N° 88 2° Bimestre 2015 Marzo Aprile Notiziario "Divina Misericordia"

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N° 88 2° Bimestre 2015 Marzo Aprile Notiziario "Divina Misericordia"

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  • Sommario

    Divina MisericordiaNotiziario del Santuario

    della Divina Misericordia

    Chiesa Santo Spirito in SassiaVia dei Penitenzieri 12 00193 Roma

    CCP: 16311003 intestato aChiesa Santo Spirito in SassiaSantuario della Divina Misericordia

    IBAN: IT-50-B-07601-03200-000016311003

    Direttore: Mons. Jozef Bart

    Gruppo redazionale: Congregazionedelle Suore della Beata VergineMaria della Misericordia, Anna Can-toro, Alessandro Ortenzi, Don Vin-cenzo Mercante

    3 - 5Omelia di S.E. Card.Agostino VALLINI

    6 - 9MisericordiaeVultus

    10 - 11Domenica dellaDivina MisericordiaREGINACOELI

    12 - 14Il dono dellIntelletto

    www.divinamisericordia.itwww.faustyna.pl

    15 - 18Omelia di S. E. Mons.Krzysztof Jzef Nykiel

    Foto in copertinaS. E. Card. Domique MAMBERTI, Cardinale Titolaredella Chiesa di Santo Spirito in Sassia mentre ricevela berretta cardinalizia dal Santo Padre.

    Le foto della Domenica della Divina Misericordia sonostate scattate da Nuova Romana Immagini S.r.l.

  • Omelia di sua Eminenza il Card. Agostino Vallini Domenica della Divina MisericordiaS. Spirito in Sassia - 12 aprile 2015

    la moltitudine di coloro che erano diventati credenti, aveva un cuore solo e unanima sola

    Cari fratelli e sorelle,Canter in eterno la mi-sericordia del Signorelabbiamo cantata nel salmo re-sponsoriale con una melodiache ci mette un po di fremito, diemozione.Canter in eterno la misericor-dia del Signore, ma che cosavuol dire nella vita di tutti i giornicantare la misericordia di Dio?Viviamo i giorni della Pasqua ela Chiesa in questi giorni, tutti igiorni, ci fa meditare, rifletteresulla esperienza difficile dei di-scepoli che incontrano GesRisorto. Questi uomini veni-vano da una vicenda dura.Erano stati con il Signore eavevano visto segni prodigiosi,i miracoli, per poi alla fine erain croce, anzi qualcuno dice:noi speravamo, per tutto fi-nito. un po quello che capita nellavita nostra quando speriamo,facciamo progetti, ci auguriamoil bene, poi succede un fattoche ci mette a terra. Ecco noidobbiamo accostarci al misterodella morte ed della resurre-zione di Ges, direi, con questoatteggiamento umile di cerca-tori di qualcosa che non facileaccettare: di Cristo Risorto.Perch non lo si accetta con laragione, non lo si pu accet-tare, lo si accetta per fede, per

    una fede, se vo-gliamo, ragionata.Perch il Figlio di Dionon poteva rimaneremorto n poteva re-stare soltanto la ria-nimazione di uncadavere, che co-munque, dopo,avrebbe trovato lafine. Era qualcosa dinuovo, di assoluta-mente nuovo, po-tremmo dire unasorta di nuova crea-zione dellumanit,perch il Figlio diDio, il Verbo eternoche aveva assunto lanatura umana erauna sola persona, eduna sola personaquella del Figlio diDio che doveva e perquesto aveva accet-tato e vissuto ed ac-colto lesperienza deldolore e della morte,lo aveva fatto perdare un volto nuovo,unumanit, un modonuovo di viverelumanit. Se allori-gine della creazioneDio aveva fattoluomo, i nostri pro-genitori giusti, e conla caduta del pec-

    Domenica della Divina Misericordia - Omelia S.E. Card. VKLLINI

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  • 4cato si erano allontanati da Dio,la morte e la resurrezione delSignore ricostruisce lumanitredenta nella dimensione dellapossibilit di essere anche noieterni come il Figlio di Dio.Questo facile dirlo, io lo dico,voi lo dite, ma il viverlo, il mi-surarsi con lesperienza difficiledella terra che ti tira gi, conti-nuamente gi, nelle cose che sivedono, che si toccano, che sisperimentano, che si deside-rano, ed difficile, ma non im-possibile poter sperimentare lanovit della vita di Cristo Risortoin noi. Questa la vera miseri-cordia di Dio. Vorrei farvi ungrande augurio, particolarmentenegli anni del Giubileo, che voipossiate pian piano scoprire laparola misericordia nella Bibbia.La parola misericordia nelsenso letterale significa senomaterno, viscere materne con illinguaggio semitico, cio uncuore che genera vita; applicatoal Signore lo troviamo costante-mente in tutta la Bibbia, fin dal-lorigine, e poi nellEsodo, nei

