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Le classi quinte hanno scelto quattro poesie d’autore. Sono un’occasione per augurarci Buon Natale e per fare alcune riflessioni personali o in classe o in famiglia… Anno 14 Numero 1 Dicembre 2012 La scuola in tasca E’ gradito un libero contributo per le spese di stampa Esperienze in classe 2 A scuola nell’ambiente 41 Dalla redazione 47 Sommario Il presepe (di Salvatore Quasimodo) Natale. Guardo il presepe scolpito dove sono i pastori appena giunti alla povera stalla di Betlemme. Anche i Re Magi nel le lunghe vesti salutano il potente Re del mondo. Pace nella finzione e nel sil enzio delle figure in legno ed ecco i vecchi del vill aggi o e la stal la che risplende e l'asinello di colore azzurro. A Gesù bambino (di Umberto Saba) La notte è scesa e brilla la cometa che ha segnato il cammino. Sono davanti a Te, Santo Bambi no! Tu, Re dell’universo, ci hai insegnato che tutte le creature sono uguali, che le distingue solo la bontà, tesoro immenso, dato al povero e al ricco. Gesù, fa' ch'io sia buono, che in cuore non abbia che dolcezza. Fa' che il tuo dono s'accresca in me ogni giorno e intorno lo diffonda, nel Tuo nome. Lo zampognaro (di Gianni Rodari) Se comandasse lo zam- pognaro che scende per il viale, sai che cosa di rebbe il giorno di Nat ale? "Vogl io che in ogni casa spunti dal pavimento un albero fiorito di stel le d'oro e d'argento". Se comandasse il passero che sulla neve zampetta, sai che cosa di rebbe con l a voce che cinguetta? "Vogl io che i bimbi trov ino, quando il lume sarà acceso tutt i i doni sognati più uno, per buon peso". Se comandasse il pastore del presepe di cartone sai che legge farebbe firmandol a col lungo bastone? "Vogl io che oggi non pianga nel mondo un sol o bambino, che abbiano lo stesso sorriso il bianco, il moro, il giallino". Sapete che cosa vi dico Io che non comando ni ente? Tutte queste belle cose accadranno facilmente se ci di amo la mano i miracoli si faranno e il giorno di Natale durerà tutto l 'anno. È Natale! (di Madre T eresa di Calcutta) È Natale ogni v olt a che sor ridi a un fratello e gli tendi la mano. È Natale ogni v olt a che rimani in silenzio per ascolt are l'alt ro. È Natale ogni v olt a che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È Natale ogni v olt a che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirit uale. È Natale ogni v olt a che riconosci con umilt à i tuoi limit i e la tua debolezza. È Natale ogni v olt a che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.

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Le classi quinte hanno scelto quattro poesie d’autore. Sono un’occasione per augurarci Buon Natale e per fare alcune riflessioni personali o in classe o in famiglia…

Anno 14 Numero 1

Dicembre 2012

La scuola in tasca

E’ gradito un libero contributo per le spese di

stampa

Esperienze in classe 2

A scuola nell’ambiente 41

Dalla redazione 47

Sommario

Il presepe (di Salvatore Quasimodo)

Natale. Guardo il presepe scolpito

dove sono i pastori appena giunti

alla povera stalla di Betlemme.

Anche i Re Magi nelle lunghe vesti

salutano il potente Re del mondo.

Pace nella finzione e nel silenzio

delle figure in legno ed ecco i vecchi

del villaggio e la stalla che risplende

e l'asinello di colore azzurro.

A Gesù bambino (di Umberto Saba)

La notte è scesa

e brilla la cometa

che ha segnato il cammino.

Sono davanti a Te, Santo Bambino!

Tu, Re dell’universo,

ci hai insegnato

che tutte le creature sono uguali,

che le distingue solo la bontà,

tesoro immenso,

dato al povero e al ricco.

Gesù, fa' ch'io sia buono,

che in cuore non abbia che dolcezza.

Fa' che il tuo dono

s'accresca in me ogni giorno

e intorno lo diffonda,

nel Tuo nome.

Lo zampognaro

(di Gianni Rodari)

Se comandasse lo zam-

pognaro che scende per il viale,

sai che cosa direbbe

il giorno di Natale?

"Voglio che in ogni casa

spunti dal pavimento

un albero fiorito

di stelle d'oro e d'argento".

Se comandasse il passero

che sulla neve zampetta,

sai che cosa direbbe

con la voce che cinguetta?

"Voglio che i bimbi trovino,

quando il lume sarà acceso

tutti i doni sognati

più uno, per buon peso".

Se comandasse il pastore

del presepe di cartone

sai che legge farebbe

firmandola col lungo bastone?

"Voglio che oggi non pianga

nel mondo un solo bambino,

che abbiano lo stesso sorriso

il bianco, il moro, il giallino".

Sapete che cosa vi dico

Io che non comando niente?

Tutte queste belle cose

accadranno facilmente

se ci diamo la mano

i miracoli si faranno

e il giorno di Natale

durerà tutto l'anno.

È Natale! (di Madre Teresa di Calcutta)

È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano.

È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro.

È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.

È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale.

È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.

È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.

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bambini e la sua amica Fata Lisetta con la super bacchetta magica, gatto Arturo e la strega Doro-tea che è un po’ monella e dispettosa. Quando compaiono la maestra ci fa ascoltare delle bellis-

sime storie… Ma poi a volte arrivano anche due folletti Bud e Holly che par-lano solo in inglese, così tutti schiacciamo il pulsante e la maestra, per magia parla improvvisamente in inglese. •Anche la maestra Danila ha una bellissima bacchetta magica a forma di fiore ma funziona solo se diciamo tutti insieme la parola magi-ca segreta. E’ molto diver-

tente fare inglese anche perché cantiamo, ballia-mo e anche co-loriamo.

•Mi è piaciuto lo spettacolo per-ché il cammello aveva due gobbe

A pochi mesi dall’inizio di questa nuo-

va esperienza alla scuola Primaria i bambini di 1 B la valuta-no con il loro contagioso entusia-smo e mettono in luce i momenti che hanno preferito: le esperienze

“magiche” in classe, la festa sporti-va, la visita in biblioteca, lo spetta-colo teatrale, le castagnate, l’uscita al parco per salutare l’autunno e raccogliere foglie ma anche fila-strocche, canzoncine, bei racconti e poi imparare a leggere e scrivere lettere, i numeri e anche le parole… Cosa ti è

piaciuto di questi primi mesi? Ecco qualche com-mento dei bambini: •Qui si fanno tante belle cose e ho imparato che tutti devono essere ami-ci di tutti (Alessandra)

•Si alza la mano per par-lare se no non si capi-sce niente (Giorgia)

•Inventiamo tante cose come ad esempio le ca-ricature dei compagni e delle storie buffe (Alessandra),

•Nella nostra aula ci hanno accolto tanti nuovi a-mici: innanzitutto i pesciolini che rallegrano le pareti che sono amici di pesce Felice che aveva-mo incontrato alla scuola primaria.

•Abbiamo conosciuto poi tanti personaggi simpati-ci: Mago Teo buono con i

Esperienze in classe

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In prima insieme-classi prime-

Esperienze in classe

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Tra tutte le esperienze, i bambini pongono la loro attenzione su una storia raccontata e poi dramma-tizzata in classe che ha dato loro vari spunti di riflessione che vorremmo condividere con tutti voi. E allora ecco a voi “Nonna Zucchero e Nonno Cioccolato” una storia per parlare di rabbia e dol-ce perdono… Mettetevi comodi, grandi e piccini e “gustiamola” fino al fondo! “C’era una volta una casetta fatta di caramelle. E chi ci abitava? Nonna Zucchero e Nonno Ciocco-lato, che si volevano molto bene. E si scambiava-no parole belle e buone, tonde come castagne e lisce come liquirizia. Ma qualche volta litigavano. E allora si dice-vano parole …. fredde come il ghiaccio e appuntite come col-telli! Un giorno litigarono così tanto che Nonna Zucchero uscì di casa e si mise a piangere. Pianse solo un pochino, altri-menti le sue guance di zucchero si sarebbero sciolte. Nonna Zuc-chero guardò a terra. E vide del-le pietre. Con le pietre che trovò, Nonna Zucchero costruì una casetta di pietre. Nonna Zucchero a-mava molto la sua casetta di pietre, ma amava ancor di più Nonno Cioccolato. Un giorno tornò da

lui. «Nonno Cioccola-to, apri la porta. Nonno Cioccolato, non mi la-sciare!». Ma Nonno Cioccolato non la a-scoltò. Nonna Zucche-ro ricominciò a piange-re. Ma non troppo, al-trimenti le sue guance di zucchero si sareb-

bero sciolte! Il cielo, vedendola così triste, chiamò a raccolta tut-te le nuvole perché piangessero al suo posto. Cominciò a piovere. Pioveva tan-to forte che la casetta di caramelle iniziò a sciogliersi. Nonno Cioccolato andò a bussare alla porta della casetta di Nonna Zucchero. «Nonna Zucchero, apri la por-

ta. Nonna Zucchero, non mi la-sciare! » E Nonna Zucchero che cosa rispose? «Ben ti sta! » In-tanto continuava a piovere e la casetta di caramelle continuava a piovere e la casetta di cara-melle continuava a sciogliersi. Allora Nonno Cioccolato fece una cosa che è sempre utile quando si litiga con qualcuno a cui si vuole bene. Si avvicinò alla

porta e sussurrò delle parole così morbide e dolci che Nonna Zucchero aprì la porta della sua caset-ta di pietre. Nonna Zucchero e Nonno Cioccolato si riabbracciarono. Erano così contenti che si ab-bracciarono tutto il giorno. Alla sera Nonno Cioc-colato si ritrovò tutto coperto di Zucchero e Nonna Zucchero tutta coperta di cioccolato! Cosa mi ha insegnato questa storia? •A non litigare, perché se no dopo si è tristi e ci si sente anche un po’ in colpa per averlo fatto pian-gere (Manuele, Manuel);

•Non va bene litigare con gli amici perché è brut-to, dopo non sei più suo

grosse grosse (Manuele). •Quando abbiamo ascoltato la storia Nonna Zucchero ci ha insegnato che quando non si è amici è brutto, ci si sente tristi. In biblioteca ho trovato u libro bellissimo che mi ha insegnato a cantare(Alessandra).

•Ho imparato che in fila si sta in silenzio, si alza la mano per parlare, le maestre ci insegnano tante cose. (Giorgia).

•Mi è piaciuto lo spettacolo perché era bello, c’era la rana verde. Mi è piaciuto di più della materna perché faceva ridere (Agata).

•A me sono piaciute le maestre sorridenti e la storia di Nonna Zucchero perché mi ha insegnato che quando si litiga bisogna sforzarsi di fare pace (Gaia Baldo).

Nonna Zucchero e Nonno Cioccolato -classi prime-

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Esperienze in classe

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amico (Gaia Bottazzari); •Quando sei amico di qualcuno e litighi con lui “chiedi scusa senza

sbuffare”, come ci ha insegnato la filastrocca delle regole che abbia-mo imparato insieme (Giulia M);

•Ho capito che quando si litiga con qualcuno a cui vuoi bene è molto diffici-le far pace perché sei arrabbiato con lui o lei, anzi sei “nero”, pensi di aver ragione solo tu, ma non è vero! E’ meglio far passare un po’ di tempo per far volare via la rabbia (Alessandro)

•Mi ricordo una volta quando noi due (Sofia e Gaia) volevamo giocare a “Lupo mangia frutta” mentre Alessandra a “Strega comanda color”. Io mi sono arrabbiata e me ne sono andata via, tutta nera. Volevo che tutte giocavamo allo stesso gioco che avevo scelto. Alla fine le ho convinte dicendo “ vado a dirlo alla maestra!”. In quei momenti il cuore mi bat-teva forte (BUM,BUM, BUM). Noi non voleva-mo essere richiamate e perciò abbiamo lasciato vincere Alessandra. Quando poi abbiamo giocato insieme ci siamo sentite di nuovo felici e amiche (Alessandra/Gaia).

•Ieri sera il mio cane ed io abbiamo litigato per-ché non si spostava dal divano dove io volevo stare, mi dava fastidio. L’ho sgridato per man-darlo via ma lei era tal-mente pigra che non voleva …. Io ho avuto il posto libero ma dopo era già pronta la cena! Insomma avevo litigato per nulla e mi sentivo anche in colpa per averlo fatto. Dopo allora le ho fatto un po’ di coccole per far pace (Anita)

•Quando in classe o in cortile litighiamo abbiamo capito che possiamo trasformare le parole brutte e dure in parole lisce, dolci. Quando ci riusciamo ci sentiamo felici e soddisfatti per esserci riusciti.

Per esempio quando dico le parolacce la maestra

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Esperienze in classe

me le fa trasformare in parole più belle, provo a dire quello che provo, usando altre parole ….

(Vittorio). •Le parole fanno più male delle azioni (Manuele) •La vera forza non è picchiare ma sapersi controllare. •Meglio contare e aspettare un po’ prima di reagire. Ieri Walid mi ha dato un calcio. Io volevo reagire ma mi sono controllato. •Quando si usano parole brut-te, mani e piedi per far male non è bello: offendi e fai male. Possiamo invece imparare a dire quello che pensiamo senza

usare mani e piedi. Per alcuni non è cosi facile (C….)

•I nonni litigavano ma poi erano da soli. Non è bello star da soli. Meglio stare insieme, avere

amici (Walid) •Mi è piaciuta la parte della ca-sa fatta di caramelle e dolci perché è colorata e buona. (Camilla). •Mi è piaciuto quando alla fine Nonna Zucchero era ricoperto di cioccolato …..(Gaia B.) •Mi è piaciuto quando la nonna stava costruendo la casetta di pietre per stare da sola. Anch’io quando litigo con il papà prefe-

risco starmene da solo. Poi facciamo la pace con un forte abbraccio perché ci vogliamo bene (Andrèe)

•Mi è piaciuto quando Nonna Zucchero ha costruito la casetta di pietre perché era arrabbiata. Ho capito che non devo litigare. O far cose che fanno male (Francesco); •Mi è piaciuto quando il nonno è andato dalla nonna a dirle “cose belle” perché mi piacciono le cose belle, si sta meglio quando si sta bene e non quando si liti-ga (Alessandro). •Mi è piaciuto quando Nonna Zucchero era piena di cioccolato

e Nonno Cioccolato era pieno di Zucchero per-ché non litigavano più ed erano buffi (Greta, Eli-sa, Lara).

•Mi è piaciuto quando Nonna Zucchero andava a bussare alla porta della nonna per chiedere scu-sa (Giulia R.)

•Perché quando si litiga poi si può sempre fare pace.(Sharon)

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Sono magra, alta e un po’ timida. A scuola mi piace colorare, dise-gnare e scrivere. Mi piacciono i cani e i cuoricini.

Andrea Io sono Andrea e mi piacciono le moto. Ho i capelli castani e gli occhi marroni. Sono magro e alto

e un po’ un disordinato. A scuola mi pia-ce scrivere, colorare e giocare.

Arianna Io sono Arianna e mi piace molto andare in piscina. Ho i capelli bruni e gli occhi mar-roni. A scuola certe volte non sono tanto bra-

va e mi piace scrivere, fare l’intervallo .

Marco Io sono Marco e mi piace guarda-re “Cars”. Ho i capelli castani e gli occhi azzurri come il mare. Sono alto, magro e tranquillo. A scuola mi piace disegnare, giocare con le

macchinine.

Giulia Io sono Giulia e mi piacciono le Barbie. Ho i capelli biondi e gli occhi verdi. Sono magra, alta e tranquilla. A scuola mi piace lavorare con i compa-gni, andare fuori in cortile; mi piacciono molto i pupazzi.

Francesca Io sono Francesca, ho i capelli castani e gli occhi marroni chia-

Siamo appena arrivati, dalla Scuola dell’Infanzia ci hanno mandato.

Gli altri bambini ci chiamano primini, le maestre ci appellano “rospini”. Con parole nostre ci presentiamo,

poi di corsa ci disegniamo. Provate voi a indovinare chi siamo,

osservandoci bene quando all’intervallo usciamo.

Annalisa Io sono Annalisa ho i capelli lunghi e castani, gli occhi marroni. Sono tranquilla e molto brava. Sono alta e ma-gra, mi piacciono molto le farfalle. A scuola mi piace di-segnare e colorare ma anche italiano e scienze.

Tommaso Io sono Tommaso e mi piaccio-no molto le auto da corsa. Ho i capelli corti e castani e gli occhi marroni. Sono alto e magro, amo la natura. A scuola mi piace studiare e imparare inglese.

Omar Io sono Omar ho i capelli corti, neri e gli occhi neri. Mi piace giocare, leg-gere, scrivere, lan-ciare i miei giochi. Sono alto e magro

e a scuola sono bravo. Sono molto bravo a giocare a basket e a calcio.

Daniele Io sono Daniele, mi piacciono le moto e Valentino Rossi. Ho i capelli corti e marroni, sono alto e magro. A scuola mi pia-

ce lavora-re con i miei com-pagni, disegnare e giocare a calcio.

Sara Io sono Sara, ho i capelli biondi e gli occhi azzurri.

Indovina chi siamo -classi prime-

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Esperienze in classe

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ro. Mi piacciono tanto le bambo-le, aiutare e la-

vorare con i compagni ed uscire in cortile a giocare con loro.

Elisa Io sono Elisa ho i capelli mossi, gli occhi marroni e sono simpatica. Mi piac-ciono tanto le bambole, stare con le mie amiche e lavorare

Malak Io sono Malak ho i capelli ricci e castani, gli occhi mar-roni. Mi piace molto Hello kitty e stare con i miei amici.

Alessia Mi chiamo Alessia ho i ca-pelli castani e lunghi, i miei occhi sono marroni. Mi piac-

ciono i pupazzi e le bam-bole, mi piace tanto la scuola e lavorare con i miei compagni.

Gabriele Io mi chiamo Gabriele ho i capelli castani corti, i miei occhi sono mar-

roni. Mi piace il calcio, colorare, dise-gnare e stare a scuola.

Eleonora Io sono Eleonora, ho i capelli casta-no chiaro, sono lunghi e mi piace tenere la coda. I miei occhi sono marroni. Mi piace venire a scuola e mi piacciono molto i gatti.

Federica Io sono Federica, ho i capelli corti e castani, gli occhi sono marro-ni. Sono alta e magra, sono molto tranquilla. Mi piacciono i cavalli e desidero tanto avere un cane.

Greta Io sono Greta, ho i capelli ca-

stani e corti.

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Esperienze in classe

Sono alta e magra. Mi piace molto la scuola e la mia materia preferita è italiano. I miei animali preferiti sono i cavalli e i cani.

Samuele Io sono Samuele, sono alto e magro. Ho gli occhi di colore marrone e i capelli di colore nero. A scuola sono molto bravo, la mia materia preferita è Italiano. Mi piace gio-care a calcio, con le macchinine e le moto.

Anita Io sono Anita, ho gli occhi e i capelli marroni. Sono alta e magra. Mi piace molto la scuola e la mia materia pre-

ferita è inglese. Nel mio tempo libe-ro mi piace giocare con la casa del-le bambole. Il mio animale preferito è la mucca.

Filippo Io sono Filippo, ho i capelli e gli occhi mar-roni, sono alto e ma-gro. Mi piace poco la scuola e la mia materia preferita è Italiano. Nel mio tempo libero mi p i a c e arram-

picarmi sugli alberi, giocare a na-scondino con mio fratello e a gio-care a basket.

Klaudia Io sono Klaudia, ho i capelli e gli occhi marroni, sono alta e magra. A scuola adoro l’intervallo e la mia materia preferita è matemati-ca. Finita la scuola mi piace gio-care con le Winx.

Stefano Mi chiamo Stefano, ho i capelli corti castano chiari e gli occhi azzurri. Sono alto e magro. A scuola mi piace l’intervallo e la mia materia preferita è matema-tica. Mi piacciono le moto cross in miniatura.

Rebecca Io sono Rebecca, ho i capelli

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lunghi e castani, i miei occhi sono marroni. Mi piace venire a scuola e stare insieme ai miei compagni ed alle mie maestre.

Alessandro Mi chiamo Alessandro, ho i capelli castani e gli occhi marroni. Mi piace cucinare; mi piace anche andare sulla “freccia rossa” perché è molto veloce.

Chiara Io sono Chiara, ho i capelli castano. I miei occhi sono marroni ma in estate diventano più chiari. Mi piace fare tante cose, ma soprat-

tutto disegnare e fare i lavoretti. A scuola la mia materia preferita è l’inglese; mi piace anche fare ginnastica anche se in questi giorni non la posso fare perché sono stata ammalata.

Che cos’è la felicità -classi prime-

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tutti i colori perché a me piacciono tutti i colori.

Marco: è qualcosa che ci fa divertire.

Giulia: è avere gli amici.

Sara: è che coccoli la famiglia. Può essere anche avere i vestiti.

Tommaso: è la sostanza che viene nel cuore e arriva dall’amore.

Francesca: è che si può accompagnare una per-sona a casa se non ha la macchina e restare ab-bracciati con la mamma.

