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N° 42 APRILE 2016 L a Santa Sede sostiene il Coordinamento per la Terra Santa, composto dai rappre- sentanti delle conferenze dei vescovi catto- lici e da membri di grandi organizzazioni come il nostro Ordine, la cui missione può essere rias- sunta nelle “quattro P”: – La Presenza continua di cristiani in Terra Santa; – Il Pellegrinaggio, per incoraggiare i cristiani minacciati in quelle zone; – La Preghiera, per invocare la protezione del Signore e l’intercessione di Nostra Signora di Palestina; – Il Perorare presso i governi il riconoscimen- to dei diritti dei cristiani in Terra Santa. Questa sintesi illustra bene l’impegno della nostra Chiesa Cattolica per il fragile futuro del Cristianesimo in Terra Santa. Ben pochi leader mondiali sembrano, però, ascoltarci. Fra tutti questi, Papa Francesco è quello che più spesso si fa portatore della causa di tutti gli abitanti di quella Terra, sia attraverso frequenti riferimenti durante le sue udienze e i suoi discorsi, sia attra- verso la sua visita storica del maggio 2014, alla quale seguì l’incontro in Vaticano che vide riuni- ti i presidenti di Israele e Palestina per promuo- vere la giustizia in quella Terra. Il sostegno e la promozione di gran lunga più significativi e costanti della libertà religiosa e della pace in Terra Santa sono evidenti nell’im- pegno educativo e caritatevole del nostro Ordine del Santo Sepolcro e nelle missioni cattoliche analoghe. Le recenti parole del primo sindaco donna cattolica di Betlemme, una città provata da gran- di difficoltà, possono servire come un valido e prezioso promemoria per tutti i membri del no- stro Ordine nel compito della nostra forte pro- mozione delle “quattro P”: «So che i membri dell’Ordine sono molto le- gati alla Terra Santa, li vedo spesso a Betlemme e apprezzo veramente tutto quello che fate. Mantenere la speranza e aiutare le persone a ri- manere qui è un aspetto cruciale e questo è quello che voi fate». Che possiamo continuare a dare prova della nostra presenza a Betlemme e nel resto di quelle terre sotto una così grave tensione, assicurando ai nostri fratelli cristiani la nostra completa soli- darietà al loro impegno di mantenere viva la no- stra Fede nella Terra in cui è nata. Edwin Cardinale O’Brien La riflessione del gran maestro info.oessh.va Il cardinale O’Brien insieme al Santo Padre nella domenica della Divina Misericordia, lo scorso 3 aprile, a Piazza San Pietro. OSSERVATORE ROMANO

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N° 42 APRILE 2016

La Santa Sede sostiene il Coordinamentoper la Terra Santa, composto dai rappre-sentanti delle conferenze dei vescovi catto-

lici e da membri di grandi organizzazioni come ilnostro Ordine, la cui missione può essere rias-sunta nelle “quattro P”:

– La Presenza continua di cristiani in TerraSanta;

– Il Pellegrinaggio, per incoraggiare i cristianiminacciati in quelle zone;

– La Preghiera, per invocare la protezione delSignore e l’intercessione di Nostra Signoradi Palestina;

– Il Perorare presso i governi il riconoscimen-to dei diritti dei cristiani in Terra Santa.

Questa sintesi illustra bene l’impegno dellanostra Chiesa Cattolica per il fragile futuro delCristianesimo in Terra Santa. Ben pochi leadermondiali sembrano, però, ascoltarci. Fra tuttiquesti, Papa Francesco è quello che più spesso sifa portatore della causa di tutti gli abitanti diquella Terra, sia attraverso frequenti riferimentidurante le sue udienze e i suoi discorsi, sia attra-verso la sua visita storica del maggio 2014, allaquale seguì l’incontro in Vaticano che vide riuni-ti i presidenti di Israele e Palestina per promuo-vere la giustizia in quella Terra.

Il sostegno e la promozione di gran lunga piùsignificativi e costanti della libertà religiosa edella pace in Terra Santa sono evidenti nell’im-pegno educativo e caritatevole del nostro Ordinedel Santo Sepolcro e nelle missioni cattolicheanaloghe.

Le recenti parole del primo sindaco donna

cattolica di Betlemme, una città provata da gran-di difficoltà, possono servire come un valido eprezioso promemoria per tutti i membri del no-stro Ordine nel compito della nostra forte pro-mozione delle “quattro P”:

«So che i membri dell’Ordine sono molto le-gati alla Terra Santa, li vedo spesso a Betlemmee apprezzo veramente tutto quello che fate.Mantenere la speranza e aiutare le persone a ri-manere qui è un aspetto cruciale e questo èquello che voi fate».

Che possiamo continuare a dare prova dellanostra presenza a Betlemme e nel resto di quelleterre sotto una così grave tensione, assicurandoai nostri fratelli cristiani la nostra completa soli-darietà al loro impegno di mantenere viva la no-stra Fede nella Terra in cui è nata.

Edwin Cardinale O’Brien

La riflessionedel gran maestro

info.oessh.va

Il cardinale O’Brien insieme al Santo Padre nelladomenica della Divina Misericordia, lo scorso 3aprile, a Piazza San Pietro.

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II N° 42 - APRILE 2016

È stato in Terra Santa, a Nazareth, nellaBasilica dell’Annunciazione, che laXXIV Giornata mondiale del Malato è

stata solennemente celebrata l’11 febbraio2016, durante la festa liturgica di Nostra Si-gnora di Lourdes. Mons. Zygmunt Zimowski,presidente del Pontificio Consiglio per laPastorale della Salute, è stato l’inviato di

Papa Francesco per questo evento spiritua-le che, dal 1993, ha luogo in un diverso san-tuario mariano del mondo. Il Patriarca Latinodi Gerusalemme, Mons. Fouad Twal, e il suovescovo ausiliare e vicario per Israele, Mons.Giacinto-Boulos Marcuzzo, hanno concele-brato questa messa, alla presenza di numerose persone malate che hanno potuto rice-

L’Ordine all’unisono con la Chiesa universale

La Terra Santaha accolto quest’anno

la Giornata mondiale del Malato

L’Ordine all’unisonocon la Chiesa universale

Gli atti del Gran Magistero

LA TERRA SANTA HA ACCOLTO QUEST’ANNOLA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO II

IL PAPA AL CONGRESSO INTERNAZIONALEDI COR UNUM: «VIVERE LE OPEREDI MISERICORDIA SIGNIFICA CONIUGAREIL VERBO AMARE SECONDO GESÙ» IV

OPERE DI «VIVA MISERICORDIA» IN OCCASIONEDELL’ANNO SANTO V

PAPA FRANCESCO VISITA LA SINAGOGA DI ROMA VBETLEMME E LOURDES: UNA SOLIDARIETÀ

FONDATA SULLA GIUSTIZIA CHE NESSUN MUROPOTRÀ IMPEDIRE VII

IL COORDINAMENTO PER LA TERRA SANTADENUNCIA GLI EGOISMI CHE CHIUDONOLE PORTE VIII

LA RIUNIONE DI PRIMAVERA DEL GRAN MAGISTERO IXPELLEGRINAGGIO GIUBILARE DELL’ORDINE DEL

SANTO SEPOLCRO AL SANTUARIO DI POMPEI XII

IL PASSAGGIO DELLA PORTA SANTA INSIEMEAL CARDINALE O’BRIEN XII

TANTI INCONTRI IN PROGRAMMA PERIL CARDINALE O’BRIEN NEI PROSSIMI TRE MESI XIV

«UN MUSULMANO CHE ESCE DALLE NOSTRESCUOLE NON DIVENTERÀ MAIUN INTEGRALISTA» XV

CRISTIANI IN MEDIO ORIENTE: UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE A ROMA XVI