    Profeti e poi nellesperienzadella Incarnazione, in Ges che il punto pi alto della rivela-zione della misericordia, di que-sto amore che rigenera, chesantifica, che trasforma la vita,che la rende eterna e ci fa par-tecipandolo a noi. Il sacramentodel Battesimo vissuto nella fedeopera questa misteriosa trasfor-mazione del cuore, quello cheEzechiele chiamava il cuore dipietra che per la forza dello Spi-rito Santo diventa un cuore dicarne. Ecco perch Tommaso nel Van-gelo di questa seconda dome-nica di Pasqua, che ritroviamoogni anno, faceva fatica ad ac-cettare Ges Risorto; glielo di-cono: guarda che vivo, loabbiamo visto, devo metterele mani, e poi si rende contoche invece era vero, che Gesera vivo. Ecco questo vuol direche se noi crediamo, comespero tutti noi, in maniera sin-cera, umile, forse talvolta ancheun po tempestosa, soggetta aldubbio - non scoraggiamoci di

    questo - per il cuore della fede qui, che il Signore ci amatanto, fino in fondo da donare lavita per trasformare la nostra. Ein che cosa. Dov la misericor-dia di Dio che ci giunge in GesCrocefisso e Risorto che noidobbiamo assimilare, vivere,trasmettere, comunicare. Mi piace sostare un momentosu questa prima lettura di oggitratta dal Libro degli Atti degliApostoli non so se voi lo aveteletto mai, vi do questo consiglio:se avete una bibbia, il vangelo,subito dopo il quarto vangelo diSan Giovanni, c questo li-bretto scritto da San Luca gli attidegli apostoli, potremmo direche il diario dei primi giornicome vivevano i primi cristiani,c lesperienza di Pietro, deglialtri apostoli, la conversione diPaolo, il suo cammino di fede,fa bene davvero, leggetelo - eb-bene nel capitolo secondo SanLuca dice un po come vivevanoi primi cristiani, quelli per i qualila resurrezione di Ges era unacosa importante perch la vita

    Domenica della Divina Misericordia - Omelia S.E. Card. VKLLINI

  • veramente lavevano cambiata,e dice cos: la moltitudine dicoloro che erano diventati cre-denti, aveva un cuore solo eunanima sola e nessuno consi-derava sua propriet quello chegli apparteneva, ma tutto era incomune. Un momento primadice cos: e tutti i fratelli ascol-tavano gli insegnamenti degliApostoli, la parola di Dio, parte-cipavano alla frazione del pane,lEucarestia, mettevano in co-mune quello che avevano, go-devano della stima di tutto ilpopolo.Questa la misericordia incar-nata in noi. Noi la riceviamo dalSignore, ma a nostra volta in uncammino di libert, di espe-rienza serena, di voglia di rea-lizzarsi in modo compiuto,questo deve diventare vita quo-tidiana. Allora, se permettete,noi abbiamo bisogno di tra-durre, di far diventare misericor-dia, stile di misericordia, ilnostro vivere quotidiano, le re-lazioni nelle nostre famiglia, neinostri ambienti di lavoro, nellavita della citt. Ma a voi piace lavita nella vostra citt, la vita diRoma, vi piace? Vi d serenit,vi mette allegria oppure: madove andiamo! Ci fiducia tra lepersone, c speranza che unaparola detta sia una parolamantenuta. A me pare che au-mentino le porte blindate e le in-ferriate ai balconi e alle finestre.Non parliamo della corruzione,non parliamo della violenza,basta un errore ad un semaforoe subito ci si d del tu con tantiappellativi successivi. Il sistemadelle relazioni, anche il rapportonellambito dei palazzi dove sivive, negli ambienti di lavoro,che cos questa vita.Fratelli e sorelle, siamo qui percantare la misericordia di Dio,ma non perch il Signore le hafatte, ma a me questo che signi-

    fica, oggi, nella mia vita perso-nale, familiare, di lavoro, di cit-tadino, nella realt sociale dellamia citt, del mio quartiere,posso cantare la misericordia diDio? Perch avendo rinnovatola mia vita io cerco, natural-mente non la impongo nonposso, tante volte devo solo sof-frire perch non la vedo realiz-zata, per io, io persona, checosa faccio. Cosa faccio dellemie cose, dei miei sentimenti,cosa faccio per superare le ten-tazioni, erano un cuore solo eunanima sola, mettevano lecose in comune, saiutavano.Nel mio esercizio di ministeroquotidiano molto spesso ho ache fare con gente che per diffi-colt economica, sappiamotutti, si trova in mezzo ad unastrada, per una casa per laquale si pagava il mutuo ed an-cora non si finito, arriva la di-soccupazione e si corre ilrischio di perdere il bene dellacasa. Quanta disperazione!Possibile che in una civilt cheda duemila anni canta la mise-ricordia del Signore, non si putrovare una qualche strada percui luomo in difficolt ma one-sto, non limbroglione, perchallimbroglione bisogna dire nonsi imbroglia, non giusto, la giu-stizia va affermata, ma chi indifficolt possa trovare unamano, un sostegno, la com-prensione, e cos via. Penso almondo degli affetti nella vitamatrimoniale al desiderio diaprire strade ai nostri ragazzi, ainostri giovani. Fratelli qui siamotutti cristiani, tutti battezzati, epoi in pratica? La misericordiadel Signore ci chiama ad altro.Ieri sera in San Pietro il santopadre ha consegnato anche ame la bolla di indizione del giu-bileo, il papa poi ci ha detto du-rante la celebrazione del vesproperch il giubileo adesso e un

