NARRATIVA · con un sé cancellato dalla vergogna e offeso dalle regole sociali. ... la giovane...

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Biblioteca comunale “Renato Fucini” D’AMORE E D’ALTRO ANCORA Biblioteca comunale “Renato Fucini” Via Cavour, 36 - 50053 Empoli (FI) Tel. 0571/757840 Fax 0571/757832 E-mail: [email protected] http://www.comune.empoli.fi.it/biblioteca/biblioteca.htm Orario di apertura: dal lunedì al venerdì or e 9.00-19.00 sabato ore 9.00-13.00 Paola Presciuttini Non dire il mio nome Padova, Meridiano Zero, 2004 Una bambina normale, in una famiglia normale: o almeno questo è ciò che deve apparire agli occhi degli altri. Il paese è piccolo, tutti sanno di tutto. Difficile crescere in un posto dove i padri comunicano con i cazzotti, le madri con i silenzi, le amichette con i sogni di una vita favolosa, segnata da un unico percorso possibile: quello che impone alle bambine di imparare ad essere carine e gentili, per poi giocare le carte della seduzione con un dottore da sposare, fare dei figli e sistemarsi a vita in una comoda villetta col giardino davanti. Difficile crescere in un posto dove è meglio non usare la testa e dare ascolto al cuore, specie se testa e cuore ti trascinano lontano dalla strada che il destino ti ha assegnato. Meglio dunque fuggire: abbandonare la famiglia, liberarsi dalla propria identità, negarla con tutte le forze, per poi riconciliarsi con un sé cancellato dalla vergogna e offeso dalle regole sociali. Rosignano Solvay, Capraia, Firenze e Napoli sono le tappe di una dolorosa ricerca nel vissuto che porta la protagonista a fare i conti con l’omosessualità, per inserirla stabilmente tra le coordinate della vita, fino a liberarsi dai traumi che hanno segnato l’infanzia. Un delicato e nitido romanzo di formazione, nel quale spiccano, oltre alla protagonista, le figure positive e determinate della zia Teresa e dell’amica Marta, illuminando il buio dell’unica figura maschile, quella del padre, al quale è riservata una fine tragicamente adeguata alla angustia dei suoi pensieri e alla barbarie delle sue azioni. Scritto con tratto sapiente, il libro accompagna il lettore con ironia e raffinatezza nel tormentato percorso che porta la giovane donna a vincere il dolore di sentirsi sbagliata, per approdare al sollievo di riconoscersi semplicemente diversa. © 2004 Comune di Empoli Hervé Guibert All’amico che non mi ha salvato la vita Parma, Guanda, 1993 “Ho avuto l’AIDS per tre mesi. Più esattamente, per tre mesi ho creduto di essere condannato dalla malattia mortale che chiamano AIDS”. Questo l’esordio del romanzo che alla sua prima uscita suscitò in Francia un enorme scalpore. Il protagonista, in una Parigi spenta e desolata, viaggia tra ospedali e laboratori. Il suo tempo non è più scandito da corse affannose, ma da calcoli macchinosi sul periodo di incubazione della malattia, appuntamenti dal dottore e il suo “segreto” confessato all’amico, che in quanto amante teme anche la propria condanna. Michael Cunningham Una casa alla fine del mondo Milano, Bompiani, 2003 Jonathan, Bobby e Clare: tre punti di vista diversi sulla vita, sull’amore, sullo stare insieme. Una storia d’amore e d’amicizia, fatta di lontananze e di ricongiungimenti, di solitudini e di vicinanze, di fragili equilibri e di pericolosi crolli. Con questo romanzo d’esordio, delicato e prezioso nello stile, lo scrittore Cunningham si è rivelato uno dei talenti più promettenti della narrativa americana. Andrea Mancinelli Solitudini imperfette Milano, Baldini & Castoldi, 2003 Esiste un momento nella vita in cui si abbandona per sempre la condizione di giovane, per entrare nell’età adulta. La soglia dei trent’anni induce Mattia a passare attraverso la lettura de “Il trentesimo anno” di Ingeborg Bachman, nella speranza di trovare appigli con cui evitare il naufragio esistenziale imminente. Single, in carriera, e gay: Mattia sta dentro un meccanismo quasi perfetto, che lo porta a destreggiarsi tra gli affetti più collaudati, la messinscena dell’interesse per un lavoro insignificante, lo spaesamento della vita acida nella periferia milanese e le fatuità degli amori casuali. Tra lo spettro dell’AIDS e il ricordo struggente di un maestro di vita scomparso, Mattia avverte con lucidità l’insensatezza di una condizione di vita che lo condanna all’incomunicabilità. NARRATIVA A cura di Maria Stella Rasetti e Francesca Palareti 1° DICEMBRE 2004 GIORNATA MONDIALE PER LA LOTTA ALL’AIDS NARRATIVA