LA NECESSITÀ DI RIACCENDERE LA SPERANZA:IL SOSTEGNO DELLA CHIESA IN GIORDANIAAI MIGRANTI XVII

PELLEGRINI DELLA MISERICORDIAIN TERRA SANTA XVIII

APRE LA SEZIONE VIA DOLOROSADEL TERRA SANCTA MUSEUM XVIII

LA CONCRETEZZA DELLA SOLIDARIETÀ XIXIL DONO DEL PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA XIX

L’Ordine e la Terra Santa

La vita nelle Luogotenenze

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IMPRESSUM GRAN MAGISTERO DELL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME00120 CITTÀ DEL VATICANO – E-mail: [email protected]

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forma di violenza e di discriminazione» (Mi-sericordiae Vultus, 23).

Nel messaggio, il Santo Padre ha propostodi meditare sul racconto evangelico dellenozze di Cana (Gv 2,1-11) in cui Gesù compieil suo primo miracolo grazie all’intervento disua madre. Il tema della Giornata mondialesi inseriva perfettamente all’interno del con-testo del Giubileo straordinario della Miseri-cordia: “Affidarsi a Gesù misericordioso co-me Maria: ‘Qualsiasi cosa vi dica, fatela’ (Gv2,5)”. Nazareth è il luogo in cui il Verbo si èfatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo anoi (Gv 1,14). Sempre a Nazareth, Gesù hacominciato la sua missione salvifica, attri-buendosi le parole del profeta Isaia, come ciricorda l’Evangelista Luca: «Lo Spirito del Si-gnore è sopra di me; per questo mi ha consa-crato con l’unzione, e mi ha mandato per an-nunziare ai poveri un lieto messaggio, perproclamare ai prigionieri la liberazione eai ciechi la vista; per rimettere in libertà glioppressi, e predicare un anno di grazia delSignore» (4,18-19).

III N° 42 - APRILE 2016

Una delegazione del Vaticano guidata dal Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Saluteha partecipato quest’anno alla celebrazione della XXIV Giornata mondiale del Malato in Terra Santa.L’evento, che ha avuto luogo a Nazareth l’11 febbraio, è stata l’occasione per un pellegrinaggio, dal 6 al 13febbraio, durante il quale la delegazione ha visitato anche il Monte delle Beatitudini per una messa allaquale hanno partecipato varie persone disabili (nella foto).

vere il sacramento dell’Unzione degli infer-mi.

La delegazione pontificia ha visitato ospe-dali, case di riposo, come anche centri per lepersone con disabilità. «Ogni ospedale o ca-sa di cura può essere segno visibile e luo-go per promuovere la cultura dell’incon-tro e della pace, dove l’esperienza dellamalattia e della sofferenza, come purel’aiuto professionale e fraterno, contri-buiscano a superare ogni limite e ogni di-visione», ha detto il Papa nel suo importantemessaggio pubblicato in occasione di questaGiornata mondiale del Malato, sperando cheessa possa aiutare a realizzare il desiderioespresso nella Bolla d’indizione del Giubileostraordinario della Misericordia (Misericor-diae Vultus, dell'11 aprile 2015): «Questo An-no Giubilare vissuto nella misericordia possafavorire l’incontro con l’Ebraismo, conl’Islam e con le altre nobili tradizioni religio-se; ci renda più aperti al dialogo per meglioconoscerci e comprenderci; elimini ogni for-ma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni

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IV N° 42 - APRILE 2016

Nello scorso mese di feb-braio, durante il congres-so internazionale orga-

nizzato dal Pontificio ConsiglioCor Unum sul tema “La caritànon avrà mai fine” (1 Corinzi 13,8), Papa Francesco si è rivolto aipartecipanti commentando ungrande testo del suo predecesso-re, l’enciclica Deus caritas est.

«La prima enciclica di PapaBenedetto XVI tratta un argo-mento che permette di percorre-re tutta la storia della Chiesa,che è anche la storia della carità.È la storia dell’amore ricevutoda Dio che deve essere trasmesso al mondo:questa carità, ricevuta e condivisa, costitui-sce il perno della storia della Chiesa così co-me quello della storia di ciascuno di noi.L’atto di carità, infatti, non è solamenteun’elemosina che purifica la coscienza, macomporta ‘un’attenzione d’amore per l’altro’(Esortazione apostolica Evangelii gaudium, n.199), che ‘considera uno come lui’, e deside-ra quindi condividere l’amicizia di Dio. Lacarità è al centro della vita della Chiesa e neè veramente il cuore, come diceva Santa Te-resa del Bambin Gesù», ha dichiarato il San-to Padre davanti ai rappresentanti delle orga-nizzazioni impegnate nel servizio ai più dise-redati, in particolare presso le popolazionidel Medio Oriente.

«L’enciclica ci ricorda che questa caritàvuole manifestarsi maggiormente nella vitadella Chiesa. Come vorrei che ciascuno nellaChiesa, che ogni istituzione, che ogni attivi-tà, manifestasse che Dio ama l’uomo! La

missione dei nostri organismi di carità è im-portante perché questi permettono a tantepersone povere di avere una vita più degna,più umana, cosa più che mai necessaria.Inoltre questa missione è molto importanteperché permette a ciascuno di noi, non a pa-role, ma grazie ad un amore concreto, disentirsi amato dal Padre come un figlio, edestinato alla vita eterna con Dio», ha ag-giunto il successore di Pietro. Ha poi ringra-ziato tutti coloro che, quotidianamente, siimbarcano in questa missione che si rivolgea ogni cristiano, sottolineando che possiamovivere tutti della grazia del Giubileo prati-cando le opere di misericordia corporale espirituale: «Vivere le opere di misericordiasignifica coniugare il verbo amare secondoGesù, così che tutti insieme possiamo contri-buire concretamente alla grande missionedella Chiesa che è quella di comunicarel’amore di Dio che chiede solamente di esse-re diffuso».

Il Papa al congresso internazionaledi Cor Unum: «Vivere le opere di

misericordia significa coniugareil verbo amare secondo Gesù»

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V N° 42 - APRILE 2016

Le opere di misericordia sono le azionicaritatevoli attraverso le quali aiutiamoil nostro prossimo nei suoi bisogni cor-

porali e spirituali. Papa Francesco le ha de-scritte così nella sua Bolla di indizione delGiubileo della Misericordia (n° 15):

«Riscopriamo le opere di misericordiacorporale: dar da mangiare agli affama-ti, dar da bere agli assetati, vestire gliignudi, accogliere i forestieri, assisteregli ammalati, visitare i carcerati, seppel-lire i morti. E non dimentichiamo leopere di misericordia spirituale: consi-gliare i dubbiosi, insegnare agli ignoran-ti, ammonire i peccatori, consolare gliafflitti, perdonare le offese, sopportarepazientemente le persone moleste, pre-gare Dio per i vivi e per i morti».