    giubileo della misericordia e hadato lui la risposta, perch maicome oggi c bisogno in questomondo di vedere i segni dellapresenza e della solidariet diDio; come si vedranno questisegni? Attraverso di noi, di mesacerdote, vescovo, di voi geni-tori, professionisti, lavoratori,cittadini. Il volto della citt diRoma sar diverso dopo questogiubileo? O avremo accolto ipellegrini forse sollevando unpo le sorti di tanti esercizi com-merciali in crisi, di tanti alberghiche accoglieranno, e poi? Sarcome prima? Ecco la grandedomanda. Allora il nostro pelle-grinaggio stamattina in questosantuario della Divina Misericor-dia! Quando noi cantiamoGes confido in te noi dob-biamo dire questo: fa che iocambi il mio cuore, che io pongaveramente il Signore Risortonellorizzonte di una vita chenon finisce anche dopo lamorte, come la grande luce chemi guida tutti i giorni in tutte lecose, cominciando da casa miae poi dove lavoro, dove incontrole persone, con una rettitudineonest insieme ad un senso dibenevolenza, di misericordia,cio proprio di misericordia. Ri-scopriamo allora in questo giu-bileo, sar uno degli impegniche anche come Chiesa diRoma prenderemo, la grazia delperdono del Signore nel sacra-mento della confessione, risco-priamo la gioia di sentirsileggeri, in pace, di poter direalle persone con le quali ab-biamo delle difficolt stringia-moci la mano, superiamo lecontese. Questo il giubileo,ma questa la Pasqua del Si-gnore, questa la fede. Che siadavvero questo il cammino daoggi in avanti. Cos sia.

    Domenica della Divina Misericordia - Omelia S.E. Card. VKLLINI

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  • 6FRANCESCO. VE-SCOVO DI ROMA ,SERVO DEI SERVI DIDIO A QUANTI LEGGE-RANNO QUESTA LETTERAGRAZIA, MISERICORDIA EPACE

    1. Ges Cristo il volto dellamisericordia del Padre. Il mi-stero della fede cristiana sem-bra trovare in questa parola lasua sintesi. Essa divenutaviva, visibile e ha raggiunto ilsuo culmine in Ges di Naza-reth. Il Padre, ricco di miseri-cordia (Ef 2,4), dopo averrivelato il suo nome a Moscome Dio misericordioso epietoso, lento all'ira e ricco diamore e di fedelt (Es 34,6),non ha cessato di far conoscerein vari modi e in tanti momentidella storia la sua natura divina.Nella pienezza del tempo(Gal 4,4), quando tutto era di-sposto secondo il suo piano disalvezza, Egli mand suo Figlionato dalla Vergine Maria per ri-velare a noi in modo definitivo ilsuo amore. Chi vede Lui vede ilPadre (cfr Gv 14,9). Ges diNazareth con la sua parola, coni suoi gesti e con tutta la suapersona[1] rivela la misericordiadi Dio.

    Misericordiae Vultus

    Misericordiae Vultus

    BOLLA DI INDIZIONEDEL GIUBILEO STRAORDINARIO

    DELLA MISERICORDIA

  • 2. Abbiamo sempre bisogno dicontemplare il mistero della mi-sericordia. fonte di gioia, diserenit e di pace. condizionedella nostra salvezza. Misericor-dia: la parola che rivela il mi-stero della SS. Trinit.Misericordia: latto ultimo e su-premo con il quale Dio ci vieneincontro. Misericordia: lalegge fondamentale che abitanel cuore di ogni personaquando guarda con occhi sin-ceri il fratello che incontra nelcammino della vita. Misericor-dia: la via che unisce Dio eluomo, perch apre il cuore allasperanza di essere amati persempre nonostante il limite delnostro peccato.

    3. Ci sono momenti nei quali inmodo ancora pi forte siamochiamati a tenere fisso losguardo sulla misericordia perdiventare noi stessi segno effi-cace dellagire del Padre. perquesto che ho indetto un Giubi-leo Straordinario della Miseri-cordia come tempo favorevoleper la Chiesa, perch renda pi

    forte ed efficace la testimo-nianza dei credenti.

    LAnno Santo si aprir l8 dicem-bre 2015, solennit dellImma-colata Concezione. Questafesta liturgica indica il mododellagire di Dio fin dai primordidella nostra storia. Dopo il pec-cato di Adamo ed Eva, Dio nonha voluto lasciare lumanit solae in balia del male. Per questoha pensato e voluto Maria santae immacolata nellamore (cfr Ef1,4), perch diventasse laMadre del Redentore delluomo.Dinanzi alla gravit del peccato,Dio risponde con la pienezzadel perdono. La misericordiasar sempre pi grande di ognipeccato, e nessuno pu porreun limite allamore di Dio cheperdona. Nella festa dellImma-colata Concezione avr la gioiadi aprire la Porta Santa. Sar inquesta occasione una Portadella Misericordia, dove chiun-que entrer potr sperimentarelamore di Dio che consola, cheperdona e dona speranza.

    La domenica successiva, laTerza di Avvento, si aprir laPorta Santa nella Cattedrale diRoma, la Basilica di San Gio-vanni in Laterano. Successiva-mente, si aprir la Porta Santanelle altre Basiliche Papali.Nella stessa domenica stabili-sco che in ogni Chiesa partico-lare, nella Cattedrale che laChiesa Madre per tutti i fedeli,oppure nella Concattedrale o inuna chiesa di speciale signifi-cato, si apra per tutto lAnnoSanto una uguale Porta dellaMisericordia. A scelta dellOrdi-nario, essa potr essere apertaanche nei Santuari, mete di tantipellegrini, che in questi luoghisacri spesso sono toccati nelcuore dalla grazia e trovano lavia della conversione. OgniChiesa particolare, quindi, sardirettamente coinvolta a viverequesto Anno Santo come unmomento straordinario di graziae di rinnovamento spirituale. IlGiubileo, pertanto, sar cele-brato a Roma cos come nelleChiese particolari quale segnovisibile della comunione di tutta

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  • 8la Chiesa.