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Biblioteca comunale “Renato Fucini”

D ’ A M O R E E D ’ A L T R O

A N C O R A

Biblioteca comunale “Renato Fucini” Via Cavour, 36 - 50053 Empoli (FI) Tel. 0571/757840 Fax 0571/757832 E-mail: [email protected] http://www.comune.empoli.fi.it/biblioteca/biblioteca.htm Orario di apertura: dal lunedì al venerdì or e 9.00-19.00 sabato ore 9.00-13.00

Paola Presciuttini Non dire il mio nome Padova, Meridiano Zero, 2004

Una bambina normale, in una famiglia normale: o almeno questo è ciò che deve apparire agli occhi degli altri. Il paese è piccolo, tutti sanno di tutto. Difficile crescere in un posto dove i padri comunicano con i cazzotti, le madri con i silenzi, le amichette con i sogni

di una vita favolosa, segnata da un unico percorso possibile: quello che impone alle bambine di imparare ad essere carine e gentili, per poi giocare le carte della seduzione con un dottore da sposare, fare dei figli e sistemarsi a vita in una comoda villetta col giardino davanti. Difficile crescere in un posto dove è meglio non usare la testa e dare ascolto al cuore, specie se testa e cuore ti trascinano lontano dalla strada che il destino ti ha assegnato. Meglio dunque fuggire: abbandonare la famiglia, liberarsi dalla propria identità, negarla con tutte le forze, per poi riconciliarsi con un sé cancellato dalla vergogna e offeso dalle regole sociali. Rosignano Solvay, Capraia, Firenze e Napoli sono le tappe di una dolorosa ricerca nel vissuto che porta la protagonista a fare i conti con l’omosessualità, per inserirla stabilmente tra le coordinate della vita, fino a liberarsi dai traumi che hanno segnato l’infanzia. Un delicato e nitido romanzo di formazione, nel quale spiccano, oltre alla protagonista, le figure positive e determinate della zia Teresa e dell’amica Marta, illuminando il buio dell’unica figura maschile, quella del padre, al quale è riservata una fine tragicamente adeguata alla angustia dei suoi pensieri e alla barbarie delle sue azioni. Scritto con tratto sapiente, il libro accompagna il lettore con ironia e raffinatezza nel tormentato percorso che porta la giovane donna a vincere il dolore di sentirsi sbagliata, per approdare al sollievo di riconoscersi semplicemente diversa.

© 2004 Comune di Empoli

Hervé Guibert All’amico che non mi ha salvato la vita Parma, Guanda, 1993

“Ho avuto l’AIDS per tre mesi. Più esattamente, per tre mesi ho creduto di essere condannato dalla malattia mortale che chiamano AIDS”. Questo l’esordio del romanzo che alla sua prima uscita suscitò in Francia un enorme scalpore. Il protagonista, in una Parigi spenta e desolata,

viaggia tra ospedali e laboratori. Il suo tempo non è più scandito da corse affannose, ma da calcoli macchinosi sul periodo di incubazione della malattia, appuntamenti dal dottore e il suo “segreto” confessato all’amico, che in quanto amante teme anche la propria condanna.

