N°6 giugno 2012

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Numero 6 giugno 2012 Diritti civili

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Pag. 3 Gay Pride Bologna 2012 di Sara Spartà

Pag. 4 - 5 Intervista ad EMILIANO ZAINO: Il primo presidente gay di Novella Rosania e Giovanni Frascella

Pag. 6 Amarcord Marcella Di Folco di Beniamino Piscopo

Pag. 7 RETE LENFORD – Dialogando con l'avv. Giovanni Genova di Giulia Silvestri

Pag. 8 - 9 L’omosessualità tra culture e diritti di Marialaura Amoruso

La redazione:

[email protected]

http://www.diecieventicinque.it/

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di Sara SpartàGiugno 2012

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per eliminare qualsiasi tipo

di discriminazione? Cosa si

aspetta in futuro dalla

politica?

Impegno. Soprattutto mi aspetto che si faccia politica perché quella di questi anni non è affatto ciò che ci si augurava. Oggi si vive nella disaffezione per i partiti ma non certamente per il sistema o la politica. Fare della buona politica, senza ideologie, può portare a un miglioramento della società. Purtroppo nel periodo buio del governo Berlusconi il sistema si è ridotto a pura contabilità, soprattutto quando i conti bisognava farli per gli amici o per i propri interessi. Per citare un esempio, nella sanità abbiamo avuto anni di politica sbagliata che hanno favorito moltissimo la diffusione dell'HIV. E' una precisa responsabilità politica quella di non aver fatto campagne di promozione sull'uso del profilattico negli anni del boom della diffusione dell'hiv. Dopo le prime campagne non ce ne sono state mai più e ancora adesso è così. Cos'è successo? E' finito l'AIDS? No, di certo no...

vista legislativo ci sono norme comunitarie che tutelano i diritti degli LGBT ma la realtà spesso è diversa, come in provincia. La lotta alla discriminazione deve essere combattuta dalla popolazione, non solo attraverso le leggi ma soprattutto con azioni concrete. Questo è ciò che cerchiamo di fare attraverso il “Progetto Scuola” per esempio. Bisogna andare ad insegnare ai bambini cos'è la non-discriminazione. Nella maggior parte dei casi i primi a non essere formati sono proprio i docenti. È facile passare delle tendenze omofobe ai ragazzi. Fino a quando gli insegnanti non saranno formati, così come il personale sanitario, ci sarà sempre tale propensione. Questi sono gli obiettivi che si pone il Cassero.

Prendendo spunto

dall'affermazione del nostro

ex premier quanto sono

“meglio le belle ragazze

piuttosto che essere gay?”

(Ride) Mi verrebbe da dire che essere bionde è sicuramente meglio.

Come giudica il lavoro

della politica in questi anni

Cosa l’ha portata a

rappresentare in prima

linea il Cassero e quindi la

realtà gay, non solo

bolognese ma anche

italiana?

Innanzitutto questo non è un partito politico ma un'associazione quindi non serve per attirare consensi. Si combatte perché c’è una comunità, quella LGBT, che necessità di diritti, di servizi, di cittadinanza: lottiamo perché li riteniamo privilegi di altri. La ragione che mi ha portato a diventare presidente del Cassero è la voglia di uguaglianza che nasce prima ancora dal cittadino Emiliano Zaino che dall’attivista.

Cosa è cambiato da quando

per la prima volta ha fatto

coming out? Oggi, in

questa società, è più facile

essere gay e vivere la

propria vita?

A Bologna dal 1995 le cose non sono cambiate molto. Il trasferimento dei locali del Cassero da Porta Saragozza nella posizione attuale, in via Don Minzoni, ha comportato l'aumento dei nostri servizi, quali seminari ed eventi, indirizzati sia ai

cittadini che agli LGBT. Dal punto di vista sociale Bologna ha sempre avuto una grande cultura del rispetto verso i movimenti omosessuali come, d'altra parte, ha da subito ben accolto il Cassero nel corso degli anni. Nonostante questo, il mutamento dello scenario politico sta portando a una regressione dei valori sin qui conquistati. E' da evidenziare la poca chiarezza della classe politica. Si sente un premier pronunciare qualsiasi forma di corbelleria che si riflette sulla cittadinanza. E' vero che siamo andati avanti ma molte volte la classe politica ti rimanda indietro alla velocità della luce.

