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n. 7 - LUGLIO-AGOSTO 2015 POSTE ITALIANE SPA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/AN Maria a Betlemme Storia della corona della Vergine lauretana e di due calici legati a Padre Pio d a l C e n t r o G i o v a n n i P a o l o l l i n s e r t o g i o v a n i

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n. 7 - LUGLIO-AGOSTO 2015POSTE ITALIANE spa

Spedizione in abbonamento postaleD.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, CN/AN

Maria a Betlemme

Storia della corona della Vergine lauretana e di due calici legati a Padre Pio

dal Centro Giovanni Paolo

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ORARI

Basilica della Santa Casaore 6.15-19.30 (aprile-settembre)ore 6.15-19.00 (ottobre-marzo)La Santa Casa rimane chiusa tutti i giorni dalle 12.30 alle 14.30.

Sante MesseSabato e giorni ferialiore 7, 8.30, 10 ,11 (7.30 in S. Casa)ore 17 e 18.30 (aprile-settembre)ore 16.30 e 18 (ottobre-marzo)Rosario: ore 18 (17.30 ottobre-marzo)Domenica e giorni festiviore 7, 8.30, 10, 11, 12ore 17, 18, 19 (aprile-settembre)ore 16, 17, 18 (ottobre-marzo)

ConfessioniGiorni ferialiore 7.00-11.30ore 16.00-18.30 (aprile-settembre)ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)Giorni festiviore 7.00-12.00ore 16.00-19.30 (aprile-settembre)ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)

Adorazione eucaristica quotidianaLunedì - Venerdì: 9.30-18; Sabato: 9.30-12

Sagrestia BasilicaDalle ore 7 alle 12; dalle ore 16 alle 19.Prenotazioni Sante Messe, stesso orario.

Celebrazione BattesimoPrima domenica di ogni mese:ore 17 (Basilica Santa Casa).

Celebrazione CresimaPrimo sabato di ogni mese:ore 18 (ore 18.30 aprile-settembre)Presentarsi un’ora prima per la regi-strazione dei documenti.

Celebrazione MatrimonioInformazioni presso il Parroco della Santa Casa: ore 10-12.

Congregazione Santa Casa-Negozio(a sinistra della facciata della basilica).Ufficio accoglienza pellegrini e informa-zioni, prenotazione guide turistiche, con negozio ricordi e stampe del santuario, abbonamento alla rivista e iscrizioni alle Messe Perpetue. Ore 8.30-12.30; 14.30-18.30 (15-19 giu gno-settembre).

Ufficio Postale LoretoOrario: 8-13.30; sabato 8-12.30.

INDICAZIONI UTILI

[email protected]@delegazioneloreto.it

TELEFONI

Sagrestia Basilicatel. e fax 071.9747.155

Parroco della Santa Casatel. 071.977130

Congregazione Santa Casatel. 071.970104 - fax 071.9747.176

Segreteria arcivescoviletel. 071.9747.173 - fax 071.9747.174

Curia Prelatura Santa Casatel. 071.9747.242

Rettore Basilicatel. e fax 071.9747.155

Archivio-BibliotecaSanta Casatel. 071.9747.160

Libreria Santa Casatel. 071.9747.178

Casa accoglienzamalati e pellegrinitel. 071.9747.213

Albergo Madonna di Loretotel. 071.970298 - fax 071.9747.218

Museo-Antico Tesorotel. 071.9747.198.Lunedì chiuso.Da martedì a venerdì: ore 10-13; 15-18.Sabato e domenica: ore 10-13; 15-19.

Guide turistichetel. 071.970104

QUOTA ASSOCIATIVA A“IL MESSAGGIO della SANTA CASA”

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COME RAGGIUNGERCI…

LoretoLoreto

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Linee ferroviarieMilano-Bologna-An-cona-Lec ce con disce sa

alle stazioni di Lo re to e Ancona, e Roma-Fal co-nara-Anco na, con ser-vizio di au tocorriere da

Anco na *.Aeroporto “R. San-

zio” di Ancona-Fal co-na ra, 30 km da Lo re to.

Mensile del santuario di Lo reto

Delegazione Ponti fi ciaCongregazione Uni ver sa le del la Santa CasaP.zza della Madonna, 1 - 60025 Loreto (AN)

Registrazione Tribunale di Anconan. 7 del 12/08/1948

Iscritto nel ROC con il numero 2120

Diret tore responsabile ed editorialePadre Giu seppe San ta relli

Consiglio di redazioneDon Andrea Principini

Don Paolo VolpeDott. Vito Punzi

Suor Barbara Anselmi

SegreteriaFra Samuele Casali

Revisione dei testiRoberto Stefanelli

Imprimi potest+ Mons. Giovanni Tonucci,

Delegato PontificioLoreto, 20 giugno 2015

Questo periodico è associato all’USPI(Unione Stampa Periodica Italiana)

La collaborazione alla rivista è gratuita

StampaIndustria Grafica Bieffe S.p.A., Recanati (MC)

Tel. 071.7578017 - Fax [email protected] - www.graficabieffe.it

“Il Messaggio” esce anche in inglese:

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA

THE SHRINE OF THE HOLY HOUSE

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Anno 135°n. 7 - LUGLIO-AGOSTO 2015

“Loreto, dopo Nazaret, è il luogo ideale per pregare meditando il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio.”

Benedetto XVI

253 272

246 248

In copertina:Statua della Madonna di Loreto con dalmatica, venerata in Santa Casa.

SOMMARIO

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 243

244 editoriale p. giuseppe santarelli

L’ autenticità della Santa Casa: la parola alle pietre!

245 la parola dell’arcivescovo mons. giovanni tonucci

Maria a Betlemme

246 lettere al “messaggio”

248 spiritualità don valentino salvoldi

«Per non buttare via la mia vita»

250 sor. Francesca entisciò La nostalgia

252paolo giovanni monFormoso

La preghiera nella sofferenza: far battere il cuore al ritmo del Suo (26)

253 giovanni Fermani La legge che separa: il divorzio breve

254 don decio cipolloni

Nel Giubileo verità e misericordia si incontreranno

256 guarigioni a loreto proF. Fiorenzo mignini

La guarigione di Cecilia Zeppa

258 ogni santità passa a loreto p. marcello montanari

Venerabile Carboni Paola Renata (1908-1927)

259 INSERTO GIOVANI

263 intervista vito punzi - uFF. stampa santuario di loreto Intervista a Gianriccardo Piccoli

264 infanzia nell’arte lauretana p. giuseppe santarelli Quattro Annunciazioni di altrettanti pittori contemporanei (12)

266 loreto nel mondo Nuove acquisizioni: Lugo e Mompiano

268 novità BiBliografiche

269 Storia della corona della Vergine lauretana e di due calici legati a Padre Pio

272 Presentato un libro su Attilio Brugiamolini

273 Numerosi seminaristi alla «Casa della Madre»

274 Una lettrice centenaria de «Il Messaggio»

275 Una marea di alpini a Loreto

276 notizie flash

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P. GIuSEPPE SANTAREllI - direttore

editoriale

E’ nota nella storia della Chiesa la «questione lauretana», che verte sull’autenticità del trasporto della Casa di Maria da Nazaret a Loreto. La storiografia per secoli ha

fondato le ragioni pro o contro sulle fonti scritte, tardive e talora infide, o su argomentazioni di convenienza, spesso in un clima polemico tra «oppositori», inclini all’ipercritica, e «difensori», propensi all’apologia.

Una svolta radicale nella «questione lauretana» si è avuta con gli scavi archeologici, praticati nel sottosuolo della Santa Casa nel 1962-1965, esattamente mezzo seco-lo fa, sotto la direzione del rinomato archeologo Nereo Alfieri, con la collaborazione di p. Floriano Grimaldi, archivista del santuario, e di Edmondo Forlani, geologo. L’asse della ricerca si è spostata dalle fonti orali e scritte a quelle mute o archeologiche, le quali hanno confermato nella sostanza la tradizione lauretana.

Gli scavi, infatti, hanno verificato alcuni dati della tradizione, cioè la mancanza di fondamenta proprie della Santa Casa e la sua collocazione su una pubblica strada. In più, hanno individuato alcune opere di difesa e conserva-zione, fin dagli inizi, con archetti di controripa di difficile attuazione, precedenti al cosiddetto «Muro dei recanatesi». Scrivono gli autori degli scavi che in tali lavori «domina un senso archeologico ante litteram, un impegno di rispetto e di conservazione che sarebbero inspiegabili e anacronistici, se non intervenis-se la tradizione a dirci che si voleva appunto conservare quelle rustiche pareti».

Ulteriori studi sulla struttura edilizia del-la Santa Casa, condotti da Nanni Monelli, hanno messo in evidenza che la Santa Casa, in ambito costruttivo marchigiano, risulta un insieme di assurdità: non ha fon-damenta, contro tutti gli uso del luogo; ha stranamente la parte inferiore delle pareti originali in pietre - non esistenti nella zona per mancanza di cave lapidee, ma le uniche usate a Nazaret per gli edifici - e la parte superiore aggiunta in mattoni, gli unici materiali disponibili a Loreto; poggia su una pubblica strada, contro tutte le disposi-zioni comunali dell’epoca; ha l’unica porta originaria sul lato nord, esposta a tutte le intemperie, e l’unica finestra a ovest, aperta

a una limitata illuminazione. Se invece la Casa di Loreto viene idealmente ritraslata a Nazaret, tutte queste ano-malie edilizie scompaiono e la struttura lauretana ben si raccorda con la Grotta nazaretana nelle sue varie parti.

Inoltre, studi sulla finitura della superficie delle pietre hanno chiarito che esse appaiono lavorate secondo una particolare tecnica usata dai nabatei e introdotta anche in Palestina, compresa Nazaret.

Infine, sono stati individuati nelle pietre della Santa Casa oltre cinquanta graffiti che, anche a giudizio degli archeologi della Terra Santa, sono simili a quelli giudeo-cristiani, riscontrabili in diversi luoghi palesti-nesi di culto, risalenti ai secoli III-VI circa. Importante è il graffito lauretano scritto in greco con due probabili lettere ebraiche, letto da p. Emanuele Testa, paleografo di Terra Santa. Esso, in traduzione, dice: O Gesù Cristo Figlio di Dio. Un’identica espressione si legge all’inizio di una più lunga iscrizione nella Grotticella di Conone a Nazaret, vicina alla Grotta Santa. E’ facile dedurre che le pietre con graffiti, inspiegabili a Loreto, siano state incise a Nazaret.

Le pietre hanno un linguaggio, muto, sì, ma, una volta decodificato, risulta oggettivo, eloquente e probante.

L’ autenticità della Santa Casa:

la parola alle pietre!

Le tre pareti originarie della Santa Casa. Si notino la sezione inferiore, costruita con pietre ritenute di Nazaret, e quella superiore, edificata con mattoni locali e decorata da affreschi.

244 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015

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MONS. GIOVANNI TONuccI - arcivescovo di loreto

la parola dell’arcivescovo

»

Abbiamo dimenticato i nomi delle persone importanti che avevano deciso di portare a compimento un censimento, per sapere quanti sudditi aveva l’Impero di Roma

nelle sue province. Sappiamo bene, invece, chi erano i due pellegrini che, affrontando il cammino dalla Galilea, si erano recati nella città dalla quale aveva avuto origine la famiglia del re Davide: Betlemme, a pochi chilometri

dalla città santa di Gerusalemme.I due erano in realtà tre, perché Maria, che Giuseppe

accompagnava con ogni attenzione, stava giungendo al termine dei suoi mesi di gravidanza. Per questa coin-cidenza, l’ultimo erede della famiglia di Davide vide la luce proprio in quella città. Quasi per concludere un ciclo, iniziato secoli prima con la scelta di un giovane pastore, destinato a diventare, in nome di Dio, principe

del suo popolo.La scena del presepe ci è cara e familiare,

perché in ogni casa, quando si avvicina il giorno benedetto del Natale, vogliamo avere la rappresentazione di questo grande momento che ha segnato la vita del mondo intero. Gli evangelisti Matteo e Luca ci descrivono la sce-na con molta sobrietà: tutto accade in semplici-tà e povertà, in quella parte di una casa che era riservata agli animali, ma che era l’unico posto tranquillo e appartato. Il silenzio della notte è appena rotto dallo scalpiccio dei pastori, venuti a vedere la ragione della “grande gioia” annunciata dagli angeli. E Luca commenta: “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose e vi rifletteva in cuor suo” (Lc 2,19).

Viene da pensare: quale relazione ci può essere tra la nascita di Gesù nel silenzio e nella semplicità di Betlemme, e la rappresentazione che ne facciamo nei nostri presepi, con tanti personaggi che svolgono ogni tipo di attività, e con l’aggiunta di dettagli curiosi, interessanti ma certamente inutili e del tutto fuori dal tempo e dalle circostanze di allora? Mi faccio la domanda, pensando a Maria che considera quello che accade e riflette nel suo cuore. Potrebbe ancora riflettere e custodire nel suo cuore quello che vede attorno a sé?

Quando ascoltiamo le parole dell’evan-gelista dell’amore: “Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14), dobbiamo pensare al mondo intero, ai secoli di storia, alla realtà di una umanità che viveva allora la sua vita quotidiana, come la vive oggi. Gesù non è venuto solo per i pochi pastori o solo per i saggi venuti dall’Oriente. L’incarnazione del Figlio di Dio interessa il

Maria a Betlemme

Andrea Sansovino, Natale (particolare). Rivestimento marmoreo della Santa Casa (1518-1524).

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 245

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cosmo intero, abbraccia tutti i tempi e tutti i continenti. Abbraccia ogni condizione umana, di cui egli si è fatto partecipe.

Maria ha dato alla luce un Figlio, sapendo che questi era destinato a sedere sul trono di Davide, suo ante-nato, ed avrebbe regnato sulla casa di Giacobbe in eterno, perché il suo regno non avrebbe avuto mai fine. Anche Giuseppe era stato avvertito dall’an-gelo che il Figlio che doveva nascere avrebbe salvato il popolo dai suoi peccati. La missione affidata al Figlio dell’Altissimo andava al di là di quel momento della storia, non riguardava soltanto il cammino di una famiglia o di una tribù o di un popolo, ma aveva una proiezione universale.

