdere la lezione perchè sono desidero-se d’imparare. Ho visto la loro sofferenza per si-tuazioni di estrema povertà ma ho visto, so-prattutto il loro coraggio e la dignità che na-sce da un SI’ alla vita pronunciato ogni giorno.Ho sperimentato l’accoglienza, il calore uma-no, il bene che respiri vivendo in mezzo a loro.Un bene che senti di non meritare, ti giungeinaspettato, ti prende e ti sorprende e ti riem-pie di gioia. Forse questa è la gratuità più ve-ra!!  Vivere in una comunità “diversa”, ma pursempre comunità, mi richiamava continua-mente al mio vivere qui con “voi” e questo eramotivo di preghiera e desiderio di sperimenta-re a casa mia qualcosa del bello che notavoin quel mondo. Non mi è mancato niente enessuno, in particolare, ma il pensare “tutti”pregare per “tutti” mi diceva che la comunio-ne non era interrotta. Vivere così è stato mera-viglioso!!! L’esperienza di CHIESA, è stata un’al-tra opportunità forte vissuta. Alla S.Messa noncapivo nulla, la lingua locale era impossibile el’inglese non ero riuscita ad impararlo. Il lororaccoglimento, la loro spiritualità, i loro cantibellissimi mi hanno aiutato a pregare. Sono ar-rivata  in quel mondo povera e ripartita ricca.Per questo e altro li ho ringraziati alla messa dicongedo.Comunitariamente sono ammirevoli,sono tanti,lavorano e si assumono responsabi-lità di ogni tipo, che portano a termine ma so-prattutto le “verificano” sempre. Questa è lanovità che ho ammirato. In una comunità di3000 persone, ci sono 9 diaconie, il gruppo ènumeroso si incontrano autonomamente, fan-no il monitoraggio della loro zona di apparte-nenza per cui nessun bisogno o sofferenza re-sta nell’ombra. Ogni diaconia (con segretario,vice, cassiere...) elegge 6 persone che vannoa comporre il Consiglio Pastorale, il quale lavo-ra sodo con il Parroco. Alla fine di ogni S. Mes-sa domenicale (sono 2 ) un rappresentantedel CPP  relaziona la comunità su tutto ciò cheriguarda la Parrocchia: aspetto economico,avvisi spirituali,incontri di formazione, richiestedi matrimonio, annunci, presenze particolari…La comunità attenta ascolta, e TUTTI sanno TUT-

TO. Ho respirato le attese di quella gente, la ne-cessità grande di finire la loro chiesa (in costru-zione da 7 anni) e per la quale ho destinatotutto il denaro consegnatomi a Brescia primadella mia partenza, perchè la considero la po-vertà più sofferta. Vivono in prestito un pò ditutto, si fa catechismo per strada seduti perterra, provano i canti e i balli sotto un albero, siaccontentano e sono felici senza un punto diriferimento strutturale. Quella chiesa comunitàè il mondo Africano della chiesa di Gesù.Quelli ci appartengono perchè sono l’africani-tà della nostra famiglia italiana. Il Gesù di Kab-we è il Gesù di Brescia, noi siamo la sua costru-zione a due TINTE. Il giorno dei saluti durante lamessa ho detto a Kabwe: “rientrando in Italia,mi impegno con la mia comunità parrocchia-le a raccogliere fondi in modo che possiate abreve finire l’opera. Il gruppo missionario dellanostra parrocchia, ha condiviso la mia propo-sta. A tutti diciamo GRAZIE perché siamo certiche condividerete con noi questa importanteiniziativa. Il Natale è vicino: chissà che Gesùnascendo non trovi una capanna a Kabwe…

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Chi ha avuto modo di recarsi in pellegrinaggioal Santuario della Madonna di Caravaggio hapotuto constatare che il Gruppo Pensionati èuna realtà.Da semplice organizzazione parrocchiale cisiamo costituiti in Associazione di Volontariato“Gruppo Pensionati Le do Sante” in prospetti-va di diventare ONLUS.Alla luce di questa novità, che da poco ha inte-ressato il nostro gruppo, illustrata dal PresidenteGuido Masserdotti nel corso della riunione tenu-tasi il 24 ottobre scorso, va verificato cosa puòfare il singolo pensionato delle do Sante.Tutte le persone, andate in pensione, devonoessere coscienti della loro utilità e di aver tan-to da dare.Quanti sono? Crediamo certamente molti dipiù di quelli iscritti.Cosa possono dare? Possono, con la loro ope-rosità e disponibilità verso gli altri creare condi-

visione alla risoluzione dei comuni problemi le-gati all’età.Cosa possono fare? Molto, in tutti i campi, prin-cipalmente nell’ambito dell’aiuto al prossimo,non serve una preparazione specifica né la di-sponibilità di molto tempo: bastano due ore lasettimana per fare quello che è nelle capaci-tà di ciascuno. La vera forza sta nella pluralitàdelle doti e delle esperienze personali, nei va-lori condivisi nella nostra comunità e nell’unici-tà del fine da conseguire.

