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Notiziario della Sezione e Sottosezioni CAI di Bergamo Una casa per la montagna Anno XV n. 80 / Luglio 2012 / Bimestrale / “Poste Italiane Spa - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46), Art. 1, Comma 2, DCB Bergamo” Luglio 2012 Luglio 2012 Anno XV n. 80 / Luglio 2012 / Bimestrale / “Poste Italiane Spa - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46), Art. 1, Comma 2, DCB Bergamo” Alpinismo: da Bismantova all’Alaska Speleologia: Messico, Tlaloc 2012 Nuovo Bidecalogo: 20 spunti per riflettere Alpinismo: da Bismantova all’Alaska Speleologia: Messico, Tlaloc 2012 Nuovo Bidecalogo: 20 spunti per riflettere

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Notiziario della Sezione e Sottosezioni CAI di BergamoUna casa per la montagna

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Alpinismo: da Bismantova all’Alaska

Speleologia: Messico, Tlaloc 2012

Nuovo Bidecalogo: 20 spunti per riflettere

Alpinismo: da Bismantova all’Alaska

Speleologia: Messico, Tlaloc 2012

Nuovo Bidecalogo: 20 spunti per riflettere

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Notiziario del Club Alpino ItalianoSezione e Sottosezioni di Bergamo

LUGLIO 2012Anno XV - n° 80

EditoreSezione di Bergamo “Antonio Locatelli”del Club Alpino Italiano (Associazione di Volontariato) Via Pizzo della Presolana 15, 24125 BergamoTel. 035-4175475 Fax 035-4175480

Direttore responsabileMaurizio Panseri

Direttore editorialePiermario Marcolin

Comitato di redazioneMaurizio Panseri, Luca Merisio, Paolo Grisa, Glauco Del Bianco, Lucio Benedetti, Chiara CarissoniSegretaria: Clelia Marchetti

Hanno collaboratoPiermario Marcolin, Maurizio Panseri,Donatella Scaglioni, Giancarlo Trapletti, Matteo Bertolotti,Ivo Ferrari, Tito Arosio, Stefano Codazzi, Gege Agazzi,Francesco Merisio, Nevio Oberti

Consulenza grafica e fotografiaLuca Merisio

Progetto grafico e impaginazioneLucia Signorelli

Direzione e redazioneVia Pizzo della Presolana 15, 24125 BergamoTel. 035.4175475, Fax 35.4175480Gli uffici sono aperti, lunedì, martedì,mercoledì e sabato dalle 9 alle 13 e dalle 14,30 alle 18,30, giovedì e venerdì dalle 14,30 alle 20,30e-mail: [email protected]

StampaLitostampa Istituto Grafico s.r.l.Via Corti 51, 24126 BergamoTel. 035.327911, Fax 035.327934

BimestralePer arretrati e abbonamento annualerivolgersi in Segreteria.Articoli, disegni e fotografie, vengono restituiti solo se richiesti al momento della consegna. La redazione si riserva di pubblicare gli articoli pervenuti, nei tempi e con le modalità che riterrà opportune. La pubblicazione degli articoli implical’accettazione, da parte dell’autore, di eventuali tagli o modifiche ai testi.

Dato alla stampa il 2 luglio 2012

Registrazione Tribunale di Bergamo N. 1 del 22 Gennaio 1998

Soci benemeriti della sezione

LE ALPI OROBICHE La parola al Presidente

Carissimi Soci,sono certo che non è sfuggito allavostra attenzione sul numero di

maggio di Le Alpi Orobiche l’articolo“Modifiche all’art. 1 dello Statuto? No,grazie” di Piero Nava. Spero che molti loabbiano letto sia per l’importanza dell’ar-gomento sia per l’autorevolezza dell’auto-re, uno dei più rappresentativi Soci dellanostra Sezione.Come ha ricostruito Nava l’idea di unanuova formulazione dell’articolo 1 delvigente statuto risale ad una dozzina dianni fa “frutto in particolare dell’impegnodel vicepresidente Annibale Salsa”. Laproposta suscitava un vivace dibattito chesi esauriva in breve tempo lasciando l’arti-colo 1 invariato.È stato ancora Annibale Salsa, dopo undecennio, a riprendere a fine del suo man-dato presidenziale la proposta di unanuova formulazione dell’articolo 1. Matutt’oggi tutto è ancora fermo, senza presedi posizione ufficiali a favore o contro.Personalmente condivido la tesi diAnnibale Salsa che, ricordando il pensierodei nostri padri fondatori che “non hannomai cessato di ricordarci come l’alpinismosia un’autentica espressione di culturapoiché unisce il fare con il far conoscere”,ritiene che il modo di praticare la monta-gna oggi “ha portato a sottovalutare quel-la conoscenza teorico-pratica dei territorimontani che fa la differenza nei confrontidi un virtuosismo atletico giocato inambienti addomesticati. … La strada perun rilancio degli aspetti conoscitivi eambientali dell’andar per monti in funzio-ne di sentinelle della montagna” è stataindicata senza tentennamenti e dubbi alCongresso Nazionale di Predazzo del2008.Il recupero del valore della conoscenza e ilriconoscimento del suo primato sulla pra-tica non è pertanto un velleitario desideriodi modificare l’immodificabile, di portarel’alpinismo in seconda linea ma la precisavolontà di riaffermare che solo una pro-fonda, condivisa, diffusa conoscenza dellamontagna costituisce oggi il presuppostoper una corretta collocazione delle tanteattività da noi praticate nel nostro statuto enelle finalità in esso declinate.

Con questo spirito avevo iscritto all’ordinedel giorno del consiglio del 25 ottobre2011 il seguente punto “Proposta revisionearticolo 1 Statuto CAI: ripresa della propo-sta formulata da Annibale Salsa avvioriflessione e discussione con l’obiettivo diriportarla all’attenzione dell’organo cen-trale”. Ma anche il nostro Consiglio, eragiunto, a maggioranza, alla stessa conclu-sione di Piero Nava: “l’articolo 1 delloStatuto, dando spazio a tutte le anime delsodalizio, non necessita di modifichesostanziali”, ritenendo neppure opportunoun convegno sulla proposta di riforma.Al di là della diversità di vedute, ringrazioPiero Nava di aver riacceso il riflettoresull’articolo 1. Mi auguro che il suo inter-vento stimoli il dibattito e il confronto diopinioni. Spesso e con giusto orgoglio daparte nostra siamo riconosciuti come unadelle più significative sezioni del ClubAlpino Italiano. È quanto vorrei che fossi-mo anche dal punto di vista di questeimportanti riflessioni; far sentire la nostravoce è un diritto e un dovere. Ma per giun-gere ad una voce sola dobbiamo avere ilcoraggio del confronto e della discussione.Da parte mia resto convinto dell’utilità diun convegno dove autorevoli rappresen-tanti delle posizioni pro e contro la rifor-mulazione, si confrontino e aiutino tutti isoci ad approfondire le proprie ragioni.Se poi la parola definitiva sarà quella delSocio Piero Nava “con l’alpinismo,appunto senza se e senza ma, al primoposto” o se invece sarà la riformulazionedell’articolo 1 che porti il “far conoscere lemontagne, di promuoverne lo studio e latutela dell’ambiente naturale e sociale …per una consapevole e responsabile praticadell’alpinismo in ogni sua manifestazio-ne”, in ogni caso avremo contribuito aquesta scelta.

Non nascondo il sogno che il 150° com-pleanno del nostro Club Alpino Italiano siafesteggiato con l’adozione del riformulatoe ri-generato articolo 1, nella volontà,come ha scritto il past president AnnibaleSalsa, di saldare insieme la tradizionedelle origini del Sodalizio con un avvenirereale e non virtuale.

Piermario Marcolin

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IN QUESTO NUMERO

In copertina: cascata del cigno, Rio Blanco, Cueva del viento

(foto F. Merisio)

Piccole storie

re eticamente corretti ed esteticamente pia-cevoli, prendendosi la responsabilità difare emergere l’unicità della storia, permostrarne a tutti la bellezza, decidendocosa illuminare e cosa tenere in ombra.Cercando di essere autentici, non per forzaobiettivi. Scalare sui monti o tra le parolerichiede lo stesso impegno. Salire facilicreste o difficili pareti, scrivere pensieri oun lungo racconto sono azioni che regala-no soddisfazione e appagamento. Il piace-re non risiede nella difficoltà del camminointrapreso ma nella sensazione d’equili-brio che riusciamo a trarne e, soprattutto, atrasmettere. Da ciò spero che nasca il desi-derio di fare un tratto di cammino fianco afianco, nella luce del mattino che si insi-nua tra i monti o sfogliando pagine di cartache ancora odorano d’inchiostro.Buon Cammino

Maurizio Panseri

4 - 6 VITA SOCIALECamminaOrobie

CAI Regione Lombardia

Quelli del lunedì pomeriggio

7 - 14 ALPINISMOBismantova

Concatenare. Dal lago alla Grignetta

Alaska 2012

Bisogna saper leggere. Sass Maor

News da Valgua

15 - 17 EVENTI60° Trento Fil Festival

Annuario 2011

18 - 20 TAMCorsi e Concorsi

21 - 29 BIDECALOGO20 spunti per riflettere

30 - 31 ALPINISMO GIOVANILE

32 - 35 SPELEOLOGIASpedizione Messico-italiana

46 - 37 ESCURSIONISMO

38 - 41 BIBLIOTECA

42 POSTA DEI SOCI

43 - 46 PROGRAMMI

Ciò che facciamo e ciò che raccon-tiamo assumono un valore che nonè proporzionale alla difficoltà del

cammino intrapreso. La scalata più diffici-le sulle pareti impegnative delle Alpi, seraccontata male, non susciterà emozionealcuna nel lettore. La passeggiata più sem-plice nel bosco dietro casa, se raccontataonestamente, potrà diventare una bella epiccola storia. Non è obbligatorio esserescrittori e non è necessario avere affronta-to grandi imprese. È sufficiente avere ilsemplice desiderio di condividere lo stu-pore che si prova tra i monti, purché ci silasci guidare dalla passione, dal rispettodelle persone e dei luoghi e dall’attenzioneverso il lettore a cui la si vuole restituire.Nel raccontare storie, si diventa comefunamboli, sospesi in equilibrio sul filo diun patto non scritto con la fonte ed il letto-re. Un patto in cui si deve cercare di esse-

Dove è più leggero esistereDolce è vivere nell’aria …

Per un momento io lascio la vita sospesa negli angoliE mi abbandono all’umana paura di essere liberi

Patrizia Laquidara - “L’equilibrio è un miracolo”

Sospeso (foto M. Panseri)

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Le Sezioni e Sottosezioni di Bergamodel Club Alpino Italiano insieme allaSezione di Bergamo dell’Associa-

zione Nazionale Alpini, a seguito dellesplendide esperienze di CamminaItalia nel1999 e della TransOrobica nel 2002 AnnoInternazionale delle Montagne, organizzanouna giornata aperta a tutti coloro che amanocamminare in compagnia sui sentieri dimontagna e incontrarsi nei rifugi alpinisticie escursionistici delle nostre belle Orobie

bergamasche. Un obiettivo comune delleassociazioni CAI e ANA √® quello di pro-muovere e favorire la conoscenza e lo studiodella montagna, il rispetto e la difesa delloro ambiente naturale, anche ai fini dellaformazione delle nuove generazioni con sti-moli culturali e educativi, offrendo un invi-to esplicito a tutti i giovani, le famiglie e gliappassionati per promuovere momenti diaggregazione, partecipazione e condivisionedel cammino sui sentieri, l’accoglienza di

un rifugio alpino e le emozioni di una gran-de festa collettiva nella natura alpina chepossono diventare coesione, amicizia eforza nella nostra comunità bergamasca.Anche le genti e comunità della montagnabergamasca hanno bisogno della nostra sin-cera attenzione, autentica considerazione econcreta solidarietà, e in cordata CAI eANA, storiche associazioni di Soci testimo-ni, interpreti e mediatori culturali al serviziodella montagna, rinnoviamo la nostra dispo-nibilità, presenza e partecipazione per com-prendere le difficoltà, fragilità e opportunitàdella montagna e per permettere di conti-nuare a vivere con dignità, tenacia e amoredi e per la montagna. La giornata prevede lapartenza dal fondo valle di gruppi di sociCAI e soci ANA che accompagneranno ipartecipanti per salire tutti insieme ai diver-si rifugi alpinistici e escursionistici delleOrobie Bergamasche, lungo i normali sen-tieri di accesso e realizzare il seguente pro-gramma di massima presso ogni rifugio:- Incontro di tutti i partecipanti ai rifugi- Cerimonia celebrativa con S. Messa

oppure un Momento del Silenzio- PranzoInoltre, per avvicinarci alla giornata didomenica 8 Luglio 2012, sarà organizzatauna camminata comune tra i Soci CAI e iSoci ANA che percorreranno tutte le tappedel Sentiero delle Orobie Centro Orientali apartire dal Passo della Presolana e ilSentiero delle Orobie Occidentali a partireda Cassiglio per convergere tutti insieme alRifugio Alpe Corte in Valcanale, un rifugiosenza barriere e senza frontiere, dove saran-no presenti anche degli amici disabili e saràrealizzato il programma previsto alla pre-senza delle Autorità Civili, Militari eReligiose. Nel contesto della CAMMI-NAOROBIE la Commissione GiovaniANA di Bergamo, in collaborazione con ilCentro Servizi del Volontariato di Bergamo,organizza un raduno dedicato ai GIOVANI,presso il Rifugio Angelo Gherardi in ValTaleggio con la partecipazione dei giovanitalenti della New Pop Orchestra, perchè sti-molati dalla bellezza della montagnasapranno arricchirsi insieme e migliorarepartecipazione, affiatamento e amicizia alpi-na per allargare gli orizzonti propri, il futuroassociativo e della nostra comunità.PER INFORMAZIONI: Segreteria CAI: [email protected] ANA: [email protected]

Le Alpi Orobiche - luglio 2012

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Vita sociale

Camminiamo insieme sui sentieridelle Orobie bergamasche

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

Il giorno 10 maggio 2012 alle ore 16, inMilano, presso lo studio del NotaioGallizia via Cusani 10 Milano è stato

costituito Il CLUB ALPINO ITALIANO-REGIONE LOMBARDIA. La nuovadenominazione rispecchia meglio i carat-teri ragionali previsti dallo StatutoCentrale, al fine dell’ottenimento dellapersonalità giuridica.I soci costituenti intervenuti all’atto pub-blico, delegati dall’Assemblea diVimercate del 27 novembre 2011, erano:Renata Viviani - presidente del ConsiglioDirettivo Regionale (CDR) - RenatoAggio, Carlo Cetti, Dino Marcandalli,Antonio Paladini, Enrico Radice, MarcelloSellari e Adriano Nosari.L’iter per pervenire all’atto e per l’otteni-mento della personalità giuridica è statocurato dall’avv. Enrico Radice, attuale

Vice Presidente del CDR.Il Club Alpino Italiano regionale quindi staprendendo sempre più forma, importanzae rappresentatività in Lombardia, essendo-si trasformato, nel tempo, da una formaaggregativa ad una vera e propria organiz-zazione senza alcun dipendente ma con-

dotta interamente dai soli soci volontari,eletti nelle varie cariche. Nella storia ricor-diamo l’iter che da Comitato regionaleLombardo ha mutato veste in Comitato dicoordinamento Lombardo e poi inConvegno Lombardo di cui fu Presidenteanche il nostro Antonio Salvi.

Vita sociale

Club Alpino Italiano Regione Lombardia

di Donatella Scaglioni

Martedì 20 marzo 2012 il CFD -Libera Associazione Famigliecon Figli disabili Valdisotto (SO)

- ha organizzato la decima giornata di edu-cazione allo Sci per i disabili dellaValtellina. La Libera Associazione delleFamiglie non era sola, con loro hanno col-laborato per l’organizzazione dell’evento:la Comunità Montana, i Comuni AltaValtellina, le Forze dell’ordine, la SIB -Società Impianti Bormio- con la partecipa-zioni delle Scuole: le classi quinte A e B

delle elementari di Cepina e l’I.T.C. diBormio. L’evento prevedeva l’uscita sullaneve con gli sci, ciaspole e gommoni (sosti-tuiti dei vecchi slittini e bob) e durante lagiornata abbiamo visto che i ragazzi, disa-bili e non, senza escludere le maestre,hanno molto gradito i giri con le motoslitteguidate dai militari della Guardia diFinanza, dell’Arma dei Carabinieri e delCorpo Forestale. Il tempo ci ha dato unagrande mano per la realizzazione e la buonariuscita di questa bella iniziativa. Il solesplendeva su Bormio 2000 illuminando imolti sorrisi dei partecipanti e la felicità di

tutti. Un Grazie di cuore a tutto il CFD peravermi dato questa opportunità e regalatouna giornata piena di soddisfazioni, vogliadi vivere e condividere!Un particolare Grazie va al Signor DarioGiacomelli Presidente del CFD che, ancheall’ultimo istante, mi ha inserito e iscrittoall’evento.Arrivederci all’undicesima Edizione nel 2013.

Un notevolepasso avanti

Costituzione CAI Regione Lombardia

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Vita sociale

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di Giancarlo Trapletti

Inizierò scrivendo di un mercoledì dimetà maggio 2012.Siamo ospiti dei gestori del

Rifugio/museo Malga Lunga; una strutturaspartana e ristrutturata, con un forte signifi-cato storico. Per l’iniziativa ringraziamo gliamici Giovanna, Mario e Giovanni che cihanno dato l’occasione di assaggiare i cibitipici locali, di conoscere le falesie dellaValle Piana - in località “Fontanei” - e ditrascorrere una giornata in allegra amicizia.È in questa occasione che Chiara mi solle-cita a scrivere qualcosa sul nostro gruppoda pubblicare sul notiziario “le AlpiOrobiche”. Dopo avere meditato se asse-condare l’idea, sul titolo da assegnare e poisu come sviluppare le idee in modo sinteti-co, mi sono deciso a scrivere.Quelli del lunedì è un soprannome, attribui-toci non so da chi, forse da ignoti, per iden-tificare il piccolo gruppo di soci che quasitutti i lunedì pomeriggio si ritrovano nellapalestra di arrampicata del Palamonti permantenere vivi e attivi i gesti dell’arrampi-cata su roccia, pur essendo eseguiti su unastruttura artificiale.Il gruppo si è costituito spontaneamentesubito dopo l’inaugurazione del Palamonti,sotto l’impulso e l’entusiasmo dell’indi-menticabile Alberto Consonni. Per gruppointendo l’insieme di dieci/dodici persone,non più giovani, soci del CAI e adottatidall’INPS con alle spalle valide esperienzedi vita quotidiana, di vita trascorsa tra lemontagne e all’attivo itinerari di salita dialto valore alpinistico. L’obiettivo inizialeera quello di passare alcune ore in compa-gnia, di stimolare l’aggregazione e mante-nere attivi i muscoli e l’intelletto. Obiettivopienamente rispettato. Tant’è che il lunedì èstato punto di riferimento per soci prove-nienti dalle sottosezioni vicine e soci chedovevano perfezionare il loro bagaglio tec-nico in previsione trekking alpinistici. Circa un mese dopo l’inaugurazione delPalamonti l’allora presidente Paolo Valotiaveva concordato un progetto di collabora-zione con il comune di Bergamo riguardan-te un ciclo di lezioni di arrampicata sporti-va per i ragazzi di terza media delle scuole“Camozzi” e “De Amicis” di Bergamo, fis-

sando il termine a fine maggio 2006. Per larealizzazione del progetto ci è stato chiestoe poi affidato l’incarico di intrattenere esuggerire i gesti fondamentali dell’arrampi-cata sportiva focalizzando la massimaattenzione sulla sicurezza. Personalmente,all’inizio avevo avuto qualche perplessitànell’accettare l’incarico, ma dopo averepartecipato alle lezioni tenute da GiangiAngeloni. mi sono lasciato coinvolgerericevendo in cambio la sensazione di averecontribuito alla formazione fisica e cultura-le dei giovani. Ci tengo a nominare i sociche hanno collaborato alla realizzazione delprogetto e che hanno posto le basi per ilfuturo, ossia: Alberto, Davide, Elio, Fausta,Gianni, Luigi, Renato e il sottoscritto. Lacollaborazione con le scuole di Bergamo eprovincia è continuata nel tempo fino a giu-gno 2012, ottenendo lusinghieri consensiche fanno bene sperare anche per il futuro.A titolo d’esempio, durante l’anno scolasti-co appena concluso, 2011-2012, otto sonostati gli istituti, fra scuole medie inferiori escuole superiori, interessati a far conoscerel’arrampicata ai loro studenti, per comples-sivi 768 allievi che a rotazione hanno fre-quentato la palestra, richiedendo la nostrapresenza per un totale di 476 ore.Nel 2009 il gruppo ha subito un cambia-mento nel numero delle persone, Alcuninuovi soci si sono aggregati, altri, per moti-vi personali ed impegni famigliari hannolasciato. Ora il gruppo è costituito da:

Davide, Franco C., Franco N., Chiara,Giacomo, Gianantonio, Luciana, Luigi,Pietro, Renzo, Umberto, Vito e il sottoscrit-to. Oltre all’attività esposta, tutti hanno col-laborato allo svolgimento di gare d’arram-picata sportiva, organizzate dalla FASI, daicampionati provinciali ai regionali, ed agiochi studenteschi di arrampicata, faseprovinciale che vedono coinvolti centinaiadi studenti e giovani. Inoltre hanno fattoconoscere l’arrampicata ai dipendenti direaltà industriali e commerciali bergama-sche, alle persone diversamente abili, adufficiali dell’esercito in congedo, ai parteci-panti di eventi organizzati dal CAIBergamo, ai ragazzi dei vari CRE cittadini.Hanno presenziato presso le pareti artificia-li mobili in alcune piazze della città e nellahall dell’IPER di Seriate. Il gruppo gestisce gli ingressi del lunedìpomeriggio e coopera all’assistenza dellapalestra nei periodi di apertura. Mantieneefficienti le pareti di arrampicata, rinnovan-do continuamente le relative prese e questonon è un lavoro da poco. Basti pensare cheogni presa deve essere smontata, pulita,verniciata e ricollocata onde ottenere unnuovo percorso di salita; in questo siamoaiutati da alcuni giovani istruttori e traccia-tori FASI.Ecco, questo è il “gruppo del lunedì”. Forse mi sono dilungato troppo, ma il con-densare la nostra attività svolta in palestraper circa sei anni in poche righe, non è faci-le e probabilmente avrò dimenticato qual-cosa, perdonatemi.Buone arrampicate a tutti.

Le Alpi Orobiche - luglio 2012

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Vita sociale

Quelli del lunedì pomeriggio

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

di Matteo Will Bertolotti

Èil vuoto della casa ad amplificare ilrumore di questa fitta pioggia cheincessantemente batte sul tetto di

questi spazi vuoti. In giro non c’è neancheil solito vecchio che dalla panchina delparco guarda impaziente la luna comparireall’orizzonte.

