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Notiziario della Sezione e Sottosezioni CAI di Bergamo Una casa per la montagna Anno XVII n. 87 / Marzo 2014 / Bimestrale / “Poste Italiane Spa - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46), Art. 1, Comma 2, DCB Bergamo” Marzo 2014 Marzo 2014 Anno XVII n. 87 / Marzo 2014 / Bimestrale / “Poste Italiane Spa - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46), Art. 1, Comma 2, DCB Bergamo” Patagonia, Bismantova, Presolana La cultura dell’escursionismo Rinnovo cariche sociali 29 marzo 2014 - Assemblea Ordinaria Patagonia, Bismantova, Presolana La cultura dell’escursionismo Rinnovo cariche sociali 29 marzo 2014 - Assemblea Ordinaria

Transcript of n. 46), Art. 1, Comma 2, DCB Bergamo” Marzo 2014 alpi orobiche/le alpi orobiche n 87 - marzo...

Notiziario della Sezione e Sottosezioni CAI di BergamoUna casa per la montagna

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Patagonia, Bismantova, PresolanaLa cultura dell’escursionismoRinnovo cariche sociali29 marzo 2014 - Assemblea Ordinaria

Patagonia, Bismantova, PresolanaLa cultura dell’escursionismoRinnovo cariche sociali29 marzo 2014 - Assemblea Ordinaria

Notiziario del Club Alpino ItalianoSezione e Sottosezioni di Bergamo

MARZO 2014Anno XVII - n° 87

EditoreSezione di Bergamo “Antonio Locatelli”del Club Alpino Italiano (Associazione di Volontariato) Via Pizzo della Presolana 15, 24125 BergamoTel. 035-4175475 Fax 035-4175480

Direttore responsabileMaurizio Panseri

Direttore editorialePiermario Marcolin

Comitato di redazioneMaurizio Panseri, Luca Merisio, Glauco Del BiancoSegretaria: Clelia Marchetti

Hanno collaboratoPiermario Marcolin, Maurizio Panseri,Gigliola Erpili, Giuseppe Stefenetti, Tito Arosio, Paolo Grisa, Matteo Will Bertolotti, Ennio Spiranelli, Egidio Bossi, Alberto Alberti, Claudio Malanchini, Antonella Aponte,Marcello Manara, Sara Fabi, Emanuele Amoroso, Luca Pedretti,Nevio Oberti

Consulenza grafica e fotografiaLuca Merisio

Progetto grafico e impaginazioneLucia Signorelli

Direzione e redazioneVia Pizzo della Presolana 15, 24125 BergamoTel. 035.4175475, Fax 35.4175480Gli uffici sono aperti, lunedì, martedì,mercoledì e sabato dalle 9 alle 13 e dalle 14,30 alle 18,30, giovedì e venerdì dalle 14,30 alle 20,30e-mail: [email protected]

StampaLitostampa Istituto Grafico s.r.l.Via Corti 51, 24126 BergamoTel. 035.327911, Fax 035.327934

TrimestralePer arretrati e abbonamento annualerivolgersi in Segreteria.Articoli, disegni e fotografie, vengono restituiti solo se richiesti al momento della consegna. La redazione si riserva di pubblicare gli articoli pervenuti, nei tempi e con le modalità che riterrà opportune. La pubblicazione degli articoli implical’accettazione, da parte dell’autore, di eventuali tagli o modifiche ai testi.

Dato alla stampa il 20 febbraio 2014

Registrazione Tribunale di Bergamo N. 1 del 22 Gennaio 1998

Soci benemeriti della sezione

LE ALPI OROBICHE La parola al Presidente

Un piacevole e caloroso incontro congli “Amici della Presolana”, nellacasa della Regina delle Orobie la

sera del 30 dicembre dello scorso anno, èstato l’ultimo appuntamento del ricco e arti-colato calendario dell’anno del nostro 140°di fondazione. Ad esso siamo stati invitatidal comune socio e amico RuggeroMarabini per raccontare la nostra meravi-gliosa storia ad amici della montagna, con iquali condividiamo questa grande passione.Ogni nostra iniziativa per il 140°, che ricor-derò e richiamerò nella relazione morale delConsiglio all’assemblea annuale ordinariadei Soci del prossimo 29 marzo, si è svoltasecondo il programma previsto ed ha avutoesito positivo. Ma ognuna di esse sarebbestata un investimento solo sul passato se sifosse limitata a ricordare e celebrare qualco-sa che è stato,senza un’apertura sul domanidel nostro Club Alpino Italiano.Un albero di 140 anni che continua a cresce-re e a produrre frutti non può che avere radi-ci sane, profonde, bene inserite nel terrenoin cui continua a trovare adeguato alimento.Tutte le iniziative del 140 hanno favoritoquesta presa di consapevolezza: il nostroClub Alpino Italiano è sano ed è robusto e lesue radici sono ramificate nella inesauribilepassione per la montagna che ha unito e uni-sce persone profondamente diverse tra diloro: diverse per cultura, lingua, credo reli-gioso, ceto sociale, capacità, competenze.Dopo 140 anni l’articolo 3 del nostro statu-to, che ha pienamente ripreso l’articolo 1dello statuto nazionale, mantiene intatta lasua chiarezza di indirizzi e la sua luce: “IlCAI Sezione di Bergamo ha per scopo dipromuovere l’alpinismo in ogni sua manife-stazione, la conoscenza e lo studio dellemontagne, specialmente di quelle italianeed in particolare di quelle lombarde, e ladifesa del loro ambiente naturale … .”Promozione dell’alpinismo in ogni suamanifestazione, promozione della cono-scenza e dello studio delle montagne, pro-mozione della difesa del loro ambiente natu-rale. Ecco le tre direttrici seguite da chi ci hapreceduto e da seguire oggi e nel futuro.Conoscenza, pratica e difesa: sopravalutarneo sottovalutarne una rispetto alle altre signi-fica tagliare le radici, indebolire l’albero coninevitabili conseguenze sullo sviluppo.E’ sorprendente rileggere oggi l’insiemedelle iniziative organizzate per il nostro

140° e cogliere che tutte sono state conver-genti verso queste direttrici, con una ampiaapertura e una chiara visione sul nostro futu-ro, immediato e prossimo. Nel quale dob-biamo continuare la promozione dell’alpini-smo in ogni sua manifestazione, senza maidimenticare che si parte dai primi passi incasa e fuori casa per arrivare sulle cime piùbelle. Questo significa che ogni nostra atti-vità non può essere fine a se stessa ma è unatappa intermedia verso il traguardo finale,l’alpinismo, puro e ortodosso, come l’iniziodi un sentiero non è fine a se stesso ma è ilprimo passo per arrivare alla meta. Per que-sto nel corso dello scorso anno abbiamoriconosciuto coerente con la nostra missioneavviare e proseguire il progetto “Alpinismounder 25” per favorire lo sviluppo dellecapacità alpinistiche in quei giovani, nonancora venticinquenni, che vogliono cresce-re come alpinisti. Insieme dobbiamo prose-guire la promozione della conoscenza edello studio delle montagne, con tutti imezzi e le risorse di cui possiamo disporre,consapevoli che la conoscenza è la base peruna pratica corretta e responsabile dellamontagna e un presupposto per la sua difesae tutela. Pertanto non possiamo estraniarcidalla promozione della difesa dell’ambientenaturale delle montagne, riconoscendo chesono un patrimonio del quale abbiamo scel-to di prendercene cura, consapevoli che nonsono un bene da sfruttare a scopo esclusiva-mente ludico ma prima ancora sono un beneda difendere e proteggere così da poterloriconsegnare intatto, anzi abbellito, da chi ciseguirà. E allora il nostro impegno per l’am-biente va intensificato, con coraggio, condeterminazione, senza esitazioni, opponen-doci a chi guarda alla montagna esclusiva-mente come il parco giochi del propriotempo libero in cui ogni pratica deve esserelecita e deve essere considerata un dirittoinalienabile.Come ogni anno questo numero ci portal’avviso di convocazione all’Assemblea deiSoci in programma per il prossimo 29marzo alle ore 14,30 al PalaMonti e l’elencodei candidati che hanno dato la loro disponi-bilità per il Consiglio Direttivo, in sostitu-zione degli amici in scadenza.Partecipazione all’assemblea e esercizio deldiritto e dovere di voto sono atti importantiper la vita della nostra associazione, chefonda la propria forza su ciascuno di voi.

Immagini e parole (foto M. Panseri)

IN QUESTO NUMERO

In copertina: Il Chierico dal Vescovo(foto M. Panseri)

Ormai ne sono convinto “Un’im-magine dice più di mille parole”,ma se le parole fossero usate come

immagini cosa succederebbe? Come in ungioco di specchi si moltiplicherebbero inriflessi infiniti. Parole usate non perdescrivere immagini ma per ampliarne lapercezione in un caleidoscopio di emozio-ni travolgenti, in un rimando di continueevocazioni. Ci sono luoghi e attimi in cuiuna linea netta non taglia, ma unisce in unmargine mondi e realtà solo all’apparenzadifferenti, che inaspettatamente si con-frontano dialogando tra loro. Spazi lontaniche, se osservati da prospettive privilegia-te, d’improvviso si uniscono. L’uno pren-de forza e vigore dall’altro, senza l’uno,l’altro non avrebbe ragione di esistere.D’inverno salgo spesso questa montagna esino dalla prima volta mi ha colpito lavisuale insolita che da qui si coglie.Guardando a est, nell’aria tersa del matti-no, lo sguardo precipita immediatamenteoltre il profilo del pendio sino a fermarsi,mille metri più in basso, nelle forme del-l’altopiano. Di solito si è circondati da cri-nali digradanti, che si alternano e si susse-guono come quinte di un palcoscenico,sfumando nei toni del grigio e del violetto,come a volere mettere una maggioredistanza tra la frenesia del vivere e lepause di quiete vissute tra i monti.Anche oggi sono fuggito dagli impegni emi sono preso il mio tempo per tornareproprio qui e cercare questo orizzonte, incui la quotidianità del vivere si fonde coneleganza alla pulsione verso la ricerca di

4 - 7 VITA SOCIALEAssemblea dei sociRinnovo cariche sociali

8 - 9 ALPINISMO GIOVANILE

10 - 26 ALPINISMOViaggi e raduniVie nuove e ripetizioniPremio Marco e Sergio Dalla Longa

27 - 31 TAMLa famiglia TAM cresceConcorso fotograficoEmergenze ambientali

32 - 37 ESCURSIONISMOLa Commissione Sentieri si raccontaLa cultura dell’escursionismoIl silenzio dei nomiLa sinfonia delle ombre

38 - 41 BIBLIOTECA

42 - 47 CORSI E PROGRAMMI

spazi di solitudine e libertà. Sono partitoall’alba e i miei scarponi hanno calpestatopietre di una strada antica. Alla chiesetta,su croste di neve, calzo gli sci e salgo trabaite e roccoli, sino a incontrare la nevecaduta nella notte. Nel bosco ammantatodi bianco incrocio i primi raggi del sole eproseguo nel freddo degli ampi pascoli,dove sprofondo nella neve fresca sino alleginocchia. Nel candido silenzio salgo eascolto il suono della neve, sul ritmo delrespiro e il battere del cuore. Mi volto adoriente, mi fermo. La linea è lì, davanti aimiei occhi, ecco l’immagine che cercavo.Oltre un bordo immacolato, punteggiatoda abeti dormienti, appaiono prati verdisegnati dalle traiettorie di strade e filari,dai volumi di case e capannoni. Immobileascolto sino a percepire i rumori che salgo-no dall’altopiano, dei luoghi dove si vive,si studia e si lavora, dove ci si riposa, ci siincontra e si crea. In apparenza quelmondo sostiene questo mondo, ma daquassù le prospettive si rovesciano e perun attimo ne sono certo. » questo mondo,fatto di silenzi e montagne, che sostiene ilmondo del nostro agire quotidiano e cheda qui trae forza e senso. Entrambi miappaiono volti diversi del medesimo vive-re. Con lo sguardo incollato a questa linea,riprendo il cammino e mentre i pensieri siacquietano, la musica della neve torna pre-potente.

Monte Vaccaro,sabato 8 febbraio 2014.

Maurizio Panseri

Piccole storie

CARRARADAMIANONato a Bergamo nel1959 e Residente aScanzorosciate (BG),coniugato con 2 figli.Servizio militare inqualità di AUC allaScuola Militare Alpi-

na di Aosta e sottotenente di comple-mento al Battaglione Aosta. Diplomatoal liceo classico P. Sarpi di Bergamo elaureato con lode in Economia eCommercio all’Università di Bergamo,Revisore Legale. Esperienze professio-nali in materia di analisi e gestione disistemi informativi aziendali, controllodi gestione, amministrazione e revisio-ne contabile. Attualmente CSRManager di UBI Banca e Responsabiledel principale Fondo Pensione delGruppo. Socio CAI dal 1979, TecnicoCNSAS e membro del ConsiglioDirettivo Regionale SASL, Istruttore disci alpinismo (ISA), Esperto neve evalanghe (2c) ed ex INV.

FERRARI RENZONato l’11 agosto 1942infermiere professio-nale. Iscritto al CAIdal 1967.Istruttore nazionale dialpinismo, vicediret-tore della ScuolaNazionale di Alpi-

nismo “Leone Pellicioli”.Responsabile della Palestra di arrampi-cata. Ha al suo attivo numerose salitenell’arco alpino ed ha partecipato aspedizioni extraeuropee in Himalaya,Sud America e Thien Shan. In Consiglio Direttivo dal 2011.

FERRARI RICCARDONato a Stezzano nel1941 e residente aDalmine. Ex Am-ministratore DelegatoSocietà BergamoFiera Nuova. Nelcorso di oltre 30 anni

Vita sociale

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Le Alpi Orobiche - marzo 2014

Come da avviso di convocazione pubblicato nell’ultima pagina di copertina,il Consiglio Direttivo della Sezione ha convocato, a norma dell’articolo 17 dello Statuto, l’Assemblea Generale Ordinaria.

L’Assemblea è il momento più importante della vita associativa. La verifica di quanto è stato fatto e la condivisione degli obiettivi futuri ne costituiscono il cuore. Per questo vi invitiamo a partecipare numerosi. Ricordiamo a chi non potesse intervenire di persona che è possibile delegare un altro socio. Ogni socio può essereportatore di 3 deleghe, strumento introdotto proprio per allargare la base dei votanti nel caso di votazioni richieste durante lo svolgimento dell’Assemblea.Come ogni anno nel corso dell’Assemblea prendono avvio le votazioni per il rinnovodel Consiglio Direttivo, limitatamente al numero dei consiglieri giunti a fine mandato,di eventuali Revisori dei Conti e dei Delegati all’Assemblea Nazionale ed ai Convegni Regionali 2014.Quest’anno scadono 10 consiglieri: Alessandro COLOMBI, Angelo DIANI,Renzo FERRARI, Giancamillo FROSIO RONCALLI, Piermario MARCOLIN,Riccardo MARENGONI, Gianni MASCADRI, Maria Rosa MORETTI,Luca PELLICIOLI, Massenzio SALINAS. Sono rieleggibili e si ricandidano Renzo FERRARI, Giancamillo FROSIO RONCALLI, Piermario MARCOLIN,Gianni MASCADRI, Maria Rosa MORETTI e Massenzio SALINAS.Completerà il rinnovo degli incarichi la votazione per la nomina di 2 Revisori dei Contie di 20 Delegati all’Assemblea Nazionale e ai Convegni Regionali 2014.Invitiamo tutti gli aventi diritto al voto a votare: quanto più è elevato il numerodei voti ricevuti tanto più forte è la forza di rappresentanza del consigliere.Per l’espressione del voto vi chiediamo di prestare particolare attenzione alle modalitàdi voto perché, pur semplici, riservano sempre sorprese non positive: anche l’anno scorso parecchie schede non sono state scrutinate o perché il Socio votante non era in regola con il tesseramento o per la mancanza delle generalità del Socio.Inconvenienti che possiamo facilmente rimediare: rinnovando entro la datadell’Assemblea l’adesione con il versamento della quota associativa e prestando attenzione ad inserire nell’apposito spazio esterno i dati anagrafici richiesti, che hannol’unica funzione di verificare il diritto al voto. Questo lembo viene tagliato prima dell’apertura della scheda. Pochi minuti per la lettura delle istruzioni riportate sulla scheda aiuteranno a votare senza errori.Invitiamo inoltre a non ritardare l’invio della scheda di votazione, utilizzando la bustache non ha bisogno di francobollo. Il servizio postale non è dovunque efficiente e puntuale e come accade ogni anno numerose schede arrivano oltre il termine fissato.Allegate alla rivista trovate 2 schede, nel caso abbiate familiari soci con diritto di voto.Se ve ne servono altre le potete ritirare presso la Segreteria al PalaMonti o presso la vostra Sottosezione.Ringraziamo i Consiglieri che chiudono il loro mandato, Alessandro COLOMBI e Angelo DIANI non rieleggibili, Riccardo MARENGONI e Luca PELLICIOLI che non si ricandidano, per il lavoro gratuitamente svolto nell’interesse della nostraAssociazione.Certi di rendere un servizio utile a guidare la vostra scelta pubblichiamo di seguito,in ordine alfabetico, un breve curriculum e la fotografia dei candidati al ConsiglioDirettivo per il triennio 2014-2017.

Assemblea dei soci e rinnovo cariche sociali in scadenza

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Candidati al Consiglio

marzo 2014 - Le Alpi Orobiche

gnatore nel progetto di “montagnatera-pia”. Coordinatore di iniziative promo-zionali del CAI sul territorio, in parti-colare orientate ai giovani. E’ membrodel gruppo di lavoro per la gestione delnuovo Ostello al Curò.

LOLLI VINCENZONato a Milano il 20ottobre 1948, risiedea Seriate. Insegnanted’educazione fisicadal 1983 sino al 2012presso l’I.T.G.S. “G.Quarenghi” di

Bergamo; da settembre 2012 pensio-nato. Docente presso l’I.S.E.F. e pressola Facoltà di Scienze Motoriedell’Università degli Studi di Milanoper l’insegnamento della disciplina diTeoria Tecnica e Didattica degli Sportdi Squadra. Componente dellaCommissione per l’Impegno Socialedel C.A.I. di Bergamo.Accompagnatore di ragazzi diversa-mente abili per sentieri con il C.A.I. diBergamo;. Collabora con varieAssociazioni presenti sul territorio ber-gamasco che promuovono l’attivitàfisica e sportiva per ragazzi diversa-mente abili.

MAJ PAOLOPensionato, socio delCAI di Bergamo dal2003. Componentecommissione T.A.M. -Tutela Ambiente Mon-tano. RappresentanteCAI delle ass.ni Am-bientaliste e nella

consulta pesca della Provincia diBergamo dal 2005.

MARCOLINPIERMARIONato a Bergamo il 24maggio 1950, ivi resi-dente dalla nascita,coniugato, tre figli.Laureato.Quadro direttivo in

un’azienda di credito cittadina, ora inpensione. Consigliere Comunale diBergamo dal 1995 al 1999. Volontarionell’associazione UNITALSI. Iscritto alCAI dal 1967; consigliere e vice presi-dente della Sezione di Bergamo dal-l’aprile 2002 a marzo 2009 e nel 2010;direttore responsabile del notiziariosezionale Le Alpi Orobiche dal 2005all’aprile 2011; presidente dellaSezione di Bergamo dall’aprile 2011.Attività praticate: escursionismo, scialpinismo e sci alpino.

