n° 24 - Miabbono · taekwondo, arte antica sport moderno 72 tecnicHe alternative il benessere si...

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In copertina: Masi n° 24 6-12 GIUGNO DIETA BIO-SOFICA pag. 45 SOLARI & CO. pag. 28 20 viversaniebelli Bertrand Russell, filosofo e matematico gallese, diceva che “chi non ama il gioco del calcio, si perde qualcosa nella vita”. È davvero così? «Come molti altri sport, contribuisce a stimolare due valori fondamentali per l’individuo: il bisogno di sicurezza e quello di cambiamento» risponde la dottoressa Valentina Delpiano, psicologa che si occupa di consumi e comunicazione. Da un lato, il sistema di regole non cambia mai, dall’altro però lo svolgimento e i risultati sono incerti. E proprio questo dualismo attira i tifosi. attualità società A NOI PIACE IL Qualche decennio fa lo psicologo sociale Henri Tajfel ha condotto una ricerca sui “gruppi minimi”, suddividendo alcune persone in categorie sulla base di dettagli, come il colore delle scarpe, e le ha invitate a fare dei giochi. Ha scoperto che gli appartenenti a ciascun insieme sviluppavano un’anima di gruppo. «Questo, per certi versi, è quello che accade anche ai tifosi: sviluppano un senso di appartenenza, che li fa sentire parte della squadra». Ecco perché tendono a gioire e a soffrire in base ai risultati» spiega Gennaro Romagnoli, psicologo, psicoterapeuta e coach a Padova. Tifare fa bene alla mente. Stando a uno studio della State university del Kentucky (Usa) i tifosi godono di maggiore autostima e si sentono meno soli. La conferma degli effetti positivi a livello cerebrale arriva anche da una ricerca dell’università di Chicago (Usa), secondo cui seguire uno sport aumenta l’intelligenza e la consapevolezza: anche se si è fermi, magari spaparanzati sul divano, il cervello valuta, calcola, elabora, come se si stesse davvero giocando. si sviluppa un senso di appartenenza allena il cervello stimola il bisogno di sicurezza e di cambiamento ? GUARDARE SENZA SOFFRIRE È POSSIBILE? Nell’immaginario collettivo il vero tifoso è quello che, durante la partita, si isola da tutto ciò che lo circonda: è concentrato solo su ciò che accade allo stadio o alla tv, suda, impreca continuamente, contorce le mani, ha le palpitazioni a mille, addirittura non riesce a parlare, ma al limite solo a commentare movimenti, cambi, decisioni arbitrali. In realtà, si può essere tifosi anche senza soffrire troppo. Le più facilitate in questo senso sono le personemeno emotive e impulsive e quelle che non sono animate da una passione eccessivamente forte. Ma anche le altre possono migliorare. Come? Provate questi esercizi «L’ideale è ricorrere agli esercizi di mindfulness, una meditazione che sviluppa la capacità di capire quando ci si sta identificando in maniera esagerata in oggetti esterni e aiuta a staccarsi» chiarisce lo psicologo Gennaro Romagnoli. Durante la partita, per esempio, provare, per almeno un paio di volte, a concentrarsi sul ciboche si sta mangiando, percependone il sapore e l’odore, o sul respiro: aiuta a diventare più consapevoli del presente. viversaniebelli 21 Servizio di Silvia Finazzi. Con la consulenza della dottoressa Valentina Delpiano, psicologa a Milano e del dottor Gennaro Romagnoli, psicologo, psicoterapeuta e coach a Padova. TIFO, PERCHÉ Roberto Maniglio, psicoterapeuta e criminologo, docente all’università del Salento, ci spiega chi sono i semplici tifosi e chi gli ultras. Infatti, ne ha analizzato le dinamiche psicologiche, integrandole con le evidenze derivanti dalla letteratura scientifica, come illustrato nel libro “Tifo violento”. Secondo lei chi è il tifoso tipo? Esistono vari tipi, modi e gradi di essere tifosi. Ognuno, comunque, ha un legame emotivo più o meno forte verso la squadra del cuore, della quale adotta gli scopi, tra cui soprattutto quello della vittoria. Sviluppa un elevato grado di immedesimazione con i suoi beniamini e tende a fare proprie le loro vittorie e sconfitte. Come si differenzia dagli ultras? Gli ultras a tutto questo aggiungono altri fattori. Non adottano solo gli scopi della squadra intesi come realizzazione sportiva, ma anche gli interessi e i presunti interessi, per cui cercano di interferire con la scelta dei dirigenti, degli orari delle partite, dei campi, dei giocatori da acquistare e vendere... Nel tentativo di perseguire questi