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WWW.DEMOCRATICA.COM n. 86 mercoledì 6 dicembre 2017 S e in chiusura di questo 2017 ricordiamo ancora il sacrificio di Antonio Gramsci, avvenuto ottant’anni fa, non è solo per il dovuto omaggio a uno dei più lucidi martiri della libertà e dell’antifascismo. Deputato, fu arrestato in violazione dell’immunità parlamentare e condannato come oppositore politico con leggi speciali estranee allo stato di diritto. Malato, si spense dopo undici anni di detenzione, compiuta prima in carcere e poi in strutture sanitarie che non lo curarono mai adeguatamente. Si oppose al fascismo con intelligenza e razionalità, contrapponendo alla retorica roboante ed eroica dei suoi tempi, scritti asciutti e sorretti da una straordinaria ricchezza di pensiero. SEGUE A PAGINA 5 Antonio Gramsci che ci parla ancora L’EDITORIALE Giancarlo Schirru “Abbiamo tutti, in noi, qualcosa di Johnny” (Emmanuel Macron su Johnny Halliday scomparso ieri) “L a libertà di espressione è garan- tita dalle regole, dall’articolo 21 nella nostra Costituzione o dal Primo emendamento negli Stati Uniti, ma questo non significa che puoi scrivere il falso”. A parlare con Democratica è Gianni Riotta, già direttore del Tg1 e de Il Sole 24 Ore, oggi editorialista de La Stampa e visiting professor alla Princeton Universi- ty, ma soprattutto studioso e appassionato di Big Data Journalism. A PAGINA 6-7 “Una Rete trasparente”. Parla Gianni Riotta FAKE NEWS A PAGINA 2 Boschi risponde a Berlusconi: “Ecco tutto quello che abbiamo fatto per le donne” PARI OPPORTUNITÀ Gli anni dei diritti È stata la legislatura della svolta per le nuove libertà e le nuove tutele : dalle Unioni civili al biotestamento ecco tutte le conquiste di questi anni

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WWW.DEMOCRATICA.COM

n. 86mercoledì

6 dicembre2017

Se in chiusura di questo 2017 ricordiamo ancora il sacrificio di Antonio Gramsci, avvenuto ottant’anni fa, non è solo per il

dovuto omaggio a uno dei più lucidi martiri della libertà e dell’antifascismo. Deputato, fu arrestato in violazione dell’immunità parlamentare e condannato come oppositore politico con leggi speciali estranee allo stato di diritto. Malato, si spense dopo undici anni di detenzione, compiuta prima in carcere e poi in strutture sanitarie che non lo curarono mai adeguatamente. Si oppose al fascismo con intelligenza e razionalità, contrapponendo alla retorica roboante ed eroica dei suoi tempi, scritti asciutti e sorretti da una straordinaria ricchezza di pensiero.

SEGUE A PAGINA 5

“Antonio Gramsci che ci parla ancora

L’EDITORIALE

Giancarlo Schirru

“Abbiamo tutti, in noi, qualcosa di Johnny”(Emmanuel Macron su Johnny Halliday scomparso ieri)

“La libertà di espressione è garan-tita dalle regole, dall’articolo 21 nella nostra Costituzione o dal Primo emendamento negli

Stati Uniti, ma questo non significa che puoi scrivere il falso”. A parlare con Democratica è Gianni Riotta, già direttore del Tg1 e de Il Sole 24 Ore, oggi editorialista de La Stampa e visiting professor alla Princeton Universi-ty, ma soprattutto studioso e appassionato di Big Data Journalism. A PAGINA 6-7

“Una Rete trasparente”. Parla Gianni Riotta

FAKE NEWS

A PAGINA 2

Boschi risponde a Berlusconi: “Ecco tutto quello che abbiamo fatto per le donne”

PARI OPPORTUNITÀ

Gli annidei diritti

È stata la legislatura della svoltaper le nuove libertà e le nuove tutele: dalle Unioni civili al biotestamentoecco tutte le conquiste di questi anni

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2 mercoledì 6 dicembre 2017

Dopo di noi, più tutele per le persone con disabilitàPrimaFino al varo di questa legge non era previsto nessun regime particolare per le persone disabili a cui viene a mancare il sostegno familiare. La legge più recente in materia risale al 1998 e prevedeva l’organizzazione di programmi di aiuto per persone disabili presso Comuni, Regioni ed enti locali.