MASCADRIGIANNINato il 13 giugno1943, impiegato elet-tromeccanico ora inpensione. Presidentedello Sci CAI Berga-mo e del comitatoorganizzatore del

Trofeo Parravicini. Istruttore di SciFondo escursionismo è stato a lungoDirettore della Scuola sezionale e pre-sidente della Comm. Regionale SFE. E’stato eletto in precedenza per duemandati in Consiglio ricoprendo lacarica di Vice presidente, attualmenteha terminato un nuovo triennio comeConsigliere e si ripropone.

MONTICELLIGIAMMARIANato il 23 luglio1951. Iscritto al CAISottosezione Ponte S.Pietro dal 1980.Escursionista. Liberoprofessionista: consu-lente del lavoro e

revisore contabile. Partecipa inoltre adattività nell’ambito associativo. Dal2002 Tesoriere dell’associazione ILVILLAGGIO DELLA GIOIA ONLUS –Fondata da Padre Fulgenzio BernardoCortesi per la tutela, la cura e l’aiutoallo sviluppo sociale, fisico e culturale,dei bambini orfani e di strada dellacittà di Dar es Salaam in Tanzania.

Vita sociale

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Vita sociale

glio e al Collegio dei revisori per il triennio 2014-2017ha lavorato presso Gruppi multinazio-nali svolgendo diverse mansioni conincarichi di crescente responsabilità.Appassionato di pallacanestro, sub esci; frequentato corso Roccia eGhiaccio del CAI Bergamo conseguen-do attestato di idoneità. Componentedella Commissione Rifugi e Ispettoredel Rifugio “Mario Merelli” al Coca,Coordinatore amministrativo Ostellodel Barbellino.

FROSIO RONCALLI GIANCAMILLONato il 17/03/46,Artigiano in pensione.Presidente Sotto-sezione CAI ValleImagna dal 2001, De-legato della Sezione.

Ha collaborato con la Scuola Orobicacome istruttore. In Consiglio dal 2011 ripropone la suacandidatura.

GUERCI ROBERTOAccompagnatore na-zionale di Escur-sionismo, già presi-dente della Comm.Escursionismo e com-ponente della Scuola“Giulio Ottolini” e

OTTO escursionismo.Rappresentante della Sezione nelComitato Direttivo Regionale CAI.

LOCATELLI AMEDEONato nel 1952, ap-passionato di monta-gna è socio CAI giàdai primi anni 80. Giàresponsabile naziona-le del Dipartimento diIngegneria Elettrica,

ora lasciato l’incarico collabora allapreparazione delle varie iniziative nelCAI - Sottosezione Trescore Val-cavallina - ed è il rappresentate nellaCommissione Sottosezioni. Accompa-

MORETTI MARIA ROSANata a Bergamo il 29maggio 1959, dipen-dente dell’OspedaleGiovanni XXIII comepuericultrice. TitolataAccompagnatrice diAlpinismo Giovanile

e componente della Commissione,partecipa al Progetto Montagnaterapiae all’accompagnamento di personediversamente abili. In Consiglio dal2011 con incarico di Vice Segretaria.

MOROSINI STEFANONato a Seriate il 21aprile 1979, laureatoin Lettere indirizzostorico. Istruttore Re-gionale di arrampica-ta libera presso laScuola Valleseriana.

Socio Accademico del Gruppo scritto-ri di Montagna. Già componente delConsiglio Direttivo 2007/10 e delleCommissioni Culturale, Biblioteca eCoordinamento Scuole per laMontagna oltre a incarichi regionaliCAI. Coordinatore di molteplici attivitàsezionali tra cui quelle per il 140°-150° fondazione CAI.

PERSIANIMARIA CRISTINAClasse 1958, nata eresidente a Seriate.Appassionata di escur-sioni in montagna dasempre, nel 2011entra a far parte dellagrande famiglia del

CAI, diventa componente della“Commissione di Escursionismo” e col-laboratore della “Scuola di escursioni-smo Giulio Ottolini” di Bergamo. Dal2012 ricopre l’incarico di segretaria siadella Commissione che della Scuola diEscursionismo. Da più di 40 anni lavo-ra come segretaria amministrativa pres-so solide aziende locali. Ora si apprestaa concludere l’attività lavorativa espera di poter dedicare parte deltempo alla grande passione che è lamontagna.

SALINAS MASSENZIONato nel 1944, socioCAI dal 1987, escur-sionista da sempre,dopo la pensione si èimpegnato attivamen-te al Palamonti, inparticolare nella Bi-

blioteca. Vicepresidente in carica

VISTOLILORENZONato a Bergamo 21dicembre 1963,iscrit-to CAI dal 1983. Dal1991 al 1996 ha rico-perto all’interno dellasottosezione CAI diUrgnano la carica di

vicepresidente, consigliere responsabi-le Commissione Estiva e Culturale. Dal2007 al 2013; consigliere, responsabi-le commissione estiva, commissioneciaspole, tuttora vicepresidente dellasottosezione.

ZANCHI FABRIZIONato a Grassobbio il19 aprile 1953, ragio-niere. Responsabile aspettiinformatici, collabo-ratore della nuovapiattaforma Tesse-

ramento CAI. Nello Staff del Circolo diFotografia di montagna della Com-missione Culturale, organizza con glialtri membri corsi di fotografia per isoci ed appassionati. Ha lavorato nelsettore bancario dove ha diretto diver-se filiali e la sede di Parma, poi nelruolo di responsabile Centro Impreseed in ultimo come responsabile creditidi un’Area. Ora a riposo dall’attivitàlavorativa.

Candidati ruoli REVISORE DEI CONTI

CASTELLUCCI GIOVANNINato nel 1963, Socio della Sezione dal2003. Opera dal 1992 con Studio diDottore Commercialista

LEGRAMANDI ENRICA

DELEGATI: da eleggere 20 Delegati +Presidente Delegato di diritto

1) Alberti Alberto 2) Baizini Laura 3)Chiappa Adriano 4) ColombiAlessandro 5) Corti Antonio 6) DianiAngelo 7) Frosio R. Giancamillo 8)Gamba Paolo L. 9) Ghezzi Itala 10)Gilardi Luciano 11) Maffi Mina 12)Malanchini Claudio 13) MarengoniRiccardo 14) Mascadri Gianni 15)Morosini Stefano 16) Mutti Giuseppe17)Salinas Massenzio 18) SartoriAndrea 19) Tacchini Maria 20) UbialiFilippo

Le Alpi Orobiche - marzo 2014

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Vita sociale

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Vita sociale

di Gigliola Erpili

Da un po’ di anni, esattamente dal2007 con l’occasione del 400°della Madonna delle Grazie di

Ardesio, il CAI Alta Valle Seriana si èaggregato agli amici del CAI Aprica per illoro consueto pellegrinaggio che consistenel partire a piedi dal paese di Aprica eseguire il sentiero delle Caronelle e arriva-re fino al paese di Valbondione. Abbiamo cosi iniziato il nostro percorsopartendo da Ardesio alle 4 del mattino conil pulmino. Arrivati all’Aprica ci uniamoagli amici del CAI Aprica e proseguiamo inpulmino fino alla frazione di Carona, dadove si parte a piedi per il passo Caronella.Chi più veloce, chi più lento, tuti salgono eci si aspetta al passo per consumare il pran-zo al sacco. Il gruppo è sempre numeroso,

ogni anno ci sono sempre circa 70 parteci-panti. Dopo la sosta si riparte con destina-zione Rifugio Barbellino, dove all’arrivo ci

attende una ricca merenda per tutti e aseguire la Santa Messa in ricordo a tutti inostri cari morti in montagna. Si concludela giornata con un’ottima cena e una bellaserata tutti in compagnia.La mattina seguente dopo la sveglia si parteper il Rifugio Curò, con sosta per un caffè,per poi scendere verso il paese diValbondione dove ci aspetta il pullman checi porta ad Ardesio. Qui chiudiamo la gior-nata con la Santa Messa in Santuario. Amezzogiorno andiamo tutti a pranzo in ora-torio e in seguito salutiamo gli amici dellaValtellina che, con il pullman, prendono lastrada per il ritorno con la promessa diritrovarci di nuovo l’anno dopo per il soli-to giro. Questo camminata-pellegrinaggioè aperta a tutti. Ogni anno gente nuova siaggiunge e i legami di amicizia tra i parte-cipanti crescono e si consolidano.

Due giornate con il CAI Alta Valle SerianaLa Traversata Valtellina - Valbondione

TESSERAMENTO 2014

Se non hai ancora provveduto non aspettare! Rinnova la tua fedeltà di Socio e fai iscrivere nuovi Amici

Quote Associative

SOCI NUOVO RINNOVOORDINARI 55,00 50,00 FAMILIARI 30,00 25,00 GIOVANI 22,00 17,00

Quota agevolata per i Soci GIOVANI iscritti al CAI ed appartenenti a famiglie numerose: è prevista a partiredal 2° Socio GIOVANE appartenente allo stesso nucleo famigliare e con cui coabita: 9,00 uro per il RINNO-VO e 14.00 uro per il NUOVO.

ASSICURAZIONICon il tesseramento i SOCI CAI dispongono di una copertura assicurativa individuale contro gli infortuni, unacopertura di tutela sulla responsabilità civile contro danni causati a terzi (entrambe valide solamente durantel’attività istituzionale organizzata in ambito CAI) e una polizza di soccorso alpino (valida anche durante l’at-tività personale e valida in tutta Europa).

NB - “E’ necessario presentarsi, sia per i nuovi Soci che per i rinnovi con la Carta Regionale dei Servizi peril codice fiscale”.

Il lago naturale del Barbellino(foto M. Panseri)

Alpinismo giovanile

Anche nel 2014, il Club AlpinoItaliano di Bergamo, offre unaopportunità ai giovani con età tra

gli 8 ed i 17 anni, di potersi avvicinare econoscere la montagna in tutti i suoi aspet-ti, con l’aiuto e la consulenza degliAccompagnatori di Alpinismo Giovanile.Sta infatti per partire il 14° Corso diAlpinismo Giovanile, attività 2014, chenei suoi obiettivi mira ad avvicinare i gio-vani alla montagna, far conoscere e rispet-tare l’ambiente, garantire loro una forma-zione tecnica di base ed offrire anche inte-ressanti opportunità educative e di socia-lizzazione. Il corso, autorizzato dallaCommissione Regionale Lombarda diAlpinismo Giovanile, si presenta ben deli-neato, snello nello svolgimento e con usci-te significative per la conoscenza dell’am-

Protagonisti i nostri giovani

Escursione nelle Alpi Apuane

Orientamento al Parco dei Colli a Bergamo

Le Alpi Orobiche - marzo 2014

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Alpinismo giovanile

biente montano. Permette inoltre l’effet-tuazione di attività fisica all’aperto e siavvale dell’esperienza di Accompagnatoriformati e titolati. Sicuramente questa è unaoccasione per i ragazzi da non perdere!Facciamo passa-parola!Il costo del Corso è 100 (soci CAI) e 125(non soci CAI – automaticamente vengonoiscritti) e copre le gite di un giorno. Sonoescluse le gite di più giorni (70 € per ogniuscita). Alcuni recapiti di riferimento:Segreteria CAI Bergamo, via Pizzo dellaPresolana 15 (Palamonti)tel. [email protected]

16 Marzo: “Pronti …Via”: Presentazione Corso 2014 al Palamonti con arrampicata finale

30 Marzo: Alla conquista del Castello”: San Vigilio - Città Alta – Bergamo13 Aprile: “Uscita con vista sui vigneti di Franciacorta”:

Monte Orfano - Rovato (BS)25-26-27 Aprile: “Week-end fotografico”: in autogestione a Roncobello

(Valle Brembana)11 Maggio: “I tre faggi e la Costa del Palio”: Fuipiano (Valle Imagna)25 Maggio: “La regina delle Orobie”: Giro ad anello ai piedi

della Presolana (Valle Seriana)8 Giugno: “L’arboreto alpino e la diga del Gleno”:

Vilminore (Valle di Scalve)29-30 Giugno: “In Dolomiti…”: week-end al Rif. Locatelli

Tre Cime di Lavaredo (BZ)31 Agosto: “I laghi del Cardeto”: Gromo (Valle Seriana)

14 Settembre: “Il rifugio tra le nuvole…”: Rifugio Benigni (Alta Val Brembana)27-28 Settembre: “La sorpresa finale”: Festa di fine corso

in luogo top-segret

14° Corso di Alpinismo Giovanile 2014

DOMENICA 16 MARZO 2014dalle 14,30 alle 18,00 Palamonti - via Pizzo della Presolana,15 - BergamoPRESENTAZIONE del 14° CORSO DI ALPINISMO GIOVANILE 2014Saranno presenti gli Accompagnatori diAlpinismo Giovanile che fornirannoinformazioni sull’attività escursionisti-ca dell’Alpinismo Giovanile.Un pomeriggio speciale, con sorpreseper i ragazzi e… arrampicata finale!Ragazzi e genitori sono invitati ad inter-venire!

Alla scoperta delle rocce a Dossena

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marzo 2014 - Le Alpi Orobiche

di Giuseppe Stefenetti

La piccola falesia di San Patrizio, nelComune di Colzate, ospita, nelcorso dell’estate, molti appassionati

che ne fanno una vera e propria palestra diallenamento, dove trascorrere le ore seraliin compagnia di chi condivide la stessapassione.Capita spesso di trovarla piuttosto affollataanche nel tempo di mezzogiorno. Durantela pausa pranzo, invece di fermarsi per unpanino, qualcuno, e non sono pochi, decidespesso di sgranchirsi le dita facendo boul-dering. Li troviamo quindi a scalare sulgrosso masso posto al centro del piccologiardino racchiuso dalla falesia.Visto il successo, in seno alla Commis-sione Alpinismo del CAI di Gazzaniga, ènata l’idea di illuminare con dei fari il sito,offrendo a tutti la possibilità di un’arrampi-cata in compagnia, e a seguire un piccolorinfresco.Purtroppo il primo tentativo, previsto per ilgiorno otto agosto, è fallito a causa delmaltempo; tuttavia, passato il periodo delleferie estive, si è deciso di riproporre l’ini-ziativa e, nonostante la temperatura più fre-sca, il 19 settembre un buon numero diappassionati ha animato la serata, salendo apiù riprese tutti i monotiri della falesia.Un ringraziamento particolare va certa-

mente alla Protezione Civile di Vertova, icui volontari si sono impegnati ad illumi-nare artificialmente con la loro attrezzaturala falesia e hanno provveduto a garantire lasicurezza dal punto di vista della viabilità. È stato indubbiamente un momento moltoapprezzato da tutti i presenti, quando lepareti si sono illuminate a giorno. Davverocomplimenti ai ragazzi della Protezione

Civile che in poco tempo hanno saputoposizionare con perizia e precisione le luci.Grazie a questa nuova atmosfera i monoti-ri della falesia, ben conosciuti da gran partedei presenti, sono sembrati a chi li salivaquasi nuovi, talvolta addirittura più diffici-li e perciò più belli e da reinterpretare. La buona riuscita della manifestazione sideve anche all’impegno di alcuni Istruttoridella Scuola Valle Seriana che, nel corsodel pomeriggio, hanno posizionato le cordenelle relative soste, in modo che ciascunopotesse arrampicare con la corda dall’alto.In questo modo, con il massimo margine disicurezza, chiunque ha potuto cimentarsianche con gradi superiori al proprio livello.Tuttavia, al di là di numeri e gradi di diffi-coltà, è bello sottolineare il clima scherzo-so ed allegro che ha caratterizzato la serata,conclusasi con un panino e una birra pertutti.Il CAI di Gazzaniga si augura di poterriproporre l’iniziativa l’anno prossimo,migliorando alcuni aspetti della manifesta-zione, facendo tesoro di questa prima espe-rienza. Sempre restando fedele all’idea chesi tratta di una festa tra amici, che condivi-dono questo popolarissimo sport.L’entusiasmo e la disponibilità che, gliamici della Protezione Civile, hanno assi-curato anche per l’anno prossimo, ci dannoun ulteriore stimolo per riproporre un’ini-ziativa originale e speriamo apprezzata!

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San Patrizio “Vertical Night Club”

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San Patrizio by night(Foto G. Stefenetti)

Luci e ombre(foto di G. Stefenetti)

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di Egidio Bossi

Sono passati quattro anni dalla pub-blicazione di un mio articolo.Sull’Annuario del CAI, in quella

occasione, in apertura esordivo scrivendoche, camminando su un immaginario filodi cresta, mi ero ripromesso di salire lamassima elevazione di ognuna dei ventot-to stati membri della ComunitàEconomica Europea. Terminato quel pro-getto, mi sono chiesto se fosse stato il

caso di proseguire con la salita alle altremontagne Europee. La riflessione nondurò a lungo e subito mi risposi di si. Con la salita al Monte Maglic, la massimaelevazione della Bosnia Erzegovina, com-piuta nel settembre 2013, terminavo lamia lunga cavalcata lungo quell’immagi-nario filo di cresta, la cui immagine hacondotto tutti questi anni di viaggi eascensioni. Dopo le ventotto cime CEE,ho completato anche la salita delle dician-nove nazioni extra CEE. Comples-sivamente ho salito la cima più alta diognuna delle quarantasette nazioni delcontinente Europa.A est il confine geograficamente ricono-sciuto è il Caucaso, dove la cima del

Monte Elbrus non è solo la massima altez-za della Russia, ma di tutta l’Europa, sali-ta il 4 luglio 2003. In questi dieci annisalite semplici si sono alternate a quellepiù impegnative, anno dopo anno, viaggiodopo viaggio. Tutti i frequentatori delle montagne pervari motivi hanno delle montagne che nonsi sono concesse. Devo ammettere di esse-re stato fortunato e non posso fare altroche ringraziare la buona stella che mi hapermesso di rientrare sempre con l’obiet-tivo raggiunto nello zaino. Certo è unastrana collezione, ma la soddisfazioneprovata è stata decisamente intensa e conquesto breve testo ho voluto condividerlacon tutti voi.

MontagneEuropee

Maglic Bosnia 4 luglio 2003 - Russia - Elbrus mt. 5642

Liechtenstein 17 luglio 2012 Grausptz mt. 2549

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di Tito Arosio CAAI

Nel week end del 12/13ottobre 2013 si è tenuto ilsecondo raduno BAL, que-

sta volta al posto delle piccozze eramponi si sono utilizzati scarpette efriends. Il luogo scelto, dopo un innume-revole esclusione di posti più alpinistici acausa del mal tempo incombente, le notema temute fessure ossolane della falesiadi Cadarese. Terreno di gioco ben cono-sciuto per i granitisti torinesi e valdostani,al contrario terreno assolutamente inco-gnito per la delegazione bellunese; ciò hapermesso uno scambio di conoscenze tra ipiù avvezzi alle fessure del Bianco odell’Orco e chi è più abituato alla rocciadelle Dolomiti.In questo raduno, rispetto al primo, sonostati estesi i confini geografici, racco-gliendo alpinisti da tutto l’arco alpino.Purtroppo a causa del cattivo tempo, lerinunce di partecipazione all’ultimo minu-to sono state numerose, ciò ha selezionato

un gruppo di giovani super motivati, cre-ando durante il raduno, una atmosfera daveri fanatici dell’arrampicata, dove il san-gue dovuto alle escoriazioni era mostratocome trofeo per poi esaltare le vicendecon i fiumi alcolici post arrampicatori!

