N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

47
PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA 55 N. 3-4/2017 * * * Sezione controllo enti 40 – Sezione controllo enti; determinazione 29 maggio 2017; Pres. Laterza, Rel. Romanelli; Enel s.p.a. Enti a cui lo Stato contribuisce in via ordi- naria – Enel s.p.a. – Gestione finanziaria 2015 – Relazione al Parlamento. L. 21 marzo 1958 n. 259, partecipazione della Corte dei conti al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria, art. 12. La relazione riferisce al Parlamento i risultati del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Enel s.p.a. e del Gruppo Enel per l’esercizio 2015. Il bilancio di esercizio di Enel si è chiuso con un utile di 1.011 milioni di euro, in forte aumento rispetto al risultato dell’esercizio precedente (+453 milioni), per effetto, essenzialmente, dei maggiori proventi finanziari netti e da partecipazioni, in au- mento di 393 milioni rispetto al 2014. Il patrimonio netto si è attestato a 24.880 milioni, in lieve decre- mento (-1 per cento circa) rispetto al corrispondente dato del 2014. In aumento, altresì, la consistenza e il costo del personale, che registrano un aumento, rispetto all’esercizio precedente, rispettivamente del 38,8 e 46,9 per cento. L’indebitamento finanziario netto di Enel si è at- testato, a fine esercizio, a 13.425 milioni, in aumento di 814 milioni rispetto al 31 dicembre 2014. Il bilancio consolidato del gruppo si è chiuso con un risultato netto complessivo di 3.372 milioni (di cui 2.196 milioni di pertinenza del gruppo e 1.176 milioni di pertinenza di terzi), a fronte dei 772 milio- ni del 2014 (+336,8 per cento); il patrimonio netto si è attestato a 32.376 milioni (+2,8 per cento rispetto al corrispondente dato dell’esercizio precedente). La consistenza del personale dipendente del gruppo è pari, al 31 dicembre 2015, a 67.914 unità, con un decremento dell’1,5 per cento circa rispetto all’esercizio precedente; è, nondimeno, aumentato (+9,2 per cento circa) il costo complessivo del per- sonale, a causa, principalmente, dei maggiori costi per esodi incentivati in Italia e in Spagna, nonché delle maggiori consistenze medie e dei rinnovi con- trattuali in America Latina; ove si guardi, invece, al solo costo complessivo per salari e stipendi, si regi- stra un decremento dello 0,7 per cento. L’indebitamento finanziario netto del Gruppo Enel si è attestato, alla fine dell’esercizio, a 37.545 milioni, in leggero aumento (+0,4 per cento) rispetto all’esercizio precedente. Il costo delle consulenze assegnate nel 2015, con esclusione di quelle affidate dalle società del grup- po al di fuori del perimetro Italia e delle consulenze infra-gruppo, ammonta a 47,3 milioni, con un in- cremento del 126 per cento circa rispetto all’eser- cizio 2014; l’incremento è essenzialmente riferibile alle consulenze di cui la società si è avvalsa per le attività di carattere straordinario concernenti prin- cipalmente, tra le altre, la riorganizzazione della struttura societaria in America Latina, la piena in- corporazione di Enel Green Power in Enel s.p.a. e la cessione di una società controllata slovacca. Per l’insieme di tali ragioni, e anche alla luce del risultato conseguito nel 2016, il livello di indebi- tamento del gruppo è rimasto sostanzialmente inva- riato (37.553 milioni), sicché la Corte richiama una

Transcript of N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

Page 1: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

55

N. 3-4/2017

* * *

Sezione controllo enti

40 – Sezione controllo enti; determinazione 29 maggio 2017; Pres. Laterza, Rel. Romanelli; Enel s.p.a.

Enti a cui lo Stato contribuisce in via ordi-naria – Enel s.p.a. – Gestione finanziaria 2015 – Relazione al Parlamento.

L. 21 marzo 1958 n. 259, partecipazione della Corte dei conti al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria, art. 12.

La relazione riferisce al Parlamento i risultati del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Enel s.p.a. e del Gruppo Enel per l’esercizio 2015.

Il bilancio di esercizio di Enel si è chiuso con un utile di 1.011 milioni di euro, in forte aumento rispetto al risultato dell’esercizio precedente (+453 milioni), per effetto, essenzialmente, dei maggiori proventi finanziari netti e da partecipazioni, in au-mento di 393 milioni rispetto al 2014. Il patrimonio netto si è attestato a 24.880 milioni, in lieve decre-mento (-1 per cento circa) rispetto al corrispondente dato del 2014. In aumento, altresì, la consistenza e il costo del personale, che registrano un aumento, rispetto all’esercizio precedente, rispettivamente del 38,8 e 46,9 per cento.

L’indebitamento finanziario netto di Enel si è at-testato, a fine esercizio, a 13.425 milioni, in aumento di 814 milioni rispetto al 31 dicembre 2014.

Il bilancio consolidato del gruppo si è chiuso con un risultato netto complessivo di 3.372 milioni (di cui 2.196 milioni di pertinenza del gruppo e 1.176 milioni di pertinenza di terzi), a fronte dei 772 milio-ni del 2014 (+336,8 per cento); il patrimonio netto si è attestato a 32.376 milioni (+2,8 per cento rispetto al corrispondente dato dell’esercizio precedente).

La consistenza del personale dipendente del gruppo è pari, al 31 dicembre 2015, a 67.914 unità, con un decremento dell’1,5 per cento circa rispetto all’esercizio precedente; è, nondimeno, aumentato (+9,2 per cento circa) il costo complessivo del per-sonale, a causa, principalmente, dei maggiori costi per esodi incentivati in Italia e in Spagna, nonché delle maggiori consistenze medie e dei rinnovi con-trattuali in America Latina; ove si guardi, invece, al solo costo complessivo per salari e stipendi, si regi-stra un decremento dello 0,7 per cento.

L’indebitamento finanziario netto del Gruppo Enel si è attestato, alla fine dell’esercizio, a 37.545 milioni, in leggero aumento (+0,4 per cento) rispetto all’esercizio precedente.

Il costo delle consulenze assegnate nel 2015, con esclusione di quelle affidate dalle società del grup-po al di fuori del perimetro Italia e delle consulenze infra-gruppo, ammonta a 47,3 milioni, con un in-cremento del 126 per cento circa rispetto all’eser-cizio 2014; l’incremento è essenzialmente riferibile alle consulenze di cui la società si è avvalsa per le attività di carattere straordinario concernenti prin-cipalmente, tra le altre, la riorganizzazione della struttura societaria in America Latina, la piena in-corporazione di Enel Green Power in Enel s.p.a. e la cessione di una società controllata slovacca.

Per l’insieme di tali ragioni, e anche alla luce del risultato conseguito nel 2016, il livello di indebi-tamento del gruppo è rimasto sostanzialmente inva-riato (37.553 milioni), sicché la Corte richiama una

Page 2: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

56

N. 3-4/2017

particolare attenzione sulle misure necessarie al suo contenimento, in linea con le previsioni dell’ultimo piano industriale approvato. (1)(1)

1. Ambito di azione, assetti proprietari e struttura organizzativa del Gruppo Enel

1.1. L’ambito di azione e gli assetti proprietariA norma dell’art. 4 dello statuto sociale, Enel

s.p.a. (di seguito, anche “la società” o “Enel”) ha per oggetto l’assunzione e la gestione di partecipazioni e interessenze in società e imprese italiane o straniere e opera, principalmente, nei settori dell’energia elet-trica, idrico, della tutela dell’ambiente, delle comu-nicazioni, dei servizi multimediali e interattivi, delle strutture a rete, nonché negli altri settori a questi atti-nenti, contigui o connessi.

Il Gruppo Enel è presente, attraverso circa 750 società controllate o partecipate, in oltre 30 paesi di 4 continenti, dove conta complessivamente circa 60 milioni di clienti; nel 2015 ha gestito impianti per ol-tre 90 Gw (2)

(2) di capacità installata, che hanno genera-to circa 284 Twh (3)

(3) di energia elettrica, collocandosi fra le principali aziende elettriche europee in termini di capacità installata, numero di clienti ed Ebitda (4)

(4).In Italia Enel detiene la leadership nel mercato

dell’energia elettrica, con una capacità installata di circa 31 gigawatt, una produzione di 68,5 terawatto-ra e circa 27 milioni di clienti; si colloca, altresì, in posizione rilevante nel mercato della vendita al det-taglio di gas naturale con una quota del 7,6 per cento, pari a 4,1 miliardi di metri cubi di gas venduto a 3,8 milioni di clienti circa. Analoghe posizioni riveste nel mercato elettrico e del gas in Spagna.

La durata della società è fissata al 31 dicembre 2100, salvo proroghe.

Al 31 dicembre 2015, il capitale sociale, intera-mente versato, era rappresentato, così come nell’an-no precedente, da 9.403.357.795 azioni ordinarie nominative del valore nominale di 1 euro ciascuna, interamente liberate e assistite dal diritto di voto.

A seguito dell’operazione di scissione parziale non proporzionale della società controllata Enel Gre-en Power s.p.a. (d’ora in poi, anche Egp o Enel Gre-

(1) Il testo integrale della relazione si legge in Rivista web Corte conti, fasc. n. 18/Settembre 2017, <www.rivistacorte-conti.it>.

(2) Gigawatt (mld di watt).(3) Terawattora (mln di kilowattora).(4) Earnings before interest, taxes, depreciation and amor-

tization – cfr. infra par. 8.2 ss.

en Power) in favore di Enel s.p.a. – approvata dalle assemblee straordinarie delle rispettive società in data 11 gennaio 2016 e divenuta efficace a decorrere dall’1 aprile 2016 (5)

(5) – il capitale sociale di Enel s.p.a. si è at-testato a euro 10.166.679.946, interamente sottoscritto e versato, suddiviso in 10.166.679.946 azioni ordinarie del valore nominale di 1 euro ciascuna (6)

(6), con una quo-ta in capo al mercato (il c.d. “flottante”) pari al 76,4 per cento circa, tra investitori istituzionali e privati.

Significativa è la presenza di numerosi piccoli ri-sparmiatori (circa 1 mln), i quali possedevano, alla suddetta data, il 20 per cento circa del capitale.

In relazione alla clausola statutaria (art. 6.1) che prevede il limite di possesso azionario (e di voto) al 3 per cento del capitale sociale, salvo che per lo Stato italiano e gli enti pubblici da questo controllati (7)

(7), va evidenziato che dalle risultanze del libro dei soci e dalle comunicazioni effettuate alla Consob non sono risultati azionisti in possesso di una partecipazione superiore a tale limite, ad eccezione di un investitore istituzionale che alla data dell’1 aprile 2016 possede-va il 5 per cento circa del capitale sociale.

Merita di essere ricordato che secondo quanto di-sposto dall’ultimo comma dell’art. 3 d.l. n. 332/1994, convertito dalla l. n. 474/1994, detta clausola statuta-ria decadrebbe laddove il limite del 3 per cento fos-se superato in seguito all’effettuazione di un’offerta pubblica di acquisto (Opa), in conseguenza della quale l’offerente venisse a detenere una partecipa-zione almeno pari al 75 per cento del capitale con diritto di voto nelle deliberazioni riguardanti la no-mina o la revoca degli amministratori. Assume dun-que rilevanza il fatto che, a partire dall’aprile 2016, a seguito della operazione Egp, la partecipazione del Ministero dell’economia e delle finanze – pur essendo rimasto invariato il numero complessivo di azioni ordinarie con diritto di voto detenute (n. 2.397.856.331) – si è ridotta dal 25,50 per cento al 23,585 per cento del capitale sociale.

Si evidenzia, infine, che a decorrere dalla data (7 giugno 2014) di entrata in vigore del d.p.r. 25 mar-zo 2014, n. 85, attuativo delle disposizioni recate dal d.l. 15 marzo 2012, n. 21, convertito con modifica-

(5) Cfr. infra, par. 4.2.(6) A valle di tale operazione sono state, infatti, emesse e

sottoscritte in sede di concambio – in favore degli azionisti di Enel Green Power diversi da Enel – n. 763.322.151 azioni ordinarie Enel s.p.a., del valore nominale di 1 euro ciascuna, per un aumento di capitale sociale pari a 763.322.151 euro.

(7) In attuazione di quanto disposto dall’art. 3 d.l. 31 maggio 1994, n. 332, convertito con modificazioni dalla l. 30 luglio 1994, n. 474.

Page 3: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

57

N. 3-4/2017

zioni dalla l. 11 maggio 2012, n. 56, non trova più applicazione nei riguardi di Enel la disciplina dei “poteri speciali” dello Stato italiano nei settori stra-tegici (c.d. golden share), con conseguente cessazio-ne automatica degli effetti delle clausole in materia di “poteri speciali” inserite negli statuti delle società operanti nei settori strategici e sottoposte ai proces-si di privatizzazione (nel caso di Enel s.p.a. si tratta dell’art. 6.2). (Omissis)

4. Il piano industriale e degli investimenti4.1. Il piano industriale 2015-2019

Nel corso della riunione del 25 febbraio 2015, il consiglio di amministrazione ha approvato il piano industriale e degli investimenti per il quinquennio 2015-2019.

Le sue linee fondamentali possono riassumersi nelle seguenti quattro:

a) riduzione dell’8 per cento nominale dei cash cost sull’arco di piano (per un valore complessivo pari a 1,5 mld), attraverso l’ottimizzazione degli in-vestimenti in manutenzione e dei costi operativi per tutte le global business lines;

b) maggiori investimenti, per 18 miliardi di euro, destinati alla crescita industriale nell’arco di piano, con un incremento di 6 miliardi di euro rispetto al piano precedente (omissis);

c) gestione attiva del portafoglio, da attuarsi me-diante un programma di rotazione degli asset (asset rotation) per un valore di 5 miliardi di euro nell’arco di piano senza effetti sull’indebitamento;

d) nuova politica dei dividendi, con la previsione di un payout pari al 50 per cento nel 2015, con un aumento di 5 punti percentuali su base annua, fino al 65 per cento, nel 2018 (1)

(32).4.2. I fatti di gestione più rilevanti del 2015

Tra le molteplici attività poste in essere nel corso dell’esercizio (2)

(33), meritano di essere segnalate, per il loro rilievo, le seguenti:

- l’avvio del processo di riorganizzazione socie-taria in America Latina, volta alla separazione degli asset di generazione e di distribuzione di energia elettrica detenuti in Cile da quelli detenuti negli altri paesi attraverso le seguenti operazioni:

(32) In data 18 novembre 2015 è stato presentato alla comu-nità finanziaria il piano strategico relativo al periodo 2016-2019, contenente le nuove linee guida strategiche e gli obiettivi di crescita economica, finanziaria e patrimoniale del gruppo, in continuità con il precedente piano.

(33) Cfr. anche infra, par. 8.1.

- la scissione parziale di Endesa Chile e Chilectra, mediante l’assegnazione di tutte le rispettive attivi-tà e passività detenute negli altri paesi dell’Ameri-ca Latina diversi dal Cile in favore di due società di nuova costituzione, denominate, rispettivamente, Endesa Americas e Chilectra Americas;

- la scissione parziale di Enersis, mediante l’as-segnazione di tutte le relative attività e passività detenute in Cile (ivi comprese le partecipazioni in Endesa Chile e Chilectra) in favore di una società di nuova costituzione denominata Enersis Chile, con il contestuale cambiamento della denominazione sociale di Enersis in Enersis Americas, società che rimarrà, quindi, titolare di tutte le attività e passività detenute negli altri paesi dell’America Latina (tra cui le partecipazioni nelle indicate società di nuova co-stituzione Endesa Americas e Chilectra Americas);

- la successiva fusione per incorporazione di Endesa Americas e Chilectra Americas in Enersis Americas; tale ultima società, in esito alla fusione, risulterà pertanto titolare di tutte le partecipazioni detenute dal perimetro negli altri paesi dell’America Latina (Brasile, Argentina, Perù e Colombia);

- l’approvazione del progetto di integrazione di Enel Green Power in favore di Enel mediante scis-sione parziale non proporzionale (operazione con-clusasi in data 31marzo 2016, e divenuta efficace a partire dall’1 aprile successivo); (3)

(34) l’operazione si è articolata nei seguenti passaggi societari:

- assegnazione da parte di Egp in favore di Enel del “compendio scisso”, essenzialmente rappresen-tato dalla partecipazione totalitaria posseduta dalla stessa Egp nella holding di diritto olandese Enel Green Power international b.v. (che deteneva parte-cipazioni in società operanti nel settore delle energie rinnovabili nel Nord, Centro e Sud America, in Eu-ropa, in Sudafrica e in India), nonché dalle attività, passività, contratti e rapporti giuridici connessi a tale partecipazione e mantenimento in capo a Egp di tutti i restanti elementi patrimoniali (attività italiane e re-sidue limitate partecipazioni estere);

- concambio delle azioni Egp in azioni Enel (con un rapporto di 1/0,486), con conseguente riduzione del capitale sociale di Egp in misura corrispondente al valore del “compendio scisso” e correlato aumen-to del capitale di Enel, mediante emissione di nuo-ve azioni destinate agli azionisti di Egp diversi da Enel (4)

(35);

(34) Cfr. supra, par. 1.1.(35) Cfr. supra, par. 1.1. e nota n. 6. Le nuove azioni Enel

emesse a seguito del concambio corrispondenti alla partecipa-

Page 4: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

58

N. 3-4/2017

- previsione del “diritto di recesso” (art. 2437, c. 1, lett. a, c.c.) e del “diritto di vendita” (art. 2506-bis, c. 4, c.c.) in favore degli azionisti di Egp che non avessero concorso all’approvazione della scissione, ad un valore unitario pari a euro 1,780/azione (1)

(36);- la stipula dell’accordo per la cessione della par-

tecipazione detenuta da Enel produzione s.p.a. (d’o-ra in poi, Enel produzione) in Slovenské Elektrárne, pari al 66 per cento del capitale sociale di quest’ulti-ma, per un corrispettivo complessivo di 750 milioni di euro circa, da realizzarsi in due fasi, la seconda delle quali (con il pagamento della seconda rata di 375 milioni circa, soggetta tuttavia a un meccanismo di conguaglio) dovrebbe concludersi entro il primo semestre del 2019, dopo l’ottenimento dell’autoriz-zazione all’esercizio delle unità 3 e 4 della centrale nucleare di Mochovce, ancora in fase di costruzione, e del rilascio del nulla osta da parte dell’Autorità an-titrust dell’Unione europea (2)

(37);- la cessione dell’intero capitale sociale di Finer-

ge gestão de projectos energéticos s.a. (società porto-ghese operante nel settore delle energie rinnovabili), da parte di Enel Green Power España (partecipata per il 60 per cento da Enel Green Power e per il 40 per cento da Endesa), per un corrispettivo di 900 mi-lioni di euro circa;

- la stipula dell’accordo per la vendita di una quo-ta del 49 per cento della società partecipata statuni-tense Egp Na renewable Energy Partners, per un cor-rispettivo complessivo di circa 440 milioni di dollari statunitensi;

- la cessione dell’intera partecipazione possedu-ta da Enel produzione s.p.a. in Hydro Dolomiti Enel s.r.l. (Hde), pari al 49 per cento del capitale sociale di quest’ultima, per un corrispettivo di circa 335 mi-lioni di euro;

- la cessione della partecipazione del 40 per cen-to posseduta da Enel Produzione in Se Hydropower, per un corrispettivo pari a 345 milioni di euro;

zione di quest’ultima nel “compendio scisso” sono state, invece, contestualmente annullate ai sensi degli artt. 2504-ter, c. 2, e 2506-ter, c. 5, c.c.

(36) Al termine del periodo di offerta tali diritti sono stati validamente esercitati per un totale di 16.406.123 azioni Egp (pari allo 0,33 per cento del capitale sociale), per un controva-lore di 29,2 milioni di euro circa.

(37) Nel corso dell’anno, è stata invece disposta la sospensio-ne del processo di cessione degli asset di distribuzione e vendita posseduti in Romania, di cui, in un primo momento, era stata annunciata la vendita insieme a quelli slovacchi.

- la cessione della partecipazione posseduta dalla controllata Enel Produzione in Sf Energy, per un cor-rispettivo pari a 55 milioni di euro;

- l’aggiudicazione, tramite Enel Green Power, della gara per la fornitura di energia da fonti rinnova-bili (425 Mw (3)

(38) di progetti eolici) nella Repubblica Sudafricana;

- l’acquisizione di una quota di maggioranza di Blp Energy da parte di Enel Green Power, per un cor-rispettivo totale di circa 30 milioni di euro;

- la vendita (nell’ambito del programma di di-smissione delle centrali termo-elettriche in Italia, de-nominato Futur-E) del sito di Porto Marghera, costi-tuito dalla centrale termoelettrica “Giuseppe Volpi” (alimentata a carbone e sostanzialmente inattiva da circa tre anni) e dell’area circostante;

- la costituzione di una joint venture operante nel fotovoltaico in Italia tra Enel Green Power s.p.a. e F2i s.g.r. s.p.a. con un portafoglio di 207 Mw di ca-pacità installata, per effetto dell’apporto di 102 Mw da parte di Egp e di 105 Mw da parte di F2i;

- la costituzione – nel contesto delle opportunità offerte dalla “Strategia italiana per la banda ultra lar-ga” (approvata dal Consiglio dei ministri il 3 marzo 2015 in coerenza con l’Agenda digitale europea) – di un nuovo veicolo societario avente ragione sociale Enel OpEn Fiber (Eof), destinato a operare nel set-tore della fibra ottica a banda larga su tutto il territo-rio nazionale, quale realizzatore di infrastrutture per conto degli operatori autorizzati, all’uopo utilizzan-do la rete elettrica di proprietà. (Omissis)

7. Risultati economico-finanziari di Enel s.p.a.7.1. Il bilancio d’esercizio

Il bilancio di esercizio 2015 di Enel s.p.a. – come già riferito – è stato approvato dall’assemblea ordi-naria dei soci il 26 maggio 2016.

Esso è stato redatto in conformità ai principi contabili internazionali (International accounting standards-Ias e International financial reporting standards-Ifrs) emanati dall’International accoun-ting standars board (Iasb), alle interpretazioni emes-se dall’Ifric (4)

(51) e dal Sic (5)

(52), al regolamento europeo n. 1606/2002, nonché ai provvedimenti attuativi dell’art. 9 d.lgs. 28 febbraio 2005, n. 38, e risulta cor-redato dall’attestazione dell’amministratore delegato e del dirigente preposto alla redazione dei documen-

(38) Megawatt (mln di watt).(51) International financial reporting interpretations com-

mittee.(52) Standing interpretations committee.

Page 5: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

59

N. 3-4/2017

ti contabili, ai sensi dell’art. 154-bis, c. 5, d.lgs. n. 58/1998 e dell’art. 81-ter del regolamento Consob 14 maggio 1999, n. 11971.

Il bilancio è stato sottoposto a revisione contabile da parte della società di revisione, che ha rilasciato la prescritta certificazione con relazione in data 13 aprile 2016; è stato altresì esaminato dal collegio sindacale, che ha rassegnato, senza osservazioni, la relazione di sua competenza, redatta ai sensi dell’art. 153 d.lgs. n. 58/1998 e in osservanza alla comuni-cazione Consob n. dem/1025564 del 6 aprile 2001.7.2. Notazioni generali

(Omissis) La gestione aziendale è stata, in estre-ma sintesi, caratterizzata:

- da un margine operativo lordo negativo per 155 milioni di euro, con una variazione negativa di 75 milioni di euro rispetto al 2014, da ricondurre, prin-cipalmente, all’incremento dei costi del personale e dei servizi e per godimento di beni di terzi;

- da un risultato operativo netto negativo per 482 milioni di euro, inclusivo di ammortamenti e svalu-tazioni per 327 milioni di euro (543 mln nell’eserci-zio 2014), con una variazione positiva di 141 milioni di euro rispetto al 2014, dovuta, principalmente, ai minori adeguamenti di valore effettuati nell’eserci-zio sulle partecipazioni detenute;

- da un risultato netto di 1.011 milioni di euro, in incremento di 453 milioni di euro rispetto al 2014;

- dal decremento delle attività patrimoniali (-3,4 per cento) e, in particolare, delle attività finanziarie correnti (-30,4 per cento) e delle disponibilità liquide e mezzi equivalenti (-15,0 per cento);

- dal decremento delle passività patrimoniali (-5,4 per cento) caratterizzato in particolare, dalla ri-duzione dei finanziamenti a lungo termine (-16,1 per cento) e dall’incremento dei finanziamenti a breve termine (+3,5 per cento) e delle quote correnti dei finanziamenti a lungo termine (+29,6 per cento);

- dall’incremento del capitale investito netto (+1,5 per cento).7.2.1. La gestione economica

(Omissis) L’utile netto dell’esercizio, pari a 1.011 milioni di euro, evidenzia, come già segnalato, un in-cremento di 453 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente, connesso essenzialmente alla variazione positiva dei proventi finanziari netti e da partecipa-zioni, in aumento di 393 milioni di euro rispetto a quanto rilevato nel 2014.

Le imposte sul reddito dell’esercizio risultano complessivamente positive per 201 milioni di euro

per effetto, essenzialmente, della riduzione della base imponibile Ires rispetto al risultato civilistico ante imposte, a sua volta dovuta all’esclusione del 95 per cento dei dividendi percepiti dalle società controllate e alla deducibilità degli interessi passivi di Enel in capo al consolidato fiscale di gruppo, in conformità alle disposizioni in materia di Ires (art. 96 Tuir).

La variazione di 81 milioni di euro rispetto all’e-sercizio precedente risente essenzialmente del diver-so ammontare, nei due esercizi di riferimento, dei dividendi percepiti dalle società controllate e delle svalutazioni sulle partecipazioni aventi i requisiti di cui all’art. 87 Tuir.7.2.2. La gestione patrimoniale

(Omissis) Le attività immobilizzate nette am-montano a 39.076 milioni di euro e presentano un incremento di 602 milioni di euro. Tale variazione è riferita principalmente:

- per 230 milioni di euro, alle partecipazioni in imprese controllate, sulle quali hanno influito le operazioni (1)

(53); relative alla ripatrimonializzazione di Enel Trade s.p.a. per 500 milioni di euro, di Enel Ingegneria e Ricerca s.p.a. per 40 milioni di euro (successivamente entrambe svalutate, per 250 mln la prima, e per 65 mln la seconda) e la costituzione di Enel OpEn Fiber s.p.a., tramite il versamento del capitale sociale di 5 milioni di euro, interamente pos-seduto da Enel (2)

(54);- per 370 milioni di euro, all’incremento delle

“altre attività non correnti nette”, da collegare essen-zialmente all’aumento del valore dei contratti deri-vati non correnti.

Il capitale circolante netto è negativo per 508 mi-lioni di euro e registra un decremento di 32 milioni di euro rispetto al dato rilevato alla fine dell’esercizio precedente. La variazione è riferibile:

- per 151 milioni di euro, all’incremento dei cre-diti commerciali principalmente verso società del gruppo, per i servizi di indirizzo e coordinamen-to svolti da Enel s.p.a.; tale variazione ha risentito dell’andamento dei ricavi connessi ai medesimi ser-vizi, nonché alla diversa tempistica degli incassi ri-spetto a quanto avvenuto nel precedente esercizio;

- per 94 milioni di euro, all’incremento delle “al-tre passività correnti nette” per effetto principalmen-te del minor credito per imposte sul reddito di Enel s.p.a. (306 mln), in parte compensato dai maggiori

(53) Per maggior dettagli, cfr. infra, par. 7.3.(54) Cfr. supra, par. 4.2.

Page 6: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

60

N. 3-4/2017

crediti Ires infragruppo connessi al consolidato fisca-le nazionale (196 mln);

- per 25 milioni di euro, all’incremento dei debiti commerciali.

Il capitale investito netto al 31 dicembre 2015 è pari a 38.305 milioni di euro ed è coperto dal patri-monio netto, per 24.880 milioni di euro, e dall’in-debitamento finanziario netto, per 13.425 milioni di euro.

Il patrimonio netto si è attestato a 24.880 milioni di euro, con un decremento di 256 milioni di euro ri-spetto al precedente esercizio; tale variazione è rife-ribile alla distribuzione del dividendo relativo all’e-sercizio 2014 per un ammontare complessivo pari a 1.316 milioni di euro (0,14 euro per azione) (1)

(55), non-ché alla rilevazione dell’utile complessivo dell’eser-cizio 2015 pari a 1.060 milioni di euro (2)

(56).L’indebitamento finanziario netto a fine esercizio

è pari a 13.425 milioni di euro, con un’incidenza sul patrimonio netto pari al 53,9 per cento (50,2 per cen-to a fine 2014).7.2.3. La gestione finanziaria

(Omissis) Il cash flow generato dall’attività ope-rativa è positivo per 1.062 milioni di euro (926 mln nell’esercizio precedente) ed è riferibile, principal-mente, ai dividendi incassati dalle società control-late, al margine netto negativo tra interessi pagati e incassati, nonché al pagamento degli acconti sulle imposte Ires effettuato per tutte le società del gruppo rientranti nel consolidato fiscale nazionale.

Il cash flow generato dall’attività di investimen-to, negativo per 560 milioni di euro (negativo per 11 mln nell’esercizio precedente), si riferisce, per 542 milioni di euro, alle sopra richiamate operazioni di ripatrimonializzazione delle controllate Enel Trade s.p.a., Enel Ingegneria e Ricerca s.p.a., nonché di Enel Oil & Gas s.p.a., e di costituzione della newco Enel OpEn Fiber s.p.a. (3)

(57) e, per 15 milioni di euro, a investimenti in attività materiali e immateriali. L’at-tività di disinvestimento ha riguardato la cessione a Enel Trade s.p.a. della partecipazione detenuta in Enel Oil & Gas s.p.a., grazie alla quale si è generato un flusso di cassa di 2 milioni di euro circa.