DopoLa nuova legge per la prima volta individua e riconosce specifiche tutele per le persone con disabilità quando vengono a mancare i parenti che li hanno seguiti fino a quel momento. Il ‘Dopo di noi’ stabilisce la creazione di un fondo per l’assistenza e il sostegno ai disabili privi dell’aiuto della famiglia e agevolazioni per privati, enti e associazioni che decidono di stanziare risorse a loro tutela. Previsti anche sgravi fiscali, esenzioni e incentivi per la stipula di polizze assicurative, trust e su trasferimenti di beni e diritti post-mortem.

La lotta al caporalato e alle nuove schiavitù PrimaIl fenomeno del caporalato è molto diffuso nei settori dell’agricoltura e dell’edilizia. In linea generale i lavoratori che operano in questi ambiti avevano un salario di poche decine di euro al giorno, orari di lavoro che potevano superare le 12 ore e la totale mancanza dell’applicazione dei contratti di lavoro. In moltissimi casi subivano anche una lunga serie di imposizioni e di violenze.

DopoLa nuova legge riscrive il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro già inserito nel Codice penale dal 2011 per correggerne alcuni aspetti e per permettere di semplificare l’individuazione del reato stesso. Tra le novità introdotte la sanzionabilità anche del datore di lavoro e non solo dell’intermediario, l’applicazione di un’attenuante in caso di collaborazione con le autorità, l’arresto obbligatorio in flagranza di reato, e, in alcuni casi, la confisca dei beni.

Nuove libertà, nuove tutele

Silvio Berlusconi mi ha attaccato personalmente sostenendo che il centrosinistra non abbia

fatto niente per le donne. Sarebbe facile rispondere in modo polemico ma l’argomento è troppo importante per scadere nello scontro.

Penso che i numeri siano la migliore risposta:

- i centri anti violenza sono passati da 188 nel 2013 a 296 nel 2017;

- le case rifugio erano 163 nel 2013, oggi sono 258;- nel corso del 2015/2016 sono stati stanziati per politiche di

contrasto alla violenza sulle donne oltre 30 milioni dallo Stato;- nel 2017 sono stati previsti dal Governo oltre 22 milioni per

misure di contrasto alla violenza;- la legge di bilancio inoltre prevede circa 30 milioni di euro

all’anno, a decorrere dal 2018 per il piano contro la violenza sulle donne;

Il 23 novembre abbiamo adottato il nuovo piano nazionale anti violenza di durata triennale.

Lo stesso giorno abbiamo approvato, d’intesa con le regioni, per la prima volta linee guida comuni per tutti gli ospedali del Paese sul trattamento delle donne vittime di violenza che arrivano nei pronto soccorso.

Abbiamo destinato 5 milioni a progetti nelle scuole contro la violenza sulle donne nell’ultimo anno.

Per la prima volta una ministeriale del G7 si è occupata del tema della violenza di genere ascoltando anche direttamente la voce di Lucia Annibali.

In rete potete trovare il link alla nostra ultima campagna di comunicazione che rilancia il 1522 da noi finanziato.

Nel 2016 e’ stato approvato il primo piano nazionale contro la tratta di esseri umani e abbiamo stanziato risorse crescenti per sostenerlo:

- nel 2016 oltre 15 milioni;- nel 2017 oltre 22 milioni;La legge di bilancio prevede lo stesso tipo di stanziamento in

modo stabile per la lotta alla tratta, nei prossimi tre anni. Questi non sono solo freddi numeri. Dietro a queste cifre c’è la possibilità di aiutare concretamente le

tante donne vittime delle diverse forme di violenza. C’è la speranza per loro di iniziare a vivere di nuovo.

