Natale 2009

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numero 3 – anno XXV I AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA “S. SPIRITO - FONDAZIONE MONTELIL PONTE Natale 2009

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M ONTEL P ERSONA A ZIENDA P UBBLICA DI S ERVIZI ALLA “S. S PIRITO - F ONDAZIONE ” numero 3 – anno XXV I

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numero 3 – anno XXV I

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IL PONTE

Natale 2009

Il 5 dicembre inizia ufficialmente la manifestazione “Natale

dell’Anziano” con la proposta di attività che vedono il

coinvolgimento della comunità per tutto il mese.

L’Amministrazione in ricordo e a memoria delle proprie

origini ha dedicato la Cappella della struttura di Via

Marconi a Santa Barbara, protettrice dei lavoratori esposti al

pericolo di morte e anche patrona dei minatori che nel XIV

secolo, con la Società dei Lavoratori delle Miniere, furono i

primi fondatori dell’Ospedale Ricovero S. Spirito. Questa

iniziativa apre il calendario delle proposte il cui elenco trova

spazio in ultima pagina.

Concorso 2009: “La memoria dell’acqua”. Continua anche

durante questo mese la ricerca di ricordi, emozioni ed

esperienze per realizzare la raccolta dei lavori da inviare

entro il mese di gennaio all’UPIPA.

Dal concorso “Memorie de Morosi e Storie de Sposi”,

patrocinato da UPIPA per l’anno 2008, è stato realizzato un

calendario (per l’anno 2010) che raccoglie e illustra, mese

dopo mese, tutti i lavori presentati dalle diverse RSA. Il

calendario sarà esposto in ogni nucleo.

Il Comitato Editoriale ringrazia tutti coloro

che hanno collaborato, nel corso dell’anno,

alla realizzazione del periodico.

A tutti porgiamo i più fervidi auguri per queste festività

Sommario

La casa informa

Società dominata dagli anziani 3

Benvenuto Lapo ... 4

Pensieri, riflessioni, racconti, ….

Nel ricordo della festa di S. Barbara 7

Il segreto di Santa Lucia 8

Santa Lucia 10

La bambolina misteriosa 10

A chi che ne vol ben 11

Il “Gruppo Amicizia” ... 12

El presepi 13

Storia & storie

Signora Elena 14

Lettera a Gisella 15

Le nostre Ricette

Biscotti con le mele 16

Gulaschsuppe 17

Concorso

Acqua 18

Rime sull’acqua 18

Gli eventi … dell’autunno 19

Ricordi di scuola

L’aeroplano 20

Gruppo lettura

da “Il Piccolo principe” 21

Le associazioni

Dalle CRI 25

Passi nel tempo 26

Estate di San Martino 6

EDITORIALE di Bolgia Cristina e Brol Silvano

Pagina 2 IL PONTE

GRAZIE SILVANOGRAZIE SILVANO

I dipendenti dell’Azienda colgono l’occasione

de “Il Ponte” natalizio per salutare e ringraziare il

collega Silvano che al 31 dicembre terminerà il

servizio per la meritata pensione.

Auguriamo oltre al consueto “Buone Feste”

l’inizio di un nuovo periodo di serenità ricco di

soddisfazione personale e gioia.

La Casa informa

NATALE 2009

Quali interventi di cure, di assistenza, che tipo di strategie di welfare, come investire ri-sorse certo non esaltanti nei servizi valoriz-zando strutture, personale, potenzialità delle famiglie e dell’anziano stesso? Sono gli inter-rogativi “epocali” che permeano la galassia degli “over”. Ma le risposte cambiano conti-nuamente, si aggiornano, evolvono: perché è come se il ritratto della Terza Età fosse pe-rennemente ritoccato e si arricchisse di nuo-ve figure, tonalità, colori. Dunque, anzitutto, occorre “conoscere”, essere al passo con la realtà. L’Unione europea, attraverso il “Rapporto 2009 sull’Invecchiamento”, sembra avere le idee chiare: la struttura della popolazione di-venterà dominata dagli anziani anziché dai giovani. La popolazione al 2060 sarà poco di più, ma molto più vecchia. Passerà dai 495,4 milioni del 2008 a 520,1 del 2035, con un au-mento del 5%, riducendosi poi a 505,7 milio-ni. Oggi metà della popolazione ha più di 40 anni: nel 2060 la metà sarà over 48. Il nume-ro di anziani ultra-sessantacinquenni già ha sorpassato la fascia under 15 nel 2008, ma con quantità molto vicine. Nel 2060 invece raddoppierà rispetto ai gio-vani. Dunque, partecipare alla vita attiva in età a-vanzata è una realtà che sempre più porrà nuove sfide alla società ed in particolare al sistema socio-sanitario. L’APSP S. Spirito da parte sua intende svol-gere a pieno il suo servizio offrendo alla po-polazione una gamma di servizi diversificata in grado di rispondere al meglio alle esigenze