Tra le mani questa sera c’è LambertoCamurri che racconta il suo nuovo mattinoattraverso le pagine un po’ ingiallite di unlibro stampato in bianco e nero. Si raccon-ta di salite di ghiaccio e di misto, si rac-conta dell’erba della Valle del Sarca edella sabbia della Pietra di Bismantova.Bismantova, quelle pareti che dal nullasalgono verso il cielo; Bismantova, quel-

l’insieme di versanti che portano su di unpianoro dove non esiste vetta, dove nonesiste lotta; Bismantova, quel luogo d’in-contro spirituale che compare improvvisa-mente davanti agli occhi di ogni alpinisti-ca poco prima di entrare in Castelnovo. Edè su queste pareti che ultimamente giococon le staffe. Diego da un po’ di tempo nonfa altro che parlarmi uno spigoletto su cui

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Alpinismo

La pietra di Bismantova, i cento anni del CAI di Reggio e Ginetto Montipo’

Diego in azione (foto M. Bertolotti)

Gli strani aggeggi del mestiere

(foto M. Bertolotti)

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andare a mettere le mani. Decido di seguir-lo con la certezza che le emozioni che cir-coleranno saranno altissime.È martedì e, a parte il vecchio frate che dibuona mattina ha celebrato la messa, nonc’è in giro nessuno. Persino i muratori chesi stanno prendendo cura del vecchioRifugio Krunz questa mattina si sono sve-gliati tardi. Raggiungiamo l’attacco senzaperdere molto tempo consapevoli del fattoche quella manciata di metri strapiomban-ti ci avrebbe impegnato per un bel po’. La

base della parete ha un’aria diversa, oggi ètutto deserto mentre ieri sera gli schiamaz-zi dei falesisti si sentivano sin dal parcheg-gio del buon Tamburini che anche per que-sta settimana si prenderà cura di noi,viziandoci con abbondanti cene. La fessu-ra iniziale si presenta con erba, rocciainstabile e chiodi marci, così in attesa diuna (nostra?) ripulita decidiamo di rag-giungere i primi chiodi a pressionemediante la variante Graziellina. Qui ilvento ci abbraccia.

Oramai la parete inizia a strapiombare equei chiodini piantati tanti anni fa daGinetto Montipò e Renzo Quagliotto c’in-vitano a proseguire con la promessa che ilsole non ci avrebbe abbrustolito nonostan-te la data sia più adatta a una salita inquota. L’elicottero all’improvviso fa il suoingresso. L’aria ci viene spazzata addossoviolentemente e un gruppo di ometti rossisi allena, sulla vicina Pincelli Brianti, asalvare la vita a qualcuno. Lo spigolo arro-tondato sale verso il cielo e Diego iniziauna vera e propria lotta per guadagnaremetro dopo metro la sommità. Parte deichiodi a pressione, un tempo piantati condovizia geometrica, sono stati brutalmentedistrutti (chissà con quale diritto) a colpi dimartellate da qualcuno che un bel giornodecise di imporre una libera altissima. Laviolenza è stata notevole visto le ferite chequesta roccia ancora conserva e che peranni ha tenuto lontano gli amanti del vuotocome noi. Progredire è sempre più fatico-so e siamo costretti ad aggiungere qualcheprotezione oltre che costruirci con un ramoe un cliff una piccola prolunga. Il tempopassa velocemente e tra un recupero e l’al-tro resto incuriosito da un piccolo uomoche dalla base del Pilone continua a perde-re lo sguardo nel nostro infinito. Il tempoper fantasticare non manca e oltre a sogna-re le vertiginose pareti delle Dolomiti con-tinuo a chiedermi chi possa essere interes-sato a seguire due carpentieri come noi. Ilsuccessivo tiro d’artificiale c’impegna nonmeno del precedente ma quantomeno lasosta consente di riscoprire il piacere distare con i piedi appoggiati.Alla sommità mancano una trentina dimetri che non si dimostrano per nientebanali e le ore che sono trascorse in questobreve viaggio oramai non si contano più.Mentre mi appresto a recuperare gli ultimirinvii Diego mi racconta di un uomo che èvenuto a complimentarsi con noi.Col solo sguardo carico di gioia mi facapire che la nostra ripetizione non è sfug-gita al custode di questo capitolo di storia.Ginetto Montipò ci cattura, c’intrappolanel suo universo. Ci fa scoprire la Ovest della Pietra e le suelinee di salita. Il tempo che ci separa dalla birra di finegiornata è breve e qui quest’uomo ci svelala sua semplicità. Il più grande ricordo diquesta giornata.

Le Alpi Orobiche - luglio 2012

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Alpinismo

Sulla via “I 100 anni del CAI di Reggio” (foto M. Bertolotti)

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

di Ivo Ferrari

Un’idea tira sempre l’altra! In questo periodo la cosa che piùmi piace è riempiere completa-

mente la “giornata in montagna”, sento ildesiderio di tornare a valle veramentestanco, il gioco consiste nel salire due, trelinee in posti diversi da unire con bellesgambate, non sempre seguendo una logi-ca, ma lasciandosi trasportare dalla “fanta-sia del momento”. La scusa è sempre quel-

la, più metri facciamo, più saremo allena-ti, ma la domanda che mi sorge spontaneaè per cosa?Silvano accetta sempre con entusiasmoogni sregolatezza tra i monti, basta andare,basta arrampicare, il patto è chiaro, nonesistono obblighi, se uno scoppia, si fermaquando e dove vuole.Appuntamento sabato mattina presto, ilsolito posto, parcheggio della Discoteca,io porto l’attrezzatura e lui la Coca Cola eil formaggio. Mi trovo bene con Silvano,

lui è il contrario di me, tranquillo, sempredisponibile, silenzioso, ogni qual volta riu-sciamo a liberarci, scappiamo a scalareinsieme, sulle vie a spit va avanti lui, suquelle poco sicure vado io, ci compensia-mo a vicenda.Oggi il cielo è sereno, fresco al punto giu-sto per iniziare la “giornatona“, abbiamopensato una linea che parta dal Lago e arri-vi in Grignetta, passando da tre storiche estupende vie. Il mio compagno questavolta collegherà le pareti spostandosi in

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Concatenare

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Gran panorama sul lungolago dal PilastroRosso (foto I. Ferrari)

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macchina, per quanto possibile, lui vuolearrampicare e “non esagerare”. Comesempre accetto e rispetto la sua decisione,basta che alla base si presenti con le famo-se lattine rosse. Dieci minuti e siamo sottoil Pilastro Rosso, s’inizia. La prima lun-ghezza è una buona sveglia, scivolosa efaticosa come poche e serve a “mettercisubito in bolla”. Per fortuna siamo facilita-ti dai numerosi resinati, ottimi per la sicu-rezza e piacevoli da tirare quando è neces-sario. Poi le lunghezze diventano piùabbordabili e la velocità aumenta. Saliamola storica via e con quattro calate siamo dinuovo agli zaini, un saluto e ci si vede allabase della Medale - Mi raccomando le lat-tine!Corna di Medale, la parete dei Lecchesi, laparete di tutti, bella e slanciata, ricca distorie e racconti, la Medale calda e assola-ta … semplicemente unica. Questa via èstata aperta pochi mesi prima della mianascita, la prima volta che la percorsi eroun ragazzino, rischiammo il bivaccouscendo stravolti. Ancora adesso, a

distanza di anni, ricordo i nostri sguardi ela nostra gioia sulla cima mentre la lucedel cielo si spegneva e Lecco si accendevaartificialmente.Trecentocinquanta metri dopo ci sediamosotto la croce di vetta, da quassù è vera-mente bello, la pianura che scomparepiano, piano e quella nebbia che l’uomo hacreato per purificare i polmoni e ridurre iltempo. Un’altra lattina è stappata! Famale? Può essere, ma ci piace. Altro saluto,ovviamente senza abbracci e lacrime, ci sivede dopo, parcheggio dei Resinelli.Mentre salgo i quasi seicento metri che miseparano dal parco del Valentino, balconeturistico sulla pianura raggiungibile inpochi minuti dai Piani, inizio a sentire lastanchezza, non ho zaino con me, Silvanosi è caricato tutto sulle spalle scendendo,ma le gambe sentono la fatica, sono sicuroche se potessero parlare, sarebbero sempli-cemente insulti. Eccoci per l’ultima dioggi, su verso il Rifugio Rosalba, bel sen-tiero, bella pendenza. Passo dopo passo,mentre il tempo corre veloce, arriviamo

sotto il Torrione Ratti, cinque lunghezze diroccia fantastica e una cima raggiuntadiverse volte, che questa volta ha un sapo-re diverso, mischiato con l’odore del sudo-re e della stanchezza!Al forno della Grigna basta Coca Cola,questa volta birra a volontà e i ricordi sisfumano.

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PILASTRO ROSSOvia “PANZERI – RIVA – PASSERINI”(1975)CORNA di MEDALEvia “MILANO 68”Tiziano Nardella e Ettore Pagani(1968)GRIGNA MERIDIONALE – TORRIONE RATTIvia “DELLO SCUDO”Daniele Chiappa e Giorgio Monti(1970)

Un GRAZIE a Silvanoe ALP STATION di DolzagoSilvano De Zaiacomo e Ivo Ferrari

Il Torrione Ratti in Grignetta (foto I. Ferrari)

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

di Tito Arosio

Con Rosa Morotti e ”Noppa”Norbert Joos sono appena rientratodopo avere vissuto per tre settima-

ne tra le montagne dell’Alaska. È stata lamia prima avventura alpinistica extraeuro-pea e devo dire che è andata bene. Il meteoè stato nefasto, facendoci desistere, fin dasubito, sull’obbiettivo iniziale: la viaInfinit Spur al Mount Foraker.Come prima salita di acclimatamentoabbiamo fatto la cresta sud-ovest delMount Frances, l’arrivo in vetta è avvenu-to con un tempo non ottimale, la visibilitànulla ci ha privato della peculiarità di que-sta salita: un magnifica vista sul gruppoDenali-Foraker e sul Mount Hunter.Successivamente abbiamo effettuato untentativo alla via Mini-Moonflower, neipressi del campo base, ma la copiosa nevi-cata notturna, la neve fresca fino alleascelle e le numerose scariche, per quantopiccole, lungo la parete ci hanno consiglia-to di riprovare un altro giorno.Purtroppo il meteo veramente instabilerendeva possibile solo la normale alDenali, ascesa molto frequentata e traccia-ta con le bandierine. In due giorni ci spo-stiamo dal campo base al campo 4 e da lisaliamo i 2000 metri mancanti alla vettaper la West Rip, discendendo poi dallanormale, anche qua il tempo ci impediscenon solo di godere dei panorami della zonama ci fa anche vagare per due stressantiore nei pressi della vetta, alla ricerca dellavia normale di discesa. Ritornati al campobase consultiamo il meteo e vedendo chesi prevedeva ancora una settimana di brut-to tempo decidiamo di concludere lanostra avventura in Alaska.Grazie a Rosa e Noppa per avermi fattovivere questa bellissima esperienza.

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Alaska 2012

In alto - Rosa e Noppa in vetta al Mount Frances

Al centro - Rosa sulla West Rib Al Denali,sullo sfondo il Monte Foraker

In basso - Rosa e Iker in prossimità della vetta Del Denali

(foto T. Arosio)

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di Ivo Ferrari

Èproprio vero che più passa iltempo, più si diventa esigenti, epoiché di tempo ne è passato

parecchio, mi sento esigente. Dopo legrandi classiche nelle amate Dolomiti, lamia personale ricerca o meglio, la mia“maniacale” ricerca è indirizzata verso le“perle” dimenticate, quelle linee cono-sciute perché viste in foto su qualcheguida o monografia della tale montagna,ma lasciate lì, nel dimenticatoio dellemiriadi di linee sparse per le Dolomiti.Il Sass Maor è una grande e bella monta-gna, ricca di storia, spettacolare, fotogeni-ca, sulla sua parete sud-est, nell’ormai

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Bisogna saper leggere

Le prime luci del giornoilluminano il Sass Maor

(foto I. Ferrari)

In azione sulla via “Scherzi d’Estate”(foto I. Ferrari)

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lontano 1988, Renzo Corona e AlfredoBertinelli salgono le evidenti placche nerea sinistra della famosissima Scalet–Biasinsenza piantare nessun chiodo, né sullelunghezze né alle soste, la roccia li lasciapassare regalando ai due fortissimi ecoraggiosi arrampicatori numerose clessi-dre dove poter assicurarsi con cordini.Conosco Renzo nel 2005 in Pakistan,insieme saliamo una bellissima montagna,la nostra amicizia si amplifica col tempo,amiamo le stesse montagne, le Dolomiti,ripetiamo vie e ne creiamo delle nuove,Lui, Renzo è forte e sicuro, sempre pron-to allo scherzo ma serio ed esigente inparete, mi tiene d’occhio ridendo sullemie manovre di corda. Mi parla spesso delSass Maor, della “sua” SCHERZID’ESTATE, ma non riusciamo mai adandare a ripeterla, poi dopo un periodo dibrutto tempo ecco finalmente un fine set-timana col cielo azzurro, e …Sei e trenta, parcheggio del Cant del Gal,Renzo arriva in compagnia di un altroforte e giovane arrampicatore, FlavioBettega, si parte, direzione Sass Maor,direzione SCHERZI! Mentre salgo riman-go incantato dal paesaggio, è semprecome la prima volta, le sensazioni miriempiono il cuore, la domanda che mifaccio è: “Come sarà SCHERZI?” Il nomeè tutto un programma, ma conoscendol’autore e guardando il tracciato... Laprima lunghezza dissolve ogni dubbio, laroccia è fantastica, ma non servono soloforza, bisogna conoscere l’equilibrio,bisogna saper leggere prima di salire,davanti agli occhi un’infinità di buchi diogni dimensione, un muro verticale dovela corda ti segue e segue le tue “capacitàfisiche e mentali”, ogni lunghezza regalauna sensazione diversa, ogni metro guada-gnato sembra sia l’ultimo possibile, macon lenti spostamenti, da destra a sinistrao viceversa si sale diventando anche selegati alla corda sempre più soli e immer-si nello spazio verticale.Un capolavoro dimenticato, una soloconosciuta ripetizione in ventiquattro anni,una “perla” visibilissima. Sono statiGrandi! Sono stati coraggiosi e magici ,nessun chiodo, nessun rumore inutile, soloqualche cordino e su, veloci e liberi, ilgrado? Lo trovi, e devi cercare di non farloalzare perché di sicuro più in basso nonscende, costante e coinvolgente! Usciamo

in cima soddisfatti, Renzo e Flavio, chebelle persone, le “loro” Montagne, chebelle Montagne. Sto cercando la “lineaperfetta” che sicuramente non troverò mai,ma questa SCHERZI, non è uno scherzo eci si avvicina molto.La sera tutti a mangiare polenta e salcicciacon tanti simpatici fissati della roccia nellanuova falesia del paese, un bellissimo finesettima tanto che Dario mi dice “papà, laprossima settimana dove ci porti?”

SASS MAOR – PALE DI SAN MARTINOvia “SCHERZI D’ESTATE”Renzo Corona e Alfredo Bertinelli(1988)

Parete sud-est, 550 metriMateriale, 5 cordini invia e … braccia e testa

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Roccia compatta e nessun chiodo, solo clessidre a proteggere la progressione (foto I. Ferrari)

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di Stefano Codazzi

Valgua è una valle boscosa postasopra l’abitato di Bondo Petello,frazione di Albino. La valle è

costellata di pareti di calcare molto fre-quentate dai climber bergamaschi e nonsolo. l’Orrido, Minolandia, lo Scoglio,Lentasia, Valguasia ed il Fungo sono inomi di queste strutture rocciose. Ci sonodecine e decine di vie per tutti i gusti e ditutte le difficoltà.

Con passione e determinazione e conl’aiuto di tanti amici - R.Ferraris,F.Cornolti, S.Piantoni ecc… – ho scovatoe attrezzato un nuovo terreno di arrampi-cata, una nuova falesia per gli appassiona-ti del verticale: la Prua. Poco distante, pro-seguendo verso destra, segnalo il settoredell’Arco che ospita una decina di itinera-ri sino al 7b, scoperto e chiodato da FulvioZanetti & C, ma torniamo alla Prua.La parete, già esplorata in stile alpinisticonegli anni ‘80, è costituita da ottimo calca-re grigio e giallo e si presenta da lontanocome una grande prua che fuoriesce dalbosco. Quando si giunge alla base con il

naso all’insù a guardarla, si apprezzano levere dimensioni della struttura: un grandepilastro di 50 metri diviso a metà da unmarcato e stupendo diedro ed interrotto adestra da un grande camino. La conforma-zione della roccia richiede uno stile diarrampicata diverso dalle altre pareti diValgua. Gli appigli sono spesso svasati,sfuggenti e disposti in modo bizzarro,cosicché l’arrampicata a vista spesso risul-ta complicata, ma in compenso di grandesoddisfazione. La parete è composta dauna prima fascia di roccia inclinata inter-rotta da una cengia oltre la quale si verti-calizza per finire in strapiombo. È statocosi possibile attrezzare nella prima fasciainclinata itinerari di 15/20 metri con diffi-coltà contenute dal 4c al 5c e protezioniravvicinate - 13 rinvii necessari - per con-sentire ai principianti e ai corsi di poterarrampicare in maniera sicura e tranquilla,proprio quello che mancava in Valgua!Dalle soste di questi tiri partono invecefavolosi viaggi verticali per tutti i gustifino a raggiungere i 40 metri di sviluppo intotale (25 rinvii) e difficoltà in mediaintorno al 6b-6c. In tutto si trovano 24 iti-nerari distinti che si possono concatenare a

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News da Valgua

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

piacere, dato lo sviluppo della parete ènecessario durante i concatenamenti avereuna corda da 70 metri alla destra del die-dro e da 80 metri alla sinistra dello stesso.La falesia è nuova pertanto si raccomandaa tutti l’uso del casco!L’attrezzatura della parete è stata possibilegrazie al materiale acquistato con la collet-ta organizzata “per attrezzare Valgua”,alla quale davvero tanti climber e amicihanno creduto dando il loro prezioso con-tributo, e al materiale acquistato con il pro-getto di richiodatura del 2004 fatto in col-laborazione con la Comunità MontanaValle Seriana.La parete si raggiunge in 15 minuti dalparcheggio seguendo le indicazioni per loScoglio, poco prima del bivio per loScoglio un cartello indica di scendere adestra nel torrente ed una volta attraversa-tolo sul ponte in legno, si risale sinistra aprendere le corde fisse e seguendo il sen-tiero in breve si raggiunge la parete.L’esposizione della parete permette diarrampicare in ombra in estate dalle ore15. La roccia asciuga molto rapidamente.Buone scalate e allenarsi!

Eventi

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Eventi

Alla base della Prua (foto S. Codazzi)

di G.C. Agazzi

Venerdì 4 maggio 2012 pressol’Auditorium Santa Chiara diTrento Reinhold Messner ha volu-

to commemorare la sessantesima edizionedel Trento Film Festival nel corso di unabella serata che ha accolto vari alpinistiche hanno vissuto attraverso le loro impre-se i vari anni del Film Festival.Si è trattata di una serata di grande alpini-smo, con la presenza di alpinisti di fama,che hanno partecipato in passato alle varieedizioni del Festival.Il primo ospite della serata è stato il gior-nalista Rolly Marchi, novantatre anni, cheha partecipato ad un gran numero di edi-zioni del Festival; molti applausi per ilmitico Rolly che ha ricordato una delleprime edizioni degli anni ’50, quando ilFestival era un momento di incontro peruna piccola schiera di appassionati di filmdi montagna.È seguito un filmato con un’intervista aCesare Maestri, che non è intervenuto, mache ha voluto ricordare il suo modo diarrampicare, negli anni ’50 e ’60 insiemead altri alpinisti dell’epoca.Messner ha ricordato la figura di WalterBonatti da poco scomparso, che ha presoparte ad alcune edizioni del Film Festival,non ultima quella dello scorso anno.Armando Aste, classe 1926, è salito suc-cessivamente sul palco ed ha parlato del-l’alpinismo del dopo-guerra. La sua attivi-tà alpinistica ha avuto quale principale tea-tro le Dolomiti, con prime ascensioniinvernali ed anche in solitaria di livellointernazionale.L’alpinista austriaco Albert Precht, compa-gno di scalata di Reinhold Messner, haricordato le sue salite estreme in libera sudifficili vie in Dolomiti, illustrando le sueimprese alpinistiche anche con alcunibrevi filmati.È poi, intervenuto l’alpinista franceseChristophe Profit originario dellaNormandia, 51 anni, noto soprattutto peraver salito in solitaria il 25 luglio 1985 lepareti nord dell’Eiger, delle GrandesJorasses e del Cervino in sole 24 ore,

impresa ripetuta sempre in solitaria il 12ed il 13 marzio 1987 in poco più di 40 ore.L’alpinista ha pure aperto in cordata con ilconnazionale Pierre Béghin nel 1991 unadifficile via sulla cresta nord-ovest del K2.Profit, attualmente guida di alta montagnaa Chamonix, ha confessato a Messner diavere ancora un sogno nel cassetto: la ripe-tizione della concatenazione delle mitichetre pareti Nord con un cliente. Il 9 apriledel 2007 ha festeggiato a 46 anni la deci-ma salita con un cliente lungo la difficileparete nord dell’Eiger. Alcuni filmatihanno documentato le entusiasmanti estraordinarie imprese alpinistiche di Profit.Catherine Destivelle, mitica alpinista fran-cese, è intervenuta, parlando della sua vitadi grande alpinista sia sulle Alpi che nelresto del mondo. Ha voluto raccontarealcuni dei momenti salienti della sua car-riera alpinistica, le vittorie conseguitenella Coppa del Mondo di arrampicatasportiva, la solitaria all’Aiguille du Dru;Catherine ha raccontato dei suoi incidentiaffermando che la sua attività alpinisticanon si è conclusa, ma che continua conritmi più moderati. Anche qui si sono sus-seguiti filmati riguardanti alcune scalatedell’alpinista francese. In particolareCatherine ha parlato dell’ultima impresarealizzata in solitaria nel 1999 durata duegiorni lungo la via Hasse-Brandler sullaCima Ovest di Lavaredo.È, poi, intervenuto Alexander Huber, natonel 1968 in Baviera, avviato insieme alfratello al grande alpinismo dal padre. Haeffettuato numerose salite su roccia di dif-ficoltà estrema, tra le quali la salita in freedella via direttissima della parete norddella Cima Grande di Lavaredo nel 2002.Nell’agosto del 2008 Alexander ha apertouna nuova grande via in solitaria sul GrandCapucin, nel gruppo del Monte Bianco,denominata “Swiss route” (8c+).Ha concluso la serata Hervè Barmasse,giovane alpinista e guida alpina diCervinia, che si è distinto negli ultimi anniper le sue imprese in Pakistan e nelle Alpi,soprattutto nei Gruppi del Monte Bianco edel Monte Rosa.