Il giorno della festa della Divina Miseri-cordia, nel cuore del Giubileo straordinario,durante l’omelia della messa di domenica 3aprile, il Santo Padre ha spiegato che essereapostoli di misericordia significa toccare edaccarezzare le piaghe di Cristo, presenti ogginel corpo e nell’anima di tanti fratelli e so-relle.

«Curando queste piaghe professiamo Ge-sù, lo rendiamo presente e vivo, permettia-mo ad altri di toccare con mano la sua mise-ricordia, di riconoscerlo “Signore e Dio”, co-

me fece l’apostolo Tommaso», ha insistito.«Chiediamo la grazia di non stancarci mai diattingere alla misericordia del Padre e di por-tarla alla gente: chiediamo di essere noi stes-si misericordiosi, per spargere ovunque laforza del Vangelo».

La sera precedente, in piazza San Pietro,con migliaia di pellegrini venuti a rappresen-tare, a Roma, tutti coloro che aderiscono allaspiritualità della Divina Misericordia, il suc-cessore di Pietro ha suggerito che ogni dioce-si, nel mondo, eriga una sorta di “monu-mento” di questo Anno della Misericor-dia, attraverso un’opera di misericordiavivente, sotto forma di una struttura dimisericordia: un ospedale, una casa diriposo, una casa per i bambini abbando-nati, una scuola là dove manca, unastruttura per aiutare i tossicodipenden-ti…

«Sarebbe bello che ogni diocesi pensasse:cosa posso lasciare come ricordo vivente, co-me opera di misericordia vivente, come pia-ga di Gesù vivente in occasione di questoAnno della Misericordia? Pensiamoci e par-liamone con i vescovi», ha concluso il Papa.

Ai membri dell’Ordine del Santo Sepol-cro, presenti nei cinque continenti, staràparticolarmente a cuore rispondere a questoinvito nelle loro Chiese locali.

Il 17 gennaio 2016, a sei anni esatti dallavisita di Benedetto XVI e a 30 anni daquello storico primo ingresso di un Papa

all’interno del Tempio Maggiore di Romacon Giovanni Paolo II, Francesco è stato ilterzo Papa a rendere visita alla comunità

ebraica romana. Su questo numero “tre”, ilrabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, hacommentato: «secondo la tradizione giuridi-ca rabbinica, un atto ripetuto tre volte diven-ta chazaqà, consuetudine fissa».

Accolto prima dalla presidente della Co-

Opere di «viva misericordia»in occasione dell’Anno Santo

Papa Francescovisita la Sinagoga di Roma

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VI N° 42 - APRILE 2016

munità ebraica di Roma, Ruth Dureghello,e dal presidente dell’Unione delle Comuni-tà ebraiche italiane, Renzo Gattegna, il San-to Padre ha poi incontrato e abbracciato ilrabbino capo Riccardo Di Segni. Il camminodal fondo del Tempio fino all’area dell’AronhaQodesh, l’armadio al cui interno vengonoriposti i rotoli della Torah, ha preso tempo:papa Francesco infatti ha voluto passare fra ibanchi per salutare i presenti e si è soffer-mato a parlare in particolare con i sopravvis-suti alla Shoah.

Nel suo discorso, ha voluto ricordare co-me la Dichiarazione Nostra Aetate abbia«tracciato la via: “sì” alla riscoperta delle ra-dici ebraiche del cristianesimo; “no” ad ogniforma di antisemitismo, e condanna di ogniingiuria, discriminazione e persecuzione chene derivano». Papa Francesco ha poi insistitosull’azione comune a sostegno dell’ecologia edelle azioni per la pace e la giustizia. Un in-vito importante è stato quello a prendersi leproprie responsabilità e collaborare per losviluppo della città di Roma.

Un’interessante risposta alla collaborazio-ne nell’ambito cittadino è quella delle “vie

Il Giubileo dellaMisericordia èl’occasione peri cattolici diprestare piùattenzione alleradici ebraichedelCristianesimo,come ha volutoindicare il Papavisitando laSinagoga diRoma, in unadinamicareciproca difraternità edialogo.

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del Giubileo” recentemente inaugurate(www.leviedelgiubileo.it). Il Giubileo dellaMisericordia diventa la possibilità per sco-prire l’eredità e la storia della comunitàebraica romana con un’attenzione particola-re alla comune radice della Misericordia cheè condivisa da Ebraismo, Cristianesimo edIslam, come è anche ricordato nella Bolla diIndizione del Giubileo, Misericordiae Vultus.Ai luoghi ebraici, infatti, in questo percorsoculturale e spirituale chiamato “Mille religio-ni a Roma: dal mondo antico ad oggi”, si ag-giunge anche la Grande Moschea di Roma,opera del famoso architetto Paolo Portoghesi.

In seguito alla visita alla Sinagoga di Ro-ma, Papa Francesco è stato invitato dalla co-munità islamica presso la Grande Moschea.Il Santo Padre ha accettato l’invito ma anco-ra non è stata stabilita la data della visita. IlGiubileo della Misericordia si mostra cosìcome un anno propizio – specialmente per imembri dell'Ordine del Santo Sepolcro – pervivere incontri e avvicinamenti con le altredue grandi religioni monoteiste presenti inTerra Santa.

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VII N° 42 - APRILE 2016

La città marianadi Lourdes e lacittà natale di

Cristo hanno ufficializ-zato il loro gemellaggiostorico. In un collo-quio concessoci da Jo-sette Bourdeu, il Sin-daco di Lourdes ci haspiegato che questedue città sono «simboliuniversali che supera-no tutte le divisioniper lasciare al nostromondo, sottomesso al-le turbolenze più dure,un messaggio fraternodi pace».

Una pagina di storiasta per essere scrittaattraverso ciò che questo sindaco della Re-pubblica francese presenta come «il patto diun’amicizia esemplare, quello di un sostegnoreciproco inesauribile». Con Vera Baboun,sindaco di Betlemme, sono state definite del-le azioni di cooperazione, avendo chiaramen-te interessi comuni in materia di turismo re-ligioso, in particolare per accogliere nuovipellegrini dal Sud America e dall’Asia. Il loroscopo è di proporre ai futuri visitatori, pro-venienti da questi paesi lontani, un circuitoa scala “europea” che potrebbe comprende-re, per esempio, Lourdes, Czestochowa, Fati-

ma e la Terra Santa. «Betlemme, malgrado i problemi locali

che non possiamo ignorare, ha realizzato inquesti ultimi anni il fondamento di un veroriconoscimento internazionale attraversouna rete straordinaria di città di tutto il mon-do. Questo nuovo gemellaggio tra Lourdes eBetlemme si inserisce, in modo molto solen-ne, in questo lungo elenco. Vuole essere ilsegno concreto ed evidente di una solidarie-tà, di una forma di giustizia che nessun mu-ro potrà impedire» ci ha precisato JosetteBourdeu.

