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Periodico trimestrale dell’ADSINT - Associazione Donatori di Sangue - Istituto Nazionale dei Tumori - Onlus - Anno XXXVII - n.2/2013 - numero 141 - spedizione in Abb. P. art.2, comma 20/c, legge 662/88 © Illustrazione di Elena Prette n.2 anno 2013

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IL GLOBULO n.2|20132-3

Si può donare

dalle ore 7.30 alle ore 12.30 dal lunedì al venerdì

Nei sabati di apertura dalle ore 7.30 alle ore 12.00

Sabati di apertura1-15-29 giugno, 13-27 luglio 3-31 agosto, 14-28 settembre

Orari e indicazioni per la donazione Chi dovesse effettuare gli esami di sangue annuali o di controllo potrà presentarsi dalle ore 7.30 alle ore 12.00 a completo digiuno dalla mezzanotte. Le donne in età fertile non possono effettuare esami o donazione in periodo mestruale. Gli esami strumentali (Elettrocardiogramma – Rx Torace – Visita cardiologica) si effettuano la mattina tra le 8.30 e le 11.00 su appuntamento previa richiesta da parte del medico del Centro trasfusionale.

• Orari e indicazioni 2 • Editoriale Giovanna Ferrante 3

>> Vita associativa• 300 donazione di sangue Vincenzo Di Mango 4 • Pensieri su Amsterdam Tommaso Bicego 6 • E ora scaldate i motori… si parteeeee Caterina Scalise 8 • Attività del Gruppo di Vaiano Cremasco Elena Ghilardi 10 • Giornata mondiale del donatore Segreteria ADSINT 11 • ADSINT News Segreteria ADSINT 12 • Corso d’inglese Shenker Segreteria ADSINT 15

>> Medicina• Malattia renale cronica Fabrizio Villani 16

>> Conoscere e sapere• La casa degli artisti Giovanna Ferrante 18 • Macbeth Stefano Cozzaglio 20 • Buca, buca con acqua Alfredo Dovera 22 • Pane, amore, fantasia Damiano Basanisi 24 • Mercedes, storia dell’automobile Alfredo Dovera 26 • Cinema in casa Laura Fugnoli 29 • Viaggiare Stefania Bortolotti 30 • In musica Segreteria Adsint 31 • Tra le quinte Giovanna Ferrante 32 • Il segnalibro Giovanna Ferrante 34 • La ricetta Roberto Mariani 35

AttenzioneCaro Associato,se ricevi più di un numero del Globulo per nucleo famigliare puoi distribuire le copie eccedenti a un vicino o al medico curante, ci aiuterai a divulgare il nostro messaggio di solidarietà. Inoltre, conserva la ricevuta postale o bancaria della tua offerta alla nostra Associazione: potrai dedurla con la prossima dichiarazione dei redditi in base all’art. 13 D. Lgs n° 460/97. L’ADSINT è iscritta all’anagrafe delle ONLUS (Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale).

Per informazioni:ADSINT Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori – ONLUSVia Venezian, 1 20133 Milano (MI)Tel. 02 2390 2885 – 02 2390 3172Fax 02 2390 2969 e-mail [email protected]

Sommario

Sostieni l’ADSINT con il 5 x mille: C.f. 80113670154

Direttore Responsabile: Giovanna FerranteVice Direttore: Alfredo DoveraRedazione: Stefania Bortolotti, Stefano Cozzaglio, Laura Fugnoli, Roberto Mariani, Fabrizio VillaniSegreteria di Redazione: Stefano LanfranchiHa collaborato a questo numero: Tommaso Bicego, Vincenzo Di Mango, Elena Ghilardi, Caterina ScaliseFoto di: Damiano BasanisiDirezione, Redazione e Amministrazione: Via Venezian, 1 - 20133 Milano (MI) Tel 02 2390 3172 - 02 2390 3173 www.adsint.mi.it email: [email protected]: 8600 copieGrafica e impaginazione: KEROSENE creative labStampa: Almaca s.r.l.

Periodico trimestrale dell’ADSINTAssociazione Donatori di SangueIstituto Nazionale Tumori - Onlus

Il Globulo è una rivista trimestrale dell’ADSINT gratuita ai soci. Viene inoltre inviata, sempre gratuitamente, ai soggetti che effettuano una donazione non inferiore a € 10,00.

Le donazioni possono essere effettuate a mezzo assegno o tramite bollettino postale sul conto corrente n° 11647203

Gli articoli firmati o siglati rispecchiano il pensiero dell’autore e non impegnano il giornale.Pubblicazione trimestrale, registrazione presso il Tribunale di Milano del 20.04.1977 n° 165.Spedizione in abbonamento postale Art.2, comma 20, lettera c, Legge 23/12/1996 n° 662 – Milano

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Essere parte attiva nella vita di ADSINT, consapevole di far parte di un gruppo numerosissimo di persone, uomini e donne che negli anni si sono uniti per dare aiuto concreto ai pazienti dell’Istituto Tumori.E’ scontato che ogni donatore sia felice di contribuire personalmente per rendere più efficiente l’attività clinica e chirurgica rivolta al malato, sia felice di dare un significativo contributo per la soluzione di una malattia. La volontà di ognuno è indispensabile per rendere concreta la possibilità di raggiungere un grande risultato, attenuando il timore della mancata risposta alla necessità impellente dei pazienti.Ma è necessario anche lo sforzo comune che sappia contagiare con entusiasmo, amplificando l’idea e l’azione per chiamare altri e motivarli verso l’obiettivo da raggiungere: un numero sempre

Editoriale

Giovanna Ferrante

Giornalista. Milanesissima,

ha caratterizzato la sua professione

raccontando la città che ama, la sua storia

e i suoi protagonisti con la pubblicazione

di diversi libri e tenendo conferenze su temi

milanesi. Donatrice di sangue presso l’Istituto

dei Tumori è stata Vice Presidente ADSINT.

Attuale Direttore de “il Globulo” vorrebbe

che la testata diventasse un “salotto” per

rinsaldare i vincoli d’amicizia fra tutti i Donatori.

[email protected]

più elevato di donatori di sangue, anche se già ora molto possiamo fare perché siamo un esercito di circa cinquemila persone.Uno dei temi importanti è l’ingresso nelle scuole per far capire alle nuove generazioni come la donazione di sangue sia un aiuto concreto per chi si trova nel bisogno, ma anche un’esperienza vissuta che diventa sentiero da percorrere per la crescita personale. Quante gocce saprò donare, unite a tutte le altre, aumenteranno il patrimonio prezioso di gocce raccolte. Perché un donatore non guarda ad un futuro dispersivo, piuttosto l’obiettivo è quello di un futuro aggregante e concreto nella immediata generosa risposta ai problemi di salute che affliggono molti. La nostra missione è tutta qui.

Giovanna Ferrante

Cosa significa essere donatore?

Vita associativa Medicina Conoscere e sapere

[email protected]@[email protected]

La redazione

[email protected] [email protected]@ilglobulo.it

[email protected]@ilglobulo.it

Inviateci i vostri messaggi, foto o suggerimenti

sugli articoli che volete trattare.

redattorianche voi!

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300 donazioni di sangue Testo di: Vincenzo Di Mango

Il 16 febbraio 1976 un uomo che conoscevo di vista (ricordo che si chiamava Giulio) mi chiese

disperato, se il giorno seguente me la sarei sentita di dare il mio sangue per sua madre che avrebbe subito un serio intervento chirurgico nell’Ospedale di Trani, il mio paese di origine. Ero stato preso alla sprovvista da quella richiesta insolita, non eravamo amici, non ero coinvolto emotivamente e volevo decisamente dirgli di NO. Però volevo farlo in equilibrio con il mio modo di essere e di pensare. Ero un giovane uomo di vent’anni, idealista come

Foto di: Damiano Basanisi

tanti altri, volevo cambiare il mondo, partecipavo alle manifestazioni per la pace ed ero contro qualsiasi tipo di sofferenza e crudeltà.In quei pochi istanti non riuscii a pensare ad una benché minima ma ragionevole motivazione che mi facesse cadere in piedi e, guardandolo negli occhi, gli dissi di SI. Lui mi sorrise e ringraziandomi con gratitudine mi diede appuntamento per il giorno dopo al Centro Emotrasfusionale dell’Ospedale. Così il mattino seguente ebbi un colloquio con un medico che mi chiese notizie sul mio stato di salute

e sulle malattie che avevo avuto da bambino. Le mie risposte erano state evidentemente soddisfacenti così procedettero con la trasfusione. In 5 minuti avevo già concluso la donazione. Giulio mi ringraziò con gratitudine e addirittura usciti dall’Ospedale mi offrì del denaro per sdebitarsi; scuro in viso, gli risposi di non pensare che il mio sangue fosse in vendita, e gli chiesi piuttosto di offrirmi un cappuccino ed un cornetto al bar. Lui mi chiese scusa e mi spiegò che un suo parente, per un’altra sacca di sangue, aveva voluto essere pagato, da qui la sua intenzione di darmi del denaro.In breve si sparse la voce. Nel giro di un anno e mezzo altre quattro persone mi chiesero di donare sangue per i loro parenti ricoverati. A quel punto decisi di associarmi all’AVIS di Barletta per darmi una disciplina: le mie donazione sarebbero state articolate nei mesi e a disposizione in modo anonimo per i pazienti che ne avessero avuto necessità.Quando poi nel 1978 mi sono trasferito in Lombardia, ho continuato a donare il sangue all’AVIS di Milano finché, assunto nel 1980 all’Istituto dei Tumori come impiegato, sono venuto a conoscenza di ADSINT. Durante la seconda donazione in Istituto mi fu chiesto se potevo donare granulociti per mezzo della separazione: ne fui incuriosito e da allora ho alternato le mie donazioni tra sangue intero,

