NAPOLI classe I Liceo Scientifico

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BENVENUTI A NAPOLI! Napoli…amo! Guardare NAPOLI con occhi nuovi Scopriamo Napoli e la sirena Partenope Napoli sotterranea e la leggenda del Munaciello Gli scavi di Pompei Castel dell’Ovo Tradizioni varie (pizza,tombola, canzoni..) Personaggi napoletani (Totò, Eduardo De Filippo, Massimo Troisi..)

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Presentazione realizzata dai ragazzi del I Liceo Scientifico "M. Ausiliatrice" di Napoli per il PROGETTO MEDI@PLAY

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BENVENUTI A NAPOLI!• Napoli…amo! Guardare NAPOLI con occhi nuovi• Scopriamo Napoli e la sirena Partenope• Napoli sotterranea e la leggenda del Munaciello• Gli scavi di Pompei• Castel dell’Ovo• Tradizioni varie (pizza,tombola, canzoni..)• Personaggi napoletani (Totò, Eduardo De Filippo, Massimo Troisi..)

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Con questo progetto vogliamo guardare Napoli con occhi diversi perché non si metta sempre l’accento sulle problematiche della città ma si sappia valorizzare quel patrimonio culturale , tradizionale, valoriale, che appartiene alla nostra terra. A Napoli c’è un cuore che pulsa e vuole gridare forte la bellezza della propria identità!

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…Partiremo allora da qualche notizia storica che ci caratterizza per arrivare a scoprire alcune delle

bellezze architettoniche e naturali del nostro paesaggio, le nostre tradizioni gastronomiche

culturali e i personaggi che hanno reso famosa Napoli nel mondo.

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In una città come Napoli, così fortemente radicata nella storia del Mediterraneo, il rapporto con il mare si estende fino al cuore della città antica.

Neapolis fu fondata dagli abitantidi Cuma nella parte orientale dellacittà originaria e per Roma eraun’importante porta sul mondodell’arte e della civiltà greca, il suoporto infatti permetteva unaposizione di egemonia nei trafficicommerciali con la Grecia.

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STORIE E LEGGENDE NAPOLETANE:LA SIRENA PARTENOPE.

La città di Napoli vanta una storia che racconta soprattutto di mare e dei suoi bellissimi paesaggi. Fra le leggende che

avvolgono le origini di Napoli la più famosa è quella della bella sirena

Partenope - ecco perché i napoletani vengono anche detti Partenopei. Quella

che segue, racconta di una sirena di nomePartenope, perdutamente innamorata di

Ulisse che non essendo riuscita a farsiamare dallo stesso, poiché insensibile al

fascino del suo canto, decise di gettarsi neimari del Mediterraneo, annegando nel

Golfo della città di Napoli.

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...un giorno

Un giorno.. infatti, la nave di Ulisse si imbatte nella zona delle sirene, e Partenope tenta di sedurre, col suo dolce quanto ingannevole

canto, l'eroe della conoscenza per eccellenza, che però la respinge con astuzia. Allora la sirena si strugge dal dolore fino a commettere l'atto inconsulto del suicidio: si getta da un'alta rupe ed il suo corpo viene affidato alle onde, che lo conducono sino al golfo napoletano, dove

rimane imbrigliato.E' proprio l'isolotto di Megaride il punto di approdo della sirena

leggendaria. Partenope si dissolve ed il suo corpo sinuoso si trasforma nella morfologia del paesaggio napoletano, partenopeo per

l'appunto, appoggiando il capo ad oriente, sull'altura di Capodimonte, ed il piede, per così dire, ad occidente, verso il promontorio di Posillipo.

Il rito di fondazione della città si viene così a fondere col culto del paesaggio e delle sue splendide componenti naturalistiche. E' stata la corrente del mare a trascinare la vita a Napoli ed è dal mare che tutti traggono sostentamento, secondo i più elementari miti sulle origini.

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Napoli sotterraneaLA STORIA

L'esistenza di Napoli sotterranea è legata alla conformazionemorfologica e geologica del territorio partenopeo, composto daroccia tufacea che ha caratteristiche di leggerezza, friabilità estabilità del tutto particolari.Ad incidere in maniera determinante sulla sorte del sottosuolonapoletano intervennero, fra il 1588 ed il 1615, alcuni editti cheproibivano l'introduzione in città di materiali da costruzione,onde evitare l'espansione incontrollata di Napoli. I cittadini, perevitare sanzioni e soddisfare la necessità di ampliamentourbanistico, pensarono bene di estrarre il tufo sottostante lacittà, sfruttando i pozzi già esistenti, ampliando le cisternedestinate a contenere l'acqua potabile e ricavandone di nuove.