    4. Ho scelto la data dell8 di-cembre perch carica di signi-ficato per la storia recente dellaChiesa. Aprir infatti la PortaSanta nel cinquantesimo anni-versario della conclusione delConcilio Ecumenico Vaticano II.La Chiesasente il bisognodi mantenerevivo quel-levento. Per leiiniziava unnuovo percorsodella sua storia.I Padri radunatinel Concilioavevano perce-pito forte, comeun vero soffiodello Spirito,lesigenza diparlare di Dioagli uomini delloro tempo inun modo picomprensibile.Abbattute lemuraglie cheper troppotempo avevanorinchiuso laChiesa in unacittadella privi-legiata, eragiunto il tempodi annunciare ilVangelo inmodo nuovo.Una nuovatappa del-levangelizza-zione di sempre. Un nuovoimpegno per tutti i cristiani pertestimoniare con pi entusia-smo e convinzione la loro fede.La Chiesa sentiva la responsa-bilit di essere nel mondo ilsegno vivo dellamore delPadre.

    Tornano alla mente le parole ca-riche di significato che san Gio-vanni XXIII pronunciallapertura del Concilio per in-dicare il sentiero da seguire:Ora la Sposa di Cristo preferi-sce usare la medicina della mi-sericordia invece di imbracciarele armi del rigore La Chiesa

    Cattolica, mentre con questoConcilio Ecumenico innalza lafiaccola della verit cattolica,vuole mostrarsi madre amore-volissima di tutti, benigna, pa-ziente, mossa da misericordia eda bont verso i figli da lei se-parati [2]. Sullo stesso oriz-zonte, si poneva anche il beato

    Paolo VI, che si esprimeva cosa conclusione del Concilio: Vo-gliamo piuttosto notare come lareligione del nostro Concilio siastata principalmente la carit Lantica storia del Samaritano stata il paradigma della spiritua-lit del Concilio Una correntedi affetto e di ammirazione si

    riversata dalConcilio sulmondo umanomoderno. Ri-provati gli er-rori, s; perchci esige la ca-rit, non menoche la verit;ma per le per-sone solo ri-c h i a m o ,rispetto edamore. Invecedi deprimentidiagnosi, inco-raggianti ri-medi; invece difunesti presagi,messaggi di fi-ducia sono par-titi dal Concilioverso il mondocontempora-neo: i suoi va-lori sono statinon solo rispet-tati, ma onorati,i suoi sforzi so-stenuti, le sueaspirazioni pu-rificate e bene-dette Unaltra cosadovremo rile-

    vare: tutta questa ricchezza dot-trinale rivolta in ununicadirezione: servire luomo.Luomo, diciamo, in ogni suacondizione, in ogni sua infer-mit, in ogni sua necessit [3].

    Con questi sentimenti di gratitu-dine per quanto la Chiesa ha ri-

    Misericordiae Vultus

  • cevuto e di responsabilit per ilcompito che ci attende, attraver-seremo la Porta Santa conpiena fiducia di essere accom-pagnati dalla forza del SignoreRisorto che continua a soste-nere il nostro pellegrinaggio. LoSpirito Santo che conduce ipassi dei credenti per cooperareallopera di salvezza operata daCristo, sia guida e sostegno delPopolo di Dio per aiutarlo a con-templare il volto della misericor-dia [4].

    5. LAnno giubilare si conclu-der nella solennit liturgica diG e s C r i s t oSignoredelluni-verso, il20 no-vembre2016. Inq u e lg iorno,c h i u -d e n d ola PortaS a n t aavremoa n z i -t u t t os e n t i -menti digratitudine e di ringraziamentoverso la SS. Trinit per averciconcesso questo tempo straor-dinario di grazia. Affideremo lavita della Chiesa, lumanit in-tera e il cosmo immenso alla Si-gnoria di Cristo, perch effondala sua misericordia come la ru-giada del mattino per una fe-conda storia da costruire conlimpegno di tutti nel prossimofuturo. Come desidero che glianni a venire siano intrisi di mi-sericordia per andare incontroad ogni persona portando labont e la tenerezza di Dio! Atutti, credenti e lontani, possa

    giungere il balsamo della mise-ricordia come segno del Regnodi Dio gi presente in mezzo anoi.

    6. proprio di Dio usare mise-ricordia e specialmente in que-sto si manifesta la suaonnipotenza [5]. Le parole disan Tommaso dAquino mo-strano quanto la misericordia di-vina non sia affatto un segno didebolezza, ma piuttosto la qua-lit dellonnipotenza di Dio. per questo che la liturgia, in unadelle collette pi antiche, fa pre-gare dicendo: O Dio che riveli

    la tua onnipotenza soprattuttocon la misericordia e il per-dono [6]. Dio sar per semprenella storia dellumanit comeColui che presente, vicino,provvidente, santo e misericor-dioso.