È giusto, allora, e pieno di tanto si-gnificato, che i nostri presepi mostrino gente che sta sistemando la casa, o cammina verso il lavoro, o batte il ferro nella sua officina, o risuola una vecchia scarpa nella sua calzoleria. È giusto che ci sia la donna che stende la pasta e che un’altra, accanto a lei, stia facendo il bucato. È giusto che un ragazzo lanci la lenza nel fiume e che una ragazzina accompagni le oche al pascolo. Di tutte queste attività è fatta la nostra vita, e di tutto questo Gesù è venuto a farsi carico, per redimere ogni attività, libe-rarla dal peccato dello sfruttamento e renderla ancora una volta segno della creatività che Dio ci ha affidato al mo-mento della creazione.

Maria a Betlemme contempla, nel suo cuore, questa realtà universale, e, attraverso il suo gesto di donazione, affida il mondo intero al Figlio che è appena nato. Lei intuisce fin da ora che la missione che attende suo Figlio non sarà facile. Attraverso la riflessio-ne sulle parole dei profeti, pensa già all’opposizione e alla persecuzione. Il segno del dolore, che accompagnerà Gesù nella sua vita terrena, le sarà annunciato tra breve dal vecchio Simeone. Fin da ora la Madre com-prende e riflette, mentre nel silenzio di Betlemme e nel rumore confuso di oggi, dona al mondo Gesù.

Pubblichiamo la seguente testimonianza, relativa a una prodigiosa guarigione da grave malattia ottenuta per intercessione della Vergine Lauretana. Ci è stata inviata da Domenico Bucciarelli di Fara Filiorum Petri (CH), il quale descrive la sua esperienza in terza persona.

La storia di chi visse due volte

Zeno Mussner, Statua della Madonna di Loreto senza dalmatica, particolare.

246 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015

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«Proprio in quella giornata un gruppo di preghiera era partito da Fara Filiorum Petri per recarsi nella Basilica di Loreto…»

Domenico Bucciarelli è affetto da una grave forma di fibrosi polmonare (tipo UIP) di tipo irreversibile. La prognosi in questi casi è infausta, ma i tempi di permanenza in vita non sono programma bili, soprattutto quando la malattia viene scoperto in giovane età (circa 35 anni).

Proprio in quella giornata, un gruppo di preghiera era partito da Fara Filiorum Petri per recarsi nella Basilica della Madonna di Loreto, viaggio organizzato dalla signora Rubina, donna di grande bontà e fervente cattolica.

Dopo anni di cure con immunosoppressore e cortisone, le condizioni di salute di Domenico Bucciarelli precipitano bruscamente.

Dopo oltre un mese passato a letto attaccato alla bombola di ossigeno, Domenico Bucciarelli, accompagnato da suo padre Giuseppe e dalla sua moglie, partono per il Policlinico San Matteo di Pavia, dove è iscritto alla lista dei trapianti per polmone.

Alla data del 27 ottobre 2007, dopo che gli stessi medici del reparto di pneumologia e rianimazione del nosocomio di Pavia non nutrono più speranze, Domenico Bucciarelli viene intubato con il nuovo respiratore Novalung, grazie all’iniziativa del professar Giorgio lotti, primario rianimatore del Policlinico San Matteo e grande esperto in questo tipo di intervento per mantenere in vita il paziente che, la stessa sera entra in coma farmacologico.

Durante il lungo sonno, molte persone hanno pregato per la vita di Domenico Bucciarelli, molto conosciuto nel suo paese di Fara Filiorum Petri e nell’intero territorio teatino.

Racconta la madre di acqua benedetta arrivata da Lourdes, momenti di preghiera da parte di tanti, anche di chi non conosceva questo credente, cattolico pieno di dubbi.

Purtroppo, per ben due volte malgrado la disponibilità di organo, il trapianto è stato ritardato per incompatibilità. Questo fino al giorno del quarantesimo compleanno di Domenico Bucciarelli, nato il 10 dicembre 1967 alle ore 18,00 circa, giorno in cui ricorre per i cattolici la giornata dedicata alla Beata Vergine di Loreto.

La macchina che teneva in vita il malato terminale, doveva essere fermata perché al limite.

Occorreva pulire il famoso Novalung e questa operazione richiedeva circa 10 minuti, i dieci minuti che avrebbero ucciso Domenico Bucciarelli. E’ stato il primo e unico caso di trapianto di polmone dopo 50 giorni di coma senza intervento di infezione. Non si sono rinvenuti precedenti al mondo.

Il Professar Giovanni Gasbarrini, già consulente della Prefettura per la Congregazione dei Santi, negli anni scorsi ha parlato apertamente di “miracolo”, affermando

di non aver mai visto durante la sua lunghissima esperienza professionale, un trapiantato di polmone, con “esiti di severa crymine” (coma), vivere in condizioni fisiche tali da condurre una vita quasi normale. Oggi Domenico Bucciarelli, dopo aver svolto con grande costanza e forza le funzioni di Sindaco di Fara Filiorum Petri, dedicandosi spesso all’aiuto dei più deboli, svolge l’attività professionale di avvocato cassazionista, malgrado le ovvie conseguenze dell’assunzioni di farmaci e i postumi di un intervento che ha richiesto una permanenza presso il nosocomio di Pavia di molti mesi.

A futura memoria, nato il 10 dicembre 1967 ore 18,00 e trapiantato di un solo polmone di grande dimensione il giorno 10 dicembre 2007 alle ore 18,00, durante il viaggio di ritorno del gruppo di preghiera di Rubina dalla cattedrale della Beata Vergine di Loreto.

A futura memoria.Domenico Bucciarelli

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 247

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Catechesi sulla famiglia

Baruffa dei genitori in famiglia

Se ne va il diciassettenne sbattendo la porta. Non sop-porta che papà e mamma litighino e non si curino tanto di lui. È venerdì sera. I suoi compagni di classe sono in discoteca. Lui non ha soldi per entrarvi. Si siede su una panchina. Ascolta dall’esterno l’assordante musica, poi si incammina lungo il fiume. Arriva sul ponte e pensa ai sentimenti dei genitori alla notizia del suo suicidio:

finalmente si sarebbero accorti di lui…All’apice della depressione, sente la sirena di un’au-

toambulanza. La ritiene un provvidenziale invito ad andare al Pronto Soccorso per ricevere qualche antidepressivo. Viene ricoverato e per una settimana si confronta con malati mentali. Alcuni lo deprimono di più; altri, invece, indirettamente l’aiutano a capire l’importanza di godere la vita, finché c’è la salute e la fortuna di essere giovane.

«Per non buttare via

la mia vita»

DON VAlENTINO SAlVOlDI

spiritualità

«Se ne va il diciassettenne sbattendo la porta… si siede …ascolta dall’esterno l’assordante musica…».

248 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015

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»

La chiave della risoluzione del suo problema viene da una giovane dottoressa, che lo invita a dare un’occhiata all’ultimo capitolo del libro Il sorriso dell’ottavo giorno, là dove parlo dell’arte di litigare con se stessi. Gli legge il primo paragrafo: «Tutto abbiamo in noi per lodare e per maledire, per amare e per odiare, per adorare e per bestemmiare». E gli dà il mio numero di cellulare.

Nel mio studio il “bell’ombroso” racconta la sua sto-ria, al termine della quale gli chiedo se abbia mai sentito il bisogno di alzare gli occhi al cielo. «Quando papà e mamma urlano – risponde – chiedo al Signore che non si separino». «E quando tutto va bene, non senti il biso-gno di ringraziare Dio?». «Ringraziare?!». E nasce una discussione sulla necessità e bellezza di pregare sempre, in modo che, grazie al dono della fede, impariamo a vedere il mondo bello come lo vede Dio.

Replica: «Ho la fede, ma non so che cosa fare per non buttare via la mia vita. Anche la dottoressa che mi ha dato il suo libro mi ha detto di parlare con lei che insegna la morale… Che cosa fare per non finire al manicomio?». Ecco la sintesi del colloquio, presentato con parole più semplici di quanto segue.

Un cammino dalla legge all’amore

A chi mi pone la domanda: «Cosa devo fare?», rispon-do che la morale cristiana, prima di essere interessata a ciò che un credente debba fare, mira a prospettare un cammino di fede, un radicamento in Dio, un fiducioso abbandono all’opera dello Spirito Santo.

La morale non può prescindere dall’interrogarsi sul progetto di vita che Dio ha nei confronti di ogni essere umano. Aiuta a scoprire il senso dell’avventura umana nel suo inizio, nel suo svolgersi, nella sua fine. Nelle cose, negli avvenimenti invita tutti a cogliere la domanda del senso della vita: bisogno d’amare e di essere amati. È l’amore che aiuta a cercare il senso e il gusto di vivere, in qualsiasi situazione, nella salute e nella malattia, nella gioia e nella sofferenza. In qualsiasi condizione ci troviamo, se siamo con Dio non siamo soli, anzi entria-mo in quel silenzio che è il guardiano dell’anima e un privilegiato mezzo per dilatare gli orizzonti dello spirito, scoprendo dentro di noi “i gemiti dello Spirito Santo”, i sospiri dell’Amore.

Un cammino per contemplativi

Il Vangelo prima di indicarci quello che è richiesto al cristiano, ci sprona ad essere “Cristo”, a vivere come Lui, figlio di Dio che è diventato figlio dell’uomo, si è fatto carne della nostra carne per immettere lo Spirito Santo in questa nostra umanità. Si è “incarnato”. Questa la nostra professione di fede, diversa dalla visione dei musulmani per i quali Dio si è fatto libro. Per noi “si è

incarnato, non incartato”. Ha permeato la carne umana, per insegnarci a vivere secondo lo Spirito, i cui frutti sono «amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo», come ci insegna San Paolo.

Ogni essere umano può comprendere e apprezzare il cuore della morale cristiana, se presentata come con-templazione dell’affascinante mistero nel quale è stato immerso agli inizi della sua esistenza.

È lui, ora, “il Vivente”, il Risorto, il Cristo del Terzo Millennio. È lui il Signore che passa in mezzo alla gente facendo del bene, trovando gioia nel fare contenti gli altri.

Un cammino verso la gioia

Ancora San Paolo incoraggia il credente a fidarsi dello Spirito che abita in lui, liberato dalla legge del peccato e della morte. La legge dello Spirito rende liberi in Cristo (Gal 6,2), liberi dalla complicità nel male, liberi per am-are: l’amore autentico (dilectio) sceglie (dilige - elige) il bene della persona amata. Solo in questa prospettiva si

Seguace di Federico Barocci (sec. XVII), Gesù appare alla Maddalena, Loreto, Museo- Antico Tesoro. «E’ lui, ora, il “Vivente”, il Risorto…».

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può ripetere con Sant’Agostino: «Ama e fa’ ciò che vuoi», nella fedeltà a Cristo. Vale a dire: cerca il bene dell’al-tro, poi tu diventi morale a te stesso. E con questa scelta di vivere secondo lo Spirito, si ha per ricompensa già qui, su questa terra, un incommensurabile potenziale di gioia. Pure in mezzo alle tribolazioni, il fatto di sapere di essere amati da Dio, è un privilegio tanto grande da “mutare il mesto incedere in passi di danza”. E trasforma in gioia anche i sacrifici che si compiono per rendere contenti gli altri. Si sperimen-ta la verità della frase che San Paolo mette sulla bocca di Cristo: «C’è più gioia nel dare che nel ricevere».

…E una messa per la famiglia

Dopo aver spiegato a quel giovane questi tre volti della morale, gli propongo di celebrare con me, lì, nel mio studio, una messa per i suoi fa-miliari. Sussurra che è molto che non si confessa e io gli assicuro che è mia grande gioia aiutarlo nella confessione di lode: confronto su una pagina del Vangelo da lui scelta; ringraziamento per la luce che il brano infonde nella nostra vita; riconoscimento del nostro più grande limite. E ricerca di una via per superarlo, per trasformarlo in grandezza.

Sceglie Giovanni 13: la lavanda dei piedi. Gli faccio notare che l’evange-lista non parla dell’istituzione dell’eu-caristia, ma descrivendo la lavanda dei piedi, adopera le stesse parole che i Sinottici riferiscono riguardo all’eu-caristia: «Fate questo in memoria di me». Lavare i piedi ai fratelli equivale ad un’eucaristia…

Capisce il messaggio il giovane che si confessa. E mentre io m’inginocchio davanti a lui per lavargli i piedi, mi ba-cia sulla testa: sigillo della volontà di non buttarsi via e di tornare a casa per dire a papà e mamma che ha pregato per loro, che vuole loro bene e che farà di tutto per non buttare via la sua vita.

SOR. FRANcEScA ENTIScIò

spiritualità

La nostalgia

Un giorno, giunsi presto all’ospedale e vi trovai il mio angelo sola nella sua stanzetta. Le chiesi di sua madre. «Dottore», mi disse, «spesso la mia mamma esce dalla stanza per piangere, nascosta nei corridoi. Quando

io morirò, credo che rimarrà con molta nostalgia. Ma io non ho paura di morire. Io non sono nata per questa vita». Le chiesi: «Che cos’è la morte per te?».

«Guarda, dottore, quando siamo piccoli, spesso, vogliamo dormire nella camera dei nostri genitori e, al mattino, ci svegliamo nella nostra camera, vero?». «Sì, è vero», risposi. E lei: «Un giorno andrò a dormire e mio Padre verrà a cercarmi e mi sveglierò nella Sua Casa. Quella sarà la mia vera vita». Rimasi impietrito, non sapevo che dire. Sorpreso dalla ma-turità e dalla visione spirituale di quella bambina. «E mia madre resterà con più nostalgia», aggiunse. Emozionato, trattenendo le lacrime, chiesi: «Che cosa significa per te “nostalgia”, bimba mia?».

«Nostalgia è l’amore che rimane». (Dr. Rogério Brandão, medico oncologo).

Dirck van Baburen (secolo XVII), Lavanda dei piedi. «Sceglie Giovanni 13: la lavanda dei piedi».

»

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«Spesso la mia mamma esce dalla stanza per piangere..».

Saudade è il termine portoghese che si usa per dire la nostalgia, anche se in questo piccolo termine c’è molto di più. Come qualcosa che ti trovi addosso senza sapere, come un desiderio intenso di tornare a casa tua, vivere in un luogo familiare e ora lontano, irraggiungibile. Si può avere nostalgia di persone, di cose, si può vivere come un sentimento bello, ma anche una prigione nel passato. Ad esempio i santi hanno sofferto di una saluta-re nostalgia riferendola al cielo, all’eternità della visione di Dio, consapevoli che questa sulla terra non è la nostra vera e stabile dimora. Eppure per essa ci affanniamo e riponiamo molte speranze, sogni, progetti, in essa il tempo si ferma indistinto e languido. Abbiamo bisogno di rimettere nel giusto ordine i valori e gli impegni che ci siamo presi nella vita, consapevoli che dopo di noi resterà solamente la traccia dell’amore che avremo ge-nerosamente donato.