Annalisa: è coccolare un cagnolino e coccolare una famiglia.

Daniele: è condividere con gli amici. La felicità è avere amore e è di colore rosa.

Malak: è avere un fratellino

Andrea: è giocare con gli amici.

Klaudia: è che babbo natale ci porta i doni.

Eleonora: è avere un piccolo gattino.

Rebecca: è volere bene a tutte le persone che ti stanno accanto.

Omar: io sento la felicità a scuola, la sento col cuore. È quando arriva un bambino bello che ride.

Stefano: è avere una famiglia, un cane e un gatto.

Chiara: è quando qualcuno ti dice una cosa che ti piace e tu la fai volentieri. Pensando alla felicità mi viene in mente il colore bianco.

La classe Ia A ha cominciato un percorso intercul-turale volando per i cieli del mondo e fermandosi, come prima tappa in Brasile. Abbiamo ascoltato favole, storie e racconti di vita; abbiamo visto foto-grafie, disegni e manufatti. Poi ci siamo interrogati su che cosa serva per essere felici, ma prima ab-biamo condiviso le nostre idee sulla felicità. Che cos’è la felicità? Filippo: è qualcosa che ci fa ridere. È una cosa che ti sale dentro e dopo non riesci più a tenerla e esce.

Gabriele: è una grande emozione che si sente nel cuore.

Arianna: avere qualche amico che gioca con te. La felicità è avere cura di un figlio e volergli tanto bene. Per me è di colore rosso.

Alessia: è coccolare un gattino.

Federica: è una cosa che ti sale nel corpo e dopo sei sempre più felice. È di colore rosa perché è come la pelle che la felicità entra sempre dentro.

Samuele: è qualcosa che ti piace sentire nel cuo-re. La felicità secondo me è di colore arancione perché è il mio colore preferito, poi per me la feli-cità è avere un fratello grande e una sorella.

Alessandro: è che arriva un amico per giocare. È avere un bambino piccolo vicino.

Anita: è l’amore. Stare vicino ai fratelli.

Elisa: è avere giochi.

Greta: è la famiglia che ti vuole bene. La felicità è Esperienze in classe

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sta è Turi. Lui ci porterà a casa. Andiamo, la non-na ci aspetta. - RIANNA - SEBASTIANO ll nonno, Elisa, Paolo e Sara vanno a casa di Turi a vedere Olivia, la cagna che da qualche giorno sta male. Sara si avvicina ad Olivia, la tocca e le parla. L'a-nimale si riprende, si muove. Poi la lasciano sola e dopo qualche ora nascono tre cuccioli. Tutti sono meravigliati, i bambini sono molto con-tenti. Più tardi tornano a casa, la nonna ha preparato la cena. Dopo aver mangiato se ne vanno tutti sulla terraz-za a guardare il mare. SARA – VALENTINA.

È finalmente una bella giornata senza vento. Non-no Tano e i suoi nipotini prendono la barca e van-no in mare. Al largo fanno un bel bagno, il nonno gioca a fare il morto. Tutti si divertono molto. FRANCESCA – ILARIA

Al ritorno dalla spiaggia i bambini si ricor-dano di avere un regalo per i nonni. Il nonno prende la scatola, la apre

e...trova tanti pezzetti di cartone. Al-

lora

All'inizio di questo anno abbiamo letto in classe un libro che ci è molto piaciuto: si tratta di “Nonno Tano” scritto da Roberta Grazzani edizione Piem-me. È una storia molto divertente! Ora vi mostriamo alcuni episodi e speriamo di farvi venire la voglia di… leggerla anche voi. Paolo, Elisa e Sara devono andare dai nonni in Sicilia perchè quest'estate la mamma e il papà sono impegnati. I bambini vanno all'aeroporto con i genitori a pren-dere l'aereo: viaggeranno da soli con lo stewart. Dopo qualche ora di volo arrivano all'aeroporto di Palermo. Il nonno è venuto a prenderli. DIEGO - ALEX

I bambini riconoscono subito il nonno Tano, è pro-prio come sulla foto che hanno a casa. Un vero marinaio con la faccia segnata dal sole e dal ven-to, due baffi corti e bianchi e tanti riccioli grigi. Sara chiede : -Nonno sei venuto a prenderci con il peschereccio?- Il nonno ride e risponde:-No Saruzza, ti devo delu-dere. Sono venuto con la macchina del mio amico Turi. Io sono un marinaio ed un pescatore, l'auti-

Invito alla lettura -classi seconde-

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Esperienze in classe

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Era sta-ta una grande giornata e il non-no vole-va finirla bene, perciò disse alla non-na:-Vai a prendere il "puzzello", lo montiamo insieme ai bambini. Mentre i bambini cercano e sistemano le tesserine il nonno prende un pezzetto e grida:-Ho trovato l'occhio! Guardate! Tutti si avvicinano, è proprio l'occhio del pesce

spada. Ora il nonno è veramen-te soddi-sfatto. MIRKO - WILLIAM

I NOSTRI COMMENTI

È un libro divertente che tutti possono leggere. Mi faceva ridere quando Nonno Tano usava parole strane come “puzzello” invece che puzzle. DIEGO Mi è piaciuto il racconto del viaggio in aereo dei bambini. Piacerebbe farlo anche a me. FRANCE-SCA – ROBERTO Mi è piaciuto il momento in cui il nonno ha final-mente trovato l'occhio del pescespada e anche quando usava parole strane come “carusieddi, puzzello”. SARA Questa storia racconta di tre bambini che avevano tantissime avventure; è bellissima e vi consiglio di leggerla. MIRKO Mi è piaciuto perchè ci sono tanti personaggi di-versi, poi perchè siamo stati insieme ad ascoltare tutta la storia. ARIANNA Mi ha fatto ridere sentire che il nonno faceva “il morto” mentre nuotava nel mare. ALEX È stato divertente perchè Nonno Tano diceva pa-role “siciliane” come: carusieddi, puzzello, Saruz-za. VALENTINA – DAVIDE – MATEO – WILLIAM È stato bello leggere una storia in classe. ILARIA – COSMIN Mi è piaciuto perchè c'erano dei bambini; è un li-bro che può piacere a tut-ti. CHRISTIAN

brontola:- Ma cos'è? sono tutti uguali!- Paolo spiega: -Guarda bene nonno: unendo i pez-zetti si formerà un pesce spada. È un puzzle.- Ma il nonno risponde:- Che strano regalo questo puzzello!- DAVIDE – MATTEO

Rimasti soli sulla spiaggia Paolo, Elisa e Sara vo-gliono prova-re la canoa. La fanno sci-volare in ma-re e salgono,

ma appena sono in acqua il vento si alza e le on-de li portano sempre più al largo. I bambini sono molto spaventati e sperano che il nonno venga presto ad aiutarli. Ma Sara dice: -Oh, no! Il nonno ha finito la benzi-na della barca, Turi dovrà andarla a prendere al paese. Dovremo aspettare tanto. I bambini ora sono terrorizzati e si chiedono quan-do mai arriverà il nonno. ARIANNA - ROBERTO

Sara, Paolo ed Elisa ora sono persi in mare, non riescono più a tornare ed hanno paura e sonno. All'improvviso SPLASC! sentono dei colpi sotto la canoa. Sono due delfini. -Vi prego, aiutateci! - dicono i bambini. I delfini capiscono e cominciano a spingere con il muso la canoa. Per fortuna dopo un po' arriva la barca del nonno con Turi. Il nonno li solleva dalla canoa e li stringe fra le braccia. Finalmente sono salvi e possono tornare. Sara allora dice: - Nonno, salutiamo i delfini, ci hanno aiutato! Nonno Tano guarda attentamente gli animali ed esclama: -Ma sono proprio loro, i miei delfini!!- Poi tornano finalmente tutti a casa dalla nonna. CHRISTIAN - COSMIN

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Esperienze in classe

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Bastano pochi elementi per inventare una fiaba: • un protagonista • un eroe • un aiutante • un elemento magico • un antagonista

Ecco alcune fiabe inventate dagli alunni di terza A

Miriam e il principe Tanti tanti anni fa, in un paese lontano lonta-no,viveva una fanciulla molto bella, che si chiama-va Miriam. Questa ragazza era sotto un incantesimo del mago Andrea: ogni volta che baciava un prin-cipe, diventava una gallina. Un giorno Miriam an-dò nel bosco a raccogliere fragole e lì incontrò un principe che si chiamava Alessandro: era alto, giovane e aveva gli occhi azzurri. Miriam rivelò al principe di essere sotto l'incantesi-mo del mago Andrea. Allora il giovane le chiese: - Cosa posso fare per liberarti dall'incantesimo? - Miriam rispose: - Devi prendere una piuma del falco blu -. Il principe allora si incamminò verso il nido dove abitava il falco, trovò per terra una sua

piuma, la raccolse e corse da Miriam. La ragazza gli dis-

se: - Adesso devi uc-cidere il mago e portarmi una boccetta con dentro il suo sangue –. Alessandro corse alla casa del mago e appena aprì la porta lo uccise. Prese una boccetta, la riempì con il suo sangue e ritornò da Miriam. Questa aprì la boc-cetta, bevve il sangue e così si liberò dall'incantesimo. Ales-sandro e Miriam si sposarono e

vissero per sempre felici e contenti. Elisa

La maledizione del coniglio mannaro C'era una volta uno scienziato che continuava a girare per le foreste, sperando di trovare dei coni-gli. Un giorno ne trovò tantissimi e decise di por-tarne a casa due. Arrivato a casa, tirò fuori dal suo garage una stra-nissima macchina che ipnotizzava i conigli per costringerli a mangiare molta verdura. Mise in fun-

zione la macchina e ipno-tizzò il coniglio, senza ac-

L’inventa fiabe -classi terze-

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Esperienze in classe

corgersi che la macchina era programmata su “CONIGLIO MANNARO”. La mattina dopo, lo scienziato Ahimed trovò l'inte-ra città distrutta. Guardò la sua macchina e si ac-corse dell'errore commesso. Non sapendo cosa fare si rivolse al suo mago che gli diede dell'erba velenosa che non uccideva il coniglio, ma lo rim-piccioliva e lo svegliava dall'ipnosi. Haimed, allo-ra, fece mangiare l'ortaggio al coniglio che ritornò normale.

Haimed buttò via la macchina, felice di a-ver risolto il problema.

Da allora tutti vissero felici e contenti. Cristian

Mille colori C'era una volta una fata di nome Ludmilla Co-lours, che viveva con sua sorella Violetta. Ludmilla e Violetta erano le fate dei colori e quan-do spuntava il sole dopo la pioggia dovevano far apparire il bellissimo arcobaleno di mille colori. Un brutto giorno le loro bacchette non funzionaro-no più e quindi non potevano più far spuntare l'ar-cobaleno. Chiesero aiuto al loro capo che si chia-mava Lillliana Elisans. Questa diede a Ludmilla una nuova bacchetta, ancora più potente che po-teva fare tutto quello che voleva. Le due fate rin-graziarono e andarono nella regione dove ormai pioveva da diversi giorni. Quando il sole fece capolino tra le nuvole, fecero

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sa della strega. Questa, scambiandolo per un vero medico, gli raccontò di es-sere malata, e gli chiese se poteva darle una medicina. Il principe le diede la pozione magica e così la strega si addormentò per sem-pre. Allora il principe ritornò al paese delle fate e diede loro la notizia che ormai la strega non

poteva più infastidirle. Insieme ricostruiro-no il paese e visse-ro per sempre felici e contenti. Matilde

Il principe Tony C'era una volta un principe di nome Tony che era arrivato in un villaggio in cui viveva un re che non trovava più sua figlia Giuli. Il principe gli chiese Perché non era nel suo castello. Questo rispose che pensava che qualcuno avesse rapito sua fi-glia Giulia. Tony allora si offrì di andare a cercarla. Il re gli disse che avesse avuto bisogno di una spada, avrebbe potuto prenderla dalla roccia solo se era coraggioso. Il principe provò a estrarre la spada dalla roccia e ci riuscì senza fatica; infine partì. Arrivato vicino a una torretta vide un drago a sette teste. Tentò di ucciderlo senza riuscirci e quando non sapeva più cosa fare, si accorse che sulla spada c'era una scritta”Palla Infuocata”. La toccò e improvvisamente dalla spada uscì una palla infuocata che colpì il drago uccidendolo. A

quel punto vide che la principes-sa era prigioniera nella tor-

re e la liberò. Torna-rono insieme al

castello dove si sposarono

e vissero felici e contenti. Luca

Il drago d'oro C'era una volta in una foresta un uovo e nessuno sapeva che era di drago d'oro. Rimase lì per tanto tempo finchè un giorno un bambino lo trovò e de-cise di tenerlo per sé. Un giorno l'uovo si schiuse e il bimbo vide che dentro c'era un drago d'oro. Il bambino lo chiamò Dorato. Passarono gli anni e il bimbo e il drago crebbero insieme. Il giovane aveva imparato a cavalcarlo e insieme andavano in giro per il mondo. Un giorno

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Esperienze in classe

ruotare le loro bacchette magiche ed ecco , ap-parve un meraviglioso arcobaleno. Camilla

Il cavallo fatato C'era una volta un cavallo fatato che saltellava. Un giorno un cavaliere lo scoprì e chiese a suo papà, il re, se lo poteva catturare. Il re gli rispose di no perché lo voleva per sé e gli domandò dove l'aveva visto l'ultima volta. Naturalmente il giova-ne non glielo disse. Passarono gli anni e il re, mentre continuava a cercare il cavallo diventò un mago malvagio. Il cavaliere nel frattempo aveva catturato il caval-lo, e con esso andò alla ricerca del re. Quando lo incontrò, dopo anni ed anni, tentò di parlare con lui senza riuscirci. Il re lo costrinse a battersi pen-sando di riuscire a vincere, ma suo figlio lo scon-fisse. Il giovane si allontanò con il suo cavallo fa-tato in giro per il mondo, ma ad un tratto fu attac-cato da una soldatessa del re. Durante la battaglia il cavallo lanciò sulla ragazza una polvere magica che la fece ragionare. Questa confessò che era stata mandata dal mago cattivo e gli chiese scu-sa. Il principe le chiese il nome e lei rispose di chiamarsi Elisa. Il principe dichiarò di chiamarsi Artù e la invitò a viaggiare con lui. Da quel giorno Elisa ed Artù vissero insieme e felici. Alessandro M.

Il mondo delle fate C'era una volta un paese dove vivevano le fate. Un giorno una strega cattiva distrusse quel paese. Dopo un anno arrivò un principe; nel notare che era distrutto chiese alla regina delle fate cosa era successo. Questa gli raccontò tutto. Il principe le promise che avrebbe punito la strega. Tornò al castello e, con il suo cane si recò dalla donna più anziana e la pregò di consigliarlo. La signora gli diede una pozione magica, assicurandolo che chi-unque l'avesse bevuta sarebbe venuto. Il principe allora andò in cerca della strega, la quale appena lo vide lo ferì. Il cane lo accompagnò dall'anziana signora che lo medicò. Il principe le chiese un ca-mice da medico, lo indossò e andò di nuovo a ca-

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Gli alunni della classi terza A, dopo aver letto nu-merosi miti, hanno capito, che erano stati inventati dagli uomini primitivi, per cercare di spiegarsi il perché di determinati fenomeni. Allora hanno cercato di inventare nuovi miti per spiegare alcuni fenomeni naturali che li incuriosivano o li impaurivano. Come si scatenò il terremoto Tanti, tantissimi anni fa, in un paese che si affacciava sul mare gli uomini si face-vano la guerra continuamente. Allora il loro dio si arrabbiò e chiese agli uomini di non fare più la guerra, e di trovare un modo diverso per risolvere i loro proble-mi. Gli uomini naturalmente non lo ascol-tarono e continuarono a fare guerra. Dio allora si infuriò e scatenò la sua ira. Gli uomini si spaventarono e si rifugiarono nelle loro case. Quando Dio si calmò, gli uomini uscirono dai loro rifugi e ripresero

a battersi. Dio si

un mago voleva rubare il drago mentre il suo compagno dormiva. Dorato allora si mangiò il malvagio mago e così potè rimanere per sempre con il suo giovane amico. Anita La principessa Clara

C'era una volta una principessa di nome Clara; un mago di nome Ro-tembrand la teneva sotto un incantesimo malefico: ogni volta

che scoccava la mezzanotte la trasformava in uno schiaccianoci. Un principe di nome Filippo seppe di quell'incantesimo e decise di salvarla. Quando arrivò nel paese della ragazza, trovò un cane ad aspettarlo che lo trascinò dietro un cespuglio. Il

principe gli chiese: “Ma tu chi sei?”. “Sono il cane della principessa. Se vuoi liberarla dall'incantesimo, dovrai suonarle una ninnananna con questo piano-forte. Lei così si addormenterà e l'incantesimo sva-nirà” disse il cane. Il principe rispose: “Oh, farò co-sì!” e andò verso la torre, portandosi dietro il piano-forte. Quando arrivò, suonò la ninnananna “Dole stella” e la principessa si addormentò. Quando lei si svegliò, il principe le promise che l'avrebbe amata per sempre. Si sposarono e vissero per sempre feli-ci e contenti. Roberta

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Esperienze in classe

L’inventa miti -classi terza-

infuriò di nuovo e stavolta scatenò il terremoto, che distrusse ogni cosa. Da allora gli uomini, ogni volta che c'è il terremoto dicono che Dio si è ar-rabbiato con loro Matilde

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Il mito della tromba d'aria Tanto tempo fa al centro di un lago viveva un pesce enorme, il più grande di tutti, che si chiamava Hatol.un giorno Hatol liti-gò con un salmone:- Ehi, piantala!- disse il primo. - No, piantala tu- rispose il salmone. Allora Hatol si arrabbiò, ma si arrabbiò molto e girò in tondo fino a formare un mulinello che si alzò in aria e si trasformò in una tromba d'aria. Essa tirò giù tutto: case, tendoni e addirittura portò via un tetto intero. Da allora, quando vediamo una tromba d'aria pen-siamo che Hatol si è arrabbiato di nuovo. Cristian Il mito delle stelle Tanto tempo, ma anche adesso, gli angeli del tempio, di sera, accendono le stelle, e,se di notte si svegliano non hanno paura e possono riaddor-mentarsi tranquilli. Capitò, una volta che un angelo dimenticò di ac-

cenderle e, per un lungo tempo fu così buio, che gli altri andavano a sbattere contro i muri e tutti se la prendevano con lui.

Un giorno quell'angelo andò a sbattere contro un tempio che crollò. Tutto quello che c'era dentro si frantumò. Gli altri angeli a quel punto si infuriarono con lui e decisero di cacciarlo. A quel punto intervenne Dio che disse: - Non prendetevela con lui.-. Gli angeli risposero: -Ma ci ha di-strutto il tempio! - Dio allora ri-badì: - Sono sicuro che non l'ha fatto apposta -. Allora gli angeli lo perdonarono e insieme a Dio rimisero tutto a posto. Da quel giorno le stelle ricominciarono a brillare. Riccardo

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Esperienze in classe

Il mito delle lettere e dell'alfabeto Molti, ma molti anni fa gli uomini non sapevano parlare e facevano solo versi, siccome il dio Al-

fus non li capiva decise di inventare le lettere

dell'alfabeto. • A - disse- come albe-

ro,ape, amico, assas-sino.