scopi e interessi, gli ultras si impegnano con azioni concrete che vanno al di là di quelle compiute dal tifoso. Per esempio? Possono organizzare sit-in di protesta, contestazioni, manifestazioni, occuparsi della preparazione delle coreografie, chiedere incontri con la dirigenza e così via. Perché a volte la situazione degenera? Essenzialmente si possono distinguere due forme di violenza. La prima è quella pianificata ed è tipica dei gruppi di ultras. Oltre all’agonismo fra squadre, occorre sapere che esiste anche una rivalità fra tifoserie. Gli ultras cercano di rendere socialmente visibili le proprie azioni, lasciando prove evidenti, segni forti e inequivocabili della propria supremazia. L’altra forma di violenza qual è? È quella non pianificata, esito di questioni estemporanee e accidentali, per esempio legate a stati d’animo, emozioni, minacce, presunte ingiustizie e torti subiti. Questa forma di violenza può riguardare sia i gruppi ultras sia i comuni tifosi. L’esperto «Gli ultras sono un’altra cosa» Tifare significa soddisfare il bisogno di identificazione. «La squadra è per il tifoso un modo per definire se stesso, incarna i valori culturali in cui crede, è una vera e propria rappresentazione del suo sé: il trionfo dei suoi beniamini è anche il suo, la loro sconfitta è anche la sua» chiarisce Delpiano. Non solo. Anche la tifoseria diventa una forma di appartenenza. Questo, almeno in parte, aiuta anche a spiegare i motivi di certi comportamenti violenti. Del resto, se sentirsi parte di un gruppo da un lato è di conforto, dall’altro può portare a una deresponsabilizzazione e, dunque, anche a violenza. aiuta l’identificazione ...ma cresce il desiderio Tuttavia, esistono anche numerose ricerche che dicono il contrario, ossia che tifare fa bene alla salute. Un team di ricercatori statunitensi, dell’università dello Utah, per esempio, ha scoperto che gli uomini, ogni volta che la loro squadra del cuore vince, beneficiano di un innalzamento dei livelli di testosterone, l’ormone della vitalità e del desiderio sessuale. Un gruppo di colleghi californiani, invece, ha notato che la tensione della partita rende le persone più reattive, innalzando anche il metabolismo. WWW.PSICOLOGIANEUROLINGUISTICA.NET A chi rivolgersi Per trovare tanti esercizi pratici e consigli per gestire al meglio le identificazioni eccessive e per provare a meditare attraverso la meditazione mindfulness, consultare il sito: PERÒ È UN ATTENTATO alla linea! Tifare sembra nocivo per la linea... ma solo se si perde! Due ricerche americane hanno svelato che nelle ore successive alla sconfitta della propria squadra, i tifosi tendono a mangiare molto cibo “spazzatura”, a elevato contenuto calorico. Non a caso, pare che i tifosi delle squadre che perdono spesso tendano a ingrassare di più. Insomma, gli snack dolci e salati, le bibite e anche gli alcolici sembrano in qualche modo compensare la tristezza per il risultato in campo. AUMENTA IL RISCHIO DI INFARTO... Tutti i tifosi più accaniti si saranno sentiti rivolgere frasi come «Calmati o rischi un infarto». Non si tratta solo di un modo di dire. Secondo una ricerca americana, condotta dal dottor Robert A. Kloner, alla fine di una partita appassionante, che ha visto la sconfitta dei propri beniamini, si può anche morire per un attacco cardiaco, a causa di una reazione emotiva simile a quella che si verifica in caso di disgrazia familiare. In effetti, uno studio italiano rivela che i tifosi, specie quelli che seguono lo sport in tv, sono soggetti a ipertensione. In particolare, risultano deleteri i calci di rigore. pag. 19 T I F O M O N A M O U R e belli FA BENE AL CUORE, AI POLMONI, ALL'AUTOSTIMA. IL TIFO È UN VERO TOCCASANA: PRONTI PER I MONDIALI? * attualità 19 SIETE PRONTI? vivere in bellezza 28 FOCUS Baciate dal sole 32 CORPO Trattamenti a zona 38 ESTETICA Mesotaping contro la cellulite 42 MODA Invito a nozze 45 LINEA Perdere peso (mangiando) con la dieta bio-sofica vivere meglio 52 SALUTE Non scivolate in soggiorno! 56 Dolore alla milza 59 Presbiopia: si può correggere con il laser 60 Hpv: 10 domande agli specialisti 62 La scoliosi si vede d'estate 66 Un gel blocca la macchia pericolosa 68 MEDICINA DOLCE Erbe sì, ma non sempre 70 SPORT Taekwondo, arte antica sport moderno 72 TECNICHE ALTERNATIVE Il benessere si ottiene scrivendo... 74 COPPIA Quasi amore