    Paziente e misericordioso ilbinomio che ricorre spessonellAntico Testamento per de-scrivere la natura di Dio. Il suoessere misericordioso trova ri-scontro concreto in tante azionidella storia della salvezza dovela sua bont prevale sulla puni-zione e la distruzione. I Salmi, in

    modo particolare, fanno emer-gere questa grandezza del-lagire divino: Egli perdonatutte le tue colpe, guarisce tuttele tue infermit, salva dallafossa la tua vita, ti circonda dibont e misericordia (103,3-4).In modo ancora pi esplicito, unaltro Salmo attesta i segni con-creti della misericordia: Il Si-gnore libera i prigionieri, ilSignore ridona la vista ai ciechi,il Signore rialza chi caduto, ilSignore ama i giusti, il Signoreprotegge i forestieri, egli so-stiene lorfano e la vedova, masconvolge le vie dei malvagi

    (146,7-9). E dau l t i m o ,e c c oa l t r eespres-sioni delS a l m i -sta: [IlSignore]risana icuori af-franti efascia leloro fe-rite. IlSignoresostienei poveri,

    ma abbassa fino a terra i mal-vagi (147,3.6). Insomma, lamisericordia di Dio non unidea astratta, ma una realtconcreta con cui Egli rivela ilsuo amore come quello di unpadre e di una madre che sicommuovono fino dal profondodelle viscere per il proprio figlio. veramente il caso di dire che un amore viscerale. Pro-viene dallintimo come un senti-mento profondo, naturale, fattodi tenerezza e di compassione,di indulgenza e di perdono.

    Misericordiae Vultus

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    Cari fratelli e sorelle, buon-giorno! Oggi lottavogiorno dopo la Pasqua, eil Vangelo di Giovanni ci docu-menta le due apparizioni diGes Risorto agli Apostoli riunitinel Cenacolo: quella della seradi Pasqua, assente Tommaso, equella dopo otto giorni, presenteTommaso. La prima volta, il Si-gnore mostr le ferite del suocorpo ai discepoli, fece il segnodi soffiare su di loro e disse:Come il Padre ha mandatome, anche io mando voi (Gv20,21). Trasmette ad essi la suastessa missione, con la forzadello Spirito Santo.

    Ma quella sera mancava Tom-maso, il quale non volle crederealla testimonianza degli altri.Se non vedo e non tocco le suepiaghe disse , io non credo(cfr Gv 20,25). Otto giorni dopo cio proprio come oggi Ges ritorna a presentarsi inmezzo ai suoi e si rivolge subitoa Tommaso, invitandolo a toc-care le ferite delle sue mani edel suo fianco. Viene incontroalla sua incredulit, perch, at-traverso i segni della passione,possa raggiungere la pienezzadella fede pasquale, cio la fedenella risurrezione di Ges.

    Tommaso uno che non si ac-contenta e cerca, intende verifi-

    Domenica della Divina Misericordia - Fegina Coeli con hapa Arancesco

    Regna Coeli con Papa FrancescoPiazza San Pietro

    II Domenica di Pasqua (o della Divina Misericordia)12 aprile 2015

  • care di persona, compiere unapropria esperienza personale.Dopo le iniziali resistenze e in-quietudini, alla fine arriva anchelui a credere, pur avanzandocon fatica, ma arriva alla fede.Ges lo attende pazientementee si offre alle difficolt e alle in-sicurezze dellultimo arrivato. IlSignore proclama beati quelliche credono senza vedere (cfrv. 29) e la prima di questi Maria sua Madre , per vieneincontro anche allesigenza deldiscepolo incredulo: Metti qui iltuo dito e guarda le mie mani (v. 27). Al contatto salvificocon le piaghe del Risorto, Tom-maso manifesta le proprie ferite,le proprie piaghe, le proprie la-cerazioni, la propria umiliazione;nel segno dei chiodi trova laprova decisiva che era amato,che era atteso, che era capito.Si trova di fronte un Messiapieno di dolcezza, di misericor-dia, di tenerezza. Era quello ilSignore che cercava, lui, nelleprofondit segrete del proprioessere, perch aveva sempresaputo che era cos. E quanti dinoi cerchiamo nel profondo delcuore di incontrare Ges, cos

    come : dolce, misericordioso,tenero! Perch noi sappiamo,nel profondo, che Lui cos. Ri-trovato il contatto personale conlamabilit e la misericordiosapazienza del Cristo, Tommasocomprende il significato pro-fondo della sua Risurrezione e,intimamente trasformato, di-chiara la sua fede piena e totalein Lui esclamando: Mio Si-gnore e mio Dio! (v. 28). Bella,bella espressione, questa diTommaso!

    Egli ha potuto toccare il Mi-stero pasquale che manifestapienamente lamore salvifico diDio, ricco di misericordia (cfr Ef2,4). E come Tommaso anchetutti noi: in questa seconda Do-menica di Pasqua siamo invitatia contemplare nelle piaghe delRisorto la Divina Misericordia,che supera ogni umano limite erisplende sulloscurit del malee del peccato. Un tempo in-tenso e prolungato per acco-gliere le immense ricchezzedellamore misericordioso di Diosar il prossimo Giubileo Stra-ordinario della Misericordia, lacui Bolla di indizione ho promul-

    gato ieri sera qui, nella Basilicadi San Pietro. Quella Bolla inco-mincia con le parole Misericor-diae Vultus: il Volto dellaMisericordia Ges Cristo. Te-niamo lo sguardo rivolto a Lui,che sempre ci cerca, ci aspetta,ci perdona; tanto misericor-dioso, non si spaventa delle no-stre miserie. Nelle sue piaghe ciguarisce e perdona tutti i nostripeccati. E la Vergine Madre ciaiuti ad essere misericordiosicon gli altri come Ges lo connoi.

    Dopo il Regina Coeli:Cari fratelli e sorelle,rivolgo un cordiale saluto avoi fedeli di Roma e a voi ve-nuti da tante parti del mondo.() Saluto i pellegrini chehanno partecipato alla SantaMessa presieduta dal Cardi-nale Vicario di Roma nellachiesa di Santo Spirito inSassia, centro di devozionealla Divina Misericordia.()A tutti voi auguro una buona do-menica. Buon pranzo e arrive-derci!

