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N N E E W WS S L L E E T T T T E E R R 3 3 2 2 - - 2 2 0 0 1 1 4 4 (www.eltamiso.it) Iscriviti QUI alla Newsletter del Biologico…e non solo! ______________________________________________ NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO ULTIMISSIME SUI PESTICIDI Ultime notizie: Un nuovo terrificante studio ha scoperto che sono esattamente gli stessi pesticidi - che hanno causato la massiccia moria di api - a provocare gli stessi effetti letali sugli uccelli. La massiccia e globale moria di api è avvenuta così velocemente che gli scienziati stanno ancora tentando di rilevarne tutti gli effetti. E ora, questo nuovo studio rileva anche che i pesticidi neonici stanno uccidendo capinere, rondini, storni e tordi quasi alla stessa velocità delle api: ai tassi attuali, il 35 per cento della popolazione di uccelli scomparirà in soli 10 anni nelle aree soggetto di studio. Abbiamo bisogno di togliere questi pesticidi tossici dal mercato, prima che possano causare una nuova "primavera silenziosa" – e i nostri sforzi stanno guadagnando slancio. In Europa, c'è una moratoria su questi prodotti neonici che uccidono le api e gli uccelli. L’Ontario, la più grande provincia del Canada, sta per diventare il primo grande territorio nel Nord America a vietare questi prodotti. Ma Bayer - uno dei più grandi produttori di questi pesticidi tossici - ha un esercito di avvocati ingaggiati per rovesciare il divieto imposto dall'Europa, ed i loro lobbisti spendono milioni di dollari per annullare la legge dell’Ontario per la protezione delle api. L'unico modo in cui possiamo vincere è se tutti noi combattiamo insieme: Siete disposti a donare 4 Euro al mese, in modo che possiamo continuare a combattere finché si vincerà ed ottenere tale divieto? Sì, io dono 4 € al mese, fino a quando non sarà vietato l'uso di pesticidi tossici che causano la massiccia moria di api e uccelli ; No, ma posso dare un contributo una tantum. Dare un contributo mensile è il modo migliore per aiutarci, perché ci permette di pianificare per il futuro ed essere pronti per qualsiasi azione Bayer intraprenda contro di noi. È possibile aggiornare o cancellare le vostre donazioni eventuali in qualsiasi momento. Per anni gli apicoltori ci hanno messo in guardia sul declino spaventoso delle popolazioni di api. Il colpevole: una classe di pesticidi prodotti dalla Bayer e da altre aziende chimiche chiamati neonicotinoidi (o “neonici”). I cosiddetti neonicotinoidi/neonici non dovrebbero teoricamente danneggiare gli uccelli nelle quantità in uso, ma si scopre ora che si stanno accumulando nell'ambiente a livelli che sono velenosi per gli uccelli - e potenzialmente anche per i mammiferi.

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Ultime notizie: Un nuovo terrificante studio ha scoperto che sono esattamente gli stessi pesticidi - che hanno causato la massiccia moria di api - a provocare gli stessi effetti letali

sugli uccelli. La massiccia e globale moria di api è avvenuta così velocemente che gli scienziati stanno ancora tentando di rilevarne tutti gli effetti. E ora, questo nuovo studio rileva anche che i pesticidi neonici stanno uccidendo capinere, rondini, storni e tordi quasi alla stessa velocità delle api: ai tassi attuali, il 35 per cento della popolazione di uccelli scomparirà in soli 10 anni nelle aree soggetto di studio.

Abbiamo bisogno di togliere questi pesticidi tossici dal mercato, prima che possano causare una nuova "primavera silenziosa" – e i nostri sforzi stanno guadagnando slancio. In Europa, c'è una moratoria su questi prodotti neonici che uccidono le api e gli uccelli. L’Ontario, la più grande provincia del Canada, sta per diventare il primo grande territorio nel Nord America a vietare questi prodotti. Ma Bayer - uno dei più grandi produttori di questi pesticidi tossici - ha un esercito di avvocati ingaggiati per rovesciare il divieto imposto dall'Europa, ed i loro lobbisti spendono milioni di dollari per annullare la legge dell’Ontario per la protezione delle api. L'unico modo in cui possiamo vincere è se tutti noi combattiamo insieme: Siete disposti a donare 4 Euro al mese, in modo che possiamo continuare a combattere finché si vincerà ed ottenere tale divieto?

• Sì, io dono 4 € al mese, fino a quando non sarà vietato l'uso di pesticidi tossici che causano la massiccia moria di api e uccelli;

• No, ma posso dare un contributo una tantum. Dare un contributo mensile è il modo migliore per aiutarci, perché ci permette di pianificare per il futuro ed essere pronti per qualsiasi azione Bayer intraprenda contro di noi. È possibile aggiornare o cancellare le vostre donazioni eventuali in qualsiasi momento. Per anni gli apicoltori ci hanno messo in guardia sul declino spaventoso delle popolazioni di api. Il colpevole: una classe di pesticidi prodotti dalla Bayer e da altre aziende chimiche chiamati neonicotinoidi (o “neonici”). I cosiddetti neonicotinoidi/neonici non dovrebbero teoricamente danneggiare gli uccelli nelle quantità in uso, ma si scopre ora che si stanno accumulando nell'ambiente a livelli che sono velenosi per gli uccelli - e potenzialmente anche per i mammiferi.

