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IL MENSILE DEL VIVERE NATURALE N. 143 FEBBRAIO 2009 DISTRIBUZIONE GRATUITA IL GRANDE BLUFF VEIT HEINICHEN: CENSURATO RIGASSIFICATORE E CRISI ECONOMICA UNA PICCOLA STORIA IGNOBILE IL MOBBING, QUESTO SCONOSCIUTO ISRAELIANI O PALESTINESI? SOLO BAMBINI

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SOMMARIO 4 Il grande bluff 6 Lo scrittore censurato

dal consiglio comunale 8 Rigassificatore

e crisi economica 9 Una goccia d’acqua

guarda l’onda 10 Una piccola storia

ignobile 12 Il mobbing,

questo sconosciuto 13 Lo spettro della crisi

L’altra anima di Trieste 14 Un romanzo d’avventura 16 I cammelli dell’Antartide 17 La bolla speculativa

Decrescita ed economia solidale

18 Autobusna proga Sežana-Trst-Sežana La linea Sesana-Trieste-Sesana

19 Diritti umani violati 20 Agricoltura e sovranità

alimentare 21 Di dolce in dolce 22 Tre film a confronto 23 Teatri di confine 25 I signori delle Autostrade 27 Shalom

Musica 28 Appuntamenti di febbraio

Mensile di informazione di Naturalcubo s.n.c.Redatto dall’Associazione Konrad

Fax [email protected] - www.konradnews.it

Aut. Trib. di Udine n. 485del 5/9/80 Aut. fil. di Trieste

Direttore editoriale: Roberto ValerioDirettore responsabile: Walter Chiereghin

Pubblicità: Alex Cibin cell. 340 4000934 [email protected]

Hanno collaborato:Nadia e Giacomo Bo, Davide Casali, Michele Colucci, Luciano Comida, Stefano Crisafulli, Davorin Devetak, Poljanka Dolhar, Agnese Ermacora, Sergio Franco, Laura Genoni, Graziano Ganzit, Alessandro Lombardo, Aurora Mischi, Ferruccio Nilia, Luisella Pacco, Stefano Piredda, Giuliano Prandini, Dario Predonzan, Gianni Ursini, Luca Visentini

Grafica e stampa:Tip. Villaggio del Fanciullo - Opicina Trieste - [email protected]

Stampato su carta riciclata

Konrad non è responsabile della mancata pubblicazione degli annunci o di eventuali inesattezze. Konrad inoltre non si assume la responsabilità dei contenuti degli annunci e degli spazi pubblicitari. Il rinvenimento del giornale in luoghi non autorizzati non è di responsabilità dell’editore. è vietata la riproduzione e l’utilizzazione esterna del materiale qui pubblicato, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore.Informativa sulla legge che tutela la privacy. In conformità della legge 675/96 sarà nostra cura inserire nell’archivio informatico della redazione i dati personali forniti, garantendone la massima riservatezza e utilizzandoli unicamente per l’invio del giornale. Ai sensi dell’art. 13 della legge 675/96 i dati potranno essere cancellati dietro semplice richiesta da inviare alla redazione.

Questo numero è dedicato ai bambini che vivono e a quelli che muoiono a Gaza,

e a tutti i bambini, palestinesi ed ebrei, cui la ferocia insensata dei grandi ha rubato la serenità dell´infanzia.

Puoi scaricare Konrad in formato pdf dal sito: www.konradnews.it

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QUESTO NUMEROLuciano Comida ha intervistato lo scrittore Veit Heinichen per chiedergli della rabbiosa reazione dei politici triestini alle sue dichiarazioni. Dobbiamo ammettere che altri due articoli, quello sul Parco del Mare e quello, curato da Agnese Ermacora, sulla raccolta differenziata a Melara sembrano dare ragione allo scrittore tedesco, triestino d’adozione. Ci occupiamo un’altra volta, con Dario Predonzan, del rigassificatore, ostinandoci nella nostra contrarietà al progetto. Abbiamo poi chiesto a una studentessa, Aurora Mischi, di spiegarci, dall’interno, che cos’è l’Onda, il movimento degli studenti universitari e a un sindacalista, Luca Visintini, di parlarci del mobbing. Laura Genoni continua il suo reportage dalla base antartica Concordia e ci occupiamo, grazie a Giuliano Prandini, di diritti umani con due interviste a testimoni d’eccezione su Guantanamo e sull’esplosiva situazione del Caucaso. Cerchiamo di capire, con Sergio Franco, come funzionano le tariffe autostradali, gettando un’occhiata al di là dei confini. E, ovviamente, troverete nelle altre pagine molto altro ancora.