Mi piacerebbe che la lotta contro la violenza sulle donne, la difesa dei loro diritti fosse una battaglia condivisa da tutti, non un tema da campagna elettorale.

Vorrei che le pari opportunità e la valorizzazione del ruolo delle donne nella nostra società, la salvaguardia della loro dignità fosse centrale nell’agenda politica di tutti i partiti e non uno slogan da talk show.

Siamo quelli che hanno rimesso la norma contro le dimissioni in bianco mentre il governo di destra l’aveva cancellata. Siamo quelli che hanno lavorato sulla conciliazione vita lavoro per la maternità con i decreti Madia e il JobsAct. Siamo quelli del primo governo con parità di genere della storia repubblicana.

Se però Forza Italia pensa di fare della della lotta alla violenza di genere e delle misure a favore delle donne argomento di scontro politico, sappia che noi ci siamo e risponderemo punto punto. Perché la realtà non può essere stravolta da nessuno, nemmeno da Silvio Berlusconi.

“Quello che abbiamo fatto per le donne”,Maria Elena Boschi risponde a Berlusconi

Tutte le leggi sui diritti volute dal Partito Democratico in questa legislatura

Diritti e libertà

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3 mercoledì 6 dicembre 2017

Più tutele per le lavoratrici: la legge contro le dimissioni in biancoPrimaIn molte aziende i lavoratori erano costretti a firmare le proprie dimissioni in anticipo e queste venivano poi usate dal datore di lavoro in caso di malattia, infortunio, ma soprattutto gravidanza dei dipendenti. La legge contro le dimissioni in bianco era stata introdotta da Prodi, ma cancellata nel 2008 dal governo Berlusconi. Con Monti viene introdotta la tutela ex post, che però ai fatti risulta essere poco efficace: le dimissioni una volta firmate dovevano essere convalidate presso la Direzione del lavoro territoriale o presso i centri per l’impiego.

DopoCon la misura introdotta con il Jobs Act, le dimissioni devono essere validate attraverso una serie di moduli reperibili sul sito Internet del ministero del Lavoro o presso le direzioni territoriali del lavoro. I moduli saranno numerati e questo toglierà ogni dubbio sul momento in cui le dimissioni sono state decise e firmate. Il dipendente avrà una settimana di tempo per revocare le dimissioni.

Biotestamento, la libertà di scegliere

OggiIn Italia non esiste una legge che regoli la possibilità per il paziente o un suo fiduciario di esprimersi sul prolungamento delle cure che lo riguardano.

DopoSe approvata dal Senato la nuova legge

consentirebbe a qualsiasi maggiorenne la possibilità di rinunciare ad alcune terapie mediche, in particolare la nutrizione e l’idratazione artificiale. Nel caso in cui l’individuo sia impossibilitato a esprimere la propria opinione, la legge prevede le cosiddette “disposizioni anticipate di trattamento” (DAT), un documento nel quale si può indicare a quali terapie si vuole rinunciare e a quali condizioni.

L’autismo non è più invisibilePrimaLe linee guida per prevenzione, diagnosi e cura erano obsolete e non aggiornate. Fino a questa legge, inoltre, l’autismo non era inserito nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), cosa che non garantiva uniformità di trattamento nelle varie Regioni.

DopoLa legge prevede interventi volti a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita, l’inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico, l’aggiornamento delle linee guida, l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, l’incentivazione della ricerca, le buone pratiche educative. Grazie a questa legge il Servizio sanitario nazionale deve offrire alle persone con autismo interventi organici riconosciuti scientificamente.

Unioni civili, perché l’amore conta PrimaPrima del 2016 due persone non coniugate non solo non godevano di alcun tipo di diritto ma non erano nemmeno riconosciute come coppia.

DopoDal 2016, con la legge sulle unioni civili e le coppie di fatto, vengono introdotti diritti e doveri simili a quelli delle persone sposate. Viene introdotta la reversibilità della pensione del partner, i congedi parentali, la graduatoria all’asilo nido e in materia di successione ed eredità, avranno gli stessi diritti delle coppie unite in matrimonio. In caso di malattia Tra i doveri quello dell’assistenza morale e materiale e alla coabitazione, che sarà obbligatoria, e entrambe le persone dovranno, secondo le possibilità di ognuno, contribuire ai bisogni comuni.