Betlemme e Lourdes: una solidarietàfondata sulla giustizia

che nessun muro potrà impedire

Potete leggere il testo integrale dell’incontro sul nostro sito partner VaticanInsiderhttp://www.lastampa.it/2016/04/01/vaticaninsider/ita/inchieste-e-interviste/con-il-gemellaggio-betlemme-e-lourdes-rafforzano-i-loro-legami-vOtSBd4vjXhc4SLBlCbwbN/pagina.html

Le municipalità di Lourdes e Betlemme hanno reso più vicino il loro destinograzie ad un gemellaggio storico che mira a sostenere e sviluppare lacollaborazione fra le città d’Europa e quelle palestinesi.

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Il Coordinamento delle conferenze episco-pali per la Terra Santa, sostenuto dallaSanta Sede, riunisce i vescovi che rappre-

sentano le conferenze episcopali che, per unaragione storica o pastorale, hanno a cuore laTerra Santa. La Conferenza episcopale dellaGran Bretagna svolge un ruolo trainante neiconfronti del lavoro di questo gruppo che tut-ti gli anni, a partire dal 1998, risponde all’in-vito dell’Assemblea dei vescovi cattolici diTerra Santa. Con il tempo, questo Coordina-mento si è arricchito di persone che conosco-no bene la Terra Santa e membri di grandiorganizzazioni, come l’Ordine del Santo Se-polcro. Come ha ben detto il Gran Maestrodell’Ordine in apertura della Newsletter, ilCoordinamento descrive abitualmente la suamissione con quattro “P”: “P” come presenzaper i cristiani in Terra Santa; “P” come prega-re con e per loro; “P” come pellegrinaggio (illavoro dei cristiani in Terra Santa dipende ingran parte dai pellegrinaggi e l’avvenire deipellegrinaggi dipende in gran parte da questepietre vive che sono i cristiani locali); “P” co-me perorare (il Coordinamento difende lacausa di questi cristiani pubblicamente epresso i governanti).

Quest’anno, ad esempio, il Coordinamen-to ha constatato che il territorio di Betlemmeè in progressiva diminuzione. «Il suo accessoall’acqua diminuisce. La libertà di circolaredei suoi abitanti diminuisce. Essa è stata li-mitata per esempio, con la costruzione del“muro di Cremisan”. Questo muro non ha lafunzione di aumentare la sicurezza in genera-le, ma quella di proteggere i coloni che occu-pano illegalmente, agli occhi della legge in-ternazionale, questa parte del territorio», sot-tolinea un membro eminente del Coordina-

mento, Mons. Michel Dubost, presidente delConsiglio per le relazioni interreligiose dellaConferenza episcopale francese, in un’inter-vista concessa al Servizio Comunicazione del-l’Ordine del Santo Sepolcro.(1) «Solo un mira-coloso risveglio dell’opinione pubblica inter-nazionale potrebbe forse cambiare qualchecosa. Ma il modo in cui i loro vescovi, unadecina in tutto, sono stati trattati dalla poliziaisraeliana dice alla gente: «Abbiamo la forzae niente ci impedirà di fare ciò che vogliamofare», nota questo vescovo francese.

Mons. Dubost commenta: «Il nostro mon-do ha paura. La paura crea divisioni e rin-chiude nei territori. È necessario andare in-cessantemente all’incontro dell’altro. Senzapaura. Ma, per questo, bisogna essere sicuridi sé e direi, soprattutto, di Dio. Ciò che micolpisce è la difficoltà di alcuni cristiani nelcomprendere che il Cristo è vittorioso, che ilperdono è vittorioso, che la misericordia èvittoriosa. È vero che la misericordia com-porta dei rischi ma l’egoismo porta alla mor-te spirituale che è da temere più della mortefisica!».

Durante la sua visita annuale in Terra San-ta, il Coordinamento ha ammirato sul campola Chiesa giordana e il regno tutto intero. LaGiordania accoglie milioni di rifugiati, com-presi i palestinesi e gli yemeniti... «Bisognadirlo, farlo sapere – sottolinea Mons. Dubost– e rifiutare di chiuderci negli egoismi che cidiscreditano».

(1) L’intervista sul Coordinamento per la Terra San-ta può essere letta nella sua interezza sulla nostra pa-gina del sito Vatican Insider:http://www.lastampa.it/vaticaninsider/ita/ordine-del-santo-sepolcro

Il Coordinamento per la Terra Santadenuncia gli egoismi

che chiudono le porte

VIII N° 42 - APRILE 2016

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IX N° 42 - APRILE 2016

Il cardinale Edwin O’Brien, aprendo i la-vori dopo la messa che aveva presiedutoa Palazzo della Rovere – sede del Gran

Magistero dell'Ordine – ha fortemente inco-raggiato i partecipanti a questa riunione del-l’organo di governo dell'Istituzione ad appro-fondire la recente esortazione apostolicadel Papa, Amoris Laetitia, «inno alla vita fa-miliare», e a promuoverne la lettura fra imembri dell’Ordine. Dopo aver presentato ilsuo nuovo segretario, Padre John Bateman,cappellano dell’aviazione militare, il GranMaestro ha reso noti i suoi prossimi viaggi

nelle Luogotenenze e Delegazioni Magistrali,in particolare per la prima Investitura inRepubblica Ceca e, in seguito, nel Pacifico ein Asia dove l’Ordine è in crescita. Ha sotto-lineato di contare sui membri del Gran Ma-gistero affinché coltivino i legami con i Luo-gotenenti nelle grandi regioni del mondo. IlGovernatore Generale Agostino Borromeoha poi ringraziato il cardinale O’Brien peril suo impegno perseverante nel visitare leLuogotenenze del mondo intero, attivitàche stimola tutte le forze vive dell’Ordine amobilizzarsi insieme per sostenere la “cultu-

Gli atti del Gran Magistero

La riunione di primaveradel Gran Magistero

Il Gran Magistero dell’Ordine del Santo Sepolcro – costituito da una ventina dimembri di diverse nazionalità – si è riunito attorno al Gran Maestro a Roma, il12 e 13 aprile 2016 per il consueto incontro di primavera, il primo dell’anno.

AMORIS LAETITIA, LA GIOIA DELL’AMORE

Dedicata all’“amore in famiglia”, la tanto attesa esortazioneapostolica post-sinodale è stata resa pubblica l’8 aprile du-rante una conferenza stampa nella quale è intervenuto prin-cipalmente il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo diVienna e membro eminente dell’Ordine del Santo Sepolcro.Amoris Laetitia – “la gioia dell’amore” – è un grande testo diapertura pastorale, firmato il 19 marzo, nella festa di SanGiuseppe, da Papa Francesco. Questa esortazione apostoli-ca, allo stesso tempo splendida sintesi e documento di riferi-mento, è una fonte di speranza e merita di essere lavorata eapprofondita, soprattutto nei suoi bei capitoli che parlanodell’amore nel matrimonio, della relazione intima e della ne-cessità di scegliersi sempre reciprocamente, un passo dopol’altro. Amoris Laetitia insiste specialmente sulla preparazione al matrimonio e sull’accompagna-mento delle coppie nei primi anni della vita matrimoniale, in particolare nelle crisi che possono es-sere il segno di una crescente maturità affettiva. «Ogni crisi nasconde una buona notizia che occor-re saper ascoltare affinando l’udito del cuore», ha fatto notare il Papa. «Non disperiamo a causa deinostri limiti», ha sottolineato paternalmente, «ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amo-re e di comunione che ci è stata promessa».