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il grande bluff

A parte le molte riserve di carattere animalista, l’idea, di per sé, non sarebbe neanche malvagia: un grande acquario in una città di mare costituisce un’indubitabile attrazione turistica e può rappresentare un’istituzione scientifica di rilevante interesse culturale, almeno dal punto di vista divulgativo.Riqualificare il vecchio e, diciamocelo, insignificante acquario (aqvario anzi, come recita la scritta latineggiante che campeggia sull’ex-Pescheria), potrebbe essere un’opportunità di rilievo per rilanciare le fortune turistiche di Trieste, toccata solo di striscio dai grandi flussi turistici.

L’idea, però, non basta: è necessario anche un sito di significativa metratura e ingentissimi finanziamenti, se si vuole creare una struttura di forte richiamo,Gli altri due più importanti e recenti acquari nell’area del Mediterraneo, Barcellona e Genova, rincorrono il grande Oceanografico di Valenza e furono realizzati valendosi di finanziamenti straordinari, quali rispettivamente quelli per le Olimpiadi del ’92 per la città catalana e quelli per l’Expo, sempre del 1992, per la città ligure. Anche a Trieste, nel periodo in cui si pensava possibile conseguire la designazione a sede dell’Expo, tra le altre iniziative cui s’era pensato compariva la costruzione di un imponente acquario, in grado di rivaleggiare con gli altri due, e segnatamente con quello genovese.Come si sa, l’ipotesi dell’esposizione universale naufragò, ma il progetto dell’acquario rimase in latenza ed è

stato varie volte riesumato, ma ora pare proprio che, per la concorde volontà di Comune, Camera di Commercio e Fondazione CRTrieste, si intenda passare a una fase più direttamente esecutiva. Che uno dei problemi, come s’è detto, fosse la localizzazione dell’impianto è riscontrabile se non altro dal balletto che si è fatto per la designazione del sito: una prima indicazione designava caparbiamente, per bocca del presidente della Camera di Commercio Paoletti, nell’area del Porto Vecchio la superficie necessaria alla localizzazione: non meno di 150.000 metri quadri. L’attenzione si è poi spostata sul

terrapieno di Barcola, dove ancora nell’estate del 2005 era data per certa l’ubicazione del Parco del Mare, (superficie ridotta a 40.000 mq), ma come è noto il terreno fu posto sotto sequestro il 30 novembre di quello stesso anno, perché si scoprì che conteneva ceneri con diossina in quantità a dir poco preoccupante.Successivamente, si è pensato all’area del mercato ortofrutticolo di Campo Marzio, che è adiacente al Museo del Mare. Per trasferire il mercato si è pensato di acquisire, da parte del Comune, un’area nella Zona Industriale delle Noghere, a sua volta da bonificare, perché inquinata. Operatori ed utenti del Mercato esprimevano la loro contrarietà al progetto e non è escluso che il mercato si trasferisca a Cervignano, con un costo difficilmente calcolabile per l’intera economia triestina, non escluso quello per la lista della spesa delle famiglie. Da