Minori migranti: prima di tutto i bambini e i ragazziPrimaPrima dell’entrata in vigore della legge, non esisteva una legislazione che tutelasse i minori migranti considerandoli innanzitutto bambini e ragazzi e quindi come persone da tutelare, soprattutto se senza genitori.

DopoCon la legge 47 del 2017 viene regolato e facilitato il sistema di identificazione e accoglienza dei minori migranti, tutelando così i diritti fondamentali di bambini e ragazzi stranieri che arrivano in Italia senza genitori o familiari, tra cui quelli alla salute, all’istruzione, all’assistenza legale. Inoltre vengono istituiti gli elenchi di tutori volontari, persone disponibili ad assumere la tutela dei minori stranieri non accompagnati per assicurare a ogni minore una figura adulta di riferimento adeguatamente formata.

Tutti i figli ora sono ugualiPrimaI figli nati al di fuori del matrimonio o adottati venivano discriminati sul piano giuridico.

DopoCon la nuova legge i figli nati dal matrimonio sono in tutto e per tutto equiparati con quelli naturali e quelli adottati. Il testo prevede che la parentela diventi il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione sia all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio è adottivo. Il figlio nato fuori del matrimonio può essere riconosciuto dalla madre e dal padre anche se già uniti in matrimonio con altra persona all’epoca del concepimento.La legge riconosce ai figli naturali un vincolo di parentela con tutti i parenti e non solo con i genitori. La parificazione ha conseguenze anche ai fini ereditari.

Divorzio breve: così l’addiotra coniugi è meno complessoPrimaLa durata del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che legittima la domanda di divorzio era di 3 anni mentre lo scioglimento della comunione dei beni poteva avvenire solo con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione.

DopoLa nuova legge rende sostanzialmente più veloci le procedure legali e riduce i contenziosi. Nel caso in cui non vi sia accordo tra i coniugi (separazione giudiziale) viene ridotto a 1 anno la durata del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che legittima la domanda di divorzio. Se la separazione è consensuale, il termine si riduce ulteriormente a 6 mesi. Secondo la nuova legge poi la comunione dei beni si scioglierà nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati (nel caso di separazione consensuale alla data di sottoscrizione del relativo verbale di separazione).

Diritti e libertà

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4 mercoledì 6 dicembre 2017Il partito

Ci serve il tuo aiuto e la tua partecipazione. Scrivi subito a:

[email protected]

Mobilitiamoci da oggi per la campagna elettorale

contatta tutti gli iscritti e gli ex iscritti tra gli elettori di quella sezione verifica la presenza di persone anziane

da accompagnare al seggio consegna porta a porta il materiale informativo

propone iniziative sul territorio tiene i contatti con i candidati del collegio compila report periodici diventa rappresentare di seggio

al momento del voto

organizza il lavoro dei volontari nel suo collegio elettorale predispone e diffonde i kit con materiale

di informazione

organizza incontri di formazione sul territorio crea una lista broadcast per l’informazione

quotidiana sulla campagna elettorale

Il volontario di sezione elettorale

Il responsabile di collegio elettorale

Sabato a Como contro il nuovo fascismo

Un fiore stretto in mano sarà il simbolo della manifestazione contro l’intolleranza proposta dal Partito democratico per sabato 9 dicembre, alle ore 11, presso il Monumento alla Resistenza europea a Como. Tutti i partecipanti sono invitati a portare con sé un fiore, simbolo gentile contro l’arroganza e l’intolleranza fascista.

“I nuovi fenomeni di razzismo che emergono nel paese ci preoccupano – ha sottolineato su Facebook il vicesegretario del Pd Maurizio Martina – non possono essere sottovalutati, non possiamo tacere davanti a chi propone pericolose parole d’ordine xenofobe”.

