N 19 2016 milan carpi web

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www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO Sport & Spettacolo giovedì 21 aprile 2016 anno 6 numero 19 Milan Carpi LA COPPIA DEL GOL

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www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIOSport & Spettacologiovedì 21 aprile 2016 anno 6 numero 19

M i l a n C a r p i

La coppia deL goL

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MILAN

Arbitro: Marco Guida di Torre Annunziata

M i l a n

Allenatore A

llena

tore

CARPIDonnarumma

Abate, Alex, Romagnoli, Antonelli;Bertolacci, Montolivo, Poli;

Bonaventura;Bacca, Balotelli

BelecZaccardo, Poli, Romagnoli, Letizia;Pasciuti, Bianco, Cofie, Di Gaudio;

Lollo;Mbakogu

(4-3-1-2) (4-4-1-1)

Grande Inter, picccola InterSandro Mazzola

STADIO MEAZZA ORE 20.45

CristianBrocchi

FabrizioCastori

In questi ultimi giorni, sono cambiate molte cose. La Juven-tus si è, praticamente, laureata campione d’Italia, il Napoli è, virtualmente, secondo, la Roma terza con alle calcagna un’Inter che nelle ultime due giornate pare aver trovato la continuità cercata tutta la sta-gione da Mancini. Un campio-nato che pareva aver già dato tutti i verdetti e che, invece, sembra aver rinnovato sfide distanti ancora molto interes-santi. E come se non bastasse ecco arrivare il Milan targato Cristian Brocchi che con l’aiu-to della buona sorte è andato a espugnare il Ferraris. Una vittoria che gli consente di ri-manere al sesto posto, a quat-tro punti da Lazio e Sassuolo. Meglio un allenatore fortunato che bravo, avrà detto Berlusco-ni  alla luce della vittoria di do-menica sera. Non proprio una partita irresistibile, ma che ha prodotto tre punti fondamen-tali per il prosieguo di una sta-gione non proprio ricca di sod-disfazioni. Una domanda sorge spontanea: all’inizio di questo campionato eravamo tutti con-vinti che sarebbe successo tutto ciò? Se analizziamo le moltepli-ci aspettative, notiamo che la Roma è la vera grande delusa, mentre il Milan, se avessimo dato retta alla sua dirigenza, sarebbe in una posizione tra-gica, ma con tecnici alla mano, aprire una discussione in tal senso è materia per maghi e fattucchiere. Ognuno può dire che vuole, anche che gli asini volano, la differenza, però, la fa sempre la realtà. Per Mihajlo-vic il suo Milan era insufficien-te per ambire a posizioni più prestigiose, evidentemente il suo datore di lavoro la pensava in modo diverso. Io, personal-mente, sto con il tecnico serbo, che comunque ha portato i ros-soneri alla finale di Coppa Ita-lia, un miracolo se consideria-mo il parco giocatori della rosa. Pensiamo a Boateng, Bertolac-ci, Montolivo, Balotelli, Menez. De Sciglio, Abate e compagnia cantante, ovvero simbolo di delusione e false aspettative, a fronte di El Shaarawy e Suso e qualcuno addirittura ricor-da Aubameyang fatto partire troppo presto e che ora sta fa-cendo le fortune del Borussia Dortmund. Non credo che la società Milan abbia fatto tutte le cose per bene, anzi. I dissa-pori sbocciati per colpa di al-cune esternazioni del numero uno del club avrebbero potu-to essere evitate. L’avvento di Brocchi è frutto di un’equazione sbagliata, non di un rimedio in corsa. L’arrivo dell’ex giocatore rossonero non cambierà nulla alla squadra, se non di avere prodotto ancora più alibi. Non sarà un successo col Carpi a far diventare magicamente tutto superfluo. Ammesso che questo successo arrivi.

M i l a nM i l a n

C a r p i

La vittoria è arrivata grazie al gol sul filo del fuorigioco di Icardi, però i tre punti sono

strameritati. Se la squadra di Mancini avesse giocato sempre a questo livello, sicuramen-te sarebbe lì a lottare, gomito a gomito, non solo col Napoli ma anche con la Juventus, che sta vincendo il quinto scudet-to consecutivo, grazie al nostro successo con i partenopei ed al loro poker contro il Palermo.E’ vero, Handanovic ha salvato un paio di volte la rete neraz-zurra, però il nostro portiere

Bella Inter contro il Napoli, sia pure orfano di Higuainè senz’altro uno dei migliori del mondo , capace di entu-siasmare i nostri tifosi e quelli della Slovenia, che non man-cano mai di seguire a San Siro il loro portiere della Naziona-le. In questa occasione vorrei elogiare la prestazione di Icardi e quella di Jovetic. Il montene-grino, infatti, mi sembra abbia recuperato la migliore condi-zione per dare un aiuto concre-to all’attacco nerazzurro. Mi è piaciuto parecchio anche Peri-sic, che ha fatto diventare mat-to Albiol con le sue galoppate sulla fascia sinistra. Sono stati

tutti bravi, cominciando da Miranda, per finire a Kondog-bia e Nagatomo, quest’ultimo caricato a dovere per il rinnovo del contratto, mi sembra, fino al 2019. Insomma, una bella Inter che si nessuno si aspet-tava dopo la faticaccia di Fro-sinone, dove abbiamo, si vinto, però salvati da tre pali.Complimenti al Carpi per il bel poker rifilato al Genoa, dopo essere stato in svantaggio per la rete di Pavoletti.Il campionato è ancora aperto, soprattutto nei piani bassi della classifica, dove stanno lottan-

do, insieme al Carpi, legger-mente favorito, al Frosinone, Palermo e Verona,L’Inter è gioie e dolori. Era at-tesa ad una vittoria anche a Marassi, ma la maledizione di Gasperini ha colpito ancora. Attaccanti sotto accusa, mentre la Roma recupera e vince alla fine, allungando sui nerazzurri. Avevamo fatto bene a pensare che il Genoa avesse risparmia-to le forze contro Carpi e, difat-ti, puntualmente ci ha punito. La corsa dell’Inter, comunque, è sempre sulla Roma, che aveva faticato parecchio a Bergamo

con l’Atalanta, con il pareggio strappato da Totti quasi al ter-mine delle gara. Comunque, i due punti guadagnati dall’In-ter, hanno già preso il volo e la Champions è sempre più un miraggio che significa il qua-si fallimento di un’altra brutta stagione.