piastrine, granulociti e, più di recente, plasma.Devo riconoscere che, così facendo, sono sempre stato sotto controllo medico e non ho mai avuto episodi patologici che sfuggissero alle visite mediche o agli esami di routine, soprattutto quando ero reduce da cene abbondanti con amici e parenti: il mio fegato si ribellava e la fatidica prova delle transaminasi era un serio esame da superare quasi con ansia!Da quella mia prima donazione casuale sono trascorsi ben 37 anni e il 6 dicembre 2012 ho raggiunto il traguardo inaspettato delle 300 donazioni (65 di sangue intero, 99 separazioni cellulari, 136 plasmaferesi). In tutti questi anni ho intrecciato rapporti di sincera amicizia con gli infermieri, tecnici, ausiliari e medici del Centro Emotrasfusionale, primo fra tutti il caro Dottor Ravagnani, che mi hanno permesso di mantenere una qualità alta di rapporto profondo e sincero nello scambio reciproco.Nel 2000 ho cambiato Ente e ho iniziato a lavorare all’INPS ma ho continuato e continuo ad essere donatore mantenendo un forte legame con l’ADSINT. Impegno che mantengo anche ora che mi sono trasferito a vivere e lavorare a Carrara, in cerca di un ambiente più vivibile con il clima temperato ed il mare.La donazione di sangue. Ogni volta è come la prima volta; ogni volta aumenta la mia consapevolezza di essere di aiuto ad un ammalato ricoverato, ad un bambino; ogni volta cresce la mia coscienza di uomo che aiuta la collettività in difficoltà. Non bastano le parole per esprimere l’importante ruolo del donatore nella complessità sociale. Questo sentimento mi rende orgoglioso di essere un donatore di sangue.Chiudo questa mia riflessione partita da lontani ricordi, con un pensiero a Suor Albertina che tanta parte ha avuto nella nascita di questa nostra Associazione.

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IL GLOBULO n.2|20134-5

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Pensieri su AMSTERDAMTesto di: Tommaso Bicego

Son stato a lungo su questa pagina per decidere cosa scrivere del soggiorno

dell’ADSINT MENO30 ad Amsterdam.Ero indeciso fra diversi argomenti, cercando di mantenermi il più distaccato possibile dall’evento. Fare una specie di cronistoria? No, sarebbe stato inutile e misero, quello è un lavoro degli storici.Scrivere di quello che abbiamo fatto noi? Ma a chi può interessare un’autocelebrazione? Bocciata.E allora ho deciso che non scriverò di nulla che riguardi l’ADSINT o di Amsterdam stile Wikipedia, ma di quello che è stato il mio rapporto con la città, ma non voglio scrivere l’ovvio che non interessa a nessuno, scriverò del vero, il mio vero e come tale voglio che sia letto e preso.Siamo partiti da Milano Linate, un bel viaggio veloce durato 3 giorni, ad Amsterdam il tempo lasciava un po’ a desiderare, nuvoloso con minaccia di pioggia. Avendo visto le previsioni comunque ero abbastanza sicuro che il cielo avrebbe retto fino alla settimana dopo.La cosa più bella è la consapevolezza di essere in un paese nuovo, diverso, quella città così fredda emanava odore di avventura.Cosa abbiamo fatto il primo giorno? Sì, ci siamo infilati in qualche bar, d’altronde è la nostra specialità, quello che mi ha affascinato di più

è che gli olandesi sono dei perfetti bilingue, parlano il loro nederlandese di cui non so nulla, ma anche un perfetto inglese, non troppo “british”, ma assolutamente comprensibile, mica quel divario da americano ad inglese a cui siamo abituati.Scriverò un po’ sommariamente quello che abbiamo fatto, abbiamo visto un’infinità di musei, ma quello più importante di tutti è l’Hermitage di Van Gogh.Sono rimasto colpito dal pittore, avendo avuto quello che a me piace considerare un buon liceo artistico sono molto sensibile all’arte, per non parlare della psicologia dell'artista stesso, in Van Gogh poi così interessante. Non ne parlerò ma chi vuole andare ad Amsterdam, ve ne prego, oltre ad andare per i soliti locali andate a conoscere un mostro dell’umanità, fatevi questo favore, crescete, conoscetevi.Amsterdam ti permette questo, è bene non sprecarlo.Quando si parla di Amsterdam bisogna però avere ben chiaro una cosa, la città è un mix incredibile fra una voglia di risorgere costante e violenta e un desiderio di morte che mai si spegne, credo che davvero Anne Frank abbia causato un terremoto nella cultura cittadina, influenzandola profondamente.Perché se è vero che hai musei, biblioteche, cultura, chiese, persone

di valore indiscusso e futuro hai anche prostituzione, alcol, droga, poveri, criminalità e sporcizia. Quello che forse è un po’ esotico da afferrare è che non ci sono due Amsterdam, come se fossero due quartieri diversi, condizione che puoi trovare ad esempio in una città come Milano. No! Amsterdam è una sola, con la prostituta che batte la via dietro alla chiesa. Come Anne Frank è la bambina che tutti un po’ conosciamo, sognatrice e buona, ma irrimediabilmente schiacciata dalla vita, così Amsterdam.Sicuramente una città da visitare, se

non da viverci, la gente è cordiale e semplice, è una città giovane e aperta al mondo e come tale presenta tutte le contraddizioni di una generazione che cresce e che è variegata. Le differenze emergono in modo a volte brutale e violento ma sempre con una grande speranza e vitalità.Amsterdam è una città profondamente triste e non si può non pensare ai canali come alle lacrime che solcano il suo viso. Amsterdam però è anche una città estremamente vera: le persone sono nude, non mentono, lo schifo è visibile e non è nascosto (come, invece, avviene in Italia, il Paese dell’apparenza), non c’è presunzione, non c’è arroganza ma solo una semplicità che affascina.Che Amsterdam sia aperta non solo all’Europa ma al mondo lo si capisce non solo parlando con le persone, ma entrando nei negozi; è lo stesso spirito cittadino che si interessa del resto del mondo, per arricchirsi di senso e non di immagine.Parentesi: Van Gogh era ossessionato dal Giappone come ci ricorda il buon museo dell’Hermitage.Un altro bel posto assolutamente notevole è il museo dell’Heineken: un

misto di alta tecnologia, immagini, birra a fiumi e giochi interattivi, un percorso che dura alcune ore in pancia all’azienda e che sfocia in una specie di sala aperitivo piena di monitor. Un bel bar dove si sta in piedi si chiacchiera, si beve e si fa amicizia un po’ con tutti. Col senno di poi potrebbe anche essere considerato un postaccio insulso visto che non c’era nulla di particolare a parte qualche monitor che proiettava alternati Rio e New York ma l’atmosfera era buona e si stava bene. Il museo del cinema anche lui carino (siamo rimasti ore a provare quelle tecnologie di proiezione e cattura immagini), la casa di Anne Frank vista dal battellino, la scacchiera giocabile per strada (a Milano non sarebbe durata un giorno), Piazza Dam… Devo dire che è una città piena di posti notevolissimi e ho avuto la compagnia ideale per andarci, se fossi andato con altri credo non avrei mai visto tutti questi posti e non ne sarei rimasto così pienamente soddisfatto, ma l’avere accanto delle persone, seppur nella loro diversità, coi loro differenti interessi, così pienamente mature, non ha fatto nient’altro che aumentare il valore

Vuoi partecipare alle nostre iniziative?Seguici sulla pagina facebook “ADSINT MENO30”!!!

delle cose cui sono stato messo di fronte.Devo dirlo, avevo più di qualche remora all’inizio, perché Amsterdam è una di quelle città dove si pensa al “liberi tutti”, ma con questo gruppo non è stato così, non è mai stato perso il filo conduttore di un viaggio completo, collettivo ma anche personale, quando poteva facilmente degenerare in qualcosa di diverso.Se volete sapere qualcosa di più riguardo al lato B di Amsterdam, in quella zona fra legale e immorale, non sarò io a confermarvi niente, a narrare o a raccontare qualcosa.Perché è giusto così, perché Amsterdam infine è questo, è una città cangiante che si mescola con la persona che la vive e i fatti personali; quella che si potrebbe vedere come “l’Amsterdam personale” non si tocca.

LA RIMA DI SIGVieni qui da noi che donar tu puoi,basta tendere il braccio che riceverai un abbraccio,è solo un piccolo buchetto, ma è grande il suo effetto.

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Testo di: Caterina Scalise

L’ultimo trimestre passato è stato un po’ troppo tranquillo per noi motociclisti… acqua... pioggia… e ancora acqua... MA BASTAA!!

