N° 7 Cronos il tempo ciclico alessandra

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1 Per gli antichi il tempo era ciclico , esisteva un ciclo del tempo dominato e segnato prevalentemente dal ciclo della natura . Stagioni che ritornano, dunque tempo che ritorna. L'esempio si può trarre dal mondo mitico degli agricoltori : ogni anno in inverno Proserpina scende nel regno dei morti dove diventa Persefone, sposa di Ade, ma alla fine di questo periodo di rigenerazione il dio morto risorge per riabbracciare la madre Demetra, e il dono che porta con sé sulla terra è la primavera. NON ESISTE UNA VERA FINE C’E’ UN INCESSANTE RITORNO

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Per gli antichi il tempo era ciclico, esisteva un ciclo del tempo dominato e segnato prevalentemente dal

ciclo della natura.

Stagioni che ritornano, dunque tempo che ritorna.

L'esempio si può trarre dal mondo mitico degli agricoltori: ogni anno in

inverno Proserpina scende nel regno dei morti dove diventa Persefone, sposa

di Ade, ma alla fine di questo periodo di rigenerazione il dio morto risorge per

riabbracciare la madre Demetra, e il dono che porta con sé sulla terra è la

primavera.

NON ESISTE

UNA VERA FINE

C’E’ UN

INCESSANTE

RITORNO

RR

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Secondo la concezione stoica, quando gli astri ritornano allo stesso punto

in cui l'universo si formò, ci sarà la conflagrazione universale(cosmo prende

fuoco, fine del mondo) e l'inizio di un nuovo ciclo, in cui torna a compiersi

ogni avvenimento accaduto nel precedente, con un determinismo assoluto.

E questo si compirà non una sola volta, ma all'infinito. Quindi nel tempo ciclico non esiste una vera fine delle cose né una fine del

tempo, ma un solo un'incessante ritorno.

Il tempo viene vissuto prevalentemente come regolarità del ciclo, scandito dai

suoi passaggi: le stagioni e gli astri, dove anche se non esattamente uguali e precisi, la percezione

sostanziale è che nulla possa accadere che già non sia accaduto.

Il futuro sembra essere solo il limite in cui avviene il ritorno del passato e che quindi non sarà mai una

novità assoluta e inaspettata. Tutto ciò porta alla conclusione che il tempo è governato da schemi

divinamente immutabili, ovvero da forze archetipiche.

In questa concezione, non esistendo un principio del tempo, un punto in cui il movimento inizia, né una

sua fine, la durata del cosmo è chiamata con un termine preciso: anakylosis, cioè un ritorno eterno su

se stesso.

La rappresentazione simbolica del tempo ciclico è data dalla spiga di

grano, la quale nasce e cresce per il semplice scopo di rigenerare il

chicco di grano. Ma questa non rimarrà un'unione indissolubile, presto, nel bel mezzo

dell'estate che contrariamente

esprime energia e forza vitale, la

spiga morirà, essa cadrà a terra e dal suo disfacimento verrà

liberato quel chicco che pure esso sembra destinato ad una

inevitabile morte.

Ebbene in quel ritornare nel grembo della madre terra, in

quell’accettare impassibile l'inevitabile morte c'è invece

racchiuso il mistero della vita.

Quel chicco darà vita ad una nuova spiga che crescerà e quantunque non sarà perfettamente uguale al

genitore, lo stesso potrà perpetuarsi nel tempo ciclico.

Ma badate bene, solo dal disfacimento sarà nuova forma, solo con la morte sarà nuova vita e se non

morirà la sua misteriosa e silenziosa missione rimarrà incompiuta.

TEMPO CICLICO

ANAKYLOSIS ritorno eterno su se stesso

.