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IL MILAN TARGATO BROCCHI VINCEla partita

Luigi Rubino

Severa Bisceglia

Carlos Bacca

cla

ssif

ica

ma

rcatori

LA C

LASS

IFIC

A

56

36 27

73 42

34 22

12

55

33

63 3749

36

67

28

4148

30

3636 28

1214

Éder Citadin MartinsGonzalo Higuain Josip IlicicPaulo Dybala

14

Mauro Icardi

13

Quanto può valere la vittoria del Milan a Genova contro la Sampdoria? Difficile

dare risposta. Il cambio di alle-natore ha funzionato. A Brocchi sono bastati novanta minuti o poco più per dare vitalità ad una squadra prima spenta e che ora è tornata a vincere dopo più di due mesi, in trasferta, giocando con giudizio contro i blucerchia-

Non bastano 90 minuti, ora c’è bisogno di confermeti, ancora in ansia per una sal-vezza che molto probabilmente arriverà nelle prossime giornate di campionato. Per il Milan, a questo punto, visti gli alti e bas-si, si attendono conferme e pre-stazioni soddisfacenti da qui alla fine del campionato, ad iniziare dalla sfida di questa sera contro il Carpi, soprattutto per blindare il sesto posto e respingere gli as-salti delle inseguitrici Sassuolo e

Lazio, distanti solo quattro pun-ti. L’altra nota positiva rossone-ra è il ritorno al gol di Bacca. Il colombiano, nonostante i limiti tecnici e tattici palesati quest’an-no dai rossoneri, ancora una vol-ta è stato decisivo. Il bottino di 15 gol realizzati in campionato sono ora una garanzia soprattut-to per mister Brocchi che sem-bra aver rigenerato, quasi preso per mano, l’altro pezzo grosso

della squadra che risponde al nome di Balotelli. Confortante ed ammirevole per impegno è stata la prestazione di Super-Mario contro la Samp. Come nella gara precedente contro la Juve, l’attaccante bresciano/pa-lermitano non ha segnato, ma ha lottato, sacrificandosi molto per la squadra. Cristian Brocchi sa che il recupero di Balotelli in questo momento della stagione è

importante, soprattutto per cer-care di centrare il solo e grande obiettivo di quest’anno rimasto ai rossoneri: aggiudicarsi la se-sta Coppa Italia, trofeo che il Milan non vince dalla stagione 2002/2003 quando ad alzare la Coppa, come allenatore, fu Car-lo Ancelotti, dopo una sonante vittoria in trasferta (1-4) e un emozionante 2-2 a S. Siro. Milan e Carpi non si sono mai affron-

tati in campionato allo stadio Meazza. L’unica sfida è quella di Coppa Italia disputata tre mesi fa e vinta dai rossoneri per 2-1 con reti di Bacca e Niang.

La prima partita di Cri-stian Brocchi alla guida della prima squadra re-gala i tre punti al Milan

che mancavano da 5 gare. In questo posticipo della 34° gior-nata, turno infrasettimanale per la Serie A, è il Carpi a fare visita al Milan al Meazza. Entrambe le formazioni arrivano a questo turno infrasettimanale con una vittoria che dò la giusta carica.

Entusiasmo per il ritrovato BalotelliI precedenti tra Milan e Carpi dicono poco, una sola partita chiusa sullo o-o nella gara di an-data. Per l’undici di Castori è la seconda visita a San Siro dopo il pareggio conquistato contro l’In-ter (1-1). Torniamo alla sfida di questa sera che vede un Carpi re-duce dalla goleada, 4-1, rifilata al povero Genoa settimana scorsa e con i rossoneri che sono tornati, dopo cinque turni (due pareggi

e tre sconfitte), alla vittoria con-tro la Sampdoria di Vencenzino Montella. Vittoria sofferta, ma contano solo i tre punti. Brocchi confermerà la coppia d’attacco Bacca-Balotelli con l’instancabi-le Bonaventura sulla trequarti a foraggiare. Nel modulo 4-3-1-2, orfano dello squalificato Juraj Kucka (una giornata rimediata contro i blucerchiati) e dell’indi-sponibile Niang, trova posto tra

i pali il confermatissimo Donna-rumma con Abate, Alex, Roma-gnoli e De Sciglio a sua protezio-ne. In regia salgono Bertolacci, Montolivo (alla sua 99° presenza con la maglia rossonera) e Poli in sostituzione di Kucka. In al-ternativa potremmo vedere in campo il 4-3-1-2 con Antonelli centrale. Mister Castori prove-rà a contenere i padroni di casa con il modulo 4-4-1-1. Belec tra

i pali, Zaccardo, Poli, Romagnoli e Letizia in difesa, la zona cen-trale e le fasce saranno coper-te da Pasciuti, Bianco, Crimi e Di Gaudio. Il reparto avanzato vedrà Lollo e Mbakogu unica punta. Anche il Carpi deve fare i conti con le assenze di Gagliolo, squalificato, e degli indisponi-bili Brkic, Bubnjic, Gnahorè. Il Milan ha bisogno di conferme, anche per non vanificare quan-to di buono visto al Marassi, e, consapevoli dei limiti di questa squadra, non sarò facile. Il bel gioco manca e mancano i risul-tati in mezzo al campo. Riccar-do Montolivo poco costante nel rendimento e Bertolacci che ha giocato l’intera stagione molto

al disotto delle aspettative, an-che contro i doriani ha deluso, non facilitano certo la costru-zione del gioco. Brocchi non avrà scelta, confermerà Berto-lacci dal primo minuto, proprio come faceva Mihajlocvic, perché mancano alternative valide. La panchina riserva solo i giovani Josè Mauri (19 anni) e Manuel Locatelli (18 anni), quest’ultimo potrebbe, a partita in corso, fare il suo esordionella massima se-rie. Presto per parlare, ma sem-bra che il cambio di allenatore ha fatto bene alla squadra. Oggi gli occhi saranno puntati tutti sul reparto offensivo che avrà l’onore di buttare giù il muro difensivo degli avversari