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La leggenda del MonacielloOgni abitazione, nella città diNapoli, poteva attingere acqua dallacisterna sottostante tramite un pozzoal quale aveva accesso il"pozzaro", una classe di liberiprofessionisti che si muovevano condestrezza in questi antri camminandolungo stretti cunicoli e arrampicandosisu per i pozzi grazie a dei fori praticatia distanza più o meno regolare. Questipersonaggi, veri signori del mondosotterraneo avevano libero accesso atutte le case mediante i pozzi e hannodato origine ad aneddoti e leggendeancora vive nell'immaginarionapoletano come quella dei"monacielli", spiriti benevoli o maligniche si occupavano più della padrona dicasa che della rete idrica, ed usavanole vie sotterranee che conoscevanobene, per sparire o apparire, sotto ilmantello da lavoro che, nellapenombra, somigliava appunto al saiodi un monaco.

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Gli scavi di

Pompei

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Nell'area degli scavi archeologici di Pompei è stata portata alla luce l'antica città romana distrutta tragicamente a seguito di una delle eruzioni del vicino vulcano Vesuvio, avvenuta nell'anno 79 d.C. La città

tornò alla luce nel 1748, grazie agli scavi voluti e finanziati da Carlo di Borbone. Gli scavi di Pompei, con quelli di Ercolano ed Oplontis, sono riportati nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Sin dall'alba di quel giorno del 79 apparve sul Vesuvio una grande nuvola a forma di pino. Alle dieci del mattino i gas che premevano dall'interno fecero esplodere la lava solidificata che ostruiva il cratere del vulcano, riducendola in

innumerevoli frammenti, i lapilli, i quali furono scagliati su Pompei, insieme con una pioggia di cenere così fitta da oscurare il sole. Fra terribili scosse telluriche ed esalazioni di gas venefici, la città cessò d'esistere quello stesso giorno, rimanendo per secoli sepolta sotto una coltre d'oltre sei metri di cenere e lapilli. Si è

calcolato che sui circa diecimila abitanti che doveva avere in quel periodo Pompei secondo una stima ritenuta attendibile, circa duemila sarebbero state le vittime, molte delle quali bruciate all'istante da temperature che

raggiungevano dai 300 ai 600 °C.

La data dell'eruzione del 79 d.C. è nota attraverso una lettera di Plinio il giovane in cui si legge nonum kal. septembres, cioè "24 agosto". Questa data era contenuta nella variante universalmente ritenuta più

attendibile del manoscritto ed è stata accettata come sicura fino ad oggi, anche se alcuni dati archeologici emersi mal si accordavano con una data estiva.

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Villa ImperialeNei pressi della porta, un cancelletto dà accesso allacosiddetta Villa Imperiale, con un lungo portico realizzatodavanti alle mura e databile alla fine del I secoloa.C. Interessantissima è la decorazione pittorica deltriclinio, piuttosto complessa, che presenta tre grandipannelli con Teseo che sconfiggeil Minotauro, Arianna abbandonata daTeseo e Dedalo ed Icaro.

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La parola "tombola", secondo alcuni verrebbe da tombolare (roteare o far capitombolare i numeri nel paniere), secondo altri verrebbe da tumulo (forse per la forma piramidale del paniere). La tombola è un gioco familiar/d'azzardo basato su 90 numeri, che si può praticare con pochi semplici strumenti:1. Un grosso cartellone (o tabellone) suddiviso in 90 caselle (9 righe di 10 colonne) numerate da 1 a 90;2. Ventiquattro piccole cartelle, ognuna delle quali con 27 caselle (3 righe di 9 colonne), su ogni riga ci sono 5 caselle occupate da numeri a caso più altre 4 bianche. Ogni cartella ha una combinazione di numeri diversa dalle altre;3. Un paniere (in alternativa si può utilizzare un sacchetto opaco) contenente 90 pedine (tasselli di legno o di plastica) numerate da 1 a 90.

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La pizza è un prodotto gastronomicoche ha per base un impasto di acqua, farina di frumento, e lievito, che dopo una lievitazione di almeno ventiquattr'ore viene lavorato fino a ottenere una forma piatta, cotto al forno e variamente condito.

La pizza ha una storia lunga, complessa

e incerta. Le prime attestazioni scritte

della parola "pizza" risalgono al latino

volgare di Gaeta nel 997.

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La canzone NAPOLETANA

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LA MACCHIETTAAltro genere di canzone napoletana molto

popolare fu la "macchietta", termine derivato dal modo di descrivere personaggi e situazioni

come in uno schizzo abbozzato in modo caricaturale. fra gli autori ed interpreti di questo

genere vanno ricordati Nicola Maldacea, Nino Taranto e Vittorio Marsiglia.

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Enzo Decaro, Massimo Troisi, Lello Arena

Massimo Troisi

e la SMORFIA

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Massimo Troisi Nasce il 19 febbraio del 1953 a San

Giorgio a Cremano, una ridente

cittadina a 4 km da Napoli.