Nelle poche giornate di sole, alcuni hanno fatto qualche giro giusto per togliere la polvere dalla moto e respirare “dei profumi che poi un metro dopo non li senti più…”, lasciando lo smog in città... Un giro tranquillo sul lago poi in montagna e via a casa.Un evento a cui siamo stati invitati e a cui abbiamo partecipato con molto entusiasmo è il “Bobino Motor Park”: una grande festa dove si sono riuniti alcuni Motoclub milanesi. Serata spettacolare: ottima musica, splendida compagnia ed è stato possibile distribuire i nostri opuscoli (sia quello di ADSINT che quello di Adsint-MotoBikers) e conoscere gente nuova (speriamo di trovare qualche nuovo donatore).

11 maggio: GIRO IN FRANCIACORTAEvento organizzato dalla nostra associazione e che noi bikers non ci siamo fatti scappare. Per un po’ abbiamo fatto da corteo al pullman ma poi le moto avevano bisogno di curve e tornanti e lasciata l’autostrada abbiamo iniziato un bel giro nelle terre di Franciacorta. Che profumi, che paesaggi, non si possono descrivere perché sono un insieme di profumi, colori, ombra e luce.

12 maggio: SBKCon Irene (che da aprile è diventata oltre che nostra testimonial anche donatrice) in mezzo ai paddock a parlare con i piloti a strappare qualche autografo e qualche foto …Adoro il mondo delle due ruote e ciò che ruota attorno.A giugno organizzeremo una Motogrigliata chi volesse partecipare scriva a [email protected], agli iscritti al gruppo verrà inviata la mail, ma chi non è iscritto e desidera partecipare alle nostre uscite mi scriva, anzi portate con voi un amico che vorrebbe diventare donatore, così avrà modo di conoscerci e sono certa che non ci abbandonerà più…

E ora scaldate i motori… si parteeeeee

P.S. : scusate se mi permetto di usare queste poche righe per salutare Maria Grazia, un’amica che ho avuto la fortuna di trovare grazie all’Adsint e che purtroppo a fine aprile ha avuto un incidente in moto per colpa di pioggia, asfalto scivoloso e binari del tram. Carissima riprenditi presto che abbiamo qualche uscita da fare. Ti abbraccio forte …. Un bacione grande da tutti noi.

A presto e buon giro a tutti !

Michel Fabrizio, pilota BMW, fra Angelo, Presidente Adsint Moto Bikers e Martina

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IL GLOBULO n.2|20138-9

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Martedi 9 aprile “Studenti a lezione di vita”, intesa come donazione di sangue e di organi, alle scuole medie “Vailati” di Vaiano Cremasco.Grazie all’organizzazione del professor Claudio Patrini, responsabile del plesso scolatisco, e degli altri insegnanti e alla disponibilità dell’Associazione Donatori di Sangue “Fondaz. Dott. Lorenzo Zingo” gli studenti delle tre classi seconde hanno incontrato il Dott. Fernando Ravagnani, primario del Centro Trasfusionale dell’Istituto Tumori di Milano e i membri del Consiglio Direttivo Roberto Mariani e Vandino Morassi. Tra gli altri ospiti il Presidente della Fondazione Dr Lorenzo Zingo, Gianfranco Cazzamali e dell’Aido Alessandro Mastrobattista. Ne è nata una doppia conferenza (un’ora circa per entrambi i gruppi di cui sono stati suddivisi gli studenti) dedicata all’importanza della donazione del sangue e della scelta della donazione degli organi. In entrambi i casi, si tratta di decisioni che favoriscono la vita altrui, dimostrano altruismo e profondo senso civico. Concetti che i relatori hanno chiarito ai giovani studenti con parole semplici ed efficaci, auspicando per ognuno di loro un futuro da donatore. Non è la prima volta che la scuola media ospita questo tipo di incontri nell’ambito delle attività di formazione dei ragazzi.

Sabato 13 aprile, l’Associazione Donatori di Sangue “Fondaz. Dott. Lorenzo Zingo”, insieme all’Auser Comunale, l’Arcicoop e La Polisportiva Vaianese, hanno organizzato una corsa campestre riservata ai ragazzi delle scuole medie, le cui medaglie sono state messe a disposizione dei vincitori dalla nostra Associazione. Ecco un momento della premiazione da parte del vice presidente Elena Ghilardi.

Testo di: Elena Ghilardi

Studenti a lezione di “vita”L’attività dei Donatori di Sangue

Attività del Gruppo di Vaiano Cremasco

Corsa campestre scuole medie di Vaiano Cremasco

www.donatorivaiano.it

Sabato 13 aprile è prematuramente scomparso l’amico e donatore ADSINT Mario Pezzetti, persona molto conosciuta e stimata da tutto il paese in quanto dedicava parte del suo tempo come volontario Auser. Mancherà tanto a tutti quanti, ma resterà sempre vivo nei nostri ricordi.

Sensibilizzazione alla donazione di sangueSabato 20 e domenica 21 aprile la Fondaz. Dr.L. Zingo ha aderito all’iniziativa “Sottocosto” presso il Centro Commerciale INTERSPAR “La Girandola” di Bagnolo Cremasco, presenziando con il gazebo dell’Associazione Donatori di Sangue dell’Istituto Tumori di Milano per sensibilizzare gli avventori sull’importanza della donazione di sangue.Un sentito ringraziamento va alla responsabile del Centro Commerciale Sig.ra Bonetta Andreina ed al responsabile del supermercato Sig. Alessio Passerini.

“La donazione di sangue è come un dono che salva la vita”

Giornata Mondialedel Donatore

14 giugno 2013

Il paese ospitante per la Giornata mondiale del donatore di sangue 2013 è la Francia.

L’Etablissement Français du Sang (EFS) organizzerà un evento globale che si terrà a Parigi il 14 giugno 2013. Per tale occasione è già stata organizzata una goccia umana da record il 30 Marzo scorso. L’attenzione per la campagna di quest’anno - il 10 ° anniversario della Giornata mondiale del donatore di sangue - è “La donazione di sangue è come un dono che salva la vita”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità incoraggia tutti i Paesi a raccontare le storie di persone le cui vite sono state salvate attraverso la donazione di sangue, come un modo di motivare i donatori di sangue regolari per continuare a dare il sangue e le persone in buona salute che non hanno mai dato il sangue, in particolare i giovani, per iniziare a farlo.Anche quest’anno le associazioni di donatori di sangue di Milano in collaborazione con il Comune organizzeranno iniziative legate alla “Giornata mondiale del donatore di sangue” per ricordare anche nella nostra città la necessità di coinvolgere e avvicinare il maggior numero di persone possibili per sensibilizzare sulla donazione di sangue e sottolineare l’importanza di questo gesto civico.Le iniziative programmate hanno come obiettivo quello di fare in modo che il 14 giugno molti cittadini milanesi abbiano un segno distintivo che ricordi la giornata e che possano riconoscersi e condividere insieme l’evento. Per maggiori dettagli sulle iniziative che verranno avviate per Milano consultate il sito www.diventadonatoredisangue.it

Segreteria ADSINT

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IL GLOBULO n.2|201310-11

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Segreteria ADSINT

Più di 50 persone!! Questa è stata la partecipazione di ADSINT alla Stramilano 2013. Nonostante la pioggia incessante, questo nutrito gruppo di Donatori e simpatizzanti ha percorso imperterrito i 10km del tracciato sventolando lo striscione della nostra Associazione fra le vie di Milano. Ringraziamo tutti i partecipanti con un arrivederci alla prossima edizione.

È arrivata anche a Milano “Globulandia - Un’avventura in rosso” una mostra didattico-scientifica patrocinata dal Ministero della Salute e dedicata agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, nonché al pubblico generico di ogni età, per avvicinare i giovani alla cultura della donazione di sangue, come indicatore di salute e condivisione della cura.La mostra frutto del progetto organizzato da Centro Nazionale Sangue (CNS) e Rete città-sane insieme ai centri donazione delle città coinvolte, è stata realizzata con l’apporto creativo di giovani artisti italiani. Dopo un lungo lavoro di ricerca e sintesi multidisciplinare, la mostra si presenta come un percorso-avventura alla scoperta del sangue, un fluido storicamente ricco di mistero e, oggi, un vero e proprio farmaco salvavita. Gli aspetti culturali, storici, scientifici dell’Universo sangue, nella più generale cornice di riferimento delle scelte di vita salutari, verranno proposti con rigore scientifico e senza tralasciare il fascino e il divertimento che ogni viaggio (anche quello all’interno del corpo umano!) porta con sé.

STRA MILANO 2013Il Presidente Rocco Cocchia,

Roberto Mariani, referente per il progetto Scuole, insieme al Consiglio Direttivo ADSINT e al Dr. Fernando Ravagnani, desiderano ringraziare sentitamente tutti gli Istituti superiori che hanno contribuito alla sensibilizzazione della donazione di sangue fra gli studenti. Nel corso del 2012 è stato raggiunto il ragguardevole numero di 155 studenti nuovi probabili donatori. Un traguardo davvero impressionante che premia l’impegno dei volontari, la disponibilità dei professori e la generosità degli stessi studenti.