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ra dell’incontro” in Terra Santa. Il Governatore ha salutato la generosità

dei membri dell’Ordine che ha permesso diraccogliere, nel 2015, 13 milioni e mezzo dieuro a vantaggio delle «pietre vive» dellaChiesa nel territorio del Patriarcato Latino diGerusalemme che si estende dalla Giordaniafino a Cipro. Dopo aver ringraziato calorosa-mente il Cancelliere Ivan Rebernik per il suooperato durante il mandato di quattro anniche ha appena terminato, il Governatore haaccolto ufficialmente l’avvocato Flavio Ron-dinini come nuovo membro del Gran Magi-stero, incaricato anche di seguire le questio-ni relative al personale.

Il Patriarca di Gerusalemme, Gran Prioredell’Ordine ha preso a sua volta la parolaper descrivere la situazione in Terra Santa,insistendo particolarmente sulla «discrimina-zione» alla quale devono far fronte le scuolecattoliche in Terra Santa, private della sicu-rezza che veniva loro dalle sovvenzioni go-vernative che oggi sono rimesse in questio-ne. Ha inoltre sottolineato la sfida rappre-sentata dai migranti, specialmente i rifugiatiche ad oggi formano circa il 20% della popo-lazione giordana.

Fra i vari temi d’attualità toccati, Mons.Twal ha menzionato anche il dramma provo-cato dalla costruzione del “muro di separa-zione a Cremisan” alle famiglie cristiane pa-lestinesi che vivono della coltivazione degli

ulivi in questa valle vicina a Betlemme. Haricordato, inoltre, l’urgenza della ripresa delprocesso di pace israelo-palestinese in que-sto momento in cui le guerre in MedioOriente allontanano l’attenzione dell’opinio-ne pubblica da questa questione centrale ri-spetto al diritto internazionale. Davanti alledifficoltà che crescono, in particolare riguar-do ai problemi sociali, sanitari e scolastici inPalestina, il Patriarca ha proposto al GranMagistero di partecipare maggiormente allariflessione generale, nel quadro di un Comi-tato che potrebbe anche pensare ad una mi-gliore gestione delle scuole, al di là dei pro-getti regolarmente seguiti dalla Commissioneper la Terra Santa. Questa proposta è stataoggetto di discussione e rimane ancora dastudiare, avendo vari membri del Gran Ma-gistero sostenuto il ricorso ad esperti locali.Una collaborazione più ampia con il Patriar-cato è stata comunque presa volentieri inconsiderazione durante gli scambi avvenuti,soprattutto per realizzare un piano di svilup-po di durata quinquennale.

Uno sforzo di vero dialogo consolidatofra l’Ordine e il Patriarcato Latino

Nel bilancio dell’anno 2015 esposto da Pa-dre Imad Twal, amministratore generale delPatriarcato Latino, appare un deficit genera-le per le istituzioni, il seminario e le scuole

Il Cancelliere IvanRebernik, alla fine delsuo mandato, è statopubblicamenteringraziato dal GranMaestro e dalGovernatore Generale,alla presenza deimembri del GranMagistero riuniti aRoma, per il suooperato a serviziodell’Ordine. IlCancelliere ha ricevutoin ringraziamento laPalma d’oro.

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più importante rispetto agli anni precedenti:ciò è stato attribuito alla diminuzione delledonazioni provenienti da fonti altre che l’Or-dine del Santo Sepolcro che, da parte sua, hainvece sensibilmente aumentato i contributiregolari.

Padre Imad Twal ha rilanciato l’appellopressante del Patriarca al Gran Magistero,soprattutto a proposito delle scuole cattoli-che che formano le future colonne portanti,laiche e ecclesiastiche, della Terra Santa es-sendo alcune di esse a rischio di chiusura inGiordania. Uno dei problemi è il basso sala-rio dei professori e del personale – che sonoper l’80% membri della comunità cristiana –che porta alla fuga degli insegnanti verso lestrutture statali.

Di comune accordo con i rappresentantidel Patriarcato, il Gran Magistero invierà al-l’amministratore generale delle domandespecifiche per comprendere meglio le ragio-ni del deficit e cercare di portarvi rimedio inuno sforzo di vero dialogo consolidato. Suquesto punto, il Vice Governatore PatrickPowers ha rinnovato la disponibilità deimembri americani dell’Ordine a contribuirealla formazione dei leader di domani in Ter-ra Santa mentre il Patriarcato si impegna conuna logica di razionalizzazione capace di ri-dare all’insegnamento cattolico una posizio-ne di eccellenza.

La Commissione per la Terra Santa, pre-sieduta da Thomas McKiernan, dopo averdescritto i progetti in corso e quelli previsti –fra i quali il sostegno ad una casa per anziani

XI N° 42 - APRILE 2016

a Taybeh e dei lavori di ristrutturazione indue scuole giordane – ha confermato la suavolontà di impegnarsi in una riflessione pre-visionale d’ordine pastorale con il Patriarca-to. Si tratta di mettere in atto, oltre ai proget-ti materiali stessi, una «pianificazione strate-gica» che miri a salvare le scuole cattoliche,luoghi essenziali per il futuro e il consolida-mento della Chiesa locale.

L’ingegnere Pier Carlo Visconti, analizzan-do lo stato dei conti del Gran Magistero, hamostrato che l’aiuto annuale inviato in TerraSanta è passato da 9,3 a 11,3 milioni di euromentre le spese del Gran Magistero sono di-minuite. I contributi per le scuole non cessa-no di crescere (3 milioni d’euro nel 2015 ri-spetto ai 2,5 dell’anno precedente).

Mons. Antonio Franco, Assessore dell’Or-dine, ha fatto il punto sulla Fondazione Vati-cana San Giovanni Battista che è riuscita arimborsare i debiti dell’Università di Mada-ba e assicurarne lo sviluppo nei prossimi an-ni (leggere anche Annales 2015, pp. 61-62).

Terminando il suo mandato con grandiapplausi, il Cancelliere Ivan Rebernik ha for-nito dei dettagli sulle statistiche dell’Ordineche indicano l’ingresso di 1250 nuovi mem-bri nel 2015 (in totale 28.787 nel mondo). Hainoltre presentato un rapporto sintetico delleazioni di comunicazione e del suo operato inmerito agli archivi del Gran Magistero, rior-dinati grazie ad un grande lavoro di riorga-nizzazione e informatizzazione.

François Vayne

Flavio Rondinini, membro del Gran Magistero

Il Gran Magistero dell’Ordine del Santo Sepolcro ha un nuovo membro nella persona di Flavio Rondini-ni, avvocato presso la Corte di Cassazione. Nato il 9 febbraio 1962 a Faenza, laureato in Giurispruden-

za presso l’Università di Bologna e in possesso di un titolo di licenza in diritto canonico presso il Pontifi-cio Istituto Orientale, è autore di varie pubblicazioni di riferimento. Membro dell’Ordine del Santo Sepol-cro, ha collaborato professionalmente con varie realtà della Santa Sede, in particolare con la Segreteriadi Stato e la Congregazione per le Chiese Orientali. Sposato e con tre figli, è anche ufficiale di riservanei Carabinieri. Il cardinale O’Brien l’ha ufficialmente accolto nelle sue nuove funzioni internazionali du-rante la riunione di primavera del Gran Magistero.