Sessantesima edizione del Trento Film Festival 2012

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

di G.C. Agazzi

Il 14 giugno 2012 è stata presentatapresso la sala conferenze delPalamonti l’edizione 2011 dell’annua-

rio del CAI Bergamo, alla presenza di unbuon numero di soci. Sono intervenutiEnnio Spiranelli, Giuseppe Rinaldi,Stefano Morosini ed Emilio Previtali chehanno illustrato con commenti e bellissimeimmagini alcune delle loro imprese ripor-tate sull’annuario stesso. Hanno moderatola serata Maurizio Panseri e AlessandraGaffuri. Quest’anno si tratta di un’edizio-ne che oserei definire molto ricca, quasi

straordinaria dell’annuario con oltre tre-cento pagine. Infatti, è stato grazie allapreziosa collaborazione di MaurizioPanseri, direttore del nostro notiziario, chesi è aggiunta una parte speciale, dedicataall’alpinismo bergamasco con una serie dicartelle che riportano alcune nuove vie chesono state aperte negli ultimi tempi sullemontagne della nostra provincia. Nelleprecedenti edizioni esisteva solo la raccol-ta dell’attività alpinistica dei soci, ma sem-pre carente ed incompleta ormai non più alpari con i tempi. Siamo riusciti in tal modoa soddisfare le giuste richieste degli alpini-sti che si lamentavano per il troppo poco

spazio dedicato alla loro attività, istituzio-nale per il nostro sodalizio e senza dubbiodi grande rilievo. Anche la nuovaCommissione Alpinismo sezionale ha datoil suo valido e pregevole contributo. La prima parte della pubblicazione è dedi-cata come al solito alla parte istituzionale,con la raccolta delle attività annuali delleCommissioni e delle Sottosezioni. Laprima sezione è dedicata all’alpinismo,con un buon numero di articoli. Segue lasezione due dedicata all’escursionismo edallo scialpinismo. La terza parte è comesempre quella dedicata alla cultura alpina,la più ricca, con molti articoli interessantidedicati alla cultura della montagna. Lamaggior parte degli articoli è stata scrittadai soci del CAI di Bergamo, salvo alcuniarticoli da autorevoli scrittori di montagnache da sempre collaborano con la nostrapubblicazione. Come al solito il lavoro diredazione è stato impegnativo, ma siamoriusciti nell’intento di produrre in modopuntuale una buona pubblicazione graziesoprattutto al prezioso lavoro grafico svol-to da Giordano Santini. A questo punto vale la pena ricordare alcu-ne indicazioni per gli autori che intendonoproporre degli articoli per la prossima edi-zione 2012. Gli articoli vanno consegnatitassativamente entro il 31 dicembre del2012. Il testo deve essere scritto in forma-to word, con una lunghezza di 2-3 pagineformato A4; le fotografie (2-3 per articolo)devono essere di buona qualità (jpg o tiff)in alta risoluzione con allegata la didasca-lia. La priorità viene data ai soci del CAIBergamo e delle sue Sottosezioni. Vannoindicati recapito telefonico e indirizzo diposta elettronica in caso di comunicazionie notizie riguardanti i vari articoli. Si devesempre ovviamente indicare il titolo del-l’articolo ed il nome e cognome dell’auto-re. Il materiale deve essere inviato aiseguenti indirizzi di posta [email protected] oppure a MaurizioPanseri [email protected] oppure consegnatialla segreteria del CAI Bergamo.Buona lettura.

Eventi

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Eventi

Annuario CAI Bergamo 2011

Tutti i numeri del nostro Annuario sono disponibili

in formato PDF sul sito www.caibergamo.itsezione biblioteca -

sottosezione periodici

Un momento della serata (foto G.C. Agazzi)

Emilio Previtali racconta il “suo” Annuario (foto G.C. Agazzi)

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Le Alpi Orobiche - luglio 2012

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La Commissione Tutela AmbienteMontano e il Circolo di fotografiadi montagna della Commissione

Culturale del CAI di Bergamo organizza-no il concorso fotografico dedicato alricordo del nostro caro amico GiulioOttolini, accompagnatore di escursioni-smo e alpinismo giovanile e colgono l’oc-casione per invitare i nostri soci, gli amicie i soci delle sottosezioni del CAI dellabergamasca a inviare “belle fotografie”.

Presso il Palamonti verrà allestita, nelmese di gennaio 2013, una mostra ditutte le opere pervenute.

Ecco di seguito il bando:Calendario:30 novembre 2012: Termine presentazione opere 12 gennaio 2013: ore 16,00 - Inaugurazione mostra e premiazione

Lo scopo del concorso è raccogliere le piùbelle immagini per ricordare a tutti quantopuò essere appagante frequentare la mon-tagna in tutti i suoi aspetti ed espressioni.Le opere dovranno rappresentare la mon-tagna relativamente alle categorie sottoelencate:

- Escursioni sociali- Ambienti montani- In bianco e nero

Nuova categoria:- Così no! (fotografie che documentano aspetti ecomportamenti negativi nella frequenta-zione e/o nell’utilizzo del territorio monta-no). Per questa categoria si accettano siafoto singole che reportage fino a 5 foto.

La partecipazione è aperta a tutti i socidelle Sezioni e delle Sottosezioni del CAIe a tutti gli appassionati della montagna. Ogni autore potrà presentare per le catego-rie 1, 2 e 3 al massimo tre opere comples-sivamente e ogni opera dovrà riportare sulretro: la categoria, il titolo, il nome del-l’autore. Solo per la categoria n. 4 “Cosìno!” si accettano anche reportage fino a 5foto in aggiunta alle 3 precedenti.Le opere dovranno avere formato 20 x 30cm e potranno essere a colori o in bianco enero.Entro il 30 novembre 2012, le opere e lapresente scheda di partecipazione dovran-no pervenire al CAI di Bergamo,Palamonti - via Pizzo della Presolana n.15- Concorso fotografico - GIULIOOTTOLINI.

Il costo della partecipazione è di 10 €. Laquota dovrà essere versata al momentodella consegna delle foto presso la segrete-ria del CAI di Bergamo. Per coloro cheinvieranno le foto tramite il servizio posta-le la quota dovrà essere posta in una bustachiusa all’interno del plico contenente lefoto.Le opere verranno esaminate da un’appo-sita Commissione e i nominativi dei pre-miati verranno comunicati entro il mese didicembre.Verranno premiati i primi due classificatiper ogni categoria.Ogni autore è personalmente responsabiledi quanto forma oggetto delle sue fotogra-fie. Le opere inviate non verranno restitui-te e resteranno a disposizione del CAI diBergamo per raccolte, pubblicazioni ecomunque per fini istituzionali del CAIstesso.

Ai sensi di quanto disposto dall’art. 13 delD.Lgs n.196/2003 (codice in materia diprotezione dei dati personali) si informache i dati personali forniti dagli autori, conla compilazione della scheda allegata,sono soggetti al trattamento nel rispettodei doveri di riservatezza e in conformità aquanto espressamente previsto dal codicepredetto.

Concorso fotografico - Giulio OttoliniEdizione 2012

Dati partecipante obbligatori

Cognome e nome:....................................................................................................................................................................................

Indirizzo:..................................................................................................................................................................................................

N° telefono: ............................................................................................................................................................................................

e-mail: ......................................................................................................................................................................................................

Categoria..................................................................................................................................................................................................

Titolo........................................................................................................................................................................................................

Località della gita ....................................................................................................................................................................................

Autorizzo l’utilizzo delle opere, a titolo gratuito, per i fini indicati nel bando.

Firma ........................................................................................

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Circolo Fotografia di Montagna Cai Bg -Commissione Culturale -

Con la serata del 13 giugno“INCONTRA GLI AUTORI” incompagnia del fotografo Fabrizio

Paravisi, il Circolo Fotografia diMontagna ha concluso le attività 2011-2012 augurando a tutti gli appassionatiescursionisti di montagna e di fotografiauna estate ricca di soddisfazioni, esperien-ze e splendide immagini fotografiche.Ma già corre l’obbligo di programmare lanuova stagione 2012-2013 presentandoper l’autunno il 15° corso di fotografia:come già noto a molti, in tale corso siaffronteranno le tematiche di post-produ-zione e fotoritocco delle immagini digitali,utilizzando i più moderni ed aggiornatisoftware disponibili con particolare atten-zione a due di essi (Photoshop Elements eLightroom).La gestione delle immagini, il salvataggioe l’archiviazione, i metodi di dimensiona-mento per la stampa o per il web, la defi-nizione dello spazio colore, la gestionedelle luci e delle ombre, i metodi pulizia ecorrezione delle immagini, i panorami, ilbianco e nero sono solo alcune delle tema-tiche che verranno affrontate utilizzandoanche gli scatti dei corsisti.La locandina illustra il calendario dellelezioni e l’uscita sul campo da cui trarredalle immagini dei corsisti lo spunto per laricerca del migliore metodo di valorizza-zione degli scatti.Come sempre la serata conclusiva prevedel’esame delle proposte fotografiche deipartecipanti, il giudizio delle stesse e lapremiazione delle migliori affidata ai cor-sisti; come d’uso ci si siede a tavola perchiudere in allegria. Infine sono previste per l’autunno e in dateancora da definire con gli ospiti almenodue serate di “Incontra gli Autori” .Per informazioni rivolgersi a:Fabrizio Zanchi cell. 3355706339e-mail: [email protected].

15° Stage fotografia di Montagna:fotoritocco e post-produzione

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

Il Club Alpino Italiano (CAI), fin dalla suafondazione nel 1863, si è proposto ilcompito di diffondere la conoscenza e

l’interesse per i territori montani (Alpi,Prealpi, Appennini e catene montuose delleIsole), riconoscendo la loro importanza siaper i valori scientifici custoditi nei suoi mol-teplici ambienti naturali, sia per i valori cul-turali e storici espressi dal suo paesaggio edalle testimonianze antropiche connesse.Le disposizioni legislative nazionali aventiad oggetto il CAI, dal 1963 in poi, nonchégli aggiornamenti statutari, intervenuti dal1975, fanno chiaro riferimento a compitiineludibili di tutela dell’ambiente montano.Conoscere, frequentare e preservare lemontagne e difenderne l’ambiente sono ipredicati su cui si fonda l’identità delSodalizio.L’ambiente montano costituisce il “terreno”nel quale si svolge principalmente l’attivitàdel CAI. Pertanto le molteplici attività delsodalizio devono essere improntate a coe-renza per quel che riguarda la tutela deivalori ambientali; da ciò discende l’effica-cia e la credibilità di qualunque iniziativa eposizione che il CAI stesso volesse intra-prendere in difesa dell’ambiente montano. Il Club Alpino Italiano si assume quindil’obiettivo di rappresentare, a tutti i livelli edin ogni circostanza, l’esempio di come siapossibile avvicinarsi alla montagna e viver-ne le bellezze senza in alcun modo degra-darne il significato.I comportamenti da ricercare e da persegui-re devono essere improntati secondo i prin-cipi di uno sviluppo ecocompatibile e soste-nibile che legano, in un rapporto di interdi-pendenza, la tutela e la valorizzazione dellerisorse naturali alla dimensione economica,sociale ed istituzionale, al fine di soddisfa-re i bisogni delle attuali generazioni, evi-tando di compromettere la capacità dellefuture di soddisfare i propri.

I principi della Convenzione delle Alpi, giàsottoscritti dal CAI in quanto partecipe diCIPRA, possono essere assunti quali lineeguida della nostra politica ambientale inparticolare con riferimento speciale aldiritto di cittadinanza delle popolazioniresidenti nelle Terre Alte. Gli stessi principisono contenuti nella Convenzione degliAppennini, direttamente sottoscritta dalCAI (Nota 3). Per il conseguimento di questi obiettivi, ilCAI ritiene indispensabile riferirsi ai principidell’autodisciplina ed autoregolamentazio-ne, quella regola cioè posta dallo stessosoggetto che la deve rispettare.Tale regola è indirizzata, nel caso del CAI,al soggetto che pratica l’attività, cioè ilsocio, ed alla associazione che la promuovee la organizza, cioè il CAI stesso.Le regole si basano su un inscindibile crite-

rio etico-ambientale: protezione dell’ecosi-stema montano, sviluppo sostenibile e man-tenimento di condizioni conformi alla natu-ra e al significato dell’attività. È necessario che la presenza del singolosocio e dello sportivo in montagna, nonchédel CAI, inteso quale Associazione, sia sem-pre rispettosa dell’ambiente, degli abitanti,della cultura e delle tradizioni locali. Nonbisogna inoltre adattare l’ambiente dellamontagna alle esigenze dei singoli e dellaAssociazione, bensì adattare queste ultimealle realtà ambientali della montagna. Il CAI, quale Associazione portatrice di inte-ressi diffusi intende:sostenere provvedimenti legislativi a variolivello atti al supporto di politiche di tutelaambientale in sintonia con i propri principie linee guida;partecipare, laddove consentito e previsto, atavoli, commissioni e consulte di carattereistituzionale; intervenire nell’iter delle procedure ammi-nistrative di approvazione della pianifica-zione e dei piani pluriennali di sviluppo atutela del paesaggio e dell’ambiente;attivare, dopo attenta valutazione dei singo-li casi, eventuali azioni ed opposizioni insede amministrativa o a mezzo di ricorsigiurisdizionali, qualora ravvisi e constati ilmancato rispetto della legislazione vigentee/o gravi danni ambientali.Pertanto l’attività del CAI, dagli OrganiCentrali ai Gruppi regionali, dalle Sezioni aisingoli Soci, sarà impostata coerentementecon il compito di tutela dell’ambiente mon-tano e del paesaggio, secondo i principicontenuti nel Documento. (vedi nota n. 1)

PARTE PRIMAPOSIZIONE E IMPEGNO DEL CAI A FAVORE DELL’AMBIENTE MONTANO E DELLA SUA TUTELAPUNTO 1 - LA MONTAGNA E LE AREE PROTETTEL’alta montagna nel suo complesso rappre-senta l’ultimo ambiente naturale ancora noncompletamente antropizzato dell’Europa edel Mondo e riveste, anche per tale motivo,un’importanza assolutamente eccezionale.La tutela della montagna in tutte le sue piùnotevoli peculiarità (ghiacciai, acque, cre-ste, vette, crinali, forre, grotte o qualsiasialtro elemento morfologico dominante ocaratteristico, vegetazione, popolazioni,animali) è essenziale per la conservazionee, ove possibile, il ripristino della biodiver-sità degli ambienti montani.Assumono un ruolo fondamentale a questifini le aree protette comunitarie, nazionali,regionali o locali, in particolare i parchi e leriserve naturali esistenti.

LA NOSTRA POSIZIONEPer il CAI è fondamentale la conoscenza elo studio della montagna in tutti i suoi aspet-ti sia naturali (flora, fauna, acque, rocce eghiacciai) sia antropici (cultura, storia, risor-se e attività delle Terre Alte).Il CAI è convinto sostenitore della rete dellearee protette. Ritiene di fondamentaleimportanza che: - il sistema delle stesse debba essere inteso,

pianificato e sviluppato quale sistema direte ecologica senza soluzione di conti-nuità;

- la rete di aree protette, parchi, SIC (Siti diImportanza Comunitaria), ZPS (Zone diProtezione Speciali) non debba subirealcuna riduzione di superficie;

- debba essere dedicata particolare atten-zione ai corridoi ecologici, siano essi diprimaria o secondaria importanza, ondeevitare il formarsi di barriere antropicheche compromettono il collegamento terri-toriale tra le aree protette e il libero pas-saggio delle specie.

Auspica la revisione della legge nazionalesulle aree protette, che preveda tra l’altro:una dotazione finanziaria adeguata;una gestione che ne garantisca la tutela;una migliore strutturazione e competenzadegli enti gestori.

IL NOSTRO IMPEGNO- coadiuvare ed integrare, per quanto neces-

sario, iniziative di tutela delle zone monta-ne di preminente interesse naturalistico,educativo, culturale, scientifico;

- promuovere studi e ricerche finalizzati allaconoscenza degli aspetti naturali e antro-pici, in particolare di quelli più delicati e arischio;

- collaborare con centri di ricerca (per es.Comitato Glaciologico), Università e pro-getti scientifici;

- sollecitare gli Enti preposti ad indirizzarela pianificazione territoriale alla tutela ealla conservazione dell’ambiente in con-trapposizione al suo sfruttamento edappoggiare proposte economiche eco-compatibili e sostenibili che permettanoalle popolazioni di permanere nei territoridi loro residenza;

- partecipare alla gestione dei parchi e dellearee protette, quando lo sia previsto per leassociazioni ambientaliste dalla legge isti-tutiva;

- ricercare forme di partecipazione direttanella conduzione e gestione di territoriparticolarmente fragili e di riserve naturali-stiche, SIC ecc.;

- sostenere ed estendere la sottoscrizione diconvenzioni collaborative con laFederparchi e con singoli Parchi Nazionalie Regionali ed Aree Protette in genere.

(vedi nota n. 2)

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Nuovo bidecalogoLinee di indirizzo e di autoregolazione del CAI in materia di Ambiente e Tutela del Paesaggio

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PUNTO 2.IL TERRITORIO, IL PAESAGGIO, IL SUOLOUn territorio è un’area definita o delimitatache include porzioni di suolo o di acque,considerata di solito un possedimento di unanimale, di una persona, di un’organizza-zione o di un’istituzione.Il paesaggio è la particolare fisionomia diun territorio determinata dalle sue caratte-ristiche fisiche, antropiche, biologiche edetniche, così come è percepita dalle popo-lazioni.I ventisette Stati della Comunità Europeahanno sottoscritto la Convenzione Europeadel paesaggio, ratificata dall’Italia nel2006. In essa è sancito che il paesaggiosvolge importanti funzioni di interessegenerale sul piano culturale, ecologico,ambientale e sociale e costituisce una risor-sa favorevole all’attività economica, e che,se salvaguardato, gestito e pianificato inmodo adeguato, può contribuire alla crea-zione di posti di lavoro.La trasformazione del paesaggio italiano,dal dopoguerra ad oggi, ha subito diverseaccelerazioni per il sovrapporsi di diversespinte.A questo fattore si è unito il consumo disuolo definibile come quel processo antro-pogenico che prevede la progressiva tra-sformazione di superfici naturali od agrico-le mediante la realizzazione di costruzionied infrastrutture, e dove si presuppone cheil ripristino dello stato ambientale preesi-stente sia molto difficile e molto oneroso acausa della natura dello stravolgimentodella matrice terra.

LA NOSTRA POSIZIONEIl CAI sostiene la tutela del paesaggio e ritie-ne indispensabile limitare al minimo il con-sumo del suolo.Le procedure di valutazione di impattoambientale, valutazione di incidenza evalutazione ambientale strategica, (VIA eVAS), da tempo introdotte nel nostro ordina-mento, costituiscono i principi guida peruna corretta gestione del territorio; le operee gli interventi antropici devono essere pro-posti in un quadro di pianificazione territo-riale, sottoposti ad una valutazione di carat-tere economico con analisi dei costi-benefi-ci, autorizzati (laddove previsto dalle legginazionali e regionali) solo dopo il supera-mento di una valutazione di impattoambientale, ambientale strategica ed anchedi incidenza per le aree Natura 2000.Il CAI, attraverso i propri organi tecnici diriferimento, è impegnato ad approfondire ilnuovo concetto di valutazione economicadi impatto della attività umana sull’ambien-te che da qualche tempo è emerso nellacomunità scientifica. Tale concetto si basasulla così detta “ECONOMIA AMBIENTA-LE” che valuta contestualmente, oltre che iparametri classici, il “CAPITALE NATURA-LE”, cioè il valore economico dell’insiemedei sistemi naturali (acque, foreste, flora,fauna e territorio), i “prodotti” del territorio(agricoli, pesca, ecc.) e il patrimonio artisti-co e culturale presente nello stesso.Ne deriva che uno sviluppo sostenibile e

duraturo è possibile solo se la pianificazio-ne è contestualmente basata oltre che suiclassici fattori “capitale fisso” e “lavoro”,anche sul “capitale naturale” come sopradescritto.

IL NOSTRO IMPEGNO- collaborare con gli enti pubblici territoria-

li anche in collegamento con le altre asso-ciazioni ambientaliste, per l’espletamentoed il rispetto delle procedure di valutazio-ne sopra descritte;

- sostenere la necessità ed estendere il prin-cipio, come già disciplinato da alcuniordinamenti regionali, di una valutazionedi impatto ambientale semplificata per igrandi raduni, che portano un elevato con-centramento di persone a ritrovarsi inlocalità montane ambientalmente fragili;

- impegnarsi attraverso le proprie strutturecentrali e territoriali in un approfondimen-to e diffusione del principio sostenutodalla economia ambientale che valorizzail capitale naturale.

(vedi nota n. 3)

PUNTO 3.VIE DI COMUNICAZIONE E TRASPORTIIl traffico motorizzato, di tipo commerciale,turistico e privato di varia natura comportaun notevole impatto ambientale su tutto ilterritorio e, in particolare, per il territoriomontano. Al traffico, infatti, va imputato più di unterzo del gas serra prodotto nel nostroPaese, oltre ad una grande quantità di altriinquinanti altamente dannosi per tutti gliesseri viventi (polveri sottili, inquinamentoacustico, ecc.). Le Alpi, gli Appennini e la montagna italia-na in genere sono già largamente accessibi-li grazie all’estesa rete stradale di vario livel-lo esistente.Tuttavia la penetrazione motorizzata entrozone naturali selvagge e vallate remote, gra-zie alla realizzazione di nuove vie di acces-so, è sempre più invasiva. Inoltre si registra un sempre maggiore incre-mento del traffico “fuori strada”, sia estivo(4x4, quad, trial), sia invernale (motoslitte) edei voli a scopo turistico (eliski) e commer-ciale.

LA NOSTRA POSIZIONEÈ evidente l’importanza che rivestono le viedi comunicazione per l’economia e lo svi-luppo delle regioni di montagna (trasportomerci e persone, agricoltura, turismo, estivoed invernale, ecc.).Il CAI resta convinto sostenitore del traspor-to su ferrovia legato alle comunità locali. E’ altrettanto evidente, per il CAI, la necessi-tà di contemperare entrambe le esigenze:sopravvivenza e sviluppo delle economie dimontagna con la necessità di preservarne etutelarne il patrimonio ambientale in tutte lesue componenti.

IL NOSTRO IMPEGNOSostenere azioni atte a:- evitare la costruzione indiscriminata di

nuove strade, fatti salvi i casi di comprova-ta necessità certificata da una approfondi-

ta analisi economico-ambientale, evitandocontemporaneamente l’ampliamento diquelle esistenti e/o l’asfaltatura di quelle afondo naturale;

- prevedere per le strade a fondo naturale ildivieto di circolazione con mezzi motoriz-zati, salvo che per quelli utilizzati per atti-vità agrosilvopastorali, per i mezzi di soc-corso e/o di ordine pubblico, di gestionedei rifugi e impianti tecnologici;

- confermare con legge statale (modifiche alcodice della strada) quanto già previsto inalcune Regioni, e cioè un divieto assolutodi esercitare il turismo motorizzato (4x4,quad, trial e motoslitte in inverno), sumulattiere, sentieri e/o comunque fuori daitracciati appositamente autorizzati.Potranno essere selezionati specifici per-corsi per il turismo a cavallo o con moun-tain-bike;

- supportare azioni normative per un divie-to generale di uso dei natanti a motore suilaghi alpini ed appenninici di comprovatovalore paesaggistico e ambientale ecomunque su tutti quelli situati oltre 1.000metri di altezza.

(vedi nota n. 4)

PUNTO 4. TURISMO IN MONTAGNAIl CAI ha tra i suoi scopi istituzionali la pro-tezione dell’ambiente montano e del pae-saggio. Ciò costituisce, quindi, un obbligoper il Sodalizio, in tutte le sue Componenti. È peraltro cosciente dell’importanza che harivestito e riveste il turismo, estivo e inver-nale, per l’economia e per le popolazioni dimontagna. Dall’inizio del secolo scorso ad oggi sonostate costruite numerose infrastrutture (vied’accesso, parcheggi, insediamenti abitativied alberghieri, impianti di risalita, piste,ecc.), in particolare al servizio dello sci supista, con un impatto devastante sul territo-rio montano. Ciò vale anche per altri tipi diinfrastrutture al servizio del turismo dimassa in montagna quali: parchi avventura,campi da golf, piste per il downhill. La rea-lizzazione e/o l’ampliamento di tali infra-strutture sono spesso incoraggiati da note-voli finanziamenti pubblici che ne favori-scono la proliferazione.