L’essenziale

Il primo passo per riordinare la scala dei nostri valori è cercare l’essenziale, ovvero provare a trovare il perno capace di muovere tutti i nostri moti interiori. Ad esem-pio se per qualcuno è essenziale il riposo, allora tutto ciò che ha a che fare con la fatica passerà in fondo alla scala dei valori, così chi vive per divertirsi non darà molto peso all’impegno, chi ha bisogno di attenzioni, non riuscirà a dedicare un po’ del suo tempo a qualcun altro. In questo modo però si rischia di vivere ancorati a emozioni passeggere, a bisogni fasulli e si rimane sem-pre scontenti, nostalgici di qualcosa di vero, saporoso, genuino. Non sempre è un meccanismo che mettiamo in atto in modo consapevole, allora come fare per ri-ordinare la nostra vita così facilmente frammentabile, vulnerabile, l’essenziale cos’è?

Innanzitutto bisogna prendersi del tempo, cosa non proprio scontata al giorno d’oggi, un tempo vero e fecondo per attivare i nostri sensi interni che possano diventare capaci di ascoltare il cuore nelle sue richieste di bene e di verità. Dobbiamo trovare il coraggio di smascherarci, di abbattere i muri di contenimento costruiti per non andare troppo in profondità e soffrire vedendoci nella verità di noi. Per questo è importante scendere nella profondità di noi costan-temente accompagnati dall’Unico che non ci giudica, che ha misericordia, che non ci

abbandona qualunque sia il risultato della ricerca. Fatto questo passaggio, che è tutt’altro che facile, scopriamo sorprendentemente che essenziale è solo la Sua presen-za nella nostra vita, perché Gesù è l’unico a restituire l’uomo all’uomo, nella verità e nell’amore.

L’amore che rimane

Nel cuore tutti scopriamo allora un’immensa nostal-gia e questa altro non è che l’amore che resta al di là del tempo e dello spazio, perché è il filo rosso che ci lega a Lui e ci riconduce nella casa dove Lui stesso ci ha preparato un posto e ci attende. Sapere questo è dare sapore nuovo alla vita, consapevoli che nulla mai ci può separare da questo amore, che non c’è ostacolo che non si possa superare, perché importante non è vivere tanto, ma vivere per sempre, sapere che non siamo soli mai.

Se senti vacillare la fede per la violenza della tempesta, calmati: Dio ti guarda. Se ogni cosa che passa cade nel nulla, senza più ritornare, calmati: Dio rimane. Se il tuo cuore è agitato e in preda alla tristezza, calmati: Dio perdona. Se la morte ti spaventa, e temi il mistero e l’ombra del sonno notturno, calmati: Dio risveglia. Dio ci ascolta, quando nulla ci risponde; è con noi, quando ci crediamo soli; ci ama, anche quando sembra che ci abbandoni (S. Agostino).

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Il dolore, lo squarcio dove entra Dio

PAOlO GIOVANNI MONFORMOSO

spiritualitàLa preghiera nella sofferenza:far battere il cuore al ritmo del Suo (26)

Massimiliano Kolbe ha scritto una formula che, per nulla algebrica, è più precisa di un perfetto teorema: v = V, cioè la vita dell’uomo (v) scorre al meglio, è natural-

mente giusta e vera, quanto più si avvicina all’Identità che Dio ha pensato per ciascuno, quella giusta e vera Vita (V) che attimo per attimo è concepita come il meglio e il buono per ciascuno, secondo la Volontà di Dio.

Quante volte, invece, sentiamo la fatica dell’arran-care quando ciò che vogliamo, magari ostinatamente (v), non coincide con ciò che magari pur sentiamo e sappiamo, in coscienza, essere meglio per noi (V), anche se ci gratifica meno nell’immediato. Certo, siamo liberi di vivere la vita che vogliamo, questa è la nostra libertà, ma quanta fatica talvolta facciamo senza arrivare che

non porta a crescita alcuna! A volte sarebbe sufficiente ricordare che la nostra identità è sempre un’identità di vita, nella Volontà di Dio, e mai di dolore inutile. Beato il sofferente (e la persona in generale) che ha al fianco un accompagnatore, un consolatore o terapeuta, che sa sussurrare sulla sua anima parole di vita, parole che sanno far crescere quella Vita (V) che è già nella sua anima scritta, per allontanare i legami da quella che si sente ormai sbagliata (v).

“Gesù vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me»” (Gv 5,6-7)

A Gerusalemme c’era una vasca con cinque portici chiamata Bethesda (casa di misericordia). Sotto questi portici si trovavano malati di ogni genere: ciechi, zoppi, paralitici; erano in attesa che l’acqua della vasca venisse agitata da un angelo, perché il primo malato che scen-deva nell’acqua veniva guarito. A Bethesda c’era un paralitico che, dal racconto di Giovanni, apprendiamo era infermo da trentotto anni. Paralitico, ed essendolo da 38 anni forse anche un po’ bloccato, forse... depresso, disperato…

Aspettava qualcuno che lo aiutasse a scendere nell’ac-qua quando questa veniva mossa, ma fino ad allora non era accaduto. I giorni passavano, così anche i mesi e gli anni senza soluzione.

La speranza di guarire andava morendo. Ecco, forse, la disperazione.

Ogni volta che qualcuno veniva guarito e non era lui, è possibile che il paralitico ripetesse tra sé: io non ho nessuno che mi aiuti, da solo non riuscirò mai.

Alla situazione di quel paralitico di Bethesda si pos-sono associare tutte quelle persone che sono in qualche necessità, malattia o sofferenza, e la speranza in loro va svanendo, e ancora di più si sentono sole e abbandonate, deluse da un mondo che isola, un mondo malato nella carità, un mondo malato, orgoglioso ed egoista. “Io non ho nessuno”: è il grido dell’anima, taciuto e chiuso nel sé di tante persone a volte in apparenza normali e felici.

Si nasce alla vita da soli e soli si lascia questa vita, e seppure ciò sia una verità, sarebbe buona cosa se nessu-no dovesse provarne la veridicità perché non c’è chi gli faccia provare l’opposto, cioè l’amore…

B. E. Murillo, Cristo guarisce il paralitico alla piscina Betzata, Londra, National Gallery. «Gesù vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: “Vuoi guarire?”».

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Riforma, riformare. Una parola che ci accompagna ogni sera nella visione dei telegiornali che inneggiano al cambiamento. “La riforma” accontenta, soddisfa, fa discutere, acchiappa consensi. Un calderone dove

finisce tutto e il contrario di tutto, un legiferare che a volte riesce anche a far male. In silenzio ma con grande attenzione i cattolici hanno incassato un altro duro colpo. Il divorzio breve è legge; alla famiglia viene assestato un altro duro colpo. Divorzio breve che sveltirà il lavoro nei tribunali, dove la coppia è pregata di non tirarla per le lunghe. La “briciola di coscienza” ancora sveglia nei due contendenti si spegne lasciando spazio alla mera burocrazia. Giudici e avvocati sono chiamati a rendere più svelte le pratiche a loro assegnate “nello spirito della riforma”, si dice, senza indagare se lo spirito dei due contendenti non abbia ancora qualche legame con “l’Amore”. Si faranno statistiche per capire se il divorzio breve avrà risolto il problema delle lungaggini burocratiche, e aggravato lo stato di abbandono in cui vivono tante coppie. Ascolteremo inter-viste di figli che partecipano alle scorribande dei Black Blok, definiti dai genitori come sciocchi irresponsabili . Questo è il contesto dove “ gli orfani “ della famiglia si muovono e operano senza avere spe-ranza di trovare qualcuno che spieghi loro ciò che è bene, ciò che è male. Il divorzio breve affretta la separazione e cancella le speranze di spiegazioni, esame di coscienza, voglia di riprovarci. Nulla può cambiare di fronte a questa occasione di mettere fine con urgenza a “ciò che Dio unisce e che nessuno può separare”: il matrimonio. Nei marmi della Santa Casa di Loreto, tempio della famiglia, i contenuti del divorzio breve sussurrano le preghiere, le invocazioni, la richiesta di protezione dei propri figli da parte di tanti genitori che hanno barattato la propria unione con la falsa libertà del nuovo. Nulla è nuovo se offende la coscienza e calpesta il giuramento di fedeltà annunciato davanti a Dio. E qui, in Santa Casa, la “donna del sì” richiama alla totale dedizione a Dio che, nel suo operare riac-cende desideri, fiamme d’amore, concordia pace a chi ha smarrito lo sguardo del suo uomo o il sorriso della sua donna.

GIOVANNI FERMANI

spiritualità

La legge che separa:

il divorzio breve

Non ho nessuno, e non c’è nessuno che mi aiuta. L’ho spesso sentito ripetere…

A volte, nemmeno le persone più care o gli amici migliori hanno tempo per me, debbono tutti pensare alla loro vita, ai loro problemi, alle loro attività, ai loro affetti: sono solo.

Per il paralitico, il paralizzato nella vita per quanto ancora vivo (e quanti ce ne sono!), sembra non ci sia via d’uscita. L’ho spesso sentito ripetere…

Un giorno Gesù Cristo salì a Gerusalemme passando per Bethesda, vide il paralitico e gli rivolse una domanda:

“Vuoi guarire?”La risposta non si fece attendere:

“Signore, io non ho nessuno che quan-do l’acqua è mossa mi metta nella vasca, e mentre io attendo un altro ci entra prima di me “.

Ma la domanda di Cristo era un’al-tra, non era: “Con chi sei?”.

Eppure per il paralitico la soffe-renza vera non era la malattia, ma la solitudine, l’assenza di carità, di Carità. Gesù gli dice: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”, perché Lui aveva letto le paure del cuore e non solo ascoltato le parole che potevano essere dette dalla mente. Il paralitico fu guarito, prese il suo letto e si mise a camminare.

Sono passati secoli ma ancora oggi tutti possiamo udire, per fede, le paro-le di Gesù: “Vuoi guarire?” dette a noi, o suggerite a noi affinchè le diciamo… Gesù vuole aiutare tutti, non vuole perdere alcuno (è la Sua missione) e sfrutta ogni occasione. Per qualche ragione ognuno ha bisogno del Medico e guaritore dell’anima e del corpo... Ma Gesù ha bisogno anche di noi per farlo…

A Gerusalemme, Gesù si recò alla pisci-na di Bethesda e lasciò una benedizione per il paralitico. Lo amò, non lo lasciò solo. E non lascia solo nessuno, nemmeno ora che è col Padre in Cielo: «Cristo Gesù è Colui che è morto e ancor di più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi» (Romani 8,34). Noi, di presenza o tramite la pre-ghiera, potremmo imitare Gesù che si fa un tutt’uno con ogni sofferente. Lui, il Cireneo per noi.

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Ludovico Seitz, Abramo, particolare, Loreto, Cappella Tedesca. «Basti fermarci al dialogo stupendo tra Dio e Abramo...».

DON DEcIO cIPOllONI

spiritualitàIl Giubileo della Misericordia

La nostra riflessione sul grande evento che ci attende, ci impone di concentrare l’attenzione su questa pregnante parola “misericordia”, perché né sia abusata,

né venga confusa l’opera di Dio che “in essa ma-nifesta la sua onnipotenza divina”.

L’ispirazione profetica di Papa Francesco ha voluto che fosse la misericordia a dare senso e compimento al Giubileo, perché resta “l’architra-ve che sorregge la vita della Chiesa. Nulla infatti del suo annuncio e della sua testimonianza può essere privo di misericordia”. (Bolla di indizione del Giubileo, n.10)

È bene però che tutti ci intendiamo sulla por-tata di questa azione divina, perché sappiamo che Gesù stesso ha detto di non volere la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Papa Francesco incalza affermando “paziente, mise-ricordioso è il Signore e questo trova riscontro concreto in tante azioni della storia della salvezza, dove la sua bontà prevale sulla punizione e sulla distruzione”.

Rileggendo alcune pagine mirabili della Bibbia, ci basti fermarci al dialogo stupendo tra Dio e Abramo, quando nel libro della Genesi al capitolo 18, 20-30 dice il Signore: “Il grido di Sodoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me: lo voglio sapere”. Chi è preoccupato di questa ferma decisione divina, se non Abramo, che cerca di ricorrere ai ripari, invocando misericordia sulle città? Come non essere preoccupati noi oggi, se pensiamo alle nostre città sature di male e povere di bene.

Abramo si rese conto che quelle città avevano toccato il fondo della dissolutezza e della depra-

Nel Giubileo verità e misericordia

si incontreranno

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«Non ci dice il confessore, quando ci inginocchiamo davanti a lui: - Il Signore che illumina i nostri cuori, ti dia una vera coscienza dei tuoi peccati e della sua misericordia?».

vazione, in ogni ambito della vita sociale e privata, per questo supplicò Dio perché risparmiasse almeno i giusti, ma nemmeno dieci se ne trovarono. Fu grande dunque la delusione di Abramo, più grande quella di Dio, che vide consumate nella turpitudine, prima ancora della distruzione, quelle due città.

Se alziamo lo sguardo e tendiamo l’orecchio, anche noi sentiamo oggi il grido della malvagità degli uomini e come Dio volle scendere a vedere allora quanto era grave il male, nella pienezza dei tempi ha mandato Gesù Cristo a far diventare gli uomini giusti.

Benedetto XVI parlando di Giovanni Paolo II disse: “aveva conosciuto e vissuto personalmente le umane tra-gedie del XX secolo e per molto tempo si domandò come si potesse arginare la marea del male”. Interrogativo che continua ad assediare i nostri pensieri e a turbare la nostra speranza.

Marea del male, che senza nemmeno accorgersi ha cominciato a invadere gli spazi sacri della famiglia, rendendo incomunicabile l’amore sponsale, conflittuale quello genitoriale, così da incrementare nel tempo sepa-razioni, aprire nuove convivenze, offrendo più figure paterne e materne ai figli.

Marea di male, che è entrata sempre più vistosamente nel tessuto politico e istituzionale, umiliando fortemente la coscienza democratica, trasformando valori inaliena-bili in qualcosa di opinabile.

A questo proposito Papa Francesco, tanto consapevo-le, quanto amareggiato, parlando ai vescovi italiani ha detto “di non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata, che è riuscita ad impoverire senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunità cristiane”.

Perché non pensare che questo Giubileo vuole essere da parte di Dio uno scendere a vedere se proprio gli uomini di oggi hanno fatto tutto il male di cui il gri-do è giunto fino a lui? Il Giubileo in questa marea di misericordia deve ricondurre gli uomini a professare il proprio peccato, senza reticenze, senza sconti, senza giustificazioni, perché è l’unico modo per commuovere il cuore di Dio che “perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità” (salmo 103,3).

