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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016 1 http://parrocchiasanfrancesco.wordpress.com - [email protected] n° 3 - DICEMBRE 2016 Felice Santo Natale

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016 1

http://parrocchiasanfrancesco.wordpress.com - [email protected]

n° 3 - DICEMBRE 2016

Felice Santo Natale

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2 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016

VITA DI COMUNITÀ

IL 19 NOVEMBRE DON LUCA PEYRON HA IMPARTITO LE CRESIME

RAGAZZI, LO SPIRITO VI MANTERRA’ NELLA GIOIA!

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I l Natale porta con sé una no-

vità che scombina la nostra

visione del mondo. Dio sce-

glie di cambiare prospettiva, il

creatore si fa creatura, vuole vi-

vere la vita dalla parte degli uo-

mini. Poteva restare beato nella felicità per-

fetta del suo paradiso, invece ha pensato a

noi, ci ha messo al primo posto, prima di se

stesso ed è venuto ad abitare sulla terra.

Ecco perché il Natale ci apre gli occhi su

un punto chiave che può cambiarci in pro-

fondo e farci fare un passo fondamentale.

Quale? La scelta di volere il bene degli altri.

Tutti siamo portati per natura a cercare il

nostro bene e a relativizzare quello altrui.

Perseguiamo inevitabilmente la nostra rea-

lizzazione, la nostra salute, la nostra sicurez-

za e, al massimo, quella della nostra fami-

glia e dei nostri amici più stretti. La novità

del Natale invece inizia proprio lì, quando ci

mettiamo il problema della realizzazione,

del benessere, della felicità di tutti gli altri.

Qui tutto cambia, il mio modo di valutare

le cose, le mie priorità, la mia partecipazione

alla vita sociale. Prima di tutto è necessario

che ognuno di noi compia una rivoluzione

copernicana. Non più io al centro del mon-

do, non più solo il mio bene da cercare, ma

anche il bene di chi non appartiene alla mia

famiglia, al mio paese, alla mia borgata, alla

mia nazione. Nasce una prospettiva nuova,

iniziamo a guardare la vita dalla parte degli

altri, a fare nostro il loro punto di vista, a

sforzarci di capire la loro situazione, le loro

necessità.

Una bella sfida, perché la ricerca spa-

smodica dei nostri vantaggi si nasconde do-

ve meno lo aspetteremo, spesso proprio in

mezzo a quello che ci illudevamo fosse al-

truismo.

Non possiamo esimerci da certe doman-

de: mi prodigo per gli altri in modo che si

facciano un buon concetto di me o per essere

davvero loro utile? Correggo chi ha sbaglia-

to perché possa migliorarsi o per fargli pesa-

re l'errore? Sono ancora capace di gratuità?

Quanto lavoro occorre fare in noi stessi,

ma la posta in gioco è alta e ne vale la pena,

volere il bene degli altri è la cosa che più di

ogni altra ci rende umani.

Auguri di un bellissimo Natale a tutti voi

di San Francesco al Campo e a quelli che

leggeranno il nostro bollettino!

LA LETTERA DEL PARROCO

Visita il sito web dalle nostra parrocchia:

https://parrocchiasanfrancesco.wordpress.com

Troverai:

tutti i bollettini interamente a colori

informazioni della scuola dell’infanzia

notizie dell’oratorio e del gruppo scout

il foglio del mese i verbali del Consiglio Pastorale e tanto altro ancora …

Il Natale ci scombina di Padre Michele Marongiu

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S fogliando una rivista mi ha

colpito questa frase: “Un uomo non è solo ciò che

mangia. Ma un uomo che non mangia non è più neanche un uomo”. Credo che non sfugga a

nessuno la crudezza di questa affermazione.

Andando un po’ più a fondo a me pare che

la stessa si presti a due letture, di cui la pri-

ma in senso più simbolico e la seconda nel

suo realismo intrinseco.

Partiamo dalla prima: “Un uomo non è solo ciò che mangia”. Sembra che oggi sia pro-

prio il contrario: l’uomo

è ciò che mangia! Dove

il “mangiare” ha il si-

gnificato di possedere,

avere.

Oggigiorno siamo presi

dalla fatica di avere il

più possibile; di asse-

condare i desideri più

sfrenati; di ricercare di sopravanzare tutti i

concorrenti ed eliminare (non importa co-

me!) chi ci impedisce di raggiungere i propri

obiettivi. Insomma diciamo che siamo e vo-

gliamo essere liberi di fare ciò che ci impor-

ta. Ma questo tipo di libertà diventa quasi

una dittatura, perché elimina concretamente

il prossimo.

Ci siamo solo noi; siamo interessati solo a

noi stessi. Degli altri non ci interessa nulla.

La seconda parte della frase, nella sua cru-

dezza, dovrebbe farci sobbalzare e uscire dal

nostro stretto individualismo.

Riconoscere che vicino e tra di noi ci sono

persone che stringono la cinghia perché han-

no perso il lavoro o per altra causa, che –

come si dice – “non arrivano alla fine del

mese” molte volte ci trova indifferenti. L’in-

differenza, poi, non ci permette di allungare

fraternamente una mano verso di loro.

Se poi queste persone sono stranieri o mi-

granti ci poniamo in una posizione “contro”

e critichiamo chi si espone a gesti di umanità

vera, anche se parziali. Non li vogliamo tra

di noi perché sono un segno evidente di una

sperequazione sociale, frutto anche di sfrut-

tamenti passati e presenti.

L’avarizia delle persone, delle famiglie e delle nazioni può contagiare i meno abbienti

come i più ricchi, e su-scitare negli uni e negli altri un materialismo soffocatore”.

A queste parole di Paolo

VI (1967) ne aggiungia-

mo altre sue, sperando

che entrino nei nostri

cuori e vincano le nostre

indifferenze: “Avere di più, per i popoli co-me per le persone, non è dunque lo scopo ultimo. Ogni crescita è ambivalente. Neces-saria onde permettere all’uomo di essere più uomo, essa lo rinserra come in una prigione, quando diventa il bene supremo che impedi-sce di guardare oltre. Allora i cuori s’induri-scono e gli spiriti si chiudono, gli uomini non s’incontrano più per amicizia, ma spinti dall’interesse, il quale ha buon giuoco nel metterli gli uni contro gli altri e nel disunirli.

La ricerca esclusiva dell’avere diventa così un ostacolo alla crescita dell’essere e si op-pone alla sua vera grandezza: per le nazioni come per le persone, l’avarizia è la forma più evidente del sottosviluppo morale”.

SPUNTI DI RIFLESSIONE

UN UOMO NON È SOLO CIÒ CHE MANGIA

La capacità di condividere di Padre Giacomo Ghu

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DOMANDE AL PARROCO

PADRE MICHELE RISPONDE

Chi vuole può indirizzare le proprie doman-

de a: Parrocchia San Francesco d’Assisi, via

Roma 101, 10070 San Francesco al Campo

(TO), oppure inviarle all’indirizzo e-mail:

bollettinosanfrancesco@ gmail.com.

Angeli

Esistono gli angeli? (Arianna)

Se Dio ha creato gli uomini può benissimo

aver creato anche gli angeli. Una volta an-

che io ho avuto un dubbio, riguardo gli an-

geli custodi.

Durante una serata in pizzeria avevo posto

queste domande a un amico: «Che bisogno

ha Dio degli angeli custodi? Se è onnipoten-

te perché dovrebbe servirsi di questi inter-

mediari per proteggere gli uomini? Agli an-

geli in generale ci posso credere, ma i cosid-

detti angeli custodi non servono a Dio!».

«Perché tu a cosa servi?» mi ha risposto.

Era vero, neanche io sono indispensabile a

Dio eppure, fino a prova contraria, esisto.

Dio non avrebbe bisogno di nessuno per

vivere felice eppure l’amore l’ha spinto a

creare altri esseri, come gli angeli e gli uo-

mini.

“Don” o “padre”?

Perché alcuni preti vengono chiamati “don” e altri “padre”? (molte persone)

Dipende se suonano le campane o no. Sto

scherzando. La risposta è più complicata.

I preti nella Chiesa cattolica si dividono in

due grandi gruppi: i diocesani e i religiosi.

I diocesani vivono per conto proprio, il loro

responsabile è il vescovo, il loro compito

principale è di guidare le parrocchie e le

altre opere che sono sotto la responsabilità

del vescovo.

I religiosi invece sono divisi in grandi fami-

glie chiamate Congregazioni o Ordini, per

esempio i gesuiti, i francescani, i benedetti-

ni, i carmelitani, i somaschi... Abitano in co-

munità, emettono i voti di castità, povertà e

obbedienza e vivono sotto la guida dei loro

superiori.