Ecco perché stiamo combattendo per vietare i neonici una volta per tutte. Con il supporto dai membri di SumOfUs in tutto il mondo, i nostri avvocati stanno aiutando a difendere il divieto all’uso dei neonicotinoidi di Europa da una causa intentata dalla Bayer. I nostri apicoltori attivisti e sostenitori hanno parlato in occasione delle assemblee annuali degli azionisti della Bayer per fare pressione diretta sull'azienda, come pure alcuni dei più grandi rivenditori di prodotti per giardino del mondo. Un nuovo rapporto di Friends of the Earth (Amici della Terra) e SumOfUs ha già spinto più negozi a muoversi verso un divieto all’uso dei neonici. E se riusciremo a vincere in Ontario, questo sarà il primo divieto adottato nel Nord America. Ma nessuno può sapere per quanto tempo le api e gli uccelli potranno sopravvivere all'assalto di questi pesticidi tossici, quindi dobbiamo fare di più mentre siamo ancora in tempo. (da SumOfUs - luglio 2014)

INAUGURATO SENTIERO A VERNAZZA, POST ALLUVIONE Grazie ai finanziamenti raccolti da Mediafriends a seguito dell’alluvione dell’ottobre

2011 ora Mediafriends, con il supporto del WWF Italia e la collaborazione del Comune di Vernazza, del Parco Nazionale delle Cinque Terre, del Sistema

Turistico Locale Cinque Terre e il coordinamento tecnico del WWF Ricerche e Progetti srl, hanno concluso i lavori di ripristino del sentiero che collega il borgo

marittimo di Vernazza con il Santuario della Madonna di Reggio, lungo il suggestivo Sentiero Azzurro del Parco.

L’inaugurazione è avvenuta in occasione della tradizionale festa del Santuario della prima domenica di agosto e della processione dei Pellegrini del giorno precedente che ha percorso i due chilometri di sentiero recuperato grazie ai lavori recupero e ripristino. I lunghi lavori, avviati nell’aprile 2013 e interrotti più volte a causa delle forti piogge, hanno permesso di mettere in sicurezza il percorso e ripristinare le condizioni di fruibilità della viabilità pedonale riconnettendo il sentiero con quello di crinale e contribuendo così al ripristino della sentieristica locale legata ai santuari ed in particolare al culto mariano.

I lavori hanno permesso il consolidamento del fronte della frana, il recupero dei muretti a secco, la realizzazione di opere per il recupero dell’acqua piovana, il ripristino della pavimentazione. Il progetto è stato affiancato da un Cantiere Scuola e Lavoro che ha formato manodopera locale qualificata, che ha coinvolto quattro giovani che hanno potuto utilizzare sul campo tecniche tradizionali come quella dei terrazzamenti, per il recupero e il ripristino dei muretti a secco, utilizzando materiale locale sotto la supervisione di personale specializzato.

“Ringraziamo Mediafriends e il WWF perché con questo progetto daremo la possibilità a sempre più persone di conoscere la bellezza del nostro territorio, non solo attraverso i percorsi più conosciuti e frequentati ma anche con sentieri alternativi” ha dichiarato il Sindaco Vincenzo Resasco. “Considero il sentiero Azzurro il simbolo della verticalità delle Cinque Terre , il suo ripristino una goccia nel mare dell’indifferenza con cui l’Italia tratta il suo patrimonio più prezioso, quello paesaggistico - ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia – Questi luoghi, protetti dall’agricoltura eroica del passato, oggi sono fortemente minacciati dalla mancanza di adeguate politiche di prevenzione e di tutela del suolo. Grazie alla generosità degli italiani Vernazza si riavvicina al Santuario della Madonna di Reggio, secolare luogo di preghiera immerso per i suoi abitanti”.

L’alluvione dell’ottobre 2011 aggravata dai cambiamenti climatici, dall’abbandono delle coltivazioni, dalla pesante e sconsiderata cementificazione, dalla scarsa manutenzione idraulica dei corsi d'acqua secondari e degli affluenti dei fiumi Vara e Magra ha provocato 10 vittime, 1183 persone sfollate, il 43% delle strade provinciali dichiarate impercorribili, danni economici ingentissimi. Grazie alla generosità di tanti cittadini che hanno voluto contribuire alla ricostruzione è stato possibile avviare e portare a termine i lavori intervenendo anche sulle cause dell’alluvione, che derivano da un effetto combinato del riscaldamento globale e delle modificazioni dell’uso del suolo in tempi recenti in relazione all’abbandono delle

coltivazioni, alla cementificazione (tombatura dei canali ed edificazione) e una non corretta manutenzione idraulica, anche se occorre sottolineare che l’evento calamitoso è stato di natura eccezionale. Gli interventi hanno mantenuto e recuperato il paesaggio e la sentieristica dell’ambito territoriale delle Cinque Terre e promosso una attività di formazione in coerenza con le finalità istitutive del Parco, per creare occupazione giovanile, a valle di una formazione mirata. La collaborazione con il Parco Nazionale delle Cinque Terre è importante per garantire la futura gestione degli interventi e permetterà di inserirli in una rete già esistente valorizzandoli in sinergia con il contesto. (I lavori di ripristino hanno permesso la realizzazione di: Pavimentazione 143 metri quadri, Palizzate in legno 42 metri, Muretti a secco 174 metri lineari).