LA NOSTRA POSIZIONEPrima ancora di invocare nuove norme legi-slative, il CAI auspica perciò che le leggi,nazionali e/o regionali, in vigore sianoapplicate rigorosamente. Il CAI è contrarioalla realizzazione di nuove infrastrutture,nuovi impianti o di ampliamento di quelliesistenti, in particolare nelle aree protette enei siti Natura 2000, dove deve essere asso-lutamente vietato ogni intervento in talsenso ed inoltre in ambiti altitudinali sogget-ti a condizioni climatiche che richiedanodispendio di risorse naturali ed energia pergarantire l’innevamento artificiale. Ove equando se ne ravvisasse l’opportunitàsocioeconomica, nelle zone in cui tali infra-strutture siano già presenti, chiede sia sem-pre fatta una rigorosa analisi dei costi/bene-fici e della sostenibilità economica eambientale. Nella sostituzione di impianti obsoleti chie-

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de, inoltre, che il terreno ove insistevano ivecchi impianti sia riportato quanto più pos-sibile allo stato originale. Per quanto riguar-da le altre infrastrutture, esse dovrebbero,quando possibile, essere collocate in prossi-mità delle zone già antropizzate salvaguar-dando le zone ancora caratterizzate danaturalità.Il CAI ritiene che il turismo in montagnavada sostenuto con il miglior utilizzo del-l’esistente ma, soprattutto, con un grandesforzo per la diversificazione dell’offertamirata alle presenze lungo tutto l’arco del-l’anno.Il CAI privilegia e incentiva il turismo soste-nibile, finalizzato prevalentemente alla”esplorazione” intesa come osservazione edimmersione nella natura in contatto con lacultura e le tradizioni locali, convinto checiò costituisca un tangibile contributo allaconservazione dell’ambiente.

IL NOSTRO IMPEGNOIl CAI si impegna a confermare a tutti i livel-li la sua contrarietà a:- nuove opere a fune per raggiungere vette,

ghiacciai, valichi, o territori che comun-que superino i 1.600 metri sulle Alpi ed i1.200 metri sull’Appennino;

- realizzazione di nuove stazioni sciistichesotto i 2.000 metri di quota e all’amplia-mento dei comprensori sciistici esistenti;

- realizzazione di nuove strade e/o di nuovevie di accesso a luoghi finora raggiungibi-li attraverso sentieri e/o strade silvo-agro-pastorali.

Si impegna inoltre a:- intervenire nelle procedure amministrative

di approvazione della pianificazione edparticolare dei piani neve, a tutela del pae-saggio e dell’ambiente, esperendo, senecessario, i previsti ricorsi amministrativie/o giurisdizionali;

- appoggiare iniziative volte a sostituire neicentri minori all’attività sciistica su pista ilturismo verde;

- contrastare o comunque scoraggiare l’usodi aerei, elicotteri, motoslitte per finalitàludico-sportive.

PUNTO 5.IMPIANTI INDUSTRIALI, CAVE, MINIERE, PRELIEVI FLUVIALI,SFRUTTAMENTO DEL SUOLO, IMPIANTI IDROELETTRICIAnche ad alta quota ambiti montani di par-ticolare bellezza sono stati, a volte, rovinatida cave e miniere. Molteplici vallate e fiumisubiscono prelievi fluviali e/o sbarramentiper lo sfruttamento idroelettrico. Le tecni-che moderne hanno accelerato e massifica-to gli interventi, con danni a volte irrepara-bili al paesaggio e all’ambiente, anche per icollegamenti stradali realizzati per il tra-sporto su gomma dei materiali estratti.L’accumulo a valle dei residuati può, avolte, modificare in modo grave il territorio.L’utilizzo industriale del territorio anche senecessario per lo sviluppo del Paese deveessere realizzato nel rispetto, per quantopossibile, dell’ambiente e nella salvaguardiadelle risorse naturali.

LA NOSTRA POSIZIONEIl CAI ritiene sia di assoluta importanza: - limitare i prelievi e gli interventi allo stret-

to necessario, valutando il rapporto costi-benefici soprattutto in funzione dei van-taggi sociali rispetto al danno alle comuni-tà locali;

- sostenere il principio del divieto assolutodi escavazione e di prelievi di materialefluviale nelle aree protette, fatti salvi i dre-naggi necessari alla sicurezza degli alvei.

Tali attività dovranno essere limitate anchenelle aree contigue dei parchi, ove si preve-da un grave deturpamento del paesaggio.

IL NOSTRO IMPEGNO- seguire la legislazione nazionale e regio-

nale in materia ed i piani pluriennali disviluppo di tali attività, per impedire, conopposizioni in sede amministrativa o ricor-si giurisdizionali, gravi danni all’ambiente;

- partecipare, laddove previsto, con proprirappresentanti, anche assieme ai rappre-sentanti di altre Associazioni Ambienta-liste, alle attività delle Commissioni eConsulte Istituzionali per la programma-zione e gestione mineraria della attività diescavazione e/o prelievi;

- sostenere il principio del divieto assolutodi escavazione di materiali (marmi, dolo-mia, inerti, ecc.) e di prelievi di materialefluviale nelle aree protette, fatti salvi i dre-naggi necessari alla sicurezza degli alvei.

Tali attività dovranno essere limitate anchenelle aree contigue dei parchi, ove si preve-da un grave deturpamento del paesaggio.

PUNTO 6 - POLITICA VENATORIAL’attività venatoria deve essere esercitataentro i limiti delle norme vigenti, comunita-rie e nazionali. La violazione di tali normeda parte dei cacciatori, e in particolare ilbracconaggio, devono essere contrastatiduramente, assicurando ai Corpi di vigilan-za un’adeguata dotazione di uomini emezzi.La reintroduzione di specie autoctone estin-te e il ripopolamento di specie animali for-temente ridotte devono essere incoraggiatisu tutti i territori di media e alta montagna,secondo criteri attentamente valutati sotto ilprofilo scientifico, ad evitare di generareulteriori e ancor più gravi squilibri.Di pari passo devono essere incoraggiatetutte le pratiche che consentono di recupe-rare forme virtuose di convivenza tra l’uo-mo e la fauna selvatica: incentivazione deicorridoi biologici, definizione delle regionibiogeografiche, salvaguardia della ReteNatura 2000.

LA NOSTRA POSIZIONEIl CAI ritiene necessarie la redazione dellaCarta Natura, la revisione della composizio-ne del Comitato Tecnico FaunisticoVenatorio, la rimodulazione degli AmbitiTerritoriali di Caccia e degli Istituti VenatoriProvinciali.Il CAI intende sostenere le imprese agricoleche svolgono attività di tutela e incrementodella biodiversità, che adottano sistemi dicertificazione ambientale, che si impegnanoalla riproduzione di razze animali autocto-

ne. Ritiene inoltre che debbano essereaggiornati i criteri di stima per la valutazio-ne del risarcimento dei danni all’agricolturaprodotti dalla fauna selvatica.

IL NOSTRO IMPEGNO- essere presenti, se possibile, nelle commis-

sioni e consulte di vario livello, nazionale,regionale o provinciale, per vigilare affin-ché la normativa statale in materia di cac-cia non sia vanificata dal potere di deroga,di cui spesso si avvalgono le Regioni, almomento di approvare il calendario vena-torio;

- seguire le legislazione nazionale e regio-nale in materia per impedire, con opposi-zioni in sede amministrativa o ricorsi giu-risdizionali, violazioni della stessa;

- partecipare, laddove previsto, con proprirappresentanti, anche assieme ai rappre-sentanti di altre Associazioni Ambienta-liste alle attività delle Commissioni eConsulte Istituzionali di vario livello,nazionale, regionale o provinciale; questoaffinché vengano costantemente rispettatele normative in materia di gestione dellacaccia, con particolare riferimento ai pote-ri di deroga delle regioni, alla redazionedei piani faunistico-venatori, alla approva-zione del calendario venatorio ed ai ripo-polamenti e ripristini ambientali.

PUNTO 7.FONTI DI ENERGIA RINNOVABILEIl CAI è conscio della fondamentale impor-tanza dell’energia e della sua disponibilitàper la sopravvivenza e lo sviluppo dei terri-tori di montagna. Diverse fonti rinnovabilidi energia (energia cinetica, idraulica edeolica, biomasse forestali, ecc.) traggonoorigine, per condizioni favorevoli, dallezone montuose, ma il loro sfruttamento puòcausare importanti squilibri (idrogeologici,paesaggistici, floro-faunistici e antropico-sociali) all’ambiente. Le attuali fonti rinno-vabili di energia pongono problemi nonindifferenti al paesaggio e all’ambientenaturale in genere: - l’eolico industriale, per la necessità di

infrastrutture di grande impatto in rappor-to alla modesta energia prodotta;

- il fotovoltaico, per la tendenza a sostituirsiall’agricoltura nelle campagne e sui pendiidolci e per l’impoverimento della fertilitàdei suoli;

- l’idroelettrico, oltre a modificare radical-mente l’idrografia e l’ambiente nelle zonedi captazione, riduce fortemente la porta-ta dei corsi d’acqua con evidenti ricadutesulla loro naturalità e sui territori a valle;

- gli impianti a biomassa, possono alterarel’economia delle coltivazioni alimentari,fenomeno tutt’altro che raro, e provocaremassiccia importazione di materiale daiPaesi Esteri con devastanti ricadute su queiterritori e sul traffico conseguente al tra-sporto della materia prima.

L’utilizzo di tali fonti, auspicabile in linea diprincipio, è tuttavia oggi distorto da incentiva-zioni economiche che possono alterare e fal-sare la loro sostenibilità economico-ambien-tale e indurre speculazioni industriali a spesedell’ambiente naturale e del paesaggio.

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LA NOSTRA POSIZIONEIl CAI ritiene che le fonti di energia rinnova-bili siano sostenute con giusto equilibrio,operando in modo che il loro utilizzo debbasottostare:- a un controllo positivo del rapporto costi-

benefici in termini energetici, economici,ambientali e sociali, esperito tramite lavalutazione di incidenza ed impattoambientale per le nuove strutture;

- a un divieto di installazione di nuove strut-ture idrauliche, eoliche o fotovoltaiche neiparchi nazionali e regionali e nelle riservenaturali, nei SIC, ZPS ed aree Natura 2000;

- alla priorità nella installazione del fotovol-taico in centri abitati e/o utilizzando strut-ture già esistenti (tetti, parcheggi, ecc.);

- all’accertamento, per l’eolico, della sussi-stenza di una ventosità che assicuri unaproduttività specifica media equivalentead almeno 2.000 ore/anno di funziona-mento a potenza nominale.

IL NOSTRO IMPEGNO- seguire la legislazione nazionale e regio-

nale in materia ed i piani pluriennali disviluppo per impedire, con opposizioni insede amministrativa o ricorsi giurisdizio-nali, violazioni della stessa;

- sostenere studi, sviluppi ed utilizzo di fontirinnovabili di energia;

- sostenere l’indirizzo delle incentivazioniin campo energetico preferibilmente versoprogrammi di ricerca per nuove fonti adalto rendimento e per una maggiore effi-cienza e risparmio delle utilizzazioni fina-li di energia;

- vigilare affinché ogni nuova realizzazioneod ampliamento di quanto esistente risultiinquadrata nei piani energetici nazionalie/o regionali, nonché per impedire gravidanni all’ambiente anche con opposizioniin sede amministrativa o ricorsi giurisdi-zionali.

(vedi nota n. 5)

PUNTO 8.TERRE ALTE: ATTIVITÀ UMANAE AGRICOLTURA DI MONTAGNAFin dalle epoche più remote la montagna,spesso anche alle quote più elevate, è statacaratterizzata dalla presenza antropica; leTerre Alte, intese come le regioni di monta-gna occupate e vissute dall’uomo, rappre-sentano un patrimonio culturale unico nelsuo genere e di inestimabile valore. Talepatrimonio ha costituito e costituisce garan-zia irrinunciabile per il mantenimento di uncorretto equilibrio sul delicato ecosistemadella montagna. L’agricoltura è parte impor-tante di quel patrimonio ed è oggi a rischiodi scomparsa, per molteplici motivi. Glistessi cambiamenti strutturali dell’econo-mia, legati alla globalizzazione, creerannosempre maggiori difficoltà a formare redditoper le popolazioni di montagna, e conse-guentemente disincentiveranno la presenzadell’uomo nelle Terre Alte, con inevitabiliconseguenze sull’equilibrio sociale, econo-mico e territoriale dell’ecosistema montano.

LA NOSTRA POSIZIONE Il CAI ritiene indispensabile salvaguardare,

nelle regioni montuose, le aree tradizional-mente antropizzate e il mantenimento inmontagna delle attività agro-silvo-pastorali,con metodi moderni ma rispettosi dell’am-biente, che puntino ad una produzione diqualità, conseguentemente più redditizia,nei diversi settori colturali tipici per apparte-nenza territoriale, e al mantenimento dellabiodiversità.Non di meno ritiene che occorra, non solosalvaguardare il patrimonio boschivo, maanche fare in modo che esso possa costitui-re una fonte di reddito per le popolazioni ele comunità locali (certificazione del legna-me), sia mediante appropriate e modernetecniche selvicolturali che privilegino la rin-novazione spontanea delle specie tipichelocali e la composizione plurispecifica delbosco, ed anche in relazione al conferimen-to a valle dai luoghi di espianto.Il CAI ritiene inoltre che l’integrazione alreddito agricolo, creato da attività agrituri-stiche, improntate alla sostenibilità, sia daincentivarsi, al fine di favorire il commercioed il consumo anche in loco della produzio-ne agricola, i cosiddetti prodotti a “Km 0”.

IL NOSTRO IMPEGNO- essere concretamente a fianco delle popo-lazioni montane e delle organizzazioni delsettore agro-silvo-pastorale, nel ricercare epromuovere con gli Enti competenti, siacomunitari che nazionali, forme di integra-zione snelle del reddito agricolo, tanto informa singola che associata, destinate allasalvaguardia idrogeologica, ambientale eculturale del territorio montano (sfalcio deiprati, manutenzioni puntuali del terreno,dei pascoli, del reticolo idrico ed irriguo edei sistemi terrazzati ecc.);- promuovere e condurre studi e ricerche

finalizzati alla conoscenza, sia storica cheattuale, e alla protezione delle Terre Alte;

- incentivare l’individuazione e quindi favo-rire le produzioni agricole a denominazio-ne d’origine protetta e controllata;

- avviare forme innovative di collaborazionee cooperazione tra soci del Club Alpino epopolazione montana, al fine di essere pre-sidio culturale per aree montane disagiate;

- collaborare, per quanto attiene alla selvi-coltura e al patrimonio forestale, con gliEnti locali onde prevenire e combattere,con le tecnologie più adatte, il grave feno-meno degli incendi boschivi;

- sostenere la conservazione e la valorizza-zione dell’inestimabile patrimonio storicoe culturale costituito dalle Terre Alte;

- favorire la sottoscrizione di accordi qua-dro di collaborazione con le associazionidel settore agricolo e/o sostenerle nellaricerca di adeguati contributi anche a sin-goli operatori impegnati per scelta nellapermanenza nelle Terre Alte;

- favorire e sostenere l’acquisto ed il consu-mo, nell’ambito delle proprie attività estrutture (rifugi), di prodotti locali, nell’ot-tica del “Km 0”.

PUNTO 9. CAMBIAMENTI CLIMATICI Le modificazioni climatiche in atto, princi-palmente legate alla produzione di gas adeffetto serra provenienti dalla combustione

di idrocarburi, pongono problemi su scalamondiale, che si ripercuotono inevitabil-mente sull’ecosistema montano e si concre-tizzano in un aumento della temperaturamedia globale ed in una variazione di inten-sità e frequenza delle precipitazioni solide eliquide. Gli effetti del riscaldamento nellearee montuose del pianeta sono evidenti:regresso dei ghiacciai, aumento dello stratoattivo del permafrost, intensificazione deiprocessi di erosione chimici e meccanici econseguenti variazioni negli ecosistemi dialta quota. Si avranno da un lato problemilegati alla sicurezza dell’uomo e danni ainfrastrutture; dall’altro si avranno problemiall’agricoltura e alla selvicoltura, in quantola progressiva fusione dei ghiacciai porteràad una minor disponibilità dell’acqua.Inoltre, l’assenza di precipitazioni per lun-ghi periodi favorirà l’insorgere di incendiboschivi, anche nelle foreste d’alta quota.

LA NOSTRA POSIZIONECome già detto, l’uso massiccio di veicoli amotore a scoppio è certamente in largamisura corresponsabile nella produzione diCO2 e di gas serra.Il CAI ritiene ormai necessario ed indispen-sabile ridurre significativamente la produ-zione di tali gas con politiche ed azioni con-divise anche con altre AssociazioniAlpinistiche a livello mondiale. Reputa inol-tre inderogabile la necessità di sollecitare lacomunità scientifica, a tutti i livelli, affinchési concentri, con studi specifici, sul temadella risorsa idrica e della sua disponibilitàfutura.

IL NOSTRO IMPEGNO- promuovere studi e ricerche, in collabora-

zione con Università e centri di ricerca,finalizzati ad una migliore conoscenza deifenomeni naturali connessi alle variazioniclimatiche;

- collaborare con le altre AssociazioniAlpinistiche europee ed internazionali e/ocon altre Associazioni ed Istituzioni, aven-ti scopi analoghi, per sostenere politiche dilivello internazionale, atte a preservare ilpianeta dai cambiamenti climatici in attoprovocati dall’azione dell’uomo;

- sensibilizzare i propri Soci e le Sezioni aduna mobilità consapevole negli sposta-menti individuali e ad un comportamentovirtuoso in tal senso nell’organizzare leproprie attività.

(vedi nota n. 6)

PUNTO 10.POLITICHE PER LA MONTAGNA, CONVENZIONI, RAPPORTI CON ALTRICLUB E CON ALTRE ISTITUZIONICome dichiarato in premessa, la tutela del-l’ambiente montano, e non solo, è questio-ne vitale per l’Italia, per l’Europa e per ilmondo intero. I territori montuosi insiemeagli oceani, alle grandi distese glaciali aiPoli e alle foreste equatoriali sono elementirigeneranti del pianeta. Entro contesti differenti, gli Stati dell’ArcoAlpino vivono i medesimi problemi circa lanecessità di tutelare l’ambiente e l’ecosiste-ma delle Terre Alte. I diversi Club, nella

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

convinzione che uno sforzo comune possaprodurre migliori risultati rispetto un’azioneisolata, da tempo sono impegnati in attivitàsinergiche tendenti a superare i limiti dellefrontiere.

LA NOSTRA POSIZIONEIl CAI considera le Convenzioni delle Alpi edegli Appennini strumenti di riferimento pertutte le azioni da promuovere in campo sianazionale che internazionale.Sostiene l’attività dei diversi organismisovranazionali, a cominciare da UIAA eCIPRA, contribuendo alla formalizzazionedi piani, progetti e azioni in tema di sport dimontagna e di tutela dell’ambiente.Collabora, laddove ne ravvisa l’opportunità,con Associazioni aventi obiettivi simili aquelli propri.Aderisce ad iniziative di carattere interna-zionale, quali ad es. gli obiettivi annualiproclamati di volta in volta dalla Assembleadelle Nazioni Unite o da altri organismiinternazionali.

PARTE SECONDAPOLITICA DI AUTODISCIPLINA DEL CAICONSIDERAZIONI GENERALILa libertà e la gratuità d’accesso alla monta-gna sono valori primari. Ne è corollario lanecessità di proteggere il patrimonio natura-le e culturale costituito dalla montagna.L’alpinismo è, da sempre, l’attività sportivadi avvicinamento ed esplorazione del terri-torio montano, ambiente naturale governatoda un “fragile” e delicato equilibrio. Tuttaviasi deve constatare che altre e più “moderne”pratiche sportive “usano” l’ambiente monta-no quale terreno per lo svolgimento dellediverse attività.L’accettazione del rischio è parte integrantedell’alpinismo e della frequentazione, nellediverse forme, della montagna.Il CAI, attraverso i propri soci, è allo stessotempo “utilizzatore” e “protettore” dell’am-biente montano. E’ altresì presente nei pro-pri Organi, direttivi, di indirizzo e formazio-ne la convinzione che il peso e la pressionesugli ecosistemi alpini, esercitati dallenumerose forme di frequentazione da essostesso organizzate, sono sempre più impor-tanti. Da qui la necessità di accrescere ilsenso etico nel conciliare la pratica delleproprie attività con la salvaguardia dellamontagna, mantenendone il libero accessoquale principio irrinunciabile. E’ perciò che l’autoregolamentazione inalpinismo e in tutte le altre discipline costi-tuisce il requisito essenziale per la conser-vazione delle condizioni ambientali origi-nali della montagna.In ottemperanza a quanto sopra enunciato,il CAI si impegna a seguire un proprio codi-ce di autodisciplina articolato nei successivipunti.

PUNTO 11.RIFUGI, BIVACCHI, CAPANNE E SEDI SOCIALI Si deve sottolineare il ruolo che il CAI ha dasempre assegnato ai rifugi, ai bivacchi edalle proprie capanne sociali: quello, cioè diessere posti di sentinella in quota del territo-

rio montano, punto di partenza e di arrivo,ideale per scoprire i paesaggi alpini. Pariimportanza il CAI attribuisce alle propriesedi sociali. Tali strutture possono inoltreessere considerate una vera e propria vetri-na ed il “fiore all’occhiello” del sodalizio,con tutto ciò che ne consegue, compresoessere costantemente sotto esame da partedegli Enti Locali, per quanto riguarda l’os-servanza delle normative tecniche, igienico-sanitarie, ecc. Ciò anche in relazione alfatto che il rifugio oggi sta diventando sem-pre più spesso esso stesso meta di arrivo,non più, come un tempo, punto di partenzaper le ascensioni in quota.

LA NOSTRA POSIZIONEDa tempo ormai gli orientamenti del CAIsono esclusivamente volti al mantenimentodelle strutture esistenti, con la consapevo-lezza che l’attuale densità delle stesse, pre-senti sia sulle Alpi che sugli Appennini, siasufficiente a soddisfare il fabbisogno, anchein termini di sicurezza, di alpinisti ed escur-sionisti. Altrettanto forte è la convinzioneche non siano condivisibili e accettabili itentativi, che a volte si affacciano, di trasfor-mare i propri rifugi in alberghi di montagna. L’impegno del Sodalizio è pertanto rivolto,oltre alla manutenzione ordinaria, ai lavoridi messa a norma ecologica, di migliora-mento igienico-sanitario, di smaltimento deireflui, di ricerca di soluzioni atte ad evitareaccumuli di rifiuti e di soluzioni non inqui-nanti per il fabbisogno energetico.Vale la pena di rimarcare come, nel compo-sito mondo dei rifugi, si assista ad un pro-gressivo snaturamento della funzione. LeSezioni proprietarie, pertanto, dovrannotenere sotto controllo le proprie strutture,affinchè il rifugio sia esempio di rispettodelle regole e luogo di sobrietà. Nel variegato panorama amministrativo ita-liano, (leggi regionai), e per la stessa diver-sità dei comportamenti umani (usi e tradi-zioni locali), deve essere mantenuto un con-fronto serio e costruttivo con i gestori e leloro associazioni, al fine di ricercare un giu-sto equilibrio tra necessità di reddito e ilrispetto dei valori del CAI.