I diocesani vengono chiamati “don” e i reli-

giosi “padre”. Alcuni di questi ultimi però

fanno eccezione e si fanno chiamare anche

loro “don”, come i salesiani, gli orionini e i

paolini.

Preti scansafatiche

Spesso si dice che i preti non lavorano, cosa ne pensi? (G. B. M.)

Penso che non sia vero, forse questa diceria

è un retaggio del passato, quando i preti

appartenevano all'alta società. Oggi i preti

lavorano molto, senza orario, e hanno tanti

incarichi e responsabilità: legali, organizzati-

ve, amministrative, liturgiche e naturalmen-

te spirituali.

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PARLIAMONE!

IL PUNTO DI VISTA DEGLI ESPERTI

Immigrazione e convivenza a cura di Noemi Castagneri

L’esigenza di affrontare certe tematiche “forti” si fa sempre più sentire anche nelle comunità come la nostra, ancora un po’ a margine delle tendenze o svolte epocali ri-spetto ai grandi centri urbani. Ecco perché si è deciso … Parliamone!

Iniziamo con l’immigrazione. La presenza

di diversi punti di vista dovrebbe aiutare il

lettore a muoversi nella complessità dell’ar-

gomento, senza che vi sia da parte nostra la

pretesa di essere esaustivi o di imporre delle

idee.

Gianluca Vallero, avvocato

L’immigrazione, nel quadro dei diritti e

dei doveri reciproci

Il dovere di accogliere gli immigrati che

fuggono da guerra e fame ed il corrispon-

dente diritto dei medesimi ad essere accolti

scaturiscono dai nostri valori cristiani non-

ché da basi culturali che trovano riscontro

nella nostra Costituzione e, più in generale,

nel quadro del nostro complesso ordinamen-

to giuridico.

Ovviamente bisogna distinguere il caso dei

rifugiati che letteralmente “scappano” dalla

guerra per salvare la propria vita o per evita-

re persecuzioni politiche con violazione dei

diritti umani fondamentali - in relazione ai

quali si può parlare di un vero e proprio ob-

bligo di accoglienza da parte nostra - dai

migranti economici che si muovono per tro-

vare opportunità di vita e di lavoro migliori

di quelle dei propri paesi d’origine e che

possono inserirsi nelle nostre comunità solo

in presenza di condizioni più stringenti e

particolari.

In altri termini nessuna comunità, neppure la

nostra, può concepire un diritto/dovere asso-

luto all’accoglienza, perché ciò si tradurreb-

be nella messa a repentaglio dell’ordine pub-

blico, nell’impossibilità di garantire alla po-

polazione condizioni di vita dignitose e

compatibili con le regole della convivenza

civile.

Mi rendo conto che queste osservazioni pos-

sano apparire come dei principi astratti e che

la vera sfida sia poi declinarli nella realtà. Il

diritto insomma deve calarsi nella pratica,

nella quotidianità: diversamente diventa un

esercizio puramente intellettuale ed è del

tutto inutile.

Ecco che allora non posso fare a meno di

evidenziare che bisognerebbe, a mio avviso,

considerare la storia di ogni immigrato e di

ogni accoglienza come una storia che può

avere un lieto fine se entrambe le parti fanno

il proprio dovere. Al diritto all’accoglienza

dovrebbe sempre essere associata una volon-

tà di integrarsi, che non significa certo an-

nullare il bagaglio culturale e di tradizioni

del paese d’origine per abbracciare forzata-

mente quello del paese ospitante. Viceversa

significa impegnarsi ad inserirsi nella comu-

nità ospitante ad avviare un percorso che in

prospettiva porti l’immigrato a sentirsi parte

di un contesto sociale nuovo. Rispettare le

regole di quella società, tentare di costruire

relazioni sociali, impegnarsi per superare gli

ostacoli della lingua diversa, imparare a dia-

logare, a partecipare e a condividere il più

possibile esperienze con le comunità ospi-

tanti, sono tutti presupposti per creare un’in-

tegrazione vera.

Nessuna parte deve essere passiva. Ognuna

ha un ruolo attivo. E penso che l’immigra-

zione possa essere davvero un’opportunità

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per entrambi se è vissuta in questo modo e

se si superano luoghi comuni, pregiudizi e

visioni demagogiche del fenomeno.

Nella mia esperienza professionale mi capita

spesso di imbattermi in casi di immigrazio-

ne. A volte sono casi di persone che cercano

nel nostro paese il riconoscimento di diritti

semplicemente umani che senz’altro spetta-

no loro, altre sono casi di soggetti che delin-

quono e che non hanno alcun rispetto della

società che li ospita e delle sue regole. A

volte sono persone in gamba, preparate, de-

terminate ad inserirsi e a dare un contributo

alla nostra società, altre sono persone prive

di scrupoli. A volte sono persone generosis-

sime, altre sono avide. Ognuno ha la sua

storia, i propri sogni, le proprie debolezze.

Ne viene fuori una realtà con mille sfumatu-

re. Tant’è che, a rifletterci bene, molto spes-

so ricondurre qualsiasi concetto alla catego-

ria degli “immigrati” finisce per essere una

semplificazione che ci spiega ben poco.

La speranza non può che essere quella di

un’immigrazione che, nel contesto della

complessità che porta con sé, ci faccia cre-

scere e ci arricchisca, individualmente e col-

lettivamente, nella consapevolezza che ar-

roccarsi su posizioni di chiusura e di esclusi-

va difesa del proprio giardino non è scelta né

cristiana né di buon senso.

Cristina Masino, educatrice

Oltre i muri

Ero una bambina di tre anni, quando per la

prima volta incontrai un uomo di colore: mia

madre mi racconta sorridendo che stavo cor-

rendo nei giardini pubblici davanti casa e ad

un tratto mi fermai di colpo, stupita, davanti

a me c’era un uomo altissimo con la pelle

nera come l’ebano. Non ero spaventata, ero

profondamente incuriosita da un mondo che

non avevo mai visto prima.

Beh! Di tempo ormai ne è passato parec-

chio…ma ancora oggi rimango incuriosita

ed affascinata dalla conoscenza di nuove

culture tanto diverse dalla nostra.

Purtroppo in questi anni l’arrivo di persone

da altri paesi del mondo è stato vissuto da

alcuni come un’invasione. Dilaga il profon-

do timore che chi arriva venga a toglierci

quel poco che abbiamo, portando violenza e

terrore.

La mia esperienza lavorativa mi ha insegna-

to a leggere l’incontro con i migranti come

un’opportunità di crescita personale, di co-

noscenza di culture lontane dalla nostra, ma

che - vi garantisco - possono incontrarsi,

confrontarsi e coesistere.

In Italia queste persone vengono chiamate in

diversi modi: stranieri, immigrati, migranti,

tutte parole che fanno riferimento ad una

massa indistinta di esseri umani, che nel loro

coesistere perdono i tratti di umanità, perciò

risulta più facile temerli, odiarli, disprezzar-

li.

Quando però ci viene data la possibilità di

incontrare l’altro, che non è più una moltitu-

dine, ma possiede un nome, una storia, dei

sogni, delle sofferenze, delle paure, come

ciascuno di noi, nasce una strana alchimia

per cui chi abbiamo davanti ci sembra meno

ostile, anzi in certi casi risulta esserci una

certa empatia.

Sicuramente avere lingue, tradizioni e reli-

gioni diverse spesso rende complesso entra-

re in comunicazione, ma la più grossa di-

stanza è quella che mettiamo ragionando

attraverso luoghi comuni e pregiudizi.

Ho imparato dalla storia di alcune di queste

persone che si può scommettere la propria

vita per tentare di salvare dalla povertà la

famiglia, per non rinunciare alle proprie idee

politiche, per lasciare la propria terra che è

ormai distrutta, perché qualcuno li ha illusi e

traditi, torturati e soggiogati.

Credo che il miglior modo per convivere

serenamente sia quello di provare ad abbat-

continua alla pag. seguente —>

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tere i nostri preconcetti, pregiudizi e timori,

accogliendo ciò che è diverso da noi pensan-

do che sicuramente sarà un’opportunità di

crescita ed un arricchimento delle nostre

conoscenze e della società in cui viviamo.

Non è semplice spiegare ciò che vivo ogni

giorno nell’incontro di occhi spenti e spa-

ventati, corpi violati e offesi, bocche che

sussurrano a stento qualche parola di italiano

e non sanno trovare parole per raccontare

ciò che è accaduto loro, ma ogni sera, prima

di chiudere gli occhi sento di avere la fortu-

na di conoscere realtà che spesso la nostra

società ignora o non vuole vedere.

Come fare ad abbattere i recinti che ci siamo

creati a nostra difesa?