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5 mercoledì 6 dicembre 2017Destinazione Italia

Il treno Pd nelle Isole

Gramsci è innanzi tutto un classi-co del pensiero politico che è letto in tutto il mondo contemporaneo come esponente di una grande

tradizione nazionale. Il suo nome è accom-pagnato spesso da quelli con cui volentieri dialogava nel chiuso del carcere: Dante Ali-ghieri e Nicolò Machiavelli, Giambattista Vico e Benedetto Croce. Come loro, si impe-gnò a fondo nella lotta politica e fu sconfitto; come loro, ha compiuto riflessioni che vanno oltre lo scenario contingente in cui si è svolta la sua attività. Ciò per cui egli ha combattuto non esiste più nel tempo che oggi viviamo: la rivoluzione comunista, l’Unione sovietica, il partito politico da lui fondato. Ma il suo pen-siero, formatosi in quella esperienza storica, riesce ancora a parlarci.

Gramsci è infatti un pensatore della politica e della democrazia moderna: la sua originalità è nel sapere congiungere i rap-porti di forza che regolano la politica attuale, e che si fondano sulle disparità economiche, con i fattori culturali e ideali che entrano in gioco nella lotta. Egli è quindi il pensatore che lascia la porta aperta, nel mondo con-temporaneo, ai gruppi sociali svantaggiati, i quali nel suo pensiero non sono condannati a una posizione marginale per la loro subal-ternità economica, ma possono unirsi grazie a nuove idee con cui entrare nel gioco della storia.

Diversamente dai teorici della demo-crazia fondata sulla piccola proprietà, come Rousseau o Tocqueville, sa bene che l’ugua-glianza dei proprietari è una condizione fra-gile nel mondo contemporaneo: egli vede nel capitalismo moderno una forza che è in grado di rigenerarsi continuamente, di usci-re dalle crisi che sono il suo modo di essere, e di abbattere i vincoli e i piccoli patrimoni familiari. Per questo, le forze che vogliono conservare i rapporti di forza a loro favore-voli non hanno sempre il volto arcigno della società tradizionale e dell’autoritarismo, ma possono assumere ideologie di cambiamento e modernizzazione.

Pertanto la parte conservatrice va sfi-data per mezzo di una grande unità di for-ze che si uniscono con l’obiettivo di cambia-mento e di uno sviluppo più grande e più giusto. E la sfida si gioca, alla fine, con la leg-ge dei numeri: “Le idee e le opinioni non “na-scono” spontaneamente nel cervello di ogni singolo: hanno avuto un centro di irradia-zione e di diffusione, un gruppo di uomini o anche un uomo singolo che le ha elaborate e le ha presentate nella forma politica di at-tualità. La numerazione dei “voti” è la mani-festazione terminale di un lungo processo in cui l’influsso massimo appartiene proprio a quelli che “dedicano allo Stato e alla Nazione le loro migliori forze” (quando lo sono). Se questi presunti ottimati, nonostante le for-ze materiali sterminate che possiedono, non hanno il consenso delle maggioranze, saran-no da giudicare inetti e non rappresentanti gl’interessi “nazionali”, che non possono non essere prevalenti nell’indurre le volontà in un senso piuttosto che in un altro”.

Antonio Gramsciche ci parla ancoraGiancarlo SchirruSegue dalla prima

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6 DICEMBREmercoledì

Marsala

ore 20.00

Messina

ore 10.30

Agira

ore 12.45

San Cataldo

ore 14.30

Palermo

ore 17.00

Tra pastori, startup, turismo, scuola, memoria,

infrastrutture e soprattutto metanizzazione si è svolta

la tappa in Sardegna del viaggio del Pd attraverso

l’Italia. Una regione che sconta un ritardo infrastrutturale ormai

insostenibile, tanto che qui il treno Pd non ha potuto

viaggiare, ma piena di voglia, risorse ed energie

per rimettersi in paro con il resto del Paese. Primo appuntamento

agli stabilimenti caseari Fratelli Pinna; poi il

Museo etnografico di Nuoro. E ancora, la visita al Museo Casa Gramsci per un omaggio, lontano

da qualsiasi polemica, a uno dei “padri della

sinistra italiana”. Infine l’incontro al Business Center dell’aeroporto di Cagliari Elmas con

imprenditori, associazioni e rappresentanti delle

istituzioni.