(dalla Newsletter di WWF Italia - agosto 2014)

FUSIGNANO, IL COMUNE CHE PUNTA ALLA SOSTENIBILITÀ In un periodo in cui si fa fatica ad ottenere prestiti personali, i mutui per l’acquisto delle prime case vengono erogati con i contagocce e, di contro, crescono le richieste per i prestiti cambializzati a causa dell’enorme numero di individui protestati e segnalati come cattivi pagatori, le iniziative di enti pubblici atte a sostenere il credito, specialmente quello finalizzato all’attuazione di opere (e acquisto) di prodotti volti alla salvaguardia dell’ambiente, diventano quasi degli eventi, quando forse dovrebbero rappresentare invece la normalità. Accade nella provincia di Ravenna, nel comune di Fusignano, dove, il rispetto dell’ambiente si sposa con l’ambizione di poter realizzare una politica green che passa attraverso ben tre progetti, che si muovono in sinergia tra di loro: il Piano Energetico Comunale, il progetto “FUSIGNANO GREEN”, e il Piano delle Azioni per l’Energia Sostenibile.

Fondi agevolati a Fusignano: funzionamento e caratteristiche Promozione politica? Assolutamente no. Per rendere concreto il suo orientamento ‘green’ infatti il Comune romagnolo è passato ai fatti ed ha deciso di sostenere coloro che vogliono realizzare opere per ridurre lo spreco e il consumo energetico, ma anche atte a riqualificare il patrimonio edilizio od ancora a rispettare l’ambiente con l’acquisto di auto ecologiche ad emissioni zero e motoveicoli rigorosamente ecologici. Grazie ad un accordo con la Banca di Credito Cooperativo ravennate e imolese, sarà infatti possibile per i cittadini ottenere mutui a tasso agevolato, e prestiti per l’acquisto delle auto che abbiano specifici requisiti (questi si rivolgono anche alle imprese e non solo a privati). Non è previsto lo stanziamento di un fondo, il che non pone limiti sul numero di opere che potranno essere finanziate. Ci sono limiti sugli importi e sulle caratteristiche delle varie tipologie di finanziamenti, che dipenderanno anche dal tipo di opera da attuare e dall’ubicazione dell’immobile stesso. Ma si tratta comunque di livelli di spesa soddisfacente: ad esempio per l’acquisto di un’auto ecologiche l’importo massimo finanziabile a tassi agevolati sarà pari a 20 mila euro. Fondi ecologici regionali per PMI Grazie anche ad un’altra iniziativa, questa volta di carattere regionale, l’Emilia Romagna si presenta come la Regione più attenta alle tematiche ‘verdi’ attraverso il fondo Energia, che prevede finanziamenti agevolati, per lo sviluppo della green economy, che è accessibile fino ad esaurimento a tutte le imprese locali che presentino programmi considerati meritevoli in funzione dell’obiettivo da raggiungere: un ambiente più sano per le nuove generazione, beneficiando fin da subito anche dei minori costi legati all’impiego dell’energia. (da BioEcoGeo - agosto 2014)

CIBO E AGRICOLTURA PIÙ BUONI E ACCESSIBILI A TUTTI Partecipazione, trasparenza, governance. Parole magiche del XXI secolo, armi affilate degli esercizi retorici, quanto spuntate nella pratica. Cibo e agricoltura ne sono triste raffigurazione e tre utili esempi ne offrono la dimostrazione: la consultazione avviata dall'EFSA in tema di trasparenza, il lavoro preparatorio per la seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione e il negoziato TTIP tra UE e USA, quest'ultimo alfiere, in verità, di segretezza ed esclusione. L’EFSA, l’Authority europea chiamata a garantire l’innocuità dei cibi e dei processi alimentari, a 12 anni dalla sua istituzione ha un perverso passato in termini di apertura nei confronti dell’interesse pubblico, sia esso attivo, come esercizio di partecipazione, o passivo, come messa a disposizione di informazioni. Chiamata, anche dal Parlamento Europeo, a divenire una casa di vetro, il 17 luglio l’EFSA ha avviato una consultazione pubblica sul suo documento di discussione Trasformazione in un Open EFSA. Durante le ferie estive e fino a metà settembre, i cittadini europei sono invitati a commentare il documento sulle diverse opzioni ritenute utili nel perseguire una maggiore trasparenza, documento licenziato dopo un anno di lavoro e di consultazione delle parti interessate (industria e ONG compresi) il cui ultimo incontro ha avuto luogo a Bruxelles nel dicembre 2013. A seguito di tali consultazioni, l'EFSA ha impiegato mesi a lanciare la consultazione pubblica nel bel mezzo delle vacanze, ma le decisioni sulle misure di trasparenza verranno adottate solo a partire dal 2016.