Papa Francesco dice:” Di fronte alla tragedia

di decine di migliaia di profughi che fuggo-

no dalla morte per la guerra e per la fame, e

sono in cammino verso una speranza di vita,

il Vangelo ci chiama, ci chiede, ad essere

‘prossimi’ dei più piccoli e abbandonati. A

dare loro una speranza concreta.

Non soltanto dire: «Coraggio, pazienza».

Paolo Vaccarino, psicologo

Il punto di vista dei soggetti coinvolti

L'integrazione dei migranti che giungono

sulle nostre coste ha, senza dubbio, dei ri-

svolti psicologici molto importanti.

Basti pensare che, guardando alla lingua

latina, la parola hospes (= ospite) ha la stes-

sa radice della parola hostis (= nemico) ed

entrambe, si pensa, derivano da una stessa

radice comune indicante lo “straniero”.

Già fin dalle origini dell'italiano, quindi, si

assiste ad una certa ambiguità: lo straniero

può essere la persona da accogliere come il

nemico da combattere.

Questo può, allora, spiegare il perché i mo-

vimenti migratori generano una serie di

emozioni e di atteggiamenti contrastanti.

Da una parte in chi accoglie e si spende per

l'integrazione ci sono radicate convinzioni

che attingono a valori quali la solidarietà nei

confronti di chi ha bisogno, la giustizia ver-

so chi ha avuto meno, la prossimità verso la

sofferenza, l'uscire da me verso l'incontro

con l'altro.

Per contrasto, chi vede nello straniero un

rischio, si ispira ad altre priorità: la sicurezza

da garantire a chi è sempre vissuto in un cer-

to territorio, la paura nei confronti della cri-

minalità, la difesa delle tradizioni nazionali.

Ecco, senza negare l'importanza di altre cau-

se, è probabilmente nella scelta valoriale del

singolo che si gioca la risposta all'immigra-

zione. Ciascuno di noi ha dei valori e ognu-

no di noi classifica questi valori tenendo

conto della loro priorità ma anche in base

alla propria storia, alla propria cultura, alle

proprie credenze: ad esempio se mi hanno

sempre insegnato l'accoglienza dell'altro,

non basterà sicuramente un qualche fatto

criminale che vede coinvolti immigrati a

farmi cambiare idea; così come, avendo dato

la priorità alla mia sicurezza personale, pur

vivendo in una zona con poca reati, sarò

sempre vigile e attento a cogliere ogni mini-

mo pericolo.

Così come chi accoglie/non accoglie, anche

la persona che arriva in Italia è portatrice di

valori, a volte molto lontani dalla nostra vi-

sione della vita, a volte, spiace dirlo, incom-

patibili. Esigenze come la salvezza della

propria vita da guerre e dittature o la giusta

aspirazione a migliorare la propria condizio-

ne sono inconfutabili.

Nella conoscenza reciproca si possono certa-

mente smussare gli angoli per favorire un

incontro senza farsi vincere dalla paura, sen-

za costringere le persone, né da una parte né

dell'altra, a rinunciare alle proprie convin-

zioni, facendo però capire che certe tradizio-

ni, leggi, aspetti culturali, quando non pos-

sono adattarsi a determinate condizioni di

democrazia, forse andrebbero abbandonati.

PARLIAMONE

IL PUNTO DI VISTA DEGLI ESPERTI

continua dalla pagina precedente

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ASSOCIAZIONI

AIDO: UNA SIGLA CON UN SIGNIFICATO PARTICOLARE

Donatore: una scelta generosa di Cristina Ballesio Volontaria sezione AIDO di San Francesco al Campo

Sul sito www.aido.it possiamo leggere: “L’Associazione Italiana Donatori Organi, Tessuti e Cellule, associazione senza fini di lucro di utilità sociale, è costituita per dif-fondere la solidarietà umana, sollecitare la coscienza dei cittadini sulla donazione degli organi per scopi terapeutici ed incrementare il numero dei donatori al fine di diminuire i tempi di attesa dei pazienti con gravi malat-tie che necessitano di trapianto di organi o tessuti e prolungare la loro speranza di vita”.

L’AIDO è diffusa in tutte le regioni italiane e anche noi a San Francesco possiamo alzare la mano e rispondere “Presenti” fin dal lon-tano 1984. Attualmente la nostra sezione è composta da 127 donatori, e speriamo che il numero possa sempre aumentare.

Nella nostra sezione non ci limitiamo a rac-cogliere adesioni, ma cerchiamo di essere presenti alle manifestazioni e attività del territorio, in particolare nel nostro Comune, aderendo anche alle giornate nazionali di informazione che si svolgono nelle piazze italiane. Chi di voi ricorda il banchetto, sul sagrato della chiesa o presso il centro com-merciale Le Borgate, dove in un fine setti-mana di ottobre si vendono gli anthurium? Ecco, siamo proprio noi.

Collaboriamo anche spesso con gli amici dell’AVIS in momenti di festa quali la Festa del cavallo o la con-segna della calza della Be-fana ai bambini presso la sede AVIS.

Provo a dare qualche infor-mazione per chi si avvici-nasse a questo tema per la prima volta.

Come si diventa donatori?

Chiunque abbia raggiunto la maggiore età può dichia-

rare il proprio consenso attraverso varie mo-dalità:

iscrivendosi all’AIDO;

presso l’Azienda Sanitaria di appartenenza;

presso l’anagrafe dei comuni che hanno già attivato il servizio di registrazione della dichiarazione di volontà;

con il tesserino blu inviato dal Ministero della Salute nel 2000 o con le tessere predi-sposte da varie associazioni.

E’ comunque sempre possibile cambiare la propria scelta.

In cosa consiste il trapianto?

Il trapianto è un’efficace terapia per alcune gravi malattie che colpiscono gli organi o tessuti del corpo umano, non curabili in altro modo. Grazie al trapianto, al paziente è con-sentita una durata e una qualità di vita che altre terapie non garantiscono. Tutto il pro-cesso è ben definito e regolamentato.

Per aver maggiori informazioni, vi invito a consultare il sito ufficiale www.aido.it, la sezione dedicata al comune e provincia di Torino www.aidotorino.it, scriverci alla no-stra mail [email protected] oppure seguire la pagina Facebook dedicata https://www.facebook.com/aido.sanfrancesco.

Intervento della Presidente AIDO in un momento di festa

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Il Consiglio Nazionale dei Geometri, attra-

verso la propria sezione di protezione civile

Agepro, ha diramato un appello per svolgere

attività tecniche a supporto delle zone colpi-

te dal sisma del 26 agosto e quello del 30

ottobre. Numerosi sono stati i geometri che

hanno risposto e anch’io insieme con un

collega di Trofarello, conosciuto per l’occa-

sione, ho dato la disponibilità.

Le mansioni necessarie in questa prima fase

dell’emergenza sono molteplici: dall’assi-

stenza ai Centri Operativi Comunali (COC),

al controllo ed inserimento dei dati presso la

sede del Dipartimento di Protezione Civile,

alla verifica del danno e agibilità (Aedes),

alla preliminare valutazione dell’agibilità

degli edifici privati (procedura FAST). Que-

st’ultima attività è stata quella che ci ha te-

nuti impegnati per 8 giorni.

La procedura FAST (rilevamento dei Fab-

bricati per l’Agibilità Sintetica post-terremo-

to) è finalizzata alla verifica speditiva degli

edifici per valutarne l’agibilità o meno e

quindi determinare i fabbisogni di soluzioni

abitative a breve termine (moduli - contai-

ner).

L’attività viene svolta da coppie di tecnici,

organizzati in squadre, che partecipano a

titolo di volontariato e a cui spetta il rimbor-

so spese per vitto e alloggio e spese per il

Nella terra che trema di Franco Raimondi Geometra

ATTUALITÀ

PER UNA SETTIMANA VOLONTARIO A URBISAGLIA, NELLE MARCHE

Franco Raimondi con il collega

ed i tecnici del Comune di Urbisaglia e della Protezione Civile

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viaggio in quanto bisogna essere automuniti,

dal momento che non sempre sono disponi-

bili mezzi di trasporto locali.

La nostra esperienza è iniziata di notte per-

ché alle 11,30 dovevamo trovarci a Rieti,

distante circa 700 km da San Francesco al

Campo, presso il Dipartimento della Prote-

zione Civile (Dicomac).

Dopo una prima riunione nella quale ci sono

state presentate le procedure operative e for-

niti i relativi ragguagli, si è proceduto con la

consegna del tesserino di riconoscimento.

Esso riveste particolare importanza al fine di

scongiurare, per quanto possibile, l’accesso

alle zone terremotate da parte di persone

malintenzionate: sui giornali infatti non è

raro sentire parlare di sciacalli che si appro-

fittano della situazione.