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XII N° 42 - APRILE 2016

Per decisione del Gran Maestro dell’Or-dine del Santo Sepolcro, il prossimo sa-bato 15 ottobre avrà luogo un pellegri-

naggio giubilare delle Luogotenenze italianeal santuario di Pompei. Sono attesi numerosinon solo i membri italiani dell’Ordine, maanche tutti i Cavalieri e le Dame del mondoche vorranno partecipare, sapendo che le di-verse Luogotenenze si devono far carico diorganizzare sul posto il viaggio e l’alloggio.

La messa all’altare della Vergine è previ-sta alle ore 10 del mattino e la preghiera delrosario sarà seguita dall’Adorazione Eucari-stica alle ore 16, nella cappella dedicata albeato Bartolo Longo, prima del passaggiodella Porta Santa nel santuario. Il beato Bar-tolo Longo, che fino ad oggi è il solo mem-bro laico dell’Ordine beatificato, è stato defi-nito da san Giovanni Paolo II come «l’uomodella Vergine». Nell’omelia della sua beatifi-cazione, il 26 ottobre 1980, il Papa disse dilui che «per amore di Maria, divenne scritto-re, apostolo del Vangelo, diffusore del Rosa-rio, fondatore del celebre santuario malgra-do le enormi difficoltà; per amore di Mariacreò istituti di carità, diventò mendicanteper i figli dei poveri, trasformò Pompei in

una cittadella vivente di bontà umana e cri-stiana; per amore di Maria, sopportò semprein silenzio tribolazioni e calunnie, passandoattraverso un lungo Getsemani, fiduciosonella Provvidenza, sempre obbediente al Pa-pa e alla Chiesa».

Il suo percorso umano e spirituale, che èin sé un messaggio d’amore, ci mostra quan-to sia grande la misericordia di Dio e quantopossa essere profonda la conversione di uncuore. Ogni giorno, a Pompei, i pellegrinivivono l’esperienza del trionfo della gra-zia sulle rovine del peccato, seguendoBartolo Longo. Nel recente numero dellarivista dell’Ordine, Annales, Mons. Tomma-so Caputo, arcivescovo prelato e delegatopontificio di Pompei, priore della sezione«Napoli - Beata Vergine del Rosario» dell’Or-dine del Santo Sepolcro, ci ha confidato: «Ve-dere il santuario e tutte le sue opere di caritàedificate a partire dal nulla, con “un soldo almese”, ci fa toccare con mano la veridicitàdel messaggio d’amore che Dio, attraverso lamediazione della Vergine, ha donato a Barto-lo Longo, non solo per lui stesso, ma per tut-ti noi».

Pellegrinaggio giubilaredell’Ordine del Santo Sepolcro

al santuario di Pompei

Il passaggio della Porta Santainsieme al cardinale O’Brien

Durante il Giubileo della Misericordia,lo staff del Gran Magistero dell’Ordi-ne ha avuto la gioia di passare la Por-

ta Santa della Basilica di San Pietro in compa-gnia del Gran Maestro, cardinale EdwinO’Brien, il 22 febbraio, portando nelle pro-prie intenzioni tutti i membri dell’Ordine, in

maniera particolare quelli che stanno attra-versando periodi di malattia o difficoltà.Mons. Fortunato Frezza, cerimoniere dell’Or-dine e canonico di San Pietro, ha guidato ilgruppo in questo intenso momento che costi-tuisce una delle condizioni per ottenere l’in-dulgenza giubilare, oltre ad aver ricevuto il

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sacramento della Riconciliazione, partecipatoall’Eucaristia e pregato secondo le intenzionidel Santo Padre. All’aspetto sacramentale, Pa-pa Francesco ha infatti spesso ricordato inquesti mesi, l’importanza di unire come parteintegrante l’attenzione alle opere di miseri-cordia corporale e spirituale (vedere a questoproposito l’articolo a pagina V). Nella foto ve-

diamo lo staff del Gran Magistero insieme alGran Maestro, al Governatore Generale Ago-stino Borromeo, al Cancelliere Ivan Rebernike al Consultore Pier Carlo Visconti, una voltapassata la Porta Santa, accanto all’altare dellaCattedra di San Pietro, nella celebre basilicapapale.

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XIV N° 42 - APRILE 2016

Tanti incontri in programmaper il cardinale O’Brien

nei prossimi tre mesi

Il cardinale Edwin O’Brien ha avuto mododi riunirsi con i membri del Gran Magisteroper il consueto appuntamento primaverile

(11-13 aprile), presso la sede dell’Ordine a Pa-lazzo della Rovere, e nei prossimi mesi incon-trerà un numero importante di Luogotenentiper le riunioni regionali dei Luogotenenti del-l’America del Nord (2-4 giugno a Baltimora, Sta-ti Uniti) e dell’Europa (27-28 giugno a Roma).Inoltre il Gran Maestro ha celebrato la primaInvestitura della Delegazione Magistrale per laRepubblica Ceca ad Olomouc: il 16 aprile ha ri-cevuto l’Investitura il Gran Priore, l’arcivesco-vo di Olomouc Mons. Jan Graubner (nella fotoa destra), e il giorno seguente è sta-ta la volta dei nuovi Cavalieri e Da-me. Il 10 e l’11 giugno Sua Eminen-za presiederà la cerimonia di Inve-stitura a Pelplin, in Polonia.

Il cardinale O’Brien hapresieduto la prima

cerimonia diInvestitura a Olomouc,in Repubblica Ceca,durante delle bellecelebrazioni che si

sono tenute il 16 e 17aprile.

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XV N° 42 - APRILE 2016

«Un musulmano che escedalle nostre scuole non

diventerà mai un integralista»

L’Ordine e la Terra Santa

Potrebbe descrivere la rete dellescuole cattoliche del PatriarcatoLatino di Gerusalemme? Quante

sono, come sono distribuite o situatee come funzionano?«La rete delle scuole del Patriarcato Lati-

no si estende su tutto il territorio del Patriar-cato: Israele, Palestina e Giordania. Vi sono3 scuole in Israele e 5 asili che accolgono2.700 alunni. InPalestina vi sono14 scuole e altret-tanti asili per 6.200alunni. In Giorda-nia il numero degliallievi è più impor-tante: sono circa10.000, accolti in25 scuole e altret-tanti asili. Ogniscuola funziona incollaborazione conuna parrocchia. Lescuole si trovanosoprattutto nei vil-laggi e accolgonosia cristiani chemusulmani, met-tendosi al serviziodei più poveri. La

rete delle scuole funziona in collaborazionecon i rispettivi ministeri dell’educazione».