Un ringraziamento alle scuole!GLOBULANDIA.Un’avventura in rosso

La nostra associazione, al passo con i tempi, è da diverso tempo sul web con il suo sito internet. In questi ultimi mesi, il sito www.adsint.mi.it è in fase di ristrutturazione e fra pochissimo potrete averne uno completamente nuovo, ricco di contenuti di facile consultazione. Non dimentichiamo la presenza di ADSINT su Facebook con la sua pagina ufficiale che viene aggiornata periodicamente con le novità e le iniziative per i donatori.

ADSINT sul WEB!

Dal 15 al 17 marzo si è svolta, presso la Fiera MilanoCity “Fa’ la cosa giusta”. Allo stand ADSINT, i nostri volontari si sono impegnati nella ricerca di nuovi donatori e a sensibilizzare la donazione di sangue.

FA’ LA COSA GIUSTA

Vita associativa Conoscere e sapereMedicina

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ADSINT News

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Segreteria ADSINT

Dopo un’attesa decennale, possiamo finalmente dire che il nuovo centro trasfusionale è in fase di ultimazione. La nuova struttura che ospiterà i donatori di sangue si troverà al piano -1, raggiungibile direttamente dall’atrio dell’Istituto. Sarà decisamente più ampio del centro attuale: avrà quattro studi medici per le visite e una sala ristoro, sette poltrone per le donazioni (sia per il sangue intero, sia per il separatore cellulare e l’aferesi) e una grande sala d’attesa con un maxischermo.Vi aspettiamo prestissimo per l’inaugurazione!

Sabato 13 aprile un pullman colmo di donatori si è recato in visita alla Reggia di Venaria Reale. Incredibilmente le nuvole, che hanno imperversato per tutte le settimane precedenti, ci hanno dato la possibilità di trascorrere una giornata all’insegna del primo caldo primaverile. La visita alla reggia e ai giardini, incentrata principalmente sulla storia della Casa Savoia, è stata piacevole e illuminante: quanto poco sanno gli italiani sulla storia di questa dinastia che ha imperato per più di quattro secoli in Italia e ha portato alla sua unità! Abbiamo scoperto, per esempio, che ci sono più statue di Eugenio di Savoia, noto come Principe Eugenio (grande condottiero e genio militare al pari di Napoleone) nelle principali città europee che in Italia. Unica nota stonata, i giardini, che non hanno potuto presentarsi nel loro splendore visti gli strascichi dell’inverno che sono perdurati fino ai primi giorni di aprile ritardando la fioritura.

Finalmente il nuovo Centro Trasfusionale

13 APRILE: Gita alla Reggia di Venaria Reale

26 MAGGIO 2013 ASSEMBLEA ANNUALEDomenica 26 maggio si è svolta l’Assemblea Annuale ADSINT durante la quale sono state consegnate le benemerenze a tutti i donatori che nel corso del 2012 hanno raggiunto il traguardo delle 25, 50, 75, 100, 125, 150, 175, 200, 250 e 300 donazioni. Tutte le relazioni esposte in sede d’Assemblea e le foto dell’evento verranno pubblicate in una brochure disponibile presso la segreteria ADSINT, la sala d’attesa oppure on line sul nostro sito.Si ricorda che le foto delle premiazioni degli anni scorsi, sono disponibili in sala d’attesa.

Il Gruppo Shenker è da più di 50 anni il punto di riferimento in Italia per la formazione linguistica.

L’esclusivo Metodo Shenker® ha formato generazioni di studenti ed è garanzia di successo nell’apprendimento della lingua inglese, l’unico creato in modo specifico per gli italiani.Il Gruppo è composto da 13 società che si occupano dei vari aspetti di progettazione, gestione ed erogazione di formazione linguistica.La presenza delle numerose sedi Shenker permette una capillare copertura del territorio nazionale e gli oltre 250 dipendenti e i 150 collaboratori sono un’ulteriore garanzia di attenzione al Cliente.Il regolamento aziendale prevede un corpo docente, madrelingua, rigorosamente selezionato ed addestrato all’insegnamento del Metodo Shenker® e di tutti gli altri programmi didattici in catalogo, garantendo qualità uniforme per tutte le sedi.

Il principio didattico sul quale si fonda il Metodo Shenker® è decisamente semplice, ma in quanto tale efficace: apprendimento graduale fondato sulla ripetizione di contenuti, fino all’accertamento della loro definitiva acquisizione. La parte di auto-apprendimento è

multimediale e prevede i contenuti presenti sia nei libri sia nell’mp3 per la parte audio che può essere anche scaricata direttamente dal sito www.shenker.com Lo studio individuale, oltre ad essere rigidamente inquadrato, viene anche costantemente monitorato grazie al sistema di test che mira a verificare lo studio in occasione di ogni incontro con l’insegnante.

Il metodo Shenker per i donatori ADSINT

Inoltre il superamento del test è essenziale per la prosecuzione del percorso di studio.

Per i Donatori ADSINT sono previste varie proposte formative in convenzione con SHENKER.Per le modalità di sottoscrizione chiedete alla segreteria ADSINT [email protected]

Vita associativa Conoscere e sapereMedicina

IL GLOBULO n.2|201314-15

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ADSINT News

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È una condizione patologica caratterizzata da una progressiva perdita della

funzionalità renale cioè una riduzione della funzione di filtrazione dei reni.I reni svolgono alcune funzioni essenziali e cioè: 1) eliminazione di sostanze tossiche provenienti dal metabolismo come urea, creatinina, acido urico;2) regolazione della quantità di acqua ed elettroliti (sodio, cloro, potassio, fosforo, calcio e magnesio) contenuti nell’organismo controllandone l’eliminazione in modo da mantenere costante la concentrazione;3) regolazione dell’equilibrio acido-base regolando il pH del sangue;4) produzione di ormoni quali renina che concorre alla regolazione della pressione arteriosa, eritropoietina che stimola la produzione dei globuli rossi, attivazione della vitamina D, le prostaglandine.Alla base della malattia c’è una progressiva riduzione del numero delle unità funzionali operanti la filtrazione del sangue (nefroni) cui segue un tentativo di compenso attraverso un’iperattività delle unità residue sostenuto dalla angiotensina. II che aumenta la pressione idrostatica attraverso la costrizione della arteriola che reca il sangue al nefroni con conseguente aumento della filtrazione glomerulare.Quando quest’ultima si riduce sotto

certi valori si manifestano i primi segni laboratoristici dell’insufficienza renale e cioè l’aumento prima della creatinina e poi dell’urea nel sangue.La funzionalità renale viene valutata mediante la determinazione della velocità di filtrazione glomerulare ed in particolare valutando la clearance della creatinina che rappresenta la quantità di sangue che viene, per così dire, ripulita nell’unità di tempo.Quest’ultima può essere determinata direttamente mediante una formula che richiede di misurare la concentrazione della creatinina e la quantità eliminata nelle 24 ore e indirettamente utilizzando una formula che ne permette la stima utilizzando tre valori: la concentrazione della creatinina nel sangue, il peso corporeo e l’età del paziente.La gravità della malattia viene classificata in cinque stadi prendendo in considerazione il danno renale e la riduzione della funzionalità renale espressa come clearance della creatinina.Il danno renale viene diagnosticato sulla base delle risultanze di indagini di laboratorio (presenza di albumina e globuli rossi nelle urine) e di indagini strumentali (reperti ecografici o di biopsia renale) persistenti per almeno tre mesi.In questo modo è possibile porre

diagnosi di malattia renale cronica anche in assenza ancora di alterazioni della filtrazione glomerulare.Lo stadio 5 rappresenta quello dell’insufficienza renale terminale e richiede l’avvio del paziente a trattamenti che siano capaci di sostituire la funzione renale e cioè in pratica la dialisi o il trapianto di rene.Qualora fosse necessario stabilire la funzionalità separata dei due reni nell’ipotesi, ad esempio, di una malattia a carico di un solo rene si deve ricorrere alla scintigrafia renale funzionale mediante l’uso di traccianti radioattivi.La prevalenza di questa patologia varia in funzione delle varie aree geografiche risultando più elevata negli Stati Uniti (13% della popolazione) e meno in Europa.Le conseguenze della malattia renale cronica sono molteplici.Nelle fasi iniziali si ha spesso aumento della quantità di urina prodotta durante la giornata (poliuria) e stimolo ad urinare durante la notte (nicturia); nelle fasi più avanzate si ha ritenzione idrica con comparsa di edemi specie agli arti inferiori.Si hanno poi alterazioni elettrolitiche quali ritenzione di sodio che ha effetti sull’apparato cardiovascolare con ipertensione e scompenso cardiaco e ritenzione di potassio con conseguente iperpotassiemia che è una condizione molto pericolosa

Malattia renale cronica

Fabrizio VillaniMedico Chirurgo, specialista in cardiologia e pneumologia. Assistente universitario presso la Cattedra di Farmacologia dal 1969 al 1975. Dal 1976 al 2010 ha lavorato presso l’Istituto dei Tumori di Milano ricoprendo negli ultimi dieci anni il ruolo di responsabile dell’unità operativa di Pneumologia e Fisiopatologia. Ha fatto parte per 17 anni del Consiglio dell’ADSINT ricoprendo le cariche prima di Segretario e poi di Presidente fino al 1997.