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CristianZaccardo

SimoneRomagnoli

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Giovanni Labanca

Vita di CLUB

MiLan cLub aLbania

Il periodo per la squadra rossonera, lo vediamo tutti, non è dei migliori. La crisi è sempre latente ed offusca

quella che era la fulgida imma-gine di una società tra le prime al mondo. Il campionato, anche quest’anno è andato a farsi bene-dire e si pensa al futuro con tanti rammarichi da parte di tutti.I tifosi, tuttavia, son quelli che non cambiano mai direzione ,anche se perdono l’umore giu-sto, per seguire la squadra: il tifo è l’unica componente che non muta mai, ma che, anzi, si raffor-za propria nei momenti di mag-giore difficoltà.La prova lampante di tutto que-sto l’hanno fornita due Milan Club d’oltre confine:Il 28 feb-braio scorso a Prishtina il Milan Club Albania e Milan Club Ko-sovo hanno dato vita ad un in-

contro di calcio, inaugurando il primo torneo tra i club.I presidenti dei rispettivi soda-lizi hanno espresso tutta la loro soddisfazione per la magnifica riuscita della manifestazione, che ha richiamato un gran nu-mero di tifosi e gente comune, che hanno socializzato fraterna-mente, durante lo svolgersi della gara.Il Trofeo, per dovere di crona-ca, è stato vinto dal Milan Club Albania ed è stato salutato con molto entusiasmo dai suoi soste-nitori.I presidenti, all’unisono, hanno dichiarato felici: “Quello gioca-to oggi rappresenta solo l’inizio di un programma che prevede tante altre manifestazioni, non solo calcistiche. Ci incontreremo periodicamente per scambiar-ci opinioni su tanti argomenti che possano servire a rinsaldare sempre più la nostra gente, in un continuo scambio di espe-rienze e mettere a frutto quanto è successo in passato,per una convivenza sempre più prospe-rosa e pacifica. Siamo solo molto dispiaciuti per la nostra squa-

dra. Non riusciamo a spiegarci questo declino e non riusciamo nemmeno a capire come mai la società sia impantanata in un mare di guai. Noi diamo la colpa a tutti, dai dirigenti ,all’allena-tore ed ai giocatori che, proprio loro, dovrebbero dare esempio e prova di maggiore impegno nel-le partite. Questo calo del nostro Diavolo non lo so si può spie-gare diversamente. Noi siamo e saremo sempre dalla parte della squadra, ma pretendiamo, in cambio, una svolta epocale del-la società che sembra brancolare nel buoi, senza che si intraveda la fine del tunnel di una crisi che dura ormai da troppo tempo. Forza Milan, comunque e grazie a Stadio5 che si occupa di noi e ci dà la possibilità di farci conosce-re nel mondo del tifo rossonero”.L’appuntamento, ora, è alla pros-sima edizione del Torneo, alla quale hanno già preannunciato la loro partecipazione altri Milan Club, anche della vicina Italia. Questo è un segnale di grande passione ed amore per la squa-dra che all’AIMC di Milano han-no molto apprezzato.

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Giovanni Labanca

Vita di CLUBOspiti in tribuna Milan Club in Tribuna

In occasione di Milan - Lazio, come è buona abitudine della Società, sono stati invitati in Tribuna i Milan Club di Chieti e di Ortona, che hanno vissuto una giornata con i giocatori e dirigenti.

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Ospiti

Giovanni Labanca

Inter, addio al terzo posto

La preda scomoda al profumo di Carpino

L’anno scorso quando il verdetto del 28 aprile decretò la promozione del Carpi in serie A, fiu-

mi di spumante corsero non solo negli spogliatoi della cittadina emiliana, ma anche nelle “segre-terie” delle altre squadre, per la sicurezza di avere già i tasca i sei punti che la compagine del mo-denese poteva offrire su un co-modo vassoio d’argento. Insom-ma, un boccone all’andata ed uno al ritorno, ed un bel bottino, dopo una bella scampagnata su-gli ameni Appennini, era già nel carniere delle vanitosette grandi del calcio che conta. Semplice sarebbe stato, proprio come bere

un bel bicchiere d’acqua nella calura estiva. I fatti del campio-nato hanno dimostrato e stan-no dimostrando esattamente il contrario, come speravano nella città del Carpino che dal 1909 ha visto la luce del pallone sorgen-te ed ora adora e rispetta come un Dio, nel senso che, nessuno si è mai sognato da queste par-ti, di diventare lo scendiletto del campionato. E di questo, si sono accorti in parecchi, se anche le grandi hanno dovuto penare e molto per avere ragione dell’un-dici di Claudio Caliumi e di Ca-stori. “Per noi il miracolo della A bastava e avanzava per campare di gloria per mille anni ancora, ma la volontà ci ha spinto oltre. Abbiamo pagato lo scotto della neofita, ma, una volta aggiusta-to il tiro e capito bene il nuovo meccanismo di gioco, abbiamo preso sempre più coscienza delle nostre forze e, anche con spaval-deria, ci stiamo giocando i tre punti di volta in volta, con il col-tello tra i denti, perchè mostrarsi impauriti, sarebbe stata la fine anticipata dei nostri progetti”. I

sotto lo zero, rischiano di brutto, specialmente se la palla, i neraz-zurri, non dovessero farla girare nel modo giusto e nella porta avversaria. “Ci sarà da diver-tirsi e parecchio” ci dichiara un Borriello volenteroso e deciso a riscattare una stagione quasi anonima. San Siro è stato anche il mio campo e, per fortuna, la strada della porta, me la ricordo ancora. Sarà una bella sfida che scalderà cuori e polmoni, con la non troppa recondita speranza di un buon risultato”. Vittoria o non vittoria, al presidente Ca-liumi preme un’altra cosa che ancora non ha avuto dalla vita sportiva, che, dato i tempi, oltre a poter essere una noto Amaro, è il ritorno urgente a poter giocare nella sua sede naturale della sua città, che è il glorioso Sandro Ca-bassi, lo stadio del cuore e della storia della pianta verde.