qualche settimana, però, pare che l’orientamento prevalente per tale aerea sia di destinarla alla vendita a privati. Per inciso: l’area del mercato è di circa 29.000 mq, il che ridurrebbe di molto le dimensioni del Parco del Mare.Alla fine, si sta seriamente (?) parlando di localizzarlo sulle Rive, con la ristrutturazione della ex-Pescheria, che dovrebbe ospitare le vasche, del Magazzino Vini e di un terzo edificio da erigersi sull’area già occupata dalla piscina Bianchi, possibilmente affidando la progettazione degli impianti all’architetto Peter Chermayeff, che ha curato gli allestimenti interni per l’acquario di Genova.. Per inciso, complessivamente è difficile che si riesca ad ottenere una superficie superiore ai 12.000 metri quadrati, ossia meno del dieci per cento di quanto si era previsto in partenza.Il sindaco vedrebbe con favore tale soluzione, che gli consentirebbe di inaugurare la nuova opera prima della conclusione del suo mandato. A parte che tale tempistica appare del tutto velleitaria, dobbiamo dire che, dal punto di vista della tutela del territorio urbano, preferiremmo che Dipiazza si facesse erigere una copia della piramide di Cheope in Piazza Unità.Per quanto ulteriormente verrebbe tolto alla fruizione dei cittadini di quelle rive che costituiscono il tratto più caratteristico del paesaggio urbano di questa città, com’è comprovato, tra l’altro, dal gradimento dimostrato in un sondaggio circa la non edificabilità dell’area ex-Bianchi. Ma questa è solo la prima ragione.Quando si candida il “mago” degli acquari Chermayeff alla progettazione dell’opera non si dovrebbe dimenticare che, a Genova, l’architetto statunitense è intervenuto in una fase esecutiva, mentre il progetto urbanistico per la realizzazione del sito è di Renzo Piano. L’architetto genovese abbatté un muro che separava i cittadini dal mare, e non viceversa, come si vorrebbe fare da noi. Là, insomma, c’era un pensiero urbanistico sottostante alle scelte che vennero realizzate, mentre qui si improvvisano siti un giorno sì e un altro no, senza alcuna visione d’insieme e col proposito di inibire aree urbane anziché riaprirle all’uso della cittadinanza.E poi, andando nel concreto, chi risponderà dei 9.739.820 euro spesi per trasformare l’ex-Pescheria nei cosiddetto Salone degli Incanti, inaugurato solo nel luglio del 2006?E, dal momento che il pavimento di detta costruzione può sopportare un peso di 2.000 chilogrammi a metro quadro e considerato che un metro cubo d’acqua ne pesa 1.000, quali

continua la telenovela del parco del mare

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Foto di Luca Pelizzari

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vasche oceaniche si potrebbero allestire all’interno della struttura? L’altezza delle vasche sarebbe di poco superiore al metro e consentirebbe quindi di ospitarvi un numero limitato di animali marini. Si tornerebbe così, per designare l’edificio, alla popolare definizione di Santa Maria del Guato.E ancora: dove si troverebbero i posteggi per visitatori e dipendenti?E ancora: ma sappiamo a cosa si va incontro? Prendiamo il riferimento di Genova: una struttura che occupa 250 persone, 1.300.000 visitatori l’anno, 71 vasche, con temperature dell’acqua variabili da -1 a 30°, per complessivi 6.000.000 di litri, ottocento specie animali, con oltre 10.000 esemplari tra pesci, rettili, anfibi, mammiferi, uccelli ed invertebrati, una grande vasca oceanica a cielo aperto di oltre 1.500.000 litri per ospitare i soli delfini. E quello che i visitatori non vedono: due interi piani interrati per gli impianti di trattamento delle acque, laboratori, duecento vasche per l’ambientamento, veterinari, 160 km di tubazioni. Con questo i sostenitori del Parco del Mare dovrebbero confrontarsi. Perché è evidente che investire in un progetto che sia molto al di sotto del livello quantitativo e qualitativo della struttura ligure equivarrebbe a un’abnorme dispersione di denaro pubblico, con scarse o nulle prospettive di rientro dei capitali investiti. Il problema dei finanziamenti non sembra preoccupare per nulla i sostenitori di quest’idea che sempre più