e ai bisogni degli anziani e non. A fianco del-la RSA (struttura residenziale per non auto-sufficiente), in questo ultimo anno sono stati autorizzati ed accreditati dalla PAT altri servi-zi importanti quali il servizio riabilitativo ed il servizio odontoiatrico per soggetti esterni. Nel corso del primo semestre 2010 diverrà finalmente realtà la cittadella dell’anziano con l’apertura della struttura per servizi generali collegata con dei sottopassi pedonali alle due strutture residenziali di via Pive e di via Mar-coni razionalizzando l’organizzazione interna e migliorando così la qualità dei servizi. L’apertura di un centro prelievi, l’attivazione di alcuni posti letto tipo Hospice (per malati terminali e cure palliative) la gestione dei ser-vizi socio-assistenziali territoriali (ADI, pasti a domicilio,…), sono alcune delle proposte che sono state presentate all’Assessorato Provin-ciale alla Salute e alle Politiche sociali per concretizzare l’aziendalizzazione ormai già attiva dal 2008 e addivenire così ad un polo socio-sanitario di eccellenza dove concentra-re tutta l’offerta dei servizi al cittadino. Il 2010 sarà quindi un anno di grandi trasfor-mazioni che necessiterà della collaborazione di tutti, personale dipendente, Ospiti e fami-liari, volontari e amministratori. Certi che tali sforzi porteranno comunque a dei migliora-menti nella qualità dei servi-zi, colgo l’occasione per por-gere a TUTTI i migliori augu-ri di

BUON NATALEBUON NATALE ED UN ED UN

FELICE E SERENO 2010FELICE E SERENO 2010..

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SOCIETA’ DOMINATA DAGLI ANZIANI di Giovanni dott. Bertoldi

Benvenuto Lapo …. di Enzo Vezzoli (Resp. attività di pet-therapy)

UN NUOVO COLLABORATORE PER LA NUOVA ATTIVITÀ CON GLI OSPITI

CHE SOFFRONO DI ALZHEIMER

Ad arricchire il gruppo di cani già esistenti ed operativi presso la nostra RSA è arrivato Lapo: un cane di razza Cavalier King, di piccola taglia, particolarmente indicato per le sue doti psicofisiche, ad essere addestrato per lavorare con persone allettate e con problemi di Alzheimer.

Non è un cane che dispensa miracoli con il suo comportamento, ma senza dubbio ha già dimostrato, pur avendo solo sei mesi, di essere un valido supporto con le persone con i problemi sopraccitati. In altri paesi europei si sono ottenuti ottimi risultati in questo settore e noi stiamo seguendo alcune linee guida. Indubbiamente, e ce lo aspettavamo, Lapo ha destato un grande interesse e simpatia, non poteva essere diversamente. Diciamo comunque che Lapo in un certo senso ha trovato la strada appianata: Cuba, Macchio, Ariel e Sally hanno lavorato per qualche anno producendo risultati estremamente significativi, anche nell'attività di fisioterapia. L'associazione Eurodogs, in occasione del suo decennale, ha ritenuto opportuno investire nell'acquisto di questi soggetti (un altro arriverà prossimamente) non facili da reperire sul mercato nazionale e dai costi impegnativi. Investimento teso a contribuire a dare una risposta al pressante problema dell'Alzheimer, dei sempre più numerosi ospiti allettati e per anziani bisognosi di forti e adeguati stimoli. Devo dire con grande interesse e piacere che quasi tutto il personale presente nella Casa è rimasto, direi senza esagerare, impressionato dalla presenza e dal lavoro che Lapo sta facendo. L'attività di pet-therapy bisogna viverla in tutti i dettagli se si vuole apprezzarne i non pochi benefici; diversamente tutto può decadere in una semplice passeggiata con un Cane. Lapo sta contribuendo a rinforzare fra tutti gli operatori delle due Case quel clima di

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simpatia e di affetto e a portare avanti il tanto ambito progetto del miglioramento della “qualità della vita” con i tecnici Matteo Quinto, Clara Carlin, Germana Bertotti, Andrea Zuccatti coordinati da Enzo Vezzoli. I dati scrupolosamente realizzati fanno emergere alcuni elementi importanti: la qualità e il numero di presenze degli ospiti all'attività, l'avvicinamento di nuovi ospiti, ma soprattutto cosa sta rappresentando la pet-therapy alla Santo Spirito per gli anziani. Molto ci sarebbe da dire, ma meglio di tutto, ed è un invito che rivolgo, è continuare ad osservare quello che facciamo, continuare a CHIEDERE “come vanno le cose con i CANI e mia mamma, mia sorella...” La Direzione sta professionalizzando del personale per la gestione del nuovo reparto Alzheimer, noi auspichiamo di poter contribuire con la nostra esperienza e professionalità alla vita di questo nucleo estremamente importante. Non è opportunismo affermare che grazie al crescente interesse della Direzione della S. Spirito la pet-therapy in regione sta continuando concretamente ad essere un punto di riferimento, di disponibilità e, per chi lo vuole, di confronto. Non è mia intenzione fare polemiche, ma spesse volte ci si preoccupa di realizzare strumenti di comunicazione roboanti e pochissimi inviti a un confronto sul campo e sui risultati concretamente conseguiti. Al S. Spirito di Pergine si realizzano periodicamente momenti di aggiornamento per gli operatori di pet-therapy e si è disponibili a organizzare visite nei momenti in cui si svolge l'attività. Attenzione: un conto è svolgere attività assistita con gli animali, altro è terapia assistita con animali. Siamo tutti convinti e lo speriamo che Lapo continui ad apprendere e a dare quel tanto che ci sta dando, anche se piccolo, e che la collaborazione di TUTTI sia uno stimolo e un conforto nel continuare sull'unica strada percorribile che è quella della professionalità .