Perché il Patriarcato accorda tantaimportanza pastorale a queste scuoledove sono accolti anche numerosi mu-sulmani? «L’educazione è un settore importante del

Patriarcato Latino. La prima ragione è che,grazie all’educazione, si può raggiungere la

Padre Faysal Hijazen è direttore delle scuole del Patriarcato Latino diGerusalemme. In un’intervista accordataci recentemente, e che è possibile leggereinteramente sul nostro sito partner Vatican Insider, padre Faysal ci racconta il

lavoro fondamentale svolto dalle istituzioni scolastiche in Terra Santa.

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XVI N° 42 - APRILE 2016

persona umana nella sua identità totale; perfortificare la fede del popolo bisogna esserepresenti nella società, trasmettendo valori dirispetto, di accettazione dell’altro. Anche imusulmani vengono accolti in queste scuolee assistono a corsi di religione islamica lungotutto il loro ciclo scolastico. La loro presenzanella scuola è una fortuna per il PatriarcatoLatino, consente di poter insegnare valoriprofondamente cristiani come l’apertura al-l’altro, il rispetto, l’amore per il prossimo, ilperdono. Un musulmano che esce dalle no-stre scuole non diventerà mai un integrali-sta».

Come fate avanzare la cultura dell’in-contro nelle scuole del Patriarcato La-tino? Grazie a quali iniziative? «Le classi di religione sono miste, un’ora

alla settimana, cristiani e musulmani. Si stu-diano i grandi temi quali, per esempio, “vi-vere insieme”, “studiare insieme”, “incontra-re l’altro” …. Gli altri tempi di insegnamento

della religione sono ripartiti secondo la reli-gione dell’alunno. E poi la vita quotidiana ascuola è di per sé un incontro dell’altro. Lescuole del Patriarcato Latino permettono dicostruire un ponte tra le religioni, tra diverseculture. Questi ponti superano tutti i muriche spesso chiudono i cuori».

In che cosa l’azione dell’Ordine Eque-stre del Santo Sepolcro è essenziale ri-spetto all’opera di educazione del Pa-triarcato Latino? «Sarò chiaro: senza il sostegno dell’Ordi-

ne, le nostre scuole sarebbero chiuse da mol-to tempo.(1) Un’educazione senza mezzi ma-teriali è un’educazione che muore molto ra-pidamente. L’Ordine del Santo Sepolcro favivere la missione di educazione del Patriar-cato Latino».

(1) L'82% delle donazioni per l'insegnamentosono il frutto dell'instancabile generosità dei mem-bri dell'Ordine.

Dal 24 al 26 febbraio 2016, Roma ha ospitato una conferenza internazionale organizzatadalla Conferenza Episcopale Tedesca dal titolo “Between World Society and Regional

Transformations: Christians, Christian Churches and Religion in a Changing Middle East”.Mons. William Shomali, vicario patriarcale per Gerusalemme era presente e ha portato il pun-to di vista particolare della Terra Santa nell’attuale scenario mediorientale.

L’intervento di Mons. Shomali ha invitato l’auditorio a riflettere su come la lettura di fattiche riteniamo essere oggettivi sia invece altamente influenzata dai punti di vista. «A Gerusa-lemme, la storia e la geografia sono lette in maniera differente: quelli che i palestinesi chiama-no ‘territori occupati’ per Israele sono ‘territori contesi’», commenta. Il problema è che l’uno èincapace di aprirsi alla narrativa dell’altro.

«Con i musulmani – prosegue Mons. Shomali – viviamo e soffriamo insieme. Cerchiamo dieducare i bambini cristiani e musulmani insieme a vivere nel rispetto. Il nostro obiettivo èquello di creare un nuovo modo di pensare anche se questo sta diventando sempre più compli-cato in un Medio Oriente radicalizzato». Con gli ebrei, si condivide molto: basta pensare cheGesù era ebreo. Tuttavia la situazione politica ostacola un vero dialogo.

Il vicario patriarcale ha concluso con una nota di profonda speranza legata alla nostra fede:«Gerusalemme è una città di grandi sorprese, è la città in cui Gesù è risorto il terzo giorno.Continuiamo quindi a pregare!».

Cristiani in Medio Oriente: unaconferenza internazionale a Roma

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Padre Rifat Bader è il direttore del Ca-tholic Center for Studies and Media inGiordania e parroco della chiesa del

Sacro Cuore di Gesù a Naour, a poca distan-za dalla capitale Amman. La Chiesa Cattoli-ca in Giordania è parte integrante del Pa-triarcato Latino di Gerusalemme, insieme aquella in Israele, Palestina e Cipro. Nell’in-tervista pubblicata integralmente sul nostrosito partner Vatican Insider padre Bader rac-conta l’impegno della Chiesa Cattolica nelsostegno ai numerosi migranti che fuggonodalla Siria e dall’Iraq.

Fra le varie iniziative di cui padre Baderci ha parlato, ci soffermiamo sulla bellaesperienza delle scuole aperte per i giovanimigranti che hanno così la possibilità di pro-seguire la loro istruzio-ne: «Un totale di 290studenti siriani si sonoiscritti alla scuola ac-canto alla Parrocchiadel Sacro Cuore di Ge-sù a Naour. Gli studen-ti hanno fra i 4 e i 15anni. Frequentano lelezioni il lunedì, mar-tedì e mercoledì dalle16 alle 19. Fra loro cisono 120 studenti chefrequentano le scuolepubbliche e hannoproblemi di apprendi-mento. Per loro ci sonolezioni di recupero ilsabato dalle 15 alle 20.Questa scuola ha aper-to le porte agli studentiil 19 gennaio 2016. Cisono altre dieci scuole

per i bambini siriani organizzate dalla Cari-tas in varie città e villaggi».

Interrogato su cosa muove le varie istitu-zioni ad impegnarsi così profondamente perquesti fratelli che fuggono dalla guerra, pa-dre Bader risponde: «La Giordania è un por-to sicuro per la pace nella regione. Il nostrodovere, in quanto cittadini e cristiani, è quel-lo di alleviare le sofferenze delle persone. Misono reso conto che questa gente ha persotutto nella vita: case, lavori, proprietà, attivi-tà. Hanno anche perso ogni barlume di spe-ranza di poter vivere una vita senza proble-mi. Hanno perso il loro futuro ed è nostrodovere ridare loro speranza con i mezzi cheabbiamo. Questo è il messaggio che abbiamoimparato dal Vangelo».

XVII N° 42 - APRILE 2016

La necessità di riaccendere lasperanza: il sostegno della Chiesa

in Giordania ai migranti

La Chiesa Cattolica in Terra Santa è molto impegnata nell’accoglienza deirifugiati del Medio Oriente, soprattutto nell’organizzazione dei serviziscolastici dei bambini e dei giovani. L'Ordine ha largamente contribuito aqueste azioni nel 2015 attraverso una generosa donazione alla Caritasgiordana

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A pochi giorni dalla settimana che invitaogni cristiano a ripercorrere i passi di

Gesù a Gerusalemme,inseriti nel mistero del-la sua passione, mortee risurrezione, vieneinaugurata la prima se-zione del Terra SanctaMuseum sulla Via Do-lorosa. Ospitato pressoil Convento della Fla-gellazione – che con-serva resti della Fortez-za Antonia dove la tra-dizione indica che Ge-sù è stato condannatoe da dove abitualmentepartono i pellegrini chepercorrono la Via Cru-cis – il museo ha aper-to le porte il 17 marzoed è visitabile con unpercorso disponibile inotto lingue, fra cuiebraico ed arabo.