risultati danno ragione a questa bella “Jucunditas”, che, pur na-vigando sulla pericolosa linea di galleggiamento, non cederà le armi fino all’ultimo secondo, avendo anche a disposizione

campioncini mica tanto male come capitan Zaccardo, Bor-riello e Lasagna, tanto per dirne qualcuno. Questi baldi giovinot-ti, proprio oggi, nello scenario più bello d’Italia, vogliono dare

dimostrazione del loro valore, pur temendo un ritorno di fuoco del Biscione che, dopo una setti-mana pazza, non può più rovina-re la digestione ai propri affezio-nati tifosi che, con il termometro

Col Napoli l’Inter aveva cullato i sogni per il terzo posto, col Genoa il sogno è svanito. E

pensare che ad un certo punto della partita i nerazzurri era-no ad un tiro di schioppo dalla Roma che stava perdendo all’O-limpico con il Torino. Alla fine, a Marassi il mondo è crollato addosso a Mancini, cancellando con un colpo di spugna tutte le speranze venute alla luce dopo il 2-0 di San Siro con il Napoli. sferrare il colpo del KO a Icardi e compagni è stato il rossoblu De Maio, grazie alla bella solita dormita della difesa interista. Fortuna vuole per l’Inter che la Fiorentina le abbia buscate dall’Udinese, col la Viola sotto di due punti in classifica dai neraz-zurri.La Juventus, intanto, con il mini-mo sforzo ha abbattuto per 3-0 la Lazio di Simone Inzaghi, met-tendo un sigillo sulla corsa per lo scudetto, anche se il Napoli ha rispedito a casa il Bologna dal San Paolo sotto una valanga di gol. Il 6-0 porta la firma di una tripletta di Gabbiadini e due gol di Martens che conferma che il Napoli non è solo Higuain.Nei bassi fondi della classifica cade pesantemente il Frosinone a Verona col Chievo, mentre il Palermo non va al di là di un 2-2 con l’Atalanta. Di conseguenza

diventa di importanza capitale la sfida di questa sera di San Siro del Carpi con il Milan. Conside-rati i due risultati del Frosinone e del Palermo, e pure la sconfitta del Verona con l’Empoli, con un risultato positivo del Carpi con i

rossoneri potrebbe diventare de-terminante per la lotta per non retrocedere. Il Milan di Brocchi, però, non sembra disposto a fare regali alla formazione di Castori, anche se i rossoneri sono perfettamente

al corrente del pericolo che può portare in attacco Mbakogu e lo stesso Lasagna che quando en-tra ad un quarto d’ora dalla fine, riesce quasi sempre a lasciare il segno, come è successo nelle ul-time trasferte del Carpi.

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La metafora del tifocome cartina di tornasole

di un Paese alla deriva

Il calcio è la metafora di una società. In Germania si af-ferma la capacità di orga-nizzare gioco e di rendere

forte una nazionale anche attra-verso l’integrazione di altre etnie. In Spagna la bellezza estetica è sopra tutto il resto, ho assistito di persona a partite dove se un cal-ciatore lanciava il pallone oltre gli spalti, per evitare di fare subi-re un gol alla sua squadra, invece di essere applaudito si è beccato una sonora bordata di fischi, da far rabbrividire. In Inghilterra la voglia di lottare e correre su ogni pallone è la costante, oltre a una certa etica che forse in terra di Albione trova rifugio proprio solo attorno a un rettangolo di gioco. In Italia intorno al mondo della pedata si affermano sempre più spesso l’imbroglio, la corru-zione, l’asservimento al potere mafioso, sempre più evidente e sempre più senza pudore alcu-no, da parte di chi ha messo in scena questo garbuglio. Quando finirà tutto ciò? Per gli italioti, mai, anche perché è ciò che cer-

cano. Per noi duosiciliani, penso l’unica soluzione rimane quella di separarci da questa truffa di nazione, che ci odia e ci tratta da colonia da 156 anni ininterrotta-mente. Anche l’altra sera a Mila-no, mentre si giocava una partita falsata dalla terna arbitrale di turno, la gente dagli spalti urlava incitando il Vesuvio a “lavarci”, come si usa dire in casi del ge-nere “curnute e mazziate”. Stessa cosa il giorno appresso a Torino, una tifoseria, quella dei non co-lorati, che dovrebbe gioire per l’ennesima vittoria – truffa della loro squadra del cuore, invece di questo consta registrare l’enne-sima situazione poco piacevole all’interno dello Juventus Sta-dium. I tifosi bianconeri, infatti, sin dall’inizio della partita con-tro il Palermo, hanno intonato i soliti cori anti Napoli. “Napoli colera, sei la vergogna dell’Italia intera” era il grido che si innalza-va prepotentemente e fuori luo-go tra le mura di uno stadio che troppo spesso quest’anno è stato il palcoscenico di situazioni di questo genere. Anziché osanna-re i propri calciatori e innalzare canti e altari alla classe arbitra-le, per i tanti errori commessi quest’anno, tutti a favore dei loro beniamini, i tifosi juventi-ni, preferiscono perdere tempo insultando. C’è da registrare poi anche il continuo intonare del-

la famosa canzone napoletana “O surdato ‘nnammurato”, uno degli inni storici degli azzurri divenuto oggetto di sfottò per gli ultras bianconeri. Insomma, la Juve vede sempre più vici-no il quinto scudetto di fila, in quanto vincendo si è portata a +9 sugli azzurri. I non colorati esultano evidenziando però una caratteristica che da sempre li contraddistingue, ovvero il for-te odio verso i napoletani,  odio che naturalmente va anche in scena in tutti gli stadi del nord italico, un campionato così irre-golare neanche all’inferno esiste. Pare rivivere l’autunno del 1860, stesse regole , stessa gente, stessi ascari e traditori di allora. Onore