• B – disse – co-me barca, balena, bambino. • C – disse – come casa, ca-ne, cavolo – e

andò avanti così con tutte le altre lettere Quando arrivò alle lettere straniere si fermò e disse: - queste devono essere più difficili – quindi fece inventò la J, la K la H, la W, la X e la Y. Poi disse: - Queste lettere dovranno avere un ordine preciso. Quindi li mise in ordi-ne. Poi ci fu un attimo di si-lenzio... in seguito Alfus divi-se le vocali dalle consonanti, Quando si ritenne soddisfatto insegnò agli uomini l'alfabeto, le parole, a leggere e quindi a scrivere. Da quel giorno l'uomo imparò a leggere e a scrivere e Dio si ritenne molto soddisfatto. Giulio

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Dai miti… -classi terze-

Ciao a tutti, Quest’anno noi bambini di terza b, abbiamo iniziato a studiare la storia vera e propria, fin dalle origini dell’universo. Tutto questo ci ha entusiasmato tanto, e ci siamo improvvisati uomini antichi e saggi che prova-no a spiegare l’origine di tante cose, del mondo, delle stelle, dei giocattoli, dei draghi, del temporale, ecc. Ec-cone alcuni… IL MITO DEI FULMINI E DELLE SAETTE Tutte le volte che le tre figlie del Dio del cielo giocano insieme fanno un gran baccano. Spostano i mobili di qua e di là e le cose che stanno sopra ai mobili cadono tutte a terra. Quando la mamma torna dal lavoro e ve-de tutto quel disordine spara addosso alle bambine fulmini ,lampi e saette. Le bambine scappano ridendo e i fulmini cadono persino sulla terra…..(JENNY) IL MITO DELLA CREAZIONE All’inizio di tutto il pianeta Terra era come un grande uovo di sasso. Al suo interno, però dormiva tranquillo un gigante da diecimila anni. Un giorno , dopo un forte temporale, il gigante iniziò a svegliarsi. Con una ginocchiata ruppe il guscio e formò i mari e gli oceani, con una gomitata formò i continenti, e con una testata fece crescere le piante. Uscito dall’uovo con uno starnuto creò gli animali e con il suo respiro diede la vita agli uomini…(MATTEO RIVA) IL MITO DI MATTEO MAGO CREATORE C’era una volta un dio di nome Matteo, aveva una stra-na bacchetta” magica” e la usava per creare tutto quel-lo che voleva. Un giorno sentendosi solo costruì un posto per giocare con qualcuno e lo mchiamò Terra. Ci mise tante case, alberi, tante montagne, tanti fiori, tanti animali e tanti fiumi. Finito il lavoro si accorse che non c’era nessuno per giocare, decise allora di creare degli amici. Ora era contento, perché aveva creato tutto quello che gli serviva…(M. GAMBA) IL MITO DELLA SCOPERTA DELLA TERRA IN UNA EMOZIONANTE GITA Prima dell’Era Glaciale in tutto il mondo c’è stata una grande emozionante gita. Tutti i bambini, i genitori, i ragazzi e le ragazze erano presenti a questa gita. Man mano che camminavano, trovarono un grande buco e si chiesero:- Che cos’è questo enorme buco?- Esso diventava sempre più grande, era la Terra , il mondo con tutto il creato…(MAYRA L.) IL MITO DELLA CREAZIONE DELLE STELLE All’inizio era tutto buio , poi cadde una stella cometa e le punte si staccarono. Una punta diventò la Terra, la seconda volò in aria e diventò il cielo, la terza diede vita ai fiumi, ai laghi e ai mari , la quarta formò gli albe-

ri, i fiori e tutte le piante,

l’ultima, cioè la quinta, diede la vita agli uomini e agli animali. Così si formò il mondo secondo il mio mito….(PAOLO R. A.) IL MITO SECONDO GABRIELE In principio non c’erano gli aerei, ma soltanto un drago che non poteva volare, dopo grazie ad una persona sconosciuta il drago è riuscito a volare…soddisfatto di questo gesto tanto provò che inventò gli aerei, ma non solo, diede vita ai grattacieli,alle montagne, alle sedie (nuove, dove sedersi meglio) fino a che il vecchio vil-laggio in cui viveva diventò più moderno.(DIANA G.) IL MITO DEL TEMPORALE In quei giorni e in quelle notti quando c’è un forte tem-porale, gli angeli in cielo stanno facendo un torneo di bocce. Le grosse nuvole nere sono le squadre degli angeli che tirano le bocce sempre più vicine al boccino. Quando le bocce si toccano scoppia una scintilla e si sente un gran rumore, ecco che noi dalla Terra vedia-mo i lampi e sentiamo i tuoni. Quando finalmente le partite sono finite, gli angeli tornano a casa con le loro nuvole nere e finalmente torna il cielo sereno o la notte stellata. (GARONI ALESSANDRO) IL SECONDO MITO DELLA CREAZIONE In un tempo molto lontano, si è formata la Terra. Un giorno arrivarono tante palline di tanti colori. A tutte queste palline piaceva giocare insieme. Arrivò il giorno della trasformazione : le palline dello stesso colore si unirono e crearono il mondo. Le palline marroni diven-tarono la Terra e i tronchi, quelle verdi l’erba e le chio-me, , quelle azzurre il cielo e i fiumi, quelle gialle il sole e la luna….e così iniziò la vita sulla Terra. Ma… che colore avranno avuto quelle che diedero origine all’uomo e agli animali??? (MATTEO MAGNONI) IL MITO DELL’ARRIVO DELLA TERRA secondo Pietro Tanto tempo fa c’era un unicorno di nome Arcobaleno che si sentiva molto solo, cercava compagnia. Allora con tutto il potere che aveva lanciò una specie di in-cantesimo nel cielo. Per sbaglio colpì una stella e que-sta si trasformò nelle Terra…..ora non era più solo. (PIETRO MONTANI) IL MITO DI DESIREE C’era una volta un grande uovo con dentro una perso-na che si chiamava Desiree. Dopo l’uovo si è aperto ed è uscita la gigante. Lei creò gli alberi, le strade, le stelle e il mondo,ma anche l’amore, le persone, il cielo, il ma-re e il lago. La gigante ha creato poi, il parco, le nuvole, i draghi e i dinosauri. Noi persone siamo numerose come le pulci. (BEIA DESIREE) IL MITO DEL.. MARE C’erano una volta degli Dei che giocavano a bocce sulle nuvole, le bocce rotolarono giù sulla Terra e si formò una grande voragine. Gli Dei corsero a vedere e piansero tanto fino a riempire la voragine. Agli Dei

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Esperienze in classe

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TRA MITO E LEGGENDA… PERCHÈ LE GALLINE Un giorno una volpe pensò :-Se le galline non volassero me le potrei mangiare sempre -. Allora la volpe chiese alla Natura che le galline non volassero più e la Natura fece così. Da quel giorno le galline smi-sero di volare. (LUCREZIA S.) IL MITO DEI GIOCATTOLI C’era un uomo vecchio e la gente del suo paese era sempre triste, così lui inventò i giocattoli. La prima volta non ci riuscì, la seconda volta ci riuscì e inventò la macchinina. I paesi vicini provarono a fare lo stesso e tutti erano felici. Il vecchietto andò così avanti a co-struirli ma una volta diventato super bravo inven-tò….una macchina vera….! (LORENZO C.) IL MITO SECONDO SUSANNA C’era una volta un villaggio con un bellissimo parcogio-chi, dove tutti i bambini si incontravano a giocare e gli altri a chiacchierare. Diverse generazioni del villaggio si erano ritrovate qui per svagarsi. Un giorno arrivò alle orecchie dei bambini una terribile notizia: il Re Marco voleva costruire una scuderia per i cavalli e le carrozze sue e della regina. Il re possedeva già un grande ca-stello con tante torri , un giardino e un bosco per la caccia. Gli abitanti del villaggio scrissero una petizione per salvare il parco e chiesero udienza al re. Il re li a-scoltò , si fece una risata e non cambiò idea. Gli abi-tanti erano disperati e i bambini piansero e i loro sin-ghiozzi giunsero alle orecchie di Beatrice , la Dea pro-tettrice delle famiglie. Beatrice si arrabbiò talmente tan-to che le uscì il fumo dalle orecchie e soffiò così forte sopra il castello del re da creare una tromba d’aria che girando così vertiginosamente distrusse il palazzo , sradicò gli alberi e fece straripare i fiumi. Le sue lacri-me di rabbia si trasformarono in chicchi di grandine che distrussero i fiori e le foglie. Nel giro di dieci minuti la furia di Beatrice si era calmata, ma dei possedimenti del re non era rimasto più nulla. Il re dovette rinunciare a costruire la scuderia e impiegò tutti i suoi uomini a ricostruire il castello.Il villaggio festeggiò e costruì una statua in onore di Beatrice. Ogni anno in quella data si festeggiava nel parco Beatrice, la loro protettrice. IL MITO:come si scatenò il primo uragano e perchè porta un nome di donna…(FARINA SUSANNA ) IL MITO DEI SUONI MISTERIOSI..IN UNA CONCHI-GLIA Il mito riguarda la sirenetta. All’inizio lei era una bambi-na di nome Bella. Lei andò vicino al fiume, si bagnò e scoprì di essere una sirenetta e così nuotando andò dal suo papà che era sott’acqua. La sirenetta ora vive-va sott’acqua, ma un giorno arrivò una strega e le rubò la voce. Il suo papà scoprì quanto era successo e per aiutarla si scontrò a duello . Naturalmente vinse il papà che prese la conchiglia dove era contenuta la voce e ritornò da sua figlia. E’ per questo che dentro le conchi-glie sentiamo il suono del mare e altri piccoli rumori e suoni… (BLEONA HOXHA) IL MITO DEI COLORI All’inizio il mondo era tutto grigio. Un giorno , però una bambina guardò fuori dalla finestra e disse : -Come vor-

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Esperienze in classe

piacque molto quella distesa d’acqua e ognuno volle aggiungere qualcosa: pesci, coralli, stelle marine, squali, alghe…, un vero paradiso che chiamarono “mare”. (ALICE M.) LA CREAZIONE DEGLI ESSERI UMANI Una volta ai tempi antichi, c’era un personaggio di no-me Kalì. Kalì voleva creare gli umani uguali a lui. Un giorno provò…prese un po’ di polvere magica e provò, però venne fuori un cane a tre teste, perché aveva e-sagerato. Il giorno dopo ci riprovò, prese uno strumen-to diverso, fece una nuova pozione e la mischiò alla polvere magica. Mise poi, tutto in una pentola ma….non funzionò nemmeno questa volta. Infine la terza volta lavorò bene la polvere magica e spuntò fuo-ri una delle sue specie migliori: gli umani. Kalì era mol-to soddisfatto e così continuò a fare sempre meglio.(CRISTIANO I.) IL MITO SECONDO FRANCESCA Un giorno la nonna di Francesca le regalò una matita tutta colorata. Francesca la usò subito per fare un bel disegno, iniziò a temperarla e uscirono gocce di tutti i colori, gialle, verdi, azzurre, rosa e così la matita iniziò a disegnare da sola giochi, bambini, case, gelati,, mon-tagne…. Francesca guardò il foglio sbalordita e all’improvviso tutto quello che disegnò la matita uscì dal foglio e Francesca si ritrovò con tanti amici con cui giocare, gelati da mangiare, e montagne dove fare un’infinità di pic- nic. Francesca era molto fiera della sua mitica matita.(RIASSETTO F.) IL MITO DELL’ARCOBALENO Tanto tempo fa c’era un cielo tutto grigio. Un giorno arrivò la pioggia e nel pomeriggio mentre pioveva i co-lori si misero d’accordo e si unirono per colorare il cie-lo. Da quel giorno si creò l’arcobaleno e dopo la piog-gia il cielo non fu mai più grigio.(EMMA CITTANTE) IL MITO DELLE DUE “D” Un giorno venne un drago di nome Carnival che ruba-va da mangiare e da bere per portare tutto ai suoi simili per costruire il suo villaggio. Ma, ben presto pensò che non bastava quel poco cibo che aveva rubato e tornò al villaggio per chiedere aiuto. Fu così che con il loro aiuto costruì il villaggio di Comba… Dai draghi ebbero origine poi, i dinosauri. (KEVIN V.) UN MITO UN PO’ SPECIALE C’erano tanto tempo fa, in un paese, dei bambini che giocavano sempre in un parco. Sopra di loro c’erano dei nanetti che giocavano a bowling, che però litigava-no spesso e provocavano grandi temporali e tempeste, che impedivano ai bambini di giocare. Un giorno si sca-tenò un tempo talmente brutto che distrusse tutto il par-co e le case e i bambini non sapevano più cosa fare. Arrivò però una fatina, Lili, che chiese loro cosa era successo. I bambini le raccontarono tutto e lei disse che avrebbe sistemato tutto. Così tirò via l’acqua e con essa fece i fiumi, ricostruì le case e inventò le barche, infine, disse ai nanetti di non litigare più, perché poi ,i bambini sarebbero diventati tristi e senza un posto do-ve giocare… Da quel giorno in poi , quando litigavano, per non provocare dei disastri, smettevano subito, così tutti nel paese potevano essere felici….(ILARIA C.)

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fatica a camminare, disse anche l’ultima bugia, ma la disse così grossa che ne perse due in un colpo. Dio scese sulla Terra e ricordandogli le bugie raccontate e l’accordo non rispettato, gli disse che era destinato a strisciare .Da quel giorno tutti i serpenti strisciano.(GARONI ALESSANDRO).

PERCHÈ I CANI ABBAIANO /LATRANO? Un giorno il re dei cani chiamò alla sua corte tutti i cani del villaggio per decidere chi andava a fare la guerra contro i gatti. Il re decise di andare lui personalmente a guidare i cani che si erano offerti per lottare e disse a suo figlio : -Il regno è nelle tue zampe, figlio mio,io an-drò in guerra . - Il figlio rispose : -Ma papà io sono an-cora un ragazzino non sono così bravo come te a go-vernare . – Dopo tre giorni il re e gli altri cani partirono. Quando si trovarono ai confini del regno che divideva il

PASSA IL TEMPO… E DAI MITI SIAMO ARRIVATI A STUDIARE “LA LEGGENDA”, cioè un racconto fanta-stico che cerca di spiegare i fatti della realtà: il perchè dei fenomeni naturali, le caratteristiche degli animali, l’origine di alcuni nomi strani di paesi ecc… e siccome ci siamo divertiti a lavorare con la fantasia… ecco AL-CUNE LEGGENDE “ inventate da noi bambini di 3a B.

PERCHÈ IL SERPENTE STRISCIA? Tantissimo tempo fa i serpenti avevano cento zampe. Un serpente chiamato Trottellino diceva un sacco di bugie, un po’ per vantarsi e un po’ per ingannare. Ma un giorno Dio andò sulla Terra e gli disse che ad ogni bugia avrebbe perso una zampa, ma lui non lo ascoltò e continuò a dire bugie e quindi a perdere zampe. Lui diceva : - Tanto ne ho ancora novantasei, ….tanto ne ho ancora settantacinque,… tanto ne ho ancora cin-quantadue,…- ; finchè non gli rimasero solamente due

zampe . Nonostante facesse

rei che fosse tutto luminoso e colorato . – Poi, un giorno si mise a piovere e quando smise spuntò l’arcobaleno che colorò tutto

il mondo e da quel momento tutti furono felici in un mondo colorato. (SAMIRA CAPONE) IL MITO DEL FALCO POTENTE/IMPOTENTE All’inizio non c’era niente a parte un uovo di fal-co.L’uovo si schiuse e il falco iniziò a volare, ma ben presto si stancò e decise di creare il mondo per potersi riposare sugli alberi, mangiare , parlare con qualcuno e piano piano lo creò. Alla fine della creazione depose anche un altro uovo e morì dalla stanchezza. (ALESSANDRO GARAU) IL MIO MITO Tanto tempo fa non esisteva la pioggia perché gli abi-tanti delle nuvole non piangevano mai, , loro andavano tutti d’accordo.Le cose,però cambiarono e cominciaro-no a litigare e a piangere disperatamente e così ci fu la pioggia. (ALESSIO GRIECO)

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Esperienze in classe

IL MITO DEI TERREMOTI Un giorno il signore dei terremoti pianse perché non riusciva a controllare la sua ira. Quando si arrabbiava la terra sopra di lui tremava e tutto quello che c’era so-pra veniva distrutto. Allora decise di dormire per tanti anni , per non distruggere più niente, ma ogni tanto si svegliava per mangiare e …non trovando sempre il cibo suo preferito andava su tutte le furie di nuovo e allora…POVERI NOI UN ALTRO TERREMOTO…(GIANLUCA FESTA). FINALMENTE ANCHE IL MIO MITO: L’ORIGINE DEL TEMPORALE Il temporale si creava con l’acqua e il mostro dei fulmini che si chiamava Tornadus e per l’abbondante acqua aveva distrutto la città. Quando litigavano e combatte-vano creava il temporale. Con l’aria si creavano i tuoni, con il fuoco si creavano i fulmini e col sudore, la piog-gia… (SAMUEL BRASOLA)

...alle leggende -classi terze-

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PERCHÈ LE FOGLIE SONO VERDI? Tanto tempo fa le foglie erano tutte bian-che, ma un giorno una strega che volava sulla sua scopa lasciò cadere un incantesimo soffiando su una foglia. Era una polverina colorata e la foglia di-ventò verde e con lei poi , diventarono verdi tutte le altre foglie. E’ così che le foglie sono verdi e danno anche ossigeno. (MATTEO RIVA)

PERCHÈ E COME SI FORMÒ IL DESERTO? Tanto tempo fa il deserto non si chiamava così ed era un bosco pieno di animali e torrenti. Ma un brutto gior-no venne a piovere e scese così tanta acqua che ci fu un’alluvione che spazzò vai tutti gli alberi e ciò che c’era intorno. Dopo un po’ di anni si prosciugò tutto e si vide solo tanta sabbia fine che l’uomo chiamò deserto. (PIETRO MONTANI)

PERCHÈ ALCUNI SERPENTI SONO VELENOSI? Un tempo i serpenti non avevano il veleno, perciò non erano forti come oggi. In quel luogo chiamato Paradiso degli animali, non c’era mai stata una guerra e gli ani-

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Esperienze in classe

regno dei cani da quello dei gatti, iniziò la guerra. La maggior parte dei gatti saltò addosso al re dei cani che morì. Ma la lotta la vinsero lo stesso i cani, che tornaro-no tristi perché il re era morto. Quando il figlio del re seppe la brutta notizia capì che lui doveva governare sul regno. E così il figlio del re divenne re, ma tanto era il dispiacere che per tutta la notte non smise mai di la-trare. E’ per questo che da quel giorno quando i cani sentono la mancanza di qualcuno fanno un lungo latra-to, un lamento triste e malinconico.( PAOLO RUSSO ALESI) PERCHÈ GLI UCCELLI NON HANNO I DENTI? Tutti gli uccelli della Terra andarono in un posto a spa-ventare la gente con i loro denti aguzzi e continuarono a farlo anche in altri luoghi. Tutti quegli uccelli arrivaro-no poi nell’ultimo luogo, pronti ad intimorire gli abitanti. Dalla tensione di spaventare la gente tutti quegli uccelli si scontrarono contro un muro e si spaccarono tutti i denti. Da quel giorno tutti gli uccelli non ebbero più i denti. (MATTEO MAGNONI)

PERCHÈ I GATTI ODIANO L’ACQUA? Prima ai gatti gli piaceva l’acqua, quando si sporcava-no si andavano subito a lavare. Un giorno un gatto cat-tivo a cui non gli piaceva l’acqua decise di raccontare una storia ” falsa” sull’acqua agli altri gatti e disse : -Domani vi racconterò una storia di pericolo su qualco-sa…-. Il giorno dopo tutti i gatti vennero ad ascoltarlo e il gatto cattivo raccontò : -L’acqua è pericolosa, è come un mostro, lo sapete?...lo sapete?...Se vi lavate vi ca-dranno tutti i peli. – E’ per questo motivo che i gatti o-diano l’acqua e per lavarsi si leccano sempre e solo con la lingua. (HOXHA BLEONA)

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mali non avevano armi per difendersi dai “nemici “. Una notte dei serpenti fecero un’imboscata, i serpenti “cattivi” avevano

rubato il veleno, pensando di sconfiggere gli avversari, ma…fecero un grosso sbaglio a mordere gli avversari perché erano diventati velenosi pure loro e sconfissero i serpenti “cattivi “. Da quel giorno in poi i serpenti furo-no velenosi e sparì anche la malvagità.(SUSANNA FA-RINA) LA LEGGENDA DEI GATTI CONTRO I CANI C’erano una volta dei cani che spaventavano giorno e notte i gatti. Un micetto un giorno vide i cani che spa-ventavano i gatti e si travestì da cane e gli tirava le co-de e ridacchiava e poi gli tirava anche i sassolini. I cani si arrabbiarono , si misero a ringhiare e lo picchiarono. Il povero micetto chiamò un suo vecchio amico compa-re talpa e gli spiegò tutto. Insieme si travestirono da poliziotti e spaventarono tutti i cani facendogli girare la testa e svenire.I gatti fecero festa ed è per questo che cani e gatti litigano e non vanno d’accordo. (MATTEO GAMBA)

LA LEGGENDA DELLA COCCINELLA Tanto tempo fa viveva nel bosco una coccinella di no-me Rossina, che però era l’unica che viveva da sola ed era tutta rossa. Un giorno Rossina mentre stava dor-mendo una bambina di nome Veronica la vide e disse :

- Oh, vorrei tanto portarla a casa mia, beh, proverò a portarla anche solo per un giorno .- Dopo Veronica

mentre la guardava ,decise di fargli dei pallini sulle ali

per distinguerla dalle altre ,se mai ci fossero in giro. Ma da quel momento in poi tutte le coccinelle ebbero i pun-tini neri sopra le ali….(EMMA CITTANTE)

LA LEGGENDA DELLA MIGRAZIONE Una volta un uccello aveva un nido sopra un albero, ogni giorno portava il cibo ai suoi uccellini, ma un uc-cello un giorno non la voleva fare passare , lei si arrab-biò e lo spinse giù dall’albero Gli uccelli erano preoccu-pati tra di loro, il maschio era preoccupato per la fem-mina e la femmina per il maschio. Da quel giorno il ma-schio curava i piccoli e la femmina doveva sempre an-dare a prendere il cibo. Ma un bel giorno si stancò per-ché faceva tanto freddo e il cibo scarseggiava , allora decise di andarsene con i suoi piccoli. L’uccello ma-schio ,però non voleva , poi si decise e la lasciò andare e così volarono felici e contenti, ma successe che un piccolo cadde e morì, e gli altri tristemente volarono vicino alla mamma. Si ritrovarono poi in America , guardarono in basso e videro di tutto. Cercarono una tana e la trovarono , ma all’inizio tutti gli alberi erano occupati e pieni di nidi. E’ per questo che in inverno tutti gli uccelli migrano verso i paesi caldi, dove c’è cibo per tutti. (FRANCESCA RIASSETTO)

