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Delegazione presso l’Unione europea www.confindustria.eu @confin_brux settimana dal 27 al 31 gennaio 2014 resoconto della settimana 20 al 24 gennaio 2014 Accade all’ UE 209 Bollettino d’informazione sulle attività delle Istituzioni Comunitarie

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se t t imana dal 27 al 31 gennaio 2014 r e s o c o n t o d e l l a s e t t i m a n a 2 0 a l 2 4 g e n n a i o 2 0 1 4

Accade all’UE n° 209

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n ° 2 0 9 S c a r i c a b i l e d i r e t t a m e n t e :

w w w . c o n f i n d u s t r i a . e u 2

L ’ i n d u s t r i a a l c e n t r o d e l l a s e t t i m a n a e u r o p e a La politica industriale torna al centro dell’attenzione europea con almeno tre appuntamenti di rilievo questa settimana. Innanzitutto lunedì sera e martedì a Bruxelles si svolgerà il convegno promosso da BusinessEurope, la Confindustria europea, proprio sulla politica industriale; il 30 gennaio si riuniranno informalmente a Roma i Ministri dell’industria di una ventina di paesi europei; infine il 29 Enrico Letta effettuerà una visita alle Istituzioni europee per la quale ha già prefigurato - in un intervento stampa sul supplemento Economia de Il Corriere della Sera - che la politica industriale e il rilancio del manifatturiero costituirà un asse portante del semestre di presidenza italiana UE. Il primo appuntamento, in preparazione da mesi con il coinvolgimento di tutta le Confindustrie nazionali, vedrà la presenza accanto alla padrona di casa, Emma Marcegaglia, dei Presidenti delle istituzioni UE, Van Rompuy, Barroso, Schulz e il primo Ministro greco Samaras, del Vice Presidente Tajani e di altri autorevoli relatori attorno ad un solo ed esclusivo argomento: per rilanciare la crescita e la competitività europea l’unica strada è quella di rafforzare le imprese europee e fare della politica industriale l’asse portante delle politiche UE. E’ questo il messaggio che intende lanciare BusinessEurope, anche sulla base di uno studio che sarà presentato martedì e che mostra i benefici complessivi che potrebbero derivare da un rilancio dell’industria, ma che mette in luce anche i lacci e lacciuoli - spesso originati proprio da normative UE - che frenano la competitività delle imprese europee, a fronte di quella degli altri paesi (e che evidenziano, peraltro, anche come a livello UE quelle italiane siano spesso le più penalizzate da costi, oneri e tassazioni superiori ad ogni altri). E’ un’occasione importante che sarà seguita da una campagna collettiva per far sì che si possa davvero procedere in tal senso, partendo dalle conclusioni dell’incontro e dalla comunicazione di politica industriale presentata giorni fa dalla Commissione Europea su proposta di Antonio Tajani. Enrico Letta fino all’ultimo ha fatto di tutto per partecipare all’incontro di BusinessEurope, ma alla fine la sua missione a Bruxelles si concentrerà tutta mercoledì 29 con incontri con gli eurodeputati italiani e con Schulz, poi con Van Rompuy e col collegio dei Commissari e infine con una presentazione di Expo 2015. Accompagnato da vari ministri, e per Expo dai responsabili dell’organizzazione tra cui la Presidente del Padiglione italiano, Diana Bracco, la visita di Letta intende preparare la prossima presidenza UE (oltre a discutere delle misure necessarie per l’applicazione del Fiscal Compact).

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dit

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le

Entr

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Com

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sio

ne r

enderà

nota

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ua p

rim

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tazio

ne s

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egno d

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gge d

i sta

bilità ita

liano,

ma

ci si aspett

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nche u

n inte

rvento

, per

una v

olta,

sui conti t

edeschi che fa g

ià m

olto r

um

ore

a B

erlin

o.

Del giu

diz

io d

i Bru

xelles s

ul te

sto

del govern

o L

ett

a s

ono g

ià u

scite a

lcune a

nticip

azio

ni sulla s

tam

pa c

he p

arlano

fors

e

in

modo

eccessiv

am

ente

ott

imis

tico

- di

un

pare

re

"sosta

nzia

lmente

positiv

o"

sulla

manovra

, a

condiz

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mante

ngano la

tr

aie

ttori

a e i

sald

i di

quanto

m

andato

a Bru

xelles,

cio

è del

testo

vara

to da

Lett

a e

Saccom

anni.

Natu

ralm

ente

, in

m

ezzo,

ci

sono

i tr

em

ila

e

passa

em

endam

enti

ed

è

chia

ro

quin

di

che

l’eserc

izio

è

estr

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am

ente

difficile p

erc

hé d

all’E

uro

pa v

err

à u

n m

onito a

chiu

dere

la p

art

ita a

sald

i in

vari

ati,

mentr

e n

on è

cert

o c

he q

uesta

sia

la lin

ea d

elle forz

e p

olitiche,

specie

nella fase c

onvuls

a c

he s

tiam

o v

ivendo.

Molto p

robabilm

ente

, la

Com

mis

sio

ne m

ett

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vo l

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pegno d

el

govern

o a

tenere

la b

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lim

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el

3%

sul quale

si è g

ià e

spre

ssa la s

cors

a s

ett

imana e

farà

capire c

he s

olo

ris

pett

ando s

cru

polo

sam

ente

le t

abelle

di

marc

ia annuncia

te (c

ioè un deficit nel

2014 al

2,7

%)

può aprirs

i concre

tam

ente

la

possib

ilità di

att

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i

meccanis

mi di flessib

ilità p

revis

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al sis

tem

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mo n

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scenario s

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possib

ile…

....

..

Sem

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agendo in a

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econom

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econom

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eccessiv

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Gia

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Dell’A

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n ° 2 0 9 S c a r i c a b i l e d i r e t t a m e n t e :

w w w . c o n f i n d u s t r i a . e u 3

Il piatto forte sarà rappresentato certamente dalle priorità della presidenza italiana. Due sono di particolare interesse per le imprese: quella, appunto, della politica industriale e quella relativa all’agenda digitale. Se saranno al centro degli incontri, come lascia presagire il forte intervento stampa di Letta, c’è da augurarsi che questi temi diverranno centrali in vista delle importanti scadenze che marcheranno tutto il 2014. In questo senso si colloca la riunione degli “amici dell’industria”, sorta di club di ministri dei paesi che credono nel manifatturiero e nei servizi indotti e che puntano, come l’Italia, su un rilancio della politica industriale. L’appuntamento del 30 gennaio a Roma è importante, perché si tratta di condividere il percorso di come dare attuazione alle proposte della Commissione e come operare affinché, già al Consiglio europeo di marzo, si possa assumere deliberazioni concrete che possano sfociare in decisioni operative proprio durante il semestre italiano. E’ una sfida decisiva e l’unica che può sostanziare davvero l’Europa dalla crescita e dall’occupazione e ridare rilancio al progetto europeo.

G i a n f r a n c o D e l l ’ A l b a

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w w w . c o n f i n d u s t r i a . e u 4

L a S e t t i m a n a

Occhi puntati sul Parlamento europeo, dove si riuniranno i gruppi parlamentari per preparare la plenaria di settimana prossima, con importanti voti come la modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale, ma non solo: mercoledì mattina i deputati incontreranno (per la prima volta) il Premier Enrico Letta, che lo stesso giorno parteciperà, sempre al Parlamento, all’evento di lancio dell’EXPO 2015, assieme da altre importanti personalità italiane. Al Consiglio, si riunirà l’ECOFIN, preceduto come sempre dall’Eurogruppo, con in agenda la presentazione delle priorità della Presidenza greca, e il punto sulla supervisione bancaria. Per quanto riguarda la Commissione europea, mercoledì il collegio dei commissari ospiterà il premier italiano, che probabilmente anticiperà le linee generali della Presidenza italiana. Last, but not least, martedì si terrà il BusinessEurope Day, di cui si da un ampio anticipo nell’editoriale.

M a t t e o C a r l o B o r s a n i

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Delegazione presso l’Unione europea

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w w w . c o n f i n d u s t r i a . e u 5

1. AC C AD E I N PAR L AM E N TO R I U N I O N I D E L L E C O M M I S S I O N I P A R L A M E N T A R I

A m b i e n t e P r o b l e m i e c o n o m i c i e m o n e t a r i

2. AC C AD E I N CO N SI GL IO

E C O F I N

3. BAN DI

E n t e r p r i s e E u r o p e N e t w o r k I N E A E A S M E

4. R I UN IO NI ED E VE N TI 3 0 - 3 1 g e n n a i o , D e l e g a z i o n e C o n f i n d u s t r i a B r u x e l l e s :

S e m i n a r i o “ L a m o d e r n i z z a z i o n e d e l l a n o r m a t i v a U E s u g l i a i u t i d i S t a t o ”

3 0 g e n n a i o , T h e i m p a c t o f t h e d a t a p r o t e c t i o n r e g u l a t i o n o n t h e c r e d i t r e p o r t i n g i n d u s t r y , t e l e c o m m u n i c a t i o n s a n d d i g i t a l b u s i n e s s e s

2 8 f e b b r a i o , B u s i n e s s E u r o p e D a y

R e s o c o n t o d e l l a s e t t i m a n a 2 0 a l 2 4 g e n n a i o 2 0 1 4

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w w w . c o n f i n d u s t r i a . e u 6

1. AC C AD E I N PAR L AM E N TO

R I U N I O N I D E L L E C O M M I S S I O N I P A R L A M E N T A R I

A M B I E N T E

Il 30 gennaio, tra ai vari punti all’ordine del giorno, la commissione parlamentare per l’Ambiente (ENVI) voterà le seguenti relazioni legislative:

Accordo raggiunto lo scorso 16 dicembre tra Consiglio e Parlamento europeo sulla proposta di Regolamento sui gas fluorurati (relazione On B. Eickhout).