[email protected]

che può essere causa di aritmie cardiache.La patologia in oggetto è anche causa di alterazioni dell’equilibrio acido base (acidosi metabolica) che si caratterizza per riduzione dei bicarbonati con conseguente riduzione del pH ematico.L’acidosi metabolica viene diagnosticata mediante ricorso alla emogasanalisi e può portare a debolezza muscolare, neuropatie, disturbi del ritmo cardiaco e della funzionalità miocardica.Un’altra conseguenza è l’alterazione del metabolismo del calcio e del fosforo e cioè la riduzione della produzione della vitamina D e quindi della calcemia plasmatica, riduzione della eliminazione dei fosfati con iperfosforemia plasmatica e stimolazione della produzione di

paratormone ormone che favorisce il riassorbimento del calcio.Ne derivano, a lungo andare, alterazioni della struttura ossea sotto forma di osteite fibrosa, osteomalacia, osteosclerosi, malattia adinamica dell’osso ed osteoporosi.Nelle fasi più avanzate della malattia si possono avere deposizione di sali di calcio nei tessuti molli quali cuore, polmoni, reni, articolazioni ed arterie: le calcificazioni in queste ultime sono difficilmente regredibili.La riduzione di produzione della eritropoietina determina con il tempo anemia normocitica e normocromica favorita anche da emolisi cronica causata dall’azione tossica dei metaboliti uremici. Tra le varie conseguenze vanno anche citate alterazioni neurologiche sotto forma di disturbi

Testo di: Fabrizio Villani

sensoriali, cognitivi e del sonno ma soprattutto di neuropatie periferiche sotto forma di nevriti sensitivo motorie.Nei soggetti affetti da malattia renale cronica si osservano anche alterazioni del metabolismo glucidico, lipidico e proteico sotto forma di intolleranza ai carboidrati, aumento dei trigliceridi, delle VLDL e riduzione delle HDL e perdita di massa muscolare in conseguenza di bilancio azotato negativo.Le cause di questa patologia sono molteplici.Tra queste vanno citate malattie ereditarie come il rene policistico caratterizzato dalla formazione di cisti all’interno del rene, nefropatie congenite ed ereditarie.Il diabete mellito può causare danno renale danneggiando le arteriole renali (nefropatia diabetica) il cui segno precoce è la perdita di albumina con le urine. La ipertensione arteriosa può anch’essa causare danno vascolare e quindi malattia renale cronica.Tra le cause vanno poi citate la pielonefrite in particolare quella cronica e le glomerulonefriti.Da ultimo va citata tra l’ostruzione cronica delle vie escretrici renali che possono essere monolaterale o bilaterale.Non bisogna poi dimenticare tra le cause il danno tossico da farmaci. La terapia va finalizzata a correggere le varie alterazioni connesse alla patologia e cioè l’anemia, l’ipertensione arteriosa, le alterazioni elettrolitiche, l’acidosi metabolica, l’iperlipemia e la ipertrigliceridemia.Tra le misure generali vanno citate anche le misure dietetiche sotto forma di dieta ipoproteica, ipofosforica ed iposodica che è certamente utile a controllare certe alterazioni metaboliche legate alla patologia ma non è però chiaro se sia in grado effettivamente di rallentare la progressione della malattia.

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IL GLOBULO n.2|201316-17

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Giuseppe Verdi nel 1888 esterna agli amici più intimi e a Giuseppina Strepponi, che

appoggia con fervore il progetto, l’idea di voler far costruire a Milano una Casa di Riposo aperta a coloro che per professione si siano dedicati all’Arte Musicale. E cioè compositori e musicisti, artisti di canto, professori d’orchestra, coristi.Dall’idea al progetto.Acquisto di tremila metri di terreno fuori Porta Garibaldi. Preventivi, disegni e prospetti di edifici approntati su richiesta del Maestro dall’Arch. Camillo Boito, fratello di Arrigo. Una fitta corrispondenza si intreccia fra il Maestro e l’architetto: Verdi respinge l’idea dei cameroni come dormitori, vuole stanze separate, a uno e a due letti, cosicché una persona all’occorrenza possa aiutare l’altra. La previsione è di un massimo di 100 ospiti in una percentuale di 60 uomini e 40 donne.Infine l’appalto dei lavori è firmato dai F.lli Noseda, imprenditori edili con sede in via Moscova 70.E, come da testamento olografo, Verdi attribuisce alla Casa di Riposo per Musicisti un capitale in titoli e il versamento di tutti i diritti d’autore italiani e stranieri di tutte le sue opere e composizioni

Testo di: Giovanna Ferrante

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Scriverà Verdi: “Il giorno in cui tutto sarà finito, sarà il più bel giorno della mia vita. Gli affari mi sono insopportabili” Un obbligo assoluto: la Casa dovrà essere inaugurata soltanto dopo la sua morte “per dispensare tutti da ogni ringraziamento”.

Giuseppe Verdi muore il 27 gennaio 1901 nella sua camera al Grand Hotel et de Milan. Il 30 gennaio il feretro viene portato al Cimitero Monumentale seguito da un infinito corteo di milanesi.Il Maestro aveva lasciato scritto: “Esprimo il vivo desiderio d’essere sepolto con mia moglie nell’oratorio della Casa di Riposo per Musicisti da me fondata”Trenta giorni più tardi avverrà la traslazione. Accanto ai sepolcri del Maestro e di Giuseppina Strepponi, saranno poi aggiunte le lapidi della prima moglie Margherita Barezzi e di Teresa Stolz.

I primi ospiti entrano nella struttura il 10 ottobre 1902.

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Nella foto: Piazza Buonarroti con la statua di Giuseppe Verdi e la Casa di Riposo per Musicisti

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IL GLOBULO n.2|201318-19

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Lady Macbeth prepara il regicidio, dopo aver convinto lo sposo nel cui animo, a seguito delle

profezie delle streghe, si è scatenata l’ambizione.Giunge il Re, la morte lo attende.Macbeth ora è Sovrano, e si macchia anche dell’uccisione di Banco, il compagno di tante battaglie, trucidato in un agguato notturno perché una delle profezie lo ha indicato come padre di futuro re. L’angoscia, le mani grondanti sangue, Lady Macbeth impazzisce e si uccide.E mentre Banco in forma di spettro torna a visitare gli incubi di Macbeth, la voce roca delle streghe percuote in ogni istante la memoria del Re “Macbeth, sarai vinto quando la foresta di Birnam avanzerà” L’esercito a lui opposto si avvicina al castello in armi, dopo aver strappato dei rami dagli alberi della foresta per celare la propria avanzata.Macbeth comprende. La sua fine è segnata. Vacilla. Colpito a morte, spira.

Tragedia dell’ambizione, del sangue, del rimorso, scritta in cinque atti da Shakespeare fra il 1505 e il 1506.

L’Opera di Giuseppe Verdi otterrà uno strepitoso successo al Teatro alla Scala il 7 dicembre 1952, come scriveranno i giornali “con una ineguagliabile Maria Callas nei panni di Lady Macbeth e il Direttore Victor De Sabata che ha saputo trarre il massimo dalla partitura verdiana”.

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IL GLOBULO n.2|201320-21

Stefano CozzaglioNato nel 1954. Architetto. Appassionato di manifestazioni di tipo artistico e culturale e in particolare di storia, sceneggiatura, fumetto, fotografia ed incisioni d’arte. Collabora con “il Globulo” dal 1995, prima in maniera saltuaria poi sempre più continuativa sviluppando articoli di argomento storico, arte, evoluzione del costume militare, [email protected]

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Era il lontano 1961 ed usciva, nelle sale cinematografiche, un film che fece epoca: “IL FEDERALE”,

con un Ugo Tognazzi spettacolare e con una sapiente regia di Luciano Salce.Però allora, nel film, si raccontava degli anni Trenta e Quaranta quando le strade erano quelle che erano e delle buche, o buche con acqua, si perdeva il conto.Oggi, invece, nei tempi moderni e nella nostra amata Milano nulla è cambiato.Buche, buche con acqua, sassi, sassoni, pietre e pietroni abbondano ma, ovviamente, nelle strade di qualsiasi genere (principali, secondarie e terziarie) e dove più creano disagio e pericolosità.La mia non è polemica ma soltanto

constatazione di fatti.Ci si aspetterebbe che i bei vecchi pietroni delle strade della Milano ottocentesca venissero usati per lastricare le vie pedonali del Centro storico milanese ed, invece, restano a crescere, come le piante a primavera, nelle vie ad alta percorrenza e che poco hanno a che fare con il centro di Milano come Corso Genova, Via Lodovico il Moro, Via Andrea Costa, Viale Regina Giovanna ecc.ecc..Nel 2008 leggevo che “Il 31 marzo 2008 si è svolto l’incontro organizzato dall’Assessorato Mobilità, Trasporti, Ambiente finalizzato alla istituzione di un “Tavolo sulla Sicurezza Stradale” al quale partecipano rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni dei cittadini, degli utenti della

strada, delle famiglie. Erano presenti all’incontro, fra gli altri, l’assessore Edoardo Croci, il Direttore Generale Ambiente e Mobilità e il Direttore del Settore, il consigliere Marco Osnato, presidente della Commissione Trasporti di Palazzo Marino, Luigi Riccardi direttore FIAB ed Eugenio Galli, presidente Fiab CICLOBBY. La costituzione del Tavolo, insistentemente richiesta per anni da Fiab CICLOBBY - da ultimo con una lettera del febbraio scorso cui hanno manifestato adesione anche i rappresentanti di: Associazione italiana familiari e vittime della strada, Associazione Paraplegici Lombardia, Associazione Utenti Trasporto Pubblico / Assoutenti, CamminaMilano, Fraternità della strada, Genitori Antismog Milano, LEDHA - Lega per i diritti delle persone con disabilità, Legambiente Lombardia, Unione Italiana Ciechi di Milano – rappresenta una autentica novità in materia a livello comunale in Italia.Il Tavolo si istituisce come “sede permanente di confronto, discussione e proposta sui problemi legati alla sicurezza stradale” e costituisce a nostro parere una fondamentale premessa per affrontare in un’ottica partecipata, finalmente non più solo emergenziale, la promozione di una cultura della sicurezza stradale, con l’apporto dei