Con ancora qualche ora di viaggio siamo

giunti al Centro di Coordinamento Regiona-

le delle Marche (CCR) presso Macerata, per

ricevere l’assegnazione definitiva, che nel

nostro caso è stata Urbisaglia, un piccolo

centro di circa 2000 abitanti la cui origine

risale ai Romani.

Il giorno successivo ci siamo recati presso

l’ufficio tecnico comunale per iniziare le

nostre ricognizioni. Già da subito abbiamo

potuto apprezzare la disponibilità di queste

persone: siamo sempre stati supportati dal

personale del comune e dalla locale sezione

di Protezione Civile, i quali a turno ci hanno

accompagnati lungo le nostre visite.

Il nostro lavoro di valutazione degli immobi-

li ha dato esiti non particolarmente disastro-

si, anche se a solo 10 km da Urbisaglia i

crolli e gli sfollati sono stati molti. Spesso ci

siamo trovati ad ascoltare i racconti degli

abitanti, a cercare di esorcizzare le loro pau-

re, a rassicurarli, per quanto possibile, sul

fatto che le loro abitazioni potranno ritornare

ad essere luoghi sicuri in cui ricercare un po’

di normalità.

Tante sono state le paure che ci hanno volu-

to raccontare, che abbiamo visto con i nostri

occhi: dalla tenda utilizzata nel giardino per

i primi giorni, ai letti in garage di fronte al

portone per assicurarsi una via di fuga rapi-

da, agli elmetti sui letti dei figli… Il bisogno

primario che abbiamo percepito è stato quel-

lo di dover “ricostruire” le persone e non

solo le loro abitazioni.

Il nostro lavoro è durato una settimana inte-

ra, senza interruzioni e, per fortuna, numero-

si fabbricati sono risultati agibili. Un geolo-

go del posto ci ha confermato che probabil-

mente la conformazione del terreno ha sal-

vato Urbisaglia… gli antichi Romani aveva-

no visto molto lontano!

Questa esperienza ha avuto un’alta valenza

dal punto di vista professionale ma ancor più

su quello umano.

Superficie 14,98 km²

Altitudine 327 m s.l.m. (min 270 m - max 345 m)

Popolazione 5.005 abitanti (dati ISTAT 1/1/2016)

Densità 334,12 abitanti/km²

Classificazione sismica

4 (zona con pericolosità sismica molto bassa. È la zona meno pericolosa dove le possibilità di danni sismici sono basse)

Alcuni dati di San Francesco al Campo

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12 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016

Aule silenziose piene di attesa che si

riempiono di vociare, a volte dimesso,

altre assordante. Profumo di carta, di qua-

derni dalle pagine bianche che attendono

tratti di matite prima incerti e tremanti,

poi sempre più sicuri e creativi, fogli

bianchi che, attraverso vivaci colori, rac-

contano attese e paure di bimbi trasportati

da un battito d’ali ad essere, in pochi an-

ni, già ragazzini timidi, esuberanti o spa-

valdi.

Oggi crescere ed affrontare i cambiamen-

ti sembra più difficile d’un tempo, quan-

do lasciare la fanciul-

lezza era un passaggio

insito nella natura delle

cose, quasi una sorta di

divenire silenzioso e

del tutto spontaneo.

Nella passata cultura

contadina gli stessi

genitori non avevano il

tempo e le forze per preoccuparsi delle

ansie legate alle fasi della crescita, anzi in

tempi lontani un bambino che doveva

frequentare la scuola era considerato

“rubato” alla forza lavoro nei campi, nel-

le stalle o alle faccende domestiche; un

bene sottratto al miglioramento della fa-

miglia stessa.

Poi l’istruzione ha cominciato a rappre-

sentare il modo per essere padroni del

proprio destino e gli adulti hanno fatto

sacrifici grandi per permettere ai loro ra-

gazzi di dotarsi degli strumenti necessari

a costruirsi un futuro che potesse rappre-

sentare la realizzazione dei propri sogni.

Ora i tempi sono mutati e i figli, anche

diminuiti di numero, vengono protetti ed

accompagnati poiché rappresentano il

bene più prezioso e a loro tutto va forni-

to, permesso e scusato.

Troppe attenzioni, a volte, fanno sì che le

aspettative siano tante e tali da caricare

d’ansia il bambino che con naturalezza si

prepara a crescere, sino a renderlo insicu-

ro e timoroso.

La fretta ed il frenetico fornire occasioni

e stimoli, fanno perdere di vista il fonda-

mentale tempo dell’atte-

sa e della noia, tanto

utili al fine di interioriz-

zare i mutamenti e le

trasformazioni legati al

crescere.

Primo e vero passaggio

che accomuna tutti i

bambini è l’inizio della

scuola dell’obbligo, chiamata Primaria.

Nel nostro paese personale con grande

capacità, cuore e passione, accoglie e aiu-

ta i bambini per seguirli nel percorso

dell’istruzione e della crescita.

A chi chiede se reputiamo la nostra una

buona scuola, ci sentiamo di rispondere:

sì, perché si cerca di accompagnare al

raggiungimento dei saperi e al dominio di

sé, allenando al silenzio e al sacrificio,

senza musi lunghi o nostalgie del passato,

ma infondendo fiducia e creando occasio-

ni gioiose per imparare.

ACCOGLIENZA A SCUOLA

SETTEMBRE E GIUGNO: DUE BEI MESI, UNO PER ACCOGLIERE, L’ALTRO PER SALUTARSI

La gioia di crescere di Paola Teppa e Chiara Peretti Maestre della Scuola Primaria Italo Calvino di San Francesco al Campo

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016 13

Il rapporto scuola famiglia è poi fonda-

mentale: senza unità d’intenti il giovane

allievo non capisce verso quale direzione

procedere. Insegnanti e genitori devono

far fronte comune o il successo educativo

potrebbe risultare compro-

messo e destabilizzante;

senza fiducia si creano

spaccature non più recupe-

rabili, ma con un impegno

sinergico tutto l’essere

cresce in armonia.

Quando il bambino si pre-

senta alle nostre porte ha

paura di non riuscire, teme

di deludere l’adulto di ri-

ferimento e vorrebbe ancora perdersi in

lunghi momenti di gioco libero; con tutti

i mezzi possibili l’educatore ne cattura

l’attenzione, coglie i suoi punti forti e le

fragilità, così da motivarne il conoscere,

rendendolo padrone di sé e dei saperi che

apprende.

Poco alla volta il bambino si sperimenta

come capa-

ce di com-

piere gran-

di scoperte

e ciò che

impara è il

mezzo per

orientarsi

nel quotidiano; anche il rapporto tra pari

lo mette alla prova, lo fortifica, gli per-

mette un sano confronto dove a volte si

emerge, altre si soccombe, altre ancora si

è costretti ad accettare la mediazione.

Non tutto è facile, biso-

gna imparare con fatica

ad assumersi piccole re-

sponsabilità che crescono

con il passare degli anni

e così tra gioie, insucces-

si, fatiche e superamento

di piccoli egoismi si arri-

va alle soglie di un nuovo

cambiamento: è già ora

di evolvere passando alla

Scuola Secondaria di Primo Grado e tutto

torna ad essere incerto, per alcuni spa-

ventoso. A fine percorso le lacrime scor-

rono a fiumi, anche gli insospettabili si

commuovono …

Che piacere però ritrovare i nostri bambi-

ni dopo i tre mesi estivi tanto cambiati:

aria spavalda da veri duri, gonnelline ab-

binate al colore della cartella, capigliature

spettinate all’ultima moda; il sentirsi rac-

contare che si trovano bene è una vera

soddisfazione perché ci rivela che gli so-

no spuntate le ali e si apprestano ad usar-

le per compiere primi affascinanti voli

nel mondo che ha bisogno di speranza, di

loro: il nostro futuro.

“Se v’è per l’umanità una speranza di sal-

vezza e di aiuto, que-sto aiuto non potrà venire che dal bambi-

no, perché in lui si

costruisce l’uomo”.

Maria Montessori

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14 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016

Cambiare è certamente difficile per tutti, a

tutte le età e per qualunque motivo si impon-

ga tale cambiamento.

Il cambiamento scolastico, rispetto a tutti gli

altri, presenta un indubbio vantaggio: avvie-

ne in un luogo “protetto” e controllato e po-

trebbe proprio essere interpretato, per tale

motivo, come una prova generale per le no-

vità che si dovranno affrontare nel corso

della vita, quelle sì, a volte traumatiche.