Proposta di modifica del Regolamento sulle aste nell’Emissions Trading Scheme, per consentire il backloading. Scrutinio del Parlamento sulla proposta approvata dal Climate Change Committee lo scorso 18 dicembre. La Commissione ha chiesto procedura accelerata.

Proposta di Regolamento per il monitoraggio, la verifica e la rendicontazione delle emissioni di emissioni di CO2 nel settore marittimo (relazione On. T. Skylakakis).

Proposta di emendamento della Direttiva EU ETS in vista di un accordo globale per istituire un meccanismo di mercato globale per la riduzione delle emissioni di CO2 nel settore aereo (relazione P. Liese).

Per maggiori informazioni: Barbara Mariani ([email protected])

[Torna su]

P R O B L E M I E C O N O M I C I E M O N E T A R I

Si segnala che i prossimi 27, 28 e 30 gennaio si riunirà la commissione parlamentare per i Problemi economici e monetari (ECON). Tra i diversi punti all’ordine del giorno si segnala che avrà luogo uno scambio di opinioni con Luis De Guindos, Ministro spagnolo dell'Economia e della competitività.

Per maggiori informazioni: Viviana Padelli ([email protected])

[Torna su]

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2. AC C AD E I N CO N SI GL IO

E C O F I N Il prossimo 28 gennaio si riunirà il Consiglio per gli Affari economici e finanziari, preceduto, come di consueto dall’EUROGRUPPO. Si prega di trovare qui un programma indicativo dell’incontro.

Per maggiori informazioni: Viviana Padelli ([email protected]) [Torna su]

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3. BAN DI

E N T E R P R I S E E U R O P E N E T W O R K

Il 22 gennaio 2014 la Commissione europea ha pubblicato il bando per la creazione della nuova rete Enterprise Europe Network per il periodo 2015-2020. La Rete Enterprise Europe Network è stata creata dalla Commissione europea nel 2008 al fine di aiutare le piccole e medie imprese a sfruttare al meglio le opportunità offerte dal mercato europeo. Ad oggi è la più grande rete europea di sevizi di assistenza gratuita a sostegno della competitività e dell’innovazione delle PMI ed opera in 47 paesi in Europa e nel mondo, attraverso circa 600 organizzazioni. Il nuovo bando ha lo scopo di ampliare i servizi dell’EEN al fine di favorire la competitività delle PMI, in particolare:

aiutandole a sfruttare le opportunità offerte dal Mercato Unico;

assistendo il loro accesso ai mercati internazionali;

sostenendo i processi di innovazione (anche attraverso l’accesso al nuovo Strumento per le PMI previsto dal programma Horizon 2020).

La Commissione ha stanziato per la Rete un ammontare di 336 milioni di euro proveniente dal budget del programma COSME, di cui 93 milioni saranno erogati con il presente bando per le attività che la Rete porterà avanti tra il 1 gennaio 2015 e il 31 dicembre 2016. La scadenza per la presentazione delle candidature online è prevista per il 15 maggio 2014. Al sito internet della Delegazione é disponibile una scheda in italiano sul bando. http://www.confindustria.eu/it/item/3518-Enterprise_Europe_Network

Per maggiori informazioni: Leonardo Pinna ([email protected]) e Gaia Della

Rocca([email protected])

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I N E A La Commissione Europea ha pubblicato l’organigramma della nuova Agenzia Esecutiva per l’Innovazione e i Network (INEA). INEA, che prenderà il posto dell’Agenzia Esecutiva per le Reti di Trasporto Trans europee ( Trans-European Transport Network Executive Agency , TEN-T EA), gestirà per conto della Commissione europea parte dei seguenti programmi:

Meccanismo per collegare l’Europa (Connecting Europe Facility - CEF) Horizon 2020 Programmi precedenti: TEN-T e Marco Polo 2007-2013

In particolare, l’Agenzia si occuperà della gestione del settore dei trasporti, dell’energia e del digitale all’interno del “Meccanismo per collegare l’Europa”, e di trasporti ed energia nel quadro del terzo pilastro “Societal challenges” del programma Horizon 2020. INEA si occuperà inoltre della gestione delle infrastrutture per i trasporti TEN-T e delle Freight performance in Marco Polo. In totale si prevede che la nuova Agenzia Esecutiva gestirà un budget di complessivo che potrà raggiungere i 37 miliardi di euro, di cui 30 miliardi per CEF e 7 miliardi per Horizon 2020.

Per maggiori informazioni: Leonardo Pinna ([email protected]) [Torna su]

E A S M E La Commissione europea ha pubblicato l’organigramma della nuova Agenzia Esecutiva per le Piccole e Medie Imprese (EASME). EASME, che prenderà il posto dell’Agenzia Esecutiva per la Competitività e l’Innovazione (EACI), gestirà per conto della Commissione europea la maggior parte del programma per la competitività delle PMI (COSME) e sarà anche responsabile dello strumento per le PMI, il nuovo e innovativo strumento di sostegno alle PMI nell'ambito del programma Horizon 2020. L’Agenzia si occuperà inoltre di energia e clima nel quadro del terzo pilastro del programma Horizon 2020 “Sfide Sociali”, nonché del programma per l'ambiente e l’azione per il clima (LIFE). Nel corso del 2014 EASME verrà incaricata di gestire anche buona parte del Fondo europeo per la pesca marittima (EMFF).

Per maggiori informazioni: Leonardo Pinna ([email protected]) [Torna su]

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4. R I UN IO NI ED E VE N TI S E M I N A R I O

L A M O D E R N I Z Z A Z I O N E D E L L A N O R M A T I V A U E S U G L I

A I U T I D I S T A T O

I prossimi 30 e 31 gennaio, presso la Delegazione di Confindustria a Bruxelles, avrà luogo il

seminario:

“La modernizzazione della normativa UE sugli aiuti di Stato” Il seminario sarà dedicato ad un aggiornamento sul processo di modernizzazione in corso della disciplina UE sugli aiuti di Stato. In particolare, durante le due giornate si cercherà di fornire alle imprese del sistema confindustriale e a tutti coloro che fossero interessati gli strumenti per poter prendere parte in maniera consapevole al dibattito in corso sulla revisione della nozione di aiuto di Stato, delle linee guida sugli aiuti di Stato per la tutela ambientale e l’energia, degli orientamenti sugli aiuti di Stato per R&S&I. Inoltre il seminario offrirà ai partecipanti l’occasione di avere un confronto diretto su questi temi con i funzionari delle istituzioni italiane e europee che seguono i progetti di riforma, e che interverranno in qualità di relatori. Cliccando sui seguenti link si trovano:

programma;

nota esplicativa;

scheda di iscrizione.

Per ulteriori informazioni si prega di rivolgersi al segretariato della Delegazione di Confindustria a Bruxelles ([email protected]).

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W O R K S H O P

T H E I M P A C T O F T H E D A T A P R O T E C T I O N R E G U L A T I O N

O N T H E C R E D I T R E P O R T I N G I N D U S T R Y ,

T E L E C O M M U N I C A T I O N S A N D D I G I T A L B U S I N E S S E S

Il 30 gennaio, nell’ambito dell’European Public Affairs Action Day, al Thon Hotel EU di Bruxelles, dalle ore 14:15 alle ore 15:30, avrà luogo il workshop "The impact of the data protection regulation on the credit reporting industry, telecommunications and digital businesses", organizzato da Fb&Associati. Interverranno, tra gli altri:

Marie-Hélène Boulanger, Head of Unit Data Protection, Commissione europea, DG Justice;

Filippo Colombo, Rappresentanza permanente d’Italia presso l’UE;

Enrico Lodi, Vice Presidente di ACCIS (European Association of Consumer Credit Information Suppliers);

Marzia Minozzi, Responsabile Relazioni Istituzioni di Asstel (Assotelecomunicazioni);

Kimon Zorbas, Vice Presidente IAB Europe (Interactive Advertising Bureau).

Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su]

C O N F E R E N Z A

B U S I N E S S E U R O P E D A Y

Il prossimo 28 gennaio, a Bruxelles, avrà luogo la conferenza “BusinessEurope Day” alla quale parteciperanno congiuntamente un selezionato gruppo di leader del mondo imprenditoriale e leader politici per discutere del futuro dell’industria europea e quali politiche potrebbero essere adottate per incentivare la competitività. La conferenza si confingura come una piattaforma unica volta a promuovere l’industria come una forza guida della ripresa dell’Europa.