appare non realisticamente realizzabile. C’erano, ma sembra non ci siano più, 15 milioni della Regione, stanziati dalla giunta Illy e che Tondo appare restio a rinnovare, giustamente preoccupato di accantonare fondi per un progetto che difficilmente vedrà la luce, almeno non nell’immediato. Poi ci sono i soldi della Camera di Commercio, derivanti in parte dai fondi per la benzina agevolata, in parte da un balzello aggiuntivo imposto da Paoletti alle imprese, un incremento del 20 per cento dei diritti camerali, il 60% del quale è destinato proprio a finanziare il futuribile Parco del Mare. Si tratta di “soli” 7 milioni. Poca roba. C’è però la locuzione magica, rigorosamente in inglese: “project financing”. È il sistema usato per la costruzione dei parcheggi: un’impresa privata si sobbarca i costi impiantistici, in cambio di che ottiene i diritti per la gestione dell’impianto. Nel nostro caso, insomma, si tratterebbe di incrementare la privatizzazione di beni pubblici che solo i più irriducibili maoisti si ostinano a ritenere indisponibili, affidando a privati strutture quali la ex-Pescheria, il Magazzino Vini (restaurato con i fondi della Fondazione CRTrieste), l’area di fronte mare un tempo occupata dalla piscina Bianchi. E gli spazi che dividono le costruzioni, ovvio.Col bel risultato di ridurre ulteriormente la fruibilità da parte dei cittadini dell’area di maggior pregio dell’intera città. Tale dissennata ideologia di privatizzazioni, tra l’altro, si sta già rivoltando contro i suoi stessi estimatori,

considerato che la concessione del Marina San Giusto, ad esempio, impedirebbe già da ora l’eventuale utilizzo dello specchio d’acqua prospiciente l’ex Pescheria come area di supporto alle strutture del Parco del Mare (a Genova, ad esempio, si è ormeggiata una nave nella banchina adiacente all’acquario per aumentarne, di 2.500 mq, la superficie espositiva).Un autentico pasticcio, insomma, che si va a cumulare alle altre frettolose scelte compiute dall’amministrazione cittadina, tra le quali ad esempio lo spostamento del Museo di Storia Naturale a Rozzol, costato 4 milioni e mezzo, quando invece si sosteneva, non senza qualche fondamento, che le sue collezioni avrebbero dovuto costituire parte integrante del cosiddetto Parco del Mare.Nella risibile storia del progetto si sono impegnati come un sol uomo quasi tutti gli esponenti della classe dirigente di questa città, dal presidente della Camera di Commercio al sindaco, da assessori di tutte le giunte a semplici (per quanto “autorevoli”) consiglieri, di maggioranza e di opposizione. Confidiamo che la loro determinazione a condurre in porto, purchessia, il sempre più sgangherato proponimento non debba concretizzarsi, per non vedere inutilmente dilapidate risorse che sarebbe assai più saggio, a questo punto, dirottare altrove.

Walter Chiereghin

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lo SCriTTore Censurato dal ConSiglio CoMUnale

Lo scrittore tedesco Veit Heinichen vive e lavora a Trieste. Tre mesi fa un giornale sloveno ha pubblicato una sua intervista. Un mese fa il consiglio comunale di Trieste, dopo aver letto le opinioni di Heinichen, ha votato una mozione di censura contro di lui. Per capire cos’aveva detto di tanto sconvolgente, siamo andati a sentirlo.

Dai tempi di “Ultimo tango a Parigi” non si censurava nulla, in Italia. E invece il consiglio comunale… ma lei cos’ha detto di tanto terribile, in quell’intervista?Quello che dico e ripeto da dieci anni. Cioè?Primo: chi viene da fuori si meraviglia che in una città unica e bella come la nostra non vengano utilizzate le enorme potenzialità. Secondo: è incomprensibile che i rappresentanti della classe politica locale, spaventati dalla possibile fioritura che non saprebbero gestire, governino solo il declino della città. Terzo: la paralizzante paura del mercato porta a sistematiche chiusure. E ciò non dipende dagli imprenditori ma dai rappresentanti, che si rifiutano di imparare dalle realtà che abbiamo attorno. Quarto: Trieste non ha lobbisti di valore, né a Roma né in Regione, che sostengano i suoi legittimi interessi, come invece sanno fare i rappresentanti di Udine, Graz, Treviso…L’ormai famosa intervista è uscita solo su

