n° 241 - Confindustria Sardegna Meridionale · n°2 4 1 S c a r i c a b i l e d i r e t t a m e n...

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settimana dall’ 8 al 12 dicembre 2014 resoconto della settimana 1 al 5 dicembre 2014 Accade all’ UE 241 Bollettino d’informazione sulle attività delle Istituzioni Comunitarie

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Accade all’UE n° 241

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n ° 2 4 1 S c a r i c a b i l e d i r e t t a m e n t e :

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I c o n t i d e l l ’ I t a l i a : l a b a t t a g l i a d e l l e c i f r e c o n t i n u a Il "via libera" ai conti dell’Italia di appena due settimane fa è stato di corto respiro e

ben prima della scadenza di marzo la Commissione europea – e con lei, in modo

inusuale, tanto da dover poi fare una mezza marcia indietro, il governo tedesco – ha

chiesto a gran voce quell’aggiustamento ulteriore di 5/6 miliardi che l’accoppiata Renzi

- Padoan era riuscita a scongiurare nell’iter di approvazione della Legge di stabilità per

il 2015.

La bilancia tra rigoristi e sviluppisti questa settimana è stata tutta a favore dei primi,

anche se l’Eurogruppo, con un occhio ai mercati finanziari più attento di quello dei

falchi della Commissione europea, ha smorzato i toni e persino Monti ha alzato la voce

per chiedere una riforma delle regole UE su deficit e debito pubblico che rischiano, di

questo passo, di stringere in una morsa d’acciaio qualsiasi velleità di far tornare a

crescere ed essere competitivo il vecchio continente.

Il braccio di ferro tra i due campi continua anche in seno alla Banca centrale europea,

dove pare crescere, pur restando ancora minoritario, il fronte che si oppone alla

visione di Mario Draghi sul ruolo della Banca stessa nella congiuntura economica

europea.

Il precipitare della crisi greca infine, con l’annuncio di nuove elezioni, e persino gli alti e

bassi della politica svedese, che riporterà alle urne il Paese dopo appena due mesi di

vita del minoritario governo uscente, mostrano come il persistere delle scelte seguite

sin qui possa condurre a una crescente instabilità politica e sociale, poco propizia a far

imboccare all’Europa la definitiva uscita dalla crisi.

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Entr

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Com

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sio

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nderà

nota

la

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tazio

ne sul

dis

egno di

legge di

sta

bilità ita

liano,

ma c

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rvento

, per

una v

olta,

sui conti t

edeschi che f

a g

molto r

um

ore

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o.

Del

giu

diz

io di

Bru

xelles sul

testo

del

govern

o Lett

a sono già

uscite alc

une anticip

azio

ni

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sta

mpa c

he p

arlano –

fors

e i

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odo e

ccessiv

am

ente

ott

imis

tico -

di

un p

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sosta

nzia

lmente

positiv

o"

sulla m

anovra

, a c

ondiz

ione c

he s

i m

ante

ngano la t

raie

ttoria e

i s

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i di quanto

mandato

a B

ruxelles,

cio

è d

el te

sto

vara

to d

a L

ett

a e

Saccom

anni.

Natu

ralm

ente

, in

mezzo,

ci sono i t

rem

ila e

passa e

mendam

enti e

d è

chia

ro q

uin

di che l’e

serc

izio

è

estr

em

am

ente

difficile perc

hé dall’E

uro

pa verr

à un m

onito a chiu

dere

la

part

ita a sald

i in

variati,

mentr

e non è cert

o che questa

sia

la

linea delle fo

rze politiche,

specie

nella fa

se convuls

a che

stiam

o v

ivendo.

Molto p

robabilm

ente

, la

Com

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%)

può aprirs

i

concre

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per

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enti s

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ccare

i lim

iti sta

biliti.

E’

questo

senza dubbio

lo

scenario al

quale

pensa Lett

a quando chie

de che il suo govern

o sia

giu

dic

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fine 2014".

Vedre

mo nelle pro

ssim

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scenario sarà

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....

..

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bbe aprire

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macro

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3

A c c o r d o r a g g i u n t o i n e x t r e m i s s u l b i l a n c i o U E

In questo quadro, non proprio incoraggiante, si è raggiunto finalmente un accordo per

il bilancio dell’Unione europea per il 2015. Una notizia positiva, annunciata dal

Ministro Padoan e portata a merito della Presidenza italiana, che tra l’altro sblocca il

pagamento delle fatture sospese dell’esercizio in corso per un montante superiore ai

28 miliardi di euro.

Inoltre, è stata trovata una soluzione strutturale che permetterà di evitare questi

problemi in futuro, e cioè di accumulare ogni anno arretrati non pagati. L’accordo

raggiunto è quindi importante per evitare soprattutto che ogni anno si ripeta

l’incertezza sui pagamenti e sulla credibilità stessa del bilancio UE che non trasmette

esattamente un’immagine positiva dell’Unione europea.

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L a S e t t i m a n a

In attesa dell’ultima Plenaria dell’anno, settimana prossima a Strasburgo, questa

settimana in Parlamento europeo l’attività sarà ridotta: i gruppi politici si

incontreranno per preparare la Plenaria e tra le poche iniziative segnaliamo l’audizione

del gruppo S&D sulla proposta di revisione della Direttiva sui diritti degli azionisti.

L’istituzione protagonista della settimana sarà quindi il Consiglio, dove la Presidenza

italiana, ormai in scadenza, cercherà di raggiungere il maggior numero possibile di

risultati. In particolare, si riuniranno il Consiglio Energia, con in agenda il dibattito

politico sul Quadro Clima e Energia al 2030 e l’adozione delle conclusioni sul

completamento del Mercato interno dell’energia, e il Consiglio Occupazione e il

Consiglio Giovani, Cultura e Sport.

Infine, tra i numerosi eventi si segnala che il 10 dicembre Confindustria organizzerà un

evento dal titolo “HORIZON 2020: I Partenariati pubblico-privati nel settore delle

tecnologie dell’informazione e della comunicazione”. Sarà possibile partecipare anche

in videoconferenza dalla sede di Roma o da Assolombarda.

M a t t e o C a r l o B o r s a n i

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1. AC C AD E I N PAR L AM E N TO A u d i z i o n e s u l l a p r o p o s t a d i r e v i s i o n e d e l l a D i r e t t i v a

s u i d i r i t t i d e g l i a z i o n i s t i

2. AC C AD E I N CO N SI GL IO C o n s i g l i o E n e r g i a C o n s i g l i o O c c u p a z i o n e , P o l i t i c a s o c i a l e , C o n s u m a t o r i ,

S a l u t e ( E P S C O ) C o n s i g l i o , G i o v e n t ù , C u l t u r a e S p o r t ( E Y C S )

3. R I UN IO NI ED E VE N TI T h e A p p E c o n o m y a n d t h e I n t e r n e t o f T o m o r r o w D i g i t @ l i a n s M E P 2 0 1 5 A w a r d s H O R I Z O N 2 0 2 0 : I P a r t e n a r i a t i p u b b l i c o - p r i v a t i n e l

s e t t o r e d e l l e t e c n o l o g i e d e l l ’ i n f o r m a z i o n e e d e l l a c o m u n i c a z i o n e

4. BAN DI E F INAN Z I AM EN T I E v e n t i i n f o r m a t i v i

Resoconto della settimana 1 al 5 dicembre 2014

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1. ACCADE IN PA R L AME N TO

A U D I Z I O N E S U L L A P R O P O S T A D I R E V I S I O N E D E L L A

D I R E T T I V A S U I D I R I T T I D E G L I A Z I O N I S T I Si segnala che mercoledì 10 dicembre il gruppo S&D del Parlamento europeo organizzerà un’audizione in merito alla proposta di revisione della Direttiva sui diritti degli azionisti (Shareholders’ Right Directive), presso la sala ASP 3G3 del Palemanto. Il programma completo dell’evento è disponibile al seguente indirizzo internet.

Per maggiori informazioni: Matteo Carlo Borsani ([email protected]) [Torna su]

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2. AC C AD E I N CO N SI GL IO

C O N S I G L I O E N E R G I A

Il prossimo 9 dicembre è prevista la riunione del Consiglio Energia. All’ordine del giorno, si segnalano i seguenti punti:

Dibattito politico sul Quadro Clima e Energia al 2030, alla luce delle conclusioni del Consiglio europeo del 23-24 ottobre

Adozione delle conclusioni sul completamento del Mercato interno dell’energia

Discussione sulla revisione di medio termine della Strategia europa 2020

Informativa della Presidenza relativamente agli sviluppi delle relazione esterne in ambito energetico

Per maggiori informazioni: Barbara Mariani ([email protected])

Marco Mannocchi ([email protected])

[Torna su]

C O N S I G L I O O C C U P A Z I O N E , P O L I T I C A S O C I A L E ,

C O N S U M A T O R I , S A L U T E ( E P S C O )

Giovedì 11 dicembre, si riunirà il Consiglio Occupazione, Politica sociale, Salute e Consumatori (EPSCO). Tra le varie tematiche, il Consiglio affronterà la questione dell’invecchiamento della forza lavoro europea; si procederà quindi ad un nuovo dibattito sulla Direttiva sulla parità di trattamento tra persone indipendentemente da religione, età, disabilità o orientamento sessuale così come ad progress report sullo stato delle negoziazioni sulla proposta di Direttiva riguardante il congedo di maternità.

Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected]) [Torna su]

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C O N S I G L I O , G I O V E N T Ù , C U L T U R A E S P O R T ( E Y C S )

Venerdì 12 dicembre, si riunirà il Consiglio Istruzione, Gioventù, Cultura e Sport (EYCS). Tra i punti all’ordine del giorno, é prevista l'adozione di un testo di conclusioni sull’imprenditorialità nell’istruzione e nella formazione e sull’accesso dei giovani ai diritti, al fine di favorire la loro autonomia e partecipazione nella società civile. Si terrà inoltre un dibattito relativo all’approccio trasversale alle politiche giovanili come strumento volto a fronteggiare al meglio i cambiamenti socio-economici e a sviluppare politiche più mirate ai giovani e un dibattito politico sulla revisione di medio termine della strategia Europa 2020.

Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected]) [Torna su]

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3. R I UN IO NI ED E VE N TI

T H E A P P E C O N O M Y A N D T H E I N T E R N E T O F

T O M O R R O W

Mercoledì 10 dicembre, dalle ore 11.00 alle 13.00, al Résidence Palace di Bruxelles si terrà la tavola rotonda su “L’App Economy e l’Internet di domani: come può l’Europa cogliere le opportunità”, organizzata dal think tank The Lisbon Council.

Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su]

D I G I T @ L I A N S Giovedì 11 dicembre, alle ore 18.30, il network degli italiani digitali presenti a Bruxelles Digit@lians si riunirà presso Enò Atelier. Sarà presente all’incontro Giovanni Buttarelli, il nuovo European Data Protection Supervisor (EDPS).

Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su]

M E P 2 0 1 5 A W A R D S Si segnala che è aperto il bando per la nomina dei deputati europei nel contesto degli MEP 2015 Awards, che mirano a premiare gli eurodeputati più attivi ed impegnati nel processo di policy europeo. Le candidature dei deputati a tale premio possono essere effettuate da tutti cittadini. Per maggiori informazioni su come nominare il proprio eurodeputato e sulle scadenze, visitare la pagina internet dedicata.

Per maggiori informazioni: Matteo Carlo Borsani ([email protected]) [Torna su]

H O R I Z O N 2 0 2 0 : I P A R T E N A R I A T I P U B B L I C O -P R I V A T I N E L S E T T O R E D E L L E T E C N O L O G I E

D E L L ’ I N F O R M A Z I O N E E D E L L A C O M U N I C A Z I O N E

Il prossimo 10 dicembre, Confindustria organizzerà un incontro su “HORIZON 2020: I Partenariati pubblico-privati nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”, volto a evidenziare e approfondire il ruolo e il funzionamento dei

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Partenariati Pubblico Privati che, più di altri, operano nel settore ICT, con un particolare focus sui seguenti temi: calcolo ad alte prestazioni (high performance computing), robotica, ricerca e tecnologia avanzata per i sistemi di calcolo integrati, componenti e sistemi elettronici. L’evento, il secondo di un ciclo più ampio di incontri dedicati ad approfondire il ruolo dei diversi partenariati europei esistenti, avrà luogo la mattina del 10 dicembre, dalle 10.00 - alle 13.00 presso la Delegazione di Confindustria a Bruxelles (Avenue de la Joyeuse Entrée 1). Saranno inoltre collegate in video conferenza le sedi di Confindustria a Roma (Viale dell’Astronomia, 30 – Sala Pininfarina) e Assolombarda a Milano (Via Chiaravalle, 8 – Sala Falck).

Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected]) [Torna su]

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4. BAN DI E F INAN Z I AM EN T I

E V E N T I I N F O R M A T I V I Segnaliamo di seguito gli eventi informativi che si terranno a Bruxelles questa settimana in merito ai programmi di finanziamento dell’UE. Sul sito della Delegazione di Confindustria è disponibile l’elenco contenente gli info day di maggior rilievo previsti per il mese di ottobre a Bruxelles:

EVENTO DATA E LUOGO TEMATICA

Brokerage Day for the Robotics

Call for Proposals

9 dicembre, BRUSSELS-EXPO

- Heysel Palace

Evento di brokerage

organizzato da EuRobotics AISBL al fine di riunire gli

stakeholder del settore della robotica e discutere in merito

alle opportunità offerte dal bando ICT24-2015 di Horizon

2020

Information Day: Horizon 2020 Energy-efficiency Call

12 dicembre, Albert

Borschette Conference

Centre

Evento informativo in merito alle opportunità di

finanziamento nel campo dell'efficienza energetica

offerte dai bandi di Horizon 2020 per il 2015

Segnaliamo inoltre che: La Commissione ha pubblicato il bando Progetti di Traduzione letteraria 2015, nell’ambito del sotto programma Cultura. Gli obiettivi principali del bando sono il supporto culturale e linguistico per la promozione della circolazione transnazionale delle opere letterarie. Le priorità generali sono:

supportare la circolazione delle opere letterarie europee per assicurare la più ampia accessibilità possibile;

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sostenere la promozione delle opere letterarie europee, così come l’uso appropriato delle tecnologie digitali, sia nella fase di distribuzione che in quella di produzione dei lavori;

incoraggiare la traduzione e la promozione delle opere letterarie europee di alta qualità nel lungo periodo

Il bando ha un budget di €3.7 milioni, e per ogni progetto può essere richiesto massimo €100.000. La scadenza è prevista per Mercoledì, 4 Febbraio 2015 La Commissione ha pubblicato una nuova Guida per i potenziali beneficiari dei fondi strutturali e di investimento europei e dei relativi strumenti dell’UE. La Guida, oltre che descrivere i principali Programmi di finanziamento, fornisce per ciascuno degli obiettivi tematici individuati nel regolamento ESIF una panoramica degli strumenti complementari disponibili. Per maggiori informazioni consultare il sito web di DG Regio.

Per maggiori informazioni: Leonardo Pinna ([email protected])

Michele Malvestiti ([email protected]) [Torna su]

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Resoconto della settimana

Dall’ 1 al 5 dicembre

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1. AC C AD E I N PAR L AM E N TO R I U N I O N I D E L L E C O M M I S S I O N I P A R L A M E N T A R I

A m b i e n t e C o m m e r c i o i n t e r n a z i o n a l e P r o b l e m i e c o n o m i c i e m o n e t a r i O c c u p a z i o n e e a f f a r i s o c i a l i I n d u s t r i a , r i c e r c a e d E n e r g i a S v i l u p p o r e g i o n a l e T r a s p o r t i e T u r i s m o

2. AC C AD E I N CO N SI GL IO C o n s i g l i o G i u s t i z i a e A f f a r i i n t e r n i C o n s i g l i o C o m p e t i t i v i t à C o n s i g l i o T r a s p o r t i

3. R I UN IO NI ED E VE N TI I n f r a z i o n i , I t a l i a s c e n d e a 9 4 c a s i a p e r t i

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1. AC C AD E I N PAR L AM E N TO R I U N I O N I D E L L E C O M M I S S I O N I P A R L A M E N T A R I

A M B I E N T E R I S E R V A D I S T A B I L I T À D E L M E R C A T O

Lo scorso 3 dicembre presso la commissione ENVI del Parlamento europeo, l’ On. I. Belet (Belgio, PPE) ha presentato la propria relazione sulla proposta di istituzione di una riserva di stabilità di mercato per il sistema di scambio di emissioni di CO2. L’On. Belet ha chiesto nella sua relazione di non anticipare l'introduzione della MSR rispetto a quanto proposto dalla Commissione europea (2021), ma che le quote di backloading non rientrino nel mercato nel 2019 e siano collocate nella riserva. Si è detto tuttavia "disponibile" a considerare una introduzione anticipata della MSR qualora in Parlamento ci fosse il sostegno politico. I relatori ombra dei diversi gruppi, M. Groote (Germania, S&D), J.G. Gerbrandy (Paesi Bassi, ALDE), M. Kyllönen (Finlandia, GUE), B. Eickhout (Paesi Bassi, Verdi), M. Affronte (Italia, EFDD), hanno espresso una generale convergenza sulla richiesta di anticipare la MSR almeno al 2017 e di inserirvi le quote di backloading. Alcuni (GUE, EFDD) chiedono di anticiparla al 2016. Inoltre, l’On. Groote chiede la cancellazione permanente delle quote di backloading una volta nella riserva. Deputati dei diversi gruppi hanno sollevato criticità relative agli impatti della introduzione della MSR sui settori industriali esposti a rischio di Carbon Leakage e alla necessità che nella proposta legislativa sulla MSR ci sia un messaggio politico in linea con quanto dichiarato dal Consiglio europeo nelle Conclusioni del 23-24 ottobre scorsi. La scadenza per la presentazione degli emendamenti alla relazione dell’On. Belet è il prossimo 11 dicembre. Il voto in commissione ENVI è previsto per il 24 febbraio. Q U A L I T À D E I C O M B U S T I B I L I

I deputati hanno approvato con 38 voti a favore e 29 contrari la mozione presentata dagli On. B. Eickhout (Paesi Bassi, Verdi), G.J. Gerbrandy (Paesi Bassi, ALDE), M. Groote (Germania, S&D), J. Leinen (Germania, S&D), S. Pitikäinen (Finlandia, PPE) e P. Pedicini (Italia, EFDD) che respinge la proposta di Direttiva della Commissione europea che stabilisce i metodi di calcolo e gli obblighi di comunicazione ai sensi della Direttiva 98/70/CE relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel.

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La Direttiva 98/70/CE richiede ai fornitori di ridurre del 6% entro il 2020 l’intensità delle emissioni di gas ad effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei combustibili e dell’altra energia elettrica fornita per essere utilizzata dai veicoli stradali, nonché del combustibile per uso in macchine mobili non stradali. La proposta - COM (2014) 617 - è stata presentata dalla Commissione europea lo scorso ottobre e contiene misure di attuazione relative al meccanismo inteso a monitorare le emissioni di gas ad effetto serra. Uno dei motivi principali addotti dai firmatari della mozione è che le misure proposte non prevedono di differenziare le emissioni dei diversi tipi di combustibile, ma applicano un valore medio standard che rappresenta l’intensità unitaria delle emissioni di gas ad effetto serra. La mozione sarà votata nella sessione Plenaria di Strasburgo del 15-18 dicembre. Qualora il voto fosse confermato in Plenaria, la proposta sarà rinviata alla Commissione europea che dovrà riformularla. Q U A L I T À D E L L ’ A R I A

La commissione ENVI ha avuto il primo scambio di opinioni sulla proposta di Direttiva sulla limitazione delle emissioni nell'aria di alcuni inquinanti da Medi Impianti di Combustione. Il relatore A. Gryzb (Polonia, PPE) ha dichiarato che la proposta della Commissione europea va nelle giusta direzione. In particolare, ha sottolineato i punti che svilupperà nella sua relazione :

Assicurare la sostenibilità degli ambiziosi obiettivi proposti, in particolare per quanto riguarda le PMI

Apertura verso il dibattito in corso in Consiglio, in stadio ben più avanzato, e possibile condivisione di alcune posizioni

Differenziazione degli impianti tra 1 e 5 MW (la maggioranza), tra 5 e 20 MW e tra 25 e i 50 MW