A Bologna si svolge il Gay

Pride, o come è stato anche

ribattezzato, il Bologna

Pride. Lei ritiene Bologna

e l’Emilia-Romagna dei

luoghi a “discriminazione

zero”?

A Bologna c'è una maggiore integrazione delle minoranze, si pensi agli immigrati che sono perfettamente inseriti nel tessuto sociale. Ma l'Emilia non è tutta così. Dal punto di

IL PRIMOPRESIDENTE GAY

di Novella Rosania e Giovanni FrascellaGiugno 2012

Emiliano Zaino è nato nel Maggio del 1976 a Siracusa.

Ha frequentato il Liceo scientifico prima in Sicilia poi in

Abruzzo. Ha terminato gli esami in storia contemporanea

all'università di Bologna.

Presidente dell'Arcigay Il Cassero di Bologna da cinque

anni.

Presidente del comitato Bologna Pride 2012.

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avrebbe un'idea sul proprio orientamento. Avrebbe bisogno semplicemente di aprirsi. Affrontare un problema con la propria coscienza nel momento in cui ci si accorge di avere un orientamento diverso da quello “previsto”, non è cosa semplice. Il Cassero si occupa esattamente di questo mediante la creazione di gruppi di accoglienza. Spesso la sessualità viene prima dell'accettazione. Ci sono casi di omosessuali che prima di definirsi tali hanno avuto 30 anni di storie con uomini. Dal momento in cui ho cominciato a vivere la mia omosessualità l'ho sempre tenuta nascosta, come fosse un'esigenza fisica da sbrigare ogni tanto. Dopo che sono andato via di casa e giunto a Bologna, la prima cosa che ho fatto è stata andare al Cassero, prendermi una birra e scappare via. Al secondo giorno ho cominciato a chiacchierare con qualcuno. Per altri non è facile, non riescono a socializzare in un ambiente così aperto. Esistono gruppi come “Liberamente” (che si riunisce ogni domenica) che parlano, anche della qualunque, lontano dal chiasso o dalla discoteca.

Il Cassero mette a disposizione

dei giovani degli strumenti di

supporto psicologico per aiutarli

nell'affermazione della loro

sessualità?

C'è il “supporto psicologico” del Cassero che si occupa sia di questo che di consulenza giuridica, nel caso ci siano problemi di discriminazione sul posto di lavoro. Inoltre si mette a disposizione anche un servizio di “counseling”, vis-à-vis, che fornisce un aiuto prima che psicologico, dialogico.

Qual'era il suo sogno da piccolo?

Essere gay lo ha ostacolato?

Come molti ho sognato di avere due figli, ma non è detto che ciò non accadrà in futuro. Essere gay non ostacola i sogni.

creato affinché si riconoscano garanzie a tutti, per una società più equa e per un fondamento di uguaglianza. Per gli LGBT non solo non è così (solo negli ultimi anni in Italia è stata introdotta una legge per l’uguaglianza di trattamento sul posto di lavoro, per obbligo della comunità europea) ma in alcuni paesi esistono leggi omofobe che contrastano, in tutto e per tutto, qualsiasi principio di uguaglianza.

Una considerazione: Chiesa e

LGBT.

La possiamo prendere da due punti di vista: la laicità dello stato e delle leggi. Abbiamo rispetto alla chiesa lo stesso problema che hanno altre comunità. La chiesa non dovrebbe occuparsi della società nel suo complesso ma solo della sua comunità di fedeli. Pare che il suo potere sia immenso e incontrastato. Così la politica, povera di argomenti, prende a piene mani le idee dall'unico pensiero che sembra avere forza, preoccupandosi principalmente della comunità cattolica. Mi viene in mente un pezzo di Guzzanti che fa Don Bizzarro: “Noi queste cose le pensiamo e diciamo ma siete voi che ci venite dietro!” L'altro tema riguarda i movimenti “democratizzatori” presenti nella chiesa stessa che hanno aperto discussioni e reso possibile la nascita di gruppi omosessuali al suo interno (con i quali collaboreremo per il pride.) Queste realtà ci hanno fatto scoprire che esiste la volontà che qualcosa cambi anche in una monarchia assoluta chiamata Papato.

Cosa consiglierebbe a un

ragazzo che sta cercando di

capire la sua vera identità

sessuale? Se un ragazzo venisse da me penso che già

Da una parte Il senatore del

carroccio Stiffoni afferma:

“Da noi non ci sono gay,

abbiamo un dna diverso!”; un

passante nei confronti della

deputata Paola Concia dice

“Lesbica di merda, vi

dovevano bruciare nei forni”.