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Resoconto della settimana

dal 20 al 24 gennaio

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1. AC C AD E I N PAR L AM E N TO R I U N I O N I D E L L E C O M M I S S I O N I P A R L A M E N T A R I

A m b i e n t e C o m m e r c i o i n t e r n a z i o n a l e A f f a r i g i u r i d i c i O c c u p a z i o n e e a f f a r i s o c i a l i I n d u s t r i a , R i c e r c a e d E n e r g i a M e r c a t o i n t e r n o e P r o t e z i o n e d e i c o n s u m a t o r i T r a s p o r t i e T u r i s m o S v i l u p p o r e g i o n a l e

2. AC C AD E I N COM MI SS IO N E P a c c h e t t o s u l l a p o l i t i c a c l i m a t i c a e d e n e r g e t i c a a l 2 0 3 0 C o m u n i c a z i o n e “ F o r a E u r o p e a n I n d u s t r i a l R e n a i s s a n c e ”

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1. AC C AD E I N PAR L AM E N TO R I U N I O N I D E L L E C O M M I S S I O N I P A R L A M E N T A R I

A M B I E N T E

P R O P O S T A D I M O D I F I C A D E L L A D I R E T T I V A 9 4 / 6 2 / C E S U G L I I M B A L L A G G I E I R I F I U T I D A

I M B A L L A G G I O A L L O S C O P O D I R I D U R R E I L C O N S U M O D I S A C C H E T T I D I P L A S T I C A

Il 22 gennaio, la commissione Ambiente ha discusso la relazione dell’On. Auken (Verdi, Danimarca) sulla proposta di modifica della Direttiva Imballaggi 94/62/CE, presentata dalla Commissione europea lo scorso 4 novembre. La proposta di legge prevede l’inclusione nel campo di applicazione dell’attuale Direttiva dei sacchetti di plastica mono-uso (con uno spessore inferiore a 50 micron) e incoraggia gli Stati Membri ad adottare misure di riduzione del consumo dei sacchetti di plastica, incluse restrizioni di mercato in deroga all’Art. 18 della Direttiva. La relazione dell’On. Auken rafforza la proposta introducendo la richiesta di un obiettivo europeo per la riduzione dell’uso di sacchetti di plastica leggeri dell’80% entro due anni dall’entrata in vigore della nuova Direttiva sugli Imballaggi, con un’esenzione solo per i per sacchetti il cui spessore è inferiore ai 10 micron, cioè quelli utilizzati nell’imballaggio di prodotti freschi umidi o secchi (frutta, verdura, dolciumi). In merito all’uso dei sacchetti biodegradabili, la relatrice solleva dubbi sulla reale biodegradabilità e sul loro contributo, nel lungo periodo, all’obiettivo di riduzione della plastica in uso all’interno dell’UE. Il primo dibattito in aula ha evidenziato forti perplessità da parte dei relatori ombra rispetto alle proposte della relatrice. Ad eccezione del gruppo dei liberali (ALDE), gli altri gruppi politici non ritengono che un divieto finalizzato ad una riduzione dei consumi di plastica dell’80% sia realistico, soprattutto alla luce delle diversità esistenti in termini di approcci tra Stati membri. Anche la proposta di distinguere tra sacchetti leggeri e molto leggeri non ha riscontrato particolare sostegno. Più condivisa è l’idea di imporre un costo su tutti i sacchetti e di sensibilizzare maggiormente i consumatori. Per quanto riguarda la possibile esenzione dei sacchetti biodegradabili dal campo di attuazione della direttiva, alcuni deputati non sembrano volere opporre resistenza ma hanno espresso dubbi sulla effettiva biodegradabilità nell’ambiente in un arco di tempo limitato e restano preoccupazioni sulla loro permanenza in ambiente marino.

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La maggior parte dei deputati intervenuti ha evidenziato scarsa conoscenza e una certa confusione tra prodotti oxo-degradabili, biodegradabili, compostabili o semplicemente biobased e ha sollevato dubbi sull’efficacia degli standard esistenti. La relazione Auken sarà votata in Commissione Ambiente il 6 marzo.

Per maggiori informazioni: Barbara Mariani ([email protected]) [Torna su]

C O M M E R C I O I N T E R N A Z I O N A L E

Il 21 gennaio scorso, la commissione INTA del PE ha approvato, con 24 voti a favore e 6 contrari, la relazione dell’On. Fjellner sulla modernizzazione degli Strumenti di Difesa Commerciale (TDI) dell’UE, sulla base della proposta di Regolamento presentata dalla Commissione europea la scorsa primavera. Nel complesso, l’esito del voto può essere considerato ampiamente soddisfacente per gli interessi dell’industria italiana. Infatti, tutte le proposte più “ambiziose” avanzate dal relatore in dicembre (tra cui quella di una vera e propria ‘shipping clause’, finalizzata ad esonerare dai dazi le merci in transito al momento della loro imposizione) sono state rigettate e la proposta originaria della Commissione è stata complessivamente riequilibrata come suggerito tanto da Confindustria che da BusinessEurope. Il voto della commissione INTA dovrà essere ora confermato in plenaria, dove il voto è già stato calendarizzato per il 5 febbraio; dopodiché si dovranno aprire i negoziati con il Consiglio. Nel dettaglio, ecco i principali elementi emersi dal voto di settimana scorsa:

Rimozione Parziale della “Lesser Duty Rule” (l’elemento senza dubbio più controverso della proposta della Commissione europea) – la disposizione è stata notevolmente rafforzata, prevedendo che, nei procedimenti anti-dumping, la Lesser Duty Rule non si applichi non solo nel caso di distorsioni strutturali sulle materie prime – inclusa l’energia - ma anche quando:

a. si riscontrano “significant State interferences” che distorcono i prezzi dei prodotti interessati (che possono manifestarsi sui tassi di cambio, sulle condizioni di trade finance, ecc.)

b. la denuncia viene presentata da un settore prevalentemente composto da PMI

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c. l’indagine dimostra l’esistenza di sovvenzioni (anche laddove non sia stato

avviato un apposito procedimento anti-sovvenzioni)

d. il paese esportatore non abbia un livello adeguato di standard sociali ed ambientali, determinato sulla base della ratifica di una serie di convenzioni internazionali (elencate in un allegato)

Viene confermata anche la non-applicazione della Lesser Duty Rule nei procedimenti

anti-sovvenzione, come proposto dalla Commissione europea

Soppressione del meccanismo di pre-notifica dell’imposizione di dazi provvisori (che avrebbe dovuto avvenire almeno due settimane prima della loro imposizione) e della connessa “shipping clause”

Soppressione dell’obbligo di rimborsare i dazi versati nel caso di riesami alla scadenza (expiry reviews) che si concludono con esito negativo

Respinta la proposta di coinvolgere tutti i produttori comunitari – e non solo i denunzianti, come prevedono gli attuali regolamenti anti-dumping e anti-sovvenzioni – nella valutazione dell’“interesse dell’Unione”; parimenti, nel caso in cui la Commissione decida di far ricorso alla tecnica di campionamento (sampling), potrà prendere in considerazione solo gli operatori economici che collaborano all’indagine (e non, come la Commissione stessa aveva proposto, anche quelli potenzialmente contrari all’imposizione dei dazi).

Soppressione dell’obbligo di cooperare nelle indagini ex-officio per i produttori comunitari (sostituito da una semplice “richiesta di cooperare”).

Sostanziale riduzione delle tempistiche di indagine: si passa da 15 a 12 mesi per l’imposizione dei dazi definitivi nel caso dell’anti-dumping, e da 13 a 10 nel caso dell’anti-sovvenzioni; in entrambi i casi, i dazi provvisori dovranno essere imposti al massimo entro 6 mesi (rispetto agli attuali 9) dall’avvio dell’indagine.

Estensione dell’ambito di applicazione della normativa AD/AS dell’UE alla Piattaforma continentale e alla Zona Economica Esclusiva, come richiesto da alcuni importanti settori industriali europeo per contrastare il crescente fenomeno dell’import di tubi per utilizzo in installazioni petrolifere offshore, che finora non sono stati assoggettati a dazi.

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Introduzione di disposizioni mirate ad agevolare significativamente l’utilizzo dei TDI da parte delle PMI, fra cui: viene sancita l’esistenza dell’“SME helpdesk” (già operativo, ma di fatto solo formalmente), di cui vengono definiti i compiti (dovrà, fra le altre cose, informare le PMI su come presentare una denuncia, predisporre questionari in tutte le lingue ed agevolare la loro compilazione, fornire informazioni sull’evoluzione delle importazioni - in volume e valore - alle PMI che presentano prove ‘prima facie’ di dumping/sovvenzioni così da facilitare la raccolta di dati per predisporre una denuncia, favorire il raggiungimento delle soglie di ‘standing’ necessarie per presentare una denuncia); si esplicita la possibilità di indagini ex-officio nel caso di settori composti in prevalenza di SMEs; si chiede alla Commissione di tenere in considerazione la proporzione di PMI operanti nel settore nel caso in cui faccia ricorso alla tecnica del campionamento e di far coincidere, laddove possibile, il periodo di indagine con l’esercizio finanziario, così da facilitare l’estrazione dei dati contabili da fornire alla Commissione.

Linee guida: viene formalizzata una procedura ‘sui generis’ per l’approvazione delle linee guida, in base alla quale Parlamento europeo e Consiglio dovranno dare il via libera alla loro adozione; inoltre, si esplicita in un considerando che le bozze di linee guida attualmente in discussione dovranno essere adottate solo dopo la conclusione del processo legislativo in corso.

Si introduce l’obbligo di registrazione automatica delle importazioni qualora l’industria comunitaria ne faccia giustificata richiesta

Price Undertakings: si introduce l’obbligo per la Commissione europea di consultare l’industria comunitaria prima di accettare un’offerta di undertaking (come nel caso dei pannelli solari)

Trasparenza: vengono introdotti una serie di obblighi volti ad aumentare la trasparenza dei procedimenti anti-dumping e anti-sovvenzioni (miglior accesso per le parti interessate alle versioni non-confidenziali dei documenti; possibilità di informare le parti interessate sull’evoluzione delle importazioni dei beni sotto indagine; obbligo di predisposizione di un rapporto annuale con informazioni sull’utilizzo e l’impatto degli strumenti di difesa commerciale).