ai vinti. Fenestrelle vive ancora; appurato questo malessere, la mia domanda rimane sempre la stessa, perché siamo ancora in Italia?” A chi stamme aspettanne per stennere sti panni?” avrebbe chiesto Pino Daniele. Tra l’altro sono anni che i miei amici e col-laboratori del CDS mi dicono che il popolo è pronto, perso-nalmente finora l’unica cosa che riscontro di  pronto è l’acqua per la pasta, che rimane tuttora l’uni-ca cosa che conta nelle case della mia gente, lo ha dimostrato tra l’altro da solo ciò che è accaduto in occasione del referendum sul-le trivelle, che non raggiunge il quorum: i votanti si sono fermati attorno al 32% con i Sì che sfio-

rano l’80% e i No al 20%. Questo ci dimostra il livello insulso che abbiamo raggiunto, siamo di-ventati un popolo di lamentosi e pieni di prosopopea, l’occasione del voto non era solo per il refe-rendum in se ma per dare prova che davvero esistiamo e che que-sto andazzo politico a sud, sulle nostre spalle e sulla nostra pelle non è più tollerabile e invece ci siamo per l’ennesima volta defi-lati, l’ennesimo harakiri, ancora spariti davanti alla responsabi-lità civile, squagliati, come neve al sole; quindi tenetevi questo sistema e gli insulti copiosi che giungono senza sorta di discon-tinuità ovunque ci presentiamo, ma abbiate almeno il pudore di

non lamentarvi più cari ami-ci miei, anche se le indicazioni risultano comunque come una cartina di tornasole,  che è da di se l’immagine di un Paese agli sgoccioli, un’immagine da ultimi fuochi, noi Terroni tra ascarismo e menefreghismo stiamo dando il nostro vergognoso contributo allo sfascio. La partita del  Napo-li contro il Bologna è stata pura accademia, azzurri irresistibili, Mertens fa l’Higuain,   Bologna travolto, tra l’altro il campionato è finito è quindi la tensione degli arbitri e del Palazzo si è allentata , alleluia brava gente. Al San Pao-lo contro i romagnoli è andata in scena l’ennesima recita perfetta della squadra di mister Maurizio Sarri, 6 gol ai felsinei, che fanno si che a questo punto della sta-gione gli azzurri arrivano in to-tale 72 reti, risultando il migliore attacco in assoluto della serie A, raggiunto anche il record di vit-torie in casa (14) che era di Wal-ter Mazzarri, e a soli 6 punti dal record di punti. Per la cronaca in porta contro i rossoblù di Ro-berto Donadoni sono andate le seconde linee con le  3 reti Dries Mertens , 2 di gol Manolo Gab-biadini, e 1 di David Lopez che realizza il suo primo gol nel cam-pionato risultando l’11° realizza-tore stagionale del club parteno-peo.  Nota a latere il 100° gettone di presenza in maglia azzurra di Raul Albiol. Forza Napoli.

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pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00isbn 978-88-6218-242-3

Nell’ottobre del 1908, cu-riosamente a Chiasso, si

disputava il primo Inter-Milan, la sfida che sarebbe diventata il derby italiano per eccellenza, il più giocato, il più prestigioso. Il derby della Madonnina ne ce-lebra la storia ripercorrendo in sessantuno storie la sua gloriosa epopea attraverso partite famose e incontri che pochi conoscono. Un lungo, intenso e vivace rac-conto, ricchissimo di aneddoti, interviste, personaggi: dai fratelli Cevenini all’immenso Meazza che segnò con entrambe le ma-glie, dai fuoriclasse come Nyers e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola, Matthaeus e van Basten, Ibra e Kaká, a giocatori magari meno celebri ma che un’impronta, nel-la stracittadina, l’hanno lasciata: Smerzi, Bonizzoni, Cappellini, Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-ti altri. Calcio, dunque, ma non solo. Poesia, musica, fatti di cro-naca si inseriscono spesso e vo-lentieri nei racconti, al pari delle vicende di una città fortunata a possedere il derby. Perché la stracittadina, oltre a essere emo-zione allo stato puro, è anche de-mocrazia: una sorta di bipolari-

Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro RaimondiIL DERBY DELLA MADONNINA

smo calcistico, l’esaltazione della dialettica, della libertà. Questo libro rappresenta un sincero, ap-passionato atto d’amore nei suoi confronti.Alberto Figliolia è giornali-sta pubblicista. Collabora con il «Gazetin», periodico indi-pendente di cronaca civile, e «tellusfolio», rivista telematica “glocal”. Allenatore di basket, ha provato a coniugare la passione dell’insegnamento con i concetti di agonismo, democrazia e soli-darietà. Collabora con Silvana Ceruti alla conduzione del Labo-ratorio di Scrittura creativa nella Casa di Reclusione di Milano-Opera. Ha scritto numerosi libri navigando fra poesia e sport. Condivide con Çlirim Muça la vocazione alla divulgazione del-lo haiku e crede con fermezza nel martello libertario e gandhiano della poesia.Davide Grassi, giornalista pub-blicista, ha collaborato con diver-si quotidiani nazionali – tra cui il «Corriere della Sera» – prima di approdare agli uffici stampa. Ha pubblicato Inter? No, grazie! (Li-mina, 2002), Rossoneri comun-que (Limina, 2003) – antologia curata con Andrea Scanzi –, La palla è rotonda? (Limina, 2003), Rossoneri. Il manuale del perfet-

to casciavit (Fratelli Frilli Editori, 2008). Nel 2013, ha curato il Dia-rio della mia guerra (Segni e Pa-role), scritto da suo padre Paolo, e nel 2014 ha partecipato all’an-tologia 33 Racconti rock (QuiE-dit). Il suo sito è www.davideg.it, il blog www.fuorigiocoblog.com. Mauro Raimondi, milanese, ha esordito nel 2003 con Invasione di campo. Una vita in rossonero (Limina), partecipando all’an-tologia Rossoneri comunque (Limina, 2003). Insegnante di Storia di Milano, ha curato la biografia del poeta Franco Loi in Da bambino il cielo (Garzanti, 2010). Della sua città ha raccon-tato il cinema in Milano Films 1896/2009 (Frilli, 2009, coautore M. Palazzini), le testimonianze dei viaggiatori stranieri in Dal tetto del Duomo (Touring Club, 2007) e i libri in CentoMilano (Frilli, 2006). I tre autori hanno pubblicato insieme Centonovan-tesimi (Sep, 2005), Eravamo in centomila (Frilli, 2008) e Portieri d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010, Figliolia e Grassi hanno inol-tre scritto La sua Africa. Storia di Samuel Eto’o (Limina), e nel 2012 Grassi e Raimondi hanno pubblicato Milano è rossonera (Bradipolibri).