Dall'altra in Puglia abbiamo

un governatore

dichiaratamente omosessuale

confermato nel suo secondo

mandato. Come spiega queste

contraddizioni così forti nel

nostro paese? E quanto ci

possono far sperare in un

cambiamento verso il meglio?

Non vedo ancora le basi di questo cambiamento, siamo ancora in un fase di profonda confusione. Il sistema partitico non è affatto definito e i nostri diritti non sono stati ancora scritti né in programmi né affermati in dichiarazioni di partito. Solo Di Pietro ha detto di essere favorevole a progetti di matrimonio fra le persone LGBT a seguito delle dichiarazioni di Obama. E' la prima volta che ciò accade; neanche Nichi Vendola l'ha mai fatto. Se la politica si occupa solo di considerare gli elettori come fonte di consenso è chiaro che si finirà per operare non con dichiarazioni che hanno un senso politico ma con l'obiettivo di cogliere la simpatia di singole fasce della popolazione, producendo, così maggiore omofobia.

Obama ultimamente ha

riconosciuto il suo sostegno ai

matrimoni gay. Pensa che ci

potrà esser un futuro concreto

in tal senso?

Penso che le dichiarazioni di Obama siano sincere. Noi vediamo un grande lavoro della sua amministrazione sui temi LGBT. C’è un impegno in prima linea. Un po' di tempo fa abbiamo avuto ospite al Cassero Stuart Milk, consigliere

del presidente e nipote di Harvey Milk. Lui ci disse che quando fu chiamato alla Casa Bianca, Obama gli chiese cosa pensasse di fare per portare avanti le idee di suo zio. Rispondendo disse di star creando una fondazione ad hoc. Non bastava, bisognava, secondo il primo, costruire in ogni paese una rete per difendere gli LGBT. Da quel momento Milk ebbe tutti i fondi necessari per portare avanti tale compito, in America e nel mondo. Obama ha fatto anche altro, come eliminare all’interno delle forze armate il “don’t ask, don’t tell”, non costringendo più gli uomini a mentire per diventare membri dell’esercito. Questo per raccontare ciò che si sta facendo negli U.S.A.

Gay e dico. Coppie di fatto e

matrimoni gay. Cosa può

portare uno stato a dire si e

perché non lo si fa? Quanto è

pregiudizio e quanto è

ragione?

E’ tutto pregiudizio. C’è una scrittrice, Martha Nussbaum, che in suo libro di quest’anno parla di “disgusto della maggioranza.” Dividendo questa maggioranza in tante minoranze, distinte in base al sesso, l’orientamento sessuale, l'età, i difetti fisici e altro, ci accorgiamo che ciò che muove i sentimenti della discriminazione è il sentire disgusto nei confronti di ciò che è diverso da noi. Questa può essere l’unica giustificazione per la quale tuoi simili non abbiano i tuoi stessi diritti. Non c’è una ragione particolare perché due uomini non si possano sposare o non si possa avere una legge contro l’omofobia. Non ci sono reali motivazioni pratiche per tale rifiuto. Molte volte si fa riferimento al diritto naturale

Intervista ad EMILIANO ZAINO: Il primo presidente gay

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via al corteo. Il gay pride inizierà da porta Saragozza, luogo fortemente simbolico. Tra le mura di quella porta infatti, l’Arcigay ha ottenuto la sua prima sede nel 1982: fu la prima grande battaglia condotta da Marcella nella sua nuova veste di attivista e il primo caso in Italia, di struttura assegnata da un Comune, a una associazione culturale incentrata sui diritti degli omosessuali. Sarà quindi questo, un evento fatto anche di ricordi, che guarderà al passato per trovare le ragioni e gli stimoli del futuro. Un Amarcord appunto, come direbbe al Principe la Gradisca.