Testo di Alfredo Dovera

Foto di Damiano Basanisi

Buca, buca con acqua…

cittadini e il coinvolgimento dei centri di competenze espressi dalla società civile.”Mi domando a cosa sia arrivato questo tavolo di lavoro, considerato che dal 2008 ad oggi non noto alcun cambiamenti in meglio ma, piuttosto, un peggioramento perdurante della cattiva situazione stradale.Credo che, con un po’ di buon senso e con meno parole, si possano ovviare a molti degli inconvenienti relativi alla cattiva manutenzione delle nostre strade. Io dico basta alle continue false promesse. Ridateci una Milano percorribile normalmente con le auto e non con i SUV perché per evitare le buche, buche con acqua e pietroni che fuoriescono dal selciato tra poco ci vorranno i trattori e non più solo i SUV.

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Milano, Via Vitruvio Milano, Piazza UdineMilano, Viale Stelvio

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IL GLOBULO n.2|201322-23

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Foto di Damiano Basanisi

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IL GLOBULO n.2|201324-25

Damiano BasanisiFotografo. Giornalista RCS dal 1971. Collabora con ADSINT dal 2002 immortalando momenti importanti della vita dell'Associazione. Inoltre con le sue foto contribuisce ad arricchire gli articoli de "il Globulo".

[email protected]

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Foto d'autore

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Testo di Alfredo Dovera

Stoccarda è una città moderna, senza particolare eleganza e note di stile che la

contraddistinguono da molte altre città europee, ma nel suo cuore batte principalmente la linfa e l’energia dei motori tedeschi.Infatti a Stoccarda vi sono due delle principali fabbriche europee di autovetture tedesche: la Mercedes e la Porsche.Della Porsche parlerò più approfonditamente in altro momento, ora voglio dedicarmi alla Mercedes nelle cui vene scorre una linfa di idee, ricerca e voglia di quattro ruote sin dalla metà del 1800.Gottlieb Daimler, inventore tedesco del motore a scoppio, e Karl Benz,

inventore della prima automobile, danno forma a questa grande idea che dà inizio all’evoluzione dei mezzi di trasporto che, sino a quel momento, erano mossi da animali.L’idea è grande e grande è lo sviluppo che, pur con alti e bassi, raggiunge livelli originariamente impensabili.Lo sviluppo della prima moto, la prima carrozza a motore, la prima autovettura, il primo bus ecc. ecc..Un sovrapporsi e concatenarsi di eventi che hanno portato i nomi di Daimler, Benz, Maybach e Mercedes ad essere conosciuti in tutto il mondo sino ai giorni nostri.Una delle tante curiosità è il nome Mercedes che nasce da un fatto di

per sé strano, infatti Mercedes non è il nome di un ingegnere o di un inventore ma quello della figlia di un personaggio dell’epoca.Tale Emil Jellinek, console generale austro-ungarico a Nizza (Francia) ed abile uomo d’affari molto appassionato di automobili e corse automobilistiche, nel 1897 acquistò un esemplare di Daimler Riemenwage, autovettura prodotta appunto da Daimler.Con l’acquisto di questa autovettura Jellinek cominciò ad allacciare rapporti con la Casa Madre produttrice, sino a diventarne cliente-commerciante e ben presto i vertici Daimler si accorsero delle notevoli capacità commerciali di Jellinek mantenendo rapporti sempre più stretti ed intensi. Entro il 1900, anno in cui morì Gottlieb Daimler, Jelliker aveva già acquistato 34 autovetture, che per quei tempi erano un numero veramente importante.Jellinek fu il primo a suggerire alla Daimler anche la possibilità di costruire autovetture su misura per le sue necessità sportive. Fu infatti il primo a suggerire alla Daimler la costruzione di una vettura dal baricentro basso, le carreggiate larghe ed il motore con distribuzione ad asse a camme esterno.Per correre con le autovetture Daimler, infatti, Jelliken usava sempre uno pseudonimo, identificato nel semplice nome di battesimo della figlia prediletta, Mercedes.Quando egli ordinò la produzione

di ben 36 esemplari di nuove autovetture da competizione, impose anche di battezzare i propulsori con il nome Mercedes. Alla luce degli ottimi risultati conseguiti in gara dalle autovetture equipaggiate con i motori Daimler-Mercedes e della notevole popolarità da essi conseguita, la Daimler Motoren Gesellschaft decise così di fare del

Mercedesstoria dell’automobile!

nome Mercedes un vero e proprio marchio.Da allora in poi il marchio Mercedes si è sviluppato, ingrandito, rafforzato e nonostante due guerre, molteplici difficoltà ed infiniti sforzi è arrivato sino ai giorni nostri con un bagaglio immenso di storia, tecnologia, umanità e capacità di innovazione.Per poter comprendere tutta la storia

e la vita di tante persone che hanno fatto grande il marchio Mercedes vi è una possibilità aperta a tutti. A Stoccarda il Museo Mercedes, inaugurato nel 2006, è un esempio di come si possa divulgare conoscenza, storia, arte e tecnologia nel miglior modo.Sorto proprio di fronte ai cancelli dello storico stabilimento Mercedes,

Alfredo DoveraMilanese per nascita

e per convinzione. Svolge la libera

professione di Commercialista, è Revisore Contabile

e Perito del Tribunale di Milano.

Appassionato di Formula Uno, di

automobilismoe di motociclismo, ama il mare ed il navigare.

[email protected]

Foto di Damiano Basanisi

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IL GLOBULO n.2|201326-27

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Cinema in casaCinema in casa

Non fatevi ingannare, Vita di Pi non è un film d’avventura, o almeno non solo. Certo,

ci sono una nave che affonda in mezzo all’Oceano e un ragazzino indiano sopravvissuto che se la cava per 227 giorni su una zattera da condividere con una tigre del Bengala poco mansueta; dunque gli ingredienti sono quelli dei libri di Kipling o Conrad e gli accuratissimi effetti speciali sono quelli dei film d’avventura che tanto piacciono ai ragazzi. Ma Vita di Pi (disponibile in DVD e Bluray) si rivela subito un bel mix, che accontenta palati cinefili ben più selettivi. Intanto il regista è Ang Lee, il taiwanese-americano più premiato del cineglobo, capace di firmare indifferentemente lo struggente Brokeback Mountain o Hulk: un eclettico, maniacale nella scelta delle immagini, sempre splendide. E poi Vita di Pi, che è tratto da un romanzo best seller di Yann Martel uscito qualche anno fa, è una storia surreale garbata, intensa e ironica, così sapientemente raccontata da conquistare 4 premi Oscar. Pi è il diminutivo di Piscine, e già un personaggio a cui come nome di battesimo tocca Piscine ha già una bella partenza. Pi vive felicemente a Delhi con la sua famiglia, mamma biologa, padre proprietario di uno zoo; una famiglia atea, quella di Pi, che invece, come tutti i ragazzini bastian contrario, si appassiona a

tutte le religioni e si considera ebreo, buddista, musulmano e cattolico in un colpo solo. Esilaranti nel film, come nel libro, le sue congetture sulla bontà della religione, anzi di tutte le religioni, che in fondo, dice Pi, non si affidano altro che a Dio. Tutto sta a trovarlo, quel Dio, a farlo sbucare dagli eventi della vita. E quale miglior occasione di un naufragio dove tutti muoiono tranne te (e una tigre)? Lo zoo di Pi affonda insieme a tutta la famiglia che lo sta trasportando in Canada, il sogno della famiglia di Pi di iniziare una vita più ricca in un paese occidentale finisce sott’acqua. Ma Pi si salva e qualcosa vorrà pur dire, sembra dire il ragazzo. Avrebbe preferito sopravvivere in compagnia di un babbuino o di una gazzella, ma il destino, o Dio, gli appioppa un felino non proprio domestico. Sappiamo già all’inizio che la vicenda si conclude bene, visto che è raccontata in flashback dallo stesso Pi diventato adulto. Ma è la surreale simbiosi tra uomo e felino a catturarci, a metà strada tra razionalità scientifica e trascendenza. La parabola filosofica, che richiama tanto le favole di Esopo, è raccontata con magia, a cui lo spettatore vuole credere a tutti i costi, anche quando alla fine lo stesso Pi ci spiazza mettendo in dubbio il suo stesso racconto. Crediamo a ciò a cui vogliamo credere, forse, ma è bello così.