Nessun requisito specifico per le zone più inquinate

Possibilità per gli Stati membri di introdurre regole più rigorose laddove ci siano già infrazioni registrate

Particolare attenzione agli impianti inferiori a 1 MW che sono considerati quelli maggiormente inquinanti

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Il relatore ombra M. Paolucci (Italia, S&D) ha aggiunto che auspica che la Commissione europea non ritiri la proposta di Direttiva sui MCP. Nell'elaborare la sua posizione, si concentrerà su quattro aspetti:

La sovrapposizione normativa tra la proposta della Commissione europea e le normative nazionali

La differenziazione degli impianti tra 1 e 50 MW

La congruenza tra i limiti proposti dalla Direttiva e le tecnologie attuali

Norme più severe per le zone maggiormente a rischio ("hot spots") Tempistica:

23-24 febbraio: esame della relazione dell'On A. Gryzb (Polonia, PPE)

5 marzo: scadenza per la presentazione degli emendamenti in commissione ENVI

30-31 marzo: esame degli emendamenti in commissione ENVI

13-14 aprile: voto in commissione ENVI

Per maggiori informazioni: Barbara Mariani ([email protected])

Marco Mannocchi ([email protected]) [Torna su]

C O M M E R C I O I N T E R N A Z I O N A L E

Mercoledì 3 e giovedì 4 dicembre si è riunita a Bruxelles la commissione per il Commercio internazionale (INTA). Nel pomeriggio del mercoledì si è svolto un intenso scambio di opinioni con Cecilia Malmström, nuova commissaria europea per il Commercio, durante il quale la commissaria ha presentato alcune idee su come aumentare la trasparenza dei negoziati commerciali attualmente in corso, a partire dal TTIP, il negoziato di libero scambio attualmente in corso fra UE e USA. A tal proposito, la Malmström ha dichiarato che intende pubblicare tutte le posizioni negoziali che l’UE presenterà agli Stati Uniti e che, diversamente dal passato, tutti gli eurodeputati avranno libero accesso a tutti i testi negoziali. Inoltre, la commissaria ha dichiarato di volere

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un’interlocuzione più diretta con i rappresentanti della società civile e ha promesso una maggiore chiarezza sui temi che effettivamente sono oggetto dei negoziati (come energia, indicazioni geografiche, disposizioni sulle PMI) e su quelli che, invece, non lo sono (come i servizi pubblici e l’audiovisivo). La Malmström ha anche anticipato che entro fine anno verranno resi noti i risultati della consultazione pubblica sul tema dell’Investor-State Dispute Settlement (ISDS). Con riferimento al negoziato UE-Giappone la commissaria si è mostrata ottimista circa la possibilità di concludere le trattative entro la fine del 2015, pur sottolineando che rimangono aree su cui occorre che i giapponesi mostrino maggiore ambizione per venire incontro alle richieste europee; è il caso, ad esempio, del capitolo appalti pubblici, delle indicazioni geografiche e anche delle tariffe sui prodotti industriali. Con ancora maggior speditezza starebbe procedendo il negoziato per un FTA UE-Vietnam, che potrebbe addirittura concludersi nella prima metà dell’anno prossimo. Per quanto riguarda la spinosa questione della concessione dello Status di Economia di Mercato (MES) alla Cina, con cui attualmente l’UE sta negoziando un accordo bilaterale sugli investimenti (BIT), Cecilia Malmstrom ha dichiarato che tale concessione non sarà automatica: l’UE ha fissato dei criteri chiari che – ha continuato la commissaria – attualmente la Cina non rispetta, per cui occorrerà che la questione venga discussa a livello di Collegio dei Commissari a inizio 2015 per decidere come procedere. In risposta alle sollecitazioni dell’On. Cicu (PPE, Italia) relative alla necessità di una politica commerciale che venga incontro alle esigenze delle PMI, la Malmstrom ha ricordato come all’interno del TTIP vi sia un capitolo specifico sulle PMI, rendendosi al contempo disponibile ad individuare modalità per aiutare le PMI ad attuare gli FTA già in vigore; rispondendo invece alla richiesta dell’On. Mosca (S&D, Italia) sulla possibilità di sbloccare il dossier sulla modernizzazione degli Strumenti di difesa commerciale (TDIs), attualmente bloccato in consiglio dopo che al Consiglio Affari esteri/Commercio del 21 novembre non è stato possibile raggiungere un compromesso, la commissaria ha sottolineato gli sforzi ‘eroici’ fatti dalla Presidenza italiana e ha riferito di aver parlato con i rappresentanti della futura Presidenza lettone che si sarebbero impegnati a valutare l’esistenza di margini per raggiungere un’intesa. Sul fronte multilaterale, Cecilia Malmstrom ha evidenziato come vi siano segnali che lasciano ben sperare circa la possibilità di progressi concreti sul Doha Round: la X Conferenza Ministeriale che si terrà in Kenya nel dicembre 2015 sarà preceduta da una serie di incontri preparatori fra Ministri del Commercio, il primo dei quali si terrà al consueto meeting di Davos che si svolgerà a gennaio. Concludendo il suo intervento, la commissaria ha messo in risalto la volontà di rimettere mano all’agenda di politica commerciale dell’UE, in particolare per ridefinire le relazioni con i paesi emergenti; in questo contesto, la Malmstrom ha precisato che

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intende iniziare a lavorare per traslare gli obiettivi dell’agenda del Presidente Juncker in priorità di politica commerciale, con l’obiettivo di presentare una nuova comunicazione nella seconda metà del 2015. La giornata di giovedì si è aperta con la presentazione di Carlo Calenda, Viceministro italiano dello Sviluppo economico, sui traguardi raggiunti dalla Presidenza italiana in materia di politica commerciale. Il Viceministro, fra le altre cose, ha riferito come sui TDIs si sia registrata una vera e propria frattura ideologica tra gli Stati membri, che ha impedito ogni tentativo di compromesso; con riferimento ai negoziati in corso in seno all’OMC, anche Calenda ha sottolineato come i recenti progressi frutto dell’accordo India-USA sulla sicurezza alimentare abbiano dato nuova linfa al processo multilaterale; quanto ai negoziati TTIP, il rappresentante del governo italiano ha rivendicato il merito della decisione di declassificare e pubblicare il mandato negoziale, ribadendo l’importanza che anche la Presidenza italiana ha attribuito al tema della trasparenza. Nel dibattito che è seguito, l’On. Alessia Mosca (S&D, Italia) ha chiede di accelerare l’entrata in vigore dei trattati, per dare delle informazioni certe alle imprese. Calenda si è dichiarato d’accordo e ha espresso l’auspicio che si inizi a lavorare perché si converga sulla versione inglese degli accordi senza aspettare la traduzione in tutte le lingue. A seguire, l’On. Matteo Salvini (non iscritti, Italia) si è espresso in modo molto critico sull’incapacità del Consiglio di giungere a un compromesso sugli strumenti di difesa commerciale, decretando di fatto il suicidio della politica commerciale europea. Il Viceministro Calenda ha ricordato che alcuni Stati considerano gli strumenti di difesa come misure protezionistiche, rimarcando al contempo come le strategie di difesa da sole non bastino, dovendo queste essere affiancate da un’azione che garantisca l’accesso agli altri mercati. L’On. Beghin (EFDD, Italia) ha espresso il proprio disappunto per il fatto che la presidenza italiana non abbia conseguito nessun risultato e che, in particolare sul “Made In” si sia persa un’importante occasione. Calenda ha ricordato che, pur condividendo la battaglia sul “Made In” in cui in passato si è impegnato in prima persona insieme a Confindustria, questo dossier non rientra nell’ambito della politica commerciale. Infine, interrogato sulla proposta di regolamento della Commissione europea sui c.d. “conflict minerals”, Calenda ha riferito che la Presidenza è contraria a meccanismi troppo rigidi che potrebbero essere difficili da gestire e rischierebbero di danneggiare le imprese senza portare alla risoluzione dei conflitti, per cui si dovrà ragionare sulla volontarietà del regolamento. Con riferimento alle votazioni all’ordine del giorno, si segnala che la commissione INTA ha approvato, senza emendamenti, la proposta della Commissione europea sul trattamento tariffario delle merci originarie dall’Ecuador (v. relazione dell’On. Helmut Scholz - GUE, Germania).

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Anche la proposta di Regolamento sulle preferenze commerciali autonome per la Repubblica moldova (v. relazione dell’On. Sorin Moisă - S&D, Romania) è stata approvata con larga maggioranza e senza nessun emendamento. È stata invece rigettata l’obiezione ad adottare il Regolamento delegato della Commissione europea che modifica l’allegato III del regolamento UE n.978/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio al fine di concedere lo status SPG+ alle Filippine. Sempre giovedì mattina, si è svolta un’audizione pubblica sul commercio di minerali originari di zone di conflitto e ad alto rischio (le presentazioni sono disponibili a questo link). All’audizione hanno partecipato due panel di esperti. Per primo è intervenuto Tyler Gillard, legal adviser dell’OCSE, che ha illustrato il contenuto delle linee guida OCSE sulla due diligence. Ha sottolineato che la due diligence riguarda tutte le imprese a qualsiasi livello della supply chain, con oneri diversi a seconda di dove si collocano. L’OCSE non è nella posizione di consigliare l’obbligatorietà o la volontarietà delle misure. Descartes Mponge Malasi è intervenuto a nome del South Kivu Civil society e dell’ONG ACADOSHA. Ha riconosciuto l’impegno dell’UE nell’accompagnare il percorso di pace e democratizzazione in Congo, ma ha chiesto un maggiore impegno per risolvere il problema del finanziamento dei conflitti attraverso il commercio di risorse naturali. Secondo lui il Dodd-Frank Act ha avuto più effetti positivi che negativi, le misure obbligatorie hanno portato a grandi sforzi per risanare i siti di estrazione. Chiede che la proposta della Commissione sia rafforzata e preveda obbligatorietà. Il secondo panel era composto dai rappresentanti di Eurometaux, di DigitalEurope e di Global Witness. Guy Thiran, presidente di Eurometaux, ha sostenuto l’esigenza di garantire maggiore trasparenza nella catena di approvvigionamento, richiamando l’attenzione sulla necessità di misure più ampie di cooperazione allo sviluppo, non solo sul commercio. Inoltre le misure volontarie che molte imprese hanno già adottato stanno avendo effetti molto positivi. Julian Lageard di DigitalEurope ha espresso preoccupazione per la possibilità che i conflict minerals (soprattutto tantalio e stagno) entrino nella supply chain delle industrie del settore digitale. Le misure di due diligence dovrebbero riguardare soprattutto i settori upstream, visto che le fonderie sono l’ultimo punto della supply chain in cui si può individuare l’origine delle materie prime. Non vogliono eccessivi obblighi di rendicontazione che possano diventare onerosi per le PMI. Michael Gibb di Global Witness ha sostenuto il modello OCSE, per cui la due diligence dovrebbe riguardare tutti i livelli della supply chain e prevedere un sostegno per le PMI che decidono di sottoporsi a due diligence. Nel dibattito che ne è seguito sono emerse posizioni molto diverse, sia tra i gruppi che all’interno dei gruppi stessi (soprattutto S&D), anche se la maggior parte dei MEP