Per maggiori informazioni: Carlo Pirrone ([email protected])

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A F F A R I G I U R I D I C I Lunedì 20 e martedì 21 gennaio si è riunita la commissione parlamentare JURI. Tra i punti affrontati si segnala l’approvazione del progetto di relazione sull’adeguatezza della regolamentazione dell'Unione europea, la sussidiarietà e la proporzionalità (“Legiferare meglio”) dell’On. Sajjad Karim (ECR, Regno Unito). La relazione svolge una valutazione sull’agenda europea di Smart Regulation e invita la Commissione a intervenire concretamente per ridurre gli oneri evidenziati dalle PMI con la consultazione sui 10 atti legislativi più gravosi, a rafforzare il ricorso alle esenzioni per le piccole e medie imprese e ad adottare proposte per la semplificazione nell’ambito dell’esercizio REFIT (Regulatory Fitness and Performance Programme). Il voto in plenaria a Strasburgo è previsto per il prossimo 4 febbraio.

Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected]) [Torna su]

O C C U P A Z I O N E E A F F A R I S O C I A L I Mercoledì 22 e giovedì 23 gennaio si è riunita la commissione parlamentare EMPL. Tra i punti affrontati si segnala l’esame del progetto di relazione sul Vertice sociale tripartito dell’On. Csaba Ory (PPE, Ungheria). Nell’ambito della proposta di revisione tecnica del Vertice, come adeguamento alle novità introdotte dal Trattato di Lisbona, la relazione supporta la richiesta delle parti sociali di essere coinvolte nel processo decisionale europeo al più alto livello possibile. L’On. Csaba Ory, che ha ricordato di aver incontrato sia ETUC sia BusinessEurope, ha auspicato una rapida chiusura del dossier, entro la plenaria di marzo. L’On. Berès (S&D, Francia) ha richiamato l’attenzione sui risvolti politici del Vertice e ha proposto di inserire la richiesta che il Parlamento europeo riceva un posto da osservatore. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato al 28 gennaio. In commissione EMPL ha inoltre avuto luogo uno scambio di opinioni sui negoziati con il Consiglio sull'applicazione della direttiva 96/71/CE relativa al distacco dei lavoratori nell'ambito di una prestazione di servizi. La direttiva del 1996 prevede che il Paese ospitante garantisca ai lavoratori distaccati condizioni minime di tutela in materia di salute, sicurezza, orario di lavoro e salario minimo. La Commissione europea ha presentato nel marzo 2012 una nuova proposta legislativa, allo scopo di migliorarne l'applicazione e l'attuazione pratica. La proposta stabilisce un insieme di disposizioni, misure e meccanismi di controllo specifici,

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comprendente anche misure dirette a prevenire e sanzionare ogni violazione ed elusione delle norme vigenti. La relatrice, l’On. Jazlowiecka (PPE, Polonia) ha affermato che i negoziati nell’ambito del trilogo tra Commissione, Parlamento e Consiglio sono stati costruttivi e hanno portato al raggiungimento di un compromesso su alcuni punti, come gli artt. 3-4 relativi all’individuazione delle autorità competenti e degli uffici di collegamento e l’art. 5 relativo all’accesso alle informazioni, mentre altri punti richiederanno un ulteriore lavoro.

Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected])

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I N D U S T R I A , R I C E R C A E D E N E R G I A

Mercoledì 22 e giovedì 23 gennaio si è riunita la commissione parlamentare ITRE. Tra i punti affrontati si segnala l’approvazione dei progetti di relazione relativi all’istituzione delle imprese comuni (JTI) Medicinali innovativi 2, ECSEL, Bioindustrie, Clean Sky 2, Celle a combustibile e idrogeno 2 e SESAR e dei programmi di ricerca avviati congiuntamente da più Stati membri (Public/Public Partneship, art. 185) per le piccole e medie imprese (EUROSTAR II), gli studi clinici, la metrologia e la vita attiva e autonoma. I dieci dossier del cosiddetto Pacchetto innovazione mirano a istituire dei partenariati per canalizzare una parte dei fondi del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 su alcuni ambiti considerati fondamentali per la competitività dell’UE.

Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected]) [Torna su]

M E R C A T O U N I C O E U R O P E O D E L L E C O M U N I C A Z I O N I E L E T T R O N I C H E

Il 22 gennaio 2014, in commissione per l'Industria, la Ricerca e l'Energia (ITRE) si è tenuto l’esame degli emendamenti (I e II) al progetto di relazione “Mercato unico europeo delle comunicazioni elettroniche” dell’On. Pilar del Castillo Vera (PPE, Spagna). La relatrice ha ricordato che il Parlamento europeo può sfruttare l’opportunità unica di provare a regolamentare, nel miglior modo possibile, un settore così strategico dal punto di vista economico come quello delle tlc. Il “Mercato unico europeo delle comunicazioni elettroniche”, secondo la relatrice, fornirà un decisivo contributo alla competitività delle

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imprese europee, per il quale si rende necessario anche un rafforzamento dell'Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC). Altra questione fondamentale posta dalla relatrice, è stata quella relativa ai costi aggiuntivi del roaming all’estero, la cui abolizione, prevista entro luglio 2015 o al massimo 2016, porterà – secondo la relatrice - vantaggi sia ai consumatori che agli operatori. Il progetto di relazione ha incontrato un generale e diffuso favore in aula da parte di tutti i gruppi politici, con qualche piccola eccezione. Da alcuni europarlamentari è stata, infatti, posta la necessità di introdurre ulteriori emendamenti di compromesso al fine di migliorare la proposta legislativa che, per alcuni, appare poco ambiziosa. Infine, la relatrice ha ricordato che la votazione in commissione ITRE si terrà il 24 febbraio in seduta straordinaria a Strasburgo.

Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected])

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A M M I N I S T R A T I V O D E L B E R E C

Mercoledì 22 gennaio si è tenuto, in commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE), uno scambio di opinioni con László István Ignéczi, candidato alla posizione di direttore amministrativo dell'Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC). Ignéczi, ex-diplomatico ungherese e ingegnere elettronico, ha posto l’accento sul fatto che il BEREC abbia una connotazione particolare rispetto alle corrispettive agenzie nazionali. Il compito fondamentale, così inteso dallo stesso candidato alla posizione di direttore amministrativo, sarà concentrarsi sugli organismi di coordinamento, sviluppando ed implementando metodologie sempre più armonizzate. Ignéczi ha poi dichiarato di vedere la possibilità di migliorare l’efficienza del BEREC, condividendo buone prassi e instaurando sinergie sempre più avanzate con le altre agenzie europee.

Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su]

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E U E T S - B A C K L O A D I N G

Il 23 gennaio, la commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo, a seguito di obiezione sollevata dal deputato austriaco Rubig (PPE), ha respinto con 30 voti a favore e 19 contrari la proposta di modifica del Regolamento sulle aste nell’Emissions Trading Scheme che consentirebbe il ritiro temporaneo (backloading) di 900 milioni di quote di emissione dal sistema ETS. La proposta è stata approvata dal Climate Change Committee lo scorso 18 dicembre e la procedura prevede tre mesi di scrutinio da parte del Consiglio e del Parlamento europeo. La Commissione europea ha chiesto una procedura accelerata per poter implementare speditamente la misura.

Per maggiori informazioni: Barbara Mariani ([email protected]) [Torna su]

M E R C A T O I N T E R N O E P R O T E Z I O N E D E I C O N S U M A T O R I

L I V E L L O C O M U N E E L E V A T O D I S I C U R E Z Z A D E L L E R E T I E D E L L ’ I N F O R M A Z I O N E

N E L L ’ U N I O N E

Il 22 gennaio, in commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO), è stato approvato il progetto di relazione “Livello comune elevato di sicurezza delle reti e dell’informazione nell’Unione” del relatore Andreas Schwab (PPE, Germania). In totale, alla proposta della Commissione europea sono stati presentati 232 emendamenti. Nel documento finale, risultano rinforzate le tematiche legate alla protezione dei dati e agli aspetti civili. Subito dopo la votazione, l’On. Schwab ha dichiarato di voler cominciare immediatamente, nella stessa giornata, le negoziazioni con il Consiglio e ha così chiesto alla commissione IMCO un mandato che gli è stato prontamente conferito.

Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su]

Il pomeriggio di mercoledì 22 gennaio la commissione IMCO del Parlamento europeo ha ospitato Kostis Hatzidakis, ministro dello sviluppo, della competitività, delle infrastrutture, dei trasporti e delle reti del Governo greco, che ha presentato le priorità della Presidenza per il semestre da poco cominciato. Il Ministro Hatzidakis ha dichiarato in apertura come la Presidenza ellenica si trovi davanti a una duplice sfida: una assoluta, dovuta alla breve durata della Presidenza che, cadendo

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proprio a ridosso delle elezioni europee avrà soli 3 mesi effettivi per portare a termine dossiers di fondamentale importanza; e una relativa, che consisterà nel cogliere l’occasione per riqualificare l’immagine della Grecia come Stato membro dell’UE, attuando un programma pragmatico e realistico che si concentri sui dossiers più importanti e cerchi di raggiungere quanto prima degli accordi di compromesso. Da questo punto di vista, le priorità della Presidenza greca in materia di mercato interno saranno: migliorare il quadro giuridico sulla tutela dei consumatori; porre l’accento sull’importanza del finanziamento alle PMI e favorire investimenti nel campo della ricerca e dell’innovazione. Per quello che riguarda, più nello specifico, le priorità legislative, sono compresi fra i dossiers di maggior rilevanza per la Presidenza greca: la proposta di direttiva su Pacchetti turistici e servizi turistici assistiti - per la quale la Presidenza mira a finalizzare la prima lettura e a presentare una relazione finale da trasmettere alla Presidenza italiana; la proposta di direttiva sulla fatturazione elettronica negli appalti pubblici - per la quale le trattative a

livello di trilogo sono già a un ottimo livello; la proposta di regolamento sulla sicurezza dei prodotti di consumo. Proprio quest’ultimo dossier costituisce la sfida più aperta, e più difficile, per la Presidenza greca ed è stato anche oggetto principale del dibattito fra il ministro Hatzidakis e i membri della commissione IMCO. Il nodo principale è costituito dall’articolo 7 della proposta di

regolamento sulla sicurezza dei prodotti di consumo, noto come clausola “Made In”. Su questo punto, infatti, le posizioni degli Stati membri configgono e formano un blocco difficilmente superabile. Il ministro greco ha promesso che la Presidenza porterà avanti con tenacia i negoziati per cercare una soluzione di compromesso a livello di Consiglio, data la fondamentale rilevanza che ha tale proposta per garantire la tutela dei consumatori europei. Gli interventi dei deputati sono stati unanimi nel richiamare alla necessità di adottare il regolamento sulla sicurezza dei prodotti entro la fine della legislatura, per non vanificare il duro lavoro portato avanti sino a ora e il ministro Hatzidakis si è mostrato disponibile ad ascoltare nell’intero periodo dei negoziati le proposte provenienti dal Parlamento per superare l’attuale stallo.