Il bellunese Luca scrive:Quest’ottobre sono stato invitato da Titoal secondo raduno dei bocia alpinisti lom-bardi che questa volta per sottolineare lapresenza di noi sei clandestini extraregio-nali si è chiamato BAL+ invece di BAL.Io arrivo in treno da Trieste (anche se sonodella provincia di Belluno!), la destinazio-ne è Cadarese in Val d’Ossola ed arrivarciin treno non è proprio fare il giro dell’or-to… In questa falesia Tito, Tappa eFrancesco hanno organizzato e fatto

incontrare una quindicina di giovani alpi-nisti provenienti da vari luoghi del nordItalia. Cosa stupenda e stupenda ancor dipiù se si pensa che sono stati giovani per igiovani a creare il Bal... lode a Tito e Saroper l’idea.Quest’estate ho conosciuto al bivacco altodi Col Eccles due ragazzi francesi, c’èsubito simpatia tra noi e chiacchieriamoassieme tutto il pomeriggio, salta fuori adun certo punto che i due hanno la mia etàfanno parte della nazionale di alpinismofrancese del CAF (prima volta che sentouna cosa del genere!) e stanno facendouno stage con delle guide (al bivaccoappena sotto del nostro c’erano dieci lorocompagni ragazzi e ragazze) che li avreb-be preparati per una spedizione in Alaska.Salta fuori anche che le guide, tutto ilmateriale alpinistico che usavano e metàdel costo della spedizione ventura è paga-to dal CAF.Qual è la situazione invece in Italia? I gio-vani e l’alpinismo? I giovani (pochi) sonoavvicinati all’alpinismo dai corsi CAI chemolte volte, a parte alcune notevoli ecce-zioni, sono per affinità di stile e scopi unaspecie di continuazione dei corsi scout enon sono certo focolai rivoluzionario-alpinistici dato che spesso gli istruttorihanno la barba bianca e disprezzano lafalesia. Il CAI che è oramai sempre piùsolo ed esclusivamente un club di escur-sionisti. Mi rendo conto delle difficoltàparticolari che abbia il CAI in Italia e chei loro fondi debbano essere destinati ai piùe non ai pochi ma credo che qualcheforma discreta di aiuto ai giovani si possatrovare.Basta disquisizioni!Cosa mi è rimasto di questo BAL+? Behsoprattutto le nuove conoscenze: ilTappavolante, i lecchesi, Francesco dettoEr Patata e Stefano, l’uomo dalle manigiganti, l’astemia Giulia che ci bastonatutti alpinisti e maschilisti, i milanesi, itorinesi e aostani. Poi varie escoriazionisulle mani (tributo al Dio fessura) e unabuso degli intercalare “pota” e “figa”denunciato dai miei amici… (colpa deibergamaschi).

Il camuno Tappa scrive:Un tricam. Quanti alpinisti sanno cosa siaun tricam? Magari uno su dieci sa cosasia, magari uno su cento ha idea di come

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12-13 ottobre 2013Raduno BAL+

Giulia mostra come proteggersi le mani (foto archivio BAL)

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si usi, meno sanno effettivamente piazzar-ne per proteggersi. Era proprio un tricam,customizzato BAL+, uno dei gadget gen-tilmente offerti dalla camp per questoraduno.Quanti frequentatori di palestre utilizza ilmagnesio? Direi 10 su 10, considerandome stesso un infinitesimo ininfluente. El’altro gadget era un sacchetto del magne-sio e c’era più di una persona tra noi chenon utilizza solitamente il magnesio perscalare. Gente strana, quella che usa i tricam e nonil magnesio.Gente a cui piacciono cose strane, comeposti nascosti, lontani dalla civiltà diverseore di avvicinamento, posti con discesedifficili, con orientamento zero, posti conroccia a volte mediocre e un passato oscu-ro, una storia fatta da alpinisti sconosciutioppure valorosi eroi del passato, che ave-vano coraggio da vendere.Gente curiosa, che non si veste per forzacoi marchi del momento, e che di solitoapprezza andare fuori dalle rotte frequen-tate, che preferisce camminare sotto lapioggia che affollare centri commerciali.Gente forte, gente dalla quale un giovanecome me ha tantissimo da imparare: gentedi esperienza, che fa tesoro delle innume-revoli ore passate lassù tra i monti a gioi-re dello stare in parete e del ricercare labellezza, ricercare una linea o una rispo-sta, su una parete o dentro la propria vita.Gente che ha il coraggio di arrivare entu-siasta, dopo centinaia di chilometri intreno, in una sperduta valle del verbanese,dove la neve ha imbiancato le punte deglialberi durante la notte, per scalare dellefessure di granito duro e infame.Gente che ha il coraggio di sfidare il mal-tempo, di dormire sotto la pioggia, di infi-schiarsene dell’umidità nell’aria e di quel-la nelle ossa.Gente che adora stare intorno a una tavo-lo la sera a raccontarsi a gente sconosciu-ta, accompagnando i racconti con birrettee buon vino: gente alla quale brillano gliocchi a raccontare delle proprie valli edelle proprie montagne, di vie percorse eda percorrere, di sogni realizzati e di sogninel cassetto; e di idee, di ideali, di aneddo-ti e di leggende.

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Geometrie di granito(foto archivio BAL)

Gente che adora la montagna e l’alpini-smo, e a cui poco importa della notorietà.Gente che alla fine ha anche la fortuna dipoter dire che si è anche davvero divertitaa salire e scendere da queste fessure inquesto week end umidissimo e dallameteo infame.Gente che si deve salutare a fatica allafine, perché in poche ore ha trovato neglialtri degli amici, gente speciale, ma che havite tanto diverse in posti tanto lontani traloro.Mi sono ritrovato tra questa gente strana,quasi per caso, la prima volta. Ed ero subi-to a mio agio, perché avevo trovato gentecon cui condividevo una visione dellamontagna, ma spesso anche della vita. Ho spinto per questo secondo raduno per-ché mi avevano incuriosito questi perso-naggi curiosi; perché avevo capito che eragente vera e che da loro avevo un saccoda imparare; perché avevo visto, vedendobrillare i loro occhi, che quello che face-vano doveva davvero renderli particolar-mente felici. E a posteri sono ancora piùconvinto di aver avuto una buona intui-zione.Al prossimo raduno. Alé duri.

Francesco di Lecco scrive:BAL+: bocia alpinisti lombardi ed un“più”, per non porre limiti quando l’alpi-nismo di limiti non ne ha! Come le modee le nuove tendenze, anche il meteo non èdalla nostra, ma viste le energie già spesee l’entusiasmo dei partecipanti decidiamodi non tirarci indietro: spostiamo la loca-tion in un posto meno “avventuroso” diquello originariamente prescelto, ciattrezziamo come sub e partiamo.Forse la tenacia, forse la passione, forse illuogo o il pessimo tempo stesso, che hafavorito i momenti di svago piuttosto chequelli di lotta con l’alpe, hanno inaspetta-tamente trasformato un ripiego in un suc-cesso.Lo scopo del raduno non è mai stato quel-lo della performance, ma quello di riuniregiovani accomunati da una stessa grande etravolgente passione, l’alpinismo, e per-metterci di creare nuove cordate chepotessero condividere in futuro successi,fallimenti e sogni.

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Giochi di incastri ed opposizioni(foto archivio BAL)

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Vedere 15 ragazzi e 2 ragazze (le quoterosa hanno decisamente bisogno di rinfor-zi!) che si presentano come sconosciuti ilsabato mattina e si salutano da amici ladomenica sera è stata una bellissima sod-disfazione, la prova che abbiamo preso ladecisione giusta a non rimandare l’evento!Quindi grazie a Cadarese per le stupendee strapiombanti fessure, grazie alla Vald’Ossola per averci ospitato, grazie all’ab-bondante vino che ci ha scaldato sabatosera e soprattutto grazie a tutti quelli chehanno partecipato e non si sono fatti inti-midire dalle previsioni meteo!

Per concludere, questo raduno è statoimprontato da una forte socialità (in partedovuta forse dalle condizioni meteorolo-giche avverse) ben descritta da Tappa”ognuno dice qualcosa, si racconta, lasciaagli altri un pezzo di se, un qualcosa cheha imparato negli anni. Ci scopriamo tuttiaccomunati da delle idee forti, che sonosicuramente l’amore per l’alpinismo cheè parte integrante della vita credo di tutticoloro che stanno seduti a questo tavolo,ma non solo. Ci troviamo anche su temipiù larghi come la bellezza e l’importan-za della socialità e dei rapporti umani conchi e tra chi frequenta i monti, il rispettoreverenziale verso quella montagna che ciregala tanta soddisfazione”.Sono felice perché si è realizzata l’ideache ha fatto nascere questo progetto e nelmomento di salutarsi è emersa la volontàcomune di ritrovarsi, magari in pienoinverno per poter spiccozzare tutti insie-me da qualche parti nelle Alpi. Nel frat-tempo c’è chi approfitterà delle nuoveconoscenze per realizzare qualche sognonel cassetto, chi cercherà di ampliare ilgruppo del BAL+ cercando altri bociaalpinisti da portare al prossimo raduno ochi semplicemente continuerà ad arram-picare con i soliti soci ma con nuovi sognie chi infine andrà in giro per le montagnedel mondo.Arrivederci al prossimo BAL+, iniziate achiudere il cappuccio del goretex perchéal BAL+ il mal tempo non è un ostacolo!

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Cadarese è un piccolo mondo di linee perfette, create per essere salite “clean”(foto archivio BAL)

di Paolo Grisa

Maurizio mi insegue da qualchegiorno per avere le mie righesull’esperienze Patagonica

ahimè ormai non più “appena conclusa”.Io mi ritrovo che non ho ancora esaurito illungo elenco su foglio bianco intitolato“cose da fare al rientro dalla Patagonia”

benché siano passati ormai più di due mesidal rientro. Così siamo qui, in scadenzaper la messa in stampa del notiziario.Ancora non ho avuto il tempo per sedi-mentare i ricordi, guardare dalla giustadistanza e giudicare il cammino fatto. Maqualcosa, povero Mau, devo pur mandar-gli. Mi aiuto con le parole chiave, come avoler afferrare l’essenza e quella soltanto.

Sepulveda, Patagonia Express, l’imman-cabile libro che sorpreso scopri già finitoprima che l’ultimo aereo tocchi la terraPatagonica un giorno dopo la partenza, il16 ottobre.Sabbia, la prima terra che tocchi quandometti piede sulla pista di El Calafate, chedella terra però a ben poco, la terra patago-nica. Vento, un po’ ovvio si, ma il primo di unalunga serie, questo quello che ti spinge laterra di cui sopra negli occhi, tra i denti.Spazi, che infiniti e tutti uguali lo sembra-no davvero mentre siedi sul bus che tiporta a El Chalten.Spade, puntate al cielo, le prime guglieche ti appaiono alla vista prima di arrivareal paese, quelle del gruppo del Fitz, paio-no nate dal nulla e dirette verso il nulla, delcielo.Fiamma, la sagoma del Torre, che dopoessere rimasta nascosta tutto il giorno pre-cedente, ti si mostra nella luce arancio del-l’alba, mentre la scruti così, ancora un po’intontito, dall’esterno della tua cabana.Mulo, ciò che ti senti dopo aver passato afare avanti e indietro da uno stesso percorsoper una settimana per trasportare 300 kg dimateriale divisi per quattro persone più in làdi 10 km, pensando che ti senti già tuttorotto e ancora non sei neppure all’inizio.Amici, quelli che ti alleggeriscono lozaino se vedono che fatichi a tenere ilpasso.Incredulità e ammirazione, mentre fissila pietra piatta su cui, la leggenda narra, ilsalesiano Padre De Agostini, riposava,mentre esplorava il ghiacciaio Marconi.Lì, alla Piedra del Fraille (o Frate), in que-sto clima assurdo e agli inizi del ‘900,forse ascoltando Dio nel ruggito del vento.Pollone, è il suo paesino natale, vicino aBiella. Pollone è il nome di una delleguglie più piccole e ardite del gruppo delFitz.Antartide, il luogo che hai visto nei docu-mentari e a cui va la tua mente la primavolta che, dal passo Marconi, con i tuoibravi sciettini ai piedi e la slitta carica atraino dietro, ti affacci sullo HieloContinental. In realtà si tratta solo dellaben più modesta terza distesa glaciale delmondo, dopo i poli, e la Groenlandia. Unghiacciaio pazzesco, immenso, che inmezzo alla bufera ti fa vivere il famoso“white out” e sentirti uno spirito che vaga

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Parole chiave

La torre Egger (foto archivio P. Grisa)

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nel nulla mentre terra e cielo non hannopiù differenza.Bellezza, quella di cui godi quando final-mente giungi al cospetto del Circo LosAltares, l’altro lato del gruppo del Torre.Quello che si affaccia sul vento.Protezione, quella che provi mentre fuoriulula la bufera, e tu ti ripari dentro “casa”.Una truna scavata nella neve.Vuoto, trecento metri di onnipresente pre-senza, che ti fa compagnia appena oltre lazip della tenda, appena sotto il telaio dellaport-ledge che ti sostiene.Condivisione, condizione naturale neldividere in due per giorni e giorni uno spa-zio di 1mX2m senza poter uscire fuorinella bufera.Fame, quella che impari a conoscerequando scopri che il cibo è sempre troppoquando fai lo zaino e troppo poco quandosei bloccato dal maltempo.Fatalismo, quella sensazione che haiquando ti attacchi a quella corda o passisotto a quel seracco che “secondo mesiamo riparati…”.Umido, quello che non asciuga dai tuoivestiti, che scricchiola una volta ghiaccia-to sul tuo sacco a pelo.Solitudine, quella “bella” di non incontra-re nessuno per 15 giorni in mezzo a unghiacciaio, quella brutta, delle pile deltelefono scariche che non annunciano più,un’ultima, flebile speranza che, domani, ilvento, sarà minore.Ritirata, la parola che nessuno vuol dire etutti sperano che qualcuno dica.Paura, quando hai uno zaino di 30 kg e unvento che ti sbatte a terra in mezzo a enor-mi macigni mentre cammini su una tracciache non esiste.Piacere. Perché la Patagonia non è soloscalata, e al termine di un tentativo tra un“asado” e una “cerveza”, ogni passeggiataporta ad una bellissima laguna, che nasceda un ghiacciaio e in cui si specchia unaguglia corteggiata da un condor.Questa è la mia Patagonia, divisa insequenze e con evidenziate le parole chia-ve, come ti insegnavano fare alle scuolemedie, con un testo troppo lungo e inenar-rabile.

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Relax in parete(foto archivio P. Grisa)

Sullo Hielo Continental(foto archivio P. Grisa)

di Matteo Will Bertolotti

“Dai scrivi!”. È il brevissimomessaggio del Ferro a dare ilvia alle danze.

Sono in difficoltà. Per la prima volta nontrovo le parole. Non so da dove iniziare.Non ho un molo da cui salpare. L’onestàdel momento mi dice che non so neanchedove voglio arrivare. Navigo senza unamappa. Sono un naufrago che cerca un’iso-la. Forse sto solo mentendo a tutti. Houn’isola piena di tesori che voglio tutta perme. L’alpinista è per natura egoista.Potrei raccontare di una piccola salita allaPietra di Bismantova. Potrei dire che cin-que lunghezze ci hanno richiesto più didieci ore per essere superate. Ma improvvi-samente ho paura. Mi sento incapace diraccontare emozioni. Descrivere la cordache ci ha unito, non è facile.Pagina sessantotto della guida del Righetti,il nostro diario di bordo. Le date, scrittecon una mano tremolante a fianco dellerelazioni, sono l’unica cosa che scandisceil tempo del nostro esplorare queste pare-

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Sabbia

Nel diedro strapiombante(foto M. Bertolotti)

Strisciando verso l’uscita(foto M. Bertolotti)

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ti.L’avventura è fuori di casa. E’ bastata unpo’ di sabbia nell’appennino emiliano.Niente viaggi, niente spedizioni, nientesponsor. Piccole idee, un po’ di semplicitàe gli amici giusti bastano a colorare le gior-nate.La via del Bagnino spaventa tutti quelliche, dal suo attacco, alzano il naso al cielo.Le poche relazioni non lasciano scampo auna magra sentenza: impegnativa e terribil-mente friabile.Il paese dorme ancora quando, con passolesto, passiamo davanti al piccolo luogo dipreghiera che precede le pareti. Ignoriamocon discrezione il cartello di divieto e, inbreve, siamo nel cortile privato dell’eremo.Un saio appeso al davanzale di una finestraviene cullato da un leggero vento.Aumentiamo il passo e raggiungiamo l’at-tacco della via. La falesia della Banana èancora deserta. Forse oggi tutti penserannosolo a salutare questo 2013 travagliato.Con noi zaini pesanti. Nel mio ci sono 60chiodi. Diego ne ha costruiti diversi perlasciarli in parete. È la prima volta che nevedo così tanti insieme. Pesano parecchio.Ai miei compagni non nascondo di essereemozionato. Loro, lo sono altrettanto.Compare davanti a me il 1935. Riccardo

Cassin e Vittorio Ratti stanno per attaccarel’Ovest di Lavaredo. Approfittarono dellanebbia per non essere visti. Solo i violenticolpi di martello, che risuonavano nellavalle, facevano intuire che una nuova pagi-na di alpinismo sarebbe presto stata scritta.Chissà come andarono le cose qui nel1980…Ora c’è il sole e a dirla tutta, anche una gra-devole temperatura. Diego sale in fretta iprimi metri di erba verticale e inizia a pian-tare chiodi. Uno dopo l’altro. Lentamente.Molto lentamente a essere onesti. La siste-maticità è l’elemento chiave.Il tempo e le difficoltà perdono il lorosignificato. Ci risiamo. Anche per questavolta va bene così. Oggi non c’è un recordda abbattere o un trofeo da conquistare.Oggi basta convivere con quello che siamo.Con i nostri pregi e con i nostri difetti. Nonabbiamo via di fuga. È così quando siarrampica. Accettiamo quello che siamo econtinuiamo la salita.Diego impegna due ore per percorrere laprima lunghezza. L’arrivo in sosta è caricodi un entusiasmo contaminante. La nostraattesa è già dimenticata, le ore azzerate, iminuti annientati. Saliamo recuperando ichiodi.La seconda lunghezza è più breve ma nonmeno impegnativa. La sosta sotto a un tettoci tiene lontani dal sole, ma ci regala unavista mozzafiato sulle montagne che cir-condano questo teatro.Improvvisamente mi sento colpevole. Oggicome non mai vedo i miei limiti. Prendocoscienza di quello che sono. Prendo con-sapevolezza del sapere che i miei compa-gni di cordata lo accettano.La quarta lunghezza viene salita quandoormai le temperature sono scese. Le luciilluminano la piccola contrada diGinepreto. A pochi metri dalla vetta dob-biamo scendere. Gli amici ci stanno aspet-tando.Torniamo alla salita la mattina successiva.Appena raggiunta la vetta avverto dentro dime la voglia di gridare. Ma non ho il corag-gio di un bambino. Il mio universo colora-to resta dentro di me. Ho paura a condivi-derlo. Imbocco il sentiero di discesa. Insilenzio. Il sole è alle mie spalle e la miaombra precede il passo.