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dedicare una via al Principe di Amarcord.“ Un modello insostituibile” secondo l’arcigay di Bologna, che quest’anno, quando si è trattato di scegliere il tema del gay pride, ha insistito che si abbandonassero gli abituali padrini e madrine dell’evento, e che il movimento prendesse in considerazione Marcella come la vera patrona spirituale del corteo.Gesto questo, che va interpretato come un segnale importante, in un anno segnato da delicate polemiche. Si è visto infatti prepotente, il ritorno di segnali di tensione da parte di esponenti del mondo cattolico ( l’invito di alcuni, rivolto ai genitori affinché facciano curare i propri figli omosessuali), oppure dal mondo politico, come le gravi affermazioni di Giovanardi su una presunta malattia che provochi l’omosessualità.A cementare ancora di più il legame profondo che vi è fra questa manifestazione e Marcella, sarà il punto di partenza scelto per dare il

Il gay pride 2012 sarà dedicato a Marcella Di Folco, attivista, politica e attrice, scomparsa nel 2010. Tutti la ricordano nel ruolo del Principe, nella scena della camera d’albergo con la Gradisca in Amarcord, il capolavoro di Fellini che valse al regista romagnolo il suo quarto oscar. A essere pignoli all’epoca, nel 1974, non si chiamava ancora Marcella, non era nemmeno una donna. Lo diventò sei anni dopo, quando a Casablanca sì sottopose a una riattribuzione chirurgica del sesso.All’attività cinematografica si sostituì quella di attivista per i diritti civili. Tra le fondatrici del movimento italiani transessuali, di cui poi ne divenne capo, fu soprattutto grazie alle sue battaglie che in Italia si poté arrivare a una prima legge sul riconoscimento del cambiamento di sesso. Fenomeno di cui Marcella in Italia ne è stata pioniera, come in molte altre attività del resto.E' stata la prima trans al mondo eletta in consiglio comunale, dove è salita a

Bologna con la lista dei Verdi durante la giunta Vitali (dal 1995 al 1999), impegnandosi, durante il suo mandato, per la creazione a Bologna, del primo consultorio sull'identità di genere gestito da trans (oggi struttura dell'Asl). Il suo impegno come attivista è continuato negli anni, sempre in prima linea, senza risparmiarsi, nonostante la grave malattia che l’ha consumata negli ultimi anni, fino alla sua scomparsa nel 2010, a 67 anni. Marcella ha lasciato un vuoto enorme nel movimento, che ancora oggi dopo due anni, resta difficile da colmare. In tanti ne rimpiangono la personalità, dalla amica e collega Vladimir Luxuria a Paola Concia a Franco Grillini, fino a figure estranee al mondo dei diritti civili, come l’ex sindaco di Bologna Walter Vitali, che la ricorda come compagna instancabile di mille battaglie e non nasconde l’entusiasmo per la scelta del comune di Bologna, di

Di Beniamino PiscopoGiugno 2012

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sull'argomento, la Corte stessa si occuperà di sopperire a questa lesione dei diritti delle coppie omosessuali, riconoscendo loro diritti equiparabili a quelli delle coppie sposate, ma maggiori di quelli riconosciuti alle coppie conviventi eterosessuali(questo perché se la coppia eterosessuale convive, è sua la scelta di non sposarsi). Grazie a questa sentenza gli altri tribunali possono interpretare le norme seguendo l'orientamento della Consulta. Questo è ciò che ha fatto recentemente la Cassazione con la sentenza 4184/2012, in cui, per le coppie omosessuali, parla di diritto ad essere considerate una famiglia (poco prima si era pronunciato il Tribunale di Reggio Emilia riconoscendo il diritto al ricongiungimento familiare per le persone che si sono sposate o unite all'estero). Proprio su queste due sentenze, con cui si sono fatti passi avanti nel tema dei diritti civili di persone LGBTI, è in programma a Bologna, l'8 Giugno, a Palazzo d'Accursio, un convegno informativo. L'art 3 della Costituzione parla di uguaglianza e il 2° comma dice che lo Stato deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che la limitano. L'anno scorso il Parlamento italiano non è riuscito nemmeno ad approvare una legge contro l'omofobia; si passò a parlare dai PACS (diritti per la coppia) ai DICO (diritti per i singoli all'interno della coppia), senza mai concedere diritti che, ad una parte della popolazione, sono già concessi. Qui non si tratta di opinioni,di contro o a favore, qui si tratta di diritti civili, da garantire a tutti allo stesso modo.