PERCHÈ GLI MANCANO I DENTI ? Tanto tempo fa gli uccelli avevano i denti e potevano mangiare: sassi, tronchi e cemento. Potevano costruire tante cose, insomma vivevano benissimo. Un brutto giorno un uccello ebbe fame, ma fuori era brutto tempo e aspettò delle ore, ma siccome pioveva ininterrotta-mente ed era sempre buio, alla fine si stufò di aspetta-

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re e uscì di casa. Volava così veloce che non riuscì a girare in tempo e si schiantò contro a un muro e imme-diatamente gli caddero tutti i denti. Da quel giorno tutti gli uccelli non ebbero più i denti.(JENNY AQUINO)

PERCHÈ LE FOGLIE CAMBIANO COLO-RE? Un bel giorno un si-gnore andò in una fore-sta. Vide che le foglie erano tutte verdi e si

rattristò , quindi dipinse un po’ di foglie, e come per magia la foresta divenne più bella. Colorò tutte le foglie, tranne quelle più grandi che erano già verdi. Dipinse poi le altre foglie di tre colo-ri :rosso , arancione e marrone. Fu così che ogni anno quando arrivava quel giorno le foglie improvvisamente cambiavano colore…(GABRIELE DIANA)

COME GLI UCCELLI HANNO IMPARARO A VOLA-RE Un giorno c’era un uccellino che si chiamava Tio che voleva fare un nido su un albero e pensava, pensava… Alla fine pensò che per raggiungerlo doveva volare, ma come poteva fare? “ Magari posso chiedere ai miei a-mici di aiutarmi “. Gli amici accettarono e dal grande sasso Tio contò : - Uno! Due! Tre! Via – e al primo volo non ci riuscì. “Ci riproverò, uno, due e tre, viaaa!- Final-mente pensò che ce l’avesse fatta , ma poi cadde di nuovo giù e pensò : - E’ impossibile volare…- , ma i suoi amici lo incoraggiarono e il più saggio suggerì : - Vai veloce come il vento e sii leggero come una farfal-la…- Lui contò di nuovo : - Uno, due, tre, viaaa!..e final-mente arrivò su quell’albero e costruì il suo nido. I suoi amici vollero tutti ricopiarlo e in gruppo fecero : -Uno ,due, tre, viaaaaaaaaa!.Arrivarono sani e salvi tutti e da quel giorno senza problemi volarono liberi nel cie-lo. (KEVIN VENTURA ) COME GLI CREBBERO LE UNGHIE AI GATTI In un villaggio c’erano dei gatti senza unghie, non pote-

vano cacciare i topi, né mangiare il formag-gio, erano tanto tristi. Poi andarono da un mago Dottore , il mago Tiripò che gli fece crescere le unghie dandogli una dieta a base di for-maggi molli. Le unghie gli crebbero dunque per tutta la vita.Un giorno Hello , il gattino, e la sua padroncina Kitty andarono a fare una passeggiata e incontrarono un gattino disperso. Kitty lo prese in braccio e Hello si arrabbiò e la graffiò con le sue unghie, Kitty lo sgridò . Lei aveva chiamato il gattino trovato Arturo.Quando Arturo diventò grande anche a lui crebbero le unghie, lunghissimi e affilati artigli, e se ne andava in giro a graffiare le persone e così lo misero “ nel gatti-le.” (ALICE MUSSARI)

CON LA TESTA FRA LE PIANTE C’era una volta il re Giraffa e Lui era l’unica giraffa che esisteva. Un giorno il signor Mosca che era lo scienzia-to più famoso fece una pozione e la fece vedere al re, la mosca, però, inciampò e il collo del Signor Giraffa si cominciò ad allungare sempre di più, e allora, dispera-to, il signor Mosca fece un altro incantesimo, ma quello si rivelò ancora sbagliato, faceva riprodurre altre giraffe e tutte con il collo lungo e il signor Mosca disse : -Sì, la mia creazione ha funzionato -. E il re rispose : - Altro che creazione, questa è una meraviglia , fanne subito degli altri. Poi il re parlò a lungo, parlò e parlò, finchè la voce non gli uscì più e morì.Le giraffe per sempre vis-sero con il collo lungo, ma non più il re Giraffa, questo grazie al signor Mosca. (MAYRA LACORTE)

PERCHÈ L’ANTARTIDE E’ PIENO DI GHIACCIO Tanto tempo fa un gabbiano era stufo di stare in un posto caldo e poco abitato, allora volò via.Volando toc-cò una nuvola sacra. Allora il re dei Cieli disse al gabbiano

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tenere foglie. Il giorno dopo lui era triste, allora volle che tutti gli uccelli non avessero più i denti e spinto dal-la gelosia disse :-Che tutti gli uccelli non abbiano i den-ti .- Allora pensò ad un inganno e fece sbattere tutti gli uccelli contro gli alberi facendo una gara di volo e così a tutti gli uccelli gli caddero i denti. Ecco perché gli uc-celli non hanno i denti e mangiano vegetali e insetti. (LORENZO CELADA)

LA LEGGENDA INVENTATA: PERCHÈ LA TIGRE HA LE STRISCE Tanto tempo fa in una foresta viveva una tigre che si chiamava re artù ed era tutta bianca. Tutte le altre tigri le dicevano sempre : - Perché non hai le strisce come tutti noi? - Lei non seppe rispondere e provò a chieder-lo al re della foresta, ma anche lui non seppe rispon-derle. Un giorno quando tutte le tigri stavano dormendo andò in un bosco stregato e disse alla strega : -Voglio avere anch’io le strisce.- , e la strega fece subito un incantesimo e anche re Artù ebbe le strisce. La tigre era contenta e andò nella foresta a farsi vedere dalle sue amiche. Da quel giorno le sue amiche non le fece-ro più quelle domande e la tigre visse nella foresta felie e contenta. (GIANLUCA FESTA)

PERCHÈ LE TIGRI SONO CARNIVORE? Un giorno una tigre senza genitori cercava cibo perché aveva tanta fame e sete. In giro non c’era niente da mangiare, né acqua né bei bocconcini di cibo,l’erba non sapeva che si mangiasse. Passarono dei giorni e non ce la fece più, stava per morire quando pensò di spostarsi fino al centro e così trovò cibo in città, della carne vicino ad una macelleria. Se la mangiò tutta e poi trovò anche una fontana e bevve, così si salvò e non morì più. E’ per questo che la tigre è carnivora e scoprì per la prima volta a cosa le servivano i denti a-guzzi. (ALESSIO GRIECO)

di stare attento perché la doveva regalare a sua moglie la regina Elisabetta. Il gab-biano allora si mise a ridere e il re del cielo

si infuriò e disse : -Tu osi prendermi in giro , allora da ora in poi vivrai in un luogo gelido.- E , da allora l’ An-tartide fu ricoperta praticamente di : ghiaccio, acque e gelo e il gabbiano visse per sempre tra i ghiacci. (SAMIRA CAPO-NE)

PERCHÈ IL SOLE È UNA STELLA INFUOCATA Nella città di Timbutctù c’era solo la luna e quindi gli abitanti potevano andare solo con le torce, però vole-vano anche la luce. Così chiesero agli scienziati di for-mare il sole ,ma essi non avevano tanta energia per crearlo. Il mese dopo ci riprovarono ma neanche que-sta volta ci riuscirono. La terza volta scavarono una buca profondissima e durante la notte dal centro della Terra salì in cielo una massa infuocata a forma di stella. Così senza saperlo for-marono il sole e la città di Timbutctù ebbe sia la luna e sia il sole che oltre

a fare luce, riscalda la Terra. (CRISTIANO IN-GLIMA)

PERCHÈ GLI UCCELLI OGGI NON HANNO I DENTI Un tempo gli uccelli avevano i denti, però un giorno un

uccello perse un dente e in seguito cominciò a perderli tutti, finchè la sua bocca non fu

vuota e senza denti. Allora l’uccello non potè mangiare quello che desiderava, gli altri uccelli mangiavano car-ne e lui soltanto

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PERCHÈ IL PAPPAGALLO PARLA? C’era tanto tempo fa un pappagallo. Fu chiamato da una Dea Angiuglia che

gli disse: -Pappagallo

Angiuglia, vieni qua che ti farò parlare. –Lui sorrise e la Dea gli fece mangiare una bacca speciale che coltiva-va in giardino e così Lui incominciò a parlare e gli dis-se: -Grazie che mi hai fatto parlare, adesso sono libero mia Dea Angiuglia, mi vuoi sposare? La Dea rispose: -Sì , caro ti voglio sposare .Lui divenne un Dio e chiamò tutti gli animali della città e tutti andarono al matrimonio e quando arrivarono la Dea comunicò che aspettava un pappagallino… e da allora tutti i pappagalli cominciarono a parlare. (ILARIA CRUZ)

IL DENTISTA PIETRO VENTURA E GLI UCCELLI All’epoca gli uccelli avevano i denti . Essi entravano sempre nel giardino del dentista Pietro Ventura e si cibavano mangiando di tutto. Così un giorno lui li vide e prima che loro scappassero li prese con sé catturando-li. Il dentista per castigarli gli staccò tutti i denti e così tutti gli uccelli oggi sono senza denti e per mangiare devono usare solo il becco. (ALESSANDRO GARAU) LA LEGGENDA DEL CORVO E DEL GUFO C’era una volta un corvo, Plea, che viveva vicino al

gufo. Il gufo vedeva sem-pre dentro la bocca di Plea una cosa che brillava come

una stella . Era un dente d’oro.Il gufo Adel disse a suo fratello : -Vai a prendere quel dente!...- E lui rispose : -Ok! -. Allora il fra-tello Momo prese tutti gli attrezzi adatti e glielo strappò. Quando al mattino il corvo si svegliò esclamò : - Dov’è il mio dente d’oro? – Il gufo allora sentendosi scoperto disse : -Io mi toglierò il dente,ma allora da oggi in poi nessun uccello mai più dovrà avere i den-ti, né d’oro né di nessun altro colore -. (BEIA DESIREE)

LA LEGGENDA DELLE GIRAFFE Le giraffe hanno il collo lungo per poter mangiare le foglie degli alberi alti. Babbi, la giraffa aveva un amico giraffa erbivoro, loro giocavano a prendersi, dopo litiga-rono e una scappò e l’altra pianse e subito dopo la an-dò a cercare, la trovò e fecero pace. Mentre giocavano a nascondino Babbi rimase incastrata in un ferro e l’altra giraffa l’ha aiutata tirandola fuori a gran fatica, per questo gli è venuto fuori il collo lungo a tutte le gi-

raffe, per sempre. (SAMUEL BRASO-LA)

LA LEGGENDA DEGLI UCCELLI SENZA DENTI Un giorno il Dio degli uccelli pensò : -I miei uccelli mi mordono sempre, cosa posso fare ? –Ci pensò un po’ su e decise di toglierglieli (i denti ) a tutti gli uccelli. Pe-rò, il giorno dopo, arrivata l’ora il suo pappagallo gli disse: “Se ci togli i denti, come faremo a difenderci e a mangiare?”. A questo il Dio degli uccelli non ci aveva pensato e allora per tre giorni di fila ci pensò su e ci ripensò: “E’ vero quello che ha detto il mio pappagallo, però, ora cosa posso fare?”. Ad un certo punto gli ven-ne un’idea: “E se invento io una loro difesa?” Era un’idea fantastica, si mise all’opera e dopo qualche ora ecco gli uccelli con il becco. Il suo pappagallo disse: -Ma che cos’è? -Il Dio gli rispose: -E’ il becco, vi servirà per mangiare e per cantare, ma non per mordere! Il pappagallo rispose: -È bellissimo! -E vissero felici e contenti tutti insieme. (STELLA LUCREZIA)

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buono, è magra e ha il naso a punta. Nonna ti de-vo dire che cucini bene e sei così brava. Io dormo sempre da lei e gioco sempre con lei e mi diverto tanto. Io da lei guardo la tele e dopo mangio sem-pre le lasagne.

PIETRO Io dalla parte del papà di non-ni ce ne ho due e dalla parte della mamma ce ne ho una. I miei nonni vivo-no una a Troba-so e gli altri a Suna. I miei nonni si chiama-no uno Achille e una Agnesina, poi c’è Edi e Giorgio che non c’è più. Il mio nonno Achille mi piace perché mi fa arrampicare e

perché mi fa le spade con i legni. Nonno Achille è alto e magro, ha i capelli riccioli e grigi. E’ severo molto. Grazie nonno che mi fai tante cose.

ALESSIO In tutto ho due nonni. I miei nonni si chiamano Franco e Marisa. Abitano qui a Verbania. Mio nonno è grande, è alto e anche bravo. Vorrei an-dare in giro con mio nonno perché mi porta a

Quest’anno in occasione della festa dei nonni ,che ricorre il 2 ottobre, abbiamo conversato a lungo e avendo ognuno tante cose da raccontare sui pro-pri nonni abbiamo fatto un testo. Alcuni compagni erano assenti, alcuni lo hanno letto ai nonni quan-do sono andati a trovarli, altri avendoli lontani hanno pensato di leggerlo per telefo-no , altri ancora non avendoli più li han-no descritti ricordando i momenti belli trascorsi insieme. Eccone alcuni:

LUCREZIA Io ho quattro nonni, le due nonne si chiamano una Alda e l’altra Bruna, mentre i miei due nonni si chiamano uno Gianni e l’ altro Giancarlo. La nonna Bruna abita insieme al nonno Giancarlo a Intra e nonna Alda abita assie-me al nonno Gianni. La nonna Bruna ha gli occhi marroni e an-che nonno Giancarlo in-vece mio nonno Gianni ha gli occhi azzurro chiaro,mia non-na Alda ha i capelli bianchi.Ho anche un altro non-no che però è in cielo. Vi vorrei dire che vi voglio tanto bene.

ILARIA I miei nonni sono quattro, ma due non li conosco perché vivono in Brasile. A Verbania ho due che si chiamano Roberto e Dauva. Il mio nonno è alto e un po’ magro, è simpatico e ha i capelli grigi.La mia nonna è un po’ più bassa e un po’ grassa, ha i capelli con le meches e gli occhi marrone scuro. Mio nonno mi aiuta a fare i compiti sempre e quando ho bisogno di vestiti e di materiali lui me li compra. Mia nonna fa dei dolci buonissimi e fa anche dei vestiti bellissimi e pure lei mi aiuta a fare i compiti. A volte giochiamo a nascondino. Mio nonno è come un papà perché da quando sono nata è sempre con me. Ecco perché lo sto descrivendo. E’ il nonno che ho sempre desidera-to. Quando gli faccio i dispetti lui si arrabbia ma subito poi diventa calmo. E così lui è il nonno più bravo e più simpatico.

SAMUEL Io ho una nonna che si chiama Paola e si trova a

Verbania. Ha un carattere

La festa dei nonni -classi terze-

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mangiare il gelato. Grazie nonno che ogni giorno mi porti sempre a scuola.

SAMIRA Io ho due nonni che si chiamano Rosa e Francesco e vivono in un vicoletto a Gravellona. Quando vado a trovarli vedo sempre degli uccellini. Mia nonna Rosa ha i capelli rosso fuoco e gli occhi ver-di come l’erba del prato . Mia non-na è dolcissima e mi ha detto che mi regalerà un uccellino. Io voglio molto bene ai miei nonni e vorrei stare con loro per sempre.

ALESSANDRO GARONI Io ho un nonno e una nonna, si chia-mano Cesare e Marilù, Marilù vive a Pallanza e Cesare vive a Intra.Con nonno Cesare vado molto in giro, a lui piace fare molto il giardiniere. Marilù è un po’ bassa, Ha gli occhi azzurri, ha il naso un po’ grosso, le piace mangiare: la carne, la pizza , il risotto e gli gnocchi. Non le piace mangiare la focaccia, i ravioli ,la pasta. Le piace molto giocare con me al parcogiochi. Nonna vorrei stare un po’ di più con te.

SUSANNA I miei nonni erano quattro perché uno adesso è morto. Si chiamano Dante, Pina, Amleto e Lucia-na. Amleto e Luciana vivono sopra casa mia, in-vece Dante e Pina ad Arona, però Dante adesso vive in Paradiso,Mio nonno Amleto è alto un me-tro e settanta, ha i capelli bianchi e di corporatura è giusto, ha gli occhi castani, è molto simpatico. Nonno Dante era molto scherzoso con lui giocavo a briscola; insieme a nonna Luciana gioco a carte o a palla, con nonna Pina gioco con i giochi da tavolo. Voi siete i nonni migliori del mondo.

PAOLO Io ho tre nonni in vita e uno in cielo. Si

chiamano: Lucia, Giovanni, Nicola e la nonna in cielo Anna.Lucia e Giovanni abitano in Veneto, il nonno Nicola a Verbania dove abitava la nonna Anna. La nonna Anna ci regalava i cioccolatini, la mamma diceva di darcene uno e Lei ce ne dava di più, ci faceva fare gli gnocchi insieme a lei, ci invitava a mangiare e ci faceva guardare i carto-ni.La nonna Lucia ci fa mangiare tante cicche, il nonno Giovanni ci cucina la carne e il nonno Nico-la ci invita a mangiare. Il nonno Giovanni è cicciot-to e mi ha insegnato a giocare a bocce, è basso e tranquillo. Nonna Anna vorrei rivederti.

MAYRA Io ho solo due nonni : si chiamano Piera e Fran-cesco. Mio nonno ha i capelli grigio chiaro, è robu-

sto,grida spesso e si dimentica quasi tutto. Ha gli occhi marro-ni. Adesso descrivo mia non-

na : è gentile , Ha i capelli rossi, è molto nervosa, anche Lei è robusta e cucina molto bene, fa molti mestieri. Nonni vi voglio un mondo di bene.

MATTEO RIVA I miei nonni si chiamano Laura, Oliviero e gli altri

Carla e Luigi. I miei nonni sono quattro, due vivono vicino la chiesa e gli altri due abitano vicino a casa mia. La mia nonna ha i capelli rossicci è abbastanza magra ed è brava. Nonni e nonne vi vorrei dire che vi voglio moltissimo bene.

KEVIN Ho una nonna che si chiama Violi e vive a Santino, viene sempre con me al parcogio-chi . Mia nonnaha i capelli corti, di colore marroncino, è alta un metro e settanta cir-ca , la voglio tanto bene e vorrei stare tutti i giorni con lei. Nonna mi ricordo che il non-no mi aveva costruito una cosa,ma non ricordo più cos’era. Nonna ti voglio tanto bene e spero che non ti succeda mai nien-te.

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questo simbolo e abbiamo sco-perto che.... La bandiera dell'Albania rappresenta un falco a due te-ste su campo rosso. In alba-nese il falco si chiama shipe e le due teste rappresentano l'unione di vari principati. È un simbolo medie-vale presente in altri stati tra cui Serbia, Russia, Monte-

negro e Grecia. Lo sfondo rosso è stato aggiunto dopo l'occupazione dell'Albania da parte della Turchia.

Anche quest'an-no, il giorno 16 dicembre, in Piazza Parri, si festeggerà il Na-tale. Gli alunni della Scuola Pri-maria di Troba-so, partecipe-ranno con canti natalizi. Inoltre rappresenteran-no, con bandiere preparate da loro, le diverse nazionalità a cui appartengono. Noi, alunni della classe terza A, abbiamo ripro-dotto la bandiera albanese e, incuriositi dall'aquila a due teste su

campo rosso, abbiamo ricercato il significato di

FRANCESCA I miei nonni sono quattro , si chia-mano :Antonia, Bettina, Sergio e

Gino.Antonia e Sergio abitano a Renco,mentre Bettina e Gino abitano a Pallanza. Mia nonna Antonia mi fa sempre guardare la tele, mia non-na Bettina mi fa sempre andare a Villa Olimpia e a comprare il gelato. Nonno Gino è bravo a cucinare, e nonno Sergio mi porta in mo-to.Nonna Antonia ha i capelli biondi, gli occhi marroni, è brava e di corporatura è magra. Mi piace stare con i miei nonni, sono bravi e mi fanno fare cose che la mamma non mi fa fare, per esempio mi fanno stare di più al parco.

MATTEO MAGNONI Ho quattro nonni che abitano : due a Premosel-lo e due a Verbania. Si chiamano Paola ,Mauro Rosa e Franco. A mio nonno Mauro, gli piace col-tivare l’ orto . Ha i capelli marroncini e gli occhi marroni, che si avvicinano al marroncino, mi piace giocare con Lei. A mio nonno Franco gli piace la-vorare, ha i capelli grigi con gli occhi marroni, mi piace aiutarlo. A mia nonna Rosa le piace cucina-re, Ha i capelli marroncini e gli occhi azzurrini, a me piace giocare con lei. Nonno Mauro mi piace giocare con te, ed è bello aiutarti.