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Si parte(foto M. Bertolotti)

di Ennio Spiranelli CAAI e Tito Arosio CAAI

LA CARTELLA CHE SI CHIAMA IDEEdi Ennio Spiranelli

Sul desktop del mio pc ho una cartel-la che si chiama “IDEE”. C’è den-tro di tutto, dalle Orobie al Pakistan

all’Alaska. Posti o pareti che in qualchemodo mi hanno incuriosito, alcune fuoriportata, per me, altre “possibili”. Ognitanto apro questo file e capita che, se è ilmomento buono, qualcosa mi si attaccaaddosso.Così lo scorso anno, mi si attacca addossol’idea di questo colatoio/canalone/orridosituato in una zona alpinisticamente pocofrequentata della Presolana. La butto li aYuri che è interessato per andare a dare unocchiata. Saliamo 5 tiri parecchio osticima il canale è troppo “secco”, serve piùneve e possibilmente ghiaccio. La scorsastagione si chiude con nessun altro tenta-tivo.Le grosse nevicate di quest’inverno abbi-nate alle ondate di caldo hanno creato l’ef-fetto giusto.Coinvolgiamo anche Tito, sempre entusia-sta, e appena le condizioni meteo ce l’han-no permesso siamo saliti. È uscito un belviaggio, difficile, precario, circa 650 m diroccia non proprio sana, neve inconsisten-te, ghiaccio non proprio da Monte Bianco.Ma ambiente, linea e divertimento al top.Purtroppo verso la metà abbiamo dovutoscegliere la linea più a destra di quella cheavevamo in mente, ma un salto di rocciainvisibile da sotto, ci avrebbe costretto adun bivacco senza attrezzatura necessaria.Meglio così, almeno magari ci torniamo.Inutile parlarvi dei miei soci, li conosce-te, se vi dico quanto sono forti ognuno divoi mi direbbe: “Merà dimel!”.

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La cartella che si chiama“idee” e “Merà Dimel!”

Ennio alle prese con ciuffi d’erba gelata(foto Y. Parimbelli)

Tito impegnato in un breve risalto(foto E. Spiranelli)

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“MERÀ DIMEL!”di Tito Arosio

Si sa che la fantasia di Ennio per quantoriguarda la Presolana non ha eguali, infat-ti da un po’ di anni sta guardando questopezzo di Presolana “dimenticato”.L’anno scorso con Yuri aveva fatto unaperlustrazione per prendere le misure diquesto “canalino”. Dopo la salita di lune-dì 13 gennaio 2014 il termine diminutivodi canalino non sarà più utilizzato!Quest’anno, con le condizioni meteorolo-giche un po’ bizzarre dell’inverno, pen-siamo che il “canalino” possa essere inbuone condizioni, anzi temiamo che letemperature troppo elevate non abbianofatto ghiacciare la neve e i ciuffi d’erba.

la musica cambia, un muro di 60metri cisbarra la strada. Yuri parte convinto esupera brillantemente i primi 30 metripercorrendo un bel diedro con arrampica-ta estetica ma alquanto precaria.La sosta è in una nicchia comodissima, daqua il diedro tramuta in un camino stret-to, ma stretto stretto! Yuri mi cede il cam-bio della cordata, capisco successivamen-te che aveva già compreso che qui, piùche arrampicare, serve strisciare.Parto, pochi metri e sono già stanco, inquesto tiro è molto difficile cadere maaltrettanto difficile progredire verso l’al-to, in un punto per passare sono addirittu-ra costretto a togliere il casco.Un ultimo movimento precario mi per-mette di rimontare un fungo di neve, suc-

lizzare anche uno “snarg” in un ciuffod’erba, che orgogliosamente si era porta-to direttamente dagli anni ’80!Con altri tiri meno impegnativi ma sem-pre caratterizzati da dei brevi salti di roc-cia non facili ci portiamo alla cornice chesegnala la fine del canale.È fatta, una breve pausa per mangiare ebere e poi si scende in doppia per la via disalita! La discesa avviene in fretta e senzaintoppi, e appena arrivati ci fiondiamo alNevada, dove l’Emilio ci accoglie con lasua solita travolgente allegria!

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MASSICCIO DELLA PRESOLANAAnticima delle Quattro MatteVia “Mera’ dimel”Yuri Parimbelli G.A. Tito Arosio CAAI Ennio Spiranelli CAAI - 13/01/2014Difficolta: AI 4 M6Lunghezza: 650mMateriale: 6/7 chiodi e friends fino al 4Discesa: in doppia lungo la via di salita(soste attrezzate)

Quest’ultima cosa preoccupa particolar-mente il sottoscritto che preferisce unbuon ciuffo d’erba ghiacciato a del ghiac-cio.Ennio decide che è il momento giusto pertentare la salita e coinvolge Yuri e me.Di buon ora partiamo da Colere. La sve-glia un po’ troppo mattiniera mi regala unbello scivolone durante l’avvicinamento,meglio, così quando arrivo all’attaccosono completamente sveglio.Parte Yuri, su un bel tiro verticale di nevedura ma completamente staccata dallaroccia, con altri 3 tiri Yuri ci porta sotto ilgrande salto della parte centrale. Da qua

cessivamente striscio attraverso un bucoed eccomi sbucare sul pendio di neve,dove creo la sosta.Qui il canale si dirama in due, l’idea ori-ginale era di salire la diramazione sini-stra, che si presenta in un camino dal-l’aspetto tetro, capiamo che ci aspettereb-bero almeno altri 3 tiri come i 2 preceden-ti, non avendo tutto questo tempo decidia-mo di imboccare il ramo destro.Salendo ci rendiamo conto che anche ladiramazione di destra non è così facilecome pareva dal basso.Ennio sale un tiro di neve, erba e ghiaccioe con grande soddisfazione riesce ad uti-

Tito e Yuri si rilassano(foto E. Spiranelli)

di Tito Arosio

Quest’estate ho avuto la fortuna diarrampicare parecchio tempo conLuca, un ragazzo bellunese che

l’inverno scorso ha scalato la vetta delCerro Torre. In tutti i nostri numerosibivacchi Luca mi ha esaltato le bellezzedelle montagne patagoniche, dicendomiche il tempo non è cosi brutto come la let-teratura alpinistica riporta e che il famige-rato vento patagonico non è molto diffe-rente dai tranquilli venti alpini.Durante l’estate scorsa Rosa e Noppa michiesero di andare con loro in Patagonia,accolsi l’invito senza nessuna esitazione,con loro ero già stato in Alaska e mi erotrovato benissimo! Obbiettivo della spedizione è ovviamenteil Cerro Torre, l’urlo di pietra, una dellemontagne più estetiche del mondo, la viadi salita è la via dei Ragni; che è divenutala via normale dopo la schiodatura dellavia del Compressore, da parte di una cor-data americana un paio di anni fa.A metà novembre partiamo! Il viaggio in

aereo è lungo lungo, quasi 2 giorni traaerei, scali e bus. Arriviamo El Chalténstanchi morti ed accolti da una bella pio-viggine.I primi giorni trascorrono facendo spese,capendo quali sono le condizioni dellamontagna , facendo conoscenza di alpini-sti di tutte le nazionalità. Fin da subito micolpisce in maniera positiva l’atmosferache regna a El Chaltén: ci sono alpinisti datutto il mondo e l’attività principale di tuttiè guardare le 1000 previsioni meteo diffe-renti ; quando ci si incontra, ancora primadi salutarsi ci si chiede come sono le pre-visioni! Nnelle giornate di brutto tempo,che poi è solo brutto in montagna mentrein paese regna il sole, è difficile incontrareun arrampicatore prima delle 11 di matti-na, poi colazione e boulder per tutti.Capisco subito che i racconti di Luca noncorrispondono esattamente alla realtà chesto vivendo, o meglio, non corrispondonoa quello che è la Patagonia di quest’anno:la vera Patagonia. Certi giorni si fa fatica persino acamminare in paese a causa delvento (impensabile andare inmontagna), il Cerro Torre sivede una volta ogni morte di

papa, sempre chiuso tra nuvole.Una camminata al Nipponino (campo basesotto il Cerro Torre), per lasciare un depo-sito di cibo, mi fa capire che gli avvicina-menti qui non sono lunghi, sono eterni: oree ore su terreno pianeggiante con zainipesanti.I sentieri sono sempre pianeggianti immer-si in una natura pressoché incontaminata; ipaesaggi sono veramente fantastici, quan-do si lasciano ammirare. La cosa più inte-ressante è la disposizione degli alberi, quinon è la quota a selezionare la dislocazio-ne arborea, ma il fattore limitante è ilvento, ci sono alberi solo negli avvalla-menti o altri posti protetti dai venti.Finalmente arriva una finestra di una gior-nata con il tempo accettabile per arrampi-care. Rosa, Noppa e Gianni ( il quartomembro della spedizione) vanno a provarela via Poincenot mentre io e Francesco (un

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Patagonia 2013

Il Cerro Torre non si è concesso a Tito e Rosa (foto T. Arosio)

italiano conosciuto a El Chaltén) proviamola Mermoz, per la via Vol de Nuit. Perentrambi sarà un tentativo, Rosa, Noppa eGianni non riusciranno neppure ad arriva-re all’attacco per il pericolo slavine, men-tre io e Francesco riusciamo ad arrivarefino a dopo il tiro più difficile ma poi l’ec-cessiva calura della giornata (essendo unavia di misto) ci fa tornare indietro.Tornati in paese, seguono altri giorni divento forte e brutto tempo, dopo un po’nelle previsioni meteo si intravvede unafinestra di bel tempo; ancora troppo cortaper tentare il Torre, che per altro non haancora scalato nessuno quest’anno.Vedendo il maltempo pensiamo ad un altroobiettivo e ci orientiamo sulla viaSupercanaletta sul Fitz Roy.Partiamo, un giorno intero è dedicato araggiungere la base dove dormiamo, inserata arrivano anche Francesco e Thomas,due giovani trentini molto forti.La partenza è notturna, da subito capiamoche le condizioni metereologiche non sonoesattamente quelle previste; il cielo ècoperto e c’è molto vento, quest’ultimopuò essere un problema, soprattutto in fasedi discesa in corda doppia! Il fatto chesiamo in due cordate (Noppa con Gianni

ed io con Rosa) rende tutto un po’ più sicu-ro.La prima parte di via è costituita da uncanale di ghiaccio con salti di roccia, lasalita avviene velocemente e verso le noveabbiamo già salito i primi 1000 metri, chesono anche i più semplici.Proprio all’inizio delle difficoltà succedeun fatto totalmente imprevisto: Thomas eFrancesco, che ci precedono di un oretta,chiedono aiuto in quanto Thomas si èinfortunato ad una gamba, non li vediamoin quando hanno già iniziato la discesa. IIvento in questo momento è forte e com-promette ogni altra comunicazione con idue trentini. A questo punto sono poche lealternative: scendere in 2 o tutti e 4?Optiamo per scendere solo io e Rosa,Noppa e Gianni continuano con l’ascesa.Per fortuna tutto si conclude senza grossiproblemi, Thomas ha una caviglia che glifa molto male ma riesce a camminare. Intre ci dividiamo il suo materiale e scendia-mo fino al piccolo rifugio.Purtroppo Noppa e Gianni non riuscirannoa concludere l’ascesa in quanto il fortevento e un po’ lo sconforto per essercidivisi li spingeranno a desistere.Il tempo continua a essere molto instabile

e capiamo che le chance di fare il CerroTorre sono pressoché nulle.Noppa e Gianni anticipano il rientro inEuropa di qualche giorno mentre io e Rosadecidiamo di restare. Un’ altra finestrella di bel tempo si annun-cia ma la scelta dell’obbiettivo è veramen-te complessa: le temperature si sono alzaterendendo le vie di misto troppo pericolosee il forte vento onnipresente rende difficilearrampicare con mani nude e scarpettesulla roccia. Optiamo per la parete ovest della AguillaBifida e dieci ore di cammino ci portanoalla base. Siamo partiti da El Chalténsenza cibo, avendo lasciato in precedenzaun deposito lungo la strada. Con nostrostupore scopriamo che il deposito è statocompletamente distrutto da volpi e topi eche sono rimaste solo le bombole di gas.Non ci lasciamo scoraggiare e la mettiamosul ridere, pensando che saranno tre giornidi dieta e che assaporeremo con più gustoil primo pasto che faremo a El Chaltén.La mattina successiva arriviamo sotto laparete ovest della Bifida, che si presenta incondizione pessime, ogni fessura è intasa-ta dal ghiaccio, non resta che arrenderciall’evidenza dell’impossibilità di salire.

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Il gruppo del Fitz Roy (foto T. Arosio)

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Subito optiamo per la salita della gugliavicina, non sappiamo nulla (la guida è intenda). Saliamo a caso ma dopo parecchieore di scalata un po’ su roccia, un po’ sughiaccio scollato, un po’ su neve marcia,decidiamo che sia il caso di scendere per-ché le condizioni sono veramente brutte.Rientrati a e El Chaltén la prima cosa chefacciamo è mangiare! Il mattino dopo cirendiamo conto che le previsioni dannobello quasi bello per il giorno seguente: ladecisione è già presa, si va nonostante lastanchezza. Ormai abbiamo capito che ilbel tempo è solamente l’assenza di vento,non importa se nevichi o piova o ci sia ilsole, se il vento non è troppo forte si puòandare in montagna altrimenti megliorestare in paese.Partiamo, gli zaini sono sempre più pesan-ti, le gambe sono sempre più stanche e inpiù ci si mette una leggera pioggerella a“rallegrare” l’animo! Rosa in questi casi èuna roccia, la sua motivazione è semprealle stelle mentre io faccio fatica; per for-tuna, durante l’avvicinamento, incontrodue americani con cui instauro una discus-sione su Maestri e il Torre, insomma nonuna discussione facile ma ciò mi permettedi distogliere l’attenzione dallo zainopesante e dal sentiero che non finisce più.Dopo una notte, senza tenda, passata trauna raffica di vento e una raffica di pioggiapartiamo e subito capiamo che il program-

ma originale va cambiati, le rigide tempe-rature ci fanno scegliere come meta la viaBrenner sulla Aguja Guillamet.Il tempo, bello non è, ma solo una cosa è

importante: il vento è accettabile…… nonimporta se nevica e il sole è altrove, questoè il “bel tempo” Patagonico.La via è davvero carina con alcuni tiri infessura veramente splendidi, un po’ di ver-glas ogni tanto obbliga a cambiare le scar-pette con i ramponi. Finalmente nel tardopomeriggio arriviamo in cima alla miaprima vetta patagonica, invece per Rosa èla 3° volta che arriva sulla cima di questavetta!Ormai manca meno di una settimana alnostro rientro e il tempo continua ad esse-re ventoso….ma si annuncia un’altra fine-stra di bel tempo!Il persistere della bassa pressione fa vede-re nelle previsioni del tempo finestre di beltempo che in una situazione normalesarebbe brutto tempo.Un ennesimo tentativo, e questa voltasiamo in tre, con noi c’è il simpaticissimofeltrino Diego, si concluderà al Nipponino,dopo aver trovato un vento come nonavevo mai viso, un vento che ti porta via,un vento veramente ostile, un vento taleche ci mettiamo più di un’ora solo permontare la tenda! La notte passa con lasensazione di prendere il volo da unmomento all’altro.

La mattina un eloquente sguardo tra noitre, ci rende consapevoli che siamo con-cordi che non sia proprio il caso di andarea tentare la via, oltretutto ha nevicatomolto in basso e tutte le pareti sono spor-che di neve. Finisce così il nostro viaggiopatagonico di un mese, con una ultima edennesima camminata a vuoto tra parole erisate in compagnia!!Rosa ed io lasciamo El Chaltén in unagiornata di pioggia, quale miglior giornose non questo per andarsene senza rim-pianti dopo un mese di brutto tempo quasiininterrotto? Affrontiamo un lungo viaggiodi rientro reso meno noioso da uno scalofuori programma che mette in dubbio lapossibilità di prendere il volo transoceani-co. Arriviamo a Zurigo provati e Noppa,con estrema gentilezza, ci viene a prende-re direttamente in aeroporto!Un’altra volta grazie a Noppa e Rosa peravermi fatto vivere un fantastico mese trale montagne più belle del mondo!

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Un tentativo al Fitz (foto T. Arosio)

Sulla Brenner Moschioni alla Guillamet(foto T. Arosio)

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di Cristian Trovesi

Il canale Curù si trova sulla destra dellaparete nord del Redondo, proprio lì,sotto gli occhi di tutti quelli che salgo-

no in auto per andare a sciare agli Spiazzi.Chissà quanti alpinisti lo avranno osservatoe magari qualcuno si sarà pure riproposto diandarci, ma nessuno ci ha mai messo ilbecco, anzi le becche. La linea del canaleCurù è evidente e ben visibile sulla destradel canale del Vendol, quello da cui solita-mente scende una bella valanga e che noi,essendo sicuro, abbiamo usato per la disce-sa. Dopo anni che mi riprometto di andarci,domenica 26 gennaio, è arrivato il momen-to. Con Bruno e Ivana, dopo avere parcheg-giato nella frazione di Boario di Gromo, ciincamminiamo lungo la strada sino alprimo tornante, da dove si stacca una ster-rata chiusa da una sbarra, la superiamo eproseguiamo sino ad una stalla. Continuia-mo sulla stradina per circa 15 minuti, al suotermine imbocchiamo una mulattiera cheprosegue pianeggiante fino dove scende laslavina del canale del Curù. La risaliamoper circa 150 metri di sviluppo e dove ilcanale diviene ripido ci prepariamo e ini-ziamo a salire in cordata. Percorriamo circa350 metri di canale, sino ad una nicchia

dove abbiamo attrezzato una sosta, da quicon una lunghezza di corda verso destra,superiamo una crestina ed entriamo nelcanale principale. Lo risaliamo per qualchetiro, arrampicando su neve dura e ghiacciocon pendenze tra i 50° e 70° e pure con unaserie di muretti di misto, facendo soste sughiaccio e su roccia, poste sulla sinistra delcanale, fino a quando questo piega a destra.Questa sezione nel complesso ha uno svi-luppo di 250. A questo punto saliamo ilpendio puntando alla parete, a destra di ungrande boomerang che chiude il canale,dove sostiamo in una nicchia sulla sinistradella parete, lasciando attrezzata la sostacon un chiodo e un dado. Siamo alla base diquello che si rileverà il tiro chiave, una lun-ghezza di 55 metri di misto con pendenzesino a 90° e dove abbiamo lasciato duechiodi. Alla fine del muro sostiamo su unalbero da dove proseguiamo entrando in uncanale più a destra. Ci attendono ancora150 di misto, più facile ma con passaggidelicati. In questo tratto per fare sosta sfrut-tiamo gli alberi presenti sui bordi. Fuoridalle difficoltà proseguiamo nella neve, peroltre un ora, sino alla vetta del Redondo, dadove ci abbassiamo ad una sella e, nei pres-si di un abete, iniziamo a scendere nel cana-le “Vendol”.