Cresce in una famiglia numerosa:

nella sua stessa

casa, infatti, abitano, oltre ai suoi

genitori ed ai suoi cinque fratelli, due

nonni, gli zii ed i loro cinque figli.

Ancora studente comincia ad

interessarsi al teatro, iniziando a

recitare in un gruppo teatrale "I

Saraceni", di cui facevano parte Lello

Arena, Enzo Decaro, Valeria Pezza e

Nico Mucci. Nel 1972 lo stesso

gruppo fonda il Centro Teatro Spazio

all'interno di un ex garage a San

Giorgio a Cremano, dove in principio

si mandava in scena la tradizione del

teatro napoletano, da Viviani a Eduardo. Nel 1977 nasce la Smorfia: Troisi, De Caro ed Arena cominciano a recitare al Sancarluccio di Napoli ed il successo teatrale ben presto si trasformerà in un grande successo televisivo.

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Nel 1976 il trio Troisi-Arena-Decaro viene

chiamato I Saraceni, l’anno seguente diventa La

Smorfia. In teatro ottengono subito successo, dapprima a

livello locale, poi anche nazionale (La radio rende

famoso il terzetto nella trasmissione Cordialmente

insieme , dove propongono i famosi sketch

dell’Arca di Noè,Annunciazione, Soldati, San

Gennaro e tanti altri.

L’attore spiega il perché si chiameranno poi

SMORFIA…

<<E’ un riferimento, tipicamente napoletano, a un

certo modo di risolvere i propri guai: giocando al

Lotto, e sperando in un terno secco…la

“smorfia”, infatti, non è altro che l’interpretazione dei

sogni e dei vari fatti quotidiani, da tradurre in numeri

da giocare a lotto>>. <<In realtà, non riuscivamo a

trovare un lavoro, come succede a tanti ragazzi di

Napoli…>>, aggiungerà ironicamente Arena, e <<c’è

poi in quel nome, - dichiara infine, in alcune

interviste del 1978 Enzo De Caro - un richiamo

evidente alle “smorfie” necessarie all’attore per

esprimere emozioni e sentimenti>>.

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tratto dallo spettacolo La Smorfia

propone i mitici comici napoletani del leggendario trio composto da Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo DecaroMassimo Troisi e Lello Arena si trovano in

chiesa, per chiedere la grazia a

S. Gennaro. I due si contrastano a vicenda.

Solo l'interruzione del prete, interpretato da

Enzo De Caro, riuscirà a farli smettere. La

grazia richiesta era un ambo al lotto.

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le poesie-canzoni di Massimo Troisi & Enzo Decaro

Poeta Massimo

Sono 12 poesie-canzoni di Massimo Troisi ed Enzo Decaro musicate oggi in una forma più compiuta ed "organizzata" grazie ad un gruppo di musicisti.

Il tutto sviluppato da una manciata di fogli ingialliti con tante cancellature, ripensamenti, rifacimenti ed una sola musicassetta con le relative tracce e bozze musicali. Una busta che la letteratura in questi casi vorrebbe dimenticata e ritrovata per caso magari in un baule polveroso in soffitta. Decaro di quella cassetta ricordava molto bene l'esistenza e aveva iniziato a infondergli, 30 anni dopo, quella vita che reclamava: si trattava di testimoniare un aspetto inedito del grande talento di Massimo, la sua "ars poetica", un momento nato sinceramente e spontaneamente tanti anni prima da una grande amicizia.

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Massimo Troisi e Pino Daniele

Nel 2008 Pino Daniele ricorda il suo grandeamico Massimo dedicandogli il suo cofanettodi successi "Ricomincio da 30"...Sul retro del libretto allegato al lavorodiscografico si possono leggere le seguentiparole dedicate da Pino Daniele a Massimo:

"Caro Massimo questo progetto é dedicato a te.

Nu Bacio! Pino“

,

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Lo "scugnizzo" del rione Sanità.« Signori si nasce e io, modestamente, lo nacqui! » (Totò, dalfilm Signori si nasce Nacque nel rione Sanità, in via Santa MariaAntesaecula, al secondo piano del civico 109, da una relazioneclandestina di Anna Clemente con Giuseppe de Curtis che, inprincipio, non lo riconobbe. L'assenza della figura paterna pesòmolto, anche in seguito, sul carattere dell'attore, tanto che nel1933, già famoso sui palcoscenici italiani, si fece adottare dalmarchese Francesco Maria Gagliardi Focas, in cambio di unarendita.

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Il vero caffè NapoletanoI Napoletani, sicuramente hanno il primato per il largo consumo che

fanno di caffè e per i diversi modi in cui lo preparano. La " tazzulella

'e cafè " fa parte delle irrinunciabili abitudini del napoletano: è la

pausa di lavoro, il complemento del pranzo, il risveglio del mattino...

la prima cosa che si offre ad un ospite e per quante sono le persone

che lo amano, tanti sono i modi di prepararlo (oltre a quello

tradizianale) e di gustarlo.

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