Michael Cunningham Una casa alla fine del mondo Milano, Bompiani, 2003 Jonathan, Bobby e Clare: tre punti di vista diversi sulla vita, sull’amore, sullo stare insieme. Una storia d’amore e d’amicizia, fatta di lontananze e di ricongiungimenti, di solitudini e di vicinanze, di fragili equilibri e di pericolosi crolli. Con questo romanzo d’esordio, delicato e prezioso nello stile, lo scrittore Cunningham si è rivelato uno dei talenti più promettenti della narrativa americana.

Andrea Mancinelli Solitudini imperfette Milano, Baldini & Castoldi, 2003

Esiste un momento nella vita in cui si abbandona per sempre la condizione di giovane, per entrare nell’età adulta. La soglia dei trent’anni induce Mattia a passare attraverso la lettura de “Il trentesimo anno” di Ingeborg Bachman, nella speranza di trovare appigli con cui evitare il naufragio esistenziale imminente. Single, in

carriera, e gay: Mattia sta dentro un meccanismo quasi perfetto, che lo porta a destreggiarsi tra gli affetti più collaudati, la messinscena dell’interesse per un lavoro insignificante, lo spaesamento della vita acida nella periferia milanese e le fatuità degli amori casuali. Tra lo spettro dell’AIDS e il ricordo struggente di un maestro di vita scomparso, Mattia avverte con lucidità l’insensatezza di una condizione di vita che lo condanna all’incomunicabilità.

NARRATIVA

A cura di Maria Stella Rasetti e Francesca Palareti

1 ° D I C E M B R E 2 0 0 4 G I O R N A T A M O N D I A L E

P E R L A L O T T A A L L ’ A I D S

NARRATIVA

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AIDS E SOCIETA’

Vittorio Agnoletto La società dell’AIDS. La verità su politici, giornalisti, medici, volontari e multinazionali durante l’emergenza Milano, Baldini & Castoldi, 2000

Nell’Africa meridionale e orientale l’AIDS oggi miete più vittime delle guerre: la storia del virus HIV corre parallela alla storia della globalizzazione, con i suoi opportunismi, le sue

ipocrisie e le sue speculazioni. In oltre cinquecento pagine di documentazione, riflessioni e denunce, il medico Vittorio Agnoletto, da anni impegnato nella LILA (la Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS), offre una ricostruzione a tutto tondo delle dinamiche che legano gli interessi delle multinazionali farmaceutiche all’indifferenza delle autorità politico-religiose e alle logiche di potere nella comunità medica. Ma c’è anche spazio per la speranza: quella rappresentata dalle migliaia di persone che in tutti i paesi del mondo si impegnano ogni giorno per garantire condizioni di vita più umane ai malati di AIDS, per far avanzare la ricerca, contro la logica del profitto, per fare terra bruciata attorno alla malattia, ricorrendo ad efficaci azioni di prevenzione.

Susan Sontag Malattia come metafora. Cancro e AIDS Milano, Mondadori, 2002

“La malattia è il lato notturno della vita, una cittadinanza più onerosa. Tutti quelli che nascono hanno una doppia cittadinanza, nel regno dello star bene e in quello dello star male. Preferiremmo tutti servirci soltanto del

passaporto buono, ma prima o poi ognuno viene costretto, almeno per un certo periodo, a riconoscersi cittadino di quell’altro paese”. Con queste parole la scrittrice americana Susan Sontag dà il via ad una originale riflessione sulle dinamiche che nel corso dei secoli hanno segnato i rapporti tra importanti malattie (in passato la tu-bercolosi, la sifilide, la peste, oggi il cancro e l’AIDS) e l’immaginario collettivo. In particolare l’AIDS ha segnato un punto di svolta nella definizione di quelli che possono essere chiamati gli “atteggiamenti correnti” nei confronti della sessualità, della vergogna, della catastrofe e della punizione, affermando la logica della separazione igienica rispetto a quella della unione contaminante. Un libro ricco di riferimenti letterari, capace di offrire una inedita chiave di lettura sulle fantasie punitive e sentimentali del nostro tempo create attorno alla malattia.