    Domenica della Divina Misericordia - Fegina Coeli con hapa Arancesco

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    il terzo dono secondolelenco di Isaia, al capi-tolo 11, ma ne parlaanche nel capitolo 9 quando de-lineando la figura del Messia,attribuisce, primo di quattro, il ti-tolo di consigliere mirabile alBambino che na-scer. il nucleo del di-scorso profetico: ingenere chi ha re-sponsabilit si cir-conda diconsiglieri, il capoprender le oppor-tune decisioni sen-titi i pareri e la suagrandezza sarvalutabile ancheper la valenza dichi gli intorno.Ma del MessiaIsaia dice che Luistesso consi-gliere, Lui consi-gliere di Dio, Lui consigliere di sstesso: attributoimportante che ciconferma che Lui,Ges, sa cosa faree come fare. il nucleo del discorso rivolto anoi stessi, perch il consiglionon si rivolge solo allesternoma, ed pi importante, rivoltoa noi stessi, cio sapersi consi-gliare. Questa relazione inte-

    riore ci porta al cuore di Ges,alla sua coscienza, alla sua ca-pacit di fare di s una sintesiperfetta con la volont delPadre, di creare una sintoniaperfetta.La parabola che ci supporta nel

    parlare di questo dono la pa-rabola del granello si senapa; cortissima, ma in essa Ges cida unindicazione perfetta dicome il Maestro si muove: daun solo seme minuscolo

    nasce una grande pianta sullaquale si fermano gli uccelli. Non dunque dalla quantit che siparte ma dalla qualit che sepure si contiene in una dimen-sione minima, tuttavia ricca enon se ne perde nulla. il con-

    cetto dellessen-zialit, del sapervedere le cose,non solo guardarle qui ci ferma al-lesterno perchla volont di Dio nel granello, neldettaglio e noi, es-seri umani, siamoframmenti, picco-lezza, transitoriete, direi, nascondi-mento. Dio cimette in gioco,siamo e rimaniamoin Lui e per Lui lanostra piccolezzanon senza va-lore, ma lo siamodi fronte al mondoche ha criteri di va-lutazione ben di-versi al punto danon amare sstesso ed giusto

    affermare che chi ama il mondonon ama Dio.

    Cateckesi i Doni dello Spirito Santo - Il Consiglio

    Il dono del Consiglio

    Catechesi del 19 Dicembre 2014 in Santo Spirito in Sassiaa cura di don Marco Simbola

    ciclo di catechesi sui sette doni dello Spirito Santo

  • Ma nel mondo cil cuore di Ges.

    Il granello diventa arbusto,enorme rispetto al semino.Ges lo definisce albero. In na-tura un arbusto non un albero,ci sono leggi ferree, ma quiGes non cerca levento natu-rale, bens quello che discendedalla Grazia. La fede ci porta inalto, ci tuffa nel mistero di Dio, un salto nel mondo di Dio in cuila nostra crescita spontanea,in cui vivo il desiderio di pro-iettarci in Dio; per mezzo diessa assurgiamo ad una dimen-sione che da soli non avremmo,ci facciamo grandi, infinita-mente pi di quanto non siamo:ecco larbusto che si fa albero.Ci avviene nella Grazia. Nondobbiamo dimenticare tutto ciperch ci fa comprendere comeGes ci vede con uno sguardo

    che los g u a r d ostesso diDio. Lafede farei conti conil pensierodi Dio come Dioci pensa non con ilpens ie roumano: ivostri pen-sieri sono imiei pen-sieri, le vo-stre viesono lemie vie. l a rbus toche crescem e t t e n -dosi in re-l a z i o n etotale conDio.Nella pa-r a b o l a

    Ges dice che gli uccelli nidifi-cano tra i suoi rami. Riprendelimmagine che i profeti Eze-chiele e Daniele a mo di rimpro-vero rivolgono ai potenti: sietegrandi come un cedri e gli uc-celli fanno il nido in voi. I profetirimproverano la superbia diquesti potenti: i rami rappresen-tano la loro potenza e gli uccellile nazioni del mondo che sifanno vassalle. Ma gli uccellinellantichit non erano consi-derati sempre simboli benevoli,al contrario, poich essi si nu-trono di ci che cade in terra equindi anche di immondizia e diputredine; quando volano instormi, in circolo, c il segnodella morte per una lotta ap-pena conclusa, cos leggevanoil volo. Quindi dallinfinitamentealto alla bassezza della terra.Nella parabola nulla di tutto ci.

    Ges vuole parlare di pacifica-zione umana, di sconfitta dellamorte. Come? Ebbene secondoGes gli uccelli non si posanosu un albero potente ma su unapianta nata da un semino, natada noi, dalla nostra piccolezza;possiamo essere portatori dipace, nella nostra nullit diseme minuscolo ci mettiamo ingioco. Eppure troppo spesso cirassicuriamo dicendoci e facen-dolo presente al Signore: Si-gnore io mi comporto bene, mail mondo continua a fare ilmale. Come si pone Dio difronte a questa constatazioneche ha per oggetto la negativitdel mondo? Qui interviene loSpirito Santo con il dono delConsiglio. Bisogna rifuggire dalpensare e dal dire: a che serveil mio comportamento buono? edal convincercene. Certo sa-rebbe desiderio delluomo chetutto funzionasse, ma il mondodella Grazia non il mondo delfunzionante ma il mondo delDio c.Il consiglio che ciascuno devedare a s stesso proprio di ri-fuggire da questo comporta-mento di servit negativa. Ilgiusto colui che mantieneunito il mondo a Dio. Ci sarannotragedie ma ci sar sempre lacoesione a Dio per salvare ilmondo. Non sono sotto il nostrocontrollo le cose terrestri, ma senoi ci facciamo strumenti dellaSua presenza, allora Dio inter-verr a suo modo. Ci chiedecome prima cosa se lo abbiamoamato, poi eventualmente ilresto. Ecco quindi che il consi-glio rifuggire dalla condizionenegativa del a che serve!. Senoi siamo servitori di Dio, nonponiamoci il problema di cosaservire, mettiamoci al servizio emanteniamo la comunione delmondo con Dio. Esiste un puntodi connessione: la Croce. l