IL NOSTRO IMPEGNO- sostenere iniziative legislative a favore dei

rifugi, partecipando, laddove richiesto epossibile, a tavoli di lavoro, commissioni econsulte istituzionali sul tema;

- prendere posizione nei confronti di una pro-liferazione indiscriminata di rifugi privati;

- sostenere il ruolo del rifugio quale “presi-dio culturale” nelle Terre Alte;

- incentivare l’utilizzo dei nostri rifugi daparte dei soci, a cominciare dai giovani edalle famiglie;

- incentivare tutte le forme di produzione dienergie alternative, rispetto ai combustibi-li fossili;

- evitare la trasformazione dei rifugi in strut-ture alberghiere, ricercando comunquebuoni standard di qualità possibilmentecertificati;

- promuovere la formazione di corsi di baseper gestori ed ispettori tramite i GruppiRegionali, in materia ambientale, sicurez-

za sui luoghi di lavoro, norme antincen-dio, ecc.;

- far sì che, in caso di nuova costruzione edi ristrutturazione ed ammodernamentodei rifugi, gli impatti ambientali e paesag-gistici siano i più contenuti possibili;

- ricercare nuove forme di accoglienza epermanenza, non esclusa una diversa poli-tica tariffaria per famiglie con giovani;

- promuovere, richiedendo la collaborazio-ne dei gestori e delle associazioni deigestori, campagne di informazione volte asensibilizzare la fruizione dei rifugi, non inchiave alberghiera, ma in chiave ecologi-ca e di sobrietà;

- adoperarsi affinché negli approvvigiona-menti dei rifugi e/o capanne sociali l’utiliz-zo dei mezzi a motore, elicottero compre-so, da parte dei propri incaricati, sia limi-tato allo stretto necessario, parimenti, siaevitato l’uso dell’elitrasporto in occasionedi manifestazioni nei rifugi/bivacchi inquota;

- suggerire alle Sezioni di inserire nei con-tratti di gestione dei propri rifugi, clausolerisolutorie in presenza di comportamentiin contrasto con queste norme-raccoman-dazioni da parte dei gestori;

- favorire e sostenere l’acquisto ed il consu-mo, nell’ambito delle proprie attività estrutture, di prodotti locali, nell’ottica del“km 0”;

- dotare i propri rifugi, le proprie strutture ingenere (sedi sociali, capanne ecc.), diimpianti per la produzione diretta di ener-gia proveniente da fonti rinnovabili o, inalternativa, sottoscrivere contratti diapprovvigionamento con Società cheabbiano come fonti di produzione esclusi-ve o prevalenti, fonti rinnovabili;

- gestire le proprie strutture secondo princi-pi di sostenibilità;

- limitare l’alienazione dei patrimoni (rifugi,capanne ecc.).

PUNTO 12.SENTIERI ATTREZZATI E VIE FERRATEL’attività escursionistica è certamente adebole impatto ambientale. Le facilitazionidel progredire, poste in essere con funi,catene, scale ed altri infissi, non sono, ingenere, indispensabili alla pratica di taleattività. Tuttavia nel passato si è assistito allaproliferazione di sentieri attrezzati e vie fer-rate che spesso perseguono obiettivi estra-nei a un corretto spirito sportivo nell’affron-tare le difficoltà. Tuttora si deve costatarecome in molte zone si continui ad attrezza-re nuovi itinerari e/o nell’ampliamento diquelli esistenti. Ciò provoca grave dannoall’ambiente di alta montagna, dove preva-lentemente questi itinerari si collocano.

LA NOSTRA POSIZIONECon la convinzione che gli itinerari alpini,privi di manufatti, offrano esperienze indi-menticabili, il CAI è, e resta, contrario all’in-stallazione di nuove vie ferrate e/o attrezza-te. Si adopera, ovunque possibile, perdismettere le esistenti, con la sola eccezio-ne di quelle di rilevante valore storico, e/oper la messa in sicurezza di particolari pas-saggi lungo itinerari molto frequentati.

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IL NOSTRO IMPEGNOIl CAI, con l’autorevolezza che deriva dallapropria storia, si pone sempre in un atteg-giamento di confronto costruttivo conl’obiettivo di disincentivare i soggetti coin-volti e/o in procinto di realizzare nuove viee/o percorsi attrezzati o di ampliarne unoesistente.- impegna le proprie Sezioni affinché si

astengano dalla realizzazione di talimanufatti;

- vigila e, quando sia soggetto direttamenteinteressato, si impegna per l’effettiva etotale rimozione dei residui nelle fasi dismantellamento e/o di rifacimento diopere preesistenti;

- si impegna, se possibile, per creare trami-te le Sezioni e gli Organi Tecnici di riferi-mento un registro degli itinerari attrezzatiesistenti.

PUNTO 13. ALPINISMO E ARRAMPICATALa conoscenza e il rispetto della montagnasono le condizioni indispensabili per la pra-tica dell’alpinismo.L’autoregolamentazione, come più sopradefinita, si riferisce al mantenimento o alripristino di condizioni ambientali conformiall’essenza dello sport alpino (wilderness =solitudine in ambiente selvaggio). Il rischioassunto e condiviso nello spirito di cordataè un momento culturale essenziale nellapratica di tale attività, dove il confronto per-sonale dell’individuo con le difficoltà oppo-ste dalla natura ne costituisce il fascino.Tuttavia l’eccessiva commercializzazione,alla quale anche l’alpinismo sembra nonsfuggire, rischia di snaturarne sempre piùl’etica.

LA NOSTRA POSIZIONEIn ottemperanza al dettato statutario, il CAIpromuove la pratica dell’alpinismo e del-l’arrampicata. Attraverso i propri OrganiTecnici trasmette le conoscenze tecniche edetico-comportamentali per muoversi inmontagna in sicurezza e nel rispetto del-l’ambiente naturale. Qualsiasi autoregola-mentazione deve basarsi sul riconoscimen-to di due differenti priorità:- per un arrampicatore sportivo la priorità è

la performance tecnico-atletica ottenutaanche grazie alla limitazione del rischiosoggettivo, fino alla sua completa elimina-zione;

- per l’alpinista la priorità è la soluzione diun problema di scalata posto dalla morfo-logia stessa della montagna valendosiesclusivamente delle opportunità di pro-gressione e di protezione che essa stessaconsente.

IL NOSTRO IMPEGNOLa costruzione artificiale di itinerari diarrampicata mediante perforazione dellaroccia sarà limitata alle pareti che già sisono prestate naturalmente, in passato,all’esercizio dell’arrampicata sportiva per-ché situate in prossimità di punti d’appog-gio, pur appartenendo a strutture della cre-sta alpina. Alla stessa stregua, possono esse-re considerati quegli itinerari alpinistici lacui iperfrequentazione ha richiesto inter-

venti speciali ai punti di sosta per ragioni disicurezza. Si tratta di itinerari che - almenotemporaneamente - non consentono piùuna vera esperienza alpinistica. In tutte le altre situazioni, durante la ripeti-zione di itinerari di scalata, saranno rispetta-te e/o ripristinate le protezioni disposte daiprimi salitori, o quelle nuove riconosciuteaccettabili dopo un certo numero di ripeti-zioni. Eventuali ulteriori protezioni, utilizza-te durante la salita, dovranno essere rimos-se. L’apertura di nuovi itinerari di scalatadovrà basarsi sulla struttura naturale dellamontagna e sul rispetto delle vie logiche disalita. L’uso dei mezzi artificiali che com-portano la perforazione della roccia dovràessere evitato o limitato a casi straordinari,simili a quelli in cui essi sono stati tradizio-nalmente tollerati, ossia ai casi in cui essiconsentono il superamento di brevissimeinterruzioni della linea di salita naturale, eai casi di emergenza.Per quanto riguarda l’arrampicata in pale-stre naturali l’impegno consisterà nel limita-re il più possibile l’apertura di nuovi siti enell’eventualità se ne ravvisi l’opportunità siavrà cura, prima di procedere, di considera-re attentamente l’impatto sulla flora e sullafauna, ricorrendo al parere di persone com-petenti, e del gruppo di lavoro (GAL), even-tualmente istituito dal CAI. Nelle palestre esistenti gli arrampicatori siimpegnano:- al rispetto delle eventuali convenzioni in

essere, di eventuali periodi di interdizioneper particolari esigenze dell’avifauna(periodi di nidificazione, ecc.);

- a una totale e completa asportazione deirifiuti, compresi quelli eventualmenteabbandonati da altri;

- al pieno rispetto della zona alla base dellerocce e dei sentieri di accesso, evitando ditracciare scorciatoie.

Nell’arrampicata su cascate di ghiaccio sideve avere particolare riguardo a non reca-re disturbo alla fauna, in un periodo dell’an-no molto delicato per la sopravvivenza.(vedi nota n. 7)

PUNTO 14.SCIALPINISMO ED ESCURSIONISMOINVERNALELe attività connesse con il turismo invernaleal di fuori dei comprensori sciistici, quali loscialpinismo, sci di fondo escursionistico,escursioni con racchette da neve, snowbo-ard, ecc., negli ultimi anni, sono notevol-mente aumentate in tutti i territori alpini e dimontagna in genere. Le escursioni con rac-chette da neve, in particolare, si svolgono inambienti (boschi) particolarmente sensibiliper la tutela della natura e della fauna nelperiodo invernale, momento particolarmen-te critico per tutto il mondo animale a causadelle condizioni ambientali estreme e scar-sità di cibo. La presenza umana, soprattuttoin un numero elevato di soggetti, può gene-rare situazioni di stress negli animali congrande dispendio di energie.

LA NOSTRA POSIZIONEIl CAI ritiene che le attività all’aria aperta acontatto con la natura siano da ritenersi

molto importanti per la crescita e l’equili-brio individuale e per il benessere psicofisi-co in genere del soggetto. Ritiene, inoltre,che tali attività, quando praticate in gruppo,costituiscano momento importante di socia-lizzazione e di convivenza altamente edu-cativa. Il CAI è perciò fermamente convinto che taliattività non debbano essere mai limitatemediante preclusione all’accesso delle areenaturali nel periodo invernale, anche quan-do tali limitazioni sembrerebbero indirizza-te alla salvaguardia dell’incolumità indivi-duale. Auspica quindi che le diverse disci-pline sportive invernali in ambiente inneva-to possano sempre essere liberamente prati-cate appellandosi al senso di responsabilitàdei propri Soci nel perseguire gli obiettiviprimari della sicurezza e del minimo impat-to sull’ambiente. Il CAI stigmatizza alcuni tentativi di vietarecon leggi e/o ordinanze la pratica di tali atti-vità. Individua, invece, nell’autodisciplina enel comportamento responsabile ed eco-compatibile di chi pratica lo scialpinismo el’escursionismo invernale il solo modo perevitare che si creino situazioni di rischio persé, per gli altri e per l’ambiente naturale.

IL NOSTRO IMPEGNOI singoli Soci e le Sezioni presteranno lamassima attenzione nel pianificare gli itine-rari, documentandosi sulla natura del terri-torio che si intende percorrere, tenendoconto che alcune zone possono essere sog-gette a particolari vincoli di tutela (riservefaunistiche o riserve integrali) e che, perciò,saranno il più possibile evitate. Durante l’escursione dovrà essere rispettatala vegetazione in ogni sua forma, evitandoin particolare di passare nel bosco in fase dirinnovamento e nei rimboschimenti per nondanneggiare le giovani piantine con le lami-ne degli sci e con i ramponi delle racchette,specie quando la neve è polverosa e/o scar-sa. Nel bosco saranno percorse il più possi-bile le strade forestali, sia in salita che indiscesa.Massima attenzione sarà posta nel rispettarela fauna selvatica, particolarmente sensibilenella stagione invernale e in primavera,durante il periodo riproduttivo. Dovrannoessere evitati rumori e avvicinamenti inutili,anche alle zone predisposte per il sostenta-mento invernale (mangiatoie, zone di bivac-co ecc.).

PUNTO 15.SCIALPINISMO E ALTRE ATTIVITÀ PRATICATE IN FORMA COMPETITIVA(GARE)Come noto, molte attività in montagna, chein origine erano praticate in forma esclusi-vamente ludica e amatoriale, hanno trovato,in tempi più o meno recenti, la loro evolu-zione (o involuzione) agonistica o competi-tiva. Si pensi allo sci di discesa, di fondo,all’arrampicata sportiva, alla mountain bike,alla corsa in montagna e perfino alle rac-chette da neve. L’impatto sull’ambiente di tali attività prati-cate in occasione di gare e/o competizioni èspesso devastante, sia per la forte richiesta

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di infrastrutture sia per il tipo di personecoinvolte (atleti, organizzatori, spettatori),spesso dotati di scarsa sensibilità ai proble-mi ambientali.

LA NOSTRA POSIZIONEIl CAI è di regola contrario alla pratica di talidiscipline in forma agonistica professionalee/o, più in generale, in forma competitivaanche amatoriale. Indirizza perciò i propri Soci verso la prati-ca delle diverse attività in forma ludicoamatoriale individuale e/o nelle gite sociali.È contrario alla costruzione di infrastrutturefinalizzate esclusivamente all’attività agoni-stica e/o competitiva. Quando ciò nonpossa essere evitato, in presenza di finalitàsocio-economiche a sostegno delle popola-zioni di montagna, si adopera affinché gliimpianti siano costruiti in zone già antropiz-zate, privilegiando siti ove l’accesso possaavvenire con mezzi di trasporto pubblici o abasso impatto ambientale.

IL NOSTRO IMPEGNOIl CAI sensibilizza le proprie Sezioni affin-ché si astengano dall’organizzare diretta-mente, e/o in collaborazione con altri sog-getti locali, tali manifestazioni, anche se adesse fosse riconosciuto un forte valore pro-pagandistico.Quando tali manifestazioni sono organizza-te dagli Enti locali e non possano essereimpedite, collabora e vigila affinché sianorispettate tutte le regole per la massima tute-la dell’ambiente, richiedendo, dove previ-sto, agli organi competenti la Valutazione diImpatto Ambientale (VIA).Controlla che, al termine delle manifesta-zioni, siano completamente rimosse tutte leinfrastrutture, i segnali indicatori (nastri, car-telli, ecc.) ed ogni altro genere di rifiuto.

PUNTO 16.ESCURSIONISMO E CICLOESCURSIONISMOL’escursionismo è l’attività certamente piùpraticata in seno al CAI, e non solo. Tale attività inoltre coinvolge un numerosempre più grande di persone, molto spessoautodidatte, che in forma individuale e/oorganizzata frequentano i sentieri di monta-gna e le strutture (rifugi) di appoggio, untempo dedicate quasi esclusivamente aglialpinisti.L’impatto sull’ambiente di un numero dipersone sempre maggiore rasenta il limitedella insopportabilità per il fragile ecosiste-ma montano, specie in certi periodi dell’an-no e in certe zone. Alcuni sentieri di acces-so, un tempo larghi tanto da consentire ilpassaggio di un solo uomo, hanno raggiun-to oggi dimensioni di strade a doppia car-reggiata a causa dei continui tagli e scorcia-toie.Ciò è causato dal fatto che molti escursioni-sti non sono in possesso delle pur minimeconoscenze non solo per la propria e altruisicurezza, ma anche del delicato e meravi-glioso ambiente in cui si muovono.Ultimamente, inoltre, è diventato molto dimoda percorrere i sentieri e le strade fore-stali di montagna con la bicicletta.

L’evoluzione tecnica di questo mezzo per-mette oggi di raggiungere luoghi un tempoimpensabili. Conseguentemente il numerodei frequentatori dei sentieri con tale mezzoè in costante aumento creando non pochiproblemi sia per la compresenza con gliescursionisti sia per i danni sul terreno. Appare evidente che tutto ciò genera ungrande problema rispetto alla tutela del-l’ambiente e della natura.

LA NOSTRA POSIZIONEVa ribadito, comunque, da parte del CAI,che trascorrere anche solo poche oreall’aria aperta, a contatto con la natura,impegnati in una sana attività fisica, anchemodesta, contribuisce al ristoro psicofisicodell’uomo. Pertanto tali attività sono certa-mente da promuovere e da incentivare.Il CAI, attraverso i propri Organi Tecnici,Centrali, Territoriali e Sezionali, è impegna-to in una costante opera di formazione, nonsolo tecnica ma anche di educazioneambientale. In particolare le conoscenze in tema di tute-la dell’ambiente, di salvaguardia della florae della fauna, e di rispetto delle aree protet-te, costituiscono parte fondamentale dellaBase Culturale Comune, non solo per chipratica esclusivamente l’escursionismo e/oil ciclo escursionismo, ma, alla pari, pertutte le attività istituzionali del Sodalizio.

IL NOSTRO IMPEGNOValgono qui le stesse regole di autodiscipli-na previste per l’escursionismo invernale,con gli sci o con le racchette da neve, prati-cato sia individualmente che in gruppi orga-nizzati.Più in particolare si chiederà ai propri soci,e ad ogni altro escursionista, che, percor-rendo i sentieri, siano evitate scorciatoie suiterreni non rocciosi per diminuire gli effettidel dilavamento delle acque e prevenire idissesti del suolo. Gli escursionisti, durante l’attività, si impe-gneranno a non abbandonare i sentieri trac-ciati, ad evitare i rumori inutili (uso deibastoncini), in particolare nell’attraversa-mento di aree protette o biotopi. Nelle giteorganizzate, gli accompagnatori valuteran-no, preventivamente, la capacità di caricoantropico degli ambienti attraversati.Particolare cura sarà posta nella rimozionedei rifiuti, compresi, nei limiti del possibile,quelli abbandonati da altri.Durante i pernottamenti nei rifugi dovràessere osservato scrupolosamente il regola-mento, evitando inquinamenti acustici eluminosi, anche, e soprattutto, all’esternodella struttura.

Occorrerà, inoltre, sensibilizzare le Sezionied i soci, nell’ambito della organizzazione edurante lo svolgimento delle attività, tantoestive, quanto invernali, che prevedanospostamenti, all’utilizzo dei mezzi pubblicie/o collettivi di trasporto, ove possibile, alfine di dare un significativo contributo allariduzione del traffico o, comunque, peressere di esempio per gli altri utenti.

PUNTO 17.SPELEOLOGIA E TORRENTISMOL’ambiente ipogeo (grotte, cavità naturali,gole, forre) e carsico (doline, inghiottitoi,altipiani, altro) costituisce, nel suo comples-so, al pari dell’alta montagna, uno degliambienti naturali meglio conservatid’Europa.È un ambiente unico per quanto riguardaaspetti geologici, faunistici, vegetazionali,paleontologici, antropici e storici; infattimolte cavità costituirono rifugio e dimoraper l’Uomo, dai tempi della preistoria atempi molto più recenti.L’ambiente ipogeo è strettamente in relazio-ne al ciclo dell’acqua e costituisce spessoda secoli fonte di approvvigionamento idri-co per intere comunità.Di grande interesse storico e culturale, col-legato alle Terre Alte, è l’insieme dellenumerose cavità artificiali realizzate dal-l’uomo (miniere, cunicoli, gallerie di naturabellica, ecc.).L’ambiente ipogeo in genere è caratterizza-to da una estrema fragilità.Molti ambienti ipogei hanno subito profon-de trasformazioni per valorizzazioni dicarattere turistico.

LA NOSTRA POSIZIONEIl CAI è pienamente conscio della importan-za e della fragilità di tale ambiente.Attraverso i propri Gruppi Speleo ed ilComitato Scientifico è impegnato da lungotempo in attività di studio, esplorazione efrequentazione dell’ambiente ipogeo.Purtroppo l’impatto sull’ambiente ipogeo,causato da attività umane, a cominciaredagli speleologi stessi e/o da frequentatorioccasionali, nonché da cattive abitudini(utilizzo di forre, doline, cavità, quali disca-riche di reflui e solidi) è risultato spessodevastante.Il CAI, attraverso i propri Organi TecniciCentrali e Territoriali, le proprie scuole edistruttori, è impegnato in un’ opera costantedi formazione tecnica, conoscenza ed edu-cazione ambientale, mirata ad una correttafrequentazione di tale ambiente.Il CAI è protagonista, attraverso il CorpoNazionale del Soccorso Alpino eSpeleologico, di delicate operazioni di soc-corso in ambiente ipogeo od ipogeo-assimi-labile (nel caso di catastrofi naturali qualiterremoti e simili).

IL NOSTRO IMPEGNO- sostenere provvedimenti legislativi finaliz-

zati alla tutela integrale dell’ambiente ipo-geo;

- sostenere studi e ricerche rivolti all’am-biente ipogeo, anche in collaborazionecon enti, istituzioni ed associazioni aventiscopi simili;

- sostenere la valorizzazione di tale ambien-te per scopi didattici e scientifici;

- sostenere il libero accesso al mondo ipo-geo, nel pieno rispetto della legislazionee/o di ordinanze specifiche vigenti;

- porre la massima attenzione mirata allaconservazione di tale ambiente ed allaminimizzazione dell’impatto ambientale,nella programmazione ed effettuazione di

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attività singola ed organizzata in proprio diricerca, esplorazione, studio, avvicina-mento a tale ambiente (didattica, corsi,altro).

PUNTO 18.SPEDIZIONI ALPINISTICHE E TREKKING INTERNAZIONALILe spedizioni alpinistiche e i trekking extra-europei si svolgono di norma in Paesi in cuil’ambiente è caratterizzato da un ecosiste-ma già di per sé fragile. In questi Paesi, inol-tre, resistono ancora forme di antropizza-zione a basso impatto ambientale che devo-no essere assolutamente rispettate. Le spe-dizioni alpinistiche e i trekking che coinvol-gono numerose persone, sia di supporto siapartecipanti, possono progressivamenteprovocare gravi danni all’ambiente e alsistema socio-economico di tali aree geo-grafiche così come già accaduto in molticasi. Tuttavia, sono indiscutibili anche i benefici,soprattutto economici, per le popolazioni diquei Paesi, a volte prive non solo dei piùelementari comfort ma, spesso, anche delminimo necessario per la sopravvivenza.

LA NOSTRA POSIZIONEIl CAI, attraverso le proprie Sezioni e/o i sin-goli soci, è uno dei tanti soggetti impegnatinell’organizzazione di spedizioni e trekkingextraeuropei. E’ indispensabile perciò chetali attività siano praticate con il massimorispetto per la natura dei luoghi ove esse sisvolgono, preservandone in modo assolutol’integrità e utilizzando, il più possibile,risorse locali, sia in termini di uomini sia dimezzi, privilegiando, ove possibile, lamobilità lenta con l’ausilio di animali dasoma. Il materiale tecnico usato per lo svol-gimento dell’attività deve essere sempreriportato nel luogo di acquisto (paese dovesi svolge l’attività o Italia).

IL NOSTRO IMPEGNOOccorre porre la massima attenzione per ilrispetto di tali principi in fase di program-mazione, sia delle attività individuali, che dieventuali iniziative che coinvolgano altrisoggetti (non soci, guide, ecc.).Tutti i partecipanti dovranno essere sensibi-lizzati in tal senso prima della partenza.Ugualmente il CAI assumerà una posizioneferma per il rispetto di tali regole comporta-mentali nei confronti di soggetti terzi, UIAAcompresa, e di altre organizzazioni interna-zionali.

PUNTO 19. MANIFESTAZIONICon l’aumento dei praticanti, anche nonappartenenti al CAI, amatori delle diverseattività sportive in montagna quali: la corsa,la bicicletta, lo scialpinismo, il fondo escur-sionistico e l’attività con racchette da neve,si sono sviluppate diverse forme di aggrega-zione, raduni e/o manifestazioni alle qualispesso partecipano diverse centinaia (inalcuni casi migliaia) di appassionati.