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Pensieri, riflessioni, racconti, ...

ESTATE DI SAN MARTINO - Istadela de San Martin di Emma Valcanover

Mentre mi muovo nei vani della Casa di Riposo S. Spirito, poso i piedi della mia fantasia, su ciò che era in passato remoto, l’amata planimetria che sta sotto i miei nostalgici passi. Un prato con alberi da frutto: i maestosi ciliegi, e, umile, il nespolo confuso con i prugni, meli, peri, viti e pergole. I campetti di verze e patate, con protezione di alte piante di fagioli, affinché la mucca non tentasse di banchettare nel verde proibito; poi, il vero orto, ben cintato da reti metalliche, invidiato per le verdure speciali, per quel tempo, dove io – golosa – andavo a rubacchiare i pomodorini, le carote, le grosse fragole. In tal fine il giardino, tutto in cerchio attorno al grande castagno; in un’accorta simmetria le aiuole, dove trionfano i gigli, il gladiolo, le dalie, le zinnie e le rose. Per ogni stagione un’idea nuova: in autunno i crisantemi in piena fioritura, portavano impressa la passione del papà che li coltivava apposta per ornare le tombe nelle Feste dei Santi. C’era da innamorarsi a guardare l’edera rampicante sulle mura di cinta che davano all’ambiente un aspetto claustrale, la magnifica serra, dove tra i tanti fiori risultavano le camelie, le azalee, le fresie, i limoni, gli aranci, e nella zona d’ombra le piante esotiche; tutto un grazioso insieme che ricordava le Riviere d’Italia ed anche estere, come ci raccontava la padrona Signora Luisa Montel. Tutto ciò non era così quel giorno di San Martino del 1927, quando arrivai, aiutando papà a tirare il carretto carico di utensili e masserizie varie. L’emozione quasi mi paralizzava nell’entrare dal portone di servizio, calpestando il fogliame del noce che stava a ridosso dello stabile fungente fienile e stalla. Mi ritrovai in mezzo agli abeti che poi durante gli anni son diventati giganti. Alto lo sguardo, quel mattino posai gli occhi sul campanile che trovai immediatamente così familiare! Non ero mai stata a Pergine, anche se avevo già sei anni e Santa Caterina non è poi tanto distante. Guardandomi intorno, scoprii che tutto era incolto, trasandato. Ci vollero le mani esperte del papà, improvvisato, mezzadro e giardiniere appassionato per rendere tutto meraviglioso! Ci volle l’amore vero dei miei genitori per fronteggiare la precarietà; i sacrifici furono molteplici; sembravano insuperabili in quel tempo di grave crisi… Vinse la ferrea volontà. Fiancheggiava Via delle Pive, lungo l’alto muro, un viale di noccioli e carpini, un’ombrosa galleria fatta ad arte, dove fiorivano spesse le dicentre dette “Cuor di Maria” oppure nel nostro dialetto “Scarpette della Madonna”, mughetti a volontà, e Sigilli di Salomone; un fiore che cresce nei boschi ma che per me erano una vera novità: tutte quelle campanule bianco-verdine rampicanti sul lungo gambo: sotto ogni bella foglia un fiore. Quel fatidico giorno, il ticchettio delle nocciole che cadevano sul viale mi sembrò un qualcosa di magico! Tutto il fogliame rosseggiante! Quanti ricordi, quanti!… Ma quel giorno di San Martino, l’undici novembre del 1927, camminando a fianco dell’amata zia Clementina, mentre i miei genitori si apprestavano a sistemare le povere cose nell’alloggio altrettanto disagevole, e ad accudire alle mie sorelline, colsi una grande foglia di edera…”ah, cominciamo bene – disse la zia – non si può riattaccare”… e mi mollò una sberla sulla mano così sonora che ancora ricordo. … Ma la commozione più profonda di quel giorno, fu quando, nel bel mezzo della superba Marzola tramontava il sole e spandeva gli ultimi raggi nel cielo a colori, abbagliata, posai gli occhi e terra e vidi, dietro un sasso, una bellissima viola mammola sbocciata quel giorno tra le verdi folte foglie; mi sembrò che volesse salutarmi, darmi umilmente la “benvenuta”!

Tratto da “L’Eco della Casa di Riposo” - Natale 1997

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Nel ricordo delle festa di S. BARBARA del 2008 di Fulvio Maiello

Nella luce ovattata

di una piccola cappella

un frate celebra la messa

sotto l’effigia di Santa Barbara.

C’è una strana dolcezza nell’aria

e tante piccole teste canute

indebolite e tremolanti

come s’addice a una casa di riposo.

Capelli lucidi e puliti

che s’avvolgono in soffici spire

e nascondono tanti pensieri

rivolti al passato.

Vorrei conoscere questi pensieri

gioire e piangere con loro

ma so che non si può

e allora non resta che attendere il mio turno.