Il cash flow da attività di finanziamento, negati-vo per 1.549 milioni di euro (positivo per 2.934 mln

(55) Cfr. supra, nota n. 12.(56) Ove lo si consideri inclusivo del risultato negativo, pari

a 49 milioni (concernente la variazione, al netto dell’effetto fiscale, della riserva per derivati di cash flow hedge), che è stato imputato direttamente a patrimonio netto.

(57) Cfr., in argomento, anche il par. 7.3 che segue.

nel precedente esercizio), è stato generato, essenzial-mente, dal rimborso dei prestiti obbligazionari e dal riacquisto di obbligazioni proprie per un valore com-plessivo pari a 2.394 milioni di euro circa, dal paga-mento dei dividendi dell’esercizio 2014 (1.316 mln) e dalla variazione positiva netta dei debiti finanziari a breve per un importo pari a 2.508 milioni di euro.

Nell’esercizio 2015, il fabbisogno generato dall’attività di finanziamento (1.549 mln) e dall’attivi-tà di investimento (560 mln) è stato coperto per 1.062 milioni di euro dalla liquidità generata dall’attività operativa e per 1.047 milioni di euro dall’utilizzo del-le disponibilità liquide e mezzi equivalenti accumulati nell’esercizio precedente. Conseguentemente le di-sponibilità liquide e mezzi equivalenti al 31 dicembre 2015 risultano pari a 5.925 milioni di euro a fronte di 6.972 milioni di euro di inizio esercizio.

L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2015 risulta pari a 13.425 milioni di euro e registra un incremento di 814 milioni di euro, come risulta-to del decremento della posizione finanziaria netta creditoria a breve termine (3.555 mln) e della dimi-nuzione dell’indebitamento finanziario netto a lungo termine (2.741 mln).

Le principali operazioni effettuate nel corso del 2015 che hanno avuto impatto sull’indebitamento hanno riguardato:

- il rimborso, per 2.300 milioni di euro, di due prestiti obbligazionari retail;

- il rimborso, per 500 milioni di euro, dell’in-tercompany short term deposit agreement (linea di credito a breve intrattenuta con Enel Finance Inter-national n.v.);

- il rimborso di due tranche dei prestiti obbliga-zionari “Ina” e “Ania” e il riacquisto di obbligazioni proprie per complessivi 94 milioni di euro.

Si evidenzia, infine, che il decremento delle di-sponibilità liquide (pari a 1.047 mln) è imputabile, principalmente, oltreché ai rimborsi dei sopracitati prestiti obbligazionari, alla normale operatività con-nessa alla funzione di tesoreria accentrata svolta da Enel s.p.a. (Omissis)7.3. Lo stato patrimoniale

Con riguardo allo stato patrimoniale, meritano di essere segnalate, in particolare, le seguenti evidenze:

- le attività non correnti si incrementano di 737 milioni di euro rispetto al valore rilevato al 31 di-cembre 2014, per effetto, principalmente, dell’au-mento delle attività finanziarie non correnti (+573 mln), a sua volta riconducibile, essenzialmente, all’incremento del valore dei contratti derivati (+612

Page 7: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

61

N. 3-4/2017

mln), all’incremento del valore delle partecipazioni possedute in imprese controllate, collegate e in altre imprese (+230 mln) e al decremento delle altre atti-vità non correnti (-58 mln);

- le attività correnti rilevano una riduzione di 2.604 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2014, per effetto, principalmente, del decremento delle at-tività finanziarie correnti, per 1.618 milioni di euro, nonché delle disponibilità liquide e mezzi equivalen-ti, per 1.047 milioni di euro;

- le passività non correnti presentano, rispetto all’esercizio precedente, una variazione in dimi-nuzione di 2.531 milioni di euro da ricondurre, es-senzialmente, alla riduzione, pari a 2.785 milioni di euro, dei finanziamenti a lungo termine;

- le passività correnti si incrementano di 920 mi-lioni di euro per effetto principalmente dell’incre-mento sia dei finanziamenti a breve termine, per un ammontare pari a 168 milioni di euro, sia delle quote correnti dei finanziamenti a lungo termine, per un importo pari a 699 milioni di euro;

- il patrimonio netto registra – come già rileva-to – un decremento dell’1 per cento rispetto all’e-sercizio 2014, attestandosi a 24.880 milioni di euro. (Omissis)7.4. Il conto economico

(Omissis) I ricavi delle prestazioni, pari a 237 milioni di euro (245 mln nel 2014), si riferiscono, essenzialmente, a prestazioni rese dalla capogruppo nell’ambito della sua funzione di indirizzo e coor-dinamento e al riaddebito di oneri di competenza delle controllate dalla stessa sostenuti. Il decremento complessivo, pari a 8 milioni di euro, è imputabile ai minori riaddebiti nei confronti di alcune società del gruppo per management fees e technical fees, ed è stato in parte compensato dall’incremento dei ricavi connessi all’attività di comunicazione.

Gli altri ricavi e proventi, pari a 8 milioni di euro, in aumento di 7 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente, si riferiscono essenzialmente al riadde-bito di costi per personale di Enel s.p.a. in distacco presso altre società del gruppo.

I costi per acquisti di materiali di consumo, pari a 1 milione di euro nel 2015, si riferiscono all’acquisto di materiali di consumo da fornitori terzi e calano di 1 milione di euro circa rispetto all’esercizio prece-dente.

I costi per prestazioni di servizi e godimento beni di terzi, pari a 199 milioni di euro, sono riferibili a terzi per 126 milioni di euro e a società del gruppo per 73 milioni di euro.

I costi sostenuti a fronte di prestazioni di terzi sono relativi, principalmente, a spese di comunica-zione, prestazioni professionali e tecniche, nonché a consulenze strategiche, di direzione e organizzazio-ne aziendale.

Gli oneri relativi a prestazioni rese da società del gruppo sono invece riferibili, per lo più, a servizi informatici, amministrativi e di approvvigionamen-to, a canoni di locazione e formazione del personale ricevuti dalla controllata Enel Italia s.r.l., nonché ai costi per il personale di alcune società del gruppo in distacco presso la capogruppo.

La variazione complessiva in aumento rispetto all’esercizio precedente, pari a 14 milioni di euro, è da ricondurre sostanzialmente all’incremento dei costi per i servizi di assistenza informatica e dei ser-vizi alla persona erogati dalla controllata Enel Italia s.r.l., nonché ai maggiori costi registrati verso Enel Iberoamérica s.l. per personale in distacco svolgente attività di servizio globale.

Il costo del personale ammonta a 176 milioni di euro, evidenziando un incremento di 56 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente (1)

(67); tale varia-zione, oltre a tener conto dei maggiori “salari e sti-pendi” e dei relativi oneri sociali (complessivamente pari a 32 mln) a seguito dell’incremento delle consi-stenze medie, risente dei costi per la sottoscrizione dei nuovi accordi per le uscite incentivate ex art. 4 legge Fornero (31 mln), in parte compensati dal de-cremento degli altri costi connessi alla disdetta unila-terale della regolamentazione collettiva sulle agevo-lazioni tariffarie riconosciute agli ex dipendenti, che ha determinato il rilascio del relativo fondo (10 mln).

La voce ammortamenti e impairment, pari a 327 milioni di euro, presenta un decremento, rispetto al valore rilevato nel 2014, di 216 milioni di euro.

La variazione è riferibile alle minori perdite di valore su partecipazioni rilevate nel 2015 rispetto all’esercizio precedente, che hanno riguardato il ri-chiamato adeguamento di valore delle partecipazioni detenute in Enel Trade s.p.a. (250 mln) e in Enel In-gegneria e Ricerca s.p.a. (65 mln) (2)

(68).Gli altri costi operativi sono pari a 24 milioni di

euro e risultano in aumento di 5 milioni di euro ri-spetto al 2014, principalmente a seguito dell’accan-tonamento di 3 milioni di euro al fondo “compensa-zione ed eliminazione sconto energia ex dipendenti”, costituito in data 31 dicembre 2015.

(67) Cfr. supra, par. 3.1.(68) Cfr. supra, par. 7.3.

Page 8: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

62

N. 3-4/2017

Il risultato operativo, negativo per 482 milioni di euro, se confrontato con il valore rilevato nel 2014, presenta – come detto – una variazione positiva di 141 milioni di euro.

I proventi da partecipazioni, pari a 2.024 milioni di euro, si riferiscono ai dividendi deliberati nel 2015 dalle società controllate, collegate e dalle altre impre-se (1.818 mln nel 2014) e presentano un incremento di 206 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente, per effetto, principalmente, del dividendo straordina-rio erogato da Enel Iberoamérica s.l. (479 mln).

Gli oneri finanziari netti ammontano a 732 mi-lioni di euro e riflettono, per la maggior parte, gli interessi passivi sull’indebitamento finanziario (956 mln), controbilanciati da proventi netti su strumenti derivati su tassi d’interesse (57 mln) e da interessi attivi e altri proventi su attività finanziarie (comples-sivamente pari a 160 mln).

Il decremento degli oneri finanziari netti rispetto al precedente esercizio, pari a 187 milioni di euro, è stato determinato, essenzialmente, dai minori in-teressi sui debiti finanziari (82 mln) connessi ai rimborsi di alcuni prestiti obbligazionari intervenuti durante l’esercizio, nonché dalla variazione netta po-sitiva delle operazioni in strumenti derivati relativi a Enel s.p.a. (98 mln).

Circa le imposte e il risultato netto dell’esercizio, si rimanda a quanto riferito al par. 7.2.1 che precede.

8. Risultati economico-finanziari del Gruppo Enel8.1. Il bilancio consolidato

Il bilancio consolidato del Gruppo Enel è sta-to esaminato dall’assemblea degli azionisti di Enel s.p.a. nell’adunanza del 26 maggio 2016, congiunta-mente al bilancio di esercizio.

Esso è costituito dal conto economico consoli-dato, dal prospetto dell’utile consolidato comples-sivo rilevato nell’esercizio, dallo stato patrimoniale consolidato, dal prospetto delle variazioni del patri-monio netto consolidato, dal rendiconto finanziario consolidato, nonché dalle relative note di commen-to, ed è corredato dalla relazione sulla gestione e da quella sul governo societario e gli assetti proprietari del gruppo.

In conformità a quanto disposto dalla comunica-zione Consob (dem/6064293 del 28 luglio 2006) e dall’art. 126 della deliberazione Consob n. 11971 del 14 maggio 1999, al bilancio consolidato sono, infine, allegati, a norma dell’art. 2359 c.c., gli elenchi delle imprese controllate da Enel s.p.a. e ad esse collega-te, nonché delle altre partecipazioni rilevanti al 31 dicembre 2015.

Il bilancio consolidato è stato sottoposto a revi-sione contabile da parte della società di revisione, la quale, nella relazione in data 13 aprile 2016 ad esso allegata, non ha evidenziato rilievi né richiami di informativa, giudicandolo “conforme agli interna-tional financial reporting standars adottati dall’U-nione europea, nonché ai provvedimenti emanati in attuazione dell’art. 9 d.lgs. n. 38/2005” e attestando che è stato redatto “con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria, il risultato economico e i flussi di cassa”.

Nella stessa relazione viene, infine, attestato che “la relazione sulla gestione e le informazioni presen-tate nella relazione sul governo societario e gli assetti proprietari sono coerenti con il bilancio consolidato del Gruppo Enel al 31 dicembre 2015”.

Il collegio sindacale, per parte sua, nella rela-zione rassegnata all’assemblea degli azionisti, ha espresso parere favorevole all’approvazione del bi-lancio, dopo aver dato atto che:

- il documento era stato sottoposto al giudizio professionale della società di revisione che, ai sensi dell’art. 14 d.lgs. n. 39/2010, aveva reso la suddetta relazione, con le attestazioni di cui sopra;

- analoga relazione senza rilievi era stata rasse-gnata dal revisore con riguardo alla revisione dei bilanci relativi all’esercizio 2015 delle più rilevanti società italiane del gruppo;

- nel corso degli incontri periodici con i rappre-sentanti della società di revisione non erano state evi-denziate criticità relative ai reporting packages delle principali società estere del Gruppo Enel, tali da fare emergere rilievi di significatività o da meritare di es-sere riflessi nel giudizio sul bilancio medesimo;

- che i collegi sindacali delle società controllate italiane e gli equivalenti organismi di controllo delle principali società estere del gruppo non avevano se-gnalato anomalie e/o rilievi all’esito della rispettiva attività di vigilanza, esprimendo, nel contempo, pa-rere favorevole all’approvazione dei bilanci da parte delle rispettive assemblee.

L’area di consolidamento comprende la capo-gruppo Enel s.p.a. e le società sulle quali essa, diret-tamente o indirettamente, esercita il controllo.

Nell’esercizio 2015, l’area di consolidamento ha subìto alcune modifiche per le seguenti principali operazioni (1)

(69):- acquisizione, in data 6 marzo 2015, della quo-

ta, non detenuta precedentemente dal gruppo, pari al 66,7 per cento, di 3Sun, società operante nel settore

(69) Cfr. anche supra, par. 4.2.

Page 9: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

63

N. 3-4/2017

della produzione di energia elettrica da fonte foto-voltaica; mediante tale acquisizione il gruppo ha ot-tenuto il controllo della società, che pertanto è stata consolidata con il metodo integrale;

- acquisizione, in data 24 settembre 2015, attra-verso la controllata Enel Green Power, di una quota di controllo, pari al 68 per cento di Blp Energy (Blp), società operante nel settore delle energie rinnovabili in India;

- acquisizione, nel mese di settembre 2015, del residuo 60 per cento del portafoglio di propria per-tinenza del consorzio Eneop, identificato attraverso un accordo di c.d. split con gli altri soci partecipanti all’investimento; tale acquisizione è stata regolata attraverso la contestuale cessione del 40 per cento che Enel Green Power deteneva negli ulteriori due portafogli agli altri soci dello stesso consorzio;

- cessione, in data 26 novembre 2015, del Gruppo Eneop e delle altre società portoghesi partecipate da Enel Green Power;

- consolidamento integrale, a seguito di modifiche intervenute nei patti parasociali nel mese di dicembre 2015, di Osage Wind, società detenuta al 50 per cento da Enel Green Power North America e precedente-mente valutata con il metodo del patrimonio netto;

- acquisizione di una quota di controllo pari al 78,6 per cento del capitale sociale di Erdwärme Oberland, società operante nella geotermia in Ger-mania;

- conferimento, effettuato in data 31 dicembre 2015, a una joint venture valutata con il metodo del patrimonio netto (Ultor) detenuta al 50 per cento con il fondo F2i, di Altomonte, Enel Green Power San Gillio ed Enel Green Power Strambino Solar, società precedentemente interamente controllate.

In aggiunta alle suddette variazioni nell’area di consolidamento, si segnalano anche le seguenti ope-razioni che, pur non caratterizzandosi come opera-zioni che hanno determinato l’acquisizione o la per-dita di controllo, hanno determinato una variazione nell’interessenza detenuta dal gruppo nelle relative società partecipate:

- cessione, in data 29 gennaio 2015, di Sf Energy, società operante nella generazione di energia elettri-ca da fonte idroelettrica in Italia;

- cessione, in data 31 marzo 2015, del 49 per cento di Egp Na Renewable Energy Partners, società operante nella generazione di energia elettrica negli Stati Uniti; essendo stato mantenuto il controllo sulla società, l’operazione si configura come una opera-zione c.d. di non controlling;

- cessione, in data 15 aprile 2015, di Se Hydro-power, società operante nella generazione di energia elettrica da fonte idroelettrica in Italia;

- acquisizione, in data 8 aprile 2015, del restante 49 per cento del capitale di Energia Eolica, società italiana attiva nella produzione di energia elettrica da fonte eolica nella quale il gruppo deteneva già l’altra quota del 51 per cento.8.2. Notazioni generali

(Omissis) Le risultanze delle principali voci ge-nerali, quali esposte nella tabella che segue, eviden-ziano, a confronto con l’esercizio precedente, una situazione caratterizzata:

- dalla diminuzione dei ricavi (-133 mln, pari al -0,2 per cento) e dall’incremento dei costi (+720 mln, pari all’1,2 per cento);

- dal decremento del margine operativo lordo-E-bitda, che si è attestato a 15.297 milioni di euro (-460 mln di euro, pari al -2,9 per cento);

- dall’incremento del risultato operativo-Ebit, pari a 7.695 milioni di euro (+4.598 mln), del risul-tato netto complessivo (utile netto complessivo di esercizio), pari a 3.372 milioni di euro (+2.600 mln) e del risultato netto di gruppo (utile di esercizio), at-testatosi a 2.196 milioni di euro (+1.679 mln).

Con riguardo ai principali valori patrimoniali, si registra il decremento delle attività patrimoniali (-3,3 per cento), delle passività patrimoniali (-5,2 per cento) e delle disponibilità liquide (-18,7 per cento); si rileva, invece, l’incremento degli investimenti (+6,1 per cento), del patrimonio netto complessivo e del patrimonio netto del gruppo (rispettivamente dell’1,2 per cento e del 2,8 per cento) e del capitale investito netto (+0,9 per cento). (Omissis)

11. Conclusioni11.1. Il Gruppo Enel è presente, attraverso circa

750 società controllate o partecipate, in oltre 30 paesi di 4 continenti, dove conta complessivamente quasi 60 milioni di clienti; nel 2015 ha gestito impianti per oltre 90 gigawatt di capacità installata, che hanno ge-nerato circa 284 terawattora di energia elettrica, col-locandosi fra le principali aziende elettriche europee in termini di capacità installata, numero di clienti ed Ebitda.

In Italia, Enel detiene la leadership nel mercato dell’energia elettrica, con una capacità installata di circa 31 gigawatt, una produzione di 68,5 terawat-tora e circa 27 milioni di clienti; si colloca, altresì, in posizione rilevante nel mercato della vendita al dettaglio di gas naturale, con una quota del 7,6 per

Page 10: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

64

N. 3-4/2017

cento, pari a 4,1 miliardi di metri cubi di gas venduto a 3,8 milioni di clienti circa.

Analoghe posizioni riveste nel mercato elettrico e del gas in Spagna.

11.2. Al 31 dicembre 2015, il capitale sociale, interamente versato, era rappresentato, così come nell’anno precedente, da 9.403.357.795 azioni or-dinarie nominative del valore nominale di 1 euro ciascuna, totalmente liberate e assistite dal diritto di voto.

A seguito della piena integrazione della società controllata Enel Green Power s.p.a. in Enel s.p.a., attuata attraverso un’operazione di scissione parzia-le non proporzionale, divenuta efficace a decorrere dall’1 aprile 2016, il capitale sociale di Enel si è atte-stato a 10.166.679.946 euro, interamente sottoscritto e versato, suddiviso in un ugual numero di azioni or-dinarie del valore nominale di 1 euro ciascuna.

Alla stessa data, la partecipazione del Mini-stero dell’economia e delle finanze (Mef) – pur essendo rimasto invariato il numero complessivo di azioni ordinarie con diritto di voto detenute (n. 2.397.856.331) – si è, conseguentemente, ridotta dal 25,50 per cento al 23,585 per cento del capitale so-ciale.

Enel è la società che, in Italia, vanta il maggior numero di azionisti, con una proprietà diffusa (il c.d. flottante) che, alla data dell’1 aprile 2016, am-montava al 76,4 per cento circa in capo al mercato (investitori istituzionali, italiani ed esteri, nonché individuali).

Significativa è la presenza di numerosi piccoli ri-sparmiatori, i quali possedevano, alla suddetta data, il 20 per cento circa del capitale.

11.3. Merita di essere ricordato che secondo quanto disposto dall’ultimo comma dell’art. 3 d.l. n. 332/1994 convertito dalla l. n. 474/1994, detta clausola statutaria decadrebbe laddove il limite del 3 per cento fosse superato in seguito all’effettuazio-ne di un’offerta pubblica di acquisto (Opa), in con-seguenza della quale l’offerente venisse a detenere una partecipazione almeno pari al 75 per cento del capitale con diritto di voto nelle deliberazioni ri-guardanti la nomina o la revoca degli amministra-tori. Assume dunque rilevanza il fatto che, a partire dall’aprile 2016, a seguito della operazione Egp, la partecipazione del Ministero dell’economia e delle finanze – pur essendo rimasto invariato il numero complessivo di azioni ordinarie con diritto di voto detenute (2.397.856.331) – si è ridotta dal 25,50 per cento al 23,585 per cento del capitale sociale.

In conseguenza di tale stessa riduzione, nell’as-semblea del 26 maggio 2016, che ha approvato il bi-lancio relativo all’esercizio 2015, la partecipazione del Ministero dell’economia e delle finanze è risul-tata inferiore a quella degli altri azionisti presenti, essendovi rappresentato complessivamente il 53,77 per cento del capitale.

A decorrere dalla data di entrata in vigore (7 giu-gno 2014) del d.p.r. 25 marzo 2014, n. 85, attuativo delle disposizioni recate dal d.l. 15 marzo 2012, n. 21, convertito con modificazioni dalla l. 11 maggio 2012, n. 56, non trova più applicazione nei riguardi di Enel la disciplina dei “poteri speciali” dello Stato italiano nei settori strategici (c.d. golden share), con conseguente cessazione automatica degli effetti delle clausole in materia di “poteri speciali” inserite negli statuti delle società operanti nei settori strategici e sottoposte ai processi di privatizzazione (nel caso di Enel si tratta dell’art. 6.2).

11.4. Sono consistentemente diminuiti i com-pensi percepiti dai nuovi vertici societari nominati dall’assemblea ordinaria tenutasi in data 22 maggio 2014, il cui mandato scadrà con l’approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2016 (in misura pari all’80,2 per cento circa per il presidente del consi-glio di amministrazione, al 18,8 per cento circa – al netto del compenso variabile – per l’amministratore delegato-direttore generale e al 5,9 per cento circa per i 7 consiglieri di amministrazione non esecutivi).

Tale cospicuo decremento, valutabile complessi-vamente e approssimativamente in 1,5 milioni di euro lordi annui (sempre al netto del compenso variabile previsto per l’amministratore delegato-direttore ge-nerale, anch’esso, tuttavia, ancorato a parametri meno remunerativi rispetto a quelli previsti in precedenza), è riferibile alle disposizioni recate dall’art. 84-ter d.l. 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modificazioni dalla l. 9 agosto 2013, n. 98, nonché, limitatamente al presi-dente del consiglio di amministrazione, alla raccoman-dazione formulata in occasione dell’assemblea del 22 maggio 2014 dal socio di maggioranza, nel senso di limitare il compenso fisso spettante a quest’ultimo in un importo non eccedente i 238.000 euro annui lordi.

Nel corso del 2015 hanno registrato un’ulterio-re riduzione (-4,7 per cento, pari a poco più di 700 mila euro, che si aggiungono ai 3,5 milioni di euro in meno dell’esercizio precedente) anche i compen-si complessivamente percepiti dai dirigenti con re-sponsabilità strategiche (top manager), in dipenden-za, principalmente, della riduzione del loro numero a seguito della riorganizzazione aziendale varata dai nuovi vertici societari nel luglio del 2014.

Page 11: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

65

N. 3-4/2017

All’attualità, il compenso erogato alla società incaricata della revisione legale dei conti, per effet-to della clausola di adeguamento al costo della vita inserita nella documentazione contrattuale e delle variazioni di perimetro che hanno medio tempore interessato il gruppo, ammonta a circa 9 milioni di euro annui, registrando, così, un consistente aumento (+40,6 per cento) rispetto a quello inizialmente pat-tuito (6,4 mln di euro circa).

11.5. La struttura organizzativa di gruppo si basa su una matrice di divisioni e geografie ed è focaliz-zata sugli obiettivi industriali perseguiti.

11.6. La consistenza del personale dipendente del Gruppo Enel era pari, al 31 dicembre 2015, a 67.914 unità.

Il decremento, rispetto al 31 dicembre 2014, è stato di 1.047 unità (-1,5 per cento circa) ed è rife-ribile, prevalentemente, alle variazioni di perimetro connesse a cessioni societarie, nonché al saldo tra le cessazioni (4.011) e le assunzioni (2695) avvenute nell’anno.

Sono consistentemente aumentate le cessazioni consensuali per esodi incentivati in Italia (564, a fron-te delle 117 cessazioni dell’esercizio precedente).

Il costo complessivo del personale è stato pari a 5.313 milioni di euro, così registrandosi un incre-mento del 9.2 per cento rispetto all’esercizio prece-dente, dovuto principalmente all’aumento dei costi per incentivo all’esodo sulla base dei meccanismi di esodo incentivato in Italia e in Spagna, nonché per effetto delle maggiori consistenze medie e dell’incre-mento dei costi medi unitari per i rinnovi contrattuali in America Latina (in particolar modo in Argentina).

È conseguentemente aumentato (+13,0 per cen-to) anche il costo unitario medio complessivo.

Ove si guardi, invece, al solo costo per salari e stipendi, si registra un decremento dello 0,7 per cen-to di quello complessivo e un incremento dello 0,8 per cento di quello unitario medio.

11.7. La politica retributiva adottata dall’Enel nei confronti del management del gruppo contempla l’attribuzione di un emolumento strutturato su una componente fissa e due componenti variabili: una a breve termine e una a medio-lungo termine (c.d. pay mix).

La componente variabile di breve periodo è essenzialmente basata sul Mbo (management by objectives) e coinvolge circa il 99 per cento dei diri-genti e circa il 16 per cento dei quadri.

Con riguardo agli strumenti di incentivazione di lungo termine, il consiglio di amministrazione di

Enel s.p.a., diversamente dagli anni precedenti, ha adottato nel corso del 2015 un unico piano di incen-tivazione del tipo long term incentive (Lti) riservato soltanto al top management (per un totale di 250 de-stinatari).

Tale piano prevede, in estrema sintesi, l’eroga-zione di un controvalore in denaro (cash) correlato alla retribuzione annua lorda, al raggiungimento di predeterminati obiettivi gestionali di durata trien-nale, assumendo a riferimento un multiplo della retribuzione fissa con riferimento alla fascia di ap-partenenza e con la previsione, al fine di favorire la fidelizzazione, di un ulteriore incremento percentua-le in caso di esercizio del piano in prossimità della sua scadenza, anziché alla prima finestra utile.

11.8. Nell’esercizio 2015 è nuovamente miglio-rato il dato sulla sicurezza del lavoro, con l’ulteriore riduzione (in misura pari, rispettivamente, al 21 e al 26 per cento) sia dell’indice di frequenza (numero infortuni/milioni di ore lavorate), sia del tasso di gravità (giorni di assenza/1.000 ore lavorate) degli infortuni sul lavoro.

11.9. Il costo delle consulenze assegnate nel 2015 – con esclusione di quelle affidate al di fuori del perimetro Italia e delle consulenze infragrup-po – ammonta a 47,3 milioni di euro, con un incre-mento del 126,3 per cento rispetto al dato del 2014 (20,9 mln di euro).

Il confronto con l’esercizio precedente eviden-zia che tale incremento è dovuto essenzialmente alle consulenze “Merger & Acquisition” (27,8 mln di euro nel 2015 contro 9,9 mln di euro nel 2014) rese-si necessarie per le rilevanti e complesse operazioni societarie intraprese nel corso dell’esercizio, concer-nenti, principalmente, il riassetto societario in Ame-rica Latina, la piena integrazione in Enel s.p.a. (e il conseguente delisting) di Enel Green Power e la ces-sione della partecipazione in Slovenske Elektràrne.

11.10. Nella riunione del 25 febbraio 2015, il consiglio di amministrazione ha approvato il piano industriale e degli investimenti per il quinquennio 2015-2019.

In prossimità della fine dell’esercizio il piano è stato aggiornato relativamente al residuo quadrien-nio (2016-2019) e in data 18 novembre 2015 è stato presentato alla comunità finanziaria.

Tra le molteplici attività poste in essere nel corso del 2015, meritano di essere segnalate, per il loro ri-lievo, le seguenti:

- l’approvazione del progetto di integrazione di Enel Green Power s.p.a. in Enel s.p.a. (operazione

Page 12: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

66

N. 3-4/2017

conclusasi in data 31 marzo 2016, e divenuta efficace a partire dall’1 aprile successivo);

- la stipula dell’accordo per la cessione della par-tecipazione detenuta da Enel Produzione in Slovenské Elektrárne, pari al 66 per cento del capitale sociale;

- la costituzione – nel contesto delle opportunità offerte dalla “Strategia italiana per la banda ultra lar-ga” (approvata dal Consiglio dei ministri il 3 marzo 2015 in coerenza con l’Agenda digitale europea) – di un nuovo veicolo societario avente ragione sociale Enel OpEn Fiber (Eof), destinato ad operare nel set-tore della fibra ottica a banda larga su tutto il territo-rio nazionale, quale realizzatore di infrastrutture per conto degli operatori autorizzati, all’uopo utilizzan-do la rete elettrica di proprietà.

11.11. Con riferimento alla posizione di Enel nel mercato nazionale, si evidenzia che, rispetto al 2015, sono diminuite la vendita complessiva di ener-gia elettrica (-1,3 per cento), la quota complessiva delle vendite di energia elettrica rispetto ai consumi nazionali (-3,4 per cento), la potenza efficiente netta installata (-16,6 per cento) e la produzione netta di energia elettrica (-4,6 per cento); è, invece, aumenta-ta la quantità di energia elettrica trasportata sulla rete di distribuzione nazionale (+1,6 per cento).