Laura FugnoliGiornalista de “La

Repubblica”, ama la montagna e gli sport

avventurosi. Quando la fatica ha il sopravvento

Laura si immobilizza a casa davanti a un bel film. In salotto ha uno

schermo gigante e un impianto home theater, indispensabile per fare il cinema “vero” a casa.

[email protected]

Vita di PiUn po’ Esopo e un po’ Kipling

testo di Laura Fugnoli

Sarà il misticismo ironico divertente, sarà che l’esordiente attore, il giovane Suraj Sharma, ci fa subito simpatia, di fatto il film è piaciuto al mondo, finendo campione di incassi (con cui si è ripagato i 70 milioni di dollari spesi per la realizzazione). Da segnalare un cameo di Gerard Depardieu, che fa il cuoco sulla nave che poi verrà sconvolta dalla tempesta: un personaggio orrido, imbolsito, sporco, disgustoso e maleducato; l’apoteosi del senza Dio.

il Museo è un’opera d’arte sia nella sua struttura che per le modalità di esposizione dei suoi contenuti. Visitarlo interamente potendo apprezzare tutto quanto ha da trasmettere è molto semplice perché le tecnologie utilizzate sono tali da eliminare qualsiasi barriera architettonica e linguistica.Si cammina per corridoi, si visitano sale, si guardano filmati, il tutto nella più completa autonomia e tranquillità, ascoltando le spiegazioni di ogni singolo centimetro del museo da piccole apparecchiature che, tenute con sé come un semplice telefonino con gli auricolari, ti danno le spiegazioni e l’indicazione di ogni

cosa che stai vedendo.Per chi è appassionato di auto andare a Stoccarda a visitare il Museo Mercedes è una gioia che con molta difficoltà può essere spiegata e trasmessa con le semplici parole.Centinaia di automezzi (auto, camion, bus, carrozze, ecc.) di ogni epoca, raccolti e tenuti in modo sublime, raccontano la storia di una delle cose più utilizzate dall’essere umano, l’automobile.

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IL GLOBULO n.2|201328-29

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C’è un castello con il Principe e la sua famiglia.Il Principe Hans-Adam

II del Liechtenstein, il cui casato è annoverato tra le famiglie nobiliari più antiche d’Europa. Appollaiato in modo pittoresco sulle alture boscose sopra Vaduz c’è lo Schloss Vaduz, il fotogenico Castello. Restaurato nel secolo scorso è di proprietà dei Principi che vi risiedono dal 1938.Ci sono le case medievali e le “banche paradiso”. Il Liechtenstein infatti è un Paese che ha basato sul sistema bancario le proprie fortune (15 le Banche che vi operano) e detiene il PIL pro capite più alto del mondo.Ma il Liechtenstein, micro Paese lungo 25 km. e largo 12, ha anche montagne, piste da sci e bellissimi sentieri immersi nel verde.La sua ridotta superficie ne fa il quarto Stato più piccolo d’Europa dopo la Repubblica di San Marino, il Principato di Monaco e la Città del Vaticano. Il Liechtenstein si trova nell’Europa centrale tra la Svizzera e l’Austria ed è quindi senza sbocco sul mare.

Conosciuto per essere un paradiso fiscale, questo Paese è in realtà una piacevole, ma poco conosciuta meta di vacanza, sia in estate che in inverno. Racchiude paesaggi montani davvero spettacolari come Malbun, villaggi pittoreschi e foreste lussureggianti. I monti del Liechtenstein sono splendidi in quanto attraversati da 400 chilometri di sentieri, una bella sorpresa per chi ama la montagna d’estate e per chi ancora non conosce questa realtà. Ma non è tutto. Questo piccolo Paese ha anche una cultura effervescente: concerti, spettacoli teatrali, festival musicali di spicco, danza, insieme a musei, gallerie, atelier di cinematografia, costituiscono un’importante attrattiva per gli amanti della cultura e dell’arte. Senza dimenticare una buonissima enogastronomia (il caldo vento fohn fa maturare eccellenti uve da vino). Tutto il Liechtenstein è un affascinante “mix” di modernità e tradizione, a cominciare proprio dalla sua capitale Vaduz. Nel suo centro, circondato da monti alberati e dominato dal fiabesco castello, dimora dei principi regnanti, convivono case medievali e il sorprendente cubo di basalto nero lucido del Museo dell’Arte o Liechtenstein Kunstmuseum, l’emblema architettonico del Paese. Si tratta di un museo nazionale d'arte moderna dove si tengono mostre di artisti contemporanei; ideato dagli architetti svizzeri Morger, Degelo e Kerez è stato inaugurato nel 2000. La facciata è stata realizzata con materiali quali il cemento tinto di nero, il basalto e ciottoli di fiume colorati. Grazie alla particolare lavorazione, le superfici generano un vivace gioco di riflessi e di luce. Agli appassionati della filatelia piacerà il Museo dei Francobolli o Briefmarkenmuseum, dove sono esposti francobolli rari del Liechtenstein,

documenti storici e oggetti che ricordano la storia della Posta. Va anche ricordato che il Liechtenstein ha creato una zecca che produce francobolli per collezionisti. Completano questa “città-giocattolo” varie biblioteche, una cattedrale e una stazione termale con locali alla moda, alcuni dei quali risalenti al periodo della “Belle Epoque”. Da Triesenberg (su un’altura soleggiata sul Reno), una strada di frontiera sale attraversando un lungo tunnel sotto una montagna, fino a Steg e prosegue per Malbun, silenzioso villaggio a 1600 metri di altezza.D’estate ci sono moltissime possibilità di escursioni a piedi. Un “universo” di bellezza attraversato da una rete di ben 400 km di percorsi escursionistici ben marcati che viaggia attraverso l’Oberland, l’Unterland e la zona alpina offrendo piacevoli passeggiate e anche impegnativi tour in montagna. La fatica è ripagata da superbi panorami a 360°, dal Lago di Costanza, al Reno e ai monti.

INFO: www.liechtenstein-marketing.li | [email protected] - Numero Verde: 00800 100 200 30

Una favola moderna

In alto a sinistra: castello di Valduz;

in basso: Kunstmuseum

Accompagnata da Christian Thielemann alla

guida della Staaskapelle Dresden, Lisa Batiashvili trova il perfetto equilibrio per esprimere tutta la sua intensità espressiva

nel meraviglioso Concerto per violino di Brahms, autore a lei particolarmente congeniale. Il programma è completato dalle Romanze per violino

e pianoforte di Clara Schumann, gemme di splendida fattura ed eleganza finemente cesellate dalla violinista estone accompagnata da un altro giovane talento.

BURT BACHARACH sarà al Festival di Mezza estate di Cremona Giovedì

20 Giugno (€46-€69) e al Pala De Andrè di Ravenna Sabato 22 Giugno (€21-€66): due date in Italia per un mito della musica mondiale.FABRI FIBRA inizierà il suo “Guerra e Pace Tour” che, fino ad Agosto, lo porterà in città come Reggio Emilia (8 giugno al Fuori Orario); Brescia (13 Luglio in Piazza della Loggia) e Cagliari (3 agosto all’Arena Sant’Elia).Tutto esaurito ormai per i tour di due grandi del pop italiano: ZUCCHERO e JOVANOTTI: la “Sesiòn Cubana” di Zucchero, è pronta a replicare il successo ottenuto a Maggio all’Arena di Verona per le date di Giugno a Genova (il 10 al 105 Stadium), a Milano (il 24 al Mediolanum Forum), a Torino (il 25 al Pala Olimpico)

e a Padova (il 28 al Pala Fabris). Il cantante romano aprirà il “Backup Tour” allo Stadio del Conero di Ancona il 7 giugno per poi proseguire negli stadi di Bari, Bologna, Milano (19 giugno), Firenze, Roma (28 giugno), Salerno, Palermo, Pescara, Padova e Torino.Nella splendida cornice dell’Arena di Verona si esibirà il 25 giugno PAUL MCCARTNEY. L’ex Beatles realizza finalmente il suo desiderio di suonare all’Arena, una struttura che lo affascina per la sua storia ma anche per la scenografia e la perfetta acustica che la contraddistinguono. Il Castello di Vigevano è pronto a tremare il 25 giugno per l’arrivo dei MOTORHEAD che ripercorreranno le tappe fondamentali della loro carriera che li ha consacrati a mostri sacri dell’heavy

metal internazionale.Un’ultima proposta. L’abbiamo messa in evidenza nello scorso numero de “Il Globulo”: LINDSEY STIRLING sarà a Milano il 4 giugno ai Magazzini Generali.