Buon lavoro e tanti ringraziamenti per la colla-borazione che vorrete accordare a tutte le ini-ziative attuali e future

Auguriamo a tuttiun felice e sereno Natale nella pace del Signore

Il Gruppo Pensionati Le dò Sante e un’Associazionedi Volontariato e gli scopi del nostro stare insiemesono spiegati nel nostro Atto Costitutivo che recita:

L’associazione, che trae il suo essere dal messaggioevangelico e dall’amore gratuito di Gesù Cristomorto e risorto per tutti gli uomini, non perseguescopo di lucro e svolge esclusivamente finalità di:solidarietà sociale, sviluppo della cultura nelle suevarie forme, promozione della persona e sua valo-rizzazione, beneficenza. L’associazione ha comescopo:– promuovere e valorizzare i valori della solidarietà

e della carità facendo sì che le persone riscopra-no la gioia di dire al prossimo “Ti serve una ma-no?” promuovendo il servizio gratuito verso l’altro;

– promuovere e valorizzare le politiche di inter-scambio fra le varie generazioni con particolareattenzione alla cultura della solidarietà, della ca-rità e della gratuità;

– promuovere e valorizzare le politiche familiari intutti i loro aspetti ed in tutte le loro forme;

– promuovere e valorizzare la tutela della vita intutti i suoi aspetti;

– scoprire le povertà del nostro tempo in tutte lesue forme, materiale, spirituale, ontologica e pro-muovere azioni al fine di alleviare queste povertà;

– sensibilizzare, pubblicizzare e promuovere iniziati-ve a qualsiasi livello per prevenire ed eliminare si-tuazioni di isolamento e di emarginazione;

– creare e mantenere vincoli di solidarietà fra gliassociati;

– creare progetti in ordine alle finalità dell’Associa-zione, promuovendo e sviluppando incontri a li-vello ricreativo, turistico, culturale e sociale;

– collaborare con altre Associazioni, Enti pubblici oprivati che abbiano scopi sociali simili od affini.

Pertanto anche la tua partecipazione è molto senti-ta e le tue capacità dimostrate durante il periodo la-vorativo possono essere di tantissimo aiuto alla collet-tività, il volontariato culturale non è meno importan-te del volontariato operativo e le tue conoscenze ele tue capacità devono essere poste al servizio ditutti.

Loredana

Gruppo Pensionati “Le dò Sante”

Una ventata di novitàper il Gruppo Pensionati “Le dò Sante”

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Gruppo Pensionati “Le dò Sante”

mercoledì 31/12 Cenone di fine anno conlotteria

lunedì 4/1/2010 Gita ai presepi

giovedì 14/1 Festa ai novantenni dellaparrocchia

venerdì 15/1 Proiezione viaggi “l’anticoegitto”

sabato 16/1 Musica

sabato 30/1 Musica

venerdì 12/2 Proiezione viaggi “nelMyamar”

sabato 13/2 Festa di carnevale e SanValentino premi alle ma-schere e ballo

sabato 27/2 Musica

mercoledì 10/3 Gita al Sacro Monte diVarese

sabato 13/3 Musica

domenica 31/3 Spiedo di primavera

sabato 10/4 Musica

mercoledì 14/4 Gita a Bergamo (mezzagiornata)

venerdì 16/4 Proiezione viaggi “indiamisteriosa”

sabato 24/4 Musica e ballo

sabato 8/5 Musica

mercoledì 19/5 Gita in Valcamonica

sabato 22/5

sabato 29/5 Ballando sotto le stelle (festa dell’oratorio)

giovedì 3/6ì Santuario di Bovegno

giugno Viaggio in Sicilia

GRUPPO PENSIONATI LE DÒ SANTEGRUPPO PENSIONATI LE DÒ SANTEBrescia, Via Botticelli, 5Brescia, Via Botticelli, 5

Il Gruppo Pensionati ha lo scopo di creare aggregazione per l’assistenza e aiuto allepersone, con attività ricreative e culturali. Se vuoi conoscere e farti conoscere, sei ilbenvenuto

PROGRAMMA ANNO 2009-2010

Per informazioni, prenotazione e pagamento della quota associativa(per l’anno 2010 rimane di € 5,00=) rivolgersi agli incaricati

presso la Sala dell’associazioneTutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 11.00

e Il martedì dalle ore 15,30 alle 17,00.