11.12. Continua ad essere di notevole portata, nonché di varia tipologia e contenuto, il contenzioso del Gruppo Enel, sia in Italia che all’estero.

Per fronteggiare i relativi rischi, è stato istitui-to un apposito fondo, che alla data del 31 dicembre 2015, ammontava a 763 milioni di euro, a fronte de-gli 810 milioni di euro appostati nel bilancio relativo al 2014.

11.13. Dai dati di sintesi del bilancio di esercizio 2015 di Enel s.p.a. si rileva, rispetto ai corrispondenti risultati del bilancio relativo al 2014, un leggero de-cremento dei ricavi (-0,4 per cento), mentre sono au-mentati i costi (+22, 7 per cento), i proventi da parteci-pazioni (+11,3 per cento), i proventi finanziari (+46,6 per cento) e gli oneri finanziari (+28,1 per cento).

La gestione è stata caratterizzata altresì:- da un margine operativo lordo negativo per 155

milioni di euro, con una variazione negativa di 75 milioni di euro rispetto al 2014;

- da un risultato operativo netto negativo per 482 milioni di euro, inclusivo di ammortamenti e svalu-tazioni per 327 milioni di euro, con una variazione positiva di 141 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente;

- da un risultato netto di 1.011 milioni di euro, in incremento di 453 milioni di euro rispetto al 2014;

- dal decremento delle attività patrimoniali (-3,4 per cento) e, in particolare, delle attività finanziarie correnti (-30,4 per cento) e delle disponibilità liquide e mezzi equivalenti (-15 per cento);

- dal decremento delle passività patrimoniali (-5,4 per cento) caratterizzato, in particolare, dalla riduzione dei finanziamenti a lungo termine (-16,1 per cento) e dall’incremento dei finanziamenti a breve termine (+3,5 per cento) e delle quote cor-renti dei finanziamenti a lungo termine (+29,6 per cento);

- dall’incremento del capitale investito netto (+1,5 per cento).

L’indebitamento finanziario netto complessivo si è attestato a fine esercizio a 13.425 milioni di euro in aumento, di 814 milioni di euro rispetto al 31 di-cembre 2014.

11.14. Quanto ai risultati economico-patrimonia-li conseguiti nel 2015 dal Gruppo Enel, dal raffronto con quelli risultanti dal bilancio consolidato relativo all’esercizio 2014 si evidenzia una situazione carat-terizzata, in estrema sintesi:

- dalla leggera diminuzione dei ricavi (-0,2 per cen-to) e da un discreto decremento dei costi (-6 per cento);

- dal decremento del margine operativo lordo-E-bitda, che si è attestato a 15.297 milioni di euro (-2,9 per cento);

- dal consistente incremento del risultato opera-tivo-Ebit, pari a 7.695 milioni di euro (+4.598 mln di euro), del risultato netto complessivo (utile com-plessivo di esercizio), pari a 3.372 milioni di euro (+2.600 mln di euro) e del risultato netto di gruppo (utile di esercizio), attestatosi a 2.196 milioni di euro (+1.679 mln di euro).

Con riguardo ai principali valori patrimoniali, si registra il decremento delle attività patrimoniali (-3,3 per cento), delle passività patrimoniali (-5,2 per cento) e delle disponibilità liquide (-18,7 per cento); si rileva, invece, l’incremento degli investimenti (+6,1 per cento), del patrimonio netto complessivo e del patrimonio netto del gruppo (rispettivamente dell’1,2 per cento e del 2,8 per cento) e del capitale investito netto (+0,9 per cento).

L’indebitamento finanziario netto complessivo del gruppo si è attestato a 37.545 milioni di euro, in leggero aumento (+0,4 per cento) rispetto al valore rilevato al 31 dicembre 2014.

11.15. Nel corso del 2015 il titolo Enel ha regi-strato un incremento delle quotazioni e ha chiuso l’anno a un valore 3,892 euro per azione, ovvero con un incremento del 5,3 per cento rispetto alla chiusu-

Page 13: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

67

N. 3-4/2017

ra dell’anno precedente, con un andamento migliore rispetto all’indice europeo delle utilities.

Uguale performance positiva si è registrata nell’anno 2016, al termine del quale il titolo era quo-tato a euro 4,188 in crescita del 7,6 per cento rispetto alla chiusura dell’anno precedente.

11.16. Nel corso del 2015 non sono state apportate modifiche né sul rating di lungo termine né sul rating di breve termine da parte delle principali agenzie.

Nel corso del 2016 la sola Standars & Poor’s ha modificato l’outlook di Enel, portandolo da positive a stable.

11.17. Nel 2016 – giusta quanto si rileva dal bi-lancio consolidato approvato dall’assemblea nella seduta del 4 maggio 2017 – i risultati operativi del Gruppo Enel registrano un miglioramento rispetto a quelli conseguiti nel 2015.

A fronte di una sostanziale invarianza dell’Ebit-da, attestatosi a 15.276 milioni di euro (-0,1 per cen-to) si registra, infatti, un consistente incremento sia dell’Ebit (8.921 mln, pari a +16,1 per cento), sia del risultato netto complessivo (3,797 mln di euro pari a +12,2 per cento) e di gruppo (2.570 mln di euro, pari a +17,03 per cento); è in aumento anche il valore del capitale investito netto (+0,9 per cento).

L’indebitamento finanziario netto si è definitiva-mente attestato a 37.553 milioni di euro, con un leg-gero incremento rispetto all’esercizio precedente (8 mln, pari a +0,02 per cento).

11.18. Le prospettive ancora incerte in ordine alla evoluzione futura dei mercati energetici inducono la Corte a rinnovare la raccomandazione di proseguire con il massimo impegno nelle azioni, quali previste nell’ultimo piano industriale approvato, volte all’ot-timizzazione degli investimenti, alla riduzione dei costi e al completamento del programma di gestio-ne attiva del portafoglio e di rotazione degli asset, in vista, oltreché di un ulteriore miglioramento dei risultati operativi, del contenimento del livello di indebitamento, stante il rallentamento, nell’ultimo biennio, del trend di progressivo e costante abbat-timento che ha caratterizzato, a partire dal 2009, i precedenti esercizi.

56 – Sezione controllo enti; determinazione 8 giugno 2017; Pres. Laterza, Rel. Galeota; Consip s.p.a.

Enti a cui lo Stato contribuisce in via ordina-ria – Consip s.p.a. – Gestione finanziaria 2015 – Relazione al Parlamento.

L. 21 marzo 1958 n. 259, partecipazione della Corte dei conti al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria, art. 12; l. 28 dicembre 2015 n. 208, disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016), art. 1.

La relazione riferisce al Parlamento i risultati del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Consip s.p.a. per l’esercizio 2015.

La Consip, di cui è unico azionista il Ministe-ro dell’economia e delle finanze, svolge attività di “centrale di committenza” per gli acquisti di beni e servizi delle pubbliche amministrazioni, secondo gli indirizzi strategici impartiti dal ministero. A partire dall’1 gennaio 2015, la società è anche inserita nel conto consolidato delle amministrazioni pubbliche.

Quanto ai risultati della gestione economico-fi-nanziaria, il conto economico della società ha regi-strato nel 2015 un risultato netto positivo di 461.036 euro, seppure in diminuzione del 36,8 per cento ri-spetto all’anno precedente; il patrimonio netto al 31 dicembre 2015 è ammontato a 26,7 milioni, con un incremento, rispetto al 2014, pari all’utile di eser-cizio.

Il costo del personale è ammontato a 26 milioni, con un incremento di 542.000 euro (+2,1 per cento) rispetto al precedente esercizio, per effetto dell’ac-cresciuta consistenza media dell’organico.

Circa i costi di consulenza (pari a 8,36 milioni), posti a raffronto con quelli dell’anno 2014 (7,51 mi-lioni), la relazione segnala un incremento comples-sivo di 847.000 euro (+11,3 per cento), a causa del maggior ricorso ai “servizi di assistenza” (gestione del contenzioso, prestazioni professionali occasiona-li o complementari) e, in particolare, alla gestione del contenzioso (dai circa 2 milioni del 2014 ai 2,70 circa del 2015), con un incremento del 35,1 per cen-to e un’incidenza sul totale dei “servizi di assisten-za” che è passata dal 26,4 per cento del 2014 al 32,1 per cento del 2015. A tale ultimo riguardo, la Corte ribadisce l’esigenza, già segnalata nelle relazioni precedenti, di una preventiva e accurata verifica cir-ca l’inesistenza nella società di personale idoneo a svolgere tali compiti.

La Corte annuncia, infine, di voler avviare ap-profondimenti in ordine all’impostazione delle gare per la selezione delle imprese cui le amministrazioni sono autorizzate ad affidare i contratti di manuten-zione immobiliare (c.d. facility management), atteso che tali gare si sono rivelate di difficile gestione, sia per il loro dimensionamento (in quanto eccessiva-mente articolate – fino a 18 lotti – e con basi d’asta

Page 14: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

68

N. 3-4/2017

sempre più consistenti, da ultimo fino a 2 miliardi e 700 milioni), sia per i tempi di aggiudicazione, sia per l’ampio contenzioso a cui hanno dato luogo. (1)(1)

1. Quadro normativo di riferimentoNell’anno 2015 hanno inciso sulle funzioni e sul-

le attività di Consip diverse disposizioni.Va, in primo luogo, segnalato l’inquadramento

di Consip, a partire dall’1 gennaio 2015, nel conto consolidato delle amministrazioni pubbliche elabo-rato dall’Istat, ai sensi dell’art. 1, c. 2, l. 31 dicembre 2009, n. 196, e successive modificazioni (legge di contabilità e di finanza pubblica).

La l. 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), all’art. 1 ha apportato le seguenti modifiche sostanziali al regime degli acquisti centralizzati:

- il c. 495 estende anche agli enti nazionali di pre-videnza e assistenza sociale e alle agenzie fiscali di cui al d.lgs. 30 luglio 1999, n. 300, l’obbligo di ricor-so alle convenzioni Consip e al Mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa);

- ai cc. 496 e 497, estende la facoltà di ricorso alle convenzioni e agli accordi quadro Consip a tutte le stazioni appaltanti (non più, dunque, ai soli soggetti aggiudicatori di cui all’art. 3, c. 25, codice dei con-tratti pubblici);

- con riferimento alle specifiche merceologie dell’art. 1, c. 7, d.l. 6 luglio 2012, n. 95 (energia elet-trica, gas, carburanti rete ed extrarete, combustibi-li per riscaldamento, telefonia fissa e mobile, cui è stata aggiunta, con il d.p.c.m. 22 dicembre 2015, la merceologia buoni pasto);

- il c. 494 condiziona la possibilità di acquisti au-tonomi a prezzi inferiori di quelli delle convenzioni Consip e centrali di committenza regionali di rife-rimento all’ottenimento di un corrispettivo inferiore

(1) I. - Il testo integrale della relazione si legge in Rivista web Corte conti, fasc. n. 18/Settembre 2017, <www.rivista-corteconti.it>.

II. - Sulle condizioni alle quali le amministrazioni pub-bliche sono legittimate ad acquistare beni e servizi al di fuori delle convenzioni stipulate da Consip s.p.a., v. Corte conti, Sez. contr. reg. Veneto, 29 maggio 2017, n. 348, in questo fascicolo, 207, con nota di richiami.

Circa il rispetto del principio di concorrenzialità nei bandi di gara a procedura aperta indetti da Consip s.p.a., v. Cons. Stato, Sez. V, 6 marzo 2017, n. 1038, in questa Rivista, 2017, fasc., 1-2, 668, con nota di richiami.

III. - Circa l’utilizzo del global service da parte delle ammi-nistrazioni dello Stato aderenti alle convenzioni quadro stipulate da Consip s.p.a., v. Corte conti, Sez. centr. contr. gestione, 25 maggio 2017, n. 6, in questo fascicolo, 36, con nota di richiami.

del 10 per cento per le categorie merceologiche tele-fonia fissa e telefonia mobile e del 3 per cento per le restanti categorie merceologiche, rispetto ai migliori corrispettivi delle convenzioni e degli accordi qua-dro di Consip e delle centrali di committenza regio-nali. In via sperimentale, tuttavia, la possibilità di acquistare autonomamente tali merceologie non si applica nel triennio 2017-2019;

- il c. 501 estende a tutti i comuni (non solo a quelli con popolazione superiore a 10 mila abitan-ti) la possibilità di procedere autonomamente per gli acquisti di beni, servizi e lavori di valore inferiore a 40 mila euro;

- ai cc. 502 e 503, esclude l’obbligo di ricorso al Mepa, ai mercati elettronici e agli strumenti di ac-quisto e negoziazione telematici per gli acquisti di importo inferiore a 1.000 euro;

- al c. 504, si dispone che gli strumenti di acqui-sto e negoziazione di Consip possono avere ad og-getto attività di manutenzione;

- il c. 507 interviene sulla disciplina del ben-chmark disponendo che con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, sentita l’Autorità na-zionale anticorruzione (Anac), siano definite le ca-ratteristiche essenziali delle prestazioni principali che saranno oggetto delle convenzioni stipulate da Consip. Conseguentemente all’attivazione di con-venzioni Consip, vengono pubblicati sul sito istitu-zionale del ministero e sul portale del programma i valori delle caratteristiche essenziali e i relativi prez-zi, che costituiscono i parametri di prezzo-qualità;

- al c. 508, si prevede che, nei casi di indisponibili-tà della convenzione Consip e in mancanza dei prezzi di riferimento forniti dall’Anac, i prezzi dell’eventua-le precedente edizione di una convenzione, opportu-namente adeguati con provvedimento dell’Anac, co-stituiscono prezzo massimo di aggiudicazione;

- con riguardo all’obbligo di rispetto del bench-mark di cui all’art. 26, c. 3, l. 23 dicembre 1999, n. 488, il c. 498 della stessa legge di stabilità 2016 ne estende l’applicazione ai soggetti controllati dallo Stato e a quelli di diritto pubblico;

- il c. 510 stabilisce che le pubbliche amministra-zioni obbligate a ricorrere alle convenzioni Consip o a quelle delle centrali regionali di committenza pos-sono procedere ad acquisti autonomi solo a seguito di apposita autorizzazione specificamente motivata dell’organo di vertice amministrativo e trasmessa alla Corte dei conti, qualora il bene o servizio ogget-to di convenzione non sia idoneo al soddisfacimento dello specifico fabbisogno dell’amministrazione per mancanza delle caratteristiche essenziali;

Page 15: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

69

N. 3-4/2017

- con i cc. da 512 a 520, si introduce una discipli-na specifica per l’acquisizione centralizzata dei beni Ict e di connettività, prevedendo l’obbligo per le am-ministrazioni pubbliche e le società inserite nel conto consolidato Istat di procedere ai propri approvvigio-namenti di beni e servizi informatici e di connettività esclusivamente tramite Consip o i soggetti aggrega-tori, ivi comprese le centrali di committenza regio-nali, per i beni e i servizi disponibili presso gli stessi soggetti. La possibilità di procedere autonomamente è ammessa solo a seguito di apposita autorizzazione motivata dell’organo di vertice amministrativo, qua-lora il bene o il servizio non sia disponibile o ido-neo al soddisfacimento dello specifico fabbisogno dell’amministrazione ovvero nei casi di necessità e urgenza comunque funzionali ad assicurare la con-tinuità della gestione amministrativa. L’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) predispone il piano trienna-le per l’informatica nella pubblica amministrazione che, approvato dal Presidente del Consiglio, contie-ne per ciascuna pubblica amministrazione (o cate-goria di essa) l’elenco di beni e servizi informatici e di connettività e dei relativi costi, individuando i beni e i servizi di rilevanza strategica. Per l’acqui-sizione dei beni e dei servizi strategici indicati nel piano, Consip o il soggetto aggregatore interessato programma gli acquisti in coerenza con la domanda aggregata di cui al predetto piano;

- il c. 518 abroga la disposizione dell’art. 4, c. 3-quinquies, d.l. 6 luglio 2012, n. 95, sulla cui base Consip svolge l’istruttoria ai fini del rilascio dei pa-reri di congruità tecnico-economica da parte dell’A-gid.

Importanti interventi normativi sono stati intro-dotti nel corso del 2015 anche in tema di soggetti aggregatori.

In proposito, il d.m. economia 16 dicembre 2015, in attuazione dell’art. 9, c. 9, d.l. 24 aprile 2014, n. 66, ha stabilito i criteri di ripartizione delle risorse del fondo per l’aggregazione degli acquisti di beni e servizi. Il d.p.c.m. 24 dicembre 2015, in attuazione dell’art. 9, c. 3, d.l. 24 aprile 2014, n. 66, individua le categorie merceologiche e le soglie al superamento delle quali le amministrazioni statali e regionali non-ché gli enti del ssn e gli enti locali devono ricorrere a Consip o ad altro soggetto aggregatore. (Omissis)

Va anche segnalato che l’art. 1, c. 1, lett. cc), l. 28 gennaio 2016, n. 11, di recepimento delle direttive eu-ropee, recante “Deleghe al governo per l’attuazione delle direttive 2014/23/Ue, 2014/24/Ue e 2014/25/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbra-io 2014, sull’aggiudicazione dei contratti di concessio-

ne, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubbli-ci relativi a lavori, servizi e forniture” individua, tra i principi e criteri direttivi, la “revisione ed efficienta-mento delle procedure di appalto degli accordi quadro, delle convenzioni e in genere delle procedure utilizza-bili dalla società Consip, […] finalizzati a migliorare la qualità degli approvvigionamenti e a ridurre i costi e i tempi di espletamento delle gare”. (Omissis)

Ai sensi dell’art. 38 del nuovo codice degli appal-ti (d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50), è stato istituito pres-so l’Anac, che ne assicura la pubblicità, un apposito elenco delle stazioni appaltanti qualificate di cui fa parte di diritto la Consip, oltre ad altri soggetti (il Mi-nistero delle infrastrutture e dei trasporti, compresi i provveditorati interregionali per le opere pubbliche, Invitalia, Agenzia nazionale per l’attrazione degli in-vestimenti e lo sviluppo d’impresa s.p.a., nonché i soggetti aggregatori regionali di cui all’art. 9 d.l. 24 aprile 2014, n. 66, convertito con modificazioni dalla l. 23 giugno 2014, n. 89). (Omissis)

Sono, poi, intervenute ulteriori disposizioni normative di particolare rilievo, che hanno inciso sull’ambito di operatività di Consip. In tal senso rile-va la l. 11 dicembre 2016, n. 232, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019” (legge di bilancio 2017, entrata in vigore l’1 gennaio 2017). (Omissis)

Da ultimo, occorre segnalare che a seguito dell’entrata in vigore, il 20 maggio 2017, del decreto legislativo “correttivo” al codice dei contratti pub-blici (d.lgs. 19 aprile 2017, n. 56, pubblicato in G.U. 5 maggio 2017), alcune gare già approvate dal con-siglio di amministrazione di Consip dovranno subire modifiche. (Omissis)

6. Attività svolta e risultati conseguitiDi seguito si espongono le seguenti questioni.A) Numero delle c.d. “proroghe tecniche” con-

cretizzatesi nell’esercizio 2015 e loro giustificazioni.A maggio 2015 sono state effettuate le proroghe

tecniche dei contratti “Spc 1”, finalizzate a garanti-re la continuità del Sistema pubblico di connettività, dandone preventiva informazione all’Anac ad aprile 2015. (Omissis)

Le suddette proroghe, di durata massima di 24 mesi, sono state giustificate da Consip in quanto fun-zionali a disporre del tempo necessario per comple-tare l’aggiudicazione della gara “Spc 2”. (Omissis)

Page 16: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

70

N. 3-4/2017

La Corte rammenta che la proroga – oggetto di numerose pronunce da parte della giustizia ammini-strativa – è un istituto assolutamente eccezionale e, in quanto tale, è possibile ricorrervi solo per cause determinate da fattori oggettivi che comunque non debbono coinvolgere la responsabilità della stazione appaltante. (Omissis)

B) Problematiche insorte nelle procedure di gara: eventuali ritardi nell’adozione delle convenzioni aventi ad oggetto gli acquisti programmati.

Nel corso del 2015 sono state attivate tutte le 26 nuove convenzioni e accordi quadro previsti nel piano concordato col Mef, registrando tempi di at-tivazione sostanzialmente in linea rispetto alla pia-nificazione (scostamento medio di circa 2 settimane considerando anticipi e ritardi). (Omissis)6.1. Area acquisti della pubblica amministrazione

Anche nel 2015, il programma per la raziona-lizzazione degli acquisti della pubblica amministra-zione è proseguito perseguendo i seguenti obiettivi principali:

razionalizzazione della spesa per beni e servizi, attraverso il progressivo allargamento del perimetro della spesa presidiata;

miglioramento dell’efficienza, dell’efficacia e della trasparenza degli acquisiti pubblici rendendo disponibili, attraverso la piattaforma Mef-Consip, strumenti di acquisto on line;

digitalizzazione e tracciabilità dei processi d’ac-quisto per contribuire in modo diretto e/o indiretto al monitoraggio e al governo della spesa pubblica. (Omissis)6.1.1. Il sistema delle convenzioni

Le convenzioni sono contratti quadro stipulati da Consip, per conto del Ministero dell’economia e delle finanze, in base all’art. 26 l. n. 488/1999, con i quali il fornitore aggiudicatario della gara bandita da Consip si impegna ad accettare ordinativi di fornitura emessi dalle singole amministrazioni, alle condizioni di prez-zo e qualità offerte, fino a concorrenza del quantitativo massimo di beni e servizi previsto dalla gara.

Il sistema delle convenzioni è stato caratterizzato nel 2015 dalla gestione di 118 iniziative (tra pubbli-cate, aggiudicate, attive, non attive con contratti in corso di validità) relative a diverse merceologie, per un valore complessivo di “spesa presidiata” di circa 17,8 miliardi, in diminuzione del 16 per cento rispet-to ai 21,1 miliardi del 2014. Il volume di erogato ha raggiunto un valore di consuntivo di 3.644 milioni con un aumento del 5 per cento circa rispetto al 2014. (Omissis)

L’andamento di queste grandezze ha generato un risparmio potenziale (1)

(6) messo a disposizione delle amministrazioni, che Consip quantifica in 3.061 mi-lioni. (Omissis)

Con l’estensione del ruolo affidato a Consip, si fa impellente la necessità di una più attenta e ogget-tiva valutazione dei risparmi di spesa effettivamente conseguiti.6.1.2. Il Mercato elettronico della pubblica ammini-strazione

Il Mepa (Mercato elettronico della pubblica am-ministrazione) si è confermato nel 2015 quale stru-mento complementare al Sistema delle convenzioni e centrale per la razionalizzazione degli acquisti pub-blici sotto soglia comunitaria.

Tale strumento è volto a offrire vantaggi sia alle amministrazioni abilitate, in termini di risparmi di tempo nonché di maggiore trasparenza e tracciabili-tà dell’intero processo di acquisto, sia alle piccole e medie imprese fornitrici, favorendone l’accesso alla domanda pubblica.

Nel corso del 2015, il Mepa ha ulteriormente consolidato il proprio posizionamento quale stru-mento centrale per la razionalizzazione degli acquisti pubblici sotto la soglia comunitaria (134 mila euro per le pubbliche amministrazione centrali e 207 mila euro per tutte le altre).

Le politiche di spending review hanno sostanzial-mente esteso il perimetro di obbligatorietà dell’uti-lizzo del Mepa a tutte le pubbliche amministrazioni. (Omissis)6.1.3. L’accordo quadro

Tale strumento, previsto dal codice dei contratti pubblici, che Consip ha iniziato a utilizzare nel 2009, ha lo scopo di stabilire condizioni base (prezzi, qua-lità, quantità) dei successivi appalti, aggiudicati dal-le singole amministrazioni durante un dato periodo

(6) Il “risparmio potenziale” rappresenta il valore del rispar-mio ottenuto per le categorie merceologiche su cui sono state attivate convenzioni nazionali. Tale valore viene individuato – a seguito dell’aggiudicazione delle convenzioni – raffrontando i prezzi medi della pubblica amministrazione per beni compa-rabili e il valore di aggiudicazione Consip. Il risparmio poten-ziale risulta costituito da due diverse componenti: il risparmio “diretto” e il risparmio “indiretto” (c.d. effetto benchmark). I valori di risparmio sono confermati dai risultati delle indagini Istat-Mef sulle “Modalità di acquisto delle pubbliche ammini-strazioni”. Il risparmio potenziale si differenzia dal “risparmio da benchmark”, che invece risulta determinato dall’utilizzo dei parametri di qualità-prezzo delle convenzioni Consip, a cui le amministrazioni devono far riferimento per le gare espletate in autonomia.

Page 17: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

71

N. 3-4/2017

(massimo quattro anni). In tale periodo, le ammini-strazioni che intendono utilizzare l’accordo quadro, al momento dell’acquisto possono consultare le con-dizioni prestabilite di fornitura, definire le proprie condizioni, invitare i fornitori a presentare offerte e aggiudicare l’appalto specifico. (Omissis)

L’intermediato è stato di 51 milioni rispetto ai 23 milioni del 2014 (sostanzialmente, più che raddop-piato in un anno). (Omissis)6.1.4. Il Sistema dinamico d’acquisto della pubblica amministrazione-Sdapa

Accanto ai tradizionali strumenti del Programma di razionalizzazione si colloca il Sistema dinami-co d’acquisto, sperimentato da Consip alla fine del 2011, strumento di acquisizione interamente elettro-nico per le gare sopra e sotto la soglia di evidenza comunitaria, il cui utilizzo è previsto per le forniture di beni e servizi tipizzati e standardizzati di uso cor-rente. (Omissis)

La spesa presidiata con il sistema Sdapa è stata nel 2015 pari a 12.733 milioni di euro, a fronte di 10.084 milioni di euro nel 2014, con un incremento del 26 per cento. L’intermediato è stato pari a 1.151 milioni di euro rispetto ai 796 milioni di euro del 2014, con un incremento del 45 per cento. (Omissis)6.2. Progetti per la pubblica amministrazione6.2.1. Procurement verticale

Tale area di attività si è sviluppata negli ultimi anni anche a seguito delle disposizioni del citato d.l. n. 201/2011 (art. 29), ai sensi delle quali Consip svolge attività di centrale di committenza per le amministra-zioni centrali inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione e per gli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale, per le acquisizioni di beni e servizi sopra la soglia di rilievo comunitario, mediante stipula di apposite convenzioni.

Consip, inoltre, agisce in qualità di centrale di committenza per altre amministrazioni anche in base a specifiche disposizioni, come nel caso della norma che assegna il ruolo di centrale di committenza per Sogei. Per queste amministrazioni Consip fornisce supporto su tutti gli aspetti del processo di approv-vigionamento: dall’analisi dei fabbisogni alla defini-zione e aggiudicazione della gara, fino alla gestione del contratto.

Nell’ambito di tale area rientra anche l’attività svolta da Consip quale centrale di committenza per il Sistema pubblico di connettività-Spc, di concerto con l’Agid con la quale è stata firmata apposita con-venzione. (Omissis)

6.2.2. Affidamenti di leggePer quanto concerne l’ambito degli affidamenti

di legge, nel corso dell’ultimo biennio, attraverso provvedimenti di legge o atti amministrativi, sono state affidate a Consip nuove funzioni.

Tra queste:- il compito di svolgere l’istruttoria sui pareri di

congruità tecnico-economica dei contratti relativi all’acquisizione di beni e servizi informatici e tele-matici delle pubbliche amministrazioni, precedente-mente affidato a DigitPa (ente soppresso). Tali pareri vengono poi emessi dall’Agid (l. 7 agosto 2012, n. 134, conversione con modificazioni del d.l. 22 giu-gno 2012, n. 83);

- l’attività di supporto alla tenuta del registro dei revisori legali, del registro del tirocinio e a ulteriori attività di cui all’art. 21, c. 1, d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39, poi dettagliata dalla convenzione firmata tra Consip e il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato-Ispettorato generale di finanza del Mef (sottoscritta il 29 dicembre 2011);

- il supporto al Ministero dell’economia e delle finanze nella realizzazione di un programma per la razionalizzazione del processo di dismissione beni mobili dello Stato (l. 7 agosto 2012, n. 135, conver-sione con modificazioni del d.l. 6 luglio 2012, n. 95).6.3. Controlli sulla esecuzione e sulla qualità delle forniture

Nell’ambito del programma di razionalizzazione degli acquisti, le attività di monitoraggio delle forni-ture intendono verificare il rispetto, da parte dei for-nitori aggiudicatari delle convenzioni e degli accordi quadro, dei livelli di servizio e delle obbligazioni previste nei singoli contratti stipulati dalle pubbliche amministrazioni.

Nel corso del 2015 sono proseguite le attività di monitoraggio della qualità delle forniture effettuate dai fornitori aggiudicatari delle convenzioni e degli accordi quadro stipulati nell’ambito del programma di razionalizzazione degli acquisti, consistenti nella verifica del rispetto dei livelli di servizio e delle ob-bligazioni previste nei singoli contratti stipulati dalle pubbliche amministrazioni.

Il monitoraggio del livello qualitativo delle for-niture erogate è stato effettuato attraverso l’utilizzo degli strumenti di controllo, delle verifiche ispettive e dell’analisi dei reclami.

Nel complesso, le attività dell’area progetti per la pubblica amministrazione hanno dato luogo nel corso del 2015 alla collaborazione con 12 ammini-strazioni.

Page 18: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

72

N. 3-4/2017

Al fine di implementare la rilevazione del manca-to rispetto degli obblighi contrattuali da parte del for-nitore aggiudicatario, è stato rimodulato l’approccio metodologico alla pianificazione delle iniziative da sottoporre a verifica ispettiva. Dal mero incremento del numero di verifiche da effettuarsi, il focus della fase di pianificazione di dette verifiche è stato spo-stato sugli elementi di criticità espressi nella fase di esecuzione delle convenzioni e degli accordi quadro attivi.