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In coper t ina: Masi

n° 246 - 1 2 g i u g n o

d i e t a b i o - s o f i c apag. 45

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20 viversaniebelli

Bertrand Russell, filosofo e matematico gallese, diceva che “chi non ama il gioco del calcio, si perde qualcosa nella vita”. È davvero così? «Come molti altri sport, contribuisce a stimolare due valori fondamentali per l’individuo: il bisogno di sicurezza e quello di cambiamento» risponde la dottoressa Valentina Delpiano, psicologa che si occupa di consumi e comunicazione. Da un lato, il sistema di regole non cambia mai, dall’altro però lo svolgimento e i risultati sono incerti. E proprio questo dualismo attira i tifosi.

attualità società

A noi piAce il tifo, perché

Qualche decennio fa lo psicologo sociale Henri Tajfel ha condotto una ricerca sui “gruppi minimi”, suddividendo alcune persone in categorie sulla base di dettagli, come il colore delle scarpe, e le ha invitate a fare dei giochi. Ha scoperto che gli appartenenti a ciascun insieme sviluppavano un’anima di gruppo. «Questo, per certi versi, è quello che accade anche ai tifosi: sviluppano un senso di appartenenza, che li fa sentire parte della squadra». Ecco perché tendono a gioire e a soffrire in base ai risultati» spiega Gennaro Romagnoli, psicologo, psicoterapeuta e coach a Padova.

Tifare fa bene alla mente. Stando a uno studio della State university del Kentucky (Usa) i tifosi godono di maggiore autostima e si sentono meno soli. La conferma degli effetti positivi a livello cerebrale arriva anche da una ricerca dell’università di Chicago (Usa), secondo cui seguire uno sport aumenta l’intelligenza e la consapevolezza: anche se si è fermi, magari spaparanzati sul divano, il cervello valuta, calcola, elabora, come se si stesse davvero giocando.

si sviluppa un senso di appartenenza

allena il cervello

stimola il bisogno di sicurezza e di cambiamento

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G u a r d a r e s e n z a s o f f r i r e

è p o s s i b i l e ?Nell’immaginario collettivo il vero

tifoso è quello che, durante la partita, si isola da tutto ciò che lo circonda: è

concentrato solo su ciò che accade allo stadio o alla tv, suda, impreca

continuamente, contorce le mani, ha le palpitazioni a mille, addirittura

non riesce a parlare, ma al limite solo a commentare movimenti, cambi, decisioni arbitrali. In realtà, si può essere tifosi anche senza soffrire

troppo. Le più facilitate in questo senso sono le persone meno

emotive e impulsive e quelle che non sono animate da una passione eccessivamente forte. Ma anche le

altre possono migliorare. Come?

Provate questi esercizi«L’ideale è ricorrere agli esercizi di mindfulness, una meditazione che sviluppa la capacità di capire quando ci si sta identificando in maniera esagerata in oggetti esterni e aiuta a staccarsi» chiarisce lo psicologo Gennaro Romagnoli. Durante la partita, per esempio, provare, per almeno un paio di volte, a concentrarsi sul cibo che si sta mangiando, percependone il sapore e l’odore, o sul respiro: aiuta a diventare più consapevoli del presente.

[email protected] 20 29/05/14 16:52

viversaniebelli 21

Servizio di Silvia Finazzi. Con la consulenza della dottoressa Valentina Delpiano,

psicologa a Milano e del dottor Gennaro Romagnoli, psicologo, psicoterapeuta e coach a Padova.