Io trovo che sia fondamentale preparare i

ragazzi al cambiamento facendoli avvicinare

ad esso in modo consapevole, avendolo ade-

guatamente preparato prima, senza sminuire

le difficoltà maggiori che nell'ordine di

scuola successivo si dovranno affrontare,

ma, nello stesso tempo, rassicurandoli che

non saranno lasciati soli in questo percorso

e, soprattutto, saranno adeguatamente prepa-

rati ad affrontarlo, se si lasceranno guidare

dall'adulto di riferimento.

I ragazzi lasciati a se stessi spesso oscillano

fra i due opposti: l'indifferenza verso il cam-

biamento, oppure il terrore assoluto di esso.

L'adulto dovrebbe, tramite la propria espe-

rienza, fare da facilitatore, accompagnare il

ragazzo in questo percorso, prenderlo per

mano durante il passaggio all'ordine di scuo-

la successivo, proprio come quando, da pic-

coli, i genitori li prendevano per mano per

fare loro attraversare una strada! Sarà poi

compito dei nuovi insegnanti far sì che i ra-

gazzi divengano sempre più autonomi, fino

a che anche il cambiamento più difficile sarà

percepito sì come un ostacolo, ma affronta-

bile e superabile perché avranno maturato

una capacità tale di risolvere i problemi che

la vita presenta loro, da non ritenere nulla

irrisolvibile.

Spesso nei cambi fra ordini di scuola può

essere di grande aiuto avere un “amico” con

cui affrontare l'ostacolo, tuttavia ritengo as-

sai scorretto scegliere un ordine di scuola in

base alla presenza o meno di amici o perso-

ne conosciute. Può essere utile, al fine di

tranquillizzare i ragazzi, farli riflettere sul

fatto che si troveranno in mezzo a coetanei

con le loro stesse paure ed i loro stessi pro-

blemi, ansiosi, come loro, di fare nuove co-

noscenze e stringere nuove amicizie.

In questo percorso spesso si deve supportare

anche la famiglia, molte volte più ansiosa

del ragazzo e che, su di esso, scarica le pro-

prie paure. Intervenire su genitori e ragazzi

insieme può essere una mossa decisiva per

aiutare i nostri discenti a fare scelte consape-

voli e ragionate, non dettate da false paure e

preoccupazioni e a fare di loro dei futuri

uomini e donne soddisfatti della propria vita

e delle preferenze operate.

ACCOGLIENZA A SCUOLA

IL PASSAGGIO TRA I DIVERSI ORDINI PUÒ ESSERE UN PROBLEMA O UNO STIMOLO

Cambiare è difficile? di Ivana Battistini Professoressa di lettere della Scuola Secondaria di I grado Mario Costa di San Francesco al Campo

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016 15

A tutto sport e non solo a cura degli Animatori

Per la prima parte di quest'anno, il tema

dell'oratorio sono state le Olimpiadi. Aiutan-

doci con il sussidio "Vita da campione" ab-

biamo imparato le regole base dei vari sport

affrontati, fatto tanti giochi e dei laboratori a

tema.

Oltre alla grande cerimonia di apertura delle

Olimpiadi del 16 ottobre, abbiamo organiz-

zato tre giornate particolari: quella del judo

con la partecipazione di Nicolò, un animato-

re che ha vinto i Campionati Nazionali;

quella del rugby con la presenza di Davide,

un giovane di Genova che gioca in Serie A e

quella del calcio in cui è passato a salutarci

Antonio Barreca, una giovane promessa del

calcio che quest’anno gioca in serie A nel

Torino.

Una novità di quest'anno sono stati i labora-

tori di creatività finalizzati alla realizzazione

di piccoli oggetti con la durata di circa tre

domeniche. Ad esempio, durante il laborato-

rio di pasta di sale abbiamo creato dei porta-

foto, gli addobbi per l'albero di Natale

dell'oratorio e i regalini che verranno distri-

buiti alla fine della Veglia natalizia.

Sta proseguendo inoltre il percorso delle

Orme, i futuri animatori, che stanno svol-

gendo degli incontri di formazione durante

la settimana e la domenica sono affiancati

agli animatori per aiutarli ed imparare.

A queste undici Orme si aggiungeranno da

gennaio alcuni ragazzi che hanno ricevuto la

Cresima a novembre. Non mancate ai pros-

simi appuntamenti!

Come ogni anno vi invitiamo a partecipare alla riflessione in preparazione alla Ve-

glia di Natale. L'appuntamento è il 24 dicembre alle 23,00 nella Chiesa parrocchiale.

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2016

ORATORIO

TANTE ATTIVITÀ CONCLUSE, ALTRETTANTE MAGNIFICHE IN PROGRAMMA

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16 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016

VITA DI COMUNITA’

30 ottobre 2016 - Anniversari di matrimonio

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016 17

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18 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016

1 OTTOBRE: COMPAGNIA TEATRALE SOLE E LUNA

SAN FRANCESCO È TORNATO TRA NOI: FORZA VENITE GENTE!

Siamo su Facebook:

https://www.facebook.com/solelunamusical/

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016 19

13 NOVEMBRE

INSIEME AI NOSTRI COLTIVATORI PER LA FESTA DEL RINGRAZIAMENTO

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20 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016

L’INTERVISTA DOPPIA

DUE ESPERIENZE A CONFRONTO: NOEMI CASTAGNERI E ROBERTO BALLESIO

Volontari per passione a cura di Cinzia Riassetto e di Erika Macario Ban

Che cosa ti ha spinto a svolgere la tua opera di volontariato?

Noemi: In primis la mia famiglia che mi ha

trasmesso, soprattutto con l’esempio, l’idea

di un volontariato anche non “classificato”

però concreto e di sincera apertura verso il

prossimo. La frequentazione di ambienti

cattolici poi mi ha certamente spronato nelle

varie scelte di volontariato, in particolare

durante gli anni della mia giovinezza passati

a stretto contatto con il mondo salesiano

prima e quello francescano poi.

Roberto: Fin da bambino sentivo parlare di

volontariato, associazionismo, manifestazio-

ni e all’epoca pensavo fosse l’unico stile di

vita possibile. Evidentemente gli anni sono

passati e mi sono accorto che così non era,

che non era indispensabile fare tutto ciò. Ma

quando l’adolescenza ha lasciato lo spazio

all’età della ragione non ho potuto fare a

meno di far mio questo modo di vivere.

Forse è scritto nel DNA o nei geni che con-

traddistinguono ciascuno di noi, oppure

semplicemente, ho avuto la fortuna di venire

a contatto con questa realtà e ne sono rima-

sto affascinato.

Chi ti è stato di modello nel tuo servizio di volontariato?

N: I modelli sono stati davvero tanti e ce ne

sono tuttora: su tutti sicuramente mio padre

che, nei miei ricordi, non si è mai tirato in-

dietro di fronte ad una richiesta di

“manodopera” gratuita, poi il compianto

Mario Ballesio che, da giovanissima donatri-

ce, mi trascinò nel Consiglio dell’AVIS di

San Francesco con il suo fare bonario ma

deciso, i miei amici Lidia e Tonino per la

loro costante disponibilità a 360 gradi, infine

gli indimenticabili “vecchi” della Vittoriosa

per il loro esserci sempre e quelli come me

che in banda ci sono da tanti anni lo sanno

bene.

R: Non vi è dubbio che l’esempio numero

uno lo abbia avuto in casa. Avevo appena un

anno di vita quando mio papà ha dato vita

all’AVIS. Mi ripeto, ma non posso scordare

gli anni dell’infanzia, quell’aria di volonta-

riato respirata a pieni polmoni. Tutti i di-

scorsi che sentivo quando incontrava i suoi

amici e collaboratori Tonino, Beppe, Bru-

no… Il fatto che loro siano ancora lì dopo

tanto tempo mi convince ogni giorno che la

scelta è stata giusta; è una cosa appagante,

che ti lascia sempre qualcosa di positivo.

Quali sono le soddisfazioni e quali sono le difficoltà che incontri?

N: Le soddisfazioni vengono soltanto con i

risultati: si è speso del tempo prezioso, ma-

gari con sacrificio, però alla fine si è riusciti

a fare una cosa a beneficio degli altri. Nella

realtà del volontariato sarebbe meglio, per la

crescita personale, che le soddisfazioni non

arrivassero tanto dall’esterno: meno ricono-

scimenti o attestati di stima e più sorrisi rac-

colti sul campo con il proprio operato.

Difficoltà particolari non ne ho mai incon-

trate, se non divergenze a livello caratteriale

con qualche sodale, visto che non è sempre

facile mettere da parte il proprio IO per la-

sciar spazio alle idee altrui.

R: In Italia la maggior parte delle cose fun-

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016 21

zionano grazie al volontariato, basti vedere

ciò che succede attualmente nelle regioni

terremotate. Questo significa che le istituzio-

ni avrebbero tutti i vantaggi ad aiutare le

associazioni presenti sul territorio.