In parallelo con la gestione della chiusura del contratto con l’organismo di ispezione uscente Sgs Italia s.p.a., è stato curato il subentro del nuovo orga-nismo Bureau veritas Italia s.p.a.6.4. L’assistenza al Tesoro per la gestione delle parte-cipazioni e nei processi di privatizzazione

L’1 settembre 2014 ha avuto efficacia la fusione per incorporazione della Sicot in Consip e la stipula di una nuova convenzione Consip-Mef di contenuto analogo a quello della precedente (stipulata tra Sicot e Mef), per garantire continuità nel supporto alle at-tività del Dipartimento del tesoro.

Sull’oggetto delle convenzioni si è riferito nel par. 3.2.

Nel corso del 2015 sono stati forniti il supporto e l’assistenza richiesti, essenzialmente su:

- tematiche strategiche, gestionali, societarie, relative alle società partecipate, al fine di una loro costante gestione e valorizzazione; tale attività, in particolare, è stata attuata con un puntuale monito-raggio delle dinamiche aziendali delle controllate anche mediante l’analisi dei progetti di bilancio, dei piani di impresa e di riassetto, per promuovere un miglioramento delle performance e la crescita del valore delle società;

- materie di natura societaria, giuridico-norma-tiva e retributiva, con l’approfondimento di temati-che riguardanti le aziende partecipate in materia di modifiche statutarie, sistemi regolatori e contrattuali, corporate governance, compensi degli organi di am-ministrazione, e con l’assistenza costante sulle tema-tiche inerenti l’esercizio dei diritti dell’azionista;

- attività propedeutiche alla definizione di pro-grammi di razionalizzazione e privatizzazione, fi-nalizzati alla valorizzazione e alla dismissione delle partecipazioni detenute dal Mef;

- attività connesse alla valorizzazione dell’attivo e del patrimonio pubblico, essenzialmente di natura immobiliare, e per i profili inerenti la gestione del-le partecipazioni, in particolare nazionali e interna-zionali, effettuando approfondimenti e report sulla

normativa nazionale e comunitaria in materia di corporate governance delle partecipate pubbliche e fornendo supporto nella redazione di documenti in-formativi per la partecipazione a gruppi di studio e di lavoro, nonché per presentazioni a organismi inter-nazionali e società di rating;

- gestione e aggiornamento del Sistema informa-tivo partecipazioni del Mef, che riporta le principali informazioni societarie e i principali elementi di-mensionali delle aziende controllate.

Sono stati inoltre predisposti report sulla compo-sizione, retribuzione e scadenza degli organi sociali ed è stato fornito supporto per la raccolta, elabora-zione e pubblicazione di dati relativi alle società par-tecipate richiesti in adempimento alle disposizioni normative in materia.

7. Contenzioso(Omissis) L’analisi del numero dei ricorsi noti-

ficati nel 2015 rispetto all’esercizio precedente mo-stra una crescita significativa (+32 per cento), dovuta ai ricorsi sul Mepa, su Sigae4 (Servizi integrati per la gestione delle apparecchiature elettromedicali) e sulla gara per i rifiuti Unicam (Unione dei comuni dell’Alta Murgia).

Va in questa sede dato conto dell’andamento dei costi sostenuti da Consip per il contenzioso, con espresso riferimento ai legali difensori che, secondo le informazioni fornite dall’ente, ha subito tra il 2014 e il 2015 un incremento del 32 per cento, passan-do da un “totale a rimborso” di euro 1.856.988 nel 2014 a un totale a rimborso pari a euro 2.450.011 nel 2015 (1)

(7).

8. Risorse finanziarieLe risorse finanziarie per lo svolgimento della

propria attività derivano a Consip in via principale dalla convenzione acquisti stipulata con il Mef per l’attuazione del Programma di razionalizzazione ac-quisti (rinnovata nel 2013).

A tali risorse si sono aggiunte quelle corrisposte a Consip dalla Sogei (dal 2 aprile 2013), per le attività di acquisizione di beni e servizi per la gestione e lo sviluppo dei sistemi informativi, e le risorse derivan-ti dalle convenzioni in base alle quali Consip svolge, per conto di pubbliche amministrazioni, attività di centrale di committenza. (Omissis)

(7) La ripartizione degli incarichi di difesa in giudizio risulta suddivisa in prevalenza, nel 2015, tra quattro studi (oltre il 98 per cento dei rimborsi).

Page 19: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

73

N. 3-4/2017

Altra fonte di risorse per le attività del program-ma è rappresentata dal meccanismo di remunera-zione avviato nel 2013 con il d.m. economia 23 novembre 2012, a regime dal 2016. Tale provvedi-mento dispone, in attuazione della legge finanziaria per il 2007, il versamento a favore di Consip di una commissione calcolata in percentuale al valore degli acquisti effettuati dalle pubbliche amministrazioni, a carico degli aggiudicatari delle convenzioni quadro e delle gare su delega bandite dalla società. (Omissis)

9. Il bilancioIl bilancio della Consip è costituito dai documenti

contabili previsti per le società dagli artt. 2423-2428 c.c. e, in particolare, dal conto economico, dallo stato patrimoniale e dalla nota integrativa, ai quali si ag-giungono le relazioni del consiglio di amministrazio-ne, del collegio sindacale e della società di revisione e l’attestazione dell’1 aprile 2016 a firma congiunta dell’amministratore delegato e del dirigente prepo-sto alla redazione dei documenti contabili societari. (Omissis)9.1. Conto economico

Dalla gestione economica, a fine 2015, emerge un risultato d’esercizio positivo di euro 461.036 con un decremento del 36,80 per cento rispetto al prece-dente esercizio (tabella n. 10), in cui era stato di euro 729.451. Tale risultato netto comporta la diminuzio-ne della sua incidenza sul valore della produzione (1,1 per cento rispetto all’1,7 dell’esercizio prece-dente). (Omissis)

Nel 2015 si registra un incremento del valore della produzione (43.367.009 euro nell’anno 2015 contro 42.682.429 euro dell’anno 2014), pari a circa 0,7 milioni (+1,60 per cento), determinato essenzial-mente dall’aumento di compensi e rifatturazioni.

Dall’esame delle voci che compongono il valore della produzione emerge che:

- i ricavi derivanti dai compensi Consip, pari a 38.317.012 euro (a fronte di 38.192.405 del 2014), riguardano i corrispettivi conseguiti in relazione alle attività svolte dalla società a fronte degli adempi-menti e degli impegni assunti nei confronti del Mi-nistero dell’economia e delle finanze e di altre am-ministrazioni dello Stato, secondo quanto previsto nei diversi disciplinari (nella nota integrativa viene fornito l’elenco delle convenzioni). Tali ricavi evi-denziano un risultato sostanzialmente stabile rispetto al precedente esercizio;

- i ricavi per rifatturazione costi alle pubbliche amministrazioni, pari a 2.416.847 euro (a fronte di

1.695.376 euro del 2014), si riferiscono alle somme che le pubbliche amministrazioni devono corrispon-dere alla Consip per il rimborso di costi, sulla base di quando disciplinato dalle convenzioni. (Omissis)

I costi della produzione ammontano a 42.805.560 euro e, rispetto all’esercizio 2014, registrano un in-cremento pari a +2,78 per cento.

Le voci di maggiore incidenza sui costi della pro-duzione che presentano significative variazioni nel 2015 rispetto all’esercizio precedente sono rappre-sentate da:

- costi per servizi, che ammontano a 12,71 mi-lioni di euro e costituiscono quasi il 30 per cento dei costi di produzione (Omissis).

- costi per il personale, comprensivi degli oneri sociali e del Tfr, che ammontano a 26.10 milioni di euro e costituiscono circa il 61 per cento dei costi di produzione (Omissis).9.2. Stato patrimoniale

(Omissis) Il totale dell’attivo (51.704.067 euro) a confronto con il totale dell’anno 2014 (49.551.532 euro) espone un incremento del 4,34 per cento; l’at-tivo circolante, pari a 48.933.617 euro nel 2015, con-tro 47.002.787 dell’anno precedente, è aumentato del 4,11 per cento principalmente per effetto dell’in-cremento dei crediti verso clienti (+26,02 per cento), che costituisce la voce di maggiore incidenza (78,53 per cento) sul totale dell’attivo. (Omissis)

Di contro il totale del passivo espone:- un patrimonio netto (che include il valore delle

riserve da fusione Sicot per 3.702.844 euro) pari a 26.686.366 euro, in aumento di quasi il 2 per cento nei confronti dell’esercizio precedente (26.225.329 euro);

- debiti pari a 20.916.902 euro contro debiti dell’anno precedente pari a 19.286.502 euro, con un aumento dell’8,45 per cento e una incidenza sul tota-le passivo del 40,46 per cento. (Omissis)9.4. Rendiconto finanziario

Al fine di completare l’informazione sulla situa-zione patrimoniale e finanziaria della società e sul ri-sultato economico dell’esercizio offerto dal bilancio strutturato secondo logica economica, è stato affian-cato, quale allegato, il rendiconto finanziario (ex d.m. economia 27 marzo 2013), in grado di offrire una rappresentazione delle variazioni dei flussi finanziari intervenuti nell’esercizio 2015 in raffronto con l’e-sercizio 2014, tali da poter presentare informazioni complete sulla struttura finanziaria della società. Lo schema applicato è il medesimo previsto come obbli-

Page 20: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

74

N. 3-4/2017

gatorio a partire dall’esercizio 2016 dalle norme ci-vilistiche (artt. 2423-2425-ter c.c.) come modificate dal d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139. (Omissis)

Al netto delle attività di investimento (riportanti flussi di cassa negativi) e di quelle di finanziamento (con flussi positivi), la variazione delle disponibili-tà liquide determinata è negativa per 9,05 milioni di euro, rispetto all’effetto positivo di 6,88 milioni regi-strato nel 2014. (Omissis)

Dall’esame delle componenti del capitale circo-lante, si evince che le attività correnti risultano mag-giori delle passività correnti, generando un capitale circolante a fine esercizio 2015 di 25.108 migliaia di euro (25.381 migliaia di euro nel 2014, con una diminuzione dell’1,08 per cento).

10. Considerazioni conclusiveLa gestione finanziaria di Consip s.p.a. nell’eser-

cizio 2015 ha evidenziato sia l’insorgere di elementi problematici, sia il consolidarsi di punti forti in or-dine alle funzioni svolte da Consip; di entrambi gli aspetti si dà conto nei termini che seguono.

È necessario avviare approfondimenti in ordine alla impostazione delle gare c.d. facility, essendosi queste rivelate – quanto al procedimento di elabora-zione – di difficile gestione sia per il loro dimensio-namento (in quanto eccessivamente articolate – fino a 18 lotti – e con base d’asta sempre maggiore della omologa gara precedente, da ultimo fino a 2 mld e 700 mln), sia per i conseguenti tempi di aggiudica-zione, avendo la copiosità delle offerte determinato il protrarsi dei lavori delle relative commissioni per periodi eccessivamente lunghi. Oltre a ciò, si è assi-stito, da un lato, all’emergere di intese anticoncor-renziali tra le imprese dominanti nel settore merce-ologico proprio della gara, e, dall’altro, a un ampio espandersi del contenzioso, secondo dinamiche solo apparentemente contraddittorie tra loro. La dimen-sione eccezionale – anche nel confronto internazio-nale – delle gare in questione rischia di per sé di ge-nerare condotte antigiuridiche, persino di rilevanza penale, a causa del pregiudizio che potrebbe subire un’impresa che dovesse mantenersi estranea a logi-che spartitorie.

Sembra quindi opportuno dare luogo a gare di di-mensioni più ridotte, con specifica differenziazione dell’offerta in base alla tipologia del soggetto pubbli-co utilizzatore dell’iniziativa stessa, impiegando an-che strumenti diversi (Mepa-Sdapa-gare) a seconda del servizio proposto.

L’incremento del contenzioso è dimostrato dal-le analisi del numero dei ricorsi notificati nel 2015

rispetto all’esercizio precedente, che mostra una cre-scita significativa (+32 per cento), dovuta ai ricorsi sul Mepa, su Sigae4 (Servizi integrati per la gestione delle apparecchiature elettromedicali) e sulla gara per i rifiuti Unicam (Unione dei comuni dell’Alta Murgia).

Va in questa sede dato conto anche dell’anda-mento dei costi sostenuti da Consip per il contenzio-so, con espresso riferimento ai legali difensori, che ha subito, tra il 2014 e il 2015, un incremento del 32 per cento, passando da un “totale a rimborso” di 1.856.988 euro nel 2014 a un totale a rimborso pari a 2.450.011 euro nel 2015.

Occorre, peraltro, puntualizzare che, a decorre-re dal giugno 2014, i servizi specialistici di natura legale, con espressa esclusione dell’assistenza in giudizio, sono stati acquisiti tramite un più ampio “contratto quadro” per i servizi professionali e di supporto di Consip, stipulato con gara a procedura aperta bandita nel 2013, a seguito della quale il sog-getto aggiudicatario ha prestato specifiche consulen-ze di assistenza specialistica di natura legale.

Trattasi di costi che appaiono, prima facie, non coerenti con quanto desumibile dall’organigramma di Consip, più sopra sintetizzato, da cui emerge, nell’esercizio di riferimento, la presenza di una “Di-rezione servizio legale e societario” i cui compiti ap-paiono in parte sovrapponibili perlomeno ad alcuni servizi tra quelli esternalizzati più sopra evidenziati.

Nel 2015 l’ordinamento ha continuato a perse-guire gli obiettivi di finanza pubblica, semplifica-zione amministrativa e risparmio di spesa attraver-so l’individuazione di misure dirette a ottenere una progressiva riduzione dei costi connessi con l’attività contrattuale della pubblica amministrazione.

In tale prospettiva, è stato incentivato il ricorso agli acquisti centralizzati, avvalendosi in entrambe le prospettive della Consip e a tal fine potenziandone gli strumenti di intervento con puntuali interventi le-gislativi, ai quali si rimanda (cap. 1).

Le politiche di spending review hanno sostanzial-mente esteso il perimetro di obbligatorietà dell’uti-lizzo del Mepa a tutte le pubbliche amministrazioni.

Con l’estensione del ruolo affidato a Consip, si fa peraltro impellente la necessità di una più attenta e oggettiva valutazione dei risparmi di spesa effetti-vamente conseguiti.

Quanto ai risultati conseguiti, per l’area di atti-vità del programma acquisti, nel 2015 l’insieme de-gli strumenti di e-procurement messi a disposizione da Consip (convenzioni, accordi quadro, mercato elettronico della pubblica amministrazione, siste-

Page 21: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

75

N. 3-4/2017

ma dinamico di acquisto, gare su delega e gare in Asp-application service provider) ha consentito alle amministrazioni di effettuare acquisti per oltre 7 mi-liardi di euro (contro i 6 dell’anno precedente, +18 per cento), con un totale di 713.659 transazioni ge-stite dalla piattaforma elettronica.

Più specificamente, il sistema delle convenzioni ha dato luogo a un incremento sia dell’erogato (+5 per cento) che dei punti ordinanti registrati (+4 per cento).

La gestione economico-finanziaria, dell’eserci-zio in esame è caratterizzata dalla sostanziale stabi-lità dei risultati patrimoniali e dal protrarsi dell’an-damento in diminuzione del risultato economico annuale.

Il conto economico, infatti, evidenzia un utile dopo le imposte di 461.036 euro, inferiore del 36,8 per cento a quello risultante lo scorso anno, che era ammontato a 729.451 euro. Come rilevato dalla ri-classificazione dello stesso conto economico, al ri-sultato del 2015 ha concorso l’incremento dei costi di gestione, che ha determinato un peggioramento dei saldi operativi; la gestione finanziaria risulta negativa ma in miglioramento, quella straordinaria vede diminuire il suo saldo positivo.

Il patrimonio netto al 31 dicembre 2015 ammon-ta a 26,69 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2014 di 461.000 euro, pari all’utile di esercizio.

Il costo del personale è pari nel 2015 a 26,10 milioni di euro, con un incremento di 542.000 euro rispetto al precedente esercizio, per effetto, sostan-zialmente, dell’aumento del personale in servizio nell’anno.

Si ribadisce l’esigenza, già segnalata nelle rela-zioni precedenti, di una preventiva e accurata verifi-ca circa la inesistenza nella società di risorse idonee a svolgere le funzioni d’istituto, valutando l’esperien-za da lungo tempo acquisita dal personale interno.

76 – Sezione controllo enti, determinazione 18 luglio 2017; Pres. (f.f.) Della Ventura, Rel. Canale; Fer-rovie dello Stato italiane s.p.a.

Enti a cui lo Stato contribuisce in via ordina-ria – Ferrovie dello Stato italiane s.p.a. – Ge-stione finanziaria 2015 – Relazione al Parla-mento.

L. 21 marzo 1958 n. 259, partecipazione della Corte dei conti al controllo sulla gestione finanziaria de-gli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria, art. 12; d.l. 31 maggio 1994 n. 332, convertito con

modificazioni dalla l. 30 luglio 1994 n. 474, norme per l’accelerazione delle procedure di dismissione di partecipazioni dello Stato e degli enti pubblici in so-cietà per azioni, art. 1; l. 14 novembre 1995 n. 481, norme per la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità. Istituzione delle autorità di rego-lazione dei servizi di pubblica utilità, art. 1.

La relazione riferisce al Parlamento i risultati del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Ferrovie dello Stato italiane s.p.a. e del Gruppo Fer-rovie dello Stato per l’esercizio 2015.

Nell’ambito del Gruppo, il settore trasporto ha registrato, nel 2015, ricavi operativi per 6.941 mi-lioni (+2,3 per cento al 2014), chiudendo l’esercizio con un risultato netto in aumento per 134 milioni di euro (+145 per cento rispetto all’esercizio 2014), mentre il settore infrastrutture ha chiuso il 2015 con ricavi operativi per 2.527 milioni, in linea con il ri-sultato del 2014, e un risultato netto dell’esercizio positivo per 111 milioni (-14 per cento sul 2014).

Il risultato netto di Gruppo è stato pari a 464 milioni, con un miglioramento di 161 milioni (+53 per cento) rispetto all’esercizio precedente, dovuto in massima parte alle novità fiscali in materia di de-ducibilità dei costi del personale dalla base imponi-bile Irap e al taglio prospettico dell’aliquota Ires. Il patrimonio netto è ammontato a 37,83 miliardi, con un incremento dell’1,39 per cento rispetto al 2014 (37,31 miliardi).

Il risultato netto di esercizio della società Ferro-vie dello Stato si è attestato, a sua volta, su un va-lore positivo di 137 milioni, con un miglioramento rispetto all’esercizio precedente (+53,9 per cento); il patrimonio netto ammonta, al 31 dicembre 2015 a 36,37 miliardi, in lieve aumento rispetto al 2014 (36,34 miliardi). Il capitale sociale risulta in signifi-cativa diminuzione rispetto all’esercizio precedente, essendo passato da 38,79 a 36,34 miliardi (-6,32 per cento), come conseguenza del suo allineamento al corrispondente valore del patrimonio netto alla stes-sa data, dopo aver utilizzato integralmente le riserve esistenti (pari a 307.602.382 euro) a copertura delle perdite portate a nuovo (pari a 2.846.807.074 euro).

La relazione richiama la necessità che, in consi-derazione della delicata situazione economico-finan-ziaria in cui versa la società Ferrovie del Sud-Est, di recente acquisizione, al fine di salvaguardare gli equi-libri di bilancio, è necessario che il collegio sindacale di Fsi monitori e vigili sull’andamento del piano di risanamento e rilancio industriale intrapreso, nonché sulle misure necessarie ad evitare effetti traslativi dei rischi economici e finanziari sul Gruppo.

Page 22: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

76

N. 3-4/2017

Infine, la relazione espone le caratteristiche dell’operazione con la quale verrà collocato sul mercato il 40 per cento del capitale di Ferrovie dello Stato, ai sensi della normativa sulle privatizzazioni (l. n. 474/1994 e l. n. 481/1995), segnalando come il d.p.c.m. 16 maggio 2015 abbia stabilito che la ces-sione – da effettuare anche in più fasi – si realizzi attraverso un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipen-denti del Gruppo Ferrovie dello Stato, e a investitori istituzionali italiani e internazionali, e successiva quotazione sul mercato azionario. (1)(1)

Parte I

1. L’assetto societarioL’assetto organizzativo societario del Gruppo

Ferrovie dello Stato italiane deriva da un processo di societarizzazione che ha portato all’attuale strut-tura di gruppo industriale, al cui vertice è posta la holding capogruppo, la Ferrovie dello Stato italiane s.p.a. (Fsi).

Fsi ha come oggetto sociale la realizzazione e la gestione di reti di infrastruttura per il trasporto fer-roviario, lo svolgimento dell’attività di trasporto, prevalentemente su rotaia, di merci e di persone, lo svolgimento di attività strumentali e complementari a quelle suddette, ivi comprese quelle dei servizi alla clientela e di valorizzazione dei beni posseduti per lo svolgimento delle attività.

Le azioni di Fsi s.p.a. appartengono interamen-te allo Stato per il tramite del socio unico Ministero dell’economia e delle finanze (di seguito anche Mef).

Il piano industriale (Pi) regola e controlla i rap-porti interni di gruppo e i rapporti istituzionali con lo Stato e le altre pubbliche amministrazioni.

Il nuovo piano industriale 2017-2026 di Fsi, for-temente innovativo e in discontinuità con il prece-dente piano industriale 2011-2015, prevede investi-menti infrastrutturali per 94 miliardi (73 mld per le infrastrutture, 14 mld per il materiale rotabile e 7 mld per lo sviluppo tecnologico), dei quali 58 miliardi già disponibili (23 in autofinanziamento e 35 già stanzia-ti nell’ambito dei contratti di programma), ricavi dai 9 miliardi previsti a fine 2016, fino ai 17,6 miliardi di euro nel 2026, un Ebitda che in 10 anni punta a crescere da 2,3 a 4,6 miliardi di euro. Il nuovo Pi fa leva su cinque pilastri strategici: mobilità integrata, con un coinvolgimento di tutti gli operatori del set-

(1) Il testo integrale della relazione si legge in Rivista web Corte conti, fasc. n. 18/Settembre 2017, <www.rivistacorte-conti.it>.

tore e le aziende pubbliche e private di Tpl; logistica integrata, con una radicale riorganizzazione del com-parto merci attraverso la società Mercitalia, che ope-ra attraverso Mercitalia Rail, Mercitalia Llogistic e Mercitalia Terminal; integrazione fra le infrastrutture sia ferroviarie sia stradali, anche mediante l’ipotiz-zata integrazione con Anas s.p.a.; sviluppo interna-zionale, attraverso la proposizione del gruppo quale general contractor, gestore di infrastrutture e servizi pubblici a mercato (2)

(1) e digitalizzazione dei servizi offerti alla clientela.

La struttura di Fsi affianca ai compiti tipici di una corporate quelli di tipo industriale e finanziario, anche al fine di elaborare, coordinare e controllare il processo di costruzione e consolidamento con le altre società operative che operano nei diversi settori della filiera e di altre società di servizio e di supporto al funzionamento del gruppo.

L’organizzazione di Fsi è attualmente caratte-rizzata da una separazione societaria tra l’attività di trasporto, esercitata attraverso la Trenitalia s.p.a., e quella di realizzazione e gestione della rete per il trasporto ferroviario, esercitata attraverso la Rete Ferroviaria italiana s.p.a., nel rispetto delle diretti-ve europee sulla liberalizzazione del mercato. In tale quadro, Fsi assicura i processi di corporate gover-nance attraverso un sistema di direzioni centrali, con l’obiettivo di definire le linee strategiche e favorire la condivisione delle decisioni. Coadiuvano l’attività di Fsi alcune società di servizio, quali:

- la Italferr, che svolge un’attività strategica nel campo dell’ingegneria dei trasporti con il compito di supervisionare, coordinare, progettare e costruire le linee ferroviarie e, in tale ambito, di porre in essere attività connesse, inter alia, agli appalti, alle gare e alla trattazione delle riserve nell’esecuzione dei la-vori;

- la Ferservizi s.p.a., che gestisce le attività di supporto al core business (acquisti di gruppo, servizi immobiliari, gestione e valorizzazione del patrimo-

(1) In coerenza con gli obiettivi di piano industriale, il Gruppo Fsi ha accelerato il suo percorso di internazionalizza-zione ed espansione dei servizi di media-lunga percorrenza e dei servizi urbani attraverso l’acquisizione sia dell’operatore ellenico Trainose sia dell’operatore britannico Nxet Trains l.t.d. Fsi ha riferito che siffatte operazioni consentono di implemen-tare significativamente il fatturato all’estero. In particolare, per quanto concerne i rischi legati all’acquisizione di Trainose, Fsi ha precisato che la stessa presenta i rischi di impresa tipici di un operatore ex monopolista che continua ad occupare una posizione dominante nel mercato liberalizzato. In ogni caso, in sede di due diligence Fsi ha tenuto conto nel prezzo di acquisto di una sensitivity connessa con il prezzo di acquisto offerto.

Page 23: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

77

N. 3-4/2017

nio immobiliare, gestione amministrativa, servizi informatici e tecnologici);

- la Fs logistica (Mercitalia Logistics), che offre servizi di deposito, handling, gestione degli ordini dagli stabilimenti di produzione fino al mercato di consumo della grande distribuzione organizzata, progettazione e realizzazione di infrastrutture;

- la Grandi Stazioni s.p.a., partecipata al 60 per cento da Ferrovie dello Stato e al 40 per cento da Eurostazioni s.p.a. (1)

(2), che è stata oggetto nel dicem-bre 2015 di un progetto di scissione nelle società Grandi Stazioni Immobiliare s.p.a., Grandi Stazioni Rail s.p.a. e Grandi Stazioni Retail s.p.a. Quest’ul-tima, nell’ambito del progetto di focalizzazione sui business delle infrastrutture e del trasporto, è stata oggetto nel luglio 2016 di cessione a mercato, come meglio dettagliato nel par. 5 della presente relazione. Tale società ha l’obiettivo di riqualificare, valorizza-re e gestire le quattordici principali stazioni ferrovia-rie italiane (2)

(3);- la Centostazioni s.p.a., società partnership tra

Ferrovie dello Stato italiane e Archimede 1-Gruppo Save, che è impegnata nella riqualificazione, valo-rizzazione e gestione di 103 stazioni ferroviarie in 20 regioni italiane;

- la Busitalia-Sita Nord s.r.l., che si occupa di trasporto persone con autobus prevalentemente nel trasporto pubblico locale (Tpl) offrendo, diretta-mente o tramite società controllate, numerosi colle-gamenti urbani ed extraurbani in Veneto (attraverso la società Busitalia Veneto), Toscana e Umbria, con una presenza radicata e riconosciuta sul territorio. La controllata Busitalia Rail Service organizza inoltre, per conto di Trenitalia, l’erogazione dei ser-vizi sostitutivi di corse ferroviarie sull’intero terri-torio nazionale;

- la Netinera Deutstchland, che opera in Ger-mania nel settore del trasporto passeggeri e in particolare nel trasporto pubblico locale, sia fer-roviario sia su gomma, nella logistica, nella ma-nutenzione e riparazione veicoli e nella realiz-zazione di infrastrutture ferroviarie. Netinera è capogruppo di sette società (Osthannoversche

(2) La compagine sociale di Eurostazioni s.p.a. è così for-mata: Edizione s.r.l. (Gruppo Benetton), Vianini Lavori s.p.a. (Gruppo Caltagirone), Pirelli & C. s.p.a. (Gruppo Pirelli) e Sncf Partecipations s.a. (Société Nationale des Chemins de Fer).

(3) Milano Centrale, Torino Porta Nuova, Genova Brignole e Genova Piazza Principe, Venezia Mestre e Venezia S. Lucia, Verona Porta Nuova, Bologna Centrale, Firenze S.M. Novella, Roma Termini, Roma Tiburtina, Napoli Centrale, Bari Centrale e Palermo Centrale.

Eisenbahnen a.g., Ohe, controllata attraverso Ne-tinera Bachstein, Prignitzer Eisenbahn g.m.b.h., Regentalbahn a.g., Verkehrsbetriebe Bils g.m.b.h., Autobus Sippel g.m.b.h. e Südbrandenburger Nah-verkehrs g.m.b.h. (Sbn), alle quali fanno poi capo oltre 40 imprese: Netinera opera in diversi Länder tedeschi e si affianca a Tx Logistik, che offre ser-vizi di trasporto merci e logistici sul mercato fer-roviario tedesco ed europeo, con filiali in Austria, Svizzera e Svezia.

Completano l’assetto societario di Fsi la Bren-ner Basis Tunnel (Bbt), la Tunnel Ferroviario del Brennero (Tfb) e la Lyon Turin Ferroviaire (Ltf), ora Tunnel Euralpin Lyon Turin (Telt), che costituiscono società di scopo di diritto internazionale impegnate nella costruzione dei tunnel di raccordo tra Italia e Austria e tra Italia e Francia.

Al 31 dicembre 2015 il capitale sociale di Fs ita-liane s.p.a. ammontava a 36.340.432.802 euro intera-mente versati (38.790.425.485 al 31 dicembre 2014). (Omissis)

3. Contenzioso3.1. Contenzioso del lavoro

Al 31 dicembre 2015 risultano pendenti 3.939 vertenze, a fronte di 2.074 nuovi ricorsi notificati nel corso del medesimo anno. Al riguardo, si se-gnala una positiva progressiva riduzione del con-tenzioso pendente, come evidenziato dalla tabella che segue.