A noi piAce il tifo, perché

Roberto Maniglio, psicoterapeuta e criminologo, docente all’università del Salento, ci spiega chi sono i semplici tifosi e chi gli ultras. Infatti, ne ha analizzato le dinamiche psicologiche, integrandole con le evidenze derivanti dalla letteratura scientifica, come illustrato nel libro “Tifo violento”.

Secondo lei chi è il tifoso tipo?Esistono vari tipi, modi e gradi di essere tifosi. Ognuno, comunque, ha un legame emotivo più o meno forte verso la squadra del cuore, della quale adotta gli scopi, tra cui soprattutto quello della vittoria. Sviluppa un elevato grado di immedesimazione con i suoi beniamini e tende a fare proprie le loro vittorie e sconfitte.

Come si differenzia dagli ultras?Gli ultras a tutto questo aggiungono altri fattori. Non adottano solo gli scopi della squadra intesi come realizzazione sportiva, ma anche gli interessi e i presunti interessi, per cui cercano di interferire con la scelta dei dirigenti, degli orari delle partite, dei campi, dei giocatori da acquistare e vendere... Nel tentativo di perseguire questi scopi e interessi, gli ultras si impegnano con azioni concrete che vanno al di là di quelle compiute dal tifoso.

Per esempio?Possono organizzare sit-in di protesta, contestazioni, manifestazioni, occuparsi della preparazione delle coreografie, chiedere incontri con la dirigenza e così via.

Perché a volte la situazione degenera?Essenzialmente si possono distinguere due forme di violenza. La prima è quella pianificata ed è tipica dei gruppi di ultras. Oltre all’agonismo fra squadre, occorre sapere che esiste anche una rivalità fra tifoserie. Gli ultras cercano di rendere socialmente visibili le proprie azioni, lasciando prove evidenti, segni forti e inequivocabili della propria supremazia.

L’altra forma di violenza qual è?È quella non pianificata, esito di questioni estemporanee e accidentali, per esempio legate a stati d’animo, emozioni, minacce, presunte ingiustizie e torti subiti. Questa forma di violenza può riguardare sia i gruppi ultras sia i comuni tifosi.

L’esperto«Gli ultras sono un’altra cosa»

Tifare significa soddisfare il bisogno di identificazione. «La squadra è per il tifoso un modo per definire se stesso, incarna i valori culturali in cui crede, è una vera e propria rappresentazione del suo sé: il trionfo dei suoi beniamini è anche il suo, la loro sconfitta è anche la sua» chiarisce Delpiano. Non solo. Anche la tifoseria diventa una forma di appartenenza. Questo, almeno in parte, aiuta anche a spiegare i motivi di certi comportamenti violenti. Del resto, se sentirsi parte di un gruppo da un lato è di conforto, dall’altro può portare a una deresponsabilizzazione e, dunque, anche a violenza.

aiuta l’identificazione

...ma cresce i l desiderioTuttavia, esistono anche numerose ricerche che dicono il contrario, ossia che tifare fa bene alla salute. Un team di ricercatori statunitensi, dell’università dello Utah, per esempio, ha scoperto che gli uomini, ogni volta che la loro squadra del cuore vince, beneficiano di un innalzamento dei livelli di testosterone, l’ormone della vitalità e del desiderio sessuale. Un gruppo di colleghi californiani, invece, ha notato che la tensione della partita rende le persone più reattive, innalzando anche il metabolismo.

www.psicologianeurolinguistica.net

A chi rivolgersi Per trovare tanti esercizi pratici e consigli per gestire al meglio le identificazioni eccessive e per provare a meditare attraverso la meditazione mindfulness, consultare il sito:

p e r ò è u n at t e n tat o al la l inea!Tifare sembra nocivo per la linea... ma solo se si perde! Due ricerche americane hanno svelato che nelle ore successive alla sconfitta della propria squadra, i tifosi tendono a mangiare molto cibo “spazzatura”, a elevato contenuto calorico. Non a caso, pare che i tifosi delle squadre che perdono spesso tendano a ingrassare di più. Insomma, gli snack dolci e salati, le bibite e anche gli alcolici sembrano in qualche modo compensare la tristezza per il risultato in campo.