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO GRUPPO PENSIONATI LE DÒ SANTE

PERCHÈ ISCRIVERSI

l Perché ho ancora molto da offrire, in solidarietà, disponibilità e carità, e vorrei mettermi a disposizio-ne.

l Perché il Gruppo Pensionati mi dà la certezza che non sono solo nel risolvere i miei problemi, ma tro-verò aiuto e comprensione.

l Perché posso conoscere la realtà umana della mia zona e contribuire ad alleviare situazioni di isola-mento e di emarginazione.

l Perché posso trascorrere, in compagnia, momenti di svago, di cultura, di informazione e spiritualità.

l Perché posso confrontarmi con persone della mia età, e più giovani, e stabilire rapporti cordiali.

Inoltre posso ottenere vantaggiosi sconti presso i negozi della mia zona.

GRUPPO PENSIONATI LE DÒ SANTE

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RINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO“Il Signore Gesù,che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare prestola sua Parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre”

Elisabetta Jole Rossini

UNITI NEL MATRIMONIOCRISTIANO

“Vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti? Si, con la grazia di Dio, lo voglio”

Graziano Tarantino & Katia Colopi

Sasa Nicolie & Dorotea Caterina Annunciata

Maria Elena Moltisanti

Martino Zoppini

Cristoforo Motta

Elvira Peroni

Giuditta Gelmini

Antonio Cavalli

Anna Ghidoni

MORTI IN CRISTO GESU’“Io credo: il Signore è risorto e vive, e un giorno anch’io risorgerò con Lui”.

Anagrafe parrocchiale

il c

alen

dar

io

Piante e Fiori

di Casa d’EsteVia Giorgione, 7

Tel. 030 2304185

Centro Comm.le Margherita d’Este

B R E S C I A

FORNITORE UFFICIALE DELLA NOSTRA PARROCCHIA

TABACCHERIA

ALBERTONIVia S. Angela Merici (angolo viale Piave)

Orario continuato 7,15-19,15aperto anche luglio e agosto

lottocartoleria faxfotocopie

DICEMBREMartedì 1 Ore 21.00: Commissione carità

Mercoledì 2 Ore 20.45: Commissione cultura

Giovedì 3 Ore 15.00: Incontro terza etàOre 20.45: Corso per fidanzati

Domenica 6 - II domenica di AvventoOre 20.30: Incontro adolescenti

Lunedì 7 Ore 18.30: Santa Messa

Martedì 8 Solennità Immacolata, messe in orario festivo

Mercoledì 9 Ore 20.45: Incontro giovani

Giovedì 10 Ore 15.00: Incontro terza etàOre 20.45: Corso per fidanzati

Domenica 13 - III domenica di Avvento - S. LuciaOre 18.30: Santa Messa asolescentiOre 20.30: Concerto di Natale. Benedizione e inaugurazione organo

Lunedì 14 Ore 20.45: Catechesi per giovani e adulti

Martedì 15 Ore 20.45: Equipe battesimi

Giovedì 17 Ore 15.00: Scambio auguri terza etàOre 20.45: Corso per fidanzati e Commissione liturgica

Sabato 19 Ore 20.30: Scambio auguri di Natale

Domenica 20 - IV domenica di AvventoOre 15.00: CFR Gruppo Betlemme (1 anno)Ritiro di Avvento adolescenti

Lunedì 21 Ore 20.30: Liturgia penitenzialle

Giovedì 24 - In giornata tempo per la riconciliazioneOre 23.30: Veglia e S. Messa di Mezzanotte

Venerdì 25 - NATALES. Messe in orario festivo

Sabato 26 Ore 08.30: S. MessaOre 18.30: S. Messa prefestiva

Giovedì 31 Ore 18.30: TE DEUM - Capodanno in oratorio

Page 24: NATALE 2009

�Quando sento cantareGloria a Dio e pace sulla Terra,mi domando dove oggi sia resa gloria a Dio e dove ci sia pace sulla Terra. Finche´ la pace sara` una fame insaziata, finche´ non avremo sradicato dalla nostra civilta` la violenza, il Cristo non sara` nato�.

Gandhi