Non sempre è così ma, per fortuna la realtà

nel nostro comune è fortemente positiva, le

amministrazioni che si sono succedute negli

anni hanno sempre dimostrato grande ap-

prezzamento. In ogni caso le soddisfazioni

sono quasi sempre superiori alle difficoltà e

comunque aiutano a superarle.

Quali sono le qualità che un volontario dovrebbe avere?

N: Un volontario per me dovrebbe essere

semplicemente una persona che offre un

“pezzetto” di sé a servizio del prossimo.

Non amo le forme ostentate di volontariato:

da quelli che sembrano recitare una parte

forse per ottenere consensi, a chi vuole a

tutti i costi apparire migliore. E soprattutto il

volontario deve prestare volentieri il proprio

servizio, anche quando si fa più faticoso;

altrimenti deve sentirsi libero di lasciare.

R: Non penso occorrano qualità particolari

né tanto meno capacità superiori alla media,

è sufficiente aver voglia di dedicare un po’

del proprio tempo libero agli altri e contri-

buire nel proprio piccolo a rendere e mante-

nere viva una comunità.

Cosa diresti ad un giovane che si interessa al volontariato?

N: Direi di non cercare di diventare un Su-

pereroe perché “eroe” magari lo si è una

volta nella vita, mentre il volontario dovreb-

be esserlo, anche se forse inconsapevolmen-

te, un po’ tutti i giorni.

R: Che è bello, che è uno stile di vita possi-

bile, che non bisogna avere capacità speciali

e soprattutto che quello che ricevi dal punto

di vista umano ed emozionale quasi sempre

supera la fatica e la “perdita” di tempo.

Che se deve aggiungere un po’ di sale alla

propria vita, questa scelta non è così male.

N: Le ragioni di fondo sono le stesse; forse

nel sociale può essere decisiva l’attitudine

personale a svolgere un determinato compi-

to, mentre nella comunità parrocchiale ogni

cristiano viene chiamato

al servizio per ciò che è,

un fratello lungo le stra-

de della vita. Se ogni

volontario, cristiano o

no, può avere come mo-

dello il buon Samarita-

no, nella parrocchia l’e-

sempio è dato da Gesù

stesso, servitore fedele.

Per questo il compito di

chi presta un servizio

per la comunità è parti-

colarmente impegnativo.

R: Penso che non siano mondi molto distan-

ti. Io sono cattolico e credente ma alcune

persone che ho incontrato e con le quali ho

collaborato non lo erano.

La vita mi ha portato ad

operare nel sociale, ma

poteva accadere anche il

contrario. Penso che i

principi del volontariato

come l’altruismo, la ge-

nerosità e la gratuità so-

no comuni anche tutte le

religioni del mondo.

Quindi non è tanto im-

portante dove, l’impor-

tante per me è farlo.

Cosa c’è di diverso e cosa unisce il volontariato nel sociale ed in parrocchia?

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22 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016

CORO LAUDARMONIA

PAX MUNDI, RASSEGNA INTERNAZIONALE DI MUSICA SACRA FRANCESCANA

Quando nel 2015 durante la festa patro-

nale abbiamo eseguito il concerto dedi-

cato a San Francesco non avremmo mai

potuto immaginare dove questo reperto-

rio avrebbe portato il nostro coro, tante

sono state le coincidenze e le sorprese,

quasi come se un filo invisibile ci avesse

condotti fino ad Assisi.

E siamo sempre più convinti che non sia

stato dovuto al caso, a partire dall’erom-

pere improvvisamente nella mente, come

una luce, l’idea di preparare un program-

ma francescano e dieci minuti dopo,

all’insaputa della decisione appena pre-

sa, ricevere l’incredibile telefonata della

moglie di un corista che annuncia:

“siamo in macchina ed hanno appena

trasmesso in radio una lauda francesca-

na”. Ora quella chiamata, il cui solo pen-

siero suscita ancora commozione e brivi-

di, appare quasi il segno di una scelta in

qualche modo attesa.

Dopo la prima presentazione del concer-

to, la nascita del desiderio di portarlo ad

Assisi, e saremmo stati felici di poter

cantare anche nella più piccola e sperdu-

ta pieve. Poi un giorno di fine luglio la

casuale scoperta del Festival Internazio-nale di Musica Francescana “Assisi Pax Mundi”, la corsa per raccogliere le ade-

sioni dei coristi, l’invio dell’iscrizione

alla selezione, giorni ansiosi nell’attesa

della risposta e l’immensa gioia nel rice-

vere l’accettazione della nostra parteci-

pazione. Da quel momento abbiamo ini-

ziato a vivere un sogno.

Non è possibile esprimere a parole le

emozioni del fine settimana dal 13 al 16

ottobre! Troppo grandi ed incontenibili!

Nel tardo pomeriggio di venerdì il nostro

concerto nella splendida Cattedrale di

San Rufino ed il sabato una serata indi-

menticabile con il concerto finale nella

Basilica durante il quale tutti i cori parte-

cipanti si sono alternati presentando due

brani dal proprio repertorio. Cantare vi-

cinissimi a Francesco, circondati dagli

affreschi di Giotto; difficile trattenere le

lacrime! Ed il clima splendido di aiuto,

amicizia e collaborazione tra i cori, inde-

scrivibile! La domenica mattina conclu-

sione con la Messa in Basilica animata

da tutti i coristi e musicisti partecipanti.

L’esperienza umana, spirituale ed artisti-

ca è stata intensa e coinvolgente.

Non riusciremo mai a ringraziare abba-

stanza le Famiglie Francescane per aver-

ci permesso di vivere un evento oltre

ogni immaginazione possibile.

Siamo felici ed onorati di aver ricevuto

l’invito a tornare il prossimo anno e sen-

za alcuna esitazione stiamo già iniziando

a studiare per l’edizione 2017.

Arrivederci Assisi, non vediamo l’ora di

tornare.

Per coloro che avessero piacere seguire i

concerti del nostro coro e vedere le foto

di questa esperienza unica, abbiamo un

profilo Facebook Coro LaudArmonia.

Anche noi ad Assisi di Simona Maggi Direttrice del Coro Laudarmonia

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016 23

Il coro Laudarmonia nella Basilica di San Francesco ad Assisi il 15 ottobre 2016

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24 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016

TECNOLOGIA

ACQUISTARE IN INTERNET È COMODO E VELOCE MA … ATTENTI ALLE TRUFFE

I meno giovani ricorderanno quando si usa-

vano gli annunci su “Secondamano” per

comprare e vendere beni e servizi

“d’occasione”. Oggi con la diffusione di

internet è tutto più facile e veloce: basta an-

dare su uno dei molti siti per trovare di tutto

e di più.

Con pochi click ed una carta di credito si

possono fare degli “affari” che fanno davve-

ro risparmiare dei bei soldini. Ma attenzione

che le truffe sono sempre più diffuse, essen-

doci delle vere organizzazioni criminali che

continuano a mietere vittime in tutta Italia e

forse anche oltre, visto che www vuol dire

proprio “in tutto il mondo”.

La rapida diffusione ed evoluzione della

tecnologia ha portato in mano a molti di noi

strumenti (smartphone, tablet, PC...) dei

quali solo pochi conoscono veramente il

complesso mondo di opportunità e pericoli

che li sostiene. Solo restando informati ed

aggiornati possiamo essere perlomeno con-

sapevoli di cosa stiamo facendo.

Ecco un episodio realmente accaduto, ma i

cui riferimenti a fatti e persone sono voluta-

mente casuali.

Lucia desidera tanto cambiare il suo

smartphone e vorrebbe proprio quel modello

che ha visto in negozio ad un prezzo un po’

esagerato per le sue tasche. Allora si mette

“a caccia di occasioni” su internet e trova un

certo Pasquale che lo vende, usato ma anco-

ra in garanzia, alla metà del prezzo che Lu-

cia aveva visto nei negozi. Lucia scrive im-

mediatamente a Pasquale chiedendogli se il

cellulare è ancora disponibile e cercando di

abbassare ancora un po’ il prezzo. Poco do-

po Pasquale risponde rassicurandola e accet-

tando l’offerta. Chiamato al telefono dal ma-

rito di Lucia, Pasquale sembra proprio una

persona per bene: lo smartphone è in buone

condizioni (“l’ho tenuto sempre con la cu-

stodia e la pellicola”), è in garanzia (“ho lo

scontrino del negozio dove l’ho comprato 3

mesi fa e questa sera appena arrivo a casa ti

mando la copia”). Il marito chiede a Pasqua-

le il pagamento tramite bonifico perché è

tracciabile (a differenza di ricariche poste-

pay o simili).