LA NOSTRA POSIZIONEIl CAI vede in modo positivo questi momen-ti di ritrovo che coinvolgono numerosi Soci

e/o semplici simpatizzanti che, oltreall’aspetto socializzante, possono essereoccasione di far conoscere norme di com-portamento virtuoso e principi di sicurezzanel muoversi in montagna.Risulta, tuttavia, che in determinate occa-sioni, il numero dei partecipanti si rivelaincompatibile con il “carico antropico”sopportabile dalle zone coinvolte.

IL NOSTRO IMPEGNOIl CAI, perciò, si adopererà affinché la pre-senza dei partecipanti alle diverse manife-stazioni sia commisurata alla capacità disopportazione delle zone coinvolte, preve-dendo, come già avviene per alcuni eventi,il numero chiuso. Dove prescritto, si accer-terà che sia fatta la Valutazione di ImpattoAmbientale.Collaborerà con gli Enti e le Associazioniinteressate nella preparazione dei percorsi etracciati affinché questi non interferiscanocon le zone di stanziamento e/o di riprodu-zione della fauna.Vigilerà affinché al termine delle manifesta-zioni siano completamente rimosse tutte leinfrastrutture e i segnali indicatori (nastri,cartelli, ecc.).

PUNTO 20. EDUCAZIONE AMBIENTALELe montagne e le persone che in esse vivo-no costituiscono una realtà geografica esociale marginalizzata e poco conosciutadalla maggioranza dei cittadini e degliambienti culturali e politici, essenzialmentelegati alle realtà di pianura e costiere. Lafine della millenaria colonizzazione alpinae l’esodo generalizzato delle popolazioninegli ultimi cinquant’anni, particolarmentenella cosiddetta media montagna, pongonoquesiti di rilevante importanza e richiedonodecisioni strategiche a fronte delle quali leconoscenze e la consapevolezza delle dina-miche montane non appaiono oggi adegua-te. La frequentazione della montagna avvie-ne per larga parte in bolle di realtà artificia-le quali le stazioni sciistiche, oppure sustrutture attrezzate e rese sicure, e anchecon modalità di frequentazione veloci epoco legate alla comprensione dell’ambien-te e delle sue regole. La conoscenza concre-ta del territorio sta svanendo nella maggio-ranza dei cittadini e i viaggiatori sonopochi, a fronte di tantissimi passeggeri. Le catastrofi naturali avvengono come sonosempre avvenute, ma i cittadini sembranoaver perso i fondamentali della comprensio-ne e del comportamento in situazioni diffi-cili o peggio.L’immagine della montagna resta sempreattraente, ma la visione del possibile èdistorta. La mera ricerca della prestazionesembra essere il tratto dominante con ilquale si sviluppano le attività all’aria aperta,non di rado unita alla ricerca ossessiva disituazioni adrenaliniche fini a sé stesse eall’insegna del “tutto è dovuto, tutto è faci-le”.Un generale disorientamento ed una diffusacrisi esistenziale investono oggi le giovanigenerazioni, sia cittadine sia montane. Èanche evidente un progressivo distaccodalla natura a fronte di una eccessiva ten-

denza alle esperienze virtuali con la conse-guente rincorsa a sensazioni sempre piùforti, anche spinta dall’errato convincimen-to di assenza del limite. Da queste constatazioni nasce una grandesfida educativa per tutta la società.

LA NOSTRA POSIZIONELa conoscenza dei luoghi e del paesaggio èil presupposto essenziale per una consape-vole azione dell’uomo, senza la quale ogniforma di tutela è pura utopia. Dalla sua fon-dazione il Club Alpino Italiano fa conosce-re le montagne e sviluppa una pedagogiabasata sulla consapevolezza, articolata sullaesplorazione intesa come studio, documen-tazione e frequentazione del territorio. Quitrova fondamento lo sviluppo, specie neigiovani, di spiriti liberi e responsabili chetrovano nelle montagne un laboratoriounico per la loro crescita umana. Coloro che si avvicinano alle attività delCAI necessitano di maestri che testimonianovalori e saperi condivisi attraverso le espe-rienze vissute e le conoscenze maturate; enon certo di facilitatori e di animatori perazioni di breve respiro. Il Progetto educati-vo del Club Alpino Italiano, adottato nel1988, costituisce tutt’ora il fondamentaleriferimento nella nostra azione verso e per igiovani.È necessario un forte impegno educativo epedagogico per migliorare le conoscenzedel territorio e dell’ambiente montano,naturale e antropico, finalizzate all’accre-scimento personale e quale bagaglio cultu-rale per una razionale opera di salvaguardiadel mondo delle montagne e dei suoi abi-tanti. In questo quadro generale l’azione proposi-tiva del Club Alpino Italiano può portare unutile contributo nel rispetto dei principicostituzionali di sviluppo della cultura edella ricerca scientifica e tecnica nonché ditutela del paesaggio e del patrimonio stori-co e artistico della Nazione (art. 9 dellaCostituzione della RI).

IL NOSTRO IMPEGNO- potenziare, anche attraverso dotazioni

finanziarie adeguate, gli Organi Tecnicicompetenti al fine di consentire una capil-lare e puntuale diffusione e conoscenzadelle Linee di indirizzo contenute nel pre-sente documento, sviluppando anche unadeguato sistema di supporto ai Gruppiregionali, alle Sezioni e alle Scuole;

- incrementare l’attuale offerta di corsi diformazione ambientale e di lettura delpaesaggio per soci e non soci inserendoobbligatoriamente queste tematiche neicorsi di formazione di base per i titolatiistruttori e accompagnatori e per i direttoridi gita;

- collaborare con la Scuola di ogni ordine egrado e con le associazioni giovanili periniziative di approccio alla montagna, dilettura del paesaggio e di educazioneambientale.;

- promuovere la disponibilità a cooperarecon il Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca per iniziati-ve e corsi di aggiornamento per insegnan-

Le Alpi Orobiche - luglio 2012

Bid

ecal

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Bidecalogo

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

ti, nonché per lo sviluppo dei necessarisupporti didattici;

- realizzare manuali, pieghevoli, anche illu-strati, di formazione sul tema, quali stru-menti operativi essenziali per rispettarequesti impegni.

CONCLUSIONILa Commissione Centrale Tutela AmbienteMontano, il Comitato Scientifico e le loroespressioni territoriali valutano le prioritàdelle azioni da porre in essere, anche a sup-porto delle Sezioni, rispetto a eventualiemergenze in presenza di aggressioni alpaesaggio alpino e non, in linea con i prin-

Nota n. 1 - altri documenti CAI inerenti: Art. I.1 del vigente Statuto: il Club AlpinoItaliano (CAI), fondato in Torino nell’anno1863, per iniziativa di Quintino Sella, liberaassociazione nazionale, ha per iscopo l’alpini-smo in ogni sua manifestazione, la conoscen-za e lo studio delle montagne, specialmente diquelle italiane, e la difesa del loro ambientenaturale;mozione del 98° Congresso Nazionale CAI diPredazzo 18 – 19 Ottobre 2008;UIAA: Dichiarazione di Kathmandu (ottobre1982).Nota n. 2 - altri documenti CAI inerenti: punto 1 del BIDECALOGO 1981, integrato nel1986 (Tutela integrale dell’alta montagna, in

particolare di ghiacciai, creste, vette ed ele-menti morfologici dominanti e caratteristici).Nota n. 3 - altri documenti CAI inerenti: procedure di: Valutazione di ImpattoAmbientale (V.I.A.); Valutazione di Incidenza eValutazione Ambientale Strategica (V.A.S.);Ruolo delle Commissioni, degli OperatoriTAM e dell’Ufficio Tecnico Ambiente dellaSede Centrale (Documento approvato dal CCil 16/02/2007).Nota n. 4 - altri documenti CAI inerenti: proposta del CAI sull’utilizzo dei mezzi mec-canici in montagna (Documento approvato dalCC in data 15/07/2006);proposte di modifica del Codice della Strada;motoslitte (approvata dal CC in data

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NOTE

Bidecalogo

Bidecalogo

cipi espressi nei diversi documenti elabora-ti dal Sodalizio e, principalmente, in questedirettive.

SANZIONIUna normativa sanzionatoria sull’autodisci-plina è importante quanto una decisa presadi posizione sui grandi temi ambientali. Seil CAI non rispetta in casa propria i principi,che proclama all’esterno, non ha voce perfarsi ascoltare dalle istituzioni e dalle popo-lazioni interessate alle tematiche ambienta-li. Occorre allora che il potere disciplinaresia esercitato a livello sezionale dalComitato Direttivo, a livello regionale dal

Consiglio Direttivo Regionale, a livellonazionale dal Comitato Direttivo Centralecon le modalità previste dal regolamentodisciplinare: nei confronti del socio adottan-do a seconda della gravità dei fatti l’ammo-nizione, la sospensione dall’esercizio deidiritti o la radiazione; nei confronti dei tito-lari di organi monocratici, come di membridi organi collegiali, applicando la interdi-zione temporanea a ricoprire cariche socia-li o lo scioglimento dell’organo.La violazione degli impegni del Club AlpinoItaliano, esplicitati nel presente documento,impone l’esercizio del potere disciplinare.

29/09/2007);sentieri, mulattiere e tratturi (proposta avanza-ta dal CAI congiuntamente con MountainWilderness, Legambiente, WWF, LIPU,Federazione Italiana Pro Natura, CIPRA Italianell’agosto 2008).Nota n. 5 - altri documenti CAI inerenti: energia – Generatori eolici (Documentoapprovato dal CC in data 29/03/2008).Nota n. 6 - altri documenti CAI inerenti: 113° Congresso SAT: LE ALPI ED I CAMBIA-MENTI CLIMATICI – Tesi di Moena (Moena 1 –7 Ottobre 2007).Nota n. 7 - altri documenti CAI inerenti: Tavole della montagna di Courmayeur (1995)Congresso Nazionale CAI di Pesaro (1997).

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A loro la parola …

Raduno RegionaleI protagonisti sono stati loro

Elisa… la gita di oggi e di ieri è stata molto

bella anche se un po’ faticosa ed avrei

preferito che il sole ci fosse stato

anche oggi.

Gaia… nonostante il tempo non sia

stato dalla nostra parte ildivertimento è stato garanti-to a tutti. C’è chi si saràdivertito di più, chi di meno,ma non si può dire che ci si sia

annoiati! Voglio augurare atutti che le prossime gite siano

ancora più belle …

Rustam… questa gita è stata molto bellaperché abbiamo imparato di più astare insieme ed aiutarci l’un l’altro…

Agostino … questa gita è stata unmomento di condivisione deltempo e per coltivare nuoveamicizie …

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Alpinismo giovanileA

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Alessio… mi sono divertitotantissimo!È stato facile salire lamontagna … e poi laneve! Mi sono divertitocon tutti i miei amici!…

Riccardo… minerali? Animali? Amicizie? Natura? Cosa ci regala MadreNatura? Tutto! Ciò che abbiamo visto in questi due fantasticigiorni è ciò che in città, in giardino non si trova mai! Grazieamici e accompagnatori …

Naira… oggi abbiamo fatto tante cose

belle: giocato, suonato. Mi sono divertita tanto!

Chiara… La gita nonostante iltempo, è stata bella e

divertente.Stare insieme è sempre

bello e i momenti belli nonsi scordano.

Ivan… andare in montagnacon delle persone gentilie disponibili ti fa ritor-nare a casa felice diaver fatto fatica e diessere stato in compa-gnia …

Stefano… la gita è stata moltobella ed era una vallata

che non avevo mai visto;anche il ghiacciaio è

stato stupendo e moltoespanso. Ciao e grazie

Alpinismo giovanile

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

Alpinism

o giovanile

Filippo… questa gita per me è

stata stupenda; abbiamo

fatto tutti fatica, ma ne è

valsa la pena. Siamo stati

tutti bravissimi, ma soprat-

tutto il CAI …

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Speleologia

di Francesco Merisio - SCO CAI BG

Si è conclusa alla fine dello scorsomese di aprile la spedizione speleo-logica TLALOC 2012 che aveva

come obiettivo la prosecuzione delleesplorazioni nel territorio dellaMunicipalità di Hueytamalco, Stato diPuebla, Messico.Il bagaglio di cunicoli, saloni e gallerieche abbiamo ereditato dalle 4 precedenti

Spedizione Messico-ItalianaTlaloc 2012

spedizioni svolte in quest’area (’98, ’02,’08, ’10) contemplava il SistemaMamaMia-Cueva del Viento (7 km di svi-luppo), il Complesso Miquizco-Cueva delCamaron (2,5 km) oltre ad altre grotteminori alcune delle quali presentavanodiramazioni che si avvicinavano molto allecavità più estese.Anche questa volta i partecipanti proveni-vano da svariati gruppi speleologici:Speleo Club Orobico CAI BG, Gruppo

Speleologico Bergamasco “Le Nottole”,Gruppo Grotte Milano CAI SEM, SpeleoClub Ibleo, Gruppo SpeleologicoBelpasso, Associazione “Le Taddarite”Palermo, Gruppo Speleologico Prealpino,Gruppo Grotte Busto Arsizio; importantis-sima come al solito la collaborazione conil gruppo URION di Città del Messico,della Federazione Nazionale MessicanaUMAE e di alcuni elementi del Corpo diSoccorso Speleologico Messicano. La spedizione si avvaleva dell’appoggio edel patrocinio della Sezione “AntonioLocatelli” CAI Bergamo, della SezioneCAI SEM Milano, della FederazioneSpeleologica Lombarda, della

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Cascata del cigno, Rio Blanco,cueva del viento (foto F. Merisio)

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

Speleologia

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Speleologia

L’ordine del campo (foto M. Rossi)

Fossili di echinoderma, Embudo de Rancho Viejo

(foto F. Merisio)

Commissione Centrale per la SpeleologiaCAI e del supporto tecnico di BertoniTende.Dopo lo sbarco a Città del Messico cisiamo visti costretti a fare i turisti per unpaio di giorni in attesa che i ragazzi messi-cani organizzassero i mezzi per il traspor-to di materiale e persone a Hueytamalco,finalmente il 6 di aprile arriviamo nelpaese e scopriamo che quest’anno nondormiremo tra banani e piante di caffè manel giardino di un piccolo “resort” contanto di piscina!... Dura la vita degli spe-leo!Nei primi giorni di campo accompagnia-mo i “nuovi” a prendere visione delle grot-te note e delle tante possibilità esplorativeancora a disposizione, durante la traversa-ta dalla Cueva del Viento alla MamaMiascattiamo alcune foto negli ambienti piùmaestosi e spettacolari: il Salon Pack (30metri di larghezza, 15 di altezza e 70 dilunghezza), la galleria Via Aurelia (12metri di larghezza, 8 di altezza e quasi 100completamente rettilinei con il soffitto chel’acqua a scolpito ha “cassettoni”), variambienti lungo il torrente della MamaMia.Dopo le visite “turistiche” iniziamo leesplorazioni e le sorprese non si fannoattendere! In Viento, in zona Rio Negro,viene risalita una cascata e percorso perpoco più 100 metri un nuovo ramo ascen-dente che si avvicina molto alla Cueva delos Cochinos ma che sembra chiudere instrettoia impossibile; ripercorriamo e rile-viamo il Ramo Cuayo di cui superiamo ilprecedente limite esplorativo fermandocidopo 220 metri di fronte ad uno strettopassaggio acquatico, esploriamo e rilevia-mo vari rametti laterali e qualche piccolarisalita finché un giorno, dopo aver foto-grafato i rami alti di Caliza Beach ci infi-liamo tra i massi di una frana da cui fuorie-sce un bel torrentello… superiamo unastrettoia orizzontale infilandoci completa-mente in una pozza d’acqua… e oltre lagalleria si amplia notevolmente! Una bel-lissima condotta risalente si perde nelbuio, il pavimento è completamente rico-perto da concrezioni e vaschette in cuil’acqua scorre limpida e fragorosa, deci-diamo di continuare senza scarponi per

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non sporcare troppo questo spettacolodella natura. Dopo circa 70 metri dobbia-mo passare una strettoia selettiva ma oltrela grotta continua ancora più bella: cascateconcrezionatissime facilmente arrampica-bili, laminatoi orizzontali adorni di spa-ghetti e vele candide a soffitto, convaschette gorgoglianti a pavimento! Ilnuovo ramo (Rio Blanco) viene rilevato erisulta avere uno sviluppo di quasi 400metri, nota particolare il fatto che l’acquache vi scorre non è contaminata da spazza-tura e anche in fase di piena non si intorbi-disce… da dove arriverà? Le altre squadreoperative continuano l’attività esplorativae una sera alcuni dei ragazzi sicilianidanno due notizie importanti: “È finito illatte!!!” e “ ABBIAMO FATTO LA

GIUNZIONE!!!”, infatti, forzando a faticala frana della Giancrappola, nel RamoCBCR della Cueva del Viento sono entra-ti in alcuni rami già noti della Miquizco!Nei giorni seguenti la nuova traversataviene ripercorsa, documentata e rilevata inmaniera tale da inserirla nella topografiagenerale del grande Complesso Viento-MamaMia-Miquizco-Camaron, ma i gio-chi non sono ancora finiti! Viene ripercor-sa una grottina nota da tempo che si trovaa monte delle grosse cavità, la Lagartijas;qui si forza la fessura terminale e si per-corrono più di 300 metri di nuovi meandrifermandosi di fronte ad un’altra fessurache viene superata dai più magri(Passaggio dei 60…kg ), oltre si scende unpozzetto e altre centinaia di metri di galle-

ria si spingono vicinissime al RamoCuayo, nella Cueva del Viento. Viene ten-tata una “colorazione naturale” delle acqueche scendono in Lagartijas per capire sevanno realmente ad alimentare il Cuayo: sigettano alcune manciate di gusci di chicchidi caffè nella pozza terminale della grottaa monte e questi vengono trasportati fino ariemergere nella pozza-strettoia del ramo avalle: la giunzione idrica c’è! Poco dopoavviene la comunicazione verbale tra ledue squadre presenti e nei giorni successi-vi si trova anche il passaggio per gli“umani”.Considerando le varie scoperte, i ramilaterali topografati, la giunzione tra i duesistemi, i vari anelli di condotte percorsiall’ingresso di MamaMia e di Miquizco,

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SpeleologiaSp

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Rio Bianco, condotta principale, Cueva del Viento (foto F. Merisio)

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

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Speleologia

tra i quali ricordiamo il Ramo Nutella (ilposto più fangoso delle grotte scopertefino ad ora!); si può affermare che il nuovocomplesso MamaMia-Viento-Miquizco-Camaron-Lagartijas arriva ad avere unosviluppo di circa 12 km.Una giornata viene trascorsa da alcuni dinoi in compagnia di alcune autorità muni-cipali visitando, fotografando e topogra-fando tre siti archeologici che presentanodelle incisioni rupestri alcune delle quali, adetta del direttore della biblioteca comuna-le, risalgono alla civiltà Olmeca o ancheprima. Sono quasi sempre ripari rocciosi sottopareti ricoperte da fitta vegetazione, conpiccole sorgenti nelle vicinanze o a pocadistanza da torrentelli o fiumi; le incisionisono ricche e variegate passando da figureantropomorfe a rappresentazioni stilizzatedi animali, da coppelle e “buchi” chepotrebbero rappresentare un conteggiodelle stagioni fino ad una bellissimamappa scolpita su tre grosse pietre in cui sipuò ripercorrere il corso del fiume e sco-prire incisa l’esatta posizione di sorgenti ogrotte da cui il fiume sgorga. Particolareripetuto molto spesso è un motivo a“chiocciola” o “spirale” che potrebbe rap-presentare il vento o quasi sicuramentel’acqua a cui è associata anche una rana.Il rapporto con gli abitanti dei vari paesi evillaggi viene rinforzato organizzando trepresentazioni pubbliche dei lavori svoltinegli anni passati, occasioni in cui infor-miamo le persone presenti su quali sono irischi che si corrono bevendo l’acqua con-taminata dall’immondizia gettata nellegrotte che alimentano le sorgenti, i ragazzimessicani della URION prenderannoaccordi con le autorità per organizzare lapulizia dell’ Embudo de Rancho Viejo, unagrotta molto compromessa nelle vicinanzedel paese, come hanno già fatto due anni faper la Miquizco.Un’altra attività che ha visto occupatialcuni elementi della spedizione, membridel CNSAS, è una specie di giornata diaggiornamento per i ragazzi messicanisulle tecniche di soccorso su corda e sullamovimentazione della barella. Lavori svolti in un capannone messo adisposizione dalla Municipalità e allaquale hanno assistito vari abitanti delpaese incuriositi da tutte quelle straneattrezzature.

Foto sopra: simbolo dell’acqua e coppelle (foto F. Merisio)Foto sotto: la rana (foto M. Rossi)

Speleologia

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di Nevio Oberti

Mentre scrivo il Corso è ancora...in corso. Terminerà prima del-l’uscita di questo numero di

“LE ALPI OROBICHE” ma troppo tardiper poterne scrivere compiutamente.Quest’anno, complici gli scherzi giocaticidal meteo, il corso si è allungato, per loslittamento delle uscite a causa dellapioggia che, necessaria, certo, e provvi-denzialmente giunta dopo un lungo perio-do di siccità, ha scelto di visitarci special-mente le domeniche, lasciandoci trascor-rere delle buone settimane lavorative

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Escursionismo

Corso di escursionismo 2012

Strada Priula (foto di P. Ghilardi)

Alta via Dolomiti - Odle Puez (foto C. Legranzi)

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

deliziate da giornate degne di essereincorniciate. Le abbondanti secchiatefestive non ci hanno comunque impeditole prime uscite: sguazzando e scivolandotra fango e rami fradici, abbiamo provatosul campo e mettere in pratica i segretidell’orientamento che magistralmente cierano stati svelati in aula.Le prime due uscite infatti, sono stateimprontate all’approfondimento sulcampo di bussola, cartina e altimetro,prima con una piccola prova allaMadonna della Castagna e poi con unaescursione su e giù per il Misma.Missione compiuta: nessun disperso e,dai commenti raccolti, sicuramenteimpressioni positive. Inoltre, il dovernecessariamente muoversi nell’ambientenaturale ad un ritmo lento, in modo dapoter controllare il territorio e riconosce-re la propria posizione in esso e gli ele-menti attorno, aiuta anche a viverlo inmodo più pieno e a sentirsene parte, nonsolo fruitore. L’uscita sul Misma è stataanche segnata da un incidente, fortunata-mente non grave, occorso quando erava-mo ormai prossimi al rientro: una scivo-lata sul sentiero di discesa ha reso neces-sario l’intervento dell’elicottero delSoccorso Alpino per il recupero e il tra-sporto in ospedale di una persona.Mentre queste prime due uscite erano in

comune per il Corso Base e Avanzato, lasuccessiva, pur con la medesima destina-zione del Passo San Marco, era diversifi-cata. Tutti insieme siamo saliti al passopercorrendo dal Ponte dell’Acqua laStrada Priula e, una volta giunti al Passo,il Base avrebbe dovuto proseguire pervisitare le trincee della linea Cadorna,mentre l’Avanzato se ne sarebbe partitoalla ricerca di un luogo adatto per effet-tuare manovre con corde e ancoraggisulla neve. Rimarrà nella memoria di tuttila giornata al Passo S. Marco: pioggiabattente che, in quota è divenuta neve, enebbia che avvolgeva tutto, tanto dacostringere il Corso Base a rinunciare allavisita alle trincee della Linea Cadorna peruna più tranquilla sosta al rifugio conassalto alla stufa e… allo stufato. Peggiorsorte è toccata al Corso Avanzato, che hapassato la giornata, come da programma,alle prese con nodi, corde e ancoraggisulla neve, tra vento, nebbia e temperatu-ra non certo confortevole. Tutti comun-que sopravvissuti.Nonostante la lotta con le intemperie, ilCorso è proseguito, giungendo, perl’Avanzato, al battesimo della ferrata conla salita al Resegone dalla Centenario. Lostesso giorno il Base si dirigeva in Vald’Aosta, nella zona di Gressoney. Per lasuccessiva uscita, viste le previsioni

meteo, si sceglieva di percorrere al saba-to la Ferrata Minonzio, mentre il CorsoBase, la domenica si è spostato in AltoAdige per scoprire un tratto dell’Alta Via2 delle Dolomiti nel Parco Odle-Puez.Anche le serate di lezione presso ilPalamonti hanno sempre avuto un ottimoriscontro, sia come numero – pochissimigli assenti – che come interesse e parteci-pazione, nonostante alcuni argomenti nonfossero di immediato e facile approccio.Resta da compiere l’ultima uscita condestinazioni che, sulla scorta dell’espe-rienza ormai assunta a guida, dipenderan-no dalle previsioni meteo. Come gli altrianni si ripeterà la consolidata tradizionedell’ultima uscita coronata dal finalefestoso, ormai parte integrante ed ineludi-bile del corposo programma, sperandoche anche questo corso lasci, oltre allecompetenze tecniche che come Scuolasperiamo di essere riusciti a trasmettere,anche la piacevolezza di un paio di mesipassati in buona compagnia.Ed ora non ci resta che immergerci nelleescursioni che ci porteranno a scoprire lenostra magnifiche montagne, senza sostae sempre con rinnovato entusiasmo.