In realtà fino ad oggi è mancata una comunicazione vera, le consultazioni non sono state prese con sufficiente serietà dall'EFSA e le richieste di approfondimento documentale avanzate da varie organizzazioni sono rimaste spesso inevase. Al contrario, è la denuncia di un nutrito gruppo di organizzazioni europee, il rapporto con l'industria agrochimica, biotecnologica e alimentare è stato caratterizzato da riunioni a porte chiuse, da riservatezza dei documenti, da porte girevoli e scandali sui conflitti d'interesse. Ora l’EFSA cerca un ripristino della fiducia avviando una consultazione pubblica, e per quanto l'iniziativa sia salutare, è bene non nutrire grandi aspettative sul risultato. Altro fronte di partecipazione fittizia che rischia di aprire la strada a conflitti di interesse è quello che investe la seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione (ICN2), in programma a novembre aRoma nella sede FAO e oggetto di veemente protesta della società civile. Il processo preparatorio, in corso, vede una evidente disparità di mezzi tra i partecipanti che impedisce un serio confronto tra le varie posizioni e i differenti interessi nel corso dei vari meeting che si tengono tra Roma e Ginevra, sedi di FAO e Organizzazione Mondiale della Salute. Così come avviene ormai solitamente nel quadro del Comitato Sicurezza Alimentare le organizzazioni sociali si sentono legittimamente investite di ruolo e di capacità di offrire uno spettro di soluzioni al problema della malnutrizione, ma in questo caso il loro expertise nel contribuire al dibattito viene confuso in un calderone di ‘attori non statuali’, mescolandosi a multinazionali e alle organizzazioni industriali che le rappresentano. Si può ben intuire quale cacofonia possa prodursi e quale sintesi impropria delle posizioni possa essere verbalizzata e confluire nei documenti finali (Dichiarazione politica e Quadro di azione) che indirizzeranno le politiche nutrizionali internazionali e dei singoli paesi. Infine il TTIP, il Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti, chiamato a legare le relazioni economiche tra Unione Europea e Stati Uniti e attualmente in fase di negoziazione a porte chiuse. Anzi ermetiche. È dei giorni scorsi il leak, ad opera dell’organizzazione statunitense IATP, di un suo ‘capitolo’ dedicato alle misure sanitarie e fitosanitarie, ossia a questioni di prioritaria rilevanza per il sistema agroalimentare. Secondo l’analisi dello IATP, la bozza visionata non permette di capire bene la traiettoria che l’accordo seguirà, ma consente di far emergere vari elementi di preoccupazione facendo ben capire come gli elementi di sicurezza sanitaria vengano subordinati alla supremazia della libera circolazione delle merci e alla massimizzazione del commercio. Il testo, ad esempio, profila l’annichilimento delle ispezioni e dei test di controllo doganali, lasciando spazio alla diffusione di patologie (umane, veterinarie o delle piante) o delle contaminazioni di derrate ed alimenti, in ultima istanza rendendo più vulnerabile il quadro sanitario. I negoziatori, così come i numi tutelari del neoliberismo, difendono la segretezza della trattative, argomentando che così si fa per qualsiasi accordo commerciale dove le parti non devono scoprire le proprie carte. Peccato che ne vada dell’interesse pubblico a comprendere in tempo utile ripercussioni sul sistema socio-economico e impatti sui diritti. D’altronde il rischio è che si ripeta la mobilitazione prodottasi in occasione della discussione sulla Direttiva Bolkestein (sulla liberalizzazione dei servizi all’interno dell’UE) o sul Multilateral Agreement on Investment - MAI (chiamato a completare in chiave finanziaria il varo del WTO) che generarono una sollevazione di ampia scala sui possibili rischi economici, sociali e ambientali compromettendo la conclusione dell’accordo. (da Bio@gricultura Notizie di AIAB - agosto 2014)

LA PIOGGIA MINACCIA API E MIELE, BOOM PER I FUNGHI I temporali e la pioggia record registrata a luglio (ed in agosto….) fanno prevedere un taglio alla produzione di miele. Le api non volano per la troppa pioggia e non riescono a raggiungere il nettare dei fiori indispensabile per la produzione di miele made in Italy il cui raccolto rischia di essere pesantemente ridimensionato.

Le piogge intense, unite alle basse temperature, hanno 'affaticato' le api, tanto che il raccolto di miele italiano rischia di essere seriamente compromesso e disomogeneo per aree. Al Nord e al Sud i dati più preoccupanti: l’apicoltura registra una pessima stagione produttiva con percentuali che sfiorano il meno 70 per cento. Appena meglio nelle regioni centrali dove il calo della produzione dovrebbe attestarsi sul 40 per cento. Un danno considerevole per un settore che vale 70 milioni di euro, impiega 50 mila apicoltori e sfiora quota 1,1 milioni di alveari in tutto il Paese, per una produzione media di 200 mila quintali di miele l’anno.

Ma a preoccupare, se le condizioni di maltempo dovessero perdurare, sono anche gli effetti sull’intero settore agroalimentare. “Quando si parla di api non si parla solo di miele – ricorda Hubert Ciacci, Presidente della 'Settimana del Miele', gli stati generali dell’apicoltura in programma a settembre a Montalcino, in Toscana - ma anche di agricoltura e della produzione di tutti quei prodotti che comunemente portiamo sulle nostre tavole, dalle mele alle mandorle, dalle pesche alle pere, dalle melanzane all’uva, dai cetrioli alle fragole, solo per citare alcune delle 71 colture su 100 che provvedono all’alimentazione

umana, le quali vengono impollinate dalle api. Un ‘servizio’ valutato 3,5 miliardi di euro”. Oltre agli effetti sulle api, il maltempo sta sconvolgendo anche i cicli vegetativi delle piante, con l’allungamento dei tempi di crescita di molte colture. In compenso, l’estate pazza con un mese di giugno e luglio da record per piovosità ha provocato uno straordinario boom fuori stagione per i funghi con le raccolte che sono già avviate anche con un mese di anticipo soprattutto al Nord. Gli appassionati sono già al lavoro senza aspettare l’autunno spinti da riscontri positivi confermati da tutti gli indicatori disponibili. Le buone prospettive per la raccolta di funghi sostengono la crescita del turismo ecologico nelle aree verdi che ha raggiunto in Italia il record storico di sempre a 12 miliardi nel 2013 con un progressivo aumento del fatturato, in controtendenza rispetto alle vacanze tradizionali. (dal Bollettino Bio di Greenplanet - agosto 2014)

YUCATÁN: IL TRIBUNALE REVOCA IL PERMESSO DI

COLTIVARE SOIA GM Davide vince ancora contro Golia. Sei associazioni di apicoltori Maya e di ambientalisti sono riusciti a ottenere che la giustizia messicana revocasse l’autorizzazione concessa dal Governo alla Monsanto per la semina commerciale di soia OGM nella penisola dello Yucatan, preservando così la regione dalla contaminazione. Una vittoria soprattutto per gli apicoltori dopo che erano state ritrovate tracce di polline gm nel loro miele. Ma andiamo con ordine: nel febbraio 2012 gli apicoltori - insieme a Greenpeace - avevano presentato un’ingiunzione proprio pochi mesi dopo che la Corte superiore di giustizia dell’Unione Europea aveva stabilito che il miele presentava tracce di polline geneticamente modificato e aveva quindi imposto nuovi controlli per consentirne la commercializzazione. La presenza di OGM aveva causato infatti un enorme allarme e in Germania, una delle principali destinazioni del miele messicano, c’era stato il blocco del prodotto per mesi.