LISA BATIASHVILI | Brahms Clara SchumannConc. vl./3 Romanze op.22 - Batiashvili/Ott/Thielemann/ Staatskapelle Dresden - 2013 Deutsche Grammophon - Interpreti: Lisa Batiashvili • Alice Sara Ott • Staatskapelle Dresden • Christian Thielemann

Alcune interessanti proposte per i concerti dell’estate 2013 in italia

inmusica

Conoscere e sapereMedicina

IL GLOBULO n.2|201330-31

Testo di: Stefania Bortolotti

Stefania BortolottiGiornalista, con una lunga presenza sulle

pagine di Selezione del Reader’s Digest dove

ha scritto di salute come argomento principale. Tema questo che l’ha

sempre interessata e appassionata e che

segue tuttora per altre testate. Quando

non scrive e non insegue personaggi da

intervistare, si regala piacevoli soste a Santa Margherita, il mare che

ha nel cuore.

stefaniabortolotti @tiscalinet.it

Viaggiare

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testo di Giovanna Ferrante

Tra le quinte

Prendendo spunto dalla biografia del Vate, nato a Pescara nel 1863, scritta da Giordano Bruno Guerri, storico prestigioso e presidente del

Vittoriale, Francesco Sala ed Edoardo Sylos Labini – rispettivamente regista e interprete – hanno scritto una pièce assolutamente innovativa sulla vita dell’artista, uno dei maggiori poeti e personaggi della cultura del ‘900 e una delle personalità più controverse della scena culturale italiana, che ha saputo imporre le proprie idee e i propri sogni in un susseguirsi di avventure politiche e mondane, di amori, di passioni, di infedeltà, di clamorose provocazioni poetiche.Poeta, guerriero, politico, seduttore, nella consacrazione del binomio arte-vita. La scena dello spettacolo, a Milano ospitato dal Teatro Manzoni e poi in tournee in tutta Italia, riproduce un salotto del Vittoriale, fra damaschi e cuscini e lampade velate, una casa teatro della mente dove accanto a D’Annunzio si avvicendano le sue donne, la moglie, le amanti, la più celebre di tutte, Eleonora Duse. Mentre sul fondale del palcoscenico una grande cornice racchiude un DJ del tutto fisicamente simile al Vate; è lui a scandire la colonna sonora dello spettacolo, musica wagneriana tanto cara al Poeta.Nel foyer del Teatro una piccola ma curiosa ed interessante mostra di alcuni degli oggetti personali che riempivano i suoi armadi: scarpe, accappatoi, vestaglie, la camicia e la cravatta (due oggetti d’abbigliamento di culto, visto che ne possedeva della prima 300 e della seconda 200!), abiti completi da giorno e da sera, bauli, cappelliere, le boccette con le sue fragranze preferite.Gabriele d’Annunzio: le sue opere letterarie immortali, le sue imprese, il complesso monumentale della villa-mausoleo il Vittoriale: come amava ripetere “Fare della propria vita come si fa un’opera d’arte”.

Il tango. Che è danza, che è rituale misterioso e seduttivo, dimensione emotiva carica di erotismo, vortice di cupa passione.Il tango. Che trascina entro il proprio ritmo i protagonisti della tragedia del Moro.Nell’anno verdiano Otello Desdemona Jago Cassio rivivono a teatro il proprio dramma scandito dalle note del tango.Massimo Navone, regista, ha distillato il respiro di questo classico eterno, lo ha affidato ad un gruppo di

giovani attori e ha dato vita ad una realizzazione drammaturgicamente singolare e molto interessante.I personaggi vivono la loro ossessione avvolti da una scena attraversata dai movimenti lenti dei tangueros. “Mentre lo spettatore assiste alla macchinazione, il ritmo del tango prosegue implacabile – dice il regista – scandisce con il suo ritmo i movimenti della trama, crea una scenografia umana che amplifica gli scarti emotivi”

Diplomato alla Civica Scuola d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro.

La recitazione, a cui si aggiungerà la regia, è la sua passione assoluta a cui si dedica attraversando il mosaico formato dalla diversità delle voci che lo compongono, fra Pirandello e Ibsen, Dostoevskij e Pinter, Shakespeare, Cechov, Beckett.Notevoli gli effetti suscitati dal suo incarnare una melanconia intima con la quale lavora di cesello.I gesti che accompagnano le parole, il passo cadenzato, la riflessione che sembra avvolgere ogni battuta, trasmettono una stupefacente essenzialità che rappresenta il recupero del mito del teatro fra dimensione classica e simbolica.

Significative le più recenti interpretazioni e regie. Fra desolazione e determinazione di fronte alla ragnatela di onestà fasulla della società ipocrita ne Il piacere dell’onestà di Pirandello al Teatro Sala Fontana; oppure la lucida follia e l’eloquente silenzio del Costruttore Solness di Ibsen, dramma di coscienza ed emblema forte dell’etica del dovere, al Filodrammatici.Trasformatore quindi dell’incanto dell’universo letterario nella visionarietà del palcoscenico.Il suo prossimo appuntamento con le scene sarà dall' 11 al 22 giugno al Teatro Sala Fontana conMemorie del sottosuolo di Dostoevskij, di cui è interprete oltre ad aver curato drammaturgia e regia.

150° anniversariodella nascita di Gabriele d’AnnunzioUna vita fra amori e battaglie

Amore e gelosiaOra non c’è altro modo che questo: ucciderti e morire in un tuo bacio

Un uomo da palcoscenico: Roberto Trifirò

Conoscere e sapereMedicina

IL GLOBULO n.2|201332-33

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Segnalibro

testo di Giovanna Ferrante

L’orgoglio femminile non si accontenta dell’8 marzo. Tantomeno delle

mimose.Le donne sono fattive e concrete, appassionate, mosse da slanci ideali.Non c’è ambito o settore della storia nazionale che non riconosca l’impegno femminile.Questo libro è un’inedita storia culturale e sociale rigorosamente in rosa,

attraverso ritratti di personalità femminili. Indagate da Emanuela Bruni, prima donna a guidare l’Ufficio del cerimoniale di Stato. C’è la C di casalinga, la I di impiegata, la M di maestra, la V di viaggiatrice.Buon viaggio quindi alla scoperta del ruolo, dei diritti e dei doveri attraverso la storia delle donne nel nostro Paese.

NIl declino del padre. Il trionfo di un “godimento smarrito”.

Il vento dell’indignazione tiene gonfie come vele le parole di questo libro.L’indignazione è una grande risorsa, fa pensare molto, spinge a scrutare i più sottili legami fra cose disparate.

“Così – dice l’autore – quando nel mio lavoro di psicanalista è capitato che incominciassi ad ascoltare diversi pazienti con tematiche sull’omosessualità o sull’identità di genere, qualcosa non tornava…Le parole di questi pazienti, così complesse, dense di alterità…”.

PICCOLO DIZIONARIO DELLE ITALIANEAutore: Emanuela Bruni | Editore: Mursia | Pagg: 233

IL PADRE DOV’ERA | Autore: Giancarlo RicciEditore: Sugarcoedizioni | Pagg: 198

IL GLOBULO n.2|201334-35

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La Ricetta

1. Pulite per prima cosa i moscardini e sciacquateli sotto l’acqua corrente; pulite anche i gamberi: eliminate la testa e la coda, sgusciateli e con uno stuzzicadenti o con una pinzetta eliminate il filo nero intestinale.

2. Mettete in una padella lo spicchio d’aglio tritato finemente e fatelo soffriggere, facendo attenzione a non farlo diventare dorato, insieme a 3 cucchiai di olio extra vergine d’oliva, unite quindi i moscardini, salate, pepate e fate cuocere a fuoco medio e con coperchio per 30 minuti.

3. Mentre cuoce il pesce lavate i pomodori ramati, divideteli a metà quindi ogni metà ancora in due, eliminate i semini interni e tagliate ogni spicchio di pomodori a piccoli cubetti, lavate e asciugate anche la rucola e tagliatela piuttosto finemente.

4. In una padella portate a bollore abbondante acqua salata e fatevi lessare l’orzo per 12 minuti, o comunque come indicato sulla confezione.

5. Quando i moscardini saranno teneri unite i cubetti di pomodoro, i gamberi e lasciate insaporire per 5 minuti, assaggiate e in caso aggiustate di sale e pepe.

6. Scolate l’orzo e trasferitelo in una ciotola piuttosto capiente, unite il sugo di pesce, la rucola, unite il rimanente olio d’oliva, mescolate bene, lasciate raffreddare a temperatura ambiente, quindi riponete in frigorifero per almeno un’ora prima di servire.

Categoria: insalata

Ingredienti: •Orzo: precotto 280 gr • Moscardini: 200 gr • Gamberi: 200 gr (anche surgelati) • Rucola: 60 gr • Pomodoro: 2 ramati sodi e maturi • Olio: 5 cucchiai extra vergine

d’oliva • Aglio: 1 spicchio • Sale: q.b. • Pepe: q.b.

Roberto MarianiNato a Milano. Donatore dal 1968, ha dovuto recentemente interrompere la sua attiva partecipazione al dono del sangue. Però non si è interrotto il suo impegno nel Consiglio ADSINT, nel quale ha appena iniziato il suo quarto mandato. Dal 2010 è attivissimo nell’ambito scolastico, organizza incontri e dibattiti per sollecitare alla donazione i più giovani.

Insalata d’orzo con moscardini, gamberi e rucola

L’orzo è uno dei cereali più antichi al mondo; conosciuto nell’Egitto dei Faraoni, in Grecia e a Roma; dove Ippocrate, il padre della

medicina, lo consigliava per ogni genere di malattia, data la sua digeribilità, le proprietà nutrizionali e la buona quantità di energia che sa donare.L’insalata d’orzo con moscardini, gamberi e rucola è un ottimo piatto freddo, un’alternativa alla classica insalata di riso o pasta.

PrePArAzIONe:

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