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intervenuti sembra a favore di misure obbligatorie. Il Presidente della commissione INTA Bernd Lange (S&D, Germania) ha chiesto se una normativa UE non rischi di andare contro alle misure del Dodd-Frank Act già messe in atto con successo, avendo effetti controproducenti; in risposta a questa domanda, Tyler Gillard dell’OCSE ha sostenuto che non ci sarà una sovrapposizione ma complementarietà tra Dodd-Frank e regolamento UE. Helmut Scholz (GUE, Germania) ha chiesto che l’UE si richiami al Dodd-Frank act e che lo superi, introducendo regole obbligatorie che riguardino tutte le fasi della catena di approvvigionamento e uno scope più ampio di minerali. Secondo Maria Arena (S&D Belgio) l’UE deve assumersi più responsabilità e non dare solo la colpa ai governi locali e ai consumatori, per questo servono misure vincolanti. Judit Sargentini (Verdi, Paesi Bassi) ha ricordato che in Plenaria c’è stata la standing ovation per la consegna del premio Sacharov 2014 a Denis Mukweg che chiedeva all’UE norme obbligatorie su conflict minerals , quindi per coerenza il PE dovrebbe andare in quella direzione. Secondo Emma Mc Clarkin (ECR, UK) i conflict minerals non sono l’unica causa dei conflitti e l’obbligatorietà delle misure non risolverà i conflitti in Africa. È favorevole a misure volontarie che si limitino al settore upstream. Tiziana Beghin (EFDD, Italia) ritiene che le misure volontarie siano inefficaci e che creino disequilibri nella concorrenza tra imprese che decidono di autocertificare la provenienza delle materie prime e chi non lo fa. Però le misure non devono essere troppo onerose per le PMI.

Per maggiori informazioni: Carlo Pirrone ([email protected]) [Torna su]

P R O B L E M I E C O N O M I C I E M O N E T A R I I L D I A L O G O E C O N O M I C O E R E L A T I V O S C A M B I O D I O P I N I O N I S U L L ' A N A L I S I

A N N U A L E D E L L A C R E S C I T A E S U L L A R E L A Z I O N E S U L M E C C A N I S M O D I A L L E R T A C O N

I L V I C E P R E S I D E N T E V A L D I S D O M B R O V S K I S , I L C O M M I S S A R I O P I E R R E M O S C O V I C I ,

E I L C O M M I S S A R I O M A R I A N N E T H Y S S E N

In un’audizione congiunta delle commissioni ECON e EMPL lo scorso 2 dicembre, il commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici, ha assicurato che la Commissione farà rispettare le regole sui conti pubblici dei Paesi membri. Criticato per avere concesso più tempo per risanare le finanze pubbliche ai paesi in difficoltà nel rispettare gli impegni, tra cui Italia e Francia, il commissario Moscovici ha spiegato che la Commissione valuterà nuovamente i conti pubblici di questi Paesi nel marzo dell’anno prossimo, sulla base di tre criteri, ossia il bilancio 2014, la Finanziaria 2015 che sarà stata approvata entro allora dai rispettivi parlamenti nazionali e gli sforzi messi in campo dai governi per introdurre riforme strutturali.

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Per quanto riguarda l’Italia, Moscovici ha ribadito che quanto fatto finora «è inferiore agli obiettivi» per il rispetto della regola del debito, obiettivi che tuttavia sono molto esigenti date le condizioni dell’economia, tanto da indurre la Commissione a rinviare il giudizio definitivo a marzo. L’ On. Markus Ferber (PPE, Germania) ha sottolineato l’esigenza di rafforzare le regole, mentre altri parlamentari, come l’On. Esther De Lange (PPE, Paesi Bassi), si sono lamentati del fatto che i Paesi non sono trattati allo stesso modo, notando la flessibilità accordata a Francia e Italia, e non ad altri. L’On. Sylvie Goulard (ALDE, Francia) ha invece chiesto al commissario quale sia stata «la base legale» del rinvio di una decisione, notando che la Francia è in procedura per deficit eccessivo dal 2009. L’On. Bernd Lucke, il leader del movimento euroscettico tedesco Alternative für Deutschland, ha sostenuto che la situazione economica e la bassa inflazione non permettono una naturale svalutazione del debito, che ha quindi registrato «un aumento reale». In questo contesto, secondo Lucke, «le regole non dovrebbero essere interpretate in modo più flessibile, ma semmai in modo più rigido» proprio per contrastare l’indebitamento pubblico. Il commissario Moscovici ha risposto alle critiche spiegando che Bruxelles sarà pronta a introdurre sanzioni se i Paesi non avranno rispettato i loro impegni in marzo, ma che in ogni caso le sanzioni saranno applicate solo come ultima risorsa, prediligendo invece il dialogo con gli Stati membri. Durante l’audizione è intervenuto anche il Vicepresidente per l'Euro e il Dialogo sociale, Valdis Dombrovskis, secondo cui per rilanciare la crescita servono investimenti mirati insieme a un piano di riforme ambizioso e ad una maggiore responsabilità fiscale da parte degli Stati. L’Europa ha superato il picco di crisi e per la prima volta ci sarà crescita positiva in tutti gli Stati membri. Il deficit nell’Unione segnerà un calo grazie alla crescita economica e non a causa di ulteriori adeguamenti fiscali. La ripresa tuttavia resta fragile rispetto ad altre aree del mondo come gli USA e rimangono rischi legati alla bassa inflazione, attualmente intorno allo 0,3%, e al preoccupante livello di disoccupazione, che secondo i dati Eurostat sfiora l’11.5%. Il piano di investimenti dimostra che l’UE sta intraprendendo il percorso giusto, ma da parte degli Stati serve maggiore responsabilità fiscale e maggiore impegno nell’attuazione di riforme strutturali, in particolare nel mercato del lavoro. Riguardo al Patto stabilità, il Vicepresidente Dombrovskis ha sottolineato che nessun progetto di bilancio è stato respinto, ma ciò non significa che tutti i progetti siano

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perfettamente conformi al Patto di Stabilità. In merito al rinvio a marzo delle decisioni sui bilanci 2015 di Italia, Francia e Belgio, il Vicepresidente ha dichiarato che le lettere ricevute da questi tre paesi indicano chiaramente l’impegno ad attuare riforme strutturali e ad assumere responsabilità fiscale.

R I U N I O N E C O M M I S S I O N E E C O N , 1 - 2 D I C E M B R E 2 0 1 4

Lunedì 1° dicembre si è riunita a Bruxelles la commissione per i Problemi economici e monetari (ECON), che ha esaminato il progetto di relazione dell’On. Neena Gill (S&D, UK) sui Fondi comuni monetari. La proposta presentata dalla Commissione nel settembre 2013 vuole rafforzare la stabilità dei Fondi comuni monetari, che costituiscono una fonte di finanziamento a breve termine, alternativa ai depositi bancari, per governi, imprese e amministrazioni pubbliche. Questi fondi dovrebbero avere sufficiente liquidità per rispondere alle richieste di riscossione anche nei periodi di tensione dei mercati. La relatrice ha avuto modo di confrontarsi con tutti i principali stakeholder in occasione di una tavola rotonda, ma le posizioni emerse sono molto contrastanti. Nel suo progetto di relazione l’On. Gill suggerisce degli emendamenti alla proposta della Commissione per quanto riguarda i CNAV (Constant net asset value) che promettono un valore costante del fondo: la Commissione ritiene che il rischio sistemico di questa tipologia di fondi sia tale per cui si debba imporre un capital buffer pari al 3% del totale delle attività. La relatrice non condivide l’idea del capital buffer e suggerisce di autorizzare solo fondi CNAV per gli investitori al dettaglio e una nuova categoria di CNAV che dovrebbe investire almeno l’80% dei suoi asset in titoli di debito pubblico entro il 2020. Secondo l’On. Brian Hayes (PPE, Irlanda) questo emendamento spazzerebbe via l’80% dei CNAV e afferma che questa non è la via da seguire se si vogliono incentivare forme di finanziamento diverse dal credito bancario. L’On. Syed Kamall (ECR, UK) ha invece richiesto una ulteriore valutazione d’impatto del progetto per quantificare gli effetti della sostanziale modifica proposta dalla relatrice, proposta condivisa anche dagli altri gruppi. Solo l’On. Sven Giegold (Verdi, Germania) ha fatto notare che uno studio d’impatto esiste già e che un nuovo studio non farebbe altro che rallentare l’approvazione di una proposta di legge già da mesi sul tavolo, con ripercussioni sulla reputazione della commissione ECON. La proposta del suo gruppo è piuttosto quella di stabilire un termine per la conversione dei CNAV in VNAV.

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Per quanto riguarda l’iter legislativo, visto anche il nuovo studio d’impatto richiesto, il termine per la presentazione degli emendamenti è slittato al 17 dicembre, mentre la discussione degli stessi avverrà il 21 gennaio. Il voto in commissione è previsto per il 22 o 23 febbraio, mentre il voto in plenaria è previsto per la sessione di marzo.