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Esperienze in classe

ALICE Io ho due nonni che si chiamano Rosangela e Ferdinando e vivono a Napoli. Mia nonna Rosan-gela ha i capelli corti e biondi, è molto brava e mi fa sempre dei regalini. Mi vuole molto bene e an-che mio nonno Ferdinando mi vuole bene,ma mi fa molti scherzetti. Io vorrei che venissero ad abi-tare qui a Verbania. Io voglio descrivere mia non-na, è molto bella, ha i capelli grigi e lavora in cam-pagna, alleva le pecore.

Bandiere -classi terze-

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Questa bandiera è stata adottata ufficialmente il 7 aprile 1992 ma le bandiere precedenti, ap-partenute al Regno dell' Albania e allo Stato Comunista del dopoguerra, erano molto simili. La prima recava l' elmo di Skanderbeg sopra l'aquila, mentre la seconda aveva una stella rossa bordata di giallo. L'aquila con due teste, come già detto sopra, è un simbolo ricorrente nel mondo ortodos-so anche se l'Albania è l'unico stato ad averla raffigurata anche sulla bandiera. Le due teste sono rivolte una ad occidente e l'altra ad oriente simboleggiano la doppia natura del potere: temporale e spirituale.

La Repubblica del Senegal è uno stato dell’Africa. La sua capitale è Dakar. Si parla la lingua franca e il francese. I primi abitanti del Senegal risalgono al periodo del Paleolitico. Gli abi-tanti si chiamano se-negalesi, tra la popola-zione ci sono alcuni gruppi etnici, di cui i più numerosi sono i Wolof. Essi sono di reli-gione musulmana e una piccola parte cri-stiana. Fu occupato e conqui-stato da francesi, olan-desi, inglesi e portoghe-si. Solo nel 1960 si rese uno Stato indipendente. La bandiera è di tre co-lori : verde, gialla e rossa con al centro una stella verde. Le sue origini risalgono alla Federazione del Mali (un luogo vicino), la cui bandiera era i-dentica ma con la figura umana stilizzata nera al posto della stella. Questa bandiera venne adottata ufficialmente dal 1960 (20 /08/1960).La festa na-zionale è il4 aprile. È bagnata dall’ oceano Atlantico. Il clima è tropi-cale e caldo. Il territorio è pianeggiante con qual-che rilievo di origine vulcanica. Ci sono due fiumi importanti, il Senegal e il Gambia. La flora è pove-ra, a sud si estende la savana e poi la foresta tro-picale, a nord il deserto. L’ albero nazionale del Senegal è il gigantesco BAOBAB. La fauna è mol-to povera, Si trovano leoni, leopardi, antilopi, iene, sciacalli, bufali, scimmie , coccodrilli (nei fiumi, lunghi anche quattro metri ), tartarughe carnivore e infine il “pesce saltatore”, che vive nelle acque dei fiumi). Sono spariti del tutto gli elefanti, che un tempo erano numerosi. Coltivano principalmente arachidi, olive, cotone, mais e lavorano nelle pic-cole fabbrichette il pesce, lo zucchero, la birra, i tessuti le calzature. Si allevano : bovini, caprini, ovini (pecore ). Ci sono tante strade e ferrovie nel territorio. E’ in

via di sviluppo il turismo. Nei risto-ranti si trova di tutto , ma sono molto costosi, si mangia dal cavia-le dell’Africaal cu-scus, al “chickenyassa” cioè pollo in umi-do in salsa. In Senegal si pra-tica come sport il football e la lotta con i pugni che è una specie di Su-mo giapponese. Prima dell’inizio della lotta,i lottato-ri si cospargono il corpo con dei li-quidi colorati e degli amuleti, ven-gono suonati dei

tamburi, delle donne cantano e il “marabut” li be-nedice. La lotta consiste nel combattere a mani nude all’interno di un cerchio molto ampio dise-gnato sulla sabbia. I combattimenti iniziano a otto-bre e terminano a giugno. Nella nostra classe c’è una compagna le cui origi-ni della mamma sono senegalesi, noi rappresen-tiamo questo Stato portando la sua bandiera, in piazza Fabbri a Trobaso, quando,domenica 16 dicembre, andremo a cantare dei canti natalizi. Per l’occasione ci saranno: musica, divertimento, mercatini di Natale e… la cioccolata calda.

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Esperienze in classe

COLORA TU

LE BAN

DIERE

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Kiriku e la strega Karaba -classi quarte-

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Questo è il titolo di un cartone animato senegale-se. prodotto qualche anno fa ma sempre bello. Noi lo abbiamo visto in classe per poi “analizzarlo” cercando di coglierne non solo il linguaggio parla-to ma anche quello delle immagi-ni. Ecco il frutto delle nostre discus-sioni e osservazioni. AGGETTIVI QUALIFICATIVI PER DESCRIVERE I PERSO-NAGGI PRINCIPALI: •KIRIKU: basso, agile , coraggio-so, altruista, birichino, furbo, ge-niale, velocissimo, curioso, at-tento, intelligente, fortunato , generoso, testardo, impavido, saggio, sveglio.

•KARABA: bellissima, egoista, cattiva, crudele, malvagia, po-tente, gelosa, invidiosa, avida, spaventosa, ricca, distruttrice, odiosa, magica.

•IL SAGGIO DELLA MONTA-GNA: anziano, intelligente, buon consigliere, disponibile, buono, incoraggiante(o meglio, dà co-raggio), sincero e, naturalmente, saggio.

AMBIENTE: •villaggio africano fatto di capan-ne col tetto di paglia, qualche albero , molta terra arida e scarsità d’acqua.

LINGUAGGI ESPRESSIVI (DIVERSI DALLA PA-ROLA) USATI NEL FILM: PRINCIPALI ELE-MENTI. •COLORI: giallo, rosso, arancione, marro-ne, nero, verde, grigio.

•Lontano dalla strega e dopo la sua trasformazione da cattiva a buona, i colori sono forti, vivi, intensi, mentre nelle sue vici-nanze tutto è scuro o privo di colore.

•MUSICA

•Cambia a seconda delle situazioni e riesce a tra-smettere sensazioni di malinconia, preoccupazio-ne, paura, gioia, solennità, suspance. Poiché il cartone animato è stato prodotto in Senegal, so-

no presenti diverse canzoni in francese, lingua ufficiale di quella zona dell’Africa. COMPORTAMENTI E STATI D’ANIMO SIGNIFICATIVI DI AL-CUNI PERSONAGGI SECONDA-RI •BAMBINI DEL VILLAGGIO: pre-potenti, ignoranti, inizialmente ri-fiutano Kiriku e lo prendono giro perché è molto piccolo; egli finirà poi per diventare il loro eroe. •DONNE DEL VILLAGGIO: anch’esse non accettano Kiriku,lo ritengono un incapace, hanno dei pregiudizi verso di lui perché è piccolo e diverso dagli altri bambi-ni. Sono persone molto spaventa-te, preoccupate, alcune arrabbiate, altre rassegnate al proprio destino governato dalla strega. •FETICCI: strane creature, simili a robot, risultato di una magia della strega della quale sono servi e schiavi, ma che in realtà sono… be’, non possiamo rivelarvi proprio

tutto! Così abbiamo descritto i personaggi principali. KIRIKU Kiriku è un bambino che si “ è messo al mondo da solo” e parla con la mamma quando ancora si tro-

va nel suo grembo . Appena nato vuole subito combattere la strega Karaba e aiutare il suo popolo.

Ѐ generoso perché aiuta i bambini del villaggio, è geniale perché ha

sempre l’idea giusta, è intel-ligente. Ѐ anche altruista perché pensa molto agli altri. Kiriku è agile perché corre veloce, è coraggioso perché è andato anche sottoterra per sbloccare l’acqua della fonte e salva-

Esperienze in classe

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re la sua gente. ,E’ impavido perché non ha paura di niente!Ѐ anche furbo e birichino ed è molto testardo: quando si mette in men-te una cosa la fa senza dar retta a nes-suno ;è molto curioso e vuole sempre delle risposte alle sue domande. (Tratto dai testi di Giulia- Federico V.- Jacopo- Luca A.- Lara- Luca R.-Matteo F.-Marco-Flavio-Matteo P.-Giorgia) KARABA La strega Karaba è bellissima, ma tanto è bella, così è cattiva e fa pau-ra a tutti.Ѐ alta e magra, ha i capelli neri, lunghi e “sparati”. I suoi vestiti sono neri con dei brillantini. Karaba ha un comportamento brutto con gli altri.Ѐ malvagia, ricca e potente: è riuscita a far-si dare dagli abitanti del villag-gio tutto il loro oro .Lei sta sempre nella sua casa, non ha amici e odia tutti.

Vicino a lei non c’è na-tura e dove passa muoiono i fiori e le

piante. Intorno a sé ha degli strani esseri, i

feticci , persone che ha trasformato e che sono

suoi schiavi. La strega si comporta male perché degli

uomini malvagi le hanno con-ficcato nella schiena una spi-na avvelenata che la fa sof-frire ed essere cattiva. Ka-raba è gelosa degli altri forse perché loro non hanno il dolore conti-nuo della spina.

(Tratto dai testi di Ionela- Arianna- Martina- Yi- Francesca- Federico A.- Beatrice- ) IL SAGGIO Il saggio è molto intelligente ed è molto …saggio! Il saggio dà consigli a chi è in difficoltà. Il saggio è molto anziano ed è sempre disponibile verso gli altri. Il saggio non è cattivo ma è buono e gentile e dà coraggio a chi ha paura. Il saggio è molto sincero ed è anche calmo! (Gabriele) Infine ecco un “assaggio” del cartone: …Kiriku è andato al fiume con la mamma a prendere l’acqua; vede dei bambini giocare e li raggiunge ma i bambini non lo voglio-no. Dopo un po’ si vede arrivare una piro-ga bellissima e molto colorata e i bambini

vogliono entrarci: Kiriku dice loro di non salire, ma essi non gli

danno retta e salgono ugual-mente.

Ad un certo punto la piroga inizia ad andare velocissima e i bambini

non riescono più a scendere; Kiriku prende un pugnale e lo ficca nella piroga che affonda, così i bambini possono mettersi in salvo. Quando la piroga torna

dalla strega senza bambini, Karaba è furiosa! Sulla riva del fiume, i bam-

bini acclamano Kiriku. Anche la mamma di uno di loro dice che

Kiriku è saggio e consiglia a tutti di ascoltare ciò che dice;

egli si affretta a dire che sarebbe saggio tornare al villaggio. Passando dalla foresta, trovano un albero che non avevano mai visto prima : i bambini subito ci si arrampicano e chiedono a Kiriku di seguirli ma lui non vuole e qualcuno lo prende in giro dicen-

do che è troppo piccolo e quindi non ce la fa. Lui però dice a tutti di scendere ma loro non

lo ascoltano e continuano a stare lì sopra. Ad un certo punto i rami dell’albero si chiu-

dono e i bambini sono intrappolati ma Kiriku prende una scure , cerca di taglia-re il tronco ma non ce la fa perché è

troppo piccolo. Così dice ai bambini di muoversi per scuotere l’albero ed infine rie-sce a liberarli. Quando la strega Karaba ve-de tornare l’albero tagliato e senza i bambi-ni,è arrabbiatissima con Kiriku! Tornato al villaggio, Kiriku va da sua mam-ma e le dice che ha salvato i bambini due volte e così loro hanno fatto una canzone dedicata a lui.(Alessandra)

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Esperienze in classe

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Le olive di nonna Carolina -classi quarte-

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Esperienze in classe

Stiamo facendo le olive in salamoia, cioè le olive in acqua salata… eccovi la ricetta che abbiamo seguito

1) Occorrono olive fresche, colte al mas-simo da un paio di giorni; qualcuno di noi le ha assaggiate e le ha trovate imman-giabili, amarissime

4) Trascorsi i 40 giorni ci si deve procurare un litro di acqua, 100 grammi di sale, alcuni vasetti con il coper-chio e alcune foglie di alloro

A questo punto noi pensavamo di mangiarci le olive nel giro di qualche giorno! Ed invece...

2) Le olive vanno messe in un contenitore e vanno te-nute coperte di acqua per 40 giorni consecutivi

3) L’acqua va cambiata ogni giorno. In questi 40 giorni le olive perdono il gusto amaro

6) Si mettono nei vasetti le olive e le fo-glie di alloro

5) Si fa scaldare l’acqua e si fa sciogliere il sale

8) ... si lasciano riposare per due mesi, poi, finalmente, si possono mangiare!

7) Si lascia raffreddare l’acqua e poi la si versa nei vasetti fino a coprire le olive. Si chiudono i vasetti.

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Ricerche… -classi quinte-

sa del fascio (Palazzo Flaim). Fu costruito su un terreno donato dal comune di Intra e fu inaugurato nel 1935.

MAUSOLEO CADORNA Fu costruito nel periodo fascista per ospitare le spoglie del generale Cadorna (morto a Pallanza nel 1928) e per commemorare i combattenti della prima guerra mondiale. La tumulazione nel Mau-soleo di Pallanza del corpo del generale avvenne il 21 maggio 1932. L’autore del Mausoleo fu l’architetto Marcello Pia-centini. CASTELLI DI CANNERO Furono costruiti tra il 1200 e il 1300 ed erano abi-tati da 5 fratelli della famiglia Mazzardi. I Mazzardi riuscirono per parecchi anni a conservare il pote-re, soffocando nel sangue ogni opposizione. Fu solo con l’avvento al potere del nuovo Duca di Milano Filippo Maria Visconti che questo regno del terrore ebbe termine. Le isole poi vennero ce-dute alla famiglia Borromeo.

MONUMENTO AI 42 MARTIRI A Fondotoce c’è il “Parco della memoria e della pace” e la “Casa della Resistenza”. Il 20 giugno 1944 una processione di 43 persone sfilò da Intra fino a Fondotoce. Erano partigiani arrestati durante il rastrellamento in Val Grande e tra loro c’era anche una donna. Qui vennero tutti

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Esperienze in classe

INTRA INTRA: il nome deriva da

“Intra (flumenes)” ossia “tra due fiumi” che sono il San Giovanni e

il San Bernardino. Nel 1927 i comuni di Tro-baso e Zoverallo vennero aggregati a Intra, così come Unchio nel 1929. Nel 1939 i due comuni di Pallanza e Intra vennero uniti sotto il nome di Ver-bania. Divenne capoluogo di provincia nel 1992. Verbania presenta un turismo sviluppato dovuto alla privilegiata posizione geografica.

BASILICA DI SAN VITTORE E’ la chiesa principale della città. La sua realizza-zione inizia nel primo decennio del XVII con la costruzione di una Collegiata e termina con la po-sa della cupola. Rivestita inizialmente da una co-pertura di piombo e poi da una in rame. Venne inaugurata nel 1889.

CHIESA DI SAN REMIGIO È situata sulla sommità della Castagnola. È stata proclamata monumento nazionale nel 1908. L’affresco più antico è quello dell’abside minore che raffigura Cristo che benedice un uomo.

PALAZZO DUGNANI E’ un palazzo cinquecentesco e ospita il museo storico e artistico del Verbano e del Paesaggio. Qui è presente la “gipsoteca”* dello scultore Trou-betzkoy. *Gipsoteca: luogo dove vengono conservate ripro-duzioni in gesso, statue in marmo, bronzo e terra-cotta. PALAZZO FLAIM Nel giugno del 1904 iniziò la costruzione della ca-

…su Verbania

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a Romani, Fenici, Galli e altri po-poli sottomessi (Nerone, ad e-sempio, aprì un enorme edizione dei giochi a Roma in cui tutti gli atleti dell'Impero Roma-no poterono partecipare, lui com-preso), ma quando il Cristianesimo divenne la religio-

ne ufficiale dell'Impero Romano, i Giochi olimpici vennero visti come una festa "pagana". Nel 393 d.C., l'imperatore Teodosio I, assieme al Vescovo di Milano Ambrogio, li interruppe. Si pose così fine a una storia durata oltre mille anni. Dopo quasi 15 secoli di interruzione, nel 1896 Pierre de Coubertin ristabilì i giochi olimpi-ci modernizzando molte delle loro regole (potevano partecipare atleti di tutto il mondo, le olimpiadi si svolgevano in nazioni sempre diverse e dal 1900 potevano partecipare anche le donne, per esempio).

Le gare Le competizioni in cui gli atleti si misuravano era-no: Stadion (gara di corsa) Diaulos (corsa sulla distanza doppia dello Sta-dion) Dolicos (corsa di resistenza) Pugilato Lotta Pancrazio(arte marzia-le , un misto tra lotta e pugilato) Pentathlon (salto in lungo, tiro del gia-vellotto, lancio del disco, corsa, lotta) Hoplitodromos (corsa con le armi)

L'origine degli antichi Giochi olimpici

si è persa, anche se esistono molte leggende. Il primo documento scritto che può riferirsi alla nascita delle Olimpiadi parla di una festa con una sola gara: lostadion. Da quel momento in poi tutti i Giochi divennero sempre più importanti in tutta la Grecia antica. Successiva-mente altri sport si aggiunsero alla corsa e il nu-mero di gare crebbe fino a venti, e duravano sette giorni. Le Olimpiadi avevano anche un'importanza religiosa, in quanto si svolgevano in onore di Zeus, re degli dèi. I vincitori delle gare venivano fatti oggetto di am-mirazione e immortalati in poemi e statue, e fre-giati di una corona di alloro. I Giochi si tenevano ogni quattro anni e il periodo tra le due celebrazioni divenne noto co-me Olimpiade; i Greci usavano questa suddivisio-ne per il computo degli anni. Per tutta la durata dei giochi venivano sospese le ostilità in tutta la Grecia. La partecipazione era riservata ai cittadini greci maschi liberi. La necessità di dedicare molto tem-po agli allenamenti permetteva solo ai membri delle classi più facoltose di prendere in considera-zione la partecipazione. A differenza dei Giochi olimpici moderni, solamen-te uomini che parlavano greco potevano parteci-pare alle celebrazioni. Si consideravano giochi "internazionali" poiché i partecipanti provenivano dalle varie città stato della Grecia, ed anche dalle colonie. I Giochi persero gradualmente importanza con l'aumentare del potere romano in Grecia: all'inizio

furono benvoluti e aperti anche

fucilati dai tedeschi. La villa Cara-mora di Intra era la sede del co-mando tedesco.

VILLA TARANTO I meravigliosi giardini botanici di Villa Taranto si trovano sul promontorio della Castagnola. Essi sono la creazione del capitano scozzese Mc Eacharn che iniziò a realizzare tali giardini nel 1931. Nel 1939 il capitano, non avendo eredi diretti, decise di donare la proprietà allo Stato italiano. Dal 1996 la villa non è visitabile perché sede della Prefettura della provincia di Verbania. Il 25 agosto 2012 un violento temporale ha di-strutto la maggior parte delle piante pregiate.

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Esperienze in classe

…sull’origine e la storia

dei giochi olimpionici

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tezza di spirito. PENTATHLON ALLE OLIMPIADI Il pentathlon venne introdotto per la prima volta in Olimpia nel 708 a.C. E’ noto che nel pentathlon, ove uno dei con-correnti avesse vinto tre delle cinque gare, si procedeva a proclamarlo vincitore senza perdere ulteriore tempo nello svolgimento delle altre gare divenute superflue. Se invece due atleti vincevano due gare

per ciascuno, gli altri concorrenti erano eliminati e l’ultima prova, la lotta, deci-deva a quali dei rimasti in lizza toccasse la corona. PENTA-THLON: LE PROVE Affidandoci alla testimo-

nianza delle fonti, l’ordine delle prove nel penta-thlon è: corsa, salto, disco, giavellotto, lotta. Per quanto riguarda l’ordine con cui si succedeva-no le gare, si premette che non è certo che tale ordine fosse fisso e che non variasse a seconda dei tempi e dei luoghi. L’unica cosa che sappiamo di sicuro è che la lotta era l’ultima gara. Nessun concorrente avrebbe comunque potuto ben figurare in un'altra gara dopo parecchie e fati-cose riprese di lotta. La vecchia ipotesi che fosse necessaria la vittoria in tutte e cin-que le gare, può essere messa da parte perché la vittoria nel penta-thlon sarebbe stata estremamente difficile in quanto raramente poteva accadere che un atleta vincesse tutte e cinque le gare. Il pentathlon cominciava con la corsa, la distanza era di uno sta-dio, poteva essere fatta a batterie, se necessario. La linea di partenza ad O-limpia poteva accogliere venti concor-renti. La gara di salto, lancio del disco e del giavellotto si eseguivano come ai giorni nostri: tutti gareg-giavano contro tutti. Le gare di lotta si svol-gevano su gironi. Era ammessa solo la lotta in piedi ed era necessario far cadere l’avversario tre volte per poter vincere.