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IL SEGRETO DI SANTA LUCIA di Leone Chilovi

Uno degli inverni più freddi e crudi è stato sicuramente quello del 1935/36. La neve è caduta

abbondantemente più volte. Nelle poche giornate serene si alzava spesso un vento gelido. Ad

ogni alito di vento si udiva il fruscio tra le fronde dei pini nel bosco vicino. Erano anni di povertà

ed indigenza generale. Le famiglie che consumavano il pane al posto della polenta erano

considerate benestanti. La mancanza di giornali, di televisione (non ancora attivata) e di tutti i

mass media odierni, rendeva i ragazzi ingenui a tal punto che a dodici anni si potevano

paragonare a coloro che oggi ne hanno sei e forse meno.

Era in atto la guerra d’Etiopia. Mussolini quando aveva ordinato le grandi manovre in Val di

Non, già pensava all’aggressione dell’Etiopia. Il 5 dicembre 1934 a Ual Ual, centro dell’Etiopia

al confine con la Somalia, ebbe luogo un piccolo scontro fra truppe etiopi ed il presidio Italiano,

che aveva occupato la zona posta tra Etiopia e Somalia italiana. L’incidente fu preso a pretesto

(un anno dopo!) da Mussolini per intraprendere la guerra di conquista dell’Etiopia. Un intervento

moralmente spregevole in quanto aggrediva una popolazione innocente e quasi completamente

disarmata. Ma a noi, scolari della prima elementare, interessava assai poco. Nella nostra

memoria l’impero fu conquistato a suon di bandierine, che la maestra spillava sulla carta

geografica come fossero farfalle da collezione.

Nelle varie regioni d’Italia le “feste dei doni” si celebravano in date diverse. In alcune vi era San

Nicolò, in altre Gesù Bambino (el Bambinel) che una strana metamorfosi ha poi tramutato in

Babbo Natale, in altre infine la Befana. Da noi invece si festeggiava unicamente Santa Lucia.

Era questa la giornata del giocattolo e dei doni tanto attesa. Sfortunatamente quell’anno nella

mia famiglia ci furono delle gravi traversie.

A Taio dove sono nato e dove ho trascorso la mia fanciullezza, mio padre aveva una fabbrica di

manici da frusta che spediva all’estero, principalmente in Svizzera. Una spedizione a Oberbipp

(Berna) alla P.BURKI-OBI Seilerwaren Fabrik non andò a buon fine. Mio fratello di cinque anni

venne colpito da tifo addominale. A quei tempi non esisteva la terapia antibiotica, soprattutto

per le complicazioni, vale a dire le emorragie intestinali che erano la causa di morte. Noi

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bambini non ci rendevamo conto della gravità della situazione e attendevamo euforici l’arrivo di

Santa Lucia. Il 12 dicembre mio fratello si aggravò. Alla mamma che chiedeva notizie, il dottore,

lasciandosi cadere le braccia disse sconsolato: “Signora purtroppo a questo punto non posso

più fare nulla!”.

Intanto, al di la della valle, a Campo Tassullo, continuava lo scampanio per la sagra. Gli allegri

suoni si spandevano nell’aria pungente della sera. L’attesa dei bambini era elettrizzante per

conoscere quali sarebbero stati i doni che la Santa avrebbe lasciato nel piatto. Il dono più

diffuso, che era anche il meno costoso, era una palla a spicchi colorati. Raramente, ma anche

allora i figli dei benestanti ricevevano il meccano o il monopattino. Per noi poveri una trombetta

di legno, matite colorate, quaderni, qualche mandarino, nocciole, datteri, ghiottonerie

inconsuete ma accolte con gioia immensa. Nelle case dei poveri bastava, come sempre, poco

per creare abbondanza. I bambini erano felici ed ancor più i genitori che rivivevano

nell’innocenza dei figli i ricordi più cari della loro infanzia.

Con mia sorella Letizia, preparammo sul

davanzale un vassoio colmo di crusca (per

l’asinello della Santa) rigorosamente diviso in due

parti. Al mattino presto ci precipitammo al

balcone, ma la delusione fu grande. Il vassoio era

coperto da dieci centimetri di neve caduta durante

la notte. Corsi da mia mamma per chiedere

spiegazioni. La mamma – con espressione che

più materna di così non poteva essere – mi disse:

“Sai il tuo fratellino è ammalato grave e se guarirà

sarà il più bel dono che Santa Lucia potrà farci!” Io

abbassai gli occhi lucidi pensando cosa mai

avesse impedito alla Santa di lasciare i doni. E la mamma dopo un lungo sospiro disse: “Se la

mamma non ci mette restan vuote le scarpette”, e adesso la mamma non può provvedere,

perché ha una preoccupazione troppo grande.

Nel focolare scoppiettavano tizzoni di legna, in lontananza, attraverso la finestra, si scorgevano

gli alberi bianchi di neve, le strade erano livellate da candido manto. Questo è stato un giorno

tanto triste per me che è rimasto impresso a lungo nella mia memoria: “Mi era stato svelato il

segreto di Santa Lucia!”.

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Santa Lucia che bel che bel Meteme fora mama el piatel

Metemelo en fora de pù che podè Finchè la poda tocar col dé

Meteghe zo tanta sal en del piatel Che presto pasa l’asenel col campanel

Gh’ è fora tuti i mateloti Quanti che basta

Fregarghe el nas su en dena lasta E anca i mateloti

I ga en mente i cavaloti

SANTA LUCIA di Giuseppina Lazzeri

LA BAMBOLINA MISTERIOSA di Valcanover Rosa (Centro Diurno)

In passato, quando ancora ero bambina ed andavo alla scuola elementare, si era più

poveri di adesso, i soldi infatti scarseggiavano. Per S. Lucia ricevevo, accanto ad uva e

mele (tenute appositamente da parte al fresco in cantina per quel giorno), una

bambolina vestita con abitino, berretto e calzette. Dopo averla ricevuta, come

improvvisamente era apparsa tra le mie mani, così altrettanto velocemente essa

spariva.