Sotto gli occhi di tutti

Canale del CurùAnticima Monte Redondo (1665 m)-Parete Nord

Primi salitori: B. Dossi, C. Trovesi e I. Artifoni; 26 gennaio 2014.Difficoltà: III, neve/ghiaccio 50°-70°M VDislivello: 700 mSviluppo: 900 / 950mEsposizione: N / NOMateriale: 4 – 5 chiodi da ghiaccio, 5 -6 chiodi da roccia, friend fino BD 3,cordini.Nota: da percorrere con manto nevosoassolutamente stabile.

Sul tiro chiave (foto C. Trovesi)

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Venerdì 7 marzo, presso ilModernissimo di Nembro, alleore 21 si terrà la serata della VIIa

edizione del Premio Alpinistico Marco eSergio dalla Longa.Sette sono le candidature presentate perquesta edizione del premio, il ComitatoParitetico e la Commissione giudicatricele ha ritenute tutte di assoluto valore equindi accogliibili e che ben rappresenta-no l’attività alpinistica nelle Orobie edegli alpinisti bergamaschi nelle Alpi enon solo. Di seguito le riepiloghiamo e per maggio-ri informazioni vi rimandiamo ai numeriprecedenti del nostro notiziario.

- Via nuova sulla sud del Corno di Gioià(Gruppo dell’Adamello) – I sogni diBaku – Gianni Tomasoni e SibillaBariani

- Via nuova sulla sud della Presolana

Occidentale – Dall’alba al tramonto –Daniele Natali e Stefano Codazzi

- Via nuova sulla nord della Cima di Fop(Prealpi Bergamache) – Il filod’Arianna – Cristian Trovesi, BrunoDossi e Michele Confalonieri

- Via nuova sulla nord del Monte Agner

VIIa Edizione Premio Alpinistico “Marco e SergioDalla Longa” alla memoria - venerdì 7 marzo 2014

Marco Dalla LongaSergioDalla Longa

(Dolomiti) – Lì-cuore – Tito Arosio eLuca Vallata

- Ripetizione sulla est delle GrandJorasses (Monte Bianco) – GrouchoMarx – Mauro Gibellini, GiuliaVenturelli e Tito Arosio

- Ripetizione sulla sud del PiloneCentrale del Freney (Monte Bianco) –Via Classica - Francesco Beni e MauroGibellini

- Ripetizione sulla big wall del BlåmannWall (Norvegia) – Atlantis – DiegoPezzoli, Andrey Varvarkin e AleksejKiselev

Il Comitato ha nominato la CommissioneGiudicatrice, rinnovando l’invito ai lavori,a chi in questi anni ha partecipato alle dif-ferenti edizioni ed allargandolo a nuovefigure, con il vincolo che i partecipantinon abbiano presentato una candidatura.Come da regolamento segnaliamo la newentry Ettore Alborghetti, vincitore delPremio Giovane Promessa della scorsaedizione, mentre riconfermano la loro pre-senza il giornalista Emanuele Falchetti el’alpinista lecchese Marco Anghileri.Ecco l’elenco completo dei componentidella Commissione: Mario Dotti, FrancoMaestrini, Augusto Azzoni, GiangiAngeloni, Piera Vitali, Ennio Spiranelli,Franco Crik Bertocchi, Yuri Parimbelli,Ettore Alborghetti, Michele Alebardi,Maurizio Panseri, Pietro Gavazzi, MarcoAnghileri, Emanuele Falchetti.

Peuterey (foto F. Rota Nodari)

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di Sara Fabi

ASettembre è stato infatti avviato ilprimo corso regionale per la for-mazione di Operatori Sezionali

TAM che, al termine, ha investito i sociMassimo Silvestri, Danilo Donadoni eSara Fabi del ruolo di nuove “sentinelle”dell’ambiente montano. E’ opportunoricordare che componenti della TAM diBergamo hanno sostenuto in modo decisi-vo l’organizzazione di detto corso svoltosiin parte anche al Palamonti e presso lasede del Parco dei Colli di Bergamo.Gli aspiranti hanno frequentato uno speci-fico percorso che prevedeva momenti diformazione in aula e uscite pratiche inambiente naturale e sono riusciti a conse-guire il suddetto titolo a fronte del supera-mento della prova scritta finale.Il corso è nato con l’obiettivo di formarecoloro che, essendo già soci CAI, sentonola volontà di dedicare dell’impegno al pro-prio territorio, monitorandolo e imparandoa gestire le problematiche ambientali della

montagna con l’intento di tutelarla e con-sentirne uno sviluppo sostenibile. Questispecifici operatori sono infatti chiamati asegnalare criticità e minacce incombentisul territorio; sono in grado di riconosceree valorizzare luoghi degni di tutela e rive-stono il ruolo di abili educatori ambientaliche diffondono il rispetto dell’ambientesia in ambito delle attività sociali stesse(escursioni, corsi di aggiornamento,mostre) che al pubblico attraverso eventicome conferenze e concorsi.Quattro componenti, operatori nazionali(Laura Baizini, Itala Ghezzi, ClaudioMalanchini e Maria Tacchini), hannoseguito l’aggiornamento annuale a Milanoo a Salerno.Il gruppo dei titolati cresce e allo stessomodo i suoi componenti crescono e assu-mono nuovi ruoli, anche in relazione allasempre maggior interazione tra TAM edaltre Commissioni a cominciare dal Comi-tato Scientifico. In proposito il Presidentedella Commissione TAM, Maria Tacchini,dopo aver frequentato specifico corso e

La famiglia TAM cresce e si aggiornaaver brillantemente superato l’esame, èstata nominata ONC, cioè Operatrice delComitato Scientifico, arricchendo così lepotenzialità operative della Sezione anuovi settori di attività. Vorremmo anche ricordare l’impegno dinostri Operatori TAM in altre sedi, quali laCommissione Regionale con la presenzadi L.Baizini e M. Tacchini e quellaCentrale nella quale è stata recentementericonfermata Itala Ghezzi.Insomma il da fare non manca. A tutti l’au-gurio sincero di buon lavoro con la rinno-vata certezza che presto altri si aggiunge-ranno al gruppo e si incammineranno sullostesso percorso di crescita personale.

Mercoledì 5 marzo alle ore 20.45 al Palamonti presentazione

del programma di attività 2014 della Commissione TAM (Escursioni, Corso, altro)

Seguirà un piccolo rinfrescoVi aspettiamo !!!

Nebbia(foto M. Panseri)

TAM

Piermario Marcolin che come sem-pre ha voluto essere vicino ai fotogra-

fi amanti della montagna con la sua pre-senza, la sua amicizia, il suo entusiasmo.

Hanno partecipato al concorso 30 fotografiescursionisti che ci hanno regalato una novanti-

na di splendide e suggestive immagini, che sonostate esposte in una mostra al Palamonti fino al 31 gen-

naio. La mostra è stata integrata con una sezione dedicata adopere “fuori concorso” a cura del Circolo fotografia di montagnache ci hanno regalato forti emozioni e momenti di grande bellez-za.Le categorie proposte nel concorso sono rimaste invariate rispet-to allo scorso anno e riguardavano:- Escursioni sociali- Ambienti montani- In bianco e nero- Così no! (fotografie che documentano aspetti e comportamenti

negativi nella frequentazione e/o nell’utilizzo del territorio mon-tano).

Le opere sono state selezionate da una Giuria tecnica di fotogra-fi esperti quali F. Anesa, L. Benedetti, F. Ciuffetta e P. Previtali.

di Antonella Aponte

La cerimonia di premiazione del tradizionale concorso foto-grafico “Giulio Ottolini” edizione 2013 organizzato dallaCommissione Tutela ambiente montano e dal Circolo

fotografia di montagna del CAI di Bergamo, che è ormai un even-to atteso e importante per la sezione e per molti amici, si è svol-ta sabato 11 gennaio 2014, alle ore 16, presso il Palamonti comedavanti ad un folto pubblico attento, partecipe e caloroso e con lagraditissima partecipazione del Presidente del CAI di Bergamo,

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Premiazione defotografico “Giu

edizione

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Ambienti Montani1° premio - Fiorenzo Rondi: Atmosfera autunnale

Bianco e Nero1° premio - Livia Lecchi: Berto

Bianco e Nero2° premio - Mauro Bertoli: Solitudine

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Sono stati premiati i primi due clas-sificati di ogni categoria. La cerimonia di premiazione si è con-clusa con il tradizionale rinfresco e conl’inaugurazione della mostra fotografica.Un sentito ringraziamento a tutti coloro chehanno contribuito alla buona riuscita dell’iniziativae soprattutto un forte ringraziamento ai fotografi chehanno partecipato e che, grazie alla loro sensibilità e talento, cihanno fatto emozionare ancora una volta con le loro opere che ciconfermano quanto sia bello, stimolante, entusiasmante ed appa-gante frequentare la montagna e godere delle sue bellezze.

Ed ora ecco i vincitori di ogni categoria:Escursioni sociali: 1° Armanni Luca – Solidarietà tra istruttorima soprattutto amici. 2° Cotti Carlo – Su per la fessura di BismantovaAmbienti montani: 1° Rondi Fiorenzo – Atmosfera autunnale.2° Bertocchi Giorgio - Rifugi Tosa e Pedrocchi. Segnalati:Bertocchi Giorgio – Discesa nella nebbia. Verlato Giuseppe -Piani di Botta - Lago d’Iseo del Monte Grione - Cascina BottaBassa. Servalli Fabrizio – Un giusto ricovero per la notte.

In bianco e nero: 1° Lecchi Livia – Berto di Valcanale. 2° Bertolini Mauro – Solitudine. Segnalati: Rondi Fiorenzo –Arte e natura.Così no! (fotografie che documentano aspetti e comportamenti negati-

vi nella frequentazione e/o nell’utilizzo del territorio montano).

1° Antonio Robustelli Test – Invasione Aliena.

Per l’anno in corso occorrerà dopo tanti anni rivedere l’organiz-zazione della iniziativa a cominciare da una più stretta interazio-ne fra gruppo fotografico del CAI Bergamo e commissione TAM.

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e del Concorso Giulio Ottolini”

one 2013

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Ambienti Montani2° premio - Giorgio Bertocchi: Rifugi Tosa e Pedrotti

Bianco e Nero3° premio - Fiorenzo Rondi: Arte e natura

di Alberto Alberti e Claudio Malanchini

Risultati della campagna di moni-toraggio 2013 del transito dimoto lungo i sentieri e prossime

iniziative - Come ricorderete, nel corso del2013, è stata attivata una campagna dimonitoraggio del transito e presenza dimoto e mezzi motorizzati in genere lungosentieri e mulattiere delle nostre montagne.Il transito di tali mezzi è vietato in base allaLR 31/2008. Il monitoraggio è avvenuto amezzo schede di segnalazione che chiun-que poteva ritirare presso le sedi del CAIoppure scaricare dal sito della Sezione.L’iniziativa è stata accolta con interesse e,nel corso di alcuni mesi tra luglio e metànovembre sono state trasmesse al CAI 87schede compilate da 41 escursionisti; 277 imotociclisti monitorati.Analoga iniziativa è stata perseguita daOrobie Vive, Associazione ambientalistabergamasca che si occupa di tutela del-l’ambiente montano. Le segnalazionihanno riguardato transiti lungo sentieri intutta la Provincia, dal Parco dei Colli diBergamo, alla Valle Imagna, alla ValBrembana (Sentiero delle Orobie, Torcola,Carona, Passo Publino) e Seriana (Selvino,Gandino-Farno, Clusone-San Lucio, Val

patrimonio forestale, possano consenti-re l’autorizzazione temporanea di mani-festazioni che prevedano il transito dimezzi a motore, fatto salvo il parerepreventivo degli enti interessati, tra cuii Comuni, gli Enti parco e le ComunitàMontane.Il Pdl prevede sostanziali modifiche allaLR 31/2008 per quanto riguarda:l’art. 42 - definizione di bosco: lamodifica proposta priverebbe le superfi-ci boschive di più recente formazione diadeguata protezione favorendo la tra-sformazione urbanistica di vaste porzio-ni del territorio con conseguente possi-bilità di edificazione, allentando nelcontempo i vincoli avversi al transitodei mezzi motorizzati;l’art.59 – Viabilità agro-silvo-pasto-rale: la modifica proposta prevede chein deroga ai divieti generali esistenti,compatibilmente con le esigenze ditutela del patrimonio forestale venganodefinite le modalità e le procedure concui gli Enti proprietari, per il territoriodi relativa competenza possano indivi-duare manifestazioni, percorsi od areeper i quali autorizzare il transito tempo-raneo di mezzi a motore; con questo difatto verrebbe reso possibile derogare aldivieto di transito lungo mulattiere esentieri, attualmente assoluto.Il Pdl è seguito attentamente dal CAIregionale che è intervenuto con la pro-pria Presidente Renata Viviani ed il V.Presidente Renato Aggio, esprimendole proprie motivate osservazioni criti-che verso le modifiche proposte, nelcorso della audizione svoltasi il 29 gen-naio a Milano presso la VIIICommissione della Regione LombardiaAgricoltura, Montagna, Foreste eParchi. Informazioni più dettagliate acominciare dalle osservazioni del CAIsono reperibili nel sito del CAILombardia (www.cailombardia.org).

Che l’argomento moto e sentiericontinui a rimanere caldo edincalzante, lo dimostra il fatto

che, recentemente, il 5.12.2013 è statodepositato e presentato in Regione ilPROGETTO DI LEGGE N. 0124 assie-me ad emendamenti ad iniziativa diConsiglieri regionali avente per oggetto“Modifiche ed integrazioni alla leggeregionale dicembre 2008, n. 31. Testounico delle leggi regionali in materia diagricoltura, foreste, pesca e svilupporurale concernenti la viabilità agro-silvo-pastorale”; i presupposti del pdlsono espressi chiaramente nella pre-messa al progetto che riportiamo par-zialmente:La Federazione Motociclistica Italiana -FMI, in rappresentanza di un foltonumero di motociclisti che si dedicanoal fuoristrada, da tempo segnala lanecessità di introdurre nell’ordinamen-to regionale apposite disposizioni atte aconsentire l’organizzazione di manife-stazioni su aree boscate con mezzimotorizzati (moto da enduro, trial,quad, ecc..), nonché a individuare per-corsi o aree su cui poter transitare conmezzi a motore.La soluzione del problema attuale sipuò quindi ricercare in apposite formedi regolamentazione che distribuiscanol’uso del territorio tra le varie esigenzein modo da rispettarne i diversi gradi diimportanza e rilevanza sociale e digarantire a tutte un minimo ambito dipraticabilità. Occorre, pertanto, rive-dere la legge 31/2008, riconoscendoche le attività motoristiche portanoreddito in aree depresse, quali quelledi montagna, ma che solo normando-le è possibile tutelare l’ambiente fore-stale in cui le stesse si svolgono. Ilpresente Progetto di legge mira quin-di a superare i divieti della attualenormativa regionale introducendouna serie di deroghe che, compatibil-mente con le esigenze di tutela del

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Il progetto di legge n. 0124 a modifica della LR 31/2008

Emergenzeambientali:ancora moto e sentieri

marzo 2014 - Le Alpi Orobiche

Sedornia, Monte Pora). I risultati preliminari sono stati presentatial Consiglio allargato del 5 ottobre 2013svoltosi al Rifugio Resegone e, conclusa lacampagna di raccolta schede a novembre,tabulati e rielaborati, in un’apposita rela-zione. Un capitolo a parte è costituito dallemanifestazioni sportive per le quali inveceesiste una specifica regolamentazione, mache non trattiamo in questo spazio.Dalle schede raccolte si evince che, nono-stante il divieto vigente (LR 31/2008), imezzi circolano impunemente da una valleall’altra; pressoché inesistente la vigilanza;a prescindere dai danni provocati ai sentie-ri e mulattiere, della cui manutenzione sifanno carico con sacrificio i nostri soci evolontari (Commissione sentieri,Sottosezioni), per molti escursionisti, l’in-contro con le moto rappresenta un serioproblema in termini di disturbo se non dipericolo. ll CAI non ha potere sanzionato-rio nei confronti delle violazioni ai divietivigenti; l’obiettivo del CAI è quello del farsentire la propria voce nelle sedi istituzio-nali opportune di contrarietà al transito deimezzi motorizzati lungo sentieri e mulat-tiere. Presso la Sezione è stato costituito edopera un tavolo di lavoro sull’argomento,coordinato da Luca Pellicioli, che prose-guirà la propria opera di monitoraggio,denuncia e sensibilizzazione anche nell’an-no in corso. I dati raccolti serviranno asostenere l’azione del CAI nei confrontidelle istituzioni affinchè si facciano caricoseriamente del problema. Per il momentoun grazie sentito a quanti hanno collabora-to alla campagna di monitoraggio 2013 eda quanti vorranno continuare a seguire lospinoso e delicato argomento anche nel2014.

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di Marcello Manara

Il 27 Ottobre si è concluso il corsoSemi e frutti delle nostre montagne.È il terzo corso consecutivo organiz-

zato dalla TAM in questi ultimi anni, pre-ceduto nel 2011 dal corso sull’ambientemontano indagato in tutti i suoi aspetti enel 2012 dal corso sul riconoscimento deifunghi.Più di quaranta sono stati gli iscritti alcorso, svoltosi a partire da fine settembreper un totale di quattro serate e dueescursioni con la collaborazione del-l’Orto Botanico di Bergamo, dell’As-sociazione Amici dell’Orto Botanico, delParco dei Colli di Bergamo, e del Parcodel Monte Barro, nonché della Dr.ssaMaria Coccia e di Eugenia Todisco qualirelatrici di una serata particolare dedica-ta all’utilizzo dei semi e dei frutti.Il corso ha riscosso grande successo siaper il tema trattato che per l’interesse

Corso “Semi e frutti delle nostre montagne”

suscitato dai singoli incontri: a partire dalriconoscimento delle specie principalifino al loro uso anche culinario.Le escursioni (la prima in una zona poconota del Parco dei Colli, la seconda alCentro Flora Autoctona del MonteBarro) si rivelano, come sempre, le attivi-tà più apprezzate dai partecipanti, graziealla maggior possibilità di apprendere, diconoscere direttamente dal vivo e, nonultimo, di socializzare. Il successo del corso e le tante richiestedi approfondimento pervenute dai corsi-sti ci spingono a pensare un’analoga ini-ziativa anche per il 2014.