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Esperienze in classe

Gare equestri (corse dei carri e dei cavalli) IL PENTATHLON I Greci inventarono il Penta-thlon che comprendeva cin-que esercizi scelti tra i più duri e i meno faticosi, in mo-do che le cinque gare po-tessero eseguirsi facilmente l’una dopo l’altra. Il penta-thlon fu come la sintesi della ginnastica greca e il trionfo degli esercizi migliori per lo sviluppo armonico delle for-me, della forza e della sveltezza del corpo umano. Il reperto storico più significativo al riguardo è il grande mosaico scoperto nelle Terme di Cara-calla e che ora si trova nel Laterano, nel quale si possono ammirare delle rappresentazioni fedeli delle cinque gare che costituiscono il pentathlon o quinquerzio. L’ANTICA AGONISTICA GRECA – LE 5 PRO-VE L’educazione ginnico/sportiva dei Greci si basa-va soprattutto sulla pratica del pentathlon (corsa – salto – lotta – lancio del disco – lancio del giavellotto) a cui si aggiunsero poi il pugilato e il pancrazio. Veniva prima la corsa, come esercizio base, diretta a fortificare le gambe. Il secondo esercizio era il salto, che fu introdotto nella 18° Olimpiade. Il terzo esercizio era il lancio del giavellotto, eser-cizio educativo di vigore e destrezza per i giovani e di preparazione alla guerra per i soldati. Il giavellotto era un bastone non molto lungo, fatto “a punta” all’estremità. Spesso veniva lanciato col sussidio di una correggia “ad ansa” entro la quale i lanciatori passavano l’indice e il medio. Veniva portato dal lanciatore fino al livello dell’orecchio e

poi lanciato con un rapido passo in avanti, alla maggior distanza possibile. Il quarto esercizio era il lancio del disco, imprimeva sviluppo ai mu-scoli delle spalle e delle braccia nonché alla forza della mano. Riu-scivano vincitori quelli che lanciava-no il disco alla maggior distanza o altezza. Il quinto esercizio era la lotta, entra-

ta probabilmente nelle gare della 15° Olimpiade. I suoi scopi erano il vigo-re fisico, la destrez-za, l’agilità, la pron-

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Quest’anno noi di quinta stiamo studiando Londra con i suoi monu-menti e le sue tradizioni… Ognuno di noi ha approfondito un argo-mento con una ricerca e la maestra le ha riunite tutte per scambiarci le informazioni. Noi le stiamo studiando in inglese, ma qui ve le ri-

portiamo in italiano… naturalmente. Speriamo che possano interessarvi e, perchè no, magari esservi utili per una futura gita in questa bellissima città!!!

LONDRA...

Capitale e più grande città del Regno Unito e dell’Inghilterra, è situata nella parte meridionale della Gran Bretagna. È una metropoli multietnica ed è anche la città più popolosa dell’Unione Europea. L’area metropolitana conta quasi 14 milioni di residenti e si estende per svariate decine di chilometri lungo la valle del Tamigi, fino al suo enorme estua-rio. Molti degli abitanti, chiamati londinesi (londoners), provengono dall'estero o sono di origine straniera: Londra risulta così una delle città più cosmopolite del mondo. È la città più visitata al mondo dal turismo internazionale.

Le nostre ricerche... in breve

1- PALAZZO REALE “Buckingham Palace” Buckingham Palace o semplicemente “The Palace” è la residenza ufficiale del sovrano del Regno Unito (ora la regina Elisabetta II) ed è il luogo in cui si svolgono numerose cerimonie ed è anche una notevole attrazio-ne turistica. Si svolge ogni giorno la cerimonia del “ Cambio della Guardia”, una delle maggiori attrazioni turistiche. Quando la regina è a palazzo viene innalza-to sul pennone il “Royal Stan-dard”, lo sten-dardo ufficiale dei sovrani del Regno Unito, quando non è a palazzo vie-ne issata la “Union Flag”. La prima regi-na ad abitare a Buckingham Palace fu la regina Vittoria. Giorgio

2- TORRE DI LONDRA “Tower of London”

La Torre di Londra "Torre Bianca" (White Tower) è sta-ta fondata nel 1078 da “Guglielmo il Conquistatore” per

proteggere la città stessa dagli invasori esterni all'inter-

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Esperienze in classe

…su Londra

no delle mura nella zona sud-est sulle rive del Tamigi. La Torre fu utilizzata come prigione per personaggi di alto rango e per dissidenti religiosi. Oggi è affollata di turisti che fanno un giro nel parco o visitano i “Gioielli della Corona” , i gioielli furono portati in un’ala della Torre nel 1303 (Jewel House), dopo che

furono rubati dall'Abbazia di Westminster e recuperati quasi immediatamente. I gioielli della Corona (corone, scettri, globi, spade, anelli..) sono costituiti dagli oggetti portati dal sovrano o indossati durante le cerimonie. Silvia

3- I PONTI

“London Bridge E Tower Bridge” Il London Bridge è un ponte sul Tamigi a Londra, che collega la “City of London”, cioè la parte più antica della città di Londra, al borgo londinese di Southwark. Si trova tra il Cannon Street Railway Bridge e il Tower Bridge, altri due importanti ponti di Londra. Il London bridge originale, chiamato ora Old London Bridge, era uno dei ponti più famosi

del mondo. Fu l'unico ponte sul Tamigi fino al 1729. Il Tower Bridge è è uno dei principali simbolo di Lon-dra, è un ponte levatoio situato sul fiume Tamigi. Il suo nome (che significa letteralmente "Ponte della Torre") deriva dal fatto che collega il distretto di Southwark alla

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una ruota panoramica costruita nel 1999 ed aperta al pubblico nel Marzo del 2000. Con i suoi 135 metri, era la più alta del mondo. Il London Eye è diventato l’attrazione a pagamento più popolare nel Regno Unito, con 3.5 milioni di visitatori all’anno. Il London Eye si innalza per 135 metri all’estremità o-vest dei Jubilee Gardens, sulla riva sud del Tamigi tra il Ponte di Westminster e lo Hungerford Bridge. Emanuele

6 - IL FIUME TAMIGI “River Thames” Il Tamigi (Thames) è un fiume dell'Inghilterra meridio-nale che attraversa Londra e sfocia nel Mare del Nord: ancorché non sia il maggiore per lunghezza e portata, è da considerare di gran lunga il primo fiume del Re-gno Unito per importanza storica ed economica. La lunghezza del fiume è oggetto di discussioni perché se è abbastanza chiaro dove inizi non è assolutamente certo dove finisca; comunque è tra i 272 e i 365 Km. ciò che lo rende importantissimo è la larghezza dell'e-stuario ed il fatto che la marea, lo risale ben oltre il cen-tro di Londra, rendendolo navigabile in ogni stagione. Alessandro

7 - METROPOLITANA “The Underground - The Tube”

La metropolitana di Londra (London Underground) è la più antica rete metropolitana del mondo, la più estesa d'Europa e la seconda per estensione vantando ben 460 km di linea autonoma di cui il 45% costituito da gallerie sotterranee, superati solamente dai 467/5 km del recente impianto di Shanghai. La metropolitana di Londra fu inaugurata il 10 gennaio

1863 e conta 382 sta-zioni dislocate in tutta l'area della Grande Londra. La metropolitana di Londra viene comune-mente chiamata dai suoi abitanti "Underground" o, più familiarmente, "the tube" (il tubo) per la forma dei suoi tunnel, a sezione circolare. Viola

Torre di Londra. Il Tower Bridge è un ponte piuttosto recente (1894), che grazie a moderne tecnologie riesce ad aprirsi entro 90 secondi (un minuto e mezzo) per lasciar passare le navi fino al ponte adiacente, il London Bridge. Questo ponte è costituito da due torri che sono collegate in cima da due passerelle luminose il cui obiettivo princi-pale è quello di aiutare la struttura a resistere alla forte sollecitazione dovuta al sollevamento del ponte. Ci so-no quasi 300 gradini per raggiungere la cima delle torri anche se vi si può giungere per mezzo di un ascenso-re. Alice

4 - TORRE

DELL’OROLOGIO “Big Ben”

(No Big Beng!) “Big Ben” è il nome della campana del Grande Orologio di Westminster, sulla Clock Tower (Torre dell'orologio, dedica-ta a Santo Stefano), posizionata all'ango-lo nord-est del Pa-lazzo di Westmin-ster, conosciuto an-che come “House of Parliament”. A Londra tradizional-mente viene chiama-ta Big Ben l'intera torre dell'orologio, alta 96.3 metri. Il nome ufficiale di quest'ultima è però diventato “Elizabeth Tower” a fine giugno 2012. Ufficialmente il nome della campana (una delle cinque dell'orologio) è però “Great Bell”. Non si hanno notizie certe riguardo all'origine del nome "Big Ben". Una teori-a sostiene che il nome derivi da Sir Benjamin Hall, su-pervisore dei lavori per la ricostruzione del Palazzo di Westminster. La campana maggiore, ufficialmente conosciuta come Great Bell, è la più grande campana della torre e fa parte del Grande Orologio di Westminster. La campana è meglio conosciuta con il soprannome di "Big Ben". Questa campana cominciò a suonare nel mese di lu-

glio 1859. Il carillon suona ogni quarto d'ora mentre il Big Ben rintocca solamente le ore e il suo suono è senti-to in un raggio di circa due chilometri. Stefano 5 - RUOTA PANORAMI-

CA “London eye” “London eye” ("Occhio di Londra"), o anche con il nome di “Millenium whe-el” (Ruota del Millennio) è

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Esperienze in classe

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8 - GUARDIE REALI “Queen’s Guard” Il palazzo di “Buchingham

Palace” è stato più volte oggetto di intrusioni. Co-me misura di sicurezza, non esistono mappe detta-gliate moderne degli inter-ni, e le sentinelle armate di fronte al palazzo non hanno solo scopi cerimo-niali, ma anche di proteg-gerlo da eventuali intrusio-ni. Il palazzo ha un suo ufficio di Polizia e i membri della famiglia reale hanno delle guardie del corpo. A circa 275 metri dal palaz-zo inoltre vi è la caserma delle guardie reali. Il Cambio della Guardia è un prestigioso e tradizionale rituale in Inghilterra. L'intera manifestazione si svolge di fronte al Palazzo reale. Gli Yeomen Warders (nome completo: Yeomen War-ders of Her Majesty's Royal Palace and Fortress the Tower of London), meglio noti col nomignolo di Beefea-ters, sono i guardiani della Torre di Londra. In italiano significa "Guardie maschie di Sua Maestà del Palazzo Reale e della fortezza della Torre di Londra". In origine il loro obiettivo era quello di tenere a bada ogni eventuale prigioniero rinchiuso all'interno del peri-metro della Torre e, soprattutto, di salvaguardare i nu-merosi e preziosi gioielli della Corona inglese. Attual-mente i Beefeaters consistono in una sorta di guida turistica e fungono da attrazione per il pubblico. Riccardo

9 - TAXI NERI “Black cabs” I taxi di Londra vantano una lunga storia: le vetture so-no nere, e vengono chiamate tradizionalmente black cabs o Hackney carriages, nome che deriva dal quar-tiere di Hackney dove già nel 1654 si rese necessaria un'ordinanza per regolarne il servizio ed il traffico. Fino ai primi anni del Novecento, i "taxi" consistevano in carrozze trainate da cavalli. Successivamente vi fu l'avvento dell'automobile ed i taxi di Londra assunsero l'aspetto odierno di berline nere: nel 2011, si contavano circa 22000 black cabs in città. Ogni tassista deve superare un esame di conoscenza delle strade e dei luoghi di interesse della capitale bri-

tannica chiamato The Kno-wledge per poter operare

Questi veicoli sono un simbolo talmente tradizionale di Londra che per il giubileo della regina Elisabetta II ven-nero colorati d'oro 50 cabs, uno per ogni anno di regno della monarca. Matteo V.

10 - MUSEO DELLE CERE “Madame Tussauds”

Il museo delle cere di Lon-dra “Madame Tussauds” è famosissimo, è uno dei più famosi mu-sei delle cere al mondo. Marie Tus-saud era una donna di origini francesi e aveva im-parato l'ar-te di mo-dellare la cera fin da piccola, creando i primi capolavori. Nel 1802 lascia Parigi per l'Inghilterra, portando con sé le sue opere, e da questa collezione nasce l'attuale museo delle cere di Londra. All'interno del museo inglese, il più celebre, si possono ammirare le statue dei personaggi che hanno scritto la storia, dal re Enrico VIII a George W. Bush, passando per Hitler e la regina Elisabetta II, accanto ai quali si trovano statue di divi dello spettacolo di ieri e di oggi, sportivi ed altri ancora. Inoltre ci sono altre attrazioni spettacolari, come il pla-netarium, nel quale si può simulare un viaggio nello spazio, e la camera degli orrori interpretata da veri at-tori. I personaggi con più raffigurazioni in cera sono la regi-na Elisabetta II e le cantanti Lady Gaga e Kylie Mino-gue. Lorenzo

11 - CABINA TELEFONICA “Telephone Red Box” La cabina telefonica inglese (The) è una cabina telefoni-ca di un telefono pubblico ed è una vista familiare per le strade del Regno Unito. La prima cabina inglese (KIOS n.1) è del 1920, ma non era rossa e non piace-va, così nel 1923 fu indetto un concorso che fu vinto da Sir Giles Gilbert Scott, il quale propose di costruire una cabina in ghisa di colore rosso, perché più facilmente individuabili. Matteo B.

12 - LA GUIDA A SINISTRA “Left Way”

Come ben si sa a Londra e in tutto il Regno Unito si guida sul lato sinistro della strada, l`opposto di come si guida in Italia e nella maggior parte del mondo.

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Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, Isole Salomone, Santa Lucia e Tuvalu. Elisabetta II è anche capo del Commonwealth e gover-natrice suprema della Chiesa Anglicana, comandante in capo delle forze armate e signore dell'Isola di Man. È salita al trono del Regno Unito il 6 febbraio 1952, alla morte del padre Giorgio VI. Circa 125 milioni di persone nel mondo sono suoi sud-diti. È sposata con Filippo Mountbatten dal 20 novembre 1947 e ha quattro figli: Carlo (1948), Anna (1950), An-drea (1960), Edoardo(1964). Ha otto nipoti e due proni-poti. Clasissa

14 - SHERLOCK HOLMES Sherlock Holmes è il famoso detective inglese, dotato di grande intuito, raccontato nei romanzi di Sir Arthur Conan Doyle alla fine del XIX se-colo, protagoni-sta di romanzi e racconti ap-partenenti al genere letterario del giallo. Holmes è molto bravo a risolvere i casi grazie al suo intuito, alle capacità di deduzione e ad alcuni modi di fare che lo caratterizzano. Lo scrittore americano Matt Herron ha estrapolato dai suoi racconti cinque lezioni che possono aiutarci ad avere succes-sso in tutti gli ambiti: 1. attenzione ai dettagli; 2.alcuni mistari non sono mai risolti; 3. confrontarsi con un amico; 4. la reputazione ti precede; 5. Affrontare il problema da punti diversi. Il modo di dire più tipico attribuito ad Holmes è la frase «Elementare, Watson!» (Elementary, my dear Wa-tson!), quando egli spiega, con una certa sufficienza, all'amico medico la soluzione di un caso. In realtà que-sta celebre frase non è mai stata pronunciata testual-mente dal personaggio nelle storie scritte da Doyle. In realtà i diversi romanzi, rispondendo a una domanda di Watson, fa semplicemente uso del modo di dire «Elementare!», riferito a un suo ragionamento, «Ogni volta che glielo si spiega, qualsiasi problema diventa per lei elementare»; la frase «Elementare, mio caro Watson!» ha fatto la sua apparizione in uno dei tanti film sul grande detective. Sia il modo di dire, sia la pipa e il cappello, divenuti per il grande pubblico gli elementi distintivi di Sherlock Hol-mes, dunque sono in realtà invenzioni a posteriori, in genere di origine teatrale, riprese poi dal cinema. Martina

15. AUTOBUS INGLESI “Duble-decker” Gli autobus a due piani (in inglese double-decker) sono dei particolari tipi di autobus dove l'abitacolo per i pas-seggeri è su due livelli. Tra le nazioni in cui questo tipo di autobus è diffuso, tradizionalmente vi è la Gran Bretagna, in particolar modo con il modello Routemaster. Nella capitale, Lon-dra, sarà in funzione un nuo-

In passato quasi tutti camminavano sul lato sinistro della strada, si era nella posizione migliore per poter usare la spada. Risultava anche più facile salire a ca-vallo dalla parte sinistra. Questa pratica fu addirittura formalizzata intorno il 1300 in un editto papale da Papa Bonifacio il quale disse a tutti i pellegrini di viaggiare sul lato sinistro della strada. Nel 1773 per un improvviso aumento di cavalli sulle strade il Governo Britannico introdusse "The General Highway’s Act", un codice stradale in cui si raccoman-dava di tenere la sinistra. Verso la fine del `700 i primi camionisti in Francia e in America cominciarono a trasportare prodotti agricoli in grandi vagoni tirati da numerosi cavalli. Questi vagoni non avevano il sedile per l`autista e quest`ultimo si se-deva sull`ultimo cavallo a sinistra , cosi poteva avere il braccio destro libero per poter frustare i cavalli e ovvia-mente voleva che chi arrivava in senso opposto gli passasse sulla sinistra. Nel 1794 fu introdotta una leg-ge a Parigi in cui veniva stabilito di tenere la destra. La maggior parte dell`Europa incominciò a viaggiare sulla destra , ovviamente esclusi i paesi che si erano opposti a quest`ultimo quali appunto il Regno Unito che continuò a viaggiare sulla sinistra portando le sue rego-le nelle sue colonie quali India, Africa, Australia e Asia. Beatrice

13 - LA REGINA ELISABETTA II “Queen Elizabeth II”

Elisabetta II, nome completo Elizabeth Alexandra Mary (Londra, 21 aprile 1926), è la regina del Regno Unito. Figlia di re Giorgio VI e di Elizabeth Bowes-Lyon, e primogenita dei duchi di York è anche regina di Anti-gua e Barbuda, Australia, Bahamas, Barbados, Belize, Canada, Grenada, Giamaica, Nuova Zelanda, Papua

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Esperienze in classe

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vo modello di autobus a partire dal 2011, con un nuovo de-sign. Gli autobus rappresenta-no un mezzo comodo e veloce per viaggiare a Londra e permettono al contem-po di ammirare splendidi panorami lungo il percorso. La guida degli autobus del centro di Londra è sufficien-te per la maggior parte dei viaggiatori. Elena

16.PIATTI TIPICI DI LONDRA Di solito il tipico menù inglese non prevede molta scel-ta, ma nonostante ciò si possono trovare squisiti piatti tradizionali; eccone alcuni tra i più conosciuti: - Full English Breakfast (colazione completa inglese) – Anche conosciuta come “bacon and eggs” (pancetta e uova) o “fry-up” (frittura), è qualcosa che nonostante l’idea erronea generalizzata, si mangia solo in occasio-ni speciali. La colazione inglese si compone di fette di bacon, uova fritte, salsicce, fagioli, “hash brown” (patate e briciole di pane fritte insieme con la forma di un hamburger), “black pudding” (sanguinaccio), pomodoro fritto e funghi, il tutto accompagnato da una fetta di pane tostato, che si serve al lato del piatto. Insomma, un autentico festival di calorie, ed è per questo che viene mangiato solo in determinate ricorrenze. - Baked / Jacket Potato (patate al forno o giacca di patate) – Il preferito dai britannici! È una ricetta sempli-cissima, a base di patate cotte al forno fino a che la pelle risulti croccante e l’interno morbido e soffice. Ter-minata la cottura, si divide a metà la patata e si serve con burro o margarina e una grande varietà di ripieni come tonno e maionese, formaggio e fagioli, formaggio e insalata di cavolo. - Fisch and chips (pesce con patate) Inutile descri-verlo, data la sua grande popolarità. È uno dei piatti più esportati, a base di merluzzo fritto in pastella o impana-tura e abbondanti patatine, anch’esse fritte. - Afternoon tea (Il tè delle 5) E' una tradizione che risa-

le all'800, nata per bloccare i morsi di fame di una duches-

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Esperienze in classe

sa. Oggi per gli inglesi è un vero e proprio rito, che tutti possono sperimentare in uno dei prestigiosi hotel di Londra, tra minisandwich al salmone, pasticcini al cioc-colato e 30 varianti di tè. Matteo C.