Per maggiori informazioni: Viviana Padelli ([email protected])

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O C C U P A Z I O N E E A F F A R I S O C I A L I

A S P E T T I S O C I A L I E O C C U P A Z I O N A L I D E L T R A T T A T O T R A N S A T L A N T I C O S U L

C O M M E R C I O E G L I I N V E S T I M E N T I ( T T I P ) , 2 D I C E M B R E

Lo scorso 2 dicembre, in occasione delle riunioni delle commissioni parlamentari Occupazione e Affari sociali (EMPL) e Commercio internazionale (INTA) presso il Parlamento europeo si è tenuta un’audizione comune sugli Aspetti sociali e Occupazionali del Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti (TTIP). L’audizione è stata aperta dai Presidenti delle rispettive commissioni, Marita Ulvskog (S&D, Svezia) e Bernd Lange (S&D, Germania), che hanno sottolineato le grandi potenzialità dell’accordo commerciale con gli Stati Uniti e l’importanza non solo di smantellare le barriere commerciali ma anche di incentivare lo sviluppo sostenibile, introducendo un capitolo ad hoc nel trattato. Inoltre, è stata espressa preoccupazione relativamente alla ratifica da parte degli Stati Uniti di solamente due delle otto convenzioni dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) mentre sarebbe necessario farle rispettare tutte. Il capo negoziatore UE per il TTIP, Ignacio Garcia Bercero, ha presentato lo stato di avanzamento delle negoziazioni TTIP, riferendosi in particolare agli aspetti sociali e occupazionali. Innanzitutto ha dichiarato che sebbene non si riesca a stabilire con esattezza quanti posti di lavoro verranno creati, il TTIP avrà necessariamente effetti positivi sul lavoro e sulla crescita in Europa. Un modello a cui il TTIP può tendere e addirittura superare è l’accordo commerciale tra UE e Canada (CETA) che ha eliminato il 99% delle barriere tariffarie, garantendo la tutela dei settori più delicati. Per quanto riguarda gli aspetti specifici della sostenibilità sociale ed ambientale, Bercero ha sottolineato che l’accordo, pur avendo l’obiettivo di raggiungere una maggiore compatibilità normativa tra UE e USA al fine di eliminare le barriere non tariffarie, garantirà il mantenimento dell’autonomia normativa di ciascuna parte e nessuna disposizione comprometterà i diritti socio-sanitari e ambientali. A tale proposito, il capo negoziatore ha dichiarato che sarà cruciale l’introduzione nel TTIP di un capitolo specifico sullo sviluppo sostenibile che richiami al rispetto degli standard dell’OIL.

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Bercero ha poi evidenziato l’importanza del coinvolgimento della società civile organizzata, ad esempio con l’introduzione di advisory group o di un forum della società civile come fatto per il CETA. Infine, il capo negoziatore ha annunciato che una proposta concreta sul capitolo sostenibilità sarà resa disponibile al pubblico a seguito delle consultazioni interne con il Parlamento europeo e gli Stati membri. A seguire, l’audizione ha visto i contributi di vari relatori tra cui Marva Corley-Coulibaly, Senior economist dell’OIL che ha fatto una presentazione più generale sugli aspetti sociali degli accordi di libero scambio. Successivamente è intervenuto Tom Jenkins, Senior Advisor del CES (Confederazione Europea dei Sindacati), il quale ha posto l’attenzione sul tema dei servizi pubblici che secondo il CES andrebbero esclusi dall’accordo commerciale. Jenkins ha inoltre manifestato perplessità sull’effettiva capacità del TTIP di creare posti di lavoro e a tal proposito ha citato lo studio del ricercatore Jeronim Capaldo che, utilizzando un modello econometrico prodotto in ambito ONU (UNCTAD), contesta le stime utilizzate finora come base per promuovere i benefici del TTIP. Secondo questo studio il TTIP non comporterebbe tutti vantaggi esposti dalla Commissione, ma al contrario causerebbe ingenti perdite in termini di PIL e di posti di lavoro. Infine è intervenuta Luisa Santos, Direttore per gli Affari Internazionali di BUSINESSEUROPE che, oltre a ribadire il pieno appoggio alla conclusione del trattato da parte del mondo industriale, ha anche sottolineato l’importanza di creare nuovo lavoro di qualità, senza incorrere in un abbassamento degli standard sociali già presenti delle rispettive normative.

Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected]) [Torna su]

I N D U S T R I A , R I C E R C A E D E N E R G I A S I C U R E Z Z A E N E R G E T I C A

Lo scorso 3 dicembre, la commissione ITRE del Parlamento europeo ha avuto uno scambio di vedute sulla Strategia Europea per la Sicurezza Energetica. Il relatore A. Saudargas (Lituania, PPE) intende presentare una relazione che approfondisca i seguenti punti:

La distinzione fra la dimensione esterna ed interna della sicurezza energetica

L’approccio di lungo termine che non si focalizzi solo sui problemi contingenti

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La sicurezza energetica come pilastro dell’Unione energetica, attraverso la

riduzione della domanda di energia e l’incremento dell’efficienza energetica

La diversificazione delle fonti, fondata su partner affidabili

La dimensione sociale, relativa in particolar modo alla accessibilità dell’energia e alla povertà energetica

La relazione non prenderà in considerazione i progetti Nabucco e South Stream

Quanto alla tempistica:

La relazione dovrebbe essere presentata il 21 gennaio La scadenza per la presentazione degli emendamenti è il 28 gennaio

Gli emendamenti verranno discussi il 23 febbraio

Il voto in prima lettura in ITRE è il 14 aprile

Il voto in plenaria è atteso il 19 maggio

R I S E R V A D I S T A B I L I T À D E L M E R C A T O

Il 4 dicembre la commissione ITRE ha discusso i 115 emendamenti presentati al parere dell’on. A. Tajani (Italia, PPE) sulla proposta di istituzione di una riserva di stabilità di mercato per il sistema di scambio di emissioni di CO2. L’On. Tajani ha ricordato i punti principali della propria proposta, confermando la volontà di non anticipare l’entrata in vigore della riserva rispetto a quanto proposto dalla Commissione europea (2021) e la necessità di reinserire i 900 milioni di quote di CO2 nel mercato a partire dal 2019, come previsto dalla normativa vigente - Decisione COM (2012) 416. I relatori ombra degli altri gruppi politici hanno espresso generalmente una posizione unanime sia su un’entrata in vigore anticipata della riserva (2017) che sulla collocazione delle quote di “backloading” nella riserva. Il voto della Commissione ITRE sulla relazione dell’on. Tajani è previsto per il 21 gennaio 2015.

Per maggiori informazioni: Barbara Mariani ([email protected]) Marco Mannocchi ([email protected])

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R I C E R C A E I N N O V A Z I O N E

Lo scorso 3 e 4 dicembre, in occasione della riunione della commissione parlamentare per l’Industria, la Ricerca e l’Energia (ITRE) presso il Parlamento europeo si è tenuto il secondo dialogo strutturato con il commissario per la Ricerca, la Scienza e l’Innovazione, Carlo Moedas. Nella presentazione dei lavori svolti nel primo mese di mandato, il commissario si è concentrato sul nuovo piano di investimenti, presentato dal Presidente Juncker lo scorso 26 novembre, che prevede un contributo di 2,7 miliardi di euro da parte di Horizon 2020, evidenziando che il nuovo Fondo e Horizon stesso non entreranno in competizione ma opereranno in modo complementare. Il commissario ha quindi dichiarato con fermezza che, con il supporto del Vicepresidente Georgieva, si opporrà a qualsiasi taglio alla voce “ricerca” nel bilancio del 2015 nell’ambito dei negoziati con il Consiglio, chiedendo un supporto ai deputati sia a livello di Parlamento che nei confronti dei rispettivi governi. Nel corso del dibattito, i coordinatori dei gruppi ed altri membri della commissione ITRE hanno accolto con favore l’apertura al confronto da parte del commissario, hanno espresso una serie di perplessità in relazione al nuovo piano per gli investimenti e si sono opposti alla riduzione del budget di Horizon 2020 di 2,7 miliardi di euro per finanziare il nuovo fondo. Tale taglio potrà risultare in termini positivi solo nella misura in cui si riusciranno a produrre gli effetti moltiplicatori auspicati e ad innalzare il livello di investimenti per la ricerca, la scienza e l’innovazione. Tuttavia, secondo alcuni deputati, il criterio di selezione dei progetti finanziati dal piano di investimento (ovvero progetti che possano generare un effetto leva degli investimenti privati) va contro al principio sotteso a molti progetti finanziati con Horizon 2020 che per loro natura non generano ritorni nelle prime fasi di attuazione. È stato anche sottolineato che il piano potrebbe condurre a una “rinazionalizzazione” della strategia per la ricerca e innovazione poiché sono gli Stati membri incaricati di proporre i progetti a cui destinare i finanziamenti del piano. Inoltre, i deputati hanno chiesto alcuni chiarimenti sul tema del coordinamento tra i fondi di Horizon 2020 e i fondi strutturali. In risposta alle domande e ai contributi dei deputati, il commissario Moedas ha chiarito che garantirà che i fondi prelevati da Horizon 2020 per il piano di investimenti vengano utilizzati per finanziare progetti in materia di ricerca e innovazione e che con la commissaria per la Politica regionale, Corina Creţu, si stanno cercando modalità pratiche per avviare una più stretta collaborazione volta a favorire l’utilizzo di parte dei fondi strutturali per la R&I. Inoltre, per quanto concerne la questione della “rinazionalizzazione”, Moedas ha chiarito che la Commissione esaminerà attentamente le liste dei progetti presentate dai paesi e selezionerà quei progetti che si contraddistinguono per il più elevato valore aggiunto, capaci di innescare l’effetto moltiplicatore atteso.