I temi in cantiere sono tanti: le erbe e iloro usi, l’ecosistema bosco o un ulterio-re sviluppo dei temi del corso 2013 anchetenendo a mente che lo scorso novembrel’ONU ha dichiarato il 2014 AnnoInternazionale dell’Agricoltura Fami-liare.

di Emanuele Amoroso

L’organizzazione di una commis-sione risulta spesso più grade-vole e immediata se attorno al

tavolo siedono persone tra loro amiche esolidali. È quanto capita nel settimanaleincontro della Commissione Sentieri delCAI di Bergamo: amici che non solo pia-nificano i prossimi interventi sull’ampiarete sentieristica orobica, ma anche piace-voli escursioni, incontri conviviali non-ché veri e propri interventi di “soccorso”in aiuto di chi ha necessità pratiche quoti-diane. Il gruppo è ben contento, inoltre, diampliare lo spazio attorno al tavolo acco-gliendo nuove forze: in vista soprattuttodei numerosi impegni per la stagione avenire. Dando una rapida occhiata al programmadi interventi necessari, si stanno focaliz-zando alcune aree a partire dall’Alta ValSeriana per giungere ai monti posti alleporte di Bergamo. Zone frequentate in tutte le stagioni, nonsolo dagli appassionati locali, ma da

numerosi gruppi provenienti ormai datutta Europa. Non si possono, quindi, tralasciare nonsolo importanti verifiche sui tracciati piùbattuti, ma anche un capillare e precisoripristino della segnaletica orizzontale everticale, accanto alla posa di nuovebacheche segnaletiche. Si intensificherà, inoltre, la collaborazio-ne con il Parco delle Orobie e con il Parcodei Colli: una sinergia che dovrebbe riu-scire a valorizzare con maggior capillari-tà le bellezze paesaggistiche e la ricchez-za faunistica e botanica orobiche. Sempre in merito alle opere tuttora incorso, è bello segnalare come stia proce-dendo il recupero e riordino dei sentieridel Monte Canto, nel territorio di Sotto ilMonte: man mano verranno resi noti isentieri segnalati e la loro nuova numera-zione. Tutti coloro che invece avranno voglia disostenerci attivamente potranno raggiun-gerci al Palamonti, ogni martedì dopo le18: la Commissione Sentieri sarà benlieta di accoglierli!

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La Commissione Sentieri si racconta

La cultura dell’escursionismoe i sentieri a unpasso da casadi Luca Pedretti

Quando si parla di Club AlpinoItaliano si finisce spesso per pen-sare esclusivamente all’alpinismo,

alle grandi scalate ed alle grandi impreseda prima pagina. Ma sfogliando lo statutosu cui si basa la nostra associazione trove-remo come in realtà si citino tra gli scopiprincipali anche la promozione di attivitàfinalizzate alla diffusione e la conoscenzadi ogni aspetto della montagna e l’organiz-zazione di iniziative volte a prevenire inci-denti. Volendo riassumere questi obbiettiviin una sola definizione direi che uno degliaspetti su cui il CAI deve concentrare leproprie energie è quello della diffusione diuna “cultura della montagna”.L’esperienza professionale nel campodella sicurezza sul lavoro mi ha permessodi percepire come vi sia una grande neces-sità di esportare la formazione dai luoghidi lavoro e portarla all’interno della vitaquotidiana, all’interno delle proprie pas-sioni e soprattutto trasmetterne l’impor-tanza ai nostri ragazzi. Chi conosce lamontagna non si fa abbindolare da qualchetitolo giornalistico, sa bene che le monta-gne assassine non esistono ma è al tempostesso consapevole che vi siano problema-tiche che non possono essere sottovalutate;oggi purtroppo assistiamo sempre conmaggior frequenza all’escursionista delladomenica che, privo di qualsiasi attrezza-tura ed abbigliamento tecnico, incurantedelle previsioni meteo o dell’imbrunire,frequenta le vie di montagna esponendosia rischi davvero importanti.Ecco quindi che è importante che venganodiffuse, attraverso ogni canale, informativesulle misure di sicurezza da adottarsiquando ci si accinge ad affrontareun’escursione; norme di base che peròdevono essere applicate con cura se sivogliono evitare spiacevoli episodi.Brochure informative digitali e cartacee,

Per non perdere la strada(foto E. Amoroso)

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segnaletica dedicata e raccomandazionirappresentano un elemento di principaleimportanza nel contrastare le principalicause di incidenti in montagna.Essendo nato e cresciuto a Branzi, in AltaValle Brembana, ho assaporato fin da bam-bino le sensazioni del contatto con ilbosco, con la natura e con la montagna, laperlustrazione di nuove tracce e la curadelle stesse; grazie agli insegnamenti dimio padre ho imparato ad osservare e arispettare la montagna, prendendomi curadei sentieri, applicando quelle piccoleattenzioni che ogni escursionista dovrebbefare proprie. Pulire una canalina di scolodell’acqua o rimuovere rami e piante cadu-te sul sentiero, sono a volte gesti immedia-ti che comportano limitati dispendi ditempo ma che allo stesso tempo permetto-no un mantenimento adeguato della sentie-ristica. Oggi, sulla base di queste esperienze,ritengo che il ruolo fondamentale nelladiffusione della cultura della monta-gna sia legato alla cura della sentie-ristica accessibile a tutti, ovveroquella situata a volte dietro casama che non abbiamo mai consi-derato come interessante. Nonimporta a quale meta il sentieroci conduca, se vi è una titola-zione CAI o altro, l’importanteè creare e mantenere una retefacilmente accessibile, che per-metta alle persone di avvicinarsicon semplicità e sicurezza alla prati-ca della montagna e all’escursionismo,di appassionarsi e di apprendere passodopo passo i valori e gli insegnamenti chela natura saprà trasmettere. Disporre quin-di di una “palestra” naturale facilmenteaccessibile.Grazie alla sezione CAI di PiazzaBrembana stiamo promuovendo sul terri-torio tale politica di recupero e valorizza-zione della rete sentieristica secondaria,composta da sentieri di fondo valle, di col-legamento tra i vari centri abitati e sentieridi particolare interesse sportivo, escursio-nistico, storico o culturale; ad esempio nelcorso del 2013, in collaborazione con laProloco di Branzi, sono stati recuperatialcuni sentieri di fondo valle e l’apprezza-mento ricevuto da parte dei residenti e deituristi è stata l’evidenza del notevole suc-cesso ottenuto. L’entusiasmo di bambini

ed adulti nello scoprire le bellezze dellanatura a due passi dal paese, percorrendosentieri strappati all’abbandono, ci porta acredere che questa sia la via giusta perdirigerci verso una diffusione della culturadella montagna vera e radicata.Dopo i successi riscontrati, ad oggi risulta-no in cantiere altri progetti per la valoriz-zazione dei vie storico culturali e naturali-stiche nei paesi di Isola di Fondra (tra cuiil nuovo sentiero CAI 137 che permette ilgiro delle contrade storiche) e diRoncobello in collaborazione con lerispettive amministrazioni comunali.Da non sottovalutare come il ripristino edil mantenimento della rete sentieristicaprincipale e secondaria può permettereinoltre lo sviluppo di varie attività sportivequali la mtb, l’equitazione, il nordik wal-king o gite tematiche con guida; nell’eco-

nomia di montagna che si mantiene sem-pre più grazie al turismo, non scordiamociche abbiamo una grande risorsa da offriree curare… il nostro territorio.

Noi continueremo quindi a lavorare inquesta direzione, convinti che riscoprire lacultura ed il rispetto della montagna, attra-verso l’escursionismo e la cura dell’am-biente, recuperando vie e monitorando ilterritorio, regalerà sensazioni ed esperien-ze uniche a tanti escursionisti di ogni età. L’invito che in conclusione voglio rivolge-re a coloro che leggeranno queste mieparole, è quello di collaborare tutti insiemeper valorizzare il territorio; in fondo, chivive la montagna seriamente ha di basel’amore per la stessa. Non preoccupateviquindi se uno è socio CAI di questa o diquella sezione, se uno è cacciatore,ambientalista, ciclista, di destra, di sinistrao se è un semplice volontario; collaboria-mo tutti insieme per diffondere l’amoreper la montagna che ci accomuna tutti, nonsolo percorrendo le numerose vie presentima anche prendendocene cura. E quandosaremo spalla a spalla a lavorare sul sentie-ro o ci berremo una birra in compagnia perfesteggiare con soddisfazione il lavorosvolto, sicuramente ci sentiremo anche piùuniti.

Sentieri ritrovati (foto L. Pedretti)

di indifferenziato bruttume che corrode ladignità di questo luogo. Dove nemmeno iltemporaneo affluire di persone - ancheloro, come questo angolo di terra, privatedella loro identità per essere categorizzatecome “flusso di turisti” – vocianti e pas-seggianti tra musiche sparate l’una asovrastar l’altra mischiandosi in assurdecacofonie senza capo né coda, riesce deltutto a mascherare l’incombenza dellosfasciume.Ma questo luogo, ostinato e testardo comeun vecchio che sa cosa ha passato contan-dosi le rughe attorno agli occhi e le maniincallite, possiede una sua alta dignità enon si rassegna a svenderla sotto costo.Con le sue verticalità e maestosità lottaper mantenerla, superando quelle tre ditaoscene e slanciandosi verso il cielo. Forsea fuggire? A cercar respiro? Forse a cercardi mostrare quale sia la sua profonda natu-ra, al cui cospetto questa strada si fa inuti-le segno di gesso sulla lavagna, tant’è chesollevando lo sguardo – si perché questafantastica possibilità ci è ancora fortunata-mente, o di diritto, concessa – alle finedegli impianti, oltre i tetti, ecco il resto (si,il resto, quello di biblica memoria) che èsempre lì presente, il virgulto che non

secca, che mantiene il germoglio. La pare-te che sale e dall’alto coglie una tutt’altraprospettiva. Proprio qui. Un luogo la cui vocazione èquella del Passo, e il nome non è un casoe nemmeno un vuoto suono, ma si riempiedi molteplicità di significati e di sensi. Ciarrivi a questo Passo e ti conduce, per que-sto lato, dalla Lombardia al Trentino, eprima ancora dal Regno all’Impero. Eancora a ritroso una lunga striscia di stra-da colma di storia e storie, piccole e gran-di, ma sempre ossequiose e rispettose. Unandirivieni di genti con la sapienza del-l’essere transumanti fra questi luoghi, diessere in concessione. Sospesi nel passaggio tra “il lasciato allespalle” e il “giungere altrove”.E in mezzo? Il Passo, un luogo che è e nonè, unico nella sua natura di transito, diunione, di introduzione. Essenzialmentemetaforico! L’accesso al salire in alto eallo scendere in basso: comunque unandare, un passaggio volto ad un incontro.Per secoli qui, genti sono transitate, facen-done un luogo prezioso. Un luogo che ènello stesso istante in cui non è, perché daun passo passi! Sosti, transiti, accedi:vieni da un luogo per raggiungerne unaltro. Un Passo è un miscelatore di genti,un frullatore di culture. Ci arrivi con facilità ora e la fatica non è

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Il silenzio dei nomidi Nevio Oberti

Passo del Tonale, 18-12-13

Arrivi in una montagna che è unastrada diritta attraverso il villag-gio abbandonato di c’era una

volta il West. Ci passi e, se ti fermi, tiprende subito il fantasma dello squallore,l’ambizione giocata male. I tre grattacieli: tre oscene dita medie sca-gliate a sbeffeggiare i monti e il cielo chequi ben si sono dati da fare finché qualchefolle neurone, invidioso della bellezza, ciha messo del suo.La strada che ti ha portato sin qui salendoa tornanti e promettendoti tuffi al cuore adogni volger di sguardo con il bianco delPisgana, Ponte che si fa piccola là inbasso, le creste del Castellaccio, si ritrovadopo un’ultima anfitrionica curva affian-cata da una trincea di muri, parcheggi,finestre, vetrine, insegne: bordi malcuratidi una profonda lacerazione. Suggestionidi un turismo impreziosito dal bianco oroinvernale che qualcuno, con malcelataimperizia cerca di somministrare. E seifortunato ad arrivarci d’inverno che alme-no un poco di carnevalesca mascheraturasi presta a nascondere quel conglomerato

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Ponte di Legno, Stadolina e Temù, e con-segnato alla perpetua cura del Comune diPonte di Legno: come puoi passare da quie non recarti a visitarlo? Impossibile esse-re in un luogo senza conoscere cosa quelluogo porta dentro le sue viscere. Lui è lì. Solido, presente e comunquediscreto. Un posto dove, ho sempre pensa-to, il silenzio doverosamente regna nonv’è altra disposizione che il silenzio peravvicinarvisi. Il passaggio dall’esterno all’interno è unpo’ come un abbandono per entrare in unambiente che avvolge completamente –anche per la sua forma circolare – e,immediatamente, prende il sopravvento.Comanda lui e subito smentisce…Silenzio?!!! Ma quale silenzio!!!I nomi.I nomi sulle lapidi. Un silenzio assordante, fatto da tutte quel-le piastrelle di marmo che urlano. Urlanonomi. Noi siamo qui, siamo qui. Siamo inumeri delle vittime della guerra. Quelliche leggi sui libri, i caduti dei monumen-ti, quelli dei racconti. Ma abbiamo deinomi. Ognuno di noi ne ha uno. E nonsolo i nomi. Improvvisamente un giornoci è stato tolto tutto. La moglie, i figli, igenitori, i fratelli e le sorelle. Ma ancheavevamo una penna per scrivere lettere ediario. E scrivevamo anche lettere per gli

altri nomi che non potevano. E calzavamoscarpe, proprio come te. E in una scatoli-na piccola, di metallo un po’ brunito daltempo e dallo strapazzo, avevamo un fioresecco raccolto il giorno che siamo partitie, i fortunati, una piccola fotografia.Luigi, Carlo, Alvise, Claudio…A casa avevamo… Oh si, avevamo unacasa. Un cane. Una zappa. Due mucche eun pascolo da falciare. Tolti ora. Qualcunoli avrà presi al nostro posto e magari sisarà ricordato di noi. Ma è passato tantotempo, saranno polvere e muffa come noisiamo, ma almeno essi a casa ci sono statifino alla fine.Hanno trovato il nostro fucile su in alto;con noi mischiato nella neve e nel ghiac-cio e nei sassi. Ci hanno dato un altronome poi: le vittime; gli eroi; gli ignoti.Ma abbiamo un nome. Un nome che untempo altri hanno chiamato con amore,con amicizia, affetto, rispetto; si, anchecon rabbia, dolore. Ma lo chiamavano!Proprio come te che ora guardi questelapidi. E lo urliamo questo nome, senza ilquale siamo nulla se non liste di numeri:tanti in quel giorno per la battaglia; questicaduti durante l’assalto; tanti per la valan-ga; tanti per il freddo.Tanti per la stupidità. Tanti per niente. Bernardo, Lorenzo, Ruggero, Giuseppe…Ma qualcuno un tempo non li leggeva quii nostri nomi, li conosceva e ci chiamavaper nome, ci chiamava e a quel nome noirispondevamo. Sulle lapidi ora leggilo adalta voce. Che noi siamo. Noi ora siamoqui, dentro questa pietra, dentro la monta-gna. Ma sempre noi comunque siamo, nonlo dimenticare. Mai! La nostra voce èrimasta persa ad echeggiare come orfanosopra i pascoli alti e ancora più su. Nonfare che rimanga sterile. Gaetano, Leonardo, Battista, Angelo…Esco. Ora esco e vengo invaso dalla lucebianca e lattiginosa di questa giornatainvernale senza sole sul Tonale.Riprendo la linea d’asfalto diritto chetaglia in due i pascoli. Tra il rumore delleauto che passano, il brusio della gente chea quest’ora ha terminato di sciare, il rin-corrersi delle musiche in perenne lotta…Martino, Cesare, Raffaele, Domenico…

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tanto il giungerci quanto il riconoscerlo: èstata ad esso sottratta la sua naturale voca-zione per trasformarlo in un non luogo,come tanti ce ne sono aperti 24 ore su 24.Ma se parcheggiata l’auto ne calchi con ipiedi la fisicità respirandone l’aria, tiaccorgi che i segni della sua presenzaancora aleggiano come il richiamo di unsottile spirito, flebile ma inevitabile. Eccomi. Sono qui al Tonale. Inverno,freddo. Neve? Si, ma poca. Provo a farel’esperimento di cercare quel sottile spiri-to, convinto come sono che sotto questaapparenza di supermercato aperto ladomenica, vi sia ancora la natura delluogo. Perché i sassi, gli alberi, l’acqua,hanno memoria.In mezzo a questo posto snaturato miavvio lento verso il culmine del passo, ilpunto dove non sei più di qua e non anco-ra di là. Affiancato alla strada, sul comin-ciare del pendio che risale verso le cime,in una posizione come se fosse posto aguardia, ecco una costruzione di pietragrigia, la pietra della quale queste monta-gne sono fatte; pietra che ha visto uominicombattere e morire e ora quegli stessiuomini ancora li osserva e li conserva,accogliendoli dentro di sé.Il Sacrario del Tonale, costruito nel 1936 eche accoglie i resti dei militari provenien-ti dai vecchi cimiteri di Case di Viso,

Il sacrario del Tonale, Passo del Tonale(foto N. Oberti)

di Nevio Oberti

13-12-13. Ore 18.30 del giornodopo la magica notte di SantaLucia. L’autunno è inoltrato,

l’inverno si appresta ad entrare, è una notte“di mezzo” e come tutte le ore di mezzo,carica di incognito e di possibilità. E dadove se non dalla Terra di Mezzo poteva laCompagnia muovere i nuovi passi verso ilChissàdove?Il sole è ormai un ricordo nella memoriadegli occhi che ora cercano di abituarsi albuio, finché scoprono che è meglio lascia-re che sia questa oscurità a prendere il suospazio e allora capiscono che altro non è,questa oscurità, che una diversa sembianzadi luce. Un’altra modalità di visione: comeprendere sentieri diversi, che sempre sen-tieri rimangono.E allora via. Zaino in spalla e inizia il cam-mino lungo questo sentiero tante volte per-corso ma che ora, illuminato dall’oscurità,rotta dalla bianca polvere lunare che filtratra gli spogli alberi come uno spirito

guida, sembra un mondo a parte. E lo è! Veramente è un mondo a parte, fat-tosi alieno di riflesso alla nuova luce chegli occhi, arresisi al tramonto, su di essoposano. I colori si sono ritirati a celarsi inuna varietà di sfumati chiaroscuri cheammantano le sagome degli alberi e dellepietre donando loro un’apparenza nuova.Anche le forme e le pendici dei montiattorno si sono mascherate di una nullitàche può tutto dire e nulla dire. E qui, den-tro il gioco delle metamorfosi, dove le lucilasciano spazio alle ombre e le ombre siilluminano delle luci, una stella cadente ciha accolti: il monte ci ha portati in alto, ilcielo ci è venuto incontro. In mezzo è ilnostro luogo, il nostro incedere con passiche incrociano e si ingarbugliano nel man-dala di segni che i rami proiettati dallaluna incidono sul terreno. Dentro questo mondo ci muoviamoaccompagnati dai rumori dei nostri movi-menti, di quelli delle presenze del bosco,dalle nostre voci che sembrano vivere nelbuio di timbri che altrove non coglieresti:

e sopra a tutto, tutto avvolgente, si respirala presenza dell’ospite che premuroso cischiude le porte della sua intimità.Il sentiero ci conduce in alto piegandosi ecurvandosi in tornanti che sembrano, con igiochi delle ombre, voler ingannare il per-corso o crearne di nuovi, tanto ogni stradava bene per il luogo ove prima o poicomunque si giunge – ma è veramente cosìimportante giungere in un qualche luogo?Oppure è ogni momento dell’andare essostesso una meta? - mentre fra i tronchi e irami bui le luci della città che sta sotto sifanno sempre più lontane divenendo dapunti macchie e arrivano, come eco, iltocco di un campanile, gli ormai soffusirumori di un’auto lontana che passa, qua elà il latrare di un cane: come giungesseroda dietro una pesante cortina che racchiu-de un segreto.È immensa la vicinanza di queste pendicialla citta, quasi non fosse altro che la con-tinuazione delle pendici stesse che lasostengono; di pari passo immenso ne è ildistacco, l’esserne fuori le mura, quandopur vedendo poco sotto il groviglio dellestrade e delle case, basta un passo perritrovarsi nel selvatico respiro di un tutt’al-tro luogo. Dalla cima, come su di una isolata torreche domina, osserva e protegge, volgendolo sguardo attorno - ora che è notte lo sinota ancor meglio di quando è giorno -ecco l’assedio della città al monte, le pro-paggini delle strade e delle case, l’assaltodelle luci che cercano di inerpicarsi sulmonte, sempre più in alto e che tolgono ilrespiro alla notte, ci rubano l’esperienzadel buio. Quell’esperienza che i nostri pre-decessori su questi passi hanno vissuto eche era totalmente loro, con le differenzenette tra il giorno e la notte, i loro ritmiunici e complementari, come quelli dellestagioni: il battito cardiaco della vita. Abbiamo varcato il confine della notte, cisiamo lasciati avvolgere dal buio spolvera-to dalla luce della luna e dall’abbraccio delsilenzio oscuro per comprendere comealtro non sia questo andare che un racco-gliere un invito. Una sinfonia che pazienteed instancabile attende ascoltatori. Uncanto che si eleva, alto, per vibrare e risuo-nare in ogni angolo in questo luogo dimezzo dove siamo e che ci invita a seguir-lo. Ci è stato dato il rigo, facciamoci scrit-tura, non lasciamoci solamente scrivere.