Per maggiori informazioni: Matteo Carlo Borsani ([email protected]) [Torna su]

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T R A S P O R T I E T U R I S M O

P R I O R I T À D E L L A P R E S I D E N Z A G R E C A N E L S E T T O R E D E I T R A S P O R T I

Il 21 gennaio scorso, la commissione per i Trasporti e il Turismo (TRAN) del Parlamento europeo ha ascoltato in audizione i Ministri greci responsabili per i Trasporti e le Infrastrutture sulle priorità della Presidenza di turno. Sicurezza, protezione dell'ambiente, R&I&S, tutela dei passeggeri, trasferimento modale efficiente, promozione della competitività e del mercato interno saranno i punti cardine dell’azione della Presidenza di turno greca. L'attività sarà concentrata nel periodo gennaio-marzo per tentare di chiudere prima delle elezioni europee i negoziati con il Parlamento europeo. I Consigli Trasporti si terranno il 14 marzo a Bruxelles; il 7-8 maggio ad Atene (informale); e il 5 giugno a Lussemburgo. Per quanto riguarda le singole modalità, si segnalano in particolare i seguenti dossier di interesse per il Sistema: TRASPORTO STRADALE

1. direttiva sui pesi e dimensioni massimi autorizzati per i veicoli;

2. decisione per un sistema di “e-Call” interoperabile in tutto il territorio dell'Unione europea.

L’obiettivo è pervenire ad Orientamenti Generali ai Consigli trasporti di marzo e giugno. Nessun impegno con il Parlamento è possibile sui 2 dossier, visti gli stretti margini temporali a disposizione.

TRASPORTO FERROVIARIO

Con riferimento al IV Pacchetto ferroviario, la Presidenza mira a concludere il negoziato consiliare sul nuovo regolamento dell'Agenzia ferroviaria europea (ERA), adottando un Orientamento Generale al Consiglio Trasporti del 14 marzo. Entro la stessa data, la Grecia prevede anche l'adozione della proposta di regolamento sul Programma "Shift2Rail", per la successiva approvazione del PE nella seduta plenaria di aprile.

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La Presidenza si propone di avviare poi il negoziato su uno dei due restanti atti del IV Pacchetto - Regolamento sugli obblighi di servizio pubblico (PSO) e Direttiva sulla "governance" dell'infrastruttura ferroviaria - mirando a presentare una relazione sullo stato dei lavori al Consiglio di giugno. La scelta tra i due dossier, annunciata per l'avvio del semestre, anche alla luce del voto della Commissione TRAN del PE del 17 dicembre, è stata ulteriormente rinviata. TRASPORTO MARITTIMO

La Presidenza greca ha espresso la ferma intenzione di finalizzare il negoziato con il Parlamento europeo sulla Direttiva Equipaggiamento Marittimo (relatore Riquet, PPE, Francia), annunciando già le date dei prossimi triloghi informali (22 gennaio e 10 febbraio), nonché di conseguire un accordo sul Regolamento finanziario EMSA (arenatosi a dicembre per l'insistenza del Parlamento (relatore Keith Taylor, Verdi, Regno Unito) di aumentare il budget per l'Agenzia di Lisbona. A partire da febbraio la Presidenza intende avviare il negoziato sul Regolamento finanziario sui porti (adottato dalla Commissione a giugno 2013) con l'obiettivo di pervenire ad una posizione condivisa in occasione del Consiglio di giugno. Si segnala che la Commissione Trasporti del Parlamento (relatore Fleckenstein, ASDE, Germania) adotterà la propria posizione nel febbraio. TRASPORTO AEREO

In questo settore la Presidenza greca intende conseguire un accordo in seconda lettura sul Regolamento riduzioni acustiche del Pacchetto aeroporti entro febbraio (primo trilogo previsto il 14 gennaio). Per quel che riguarda le altre proposte relative al pacchetto aeroporti (Regolamento slot, Regolamento servizi a terra), le relazioni con Paesi terzi ed il pacchetto Cielo Unico Europeo II plus, la Presidenza si e' riservata di verificare l'inclusione nell'agenda successivamente alla conclusione dell'attività parlamentare (aprile 2014). QUESTIONI ORIZZONTALI

La Presidenza intende pervenire ad un accordo in prima lettura con il Parlamento europeo (relatore On. Carlo Fidanza, PPE, Italia) sulla Direttiva per la realizzazione di infrastrutture per carburanti alternativi.

Per maggiori informazioni: Maria Cristina Scarfia ([email protected]) [Torna su]

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S V I L U P P O R E G I O N A L E S C A M B I O D I O P I N I O N I C O N K O S T Í S H A T Z I D Á K I S , M I N I S T R O G R E C O D E L L O S V I L U P P O E

D E L L A C O M P E T I T I V I T À

Il 22 gennaio 2014, in commissione per lo Sviluppo regionale (REGI) si è tenuto uno scambio di opinioni con Kostís Hatzidákis, ministro dello Sviluppo e della competitività, sulle priorità della politica di coesione dell'UE della Presidenza greca del Consiglio dell'Unione europea. Hatzidákis ha dichiarato che la Presidenza greca intende ottenere, in questo campo, risultati concreti e tangibili entro fine marzo/metà aprile. La politica di coesione, secondo il Ministro greco, rappresenta una pietra miliare per l’Europa, nonché uno strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi indicati dalla strategia Europa 2020. Per Hatzidákis sono prioritari la creazione di posti di lavoro e l’assorbimento degli effetti della crisi. A tal fine, è stato pianificato un incontro informale sulla politica di Coesione che si terrà in aprile, ad Atene, e che sarà aperto a tutti i ministri dello Sviluppo e della competitività dei paesi membri. Nell’incontro si affronterà, in particolare, la problematica relativa alle disposizioni nazionali del pacchetto normativo sulla politica di Coesione. Hatzidákis ha infine annunciato le priorità della Presidenza greca, rispetto alla politica di coesione dell’UE:

Attuazione dei Regolamenti ;

Soluzione dei problemi tecnico-giuridici relativi agli atti delegati;

Avvio immediato del negoziato sul Fondo di solidarietà e rapida definizione dello stesso;

Conclusione del negoziato sulle Regioni periferiche, ultra-periferiche e insulari.

In particolare, per quanto riguarda gli atti delegati, Hatzidákis ha dichiarato che la questione sarà affrontata con urgenza perché, ove sorgessero difficoltà, queste potrebbero ritardare l’applicazione dell’intero pacchetto legislativo a livello nazionale.

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Infine, quanto al Fondo di solidarietà il ministro ha ribadito che rappresenterà “la” priorità della Presidenza greca e che il negoziato interistituzionale sarò subito avviato con l’intento di chiuderlo entro la fine del mandato.

Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su]

C O D I C E D I C O N D O T T A E U R O P E O D E L L A P O L I T I C A D I C O E S I O N E

Il 22 gennaio, la commissione REGI ha approvato la proposta di un nuovo Codice di Condotta europeo nel quadro legislativo della politica di Coesione. Si tratta dì una procedura iniziale di non obiezione a tale atto delegato proposto dalla Commissione europea. La Commissione europea aveva presentato il codice di condotta il 7 gennaio 2014 e, dopo averlo approvato mercoledì, i membri della commissione REGI ne hanno proposto una rapida adozione in Plenaria così da facilitare la sua entrata in vigore. Come ha dichiarato il presidente della commissione per lo Sviluppo regionale Danuta Hübner (PPE, Polonia), «il senso di urgenza è dovuto al fatto che il Codice di Condotta fornisce indicazioni sui partenariati che si vuol porre in essere nel processo di preparazione dei Programmi Operativi e degli Accordi di Partenariato, un processo preparatorio che è già in fase avanzata negli Stati membri. Per tale ragione il Parlamento europeo intende inviare un messaggio forte ai partner promuovendone la partecipazione alla pianificazione dei Programmi e degli Accordi di Partenariato». Tutti gli Stati membri dovranno seguire le regole contenute nel Codice di Condotta nel finalizzare i programmi di finanziamento che propongono alla Commissione per il periodo 2014-20. Pertanto, i paesi dell'UE dovranno garantire che tutti i pareri siano stati presi in considerazione al momento di decidere su quale priorità puntare nelle strategie di investimento.

Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su]

A U D I Z I O N E P U B B L I C A S U L L A R I F O R M A D E L F O N D O E U R O P E O D I S O L I D A R I E T À ( F S U E )

Nel pomeriggio del 22 gennaio, la commissione REGI ha ospitato un’audizione pubblica sulla modifica del regolamento (CE) n. 2012/2002 del Consiglio che istituisce il Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE), strumento importante per assistere uno Stato membro nel rispondere in maniera rapida, efficace e flessibile a gravi catastrofi naturali.

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Il Parlamento europeo sta, infatti, esaminando tale proposta legislativa volta a modificare il Fondo di solidarietà, stabilire nuove regole migliorative per il Fondo e per la sua stessa attuazione. La modifica si basa sulla potenziale necessità di semplificare le regole e di disporre di mezzi di riparazione rapidi e che non implichino eccessivi oneri burocratici. La Commissione europea intende inoltre introdurre tale fondo nel Quadro finanziario pluriennale e proporre una definizione univoca per “disastro” e “catastrofe naturale”. La dotazione attuale del Fondo è di 1 miliardo di euro. Il Fondo è principalmente destinato alla ricostruzione infrastrutturale, di alloggi e al recupero dei beni culturali a seguito di una catastrofe naturale. Gli intervenuti al dibattito, tra cui un rappresentante del Comitato economico e sociale europeo (CESE) e dell’Autorità austriaca di gestione del Fondo, sostengono lo sforzo della Commissione europea di modifica del Regolamento del Fondo per ridurre gli oneri burocratici, la necessità di prevedere una dotazione più elevata che superi il miliardo di euro, una gestione più trasparente e un’attenzione maggiore ai cambiamenti climatici. In particolare, il CESE, nel suo parere, propone di includere nelle tematiche del Fondo il rimboschimento e il finanziamento della società civile impegnata nelle risposte alle catastrofi naturali, come la Croce rossa. È stato da più parti lamentato l’onere amministrativo gravoso e ribadita la necessità di semplificare le procedure. La proposta di Regolamento, secondo l’Autorità austriaca, va nella giusta direzione ma crea nuovi oneri per le richieste di aiuto e per le stime del danno. A suo avviso, servirebbe anche un formulario unico per riferire circa l’utilizzo del fondo. Infine, è stato richiesto di accelerare la procedura di decisione per l’avvio degli aiuti e dei finanziamenti - per i quali sarebbe opportuno prevedere una qualche forma di anticipo -, di proporre uno strumento di assicurazione per alcuni beni pubblici e di pensare a ri-orientare il Fondo a un contesto di prevenzione. Luigi D'angelo, responsabile del servizio Relazioni Internazionali del Dipartimento della Protezione civile che gestisce il Fondo, ha illustrato l’esperienza italiana nell’utilizzo del Fondo. L’Italia ha usato quasi la metà della sovvenzione concessa dal 2002; il Paese è stato oggetto di numerosi controlli e spesso di critiche, che forse sono state anche alla base dell’idea di prevedere una necessaria revisione del Regolamento del Fondo. L’Italia non ritiene necessaria una riduzione dei tempi nel rilascio dei finanziamenti, dal momento che il Fondo interviene su degli sforzi che già lo Stato stesso mette in campo. Riducendo il tempo di rilascio degli aiuti, si rischia di diminuire eccessivamente anche il tempo necessario a utilizzarli, con conseguenti interventi di ripristino che potrebbero rivelarsi poco efficaci. L’esperienza di utilizzo del Fondo in Italia, secondo D’Angelo, si è

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rivelata molto positiva poiché ha consentito un maggiore coinvolgimento degli attori e, alla protezione civile, di affinare i propri strumenti di cognizione del danno. La relatrice del progetto di relazione On. Rosa Estaràs Ferragut (PPE, Spagna) auspica di chiudere il dossier entro la sessione Plenaria di marzo. Entro quel termine, infatti, sono già previsti diversi incontri con la Presidenza greca dell’UE.

Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su]

S C A M B I O D I O P I N I O N I C O N J O H A N N E S H A H N

Il 22 gennaio, la commissione REGI ha ospitato uno scambio di opinioni con Johannes Hahn, commissario UE per la politica Regionale, sulla situazione della politica di Coesione dell'UE. Hahn ha insistito sull’importanza della fase di preparazione e di stesura degli Accordi di Partenariato. La Commissione europea intende mettere in atto un attento controllo della qualità dei programmi presentati, focalizzandosi principalmente su: concentrazione dei fondi, obiettivi tematici e condizionalità ex-ante. Obiettivo della Commissione è di riesaminare tutte le proposte prima della fine del mandato. I documenti ufficiali degli Accordi di Partenariato sono finora stati presentati da Francia, Polonia e Lituania. Slovacchia e Svezia dovrebbero presentarli nei prossimi giorni. Secondo il timetable previsto dal Regolamento UE, ogni Stato membro dovrà presentare il suo Accordo di Partenariato alla Commissione europea entro 4 mesi dall'entrata in vigore del Regolamento. La Commissione, a sua volta, dovrà presentare le sue osservazioni entro 3 mesi dalla data di presentazione dell’accordo di partenariato da parte dello Stato membro e adottare l'accordo entro e non oltre 4 mesi dalla sua presentazione, purché lo Stato membro abbia adeguatamente tenuto conto delle osservazioni formulate dalla Commissione. Ciò significa che, come regola generale, l’accordo di partenariato dovrebbe essere adottato entro la fine del mese di agosto 2014. Quanto ai programmi operativi, il Regolamento stabilisce che questi devono essere presentati dagli Stati membri al più tardi 3 mesi dopo la presentazione dell’accordo di partenariato. La Commissione formula le sue osservazioni entro 3 mesi dalla data di presentazione dei programmi operativi e li adotta entro e non oltre 6 mesi dalla data della presentazione, a

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condizione che lo Stato membro abbia adeguatamente tenuto conto delle osservazioni della Commissione. Come regola generale, quindi, i programmi operativi dovrebbero essere adottati entro la fine del mese di gennaio 2015. Hahn, nel suo discorso, ha posto l’accento anche sul ruolo cruciale dell’industria creativa e culturale, che in diversi paesi ha un’enorme rilevanza. Per tale ragione, verranno finanziati anche tutti quei progetti, in questo ambito, in grado di creare posti di lavoro. Quanto agli Atti delegati, Hahn ha ricordato che dovranno essere presentati al PE e al Consiglio prima del periodo elettorale.

Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected]) [Torna su]

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2. AC C AD E I N COM MI SS IO N E

P A C C H E T T O S U L L A P O L I T I C A C L I M A T I C A E D

E N E R G E T I C A A L 2 0 3 0 Il 22 gennaio, la Commissione europea ha adottato l’atteso Pacchetto di proposte che delineano i principali orientamenti nella definizione della politica energetica e climatica dopo il 2020. Il Pacchetto è composto da tre Comunicazioni e da una proposta legislativa:

Comunicazione sul quadro per le politiche energetiche e climatiche al 2030 ;

Comunicazione sui prezzi e costi dell’energia in Europa;

Accompagnata da due studi principali:

1. Evoluzione dei costi e prezzi dell’energia in EU tra il 2008 e il 2012

2. Impatto economico del prezzo dell’energia sulla competitività delle industrie europee a livello globale

Proposta legislativa per la creazione di una riserva nell’Emissions Trading Scheme;

Comunicazione sull’esplorazione e produzione di shale gas in Europa;

Accompagnata da Studio di Impatto, Executive Summary dello Studio e Raccomandazioni per gli Stati Membri.

Per il 2030, l’Unione europea dovrebbe proporsi un obiettivo vincolante di riduzione di gas serra a livello domestico del 40%, accompagnato da un obiettivo vincolante europeo di produzione di energia da fonti rinnovabili di almeno il 27%. OBIETTIVO DI RIDUZIONE DI GAS SERRA: l’obiettivo di riduzione di emissioni del 40% nei settori ETS sarà ottenuto tramite una modifica del fattore lineare di riduzione delle quote di emissioni dall’attuale 1.74% l’anno al 2.2% dopo il 2020 e non è previsto l’utilizzo di crediti internazionali nel conseguimento dell’obiettivo europeo. Le emissioni nei settori non-ETS dovrebbero essere ridotte del 30% e lo sforzo dovrà essere equamente distribuito tra gli Stati Membri. FONTI RINNOVABILI : La Commissione europea sembra avere voluto adottare un approccio più cauto ma lasciando non poche ambiguità. L’obiettivo europeo vincolante di produzione

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di energia da fonti rinnovabili di almeno il 27% dovrebbe essere conseguito tramite “contributi volontari” da parte degli Stati Membri e non sarebbe tradotto in obiettivi nazionali vincolanti tramite legislazione europea. NUOVA GOVERNANCE: Attraverso una nuova governance, sotto stretto controllo del legislatore comunitario, gli Stati membri dovranno definire ogni anno i rispettivi piani energetici e climatici nazionali, che saranno valutati e monitorati dalla Commissione Europea. La Commissione Europea valuterà i piani e i progressi sugli stessi e potrà intervenire con raccomandazioni specifiche per gli Stati Membri. Qualora la somma delle azioni a livello di Stato Membri non fosse sufficiente a raggiungere l’obiettivo europeo sulle fonti rinnovabili, il legislatore europeo si riserva il potere di intervenire con strumenti più incisivi nel contesto della governance stabilita. EFFICIENZA ENERGETICA: Nessun obiettivo è stato per ora previsto per quanto riguarda l’efficienza energetica, sulla quale la Commissione si pronuncerà solo a seguito della valutazione, prevista entro al fine del 2014, delle azioni intraprese dagli Stati Membri nell’implementazione della Direttiva 2012/27/UE. Tuttavia, la Commissione indica che per raggiungere l’obiettivo di riduzione di emissioni del 40% a livello domestico entro il 2030, il contributo del risparmio energetico dovrà essere del 25%. COMPETITIVITA’ E SICUREZZA APPROVVIGIONAMENTI: Nel contesto dello sviluppo delle fonti rinnovabili, al fine di rispondere agli altri due obiettivi della politica energetica europea (competitività e sicurezza degli approvvigionamenti), la Commissione Europea effettuerà un monitoraggio sistematico delle politiche nazionali sulla base di alcuni indicatori specifici:

Differenziale di prezzo tra l’UE e i maggiori partner commerciali globali, sulla base dei dati raccolti negli studi sui prezzi e costi dell’energia ;

Diversificazione delle importazioni di energia e quota di energia prodotta da fonti indigene europee e utilizzata nel periodo fino al 2030;

Diffusione delle reti intelligenti e delle interconnessioni tra gli Stati membri ;

Accoppiamento dei mercati europei, come continuazione della liberalizzazione dei mercati del gas e dell’elettricità;

Competizione e concentrazione del mercato a livello nazionale ;

Innovazione tecnologica (spesa per la ricerca e lo sviluppo, brevetti europei, competitività tecnologica rispetto ai paesi terzi).