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i n fa r t o . . .Tutti i tifosi più accaniti si saranno

sentiti rivolgere frasi come «Calmati o rischi un infarto». Non si tratta solo

di un modo di dire. Secondo una ricerca americana, condotta dal

dottor Robert A. Kloner, alla fine di una partita appassionante, che ha

visto la sconfitta dei propri beniamini, si può anche morire per un attacco

cardiaco, a causa di una reazione emotiva simile a quella che si verifica

in caso di disgrazia familiare. In effetti, uno studio italiano rivela che i tifosi, specie quelli che seguono lo

sport in tv, sono soggetti a ipertensione. In particolare,

risultano deleteri i calci di rigore.

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pag. 19tifo

mon

amour

e belli

Fa bene al cuore, ai polmoni, all'autostima. il tiFo è un vero toccasana: pronti per i mondiali?

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attualità19 s i e t e p r o n t i ?

vivere in bellezza28 f o c u s baciate dal sole

32 c o r p o trattamenti a zona

38 e s t e t i c a mesotaping contro la cellulite 42 m o d a invito a nozze

45 l i n e a perdere peso (mangiando)

con la dieta bio-sofica

vivere meglio52 s a l u t e non scivolate in soggiorno!

56 dolore alla milza

59 presbiopia: si può correggere con il laser

60 Hpv: 10 domande agli specialisti

62 la scoliosi si vede d'estate

66 un gel blocca la macchia pericolosa

68 m e d i c i n a d o l c e erbe sì, ma non sempre

70 s p o r t taekwondo, arte antica sport moderno

72 t e c n i c H e a lt e r n a t i v e il benessere si ottiene scrivendo...

74 c o p p i a Quasi amore

[email protected] 5 29/05/14 17:21

avocadoFrutto tipicamente sudamericano, apprezzato dallo scrittore Hemingway che lo defi nì “un cibo che non ha rivali tra i frutti, il vero frutto del paradiso”

cucina proposte sfiziose

SandwichMULTICOLOR

◗ Lavare e pulire la verdura e la frutta. Tagliare l’avocado a fette, bagnarle con il succo di limone. Ridurre il pomodoro e l’uovo sodo a fettine. Farcire le fette di pane con maionese, insalata, prosciutto crudo, uovo, pomodori, prosciutto di Praga, avocado. Pepare il ripieno e portare in tavola il sandwich.

PREPARAZIONE

facile

INGREDIENTI

per 4 persone

CALORIE 468 • CARBOIDRATI 57 g• PROTEINE 17 g • GRASSI 21 g

• FIBRE 8 g

10minuti

È ricco di vitamine, particolarmente A e D, dalle proprietà antiossidanti; di

minerali, soprattutto potassio, dall’azione benefi ca sull’apparato

cardiovascolare; di grassi insaturi e omega 3, che aiutano ad abbassare il

colesterolo Ldl (cattivo).

*È ricco di vitamine, particolarmente A e *È ricco di vitamine, particolarmente A e *È ricco di vitamine, particolarmente A e Una polpa nutriente

avocadono limits

8 fette di pane ai cereali, 1 avocado, 20 ml di succo di limone, 2 pomodori, 1 uovo sodo, 50 g di prosciutto di Praga, 50 g di prosciutto crudo, 4 foglie di insalata riccia, 20 g di maionese, pepe

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16 l e b u o n e n o t i Z i e d e l l a s a l u t e

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vivere con gusto 81 r i c e t t e

avocado no limits

84 a l i m e n t a Z i o n emangiare sostenibile in 6 regole

86 c o n s u m ipesce versione low cost

88 c u r a r s i c o n i c i b ila dieta per la pressione bassa

vivere insieme 92 l a v o r o

che fi ne hanno fatto gli infermieri?

94 J u n i o rla tesina ”perfetta”

96 H i - t e c Hil coach? È virtuale

99 s e n i o run prestito anche se in pensione

100 f a m i g l i a«mio fi glio è parcheggiato in salotto»

102 a n i m a l iprotetti loro, protetti noi

36 b e a u t Y v i p trucco in riga! 55 t e l o c o n s i g l i a m o tirate fuori le unghie!

78 d o m a n d e & r i s p o s t e s e s s o e p s i c H e

104 s p o r t e l l o p r e v i d e n Z a e l a v o r o

105 p r o n t o d o t t o r e

106 l’ o r o s c o p o d e l l a s e t t i m a n a

rubriche

pag. 92i n f e r m i e r i

la staGione calda è un problema per cHi soFFre di ipotensione: come diFendersi a tavola

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[email protected] 6 29/05/14 17:21