17. OLIMPIADI DI LONDRA 2012 “The Olimpic Ga-mes London 2012”

Giochi della XXX Olimpiade si sono svolti a Londra, Regno Unito, dal 27 luglio al 12 agosto 2012. La capi-tale britannica è divenuta così la prima città ad aver ospitato per tre volte un'Olimpiade estiva, dopo l'edizione del 1908 e quella del 1948. La cerimonia di apertura si è svolta il 27 luglio. La ceri-monia, fortemente centralizzata sulla storia inglese, è stata diretta dal regista e sceneggiatore vincitore del Premio Oscar Danny Boyle. La cerimonia di chiusura si è svolta il 12 agosto. Du-rante la cerimonia c'è stato il passaggio della bandiera olimpica da Boris Johnson, sindaco di Londra, a Eduar-do Paes, sindaco di Rio de Janeiro, la città che ospite-rà i XXXI Giochi olimpici. Il programma dispone di 26 sport olimpici per un totale di 39 discipline. Il programma dei Giochi Paralimpici prevede 20 sport e 21 discipline. Hanno partecipato circa 204 Nazioni e 10.500 atleti. Sono state assegnate 4700 medaglie. Melissa

18. UNA STORIA INGLESE “Guy Fawkes” Guy Fawkes (York, 13 aprile 1570 – Londra, 31 genna-io 1606) è stato un militare, attivista politico e rivoluzio-nario inglese. Noto anche sotto gli pseudonimi di Guido Fawkes e John Johnson, Guy Fawkes (talvolta scritto anche Faukes o Faux) era membro di un gruppo di cospiratori cattolici inglesi che tentarono di assassinare con un'esplosione il re Giacomo I d'Inghilterra e tutti i membri del Parlamento inglese riuniti nella Camera dei Lord per l'apertura delle sessioni parlamentari dell'anno 1605. Il 5 novembre 1605 il complotto fu scoperto da Thomas Knyvet, un soldato del re, e i 36 barili di polvere da sparo furono disinnescati. Da allora, ogni 5 novembre, nel Regno Unito e in Nuo-va Zelanda i bambini vanno in giro per il paese con dei fantocci, recitando una filastrocca, a chiedere soldi da dare ai genitori per comprare i fuochi per il falò. La ce-lebrazione è nota con il nome di “Guy Fawkes Night” ovvero La notte di Guy Fawkes. Federica

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ciò. Lo vorrei butta re giù dalla finestra mentre dorme, ma non posso perché non ci passa ed è troppo pesante. Emanuele

Un ippopotamo in piscina Un giorno andai in piscina per fare il bagno, dopo due ore sono andato sott'acqua e ho visto un ip-popotamo che stava bevendo, prima di bere ha mangiato patatine poi è entrato subito in acqua, ma ci ha ripensato ed è uscito subito, quando è uscito dall'acqua andò sul trampolino e fece un supertuffo e svuotò tutta la piscina e per un pelo non mi ha schiacciato. Matteo V.

Un alieno al supermercato Un giorno, mentre passeggiavo, vidi uno strano coso che si avvicinava sempre più veloce e si schiantò a terra e da lì uscì uno strano essere tut-to verde, con tentacoli rossi, occhi blu impassibili e una strana cinta attorno alla vita e mi disse: <<Mio nome Jumpingh>> io ero impressionato ma lui disse: <<Entrare edificio>> ed entrò in un su-permercato, in cui c'erano cinque reparti: Reparto 1: era il reparto della carne e pesce. "Jumpingh" decise di assaggiare un po’ di carne non sapendo che cos'era, ma gli sembrava gusto-sa a guardarla, lui la morse ma era congelata, rabbrividì e la lanciò dietro e colpì una signora che cominciò a urlare e scappò via, alcune persone lo rimproveravano: <<Non si fa! Chi ti ha insegnato le buone maniere?>> ma lui non capiva e andò al reparto 2: reparto uova. Lì trovò i pacchetti di uo-va, per la precisione sei uova a pacchetto, comun-que le pestò a più non posso e le usò come scar-pe uscendo a striscioni andò nel reperto 3: reparto surgelati. "Jumpingh" aprì tutti gli scaffali e mise dentro la mano che si congelò, sarà perchè nel suo pianeta fa sempre caldo, lui abita a Mercurio, comunque cominciò a ur-

Un ippopotamo in piscina Sono andata in piscina e sotto l’acqua ho visto un ippopotamo, prima pensavo che fosse una visio-ne ottica, poi mi sono strofinata gli occhi e ho be-vuto un bicchiere d’acqua e poi ho guardato e l’ho rivisto, ho provato a lanciargli un sassolino, ma l’ha mangiato in un boccone! Era uno strano ani-male. Era grigio con delle palline rosa sul naso. Mi tuffai e provai a salire sulla sua testa, ma lui sem-brava un bufalo arrabbiato che si muoveva da tut-te le parti. La mamma voleva andare in piscina, ma io la fer-mai e le dissi: -L’acqua no è molto pulita!- Presi l’ippopotamo e lo portai in camerino, poi lo portai dal mio vicino molto noioso e dopo pochi minuti si sentivano delle urlaaaaaa!!! Silvia

Un Ippopotamo in piscina Nelle foreste c'era una grande carestia e molti ip-popotami stavano scomparendo. Un ippopotamo che aveva molta sete decise di incamminarsi, così camminò per tre giorni. Ad un certo punto vide strane costruzioni e decise di en-trarci. Entrando tutti urlavano e lui pensò che questa gente era proprio pazza! Poi vide in lontananza dell'acqua; saltò il cancello e si tuffò con sollievo, quasi privo di pensieri; co-me se si fosse lanciato in una vasca di gelato. Una volta tuffato si ritrovò davanti un super sede-re, poi sentì urlare. Così le disse: -Senti mo non è che hai qualche serata libera ceniamo a chiaro di palude?- Poi si girò e scoprì il viso di un umano. Viola

Un elefante nel letto Chi porta un elefante nel letto è fuori di zucca! Ti butta giù di qua , ti butta giù di là. Una volta mi sono sentito come una sottiletta perché mi schiac-

Testi buffi -classi quinte-

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Esperienze in classe

LA CLASSE QUINTA B PRESENTA: L’ANGOLO DEL BUONUMORE!!!

Se due risate ti vuoi fare Con noi ti devi soffermare...

Abbiamo studiato dei testi divertenti e abbiamo imparato che per far ridere bisogna essere assai intelligenti...

Nella scrittura ci siamo cimentati e se perfetti non saremo proprio stati... Siam sicuri che ci vorrete perdonare,

ma far ridere è davvero un grosso affare!!!

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lare finchè non sbatté e il ghiaccio si spezzò. Stanco di tutte quelle disav-venture "Jumpingh" andò di corsa e

finì contro un commesso che gli disse: <<Vuole un bollino?>> "Jumpingh" accettò, dopo arrivò alla cassa e col bollino che aveva ricevuto vinse un pupazzo e insieme giocarono per sempre e lui rimase sul nostro pianeta: la Terra. Riccardo

Un ippopotamo in piscina Un giorno in piscina arrivò l'ippopotamo Yppo. Si mise in costume e si adagiò sul bordo della pisci-na, prese un bello slancio e si tuffò. A un tratto si accorse che era troppo in sovrappeso, allora si avvicinò il bagnino che cercò di prenderlo, ma af-fondò anche lui. Allora arrivò l'alto bagnino e af-fondò anche lui, ma dopo qualche secondo arrivò un gruppo di bagnini che caddero giù anche loro; allora arrivò un altro bagnino con il montacarichi e prese tutto il malloppo di bagnini e così l'ippopota-mo disse: -Starò a casa mia per sempre!-. Alice

Un alieno al supermercato Salve io mi chiamo Futhuro e sono un extra-terreste e stavo andando nel mio pianeta, che si chiama Predifinit, quando, a un certo punto, vidi un pianeta stranissimo, era tutto azzurro e un po' verde e visto che non lo avevo esplorato decisi di andarlo a vedere. Atterrai davanti a una cosa colossale, sembrava una grande casa e decisi di entrare, vidi degli es-serini pelati con qualche pelo sulla testa e aveva-no delle cose colorate addosso e, visto che avevo bevuto tanto, dovevo fare le mie cose private, de-cisi di andare in quella cabina. Entrai ma, prima di entrare, vidi fuori, appeso alla porta, un cartellino con su un omino con la gonna e sull'altro cartellino c'era solo un omino e decisi di entrare in quello che aveva la gonna ma dentro c'era un essere strano e stava facendo i suoi biso-gnini e disse: -Aaaaaa! Un alieno nel bagno delle donne!- Visto che non avevo capito niente feci un verso e la signora svenne. Quando sono uscito dal bagno vidi tantissima ro-ba da mangiare, mi incamminai e vidi una cosa strana, bianca, morbida e liscia e me la misi nel naso, nelle orecchie e in bocca, ma tutti gli extra-terrestri mi continuavano a dire: -Ma che cosa stai facendo qui orribile mostro con la nostra cartigeni-ca?- e io, come sempre, feci un urlo e la maggior parte degli extra-terrestri svenne. Dopo aver tolto la cosa-igienica dal naso, dalle orecchie e dalla bocca decisi di esplorare meglio la "casa" colossale. Entrai dentro un reparto e vidi con gioia immensa che era pieno di cose dolci! Era il mio paradiso quel posto! E mi abbuffai, ma ad un certo punto si

sentii un tuono micidiale,

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Esperienze in classe

era mia madre, così dissi ciao nella mia lingua e ritornai sul mio pianeta Melissa

Un ippopotamo in piscina Un giorno stavo andando in camerino in piscina. Aprii la porta del mio camerino e ... piantai un urlo. C'era un grossissimo sederone, così richiusi la porta con la chiave e andai a chiamare il proprie-tario; ma lui sul momento non mi credette, però mi seguì. Aprimmo la porta, ma non c'era nulla, dopo tre secondi cadde in testa al proprietario una mas-sa di lardo e ciccia. Era un ippopotamo femmina con un grosso costume rosa a pois bianchi. L'ip-popotamo grugnì qualcosa e si diede alla fuga, ma chiusi la porta e chiamai l'ambulanza per il proprietario e la accalappia-ippopotami per l'ippo-potamo. Quando la accalappia-ippopotami arrivò, l'ippopotamo pian piano scomparve e anche tutto quello attorno scomparve. Era tutto un sogno! Matteo C.

La donna in Inghilterra Una signora dell'Inghilterra trascorre delle vacan-ze in Germania, quando stava camminando vede una casetta carina e decise che per le prossime vacanze andrebbe bene. Quando torna in Inghil-terra pensa che non aveva visto il wc allora deci-de di mandare una lettera al pastore a cui aveva affittato la casa: -Caro pastore che mi ha ospitato nella sua casa, gli volevo chiedere se mi può co-municare dove si trova il wc. Cari saluti, Carly.- Il pastore pensava che fosse una chiesa (wach cril) allora scrive: -Cara signora il wc si trova 12km distante dalla casa, si può raggiungere in bici, a piedi e in auto. Per chi lo frequentasse spesso si può portare del cibo così può restare tutto il gior-no. Ci sono 40 posti a sedere e 120 in piedi, i bambini si siedono vicino ai genitori, c'è l'aria con-dizionata per evitare gli odori, all'entrata si dà un foglio e si ritira all'uscita, chi arriva in ritardo usa quello del vicino, poi tutto viene raccolto per i po-veri. Vengono presi dei fotografi per fare le foto in pose diverse (particolari). Fuori dal wc ci sono gli ultrasuoni per far sentire tutto quello che si fa all'interno. Spero di aver risposto a quello che mi avete chie-sto. Saluti, il pastore Ohog. Clarissa

Jeik a scuola -Ludovica! Ludovica! Ti ho raccontato l'ultima?-, -No! Dai raccontamela Mirta, non vedo l'ora di sa-perla!-, -Allora mettiti comoda e ascolta... Ieri son andata normalmente a scuola, come tutti i giorni e quando sono entrata in classe non c'era nessuno a parte un tizio strambo che guardava la lavagna con un astuccio strano. Allora andai a sedermi al mio banco dietro questo tizio strano e per chiedermi qualcosa non si girò tutto ma girò

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Qui esplode tutto Mi chiamo Tommaso e faccio lo scien-ziato. Un giorno sono andato ad ac-compagnare Iridessea al suo posto di lavoro e anche il mio nuovo; il posto dove lavorava Iride si chiamava "C.C.P.F.", cioè Centro Creazione Personaggi Fantastici, era una grande sala, le sue pareti erano ricopertie da strani aggeggi e un me-ga schermo, c' era anche un grande tavolo pieno di foto, formule, calcoli e pigne di fogli su cui era-no scritti tutti i possibili cartoni su cui basarsi. Il comandante mi spiegò cosa dovevo fare, così ini-ziai a lavorare. Il secondo giorno di lavoro Iride mi disse: -Tommy lo sai che oggi realizzeremo il sogno del capo: stiamo per creare Pikaciù!-, arrivati in laboratorio erano tutti raccolti sul grande tavolo e fissavano una macchina, ci sedemmo anche noi mentre il Capo metteva un disegno in un trasporta-molecole e schiacciava un pulsante di attivazione, dopo due ore dalla macchina uscì un Pickaciù in carne ed ossa che saltellava dovunque. A questa vista il Capo saltò di gioia: -Guardate! Un Pickaciù in carne ed ossa! Che bello!- sua figlia Iride lo ful-minò con lo sguardo e lui smise subito tornando serio e ci ordinò: -Ora inventerete un prodotto che fa rimanere eternamente giovani- il vicecapo chie-se: -E dopo su chi lo proviamo?- il Capo scrutò i presenti e poi rispose: -Lo proverete su Iridessea e Tommaso.- . Sono passati tre secoli da quando ci hanno dato quella roba, abbiamo creato un sacco di cose strane ed ora il mondo è popolato da i personaggi dei cartoni. La nostra rovina fu quando creammo Zecrom, forse serviva più Energia statica o forse era troppo potente, in ogni caso quando Zecrom uscì ci fu una grande esplosione, tutti i Pokèmon sparirono e il mondo si ribellò contro una bara: stranamente sulla lapide c'era scritto "Il fondatore della C.C.P.F.". Elena

Maestri nei banchi e scolari in cattedra Un giorno gli scorali si stufarono di essere scolari e così gli scorali diventarono maestri e i maestri scolari, così si ebbe una classe formata da due scolare....e diciotto maestri. La mattina inizia con la verifica di matematica, ma dato che gli scolari non erano molto d’accordo tra loro, diedero diciotto verifiche a ogni maestro. Che lavoraccio!!Grondanti di sudore i maestri arrivaro-no all’intervallo, dove fecero la merenda e si scambiarono i bollini del supermercato. Ripresero le lezioni di italiano e geografia. Diciotto temi e poi ogni maestro fu interrogato su tutte le regioni d’Italia. I nuovi maestri non riuscivano proprio ad organizzarsi. Le nuove scolare si ribellarono e scioperando dissero: -A questo punto andiamo direttamente

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Esperienze in classe

solo la testa, e questo mi fece molta impressione. Così gli chiesi cosa voleva e lui mi rispose: -Io;sono;Jeik- io risposi: -Ok Jeik, cosa vuoi sape-re?-, - Ah! Allora parli la mia lingua. Bè comunque volevo sapere di che cosa ci interroga oggi la ma-estra. Io, un po’ sbalordita, gli risposi: Oggi ci in-terroga di storia, precisamente sugli antichi Galli.-, -A grazie!-.Dopo un po’ arrivò la maestra e subito dopo i saluti cominciò a interrogare Jeik :-Jeik, dove abitavano gli antichi Galli?-, -Signora mae-stra gli antichi Galli vivevano in... un vecchio polla-io!!- e la maestra :-Dai, forse questa non la sape-vi, ma questa e da sapere. Che cosa mangiavano gli antichi Fenici?- e Jeik: -Le antiche marmotte!- Dopo questa risposta tutti ci mettemmo a ridere, ma la maestra non fu tanto divertita e incominciò a fare sul serio e disse: -Allora mi potrai dire, se sei così intelligente, che cosa è diventato Oliver Twist quando sono morti tutti i familiari?-, -Orfano!-, -Adesso basta Jeik ti porto dal preside-, -Col passeggino chicco si va più veloce-, -Jeik portami il...- in quel preciso momento si aprì la porta ed entrò una signora che disse: -Salve signora mae-stra, sono la madre di Jeik, e sono venuta qui per prendere il mio topolino!- la maestra rimase di stucco e un po’ sbalordita continuò la lezione. Allora Ludovica hai capito la storia?-, -Sì Mirta, ho capitoche Jeik è un alieno.- Martina

Uno scheletro in gita scolastica Oggi eravamo tutti felici perchè la maestra ci porta in gita ed eravamo felici anche per un altro moti-vo, da oggi avremo avuto un nuovo compagno. "Toc toc" -Avanti!- dicemmo noi, entrò un bambino vestito da scheletro e la maestra per toglierli la maschera gli tirò il teschio e questo si staccò, let-teralmente! Lo scheletro rispose: -Mi prenda la mia macchina fotografica o il mio cappellino ma non mi prenda le mie ossa!- tutti noi rimanemmo a bocca aperta, era uno scheletro vero! Ma non era cattivo, anzi era simpatico. La maestra gli chiese come si chiamava e lo scheletro rispose che si chiamava Scheletrino. In autobus si sedette vicino a me e mi fece vedere le foto dei suoi parenti, ad un tratto gli chiesi: --Cos' è quel mucchio d'ossa?- -Mio zio Bernie, era inciampato su un rametto!- mi rispose Scheletrino. Quando arrivammo ci ritrovammo in una pineta e Scheletrino urlò: -Ahah! Un ragno! Mi vuole rubare le ossa! Aiuto!- io dissi:-Tu sei lo scheletro più strano al mondo! Una barzelletta sugli scheletri: - Perche uno scheletro non si butterebbe mai da un burrone?- - Perche non ha fegato!-. Giorgio

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all’Università!-. Lorenzo

Una divertente barzelletta Un pomeriggio, appena uscito da suola, Paolino invitò Andrea e si sedettero su un muretto e Paoli-no iniziò a raccontare delle divertentissime barzel-lette sullo sport: -"OLIMPIADI". Il presentatore delle Olimpiadi iniziò a presentare i vincitori di ca-noa e disse: -Il vincitore delle O O O O O è .... -. E il suo assistente lo interruppe e gli disse: -Guardi che siamo alle Olimpiadi-. Poi iniziò a raccontarne una sul calcio: -Un giorno Mario Blotelli arriva in spogliatoio con le ciabatte e l'allenatoregli chiede: -Ma perchè sei in ciabatte?- e Mario: -Mister guardi che l'ha detto lei che gio-cavamo in casa-. Poi Paolino continuò con quelle sui carabinieri: -Un carabiniere ferma un signore e gli dice: -Mi scusi non può tenere un cane nel bagagliaio- Allo-ra il signore gli rispose: -Guardi che è un peluche- E il carabiniere rispose: -Ah, guardi, non mi inte-ressa la razza.- Paolino iniziò a raccontare dei divertentissimi in-dovinelli e iniziò: –Un nano da giardino deve an-dare al settimo piano, ma arriva solo al sesto co-me mai?....Perchè è troppo basso per arrivare al settimo pulsante! -Sapete perchè il mar Nero si chiama co-sì?...Perchè è in lutto per il mar morto!- Poi continuò con i colmi - Qual è il colmo per un bambino dispettoso?....Non te lo dico!- -Qual è il colmo per una rana?...Non sputare il rospo!- Paolino e Andrea si salutarono e per tutti e due fu una giornata molto divertente. Federica

Barzellette Salve a tutti ragazzi! Sono qui....Emm scusate pri-ma mi dovrei presentare mi chiamo Collina Beatri-ce, frequento la classe 5 B a Trobaso. Mi descri-vo come una bambina simpatica e giocherellona, per questo oggi sono qui per raccontarvi qualche barzelletta. Spero molto che vi piacciano!!! Iniziamo: - Il bambino chiede al papà: -Papà come fanno a sapere quanto peso riesce a tenere un ponte?-. Il papà: -Fanno passare tanti camion finchè il ponte non cade, poi prendono il camion che è caduto e lo pesano così si può sapere quanto peso riesce a tenere un ponte.- Ad un certo punto la moglie e-sclama: -Amore non dire stupidate se non sai la soluzione!-. - Qual'è il colmo per un pizzaiolo? Avere la moglie che si chiama Margherita!!!!! - In chiesa:Dalla seconda lettera ai Corinzi.... po-tevate almeno rispondere alla prima!! Beatrice.