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    che mi unisco totalmente a Dio, l ce come una spina multiplaposso connetterla al mondo.Ma le cose sembrano soggia-cere allesteriorit e non que-sto ci che conta, soltanto sesiamo con-crocefissi con Gesdiamo valore alla nostra esi-stenza e la Resurrezione non il funzionamento del mondobens il compimento della no-stra trasformazione in Cristo,San Paolo scrive che Ges nonha fatto funzionare il mondo, loha consegnato a Dio. Ecco per-ch ripetere molto spesso lin-vocazione di Santa FaustinaSangue e Acqua che scaturiscidal Cuore di Ges come sor-gente di Salvezza per noi, ioconfido in Te, c tutto: laCroce, la Grazia e noi che attin-giamo da questa fonte. Il consi-glio sfuggire alla tentazionenegativizzante di dire a cheserve.

    La salvezza del mondo siconcentra nella mia piccolacoerenza, e rivolgiamoci spessoa Maria, Madre del Buon consi-glio, che preghi per noi, che fac-cia che raggiungiamo quellaserena capacit di rapportarci aDio e di guardare il mondo conaltri occhi. Se ci facciamo pren-dere dalla tentazione dello ache serve, siamo presi dai gio-chi del mondo, dallefficienza,dalla fama, dalla produzione,

    dallapparenza, da un attivismodi cui spesso diciamo mi arric-chisce. Ebbene, mi devo nonarricchire, ma impoverire agli

    occhi di Dio, devo sentire la miapiccolezza, fragilit, altrimenticominciamo a fidarci delle pre-rogative nostre e degli altri; tuttobello, ma i doni di Dio affidati anoi diventano poi altra cosa ri-spetto a ci per cui Dio li ha af-fidati a noi e ce li ha donati.

    Madre del Buon Consiglio,prega per noi, dacci la luciditvera, rendici liberi da noi stessi,facci essere nel mondo ma nondel mondo, come dice Ges.Non dobbiamo fuggire e questa la grande sfida.

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  • Omelia di S. E. Mons. rzysztof zef NyJiel

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    Domenica della Divina MisericordiaOmelia di S. E. Mons. Krzysztof Jzef Nykiel

    Reggente Penitenzieria Apostolica12 Aprile 2015 ore 18.30

    Dio ricco di misericordia ci dice: beati voi, che pur non avendo visto avete creduto.

    Sia lodato Ges Cristo! Ca-rissimo monsignor Giu-seppe, rettore e custodedi questo meraviglioso santua-rio della Divina Misericordia, vo-luto fortemente, come hai detto,da San Giovanni Paolo II per-

    ch da questo luogo santogiunga e si espanda il messag-gio che la Chiesa, oggi pi chemai, vuole ricordare al mondointero che Dio ricco nella suamisericordia. Ringraziamo

    quindi a te, zelante pastore, in-trepido apostolo del messaggiodella Divina Misericordia daormai un ventennio; saluto glialtri cari sacerdoti concele-branti, saluto in modo affettuosole suore, le suore di santa Fau-

    stina Kowalska, apostola dellaDivina Misericordia, che quoti-dianamente nel silenzio, consorriso e con umilt, fanno ca-pire che Dio tenerezza, im-menso amore.

    Non so da quante parrocchie,da quali realt, da quali statisiete venuti, ma ci che so chepossiamo constatare con mano, che ci sentiamo tutti figli e fi-glie dello stesso Padre, delPadre che ci ama e ci incorag-

    gia, come ha voluto sottolineareieri papa Francesco rifacendosialle parole profetiche di SanGiovanni Paolo II quando allini-zio del suo pontificato invitavagli uomini della terra di non

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    Omelia di S. E. Mons. rzysztof zef NyJiel

    avere paura ad aprire a Cristole porte dei loro cuori e deglistati e dei sistemi economici epolitici, lEuropa e il mondo. cambiato ma deve ancora cam-biare, deve cambiare perchDio si manifesti pienamentenella sua misericordia. E papaFrancesco, ieri sera, diceva diaprire le porte alla misericordiache il messaggio centrale edessenziale del vangelo, di nonavere paura di bussare, di im-plorare il perdono di Dio che Dionon ce lo nega mai, non sistanca mai a dirci: guarda, carofratello e sorella, Io sono venutoqua su questa terra, ho assuntola tua natura umana sono an-dato sulla croce, sono risorto,perch vinca lamore sullodio,perch vinca la verit sullamenzogna, perch vinca la mi-sericordia. Perch tu capiscache sei pi importante per me eche la Chiesa che madre emaestra capisca che ogni uomo la via della Chiesa.