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I N D U S T R I A E P M I

Il 3 dicembre, in occasione della commissione ITRE, ha avuto luogo un’audizione pubblica sul sostegno alle start-up e alle PMI innovative che, oltre alla presenza di vari relatori del mondo imprenditoriale e associativo, ha visto la presenza del Direttore per le PMI e l’imprenditorialità del DG Impresa, Joanna Drake. Il Direttore Drake ha sottolineato il ruolo centrale svolto dalle PMI per la crescita, la competitività e la creazione dei posti di lavoro. In Europa 99 aziende su 100 sono PMI, di cui 92 micro imprese, e circa 2/3 dei dipendenti lavorano nelle PMI. Tuttavia, nella maggior parte degli Stati membri, le PMI operano in un ambiente economico molto difficile, reso ancor più problematico dalla ripresa economica parziale. La Commissione europea ritiene prioritario promuovere azioni specifiche a favore delle PMI, in modo particolare nell’ambito della revisione dello Small Business Act prevista nella prima metà del 2015. Sul tema della politica industriale, il Direttore ha ribadito l’obiettivo di riportare il peso dell’industria al 20% del PIL europeo e la necessità di promuovere un ambiente più favorevole alle imprese e maggiormente sostenibile dal punto di vista sociale ed ambientale. Inoltre, ha accolto con favore la decisione da parte dei Ministri degli Stati membri di includere nelle conclusioni sulla politica industriale il riferimento al miglior utilizzo dei cluster, in previsione dell’adozione di una strategia europea per i cluster nel 2016. Infine, secondo la Drake, la nuova direzione generale per la Crescita (DG Growth) che si riunisce la direzione generale per il Mercato unico e quella per le politiche imprenditoriali, rappresenterà un punto di riferimento per tutto il mondo imprenditoriale, specialmente per le PMI. Il 4 dicembre, sempre presso la commissione ITRE, si è tenuto uno scambio di opinioni sul progetto di relazione “Opportunità di crescita verde per le PMI”, relatore Philippe De Backer (ALDE). Il progetto si basa sulla comunicazione della Commissione “Piano d’azione verde per le PMI” che ha l’obiettivo di supportare le PMI a sfruttare le opportunità offerte dal passaggio a un’economia verde, promuovendo l'imprenditorialità verde e facilitando l'accesso al mercato delle PMI verdi. De Backer ha sottolineato che la sua priorità per il progetto di relazione è quella di guardare soprattutto agli investimenti privati e alla creazione delle condizioni favorevoli alle imprese, ad esempio eliminando le barriere burocratiche per introdurre più facilmente nuovi prodotti nel mercato. La discussione del progetto di relazione è prevista per i prossimi 23-24 febbraio 2015 mentre la scadenza per la presentazione degli emendamenti sarà il 25 febbraio 2015.

Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected]) [Torna su]

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S V I L U P P O R E G I O N A L E I N V E S T I M E N T I P E R L A C R E S C I T A E L ' O C C U P A Z I O N E : P R O M U O V E R E L A C O E S I O N E

E C O N O M I C A , S O C I A L E E T E R R I T O R I A L E N E L L ' U N I O N E

Mercoledì 3 dicembre, in commissione per lo Sviluppo regionale (REGI), si è tenuto uno scambio di opinioni su “Investimenti per la crescita e l'occupazione, promuovere la coesione economica, sociale e territoriale nell'Unione”, con il relatore Tamás Deutsch (PPE, Ungheria). Dalla relazione è emerso quanto la crisi economica abbia inciso sui bilanci nazionali e regionali, limitando la disponibilità dei finanziamenti in tutti i settori di investimento e comportando, tra il 2008 e il 2013, una riduzione degli investimenti pubblici pari al 20% in termini reali nell’intera Unione europea; in particolare, nei paesi dell'Europa centrale e orientale, è stato registrato un calo pari a un terzo degli investimenti pubblici. Lo stesso sistema produttivo europeo, rappresentato al 98% dalle piccole e medie imprese (PMI), è stato messo in ginocchio: le PMI si trovano spesso senza strumenti per fruire degli investimenti. In questo quadro, come ha sottolineato Tamás Deutsch, la politica di coesione ha svolto un ruolo fondamentale per attenuare gli effetti della crisi. Nello specifico si stima che, in assenza della politica di coesione, gli investimenti negli Stati membri più colpiti dalla crisi avrebbero subìto un ulteriore calo del 50%, in un contesto in cui in molte regioni, i finanziamenti a favore della coesione rappresentano oltre il 60% del bilancio totale di investimenti, con il rischio che la crisi renda la politica di coesione, l’unica vera fonte di investimenti per le regioni europee. Come evidenziato dallo stesso Deutsch, il fattore più preoccupante continua ad essere il tasso di disoccupazione che secondo le stime del 2012, in molte regioni europee è addirittura raddoppiato. Ne consegue che molte regioni, anche a causa della crisi economica, non sono state in grado di contribuire al conseguimento dell'obiettivo principale della strategia Europa 2020: un tasso di occupazione pari al 75% per la popolazione nella fascia di età 20-64 entro il 2020. “Bisogna che gli strumenti della politica di coesione – ha affermato Deutsch - siano utilizzati per la creazione di nuovi posti di lavoro.” L’attenzione si è poi focalizzata sui ritardi nei pagamenti: “Bisogna porre fine ai problemi di liquidità.” – ha sottolineato il relatore – “Nel periodo 2007 - 2013 c’è stato un ritardo dei pagamenti pari a 23.4 miliardi di euro e questo ha minato la credibilità

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della politica di coesione”. “Il problema del ritardo nei pagamenti rappresenta un peso sui bilanci nazionali e comporta problemi nell’attuazione dei programmi operativi.” Dal dibattito è emersa inoltre l’importanza di realizzare il principio della multi level governance, che vede un maggiore coinvolgimento delle città nella programmazione della politica di coesione. È stata infine sottolineata la necessità di contribuire all’utilizzo più intelligente dei fondi, anche attraverso la creazione di nuovi partenariati, e di creare un collegamento tra il piano Juncker e la stessa politica di coesione, in vista del 2019, anno di cruciale importanza, in cui un nuovo Parlamento europeo e una nuova Commissione europea dovranno occuparsi del futuro piano quadro pluriennale. S E S S I O N E I N F O R M A T I V A S U L L A P O L I T I C A D I C O E S I O N E 2 0 1 4 - 2 0 2 0

Nel pomeriggio del 3 dicembre, in commissione REGI si è assistito a una sessione informativa sulla Politica di coesione 2014-2020, tramite uno scambio di opinioni con la Commissione europea. Nicholas Martyn, Vicedirettore generale per “policy, performance e conformità” della DG REGIO della Commissione europea ha incentrato il suo intervento su alcuni aspetti fondamentali della politica di Coesione:

Concentrazione tematica e settori chiave per la crescita

Aumento delle sinergie tra Fondi strutturali e altri strumenti di finanziamento dell'Unione

Rafforzamento della dimensione urbana e nuovi strumenti per approcci

territoriali integrati

Condizionaliltà ex-ante di finanziamento

Partenariato rafforzato

Semplificazione Il relatore ha sottolineato come la programmazione 2007-2013 abbia avuto un impatto limitato proprio a causa della frammentazione delle risorse, utilizzate in settori che non sempre sono alla base di uno sviluppo economico e sociale. Al contrario, la programmazione del periodo 2014-2020, è concentrata su un numero limitato di aree politiche che supportano la strategia Europa 2020.

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Con riferimento al rafforzamento della dimensione urbana e territoriale, mentre nel periodo 2007-2013 lo sviluppo urbano rappresentava solo un’opzione, nel periodo 2014-2020 esso sarà realizzato mediante strategie che definiranno azioni integrate. A tal proposito più di metà dei fondi FESR saranno investiti nelle aree urbane. Si aspira alla creazione di un Urban development network, una rete tra le città che consenta lo “scambio” di politiche urbane. Verranno inoltre devoluti lo 0.2% dei fondi annuali alle azioni innovative per la crescita urbana sostenibile. Un aspetto fondamentale a proposito della dimensione urbana, consiste nell’introduzione di nuovi strumenti per promuovere azioni integrate, tra cui lo “Sviluppo locale di tipo partecipativo” (CLLD). Un ulteriore strumento innovativo è il cosiddetto ’“Investimento territoriale integrato” (ITI), finalizzato ad accorpare fondi di diversi assi prioritari di uno o più programmi operativi per interventi pluridimensionali o tra più settori. L’attuazione di strategie di sviluppo urbano integrato sarà inoltre potenziata grazie alla possibilità di combinare azioni finanziate attraverso i fondi FESR, FSE e attraverso il Fondo di coesione a livello di programma o a livello operativo. Il finanziamento incrociato del FESR e del Fondo sociale europeo, relativo a una parte di un’operazione (fino al 10% per ciascun asse prioritario di un programma operativo), rimarrà a complemento dell’approccio plurifondo. È poi emerso come il partenariato vada notevolmente rafforzato nei regolamenti e i partner debbano essere coinvolti in tutta la fase di preparazione e di attuazione. Da ultimo si è evidenziato che la semplificazione e la riduzione dei fardelli amministrativi è considerata il maggiore obiettivo per la Commissione, ma la responsabilità deve essere condivisa dagli Stati membri e le regioni. La seconda parte della riunione è stata incentrata sull’impatto della politica di Coesione. Il direttore dell’unità Policy della DG REGIO della Commissione europea Rudolf Niesler ha parlato dell’importanza di dar maggiore attenzione ai risultati (logica d'intervento, revisione, indicatori), del legame rafforzato tra la governance economica e il semestre europeo. A tal proposito, il relatore ha sottolineato l’importanza di una revisione annuale degli obiettivi economici europei, al fine di garantire che le raccomandazioni vengano prese in considerazione negli accordi di partenariato. “Gli investimenti devono essere collegati con gli obiettivi prioritari – ha aggiunto - e si deve promuovere la coerenza con le politiche macroeconomiche di bilancio”. L’ultima parte della giornata è stata dedicata al tema “Gestione e controllo” e presieduta dal Direttore dell’unità “revisione” della DG REGIO della Commissione europea Franck Sebert.

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Sebert ha annunciato, tra i requisiti aggiuntivi rispetto a quelli del periodo 2007-2013, la necessità di misure antifrode che siano efficaci e proporzionate, sottolineando il fatto che, per garantire l’eleggibilità di un progetto rispetto ad un altro, è importante l’ottemperanza agli obiettivi.

Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su]

T R A S P O R T I E T U R I S M O

Lo scorso 2 dicembre, in occasione della riunione della commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo, si è tenuto uno scambio di opinioni con la nuova commissaria ai Trasporti, Violeta Bulc. La discussione è stata incentrata sul piano di investimenti da 315 miliardi di euro, pubblici e privati, presentato dal Presidente della Commissione europea Juncker lo scorso 26 novembre, in occasione della seduta plenaria di Strasburgo, ed in particolare sugli aspetti relativi al settore delle infrastrutture di trasporto. La Bulc ha illustrato la struttura del piano, che si compone di tre pilastri: la creazione di un Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS); l’adozione di una pipeline di progetti concreti oggetto dei finanziamenti e di un programma di assistenza agli Stati membri gestito dalla Bei; una roadmap per rendere il quadro amministrativo, giuridico, regolamentare compatibile con le esigenza degli investitori privati. Nel corso del suo intervento, la commissaria Bulc ha evidenziato che, per quanto riguarda la definizione degli interventi, i progetti verranno scelti sulla base del valore aggiunto da essi apportato a livello europeo, degli alti ritorni socio-economici e della capacità di essere avviati e arrivare ad uno stadio di maturazione entro tre anni. Il FEIS, ha ribadito la Bulc, consentirà di sviluppare nuove opportunità di finanziamento per i progetti infrastrutturali e sarà complementare alla Connecting Europe Facility (CEF), ai fondi strutturali e di coesione, nonché agli attuali strumenti di finanziamento della Bei già utilizzati per finanziare interventi nel settore dei trasporti. Il nuovo fondo, alimentato da 21 miliardi di euro che opereranno come garanzie, sarà finalizzato a rendere possibili finanziamenti di progetti più rischiosi rispetto a quelli attualmente supportati dalla BEI, oltre a riguardare anche progetti come i sistemi di trasporto puliti e intelligenti, ERTMS, SESAR o le fast electric charging points.

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Inoltre, la commissaria ha chiarito che il contributo del 10% della CEF al Fondo per gli investimenti strategici non implicherà un cambiamento nelle priorità dei progetti TEN-T e dei progetti finanziati dalla CEF.

Per maggiori informazioni: Eleonora Faina ([email protected]) [Torna su]

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2. AC C AD E I N CO N SI GL IO

C O N S I G L I O G I U S T I Z I A E A F F A R I I N T E R N I D A T A P R O T E C T I O N

Giovedì 4 dicembre, si è riunito a Bruxelles il Consiglio Giustizia e Affari interni (GAI) per discutere, tra le altre cose, del Regolamento sulla protezione dei dati personali. Il Consiglio ha raggiunto un orientamento generale parziale su questioni specifiche della proposta di Regolamento, ferma restando l’intesa che non vi è alcun accordo fino a quando non si raggiungerà un accordo generale sull’intero testo. L'orientamento generale parziale include alcuni articoli cruciali per il settore pubblico (articolo 1, l’articolo 6, paragrafo (2) e (3), articolo 21), nonché il capitolo IX (disposizioni relative alle specifiche situazioni di elaborazione dati) e i relativi punti. Il Consiglio ha anche tenuto un dibattito orientativo sul meccanismo dello sportello unico, sulla base di una proposta presentata dalla Presidenza italiana che tiene conto della necessità, espressa anche dal Servizio giuridico del Consiglio, di migliorare la “prossimità” tra gli individui e l’autorità garante, coinvolgendo le autorità di vigilanza locali nel processo decisionale. Secondo la proposta, il meccanismo di sportello unico dovrebbe intervenire solo in importanti casi transfrontalieri e consisterà in un processo di cooperazione e di codecisione tra le diverse autorità di protezione dei dati in questione. La proposta chiarisce anche che la decisione sarà adottata dall'autorità di protezione dei dati nella posizione migliore per fornire la protezione più efficace al soggetto interessato. Ciò significa che sarà l'autorità locale ad adottare la decisione in tutti i casi in cui il ricorrente potrebbe essere influenzato negativamente da essa. Confindustria condivide la previsione di un sistema di questo tipo in ambito privacy. Lo Sportello unico, infatti, potrebbe garantire alle imprese che operano in più Stati membri la possibilità di interloquire con un’unica Autorità per tutti i trattamenti effettuati, con effetti positivi sia in termini di maggiore certezza giuridica, che di minori costi di compliance. Sul punto, la Presidenza del Consiglio UE ha ipotizzato un meccanismo di one-stop-shop diverso da quello proposto dalla Commissione, con l’obiettivo di garantire una cooperazione più efficace fra le Autorità di controllo, nonché una maggiore prossimità tra l’Autorità con funzione di sportello unico e gli interessati di volta in volta coinvolti.

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Tuttavia, lo schema delineato dalla Presidenza rischia di vanificare i vantaggi derivanti dalla predisposizione di un meccanismo di one-stop-shop. Infatti, secondo tale sistema, le questioni che coinvolgono interessati di un unico Stato membro non sarebbero sottoposte l’Autorità capofila, ma risolte dalla stessa Autorità nazionale di riferimento. Lo Sportello unico, quindi, opererebbe soltanto nei casi in cui la questione coinvolga interessati di più Stati membri, con la conseguenza di lasciare invariato il numero degli interlocutori privacy. Ferma restando la possibilità dell’interessato di rivolgersi alla propria Autorità nazionale, nonché le competenze e i poteri di quest’ultima, sarebbe opportuno far convergere sull’Autorità capofila tutte le pratiche riguardanti lo stesso titolare a prescindere dalla dimensione del trattamento. In questo modo, il titolare avrebbe un unico referente amministrativo per tutte le questioni derivanti dai trattamenti effettuati, con effetti positivi in termini di semplificazione e certezza giuridica. Al riguardo, si segnala anche che il meccanismo predisposto dalla Presidenza sembra prestare poca attenzione ai profili preliminari alle operazioni di trattamento (es. autorizzazioni, notificazioni), che interessano direttamente le attività dei titolari e ne condizionano la legittimità sotto il profilo della privacy. Le esigenze di armonizzazione e semplificazione – soprattutto nei casi in cui il titolare operi in più Stati - potrebbero essere meglio soddisfatte garantendo al titolare la possibilità di interloquire con un’unica Autorità di controllo per tutte le vicende privacy che interessano la propria attività.

Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su]

C O N S I G L I O C O M P E T I T I V I T À

Lo scorso 4 e 5 dicembre si è riunito a Bruxelles l’ultimo Consiglio Competitività sotto Presidenza italiana. I N D U S T R I A : A D O Z I O N E D E L N U O V O T E S T O D I C O N C L U S I O N I S U L L A

C O M P E T I T I V I T À I N D U S T R I A L E : A G E N D A P E R L A C R E S C I T A E I L L A V O R O

Il nuovo testo di conclusioni sulla Competitività Industriale prosegue e rafforza il percorso già avviato dall’Unione europea per riaffermare la centralità dell’industria nelle strategie di rilancio della crescita e porre le basi per una nuova governance in grado di mettere avanti le ragioni della competitività.

Il testo di conclusioni contiene un paragrafo dedicato alle imprese innovative, delle quali viene riconosciuto il ruolo chiave per la competitività dell’UE e la

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capacità che esse hanno di generare effetti moltiplicatori particolarmente significativi per la crescita e l’occupazione attraverso stretti rapporti tra le imprese di tutte le dimensioni, incluse le PMI, la loro partecipazione alle catene del valore globali ed i loro sforzi elevati in termini di R&I. A tale proposito, il Consiglio invita la Commissione ad esplorare in che misura le politiche e gli strumenti a disposizione dell’UE possano essere migliorati per sostenere questa tipologie di imprese e gli Stati membri a supportare nelle proprie politiche la commercializzazione dei risultati della Ricerca, Sviluppo e Innovazione al fine di consolidare una base industriale solida e competitiva dell’UE.

Il Consiglio richiama la necessità di introdurre un quadro regolamentare certo e

stabile che tenga in considerazione le esigenze specifiche delle PMI ed invita gli Stati membri a semplificare la vita delle imprese, riducendo gli oneri burocratici, soprattutto in materia di licenze, fiscalità, esportazioni e contenziosi. Un invito specifico viene rivolto alla Commissione ad impegnarsi in un dialogo con i rappresentanti delle PMI e a sottoporre nuove proposte, attraverso specifiche valutazioni di impatto, che siano innovation-friendly, oltreché adatte per l’era digitale e tecnologicamente neutrali.

Il Consiglio richiama nuovamente la Roadmap sulla politica industriale che la

Commissione europea dovrà presentare in risposta all’invito del Consiglio europeo dello scorso marzo e che dovrà contenere proposte concrete per sostenere l’industria europea ed assicurare che essa sia in grado di competere con le altre regioni del mondo.

Infine, il testo contiene un riferimento al Piano sugli investimenti presentato la

scorsa settimana dal Presidente Juncker, rispetto al quale il Consiglio auspica un livello di ambizione elevato, una portata di intervento ampia che copra diversi ambiti di lavoro e, soprattutto, un suo forte coinvolgimento nell’implementazione futura del Piano stesso.

A D O Z I O N E D E L L E C O N C L U S I O N I S U L L A P R O M O Z I O N E D E L T U R I S M O

Il Consiglio ha adottato il testo di conclusioni sulla Promozione del Turismo. Le conclusioni, oltre a evidenziare il ruolo strategico del turismo per lo sviluppo dell’economia, della crescita e del lavoro, valorizzano lo stretto legame fra i comparti del Turismo e della Cultura, sottolineando l’enorme contributo che il patrimonio culturale, paesaggistico e marittimo dell’Europa può dare per rafforzare l’attività turistica europea.

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M E R C A T O I N T E R N O : A D O Z I O N E D E L L E C O N C L U S I O N I S U L L A S M A R T R E G U L A T I O N

I Ministri hanno adottato un testo di conclusioni sulla Smart Regulation dando un chiaro segnale della necessità di rendere più semplice e maggiormente efficiente la normativa europea. Il testo di conclusioni riafferma con decisione che la Smart regulation è uno dei principali motori per la ripresa economica e la competitività dell’UE ed invita la Commissione a confermare il proprio impegno nell’implementazione del programma REFIT, proseguendo ed accelerando le iniziative di semplificazione, valutazione, ritiro o deroga delle proposte legislative più gravose. Inoltre, le conclusioni sottolineano la necessità di ridurre gli oneri burocratici e amministrativi al fine di favorire la competitività delle piccole e medie imprese e delle micro-imprese. R I C E R C A E I N N O V A Z I O N E : A D O Z I O N E D E L L E C O N C L U S I O N I S U L P A R T E N A R I A T O

I N R I C E R C A E I N N O V A Z I O N E N E L L ' A R E A M E D I T E R R A N E A ( P R I M A )

Il Consiglio ha adottato un testo di conclusioni sul Partenariato in Ricerca e Innovazione nell'Area Mediterranea (PRIMA). Il testo fornisce una valutazione del lavoro portato avanti per avviare l’iniziativa PRIMA sulla base dell’ Art. 185 del TFUE che permetterà di avviare un nuovo processo per consolidare il partenariato in ricerca e innovazione nei settori strategici legati al "food system and water resources", in collaborazione con alcuni Paesi Partner del Mediterraneo. C O N C L U S I O N I S U L L O S P A Z I O E U R O P E O D E L L A R I C E R C A

I ministri hanno tenuto uno scambio di opinioni sui progressi compiuti verso il raggiungimento dello Spazio Europea della Ricerca (SER) e hanno adottato un testo di conclusioni. Il testo, basato sul progress report 2014 sullo Spazio Europeo della Ricerca (ERA) pubblicato dalla Commissione europea lo scorso settembre, ha riscontrato ampio favore tra gli Stati membri. Le conclusioni riaffermano la volontà degli Stati membri di sviluppare una roadmap sul SER da preparare entro la metà del 2015 in stretta collaborazione con la Commissione. La roadmap dovrà fornire i principi di base su cui sviluppare il SER e le misure concrete da attuare, includendo anche gli strumenti e le best practice che possono aiutare gli Stati membri a diminuire il divario tra ricerca e innovazione e a promuovere delle politiche adatte alle loro specificità.