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6 mercoledì 6 dicembre 2017

Il dovere di costruire una Rete trasparente

“La libertà di espressione è garantita dalle rego-le, dall’articolo 21 nel-la nostra Costituzione o dal Primo emenda-mento negli Stati Uniti,

ma questo non significa che puoi scrivere il falso”.

A parlare con Democratica è Gianni Riot-ta, già direttore del Tg1 e de Il Sole 24 Ore, oggi editorialista de La Stampa e vi-siting professor alla Princeton University, ma soprattutto studioso e appassionato di Big Data Journalism.

Sei stato tra i primi, anni fa, a lanciare in Italia il problema fake news.Sì. Il primo intervento che abbiamo fatto è stato con Il Sole 24 ore nel 2010 con l’inchiesta ‘Il lato oscu-ro della rete’, un tentativo di dire: badate che non tutto quel-lo che c’è su Internet luccica, che c’è un lato oscuro, appunto, dal populismo alle notizie false. L’inchiesta fu accolta con vio-lenza, perché c’era chi diceva che la rete era casta e pura e metterla in discussione ser-viva solo a togliere libertà. Evidentemente allora certi ragionamenti ancora non anda-vano di moda.

Eppure ancora oggi, nonostante non si parli d’altro, c’è chi mette in guardia contro il pericolo del ‘bavaglio’ alla rete.

A loro cosa rispondi?La libertà di espressione è garantita e nessu-no la mette in discussione, ma la libertà non significa che si possa dire il falso. Quello che la gente non vede è che il problema del-le fake news non è il ragazzino nel garage di casa sua o all’Università che gioca con la rete; la verità è che ci sono dei grandi Paesi e delle lobby potentissime che gestiscono il falso.

Quale può essere secondo te una soluzione in grado di tenere insieme il diritto a un’informazione corretta e la

libertà di espressione?Sia chiaro, non stiamo dicendo

di togliere la parola a un gio-vane blogger, ma è giusto

o no sapere, ad esempio, di chi è la proprietà dei grandi siti di informazio-ne? La prima questione è la trasparenza delle multinazionali: chi con-trolla i dati di Facebook,

Google, Amazon? Prima di tassarli è necessario ca-

pire come organizzano i no-stri dati attraverso gli algorit-

mi. Ma serve anche trasparenza nell’informazione online. Oggi non

sappiamo di chi è la proprietà dei grandi siti che fanno informazione, ad esempio del blog di Grillo, uno dei più grandi in Europa, non sappiamo di chi è, quanto guadagna in pubblicità, non conosciamo la sede legale.

Dunque secondo te una legge è necessaria?Anche, ma la medicina migliore è la traspa-renza. Oggi, anche se riconosco una fake news e la tolgo da un sito, questa verrà spo-

stata e comparirà uguale da un’altra parte. Per combattere le notizie false dobbiamo fare due cose: rimettere fiducia tra l’opi-nione pubblica e le elite, e castigare chi le diffonde. Come? Un esempio è il lavoro di Andrea Stroppa, cioè individuando i sogget-ti. Certo va bene anche una legge: nel ’74 la riforma dell’editoria impose ai giornali di pubblicare bilanci e proprietà, ed è questo che oggi non sappiamo dei grandi siti di in-formazione.

Ma qual è secondo te il vero scopo? Economico o di destabilizzazione?Google e Facebook non hanno alcun disegno politico. Zuckerberg ha creato Facebook per fissare appuntamenti tra amici e non perché fosse un luogo politico, così come Twitter, nelle intenzioni di chi l’ha creato, era tutto meno che un luogo giornalistico, come poi è diventato. Il boom politico che c’è stato non era stato per nulla presagito da chi ha

Pensieri e parole

Carla Attianese CONDIVIDI SU

SEGUE A PAGINA 7

È il giornalismo basato sui numeri.Il Data Journalism sfrutta le tante informazioni digitali ora disponibili, attraverso ad esempio gli open data, e attraverso la loro analisi e interpretazione offre la possibilità di comprendere meglio la realtà, aprendo nuovi scenari rispetto al giornalismo tradizionale.Da una combinazione tra il mestiere tradizionale di scovare e raccontare una notizia e l’oggettività dei dati, il Data Journalism può raggiungere una completezza di informazione inedita.