Il visitatore ha mo-do di vivere un’espe-

rienza multimediale di 15 minuti che deside-ra preparare al personale cammino della Via

Crucis. Musica, immagi-ni e voci accompagnanoil pellegrino alla scoper-ta della storia di questoluogo e dell’evoluzioneurbanistica di Gerusa-lemme, come anche loinvitano a inserirsi inuna catena ininterrottadi pellegrini che da mil-lenni ripercorrono le or-me di Gesù verso il Gol-gota, fino a quel sepol-cro oggi vuoto. L’Ordineè stato felice di potercontribuire, per iniziati-va diretta del Gran Mae-stro, cardinale EdwinO’Brien, alla realizzazio-ne di questo progettoche comporterà anche larealizzazione di una saladedicata ai Cavalieri eDame dell'Ordine delSanto Sepolcro.

XVIII N° 42 - APRILE 2016

Apre la sezione Via Dolorosadel Terra Sancta Museum

Attraverso un’avanzata tecnologiamultimediale, i visitatori del Terra SanctaMuseum scopriranno lo sviluppo storico eurbanistico di Gerusalemme. Nella foto,una delle fasi della plurimillenaria storiadella città.

Pellegrini della Misericordia in Terra Santa

Sul nostro sito info.oessh.va, sotto la rubrica Annales, è a disposizione in italiano, ingle-se, francese, spagnolo e tedesco il sussidio “Pellegrini della Misericordia in Terra Santa”.

Per le Luogotenenze o i singoli membri che andranno in pellegrinaggio in Terra Santa du-rante quest’Anno della Misericordia, il sussidio si propone di accompagnare il loro cammi-no: dalla preparazione al pellegrinaggio fino al ritorno a casa. Nella Terra in cui Gesù è na-to, vissuto, morto e risorto, si invita alla riflessione particolare in alcuni luoghi santi, ac-compagnati dai testi biblici e da passaggi della Bolla di Indizione del Giubileo, Misericor-diae Vultus. Anche per chi non potrà partire, questo sussidio può essere un aiuto per segui-re i passi di Gesù alla scoperta della sua Misericordia nella meditazione personale.

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Ad ottobre 2015, in seguito alle continue notizie riguardanti l’arrivo di migranti sulle costeeuropee, in fuga dalle condizioni tragiche di vita in alcuni paesi del Medio Oriente e del

sud del mondo, il Gran Maestro, cardinale Edwin O’Brien aveva diffuso nelle Luogotenenze eDelegazioni Magistrali una lettera sull’accoglienza dei rifugiati.

Le risposte sono state pronte e generose. Fra le varie iniziative, è degno di nota l’invito dellaLuogotenenza per l’Italia Meridionale Tirrenica, che conta al suo interno 39 Delegazioni, rivol-to ai Presidi e Delegati per entrare in contatto con la Caritas diocesana e costituire dei Nucleioperativi di professionisti che possano assicurare, alle categorie di migranti a cui viene dataospitalità, un provvidenziale supporto non solo sul piano sociale, legale e amministrativo maanche culturale.

Il Luogotenente Giovanni Napolitano commenta: «Posso riferire, con intima soddisfazione,che molti sono i Cavalieri e Dame disponibili ad offrire, a titolo grazioso, le loro prestazioni».E conclude con uno sguardo al futuro: «Sarà così possibile esprimere la nostra sentita solida-rietà e vincere soprattutto la “barriera dell’indifferenza”». È sempre più chiara l’importanza dirispondere alle necessità del mondo che ci circonda e che bussa alle nostre porte in quanto cri-stiani e, specificatamente, membri dell’Ordine del Santo Sepolcro.

La concretezza della solidarietà

XIX N° 42 - APRILE 2016

La vita delle Luogotenenze

«Ipellegrinaggi sono sempre un momentomolto stimolante per tutti i nostri mem-

bri che partecipano di tutto cuore nelle ope-re e negli aiuti che, considerando le poche ri-sorse e disponibilità di un piccolo paese e diuna piccola Luogotenenza, inviamo per gliabitanti più bisognosi in questa terra di Cri-sto.

Da qualche anno, la Luogotenenza per ilPortogallo compie, ogni due anni, un pelle-grinaggio in Terra Santa al quale aderiscono

una media di 70 partecipanti.Oltre alle visite ai luoghi santi da Naza-

reth a Gerusalemme, un momento significa-tivo è quello dell’Investitura dei nuovi Cava-lieri e Dame nella Basilica del Santo Sepol-cro a Gerusalemme, pratica che la nostraLuogotenenza è riuscita a riprendere, doposecoli in cui nessun membro dell’Ordine hapotuto ricevere l’Investitura in questo luogo.

Normalmente il programma dei pellegri-naggi comprende le visite alle opere alle

Il dono del pellegrinaggioin Terra Santa

Dal Luogotenente del Portogallo, terra particolarmente benedetta dallapresenza del santuario mariano di Fatima, riceviamo una bella testimonianza

sull’intensità dell’esperienza comunitaria del pellegrinaggio in Terra Santache quest’anno si è svolto all’inizio dell’anno in corso e durante il quale è

stata celebrata l’Investitura di 12 Cavalieri e Dame.

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XX N° 42 - APRILE 2016

quali abbiamo contribuito perché constatare«in loco» le carenze esistenti o quelle colma-te, ha l’effetto benefico di far sentire ai cri-stiani locali che siamo con loro, che non so-no soli nelle loro difficoltà e che, dall’altraparte del mondo, ci sono persone che si pre-occupano per loro e che cercano di renderemeno dolorosa la loro esistenza.

E che dire dei sentimenti profondi dei no-stri pellegrini? Che emozione sentire ognigranello di sabbia sui muri che sono stati re-staurati grazie al finanziamento della nostraLuogotenenza!

Come ci si sente di fronte alla semplicitàe alla piccolezza di una goccia di pittura che,ricoprendo i muri, ha dato colore e gioia allevite così provate di ragazzi, ragazze, giovani,anziani, musulmani ma tutti palestinesi, conuna storia di sofferenza e durezza che noi co-

nosciamo così bene e di cui siamo stati testi-moni. Così è stato ad Abud e a Taybeh, co-me anche a Deir Rafat con le suore di Be-tlemme, nel Santuario di Nostra Signora diPalestina. Quale gioia abbiamo visto nei voltidi queste persone, veramente riconoscentiper aver ricevuto un aiuto così semplice daparte nostra.

Con un chiaro obiettivo, i Cavalieri e leDame della Luogotenenza per il Portogallo,che ho l’onore di presiedere, riaffermano illoro impegno e con entusiasmo e gioia dico-no di “sì” alle sfide del futuro sicuri nella vo-cazione al servizio e alla santità che l’Ordinepropone e fermi nella missione che Dio ci haaffidato»

Nuno de Bragança Van UdenLuogotenente per il Portogallo

Nella prossima Newsletter trimestrale (estate 2016), le Luogotenenze sono invitate atestimoniare il modo in cui i membri vivono l’Anno della Misericordia. Contattateci

per condividere le vostre esperienze: [email protected]