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buco NERO

Luigi Sada

finestra sul mondo e dintorni

daLLo spazio ci guardano

Credete agli UFO? Pro-babilmente, NO. Per quanto riguarda una parte dello staff di Sta-

dio5, SI.Primo perchè, diciotto anni fa, il sottoscritto è stato testimone del passaggio di un disco volante so-pra la circonvallazione di Pavia,

secondo è assurdo sostenere che non esista alcuna forma di civil-tà extraterrestre fuori dal nostro sistema solare. Lo sapevate che esistono miliardi di pianeti con condizioni ambientali simili a quelle della nostra vecchia Terra, che come è noto, è figlia di una stella, il sole, destinato fra qual-che miliardo di anni a spegner-si, come sempre, accade al resto della costellazione, da quando esiste l’universo. Quindi, il sole è nato, cresciuto ed è destinato a scomparire dopo il suo viaggio nella galassia. Di conseguenza, a tutto c’è un inizio, passaggio ed una fine.Le civiltà nascono, crescono e muoiono. Dunque, perchè non pensare che sia successo la stes-sa cosa nella storia di altri pia-neti? Anzi, dirò di più: la sonda mandata un mese fa verso Marte con la collaborazione italiana è partita proprio con lo scopo di

cercare altra vita e le origini del pianeta rosso, capace di ospitare qualche forma di vita di qualche milione di anni fa.Una domanda ai lettori: se fossi-mo noi gli eredi della vita passata di Marte? Il pianeta si stava spe-gnendo e noi ce ne siamo andati, puntando sulla Terra, un suolo ospitale con acqua ed ossigeno a nostra disposizione. Gli extra terrestri , direte voi, cosa c’entra-no? C’entrano, eccome, perchè nell’universo non siamo soli. Chi ha avuto la fortuna di aver visto un UFO sa che la verità passa da questi avvistamenti, confermati anche dalla NASA e dai lavori della famosa Area 51, negli USA.Il 26 ottobre 1998, quando l’UFO di Pavia è passato sulle nostre te-ste a duecento metri di altezza, in auto con il sottoscritto c’era anche il figlio Riccardo e Stella Tangari, attualmente impiegata nel settore informatico.La loro testimonianza conferma che non c’è stata alcuna allucina-zione personale, anzi sottolinea che tutte le vetture che precede-vano la nostra si sono fermate nell’alzare il naso verso il cielo. Ma c’è altro. Per tre ore, rientrati a Milano, un cerchio alla testa mi ha fatto compagnia e stesi sul di-vano, sentendo un vuoto, come un cuscino d’aria. Alla fine il cer-chio è scomparso, lasciando in noi una sensazione straordinaria

di benessere, per poi costituito nell’arco degli anni una specie di difesa a favore della nostra salu-te.Il disco, scomparso all’improvvi-so, com’era apparso, ha emanato probabilmente energia positiva, la quale è stata assorbita da noi.Un vecchio collega, qualche anno prima, sosteneva che era-vamo matti, negando l’esistenza degli UFO, poi quando alla pe-riferia di Corsico la sua auto si è bloccata ed il passaggio di un disco volante a qualche chilome-tro di distanza, si è ricreduto, ag-giungendosi al nostro gruppo di pazzi che guarda il cielo. Ci au-guriamo di ricevere quanto pri-ma un altro segnale importante

dallo spazio, perchè, lo ricordia-mo ancora una volta, non siamo gli unici abitanti dell’universo, considerando, lo ripetiamo, che esistono miliardi di galassie, con possibilità di vita extraterrestre. La Gran Bretagna un paio di anni fa ha aperto un dossier segreto sugli ufo, e ha rivela-to straordinari documenti che confermano la presenza aliena sul nostro pianeta e nello spa-zio. In primis, sulla Luna, dove gli astronauti americani nel 1969 comunicarono la presenza di al-cune astronavi all’orizzonte luna-re. Dichiarazioni, poi censurate, in diretta tv dalla stesso Tito Sta-gno, per non allarmare la popo-lazione mondiale.

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Anastasia Mazzia

Cinema

Il noto attore e produttore Will Smith ritorna sul gran-de schermo con il dramma a sfondo sportivo “Zona

d’ombra” (“Concussion”). Ispirato ad una storia vera e ba-sato sull’articolo “Game Brain” di

zona d’oMbraWill Smith vs la NFL

Jeanne Marie Laskas, pubblicato su GQ,  il film è diretto da Peter Landesman (“La regola del gio-co”, “Parkland”).Il dottor Bennet Omalu (Will Smith) è un neuropatologo fo-rense che lavora all’ospedale di

Pittsburgh. Dopo aver condotto l’autopsia su diversi giocatori di football  che avevano militato nei Pittsburgh Steelers, tra cui il famosissimo “centro” Mike Web-ster, il dottor Omalu scopre la CTE (Encefalopatia traumatica cronica), sindrome  che si veri-fica a seguito di traumi multipli o colpi al cervello. Naturalmente la NFL cerca di negare l’esito del-la ricerca scientifica del medico e di insabbiare i suoi risultati. Il giovane dottore dovrà lottare per vedere riconosciuti i suoi risul-tati.L’ incipit del film è sicuramente interessante: si concentra sulla forza di volontà di un uomo che vuole scoprire la verità scienti-fica che si cela dietro misteriosi suicidi e che combatte contro una multinazionale, qual è la NFL, e soprattutto contro il pre-giudizio di un popolo il cui sport nazionale viene messo in discus-sione.A questo però  corrisponde una sceneggiatura lacunosa, dialoghi sterili ed al limite del ridicolo. I personaggi non vengono caratte-rizzati ne approfonditi. Lo stesso