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un’enorme quantità di documentazione giuridica sull'orientamento sessuale e l'identità di genere (orientamento sessuale: attrazione affettiva o sessuale di una persona verso individui dello stesso sesso o di sesso diverso; identità di genere: differenza fra il genere sessuale percepito ed il genere dei propri caratteri sessuali). • la divulgazione di queste informazioni a livello giuridico nazionale, per formare gli avvocati su questi temi • la garanzia di assistenza o consulenza legale a persone LGBTI. Un'iniziativa a cui gli avvocati di Rete Lenford hanno preso parte, insieme all'associazione Certi Diritti, è l'affermazione civile per il diritto al matrimonio. Infatti, sono stati portati davanti alla Corte Costituzionale più di 20 ricorsi, grazie a quattro autorità giudiziarie che hanno sollevato questione d'incostituzionalità delle norme del Codice Civile nella parte in cui non prevedono il matrimonio tra persone dello stesso sesso. La sentenza della Corte di Costituzionale 138/2010 sancisce che non c'è diritto a contrarre matrimonio, ma esiste il diritto fondamentale al riconoscimento, per coppie dello stesso sesso, di vivere liberamente la propria condizione di coppia omosessuale e di ottenere un riconoscimento giuridico da parte dello Stato. La Corte sancisce anche che è il Parlamento che deve elaborare una legge che si occupi di questa materia. Se il Parlamento non legifererà

Sono entrata per la prima volta in uno studio legale e sono stata accolta da quello che forse sarà il mio futuro: un ragazzo, un praticante avvocato. Sono qui per parlare con l'avvocato Giovanni Genova e farmi raccontare dalla sua voce, dalla voce di una persona all'interno dell'associazione, cos'è Rete Lenford. Non avevo mai intervistato nessuno, quindi avevo un po' di timore, ma alla mia semplice domanda sul quando ed il perché è nata Rete Lenford, l'avvocato ha cominciato a raccontare e non si è più fermato.Nel dicembre del 2007 gli avvocati Ricci, Bilotta e Rotelli hanno deciso di creare un'associazione che si occupasse di diritti delle persone LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, intersessuali cioè ermafroditi). Possono aderire all'associazione solo avvocati e praticanti avvocati, mentre fanno parte della rete anche altri professionisti che forniscono consulenze sia in materia giuridica che in materie sociali. Fare pare della Rete, non è un lavoro, quindi gli avvocati vengono pagati solo se offrono assistenza legale (applicando l'onorario minimo), ma nel caso in cui

le persone non siano in grado di pagare, lavorano a patrocinio gratuito. La rete è diffusa su tutto il territorio nazionale; tra soci ed aderenti vi fanno parte 90 persone. Per quanto riguarda Bologna, gli avvocati presenti sul territorio che fanno parte dell'associazione sono solo 3, di cui uno è appunto Giovanni Genova, ma qui le realtà sono tante: c'è il MIT (Movimento Italiano Transessuali) che gestisce alcuni consultori dell'AUSL che forniscono sostegno psicologico; c'è anche Il Cassero, che ha collaborato, e collabora, con Rete Lenford, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto scientifico e divulgativo dei diritti di persone LGBTI, grazie, ad esempio, all'organizzazione di convegni. Rete Lenford è nata con tre principali scopi: • l'approfondimento scientifico sui temi dei diritti civili di persone LGBTI sia per quanto riguarda l'ambito italiano che per quanto riguarda quello europeo, tramite lo studio e l'aggiornamento di sentenze ed articoli della dottrina. A Bergamo si trova il Centro studi Lenford, che è il più importante a livello europeo, in cui si trova

RETE LENFORDDialogando con

l'Avv. Giovanni Genova

Di Giulia SilvestriGiugno 2012

www.retelenford.it

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omosessuali a quelle eterosessuali. Ed è di pochi giorni fa la presentazione del rapporto Istat riguardante la popolazione omosessuale nella società italiana. Il 61,3% dei cittadini tra i 18 e i 74 anni ritiene che in Italia gli omosessuali sono molto o abbastanza discriminati. Gli italiani condannano i comportamenti discriminatori: il 73% è in totale disaccordo con il fatto che non si assuma una persona perché omosessuale o non si affitti un appartamento per lo stesso motivo. D'altra parte, che persone omosessuali rivestano alcuni ruoli crea problemi a una parte della popolazione: per il 41,4% non è accettabile un insegnante di scuola elementare omosessuale, per il 28,1% un medico, per il 24,8% un politico. Il 74,8% della popolazione non è d'accordo con l'affermazione "l'omosessualità è una malattia". Anche sui comportamenti in pubblico gli italiani si dividono e ben il 55,9% si dichiara