La Commissione effettuerà rapporti periodici su tali indicatori e, laddove necessario, adotterà misure specifiche.

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CONSTESTO INTERNAZIONALE: Consiglio e Parlamento europeo sono invitati a raggiungere un accordo politico su questi obiettivi entro la prima parte del 2015, in modo tale che con questo impegno l’UE si presenti al tavolo del negoziato globale sul clima, che si concluderà a Parigi a fine 2015 con una qualche forma di accordo tra le Parti. La Commissione specifica che, qualora l’accordo globale di Parigi fosse più ambizioso, l’obiettivo di riduzione di gas serra europeo potrà essere rivisto “al rialzo”. EMISSIONS TRADING SCHEME: L’Emissions Trading Scheme, che rappresenta il principale pilastro della politica energetica europea, dovrà essere riformato allo scopo di ristabilire un equilibrio tra domanda e offerta di quote di emissione, a seguito di un accumulo di quote sul mercato dovuto alla crisi economica e degli impatti degli obiettivi energetici (fonti rinnovabili, efficienza energetica). La proposta integra il recente intervento legislativo ad hoc nel meccanismo delle aste (backloading), che prevede il ritiro temporaneo nei prossimi due anni di 900 milioni di quote di emissioni. La Commissione Europea propone la creazione dal primo gennaio 2021 di una riserva di quote equivalente al 12% dell’ammontare totale delle quote in circolazione nei due anni precedenti. CARBON LEAKAGE: Per quanto riguarda, i settori esposti a rischio di carbon leakage, la Commissione ha deciso di mantenere validi i criteri stabiliti nell’attuale Direttiva ETS (prezzo di riferimento del carbonio si 30Eu/tonnellata). Inoltre, si specifica che in assenza di sforzi comparabili da parte della maggiori economie, tali garanzie dovranno rimanere anche dopo il 2020, per salvaguardare la competitività dell’industria europea.

SETTORI NON-ETS: La Commissione europea indica anche quale potrebbe essere il contributo complementare di altri settori dell’economia al conseguimento degli obiettivi climatici e energetici:trasporti, agricoltura e utilizzo dei suoli, cattura e stoccaggio del carbonio, innovazione e finanza. In particolare, per quanto riguarda i trasporti, non sarà stabilito un obiettivo di energia da fonti rinnovabili né un obiettivo sull'intensità di emissioni di gas serra nei combustibili per il trasporto. L'altra novità riguarda l'agricoltura, che dovrà contribuire dopo il 2020 al raggiugimento dell'obiettivo di riduzione di gas serra. Dopo il 2020, non saranno più previsti sostegni pubblici ai biocombustibili di origine alimentare.

SHALE GAS: Proprio sullo shale gas, la Commissione adotta per ora un approccio piu' pragmatico e ha deciso di non precludere l'estrazione e produzione di shale gas agli Stati Membri che fossero interessati, per rispondere anche così alle preoccupazioni dell’industria per la competitività, soprattutto nel confronto con gli Stati Uniti. La Commissione si limita per ora a definire, sulla base della normativa ambientale esistente che si applica all’estrazione di idrocarburi, una serie di criteri di sostenibilità ambientale che gli Stati membri dovranno seguire prima della concessione di autorizzazioni.

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Secondo le stime della Commissione europea, nel migliore dei casi, con lo shale gas l’UE potrebbe soddisfare il 10% della domanda di energia al 2035, soprattutto in alcuni Paesi con alti tassi di importazione di energia. Tuttavia, la dipendenza dell’UE dalle importazioni di gas rimarrebbe pressoché stabile sul 70%. Anche l’effetto diretto sui prezzi dell’energia sui mercati regionali del gas dovrebbe essere moderato, ma potrebbe essere benefico per alcuni Stati Membri. Gli impatti ambientali positivi (riduzione di emissioni di gas serra) sono evidenti nel confronto con il gas importato da Paesi terzi ma minori rispetto al gas prodotto in UE: - 41%-49% di emissioni rispetto alla generazione di elettricità da carbone, -2-10% di quelle prodotte da gas convenzionale fuori dall’Europa e -7-10% rispetto a quelle prodotte dal GNL importato. Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi ambientali, dovranno comunque essere mitigate le emissioni di metano associate al processo di estrazione attraverso l’uso delle migliori tecniche disponibili. Tale scenario potrebbe essere preso in considerazione in vista di un contributo potenziale di gas non-convenzionale di meno del 3% nel mix energetico totale al 2030.

STUDI SU PREZZI E COSTI DELL’ENERGIA: Le decisioni della Commissione europea sul quadro al 2030 hanno tenuto conto delle evidenze dei due studi sull’evoluzione dei prezzi e costi dell’energia in Europa nel periodo 2008-2012, effettuati su specifico mandato degli Strati Membri nel corso del Consiglio Europeo di maggio 2013. Gli studi indicano un aumento dei prezzi dell’elettricità per i nuclei domestici del 4% l’anno e del 3% l’anno per i prezzi del gas. Per l’industria, i prezzi dell’elettricità al dettaglio sono aumentati del 3.5% l’anno, quelli del gas quasi dell’1%. Secondo l’analisi dell’Esecutivo comunitario, l’aumento dei prezzi è dovuto principalmente ad un aumento delle tasse, imposte e costi di rete e evidenzia ampie divergenze a livello di Stati Membri e tra i settori industriali, soprattutto nei prezzi al dettaglio. Dal 2008, per i consumatori industriali i costi della rete elettrica sono aumentati del 30%, mentre le tasse e le imposte sono aumentate e del 127%. Tasse e imposte, utilizzate per finanziare varie politiche climatiche e energetiche, come le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, sono aumentate in modo consistente e più di altre componenti della bolletta energetica. Rappresentano, infatti, la parte più cospicua dei prezzi dell’elettricità per i nuclei domestici in alcuni Stati Membri, mentre in altri Paesi questo tipo di misure di finanziamento rimane marginale. Il costo del sostegno alle fonti rinnovabili sui prezzi al dettaglio dell’elettricità incide per il 7% della media dei prezzi per i nuclei domestici e circa il 10% dei prezzi per l’industria. Nel confronto internazionale, sia per l’elettricità che per il gas, si sta allargando il differenziale di prezzo rispetto ai concorrenti nei Paesi terzi (con la sola eccezione del

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Giappone e della Corea). A livello globale, i prezzi del gas per i consumatori industriali europei sono tre-quattro volte più alti che negli Stati Uniti, India o Russia. I consumatori europei, privati e industriali, non hanno quindi beneficiato di una diminuzione dei prezzi dell’energia, nonostante le numerose politiche adottate dall’UE in materia energetica per aumentare la concorrenza interna, come l’accoppiamento del mercato, il disaccoppiamento della generazione di energia dai sistemi di operazione, l’ imposizione di un prezzo alla CO2 e l’aumento nella produzione di energia da fonti solari e eoliche. Per quanto riguarda il settore manifatturiero europeo, nello scenario globale mostra finora di avere reagito agli aumenti del costo dell’energia attraverso miglioramenti dell’intensità energetica, cioè un livello contenuto di costi dell’energia relativamente alla produzione e al valore aggiunto. Tuttavia, le industrie ad alta intensità energetica sono state maggiormente influenzate dalla pressione dell'aumento del costo dell’energia. Inoltre, gli Stati Membri con una quota maggiore di industrie energivore sono quelli più esposti a evoluzioni sfavorevoli delle componenti di costo dell’energia. L’efficienza energetica dovrà rimanere prioritaria, e l’UE dovrebbe mantenere se non intensificare gii sforzi per migliorare l’efficienza energetica delle industrie. Sebbene finora non si sia registrato un trasferimento su larga scala nella bilancia degli scambi di prodotti tra l’UE e gli Stati Uniti, ne’si osservino trend espliciti di rivoluzione nel settore manifatturiero europeo imputabili al boom dello shale gas, la Commissione invita a non abbassare la guardia sull’ampliamento del divario di prezzi dell’energia tra le due aree economiche, poiché gli impatti reali potrebbero arrivare con qualche ritardo. Inoltre, osserva la Commissione, nel lungo periodo, i miglioramenti nell’efficienza energetica potrebbero rallentare in Europa e aumentare negli Stati Uniti a seguito di opzioni meno costose e maggiore impegno politico. Per questo il costo dell’energia per le industrie energivore rimarrà una preoccupazione prioritaria. Tuttavia, l’esportazione di shale gas in UE e l’internalizzazione dei costi di produzione negli Stati Uniti potrebbero nel lungo periodo compensare parzialmente queste differenze, senza dimenticare in ogni caso che la IEA (International Energy Agency) ha stimato un calo della quota delle esportazioni UE nel mercato globale del 10% nel 2035, anche e causa dei prezzi e costi dell’energia. Secondo la Commissione Europea, però, anche la crescita della domanda nei mercati dei Paesi terzi rispetto all’UE potrebbe spingere le industrie energivore a spostare la produzione. L’aumento dei costi dei combustibili fossili, unito agli investimenti in infrastrutture e generazione di capacità, continuerà fare crescere i costi dell’energia almeno fino al 2020. I costi dovrebbero stabilizzarsi e diminuire leggermente, a mano a mano che le energie rinnovabili cominceranno a svolgere un ruolo maggiore.