    Questo santuario, questa anticachiesa, pur bellissima, con isuoi ornamenti, che cosa sa-rebbe senza i vostri cuori, pienidi pace, ma anche di dolore, ditante preoccupazioni, di tantesituazioni, anche di qualchedubbio: ma Dio mi perdoner?Dio si ricorder di me? Dio ca-pir la mia situazione? Se seivenuto qua, vuol dire che haiuna fede pi grande di quellache ha manifestato Tommaso,perch Tommaso non ha volutocredere alle parole dei discepoliche erano i suoi pi cari amici,testimoni come lui, scelti daGes. Ci voleva un altro incon-tro perch capisse, perch di-cesse Dio mio e Signore mio.Noi oggi possiamo sentire esentirci abbracciati dalla divinaMisericordia, da Dio ricco di mi-sericordia che ci dice: beato te,beati voi, che pur non avendovisto avete creduto. Oggi noisiamo venuti per sperimentareper lennesima volta nella no-

    stra vita la bont, la tenerezza,la misericordia di Dio. Quandofacevo lincenso davanti a que-sta icona di Ges misericor-dioso, sentivo profondamenteaddosso questo sguardo, hopregato Signore dammi la gra-zia di comunicare con le parolesemplici a coloro che sono ve-nuti qua, che hanno attraver-sato anche migliaia dichilometri, di comunicare que-sto messaggio che Dio vera-mente pronto, e non solamentepronto a perdonarci ma cicerca.Oggi noi qua siamo venuti, manon sentiamoci troppo orgo-gliosi per non peccare di con-fessare di superbia che siamoancora pi bravi di quelli chenon sono venuti che ancora nonsentono questo desiderio pro-fondo di apertura del cuore aquesti raggi misericordiosi. Sequalcheduno non venuto per-ch non ha voluto o non ha po-tuto, per noi diventa un impegno

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    di coscienza di fargli attraversola nostra vita, attraverso la no-stra preghiera attraversolesempio del quotidiano di farglicapire che la misericordia ri-servata anche a lui. Se noi siamo oggi qua perch ilSignore ci ha preso per mano,ci ha guidato, potevamo esserecarcerati, in esilio, malati, al ca-pezzale di un letto, ma lui ci havoluto qua per darci un impe-gno, per darci una chiamata didiventare sempre di pi nel no-stro quotidiano apostoli, missio-nari della Divina Misericordia Penso, allora, a papa France-sco, quando nel periodo quare-simale dellanno santo, invierin tutto il mondo i missionari per-ch parlino, perch annuncino etestimonino che Dio ricconella sua misericordia, che nonesiste un peccato che nonpossa essere perdonato, natu-ralmente previa contritio cordis,previa mea culpa. La Divina Mi-sericordia pi ricca di ogni no-

    stra debolezza, di ogni nostrafragilit umana e non pensiamo,perch a volte nella nostramente nel nostro cuore pos-sono nascere questi sentimenti:ma mi confesso, mi riconciliocon Dio, chiedo perdono e lo ri-cevo, ma poi di nuovo posso ri-cadere; anche se le ricadutepossono essere molteplici, mafinch c il desiderio, c la vo-lont di combattere il male den-tro di me, Dio sta sempreaccanto.Per questo il Signore ha detto aPietro che non sette volte deveperdonare ma settanta voltesette, quindi ricordiamoci, es-sendo gi apostoli della DivinaMisericordia, che ogni volta chechiediamo noi perdono, ognivolta che chiediamo noi scusadobbiamo anche cercare, sfor-zarsi di andare al di fuori dei no-stri sentimenti e perdonareanche a tutti coloro che cihanno fatto anche soffrire che cihanno fatto anche tribolare.

    Perch mentre per chi noncrede, il perdono serve a perdo-nare una debolezza, per chi cicrede esso linizio dellagrande vittoria, linizio dellaconquista del paradiso, delcielo, della vita eterna. Perchcon la richiesta del perdono econ la concessione del perdononoi possiamo non solo speri-mentare la bont, la tenerezza,lamore di Dio, ma possiamo ri-cominciare da capo giorno dopogiorno come si costruisce lacasa, non la si costruisce in ungiorno, ogni giorno dobbiamosperimentare la bont e la mise-ricordia di Dio. Ges in presenza dei suoi di-scepoli fece molti segni e tantialtri che non sono stati scritti inquesto libro, non un segnodella Divina Misericordia, dellaDivina presenza in mezzo a noi.Ges ha detto che dove si radu-nano in suo nome due o tre, Lui presente e noi siamo tantis-simi. Il cuore nostro batte con la

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    stessa intensitperch ci unisce lasessa fede, non inun teorema in unastessa idea, manel Dio che per-sona, nel Dio che amore che ci co-nosce, ci scruta cisa capire e perdo-nare. Non vuole lamorte del pecca-tore ma che si con-verta ed abbia lavita e labbia in ab-bondanza. Ci che scritto in questepagine del vangelo stato scritto e celo ricorda San Gio-vanni perch noicrediamo cheGes il Cristo, ilFiglio di Dio, e per-ch credendo, ab-biamo la vita nelsuo nome. Da chiandremo SignoreTu hai parole divita eterna, il Si-gnore che viguarda, che vi tra-smette la sua gra-zia salvificante,che vi trasmette ilsuo amore; lo spe-rimentiamo, ci diceoggi ancora pifortemente chemai: beati voi chenon avete visto eavete creduto. Si-gnore ogni voltache ci dovesse na-scere il dubbio neinostri cuori sullatua misericordia,dacci la grazia didire sempre Gesconfido in Te.Amen.

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