Negli anni successivi, per S. Lucia, assieme alla frutta di stagione ed a qualche fazzoletto di raso, ricevevo una bambola. Ci giocavo per un mese e poi come di consueto si volatilizzava. Solo dopo molti anni, ormai adulta, capii che ricevevo in regalo sempre la medesima bambola, solamente che la mamma, prima di esibirmela, le cambiava ogni volta il vestitino.

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A CHI CHE NE VOL BEN dalle Ospiti del 1° piano di Via Pive con Francesca e Cristina

Sen chi che pensan,

come fen ogni an,

de trovar la maniera,

che sia la pù sinzera,

per farve i auguri

de Bon Nadal e Bon An.

Con l’ocasion ve ringrazian

Pper el ben che ne fè tut l’an;

con la vossa compagnia

passan le ore en alegria.

Tanta salute volen augurarve

e sperando de no stufarve,

questo volen racomandarve:

“vegnì quando podè,

che contente ne fè”.

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Il “Gruppo amicizia” del IV° piano di via Pive è in presepe di Gabriella Bonvecchio Beber

Sul presepio di questo nuovo Natale ci sono due Marie, esili donne dai bianchi capelli, dalla voce fine dal dolce sorriso; Giuseppe è un uomo grande, robusto, ma soprattutto sempre felice per come gli va la vita. La grande sala, in cui ci troviamo ogni lunedì mattina, ci fa da capanna e fuori dai finestroni non vediamo palme e cammelli della Terra Santa, ma meli, vigne, betulle e pini, strade frequentate da automobili che vanno a Serso, Zivignago, Pinè, in Valle dei Mocheni; i lucidi caloriferi ci scaldano tutti meglio del fiato del bue e dell’asinello.

Ci sono tanti pastori e pastore seduti nelle sedie o accomodati in carrozzina: Casimiro, alto, magro, con la testa pelata alla moda, uomo gentile e cordiale; Emilia 1, magrolina e dolce che ci guarda da oltre le lenti dei suoi grandi occhiali; Emma che ricorda e riconosce tanti argomenti e tante situazioni; Viola che con occhi socchiusi e respiro leggero ascolta in silenzio; Caterina, custode delle memorie della famiglia reale d’Italia; Livia 1che ci racconta dell’osteria dei sui genitori; Gemma che ci insegna il vivere fra semina e raccolto; Livia 2 che ci parla con nostalgia di quando allevava i conigli da vendere alle sette macellerie; Giovanna che ci aiuta a distinguere una stoffa di cotone da una di lana; Margherita che sorride contenta quando si parla della sua frazione;

Pagina 12 IL PONTE

Emilia 2 è felice, anche se non lo da a vedere, quando può raccontare del suo lavoro; la piccola Mavi che fa concorrenza al Bambinello, quando sonnecchiante, lascia cadere il suo “pelusc”; Daniela e Fernanda sembrano stare nel castello di Erode, in attesa dei tre re magi (Bruno, Mario, Armando) che dal II piano vengono da noi al IV tutto l’anno. Con Gabriella siamo sul nostro presepio, parliamo e cantiamo come gli angioletti in attesa della nascita del Santo Bambino. Anche quest’anno, 2009, quando verrà, nella notte santa, potremo dire: “C’eravamo anche noi .

EL PRESEPI di Lidia Roat Tecilla

El presepi che feven su alora ensema a nosa mama, mi me l’ricordo ancora. Tre o quatro pegorote, ma l’era fagotti de bàta, con le gambote de legn, quatro sofranèi. Do scorze de laress per casòta, dent, l’asenel el bò; Giusepe, Maria e lì davanti ardeva nà candelota… En mezz el Bambinel su n’ten pugnat de fen. No l’era en gran chè l’era pitost brut, ma per noi mateloti el dì de Nadal, l’era tutt!

Natale 1987

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Storia & storie

SIGNORA ELENA di Elena Francio

Mi trovavo a Forte dei Marmi e un giorno sono salita su un autobus per andare a Firenze, a visitare la città. Ma, appena scesa in Piazza della Signoria, alla vista di quei monumenti, mi sono detta “Da quì non me ne vado più via”. Mi sono recata in Via del Corso ed ho impegnato una camera per dormire. Caso volle che in quella stessa via, ci fosse anche un’agenzia di Collocamento, nella quale sono entrata. E così ho trovato lavoro presso una famiglia di “grandi signori americani”, che erano

venuti a Firenze e lì avevano acquistato una grande villa. Avevano una bambina dell’età di 8-10 anni; non voleva più stare con le istitutrici e così sono stata assunta io. Avevamo un buon rapporto: dormivo con lei, la portavo ai concerti, al bar a mangiare il gelato e l’accompagnavo a scuola di danza. È diventata una grande ballerina. Durante la guerra i Signori sono tornati in America, ma subito dopo lei è tornata a Firenze per ballare in un grande teatro. Si chiamava Raimonda Orselli. Lì ha conosciuto il Signor Buitoni, l’ha sposato ed insieme hanno vissuto nella città di Perugia. Io da allora sono andata per conto mio, ho fatto altro. Dopo molti anni sono tornata a Caldonazzo: era estate. Sul giornale “L’Europeo” ho letto “E’ morta Raimonda Orselli, il funerale è a Perugia, chiesa di S. STEFANO.” Era troppo lontano Caldonazzo da Perugia, non sono proprio potuta andare. La bambina ha voluto che io vedessi; infatti, avevo preso quel giornale, l’avevo comprato solo quella mattina, per la prima volta e l’articolo per giunta era all’interno.