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Canto Alto. La sinfonia delle ombre

Pianura di luce (foto N. Oberti)

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di Nevio Oberti

Ci risiamo. Anche stavolta siamo incampo con il corso che ogni annoapre le attività della Scuola

Ottolini. La risposta è stata buona: 24iscritti. Tutti entusiasti e volenterosi diprovare a mettersi in gioco a ciaspolar trai monti imbiancati alla scoperta di pae-saggi da favola. E non solo. Sia durante le escursioni chele lezioni in aula, la partecipazione si fasentire con interventi e domande chedimostrano il vero interesse per questaforma di escursionismo invernale cheultimamente sta sempre prendendo piùpiede tra chi ama percorrere le TerreAlte. Allora diviene ancor più necessario, vistoil numero sempre più alto di persone chepraticano l’uso delle ciaspole, cercare dipassare attraverso la teoria, ma soprattut-to la pratica, tutte quelle informazioni cheriguardano come cercare, nel limite delpossibile, di ridurre al minimo il rischio

di muoversi in un ambiente invernale cheper sua natura, e a volte per l’imperizia dichi lo affronta senza preparazione, è cari-co di incognite che possono divenire alta-mente pericolose. Come sperimentato lo scorso anno, leuscite del corso vengono aperte a chivuole partecipare ad una escursione bian-

ca. I luoghi sono sicuramente di notevoleinteresse e infatti la partecipazione è alta,tanto che, essendo pochi i posti a disposi-zione, vi sono purtroppo persone cherestano in lista d’attesa ad incrociar ditasperando che qualcuno all’ultimomomento rinunci per poter essere presen-te. Il programma prevede, oltre alle canoni-che lezioni teoriche in aula, tre uscite inambiente: la prima, effettuata il 12 genna-io, ci ha condotti a percorrere la ValRoseg (CH). Veramente la meta pensataoriginariamente sarebbe stata diversa ma,visto l’elevato rischio valanghe presentein quella giornata, si è scelta questa meta,assolutamente più sicura. È stata l’occa-sione per mettere in pratica gli insegna-menti riguardo alla pianificazione in sicu-rezza di una escursione, sicurezza chenasce già da casa, davanti alla cartina e albollettino neve e valanghe!La seconda uscita avrebbe dovuto esserela domenica successiva con la partecipa-zione alla Giornata Nazionale “Sicurisulla neve”, organizzata ogni anno daCNSAS: “avrebbe”, infatti - anche quisembra che il fato ci metta lo zampino - lasicurezza era alquanto labile visto ilrischio valanghe elevato al grado 5 (suuna scala di 5) in tutta la nostra regione,quindi la giornata “sicurezza sulla neve”si è mutata in “è sicuro stare a casa”!Repetita iuvant? In ogni caso la giornatanon è persa perché verrà recuperata il 2febbraio, se la Signora Bianca non cirimette lo zampino.La terza uscita, magicamente mutatasi inseconda, porta il gruppo corso, oltre agliaggregati come escursione, in Vald’Aosta, a Saint Rhemy en Bosses (zonaGran San Bernardo), dove (sto scrivendoa… corso in corso) la neve ci dovrebbeaccogliere abbondante e regalarci unaintensa giornata di soddisfazioni. Visto i buoni auspici sotto i quali è parti-to questo 2014, continuiamo a mettercitutto l’impegno per far si che anche l’an-no in corso sia denso di meraviglie e discoperte, su e giù per i sentieri nel cuoredei monti. Con il desiderio di scoprire econdividere i tesori che questo mondo unpo’ maltrattato insiste a metterci a dispo-sizione.

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Corso ciaspole - edizione 2014

Ciaspolando in Val Roseg (foto N. Oberti)

Val Roseg (foto S. Vanotti)

Le Alpi Orobiche - marzo 2014

Biblioteca

“Vivere senza leggere è pericoloso,ci si deve accontentare della vita,

e questo comporta notevoli rischi”.

Michel Houellebecq,Piattaforma nel centro del mondo, 2001

Invito alla lettura

Il caso della fotografia senza nome.

Guarda bene questa foto … riconosci il posto?

Per tutti noi un invito ad indovinarela seconda fotografia di “Chi l’havista” scrivendo a:

[email protected]. Buon divertimento!

Il Gruppo di LetturaTI INVITA

Il prossimo Gruppo di Lettura si riuniràvenerdì 7 marzo 2014 alle ore 21 inBiblioteca per la discussione del seguen-te testo:

Enrico Camanni,Di roccia e di ghiaccio. Storiadell’alpinismo in 12gradi. Laterza, Roma;Bari 201312 gradi diversi diavventura, desideriodi scoperta e passio-ne per la montagna.L’alpinismo rac-

contato attraverso lestorie e le imprese dei suoi protagonisti.Prima di tutto, questa è la storia di unapassione totalizzante; poi, è la storia diuna disciplina in cui si uniscono amore,sfida, rischio, resistenza, tecnica eavventura. L’alpinismo – lo dice il nome– è nato e cresciuto sulle Alpi, dove sisono sperimentati per due secoli i mate-riali, le visioni e le tecniche della scala-ta. Sono state le Alpi il laboratorio mon-diale della vertigine, il posto in cui cre-scevano i maestri e maturavano le ideepoi esportate in Himalaya e sulle grandimontagne del pianeta. Nessun’altra cate-na montuosa ha prodotto tanta ricchezzadi talenti, di progetti, di imprese, e nonsolo perché tutto è cominciato sul MonteBianco nel 1786 ma soprattutto perché leAlpi sono diventate un crocevia interna-zionale di scuole e stili a confronto,generando una successione straordinariadi sogni, tentativi e conquiste. I 12 capi-toli di questo libro ripercorrono i 12gradi di difficoltà delle vie di arrampica-ta e il superamento dei grandi ‘problemi’– dal Cervino alla parete nord dell’Eiger,fino alle grandi libere in Marmolada.Racconta questa storia di sfide e di tena-cia Enrico Camanni e alterna la sua vocea quella dei numerosi protagonisti – daPetrarca a Quintino Sella, da Whymper aPreuss, da Comici a Messner, fino a‘Manolo’, Steck e Destivelle – chehanno legato il proprio nome e spesso ilproprio destino ai giganti di roccia eghiaccio.

(tratto dal sito dell’editore)

BRAVO FRANZ!Si tratta del Grand Cornier (3962 m),visto dalla Cabane du Montet, nellaSvizzera Vallese! Dopo diverse segnalazioni ricevute erivelatesi purtroppo inesatte, ecco svela-ta la montagna raffigurata nella primafotografia protagonista di “Chi l’havista?”. Il merito è tutto di Francesco(Franz) Rota Nodari. Esperto glaciologoospite di una serata al Palamonti lo scor-so maggio e tra i più giovani alpinisti ita-liani ad aver salito tutti gli ottantadue

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4000 ufficiali delle Alpi in poco più di undecennio, Franz ci ha inviato due splendi-de fotografie che rappresentano la zona intempi più recenti e ci permettono di iden-tificarla inequivocabilmente. A lui i nostri più sinceri ringraziamenti peraver contribuito con un piccolo ma signifi-cativo tassello ad arricchire l’Archiviofotografico della nostra Sezione.

Grand Cornier visto dalla Cabane Du Montet

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marzo 2014 - Le Alpi Orobiche

The Alpine Journal 2013Alpine Club, Londra, 2013

Il 2013 vede il 150° anniversariodell’Alpine Journal, la più antica rivista dialpinismo del mondo. Questo volume pre-senta 117 prime ascensioni effettuate inAlaska, in Antartide, nelle Alpi, in Africafino ad arrivare alle grandi catene del-l’Asia. Mick Fowler, presidente del ClubAlpino, descrive la sua prima drammaticasalita al Prow of Shiva nell’Himalayaindiano mentre Rick Allen racconta comecompletò assieme a Sandy Allan la primatraversata completa del Nanga Parbat.L’antropologo Hildegard Diembergerdecodifica le sacre montagne tibetane e ilprofessor Mike Searle descrive i processigeologici che hanno originato la catenaHimalayana. Questo Alpine Journal cele-bra anche il 60° anniversario della primasalita dell’Everest.

Sul Confine. Falesie del Friuli Venezia Giulia

e delle terre confinanti di SloveniaDaniele Bucco

Versante Sud, Milano, 2013

La storia dell’arrampicata in Friuli VeneziaGiulia è forse una delle più importantid’Italia visto che nasce da celebri alpinisticome Comici e Carlesso, i quali “inventa-rono”, già dai primi anni del secolo scorso,la Val Rosandra e Dardago come terrenod’allenamento alle maestose muragliedolomitiche. Questa regione, divisa in trearee ben distinte, racchiude innumerevoli espesso incantevoli falesie di varie dimen-sione e tipologia, adatte sia al principianteche a chi vuole aggredire gradi estremi. Siva dai temuti strapiombi di Erto, conosciu-ti in tutta Europa, alle piccole falesie im-merse nel Parco delle Dolomiti Friulane,alle rocce del tarvisiano e dell’alta carniadove sorge il piccolo gioiello calcareo di

Avostanis, falesia in quota tra le più belled’Italia. L’area triestina, ricchissima difalesie e di fortissimi arrampicatori, spiccacon la Costiera e la Napoleonica, mentredietro l’angolo, oltre confine, in terra slo-vena, ci aspettano le tre enormi falesie diOsp, Misjia Pec e Crni Kal, templi dellascalata europea, sulle cui pareti si cimenta-no i più forti arrampicatori del mondo.Una guida completa frutto di due anni dilavoro sul campo con l’aiuto di una man-ciata di amici fidati e la collaborazione dialcuni dei principali chiodatori della zonama anche del coraggio di mettersi in giococon la fiducia di chi crede che la divulga-zione di questo sport possa contribuire allasua crescita sportiva ma anche culturale.

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Biblioteca

“Dedico queste pagine a quelli che,come me, considerano l’alpinismo ungioco incontaminato”, scrivevaMummery presentando il racconto di unquindicennio di avventure. Il libro dellacollana “I licheni” scelto da Franz inomaggio da parte della Biblioteca nonpoteva che essere: “Le mie scalate nelleAlpi e nel Caucaso”. Buona lettura!

Biblioteca

l’uomo che, con fatica, ha strappato questeripide terre alla montagna per trarnesostentamento. La storia di Finale inizia milioni di anni fae la si legge nella sua particolare roccia, laPietra del Finale, enorme deposito sedi-mentario calcificato ed emerso dal mare.Nei millenni l’acqua ha inciso questerocce creando un paesaggio ricco di alto-piani, valli, vertiginose pareti rocciose,colline e grotte. Oggi il Finalese è unambiente naturale ricchissimo di biodiver-sità. Le specie arboree e floreali, alcuneautoctone, variano spostandosi dalla costaverso l’interno. Più vicino al mare trovia-mo fitti boschi di lecci e pini d’aleppomentre gli arbusti della macchia mediter-ranea (corbezzolo, ginepro, ginestra ederbe aromatiche) profumano i versanti piùassolati. Risalendo di quota, castagni efrassini colonizzano le valli più fresche eumide. A questa ricchezza botanica si aggiungeun’altrettanta varietà faunistica. Con que-sta guida avrete la possibilità di scopriretutto questo.

Le Alpi Orobiche - marzo 2014

Biblioteca

Sentieri di Finale. 45 percorsi scelti tra Borgio Verezzi,

Finale Ligure e NoliMarco Tomassini

Versante Sud, Milano, 2013

Il Finalese offre una ricca varietà di per-corsi e passeggiate adatti sia all’escursio-nista esperto che al turista balneare chevoglia affrontare e conoscere un paesaggiodiverso da quello marino. Inoltrandosioltre la linea di costa fra le strette valli chesalgono fino al crinale prealpino, si puòincontrare una natura incontaminata doveperò è comunque presente la mano del-

PALAMONTI via Pizzo della Presolana, 15

24125 Bergamotelefono: 035.4175475

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Orari di aperturalunedì - mercoledì - venerdì:

ore 21.00 - 23.00martedì - giovedì - sabato:

ore 15.00 - 18.30

Biblioteca della Montagna

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marzo 2014 - Le Alpi Orobiche

noti in occasione dell’Assemblea dei soci chesi terrà nel mese di Giugno 2014 adAvigliana (Torino). Il giudizio sarà inappel-labile.5. Gli scritti, rigorosamente inediti, potran-no essere costituiti da una a tre liriche in lin-gua italiana. I versi che le compongono nondovranno essere globalmente superiori a 100(verranno squalificati i testi che non rispette-ranno tali limiti e disposizioni). Gli elaboratidovranno pervenire (e non essere inviati!) inun plico NON raccomandato, in cinque copieanonime, contrassegnate semplicemente daun motto, entro e non oltre il 30 aprile 2014al seguente indirizzo: Premio Carla Maverna- GISM, presso il Vice Presidente Vicariodott. DANTE COLLI - Via Marx, 23 - 41012CARPI (MO). Gli autori dovranno includerenel plico una busta assolutamente opaca esigillata contenente il proprio nome, cogno-

Biblioteca

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Biblioteca

me e indirizzo, recante all’esterno l’indica-zione “Premio letterario in memoria diCARLA MAVERNA” e il motto usato percontrassegnare il dattiloscritto.Coloro che, infrangendo l’anonimato, avran-no fatto pervenire notizie della loro parteci-pazione al Premio, verranno esclusi.6. Il G.I.S.M. si riserva di pubblicare sul pro-prio Annuario gli scritti vincitori pur nonimpegnandovisi. Nel caso di decisione affer-mativa, gli Autori ne saranno avvisati duran-te la stessa premiazione e si impegneranno amantenere inedite le opere sino alla pubblica-zione dell’Annuario.7. I dattiloscritti non verranno restituiti agliAutori. Le buste contenenti i nomi degliAutori, ad eccezione di quelle del premiatoed - eventualmente - dei segnalati, non ver-ranno aperte e saranno distrutte.8. e 9. Come da Regolamento successivo.

che si terrà nel mese di Giugno 2014 adAvigliana (Torino).5. Gli scritti, di un’ampiezza minima di cin-que cartelle e massima di dieci cartelle datti-loscritte (70 battute per 30 righe: verrannosqualificati i testi che non rispetteranno talilimiti e disposizioni), dovranno essere rigo-rosamente inediti. Gli elaborati dovrannopervenire (e non essere inviati!) in un plicoNON raccomandato, in cinque copie anoni-me, contrassegnate semplicemente da unmotto, entro e non oltre il 30 aprile 2013 alseguente indirizzo: Premio Adolfo Balliano -GISM, presso il Vice Presidente Vicariodott. DANTE COLLI - Via Marx, 23 - 41012CARPI (MO). Gli autori dovranno includerenel plico una busta assolutamente opaca esigillata contenente il proprio nome, cogno-me e indirizzo, recante all’esterno l’indica-zione “Premio letterario in memoria diADOLFO BALLIANO” e il motto usato percontrassegnare il dattiloscritto. Coloro che,

infrangendo l’anonimato, avranno fatto per-venire notizie della loro partecipazione alPremio, verranno esclusi.6. Il G.I.S.M. si riserva di pubblicare sul pro-prio Annuario gli scritti vincitori pur nonimpegnandovisi. Nel caso di decisione affer-mativa, gli Autori ne saranno avvisati duran-te la stessa premiazione e si impegneranno amantenere inediti gli scritti sino alla pubbli-cazione dell’Annuario.7. I dattiloscritti non verranno restituiti agliAutori. Le buste contenenti i nomi degliAutori, ad eccezione di quelle dei premiatied - eventualmente - dei segnalati, non ver-ranno aperte e saranno distrutte.8. Nel caso di spedizione postale del testo,dovrà essere indicato come mittente personadiversa dal partecipante in ossequio all’art. 5.9. La partecipazione presuppone l’accetta-zione di tutte le clausole del presente bandoe non implica la corresponsione di alcunatassa di lettura.

ad alto livello risulti improntata da intenti evolontà d’ordine artistico e creativo. In quan-to tale verrà data particolare preferenza adascensioni classiche ed esplorative sulle Alpie fuori della cerchia alpina e la conseguenteillustrazione artistico-letteraria.3. Possono essere candidati tutti gli alpinistiitaliani.4. I nominativi e la rispettiva attività dei sin-goli candidati dovranno essere segnalati alVice Presidente Vicario dott. DANTECOLLI - Via Marx, 23 - 41012 CARPI(MO) – da Soci e non Soci entro e non oltre

il 30 aprile 2014.5. L’attività alpinistica e quella letterariadovranno essere sufficientemente documen-tate e devono essere state effettuate parzial-mente anche nel corso del 2013.6. Il premio consisterà in un’artistica targa -offerta dal socio Lino Pogliaghi - che verràconsegnata al vincitore in occasionedell’Assemblea dei soci che si terrà nel mesedi Giugno 2014 ad Avigliana (Torino).7. Le segnalazioni verranno esaminate dauna Giuria appositamente nominata e resanota dalla Presidenza del G.I.S.M.