TESTIMONIANZE

Brett Shapiro L’intruso. Con corrispondenza scelta di Giovanni Forti Milano, Feltrinelli, 1993

Brett e Giovanni si incontrano, si amano, si sposano, dando vita ad una storia d’amore forte e coraggiosa. Forte, perché vissuta con sentimento. Coraggiosa, perché sono

entrambi uomini, e Giovanni è sieropositivo. L’appuntamento con la malattia conclamata giunge troppo presto rispetto alla vita ancora da vivere e a tutti i progetti di famiglia che entrambi hanno in mente. Brett ricostruisce la storia di questo amore unico, alternando al proprio racconto i materiali di scrittura di Giovanni.

lon Johnson, Joseph Olshan Sono guarito. La storia del primo uomo che ha vinto l’AIDS Milano, Mondadori, 1997

Un bisturi sfuggito di mano, per una frazione di secondo: un taglio profondo nella carne. È così che il neuropatologo Mahlon Johnson ha contratto l’AIDS. Da allora la sua vita ha avuto una svolta fondamentale: il suo impegno nella ricerca di laboratorio sulle malattie del sistema nervoso si è trasformato da semplice obiettivo di lavoro in un obiettivo di vita o di morte. Il tempo è stato il primo nemico da battere: Johnson ha messo alla prova su se stesso i risultati delle sue ricerche, ottenendo il grande risultato di normalizzare il tasso dei linfociti e scongiurare la morte.

Ursula Rütter Barzaghi Senza vergogna. Una storia di coraggio contro l’AIDS Milano, Tea, 1998

1986-1990. Dalla scoperta della sieropositività alla morte, una madre ricostruisce in un diario fitto di dolore e speranza la storia del figlio Enrico, alle prese con gli effetti devastanti del dolore, della solitudine, della vergogna: nemici

invisibili e terribili quanto la malattia, capaci di distruggere la vita di una persona con più violenza del virus HIV. Una storia di amore e morte, di coraggio e determinazione.

Giovanni Diffidenti AIDS. L’Africa dritto negli occhi Roma, Contrasto Due, 2003 Uno straordinario réportage fotografico, attraverso gli sguardi intensi, spaventati e sinceri di tanti bambini, uomini e donne africani

alle prese con l’AIDS. Oggi in Africa la diffusione del virus HIV ha assunto le dimensioni di una vera e propria catastrofe sociale. Il ricavato delle vendite di questo libro è destinato a rafforzare il Progetto Takunda, simbolo dell’Africa che non si rassegna, ma si mobilita per sconfiggere la malattia.

Peter H. Duesberg AIDS. Il virus inventato Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2004 Vero e proprio “eretico della medicina”, il virologo Peter H. Duesberg ha legato il proprio nome a una serie di scoperte straordinarie nel campo della decodifica dei retrovirus. Oggi sta portando avanti una battaglia di frontiera, osteggiata dalla comunità medica, contro il nesso di causa ed effetto tra virus HIV e AIDS. Numerose sono le domande alle quali la ricerca medica è chiamata a dare risposte: perché migliaia di malati di AIDS non hanno mai contratto il virus HIV? Perché migliaia di affetti dal virus HIV non hanno sviluppato l’AIDS?

Shereen Usdin HIV/AIDS Roma, Carocci, 2004 Quarantatre milioni di persone malate di AIDS nel mondo; venti milioni quelle già morte. Di queste, la maggior parte è concentrata nell’Africa subsahariana, un territorio già profondamente segnato dalle guerre civili, dalla miseria, dalla fragilità o dall’assenza di istituzioni democratiche. La dottoressa Usdin, impegnata

da anni in Sudafrica contro la diffusione della malattia, offre un quadro delle ingiustizie perpetrate dalle multinazionali farmaceutiche e dai paesi “evoluti” nei confronti di quei popoli che non possono permettersi di comprarsi la salute e la vita.

AIDS PER SAPERNE DI PIU’