“La misericordia di Dio non è un’idea astratta, ma una realtà concreta con cui egli rivela il suo amore come quello di un padre. Eterna è la sua misericordia“ è anco-ra il Papa ad affermarlo. (n. 6)

Non ci dice il confessore quando ci inginocchiamo davanti a lui “il Signore che illumina con la fede i nostri cuori, ti dia una vera conoscenza dei tuoi peccati e della sua misericordia”?

Di questa illuminazione abbiamo bisogno perché ci sia restituita una coscienza di verità. Se è grande il nostro peccato, e non possiamo ignorarlo, più grande è

la misericordia di Dio.Misericordia e verità si incontreranno. Chi ci aiuterà

a promuovere questo incontro? La santa madre Chiesa, la guida sicura di Papa Francesco, che come un nuovo Abramo dice a Dio, che dieci giusti ci sono ancora tra gli uomini e tra questi ci sono molti cristiani, che danno senso al bene, alla legalità, vigore alla dignità della vita, correttezza all’amore e si impegnano a dare un volto alla misericordia, mentre “lasciate cadere il rancore, la rabbia, la violenza e la vendetta, facendo vostro l’invito del Signore, beati i misericordiosi perché troveranno misericordia”. (n. 9) A questa beatitudine dice il Papa di ispirarsi in questo nuovo Anno Santo.

Di questa beatitudine dovremmo parlare, la sua grazia dovremmo rendere visibile, perché diversamente non potrà passare il Dio della misericordia e del perdo-no. Siano la misericordia e la verità a rivestire questa nostra missione.

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La Sig.ra Cecilia Zeppa nasce a Camerino il 1 Marzo 1926, si sposa e diventa madre di tre figli. A 34 anni, nel 1960,

si reca a Loreto e durante il viaggio in “treno bianco” la sua sofferenza diventa un invito ad orientare verso Dio la vita di un ferroviere ateo che, con sua grande sorpresa, riceve il dono della conver-sione mentre Cecilia guarisce dalla malattia. Ecco, in breve, il fatto segnalato alla Congregazione della Santa Casa il 18 Giugno 1960.

Nel febbraio del 1952 la Signora Cecilia viene ricoverata all’Ospedale “San Sollecito” di Matelica dove i medici riscontrano una nevralgia del trigemino destro che le procura dolori sempre più forti e insopportabili. I me-dici di Matelica le consigliano di recarsi a Roma, ma Cecilia decide di consultare il Prof. Floris a Camerino. Le cure prescritte dal Prof. Floris migliorano sensibilmente la sintomatologia fino agli inizi del 1954, quando i dolori diventano nuovamente acutissimi e insopportabili, per poi attenuarsi naturalmente durante la gestazione del secondogenito, quindi riapparire con manifestazioni accentuate e frequenti dopo il periodo di allattamento. Nel Febbraio del 1959 viene ricoverata all’Ospedale di Macerata per “mal di testa fortissimo” che il Prof. Benigno Baroni giudica “ribelle a ogni cura” tanto che decide di effettuare il trattamento con “iniezioni intra nervose di alcool” (alcolizzazione). La Signora Cecilia viene dimessa il 21 dello stesso mese in “condizioni migliorate”, ma dopo circa due mesi i dolori compaiono di nuovo talmente violenti che la Signora, decisamente fiaccata, chiede ed ottiene di aggregarsi ai malati pellegrini a Loreto. Il 17 giugno 1960 parte con il treno bianco per il Santuario della Santa Casa.

Il caldo è intenso. Durante il viaggio un Ferroviere

decide di abbassare completamente il finestrino vicino al quale è sistemata la barella della Signora Cecilia, ma nel compiere questo gesto la guarda e dice: «Se io vedessi mia moglie così, certo non la porterei a Loreto!». L’uomo, non credente, definisce i pellegrini “tutti fanatici”. Mentre il treno percorre la galleria più lunga del tragitto con il finestrino completamente aperto, la Signora Cecilia peggiora e comincia anche a respirare con fatica perché il fumo la stava quasi soffocando.

Mugugnando e offendendo Dio e la Madonna giunge di nuovo il Ferroviere irritato che, chiudendo il finestri-no, vede Cecilia piangere. Il volto della donna lo com-muove fino alle lacrime e se ne va per non farsi più vivo. Il 18 Giugno i malati vengono portati in Basilica per il primo passaggio in Santa Casa; qui, mentre affida alla Madonna il marito e i tre figli, la Signora Cecilia prova un “male indescrivibile e improvviso” ma anche un “bene indescrivibile”. L’istinto è quello di saltare giù dalla ba-rella, ma per un certo ritegno e per timore di ingannarsi

PROF. FIORENzO MIGNINI

guarigioni a LoretoL’Osservatorio Medico “Ottaviano Paleani” è stato stabilito presso la Santa Casa di Loreto il 2 Febbraio 2012 al fine di constatare, raccogliere i fatti ed effettuare la valutazione di ciascun caso di guarigione apparentemente inspiegabile, nonché di monitorar-ne l’evoluzione per almeno un anno attraverso un’attività professionale qualificata. Il materiale proposto in questa rubrica proviene dall’archivio dell’osservatorio. Per ulteriori informazioni si può consultare il sito: www.osservatorioloreto.org

Cecilia Zeppa in barella - indicata dalla freccia - nel suo pellegrinaggio a Loreto con l’Unitalsi, nel giugno 1960.

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Cecilia Zeppa

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María Visión Nuova emittentetelevisiva a Loreto

E’ un’emittente di ispirazione cattolica il cui obiettivo è l’evangelizzazione e vuole essere uno strumento al servizio del Vangelo, che pone particolare attenzione sul cammino spirituale e sui valori veri della vita nel mondo di oggi.

Maria Visión propone IN DIRETTA nel proprio palinsesto: S. Messa dalla Santa Casa (ore 7.30); l’Adorazione Eucaristica; il Rosario; Lodi e Vespri; trasmissione di catechesi e formazione alla vita e ai valori cristiani.

Trasmette da Loreto in sei regioni: Marche canale n. 602; Lombardia canale n. 171 ; Trentino Alto Adige canale n. 641; Veneto canale n. 98; Emilia Romagna canale n. 684; Roma canale n. 670.

Puoi vederci in streaming su : www.mariavisionitalia.it – diretta TVtel. 071-7501707; email: [email protected] Visión : piazzale Lotto n. 5 - Loreto.

La sede è a ridosso delle absidi della Basilica. Accoglie tutti coloro i quali desiderano conoscerla, visitare gli studi ed unirsi in preghiera nella cappella privata dove si tiene l’adorazione continua in qualsiasi orario della giornata.

Le Sante Messe puoi vederle in streaming anche su www.santafamigliatv.itSante Messe feriali: ore 7.30 - ore 11.00 - ore 17.00Sante Messe domenicali: ore 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.00 - 17.00

non compie quel gesto mentre i barellieri la riportano al suo posto nella navata centrale della Basilica. Al pasto di mezzogiorno nota che la mandibola “scricchiola ma non fa più male” e avverte di nuovo gli odori; toglie gli occhiali da sole, ma adesso riesce a sopportare la luce. In maniera inattesa, le si avvicina il Ferroviere che dice: «Signora, non sa cosa è successo in Santa Casa oggi! Lei probabilmente voleva la sua grazia, ma c’ero io tra la Madonna e lei, c’ero io peccatore, Signora!

Allora sono scappato, ho preso un confessore, mi sono scaricato dei miei peccati e ho fatto la comunione per lei, Signora». Rientrata da Loreto il 20 Giugno, alla stazione di Castelraimondo il Ferroviere cerca il marito di Cecilia per dirgli: «Sua moglie è guarita». La Signora Cecilia si sottopone alla visita medica del Dr. Sestili il quale dichiara di averla trovata «completamente tra-sformata; nel suo volto non c’è più quella espressione di dolore ed essa non dimostra più quella sfiducia nella guarigione». Il Dr. Sestili conclude: «Il dolore è comple-tamente scomparso, la Signora è allegra e sorridente, accudisce a qualsiasi lavoro, anche superiore alle sue forze e ciò fa per vedere se lo strapazzo le fa ritornare il dolore. Si è ingrassata, l’anemia è scomparsa e dimostra un benessere fisico mai avuto in precedenza» .

L’archivio custodisce, tra l’altro, la lettera di una Signora, Elvira Cingolani la quale scrive: «Carissima Cecilia, ho letto su l’Avvenire di domenica l’articolo

sulla sua straordinaria guarigione e permetta che le faccia i più vivi rallegramenti anche a nome della altre Assistenti. Siamo proprio felici di questa grazia che ha ricevuto. La preghiamo di dire un’ Ave Maria per noi e una particolare per i miei figli».

Cecilia Zeppa, dopo la

guarigione, in Santa Casa, il

13 agosto 1960, con il marito

Mario Palmieri, in occasione della

Prima Comunione della figlia Rosanna.

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 257

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Venerabile Paola Renata Carboni (1908-1927)

P. MARcEllO MONTANARI

ogni santità passa a Loreto

È nata a Montefalcone Appennino (FM) nelle Marche. Il papà Raffaele, valente chirurgo e medico condotto di Grottazzolina, era un ateo convinto. Formatosi in una cultura po-

sitivista e materialista, educò i suoi figli a mantenere le giuste distanze dalla religione e a odiare la Chiesa. Paola fu battezzata di nascosto dalla zia Giuseppina Maieski quattro anni dopo la nascita.

Nonostante i divieti del padre in fatto di religione, Paola fece amicizia con la piccola Maria, la cui mam-ma, molto religiosa e attiva nella Gioventù femminile dell’Azione Cattolica, si adoperò per farle conoscere Dio e a studiare il catechismo all’insaputa dei genitori. Nel 1922 ricevette segretamente la prima Comunione e la Cresima. Papà Raffaele, per distogliere la figlia dalla fede, affidò Paola alla sorella Pia, incaricandola della sua “rieducazione” atea.

Paola trovò mille stratagemmi per continuare la pratica religiosa, poi decise di affrontare la situazione con coraggio affrontando il padre a viso aperto. Paola ormai professava una fede totale, da vera innamorata di Cristo. Scrisse nel 1922: “Compresi profondamente tutto ciò che di più prezioso c’era nella Verità del Vangelo, conobbi tutti i tesori, tutte le ricchezze del cristianesimo; cominciai una vita veramente nuova. La carità, la sem-plicità, l’umiltà, la purezza di Gesù mi innamorarono e desiderai farle mie”.

Amava pregare e stare in compagnia di Gesù presen-te nell’eucaristia. Ascoltava la Messa con grandissima devozione, rimanendo sempre in ginocchio e tutta im-mersa nella preghiera. Diceva che le ore più belle sono quelle che si passano ai piedi del Tabernacolo: “Colui che è nascosto ci vede, ci insegna il bene, ci guida nella buona via: accanto a lui non si sbaglia”.

Fece della conversione della sua famiglia la sua mis-sione, offrendosi vittima per la conversione del padre e dei suoi familiari. La sua giovane età non le impedì di essere matura e capace di amare tutti e di accogliere le sofferenze e i problemi delle persone che incontrava.

Nella vita spirituale prese come modello s. Teresa di Lisieux e come lei si recò devotamente a venerare la Madonna nella Santa Casa di Loreto. Si iscrisse all’Azio-ne Cattolica e nel 1926 fu nominata segretaria diocesana

della Gioventù Femminile. Il 21 maggio 1927 confermò la sua dedizione a Dio con il voto di verginità.

Già malaticcia e fisicamente debole, contrasse il tifo cui si aggiunse la setticemia per colecistite, con febbri al-tissime. Morì a Grottazzolina all’età di diciannove anni, l’11 settembre 1927. Lasciò scritto: “No, non credere che io soffra. La malattia mi è cara, perché per mezzo di essa posso offrire qualche cosa al mio Gesù”. Il suo sacrificio ottenne la conversione dei familiari, compreso il padre, che si convertì durante l’ultima sua malattia e prima della morte volle ricevere tutti i sacramenti.

258 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015

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EDITORIALEDon Paolo VolPe, Direttore Del Centro Giovanni Paolo ii

Preghiera e formazione

Da Lunedì al VenerdìOre 8,00 LodiOre 19,00 EucaristiaOre 19,30 Vespri

Ogni GiovedìOre 19,30 Adorazione e Vespri

SabatoOre 8,00 Eucaristia e Lodi

DomenicaOre 11,00 Eucaristia

I° Martedì ore 21,15Adorazione Eucaristica Vocazionale

II° e IV° Venerdì del mese ore 21,15Lectio divina sul Vangelo di Luca

III° Martedì del mese ore 21,15Preghiera Mariana

dal Centro Giovanni Paolo

ll

inse

rto giovani

Tempo in cui gli orizzonti e le por-te del Centro si allargano… L’Italia e l’Europa diventano, ogni anno, i protagonisti delle nostre estati e si respira davvero intensamente un’a-ria di Chiesa in senso “universale”.

Intanto vorrei condividere con voi l’entusiasmo e la gioia di questi primi mesi del nostro operato e lo faccio fornendo alcune cifre impor-tanti: da dicembre 2014 a maggio 2015 ben 12542 persone hanno messo piede – ma soprattutto cuore e anima – al Centro GPII, chi per un giorno, chi per due, chi per setti-mane, chi per formazione, chi per celebrazioni varie…. Sono stati 164 i gruppi accolti, provenienti per lo più dalle diocesi marchigiane e 1473 sono stati i giovani che la Comunità ha direttamente affiancato nell’a-nimazione di itinerari spirituali e accompagnamento nella fede. A vegliare nella Santa Casa abbiamo accompagnato e guidato 800 giova-ni… Cresimandi, studenti, fidanzati, giovani con i quali condividiamo il cammino di fede e la spiritualità che questo luogo suscita e professa, a nome di Papa Francesco, secondo lo spirito e il desiderio di San Giovanni Paolo II. Insomma, il Centro ha fatto sicuramente “Centro” e di questo ne siamo grati alla Provvidenza e a tutte le persone che si fidano di noi e si affidano a noi.

Tornando all’estate, centro di tutte le attività è sicuramente il VII CAMPO ECUMENICO che «d’Europa e non, di

diverse confessioni Cristiane, in una convivenza che dice forte quanto è bello e quanto è possibile essere uno secondo il cuore e il desiderio di Gesù.