Tabella 15 – Contenzioso del lavoro (2011-2015)

Anno di riferimento N. contenziosi pendenti

31.12.201531.12.201431.12.201331.12.201231.12.2011

3.9395.1446.6007.2449.720

Fonte: Fsi

Per quanto concerne la tipologia delle vertenze pendenti al 31 dicembre 2015, si tratta in alcuni casi di rivendicazioni risarcitorie, in altri di pretese con-nesse specificatamente al contratto di lavoro, in par-ticolare ad alcuni specifici istituti di natura economi-ca, in altri ancora, e precisamente nel settore appalti, di richieste nei confronti del committente volte al riconoscimento di un rapporto di lavoro dipenden-te o alla corresponsione di competenze in virtù del principio legale di solidarietà.

Page 24: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

78

N. 3-4/2017

Le fattispecie di contenzioso di maggiore rile-vanza hanno riguardato:

- Amianto-danno biologico: trattasi di vertenze attivate da dipendenti o eredi di dipendenti deceduti, per la richiesta di risarcimento di varie tipologie di danno derivanti dall’esposizione all’amianto durante l’attività lavorativa.

Per tale materia, pur essendo contenuto il numero di vertenze, assume rilievo l’entità economica delle rivendicazioni.

In particolare, su un totale di 113 cause pen-denti nell’anno 2015, si contano, al 31 dicembre 2015, 9 decisioni (per un importo complessivo pa-gato pari a 2.714.240 euro); 17 conciliazioni giu-diziali (per un importo complessivo pagato pari a 9.952.810 euro); 4 conciliazioni stragiudiziali (per un importo complessivo pagato pari a 1.308.000 euro);

- mansioni superiori: si è registrato un numero significativo di tali ricorsi (406), con i quali i dipen-denti hanno rivendicato l’immissione in livelli su-periori di inquadramento contrattuale, in relazione all’attività effettivamente svolta;

- contratti a termine: risultano pendenti 132 vertenze collettive promosse complessivamente da 337 lavoratori del settore navigazione di Rfi s.p.a. Le rivendicazioni avanzate sono volte a ottenere l’accertamento della nullità del termine apposto e la conversione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. Tale controversia ha profili di diritto particolarmente complessi all’esame del-la Corte di cassazione e, di recente, della Corte di giustizia europea, in ordine alla compatibilità del diritto speciale del codice della navigazione con la direttiva comunitaria 70/1999 in materia di contrat-ti a termine;

- interposizione di manodopera: risultano pen-denti 261 vertenze. Si tratta di ricorsi proposti da dipendenti delle ditte appaltatrici finalizzati al rico-noscimento del rapporto di lavoro subordinato alle dipendenze delle società del Gruppo Fsi;

- obbligo solidale: occorre, infine, evidenziare come il contenzioso promosso da dipendenti delle ditte appaltatrici, in conseguenza della previsione del c.d. obbligo solidale ai sensi dell’art. 29, c. 2, d.lgs. n. 276/2003, già segnalato negli anni precedenti, abbia registrato un calo delle cause pendenti rispetto all’e-sercizio dell’anno 2014, con un dato complessivo, al 31 dicembre 2015, di 994 vertenze. Si tratta, come noto, di azioni dirette a ottenere il pagamento degli emolumenti e del Tfr non corrisposti dal proprio da-tore di lavoro.

Tabella 16 – Contenzioso lavoro – Ricorsi pendenti-fondo rischi al 31 dicembre 2015

Descrizione

Ricorsi pendenti al 31 dic.

2015

Fondo rischi

al31 dic. 2015

Ferrovie dello Stato italiane s.p.a. 60 18.700,00

Rete Ferroviaria italiana s.p.a. 1.693 28.298.908,17

Trenitalia s.p.a. 1.864 17.146.035,65

Ferservizi s.p.a. 129 1.130.827,69

Italferr s.p.a. 20 217.333,59

Busitalia-Sita Nord s.r.l. 18 1.838.000,00

Sita s.p.a. 155 4.195.000,00

Totale 3.939 52.844.805,10

Fonte: Fsi

3.2. Contenzioso civile e amministrativo delle prin-cipali società partecipate da Fs

Le tabelle dalla n. 17 alla n. 19 evidenziano il numero e il valore del contenzioso civile e ammini-strativo delle principali società direttamente parteci-pate da Fsi:

a) per quanto concerne Trenitalia, il contenzioso civile di maggior valore attiene per lo più a conten-ziosi con appaltatori-committenti per forniture e ser-vizi (103 contenziosi, per un valore di 1.039.575.645 euro). L’altro contenzioso (926 contenziosi e 777.923.495 euro di valore complessivo) riguarda l’applicazione di sanzioni amministrative ex d.p.r. n. 753/1980, ammende per irregolarità di viaggio, con-tratti di trasporto persone e, in particolare, anorma-lità di viaggio, risarcimento per ritardo treni, tariffe, furti a bordo, ecc., recupero crediti. Al 31 dicembre 2015 sono risultati 118 ricorsi amministrativi, riguar-danti in gran parte contenziosi con appaltatori (78) e materie regolatorie, antitrust e la tutela del consu-matore (31 contenziosi). Il valore accantonato al 31 dicembre 2015 è pari a 16.371.070 euro;

b) relativamente a Rete Ferroviaria italiana (Rfi), il contenzioso civile di maggior valore attiene, per lo più, a contenziosi con appaltatori e fornitori (306 contenzioni, per 4.531.204.688 euro di valore com-plessivo, di cui 4.418.446.035 di contenzioni passivi e 112.758.653 di contenzioni attivi), a espropria-zioni e asservimenti a carico di terzi (opposizioni alla stima di indennità ex art. 46 l. n. 2359/1985), a ricorsi avverso provvedimenti della pubblica am-ministrazione (inquinamento, asseriti danni da ese-cuzione nuove opere, manutenzione, esercizio linee

Page 25: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

79

N. 3-4/2017

ferroviarie, ingiunzioni di pagamenti, controversie in materia contrattuale (1278 contenziosi, per un valore di 1.625.952.210 euro, di cui 1.240.720.044 di con-tenziosi attivi e 385.232.166 di contenziosi passivi). Il contenzioso amministrativo al 31 dicembre 2015 è pari a 558 e riguarda in gran parte espropriazioni e asservimenti a carico di terzi, ricorsi contro prov-vedimenti della pubblica amministrazione (369) e la materia regolatoria, antitrust e la tutela del consu-matore (31 contenziosi). Il valore accantonato al 31 dicembre 2015 è pari a 268 milioni di euro;

c) per quanto attiene a Ferservizi, il contenzioso civile di maggior valore attiene per lo più a conten-zioso immobiliare (318 contenziosi, per 10.905.208 euro di valore complessivo, di cui 8.445.339 di con-tenzioni passivi e 2.459.809 di contenziosi attivi) e a contenzioso con appaltatori e fornitori (20, per un valore di 5.119.300 euro di valore complessivo, di cui 3.616.434 di contenziosi passivi e 1.502.866 di contenziosi attivi). Il valore accantonato al 31 dicem-bre 2015 è pari a 2.271.948 euro;

d) per quanto concerne Italferr, il contenzioso civile di maggior valore attiene per lo più a contenzioso con appaltatori e fornitori (12, per un valore di 33.365.000 euro di valore complessivo, di cui 33.347.000 di con-tenziosi passivi e 9.000 di contenziosi attivi). Il conten-zioso amministrativo di Italferr pendente al 30 giugno 2016 riguarda un solo giudizio, che riguarda rapporti con appaltatori e fornitori. Il valore accantonato al 31 dicembre 2015 è pari a 1.430.000 euro;

e) con riguardo a Centostazioni, il contenzioso ci-vile di maggior valore attiene per lo più a contenzioso immobiliare (102 contenzioni passivi, per 6.251.307 euro di valore complessivo) e a contenzioso con ap-paltatori e fornitori (9, per un valore di 5.355.085 euro di valore complessivo, di cui 5.355.085 di con-tenziosi passivi e 46.066 euro di contenziosi attivi). Al 30 giugno 2016 il contenzioso amministrativo di Centostazioni pendente è pari a 6 vertenze, concer-nenti esclusivamente appalti. Il valore accantonato al 31 dicembre 2015 è pari a 291.287 euro;

f) relativamente a Fs Logistica, il contenzioso civile di maggior valore attiene per lo più a insi-nuazioni fallimentari, che sono andate progressi-vamente aumentando negli anni (36 contenziosi, per 24.481.901 euro di valore complessivo, di cui 18.754.315 relativi a contenziosi attivi e 5.727.586 relativi a contenziosi passivi). Al 30 giugno 2016, il contenzioso amministrativo di Fs Logistica contava 3 vertenze, concernenti in massima parte contenzio-so immobiliare. Il valore accantonato al 31 dicembre 2015 è pari a 16.494.373 euro;

g) in ordine a Fs Sistemi Urbani, il contenzioso civile di maggior rilievo attiene a contenzioso immo-biliare, per un importo complessivo pari a 399.949 euro. Il contenzioso amministrativo di Fs Sistemi Urbani pendente al 30 giungo 2016 è pari a 17 ver-tenze e concerne esclusivamente contenzioso immo-biliare. Il valore accantonato al 31 dicembre 2015 è pari a zero;

h) relativamente a Fercredit, il contenzioso civile di maggior rilievo attiene a contenzioso con appal-tatori e fornitori, per un importo complessivo pari a 7.543.246 euro. L’importo dell’accantonamento al 31 dicembre 2015 è pari a 2.008.000 euro;

i) infine, il contenzioso civile del Gruppo Gran-di Stazioni attiene per lo più ad appalti e forniture (10 contenzioni, per 110.980.185 euro di valore complessivo, di cui 110.475.636 di contenzioni pas-sivi e 504.549 di contenziosi attivi) e a contenzio-so immobiliare (27, per un valore complessivo di 76.476.820 euro, di cui 65.522.074 di contenziosi passivi e 10.954.746 di contenziosi attivi). Il conten-zioso amministrativo al 30 giugno 2016 è pari a una vertenza, concernente in gran parte appalti e fornitu-re. Il valore accantonato al 31 dicembre 2015 è pari a 2.387.056 euro.

Tabella 17 – Contenziosi civili attivi e passivi di gruppo al 30 giugno 2016 (Omissis)

Tabella 18 – Contenziosi in sede amministrativa al 30 giugno 2016 (Omissis)3.2.1. Procedimenti dinnanzi alle autorità europee

Tra i procedimenti attivati dinanzi alle autorità comunitarie, di particolare interesse sono i casi Ue Sa.32179, Sa.32953, Sa.40887. Com’è noto lo scor-so 28 marzo 2014 la Direzione generale concorrenza della Commissione europea ha notificato all’Italia una decisione di avvio di una procedura di indagi-ne formale per due possibili aiuti di Stato relativi a: alcune operazioni di asset allocation infragruppo (caso Sa.32179); alle compensazioni per obbligo di servizio merci (caso Sa.32953). La prima misura sotto indagine riguarda quattro operazioni di asset allocation, interne al Gruppo Fsi, realizzate rispetti-vamente a favore di Trenitalia s.p.a. e di Fs Logisti-ca s.p.a. In particolare, si tratta di trasferimenti che riguardano attivi non costituenti infrastruttura ferro-viaria (principalmente officine) e comunque non più funzionali alle attività del gestore dell’infrastruttura. La seconda misura sotto indagine riguarda le com-pensazioni riconosciute dall’Italia a Trenitalia s.p.a. per il trasporto pubblico di merci dal 2000 al 2014, in forza dei tre contratti di servizio succedutisi negli

Page 26: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

80

N. 3-4/2017

anni. Negli anni 2015 e 2016 non si sono registrati sviluppi di rilievo di tale indagine.

Con riferimento invece al caso Ue Sa.40887, ri-ferito alla richiesta di informazioni sulle nuove mi-sure di sostegno al settore Cargo per gli anni 2015-2017 (caso Sa.40887), Fsi ha riferito che le autorità italiane, nella loro risposta del 4 agosto 2015, hanno motivato che le misure in oggetto non costituiscono aiuto di Stato e, in ogni caso, possono comunque es-sere qualificate come aiuto compatibile ai sensi delle linee guida sugli aiuti alle imprese ferroviarie.3.2.2. “Sconto K2”

Il contenzioso promosso dalle imprese ferroviarie operanti nel settore cargo inerente la disapplicazione dello sconto K2 e il correlato giudizio di ottemperan-za alla sentenza del Consiglio di Stato n. 1345/2014, di annullamento del d.m. 92/T, è stato oggetto di ana-lisi nel corso del referto 2014. A fini di aggiornamen-to, la società ha riferito che in data 26 settembre 2016 il delegato del commissario ad acta ha trasmesso la relazione conclusiva sugli esiti dell’istruttoria, che, alla luce di quanto espresso dal Consiglio di Stato, ha avuto riguardo alle sole imprese ricorrenti. Tale relazione individua quale termine di decorrenza dello sconto K2 l’1 gennaio 2006 e quale termine di decadenza il 30 giugno 2009, ad eccezione della quota di traffico prodotta con materiale rotabile, per il quale, antecedentemente al 30 giugno 2009, si sia-no verificate le condizioni per la condotta ad agente unico (ossia realizzazione dell’attrezzatura tecnolo-gica a terra-Sst, installazione del connesso sistema di bordo dei convogli-Ssb ed emanazione delle norme e delle procedure per la disciplina della condotta dei treni con agente solo). Il delegato del commissario ad acta ha quantificato i singoli importi, comprensivi degli interessi al tasso legale maturati al 30 settem-bre 2016 e scomputati dagli sconti autopraticati, pari a 6.074.847, da corrispondere da parte di Rfi e del Mit alle quattro imprese ferroviarie ricorrenti, in un importo totale di 12.672.292 euro. Fsi ha riferito che Rfi ha accantonato un fondo a copertura dei soli one-ri accessori derivanti dall’esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato n. 1345/2014 e si è fatta pro-motrice dell’avvio di un tavolo di confronto con le quattro imprese ferroviarie ricorrenti, a cui partecipa anche il Mit.

Sempre con riguardo allo sconto K2, si eviden-zia, con riferimento ai due giudizi dinanzi al Tar La-zio promossi da Rfi avverso le decisioni dell’Ufficio regolazione dei servizi ferroviari-Ursf n. 18/2006 e n. 83/2007, che è stata fissata al 14 giugno 2017 l’u-dienza pubblica per la discussione.

3.2.3. Questioni relative ai terminaliCon riferimento al ricorso straordinario al Presi-

dente della Repubblica, notificato in data 2 dicem-bre 2010, con il quale le società Gestione Terminali Ferrostradali s.p.a. (di seguito, Sgt) e Logistica s.p.a. hanno impugnato una decisione dell’Ursf in ordine, tra l’altro, all’applicazione del d.lgs. n. 188/2003 al terminal di Pomezia-Santa Palomba, di proprietà di Sgt, non vi sono aggiornamenti rispetto a quanto rap-presentato in sede di referto 2014. Infatti, a seguito della trasposizione del ricorso in sede giurisdiziona-le, non risulta essere stata ancora fissata l’udienza. Purtuttavia, l’intervenuto mutamento del contesto normativo di riferimento ha fatto venire meno l’in-teresse a proseguire il ricorso, che si è estinto per perenzione.3.2.4. Assegnazione delle tracce

Come già rappresentato nella relazione redatta per gli esercizi 2012, 2013 e 2014, in esito al pro-cedimento A/436-Arenaways – ostacoli all’accesso nel mercato dei servizi di trasporto ferroviario pas-seggeri – l’Autorità garante della concorrenza e del mercato sanzionava la società Ferrovie dello Stato italiane s.p.a., in solido con le controllate Trenitalia s.p.a. e Rfi s.p.a., per aver posto in essere una stra-tegia escludente finalizzata a ostacolare e, di fatto, inibire all’operatore concorrente Arenaways l’acces-so all’infrastruttura ferroviaria (provvedimento n. 23770 del 25 luglio 2012).

Avverso tale provvedimento di condanna è sta-to promosso ricorso dinnanzi al Tar Lazio da parte di tutte le imprese del gruppo interessate. In data 27 marzo 2014 è stata pubblicata la sent. n. 3398/2014, con cui il Tar Lazio ha accolto integralmente i ricor-si, disponendo l’annullamento della decisione im-pugnata. In data 24 giugno 2014 è stato notificato a Ferrovie dello Stato italiane s.p.a., nonché a Rfi s.p.a. e Trenitalia s.p.a., il ricorso in appello promos-so dall’Agcm innanzi al Consiglio di Stato per la ri-forma-annullamento della citata sentenza. In data 24 luglio 2014, Ferrovie dello Stato italiane s.p.a., Tre-nitalia s.p.a. e Rfi s.p.a. hanno depositato dinnanzi al Consiglio di Stato la memoria di costituzione nel giudizio di appello. Ad oggi, la data di dell’udienza per la discussione nel merito del ricorso non è ancora stata fissata.3.2.5. Procedimento per l’impugnativa della delibera n. 70/2014 dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art)

In data 3 marzo 2015, Rfi s.p.a. ha proposto ricor-so straordinario al Presidente della Repubblica per

Page 27: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

81

N. 3-4/2017

l’annullamento della delibera Art n. 70/2014 (con-cernente misure di regolazione dell’accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture ferroviarie e avvio del procedimento per la definizione dei criteri per la determinazione del pedaggio per l’utilizzo del-le infrastrutture ferroviarie), della successiva delibe-ra n. 76/2014 (recante indicazioni e prescrizioni per la procedura relative al Pir 2015) e relativi allegati e atti connessi. Il ricorso è stato altresì notificato, in qualità di controinteressati, a Ntv s.p.a., Trenitalia s.p.a., Grandi Stazioni s.p.a., Centostazioni s.p.a., Associazione FerCargo.

Fsi ha precisato che, attraverso tale iniziativa, Rfi s.p.a. ha inteso censurare una serie di vizi pro-cedimentali, sostanziali e di istruttoria riferiti ai provvedimenti dell’Art, e segnatamente alle misure regolatorie riferite al pedaggio Av, sgombero dell’in-frastruttura, assistenza alle persone a mobilità ridotta (Pmr) e assegnazione degli spazi in stazione. Su atto di opposizione notificato da Ntv s.p.a. e dall’Art, si è proceduto alla trasposizione del ricorso dinanzi al Tar Lazio.

A seguito delle istanze di rinvio, presentate sia da Rfi sia da Ntv, l’udienza di merito – inizialmente fissata il 18 novembre 2015 – è stata posticipata.

Successivamente, il Tar, ritenendo opportuno svolgere una trattazione congiunta di tutti i ricorsi aventi ad oggetto l’impugnazione delle medesime delibere dell’Art nn. 70 e 76/2014 (id est: ricorso Rfi e ricorsi Ntv, Grandi Stazioni e Centostazioni), ha fissato un’udienza unica al 9 marzo 2016, anche al fine di esaminare l’eccezione di incompetenza terri-toriale sollevata dallo stesso collegio all’udienza del 3 dicembre 2015. In esito all’udienza del 9 marzo 2016, il Tar Lazio ha declinato la propria competen-za su tutti i ricorsi a favore della competenza del Tar Piemonte. Allo stato, Rfi s.p.a., Ntv s.p.a. e Grandi Stazioni s.p.a. hanno già proceduto a riassumere i re-lativi ricorsi avanti al Tar Piemonte.3.2.6. Procedimento per l’impugnativa della delibera Art. n. 96/2015

Con ricorso straordinario al Capo dello Stato, notificato in data 17 marzo 2016, Rfi s.p.a. ha impu-gnato la delibera Art n. 96/2015, avente ad oggetto i criteri per la determinazione dei canoni di accesso e utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria. Con tale ini-ziativa, la società ha inteso principalmente censurare l’illegittimità complessiva del nuovo impianto rego-latorio, con specifico riferimento ad alcune misure foriere di un potenziale disequilibrio economico-fi-nanziario del gestore (Gi). In particolare, sono stati contestati tre specifici motivi di illegittimità caratte-

rizzanti alcune misure contenute nell’all. 1 alla deli-bera n. 96:

- la previsione di un tasso minimo di efficienta-mento annuo dei costi operativi unitari del Gi, fissato dall’Art nella misura del 2 per cento (al lordo del tasso d’inflazione);

- la preclusione a Rfi della possibilità di recupera-re parte dei costi per i nuovi investimenti infrastrut-turali da realizzarsi in autofinanziamento (ad esem-pio, con capitale sociale di Rfi o con indebitamento);

- l’introduzione – per l’intero periodo tariffario quinquennale (2016-2021) – di un sistema di vinco-li risiedenti nell’algoritmo di calcolo e la fissazione di un tetto massimo (c.d. cap) al livello di pedaggio applicabile a taluni servizi ferroviari (nello specifico: servizio regionale, servizio merci, insieme dei servi-zi transitanti sulla rete classificata dalla stessa delibe-ra n. 96 “a livello di servizio elevato”).

Analoghi ricorsi straordinari sono stati altresì proposti da Trenitalia s.p.a. e Grandi Stazioni s.p.a., in relazione ai quali le altre parti interessate hanno proposto atti di opposizione per la successiva traspo-sizione al Tar. A seguito delle suddette opposizioni, ciascuno dei tre ricorrenti (Rfi, Trenitalia e Grandi Stazioni) ha provveduto alla trasposizione dell’ori-ginario ricorso dinanzi al Tar Piemonte. Contro la medesima delibera Art n. 96/2015 è stato, inoltre, proposto un ricorso giurisdizionale da parte di Ntv s.p.a., già pendente al Tar Piemonte e nel quale Rfi s.p.a. si è costituita con atto formale.3.3. Contenzioso contabile

Procedimento promosso dalla Corte dei conti, Procura regionale del Piemonte.

La procura della Corte dei conti, con atto noti-ficato il 24 febbraio 2016, ha citato Italferr s.p.a. in giudizio in merito a una presunta indebita erogazio-ne di un importo di circa 25 milioni di euro all’a.t.i. aggiudicataria del contratto di appalto per la realiz-zazione del passante ferroviario del Nodo di Torino. All’udienza del 19 luglio 2016 è stato sollevato rego-lamento di giurisdizione. Il collegio, con ordinanza pronunciata in udienza, ha disposto la sospensione del giudizio in attesa della pronuncia della Corte di cassazione.3.4. Procedimenti dinnanzi all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm)Procedimento A/443. Ottemperanza agli impegni

L’11 marzo 2016 l’Agcm ha comunicato a Fsi l’esito positivo della verifica, avviata nel 2013, di conformità all’ art. 102 Tfue, affermando che “l’Au-

Page 28: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

82

N. 3-4/2017

torità ha ritenuto, dalle informazioni fornite, che le condotte assunte siano in linea con le misure indicate nel provvedimento conclusivo”. (Omissis)

4. La liberalizzazione del trasporto ferroviario e l’Autorità di regolazione dei trasportiInterventi normativiQuarto pacchetto ferroviario

Nel corso dell’anno è proseguita l’attività legisla-tiva relativa al quarto pacchetto ferroviario adottato dalla Commissione europea il 30 gennaio 2013.

Il pacchetto è composto di sei proposte legislati-ve che mirano a:

- emendare la direttiva 2012/34/Ue (Recast), adottata a fine 2012 per aprire alla concorrenza il tra-sporto ferroviario passeggeri domestico e introdurre una serie di misure volte ad aumentare la separazio-ne dei gruppi integrati;

- emendare il regolamento n. 1370/2007 sugli ob-blighi di servizio pubblico, dando priorità all’affida-mento dei contratti di servizio tramite gara;

- modificare le direttive sicurezza e interoperabi-lità e il regolamento istitutivo dell’Agenzia ferrovia-ria europea (Era).

Nel primo semestre del 2015 il Consiglio ha con-fermato l’accordo raggiunto con il Parlamento euro-peo sul pilastro tecnico, in particolare sulle procedu-re più rapide e meno onerose per l’autorizzazione dei veicoli e di certificazione di sicurezza per le ferrovie europee e sul rafforzamento del ruolo dell’Agenzia ferroviaria europea (Era).

Per quanto riguarda invece il pilastro politico, che contiene temi come quelli della separazione tra proprietà della rete e gestione, la posizione comune del Consiglio europeo è stata votata dai ministri l’8 ottobre 2015.

I triloghi tra Parlamento, Consiglio e Commis-sione per giungere a un testo condiviso sono iniziati a fine ottobre 2015. A seguito dell’accordo informa-le sulle proposte, raggiunto il 19 aprile 2016 con il Parlamento europeo, il 17 ottobre 2016 il Consiglio dell’Unione europea ha assunto una posizione for-male in prima lettura su tre provvedimenti, intesa a rilanciare il trasporto ferroviario in Europa. Si tratta, in particolare, di un regolamento riveduto, che disci-plina i contratti di servizio pubblico; una direttiva riveduta, relativa a uno spazio ferroviario europeo unico, e un regolamento che abroga il regolamento relativo alla normalizzazione dei conti delle aziende ferroviarie. Per completare la procedura, il Parla-mento deve approvare i testi in seconda lettura. Una

volta firmati da entrambe le istituzioni comunitarie, gli atti saranno pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.Il recepimento del “Recast” del primo pacchetto fer-roviario

Il d.lgs. 15 luglio 2015, n. 112, ha recepito in am-bito nazionale la direttiva 2012/34/Ue del Parlamen-to europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, che istituisce uno spazio ferroviario europeo unico (c.d. Recast) prevedendo, in particolare, che:

- il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, previa consultazione delle parti interessate, adotta la strategia di sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria, diretta a definire, per un periodo almeno quinquen-nale, le future esigenze di mobilità in termini di ma-nutenzione, rinnovamento e sviluppo dell’infrastrut-tura, sulla base di un finanziamento sostenibile del sistema ferroviario. Nell’ambito della politica gene-rale di governo e tenendo conto della predetta strate-gia di sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria e del fi-nanziamento dello Stato, il gestore dell’infrastruttura ferroviaria elabora e aggiorna un piano commerciale comprendente i programmi di finanziamento e di in-vestimento;

- fermo restando il generale potere di indirizzo del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle fi-nanze, l’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) definisce, fatta salva l’indipendenza del gestore dell’infrastruttura e tenendo conto dell’esigenza di assicurare l’equilibrio economico dello stesso, i criteri per la determinazione del canone per l’utiliz-zo dell’infrastruttura ferroviaria da parte del gesto-re dell’infrastruttura e dei corrispettivi dei servizi. Il gestore dell’infrastruttura, sulla base dei criteri dell’Art, determina il canone;

- ai fini del pieno recupero, da parte del gesto-re dell’infrastruttura, dei costi connessi all’accesso e all’utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria e al col-legamento con gli impianti di servizio, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, può preve-dere, con decreto, coefficienti di maggiorazione dei canoni per l’utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria, fermo restando l’equilibrio economico e finanziario del gestore dell’infrastruttura;

- è stata introdotta la figura dell’operatore dell’impianto di servizio (“entità pubblica o priva-ta responsabile della gestione di uno o più impianti di servizio o della prestazione di uno o più servizi alle imprese ferroviarie”), nonché la distinzione tra

Page 29: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

83

N. 3-4/2017

diritto di accesso agli impianti di servizio e ai servizi prestati in tale ambito. Per gli impianti di servizio l’operatore dell’impianto deve tenere una contabilità separata, anche mediate l’aggregazione per categorie di impianti gestiti dall’operatore medesimo, con evi-denza nel conto economico e nella situazione patri-moniale finanziaria. Di seguito si riporta il prospetto di sintesi delle società del gruppo qualificabili, oltre a Rfi e alle sue controllate, come operatore di im-pianto che forniscono i servizi ai sensi dell’art. 13, cc. 2, 9 e 11, per i quali le società hanno predisposto la contabilità regolatoria secondo i criteri di cui alle misure 53 ss. della delibera Art n. 96/2015.

Tabella 20 – Società del gruppo qualificate “ope-ratore di impianto” (Omissis)

Per quanto attiene al registro dei beni, Fsi ha comunicato che Rfi, in attuazione della richiamata disposizione normativa, sta lavorando allo sviluppo di un applicativo informatico che consenta di strut-turare i dati secondo le finalità di rappresentazione richieste dalla richiamata direttiva 34/2012. Il re-gistro sarà realizzato utilizzando il patrimonio in-formatico già presente sui sistemi aziendali di sup-porto per la gestione delle attività di manutenzione, in cui sono censiti i singoli beni dell’infrastruttura ferroviaria nazionale e le spese connesse per la ma-nutenzione. L’architettura in corso di realizzazione consentirà di disporre di un set dati riferito all’in-frastruttura ferroviaria nazionale, permettendo la rappresentazione gerarchica delle informazioni contenute nei sistemi informativi aziendali già esi-stenti, una visione di rolling e real time delle in-formazioni, nonché una navigazione top down sugli asset;

- l’Autorità di regolazione dei trasporti può ef-fettuare audit presso i gestori dell’infrastruttura, gli operatori degli impianti di servizio e le imprese fer-roviarie per verificare l’osservanza delle disposizioni relative alla separazione contabile.

Sempre con riferimento alla regolazione, libe-ralizzazione e sviluppo del mercato ferroviario eu-ropeo, si segnala che nel corso del 2015 sono stati adottati i provvedimenti di seguito sintetizzati. Il 6 gennaio 2015, con il regolamento di esecuzione (Ue) n. 10/2015, relativo ai criteri per i richiedenti di capacità dell’infrastruttura ferroviaria, che abro-ga il regolamento di esecuzione (Ue) n. 870/2014, la Commissione europea ha stabilito i requisiti delle garanzie finanziarie che i gestori delle infrastruttu-re, per tutelare le loro legittime aspettative circa le future entrate e l’utilizzo dell’infrastruttura, possono richiedere ai cosiddetti richiedenti.