Nello stesso anno, sotto la gestione di Felipe Calderon, il ministero dell’Agricoltura messicano aveva approvato la prima semina su larga scala di soia OGM – 30mila ettari rispetto al precedente permesso di 7.200 – su richiesta della multinazionale Monsanto, proprietaria del seme. Ma il tribunale ha constatato che la semina di soia OGM avrebbe potuto danneggiare le attività economiche, occupazionali e ambientali degli apicoltori Maya, stabilendo che la consultazione preventiva è necessaria nei casi di possibili effetti, cioè non è necessario che il danno sia provato. Inoltre, il tribunale ha stabilito (…) che bisognava, prima di concedere il permesso alla Monsanto, prendere in considerazione i pareri dell'Istituto nazionale di Ecologia, della Commissione nazionale delle aree naturali protette e della Commissione nazionale per la biodiversità, che avevano ritenuto impossibile la semina di soia OGM. Inoltre, l’autorità giudiziaria ha disposto di svolgere una consultazione pubblica tra le comunità indigene di Santa Elena, Ticul, Oxkutzcab, Tekax Tzucacab, Peto e Tizimin, che vivono nella penisola dello di Yucatan, prima di poter chiedere qualsiasi altra autorizzazione a livello commerciale. «Per gli apicoltori dello Yucatan, molti dei quali indigeni Maya, questo è un grande risultato perché si riconosce il nostro legittimo diritto a decidere sul nostro territorio e sulla nostra vita. L’apicoltura tradizionale è la nostra principale attività economica non vogliamo che il nostro miele sia contaminato da OGM», ha detto Lorenzo Itza Ek, apicoltore Maya. «Il flusso di polline transgenico rappresenta una macchia per la qualità del miele messicano mettendo a rischio uno dei pochi vantaggi comparativi di cui il nostro Paese gode nel mercato globale. Il Messico è il terzo maggiore esportatore di miele in tutto il mondo e il 40% del miele nazionale è ottenuto nello Yucatan; il 98% del miele della penisola viene esportato nell’Unione Europea e circa 20mila apicoltori di origine indigena vivono di questa attività», ha detto Pablo Duarte, coordinatore di Unorca-Yucatan. Nella penisola ci sono circa 348mila alveari. Miguel Lara Sosa, presidente della Società apicola maya, ha spiegato che in un ciclo di un mese si producono circa 10mila tonnellate di miele, che generano circa 400 milioni di pesos (31 milioni di dollari), anche se a volte la produzione è minore. All'inizio di quest'anno il manager ha ammesso un calo del 40%, causato in parte dalle basse temperature registrate a dicembre 2013. (dalla Newsletter di Slow Food - agosto 2014)

DANIELA DUCATO, “CONTADINA DELL’EDILIZIA”: TRASFORMARE I RIFIUTI

IN RISORSE

Un brutto giorno un Sindaco poco illuminato decise di approfittare di qualche fondo regionale per “modernizzare” la propria città. Diede così ordine di tagliare gli alberi e togliere gli arredi urbani che Daniela Ducato e gli altri membri della locale Banca del Tempo avevano contribuito a realizzare. Cadevano gli alberi e cadevano i nidi degli uccellini che si trovavano sugli alberi. Alcuni bambini, piangendo, portavano questi nidi a Daniela e fu così, quasi “per caso”, che tutto ebbe inizio. Osservando i nidi dei pettirosso, infatti, Daniela si rese conto che erano perfetti: lana, terra e fibre, intrecciati. Lana, un materiale che certo non manca in Sardegna, regione nota per la presenza di milioni di pecore. Quello che non tutti sanno, però, è che una parte di questa lana, quando viene lavorata a livello industriale, diventa un rifiuto speciale e le aziende devono pagare per smaltirla… Nel 2008, quindi, Daniela fece avviare gli studi e in poco tempo aprì una nuova azienda, Edilana, che realizza coibentanti per la casa – i famosi cappotti termici che tengono la casa fresca d’estate e calda d’inverno – proprio con gli scarti di questa lana ricreando con una ingegnerizzazione industriale all’avanguardia, il movimento del becco e del petto del pettirosso.