Pasquale per l’ennesima volta lo rassicura

(“siamo tra gente onesta, il bonifico antici-

pato va benissimo”) e, prima ancora che il

marito glielo chieda, offre di trasmettergli

anche la copia della carta d’identità ed infine

conclude la telefonata dicendo che vende

quell’apparecchio perché ne vorrebbe uno di

un’altra marca.

Epilogo: Lucia non ha mai ricevuto il suo

bramato smartphone ed ha detto addio ai

soldi inviati; Pasquale è stato presente e gen-

tile fino all’incasso del bonifico, poi non ha

più risposto.

Come si può evitare di essere truffati come

Lucia?

Prima regola: se un affare è troppo bello per

essere vero, difficilmente è vero.

Seconda regola: i siti come Subito, Bakeka,

Kijiji, ecc. sono delle bacheche pubbliche,

quindi non danno alcuna garanzia del buon

esito della transazione. Si possono fare ac-

quisti ed anche ottimi affari ma solo se si

può andare di persona a ritirare la merce

verificandone lo stato (condizioni, eventuale

funzionamento, caratteristiche...). Inoltre

documenti d’identità, fatture, scontrini invia-

ti in “digitale” sono facili da contraffare,

Acquisto on-line: vero affare? di Ivan Scandariato

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016 25

basta un qualunque software di fotoritocco.

Poi, il pagamento, anche se “tracciabile”,

non ci garantisce sul buon esito di tutta l’o-

perazione, infatti in questo caso la banca

garantisce solo il buon esito della transazio-

ne. Utilizzando Paypal, ad esempio, Lucia

avrebbe avuto più possibilità di recupe-

rare il maltol-

to, ma non la

certezza,

perché se

i soldi

non fos-

sero più

sul conto

del truffa-

tore, il

rimborso

sarebbe

stato a

rischio.

Altra regola: prima di pagare, cercare quante

più informazioni possibili sul venditore. Una

semplice ricerca in Internet avrebbe fornito a

Lucia molte informazioni su Pasquale e su

dove vive, potendo vedere persino la sua

casa.

Altro consiglio: mettete alla prova il vostro

“venditore”. Se Lucia avesse detto a Pasqua-

le: “Mio marito sarà lì per lavoro mercoledì,

potete darvi appuntamento per la consegna a

mano?”, Pasquale avrebbe inventato qualche

scusa per non accettare la consegna a mano

facendo suonare un campanellino d’allarme.

Un’ultima attenzione: tutti i cellulari hanno

un codice IMEI che li contraddistingue in

rete tramite il quale gli operatori telefonici

possono bloccarli. Se il vostro cellulare

d’occasione, a vostra insaputa, fosse di qual-

cuno che ha stipulato un contratto di noleg-

gio con pagamento di un canone mensile,

state certi che dopo poco tempo vi ritrovere-

ste con un bel palmare non più funzionante

come telefono.

Se invece l’oggetto risultasse rubato, peggio

ancora, potreste persino incorrere nel reato

di ricettazione.

Ora che Lucia sa di essere stata truffata cosa

può fare? Andare subito a denunciare il fat-

to, sperando che trovino il delinquente e che

le vengano resti-

tuiti i suoi soldi.

Polizia e magistra-

ti ricevono però un

fiume di denunce

di piccole truffe,

ed anche se il re-

sponsabile venisse

arrestato e condan-

nato, difficilmente

Lucia rivedrebbe il

denaro.

Non è remota inoltre la possibilità che

dietro alla truffa possa esserci non un

semplice truffatore ma una vera organizza-

zione criminale.

Per chi volesse approfondire la tematica

consiglio un bel sito che da anni si occupa di

queste cose: http://www.ebayabuse.com.

Troverete anche interessanti spiegazioni su

come i truffatori riescano su ebay ad ottene-

re ottimi ed abbondanti feedback per render-

si apparentemente più affidabili.

Ora starete pensando che allora è meglio

non comprare nulla in internet!

No, ci sono siti in cui si possono fare acqui-

sti in tutta serenità, sicuramente tutti quelli

appartenenti ad esercizi commerciali ben

avviati e reali, con regolare indirizzo, telefo-

no, partita iva e ragione sociale (questi dati

sono verificabili da chiunque perché pubbli-

cati sul sito dell’Agenzia delle Entrate.)

Girando in rete ho trovato chi ha persino

stilato un decalogo per non prendere fregatu-

re negli acquisti online; io mi sento di la-

sciarvi un solo consiglio: usate il buon senso

e lasciate che il sano tarlo del dubbio non vi

abbandoni.

Page 26: n° 3 - DICEMBRE 2016 · Àiere felie eppure l’amore l’ha spinto a reare altri esseri, ome gli angeli e gli uo- ... PARLIAMONE! IL PUNTO DI VISTA DEGLI ESPERTI Immigrazione e

26 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016

L'UOMO CHE VIDE L'INFINITO: uscito

nelle sale cinematografiche a giugno 2016.

Gran Bretagna. Genere: biografico.

Regia e sceneggiatura: Matt Brown.

Fotografia: L. Smith.

Attori: D.Patel, J.Irons, T.Jones, D.Bishe,

S.Fry, J.Northam, E.Cilenti, R. Jonshon.

Trama: La pellicola è basata sul libro di

Robert Kanigel. Racconta la vera storia di

Srinivasa Ramanujan, genio indiano della

matematica, completamente autodidatta.

Per far conoscere al mondo la sua mente

geniale, dovrà lasciarsi alle spalle la giova-

ne sposa Janaki, interpretata da Devika

Bhise per intraprendere un lungo viaggio

che lo porterà a Cambridge, dove forgerà

un forte legame con il suo mentore, l'eccen-

trico professore G.H. Hardy. Sotto la guida

di Hardy, il suo lavoro si evolverà in modo

tale da rivoluzionare per sempre la matema-

tica e trasformare il modo in cui gli scien-

ziati spiegano il mondo.

Ancor più di un pittore, di uno sculture o di

un poeta, un matematico può diventare in

un film che ne celebri le scoperte, figura

magica, mitica, o più semplicemente di un

sapere che arriva se non direttamente da

Dio, da forze misteriose.

La vicenda di Srinivasa Ramanujan non ha

bisogno di elementi aggiuntivi, perché il

ragazzo del Tamil Nadu possedeva qualco-

sa in più rispetto ai suoi illustri colleghi

occidentali dalla pelle bianca: la povertà,

un destino infausto, un matrimonio segnato

dalla lontananza e un intuito a dir poco

straordinario. La sua epopea andava dunque

narrata ad ogni costo.

Il film di Matt Brown descrive le difficoltà

di integrazione del giovane, dello snobismo

degli accademici più anziani e della xeno-

fobia di molti studenti che vedevano il nuo-

vo compagno di corso come una "curiosità

esotica". Ognuno di questi aspetti, però,

non è indagato in profondità, il regista non

vuole rendere orgoglioso il protagonista, gli

inglesi eccessivamente razzisti o la malattia

di Srinivasa troppo indigeribile. Forse per

amore di fedeltà alla storia e al libro biogra-

fico di Robert Kanigel, L’uomo che vide

l’infinito sembra prediligere un approccio

corretto alla materia di cui tratta e si man-

tiene a metà strada fra la spiegazione del

lavoro dello studioso indiano e l’amicizia

fra quest’ultimo e il professor G.H. Hardy,

che intuì la sua genialità, provò ad addome-

sticare il suo sapere "selvaggio" e si batté

affinché diventasse un membro della Royal

Society e del Trinity College.

UN FILM DA VEDERE

UNA STORIA VERA: SRINIVASA, GENIO INDIANO DELLA MATEMATICA

a cura di Carlo Galuppi

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016 27

Nel 1941 Erich Fromm scrisse un

libro dal titolo “Fuga dalla Libertà”. La libertà è un gran-

de valore che chiede anche una identità individuale che ci

rende unici, ma citando parole di Fromm: “L'uomo ha

trovato nella Storia due vie d'uscita: la dittatura e il con-

formismo”.

Una preghiera ai giovani perché scelgano loro la vita che

vorranno e con un gesto corag-

gioso si prendano la libertà di

scegliere: Togliamo il distur-

bo, saggio sulla libertà di non

studiare di Paola Mastrocola Ed. Guanda, 17,00 €.

Sulla stessa onda: La Passione Ribelle di Paola Ma-

strocola, Ed. Laterza, 14,00 €. Lo studio è sparito dalle

nostre vite, e la cosa più incredibile e che non importa a

nessuno. Dedicato a tutti i ribelli invisibili. Una lettura

allegra e profonda per tutti!