A riguardo, nelle pagine successive, troverete alcune notizie in più, tra programma, testimonianze e info che vi permetteranno di entrare più a fondo nel clima di questa esperienza importante di ecumenismo che, sicu-ramente, ci ricorda e ci rimanda ai gio-vani d’Europa del ’95, evento da cui ha preso forma e concretezza l’idea del Centro come “casa dei giovani”.

A giugno abbiamo condiviso per dieci giorni l’esperienza di campo scuola con i giovani e i loro pastori di due parrocchie luterane svedesi, di Vadstena e Linkoping: amicizie ed esperienze di fede nate appunto negli anni attraverso il campo ecumenico che si rafforzano e cre-scono sempre di più. È bello vedere come anche Maria di Nazareth contribuisce a creare ponti per l’unità nella fede in Cristo. Il gruppo di Vadstena si sta preparando a ricevere la Confermazione e il loro soggiorno a Loreto ha approfondi-to la figura dell’ essere discepolo di cui Maria ne è modello.

Questi nostri amici svedesi la comunità del centro li aveva già incontrati nelle loro parrocchie a Marzo, quando con le varie dele-gazioni si è programmato il Campo Ecumenico del prossimo luglio.

Roma, Foligno, Perugia, Bari, Treviso, Brescia, Molfetta, Orvieto,

Castel Goffredo, Milano, Napoli, Trento, Asti, Avezzano… sono alcuni dei paesi di provenienza “fuori regio-ne” dei gruppi che ci faranno visita durante l’estate per vivere Loreto e Montorso come «un luogo (una casa concreta), un tempo organizzato e un laboratorio pastorale per l’accom-pagnamento umano, spirituale e vo-cazionale. Supportati dalla maternità della Chiesa e in un confronto con l’esperienza di Maria di Nazareth, i giovani che passeranno per il Centro possano esprimere liberamente il proprio “si” a Dio e all’uomo in un’esperienza di vita modellata su Gesù Cristo e la sua sequela» (dal

“Documento di intenti per la realizza-zione del PROGETTO PASTORALE del Centro Giovanni Paolo II”).

Tempo d’estate!!!

dal Centro Giovanni Paolo ll • Luglio - Agosto 2015

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Attraverso l’amicizia e comunione con i giovani delegati della chiesa luterana, anche i Giovani del Campo Ecumenico di Loreto (italiani e non), insieme con i delegati dalle varie confessioni, hanno partecipato dal 5 al 7 giugno scorso all’incontro per tutte le parrocchie luterane della diocesi di Aarhus che hanno un rapporto di gemellaggio con le parrocchie e le chiese nelle varie parti del mondo: Ungheria, Tanzania, Lettonia, Romania e Italia, in particolare con le parrocchie romano-cattoliche di Belvedere.

Ci siamo trovati: ortodossi della Romania, luterani della Svezia e Danimarca e romano-cattolici Italiani. Vivere questo incontro è stato un godere dell’amiciza e delle relazioni approfondite in tanti anni di incontro e scambi. Con semplicità ed amore, abbiamo camminato sui passi della relazione costruita al di là

di quelle che, per tanti, oggi, nel mondo, sembrano barriere che separano (lingua, cultura, tradizioni, fede).

C’è una lingua che è al di sopra della lingua parlata e quella è la lingua del cuore che abbatte tutti i muri e ci porta verso gli altri e a vivere gli altri come ricchezza ed esperienza di vita. Con i nostri giovani abbiamo partecipato agli incontri con i giovani delle chiese locali e scoperto tantissimi progetti: visitando le comunità parrocchiali luterane, partecipando ai workshop sulle sfide davanti alle quali si trova la Chiesa cristiana di oggi, conoscendo le diverse culture e tradizioni, alla fine una domanda ce la siamo fatti e ce la siamo riportati a casa: che cosa puoi fare tu nella tua chiesa, nella tua cultura, nel tuo paese quando torni a casa?

Sr. Marija Loncar

Il settimo Campo Europeo Ecumenico per i giovani «Da EurHope a EurHome» si terrà a Loreto - Centro Giovanni Paolo II da mercoledì 29 luglio a mercoledì 5

agosto 2015. Come ogni anno il tema e gli argomenti scelti per questo meeting sono frutto di un’ampia condivisione che ci ha portato a crescere in amicizia e

comunione intorno al Signore Gesù. Abbiamo accolto ben volentieri la proposta degli amici Luterani di prendere spunto da un’idea del vescovo Martin Lönnebo. La sua idea

prende il nome “Le perle della vita”: che è molto di più di un semplice modo di pregare. Le perle vogliono essere un invito a scoprire il mistero profondo della vita. Pensiamo che i giovani dell’Europa possano trovare in questa proposta un aiuto perché possano “prendere il largo” e vivere una vita felice seguendo Gesù.

Da Eurhope a Eurhome“Prendi il largo” (Lc 5, 1-11) - Le perle della vita

Loreto - Centro Giovanni Paolo II 29 Luglio - 05 Agosto 2015

Giornate di luce e dell’incontro in Danimarca

dal Centro Giovanni Paolo ll • Luglio - Agosto 2015

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A metà ottobre ci siamo incontrati a Oradea con tutte le delegazioni (Danimarca, Inghilterra, Svezia su skype, Romania e Italia) per preparare il prossimo campo ecumenico di Loreto 2015.

Sono stati 3 giorni magnifici passati in un clima unico di famiglia, una famiglia un pò allargata in tutta Europa. Anche se ci vediamo 3 volte all’anno è come se non fosse passato un giorno dall’ultima volta che ci siamo incontrati. C’era un clima speciale: tutti erano pronti a perdere la propria idea per accogliere quella dell’altro, volevamo che fosse Gesù in mezzo a noi a parlare e a decidere. Sentiamo che il campo ecumenico è un vero dono di Dio e non opera nostra e c’era una volontà da parte di tutti di mettersi in ascolto Suo e non di proporre o

fare. Sicuramente l’accoglienza e l’ospitalità hanno contribuito a costruire questo clima di amore tra di noi. Ci siamo sentiti proprio a nostro agio e in famiglia, come se fossimo a casa nostra. In questi viaggi sperimentiamo sempre la bellezza e la ricchezza della diversità anche dove, per ora, la diversità significa divisione. E’ stato importante, per questo ritiro di preparazione, accogliere la croce degli oratori, una croce che ha fatto il giro del mondo, che ha visto tante storie e ha accompagnato tante persone. Questo momento ci ha particolarmente toccati perché abbiamo potuto rimettere a fuoco la nostra scelta: seguire Gesù crocifisso e abbandonato. La via ecumenica è una via di divisione e sofferenza e seguirla significa mettersi proprio sulla ferita della Chiesa. Solo con questa consapevolezza, amare “fino all’abbandono del Padre”, ci sentiamo di poter essere strumenti per questo immenso disegno di Dio “Che tutti siano uno”. Questo momento ci ha preparato il cuore per tutto quello che è seguito. Non è soltanto la sofferenza di sentire la divisione, soprattutto nell’Eucaristia, ma anche la felicità di stare insieme. Non sono mancati infatti momenti dedicati al divertimento: cene fuori, spettacoli di canto e balli, un bagno alle terme… Dopo il nostro soggiorno a Oradea abbiamo avuto il piacere di trascorrere una giornata a Resita dove abbiamo incontrato alcuni giovani ortodossi del Liceo National Traian Lalescu. Dopo questa forte esperienza di Dio il ritorno a casa è stato faticoso ma in questa fatica abbiamo trovato la forza per portare questa esperienza nelle nostre realtà.

Elena e Marco

PROGRAMMA

Mer 29/07 Arrivi, sistemazioni e presentazione

Mar 30/07 La Perla di Dio – Perla d’Oro

Ven 31/07 La Perla dell’Io e del Battesimo – Perle Bianche

Sab 01/08 La Perla del Deserto – Perla MarroneLa Perla della Creazione – Perla Verde

Dom 02/08 La Perla della Serenità – Perla Blu

Lun 03/08 Le Perle dell’Amore – Perle RosseMar 04/08 La Perla della Notte e della Resurrezione – Perla Nera e Bianca

Mer 05/08 Ritorno alla Perla di Dio – Perla d’Oro - Partenze

Per saperne di più… www.ecumenicalcamp.com oppure www.giovaniloreto.it

Da Loreto a Oradea e Resita

dal Centro Giovanni Paolo ll • Luglio - Agosto 2015

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Sono stati con noi…

SUL CENTRO

SCATTI

Volete scriverci?Volete mettervi in comunicazione coi vostri coetanei attraverso que-

sto giornale? Allora mettetevi in contatto con noi.

Don Paolo [email protected]

Centro Giovanni Paolo IIVia Montorso n.3 - 60025 Loreto (AN)tel. 071.7501552 [email protected]

Per saperne di più, visitate il NUOVO SITO

www.giovaniloreto.it

Centro Giovanni Paolo II – Loreto

dal Centro Giovanni Paolo ll • Luglio - Agosto 2015

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IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 263

il “Messaggio” intervista…VITO PuNzI - ufficio stampa santuario di loreto

Gianriccardo PiccoliIntervista a

Nato a Milano nel 1941 e formatosi all’Accademia di Brera, Gianriccardo Piccoli risiede da tempo a Bergamo, ma lavora anche a Basilea, in Svizzera. Artista di rilievo internazionale, Piccoli espone dal 4 luglio al 16 agosto 2015 presso il Museo-Antico Tesoro di Loreto una serie di sue opere ispirate al pittore veneziano Lorenzo Lotto (1480-1556), che nel 1552 decise di trascorrere i suoi ultimi anni a Loreto e di vivere da oblato della Santa Casa, dunque dedicando la propria vita e tutti i propri averi al santuario lauretano. La mostra, intitolata “Sulle orme di un’anima”, verrà trasferita a Bergamo, presso il Palazzo della Ragione, per essere lì inaugurata il 26 agosto 2015, festa di Sant’Alessandro, patrono della città lombarda.

Bergamo è la Sua città d’adozione ed è stata anche una delle città di Lorenzo Lotto, quindi il legame tra Lei e l’artista veneziano potrebbe sembrare scontato, ovvio, ma ci racconti com’è iniziato il Suo interesse per l’opera e la personalità di Lorenzo Lotto. C’è qualcosa in particolare che, nell’ispirazione, nelle motivazioni del fare arte, nel rapporto con la bellezza, La fa sentire vicino a Lotto?

Devo confessare che il mio interesse per Lotto è più affascinato dalla condizione esistenziale pellegrina da Venezia verso centri minori che dalle opere. Ho molto amato nei suoi scritti alcuni passaggi di estrema parsimonia e di devozione professionale che non fanno pensare alla grandiosa manifestazione espres-siva raggiunta nel lavoro dove in una struttura di rigoroso impianto classico intervengono scatti dinamici che in un certo senso frullano la composizione in movimenti rotatori generando quell’ inquietudine che caratterizza la perso-nalità di Lotto. Una vita semplice capace in pittura di così complesse premo-nizioni spesso incomprese nel proprio tempo. A Bergamo la frequentazione dei capolavori presenti in città non può che stimolare la conoscenza di quel discorso narrativo così determinante per il contenuto delle opere. Ho cercato sovente di rivisitare la pala di S. Bernardino leggendone la struttura compositiva ma il fallimento per l’impossibilità disegnativa di una così grande opera mi rimandava al Libro Delle Spese Diverse facendomelo adottare come fosse necessario passare da quell’esperienza per capire il tutto.

Prima di affrontare creativamente il Suo rapporto con Lotto, era mai stato a Loreto? L’incontro con l’ultima opera del veneziano, la “Presentazione di Gesù al Tempio”, così intima con il santuario lauretano, l’ha forse aiutata a cambiare il modo di guardare a quel luogo, alle pietre della Santa Casa?

La “Presentazione di Gesù al Tempio” era stata già da me super-ficialmente studiata nella parte alta nella mostra :Stanze per Villa Panza del 2009 ma rivisitando l’opera in occasione del progetto espositivo a Loreto sono stato riassorbito da quella vuota solitu-dine dello spazio. Mi sono immaginato il pittore nella sua cella testimone del tempo, passato in uno studio ultimo a dipingere l’opera. L’artista nella condizione definitiva è entrato nella mia vita , si è trasferito in attesa della vendita di quel “materassetto” ultimo unico bene rimasto e il primo oggetto emozionale del mio interesse per Lotto.

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Nella Mostra di «Iconografia mariano - laure-tana contemporanea», allestita a Loreto nel 1995, durante il VII Centenario Lauretano, figuravano otto quadri dell’Annunciazione

di altrettanti pittori contemporanei, ora custoditi nel Museo-Antico Tesoro. Ne segnaliamo quattro di più immediata decifrazione per i lettori.

Paolo Baratella: «Ecco la serva del Signore»

Rappresenta, a mezza figura, l’angelo con il giglio davanti a Maria a mani giunte, in un gesto di devoto

ossequio, che fanno venire in mente le sue parole: «Ecco sono la serva del Signore» (Lc, 1, 38).

La scena (cm 100x100), costruita su fiammeggianti lu-mescenze e giocata su un registro di rossi dai fondi cupi, evoca le due figure appena sbozzate, come provenienti da remote e misteriose lontananze.

Gigino Falconi: «L’angelo Gabriele fu man-dato da Dio»

L’artista rappresenta l’Annunciazione (cm100x100) fuori dagli schemi iconografici tradizionali, collocando la fanciulla nazaretana all’aperto, seduta a terra, a fianco

Palo Baratella, Annunciazione. Gigino Falconi, Annunciazione.

264 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015

P. GIuSEPPE SANTAREllI I vangeli dell’infanzia nell’arte lauretana

Quattro Annunciazioni di altrettanti pittori contemporanei (12)

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Giancarlo Ossola, Annunciazione. Piero Vignozzi, Annunciazione.

di alcuni alberi e di un cumulo di pietre, allusive forse al materiale con cui era costruita la sua casa. Dall’alto, in lontananza, scende l’angelo che fa venire in mente que-ste parole: «Al sesto mese l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret» (Lc 1, 26). Sul lato destro si scorge una conchiglia con dei fiori accanto, simbolo della verginità di Maria.

La scena è inondata da luci chiare, come la veste dipa-nata della fanciulla che volge gli occhi al messo celeste, immerso in un diffuso chiarore che maggiormente spic-ca di fronte al cupo scenario degli alberi e delle rocce. Il cielo irrompe sulla terra, «atomo opaco dal male», e la inonda di luce divina.