Il 4 febbraio 2015, con il regolamento (Ue) 2015/171, sono stati definiti i modelli comuni di li-cenza e alcuni aspetti relativi alla procedura per il rilascio della licenza stessa alle imprese ferroviarie. Il 13 marzo 2015, con il regolamento di esecuzione (Ue) n. 429/2015, ai sensi dell’art. 31.5, della diretti-va 2012/34 Recast, sono state definite le modalità di imposizione di canoni per il costo degli effetti acu-stici dei treni merci.

Il 12 giugno 2015, con il regolamento di esecu-zione (Ue) n. 909/2015, sono state definite le modali-tà di calcolo dei costi legati direttamente alla presta-zione del servizio ferroviario.

Il 25 giugno 2017, con il regolamento (Ue) n. 1017/2015, è stato istituito lo European fund for stra-tegic investments (Feis), gestito dalla Banca europea degli investimenti e dalla Commissione europea, che si pone l’obiettivo di iniettare nel sistema risorse fi-nalizzate a promuovere, fra l’atro, investimenti nel settore dei trasporti (tra cui Rte-T e mobilità urbana).Definizione delle modalità di cessione di una quota fino al 40 per cento del capitale di Ferrovie dello Stato

In data 23 novembre 2015 il Consiglio dei mini-stri ha approvato, in esame preliminare, un decreto del Presidente del Consiglio, predisposto dal Mini-stero dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, relativo alla cessione di non oltre il 40 per cento di quote della so-cietà Ferrovie dello Stato italiane s.p.a., ai sensi della normativa sulle privatizzazioni (l. n. 474/1994 e l. n. 481/1995). Con il d.p.c.m. è stata regolamentata l’a-lienazione di una quota della partecipazione nella so-cietà non superiore al 40 per cento, disponendo che tale cessione – che potrà essere effettuata anche in più fasi – si realizzi attraverso un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato, e ad investitori istituzionali italiani e internaziona-li, e la successiva quotazione sul mercato azionario. Lo schema di decreto, inoltre, prevede che, al fine di favorire la partecipazione all’offerta, potranno essere previste per i dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato forme di incentivazione, tenuto conto anche del-la prassi di mercato e di precedenti operazioni di pri-vatizzazione, in termini di quote dell’offerta riservate (tranche dell’offerta riservata e lotti minimi garantiti) e di prezzo (ad esempio, come in precedenti operazio-ni di privatizzazione, bonus share maggiorata rispetto al pubblico indistinto) o di modalità di finanziamento. Fsi, d’accordo con l’azionista, ha proceduto a una ri-visitazione dell’operazione, tenuto conto anche delle incerte e poco favorevoli contingenze di mercato.

Page 30: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

84

N. 3-4/2017

Il Consiglio dei ministri, in data 16 maggio 2016, ha approvato in via definitiva il relativo decreto, a seguito dell’acquisizione dei pareri delle commis-sioni parlamentari competenti. Per un dettaglio sugli sviluppi della vicenda, si rinvia alla apposita sezione del presente referto.

Si evidenzia, da ultimo, che ai sensi della l. 28 dicembre 2015, n. 208, in caso di alienazione di quo-te entro il 2016, il Ministero dell’economia e delle finanze avrebbe dovuto presentare una relazione al Parlamento che ne illustri l’impatto economico, in-dustriale e occupazionale.L’Autorità di regolazione dei trasporti

Nel corso del 2015 l’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) ha adottato molteplici provvedimenti regolatori. Con particolare riferimento al settore del trasporto pubblico locale, l’Art, con delibera 17 giu-gno 2015, n. 49, ha approvato – a valle della con-sultazione avviata a marzo 2015 (delibera 12 marzo 2015, n. 26) – specifiche misure per la redazione dei bandi e delle convenzioni relativi alle gare per l’assegnazione in esclusiva dei servizi di trasporto pubblico locale passeggeri e la definizione dei cri-teri per la nomina delle commissioni aggiudicatrici. Con la medesima delibera n. 49/2015 l’Autorità ha, inoltre, dato avvio a un nuovo procedimento per la definizione della metodologia per l’individuazione degli ambiti di servizio pubblico e delle modalità più efficienti del loro finanziamento.

Successivamente, l’Art – con delibera 9 luglio 2015, n. 54 – ha dato avvio al procedimento per sta-bilire le condizioni minime di qualità dei servizi di trasporto passeggeri per ferrovia, nazionali e locali, connotati da oneri di servizio pubblico

Di particolare rilevanza per il settore del trasporto ferroviario, la delibera 13 novembre 2015, n. 96, con la quale l’Autorità ha adottato le misure di regolazione sui criteri per la determinazione dei canoni di accesso e utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria. Con tale de-libera, vengono definiti nuovi criteri di tariffazione dell’accesso all’infrastruttura ferroviaria, con il supe-ramento della distinzione tra infrastruttura convenzio-nale e Av, frutto delle caratteristiche specifiche delle linee, in favore di una classificazione sulla base del livello di servizio offerto; inoltre, vengono individuati principi e criteri di regolazione economica degli im-pianti e servizi ferroviari e i relativi obblighi dei sog-getti individuati quali “operatore di impianto”.

La delibera n. 96/2015 è stata impugnata, con di-versi motivi e per quanto di interesse, da Trenitalia s.p.a., Rete Ferroviaria italiana s.p.a. e Grandi Sta-

zioni s.p.a., nonché da Nuovo Trasporto Viaggiatori s.p.a.

Di interesse anche la delibera 5 novembre 2015, n. 94, relativa alla misura e alle modalità di versa-mento del contributo dovuto all’Autorità di regola-zione dei trasporti per l’anno 2016. L’aliquota del contributo viene fissata nella misura dello 0,4 per mille del fatturato risultante dall’ultimo bilancio approvato alla data di pubblicazione della delibera e, per i soli soggetti operanti nei settori dell’auto-trasporto e della logistica, dello 0,2 per mille. Con riferimento all’individuazione dei soggetti tenuti al versamento del contributo, viene superata la meto-dologia dei codici Ateco (precedentemente utilizza-ta) e vengono individuate le specifiche attività il cui svolgimento comporta l’obbligo contributivo. Tra queste, anche i servizi di trasporto merci e passegge-ri, con conseguente obbligo contributivo per le im-prese attive in mercati liberalizzati. Su tale aspetto è pendente un giudizio innanzi la Corte costituzionale, a seguito di ricorso al Tar Piemonte da parte delle principali associazioni di autotrasporto.

Relativamente all’attività sanzionatoria, l’Auto-rità, nel corso del 2015, ha avviato, con le delibere nn. 24 e 25/2015, procedimenti sanzionatori in rela-zione all’inottemperanza, da parte di Rfi, in qualità di gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale, di alcune misure di regolazione previste rispettivamen-te nelle delibere nn. 70 e 76/2014. Detti procedimen-ti si sono conclusi con l’approvazione degli impegni proposti da Rfi, nonché con l’archiviazione di alcune delle contestazioni.

In materia di tutela dei diritti dei passeggeri, l’Art ha, infine, svolto le funzioni di “organismo di con-trollo” della corretta applicazione del regolamento (Ce) n. 1371/2007, relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario, così come previsto dal d.lgs. 17 aprile 2014, n. 70 (Disciplina sanzionatoria per le violazioni delle disposizioni del reg. (Ce) n. 1371/2007, relativo ai diritti e agli ob-blighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario). In tale ambito, l’Autorità ha valutato e istruito i recla-mi presentati dai passeggeri, avviando in alcuni casi procedimenti sanzionatori nei confronti dell’impresa ferroviaria, conclusisi in pochissimi casi con l’irro-gazione di sanzioni pecuniarie.

Parte II8. Gestione economica, patrimoniale e finanziaria del gruppo

Con riferimento all’esercizio 2015 il dirigente preposto e l’amministratore delegato della capogrup-

Page 31: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

85

N. 3-4/2017

po hanno rilasciato l’attestazione sul bilancio d’eser-cizio di Fsi s.p.a. e sul consolidato in data 15 aprile 2016, senza evidenziare aspetti di rilievo.

Il collegio sindacale, ai sensi dell’art. 2429 c.c., ha espresso parere favorevole all’approvazione del bilancio dell’esercizio 2015, evidenziando che nel corso dell’esercizio non sono emersi fatti significa-tivi suscettibili di menzione sulla relazione del col-legio stesso.

La società di revisione incaricata ha svolto la revisione legale sia del bilancio di esercizio che di quello consolidato al 31 dicembre 2015, redigendo, per ognuno di essi, la relazione prevista dagli artt. 14 e 16 d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39.

La società di revisione ha ritenuto i bilanci con-formi agli international financial reporting stan-dards adottati dall’Unione europea, esprimendo un giudizio positivo sulla loro redazione, giudicata idonea a rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria, il risultato economico e i flussi di cassa sia di Fsi s.p.a. che del gruppo per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015.8.1. Notazioni generali sul bilancio consolidato

Il bilancio consolidato include, oltre alla capo-gruppo Fsi s.p.a., le società sulle quali la stessa eser-cita il controllo, direttamente o indirettamente attra-verso le proprie controllate, a partire dalla data in cui lo stesso viene acquisito e sino alla data in cui tale controllo cessa. Il controllo può essere esercitato sia in forza del possesso azionario, diretto o indiretto, della maggioranza dei voti esercitabili, sia per effetto del diritto a percepire i rendimenti variabili derivanti dal proprio rapporto con le stesse, incidendo su tali rendimenti ed esercitando il proprio potere sulle so-cietà, anche prescindendo da rapporti di natura azio-naria. L’esistenza di potenziali diritti di voto eserci-tabili alla data di bilancio è considerata ai fini della determinazione del controllo.

Nelle tabelle che seguono, che riprendono gli al-legati delle note esplicative al bilancio consolidato, sono indicate le imprese incluse nell’area di consoli-damento e le società collegate.

Nella tabella in appendice si dà conto delle so-cietà incluse nell’area di consolidamento. Fsi ha rife-rito che le variazioni più significative intervenute nel corso del 2015 sono state le seguenti:

- in data 20 gennaio 2015 è stata costituita la società Busitalia Veneto s.p.a., partecipata per il 55 per cento da Busitalia-Sita Nord s.r.l. e per il 45 per cento da Aps Holding s.p.a., e iscritta nella sezione ordinaria del registro delle imprese di Padova il 26

gennaio 2015. In data 1 aprile 2015 Busitalia-Sita Nord s.r.l. ha conferito il ramo d’azienda “Vene-to”, mentre in data 1 maggio Aps Holding s.p.a. ha conferito il proprio ramo di azienda. La società ha per oggetto l’impianto e/o l’esercizio, nell’ambito territoriale della Regione Veneto, di attività di tra-sporto di qualunque genere e con qualsiasi mezzo, di rimesse e officine meccaniche e di carrozzeria, di iniziative e attività turistiche, nonché il commercio del materiale automobilistico e affine e dei prodotti petroliferi. Alla data del 31 dicembre 2015 il capitale sociale deliberato e sottoscritto è pari a complessivi 5.500.000 euro;

- in data 7 maggio 2015 sono state cedute da Fer-rovie dello Stato italiane s.p.a. alla Regione Toscana n. 132 azioni ordinarie da 400 euro ciascuna della Italcertifer s.p.a., per un importo complessivo di 335.362 euro. A seguito di tale operazione, Ferrovie dello Stato italiane s.p.a. è titolare di n. 668 azio-ni ordinarie da 400 euro ciascuna, per un importo complessivo di 267.200 euro. La quota di possesso del gruppo nel capitale sociale di Italcertifer s.p.a. è quindi variata dal 66,66 per cento al 31 dicembre 2014 al 55,66 per cento al 31 dicembre 2015;

- in data 20 luglio 2015 è stato perfezionato da Grandi Stazioni s.p.a. l’acquisto di un ulteriore 10 per cento del capitale sociale di Grandi Stazioni Čes-cá Republika s.r.o., detenuto dalla Società italiana per le imprese all’estero-Simest s.p.a., per un corri-spettivo pari a 936 mila euro. A seguito di tale ope-razione, il Gruppo Fs italiane, tramite la controllata Grandi Stazioni s.p.a., risulta titolare di una quota di capitale sociale pari al 61 per cento;

- nel corso dell’anno, nell’ambito del sesto au-mento di capitale, da 195 milioni di euro, sono sta-te deliberate la seconda, la terza e la quarta tranche dell’aumento di capitale di Tunnel Ferroviario del Brennero s.p.a. A seguito di tali operazioni, il Grup-po Fs italiane, tramite la controllata Rfi s.p.a., che ha sottoscritto anche le azioni inoptate dai soci terzi, risulta titolare di una quota di capitale sociale pari all’88,79 per cento, rispetto all’86,09 per cento dete-nuto al 31 dicembre 2014;

- in data 25 novembre 2015 è stato stipulato l’atto di fusione per incorporazione della Società Umbria Mobilità Esercizio s.r.l. (già controllata al 100 per cento da Busitalia) in Busitalia-Sita Nord s.r.l. La fusione ha avuto efficacia l’1 dicembre 2015, con retrodatazione degli effetti contabili e fiscali all’1 gennaio 2015;

- in data 23 dicembre 2015 si è perfezionata la cessione da parte di Ferrovie dello Stato italiane

Page 32: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

86

N. 3-4/2017

s.p.a. a Terna s.p.a. dell’intero capitale della società Self s.r.l., previa operazione di scissione parziale de-gli “asset elettrici” da parte di Rfi s.p.a. alla stessa Self s.r.l., avvenuta in data 17 dicembre 2015. L’o-perazione in oggetto, prevista dalla l. 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015), trova la sua principale ratio nella riallocazione degli “asset elet-trici” del Gruppo Fsi nel settore che è loro proprio e ha interessato circa 8.400 km di elettrodotti in alta e altissima tensione, compresi quasi 900 km che face-vano già parte della rete di trasmissione nazionale (Rtn), 350 stazioni elettriche, nonché un contratto per la cessione dei diritti di passaggio del cavo a fi-bra ottica di proprietà di BasicTel s.p.a. Il prezzo di cessione, pari a 757 milioni di euro, è stato pattuito, per la porzione di rete non facente parte della Rtn, sulla base del valore di capitale investito netto rico-nosciuto (Cir), comprensivo dei contributi pubblici, definito dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi) con delibera n. 517/2015.

Le risorse finanziarie rivenienti dall’operazione sono state destinate a Rfi s.p.a. per la quota parte del-le risorse attribuibili ai finanziamenti ricevuti tramite stanziamenti in conto impianti; ciò ai sensi dell’art. 1, c. 193, lett. c), l. 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015), la quale stabilisce che “le risorse finanziarie derivanti dalla cessione di cui alla lett. a), limitatamente al valore dei contributi pubblici di cui alla lett. b), sono destinate alla copertura di inve-stimenti sulla rete ferroviaria nazionale previsti dal contratto stipulato tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la Rete ferroviaria italiana s.p.a.”, in linea con la già richiamata ratio della norma, che prevedeva la ridistribuzione delle risorse pubbliche dal settore elettrico al settore ferroviario; per la ri-manente parte sono state destinate a Ferrovie dello Stato italiane s.p.a.

Inoltre, nell’ambito del gruppo Netinera sono in-tervenute le seguenti operazioni, che non hanno pro-dotto effetti sul bilancio consolidato al 31 dicembre 2015:

- in data 1 gennaio 2015, Autobus Sippel g.m.b.h. ha incorporato, mediante fusione, la propria control-lata diretta Autobus Paproth g.m.b.h.;

- in data 29 luglio 2015, la società Lausitzer Nah-verkehrsgesellschaft m.b.h. è stata ceduta dalla Süd-brandenburger Nahverkehrs Lausitzer Nahverkehr-sgesellschaft alla Verkehrsbetriebe Bils Lausitzer Nahverkehrsgesellschaft, e il 23 settembre ha cam-biato nome in Sei Mobil Verkehrsgesellschaft m.b.h.;

- in data 16 settembre 2015, la società Vogtlan-dbahn g.m.b.h. ha incorporato la consociata Regen-

tal Bahnbetriebs g.m.b.h. e il 27 novembre ha inoltre mutato la propria denominazione in Die Länderbahn g.m.b.h. (Dlb). (Omissis)

9. Gestione economica, patrimoniale e finanziaria di Ferrovie dello Stato italiane s.p.a.9.1. Notazioni di sintesi sul bilancio di esercizio

Con il ruolo di holding industriale, Ferrovie dello Stato italiane s.p.a. è titolare delle funzioni di dire-zione strategica, di indirizzo gestionale, di governan-ce per le società operative e cura direttamente la ge-stione accentrata di alcune aree di maggiore interesse (finanza, relazioni istituzionali, management).

Si riportano qui di seguito i principali elementi relativi alla gestione, desumibili dal bilancio di eser-cizio 2015, ponendoli a confronto con il 2014.Conto economico

La tabella seguente evidenzia i dati di conto eco-nomico:

Tabella 28 – Conto economico Fsi s.p.a. (2014-2015) in milioni

2014 2015Varia-zione

%

Ricavi operativi 148 147 (1) (0,7)

Ricavi dalle vendite e prestazioni

142 140 (2) (1,4)

Altri ricavi 6 7 1 16,7

Costi operativi (142) (145) (3) (2,1)

Margine operativo lordo (Ebitda)

6 2 (4) (66,7)

Ammortamenti (22) (24) (2)

Svalutazioni e perdite (riprese) di valore

(6) (13) (7) 116,7

Accantonamenti (3) (3) N/A

Risultato operativo (Ebit)

(22) (38) (16) 72,7

Proventi e oneri finanziari

115 177 62 53,9

Risultato prima delle imposte

93 139 46 49,5

Imposte sul reddito (2) 2 (50,0)

Risultato netto d’esercizio

89 137 48 53,9

Il risultato netto dell’esercizio 2015 si attesta a un valore positivo di 137 milioni di euro, con un mi-

Page 33: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

87

N. 3-4/2017

glioramento rispetto all’esercizio precedente di 48 milioni di euro (+53,9 per cento).

A livello di Ebitda, si evidenzia un decremento di 4 milioni di euro, con un margine che passa da 6 a 2 milioni di euro per l’effetto combinato del decremen-to dei ricavi operativi di 1 milione di euro (147 mln nel 2015 contro i 148 mln nel 2014), principalmente per effetto dei minori ricavi relativi alla gestione im-mobiliare, e dell’incremento dei costi operativi di 3 milioni di euro (145 mln nel 2015 contro i 142 mln nel 2014). Tale incremento è sostanzialmente dovu-to alle maggiori svalutazioni di immobili e terreni di trading (+8 mln), conseguenti alla prosecuzione, anche nel 2015, delle attività di analisi e verifica tramite perizie del valore degli asset patrimoniali della società rispetto all’andamento del mercato im-mobiliare, dei maggiori oneri per quote associative versate alla Fondazione Fs (+1 mln) e di minori co-sti per il personale (-6 mln di euro), principalmente per minori oneri di incentivazione all’esodo rispetto all’esercizio precedente.

L’Ebit si attesta a un valore negativo di 38 milioni di euro, in peggioramento rispetto al valore, sempre negativo, di 22 milioni di euro del 2014 (+72,7 per cento), determinato prevalentemente dalle maggiori svalutazioni effettuate nel corso dell’esercizio sugli investimenti immobiliari (-7 mln), dai maggiori am-mortamenti del periodo (-2 mln), nonché dall’accan-tonamento degli oneri relativi al fondo di sostegno al reddito (-3 mln).

Il saldo dei proventi e oneri finanziari migliora di 62 milioni di euro, per l’effetto congiunto del de-cremento dei dividendi distribuiti dalle società del gruppo, per complessivi 27 milioni di euro, e dei maggiori proventi finanziari diversi, per complessivi 99 milioni di euro, su cui incidono significativamen-te la componente positiva ascrivibile alla ridetermi-nazione del valore della partecipazione in Eurofima s.a., a seguito degli approfondimenti effettuati in materia di diritto societario svizzero applicato dalla società, con sede a Basilea, con riferimento alla na-tura delle obbligazioni collegate alla callable share (decimi da versare) e la plusvalenza derivante dal-la cessione della società Self s.r.l. a Terna s.p.a. (18 mln), computata tenendo conto, in ossequio a quanto contenuto nell’art. 1, c. 193, lett. c), legge di stabilità 2015, dell’iscrizione del debito per contributi con-to impianti verso Rfi per 272 milioni di euro, del-la stima degli oneri connessi alle garanzie previste dall’accordo di vendita, pari a 67 milioni di euro, e dell’imposta di registro dovuta sull’operazione, pari a 13 milioni di euro.

Le imposte sul reddito presentano un decremento complessivo di 2 milioni di euro rispetto all’eserci-zio precedente, attribuibile principalmente all’incre-mento delle imposte correnti, al netto dei proventi da consolidato fiscale per 16 milioni di euro. (Omissis)

11. ConclusioniIl risultato netto di esercizio della Fsi s.p.a. si at-

testa a un valore positivo di 137 milioni di euro, con un miglioramento rispetto all’esercizio precedente di 48 milioni di euro (53,9 per cento sul 2014). A livello di Ebitda, si evidenzia un decremento di 4 milioni di euro, con un margine che passa da 6 a 2 milioni di euro per effetto del decremento dei ricavi operativi di 1 milione di euro (147 mln nel 2015, contro i 148 mln nel 2014). L’Ebit si attesta a un valore negativo di 38 milioni di euro, in peggioramento rispetto al valore, sempre negativo, di 22 milioni di euro del 2014 (+72,7 per cento), determinato prevalentemente dalle mag-giori svalutazioni effettuate nel corso dell’esercizio sugli investimenti immobiliari (-7 mln), dai maggiori ammortamenti del periodo (-2 mln), nonché dall’ac-cantonamento degli oneri relativi al fondo di sostegno al reddito (-3 mln). Il saldo dei proventi e oneri finan-ziari nel 2015 si attesta a 177 milioni di euro, con un miglioramento di 62 milioni rispetto al 2014 (+54 per cento). Le imposte sul reddito presentano un decre-mento complessivo di 2 milioni di euro rispetto all’e-sercizio 2014, attribuibile principalmente all’effetto combinato dell’incremento delle imposte correnti, al netto dei proventi da consolidato fiscale, per 16 mi-lioni di euro, per effetto del completato utilizzo delle perdite societarie pregresse, e del decremento delle imposte anticipate e differite, per 17 milioni di euro, conseguenza principalmente della rideterminazione dei crediti e debiti per imposte anticipate e differite effettuata per tener conto della riduzione dell’aliquo-ta Ires introdotta dalla legge di stabilità 2016 (l. 28 dicembre 2015, n. 208) a partire dall’esercizio 2017.

A livello di gruppo, il risultato netto di esercizio, che si attesta a 464 milioni di euro, con una variazio-ne in aumento rispetto al 2014 di 161 milioni di euro (+53 per cento), è dovuto in massima parte alle novità fiscali in materia di deducibilità dei costi del persona-le dalla base imponibile Irap e del taglio prospettico dell’aliquota Ires, con impatto positivo netto nell’e-sercizio sulla tassazione differita. L’esercizio 2015 ha risentito, inoltre, di elementi di discontinuità norma-tiva di settore che si sono susseguiti tra la fine 2014 e nel 2015, quali, ad esempio: la l. n. 190/2014, che ha disposto la cessione della rete elettrica a favore di Terna s.p.a., la riduzione dei ricavi da pedaggio sulle linee a più elevato valore economico (Av-Ac), l’az-

Page 34: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

88

N. 3-4/2017

zeramento dei corrispettivi derivanti dal contratto di servizio merci, il recepimento della direttiva 34/2012, c.d. Recast, da cui sono scaturite le misure di regola-zione adottate dall’Autorità di regolazione dei traspor-ti (Art) e, in particolare, la delibera n. 70/2014. I ricavi operativi di gruppo dell’esercizio sono in aumento di 195 milioni di euro (+2,3 per cento) rispetto al 2014 e sono pari a 8.585 milioni di euro, suddivisi in ricavi delle vendite e delle prestazioni, pari a 7.881 milioni di euro (1,9 per cento), e altri proventi, pari a 704 mi-lioni di euro (6,82 per cento).

Dal lato dei costi operativi di gruppo dell’eserci-zio, pari a 6.610 milioni di euro, si riscontra un au-mento di 334 milioni di euro (+5,3 per cento) rispet-to al 2014, dovuto, in particolare, all’incremento dei costi per materie prime, sussidiarie e di consumo (29 per cento sul 2014), dei costi per servizi (9,2 per cen-to sul 2014), dei costi per lavori interni capitalizzati (14,84 per cento). Il margine operativo lordo (Ebi-tda) vede il 2015 attestarsi a 1.975 milioni di euro, con un decremento pari a 139 milioni di euro (-6,6 per cento) rispetto all’esercizio 2014. Venendo al ri-sultato operativo (Ebit), esso ammonta a 644 milioni di euro e registra un decremento pari a 15 milioni di euro (-2,3 per cento). Il saldo della gestione finanzia-ria, pari a 107 milioni di euro di oneri netti, risulta sostanzialmente in linea con il corrispondente valo-re dell’esercizio precedente. Le imposte sul reddito ammontano a 73 milioni di euro, con una variazione in diminuzione pari a 172 milioni di euro (-70,2 per cento) derivante, principalmente, dall’effetto cumu-lato di quanto previsto dalle novità normative fiscali.

Per quanto concerne la situazione patrimoniale del gruppo, si evidenzia la diminuzione rispetto al 2014 delle attività, che passano da 63.527 milioni di euro a 62.977 milioni di euro (-0,87 per cento sul 2014) e delle passività, che passano da 26.209 mi-lioni di euro a 25.141 milioni di euro (-4 per cento sul 2014). In particolare, gli immobili, gli impianti e i macchinari fanno registrare un aumento dell’1,57 per cento sul 2014; le attività immateriali un incre-mento del 10,20 per cento sul 2014, a causa del rin-novo del software del sistema informativo del grup-po; le partecipazioni ammontano a 301 milioni di euro, risultando in linea con l’esercizio precedente; le altre attività non correnti e correnti fanno registra-re, rispettivamente, una variazione positiva dell’1,73 per cento sul 2014 e una negativa dell’11,77 per cen-to, con una diminuzione di 1.001 milioni di euro, sul 2014, dovuta al decremento dei crediti verso il Mit e verso il Mef per 1.537 milioni di euro e all’incre-mento dei crediti Iva (564 milioni di euro).

Tra le passività, i finanziamenti a medio lungo termine subiscono un decremento del 10,63 per cen-to, mentre i finanziamenti a breve termine un incre-mento del 71,70 per cento.

I fondi rischi e oneri ammontano a 919 milioni di euro, in aumento dell’8 per cento sul 2014, come pure i debiti commerciali correnti (+5,46 per cento). Le altre passività correnti e non correnti, che com-prendono gli acconti di Rfi per i contributi in conto impianti stanziati dallo Stato, sono in diminuzione ri-spetto al 2014 e ammontano a 6.780 milioni di euro.

Il patrimonio netto di Fsi ammonta, al 31 dicembre 2015, a 36,37 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2014 (36,34 mld), mentre il patrimonio netto consoli-dato ammonta a 37,83 miliardi di euro, in incremento dell’1,39 per cento rispetto al 2014 (37,31 mld).

Il capitale sociale risulta nel 2015 in significati-va diminuzione rispetto al 2014, passando da 38,79 miliardi di euro a 36,34 miliardi di euro nel 2015 (-6,32 per cento). Ciò in quanto l’assemblea, in data 28 maggio 2015, ha proceduto all’allineamento del capitale sociale di Fsi al corrispondente valore del patrimonio netto dopo aver utilizzato integralmente le riserve esistenti (pari a 307.602.382 euro) a co-pertura delle perdite pregresse portate a nuovo (pari a 2.846.807.074 euro). Pertanto, il capitale sociale risulta nel 2015 abbattuto per 2.450 milioni di euro e l’utile di esercizio (pari a 89,21 mln di euro), la riser-va legale (pari a 25,10 mln), la riserva straordinaria (pari a 27,89 mln) e le riserve diverse (pari a 254,59 mln) risultano completamente utilizzate.

Analizzando in dettaglio i principali settori attra-verso cui il Gruppo Fsi opera, al lordo di rettifiche ed elisioni delle operazioni infragruppo effettuate in sede di consolidamento, si evidenzia che il settore trasporto registra ricavi operativi pari a 6.941 milioni di euro, che si incrementano di 154 milioni di euro rispetto al 2014 (+2,3 per cento), chiudendo l’eser-cizio 2015 con un risultato netto in aumento per 134 milioni di euro (+145 per cento rispetto all’esercizio 2014); il settore infrastruttura chiude il 2015 con ri-cavi operativi pari a 2.527 milioni di euro, in linea con i risultato del 2014, e un risultato netto dell’eser-cizio positivo per 111 milioni di euro, in diminuzione del 14 per cento sul 2014.

Anche il 2015 è stato caratterizzato da una serie di provvedimenti che stanno progressivamente mu-tando il substrato normativo e regolatorio all’interno del quale il gruppo opera, con effetti ambivalenti sul suo conto economico.