Pagina 14 IL PONTE

Cara Gisella,

è trascorso poco più di un mese e ci manchi moltissimo. Con te, in questi

anni di intima convivenza, è nato un profondo sodalizio.

Tu, e permettici questo “TU” che è mancato solo nella forma, sei stata e

sarai sempre la nostra guida. Non passa giorno che non si parli di te, che

non si ricordi quanto ci hai insegnato con il tuo limpido esempio,

intelligente maestra di vita.

Sempre pronta a ribellarti con forza alle ingiustizie, a chiedere rispetto e

comprensione di chi soffre.

Osservatrice attenta, di animo sensibile; amante dei bambini, degli

animali, del bello, della natura. Fin dal risveglio mattutino, il tuo

commosso osservare un’alba splendente, un albero, un fiore, un uccelletto

affacciato alla finestra, ci faceva partecipi della tua gioia.

Ancora pochi giorni prima che ci lasciassi, alla sera, osservavi a lungo i bei

tramonti esclamando la tua più entusiastica frase: “Che bello! Che cosa ci

dona il Signoriddio !”

I “TUOI COMPI” ritornavano come un ritornello nei tuoi ricordi. Al tuo

accorato racconto sembrava di vederli, i COMPI: - “Si sale a destra, a

sinistra e su e su…” - segnavi con la mano.

Rifiutavi la violenza, l’ingiustizia, la disonestà e non mancavi mai di

esprimere il tuo saggio giudizio. Eri argutamente spiritosa; con i Dottor

Clown, per esempio, eri tu a “tenere banco”, loro si divertivano con te!

Sei una donna speciale, cara Gisella, e siamo certe che il Signoriddio ti ha

riservato un posto speciale.

Grazie di essere stata con noi, ti avremo sempre nel nostro cuore.

Le tue amiche del 4° piano.

Pergine, 3 Novembre 2009

LETTERA A GISELLA di Viola, Erina, Gemma, Ines e Maria

Pagina 15 NATALE 2009

Le nostre ricette

Ingredienti: 500 gr. farina assieme ad una dose di lievito 150 gr. Burro 160 gr. Zucchero il succo di un limone 2 uova frullate con un decilitro di latte. Lavorare la pasta fino che sia bella liscia Preparazione: Si tira la sfoglia ½ cm. , si taglia a tondelli di circa 8 cm.

Sbucciare alcune mele tagliate fine fine, aggiungere 50 gr. uva passa con alcuni

cucchiai di zucchero.

Si mette un po’ di ripieno sopra ogni

tondello, si copre con un altro tondello, si

chiudono bene, pennellarli con del rosso

d’uovo.

Cuocere in forno caldo a 180 gradi per ¾

d’ora.

BISCOTTI CON LE MELEBISCOTTI CON LE MELE Tabarelli PierinaTabarelli Pierina

Pagina 16 IL PONTE

Ingredienti per 4 persone: 200 g. di CARNE DI VITELLO (spalla) tagliata a pezzetti piccoli 100 g. di CIPOLLA 150 g. di PATATE (pelate e tagliate a pezzi piccoli) OLIO 1 cucchiaio di PASSATA DI POMODORO 100 ml. di VINO ROSSO 1 ½ l. di BRODO DI CARNE 2 cucchiai di FARINA 10 g. PAPRICA DOLCE 1 foglia di ALLORO - 1 spicchio d'AGLIO CUMINO - MAJORANA (a piacere) SALE e PEPE

Preparazione: Rosolare la cipolla e l'aglio, aggiungere la

carne, la passata di pomodoro e bagnare

con il vino rosso.

Lasciare sul fuoco finché non c'è più liquido,

poi mettere farina, paprica, sale, pepe,

spezie e infine il brodo di carne.

Far andare a fuoco lento per circa 1 ora, poi

aggiungere i pezzetti di patate.

A piacere mettere la foglia di alloro, cumino

e majorana.

GULASCHSUPPEGULASCHSUPPE BrigitteBrigitte

Chi fosse interessato ad avere copia del libretto può rivolgersi a Cristina

(animatrice del 1° piano)

Pagina 17 NATALE 2009

Concorso

Acqua de sorgente, fresca e pura

te salti fra i sassi, te parli con i fiori;

acqua ciàra e viva, te ristori

la tèra, le piante, te calmi l’arsura…

Acqua che passa, che no se pòl fermar;

che core per rivi, fiumi, laghi.

Acqua, come la vita

la và per sempre…la torna al mar!