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genere presentata a New York il 18 Dicembre 2008, e sostenuta da 66 nazioni. E’ importante citarla, perché nata su un’istanza presentata dalla Francia che chiedeva la depenalizzazione dell’omosessualità, però tale richiesta ha visto l’approvazione di solo 25 Stati, e il dissenso di molti: Stati islamici, il Vaticano, Russia e Cina. Ad oggi 66 membri su 192 dell’organizzazione Onu hanno firmato il documento e tra gli obiettivi da realizzarsi entro il 2015, le Nazioni Unite hanno posto il raggiungimento dell’uguaglianza del gender e l’empowerment dello stesso. In Italia la storia della rivendicazioni è stata molto lunga, solo negli anni ’80 ci sono stati i primi riconoscimenti: proprio a Bologna nell’82 viene riconosciuta Porta Saragozza quale sede degli omosessuali. Dagli anni 90 iniziano le proposte di legge per il riconoscimento delle unioni civili e la parificazione delle coppie

Si respira ormai un’aria particolare a Bologna, quell’atmosfera di sapere e di voler stare insieme alla vecchia maniera Gucciniana, in cui bastava una chitarra e un bicchiere di vino per ritrovarsi e fare festa insieme condividendo emozioni e sensazioni. Ebbene, in queste settimane Bologna si sta preparando al grande evento del Gay pride che si terrà il prossimo 9 giugno, ed ecco che la città pullula di eventi culturali sul tema dell’omosessualità e non solo.Quello degli lgbt è un tema che può essere sviscerato da più punti di vista, ed ecco che l’Istituzione per l’inclusione sociale e comunitaria “Don Paolo Serra Zanetti” ha organizzato un seminario sul tema, dal titolo “Omosessualità, culture e diritti”. E’ un mix di argomenti vasti che se legati tra loro forniscono un punto di vista sottile, delicato ma importante: l’aspetto dell’omosessualità legato all’immigrazione. Cosa succede se un immigrato è lgbt? A spiegarlo sono intervenuti diversi esperti, che hanno presentato i loro lavori di ricerca con i quali ci hanno consentito di avere un quadro della situazione.Ad aprire la discussione è la Presidente dell’Istituzione,

Matilde Callari Galli, descrivendo il quadro nazionale ed internazionale. Ad oggi infatti ci sono moltissimi Stati che criminalizzano, violando i diritti umani, il tema dell’omossessualità con carcere a vita, pene corporali, fino ad arrivare in alcuni stati alla pena di morte. Oggi sono 77 gli Stati in cui l’omosessualità e le altre differenze di identità di genere viene punita dalla legge, e in 7 di questi è prevista la pena di morte, nonostante condanne e raccomandazioni dei vari organismi europei e internazionali. Negli ultimi anni si è poi registrato un inasprimento delle repressioni, ad esempio in Iran si testimonia l’aumento delle esecuzioni capitali ed è per questo che nel gennaio 2008 è intervenuto il Parlamento Europeo con una risoluzione al fine di condannare la repressione omofobica in atto. Nel panorama internazionale è utile ricordare la Dichiarazione sui diritti umani, l’orientamento sessuale e l’identità di

L’omosessualitàtra culture

e dirittidi Marialaura Amoruso

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di molestie e di discriminazione. Il risultato è che spesso lasciano le strutture diventando dei senza fissa dimora, o sopravvivendo tramite il “sofa surfing” o in cambio di favori sessuali per l'ospitalità o iniziano a soffrire di malattie mentali. Il 60 per cento dei richiedenti di asilo LGBT intervistati sono dei “senzatetto”.Spostando l’attenzione dalle osservazioni analitiche al nostro comune sentire di tutti i giorni, ognuno di noi può testimoniare come anche nel nostro Paese, in cui l’omosessualità non è punita, il raggiungimento dell’uguaglianza di genere, sia obiettivo ancora molto lontano. Basti pensare ai dati Istat: il 74,8% pensa che l’omosessualità non sia una malattia, ma ciò significa che il restante 15,2% lo pensa. Anche perché sempre i dati Istat confermano che per il 30% degli italiani, la cosa migliore per un omosessuale sia non farlo sapere in giro!