Fu solo l’inizio. In pochi anni e basandosi sullo stesso principio, Daniela ha infatti dato vita a sei aziende, tutte basate sull’uso di rifiuti – pardon eccedenze! – come materie prime. Dagli scarti del latte è nata Edilatte (vernici e pitture), dalle poseidonie ammassate sulle spiagge sarde Edimare, dall’attività delle farfalle e delle formiche, Editerra, “un prodotto innovativo a base di terra cruda e lana di pecora che produce l’efficienza termica con una tecnologia che non ci fa consumare energie”. Innovazioni fondamentali per un’economia veramente sostenibile. Daniela ci spiega infatti che spesso dietro il mondo dell’eco e del green si nascondono grandi speculazioni. Se ad esempio tutti decidessero di produrre coloranti naturali basandosi su coltivazioni ad hoc, ettari ed ettari di terreno verrebbero sottratti all’agricoltura o alle foreste. Comprando gli scarti, invece, si ha veramente un impatto minimo sul pianeta e si contribuisce anche ad arricchire i produttori che vedono eliminato un costo importante. “Usiamo gli scarti che preferiamo chiamare eccedenze, ovvero dono. Si tratta di doni abbondanti che occorre riconoscere come tali. Dobbiamo evitare di prosciugare risorse, inquinando il pianeta e impedendo la vita umana e non”. Da tutte queste innovazioni, e grazie al Polo Produttivo per la Bioedilizia “CasaVerdeCO2.0″ coordinato da Daniela, sono stati assegnati circa 600 posti di lavoro e molti altri ne nasceranno. “Qui l’innovazione si fa attraverso lo scambio, per promuovere l’utilizzo di materie e prodotti realizzati senza ulteriore consumo di suolo e di denaro pubblico e senza ulteriori aggravi di CO2″, spiega la Ducato. Molti altri posti di lavoro, inoltre, sono stati conservati grazie alla riconversione di aziende che altrimenti avrebbero chiuso e che invece si sono inserite in questi circuiti virtuosi. Daniela si definisce una “contadina dell’edilizia”, perché si va a cercare le materie prime e le “coltiva” un po’ come fa un cuoco con i propri ingredienti, ma si definisce anche in modo classico, ovvero come un’imprenditrice. Cosa molto diversa da quelli che lei invece chiama “prenditori“, ovvero pseudo-imprenditori che orientano le loro attività in base ai fondi pubblici di turno che spesso non premiano le innovazioni e il buon senso. Secondo Daniela, infatti, “i soldi pubblici dovrebbero servire a fare ricerca (ricerca vera) che produce novità e opportunità lavorative. Nella mia esperienza, invece, ho visto spreco di denaro e finte ricerche in nome del green! Non solo i politici, ma anche una parte di imprenditori ha le sue responsabilità quando si prendono fondi pubblici, senza produrre lavoro ma assistenzialismo, e così alimentando all’infinito logiche di sprechi, di consumi inutili. La nostra ricchezza sono le relazioni. Per credere in un’innovazione non bisogna sentirsi soli”. “Noi non ci consideriamo green economy – prosegue Daniela –, siamo parte della blue economy. La green è stata l’economia delle “grandi cose”, grandi pale eoliche, grandi impianti nei deserti, grandi giri di soldi tra politici e imprenditori. Blueeconomy significa invece piccoli investimenti, piccole opere, tutto controllabile a livello locale”. Daniela ha vinto numerosi premi italiani e internazionali, tra cui Donna Sarda 2012, il premio internazionale Donna per l’ambiente nel 2013 e – sempre nel 2013 – il Gold Winner–Euwin International Award 2013 come migliore innovatrice europea nel settore ecofriendly. La sua filosofia però è rimasta sempre la stessa: costruire “multirelazionali” anziché “multinazionali”. (Guarda QUI la videointervista di Daniel Tarozzi a Daniela Ducato – da YouTube)

(da Italia che Cambia - agosto 2014)

UN DEPURATORE SUL TETTO: LA TEGOLA ANTI-SMOG Suonerà strano a molti di Voi, ma una tegola di un tetto può svolgere la stessa funzione del depuratore più ecologico mai esistito: l’albero! Utilizzando come materia prima l’anidride carbonica e liberando come scarto di produzione l’ossigeno. L’impiego dell’edilizia e dell’architettura come strumenti per opporsi all’inquinamento atmosferico sembra essere una garanzia per il futuro, ricavando prodotti ed interventi che intrecciano le esigenze energetiche senza scontrarsi con la memoria storica e paesaggistica del contesto urbano e del patrimonio edilizio esistente.

Conosciamo molte esperienze concrete in campo edilizio che consentono di raggiungere obiettivi di sostenibilità sfruttando il tetto delle abitazioni, come per esempio i giardini pensili, le tegole con piccoli pannelli fotovoltaici o le tegole trasparenti per favorire l’illuminazione naturale negli ambienti; con le tegole depuranti potremmo difenderci dall’inquinamento, garantendo la continuità visiva grazie all’integrazione architettonica e recuperando un edificio senza la costruzione di uno ex novo. Le tegole anti smog sono un’innovazione dall’anima puramente green, dalle fasi di produzione fino al loro smaltimento grazie all’utilizzo di materiali inerti. Il prodotto è riciclabile al 100%, e viene riutilizzato come sottofondo stradale o per opere di sottofondazione dopo un processo di polverizzazione. Sono tegole minerali costituite dal classico impasto cementizio di sabbia naturale, acqua e ossidi di ferro con l’aggiunta di una polvere cristallina incolore tendente al bianco, il Biossido di Titanio TiO2, ottenendo un effetto antismog che non altera le caratteristiche e le proprietà meccaniche e funzionali della tegola. L’innovazione è il Biossido di Titanio, un fotocatalizzatore duraturo nel tempo che in presenza di luce accelera la reazione di ossidazione degli inquinanti (NOx) favorendo la loro trasformazione in sali inorganici non nocivi per l’ambiente in quantità non eccessive (nitrati, solfati e carbonato di calcio); i sali prodotti verranno dilavati dalla pioggia e dispersi nel terreno portando a termine il processo. Il suo utilizzo, ipotizzabile su un tetto medio di una abitazione in centro città, permetterebbe di assorbire annualmente una quantità di ossidi di azoto e monossido equivalenti alle emissioni di una vettura media in un ipotetico percorso di circa 18.000 km. Il costo del composto si aggira su i 5$ (è facilmente reperibile anche negli store italiani) e sarà fondamentale per il futuro scoprire se il coating ( rivestimento ) possa trovare applicazione su materiali diversi come pareti, manufatti prefabbricati, divisori autostradali o addirittura sull’asfalto delle strade con alta percorrenza. Promuovere la realizzazione di questi prodotti combinato con il miglior uso delle infrastrutture esistenti, al minor ricorso al trasporto su gomma ed al minor consumo di energie non rinnovabili, permetterebbe di creare soluzioni in grado di rispettare e superare i requisiti previsti dalle normative sul risparmio energetico attualmente in vigore. (dalla Newsletter di Greenme.it - agosto 2014)