protagonista Will Smith barcolla ed inciampa spesso in un ruolo che poco gli appartiene. “Zona d’Ombra” è sicuramente un elo-gio agli Stati Uniti: patriottico è il messaggio piuttosto urlato su quanto siano una nazione stu-penda dove chiunque, nativi e non, possano realizzarsi profes-sionalmente e diventare ricchi e famosi. Al “sogno americano”, poi, si affiancano tutti i temi su cui si basa la società a stelle e stri-sce: Dio-famiglia-Patria. Il film,

inoltre, è stato accompagnato da una vivace polemica. L’attore ha gridato al boicottaggio alla not-te degli Oscar perché non aveva ottenuto neanche una nomina-tion sia nella categoria dei film ne in quella degli attori. Se alcu-ne volte le decisioni dei membri dell’Academy Awards possono essere discutibili, sicuramente in questo caso la nomination non sarebbe stata plausibile!Il cast di supporto include Alec Baldwin, Luke Wilson, Gugu

Mbatha-Raw, Adewale Akin-nuoye-Agbaje, Arliss Howard, Paul Reiser, David Morse e Al-bert Brooks.

“Zona d’ombra” è una pellicola sui pericoli degli sport d’impatto e sull’enorme business sia politi-co che economico che si cela die-tro certi eventi sportivi. Medio-cre prodotto cinematografico, il film di  Peter Landesman risulta essere pieno di aspirazioni che non riesce a realizzare.

Montedoro è un film drammatico scrit-to e diretto da An-tonello Faretta ed

interpretato da Pia Marie Mann.Ispirato alla vera storia di Pia Marie Mann, il film racconta le vicissitudini di una donna italo-americana di mezza età nata nel paese fantasma di Montedoro (Craco vecchia in provincia di

Montedoro L‘antica favola lucana

Matera), data in adozione all’età di quattro anni ad una famiglia newyorchese. La donna ritorna nel piccolo paese del Sud Ita-lia alla ricerca delle sue origini e della sua identità. Il paese lu-cano, adagiato su una maestosa collina, è stato completamente abbandonato nel 1963 a causa di una devastante frana. Grazie all’incontro casuale con alcuni

abitanti del luogo, la protagoni-sta compirà un incredibile viag-gio nel tempo e nella memoria alla scoperta di una comunità antica ormai dimenticata dalla Storia e dal Mondo.A metà strada tra il favolistico e la ghost story, “Montedoro” è una riflessione profonda sulla convivenza tra passato e presen-te, tra la morte e la vita. 

La storia s’incentra sulla prota-gonista e la sua dolorosa ricerca della verità per guarire una ferita del passato, un legame materno spezzato. Il luogo fisico è il paese fantasma di Craco: un posto me-taforico  dove il tempo sembra essersi fermato, dove si respira la magia di riti ancestrali ormai dimenticati. Il giovane regista lucano, Anto-nello Faletta, così vuole raccon-tare la storia di una comunità arcaica qual è quella che ancora si respira in alcuni piccoli paesi del Sud Italia. Immersi nella na-tura incontaminata ed estranei al turismo ed alle luci del con-

sumismo, ci sono ancora piccole società, scrigni di valori e me-morie, di rispetto per i morti, di rituali legati ai cicli della vita e della morte.Onirico, visionario e con un lin-guaggio fortemente poetico, la pellicola di Faletta segue un re-

spiro lento e profondo. Lenti sono i movimenti di came-ra alternati da  immagini girate in super 8 che documentano sia le immagini di Craco prima del-la frana, sia gli Stati Uniti degli anni ’50. Essenziali sono i dialoghi, men-tre i silenzi risultano assordanti.Bellissima è la fotografia di Gio-vanni Troilo: il paese abbando-nato, i calanchi e le ampie distese di grano.Il cast si compone oltre a Pia Ma-rie Mann, di Joe Capalbo, Cate-rina Pontrandolfo, Luciana Pao-licelli e gli abitanti di Craco.“Montedoro” è un film metafori-co complesso ed allo stesso tem-po meraviglioso perché riesce a raccontare tutta la magia e la bellezza del nostro Sud.

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giovedì 21 aprile 2016 www.stadio5.it16

Musica

Riccardo Sada

The Martinez Brothers, dal Bronx al Fabrique

Vololibero

E d i z i on i

pre s e nt a

un libro

di Antonio “Tony Face” Bac-

ciocchi: “Rock’n Sport - Mu-

sica, discipline olimpiche e

anche no” (Collana: Passio-

ni Pop Formato: 14 x 21 cm

Pagine: 192 b/n Prezzo: 15

euro In libreria e Ebook dal

19 aprile). Da sempre la cor-

relazione tra sport e musica è

particolarmente forte. Sin dai

“Rock’n Sport - Musica, discipline olimpiche e anche no”tempi dell’antica Grecia, in-

fatti, i Giochi Olimpici erano

costantemente accompagnati

da gare di contenuto artisti-

co, tra poesia e canti. Dopo

il successo di “Rock’n’Goal”,

Bacciocchi si cimenta con

quasi tutti gli altri sport, olim-

pici (ma anche no), pronto a

svelarci incredibili connes-

sioni, cortocircuiti e curiosità

da mondi pieni di passioni.

Analizzando il rapporto tra

musica e ventisette discipli-

ne sportive – dall’Alpinismo

al Volley, con l’aggiunta dello

spettacolare Wrestling - l’au-

tore racconta le infinite volte

in cui la musica (prevalente-

mente “rock”) ha affiancato lo

sport o viceversa. Scritto con

la collaborazione di Alberto

Galletti ed Elena Miglietti, il

libro contiene un’intervista

esclusiva al pugile Lenny Bot-

tai.

Info:www.vololiberoedizioni.it, www.tonyface.blogspot.it

Do m e n i c a

24 aprile

p r e f e s t i -

vo di gran

lusso al Fabrique di Mila-

no. Merito della presenza

e soprattutto della musica

di The Martinez Brothers

e Lele Sacchi. Originari

del Bronx, Stevie Jr e Chris

Martinez si sono avvicinati

e appassionati alla musi-

ca House grazie al padre,

assiduo frequentatore di

locali di culto quali il Pa-

radise Garage di New York.