Tutta la redazione di

DiecieVenticinque vi

aspetta al Gay Pride!

non vi è un richiamo diretto all’omosessualità, solitamente si fa più riferimento a: rapporti indecenti o contro natura, alla sodomia (anche etero), rapporti contro la morale, il pudore pubblico, istigazione alla sregolatezza, alla depravazione e infine alla prostituzione.Preme sottolineare che in alcuni Paesi è solo l’omosessualità maschile ad essere sanzionata, ma ciò non vuol dire che quella femminile sia tollerata. Infatti laddove le leggi non sanzionano i rapporti omosessuali tra donne, è perché queste sono ritenute “inferiori” ed hanno un ruolo marginale, vengono tenute in scarsa considerazione, ma ciò non esclude che vi siano stati molti casi in cui delle lesbiche sono state aggredite, arrestate, frustate o uccise.Giorgio tiene a precisare che nel spiegare che tra i motivi per cui si può chiedere protezione vi è anche l’orientamento sessuale, occorre stare attenti al linguaggio utilizzato. Termini come “gay” e “lesbica” potrebbero non essere comprensibili o termini nei quali la persona non si riconosce.Indubbiamente internet ha favorito la diffusione di questi termini ed ha permesso forme di aggregazione “virtuali” in quasi tutti i paesi del mondo, tuttavia non è da ritenere scontata l’adesione a questi modelli culturali.Spesso richiedenti asilo LGBT ospitati in centri d'accoglienza sono a rischio

sessuali fossero più discreti sarebbero meglio accettati", mentre per il 29,7% "la cosa migliore per un omosessuale è non dire agli altri di esserlo". Forti difficoltà emergono per gli omosessuali/bisessuali in famiglia. Circa il 20% dei genitori sa che i loro figli vivono una tale condizione. Il dato è più alto per i fratelli (45,9%), i colleghi (55,7%) e soprattutto gli amici (77,4%).Il seminario è stato anche momento di occasione per presentare il lavoro di ricerca dal titolo “Approdi negati” svolto dall’antropologo Carlo Francesco Salmaso e Rebecca Zini. Si tratta di un progetto, finanziato dal ministero del Welfare e portato avanti in cinque città italiane (Roma, Milano, Napoli, Cosenza e Bologna), nato da 80 interviste raccolte tra le persone Lgbt sia nei dormitori sia nei centri per gli homeless. Difficilmente quando si pensa ai senza fissa dimora, si pensa all’omosessualità, ma i due fenomeni sono più legati di quanto si possa pensare. Infatti l’esperienza di marginalità lgbt nasce da un lento logoramento dei rapporti con la famiglia e con la rete sociale di riferimento. È un evento sfortunato alla fine quello che ti trascina in strada come la perdita del lavoro, una malattia, l’anzianità che sopraggiunge o una dipendenza sottovalutata. Ma questi uomini e donne non hanno punti di riferimento anche e soprattutto a causa della loro omosessualità. Ed ecco che intervengono i

dormitori quasi a raccogliere coloro che vivono in queste situazioni, ma purtroppo anche i dormitori restano comunque luoghi difficili per gli omosessuali visibili, perché nella sostanza non sono affatto diversi da quello che c’è fuori. Si possono ritrovare omofobia, insulti, dinamiche aggressive. E tra gli scopi di “Approdi Negati” c’era proprio quello di pensare alle strategie per sostenere questi uomini e donne a uscire dai margini cercando prima di tutto di ricostruire una rete di relazioni, perché la povertà non è solo materiale, si tratta di un vuoto relazionale e solitudine che si deve riconoscere e colmare in fretta. Sui fenomeni migratori e le problematiche Lgbt, è Giorgio dell’Amico, a descriverci lo stato attuale delle cose. Lavorando al centro Stranieri del Comune di Modena, Giorgio ci fornisce dei dati chiari e precisi prima però tenendo a precisare quello che è un errore abbastanza comune: la distinzione tra il concetto di coming out e quello di outing. Infatti con il primo si indica il processo con il quale si afferma la propria omosessualità, con il secondo, molto più comune ed usato spesso in modo improprio , si indica l’azione di rendere nota l’omosessualità di una terza persona, spesso col fine di danneggiarla.Allargando lo sguardo della nostra analisi ai diversi paesi del mondo, scopriamo subito che sono molti i codici penali che puniscono espressamente i rapporti omosessuali ed anche se

L’omosessualità tra culture e diritti

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Copertina: Flavio Romualdo GarofanoSito web: Salvatore Naso Impaginazione e grafica: Ida Maria Mancini

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