Giancarlo Ossola: «La potenza dell’Altissi-mo ti coprirà con la sua ombra »

L’artista raffigura la scena dell’Annunciazione (cm 90x60) all’interno della casa di Maria, immaginata come una chiesa con colonne e trabeazione. Maria sta in piedi davanti a una specie di edicola, con le mani raccolte sotto un velo, mentre l’angelo di fronte, in ginocchio su un globo di nubi, la saluta con le dita spiegate, reggendo nella mano sinistra il rituale giglio. Un chiarore dall’alto

piomba sulla scena, allusivo alla «potenza dell’Altissi-mo» che copre Maria con la sua ombra (Lc, 1, 35).

Il dipinto è di segno quasi impressionistico, con «i volti senza volto» dei due dialoganti, che però nel gesto esprimono un sublime e arcano linguaggio. L’architettura della scena si direbbe classica, ma è come riassorbita dal colore, è sbozzata, a macchia.

Piero Vignozzi: «Lo Spirito Santo scenderà su di te»

Singolare invenzione pittorica (cm100x135), nella quale l’artista riprende la figura dell’angelo dipinta da Orazio Gentileschi nella celebre Annunciazione, custodi-ta nella Galleria Sabauda di Torino, in una suggestiva interpretazione aerea e sfumata, e la colloca davanti alla porta chiusa - con la soglia infiorata - della casa di Maria, che non compare ma si immagina soltanto all’interno. E’ un rovesciamento di situazione: è visibile l’invisibile ed è negata allo sguardo la concreta fanciulla di Nazaret.

L’angelo Gabriele indica con il dito il cielo a signifi-care che Maria concepirà per opera dello Spirito Santo (Lc 1, 35).

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 265

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La ricerca sulla diffusione del culto mariano-laureta-no nel mondo cattolico è come il classico «Pozzo di

San Patrizio», del quale non si scorge mai il fondo. Qui piace segnalare due interessanti testimonianze, quella di Passogatto di Lugo di Romagna e quella di Mompiano.

Passogatto di Lugo

A Lugo di Romagna (Ravenna) esiste una località denominata Passogatto, situata entro la circoscrizione della parrocchia di S. Evaristo. Vi si trova un artistico oratorio dedicato alla Madonna di Loreto. Alcune cronache della fine del secolo XVI segnalano una piccola immagine della Madonna di Loreto, collocata in un trivio, a nord est

di Passogatto, collocatavi da un pio pellegrino lauretano. L’immagine, per alcuni casi considerata prodigiosa, cominciò a riscuotere viva devozione. Per questo nel 1709 la popolazione decise di erigere un oratorio in onore della Madonna di Loreto. I lavori iniziarono il 7 ottobre, festa della Beata Vergine del Rosario, istituita in memoria della vittoria di Lepanto (1571). Il parroco del tempo, don Fagioli, nel registro parrocchiale, scrisse in data 8 ottobre 1709: «Abbiamo benedetto e posto la prima pietra dell’Oratorio di Passogatto».

Stando ai documenti dell’Archivio di Stato di Ravenna, i lavori di costruzione si protrassero per circa cinque anni, sotto la direzione del fabbriciere Santo Rossi, morto nel 1714. A lui subentrò don Antonio Guerrini. Il nuovo edificio fu benedetto e inaugurato l’8 settembre 1715, festa della Natività di Maria, solennemente celebrata a Loreto, e fu arricchito di un lascito di Giuseppe Guerrini, zio di don Antonio, destinato all’abbellimento e al mantenimento dell’oratorio.

A partire dal 1869, il piccolo edificio sacro cominciò a subire un progressivo decadimento, fino al saccheggio e all’incendio del 13 giugno 1914, durante la nota «Settimana rossa». Dalla seconda metà del secolo XX, per le cure dei parroci, l’oratorio poco a poco cominciò a riprendere vita. E’ stato sottoposto anche a un importante restauro, inaugurato nel 1995 e, nel 280° anniversario della sua dedicazione (8 settembre 1715), fu nuovamente dedicato alla Vergine Lauretana.

Passogatto, Oratorio di Santa Maria di Loreto.

Passogatto, Statua della Madonna di Loreto.

266 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015

nel Loreto nel mondo

Nuove acquisizioni: Lugo e Mompiano

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Il 13 maggio l’arcivescovo Giovanni Tonucci ha portato in aereo una statua della Madonna di Loreto nell’hangar “Tito Minniti” a Reggio Calabria, dopo che dallo stesso era stata bene-

detta in Santa Casa nella messa delle ore 7,30. La statua è stata collocata in un’apposita edicola.

Essa ha avuto una calorosa e devota accoglienza. Durante la cerimonia d’installazione del simulacro, svoltasi al 5° Reparto Volo della Polizia, gli aviatori hanno recitato una preghiera di consacrazione alla Madonna, loro celeste patrona. Nella targa apposta alla statua sono state incise le parole iniziali latine della Consacrazione a Maria secondo il testo di san Luigi M. de Montfort. Insieme all’arcivescovo Tonucci erano presenti l’arcivescovo di Reggio Calabria - Bova mons. Giuseppe Fiorini Morosini e autorità civili e militari.

Da qualche anno se ne è presa cura la benemerita Confraternita della Madonna di Loreto di Imola.

L’oratorio, con pianta a croce greca, esibisce garbate forme barocche e si configura come un gioiellino di architettura in ambito locale.

All’interno si conserva una statua sei-settecentesca, la quale ha subito gravi danni durante le intemperanze della «Settimana rossa», quando fu perfino bruciata la sua testa nell’incendio appiccato alle suppellettili sacre dell’oratorio.

Mompiano

Nel territorio di Mompiano (Brescia) esistono diverse edicole maria-ne. Nell’ambito della parrocchia di San Gaudenzio, si trova un’interes-sante immagine della Traslazione della Santa Casa, sfuggita all’indagine promossa dalla Congregazione Universale sul culto mariano-lauretano nel mondo.

Si tratta un affresco di Casa Pasolini, che rappresenta la Madonna a mezza figura sopra la Casa con tetto a spioventi, nell’atto di reggere il Bambino Gesù, che è a figura intera e poggia i piedi sul tetto del sacro edificio.

Due angeli in basso, uno a destra e uno a sinistra, sorreggono l’edi-ficio nazaretano, il quale presenta una singolarità, perché mostra non uno ma due campanili, molto simili, ai due lati.

Stando ad alcuni indizi iconografici e stilistici, si potrebbe avanzare l’ipotesi che l’affresco sia stato eseguito intorno alla metà del secolo XVI. Lo suggerisce anche il fatto che la Casa - chiesa esibisce una sola porta, al centro della parete, la quale, nell’edificio originale di Loreto, fu chiusa intorno al 1535.

Mompiano, Traslazione della Santa Casa.

Una statua della Madonna di Loreto a Reggio Calabria

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 267

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268 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015

Novità Bibliografiche

il cardinale Kurt Koch, presidente di Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha pubblicato un sostanzioso volume in lingua tedesca, tradotto da Vito Punzi (addetto stampa del santuario di Loreto), dal titolo: Il vincolo tra amore e ragione. Sull’eredità teologica di Benedetto XVI.

L’autore mette in risalto che l’intreccio di verità e amore non ha determinato solo l’orientamento del pontificato di Benedetto XVI, ma è stato piuttosto il pensiero guida del suo lavoro quale teologo. Quelle parole costituiscono in un certo senso il filo rosso nell’esistenza e nell’azione di Joseph Ratzinger come teologo, vescovo e papa.

L’autore scandaglia l’argomento con penetranti osservazioni che bene evidenziano la teologia e il magistero del papa emerito. Egli ha modo di citare anche la visita di Benedetto XVI effettuata a Loreto il 4 ottobre 2012, nel 50° anniversario del pellegrinaggio di Giovanni XXIII alla Santa Casa di Loreto, alla vigilia dell’apertura del Concilio Vaticano II. E così commenta: «Si è trattato di un bel gesto che Papa Benedetto XVI ha voluto compiere nuovamente, dopo 50 anni, il 4 ottobre 2012, recandosi in pellegrinaggio a Loreto per affidare alla Madre di Dio l’Anno della Fede, proclamato in ricordo dell’apertura del Concilio Vaticano II e l’imminente Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “La nuova evangelizzazione

per la trasmissione della fede cristiana”»._______________

Card. Kurt Koch, Il Vincolo tra amore e ragione. Sull’eredità teologica di Benedetto XVI, Libreria Editrice Vaticana 00120 – Città del Vaticano (tel. 06.698.81032), pp. 232, € 16

Mons. Paolo Giulietti, vescovo ausiliare di Perugia, e Chiara Serenelli hanno dato alle stampe un opuscolo, ricco di notizie e di illustrazioni, dal titolo: La Via Lauretana. A piedi da Assisi a Loreto. Vi è allegata una specie di cartina (Percorsi-Catalogo 2015). Si tratta di una guida del pellegrinaggio a piedi tra Assisi e Loreto, distanti 150 km, due delle più antiche mete di pellegrinaggio in Italia, sull’antico tracciato della Via Lauretana tra Roma e Loreto: da una parte la città di san Francesco, dell’altra la città che ospita la Santa Casa di Nazaret.

Le unisce un itinerario di una settimana, percorribile in entrambe le direzioni, immerso in una natura incontaminata dei boschi dell’Appennino, tra verdi vallate umbre e marchigiane e tante località suggestive, come Spello e Tolentino.

La guida comprende le mappe dettagliate, la descrizione del percorso, le altime-trie, cosa vedere e dove pernottare. Una serie di approfondimenti spirituali, storici, artistici e naturalistici danno la chiave di lettura di questo ricco tracciato, aiutando i pellegrini a decifrare i luoghi che attraversano, grazie all’esperienza di chi l’ha fatto prima di loro.

________________P. Giulietti – C. Serenelli, Via Lauretana. A piedi da Assisi a Loreto, Cart’Armata

edizioni – Terre di mezzo Editore, Via Calatafimi, 10 – 20122 Milano (Tel. 02.83242426; e-mail: [email protected]), pp. 152, senza prezzo.

Uno studio sull’eredità teologica di Benedetto XVI

La Via Lauretana: A piedi da Assisi a Loreto

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Storia della corona della Vergine lauretana e di due calici legati a Padre Pio

Nel mese di marzo 2015 i signori Gianfranco e Sandra Malagoli, titolari dell’omonima Ditta Orafa di Modena, venuti a

Loreto per interessamento dei coniugi Nella e Marco Gerundini di Ancona, hanno generosa-mente offerto al Santuario le pietre preziose e il lavoro per integrare le parti mancanti delle Corone della Madonna e di Gesù Bambino, ed inoltre del Calice di S. Pio da Pietrelcina.

Oltre ad esprimere la nostra gratitudine ai coniugi Malagoli per la loro munificenza, vo-gliamo ricordare che esiste una correlazione tra queste opere.

Le corone furono ideate da Padre Pancrazio Gaudioso, cappuccino e fondatore della Fraternità Francescana di Betania. A quel tempo egli era un fratello laico, addetto alla custodia della Santa Casa e proprio in occasio-ne dello svolgimento del proprio lavoro, notò che la corona della Madonna era bella, ma che si sarebbe potuta realizzarne una più degna di cingere il capo della Regina. Coinvolgendo al-cuni figli spirituali di P. Pio, che spesso, dopo aver visitato S. Giovanni Rotondo, sostavano a Loreto, Fra Pancrazio riuscì a portare a com-pimento il progetto nel maggio del 1958. Il 12 settembre dell’anno precedente aveva scritto a papa Pio XII, per comunicargli l’iniziativa, per invitarlo ad offrire un proprio contributo, quale segno del suo amore per la Vergine, e per benedire le corone. Il pontefice rispose affermativamente e avrebbe dovuto presenziare al rito dell’incoronazione, ma venne a mancare nell’ottobre del 1958.

Padre Pancrazio decise di impreziosire ulteriormente l’opera e di scrivere al nuovo papa, Giovanni XXIII, ugualmente per metterlo al corrente dell’opera, per chiedergli di parteciparvi e di presenziare l’incoronazio-ne a Loreto. Anch’egli si mostrò favorevole e il 4 ottobre del 1962 giunse a Loreto per incoronare la statua.

La corona esprime le tre dimensioni in cui si decli-na la regalità di Maria. Le stelle della fascia superiore indicano Maria Regina del cielo. Le colline della fascia centrale, ornate come le stelle da brillanti, esprimono

Maria Regina della terra. Le linee ondulate decorate di smeraldi della parte inferiore significano Maria Regina del mare. In cima alla corona risplende la croce realizzata con il lingottino di Pio XII, alla cui base si trova il brillan-te inviato da S. Pio da Pietrelcina. Tra le colline troviamo incastonato il rubino donato da Giovanni XXIII.

L’iniziativa ebbe una risonanza tale che avanzò molto oro, per cui ancora Padre Pancrazio ebbe l’idea di uti-lizzarlo per realizzare due esemplari identici di calici: il primo sarebbe stato inviato in dono a S. Pio (tuttora conservato a S. Giovanni Rotondo) in occasione del suo giubileo sacerdotale, ed egli lo utilizzò nella Messa dell’anniversario che ricorreva il 10 agosto 1960. L’altro, con il quale il santo del Gargano celebrò una S. Messa, fu portato in dono a Loreto, in omaggio alla devozione che egli aveva per la Santa Casa.

I coniugi Gianfranco e Sandra Malagoli, nella sagrestia della basilica di Loreto, mostrano le corone e il calice di San Pio da Pietrelcina, integrati con pietre preziose da loro donate.

»

SOR. luIGIA buSANI E SOR. ORIETTA VAGNI

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 269

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La statua della Vergine Lauretana e il Bambino (particolare) con le corone poste sul loro capo da Giovanni XXIII il 4 ottobre 1962.

Riportiamo integralmente l’iscrizione, incisa su tutta la parte interna della corona, che ricorda, oltre ai nomi dei Sommi Pontefici e dei Prelati, anche quelli delle persone più o meno note che fecero un’elargizione.

Evidenziamo P. Remigio, cappuccino del Santuario, P. Pio delle Piane, Servo di Dio dell’Ordine dei Minimi, Carlo Campanini, noto attore del cinema italiano e Maria Mo, un’ammalata del Cottolengo di Torino.

Anche il calice contiene sul fondo del piede un’iscri-zione che riassume ciò che è stato detto:

AllA Vergine lAuretAnA

ricordAndo il 50° di sAcerdozio

di p. pio dA pietrelcinA

offrono

i figli spirituAli del pAdre

dA s. gioVAnni rotondo – 10 Agosto 1960.