In particolare, ci si riferisce alla delibera Aeegsi n. 12/2013, che ha determinato per il gruppo un maggior

Page 35: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

89

N. 3-4/2017

costo per “energia elettrica per trazione”, a seguito dell’innalzamento della sua quota di partecipazione ai costi generali del sistema elettrico; al d.l. n. 91/2014, che ha stabilito, con effetti dal 2015, una riduzione dello sconto per “energia elettrica per trazione”; alle delibere dell’Art n. 70/2014 e n. 96/2015, che han-no determinato dal 6 novembre 2014 una riduzione del ricavo unitario del pedaggio Av-Ac; alla legge di stabilità 2015, che ha rivisto radicalmente il regime relativo ai servizi universali merci e ha introdotto la deducibilità del costo del personale ai fini Irap.

Fsi dovrà proseguire nell’attuazione della nor-mativa in tema di trasparenza e di prevenzione della corruzione, secondo la direttiva Mef del 25 agosto 2015 e le linee già concordate con Anac, e, in tale contesto, è necessario, relativamente agli appalti fer-roviari, verificare la conformità dei bandi di gara al codice dei contratti pubblici, prevenire infiltrazioni criminali, monitorare il corretto svolgimento del-le gare d’appalto e supervisionare l’esecuzione dei lavori da parte della ditta vincitrice del bando. Per quanto attiene ai contratti di programma, sia per la parte servizi (2016-2021), attualmente in fase di approvazione, sia per la parte investimenti (2012-2016), il cui aggiornamento 2016 è stato approvato con l. 1 dicembre 2016, n. 225, occorre definire tem-pi certi di approvazione, in quanto i ritardi, più volte stigmatizzati nei referti riferiti agli anni precedenti da questa Corte, producono incertezza e difficoltà nella programmazione finanziaria delle opere e nelle loro realizzazioni, a cui si accompagnano spesso co-sti crescenti.

Si concorda con l’Autorità di regolazione dei trasporti sull’esigenza di adottare, nell’ambito dei richiamati contratti di programma, strumenti che possano ulteriormente incrementare la performan-ce del gestore dell’infrastruttura, anche attraverso la commisurazione delle penali ivi previste all’entità del danno subito dal committente, la revisione della clausola di esonero di responsabilità con la valuta-zione della diligenza professionale nel caso di ina-dempimento contrattuale, l’introduzione di appositi indicatori sul livello di sfruttamento commerciale degli asset del gestore dell’infrastruttura.

Si ravvisa inoltre l’esigenza di individuare, anche a livello normativo, soluzioni per ridurre il volume, che è crescente anche nel 2015, dei crediti commer-ciali e finanziari iscritti a bilancio, gran parte dei quali è riconducibile a enti pubblici, tra cui le regio-ni, a causa della lunghezza dei tempi medi di liqui-dazione dei corrispettivi. È auspicabile che una tale situazione, caratterizzata dall’incremento di ingenti

crediti commerciali, si avvii a normalizzazione entro breve periodo, per evitare a Fsi ulteriori oneri.

In tema di infrastrutture, con specifico riferimen-to ai grandi investimenti realizzati per lotti costrutti-vi non funzionali, esiste la necessità, come segnala-to dal collegio sindacale di Fsi, che si accelerino la progettazione e la realizzazione delle opere già da tempo finanziate; in tema di consulenze, si confer-ma la necessità della previsione di procedure e cri-teri omogenei a livello di gruppo, che prevedano per ciascuna consulenza la separazione tra procedimento autorizzativo, attuativo e di controllo.

Considerata la delicata situazione economico-fi-nanziaria in cui versa la società Ferrovie del Sud-Est (Fse), di recente acquisizione, al fine di salvaguar-dare gli equilibri di bilancio di gruppo è necessa-rio che il collegio sindacale di Fsi monitori e vigili sull’andamento del piano di risanamento e rilancio industriale intrapreso, nonché sulle misure necessa-rie a evitare effetti traslativi dei rischi economici e finanziari sul gruppo.

Ciò premesso, preme evidenziare, in questa sede, che il collegio sindacale di Fse, nella seduta dell’11 maggio 2017, ha rilevato che dalla qualificazione di Fse quale società facente parte di Fsi è derivata una conseguenza che, alla luce della delicata situazione economico-finanziaria di Fse, è fonte di serie perples-sità. Il collegio sindacale di Fse ha, infatti, evidenziato che anche nei confronti degli amministratori e dirigen-ti di Fse non si applicano i tetti retributivi agli ammi-nistratori, dirigenti e dipendenti fissati dall’art. 13, c. 1, d.l. n. 66/2014, convertito dalla l. n. 89/2014, ciò in quanto l’art. 23-bis d.l. n. 201/2011 esclude dall’alveo di applicazione anche le controllate di società emitten-ti strumenti finanziari quotati nei mercati regolamen-tati. Il collegio sindacale di Fse ha, inoltre, stigmatiz-zato “il frequente ricorso a consulenze esterne, anche per l’espletamento di funzioni rientranti nell’ambito dell’ordinaria amministrazione, che ripropongono la necessità più volte evidenziata che l’azienda si doti delle necessarie professionalità anche attraverso una riqualificazione del personale interno”.

81 – Sezione controllo enti, determinazione 24 luglio 2017; Pres. Laterza, Rel. Calamaro; Rai s.p.a.

Enti a cui lo Stato contribuisce in via ordi-naria – Rai s.p.a. – Gestione finanziaria 2015 – Relazione al Parlamento.

L. 21 marzo 1958 n. 259, partecipazione della Corte dei conti al controllo sulla gestione finanziaria degli

Page 36: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

90

N. 3-4/2017

enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria, art. 12; l. 31 dicembre 2009 n. 196, legge di contabilità e finanza pubblica, art. 1; l. 28 dicembre 2015 n. 220, riforma della Rai e del servizio pubblico radiotelevisi-vo, artt. 1, 2; l. 26 ottobre 2016 n. 198, istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informa-zione e deleghe al governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’e-ditoria e dell’emittenza radiofonica e televisiva locale, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consi-glio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Procedura per l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, art. 9.

La relazione riferisce al Parlamento in merito ai risultati del controllo eseguito sulla gestione finan-ziaria della Rai s.p.a. e del Gruppo per l’esercizio 2015.

La relazione evidenzia, anzitutto, gli interventi normativi che, nell’esercizio in esame, hanno inciso sull’assetto organizzativo della società, con partico-lare riguardo alla l. 28 dicembre 2015 n. 220 (sulla riforma della Rai e del servizio pubblico radiotelevi-sivo), che ha modificato, da un lato, la cadenza (da triennale a quinquennale) del rinnovo cui è sogget-to il contratto nazionale di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la Rai e, dall’altro, la struttura della governance.

Inoltre, dal 2016 (ma con decorrenza dal 2018), la Rai è stata inclusa nell’elenco delle amministra-zioni pubbliche inserite nel conto economico con-solidato, individuate ai sensi dell’art. 1, c. 3, l. n. 196/2009 (legge di contabilità e di finanza pubblica).

Quanto alle risultanze gestionali ed economi-che, il Gruppo Rai ha registrato una perdita di 25,6 milioni, in diminuzione rispetto a quella del 2014 (-175,8 milioni).

I ricavi totali evidenziano, diversamente da quel-li della società Rai, un incremento di 3,9 milioni (+0,2 per cento) rispetto al 2014, essendo passati da 2.489,2 milioni a 2.493,1 milioni, in relazione al peso crescente di Rai Com. In flessione, invece, i ri-cavi derivanti dalla pubblicità: -14,6 milioni rispetto al 2014 (-2.2 per cento).

I costi operativi, pari complessivamente a 1.965,6 milioni, sono diminuiti, rispetto all’esercizio 2014, del 5,2 per cento; a sua volta, il costo del personale, ammontato a 976,5 milioni, si è ridotto, rispetto al 2014, del 2,5 per cento.

In diminuzione, infine, il patrimonio netto, at-testatosi a 492,8 milioni (-1,4 per cento rispetto al 2014).

A sua volta, la società Rai ha chiuso il bilancio 2015 con una perdita di 45,9 milioni, in migliora-mento rispetto al 2014 (-203,4 milioni).

I ricavi totali hanno subito una leggera flessio-ne (-0,6 per cento), passando da 2.349,7 milioni nel 2014 a 2.335,3 nel 2015.

Le entrate derivanti dal pagamento del canone radiotelevisivo (1.637,5 milioni) hanno registrato un aumento del 3 per cento (+49,4 milioni).

I proventi pubblicitari sono stati pari a 585,5 mi-lioni, con una diminuzione di 10,7 milioni (-1,8 per cento) rispetto all’esercizio precedente.

I costi complessivi della società sono ammontati a 2.251,7 milioni, con un decremento, rispetto all’e-sercizio 2014, di 77,3 milioni (-3,3 per cento), dovu-to soprattutto alla assenza di costi relativi ai grandi eventi sportivi tenutisi nel 2014.

Il costo del personale è stato di 888,3 milioni, in diminuzione rispetto al 2014 (-2,8 per cento).

Il patrimonio netto della società è ammontato a 811,8 milioni, in diminuzione rispetto all’esercizio 2014 (828,3 milioni).

Il volume dei debiti finanziari verso banche si è ridotto a 51 milioni, mentre nel 2014 aveva raggiun-to i 356 milioni. Si tratta, peraltro, di un migliora-mento solo apparente, essendo stato determinato da un’emissione obbligazionaria, nel maggio 2015, per 350 milioni, che ha permesso il rimborso anticipato di un finanziamento di 295 milioni.

La relazione ribadisce, infine, la necessità che l’azienda attivi ogni misura organizzativa, di pro-cesso e gestionale idonea ad eliminare residue inef-ficienze e sprechi, proseguendo, laddove possibile e conveniente, nel percorso di internalizzazione delle attività. (1)(1)

(1) I. - Il testo integrale della relazione si legge in Rivista web Corte conti, fasc. n. 18/Settembre 2017, <www.rivista-corteconti.it>.

La relazione concernente l’esercizio finanziario 2014, ap-provata da Corte conti, Sez. contr. enti, 2 agosto 2016, n. 93, si legge (per estratto) in questa Rivista, 2016, fasc. 3-4, 117, con nota di richiami.

II. - Sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (poi divenuto d.p.c.m. 28 aprile 2017, in G.U. 23 maggio 2017, n. 118) concernente l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, con l’annesso schema di convenzione, v. l’audizione della Corte dei conti presso la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi in data 24 marzo 2017, che si legge in Rivista web Corte conti, fasc. n. 16/Aprile 2017, <www.rivistacorteconti.it>.

III. - Sulla riforma della Rai del 2015, v., sotto vari profili, C. Aliberti, La nuova riforma Rai: l. n. 220/2015 e il confronto europeo, in <www.federalismi.it>, n. 2/2016; O. Grandinetti,

Page 37: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

91

N. 3-4/2017

1. Il quadro normativo1.1. I rapporti tra la Rai e lo Stato quale concedente del servizio pubblico radiotelevisivo

La l. 3 maggio 2004, n. 112, recante “Norme di principio in materia di assetto del sistema radiote-levisivo e della Rai-Radiotelevisione italiana s.p.a., nonché delega al governo per l’emanazione del te-sto unico per la radiotelevisione” ha profondamente inciso sull’assetto del Gruppo Rai, prevedendo, fra l’altro, la fusione per incorporazione di Rai s.p.a. nella Rai-holding s.p.a. Nel corso del 2005, in forza della delega di cui sopra, è stato emanato il d.lgs. 31 luglio 2005, n. 177, recante il “T.u. dei servizi di media audiovisivi e radiofonici” (Tusmar). Suc-cessivamente, con la l. 28 dicembre 2015, n. 220, “Riforma della Rai e del servizio pubblico radiotele-visivo”, sono state introdotte rilevanti modifiche, tra l’altro, alla governance della concessionaria, per la cui analisi si rinvia al successivo paragrafo 1.2, dedi-cato alle novità normative e regolamentari di rilievo per la società: ci si limita, di seguito, a richiamare le novità concernenti il contratto di servizio e l’affida-mento della concessione del servizio pubblico radio-fonico, televisivo e multimediale.

L’art. 45 Tusmar elenca le prestazioni che la so-cietà concessionaria del predetto servizio pubblico è tenuta ad erogare, afferenti anche all’attività educati-va e formativa e alla valorizzazione delle culture re-gionali e locali. Sotto altro profilo, il t.u. prevede che le risorse pubbliche debbano coprire i costi sostenuti per lo svolgimento del servizio pubblico.

Le modalità di attuazione dei compiti del servi-zio pubblico sono poi demandate a un contratto di servizio nazionale (e a contratti di servizio regiona-li) che la Rai stipula con il Ministero dello sviluppo economico ogni cinque anni e che, sulla base della normativa comunitaria e nazionale, fissa le singole attività che la concessionaria è tenuta svolgere.

La stipula del nuovo contratto di servizio dovrà avvenire previa delibera del Consiglio dei ministri recante gli indirizzi per l’emanazione delle linee guida (assunte d’intesa tra l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e il Mise) sul contenuto degli ulteriori obblighi del servizio pubblico generale ra-diotelevisivo (così il c. 4-bis dell’art. 45 Tusmar).

In sede di prima applicazione, inoltre, lo schema del nuovo contratto dovrà essere trasmesso dal dica-

La governance della Rai e la riforma del 2015, in Riv. trim. dir. pubbl., 2016, 833; D. Stevanato et al., Il “nuovo” canone Rai: un altro caso di tassazione esternalizzata su terzi, in Dialoghi trib., 2015, 327.

stero alla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, per il prescritto parere, entro sei mesi dall’affidamento della concessione; a regime, almeno sei mesi prima della scadenza del contratto vigente.

Per completezza informativa si sottolinea che – ai sensi e per gli effetti dell’art. 36 del contratto nazio-nale di servizio per il periodo 1 gennaio 2010-31 di-cembre 2012, stipulato con il Mise e pubblicato in G.U. 27 gennaio 2011 – il contratto stesso è tuttora vigente.

L’art. 49, c. 1, Tusmar ha affidato in concessione il servizio pubblico generale radiotelevisivo alla Rai sino alla data del 6 maggio 2016, termine proroga-to alla data del 31 ottobre dello stesso anno dall’art. 216, c. 24, d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50.

Successivamente, la l. 26 ottobre 2016, n. 198, recante “Istituzione del fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al gover-no per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria e dell’emittenza radiofonica e televisiva locale, della disciplina di pro-fili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell’or-dine dei giornalisti. Procedura per l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, tele-visivo e multimediale” ha, tra l’altro, sancito, all’art. 9 (Procedura per l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multime-diale), la modifica dell’art. 49 Tusmar, prevedendo una nuova procedura per il rinnovo della conces-sione (di durata decennale) e introducendo altresì il nuovo c. 1-sexies, a mente del quale “Sino alla data di entrata in vigore del decreto che dispone il nuovo affidamento del servizio pubblico radiofonico, tele-visivo e multimediale, e comunque per un periodo non superiore a novanta giorni dalla data di scadenza del rapporto concessorio, continuano a trovare appli-cazione, ad ogni effetto, la concessione e la relativa convenzione già in atto”. Da ultimo, l’art. 6, c. 3, d.l. 30 dicembre 2016, n. 244, recante “Proroga e defini-zione di termini” (mille proroghe), ha ulteriormente prorogato detto termine, nelle more dell’affidamento del servizio pubblico radiofonico, televisivo e mul-timediale, e comunque per un periodo non superio-re a centottanta giorni dal 31 ottobre 2016. In vista dell’affidamento della predetta concessione, il Mise ha avviato la consultazione pubblica “CambieRai” sugli obblighi del servizio pubblico radiofonico, te-levisivo e multimediale. Tale consultazione è termi-nata il 30 giugno del 2016 ed è stata presentata alla Camera dei deputati in data 27 luglio 2016.

Page 38: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

92

N. 3-4/2017

Presso la Commissione parlamentare per l’indi-rizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevi-sivi si è tenuta in data 24 marzo 2017 l’audizione della Corte dei conti sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, con l’annesso schema di convenzione (1)

(1).Con d.p.c.m. 28 aprile 2017 il servizio pubblico

radiofonico, televisivo e multimediale è stato affida-to alla Rai con apposita concessione di durata decen-nale a decorrere dal 30 aprile 2017.

Preme sottolineare che, nell’attuale assetto, lo Stato spiega contemporaneamente vari tipi di in-tervento pubblico: uno connesso alla posizione di concedente del servizio pubblico (chiamato a disci-plinare l’attività della concessionaria), uno derivante dalla partecipazione pubblica al capitale della so-cietà, quale proprietario di maggioranza dell’impresa (che gli consente di esercitare tutti i diritti previsti dal codice civile) e, infine, ancora un altro quale ti-tolare e “responsabile” di fronte all’Unione europea di molteplici poteri di regolamentazione del merca-to da assolvere con imparzialità nel rispetto della normativa nazionale e di quella europea. Si tratta di una pluralità di ruoli di difficile armonizzazione, in quanto, per un verso, lo Stato deve provvedere alla cura degli interessi collettivi e pubblici, tra i quali la garanzia di un servizio pubblico adeguato, il ri-spetto dei vincoli di bilancio, la politica di limita-zione della spesa; sotto altro profilo, è suo interesse, quale azionista dominante, che le società detenute nel gruppo siano in grado di sostenere i costi pro-duttivi, ottenendo tempestivamente le contribuzioni e i finanziamenti, ivi compresi quelli di derivazione pubblica loro spettanti – alla stregua degli impegni normativi o contrattuali – anche per evitare il ricorso all’indebitamento. Viene ad emersione, quindi, una stretta correlazione tra l’attività della società (e delle controllate) e quella pubblica, di guisa che, ai fini del necessario miglioramento dei risultati della gestione, risulta essenziale, oltre ad una azione efficiente, eco-nomica ed efficace, anche il rispetto degli impegni finanziari e programmatici da parte dello Stato.

In conclusione, ferma restando la riferibilità al management della Rai dei risultati della gestione del gruppo, risulta innegabile l’interdipendenza con l’e-sercizio delle attribuzioni statali nello specifico set-tore di intervento. (Omissis)

(1) Per le osservazioni della Corte dei conti, v. il resocon-to stenografico della seduta della Commissione n. 115 del 24 marzo 2017.

1.2. Le novità normative e regolamentari (Omissis)Inclusione della Rai nell’elenco Istat

Nella G.U. del 30 settembre 2016 è stato pub-blicato l’elenco delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato, indivi-duate ai sensi dell’art. 1, c. 3, l. 31 dicembre 2009, n. 196 (legge di contabilità e di finanza pubblica) e successive modificazioni e integrazioni che, com’è noto, concorrono al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e ne condividono le conseguenti re-sponsabilità, essendo soggette all’applicazione delle disposizioni in materia di finanza pubblica.

La Rai è stata inclusa nella sezione “Amministra-zioni centrali – enti produttori di servizi assistenziali, ricreativi e culturali”.

A tale riguardo la società ha costituito una apposita task force per la valutazione degli impatti derivanti dal citato inserimento nonché per l’identificazione delle iniziative da adottare; in data 25 ottobre 2016 ha for-mulato istanza di accesso agli atti onde conoscere gli specifici presupposti che hanno consentito l’inclusio-ne nell’elenco, cui l’Istat ha fornito risposta in data 24 novembre 2016. Con nota del 15 dicembre 2015 il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell’economia e delle finanze ha comu-nicato alla Rai la condivisione del criterio adottato dall’organo gestorio della società nella seduta del 19 ottobre 2016 e relativo all’individuazione della tempi-stica di riferimento (a partire dall’1 gennaio 2017) per l’applicazione del complesso delle disposizioni nor-mative previste dalla legislazione vigente a carico dei soggetti inclusi nell’elenco redatto dall’Istat.

Successivamente, l’art. 6, c. 4, d.l. 30 dicembre 2016, n. 244, recante “Proroga e definizione di termi-ni” (mille proroghe) ha differito all’1 gennaio 2018 la produzione degli effetti nei confronti della Rai delle norme finalizzate al contenimento di spesa in materia di gestione, organizzazione, contabilità, finanza, inve-stimenti e disinvestimenti, previste dalla legislazione vigente a carico dei soggetti inclusi nell’elenco redatto dall’Istat (da ultimo compendiate nel quadro sinottico aggiornato al mese di settembre 2016 e allegato alla circolare della Ragioneria generale dello Stato n. 26 del 7 dicembre 2016), precisando che restano ferme le prescrizioni di cui all’art. 49, cc.1-ter, e 1-quater, Tusmar, in materia di limiti massimi retributivi.L. 14 novembre 2016, n. 220 – Disciplina del cinema e dell’audiovisivo

Il provvedimento – il cui termine di raffronto è co-stituito, principalmente, dal d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 28 (Riforma della disciplina in materia di attività cine-

Page 39: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

93

N. 3-4/2017

matografiche, a norma dell’art. 10 l. 6 luglio 2002, n. 137), abrogato a decorrere dall’1 gennaio 2017 – nel definire i principi fondamentali dell’intervento pubbli-co a sostegno del cinema e dell’attività audiovisiva, è volto a riformare e razionalizzare, anche attraverso deleghe al governo, la normativa in diverse materie, tra cui quella della promozione delle opere europee da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi. L’art. 5 della legge delinea i requisiti di attribuzione della nazionalità italiana alle opere cinematografiche e audiovisive, parametro fondamentale cui è ancorata la possibilità di ottenere i contributi previsti, in partico-lare, dal capo III (artt. 12-27) della legge, dedicato alle diverse misure di finanziamento e fiscalità a sostegno del settore (tra cui crediti d’imposta e contributi au-tomatici e selettivi). L’art. 13 ha istituito, a decorrere dall’anno 2017, il Fondo per lo sviluppo degli investi-menti nel cinema e nell’audiovisivo, alimentato attra-verso una percentuale delle entrate derivanti dal versa-mento, nell’anno precedente, delle imposte Ires e Iva da parte dei soggetti che operano nei settori rilevanti.

4. Il Gruppo Rai4.1. L’assetto organizzativo del Gruppo Rai

La Rai ha costituito varie società per la cura di specifiche attività, esternalizzando alcune importanti funzioni. La relativa costituzione è avvenuta, preva-lentemente, con la partecipazione totalitaria della ca-pogruppo, nella prospettiva di trasferire quote signi-ficative a terzi, secondo un disegno originario degli anni Novanta, ancora non realizzato (1)

(22).Alla data del 31 dicembre 2015 le società con-

trollate, direttamente o indirettamente, dalla conces-sionaria, rientranti nell’area di consolidamento, sono 5: Rai Cinema, Rai Com, Rai Way, Rai Pubblicità e Rai Corporation (in liquidazione) (2)

(23).

(22) In data 1 marzo 2011 è stata perfezionata la fusione per incorporazione di Rai Trade s.p.a. in Rai, deliberata alla fine del 2010; la decorrenza degli effetti economici, contabili e fiscali è stata fissata all’1 gennaio 2011. Inoltre, sempre nel corso del 2011, e nell’ambito del progetto di revisione del presidio dell’offerta internazionale, il consiglio di amministrazione ha deliberato la sop-pressione della società Rai Corporation (e anche Rai Corporation Canada) avviando le conseguenti procedure di liquidazione, ancora in atto nel corso del 2013. La ragione sociale della Società NewCo Rai international, infine, è stata variata in Rai World.

(23) L’oggetto e la missione svolta all’interno del gruppo dalle società può così essere descritta:

Rai Cinema: la società, costituita l’1 dicembre 1999, ha per scopo l’acquisizione, in Italia e all’estero, di diritti di uti-lizzazione economica su opere audiovisive, cinematografiche, televisive e multimediali prioritariamente in funzione delle esi-genze produttive ed editoriali della Rai e delle società a essa

La partecipazione della Rai al capitale socia-le delle imprese controllate è pari al 100 per cento, tranne per la Rai Way, società di cui detiene il 65,07 per cento del capitale sociale.

Le imprese collegate sono 5; la partecipazione della Rai si estende dal 20 per cento circa al 50 per cento del capitale sociale (3)

(24).

collegate; la fornitura alla Rai e alle società collegate dei diritti di cui sopra e l’organizzazione, amministrazione e gestione dei diritti in funzione delle esigenze informative, di ricerca e di trasmissione della Rai; la distribuzione, commercializzazione e cessione dei diritti, in Italia e all’estero; la produzione di opere audiovisive destinate ai mercati della cinematografia, della tele-visione e della video comunicazione in genere; la realizzazione, l’organizzazione e la gestione di circuiti di distribuzione, sale cinematografiche e multisale;

Rai Com: la società, costituita il 20 giugno 2014, ha per oggetto la diffusione e commercializzazione dei canali radiote-levisivi nel mondo. Valorizza i diritti di utilizzazione su opere audiovisive, librarie e multimediali; la realizzazione di prodotti audiovisivi destinati alla commercializzazione; l’acquisizione fi-nalizzata alla commercializzazione di diritti su opere audiovisive; l’edizione e la produzione di opere musicali, teatrali, librarie e riviste; la gestione negoziale di convenzioni con enti e istituzioni.

Rai Way: la società, costituita il 29 luglio 1999, ha per sco-po, la progettazione, lo sviluppo e la manutenzione del software e di reti di telecomunicazioni, nonché l’installazione, la realiz-zazione e la gestione delle reti stesse; la predisposizione e la gestione di una rete commerciale, distributiva e di assistenza, il tutto finalizzato alla trasmissione, distribuzione e diffusione, nel territorio della Repubblica italiana, di San Marino e dello Stato della Città del Vaticano, di segnali e programmi sonori e visivi della Rai e di società da essa controllate e di servizi di telecomunicazione di qualunque genere; la fornitura di Rai infrastrutture wireless e relativi servizi a operatori wireless, inclusa la locazione di siti-antenne e servizi di co-locazione, servizi built to suit, programmazione di rete e design, ricerca e acquisizione siti, design e costruzione siti, ottimizzazione della rete, manutenzione delle infrastrutture, gestione e manutenzione della rete e relativi servizi di trasmissione a microonde o fibre.

Rai Pubblicità: la società, costituita il 9 aprile 1926, ha per oggetto:

a) la raccolta, sui mercati nazionale e internazionale, di pubblicità, di sponsorizzazioni, di comunicazioni commerciali e sociali e di tutte le altre forme ed espressioni della pubblicità, destinate ai programmi radiofonici e televisivi, qualunque sia il mezzo utilizzato nel presente e nel futuro per la loro diffusione (via etere, per mezzo di satelliti, via cavo, via filo, in chiaro e/o criptati, ecc.);

b) la raccolta di pubblicità nelle forme indicate al punto precedente, destinata a qualsiasi altro mezzo di comunicazione, presente e futuro, quali la carta stampata, audio e video cassette, affissioni, cinema, tabelloni, internet.

(24) Le società collegate sono le seguenti: Audiradio s.r.l. in liquidazione, Auditel s.r.l., Euronews s.a., San Marino Rtv s.p.a., Tivù s.r.l.

Page 40: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

94

N. 3-4/2017

A seguito della internalizzazione di talune attivi-tà, sono state individuate in seno a Rai s.p.a. nuove

strutture destinate a realizzare la produzione prece-dentemente affidata alle società incorporate.

Tabella 9 – Le partecipazioni della Rai s.p.a. – Valori al 31 dicembre 2015

Sede legaleAzioni/Quote

possedute

Valore Nominale (in euro)

Valori in migliaia di euro

Capitale Sociale

Patrimonio netto

Utile (perdita)

Quota percentuale di partecipazione

Valore di

carico

Imprese controllate

Rai Cinema s.p.a. Roma 38.759.690 5,16 200.000 284.030 46.639 100% 267.848Rai Com s.p.a. Roma 2.000.000 5,16 10.320 112.909 7.150 100% 107.156Rai Corporation in liquidazione

New York (Usa)

50.000 10,00 500.000 3.799 35 100% 2.891

Rai Pubblicità s.p.a.

Torino 100.000 100,00 10.000 37.890 8.037 100% 31.082

Rai Way s.p.a. Roma 177.000.000 - 70.176 159.262 38.942 65,07% 507.059916.036

Imprese collegate

Audiradio s.r.l. in liquidazione

Milano 69.660 1,00 258 (196) 27%

Auditel s.r.l. Milano 99.000 1,00 300 2.028 33% 669Euronews Ecully (F) 55.271 15,00 8.581 39.728 (7.747) 9,66% 3.838San Marino Rtv s.p.a.

S. Marino(RSM)

500 516,46 516 4.198 5 50% 2.099

Tivù s.r.l. Roma 1 482.500,00 1.002 6.564 1.801 48,1% 3.1619.767

Fonte: Rai

4.2. I Rapporti tra la Rai e le società del gruppoPer la parte di attività imprenditoriale, la conces-

sionaria svolge i propri compiti istituzionali sulla base di un modello organizzativo caratterizzato dal decen-tramento di alcune attività presso società controllate. Nell’ambito dei poteri di intervento consentiti dalle vi-genti disposizioni (art. 2497 c.c.), la Rai, dopo l’entrata in vigore delle modifiche legislative in materia societa-ria, ha assunto specifiche iniziative nei confronti delle società del gruppo con riguardo agli atti, alla corrispon-denza aziendale e all’acquisizione degli ordini del gior-no dei consigli di amministrazione delle società stesse, esercitando attività di indirizzo e coordinamento. I rap-porti con le società, controllate e collegate, sono basati sulle contrattazioni negoziate con riferimento ai valori correnti di mercato. Alcuni servizi, comuni a più società (gestione del personale, degli immobili, dei magazzini, dei sistemi informativi e tenuta della contabilità) sono, per talune di esse, svolti a livello centralizzato da parte della capogruppo. Sotto il profilo finanziario quest’ul-tima gestisce i fabbisogni e le disponibilità finanziarie

del gruppo in modo centralizzato (1)

(25). L’intero processo di formazione del budget delle società del gruppo – e più in generale del complessivo ciclo di pianificazio-ne – segue le stesse linee guida previste per le strutture interne della Rai (2)

(26). Di seguito si riportano gli elementi di sintesi della gestione nell’anno di riferimento delle società controllate nonché i saldi patrimoniali della concessionaria con le società controllate e collegate.