PREMIO LETTERARIO G.I.S.M.IN MEMORIA DI CARLA MAVERNA - 20144a EdizioneREGOLAMENTO1. Il G.I.S.M. - “Gruppo Italiano Scrittori diMontagna - Accademia di Arte e CulturaAlpina” - bandisce per il 2014 un concorso apremio per un’opera poetica di montagna.2. La partecipazione è aperta a tutti, ad esclu-sione dei membri della Giuria e del Consigliodel G.I.S.M.3. Verranno assegnati un 1° premio di 750Euro ed un 2° premio di 250 Euro, indivisi-bili. I premi sono gentilmente offerti da ELI-SABETTA MAVERNA, sorella di Carla.4. I lavori verranno esaminati da una giuriache sarà nominata e resa nota dallaPresidenza del G.I.S.M. Il nome del vincito-re ed eventuali segnalazioni verranno resi

PREMIO LETTERARIO G.I.S.M.IN MEMORIA DI ADOLFO BALLIANO - 20146a EdizioneREGOLAMENTO1. Il G.I.S.M. - “Gruppo Italiano Scrittori diMontagna - Accademia di Arte e CulturaAlpina” - bandisce per il 2014 un concorso apremi per un’opera di narrativa di montagna.2. La partecipazione è aperta a tutti, ad esclu-sione dei Membri della Giuria e delConsiglio del G.I.S.M.3. Verranno assegnati un 1° premio di 750Euro ed un 2° premio di 250 Euro, indivisi-bili. I premi sono gentilmente offerti dallaVicepresidente IRENE AFFENTRANGER.4. I lavori verranno esaminati da una Giuriache sarà nominata e resa nota dallaPresidenza del G.I.S.M. Il giudizio sarà inap-pellabile. I nomi dei vincitori verranno resipubblici al momento della premiazione cheavverrà in occasione dell’Assemblea dei soci

PREMIO D’ALPINISMO G.I.S.M.GIOVANNI DE SIMONI - 201427a EdizioneREGOLAMENTO1. Il G.I.S.M. - “Gruppo Italiano Scrittori diMontagna - Accademia di Arte e CulturaAlpina” - bandisce un concorso a premio conlo scopo di sostenere, incrementare ed evi-denziare l’attività alpinisitica effettuata nellospirito di quanto affermato nel “Manifesto”votato nel Congresso Nazionale del Gruppo,svoltosi ad Agordo nel 1987.2. Verrà premiato un alpinista la cui attività

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18 Stage fotografia d

Da qualche tempo sul notiziario “LeAlpi Orobie” non appaiono redazio-nali del Circolo fotografia di

Montagna, ciononostante è proseguita moltointensa e proficua l’attività con mostre, seratefotografiche e soprattutto i corsi di fotografia;infatti oltre alle “serate con gli autori”, nume-rosi sono stati gli incontri con gli appassiona-ti di fotografia, ma, soprattutto, di sicuro suc-cesso sono stati i corsi con una partecipazionenel solo 2013 di oltre 100 corsisti. Nel 2014 verranno ancora proposti due corsi:quello primaverile, il 18° verrà dedicato alcorso base, mentre quello autunnale, il 19°,alle tecniche di postproduzione e fotoritocco.Sul sito del CAI e meglio nell’area “servizi-caibergamo” compare la locandina del 18°corso, che si terrà nei mesi di maggio e giu-gno, con annesso programma ed informazioni;in sintesi 5 le lezioni del corso in aula tenutedal consolidato corpo insegnante e due le usci-te sul campo da tenersi una di domenica eduna di sabato pomeriggio con eventuale seratacon pizza.Il programma completo, del 18° Stage foto-grafia di montagna - Corso Base, dettagliato

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Programmi e corsi

Antonio Musitelli - Primi colori

del tramonto

Luciano BreviarioPescarenico

a di montagna - corso base

una serata dedicata specificatamente a taleapprofondimento.E più ancora: il tutto non si esaurisce con ilcorso, ma lo staff propone ai corsisti chehanno partecipato serate di proiezioni, com-menti, approfondimenti e consigli per trasmet-tere e accrescere le esperienze e conoscenzematurate sul campo.Importante è stata anche la partecipazione deicorsisti al concorso fotografico “GiulioOttolini” indetto dalla Sezione di Bergamo cuiil Circolo Fotografia di Montagna contribui-sce alla giuria ed all’allestimento dellamostra; come sempre gli scatti di qualche cor-sista vengono premiati o segnalati per la qua-lità e l’interesse delle immagini presentate.Nei programmi del 2014 del Circolo verrannoriproposte ancora le cosiddette serate a temaed invitati esperti fotografi, anche professioni-sti, a presentare, illustrare e commentare leloro esperienze e conoscenze fotografiche.

Per informazioni contattare Fabrizio Zanchi (Staff del circolo):cell. 3355706339 - email [email protected]

Programmi e corsi

negli argomenti trattati serata per serata con lerelative slide, nonchè il materiale a disposizio-ne, lo potete trovare sul sito: www.servizicai-bergamo.it nell’area riservata al CircoloFotografico.Insieme alle tematiche e nozioni di fotografiadi base, il corso tratterà in particolare temi diconoscenza dello strumento, degli obiettivi edell’attrezzatura fotografica, delle tecniche diesposizione, del corretto utilizzo della luce edella composizione fotografica, oltre ai diver-si metodi e strumenti da utilizzare per le diver-se categorie di scatto; il tutto adeguatamentecondito di demo utilizzando sia immaginiclassiche che immagini delle uscite fotografi-che.Inoltre le immagini scattate dai corsisti duran-te le previste uscite sul campo saranno ogget-to di analisi, commento evalutazione durante

Programm

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PatrizioPrevitali -

Forcellinodel Succhello

Fabrizio Zanchi - Crociere

Le Alpi Orobiche - marzo 2014

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Programmi e corsi

Programma 2014Domenica 8 giugno

Ferrata allo Zucco Pesciola(ex Rebuzzini) (2092 m)Concatenamento con Zucconedei Campelli (2160 m)e disce-sa dalla Ferrata Minonzio.Direzione: Dario Zecchini,Pietro Maffeis, Claudio CrespiApertura iscrizioni: giovedì 29maggio

Sabato 21 e domenica 22 giugnoPunta San Matteo (3678 m)-In occasione Festival delle AlpiDirezione: Pierluigi Bonardi,Chiara Carissoni,Dario ZecchiniApertura iscrizioni: giovedì 29maggio

Sabato 28 e domenica 29 giugno

Monte Adamello (3539 m)dal Rifugio Garibaldi)Direzione: Igino Trapletti,Nicola Mandelli,Luigi MondiniApertura iscrizioni: giovedì 5giugno

Sabato 5 e domenica 6 luglioGrand Assaly (3174 m)Direzione: Giordano Caglioni,David Agostinelli,Manuel GalbusseraApertura iscrizioni: giovedì 12giugno.

Sabato 12 e domenica 13 luglioGran Paradiso (4061 m)Direzione: Michele Pezzoli,Nicola Mandelli,Stefano MarchesiApertura iscrizioni: giovedì 19giugno.

Sabato 19 e domenica 20 luglioCorno di Cavento (3406 m)Direzione: Claudio Crespi,Pierluigi BonardiApertura iscrizioni: giovedì 26giugno.

Sabato 26 luglioMonte Vioz (3645 m)Direzione: Pierluigi Bonardi,Pietro Maffeis, Dario Zecchini,Andrea NavaApertura iscrizioni: giovedì 17luglio.

Sabato 30 e domenica 31 agostoBocchette Brenta e salitaCima Brenta (3150 m)In collaborazione con Com-missione EscursionismoDirezione: Chiara Carissoni,Pierluigi Bonardi, Igino

Calendario escursioni 2014

Domenica 30 marzoPunta Almana (1390 m)Da Sale MarasinoDirezione: Lorenzo Vistoli,Bogdan Pirlea

Domenica 6 aprilePizzo Spino (958 m)Da San PellegrinoDirezione: Valter Tadè,Lorenzo Vistoli

Lunedì 21 aprileSentiero del ViandanteDa Lierna a VarennaDirezione: Cristina Persiani,Luisa Gotti

Venerdì 25 aprileAttorno al Corno MedaleDirezione: Fabio Barbera,Luisa Gotti

CAI BERGAMO - COMMISSIONE ATTIVITÀ ALPINISTICA

AVVISO ALLE COMMISSIONI, SEZIONI E SOTTOSEZIONIVista la necessità nonché le numerose sollecitazioni e richieste pervenute, per tutto il 2014 Le Alpi Orobiche torna alle 48 pagine

iniziali, per potere ospitare i programmi dei corsi, delle gite e dell’attività in genere organizzata dal nostro club. Attendiamo i Vostri contributi.

La Redazione

COMMISSIONE ESCURSIONISMO - SCUOLA DI ESCURSIONISMO G. OTTOLINI

Trapletti, Giordano CaglioniApertura iscrizioni: giovedì 07agosto.

Sabato 06 settembreGrignetta (2177 m) per la Cresta SegantiniDirezione: Giordano Caglioni,Pietro Maffeis, Dario Zecchini,Manuel Galbussera, StefanoMarchesiApertura iscrizioni: giovedì 28agosto.

Sabato 13 settembreSalita al Pizzo del Becco(2507 m)Chiusura stagione e festa conpranzo al Rifugio Laghi GemelliDirezione: Pietro Maffeis,Dario Zecchini,Pierluigi BonardiApertura Iscrizioni: giovedì 4settembre.

Da lunedì 21 a lunedì 28 aprileTrekking all’isola di TenerifeDirezione: Roberto Guerci

Giovedì 1 maggioAlben (2019 m) Sentiero dei PartigianiDirezione: Valter Tadè,Cristina Persiani

Da domenica 1 a domenica 8 giugnoTrekking in CorsicaDirezione: Vito Vari,Fabio Buttarelli

Domenica 15 giugnoVal d’Ultimo – Rifugio Canziani (2560 m)Direzione: Nicola Breno,Stefania Radici, Fabio Barbera

Domenica 22 giugnoLa Citta’ Morta (2450 m) -Passo del Tonale

Baita Vaccaro (foto M. Panseri)

Programm

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Programmi e corsi

Direzione: Alberto Baggi,Nevio Oberti

Domenica 29 giugnoRifugio Lago Verde (2583 m)– Val GermanascaDirezione: Luisa Gotti,Giovanni Sartorio

Domenica 6 luglioRifugio Bonatti (2025 m)Direzione: Bogdan Pirlea,Fabio Barbera, Nicola Breno

Domenica 13 luglioLe cascate di Vallesinella(Madonna di Campiglio)Direzione: Salvatore Cheri,Valter Tadè

Domenica 20 luglioParco Regionale Mont AvicDirezione: Commissione diEscursionismo – T.A.M.

Domenica 27 luglioRifugio Dodici Apostoli(Dolomiti Brenta)Direzione: Alberto Baggi,Nevio Oberti

Domenica 3 agostoFerrata Piz Trovat (3146 m) -SvizzeraDirezione: Fabio Buttarelli,Mauro Colombo, SergioBortolotti

Da sabato 9 a sabato 16 agostoSettimana in Austria (Lienz)Direzione: Roberto Guerci

Domenica 24 agostoCapanna Segantini (2731 m)- SvizzeraDirezione: Fabio Buttarelli,Nicola Breno

Sabato 30 e domenica 31 agostoDolomiti BrentaDirezione: CommissioneEscursionismo –Commissione Alpinismo

Domenica 7 settembreBocchette di Val Massa (Val Camonica)Direzione: Alberto Baggi,Nevio Oberti

Domenica 14 settembreSentiero attrezzato Bepi Zac(Passo San Pellegrino)

Direzione: Mauro Colombo,Gabriele Minelli

Da venerdì 19 a domenica 21 settembreSentiero n. 1 delle 5 TerreDirezione: Francesca Allievi,Giulia Moioli

Domenica 21 settembreArea vasta Val Grigna (Val Camonica-Val Trompia)Direzione: Nevio Oberti,Alberto Baggi

Domenica 28 settembrePasso di Coca (2645)Direzione: Vito Vari,Fabio Buttarelli

Domenica 5 ottobreVal Spluga – Passo Spluga(2114 m)Direzione: Giulia Moioli,Franco Ghidini,Tiziano Viscardi

Domenica 12 ottobreFerrate di Casto Direzione: Fabio Buttarelli,Roberto Guerci

Domenica 19 ottobreCima Comer (1279 m) -Gargnano, Lago di GardaDirezione: Cristina Persiani,Delia Caravella

Domenica 26 ottobreFesta dell’escursionismopresso Baita Monte Alto(Gandino)Direzione: Stefania Radici,Fabio Buttarelli

19 luglioGhiacciaio Aletsch (CAI Valserina)

27 luglioCicloescursione ValleAlpisella (CAI Nembro)

3 agostoIntersezionale CAI Alta ValleBrembana (CAI Bergamo)

10/13 agostoMtb nel Cuneese (CAI Valserina)

30 agostoCicloescursione Stelviobike(CAI Nembro)

6/7 settembreVal di Cogne e Valsavarenche(CAI Valserina)

14 settembreCulmine di San Pietro in Mtb (CAI Brignano)

27/28 settembreVia degli Dei - IntersezionaleCAI Bologna (CAI Bergamo)

28 settembreCicloescursione MonteGuglielmo (CAI Nembro)

5 ottobreCicloescursione allaConcarena (CAI Valserina)

18 ottobreMonte Beigua Liguria (CAI Valserina)

15 novembreMtb Giro Monte Velo (CAI Valserina)

20/21 dicembreMtb Sestri Levante (CAI Valserina)

Programma 2014

26 gennaioMonte Bronzone (CAI Valserina)

16 febbraioMtb Torri del Benaco(CAI Valserina)

15 marzoForti di Genova -Intersezionale CAI Bologna(CAI Bergamo)

6 aprileMonte Misma (CAI Valserina)

27 aprileMalgalunga (CAI Valserina)

4 maggioIntersezionale CAI Alta Valle Brembana (CAI Bergamo)

18 maggioRifugio Venini - IntersezionaleCAI SEM (CAI Bergamo)

8 giugnoCicloescursione Sondrio- Grosio (CAI Nembro)

14/15 giugnoRaduno CUBE & FRIENDS – Valsassina(CAI Valserina)

29 giugnoCicloescursione Sellaronda su strada (CAI Nembro)

5/6 luglioCicloescursione Girodei 5 rifugi (CAI Nembro)

4/6 luglioRaduno Nazionale di cicloescursionismo (CAI Bergamo)

CICLOESCURSIONISCUOLA G. OTTOLINI

Il colmo (foto M. Panseri)

Le Alpi Orobiche - marzo 2014

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Programmi e corsi

Vaprio d’Adda Via Magenta15aperta il martedì e il giovedìdalle 21 alle 22.30Telefono e Fax [email protected] www.caivaprio.it

ASSEMBLEA ORDINARIADELLA SOTTOSEZIONE

Venerdì 14 marzo ore 21L’assemblea si terrà pressol’Auditorium delle scuole ele-mentari in via Don MolettaIl Consiglio Direttivo seziona-le invita tutti i soci ad una par-tecipazione convinta all’As-semblea Ordinaria della sezio-ne quale momento privilegiatodi confronto ed arricchimentoper tutti noi.In tale data si apriranno levotazioni per il rinnovo cari-che sociale.

GRUPPO VECCHIO SCARPONEEscursioni

Mercoledi 12 marzoCammina Lombardia -Tratto Castiglion delleStiviere-San Martino della Battaglia

Mercoledi 26 marzoIl Sentiero del Viandante -Tappa Lierna-Varenna e il castello di Vezio

Mercoledi 23 aprileMonte Gioco (1366 m) da Spettino (858 m)

Da venerdì 9 a domenica 18 maggioTrekking in Sicilia

Mercoledi 21 maggio L’anello grande delCornizzolo da Canzo (481 m)

Dal 30 maggio al 2 giugnoRaduno nazionale seniores(Cadore)

Mercoledi 4 giugnoVal Tartano Laghi e Passo di Porcile (2290 m) da Arale(1450 m)

Mercoledì 18 giugnoRiviera Ligure Lavagna-strada dell’Ardesia

Mercoledi 16 luglio “Il sentiero della Pace”Tratto Passo del Tonale(1820 m) - Passo Paradiso(2573 m)

Mercoledì 30 luglio La diga del Gleno (1534 m)da Vilminore di Scalve (1032 m)

CICLOTURISMOMercoledì 28 maggio

La ciclabile dei laghi daVarese a Comabbio 49 km

Mercoledì 1 ottobreDa Vaprio d’Adda a Crema66 km andata e ritorno

TURISMO E CULTURASabato 12

e domenica 13 aprileLongarone e il Vajont

Sabato 18 ottobreLe langhe e Roero

ATTIVITÀ ESCURSIONI-STICA GIOVANILE

Domenica 30 marzoVal Taleggio/Val Brembana -

Da Pianca (800 m) a Cantiglio (1084 m)

Domenica 13 aprileValle Seriana - Dal Passodella Presolana a MalgaCornetto (1526 m)

Domenica 4 maggio Valle di Scalve (Schilpario) -Rifugio Cimon dellaBagozza (1574 m)

In data da definire uscita inpalestra di arrampicata indoordi Inzago

ATTIVITA MTBIn collaborazione con CAITrezzo sull’Adda e Ciclo-Natura verranno organizzateuscite in MTB. Informazionisul sito Web della sezione.

ATTIVITÀ ESCURSIONI-STICA SOCIALE

Da venerdì 16 a domenica 25 maggioTrekking in Costa Brava(Spagna)Difficoltà: EIn collaborazione con laSottosezione Trezzo sull’Addasabato 17 maggio

Rifugio Grassi mt. 2000 da Valtorta mt. Diff. E

Domenica 1 giugno Festa di Primavera pressola Baita Confino località

Pianca Valle BrembanaDomenica 8 giugno

Prealpi Biellesi - RifugioBarone (1610 m) MonteBarone (2044 m)Difficoltà: E In collaborazione conSottosezione Trezzo sull’Adda

Domenica 22 giugnoVal Masino Rifugio Omio(2100 m)Difficoltà: ESabato 5 e domenica 6 luglio Val Chiavenna - RifugioChiavenna (2044 m), PizzoStella (3163 m)

Domenica 20 luglio Gruppo Adamello - Rifugio Tonolini (2450 m)Difficoltà: E

GRUPPO FOTOAMATORICAI VAPRIOSul sito web della sottosezionetroverete le informazioniaggiornate sulle attività delgruppo.

BAITA CONFINOLocalità Confino San GiovanniBianco (Valle Brembana) La nostra accogliente baita (16posti letto) è a disposizione ditutti i soci.

BIBLIOTECANella nostra nutrita bibliotecapotete trovare numerosi libri dinarrativa, cartine e guide alpi-nistiche escursionistiche perorganizzare le vostre gite; fre-quentate la sede e frequentateanche la nostra biblioteca. Divolta in volta saranno pubbli-cate sul sito web notizie e ag-giornamenti dettagliati riguar-do alle nostre attività.

TI ASPETTIAMO!

SOTTOSEZIONE DI VAPRIO D’ADDA

Monte Alino (foto M. Panseri)

marzo 2014 - Le Alpi Orobiche

Programm

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Programmi e corsi