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Escursionismo

Via Ferrata Minonzio (foto L. Duina)

Escursionismo

Via Ferrata Minonzio (foto F. Gavazzeni)

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Lionel TerrayI conquistatori dell’inutileVivalda editori, collana I Licheni

Recensione di Alberto Pezzini È difficile persino trovare leparole per descrivere l’in-tensità accecante che spiradalle pagine di questo rias-sunto di vita. Lionel Terrayriesce a profondere una taledensità di emozioni nellepagine scritte che diventaardua impresa quella diconcentrarle nelle parolerigide di una recensione. Dilibri di montagna se ne leg-gono tanti e le emozioni siaccompagnano a momenti,affetti, finestre su panoramitinti di azzurro e freddicome la tundra. Il libro diTerray è unico e profondocome un pozzo abissale dove l’acqua siindovina e le pareti risuonano di echi con-tinui. Pubblicato per la prima volta per itipi di Gallimard nel 1961, quattro anniprima della scomparsa del suo amato auto-re, viene ora rivisto nella traduzione viva-cissima e tambureggiante di AndreaGobetti, speleologo audace e scrittoregodibilissimo che sa scrivere in modomaledettamente invidiabile. La scorrevo-lezza delle pagine di Terray - tradotte conla limpidezza di Gobetti - restituiscono leemozioni forti e coinvolgenti dei fumetti odei romanzi di avventura che da bambino tiinchiodavano su una sedia nei pomeriggipiovosi e fuori a giocare non si potevaandare. Il coinvolgimento è pressoché tota-le ed ogni momento di libertà e divertisse-ment viene già prenotato per la lettura finoa quando il libro termina all’improvviso eti ritrovi con una pienezza straripante chevorresti comunicare ed un vuoto improvvi-so apertosi dietro le spalle. Un classico acui non si può rinunciare e che si deve leg-gere per andare in montagna. Nelle paginedi Terray c’è la montagna in toto: dallo scicon cui inizia, giovane squattrinato, a cer-care di trovare un momento di equilibrionella vita anche sotto il profilo economico,alle prime arrampicate condotte con amici

Le Alpi Orobiche - luglio 2012

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Biblioteca

ORARI DI APERTURA ESTIVI:dal 1 al 29 luglio

lunedì – mercoledì - venerdì:ore 21 - 23

martedì – giovedì: ore 15 - 18.30

dal 30 luglio al 9 settembremercoledì: ore 21 - 23giovedì: ore 15 - 18.30

sempre diversi e poi in coppia con alpinistiindimenticabili. Passano con una velocitàimpercettibile montagne asperrime etaglienti come coltelli acuminati: vienevinto l’Eiger - anche durante quella spedi-

zione di soccorso che videl’autore affannarsi per sal-vare un italiano allucinatodalla montagna, Corti; velo ricordate nel libro bellis-simo e toccante del CDA? -allo Sperone Walker e finoal Pizzo Badile, per arriva-re all’Annapurna di Herzoged al Fitz Roy, in unacavalcata alpinistica chenon termina mai. Ciò checolpisce di Terray è la suainesauribilità, il carattereterragno ed incrollabile diun cittadino innamoratovisceralmente delle monta-gne fino all’ultimo spasi-

mo. A volte la penna dell’alpinista - e c’èda domandarsi quando abbia trovato iltempo materiale di scrivere un libro delgenere - lascia intravedere profondi e saggisquarci dell’anima dell’uomo che non sadarsi pace e non sa godere di un solomomento della propria vita in cui potersifermare pochi battiti di ciglia e respirare lamontagna nella sua purezza. Dove il cielosi confonde con la neve bianchissima eliliale delle cime più alte del mondo, quan-do l’aria è rarefatta e la sua semplice inala-zione cagiona un dolore quasi fisico e fasanguinare se non hai l’ossigeno, quiTerray sogna momenti di calma apparente.Torna poi alla casa, all’amata Grenoble edappena il riposo è stato tale da restituire unpoco di sostanza ad un corpo consumatodalla fatica e dalla tensione, vuole ripartireimmediatamente. La narrazione della vitadi guida ci dà uno spaccato sincero di chi èla guida veramente e di certi momenti incui le guide avvertono quelle sensazioniche ti domandi sempre se vivano ancheloro. Quando ti dai ad una guida l’affida-mento diventa totale e soltanto la sua espe-rienza e capacità diventano i più verilasciapassare per scalare una vetta. Lepagine più ammalianti - e bisognerebbeinterrogare Freud per comprendere i sottili

Consigli del Gruppo di Letturameccanismi che un libro così completo safar scattare - sono quelle in cui rivivel’Annapurna e le spedizioni in Tibet eNepal. Qui si può respirare ancora l’ariasottile e tagliente degli ottomila e provareper un solo attimo, terribile, l’angosciaassordante che si può toccare a quell’altitu-dine quando i tuoi compagni sono accecatidall’oftalmia, hanno la carne bruciata dalgelo che macina le articolazioni, il ventotaglieggia le menti e gli occhi si fannovitrei con le orbite svuotate. La marcia diavvicinamento, i campi insieme agli alpini-sti più brillanti e versatili - c’è chi dopoun’esperienza così lancinante comel’Annapurna si dedicherà all’automobili-smo estremo dove la tecnica verrà sfruttatafino all’ultima goccia quasi a voler sfidaree ricercare quella morte che tante volte tieri ritrovato danzante davanti agli occhiinargentati dal ghiaccio vorace -, la vettadove il vento unisce nel silenzio più pro-fondo la montagna al cielo, diventano imomenti più catturanti di tutte le pagine.Se potessi starei tutta la notte ancora a scri-vere - male ovviamente - di queste pagineche sono la massima espressione dell’alpi-nismo e della letteratura di montagna e chetutti dovrebbero leggere almeno una voltanella vita. Guardate la fotografia che c’è incopertina: gli occhi stanchi di Terray sonopieni di un senso malinconico e potente divita che nessuna montagna potrà mai fartrascolorare. Ed è bello pensare che lamontagna, che tanto ha dato a Terray, loabbia voluto con sé anche nella morte perdifenderlo da ciò che sarebbe potuto arriva-re dopo. Ciò che gli ha dato ha richiesto unprezzo molto elevato ma, se ci pensate, unlibro simile ed una esistenza così completae piena non avrebbero potuto essere pagatimeno cari.

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

PALAMONTI, via Pizzo della Presolana, 1524125 Bergamotelefono: 035.4175475fax: 035.4175480posta elettronica: biblioteca@caibergamosito internet: www.caibergamo.itcatalogo on line:opac.provincia.bergamo.it

Per essere sempre aggiornati sulle atti-vità della Biblioteca iscrivetevi alla new-sletter sul sito del CAI Bergamo (Resta in

Biblioteca

Alix de Saint-AndréAvanti, in Cammino! Vivere a quattro chilometri l’ora pellegrini verso Santiago.Milano: Terre di mezzo, 2011

“Io non sapevo niente del Cammino diSantiago. Da 25 anni fumavo tre pacchettidi sigarette al giorno e, secondo i mieiamici, ero il tipo che entrava in auto neiristoranti.”Comincia così il diario di viaggio, affet-

tuoso e ironico, dall’autrice. Un raccontoappassionante, in cui si intrecciano le treperegrinazioni compiute a Santiago, chefanno di Alix un’esperta del Cammino. Lepersone incontrate sono altrettante storie,avventure umane che si aprono in uno spa-zio di libertà, quasi di ritorno all’infanzia,dove il tempo si dilata e accade di tutto.Dal desiderio di uccidere i propri “colle-ghi” di cammino alle esperienze di amici-

zie intense e di momenti di intensa spiri-tualità. L’apparente normalità delCammino ritrova la sua ricchezza e pro-fondità attraverso una scrittura gonfia dihumor e suspense.Il libro di Alix de Saint-André è stato ilsuccesso dell’estate 2010 in Francia:80.000 copie vendute in quattro mesi.

Valentina Bailo, Perlita Serra, Roberto CremaschiAlle porte di Città Alta: 33 itinerari einnumerevoli varianti, 106 strade, sca-lette, sentieri, funicolari per salire (rigo-rosamente a piedi o in bicicletta)[Bergamo]: Junior, 2012

Qual è il modo migliore per conoscere o“ri-conoscere” un territorio? Sicuramentepercorrerlo a piedi. Sta qui il senso di que-sta originale guida a Città Alta: proporre lari-scoperta della fitta rete di stradine, sca-

lette, sentieri, che salgono al centro storicodi Bergamo senza l’uso dell’auto.Pubblicato dall’Associazione per CittàAlta e i Colli di Bergamo con il sostegnodella Fondazione Banca Popolare diBergamo.

Alpi e ricerca: proposte e progetti per i territori alpini, a cura di Federica Corrado e Valentina Porcellana Milano: F. Angeli, 2010

Il volume raccoglie ed elabora i contenutiemersi durante i lavori del “1° Forum deiGiovani ricercatori per le Alpi di domani”,organizzato nell’aprile 2010 dall’Associa-zione Dislivelli in collaborazione con ilDipartimento Interateneo Territorio delPolitecnico di Torino e con il Dipartimentodi Scienze dell’Educazione e dellaFormazione dell’Università degli Studi di

Biblioteca della Montagnacontatto: un servizio che vi permette diricevere direttamente nella vostra caselladi posta elettronica informazioni sull’atti-vità del CAI Bergamo e di tutto ciò cheriguarda l’ambiente montano) selezionan-do quale area di interesse la Bibliotecadella Montagna. Saprete così anche quan-do si riunisce il Gruppo di Lettura e qual èil libro scelto.

La Biblioteca è aperta anche durantel’estate! Prendete nota degli orari estivie ritagliatevi un po’ di tempo per passa-

9 settembre 2012

Cercate il nostro stand!!! Ci sarannodelle bellissime letture per bambini eragazzi.

re in Biblioteca. Vi consiglieremo unbuon libro o vi aiuteremo a preparare levostre vacanze.

N.B. Anche la Sezione Ragazzi dellaBiblioteca della Montagna partecipaalla IV edizione della Giornata giovani efamiglie in montagna - Aviatico -Cornagera - Poieto

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Biblioteca

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Fulvio Scotto“SCARASON” Collana “I Rampicanti” – Edizioni Versante Sud – Milano

Immaginiamo di trovarci in un’ipoteticaaula dove si studia la storia dell’alpinismo edi rivolgere agli alunni questa semplicedomanda: “cosa sapete voi di Scarason?”. Senza forse, non pochi di loro si trovereb-bero in imbarazzo; forse nessuno saprebbedare una risposta. Nulla da rimproverare:quando mai ci capita di trovare questonome sulle riviste d’alpinismo o sui consue-ti annuari? Non saranno pochi allora, anchetra chi ritiene di essere ben informato dimontagna e di alpinismo, a sbarrare tantod’occhi davanti al volume di Fulvio Scotto,che Versante Sud ha appena pubblicatonella collana “I Rampicanti”, e che ha pertitolo “Scarason”. È mai possibile che pertanto tempo i grossi nomi dell’arrampicataabbiano ignorato o si siano tenuti alla largada una imponente parete che, ad un tratto,viene guardata come un mito e che solo nel1956 comincia a subire i primi assalti? Civuole poi addirittura un decennio di tentati-vi prima che, nel 1967, si arrenda a PaoloArmando e Alessandro Gogna. È altrettantovero che da allora questa montagna è diven-tata un centro di attrazione e attorno a lei sisono svolte, come consueto cerimoniale, lemolteplici competizioni per accreditarsi ipiù importanti titoli, come prime ripetizio-ni, solitarie e invernali, oltre alla ricerca dinuove vie, con un accorrere precipitoso deipiù rinomati alpinisti di ogni nuova genera-zione. Tra questi, anzi tra i più appassiona-ti, proprio l’autore del volume, FulvioScotto: il più innamorato dello Scarason, sucui è salito nella terza ripetizione della viadi Armando e Gogna, dove ha anche apertodue nuove vie, e dove più volte si è soffer-mato per ricognizioni e tentativi. Chimeglio di lui poteva scrivere dello Scarasone degli alpinisti, moltissimi, che hanno rite-nuto importante conoscerlo e far parte dellasua storia: ed è appunto anche con loro chei lettori di “Scarason” avranno la straordi-naria opportunità di incontrarsi. Perchél’autore li ha voluti interpellare personal-mente e a tutto campo, per cui ne sono usci-te interessanti e sorprendenti conversazioni,che rendono ancora più gradevole e affasci-nante la lettura di questo corposo volume.

L’Egitto a Como: Francesco Ballerini(1877-1910) e la sua eredità: sabato 9 ottobre 2010-domenica 24 otto-bre 2010, Collegio Gallio, Como / direzione scienti-fica Angelo Sesana; progetto e coordinamento scientificoAnna Consonni e Tommaso Quirino;catalo Como: CEFB, 2010

Parodi, AndreaAlte vie della LiguriaArenzano: A. Parodi, c2003

Fatti e misfatti lungo le vie della toponomastica montana esinese/ a cura di Eros Galli; con la collaborazione di Orietta Bianchi e Lucio AvanziniEsine: Lupi di San Glisente, stampa 2010

Vanni Rossi: una pittura d’identità tra arte e vita / a cura di Giorgio Seveso, Tiziano RossiPonte San Pietro: Comune di P. San Pietro; Bergamo: Corponove, 2009

Pesenti, GiuseppeUna comunità tra due ponti: nuovi apporti storiciPonte San Pietro: Comune di Ponte San Pietro, 2001

Gritti, AndreaUn parco per Ponte San Pietro: ricerche per il recupero ambientale dell’area denominata Isolotto / Andrea Gritti, Marcello SitaPonte San Pietro: [s. n.], 1997

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Proseguiamo nella pubblicazione dei nuovilibri e dvd che entrano a far parte del patri-monio documentario della nostraBiblioteca, sia per acquisto sia per gentiledonazione. Un ringraziamento particolare,questo mese, ad Antonella Ciarletta diVilletta Barrea (AQ) per la donazione dellaCarta turistico - escursionistica del ParcoNazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e lasquisita cortesia. Invitiamo tutti a visitarequesto bellissimo Parco Nazionale!

Torino. L’intento è quello di promuovereuna visione integrata delle Alpi e di faremergere, attraverso i diversi contributidisciplinari, una visione attuale del territo-rio alpino, che scardini stereotipi ormaidesueti e proponga riflessioni proiettate alfuturo. L’approccio interdisciplinare che siè voluto privilegiare è proprio del modo divivere e di abitare le Alpi: l’utilizzo delterritorio, la sua salvaguardia e la tutela, ilsuo sviluppo sono questioni correlate traloro. Il volume è articolato in quattrosezioni tematiche. La prima è relativa aisistemi territoriali nelle e delle Alpi. Laseconda parte riguarda il tema del ri-abita-re le Alpi. La terza parte tratta, attraversol’analisi di casi studio, questioni legatealla gestione del suolo, alle risorse energe-tiche e alla biodiversità. L’ultima sezione èdedicata alla valorizzazione delle risorsealpine, materiali e immateriali, che contri-buiscono a rafforzare l’economia locale edefinire l’identità locale.

Beltrame LucaAlpinista d’acqua dolce. Dalle Dolomiti alle Alpi Giulie passando per il Monte Bianco Tarvisio: Eurograf, 2010

Ci vuole una grande passione per la mon-tagna e tanta voglia di raccontare quantosia coinvolgente per realizzare questolibro. In diversi anni di esperienze ad altaquota ecco una serie di racconti di scalateche rivelano il rapporto di Luca Beltrame,che si considera con una certa modestiaun‘alpinista d’acqua dolce’, con la monta-gna e con quanti, prima di lui e facendoglida inesauribile fonte di ispirazione, nehanno scritto attraverso guide e relazionidi salita. L’autore, come sottolineaArmando Scandellari nella prefazione, èstato abile “nello scatto dinamico dellevicende che intendeva raccontare”. Con unincedere ammantato di ironia - “un lampo,a volte una folgore” - crea una sequenzapiacevole, che ci porta con lui sulle paretiin compagnia dei suoi amici di cordata.Sulle ali del gesto alpinistico e su quelledella parola scritta.

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

Gestione delle praterie e dei prati di interesse naturalistico. atti del seminario permanente: 25-26 ottobre 1996 / a cura di: M. Villa; coordinamento editoriale: D. Negri [S. l. :s. n.], stampa 1998 (Oggiono: Cattaneo Paolo grafiche)

Further studies on the cavernicolefauna of Mexico and adjacent regions / edited by James R. ReddellAustin: Speleo, 1981

Siffre, MichelGrottes gouffres & abimes[Paris]: Hachette, 1981

Reddell, James R.A review of the cavernicole fauna of Mexico, Guatemala, and BelizeAustin: Texas Memorial Museum, 1981

Antonucci, MarcoOlivicoltura in provincia di Bergamo: storia, tecnica e futuro di una coltura di frontiera[Bergamo]: Provincia di Bergamo,Settore urbanistica e agricoltura, 2011

Tenderini, MirellaIsabelle, amica del deserto: viaggi, avventure amori di una giovane esploratrice del Magreb[Milano]: OGE, 2010

Yates, SimonLa fiamma dell’avventuraLecco: Alpine studio, 2011

Serafin, RobertoWalter Bonatti: l’uomo, il mitoScarmagno: Priuli & Verlucca, 2012Russia europea / Simon Richmond ... [et al.] Torino: EDT, 2009

Brunner, BerndUomini e orsi: una breve storiaTorino: Bollati Boringhieri, 2010

Cavina, CristianoScavare una bucaMilano: Marcos y Marcos, 2010

Manzoni, MarcelloZingari in Antartide[Lecco]: Alpine Studio, 2012

Gualandris, ArnaldoMonumenti e colonne di BergamoBergamo: Circolo culturale G. Greppi, 1976

Bergamo, otto anni: 1956-1964 / a cura dell’Amministrazione comunaleBergamo: Comune di Bergamo, [s. d.]

Lotto, LorenzoLettere inedite di Lorenzo Lotto / a cura di Luigi Chiodi su le tarsie di S. Maria Maggiore in BergamoBergamo: Monumenta Borgomensia,1962

D’Atti MonicaLa via della costa: l’itinerario ligure per la Via Francigena: 300 chilometri da Mentone a SarzanaMilano: Terre di mezzo, 2011

Kirkpatrick, AndyPsycho vertical: la vita è troppo breve per divertirsiMilano: Versante sud, 2011

Mazeaud, PierreMontagne per un uomo veroLecco: Alpine Studio, 2011

Cimmino, MarcoPellegrini in grigioverde: ANA Spiazzo:50 anni di storia: in occasione del 47.Pellegrinaggio in Adamello, SpiazzoRendena, 22-23-24-25 luglio 2010[S.l.]: Rendena, 2010

Lazzarini, EnnioLe erbe selvaticheMilano: U. Hoepli, 2008

Montalbetti, Pietruccio Sognando la California, scalando il KilimangiaroMilano: Aereostella, 2011

Napoli, IgorSardegna selvaggia: kayak-trekking,

arrampicataMilano: Magenes, 2011

Messner, ReinholdTempesta sul Manaslu: tragedia sul tetto del mondoIvrea : Priuli & Verlucca, 2011

Buzzoni, PietroLario rock: pareti: Grigna meridiona-le, Medale, pareti del Lago di Lecco,Valsassina, Grigna settentrionale, Orobie valsassinesi, ResegoneMilano: Versante sud, 2011

Dalla Palma, MicheleVie ferrate: storia, tecnica,materiali e segretiMilano: U. Hoepli, 2011

Trabucchi, PietroResisto dunque sono: chi sono i campioni della resistenza psicologica e come fanno a convivere felicementecon lo stressMilano: Corbaccio, 2007

Fombelle, TimothéeDe Tobia. Un millimetro e mezzo di coraggio Cinisello Balsamo: San Paolo, 2007

Messner, ReinholdSpostare le montagne: come si affron-tano le sfide superando i propri limitiMilano: Mondadori, 2011

Dal Mas, GiulianoLa montagna dietro l’angolo: incontrocon l’insolito nel Parco nazionaleDolomiti bellunesiTrento: Panorama, 2011

Ponting, HerbertScott in Antartide: la spedizione TerraNova: 1910-1913 / nelle fotografie diHerbert Ponting; con i contributi diRanulph Fiennes, Filippo Tuena e H. J .P.Arnold Roma: Nutrimenti, 2011

Luciano, Riccardo Erbe spontanee commestibili[Boves]: Araba fenice, 2008

Biblioteca

Novità in biblioteca

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Segnalazione di un atto di civiltà

Mi chiamo Riccardo e vorreiringraziare un gruppo dipersone della sezione del

CAI di Bergamo che si sono rese pro-tagoniste di un bellissimo atto diciviltà.Venerdi 11 maggio ho perso il mioportafoglio lungo la strada che daGandino porta al Monte Farno e congrande preoccupazione per tutti idocumenti che conteneva mi sonosubito messo alla ricerca con tutti icomponenti della mia famiglia masenza nessun risultato. Stavo per farele telefonate per bloccare le carte dicredito e recarmi dai Carabinieri perla denuncia quando improvvisamen-te un mio conoscente ha suonato almio cancello e mi ha riconsegnato ilmio portafoglio con tutti i documen-ti ed i soldi, spiegandomi che ungruppo del CAI di Bergamo che stavaaccompagnando dei ragazzi diversa-mente abili glielo aveva consegnatoal Rifugio Monte Farno.Per tanti potrebbe risultare un attodovuto, ma in una società dovemorale, atto civico e regole sonodiventate un optional questi gestiassumono un grande significato ed ègiusto darne notizia perchè devepassare il messaggio che sono di piùle persone buone da quelle cattive. Vi sarei molto grato se pubblicaste lamia lettera oltre che stringere lamano a queste brave persone.

GRAZIE e cordiali saluti

Riccardo Bassi

Spettabile Club Alpino Italiano, Sezione di Bergamo.