…La Chiesa deve imparare ad

avere fiducia nell'umanità, come

l'ha avuta il Cristo. La prima tappa

per rifondare la tradizione è la liberazione dalla paura... un

credente omosessuale scrive e manda la sua lettera persona-

le con il desiderio che la Chiesa muti la propria visione sul-

la morale familiare. Lettera di un omosessuale alla

Chiesa di Roma di Eduardo Sa-

varese, Magistrato e studioso di di-

ritto internazionale, Ed. e/o, 9,50 € .

… Un libro per Natale...Il piacere

della lettura, il piacere del cibo, so-

gnare, assaporare sapori, colorare immagini e ricordi fanno

parte della vita. Questo libro non è soltanto un manuale di

cucina, non è soltanto una raccolta di racconti, ma un ereti-

co pellegrinaggio fra fornelli e racconti. Preparare pietanze

non significa farle uguali alla ricetta, ma lasciarsi dietro la

paura di sbagliare. Zenzero e nuvole di Simone Perotti,

Ed. Tascabili Bompiani, 9,00 €.

L’ANGOLO DEL LETTORE

LETTI PER VOI

a cura di Barbara Bosso

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28 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016

CUSSINO Giuseppe con. Gionco Gabriella, PAVAN Luciana

Settembre: GERMINARIO Jason, BERTINO Aurora,

ROSSELLO Riccardo, COCCO Asia

Ottobre: MAZZONE Elia, SANTORO Emma

10 settembre: DE FINIS Alessandro e CORDANI Elisa

24 Settembre: PISCHEDDA Roberto e FISCELLA Sonia

RINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO

SPOSI IN CRISTO E NELLA CHIESA

ATTENDONO LA RESURREZIONE

DAI REGISTRI PARROCCHIALI

27 NOVEMBRE: MERCATINO DI NATALE

UN DONO PER AIUTARE LE ATTIVITÀ DELLA PARROCCHIA

Tra le “bancarelle” del mercatino presso i locali della scuola dell’infanzia

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016 29

In cammino verso la comunità

Periodico d’informazione della Comunità parrocchiale di San Francesco al Campo

dicembre 2016

Questo bollettino è distribuito gra-tuitamente a tut-te le famiglie del-la Parrocchia

Sempre aperti a nuove collabora-zioni, vi invitiamo a scrivere com-menti, suggeri-menti, articoli, domande a: bollettinosanfran-cesco@ gmail.com

Coordinamento, redazione e allesti-mento grafico: Parrocchia di San Francesco al C. Stampa: A4 Servizi Grafici snc Chivasso (TO) Stampato in 1.850 copie

SANTE MESSE

chiesa feriale prefestivo festivo

PARROCCHIA

17:00 ora solare

18:00 ora legale lunedì, martedì

giovedì, venerdì *

18:00 8:30 - 11:00

CAPPELLA dell’ASSUNTA

17:00 ora solare 18:00 ora legale

mercoledì *

9:45

S. Maurizio C.se 8:30 18:00 8:00 9:30 11:00

Malanghero 10:30, 18:00

* in caso di funerali la S. Messa feriale non viene celebrata

CONFESSIONI sabato dalle 16:30 alle 17:30 (in chiesa)

PER AMMALATI È possibile telefonare a qualunque ora ai numeri:

011 92 78 342 340 39 39 294 339 41 31 309

UFFICIO PARROCCHIALE

Padre Michele - Parroco: sabato 9:00 - 12:00 (per colloqui, battesimi, matrimoni … ) oppure in altri orari su appuntamento, telefonando al n° 011 92 78 342

Padre Giacomo: giovedì 9:00 - 10:30 e venerdì 9:00 - 12:00

Segreteria Parrocchiale: lunedì, mercoledì, sabato 9:00 - 12:00

CARITAS Colloqui: mercoledì 9.00 - 12.00 Distribuzione mensile di generi alimentari: sabato 10:30 - 12:00

Sacramento del BATTESIMO Prenotarsi in ufficio parrocchiale per gli incontri prebattesimali.

Sacramento del MATRIMONIO Incontri 2017 Prenotarsi in ufficio parrocchiale.

INFORMAZIONI E ORARI

Parrocchia S. Francesco d’Assisi via Roma, 101 - 10070 San Francesco al Campo (TO)

tel. 011 9278342

sito internet: www.parrocchiasanfrancesco.wordpress.com

e-mail: [email protected]

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30 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016

PASSPORT ID PHOTO MAKER STUDIO lo

studio fotografico in tasca, per realizzare, in pochi mi-

nuti le vostre fototessera. Volete risparmiare? Non

avete tempo per andare dal fotografo? Fototessera Fai

-da-Te! Facile come farsi un Selfie. Selezionate

“Camera” e posizionatevi con una parete bianca alle

vostre spalle. Fatevi un selfie seguendo i suggerimenti

di inquadratura, date un paio di next e selezionate

“Type 1 Italy Passport”. Date next e ritagliate la foto secondo il suggerimen-

to, salvatela ed andate su “ready to print”. Selezionate la vostra foto e sce-

gliete “print multiple copies”, poi il formato 4R. Ora toccate 6 volte la vostra

foto in basso a sinistra e date 3 o quattro “Gap +” per distanziarle. FATTO!

Salvate la foto ottenuta e stampatela in 10 x 15 dal fotografo che preferite (in

internet trovate siti che ve la stampano a soli 15 centesimi!)

CAM SCANNER siete fuori casa/ufficio, non avete

uno scanner “a portata di mano” e vi serve digitalizza-

re urgentemente un documento. Ne vorreste avere

uno sempre in tasca? No, non basta fare una foto,

questa app ottimizza il risultato della foto, dandovi il

risultato di uno scanner da tavolo. Infine consente fa-

cilmente di salvarlo come PDF, inviarlo come allegato

di email e persino di mandarlo come FAX. Utile vero?

BERE ACQUA PROMEMORIA siamo fatti al 90%

di acqua, quindi l’acqua è per tutti noi fondamentale,

ma con l’avanzare dell’età spesso si perde il “senso

della sete”. Questa app non solo vi ricorderà incessan-

temente di bere, ma, come un “personal trainer” vi gui-

derà come un gioco al vostro obiettivo quotidiano di

idratazione ideale. Alla prima attivazione rispondete ad

alcune semplici domande: serviranno a determinare il

vostro giusto apporto di liquidi quotidiano. Potete per-

sonalizzare le quantità delle vostre “bevute” preferite (es. Cappuccino, bic-

chiere d’acqua, di vino o boccale di birra ...). Ora il vostro smartphone vi av-

viserà quando è ora di bere e voi segnerete quanto avete bevuto. E’ compa-

tibile con Android Wear, quindi potrebbe stare anche al vostro polso!

L’ANGOLO DELLE APP

OCCORRE UNA FOTOTESSERA, FARE UNA SCANSIONE, RICORDARSI DI BERE?

a cura di Ivan Scandariato

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016 31

di Rebecca

A seguito di una telefonata anonima, la poli-zia fa irruzione in una casa per arrestare un sospetto omicida. Non sanno che aspetto abbia ma sanno che si chiama John e che si trova dentro la casa. La polizia si trova da-vanti un chirurgo, un fabbro e un prete che giocano a poker. Senza esitazione e senza comunicare tra loro arrestano subito il pre-te. Come fanno a sapere che è lui il colpevo-le?

Se avete risolto l’enigma o volete sapere quale sia la soluzione, rivolgetevi a Padre Michele.

Soluzione dell’enigma del numero preceden-te: l’uomo aveva il singhiozzo.

L’ENIGMA … del PARROCO

In questo disegno due fiocchi di neve hanno la stessa forma, nono-stante le dimensioni siano differen-ti. Sapresti individuarli?

PER I PIU’ PICCOLI

GIOCHIAMO UN PO’

CONCORSO

NATALIZIO

Partecipare è semplicissimo:

addobbate con cura il vostro albero di Natale ed inviateci

una sua foto all’indirizzo e-

mail:

b o l l e t t i n o s a n f r a n c e -

[email protected]

Per partecipare si può avere

al massimo 14 anni.

Tra tutti i partecipanti, una giuria sceglierà il più bello

che riceverà un premio spe-

ciale!

Nell’ultimo concorso, ha ri-sposto correttamente Alberto. La fotografia ritraeva il pilone che si trova all’angolo fra Via Costa e Via Roggeri.

Completa il cruciverba tenendo presente che a numero uguale

corrisponde lettera uguale.

B

S

R

E

C

A

4 9 4 4 5 1

3 2 6 2 6

9 8 6 4 1 8 2

2 8 1 3 8 2

1 9 1 5 7

5 4 6 1 7

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32 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - DICEMBRE 2016

Foto di copertina:

Presepe AVIS di borgata Madonna

a cura di Patrizia Pegoraro

Non importa quanto si dà,

ma quanto amore

si mette nel dare …

Madre Teresa di Calcutta