Dal 2011 resident al DC-

10 di Ibiza, dal 2014 sono

diventati un riferimento

assoluto nel panorama sia

house che techno, merito

di produzioni e remix tra

i più suonati in contesti

fondamentali quali Ibiza e

l’Amsterdam Dance Event,

delle collaborazioni con

icone quali Nile Rodgers e

Bodega Band e di felici in-

cursioni nel mondo dell’al-

ta moda.

Fabrique Milano, via Fantoli 9 – tel. 02/5063008 www.fabriquemilano.it

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17giovedì 21 aprile 2016 www.stadio5.it

n o n s o l o c a l c i oSuoni eSapori Pane gratis

L’idea è stata adottata da Emanuela Pacera, giova-ne titolare di un panifi-cio a Ischia. “È un modo

semplice per aiutare chi è in dif-ficoltà”“Cari amici... stasera per chi ne ha bisogno fuori al negozio ci sono pane e pizzette. Ho fatto più buste con la speranza di aiutare più persone. Vi prego di condivi-dere affinché il messaggio possa arrivare a chi necessita di queste cose”. Così qualche giorno fa ha scritto sul suo profilo Facebo-

Buste piene di pane lasciate fuori dal panificio per “chi ne ha bisogno”ok Emanuela Pacera, titolare di un panificio sul corso di Casa-micciola a Ischia, promotrice di questa iniziativa assolutamente encomiabile. Ennesimo gesto di chi vuole tendere una mano a poveri e bisognosi.“E’ un modo semplice per aiuta-re chi è in difficoltà”, ha spiega-to Emanuela. “Dialogando con un’amica, che a Ischia gestisce la catena alimentare per i poveri, ho preso coscienza di una real-tà in parte sommersa: anche su un’isola apparentemente ricca

non mancano persone che hanno difficoltà ad acquistare un po’ di pane a un euro o di sfamarsi con una pizzetta. Soprattutto quando ci si avvicina alla fine del mese e il portafogli è inesorabilmente vuoto. Il mio non è certo un gesto eclatante. Piuttosto, un invito a fare altrettanto rivolto a ristoran-ti, panifici, pasticcerie: mettere a disposizione le rimanenze, maga-ri con l’ausilio delle amministra-zioni, creando dei punti di raccol-ta a favore di chi ne ha bisogno”.Il grande cuore del Sud che per

fortuna del mondo si manife-sta ancora, così che ci consente di dire: non tutto è perduto. Il mondo sarebbe stato migliore se nella guerra dei mondi dell’800 avessero vinto i fautori della tra-dizione e non i padri del futuro liberismo sfrenato che ancora domina la scena dell’umanità, riducendo l’uomo a macchina di consumo . Un grazie infinite a tutta quella gente di buon senso che ancora resiste e non intende arrendersi  nonostante le bruttu-re e le violenze quotidiane .

Fiore Marro

La cucina campana e siciliana figlie della stessa madre: la Magna GreciaC’avimma stà’. Davan-

ti alla cucina sicilia-na, c’amma stà’. Noi e loro, figli della Magna

Grecia e di quello straordinario modo di vivere e di pensare, ne abbiamo di cose da dire, in ogni campo. Ma sul cibo, questa vol-

ta, la gara è veramente dura. Il primo libro di cucina della sto-ria sapete dove è nato? In Sicilia. Autore: Miteco Siculo, nato a Siracusa. Una vera personalità del mondo culinario. Siamo nel quinto secolo prima di Cristo e fu lui a far conoscere e apprez-zare la cucina sicula in Grecia, dunque nel mondo di allora. E suo compagno di mantesino e cucchiarella era l’altro maestro di lopas e tagena: Labdaco di Si-racusa. Inoltre, poiché già allora c’era il detto che chi sa fare fa e chi non sa fare, insegna o fa il critico, sempre dalla Sicilia arri-va il padre dei critici dell’arte cu-linaria, l’antenato di Masterchef, tale Archestrato di Gela, autore del poema “Gastronomia”.

Lopas e tagema sarebbero i cor-rispettivi di padelle e tegami. In quel momento storico di gran-de splendore e fervore cultu-rale, perfino nella fattura degli attrezzi da cucina gli artigiani erano più illuminati di qualsiasi designer dei giorni nostri. È in Magna Grecia che si trovano per la prima volta particolari padelle in terracotta, dotate di un breve manico forato per introdurci un manico di legno, utile per non scottarsi. Ne volete sapere un’al-tra? Nella batteria di cucina e nei corredi di stoviglie, già esisteva il piatto da pesce, dalla forma di pesce e “con orlo ricurvo e incavo-omphalos per contene-re il condimento al centro della vasca”, diffuso nel corso del IV

sec. a.C. “in Sicilia e da qui poi in Campania, a Paestum, in par-ticolare con le officine di Asteas e Python”. In generale, si leg-ge ancora nei vari testi antichi, tanta era la cura per i banchetti e  l’attenzione rivolta ai cibi che, secondo la tradizione, nel VI sec. a.C. Smindiride di Sibari si recò alla corte del tiranno di Sicione, Clistene con circa mille cuochi al seguito. Che pariàta!Si può dire che le due millena-rie culture abbiano cromosomi comuni. A parte le altre e varie contaminazioni, Napoli e Paler-mo condividono parentele im-portanti nell’albero genealogico. Poi, certo, ognuno si è specializ-zato su determinate tipicità che non cito perché l’elenco sarebbe

lunghissimo e poi perché sono fin troppo note. Di base c’è la stessa culla, quella Magna Grecia che era così avanti perfino nella conoscenza della Dieta Mediter-ranea che, pensate, si utilizzava l’olio di oliva per cucinare prima dell’VIII secolo avanti Cristo. E, giusto per chiarire un concetto che anima il dibattito di queste ore in Europa: l’olio prodotto in Magna Grecia trovava un uso massiccio soprattutto come con-dimento per cucinare; mentre l’olio prodotto in Spagna e so-prattutto in Africa era conside-rato pessimo e veniva utilizzato esclusivamente per l’illumina-zione.

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Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011