Il Palamonti ha accolto il 16 e 17 aprile i piccoli alunni delle scuole dell’infan-zia comunali di Dalmine e Mariano. Erano tantissimi: 90 al lunedì e 70 al mar-tedì, tutti avevano gli occhioni spalancati osservando la palestra, gli appigli per

arrampicare, la biblioteca, il parco attrezzato ma, sicuramente, l’aquila nell’ingres-so ha riscosso il maggior interesse ed entusiasmo.Queste le parole della coordinatrice accompagnate da alcune immagini: “I bambini sono stati affascinati da tutto il Palamonti, naturalmente in modo parti-colare dalla palestra, ma non di meno dalla passione dei suoi collaboratori che lihanno intrattenuti con pazienza e gentilezza. Un grande grazie anche per la riccae stuzzichevole merenda.”Speriamo di avere trasmesso un po’ di passione per la montagna ai bambini e attra-verso loro anche ai genitori. Faremo un buon passaparola sulla vostra associazio-ne e sulla vostra bellissima sede, anche attraverso il materiale e i consigli che Lauraci ha dato.Con stima e riconoscenza salutiamo cordialmente

Angela Manzoni e colleghe insegnanti delle scuole dell’infanzia comunali di Dalmine.

Dalmine 2 maggio 2012

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Posta dei soci

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luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

1 luglio, domenicaVal VerzascaZona: Brione Verzasca-Canton TicinoDirezione: G. MoioliT. Viscardi – F. Ghidini

8 luglio, domenicaIl Sentiero delle 52 GallerieZona: Monte PasubioDirezione: Salvatore Cheri

15 luglio, domenicaChamanna CoazZona: Surlej - SvizzeraDirezione: Fabio Buttarelli

21 - 22 luglio, sabato e domenica DolomitiZona: Passo GardenaDirezione: Luca Lorenzi -Roberto Guerci

29 luglio, domenicaRifugio BozziZona: Passo Tonale - Passodei Contrabbandieri- RifugioBozzi- Laghi ErcavalloSantaApolloniaDirezione: Stefania Radici -Nevio Oberti

Da sabato 4 a sabato 11 agostoSettimana di FerragostoZona: StubaiDirezione: Roberto Guerci

19 agosto, domenicaRifugio Quinto Alpini -Sentiero dei Passi del ZebrùZona: Parco Nazionale delloStelvioDirezione: Bogdan Pirlea -Fabio Buttarelli

26 agosto, domenicaRifugio MarinelliBombardieriZona: ValmalencoDirezione: Massimo Locatelli- Alberto Baggi

2 settembre, domenicaRifugio Duca degli AbruzziZona: CerviniaDirezione:R.Guerci - V. Tadé– N. Breno – G. Sartorio

8 - 9 settembre, sabato e domenica Sentiero RomaZona: Val MasinoDirezione: Attilio Battaglia -Giulia Moioli

16 settembre, domenicaRifugio Tosa - PedrottiZona: Dolomiti del BrentaMolvenoDirezione: Maurizio Tomasoni- Franco Ghidini

23 settembre, domenicaPonte dell’acqua- San Marco-Verrobbio-Salmurano-AvaroZona: Mezzoldo- giro ad anelloDirezione: Vito Vari

30 settembre, domenicaParco dell’Alpe Veglia e dell’Alpe DeveroZona: Val d’OssolaDirezione: Delia Caravella

7 ottobre, domenicaVia Ferrata Fausto Susatti -Cima CapiZona:Val di Ledro (TN)Direzione: Tiziano Viscardi -Franco Ghidini Program

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Programmi

14 ottobre, domenicaMonte CrestosoZona: ValcamonicaDirezione: Gabriele Minelli -Luca Armanni

21 ottobre, domenicaSentiero del ViandanteZona: da Lierna a VarennaDirezione: Cristina Persiani -Stefania Radici

28 ottobre, domenicaFine stagione escursionisticaZona: Rifugio Baita MonteAlto - Valgandino (BG)

COMMISSIONE ESCURSIONISMO

SOTTOSEZIONE DI NEMBRO

Sottosezione L. Pellicioli – C. NembriniVia Ronchetti 25 24027 Nembroaperto il martedi e il venerdidalle 20.30 alle 22.30www cainembro.it [email protected]

1 luglio, domenica – MTBLa Bassa BrescianaDa Palazzolo sull’Oglio finoad Orzinuovi su tranquillaciclabile. Visita “on the road”castello di Soncino. Totale 90km pianissimi e belli.Partenza ore 7 dal Pellicano diNembroDirezione: T.Chiari –U.Spiranelli

8 luglio, domenicaEscursionismoCamminata Orobie CAI/ANACamminiamo insieme sui sen-tieri delle Orobie bergamasche

8 luglio, domenicaMTBI due laghi

Da Riva del Garda (66 m) per-correndo la stupenda strada delPonale, pedalata protetta finoal Lago di Ledro (660 m).Possibili bagni nel fondale tur-chese e/o facoltativa continua-zione per ciclabine Val Concei.Partenza ore 6 dal Pellicano diNembroDirezione: U.Spiranelli –F.Palazzi

12 luglio, giovedìEscursionismoNotturna al Monte PodonaPer ricordare FerruccioCarrara

15 luglio, domenicaEscursionismoDal Forno al Passo del MalojaSi percorre la bellissima Valledel Forno passando dal Lagodel Cavloc fino all’onominorifugio da cui si può ammirareun panorama definito “himala-yano” uno dei più spettacolaridelle Alpi Centrali.Dislivello: 796mDotazione: normale da escur-

sionismoTempo di percorrenza: 3.30/4ore in salita e 3 ore in discesaPunto di partenza: Passo delMalojaDirezione: E.Mora – D.Zanchi

22 luglio, domenicaMTBEngadina – Sils Maria lungola Val di FexIl percorso si snoda in un bel-lissimo ambiente verdeggiantee pieno di fiori, per arrivare adammirare le vette imbiancatedelle Alpi Svizzere.Partenza da Sils quota 1809 msi percorre la Val di Fex sustrada asfaltata (chiusa al traf-fico) fino a quota 1980 m dovesi trova l’Hotel Fex, per poiproseguire su strada sterratafino ad arrivare all’Alpe MuotSelvas quota 2070 m.Direzione: G.Cugini –M.Tombini

2 e 3 settembre, domenica e lunedìESCURSIONISMOTre Cime di Lavaredo – VAL

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sulla cresta ovest della monta-gna con inizio alla Bocchettadi Podavitt. Discesa per la stes-sa via e rientro al RifugioCalvi.

16 settembre, domenicaMTBAlle pendici del Monte GuglielmoDa Pisogne (197 m) bella sali-ta su strade secondarie fino aPassabocche (1150 m) e corri-spettiva discesa In Val Palot(vista lago garantita e bagnofinale). Totale 950 m.Partenza ore 7 dal Pellicano diNembroDirezione:T. Chiari

da settembre a dicembreA cura del Gruppo STNArrampicata in palestraDal 17 settembre arrampicataindoor presso il salone Adobatidell’Oratorio di Nembro nellegiornate di lunedì e mercoledìdalla 20.30 alle 23 Ogni lunedìdalle 19.30 alle 20.30 “BABYROCK!”, un’ora dedicata aibambini dal 2007 in avanti (èrichiesta la presenza del geni-tore)

23 settembre, domenicaMTBAscesa in alpeggioVal MalencoL’ultima gita in calendario pro-pone una sostenuta ma pedala-bilissima salita all’alpeggio diArcoglio. Partenza da TorreS.Maria (780 m) ed arrivoall’Arcoglio dopo 15 km.Sublimi e progressivi panora-mi sul Bernina (facoltativasalita a piedi all’onomino lagovero “specchio magico” versoil pizzo Scalino). Tot. 1.200 mPartenza ore 6 dal Pellicano diNembroDirezione: U.Spiranelli –F.Palazzi

da ottobre a marzo 2013A cura del Gruppo STNCorso di arrampicata sporti-va junior 2012/2013In collaborazione con l’Orato-rio, corso di arrampicata perbambini e ragazzi di elementa-ri e medie.Il corso sarà tenuto da istrutto-ri F.A.S.I.

da ottobre a dicembreA cura del Gruppo STNOJC – 5° circuito provincialedi arrampicata promoziona-leIn collaborazione con i Korendi Gandino, Boulder Club diVilla d’Ogna, Lucertole diBrembilla, CAI di Romano eBergamo, organizzazione delcircuito provinciale promozio-nale per le categorie dalla U8alla Over16. Iscrizione allagara libera.

7 ottobre, domenicaIn mattina: Giornata sensibi-lizzazione “Pulizia sentieri”(Percorso Vita)Nel pomeriggio: CASTA-GNATA IN ORATORIOCastagnata organizzata con gliamici del GAN in Oratorio.

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Programmi

7 ottobre, domenicaA cura del Gruppo STN6° “CORNI” boulder juniorcontestScopri il gioco dell’arrampica-ta!In occasione della Castagnatain Oratorio, sesta edizionedella “garetta/gioco” per bam-bini nati dal 1999 al 2007,morbidi “voli” sui materassi ericchi premi per tutti!

14 ottobre, domenicaSanta Messa in MontagnaSanta Messa in ricordo di tuttigli amici caduti in montagna.

GRUPPO ESCARGOTVia Ronchetti 25 24027 Nembroaperto il martedi e il venerdidalle 20.30 alle 22.30www cainembro.it

3 luglio, martedìMTB/CicloturismoIn Val Brembana - Fino al Lago di CassiglioZogno - Lenna - PiazzaBrembana - Olmo al Brembo -Lago di Cassiglio A/R

5 luglio, giovedìEscursionismo/Alpinismo facileMonte Stabio (2536 m) - Val CamonicaCampolaro (1420 m) - Pian delZuf (1602 m) - Malga Stabio diSotto (1810 m) e di Sopra(1963 m) - Lago della Sorba(2337 m) - Porta di Stabio(2510 m) - M. Stabio (2536 m)A/Rnon trattandosi di un percorsoad anello ma di A/R, ci si puòfermare alle malghe od al lago

10 luglio, martedìMTB/CICLOTURISMOGita di recupero

SOTTOSEZIONE

FISCALINA2 giorni intorno alle Tre Cimedi Lavaredo, Rifugio LocatelliDirezione: G.Cugini –R.Ferrari

9 settembre, domenicaGiornata in montagna giovani e famiglie

15 e 16 settembre, sabato e domenicaALPINISMOGita alpinistica al Pizzo del Diavolo di Tenda Direzione: M.Favini –N.BergamelliDislivello in salita: 1° giornocirca 900 m - 2° giorno circa900 mTempi di percorrenza: 1° gior-no 2.30 ore - 2° giorno 8 orecirca (5 ore la sola salita)Difficoltà: AF+Dotazione: Casco, imbrago enormale dotazione alpinistica.Gita prevista su due giorni conpernottamento al RifugioLongo (2026 m). Salita ai 2914m del Pizzo del Diavolo diTenda, la cima più elevatadella Valle Brembana. La sali-ta avverrà per la via normale

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Verso il Diavolo (foto M. Panseri)

Page 45: . 46), Art. 1, Comma 2, DCB Bergamo” Luglio 2012 alpi orobiche/le alpi orobiche n 80 - luglio 2012.pdf · La passeggiata più sem-plice nel bosco dietro casa, se raccontata onestamente,

luglio 2012 - Le Alpi Orobiche

11 – 12 luglio, mercoledì e giovedìESCURSIONISMO / ALPI-NISMO FACILEFerrata Passo Santner(2741 m) - Val di FassaMercoledì: Rifugio Gardeccia(1949 m)- Rifugio Catinaccio(1948 m) - Passo delleCoronelle (2630 m) - RifugioFronza (2337 m) - RifugioPasso Santner (2741 m) -Rifugio Re Alberto (2621 m) -Rifugio Preuss e Vajolet (2243m)

Rifugio Gardeccia - Rifugio ReAlberto - Rifugio PassoSantner - Rifugio Re Alberto -Rifugi Preuss e VajoletCatinaccio d’Antermoia(3004 m) - Val di FassaGiovedì: Rifugi Preuss eVajolet (2243 m) - RifugioPasso Principe (2601 m) -Catinaccio d’Antermia (3004m) - Passo d’Antermoia (2769m) - Passo (2790 m) e CimaScalieret (2889 m) - Passo diPope (2617 m) - Passo delleScalette (2400 m) - RifugioGardeccia (1949 m)Passo di Pope (2617 m) -Forcella di Pope (2550 m) -Rifugio Gardeccia (1965 m)

17 luglio, martedìMTB/CICLOTURISMOIn Engadina - Tra i laghi e le valli di St. MoritzPercorso da definire

19 luglio, giovedìESCURSIONISMO / ALPINISMO FACILEMonte Pomnolo (2257 m) -Monte Cimone (2530 m) - ValSerianaLizzola (1250 m) - Col delleMiniere (1925 m)- MontePomnolo (2257 m) - MonteCimone (2530 m) - Laghidella Cerviera (2319 m) -Rifugio Curò (1895 m) - Bivio

Col delle Miniere (1700~ m) -LizzolaCol delle Miniere (1925 m) -Bivio (1700~ m) - RifugioCurò (1895 m)

24 luglio, martedìMTB/CICLOTURISMOPeriplo del lago di Endine -Da Lidia e GiòNembro - Cene - Valle Rossa -Ranzanico - Endine - Valmag-giore - S. Felice - Monasterolo- Trescore - Tribulina -Nembro

26 luglio, giovedìESCURSIONISMO / ALPINISMO FACILEPiz La Margna (3158 m) -EngadinaPasso Maloja (1815 m) - PlanBrusciabraga (1815 m) - Càd’Starnam (2024 m) - Baita(2293 m) - Piz La Margna(3158 m) A/Rnon trattandosi di un percorsoad anello ma di A/R, ci si puòfermare alla Baita (2293 m)

31 luglio, martedìMTB/CICLOTURISMOIl balcone della Valtellina -Mortirolo e dintorniMortirolo - Trivigno A/R eMortirolo - Monte Pagano

1 – 2 agosto, mercoledì e giovedì ESCURSIONISMO / ALPINI-SMO FACILEFerrata Cimalegna - Cornodel Camoscio (3026 m)-ValsesiaMercoledì: Rifugio Città diMortara (1945 m)- Bocchettadella Pisse (2396 m) - Attaccoferrata (2450 m) - Colle diCimalegna (2832 m) - Passodei Salati (2936 m) - RifugioCittà di Vigevano (2871 m)in funivia al Rifugio Città diMortara e per sentiero norma-le al Rifugio Città di Vigevano

(2871 m)Passo dei Salati (2936 m)-Corno del Camoscio (3026 m)- Rifugio Città di Vigevano(2871 m)Stolemberg (3202 m) - PuntaIndren (3260 m) - PuntaGiordani (4046 m) - ValsesiaGiovedì: Rifugio Città diVigevano (2871 m) - Passo deiSalati (2936 m) - Stolemberg(3202 m) - Colle Superioredelle Pisse (3112 m) - PuntaIndren (3260 m) A/Rrientro da Punta Indren alPasso dei Salati in funiforPunta Indren (3260 m) - PuntaGiordani (4046 m) A/R

7 agosto, martedìMTB/CICLOTURISMOIn Franciacorta – da Sarnicoa BresciaSarnico - Paratico - Clusane -Timoline - Provaglio - Monte-rotondo - Passirano - Rodengo- Gussago - Cellatica - Brescia- A/R

9 agosto, giovedìESCURSIONISMO / ALPINISMO FACILELago di Avert (2309 m) -Punta Santa Maria (2546 m)- Val SerianaValbondione (870 m) - PozzoENEL (1755 m) - Baita Avert(1916 m) - Lago di Avert (2309m) - Cascina Ecla (1900 m) -Stalle Redorta (1348 m) -Dossi (846 m)dal Pozzo ENEL (1755 m)direttamente alla Cascina Ecla(1900 m)Lago di Avert (2309 m) -Tacchino dei Sogni (2480 m) -Punta Santa Maria (2546 m) -Cascina Ecla

14 agosto, martedìMTB/CICLOTURISMOFin dove nasce il Serio -Ammirando la cascataNembro - Ponte Selva -

Programm

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Programmi

Valbondione - Lizzola A/R

16 agosto, giovedìESCURSIONISMO / ALPINISMO FACILEMonte Bruffione (2664 m) -Monte Boia (2583 m) - ValSabbiaGaver (1500 m) - Malghetta(1700 m) - Rudere MalgaRetorti (1962 m) - MonteBruffione (2664 m) - MalgaCasaole (1974 m) - Passo delValdi (1985 m) - Malga Valdi(1863 m) - Malga Vaimane(1505 m) - Gaver (1500 m) da Malga Retorti (1962 m)direttamente a Malga Casaole(1974 m)Monte Bruffione (2664 m) -Passo Boia (2517 m) - MonteBoia (2583 m) - MalgaCasaole (1974 m)

21 agosto, martedìMTB/CICLOTURISMOLa Costiera dei Cèch - DallaVal San Giacomo alla ValMasinoDubino - Cino - Cercino - Mel-lo - Civo - Caspano - Cevo -Masino - Campovico - Dubino

22 - 23 agosto, mercoledì e giovedìESCURSIONISMO / ALPINISMO FACILEFerrata Sperone Vofrède -Monte Rous (3243 m) -ValtournencheMercoledì: Cervinia (1985 m)- Col di Vofrède (3150 m) -Gran Lago (2650 m) - Lago diMont Dragon - RifugioPerucca (2930 m) - BivaccoManenti (2789 m) - Finestra diCignana (2441 m) - Cervinia(1985 m)Col di Vofrède (3150 m) - M.Rous (3243 m) - Gran Lago(2650 m) Breithorn Occ. (4165 m) -ValtournencheGiovedì: Plan Maison (2548

ONE DI NEMBRO

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m) - Cappella Bontadini (3044m) - Rifugio e Colle delTeodulo (3317-3290 m) - Colledel Breithorn (3826 m) - Colletra Breithorn Occidentale eCentrale (4081 m) - BreithornOccidentale (4165 m) in funivia da Plan Maison allaTesta Grigia (3480 m), quindial Colle del Teodulo (3290 m)

28 agosto, martedìMTB/CICLOTURISMOAi Colli della Valtenesi - DalNaviglio Grande Bresciano

30 agosto, giovedìESCURSIONISMO / ALPINISMO FACILECima del Trobio (2865 m) -Monte Costone (2835 m) -Val SerianaValbondione (970 m) - RifugioCurò (1895 m) - Colle (2700~m) e Cima del Trobio (2865 m)A/RRifugio Curò (1895 m) - Valledel Trobio - Lago dei CorniNeri (2119 m) - Rifugio Curò Colle del Trobio (2700~ m) -

Monte Costone (2835 m) A/R

4 settembre, martedìMTB/CICLOTURISMOIl mitico Selvino - L’alto-piano in lungo ed in largoNembro - Selvino - Ganda -Aviatico - Trafficanti -Aviatico - La Forca - Poieto -Aviatico - Selvino - Nembro

6 settembre, giovedì ESCURSIONISMO / ALPINISMO FACILECroda di Cengles (3375 m) -Val VenostaRifugio Pulpito (2348 m) -Rifugio Serristori (2721 m) - ILaghetti (2887 m) - Croda diCengles (3375 m) A/Rnon trattandosi di un percorsoad anello, ma di A/R ci si puòfermare ai Laghetti (2887 m)anziché in seggiovia, il Rifugio

Pulpito (2348 m) si raggiungea piedi da Solda SantaGeltrude (1844 m)

11,12 e 13 settembre, da martedì a giovedì in MTB ed a piediTradizionale minivacanzaanche enogastronomico-cultu-rale in località da definire data suscettibile di variazione

18 settembre, martedìMTB/CICLOTURISMODal Canto Alto al Brembo -di qua e di là dal fiume Nembro - Bergamo - Ramera -Petosino - Villa d’Almè -Bruntino - Giongo - Botta -Lisso - Sedrina - Ubiale -Clanezzo - Cà Fodrigo -Almenno Basso - Cascine -San Giuseppe - Ponte Briolo -Scano - Madonna del Bosco -Astino - I Torni - Colle Aperto- Porta Garibaldi - Valtesse -Quintino - Monterosso -Redona - Nembro

20 settembre, giovedìESCURSIONISMO / ALPINISMO FACILECimon della Bagozza (2409m) - Val di ScalveMalga Cimalbosco (1580 m) -Malga Campelli (1640 m) -Lago Campelli (1680 m) -Cimon della Bagozza (2409m) - Passo Valzelazzo (2077

m) - Malga di Vai Piane (1998m) - Passo di Lifretto (1996 m)- Malga Alta Lifretto (1564 m)- Malga Cimalbosco (1580 m) Malga Lifretto Alta (m.1564m) e Bassa (1347 m) - StradaVivione (1350~ m)

25 settembre, martedìMTB/CICLOTURISMODa Crespi ai Laghi di Lecco -Nel canyon dell’AddaCrespi - Trezzo - Paderno -Imbersago - Brivio - Olginate

27 settembre, giovedìESCURSIONISMO / ALPINISMO FACILECima di Lemma (2348 m) -Val BrembanaBaita Camoscio (1750 m) -Casera Sessi (1781 m) - CaseraBelvedere (1824 m) - ForcellaRossa (2055 m) - Pizzo Roton-do (2237 m) - Passo(2137 m) eCima di Lemma (2348 m) -Passo di Tartano (2108 m) -Baitone (1864 m) - CaseraBelvedere - Baita Camoscioda Casera Belvedere (1824 m)direttamente al Passo diLemma (2137 m)

2 ottobre, martedìMTB/CICLOTURISMODai Gonzaga - Non più la classica del MincioDa Peschiera a Mantova attra-verso un insolito itinerario

Le Alpi Orobiche - luglio 2012

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Programmi

4 ottobre, giovedìESCURSIONISMO / ALPINISMO FACILEMonte Monoccola (2686 m) -Val CamonicaCase di Val Paghera (1200 m) -Malga Monoccola (1791 m) -Bivacco Mattia (2594 m) -Monte Monoccola (2686 m) -Lago di Sensipie (2306 m) edella Rossola (2154 m) - BaitaPile (2095 m) - Malga Dois(1720 m) - Case di Val Paghera(1200 m) Bivacco Mattia (2594 m) -Monte Listino (2746 m) A/R

9 ottobre, martedìMTB/CICLOTURISMOTradizionale chiusura a MontisolaIn bici, ma anche a piedi

11 ottobre, giovedìESCURSIONISMO / ALPINISMO FACILEPasso Branchino (1815 m) -Corna Piana (2302 m) - ValSerianaValcanale (sbarra, 1130 m) -Rifugio Alpe Corte (1410 m) -Passo Branchino (1815 m) -Baita GAN (1562 m) - Baitadel Vaghetto Bassa (1429 m) -Ex Albergo Sempreneve (1210m) - Valcanale Rifugio Alpe Corte (1410 m) -

Baita GAN (1562 m)Passo del Branchino (1815 m)- Bocchetta Ovest (2078 m),Passo Est (2130 m) e Cima diCorna Piana (2130 m) - BaitaGAN (1562 m)

18 ottobre, giovedìESCURSIONISMO / ALPINISMO FACILERifugio Capanna 2000 (2000m) - Val SerinaPian Bracca (1122 m) - Caseradi Vedro (1674 m) - RifugioCapanna 2000 (2000 m) -Rifugio SABA (1560 m) –Pian Bracca (1122 m)

SOTTOSEZIONE DI NEMBRO

Pedalando vista Bagozza (foto M. Panseri)

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