(25) È operativo il sistema di cashpooling sotto la respon-sabilità della “Struttura finanza” della capogruppo, che ha accentrato anche le operazioni in valuta per la copertura dei rischi di tasso di interesse e di cambio, curando, inoltre, il coordinamento di tutti gli ulteriori adempimenti connessi alla conduzione finanziaria.

(26) A tal fine, nell’ultimo trimestre dell’anno, viene formalizzata da parte della Rai alle singole società control-late, la richiesta di elaborazione del budget relativo all’an-no successivo. Il procedimento prosegue con la verifica della compatibilità economica e finanziaria delle richieste di budget avanzate dalle società con gli obiettivi di grup-po, per concludersi, poi, con la formale acquisizione dei documenti previsionali da parte della stessa capogruppo.

Page 41: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

95

N. 3-4/2017

Tabella 10 – Elementi di sintesi delle società controllate 2014-2015

Rai Way Rai Com Rai Cinema Rai Pubblicità

2015 2014 2015 2014 2015 2014 2015 2014

Ricavi 212,8 171,2 51,5 26,4 348,0 351,6 665,9 679,4

Risultatooperativo

61,9 37,0 11,8 3,5 72,5 70,5 10,9 11,6

Risultato dell’esercizio

38,9 24,6 7,2 6,3 46,6 46,6 8,0 7,5

Risultato complessivo dell’esercizio

39,0 23,2 7,2 6,1 46,8 49,7 8,3 7,1

Patrimonio netto 159,3 153,8 112,9 112,2 284,0 281,5 37,9 37,5

Posizionefinanziaria netta

(41,6) (65,5) 90,0 48,3 (95,0) (75,7) 28,9 6,5

Investimenti 30,1 14,5 - - 254,0 245,9 1,5 1,8

in unità

Organico al 31 dicembre

623 623 110 88 134 114 347 350

Fonte: Rai

(Omissis)

10. Contabilità separata10.1. La disciplina legislativa

Ai sensi dell’art. 47 Tur (art. 18 l. n. 112/2004), il trasferimento pubblico derivante dal canone radio-televisivo, percepito dalla società concessionaria, è utilizzabile esclusivamente ai fini dell’adempimen-to dei compiti di servizio pubblico generale che le sono affidati. A tal fine, in attuazione dei principi enunciati dal Protocollo sul sistema di radiodiffusio-ne pubblica negli Stati membri della Ue, è previsto che la concessionaria predisponga il bilancio di eser-cizio, indicando in una contabilità separata i ricavi derivanti dal gettito del canone e gli oneri sostenuti nell’anno solare precedente per la fornitura del ser-vizio pubblico, sulla base dello schema approvato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (1)

(53).

(53) Il controllo della contabilità viene esercitato da una società di revisione scelta dalla citata Autorità, tra quelle iscritte nell’apposito albo tenuto presso la Consob, diversa da quella incaricata della revisione del bilancio di esercizio della Rai. L’affidamento è, poi, formalizzato dalla concessionaria. Il con-siglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – con delibera assunta nella seduta del 12 ottobre 2011 (n. 544) – ha approvato, su conforme proposta della Rai, formulata all’esito della procedura ad evidenza pubblica effettuata in ottemperanza alle indicazioni della stessa Autorità, di aggiudicare l’incarico per il controllo della contabilità separata degli esercizi finan-

Oltre che dall’entrata proveniente dal canone di ab-bonamento, i costi del servizio pubblico sono coperti anche dai ricavi pubblicitari derivanti dalla gestione dello stesso servizio, come si desume dall’art. 10, c. 3, del contratto di servizio.

La competenza in ordine al procedimento per la verifica dell’effettivo adempimento, da parte della società concessionaria, dei compiti di servizio pub-blico ad essa affidati e all’irrogazione delle eventuali sanzioni è attribuita all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (art. 48 Tur).

La separazione contabile impone che la gestio-ne della Rai venga suddivisa figurativamente in due distinte sezioni: la prima costituita dai costi e dai ricavi imputabili alla gestione del servizio pubblico (aggregato A), la seconda costituita dai costi e dai ricavi attinenti alla gestione per il mercato (aggrega-to B). Il sistema contabile dovrebbe, pertanto, essere impostato in modo tale da garantire l’effettivo iso-lamento della maggior parte dei dati rappresentativi della gestione fin dall’inizio dell’esercizio, al fine di ridurre il più possibile il ricorso a procedure basate sull’applicazione di parametri, ancorché consentite dallo schema di contabilità approvato dall’Agcom.

ziari del novennio 2010-2018 della Rai s.p.a. ad una società successivamente nominata dall’assemblea degli azionisti della Rai con delibera del 17 novembre 2011.

Page 42: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

96

N. 3-4/2017

10.2. La forma e il contenuto dello schema della con-tabilità separata

Lo schema in cui vanno riportati i dati della con-tabilità separata è predisposto dalla Rai e approvato dall’Autorità per la garanzia delle comunicazioni. I criteri seguiti per la determinazione degli aggregati iscritti nel documento debbono essere “applicati in modo coerente e obiettivamente giustificati e defi-nendo con chiarezza i principi di contabilità anali-tica secondo cui vengono tenuti i conti separati”. A tal fine, l’Autorità ha introdotto una distinzione tra la programmazione di servizio pubblico prede-terminata dalla legge e dai contratti di servizio e quella di carattere commerciale che – essendo ri-messa alla discrezionalità imprenditoriale della concessionaria – deve essere svolta rispettando, co-munque, i vincoli stabiliti dalle disposizioni legisla-tive, contrattuali e dagli atti di indirizzo della com-petente commissione parlamentare. La distinzione comporta che l’attività della Rai venga suddivisa, come accennato, figurativamente in due “gestioni” separate rispondenti a logiche operative diverse: la prima riferita allo svolgimento del servizio pubbli-co, aggregato A; la seconda a criteri esclusivamen-te di mercato, aggregato B. Nel primo aggregato, secondo le indicazioni dell’Agcom, sono comprese le direzioni-strutture che svolgono attività di servi-zio pubblico, mentre nell’aggregato B sono iscritte quelle di carattere commerciale. A tale regola, di carattere generale, fanno eccezione quelle strutture di carattere editoriale, la cui attività rientra in en-trambi gli aggregati.

La programmazione televisiva (sostanzialmente di utilità immediata) gestita dalle Reti può, infatti, al-ternativamente essere annoverata all’interno dell’ag-

gregato A o dell’aggregato B, in funzione della tipo-logia e dei contenuti del programma.

È stato previsto un terzo aggregato, denominato C, che comprende le direzioni-strutture di servizio, i cui costi – con un sistema di transfer charge – ven-gono distribuiti ai primi due aggregati. Occorre ag-giungere che le risultanze dello schema della conta-bilità separata devono essere armonizzate, a livello di risultato operativo, con l’esito netto del bilancio civilistico della società concessionaria. In partico-lare, l’utile, o la perdita, dell’esercizio deve essere raccordato con il risultato della contabilità separata, sommando algebricamente a tale ultimo valore le partite finanziarie, straordinarie e fiscali, non anno-verate nella contabilità stessa.

Alla concessionaria del servizio pubblico, secon-do la giurisprudenza comunitaria, oltre alla copertura dei costi specifici, deve essere garantito un margine di utile adeguato alla remunerazione del capitale in-vestito (art. 1, c. 4, della citata delibera dell’Autori-tà), inserendo nella contabilità separata l’importo dei relativi costi figurativi. La contabilità in rassegna, come precisato, riguarda unicamente l’attività della società concessionaria nell’ambito del servizio pub-blico radiotelevisivo, ma deve, comunque, prendere in considerazione i rapporti intercorrenti con le so-cietà partecipate, per come sono recepiti nel bilancio civilistico.

Di seguito vengono esposti gli aggregati A e B della contabilità separata per l’esercizio 2015 e un raffronto con l’esito degli anni precedenti, ove sono illustrati i valori che concorrono alla formazione dei risultati richiesti dalla legge (art. 47, c. 1, Tur) e dalla deliberazione n. 102/2005 dell’Agcom (art. 1, c. 4).

Page 43: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

97

N. 3-4/2017

Tabella 36 – Schema contabilità separata anni 2013-2015(in milioni)

esercizio 2013 esercizio 2014 esercizio 2015

Aggr. A Aggr. B Aggr. A Aggr. B Aggr. A Aggr. B

Canone di abbonamento 1.755,6 1.590,6 1637,5

Pubblicità (1) 434,7 401,4 380,6

Altri ricavi 82,9 74,8 83,1 47,1 82,3 12,9

Costi diretti+costo del capitale+Costi transfer charge intercompany

-1.421,0 -433,6 -1.418,9 -394,7 1.321,8 344,3

Costi transfer charge interni -580,2 -163,1 -615,3 -142,2 638,3 167,9

Primo margine di cui all’art. 47, c. 1, Tur -162,7 -87,2 -360,5 -88,5 -240,2 -118,8

Pubblicità residua (1) 162,7 193,6 199,9

Margine finale (art. 1, c. 4, delibera n. 102/05) 0 -87,2 -166,9 -88,5 -40,3 -118,8

(1) Distribuzione della pubblicità

Pubblicità totale iscritta in bilancio 597,6 597,6 585,5

Pubblicità attribuita al servizio pubblico 339,4 -339,6 347 -349,7 325,0 -330,0

Vincolo di affollamento pubblicitario -176,7 176,7 -153,4 153,4 -125,0 125

Pubblicità attribuita agli aggregati A e B 162,7 434,7 193,6 401,4 199,9 380,6

Dal 2005, anno in cui venne istituita, le sue ri-sultanze sono state sempre di segno negativo, tranne che per il 2013, come precisato nelle precedenti re-lazioni.

Lo schema di contabilità separata al bilancio ci-vilistico della Rai pone in evidenza la seguente situa-zione al 31 dicembre 2015:

1. Aggregato A: le risorse da canone integralmen-te imputate al servizio pubblico specifico non sono sufficienti a pareggiare i costi sostenuti dalla conces-sionaria per l’assolvimento dei compiti di servizio pubblico. Emerge un disavanzo di 240,2 milioni di euro, quale differenza tra ricavi complessivi, pari a 1.719,8 milioni di euro e costi diretti e indiretti (tran-sfer charge), ammontanti a 1.960,1 milioni di euro.

Non si è pertanto in presenza di compensazioni eccessive del servizio pubblico, non compatibili con il mercato comune.

Il suddetto deficit è ridotto mediante l’attribu-zione al servizio pubblico dei ricavi commerciali da pubblicità che residuano dopo aver imputato all’ag-gregato “commerciale” le risorse tratte dal merca-to corrispondenti a quelle che avrebbe raccolto un operatore privato. L’importo è stato determinato alla stregua delle previsioni dello schema di conta-bilità separata approvato dalla delibera n. 541/2006 dell’Autorità per la garanzia delle comunicazioni, secondo cui “se la differenza tra le risorse da canone

e i costi diretti, del capitale e di transfer charges fos-se negativa, il surplus tra l’ammontare delle risorse pubblicitarie risultanti dal bilancio civilistico della Rai e la pubblicità spettante all’aggregato B andreb-be accreditato all’aggregato di servizio pubblico, al fine di contenere il deficit da coprire con il canone di abbonamento. L’apporto della pubblicità residuale non può comunque essere tale da far diventare positi-vo il saldo finale dell’aggregato A”. Sulla base di tali principi, la pubblicità riconosciuta all’aggregato di servizio pubblico ammonta a 199,9 milioni di euro.

La pubblicità da iscrivere nell’aggregato B, e quindi la determinazione del vincolo di affollamen-to, è stata definita esclusivamente per i canali genera-listi. Tale metodologia risulta prudenziale, in quanto non viene apprezzata la maggiore pubblicità di cui dovrebbe beneficiare l’aggregato “commerciale” per i canali semigeneralisti e specializzati.

Il saldo finale ammonta, quindi, a un deficit pari a 40,3 milioni di euro.

2. Aggregato B: le risorse pubblicitarie assegnateall’aggregato corrispondono a quelle di cui dispor-rebbe un operatore privato nazionale, tenendo conto di quanto precisato al punto precedente. Il margine economico risulta negativo per 118,8 milioni di euro.

Di seguito si riporta, in milioni di euro, il conto economico relativo all’esercizio 2015 degli aggrega-ti A e B.

Page 44: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

98

N. 3-4/2017

Tabella 37 – Contabilità separata (Omissis)Le risultanze dell’aggregato di servizio pubblico

migliorano sensibilmente rispetto al 2014, posto che l’esercizio non è gravato dalla presenza del costo dei grandi eventi sportivi.

Incide anche la diversa disciplina, rispetto a quella vigente nel 2014, relativa alla riduzione della quota a favore della concessionaria dei proventi de-rivanti dall’entrata da canone, pari a 144,2 milioni di euro nel 2014, che si è attestata in euro 81,6 milioni di euro nel 2015.10.3. Raccordo tra contabilità separata e bilancio di esercizio

Tabella 38 – Raccordo tra risultato operativo e risultato netto (Omissis)

Le voci di raccordo tra margine della contabili-tà separata 2015 (-162,6 mln) e risultato operativo del bilancio di esercizio (-170,6 mln) sono costituite prevalentemente dai transfer charge di gruppo, dal costo medio del capitale di Rai s.p.a. e dalle partite finanziarie.10.4. La contabilità separata come strumento per la trasparenza e la responsabilità nell’utilizzo del finan-ziamento pubblico

Il bilancio di esercizio 2015, come pure quelli riferiti agli anni precedenti, non annovera la conta-bilità separata dell’esercizio di competenza, stante la diversa tempistica stabilita in materia dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (1)

(54). Nulla viene disposto in ordine alle modalità da seguire per ren-dere pubblico il documento contabile. La contabilità stessa è trasmessa alla menzionata Autorità e al mi-nistero vigilante affinché quest’ultimo possa tenerne conto in sede di determinazione della misura del ca-none di abbonamento.

La Corte ribadisce, come esplicitato nelle prece-denti relazioni, la necessità di includere nel bilancio di esercizio la contabilità separata afferente al mede-simo anno. Ciò consentirebbe un’informazione tem-pestiva, ampia e più completa sull’andamento della gestione della società concessionaria del servizio pubblico, offrendo, fra l’altro, la possibilità di con-frontare i dati della richiamata contabilità con quelli del bilancio d’esercizio cui si riferisce.

(54) Ai sensi dell’art. 3, cc. 3 e 4, delibera n. 102 del 10 febbraio 2005, infatti, la contabilità separata va compilata da parte della Rai entro 60 giorni dall’approvazione del bilancio d’esercizio e la società di revisione deve completare i suoi lavori entro i successivi 60 giorni.

Si deve osservare, al riguardo, che, in linea gene-rale, il sistema contabile applicato per la rilevazio-ne dei fatti gestionali non soddisfa l’esigenza della trasparenza, ma ne costituisce il necessario presup-posto. La trasparenza sul reperimento e sull’impie-go delle risorse finanziarie trova efficace espansio-ne mediante la pubblicità dei conti, che, nel caso di specie, dovrebbe avvenire con l’inserimento della contabilità separata nel bilancio d’esercizio, o tra-mite l’accesso ai conti stessi, al fine di consentire all’esterno la verifica dei criteri di rilevazione e di aggregazione effettivamente seguiti per la determi-nazione del loro valore e per una loro valutazione. Va rilevato, comunque, che il contratto di servizio rife-rito al triennio 2010-2012, tuttora vigente, contiene specifica clausola che estende la conoscibilità delle risultanze della contabilità separata nella prospettiva di una concreta ed effettiva trasparenza.

In ottemperanza a tale disposizione, a partire dal bilancio 2011, i conti annuali separati, non appena approvati dal consiglio di amministrazione della Rai e dalla società di revisione, vengono pubblicati sul sito web della società. (Omissis)

14. La gestione economica, patrimoniale e finanziaria14.1. Note di sintesi

A partire dall’esercizio chiuso il 31 dicembre 2015, la società e il gruppo, in relazione a quanto previsto dal d.lgs. 28 febbraio 2005, n. 38, applicano per la redazione del proprio bilancio gli internatio-nal financial reporting standards (Ifrs) o “principi contabili internazionali”, emanati dall’International accounting standards board (Iasb) e adottati dalla Commissione europea secondo la procedura di cui all’art. 6 del regolamento (Ce) n. 1606/2002 del Par-lamento europeo e del Consiglio del 19 luglio 2002.

Trattandosi del primo bilancio redatto in confor-mità agli Ifrs, è stato necessario effettuare un pro-cesso di conversione dai principi contabili italiani ai nuovi, secondo quanto disciplinato dall’Ifrs 1, “Pri-ma adozione degli international financial reporting standards”; a tale fine è stata identificata come data di transizione agli Ifrs l’1 gennaio 2014, detta “data di transizione”. Sia la società che il gruppo hanno applicato gli Ifrs in modo retrospettivo a tutti i perio-di chiusi antecedentemente all’1 gennaio 2014, con eccezione per le esenzioni obbligatorie e per talune esenzioni facoltative adottate nel rispetto degli Ifrs. Per la redazione dei bilanci, separato e consolidato, sono stati usati precisi principi contabili.

La situazione patrimoniale e finanziaria all’1 gennaio 2014, sia per la società che per il gruppo,

Page 45: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

99

N. 3-4/2017

riflette le seguenti differenze di trattamento rispetto al bilancio d’esercizio della società al 31 dicembre 2013, predisposto in conformità ai principi contabili italiani:

- sono state rilevate e valutate tutte le attività e le passività la cui iscrizione è richiesta dagli Ifrs, in-cluse quelle non previste in applicazione dei principi contabili italiani;

- tutte le attività e le passività la cui iscrizione è richiesta dai principi contabili italiani, ma non è ammessa dagli Ifrs, sono state eliminate;

- alcune voci di bilancio sono state riclassificate secondo quanto previsto dagli Ifrs.

Il bilancio è stato redatto applicando il metodo del costo storico, tenuto conto, ove appropriato, delle rettifiche di valore, con l’eccezione delle voci di bi-lancio che secondo gli Ifrs devono essere rilevate al fair value, come indicato nei criteri di valutazione, e fatti salvi i casi in cui le disposizioni Ifrs consentano un differente criterio di valutazione.

Il bilancio stesso, inoltre, è stato elaborato nel presupposto della continuità aziendale, in quanto non si ritiene sussistano indicatori di carattere fi-nanziario, gestionale o di altro genere che possano segnalare criticità circa la capacità del gruppo di far fronte alle proprie obbligazioni nel prevedibile futu-ro e in particolare nei prossimi 12 mesi.14.2. Il bilancio di Rai s.p.a.

Si fa presente che la società ha applicato gli Ifrs in modo retrospettivo a tutti i periodi chiusi antece-dentemente l’1 gennaio 2014 (la “Data di transizio-ne”), fatta eccezione, come accennato, per le esen-zioni obbligatorie e per talune esenzioni facoltative adottate nel rispetto dell’Ifrs 1, “Prima applicazione degli international financial reporting standards”.

Alla “data di transizione”, l’effetto dell’adegua-mento dei saldi iniziali delle attività e passività ai nuovi criteri è rilevato alla voce “Riserva da prima adozione Ifrs” del patrimonio netto, tenuto conto dei relativi effetti fiscali. (Omissis)14.2.3. Il conto economico

Il bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015, primo bilancio della Rai s.p.a. redatto in con-formità ai principi contabili internazionali Ifrs, pre-senta un risultato netto dell’esercizio in perdita di 46 milioni di euro, in miglioramento rispetto al 2014 (perdita netta di 203,5 mln).

L’esercizio 2014 e stato caratterizzato da even-ti che riducono la confrontabilità con le risultanze dell’attuale esercizio.

Si fa riferimento in particolare alla rilevazione contabile del contratto di servizio 2000-2014 sti-pulato con la controllata Rai Way, in vigore fino al 30 giugno 2014, che, in applicazione del principio contabile Ias 17, include un leasing implicito degli apparati di trasmissione utilizzati dalla controllata e alle operazioni di riassetto societario, quali l’acqui-sizione del ramo d’azienda internet da Rai Net e il conferimento del ramo d’azienda commerciale a Rai Com, aventi efficacia 30 giugno 2014. (Omissis)14.3. Il bilancio consolidato

Anche il bilancio consolidato ha applicato gli Ifrs in modo retrospettivo a tutti i periodi chiusi an-tecedentemente l’1 gennaio 2014 (data di transizio-ne), fatta eccezione per le esenzioni obbligatorie e per talune esenzioni facoltative adottate nel rispetto dell’Ifrs 1, “Prima applicazione degli international financial reporting standards”. La situazione patri-moniale e finanziaria all’1 gennaio 2014 riflette le seguenti differenze di trattamento rispetto al bilancio consolidato del gruppo al 31 dicembre 2013, predi-sposto in conformità ai principi contabili Italiani.

Alla “data di transizione”, l’effetto dell’adegua-mento dei saldi iniziali delle attività e passività ai nuovi criteri è rilevato alla voce “Riserva da prima adozione Ifrs” del patrimonio netto consolidato, te-nuto conto dei relativi effetti fiscali.

Trattandosi del primo bilancio consolidato redat-to dal gruppo in conformità agli Ifrs, è stato necessa-rio effettuare un processo di conversione dai principi contabili italiani in conformità a quanto disciplinato dall’Ifrs 1, “Prima adozione degli international fi-nancial reporting standards”.

Il bilancio consolidato dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015 presenta un risultato netto dell’eserci-zio in perdita di 25,6 milioni di euro, in miglioramento rispetto al 2014 (perdita netta di 175,8 mln). (Omissis)

15. Considerazioni conclusiveA partire dall’esercizio chiuso il 31 dicembre

2015, la Rai e le società del gruppo applicano, ai sensi del d.lgs. 28 febbraio 2005, n. 38, per la reda-zione del proprio bilancio gli international financial reporting standards-Ifrs o “principi contabili inter-nazionali”, emanati dall’International accounting standards board, Iasb e adottati dalla Commissione europea secondo la procedura di cui all’art. 6 del re-golamento (Ce) n. 1606/2002 del Parlamento euro-peo e del Consiglio del 19 luglio 2002.

Trattandosi del primo bilancio redatto con le in-dicate modalità, si è resa necessaria la conversione

Page 46: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

100

N. 3-4/2017

dai principi contabili italiani agli Ifrs secondo quanto disciplinato dall’Ifrs 1, “Prima adozione degli inter-national financial reporting standards”; a tale fine è stata identificata come data di transizione agli Ifrs l’1 gennaio 2014.

Gli esiti economici della Rai e del gruppo hanno registrato nel 2015 un miglioramento rispetto al pre-cedente esercizio.

La capogruppo chiude il bilancio con una perdita di 45,9 milioni di euro, minore rispetto a quella del 2014 (-203,4 mln) (il bilancio per l’esercizio 2014 riporta un utile di 47,8 milioni di euro, in quanto re-datto secondo i principi contabili nazionali).

La struttura patrimoniale della società ha posto in evidenza un capitale proprio pari a 811,7 milioni di euro, in diminuzione rispetto al 2014 (828,4 mln).

Il volume dei debiti finanziari verso banche ha registrato la consistenza di 51 milioni di euro, mentre nel 2014 ammontava a 356 milioni di euro.

Il miglioramento è solo apparente, essendo stato determinato dall’emissione obbligazionaria di 350 milioni di euro avvenuta nel mese di maggio 2015, operazione che ha permesso il rimborso anticipato di un finanziamento di 295 milioni di euro di durata inferiore.

La descritta situazione è da tenere sotto osserva-zione, in quanto l’indice di copertura dei debiti fi-nanziari, determinato dal rapporto tra indebitamento finanziario netto e mezzi propri, continua ad essere al di sotto dell’unità.

I ricavi totali hanno subito una leggera flessione (-0,6 per cento, pari a 14,4 mln), passando da 2.349,7 milioni di euro nel 2014 a 2.335,3 milioni di euro nel 2015.

Le entrate derivanti dal pagamento del canone radiotelevisivo (1.588,1 mln nel 2014 e 1.637,5 mln nel 2015) hanno posto in risalto un aumento percen-tuale del 3 per cento (+49,4 mln).

I ricavi derivanti dalla pubblicità sono stati pari a 585,5 milioni di euro, con una diminuzione di 10,7 milioni di euro (-1,8 per cento rispetto all’esercizio precedente).

Sull’opposto versante la capogruppo ha soppor-tato costi complessivi per 2.251,7 milioni di euro, che presentano, rispetto all’esercizio 2014, un decre-mento di 77,3 milioni di euro (-3,3 per cento) dovu-to soprattutto all’assenza di costi relativi ai grandi eventi sportivi tenuti nel 2014.

Il costo del personale di Rai s.p.a. ammonta a 888,3 milioni di euro, in diminuzione rispetto al 2014 (913,8 mln) di 25,5 milioni di euro (-2,8 per cento).

Per quanto riguarda le risultanze del Gruppo Rai, si registra una perdita di 25,6 milioni di euro, in di-minuzione rispetto a quella del 2014 (-175,8 mln).

Il capitale proprio del gruppo nel 2015 è stato pari a 492,8 milioni di euro (499,8 mln nel 2014), men-tre i debiti finanziari verso banche si sono attestati in 171,1 milioni di euro contro i 436,3 milioni di euro del 2014 (valgono, al riguardo, le osservazioni già estese per la situazione debitoria della capogruppo).

I ricavi totali hanno evidenziato, in opposta ten-denza alle risultanze registrate per la capogruppo, un incremento di 3,9 milioni di euro (+0,2 per cento) nei confronti del 2014, passando da 2.489,2 milioni di euro a 2.493,1 milioni di euro nel 2015, in relazione al peso crescente di Rai Com.

Anche per il Gruppo Rai i ricavi derivanti dalla pubblicità hanno registrato una flessione pari a 14,6 milioni di euro rispetto al 2014 (-2.2 per cento).

I costi operativi, pari complessivamente a 1.965,6 milioni di euro, hanno posto in luce un decremento, rispetto all’esercizio 2014, di 107,6 milioni di euro (-5,2 per cento).

Il costo del personale è risultato pari a 976,5 mi-lioni di euro, in contrazione rispetto al 2014 (1.001,1 mln) di 24,6 milioni di euro (-2,5 per cento).

Il maggior volume dei costi della capogruppo rispetto all’intero gruppo è dovuto alla circostanza secondo cui tra le imprese consolidate sono stati eli-minati i costi-ricavi reciproci: scambi tra società del gruppo che danno luogo alla rilevazione di costi di acquisto e di ricavi di vendita rispettivamente per la parte acquirente e per la parte venditrice. Si stornano pertanto le voci di bilancio a cui tali costi si riferisco-no (beni o servizi).

Negativi sono risultati i valori del conto econo-mico consolidato, -25,6 milioni di euro (nel 2014 pari a -175,8 mln).

Sul fronte della gestione si deve rilevare come l’innovativo contesto, caratterizzato da una elevata penetrazione della tecnologia nella diffusione del prodotto televisivo, pone la questione dell’offerta della Rai agli utenti, da orientare verso il recupero degli ascolti delle reti generaliste e l’incremento di quelli relativi ai canali tematici.

Per la fiction, che rappresenta il prodotto pregiato del palinsesto della società, si segnala la necessità di coniugare le tematiche oggetto del racconto con l’esigenza di preservare adeguati livelli di share con investimenti che ne giustifichino la produzione, in un contesto caratterizzato da un proficuo contenimento dei costi (riduzione dei tempi di lavorazione, in linea

Page 47: N. 3-4/2017 PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

PARTE I - ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONSULTIVA

101

N. 3-4/2017

con le produzioni delle altre emittenti, efficace poli-tica di moral suasion per una sostanziale diminuzio-ne dei costi degli artisti). Nella prospettiva illustrata, nel piano industriale della società, dell’insorgenza, nell’immediato futuro, di gravi difficoltà per il perse-guimento dell’equilibrio di bilancio, a causa soprat-tutto della prevista riduzione dei ricavi pubblicitari, la Rai ha valutato, in linea con quanto rilevato da questa Corte, al fine del contenimento dei costi della produzione, l’opportunità di porre in liquidazione o incorporare talune società controllate, in rapporto al perseguimento dei propri scopi, trasferendo alle sue strutture le attività svolte dalle società soppresse.

Il nuovo assetto organizzativo, ad avviso della società, persegue il fine di ridurre il numero delle strutture creando idonei presidi di governo e con-trollo.

Si tratta di operazioni la cui motivazione strate-gica risiede nella necessità di agevolare il coordi-namento gestionale delle attività che la separazione societaria rende difficoltoso, generando inefficienze organizzative e di processo.

La Corte, pur costatando la diminuzione delle so-cietà, rappresenta l’esigenza di una rigorosa verifica della loro attuale necessità nel contesto di un profi-cuo contributo delle stesse nel perseguimento degli interessi della capogruppo.

Si ribadisce, poi, la necessità che l’azienda attivi comunque ogni misura organizzativa, di processo e gestionale idonea ad eliminare residue inefficienze e sprechi, proseguendo, laddove possibile e conve-niente, nel percorso di internalizzazione delle attività e concentrando gli impegni finanziari sulle priorità effettivamente strategiche, con decisioni di spesa che siano – singolarmente e nel loro complesso – stretta-mente coerenti con il quadro di riferimento.

Nell’attuale panorama economico, è necessario pianificare un sostanziale contenimento dei costi, soprattutto quelli della produzione, avuto riguardo al contesto nel quale si iscrive l’attività della Rai e, quindi, tenendo conto delle reali entrate.

* * * (1)