Il piede è decorato con un rialzo concavo su cui è vi-sibile il mondo, dal quale si innalzano gli avambracci di Gesù e di P. Pio (riconoscibile dall’abbozzo della manica del saio), che costituiscono lo stelo, e le cui mani stigma-tizzate offrono al Padre il Calice del sacrificio eucaristico.

AllA signorA dellA s. cAsA i sommi pontefici

pio xii e gioVAnni xxiii

mons. p. principi Amm. pont. loreto

mons. p. fiordelli Vesc. di prAto

i figli spirituAli di p.pio dA pietrAlcinA

offrono

uniti con le loro fAmiglie

1959progett. u. BArtoli

– firenze

montAt. l. mAluBerti – firenze

orAfo V. neri – firenze

d. costAnzi

g. cuoghi

e. federici

fiAni-fiore

gAudioso

n. colomBo

g. pArigi

r. lAurorA

V. lomBArdi

liBerAti

c. lusArdi

nAtAle

p. remigio

A. pecorA

m. spenA

l. mAgni

c. A. cAprA

g. scotti

g. rossi

A. giogli

A. BiAnchi

A. romAnAzzi

f. scAndurrA

d. scArlini

g. tortorellA

d. cremonini

p.A.s. cuore

m. BiAgioli

p.p. delle piAne

e. mAstrAngeli

clArisse-pAlestrinA

s. lucinA - V. rossi

g. giordAnelli

Anghinelli - ferrAri

s. pAlluti - e. AitA

michelAgnoli

michele -dino

guido - l. lenzi

m. gAlli

m. A. di Bene

A. Boni - m. risi

prAndi

g. BArdAzzi

u. BArdAzzi

r. pApini

f. Querci

e. pAnerAi

m. cinelli

l. piccioni

lucchesi piA

umBerto - guido

ippolito - mArio

Antonio - f. sArti

f. fAggi – m. pieri

p. pieri – g. cini

m. tAntAlo

g. BenAssi

p. tempesti

mAnnelli

nello – Aldo

A. BArtolini

terrAgni

c. cAmpAnini

r. gioVAnelli

m. cAstellAni

l. cAppelli

o. fAntAccini

A. ciAmpolini

Appiotti – m.mo

s. AlBonetti

270 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015

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3 Venerdì ore 21,15 Concerto d’Estate (cappella Musicale Santa Casa)4 Sabato ore 21,15 Fiaccolata (Unitalsi Abruzzese)7 Venerdì ore 17,45 Processione e Benedizione Eucaristica (Unitalsi Marchigiana)8 Sabato ore 21,15 Fiaccolata (Unitalsi Marchigiana)11 Martedì ore 21,15 Concerto d’organo (M° Marianna Manenti)13 Giovedì ore 21,15 Concerto lirico sinfonico in Piazza (Pro Loco)14 Venerdì ore 21,15 Fiaccolata dell’Assunta lungo la Scala Santa (Santuario)15 Domenica ore 11,00 Messa dell’Assunta (Cappella Musicale Santa Casa)18 Martedì ore 21,15 Concerto d’organo (M° Giovanni Parissone)20 Giovedì ore 21,15 Visita guidata gratuita al Santuario (Pro Loco)21 Venerdì ore 17,45 Processione e Benedizione Eucaristica (Unitalsi Marchigiana)22 Sabato ore 15,00 Fiaccolata (Unitalsi Marchigiana)28 Venerdì ore 17,45 Processione e Benedizione Eucaristica (Unitalsi Marchigiana)29 Sabato ore 21,15 Fiaccolata (Unitalsi Marchigiana)

N. B. Ogni mercoledì, alle ore 21,15: Adorazione Eucaristica in Basilica

4 Venerdì ore 17,45 Processione e Benedizione Eucaristica (Unitalsi Lombarda)5 Sabato ore 21,15 Fiaccolata (Unitalsi Lombarda)7 Lunedì Vespri solenni e Processione con la Statua della Madonna della Santa Casa8 Martedì ore 11,00 solenne concelebrazione presieduta dall’arcivescovo Giovanni Tonucci, animata dalla cappella Musicale Santa Casa, e accensione della Lampada per l’Italia ore 12,00 Preghiera per l’Italia, Consegna targa «Città di Loreto», sorvolo degli aerei ore 21,15 Concerto della Fanfara dell’Aeronautica Militare18 Venerdì ore 17,45 Processione e Benedizione Eucaristica (Padri Monfortani)19 Sabato ore 21,15 Fiaccolata (padri Monfortani)25 Venerdì ore 17,45 Processione e Benedizione Eucaristica: (Ual)26 Sabato ore 21,15 Fiaccolata (Ual)

MANIFESTAZIONI A LORETOAGOSTO - SETTEMBRE

2015

Settembre

Agosto

Sulla coppa è stata applicata a rilievo la corona di spine con 50 rubini incastonati, simbolo delle gocce di sangue e per ricordare gli anni di sacerdozio di S. Pio. Sulla base vi è inoltre una corona circolare che contiene l’incisione: “CHRISTUS DILEXIT NOS ET LAVIT NOS IN SANGUINE SUO” (“Cristo ci ha amati e ci ha lavati [dai nostri peccati] nel suo san-gue”, Ap 1, 5) e quattro immagini: Gesù Redentore, la Madonna di Loreto, la Madonna delle Grazie, a cui è dedicato il santuario di S. Giovanni Rotondo, e S. Francesco d’Assisi.

Il calice con patena di San Pio da Pietrelcina.

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 271

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Giovanni Paolo II, l’11 aprile 1985, viene accolto, al suo arrivo a Loreto, dal sindaco Attilio Brugiamolini. Archivio Fotografico della Congregazione Universale della Santa Casa.

Veduta dell’interno del Palazzetto dello Sport di Loreto, trasformato in una splendida sala su iniziativa del sindaco Attilio Brugiamolini, per accogliere i partecipanti al Convegno ecclesiale della Chiesa in Italia (9-13 aprile 1985). Archivio Fotografico della Congregazione Universale della Santa Casa.

Presentato un libro su Attilio Brugiamolini

Il 15 maggio, presso la Sala Consiliare del Comune di Loreto, è stato presentato un volume dal titolo: Un piccolo grande uomo. Attilio Brugiamolini sindaco di Loreto. A 30 anni della scomparsa, scritto

dalla sua sposa Anna Maria Emendabili e pubblicato dai “Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche”, n° 178 (Piazza Cavour, 23, 60110 Ancona; tel. 071.2299295).

Ha guidato l’incontro Lucio Martino, già giornali-sta del «Resto del Carlino», e hanno preso la parola Giacomo Bugaro, vice presidente del Consiglio Regione Marche, Moreno Pieroni, consigliere regionale, che ha ricordato la sua iniziale esperienza di politico a fianco del Brugiamolini, l’autrice, che ha esplicitato le ragioni che l’hanno indotta a scrivere la biografia di suo marito, e Nedo Brugiamolini, fratello del sindaco, che ha sugge-rito alla cognata di redigere un libro sul suo sposo e ha rievocato alcuni episodi di famiglia.

La figura di Attilio Brugiamolini, quale sindaco di Loreto, è legata in modo speciale alla sua dedizione nel preparare una degna accoglienza del Convegno della Chiesa in Italia, svoltosi nella città mariana nei giorni 9-13 aprile 1985, con la partecipazione di Giovanni Paolo II, che egli accolse a Loreto l’11 aprile, quando ormai una terribile malattia lo stava portando alla tomba. A lui si deve se il Palazzetto dello Sport, in cinque mesi, fu adat-

tato mirabilmente a sede del Convegno, al quale parteciparono circa mille e cento persone tra cardinali, vescovi d’Italia e nu-merosi delegati, soprattutto laici. La foto a lato ritrae il sindaco Brugiamolini mentre accoglie e ossequia a Loreto Giovanni Paolo II l’11 aprile 1985 (Archivio fotogra-fico della Congregazione Universale).

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Giornata dei sacerdoti e religiosi anziani e infermi

Numerosi seminaristi alla «Casa della Madre»

Il 9 maggio, circa 150 semina-risti dei «Legionari di Cristo», provenienti da Roma e da altre parti, hanno effettuato un devoto

pellegrinaggio alla Santa Casa, guidati da sette sacerdoti del loro istituto. Nella mattinata hanno partecipato a una con-celebrazione eucaristica nella basilica inferiore e hanno fatto una devota visita alla Santa Casa, invocando da Maria, la Vergine del sì, una materna protezione sulla loro vocazione. Foto Casali.

L’Unitalsi marchigiana, presieduta da Giuseppe Pierantozzi, ha organizzato a Loreto una Giornata di preghiera e di fra-ternizzazione dei sacerdoti e religiosi molto

avanti negli anni o malati. La Giornata si è tenuta il 6 maggio con larga parte-

cipazione, anche di personale assistente. I convenuti si sono dati appuntamento per un tempo di riflessione e di

preghiera nella basilica inferiore, dove, alle ore 11, è stata portata una teca contenente alcune reliquie di Santa Bernadette Soubirous (vedi foto a lato).

Alle ore 12, nella basilica superio-re ha avuto luogo una solenne con-celebrazione eucaristica, presieduta da cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona, con quasi tutti i vescovi diocesani delle Marche. Alle ore 15,00, nella basi-lica, mons. Armando Trasarti, de-legato dalla Conferenza Episcopale Marchigiana per la pastorale della salute, ha guidato, con pertinenti ri-flessioni, la recita del santo rosario, dopo la quale è seguito il passaggio in Santa Casa. Una merenda presso la sede unitalsiana di Loreto ha concluso fraternamente l’incontro. Foto Casali.

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 273

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Nel duomo di Ripatransone (AP) è stato parroco per lunghi anni don Filippo Consorti, per gli amici don Pippo, morto nel

1995. I suoi chierichetti di un tempo, per ricor-dare il ventennale della sua morte, hanno fatto un devoto pellegrinaggio al santuario della Santa Casa, dove li aveva accompagnati più volte lo stesso don Pippo quando era ancora parroco. I pellegrini hanno partecipato a una Messa nella Cripta del Crocifisso, celebrata da padre Aro, il quale nell’omelia ha rievocato la figura di don Filippo.

Nel duomo di Ripatransone egli coltivò la devozione alla Vergine Lauretana, patrona principale della diocesi. Ivi, infatti, si trova uno splendido oratorio dedicato alla Madonna di Loreto, che conserva un pregevole plastico processionale con la Santa Casa e l’immagine della Madonna e del Bambino sopra il tetto, opera di Sebastiano Sebastiani del 1620 circa.

Mary Martignoni di Locarno (Ticino-Svizzera), nata nel 1915, molto devota della Madonna di Loreto, al cui

santuario si è recata numerose volte, ha felicemente compiuto cento anni, attorniata dal figlio Giorgio e dai parenti. Alla signora Mary gli auguri de «Il Messaggio della Santa Casa», di cui lei è forse la più anziana lettrice.

Pellegrinaggio di ex chierichetti di Ripatransone

Una lettrice centenaria de«Il Messaggio»

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Il 15 maggio, numerose auto d’epoca e moder-ne, in occasione della rievocazione dell’antica

e famosa Mille Miglia (Brescia - Roma - Brescia), sono pas-sate a Loreto, toccando anche Piazza della Madonna, dove è stata sistemata un’apposita postazione. Hanno partecipato alla manifestazione noti perso-naggi dello sport e dello spet-tacolo, che hanno richiamato un numeroso pubblico. Tra i vari vip, nella tappa loretana, va segnalato Joe Bastianich, il giudice del programma «Masterchef Italia», il quale ha rilasciato molte foto ricordo (vedi foto a lato).

E’ stato un vero spettacolo vedere antichi e moderni bolidi transitare, con il loro caratteristico rombo, in

Piazza della Madonna, a ridosso della Fontana del Maderno.

Il 17 maggio si è tenuta a L’Aquila l’84a Adunata Nazionale degli Alpini, che ha visto una straordi-naria partecipazione da tutta la

Penisola: circa settantamila alpini in conge-do e 10 mila in armi. Quelli provenienti dal nord Italia, in gran numero - o all’andata il 16 maggio, o al ritorno il 18 - hanno fatto una sosta a Loreto, per una visita alla Santa Casa. Essi hanno fatto riecheggiare la Piazza dei lori simpatici e piacevoli canti. Un gruppo si è esibito sotto il Porticato del Palazzo Apostolico cantando gli inni delle «Penne nere» ai pellegrini infermi dell’Uni-talsi emiliana, come mostra la foto accanto. Foto Stefanelli.

La rievocazione delle Mille Miglia a Loreto

Una marea di alpini a Loreto

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 275

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notizie flash

Quando è stata introdotta la recita dell’«Angelus» in Piazza San Pietro?

L’«Angelus» è la preghiera propria della Santa Casa perché fa riferimento al mistero dell’Incarnazione, ivi compiuto, come ricorda la scritta a ridosso dell’altare: «Hic Verbum Caro factum est». Giovanni XXIII, il 4 ottobre 1962, a Loreto, dopo aver ricordato nel discorso che «l’Incarnazione del Verbo è motivo di preghiera nell’ora dell’Angelus”, a mezzo giorno, dalla loggia del Palazzo Apostolico, lo recitò premettendovi queste parole: «Oggi questa è la Casa di Maria, questa è la Piazza di san Pietro». Il papa si riferiva all’uso dei papi di recitarlo in Piazza san Pietro. Quando fu introdotta questa pia pratica? Nell’autunno 1954 Pio XII - dopo aver recitato l’«Angelus», a partire dal 15 agosto di quell’anno, alla Stazione della Radio Vaticana - volle cominciare a recitarlo direttamente affacciato su Piazza san Pietro dalla finestra del suo studio. La recita da allora non è stata più interrotta.

Studi grafici del Dosio sul santuario di LoretoLa ricerca riserva sempre nuove sorprese sulla storia e sull’arte del santuario do Loreto. Si sapeva, ad esempio, che Giovanni Antonio Dosio, esimio artista toscano, nel 1584 si recò a Loreto per ornare di stucchi la Cappella detta allora della Visitazione - oggi Slava - ma non si era posta attenzione sul fatto che egli preparò uno studio grafico per la facciata della basilica lauretana e vari disegni per la decorazione del santuario, ora custoditi a Firenze, nel Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi.

Giornata di spiritualità lauretana a VercelliNella casa generalizia della congregazione della Suore di Santa Maria di Loreto, a Vercelli, Paolo Giovanni Monformoso, zelatore della Santa Casa e moderatore dell’associazione Laboratoranti nel Sì, il 22 marzo ha tenuto una giornata di formazione per i membri della Fraternità di Nazaret, provenienti da varie diocesi, per le suore della detta congregazione e per i membri ospiti dei Laboratoranti, nel complesso oltre 150 partecipanti. Il relatore ha parlato di «Matrimonio e vita religiosa: un binomio inscindibile» e ha illustrato la spiritualità ma-riano-lauretana con testi e foto provenienti dall’archivio della Congregazione Universale della Santa Casa.