un periodico sloveno, in inglese per di più. Eppure ha fatto imbestialire i politici triestini. Se lei avesse detto le stesse cose su un media più diffuso, come la televisione, cosa sarebbe accaduto? L’avrebbero fucilata? Chi lo sa… meno male che non viviamo più al tempo dell’Inquisizione. Questa reazione crea la sensazione che a Trieste troppi abbiano la coda di paglia.Eppure tutti si sentono in obbligo di ripetere a voce alta ciò che pensano.Come il sindaco che disse di voler regalare a Fabio Omero una mazza? O come quelle bassezze scagliate contro Pino Roveredo? I politici spaventano spesso esprimendo parole di odio, rancore, violenza. E allora di cosa si arrabbiano se qualcuno li critica? Vorrebbero obbedienza? E’ stato detto che lei, criticando i politici locali, sputa nel piatto in cui mangia.Io mangio a un altro tavolo e con la compagnia di commensali differenti: col mio lavoro di scrittore, pagando le tasse, sono un contribuente dello Stato italiano e del Comune di Trieste. Invece, per la collaborazione al CdA del Carso, prestata utilizzando le mie esperienze e i miei contatti internazionali, non percepisco un soldo. Proviamo un piccolo gioco di immaginazione?Forza!Supponiamo che lei sia uno dei politici triestini e che lo scrittore Veit Heinichen dichiari che siete pessimi amministratori. Come reagirebbe?Ci riderei sopra, ignorando quell’intervista. Non avrei sprecato nemmeno un secondo del mio tempo né una sola parola perché il mio impegno per portare avanti la città per il bene dei suoi cittadini che mi hanno eletto non mi lascerebbe nemmeno un minuto libero per reagire.Tra l’altro, un giudizio analogo (lo scarsissimo livello della classe dirigente locale) lo espresse Paolo Rumiz un paio di mesi fa proprio su Konrad. E così Tullio Kezich sul Corriere. Ma perché i politici triestini sono, secondo lei, così scarsi? Noi cittadini siamo responsabili dei rappresentanti che votiamo. Ma il fatto è che a Trieste si sta abbastanza bene anche senza muoversi, un segno dell’alta qualità della vita. Ciò però comporta una scarsa voglia di informarsi, di imparare cose nuove. E dunque non sfruttiamo le potenzialità che Trieste ha in abbondanza e perdiamo continuamente occasioni. Certo: si può scommettere puntando tutto sul declino come è successo nei mercati finanziari. Ma chi guadagna cosa e in che modo? E intanto il contatto tra la casta partitica e il cittadino e viceversa si perde sempre di più. Noi cittadini comuni l’abbiamo permesso, con la pancia piena e mai stufi di ripetere le lamentele solo al banco dei bar.