C O N C L U S I O N I S U R I C E R C A E I N N O V A Z I O N E C O M E F O N T I P E R U N A C R E S C I T A

R I N N O V A T A

Il Consiglio ha adottato un testo di conclusioni sulla Ricerca e Innovazione come fonti di rinnovata crescita. Le conclusioni, basate sulla comunicazione della Commissione dello scorso giugno e sullo scambio di opinioni tra i Ministri dell’ultimo Consiglio Competitività, sottolineano l’importanza di promuovere a livello nazionale la qualità e l’efficienza della spesa pubblica in ricerca e innovazione. Il testo individua quali assi

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prioritari di riforma l’attuazione di strategie onnicomprensive a livello nazionale e regionale e l’aumento di coordinamento tra programmi nazionali e Stati membri, in particolare attraverso Horizon 2020. Le conclusioni richiamano l’importanza di favorire un utilizzo ottimale delle risorse anche grazie alla promozione dell’imprenditorialità e supportando la cooperazione con il settore privato, comprese le PMI. Inoltre, supportano le riforme dei sistemi di istruzione degli Stati membri al fine di sviluppare le competenze necessarie per il futuro della R&I in Europa.

Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected])

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C O N S I G L I O T R A S P O R T I Lo scorso 3 dicembre si è tenuto a Bruxelles il Consiglio Trasporti, Telecomunicazioni e Energia, in formato Trasporti, presieduto dal Ministro italiano per i trasporti e le infrastrutture, Maurizio Lupi e alla presenza della commissaria ai Trasporti, Violeta Bulc e della commissaria al Mercato interno, all’Industria, all’Imprenditoria e PMI, Elżbieta Bieńkowska. Il Consiglio ha adottato le conclusioni sulle infrastrutture di trasporto e le reti TEN-T, quale contributo ai lavori del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre prossimi, nonché alla revisione di medio termine della Strategia Europea 2020 prevista per il 2015. Gli esiti consiliari riaffermano l’importanza della Strategia Europa 2020 e sottolineano l’importanza degli investimenti in infrastrutture di trasporto per rilanciare la crescita e l’occupazione. Inoltre, destinano ampie riflessioni al tema delle modalità e degli strumenti di finanziamento delle TEN-T, sottolineando, tra l’altro, l’esigenza di implementare nuovi strumenti finanziari per sfruttare il potenziale di liquidità esistente nei mercati di capitali, di ottimizzare la spesa pubblica per investimenti e combinare fondi pubblici e privati. I Ministri hanno, inoltre, sottolineato l’importanza del “Piano di investimenti per l’Europa” da 315 miliardi di euro presentato dal Presidente della Commissione europea Juncker lo scorso 26 novembre a Strasburgo e che sarà approvato dal Consiglio europeo dei 18-19 dicembre, quale contributo fondamentale al rilancio dell’economia europea. In tal senso, è stato evidenziato il ruolo chiave della Special Task Force, presieduta dalla Banca Europea per gli Investimenti e dalla Commissione europea, cui è affidato il compito di individuare le linee guida per la selezione dei progetti, nonché di indicare le misure (regolamentari, progettuali etc..)da adottare per rendere effettivamente perseguibili gli obiettivi di investimento.

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Come seguiti del Consiglio informale trasportidello scorso 16-17 settembre, durante il la riunione è stato presentato l’interim report elaborato dall’ex-Vicepresidente della Commissione, Christophersen, con i coordinatori dei Corridoi europei Bodewig e Secchi, che esamina, in particolare, il tema degli strumenti di finanziamento dei progetti infrastrutturali TEN-T. Il rapporto, che sarà adottato in via definitiva nel 2015, vuole fornire anche un contributo al lavoro della Special Task Force BEI-Commissione e, in tal senso, individua alcuni esempi di progetti che potranno essere finanziati nei prossimi tre anni con strumenti finanziari innovativi. Sempre con riguardo agli investimenti nelle Ten-T, i Ministri hanno richiamato la centralità del lavoro dei coordinatori europei, che dovranno presentare i “work plan” relativi a ciascun corridoio TEN-T entro il 22 dicembre 2014, perché possano essere approvati dagli Stati membri; in tal senso, è stato ribadita l’importanza di rafforzare la cooperazione tra coordinatori, Stati membri e Commissione, con l’obiettivo di completare nei tempi i progetti di rilevanza transfrontalieria. I Ministri, infine, hanno sottolineato l’importanza di destinare in via prioritaria la Connecting Europe Facility alla rete core delle TEN-T, combinando, ove possibile, risorse dei fondi strutturali e di investimento europei, in ragione delle finalità di coesione regionale, nonché dei fondi Horizon2020 o dello Strumento europeo di vicinato. In tal contesto, i Ministri, in linea con l’impostazione del Piano Juncker, hanno espresso l’auspicio di una maggiore assistenza tecnica di BEI-Commissione a favore degli Stati membri, per supportarli nella progettazione degli interventi, per renderli più appetibili per gli investitori privati. Le conclusioni, inoltre, individuano anche altri profili che dovrebbero essere esaminati dalle Istituzioni UE e dagli Stati membri, per i loro impatto sulla realizzazione delle infrastrutture ed in particolare si tratta di: l’estensione degli strumenti finanziari già esistenti (Loan Guarantee Instrument for Ten-T, Project Bond intiative); la disciplina e le procedure in materia di aiuti di stato (punto 25); la semplificazione delle procedure di progettazione e realizzazione, invitando alla diffusione delle best practices a livello UE; il completamento del mercato interno nei settori strategici del trasporto, come spinta agli investimenti in infrastrutture; la politica di tariffazione delle infrastrutture (scambi di esperienze tra SM). Tra gli altri punti all’ordine del giorno, i Ministri hanno adottato un orientamento generale su due proposte del pacchetto Cielo Unico Europeo 2+ per accelerare l’implementazione del Cielo Unico e relativamente al regolamento dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea.

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Un approccio generale, infine, è stato adottato anche per quanto concerne la propsota di revisione del Reg. 1192/69 sulla normalizzazione dei conti delle imprese ferroviarie, che costituisce uno dei provvedimenti del Quarto Pacchetto ferroviario. I ministri, infine, con un avanzamento significativo sul pilastro tecnico e per la prima volta l'indicazione di linee-guida per il pilastro politico; i ministri hanno deciso di mantenere unito il pilastro tecnico e il pilastro politico del pacchetto, e quanto accordato servirà da base per le future negoziazioni sotto Presidenza lettone.

Per maggiori informazioni: Eleonora Faina ([email protected])

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3. R I UN IO NI ED E VE N TI

I N F R A Z I O N I , I T A L I A S C E N D E A 9 4 C A S I A P E R T I Scendono a 94 le procedure di infrazione a carico dell'Italia dopo l'ultima riunione del Collegio dei Commissari dell’Unione europea di giovedì 27 novembre 2014. Si tratta del risultato migliore di sempre, per la prima volta infatti l’Italia scende sensibilmente al di sotto delle 100 infrazioni (a dicembre 2013 se ne contavano ancora 114). Delle 94 procedure a carico del nostro Paese, 77 sono per violazione del diritto dell'Unione e 17 per mancato recepimento di direttive. Il settore ambientale resta il più penalizzato con 16 procedure, seguito da Fiscalità/dogane e Trasporti con 10. Il risultato ottenuto è dovuto a una molteplicità di fattori, tra cui da un lato l’approvazione della Legge Europea 2013 bis e della Legge di Delegazione Europea, a cura del Dipartimento Politiche Europee, ha consentito di fare archiviare numerose infrazioni che si trascinavano da più di un anno, nello specifico la Commissione ha stabilito la chiusura di 9 procedure di infrazione. Dall’altro un rinnovato impegno per la trasposizione tempestiva delle direttive ha impedito l’apertura di varie infrazioni per mancato recepimento. Il ruolo svolto in tal senso dalla Rappresentanza è stato determinante, essa ha infatti avviato un’intensa attività di contatto con i singoli funzionari per capire tempestivamente gli orientamenti della Commissione ed, agendo per tempo sia a livello normativo che attuativo, ha permesso di scongiurare l’apertura di diverse infrazioni. La Rappresentanza ha inoltre promosso contatti diretti e più frequenti tra le Amministrazioni italiane e la Commissione, per facilitare una reciproca comprensione sui casi più sensibili, tra questi, il settore ambientale è stato oggetto di particolare attenzione volta ad arginare la crescita dei “Pilot” in materia.

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Pesano certamente sul fardello del Paese infrazioni “storiche”, come quella sulle discariche regionali, per cui la CGE ha condannato oggi l’Italia ad una multa forfetaria di 40 milioni e ad una penalità semestrale di 42 milioni Euro, tuttavia si stanno ponendo le basi affinché queste restino sempre più un’eccezione.

Per maggiori informazioni: Giuliana Pennisi ([email protected]) [Torna su]

A C U R A D I M A T T E O B O R S A N I , G I U L I A N A P E N N I S I E S I L V I A G A N D U S

C O N S U L T A B I L E A N C H E S U

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B A N N E R D E L E G A Z I O N E

B R U X E L L E S

O D I R E T T A M E N T E S U L

S I T O

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