ACQUA di Lidia Roat Tecilla

Tratto da “RIME SULL’ACQUA” di Carla Baitella

Sei bella fontana di luce

e bella sei pure

al mattino

se l’astro divino

ti dona il suo raggio!

Pagina 18 IL PONTE

Gli eventi … dell’autunno

PROGETTO “L’ORTO IN TERRAZZA” Si è conclusa positivamente l’attività dell’”Orto in Terrazza” con l’interesse e attenzione continua delle Ospiti partecipanti. Sono stati raccolti verdure e frutta e con piacere consumati. L’iniziativa promossa è stata possibile grazie al continuo impegno del volontario Silvano Dellai al quale va il nostro GRAZIE!

FESTA DEI NONNI Il 2 ottobre, grazie alla collaborazione degli Istituti Comprensivi di Pergine 1 e Pergine 2, presso la struttura di Via Marconi si è celebrata la Festa nazionale dei Nonni. Nel pomeriggio nella struttura di Via Pive si è festeggiato l’evento con la presenza di nipoti e pronipoti degli Ospiti.

10° TORNEO DELL’AMICIZIA

A Borgo Valsugana, nel mese di ottobre la R.S.A. S.Spirito ha partecipato con un gruppo di Ospiti al 10° Torneo dell'Amicizia", organizzato dal Club Bocciofili e riservato alle Case di Riposo. Le numerose Case iscritte al Torneo hanno testimoniato l'importanza ed il gradimento della manifestazione. Alla cerimonia della premiazione assieme ai vincitori, hanno festeggiato anche i nostri giocatori.

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Ricordi di scuola …

L’AEROPLANO da Anna Sartori (via Marconi)

Senti lassù che ronza, passa l’aeroplano forse vien da Torino, forse vien da Milano, pare una navicella pare una colombella chi potè trovare… l’ali per volare… sopra i monti e sopra il mar!

Non si sa più che dire non si sa più che fare, il mondo è una baracca sta per precipitare, lassù in aeroplano, vorrei volar lontano fuori dalla terra dove non c’è guerra dove è solo gioia e amor!

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In quel momento apparve la volpe. "Buon giorno", disse la volpe. "Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno. "Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…." "Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…" "Sono la volpe", disse la volpe. " Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata". "Ah! scusa ", fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: " Che cosa vuol dire addomesticare?" " Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?" " Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. " Che cosa vuol dire addomesticare?"

" Gli uomini" disse la volpe" hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?" "No", disse il piccolo principe. " Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?" " E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…" " Creare dei legami?" " Certo", disse la volpe. " Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo." " Comincio a capire", disse il piccolo principe. " C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…" "E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…" "Oh! Non è sulla terra", disse il piccolo principe. La volpe sembrò perplessa: " Su un altro pianeta?" " Sì" " Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?" " No"

Gruppo lettura

da IL PICCOLO PRINCIPE di Antoine de Saint-Exupery

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" Questo mi interessa! E delle galline?" " No" " Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe. Ma la volpe ritornò alla sua idea: " La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita, sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…" La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe: " Per favore …..addomesticami", disse. " Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose". " Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" " Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe. " Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. " In principio tu ti siederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…." Il piccolo principe ritornò l'indomani. " Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. " Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti". " Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe. " Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. " E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza". Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina: "Ah!" disse la volpe, "…Piangerò". " La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti

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addomesticassi…" " E' vero", disse la volpe. " Ma piangerai!" disse il piccolo principe. " E' certo", disse la volpe. " Ma allora che ci guadagni?" " Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano". soggiunse: " Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo". "Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto". Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose. "Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse. " Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo". E le rose erano a disagio. " Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiato. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa" E ritornò dalla volpe. " Addio", disse. "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi". " L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo. " E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante". "E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo. " Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…" " Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo.

"Ecco il mio segreto. E' molto semplice:

non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi"

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Le associazioni

Grazie di Cuore Il giorno 15 ottobre 2009, come già da alcuni anni, si è svolta la Festa dei Volontari. Dopo la S. Messa celebrata da Padre Rinaldo nella Cappella di Via Pive, si è saliti al 1° piano in sala polivalente per la cena. Per l’occasione, noi operatori e ospiti di Via Marconi abbiamo pensato di realizzare qualche cosa che fosse semplice da eseguire, ma ricco di significato. Ci è venuta così l’idea di realizzare dei cuoricini di varie dimensioni per addobbare le tavole. Il cuore è stata una scelta che tutti abbiamo condiviso. Sono stati preparati degli stampi di varie dimensioni e ci siamo messi all’opera. Sul cuore più grande, è stato poi scritto un “GRAZIE” che sta a significare un GRAZIE di cuore che tutti noi ospiti ed operatori, rivolgiamo ai voi cari Volontari, che ogni giorno dedicate il vostro tempo e ci portate il sorriso.

Grazie di cuore da parte di tutti noi!