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Riguardo ai dati sulle agevolazioni fiscali e altri sussidi, la Commissione Europea dichiara che sono pochi e non affidabili. Pertanto, sta preparando uno studio approfondito per raccogliere dati sulla totalità dei costi e dei sussidi alle varie tecnologie nel settore dell’elettricità. Per quanto riguarda lo sviluppo di nuovi settori « verdi », i dati dimostrano che i mercati energetici, a condizione che si adottino politiche adeguate, può offrire molte opportunità di crescita e occupazione. Rispetto al resto del mondo, l’UE è stata all’avanguardia nello sviluppo di energia solare e eolica, sebbene anche altri Paesi terzi stiano cercando di recuperare. Lo sviluppo delle fonti rinnovabili offre opportunità in termini di attrezzature industriali e flussi commerciali. Ciò suggerisce per promuovere questi settori saranno necessarie politiche per l’innovazione e la ricerca. Altri benefici derivanti dallo sviluppo delle fonti rinnovabili sono l’abbassamento dei costi dell’energia e la riduzione della dipendenza energetica. In ogni caso, negli anni a venire dovrebbero aumentare i costi evitati delle fonti fossili a causa di un aumento nella produzione di fonti rinnovabili e un aumento previsto in Europa dei prezzi di importazione dei combustibili fossili in Europa. La Commissione stima che nel 2010, l’ammontare totale dei sussidi alle rinnovabili in Europa ha raggiunto i 27 miliardi di Euro, ma che la cifra è paragonabile ai costi sostenuti per l’importazione dei combustibili fossili (all’incirca 30 miliardi di Euro).

Per maggiori informazioni: Barbara Mariani ([email protected]) [Torna su]

C O M U N I C A Z I O N E “ F O R A E U R O P E A N I N D U S T R I A L

R E N A I S S A N C E ” Il 22 gennaio la Commissione europea, sotto la responsabilità del Vice Presidente Antonio Tajani, ha adottato una comunicazione dal titolo “For a European Industrial Renaissance”. Dopo le comunicazioni sulla politica industriale del 2010 e del 2012, la Commissione ribadisce ancora una volta che una forte base industriale ricopre un ruolo centrale per la ripresa e la competitività economica del continente europeo e che è quindi essenziale proseguire negli sforzi diretti a promuovere la crescita e rilanciare l’occupazione. La Commissione richiama l’urgenza per l’Europa di dare un segnale chiaro del proprio impegno a sostegno della reindustrializzazione e della volontà di operare a favore di un contesto competitivo per l'industria. Con l'invito rivolto agli Stati membri a riconoscere l'importanza centrale dell'industria e ad operare nella direzione di una integrazione più

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sistematica della dimensione della competitività in tutte le politiche rilevanti e con il richiamo al ruolo di orientamento politico del Consiglio europeo, la Commissione cerca di compiere un ulteriore passo avanti nel cammino avviato tre anni fa, identificando le seguenti priorità:

Integrare l’obiettivo della difesa della competitività industriale nelle diverse politiche europee rilevanti

Massimizzare le potenzialità del mercato interno attraverso lo sviluppo delle infrastrutture, la definizione di un quadro normativo stabile, semplificato e prevedibile, l’integrazione dei mercati dei capitali, il miglioramento della mobilità e il completamento del mercato unico dei servizi

Implementare gli strumenti di sviluppo regionale con gli strumenti nazionali ed europei a supporto dell’innovazione, delle competenze e dell’imprenditorialità

Incoraggiare gli investimenti attraverso il miglioramento dell’accesso a fattori cruciali (come capitale, energia e materie prime) a costi accessibili che riflettano le condizioni internazionali

Agevolare l’integrazione delle imprese europee nelle catene del valore globali

Sostenere l’ambizione della Commissione di portare al 20% la quota del manifatturiero sul PIL totale entro il 2020

Come contributo al dibattito sulla politica industriale a livello dell’UE, la comunicazione svolge una overview delle iniziative intraprese fino ad oggi e propone un numero limitato di nuove azioni orientate al sostegno dell’industria. Qui di seguito sono sintetizzate alcune delle principali misure contenute nella Comunicazione.

Assicurare una rapida adozione e piena implementazione della legislazione per il completamento ed il rafforzamento del mercato interno

La Commissione invita il Consiglio e il Parlamento ad adottare e implementare le proposte legislative in sospeso in materia di reti informatiche, energetiche, di trasporto e di comunicazione, con particolare riferimento al Quarto Pacchetto Ferroviario, al Single European Sky, al Mercato unico delle telecomunicazioni e ai network per il mercato unico dell’energia. Dal momento che la congiuntura economica non è favorevole ad investimenti di lungo periodo, la Commissione intende utilizzare lo strumento dei project bonds per facilitarne il finanziamento. La Commissione invita inoltre il Consiglio ed il Parlamento ad adottare le proposte contenute nei Single Market Acts I e II, in particolare le iniziative relative alla sorveglianza di mercato e alla sicurezza dei prodotti, e a dare piena attuazione alla Direttiva Servizi.

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Proseguire negli sforzi per agevolare l’accesso ai fattori di produzione critici: credito,

energia, materie prime

La Commissione invita gli Stati membri a contribuire all’iniziativa congiunta con la BEI per incrementare gli strumenti finanziari per i prestiti alle piccole e medie imprese. La Commissione riconosce che il costo dell’energia è un elemento di forte preoccupazione per la competitività delle industrie europee e rimanda al pacchetto Energia e Clima 2030 come input per un ulteriore dibattito. La Commissione considererà la possibilità di elaborare una comunicazione per fare il punto sullo stato di attuazione della European Innovation Partneship sui Raw materials e presenterà nel 2014 una proposta legislativa sulle tecnologie alternative alle materie prime scarse, sull’efficienza energetica e sulla riduzione degli sprechi.

Stimolare gli investimenti in innovazione e nelle nuove tecnologie

La Commissione richiama l’attenzione sugli 80 miliardi di € del programma Horizon e sui 100 miliardi di € del pacchetto complessivo dei fondi strutturali sui quali si potrà fare leva nel corso della programmazione 2014/2020 per finanziare investimenti nel settore dell’innovazione, in linea con le priorità di politica industriale e con le strategie di specializzazione intelligente. La Commissione invita in modo particolare le regioni a definire le proprie Smart Specialisation tenendo conto delle sei aree strategiche già individuate nella comunicazione sulla politica industriale del 2012 (Advanced Manufacturing, Key Enabling Technologies, Bio-based products, Clean Vehicles and Vassels, Sustainable construction and raw materials, Smart Grids and Digital Infrastructures) e gli Stati membri a creare delle Smart Specialisation Platforms volte a facilitare i contatti tra imprese e cluster e a promuovere l’accesso alle tecnologie innovative.

Creare un contesto più favorevole per le imprese

La Commissione procederà ad un aggiornamento dello Small Business Act al fine di creare maggiori sinergie con il processo di riforme strutturali nel quadro del Semestre europeo. Nell’ambito del nuovo SBA, la Commissione valuterà possibili nuove iniziative legislative per assicurare che una start up possa essere avviata in 3 giorni con un costo massimo di 100 euro e che tutti i permessi e le licenze necessarie possano essere ottenute entro un mese. Infine, la Commissione continuerà a lavorare per rendere più stabile e certo il quadro normativo, anche attraverso il programma REFIT, le valutazioni d’impatto e i test di competitività, e invita gli Stati membri ad adottare misure analoghe a livello nazionale.

Rafforzare le iniziative e gli strumenti per l’accesso ai mercati e l’internazionalizzazione delle imprese

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La Commissione proseguirà i negoziati commerciali bilaterali, con particolare riferimento a Stati Uniti, Canada, Giappone e India. Verranno inoltre rafforzate le Missioni per la crescita, approfondite le forme di cooperazione con i partner internazionali e migliorata la capacità della rete Enterprise Europe Network di offrire servizi di supporto alle PMI. La Commissione continuerà infine a promuovere la convergenza normativa in materia di standard e diritti di proprietà intellettuale.

Promuovere l’aggiornamento delle competenze e la capacità di adattamento ai cambiamenti

La Commissione incoraggerà il coinvolgimento dell’industria e delle PMI nei programmi di mobilità e formazione, soprattutto nel nuovo programma Erasmus +. Per aiutare le regioni a modernizzare la propria base industriale, la Commissione avanzerà delle proposte in materia di anticipazione del cambiamento industriale e di ristrutturazioni aziendali. Nel 2014, presenterà una comunicazione sulle opportunità di creazione di lavoro nell’ambito della green economy.

Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected]) [Torna su]

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