CONTRO L’INCIUCIO RENZI-BERLUSCONI C’È UNA BATTAGLIA CHE

SI PUÒ VINCERE SUBITO Nell’accordo piduista Renzi-Berlusconi, benedetto da Napolitano, c’è molto di peggio che non il Senato dei nominati (il Senato andava semplicemente abolito e contemporaneamente il numero dei deputati portato a cento). Il vero elemento golpista del patto piduista del Nazareno è costituito invece dalla legge elettorale, che consentirà a una forza di minoranza un controllo totale non solo del legislativo ma anche delle istituzioni di garanzia: Presidenza della Repubblica e Corte Costituzionale. Nell’ambito di questa legge elettorale super truffaldina e micidiale per la democrazia, l’elemento più grave è dato dalla vera e propria istigazione a delinquere rappresentata dall’incentivo alla presentazione di liste locali di clientelismo mafioso e liste nazionali di indecenza corporativa.

Sarà infatti vantaggioso presentare liste che non hanno alcuna possibilità di eleggere un deputato ma che concorreranno alla somma dei voti con cui la coalizione potrà ottenere i premi di maggioranza truffaldini. Liste improbabili e impensabili in paesi civili ma che nelle prossime elezioni saranno presenti davvero, tipo la lista “Forza Dudù”, che Berlusconi ha già fatto sottoporre a test dalla sua sondaggista di fiducia, con raccapriccianti esiti positivi. E altrettanto vantaggioso sarà presentare in ogni circoscrizione liste di mozzaorecchi locali coalizzate con i partiti principali dell’uno o dell’altro schieramento, liste che sul piano nazionale conteranno per lo zero virgola qualcosa, ma su quello locale possono anche raggiungere consensi a due cifre. Basterà perciò avere una lista di clientelismo locale affaristico e/o mafioso in ogni circoscrizione e l’incremento nazionale per una coalizione potrebbe toccare il 10 per cento! Di questo sconcio che fomenterà una vera e propria metastasi letale per la democrazia, i gettonatissimi politologi di establishment alla D’Alimonte & Co. nulla dicono, vuoi perché nella loro insipienza non se ne sono neppure accorti, vuoi perché lo sanno ma establishment oblige. Eliminare la possibilità che questi due tipi di lista possano concorrere alla somma dei voti delle coalizioni è imprescindibile se non si vuole portare a dismisura lo sfregio alla democrazia che comunque questa legge elettorale realizzerà. Dovrebbe perciò essere obiettivo primario delle opposizioni, e innanzitutto del M5S che resta l’unica attuale opposizione effettiva all’establishment (Lega e Sel ne fanno sontuosamente parte), imporre un emendamento che stabilisca la soglia minima di voti (due o tre per cento a livello nazionale, meglio ancora il quattro o la soglia che verrà stabilita per avere deputati) al di sotto della quale una lista non concorre alla determinazione della somma di una coalizione. È una battaglia di elementare civiltà, ma è anche una battaglia che può essere vincente, perché sarà difficile perfino per i pasdaran dell’inciucio Berlusconi-Renzi difendere una norma di così sfacciata valenza clientelar-affaristico-mafiosa. E tale battaglia avrà l’ulteriore effetto virtuoso, se condotta con l’intransigenza doverosa e anche con il sacrosanto can-can dell’ostruzionismo parlamentare più chiassoso e mediaticamente pagante, di sbattere in faccia agli italiani che ancora si illudono del carattere riformista del governo Renzi, e magari imputano al M5S di saper dire solo dei “no”, come il “fare” del governo sia sempre più spesso la prosecuzione, perfino allargata, delle “porcate” dell’epoca berlusconiana (altro che rottamazione!) e come l’opposizione sappia invece essere propositiva e radicale: unica forza davvero riformista. Infine, è incomprensibile come una tale battaglia non l’abbiano già lanciata “dissidenti” del Pd come Casson e Mucchetti, che pure hanno alzato le barricate per ignominie assai meno ignominiose. (scritto da Paolo Flores D’Arcais su MicroMega - agosto 2014)

UN GIORNO DI FESTA PER LE NUOVE OSTETRICHE DI WOLISSO

25 ostetriche professionali si sono diplomate quest’anno a Wolisso: il loro percorso di studi, oltre che personale, testimonia la voglia autentica di spendersi per il

proprio paese e per la salute dei più bisognosi

Domenica 27 luglio 2014 a Wolisso, in Etiopia, è stata celebrata la cerimonia di consegna dei diplomi a 25 nuove ostetriche professionali, qualficatesi dopo 3 anni di studi. Dall’inizio delle attività della scuola per infermieri e ostetriche dell’ospedale San Luca di Wolisso, ad oggi sono 581 le donne e gli uomini etiopi che hanno scelto di studiare per dare una speranza a quanti hanno bisogno delle loro cure: di questi, 351 sono ora infermieri professionali, 191 lo sono diventati lasciando la qualifica di “assistenti sanatari” e, infine, 39 sono ostetriche (tra cui le 25 appena diplomate).