Con affetto Ospiti e operatori di V. Marconi

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Dalle CRI

Velocemente si avvicina la fine di questo 2009 che per noi VdS CRI di Pergine è stato pieno di attività, corsi e interventi. Alcuni di noi hanno prestato la loro opera nella tendopoli di Paganica in Abruzzo assistendo la popolazione duramente colpita dal terremoto. Da poco abbiamo festeggiato il 30° anno di esistenza del nostro gruppo con una fiaccolata per il centro storico ed una esercitazione seguita con attenzione dagli abitanti. Il prossimo anno sarà di cambiamento in quanto la CRI del Trentino (unica in Italia) darà vita al progetto di unificazione delle sue componenti, cosa che ci darà maggior possibilità di impegnarci in varie aree a favore della popolazione. Un nuovo modo di essere vicini con il cuore agli ospiti della APSP S. Spirito sarà quello di sostituire la Festa della Befana con una domenica loro dedicata in occasione della Giornata Mondiale del Malato in calendario l' 14 Febbraio. Seguiremo la S. Messa e poi ci faremo compagnia in allegria. In attesa di tutto questo, a nome di tutti i VdS CRI attivi all' interno della Casa auguro a ospiti, famigliari, dirigenti ed operatori tutti un Buon Natale e un sereno 2010 in salute e armonia.

Donatella

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PASSI NEL TEMPO di Sandra e Silvano

Trent’anni fa la Casa era strutturata in modo diverso, al piano terra oltre alla cucina e al guardaroba lavanderia trovava spazio anche la fisioterapia, mentre i reparti di assistenza erano al primo, secondo e terzo piano.

L’entrata era situata al primo piano e vi si accedeva percorrendo un vialetto delimitato da piante sempreverdi. Al primo piano erano ospitate donne autosufficienti, al secondo piano ospiti maschi per la maggior parte autosufficienti e al terzo piano ospiti maschi e femmine non autosufficienti. L’ambulatorio medico era unico e collocato al terzo piano con una sola infermiera. La suora presente in ogni reparto aveva in gestione oltre all’assistenza sanitaria il coordinamento del personale, la cura degli ambienti e i contatti con gli ospiti e i loro famigliari. Il personale si occupava prevalentemente delle pulizie di tutti gli ambienti e dell’assistenza agli ospiti.

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Gli ospiti in carrozzina, allettati, confusi o disorientati erano pochissimi, gli altri entravano in Casa di Riposo per uno stato di solitudine o indigenza. Alcuni di loro collaboravano con i servizi di cucina e guardaroba o nella manutenzione degli spazi esterni come sfalcio dell’erba e potatura delle piante. Per gli ospiti che entravano in Casa di Riposo era importante la sicurezza di poter avere pasti regolari e un ambiente pulito e caldo dove trascorrere gli anni. La rete famigliare era quasi completamente assente, gli ospiti facevano riferimento alla suora del piano per tutte le loro necessità. Nel corso di questi ultimi anni si è avuto un radicale cambiamento a livello strutturale, organizzativo e amministrativo tutt’ora in corso. Rivolgiamo, attraverso questo breve sguardo al passato, a tutti i più sinceri auguri di LIETE FESTE.

… E a breve lascio l’incarico

Da molto tempo mi occupo del Servizio

Animazione e a breve lascio l’incarico. A tutte le

persone che a vario titolo hanno frequentato, operato, vissuto

nella Casa di Riposo S. Spirito, un sentito augurio di Buone

Feste ed un ringraziamento per la vicinanza, l’affetto ed il

sostegno dimostratimi in tutti questi anni.

Silvano Brol

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COMITATO EDITORIALECOMITATO EDITORIALE: Cristina Bolgia, Silvano Brol, Sandra Moser e Andrea Zuccatti

CURA REDAZIONALE E IMPOSTAZIONE GRAFICA: Cristina Bolgia e Silvano Brol

STAMPA: Publistampa di Casagrande S. e C. s.n.c.

SI RINGRAZIANO TUTTI COLORO CHE HANNO DATO IL LORO APPORTO PER LA REALIZZAZIONE DEL PERIODICO

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sabato 5 dicembre ore 11.00 - SANTA BARBARA (Sagra patronale struttura di Via Marconi) S. Messa nella cappella della sede di via Marconi

lunedì 7 dicembre

ore 17.00 - “CREAZIONI” DEL LABORATORIO MAGLIA Apertura della mostra nella sede di via Marconi

domenica 13 dicembre

ore 16.00 - SANTA LUCIA A cura del Circolo Anziani Comunale

mercoledì 16 dicembre

ore 16.30 - CONCERTO DI NATALE A cura degli Allievi della Scuola Musicale C. Moser di Pergine nella sala polivalente delle sede di via Pive

venerdì 18 dicembre

ore 16.00 - DONI SOTTO L’ALBERO Agli Ospiti della Casa promosso dalle Amministrazioni Comunali nella sala polivalente della sede di via Pive ore 17.00 - DONI SOTTO L’ALBERO Agli Ospiti della casa promosso dalle Amministrazioni Comunali al 2° piano della sede di via Marconi

giovedì 24 dicembre

ore 20.00 - S. MESSA NATALIZIA Solennizzata dal Coro S. Maria di Pergine nella sala polivalente della sede di via Pive

sabato 26 dicembre

ore 15.30 - NATALE INSIEME Incontro augurale tra Ospiti e famigliari nella sala Polivalente della sede di via Pive

domenica 27 dicembre

ore 15.30 - NATALE INSIEME Incontro augurale tra Ospiti e famigliari al 2° piano della sede di via Marconi

giovedì 31 dicembre

ore 16.00 - TE DEUM DI RINGRAZIAMENTO S. Messa con Te Deum di Ringraziamento nella cappella della sede di via Marconi