Big Data Journalism: cos’è

Colloquio con Gianni Riotta

Il problema non sono i

giovani blogger, ma le potentissime

lobby che gestiscono il

falso

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7 mercoledì 6 dicembre 2017Pensieri e parole

creato i social network, dunque l’idea che siano loro ad avere le soluzioni è sbagliata. La prima domanda deve essere: perché la gente ha voglia di fake news?

Già, perché?È crollato il principio di autorità, ma non è successo a causa del web. Lo stesso princi-pio era crollato già nel ’68 con la fabbrica e la scuola sotto accusa, o con il femminismo quando ad essere messa sotto accusa fu la famiglia, o ancora prima con Freud, quan-do a essere messa in discussione fu la mo-rale millenaria. Quello che non avevamo previsto è che oggi mettiamo in discussione anche l’autorità che ci dice, ad esempio, di vaccinarti. E a proposito di vaccini, quello è un esempio straordinario: un genitore che per andare dietro a una fake news arriva a rischiare di far ammalare il proprio figlio ci fa capire il loro potere.

L’ultimo rapporto del Censis parla di un’Italia piena di rancore. Non credi che per combattere la ‘voglia’ di fake news si debba partire innanzitutto da lì?Il primo rimedio deve certamente essere af-frontare l’onda di risentimento e ignoranza, ma dobbiamo prendere atto che anche noi come giornali e intellettuali abbiamo le no-stre colpe. Abbiamo parlato un linguaggio troppo astratto, non spiegando le cose e sen-za nessuna forma di ascolto. Detto questo, il rancore non è cresciuto solo in Italia: non c’è dubbio che il crollo del principio di au-torità insieme alla crisi economica creano il mercato delle fake news, ma dire che biso-gna prima combattere il risentimento e poi la falsa informazione è sbagliato: il piccolo spaccio nasce dal degrado, ma mentre lavo-ro sulle cause non smetto di combattere il piccolo spaccio.

Ti stai occupando di Big Data e data journalism, è da lì che si può ricostruire una nuova credibilità delle informazioni?

I dati non risolvono i pro-blemi, ti danno una foto-grafia, e gli stessi numeri possono dare origine a narrative diverse. Com-pito degli analisti seri è dare le migliori narrati-ve possibili a partire dai dati, combattendo le in-formazioni false e spiegan-do le cose con pazienza. Ma non c’è dubbio che se in futuro sopravvivrà una forma di giorna-lismo, sarà quella basata sui dati.

A proposito di big data, hai cominciato una nuova avventura con la start up Catchy.Con Catchy abbiamo preso un finanziamen-to Google DNI per fare un programma con-tro le fake news chiamato Compass, che ha

preso il sigillo di eccellen-za dalla Ue. Adesso stia-mo organizzando alla Luiss un DataLab che approfondirà queste te-matiche.

In futuro saremo governati dai dati?

È difficile fare previsioni con il tasso di innovazione

che c’è. Il problema sono gli algoritmi, che non sono un modo

neutrale di organizzare la conoscen-za e oggi sono scritti per lo più da uomini, bianchi e under 40. Far apprendere ai bam-bini fin da scuola rudimenti di programma-zione, questa potrebbe essere la soluzione per veder crollare rapidamente il tasso di ignoranza.

SEGUE DA PAGINA 6

Non bastano i Big Data: per combattere le

fake news servono analisti seri e le narrative

giuste

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8 mercoledì 6 dicembre 2017

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In redazioneCarla Attianese, Patrizio Bagazzini,Stefano Cagelli, Maddalena Carlino, Roberto Corvesi, Francesco Gerace,Silvia Gernini, Stefano Minnucci,Agnese Rapicetta, Beatrice Rutiloni

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