Riaffiorato un affresco a Porta RomanaAlla fine di aprile è stata data notizia che durante i lavori

di restauro di Porta Romana, a Loreto, è venuto alla luce un antico affresco, interpretato come «Rosa della vita”, un motivo ornamentale antichissimo, conosciuto fin dal secolo VIII a. C. Nella Porta esso fu eseguito durante o dopo il 1588-1590, periodo della sua costruzione. Come risulta dalla documentazione, Porta Romana, tra Otto e Novecento, fu inopinatamente coperta in parte da intonaco con risultati discutibili sul piano estetico, per cui esso fu poi rimosso. L’affresco si è salvato dopo vari interventi di ripristino e di modifiche.

Frammento di un mattone del «Muro dei Recanatesi» alle suore lauretane di Vercelli

Su richiesta di suor Giovanna Santori, superiora gene-rale delle Suore di Santa Maria di Loreto, in Vercelli, la Congregazione Universale della Santa Casa, il 30 apri-le, ha rilasciato un frammento di mattone dell’antico «Muro dei Recanatesi», che nei secoli XIV-XVI ha cir-condato e protetto per l’intero perimetro la Santa Casa di Loreto. Il mattone, da cui è stato tratto il frammento, è stato recuperato, insieme con altri, durante gli scavi archeologici effettuati nel sottosuolo della Santa Casa negli anni 1962-1965. E’ stato concesso alla richiedente in virtù dei vincoli spirituali e storici che legano quella congregazione al santuario di Loreto.

Rosario nel santuario dopo cena durante il mese di maggio

Per la prima volta è stata introdotta la recita del santo rosario nella basilica dopo cena, alle ore 21,15, durante il mese di maggio, da lunedì a venerdì. L’iniziativa ha avuto lo scopo di valorizzare nel santuario della Santa Casa il mese mariano, celebrato in tempi lontani con predicazioni e manifestazioni varie di devozione.

Mamme per intercessione della Vergine LauretanaContinuano a presentarsi alla Congregazione Universale le spose che, per intercessione della Madonna di Loreto, hanno ottenuto la sospirata prole. Solo il 1° maggio, ben quattro mamme - tre con il proprio bambino in braccio, e una con il nascituro in grembo - hanno pelle-grinato a Loreto per ringraziare in Santa Casa la Vergine Lauretana, per la cui intercessione hanno ottenuto un fi-glio da Dio. Tutte poi sono passate nella Congregazione Universale per darne una toccante testimonianza.

276 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015

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Missione mariano-lauretana a BellizziNei giorni 17-24 maggio, nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, a Bellizzi (Salerno), si è tenuta una missione mariana con la statua della Madonna di Loreto, predicata dal cappuccino padre Aurelio Pela. Consolanti sono stati i frutti spirituali per i fedeli del luogo che numerosi vi hanno partecipato.

Rientrati i dipinti dati in prestito per la Mostra di Castel Sant’Angelo

Come è stata data notizia anche in questa rivista (aprile 2105, p. 154), dal 2 febbraio al 3 maggio, a Castel Sant’Angelo di Roma, si è tenuta un’importane Mostra di dipinti e di vari oggetti d’arte, molti dei quali pre-levati dal Museo-Antico Tesoro di Loreto, che per tre mesi è restato orfano di prestigiose tele, soprattutto del Lotto. L’8 maggio, al termine della Mostra romana, i dipinti e gli oggetti, scrupolosamente protetti con i più avveduti accorgimenti, sono tornati a Loreto, accolti dalla direttrice sorella Luigia Busani - che a Roma ha presenziato l’operazione di smontaggio e di protezione - e dalla sua collaboratrice dott.ssa Katy Sordi.

Missione mariano-lauretana a SassariSempre più numerose sono le richieste di una statua della Madonna di Loreto, prelevata dal santuario della Santa Casa, per missioni mariane in Italia. Qui si segna-la quella svoltasi dal 23 al 31 maggio nella parrocchia di San Gavino in Bancali, nel comune di Sassari, dove si è ripetuto il successo della prolungata missione con la

stessa statua che si era tenuta a Cagliari dal 10 dicem-bre 2014 all’11 gennaio 2015 (vedi questa rivista, aprile 2015, pp. 52-53),

Eseguita la «Missa Pueri» a LoretoIl 16 maggio, nella Sala del Tesoro o del Pomarancio, ha avuto luogo la prima esecuzione della «Missa Pueri», per soli, coro di voci bianche e orchestra di bambini, promossa dalla Scuola Musicale «G. B. Pergolesi» di Jesi (AN), con musiche e direzione del m° Stefano Campolucci, testo di Sergio Cardinali, contestualizza-zione teologica di Diego Mecenero. Vi hanno partecipa-to la Piccola Orchestra e il Coro della Scuola Musicale Pergolesi, le voci bianche della Scuola Primaria «Monte Tabor» di Jesi e del Coro «Tommasini Junior» di Serra dei Conti (AN). All’esecuzione hanno collaborato diversi esperti di musica. La manifestazione è stata trasmessa in diretta dall’emittente televisiva di Loreto «Maria Visiòn».

Cerimonia di Chiusura dell’Unitre di LoretoIl 22 maggio, nella Sala Consigliare del Comune, ha avuto luogo la chiusura ufficiale del 25° anno accade-mico della Libera Università Lauretana per la Terza Età, con una conferenza tenuta dal prof. Antonio Pieretti, docente di Filosofia teoretica presso l’Università di Perugia, sul tema: «Crisi economica e crisi dei valori». Ha allietato l’incontro un intermezzo musicale del tenore Augusto Celsi.

Da qualche mese è tornata a funzionare la corsa giornaliera in pullman da Loreto a Roma e viceversa, la quale conduce alla Stazione Tiburtina e a Castro Pretoria (Roma) e prosegue per gli aeroporti di Ciampino e di Fiumicino fino a giungere al porto di Civitavecchia. Il viaggio, sia in andata che in ritorno, dura 4 ore circa da Loreto a Roma e viceversa, di più per le altre destinazioni.

Partenza da Loreto, in Piazza Leopardi o dei Galli: ore 5,15; 8,40, 16,05.Partenza dal Lazio: Civitavecchia Porto, 12, 00; Fiumicino 13,00; Ciampino, 13,40; Castro Pretorio 14,00; Stazione

Tiburtina 14,10. Inoltre, un’altra corsa: Castro Pretorio 17, 20; Stazione Tiburtina 17,30.Per informazioni: Tel. 0733.810562; Fax 0733.1871017, [email protected]

Ripristinata la linea con pullman Loreto – Roma

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 277

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g. santarelliI graffiti nella Santa Casa di LoretoLoreto 2010pp. 121, fotocolors 66€ 15,00

Ludovico Seitz e la Cappella Tedesca a LoretoLoreto 2008, pp. 470, illustrazioni a colori 331€ 50,00

g. santarelliPersonaggi d’autorità a LoretoLoreto 2010pp. 240€ 35,00

PUBBLICAZIONIpromosse dalla Delegazione Pontificia del Santuario della Santa Casadi Loreto - c.c.p. 311605 - Tel. 071970104

Testi spirituali

Pubblicazioni varie

Giuseppe SantarelliL’ARTE A LORETOConta 406 pagine con 375 illustrazioni a colori, in brossura. E’ al prezzo di € 55,00.

• Illustra tutta l’arte del santuario, a partire dagli affreschi trecenteschi fino all’imponente ciclo pittorico otto-novecentesco.

• Con avveduto metodo critico - storico studia i vari generi: architettura, scultura, pittura, arti figurative varie (ceramiche, arazzi, mosaici), offrendo un quadro completo della ricchissima arte lauretana.

• È in terza edizione (2014) ampliata e aggiornata. L’opera è indispensabile per chi voglia conoscere a fondo, con le certezze filologiche e i dovuti riferimenti bibliografici, l’imponente patrimonio artistico del Santuario di Loreto.

278 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015

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g. santarelliL’arte a LoretoAncona 2ª edizione 2005pp. 406, ill. a colori 375; in brossura€ 55

p. cavatortiLe guarigionia LoretoLoreto 2001pp. 152€ 2,60

g. santarelliGli affreschi della Sala del Pomarancio a LoretoLoreto 2010pp. 102€ 20,00

g. santarelliLoreto - Guida storica e artisticaLoreto 2014, edizioni italiana, spagnola, inglese, francese, tedesca e portoghese€ 5,00

c. zeppaDiario di una miracolata a LoretoLoreto 2007pp. 48€ 3,00

n. monelli - g. santarelli, L’Altare degli Apostoli nella Santa Casa di Loreto Loreto 2012, pp. 102, numerose illustrazioni€ 8,00

n. monelli - g. santarelliLe Fortificazioni di LoretoLoreto 2010 pp. 150, ill. 50€ 15,00.

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m. montanari - a. schiaroliSanti e Beati a Loreto, Loreto 2005pp. 492, con numerose illustrazioniProssima uscita

g. santarelliTradizioni e Leggende LauretaneLoreto 2007pp. 190, illustrazioni 45€ 8,00

Pagellinecon rosario e con preghiere lauretane€ 0,20

Cd“Canti lauretani”(con libretto)€ 8,00

g. santarelli, Le Origini del Cristianesimo nelle MarcheLoreto 2009, 2ª ediz.pp. 430, illustrazioni 39€ 20,00

g. santarelliLoreto nella storia e nell’arte Loreto 2015, edizioni italiana, spagnola, inglese, francese, tedesca, portoghese e russa€ 10,00

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B. anselmi, g. viaBileSalmi ResponsorialiAnno B e Cpp. 120€ 25,00 cad

n. alfieri - e. forlani - f. grimaldiContributi archeologici per la storia della S. CasaLoreto 1977, pp. 69, tavole 25€ 2,60

v. salvoldiLa Madonna del sì. Lodi a Maria e arte in suo onoreLoreto 2010, pp. 224€ 18,00

aa.vvI pellegrini alla Santa Casa di LoretoIndagine socio-religiosa, 1992 pp. 268€ 9,30

luca da monteradoMons. Tommaso GallucciLoreto 1997, pp. 238€ 12,00

n. monelliArchitettore e architetture per la S. Casa di LoretoLoreto 2001, pp. 160, illustrazioni 47€ 9,00

n. monelliPrime architetture picene per la Camera di Maria a Loretopp. 125, illustrazioni 44€ 15,00

g. santarelliGuida illustrata in polacco1992€ 10,00

aa.vv.La Congregazione Universale della S. CasaAtti del convegno per il centenarioLoreto 1985, pp. 355, € 10,35

g. ricci (sec. Xv)Virginis Mariae Loretae HistoriaLoreto 1987, pp. 160€ 10,00

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Luglio - Agosto 2015 279

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Fondata nel 1883ha le seguenti finalità:

• Diffondere la conoscenza e la devozione verso la Ma donna e la sua Santa Casa, dove ha avuto inizio la storia della nostra salvezza con l’An nunciazione e l’Incarnazione;

• Curare la promozione e il decoro del santuario con offerte e lasciti vari;• Accogliere i pellegrini orientandoli a vivere i messaggi del santuario, la vita della

S. Famiglia, le feste della Madonna.

l’iscrizione alla congregazione L’iscrizione è aperta a quanti desiderano collaborare alle sue finalità. Con l’iscrizione si partecipa in perpetuo ai benefici spirituali delle preghiere e di una Messa che si celebra ogni giorno alle ore 8.30 nel santuario (Messe Perpetue); agli iscritti è concessa inoltre l’indulgenza plenaria alle solite condizioni nel giorno dell’iscrizione e nella festa della Madonna di Loreto (10 dicembre).

La Congregazione Universale pubblica la rivista mensile “IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA”, che informa sulla vita del santuario e funge da collegamento con

gli animatori e gli iscritti. Promuove inoltre gli studi e le pubblicazioni sulla storia della S. Casa e del santuario.

Chi desidera collaborare più intensamente agli scopi della Congregazione Universale può chiedere di far parte del gruppo degli amici della sacra famiglia che riunisce gli Zelatori e le Zelatrici della Santa Casa. Essi riceveranno

particolari incarichi insieme ad un nostro tesserino d’iscrizione. Per l’invio di corrispondenza e di offerte

servirsi del seguente indirizzo: DElEGAzIONE PONTIFIcIA

cONGREGAzIONE uNIVERSAlE DEllA SANTA cASA

60025 Loreto (AN), Italiatel. 071.970104 - fax 071.9747176

c.c.p. n. 311605

Norme per l’iscrizione

• Farne richiesta, anche con lettera, alla Direzione. Possono essere iscritti vivi e defunti, persone singole e famiglie. Viene rilasciato un diploma di iscrizione.

• La partecipazione ai beni spirituali, comprese le Messe perpetue, è perpetua, cioè per sempre.

• Gli iscritti non hanno obblighi particolari, tranne l’impegno di vivere cristianamente.

• Si raccomanda la recita dell’Angelus tre volte al giorno e la recita frequente del Rosario e delle Litanie Lauretane.

• La quota d’iscrizione è di € 10,00 (per l’iscrizione individuale) o di € 16,00 (per l’iscrizione di più persone o di una famiglia).

Congregazione Universale della Santa Casa

Iscrivi te stesso e i tuoi familiari alla Congregazione Universale della Santa Casa. Potrai usufruire di vari benefici spirituali, in primo luogo delle messe perpetue: cioè, di una messa celebrata ogni giorno nel santuario della Santa Casa alle ore 8,30.• Puoi iscrivere te stesso o altra persona singola, viva o defunta (offerta € 10,00)• Puoi iscrivere la tua famiglia o altre famiglie, per vivi e/o defunti (offerta € 16,00)

Invia la tua offerta tramite C.C.P. n. 311605 intestato a: Delegazione Pontificia - Congregazione Universale Santa Casa - 60025 Loreto (AN)oppure tramite bonifico bancario: Banca delle Marche cod. IBAN: IT70O0605537380000000000941 BIC: BAMAIT3Aoppure tramite carta di credito direttamente dal sito internet: www.santuarioloreto.itChi intende inviare l’offerta tramite bonifico bancario è pregato di comunicare il proprio recapito postale tramite lettera, fax o e-mail per consentire una risposta.Per contattarci: tel. 071.970104 - fax 071.9747176; Sito: www.santuarioloreto.it e-mail: [email protected]

Messe perpetue