La cerimonia, giunta quest’anno alla dodicesima edizione, è stata accolta da una sentita partecipazione: insieme al Vescovo ausiliario dell’Arcidiocesi di Addis Abeba, Lesune Chirston Matheos, che ha presieduto la cerimonia con Abba Hagos Hayish, segretario generale del Segretariato Cattolico Etiope, erano presenti anche tutte le autorità amministrative e sanitarie locali. Dopo averne promosso la nascita su impulso della Conferenza dei Vescovi Cattolici Etiopi, dal 2000 Medici con l’Africa Cuamm continua a sostenere la scuola per infermieri e

ostetriche dell’ospedale San Luca. Nell’ultimo anno, in particolare, 8 giovani hanno potuto studiare grazie ad altrettante borse di studio concesse dal Cuamm. In un Paese in cui esistono solo 2,5 infermieri e ostetriche ogni 10.000 abitanti, la borsa di studio è spesso l’unico mezzo per avviare il percorso di crescita delle risorse umane locali. Una tappa importante di questo percorso è diventata la scuola dell’ospedale San Luca,riconosciuta dall’intero sistema sanitario etiope per la qualità formativa che si rivolge sia al personale religioso che laico. (da Medici con l’Africa CUAMM - agosto 2014)

Cari produttori ed estimatori/simpatizzanti del biologico e biodinamico,cari amici dell'economia solidale, all'improvviso, e con tempi molto ristretti, ci è stata offerta un'altra occasione formativa, di alta conoscenza e alto valore: questo fine settimana possiamo avere con noi ALEX PODOLINSKY. Dopo un maestro internazionale delle sementi (Salvatore Ceccarelli) arriva un maestro internazionale della FERTILITA' naturale, dell'HUMUS, del cibo buono e sano. Ancora una persona semplice e di altissimo valore. 89 anni e gira per l'Europa a portare le sue conoscenze pratiche. Un incontro importante, per far crescere la qualità della nostra agricoltura, del nostro ambiente e del nostro cibo. Un tema che aiuta anche a dare soluzione ai disastri del maltempo, sempre più gravi e frequenti. una delle cause principali delle esondazioni di fiumi e fossi è infatti la drastica riduzione della sostanza organica e dell'humus nei terreni, che non trattengono più le acque. L'humus è come una spugna, con altissima capacità di accumulare acqua e rilasciarla con gradualità alle colture. Il terreno quasi ucciso nella sua vita dall'agricoltura chimica non fa più da polmone e regimazione delle acque.

***SCARICA QUI IL PROGRAMMA DI MASSIMA E ALTRE INFORMAZIONI

e QUI LA LOCANDINA DELL’EVENTO (da La Terra e Il Cielo - agosto 2014)

IDRATIAMOCI CON FRUTTA E VERDURA

Frutta e verdure estive sono l'alimento ideale per affrontare al meglio i mesi caldi: più leggere, nutrienti e con una maggior presenza di acqua di quella invernale, gratificano il palato e consentono di mantenere il giusto livello di idratazione.

Frutta e verdure estive sono l'alimento ideale per affrontare al meglio i mesi caldi: più leggere, nutrienti e con una maggior presenza di acqua di quella invernale, gratificano il palato e consentono di mantenere il giusto livello di idratazione. Quale frutta e verdura mangiare in estate? L'albicocca, innazitutto, è un frutto ideale: ricca d'acqua, è una vera miniera di betacarotene, una pro-vitamina che protegge la pelle dai danni del sole e favorisce l'abbronzatura. C'è poi la pesca, ricca di proprietà nutrizionali e composta al 90% da acqua. L'elevata presenza di ferro, potassio, calcio, vitamina C la rendono un alimento saziante, rinfrescante e dissetante, tonificante e ricostituente, perfetta per reintegrare i sali minerari persi con la sudorazione. Ha proprietà soporifere, ottime per chi soffre di insonnia, ed è ricca di fibre che agiscono sull'intestino depurando dalle scorie, favorendo il transito intestinale e smaltendo i liquidi in eccesso. La pesca contiene anche fluoro, sostanza che non solo rafforza i denti e le ossa, ma che stimola anche la produzione di melanina, pigmento che favorisce l'abbronzatura e che aiuta la pelle a mantenersi giovane proteggendola dai raggi UV. L'estate offre anche una grande varietà di ortaggi colorati, saporiti, freschi, adatti anche a esser mangiati crudi, favorendo così una cucina leggera. Tra le verdure più consumate e amate dell'estate figurano le carote. Raccolte in più momenti dell'anno, la loro miglior stagione per la raccolta ed il consumo è proprio l'estate. Ricche di antiossidanti e betacarotene (prezioso per la tintarella e la salute della pelle ed agente attivo nella lotta ai radicali liberi), le carote potenziano le difese immunitarie e hanno anche benefici cardiovascolari. Molti i sali minerali e le vitamine in esse contenute, dal sodio al potassio dal magnesio al calcio e le vitamine A, B e C. Le carote saziano, hanno proprietà cicatrizzanti, proteggono le ossa e la vista. Oltre a esser pratiche da sgranocchiare crude, le carote sono ottime anche in insalata, al vapore o rosolate. Ma la lista è lunghissima...c'è solo l'imbarazzo della scelta, dal melone al cocomero, dalle prugne ai pomodori. (da Terra Nuova - agosto 2014)

Buone Vacanze a chi è al mare….

…o in montagna…