Un alieno al supermercato Incredibile! Io ed un alieno abbiamo fatto cono-scenza. si chiama Roger e viene da un pianeta chiamato Verdiana, che si trova in un’altra galas-sia. Una volta al supermercato pensavo che sa-rebbe stata una spesa tranquilla, invece sembrava la terza guerra mondiale, dietro di me sembrava che fosse passato un carro armato. Era Roger che si era intrufolato nella macchina ed era entra-to nel supermercato. Lo persi di vista, ma bastava seguire la scia di distruzione. Ad un certo punto lo vidi giocherellare con frutta, bambole, creme e bistecche, poi in un secondo non c’era più e lo ritrovai sul nastro trasportatore che correva come sul tapirulan. Si vedeva che non era mai stato sul-la Terra!!! Stefano

E… UN COMPLIMENTO SPECIALE PER LA COMPAGNA CHE HA SCRITTO QUESTO BEL-LISSIMO TESTO: Un elefante nel mio letto Ho trovato un elefante al parco e me lo sono por-tato a casa. L'ho preso e l’ho messo nello zaino. Con fatica lo portai a casa e quando entrai la mamma mi chiese: - Santo cielo Elisa! Quello zai-no peserà un quintale, vuoi che te lo porti io di so-pra?-, ma io risposi velocemente: - Per l'amor del pazzo cielo! E' leggerissimo, sta’ pure tranquilla, lo porto su io!-, la mamma guardò la forma del mio zaino, storse il naso e chiuse la porta della cucina. Il primo pericolo era scampato, ma il secondo sa-rebbe stato difficile toglierlo di mezzo. Entrai in camera, guardai sul letto e sussurrai: -Ecco! Lo sapevo, guardala lì che si legge il suo diario im-mersa nei suoi sogni di scrittrice! - dissi fulminan-do con lo sguardo Letizia. Letizia è la mia sorella gemella. Restai un attimo sulla porta, sospirai e mi avvicinai e le chiesi: -Posso dirti un segreto?- e lei rispose di sì, così dissi: -Mi sono portata un ele-fante in camera, mi aiuti a portarlo sul mio letto? Così Letizia ed io spingemmo lo zaino dentro la camera mentre l’elefante si dimenava. Lo mettem-mo sul mio letto e, visto che doveva aver fame, mandai mia sorella a prendere delle arachidi, mentre io tranquillizzavo l’elefante. Letizia tornò con otto pacchetti di arachidi. Dopo aver mangia-to, l’elefante si mise a dormire e noi andammo di sotto a mangiare. Dopo aver lavato i piatti con la mamma, andammo in soggiorno e... un disastro, una catastrofe...in soggiorno c’era il mio letto con su l’elefantino e si sentiva un odore nauseante. Mia mamma cacciò un urlo e svenne, Letizia si fiondò a prendere l’elefante per portarlo allo zoo e io mi coprii la fac-cia con una mano e mi dissi: - Elisa sei proprio una pasticciona! Elena

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Nel ricordo della classe terza…

Venerdì 5 ottobre nel pomeriggio ci siamo riuniti tutte le classi e gli insegnanti nel parcogiochi di Tro-baso. All’inizio abbiamo indossato il cartellino con il nu-mero e il colore della squadra. In seguito abbia-mo eseguito una serie di giochi: un gioco di equi-librio eseguito con una pallina da ping- pong e un cucchiaio, il gioco dei passaggi con la palla e il gioco dei travestimenti, durante il quale doveva-mo essere molto svelti, indossare gilet, sciarpa e guanti; fare il giro inverso dei compagni, svestirci

e dare il cambio ai compagni. Fra tutti i giochi questo è stato il più lungo e il più difficol-toso. Naturalmente “vinceva” la squadra più svelta. Noi bambini di terza B abbiamo giocato con la terza A e con le due classi seconde. L’ultimo gioco era quello dei fili eseguito da tutti i bambini della scuola e consisteva nel raccogliere da terra dei fili colorati e unirli tutti insieme. Vinceva la classe che riusciva a for-mare il filo più lungo annodando insieme i pezzettini. La nostra classe aveva il filo blu. In questo gioco hanno contribuito anche i genitori... Come? Spargendo in giro i fili in tutto il parco. Per finire tutti insieme ci siamo riuniti sulla collinetta del parco e abbiamo cantato una canzone dal titolo “IKA o DO-GBA”.

Una nostra compagna, Emma, per l’occasione ha portato dei deliziosi pasticcini che abbiamo mangiato dopo essere rientrati in classe e pri-ma di uscire. …e della classe quarta Venerdì 5 ottobre,nel pomeriggio,al parco c’erano tutti i bambini e tutti gli insegnanti della scuola di Trobaso per i giochi d’inizio anno. Quest’iniziativa è stata rimandata molte volte ma, finalmente,il gran giorno è arrivato. Tutte le classi hanno partecipato a diversi giochi ma il più entusiasmante è stato quello finale: nel parco

erano stati disseminati dei fili di lana di colore diverso, un colore per ogni classe, da cercare e annoda-re. La classe che riusciva a formare il filo più lungo vin-ceva. E’ stato un gioco molto origi-nale e divertente per la riuscita del quale tutti abbiamo dovuto collaborare!

La festa di inizio anno

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A scuola nell’ambiente...

A scuola nell’ambiente...

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Un giorno da un uovo bianco bianco nasce una paperina gialla gialla, è Olivia. Olivia non sa niente del mondo, non sa neanche il nome delle cose, dice solo “QUA-QUA”.

Ad un trat-to da un cespuglio salta fuori un ranocchio verde verde, è Carletto. -Io sarò tuo amico e ti farò conoscere il mon-do- dice Carletto. Carletto si avvici-na a Olivia e le insegna a cammi-nare. Poi le fa vedere la

palla rossa, il tulipano, il fungo col cappello e infi-ne il “sasso ahi!”. Così Olivia comincia a co-noscere un pezzetto di mondo. Ma ecco arrivare ronzando una piccola ape. -Chi sei?- chiede Olivia. -Zzz, zzz, zzz io sono Pao-lina e ti insegnerò a volare e ti darò il mio dolce e ap-piccicoso miele.

Dopo aver imparato a volare, Olivia e Carletto vanno verso il mare. - Com’è grande!!!- escla-ma la paperina. Al mare Olivia incontra un buffo uccello. -Io sono Gaetano il gab-biano, facciamo un bel tuffo nel mare blu?

Noi bambini di seconda, insieme ai compagni di prima, siamo andati ve-nerdì 9 novembre a vedere uno spet-tacolo teatrale dal titolo “Olivia Pape-rina”. La storia ci è piaciuta tanto e ci ha divertito. Tornati a scuola abbiamo parlato fra noi e abbiamo scoperto che questo racconto ci ha insegnato che l’amicizia e l’aiuto degli altri ci fanno crescere. Così abbiamo pen-sato di raccontarvelo con le nostre parole e i nostri disegni.

Insieme a teatro -classi seconde- 42

A scuola nell’ambiente...

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Olivia si incammina, ma comincia a farsi buio e lei ha paura, improvvisa-mente vede una piccola cosa luccican-te, è una lucciola. -Vieni con me, io e le mie amiche ti illumineremo

la strada. Così, con la luce delle lucciole, Olivia Paperina ritrova l’amico Carletto, insieme si addormentano vicino e sognano cose belle.

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A scuola nell’ambiente...

-Cos’è un tuffo? -Un tuffo è fare SU e GIU’, SU e GIU’ nell’acqua, ed è bellissimo!

Olivia e Gaetano si tuffano nel mare blu, profondo, infinito e misterioso e incontrano nell’acqua salata un granchio rosso, una stella marina e un pesce martello che suona il tamburo. Quante cose vede Olivia nel grande mare blu!

Dopo aver nuotato tanto, la paperina torna sulla spiaggia e costruisce un castello di conchiglie. Poco dopo arriva un gambero. -Come ti chiami? -Il mio nome è Nino ma tutti mi chiamano Onin perché faccio tutto al contrario. -Non trovo più Carletto, mi aiuti a ritrovarlo? -Certo che ti aiuto, devi solo camminare all’indietro come faccio io e arriverai da lui.

Sogni d’oro Olivia, oggi sei diventata un po’ più grande.

Abbiamo capito che… L’amicizia è importante perché gli amici ci aiutano a crescere. Tutte le persone che incontriamo ci aiu-tano a diventare un po’ più grandi.

I bambini della seconda A

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C’erano un sacco di foto e tutti noi eravamo molto attenti! Alcuni ragazzi della scuola superiore e la loro in-segnante hanno parlato per spiegare le foto ed erano molto precisi, educati e spiritosi. Sono stata molto attenta, voglio ritentarci! Martina B.

Un giorno con i miei compagni di classe siamo andati a vedere una mostra dell’Uganda. A presentarla c’erano delle ragazze e un maschio delle scuole superiori. Noi abbiamo visto molte foto: mi ha colpito una che rappresenta un bambino ugandese che fa il bagno nell’acqua sporca, stagnante e ovviamente fredda. Un’altra rappresenta un bambino di circa 5 o 6 anni che con alcuni bidoni aspetta in fila per pren-dere l’acqua. Nella terza foto un bambino con un agnello in ma-no e accanto una capra ed io ho pensato che il bambino portava le bestie invece di andare a scuola. Nella penultima si vedeva un altro bambino, que-sta volta un po’ più grande, che quando ritorna dalla guerra si costruisce delle armi finte, quindi si ricorda della guerra. Infine nell’ultima foto si vedevano le manine di un b a m b i n o che fra le m a n i ha un

Visita alla mostra fotografica sull’Uganda -classi quarte-

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mango pieno di mosche, il bambino se lo mangia senza problemi invece alcuni o forse tutti quelli che ci sono in Italia o altri paesi non lo vorrebbero. Io vorrei riandarci a vedere la mostra anche con nuove persone. Emanuel B. In una foto che ho visto c’era un bambino che mangiava un mango con sopra delle mosche. Il bambino non poteva buttare il frutto perché era l’unico che aveva da mangiare. Negli altri paesi se una mosca va su un frutto la gente lo butta via, invece in Uganda lo mangiano lo stesso. Li S. La mostra delle foto era bella e quei ragazzi che ci hanno raccontato delle storie mi hanno fatto capi-re che le persone facevano una brutta vita: anda-vano in guerra già da piccoli, venivano catturati, soffrivano la fame. C’era una foto con una signora che leggeva il gior-nale dove si raccontava che la stessa persona per quattro volte era stata eletta solo perché ave-va pagato gli elettori. Era stato molto bello! Enrico C. Una foto che mi ha colpito rappresentava i bambi-ni che in Uganda vanno in guerra già da piccoli e quando tornavano non sapevano più qual era la verità e la guerra. Dei signori prendevano dei bambini per mandarli in guerra e gli insegnavano a combattere. Luca

Alla mostra dell’Uganda ho visto molte foto: alcu-ne rappresentavano la povertà, altre dei bambini fuggiti nelle città per non essere rapiti e portati in guerra, altre le scuole all’aperto o i bambini che facevano molta strada per prendere l’acqua. Mi è piaciuta tantissimo perché era molto interes-sante. Lorenzo B

A scuola nell’ambiente...

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Una raffigurava un bambino con una pistola che, tornato dalla guerra vera, la confondeva con un gioco. Stefania

In questa mostra ci hanno spiegato le cose che succedevano in Uganda aiutandosi con delle foto. Ci hanno fatto fare dei giochi tipo cruciver-ba e alcuni bambini lo volevano rifare. Abbiamo visto la differenza tra noi e i bambini

dell’Uganda mettendoci a confronto con le foto della mostra. Noi abbiamo alzato la

mano per rispondere e dire le diffe-renze. Manuel C.

Siamo andati a vedere la mostra dell’Uganda alla se-

de del municipio di Pallanza. Dei ragazzi ci hanno spiegato il significato delle foto per esempio una bambina aveva

in mano un frutto pieno di mosche ma non l’ha buttato via come facciamo noi. Questa foto mi ha fatto capire che un frutto per loro è un bene prezioso. Manuela L.

A me quello che è piaciuto di più è stato vedere in quali condizioni vivono, i lavori e le malattie. Sono le condizioni dell’Uganda, questo paese dell’Africa! Riccardo D.

La vista è stata molto bella. Appena arrivati alla mostra ho capito che avrei imparato tante cose nuove. C’era una stanza dove c’erano i pannelli con le fotografie della vita in U-ganda: alcune mi hanno rattristato, altre mi hanno fatto sorridere. Vedere i bambini molto più poveri di noi ma addirittura più felici di noi è molto strano e commovente. Mi è dispiaciuto tornare a scuola ma so che mi ricorderò sempre di questa espe-rienza. Bianca G. Utilizzando le foto e i disegni abbiamo creato alcune presentazioni. Le potete trovare nelle pagine del sito dedicate ai progetti della nostra scuola.

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A scuola nell’ambiente...

Questa mo-stra mi è piaciuta per-ché ho potu-to imparare molto, poi ho guardato,

sentito…un sacco di cose belle ma purtroppo anche brutte. Andavano in guerra più o meno alla nostra età e dopo che tor-navano dalla guerra non sape-vano più cos’era il gioco e cos’era la guerra. E poi mi piaceva vedere che i bambini si divertivano con un ferro trovato in strada e qualche

legnetto. Li hanno messi insieme ed hanno co-struito un gioco: una bicicletta Marco D. Il 10 ottobre siamo andati a una mostra che parla-va dell’ Uganda: l’Uganda è un piccolo staterello nel centro dell’Africa che ha dovuto soffrire guerre civili . Alcuni alunni della scuola superiore ci hanno fatto da guida alla mostra. C’erano molte foto che raffiguravano mo-menti tristi ma una cosa molto strana è che, anche se questi bambini in-nocenti hanno sofferto queste inu-tili guerre, abbiano ritrovato il sorriso. Vuol dire solo una cosa: che questi bambini riescono a ritrovare l’allegria! Però questi bambini li dobbiamo aiutare per esem-pio: non sprechiamo il cibo, abbiamo cura delle nostre cose… E poi abbiamo fatto un cruciverba e la parola fina-le era: SOS Africa . È veramente SOS Africa. Luca P.

Quel giorno alcuni studenti delle scuole superiori ci hanno raccontato dei bambini dell’Uganda e ci hanno fatto vedere una mostra di foto.

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Visita alla lavanderia -classi quinte-

Abbiamo visto il filmato delle cose che fanno ogni giorno, Mentre guardavamo, Alberto ci spiegava un po’ di cose e che ci lavorano circa 50 persone. Poi siamo andati a vedere come funziona vera-

mente. Per prima cosa la divisione dei panni:per ogni colore mettevano i panni bagnati in una piattaforma rotonda, poi divide-vano i panni degli alberghi da quelli dei ristoranti e del-le case di riposo. (Sharon, Chiara)

Oggi siamo andati alla Lavanderia Milanese. Alberto ci ha accolto negli uffici con un video che fa vedere come si lavora nella lavanderia, poi ci ha mostrato co-me viene sistemata la biancheria sporca. Successivamente vie-ne scaricata dai sacchi oppure viene trasportata nella navicella, poi viene lavata. Una volta lavata la biancheria viene messa nei carrelli e viene in-trodotta nelle macchine che la stirano, la piegano e la scaricano su nastri trasportatori.. Viene im-pacchettata ed etichettata: c’è scritto il nome del cliente. Secondo le indicazioni dell’etichetta viene portata nelle baie. Infine messa nei carrelli e cari-cata sui camion che la porteranno a destinazione. (Jennifer, Sofia, Martina)

Il giorno 30 /11/2012 siamo andati a visitare LA LAVANDERIA MILANESE. Ci hanno spiegato co-me funziona e ci hanno fatto vedere un video con i vari passaggi .Il papà di Jennifer, ci hanno regala-to dei gagget: biro, kit da cucina. In questa Ditta ci lavorano 40-45 persone, utilizzano il metodo tradi-zionale e tecnologie R-FID e ci hanno fatto vedere come funziona: prima di tutto i panni vengono smi-stati e portati in una macchina che aspira e messi in sacchi dove trasportano i panni nelle apposite lavatrici, dopo di che solo le spugne vengono por-tate con carrelli all’essicatoio. Dopo essere state stirate da bagnate, vengono piegate, quindi im-pacchettate ed etichettate. Infine vanno alle baie e vengono divisi in base alle loro destinazioni per essere poi trasportati. Poi ci hanno mostrato il filtro dell’acqua: l’acqua sporca passa in un tubo, viene scaldata e si elimi-na lo sporco, e attraverso delle serpentine viene raffreddata,aggiungono cloro ed eliminano Sali minerali in modo da rendere l’acqua riutilizzabile. Lavano 200 quintali di panni al giorno. Lavano to-vaglie, lenzuola, federe,eccc. La lavanderia occupa uno spazio di 3500 m. distri-buiscono merce in Piemonte e Lombardia, ad al-berghi, case di riposo, ristoranti offrendo un servi-zio di noleggio. ( Lucrezia-Martina)

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A scuola nell’ambiente...

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Due segnalazioni: la prima riguarda l’immediato e la seconda è in relazio-ne al nuovo anno scolastico.

1) La sfilata di Carnevale del prossimo febbraio vedrà la partecipazione di tutte le classi del plesso e questo è certamente un valore aggiunto al

quale si affianca anche l’attività di ricerca che ogni classe sta svolgendo. Rap-presenteremo, come risaputo, gli antichi mestieri. Con il presente SOS chiediamo ai familiari che

lo desiderano di partecipare alla sfilata accordandosi con gli insegnanti di classe.

2) La nostra scuola è stata inaugurata il 13 aprile del 1914, dunque nel prossimo anno scolastico 2013/2014 celebrerà i suoi cento anni. Non vogliamo giungere impreparati a questo anniversario; ecco quindi il secondo SOS: desideriamo fin d’ora raccogliere documentazione fotografia e cartacea, testimo-nianze dirette o indirette, materiali scolastici significativi, insomma… tutto quanto può servire per riper-correre questi cento anni. Tutti, grandi e piccoli, siamo invitati a partecipare a tale ricerca. Per maggiori informazioni o segnalazioni o per consegnare materiali ci si può rivolgere agli insegnanti, in particolare a Luisa Patti, Luisella Buetto, Maddalena Grieco, Donatella Scaccabarozzi ed Andrea Colombo.

Siamo giunti al quattordicesimo anno di pubblicazione. Molti di voi ci conoscono già; per i nuovi arrivati riportiamo le motivazioni che sono alla ba-se della pubblicazione di un giornalino della scuola. Due gli scopi principali: ⇒ pubblicizzare lavori ed esperienze degli alunni ⇒ creare comunicazione tra classe e classe ed anche tra scuola e famiglie. E a proposito di comunicazioni anche quest’anno vogliamo da subito dire grazie a coloro che hanno organizzato i mercatini (creando manufatti o rendendosi disponibili alla vendita) e a coloro che hanno realizzato gli addobbi natalizi della scuola, donandoci la sorpresa di vederla trasformata quando lunedì scorso siamo tornati a scuola! Torniamo al giornalino: in modo molto semplice e spontaneo le classi, i gruppi, i singoli bambini, gli insegnanti usano queste pagine per far sentire la loro voce dentro e fuori la scuola. Ci piacerebbe che anche i genitori e tutti quanti lo desiderano ci facessero avere loro scritti. Restiamo quindi in attesa! Il giornalino è anche occasione per raccogliere qualche soldino destinato alla copertura del-le spese per la carta e la stampa del giornalino stesso e al mantenimento del laboratorio di informatica: dai piccoli acquisti alle grosse spese (le cartucce delle stampanti ci costano una... “fucilata”). Segnaliamo inoltre che il giornalino è visibile anche nelle pagine del sito dedicate ai progetti del plesso di Trobaso (www.icverbaniatrobaso.org/le-scuole/primaria-di-trobaso/progetti). Ultima segnalazione: sempre nel sito sono reperibili altri materiali riguardanti il plesso, in particolare i pro-getti, l’organigramma e, a breve, il PEOP (Piano Educativo e Organizzativo di Plesso), materiali che in ge-nere venivano pubblicati nel primo numero del giornalino e che quest’anno non abbiamo pubblicato a cau-sa della mancanza di spazio (siamo quasi ad una cinquantina di pagine!) Buona lettura

Dalla redazione

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entrate uscite

Saldo a maggio 570,70

Offerte giornalino n.ro 3 (maggio 2012) 205,85

Acquisto risme 88,50

Nuovo saldo 688,05

Dalla redazione

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SOS SOS SOS

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Appuntamenti

Giornalino composto e stampato presso il laboratorio di informatica della scuola “Bachelet” di Verbania Trobaso. Non ha una pubblicazione a scadenza fissa: esce... quando può! Responsabile Andrea

[email protected] http://www.icverbaniatrobaso.org

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Domenica 16 dicembre ore 14.30-16.30 piazza Parri

“Bun Natal a Trubàas”

Vi aspettiamo per farvi ascoltare i nostri canti

Seguirà la distribuzione di cioccolata, dolci e vin brulè con la partecipazione di Babbo Natale e delle sue

“renne” (in caso di brutto tempo la manife-stazione si terrà presso il salone

parrocchiale)

giovedì 20 dicembre, ore 15.00 Vi aspettiamo in chiesa par-rocchiale: ogni classe esegui-rà i propri canti e concludere-mo con due esecuzioni da

parte dell’intera scolaresca.

Al termine i genitori sono invi-tati nelle singole classi per uno scambio di auguri.

SARÀ NATALE SE….

Tutti abbiamo un compito speciale: ricordare al mondo che è Natale. Se mettiamo ali al nostro al cuore saremo angeli che portano amore.

E sarà, sarà, sarà, sarà sarà natale se:

sarà Natale se ami, sarà Natale se doni

sarà Natale se chiami qualcuno solo a stare con te

e sarà, sarà, sarà, sarà sarà Natale se,

sarà Natale vero non solo per un'ora:

Natale per un anno intero.

Sarà Natale se vivi, sarà Natale se ridi,

sarà Natale se stringi le mani a chi soffre di più e sarà, sarà, sarà, sarà

sarà Natale se, sarà Natale vero

non solo per un'ora: Natale per un anno intero

sarà Natale se cerchi, sarà Natale se credi, sarà Natale se canti

ogni giorno con gli amici tuoi.

E sarà, sarà, sarà, sarà sarà Natale se,

sarà Natale vero non solo per un'ora:

Natale per un anno intero. Tutti abbiamo un compito speciale: ricordare al mondo che è Natale. se mettiamo ali al nostro al cuore

saremo angeli che portano amore.

E sarà, sarà, sarà, sarà sarà Natale se,

sarà Natale vero non solo per un'ora:

Natale per un anno intero