Ci sono speranze che la situazione migliori?Io non sono pessimista. Per più della metà della mia vita ho fatto l’imprenditore e l’imprenditore odia prima di tutto lo spreco. Ma a medio e lungo termine, sarà inevitabile che le cose vadano avanti. La pressione dei diversi territori confinanti è grandissima, sul piano economico e culturale. Il concetto di Mitteleuropa è superato: siamo in una terra con un confine prospero e popolato, dove cresce la collaborazione transfrontaliera, che non è solo Capodistria e Sesana. Siamo al centro dell’Europa e la collaborazione sarà inevitabile. Per esempio?La collaborazione transfrontaliera si svilupperà in vari settori, salute, ospedali, viabilità, scuola, università, formazione, ambiente... però tutto ciò spaventa la maggior parte dei vecchi politici dei vari paesi, che riescono a sopravvivere solo muovendosi dentro i vecchi confini. Il vicino di casa non è sempre il nemico, dovrebbe di più diventare “partner”. Anche vero che in tutta l’Europa questo progresso porterà per forza a un certo distacco del potere centrale.E Trieste ne avrebbe dei benefici?Se Trieste vivesse anche solo al 50% delle sue grandi possibilità, ci sarebbe un vantaggio per tutti. Sembra che ci si dimentichi che welfare e crescita economica sono strettamente legati. Chi sta sotto la soglia della povertà, oppure lotta per non scivolare, non deve essere emarginato. Perché ignorare questa fascia grande della nostra società? Ricordiamoci che l’idea forza del mercato sociale è stata colpevolmente messa da parte nonostante che dopo la seconda guerra abbia portato a stare bene tutti gli stati della “vecchia” Europa.Destra e sinistra sono categorie superate?Nell’ambiente politico, sembrerebbe di sì. Sono stati sciolti tanti confini: in certi ambiti alcune classiche posizioni di sinistra, come ambiente o cultura, sono entrate anche in altri partiti, e viceversa, la sinistra ha adottato posizioni di destra nelle questioni di sicurezza per esempio e anche nell’economia.Secondo lei servirebbe una nuova ideologia?Sono sempre stato scettico in confronto alle ideologie. Servono visioni basate su competenza. Proporrei un pragmatismo realistico che difenda tutti insieme i valori di welfare, produttività, innovazione, cultura e salute. Ma ciò non si può raggiungere con strutture che mirano solo a tutelare se stesse. Lavorare per il bene comune significa portare avanti una società intera. Se lei, durante le prossime primarie, fosse eletto leader della sinistra

Veit Heinichen puntualizza e rilancia

Lo scrittoreVeit Heinichen

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lo SCriTTore Censurato dal ConSiglio CoMUnale

triestina, quali sarebbero le sue prime tre decisioni?Non capiterà perché non mi candiderei – invece sento una forte responsabilità della società civile troppo trascurata. In una democrazia il singolo deve partecipare e contribuire nel suo piccolo.E se il leader della sinistra locale la chiamasse per dire: “Senti, Veit… dimmi la tua opinione”?Non capiterà.Ma cosa gli consiglierebbe?Di conquistare la più grande indipendenza acquistando una forte competenza e circondandosi di un team di competenza senza sistemare l’amico dell’amico, di essere responsabile verso gli elettori e non verso l’apparato di partito. Poi lo inviterei a un viaggio di studio nelle città che hanno risolto problemi analoghi ai nostri.

Quali?Münster, che ha fatto investimenti mirati in università e scienza. Una città di 250.000 abitanti, che ha 75.000 studenti. A Trieste si mugugnerebbe: “tutti ‘sti muli… che casin… no stavimo mejo prima?”Anche a Münster la gente era scettica ma poi hanno capito che questo vento giovane porta innovazione, soldi, vita. Le vetrine dei negozi in città parlano una lingua ben chiara: c’è prosperità! Si sono creati campus, sono cresciute cultura, commercio, gastronomia. Altre città?Amburgo, che ha seriamente riqualificato il porto vecchio e allargato fortemente gli affari del porto in generale con un piano di investimenti per il futuro in dimensioni impressionanti. Non si lasciano fregare dagli altri. Lei sa quale percentuale del traffico commerciale mondiale avviene su acqua?Non lo so ma azzardo. Il 55%?Oltre il 94%. E noi a Trieste non vogliamo capire le nostre enormi potenzialità? Non si tratta di far concorrenza ad altri porti molto più grandi, ma di entrare in sinergia con Venezia, Koper, Rijeka, aprendoci al traffico che arriva dall’Est asiatico e attraverso il canale di Suez raggiunge i mercati centroeuropei. E adesso va a Rotterdam: 35 chilometri di banchine, 1500 navi al giorno... non possiamo togliergli quella fetta del suo traffico che economicamente ed ecologicamente dovrebbe essere mossa di qui? La vicinanza del porto di Trieste ai grandi centri produttitivi del Europa centrale è evidente, il trasporto più veloce con costi minori e con tanto meno capitale legato durante il tempo di transito.Il viaggio dove continua?A Liverpool. Per decenni la città del football, dei Beatles e del declino. Ma in dieci anni, investendo in cultura, industria cinematografica e infrastrutture, sono arrivati ventiduemila posti di lavoro che danno il loro contributo fiscale e produttivo. Il viaggio è finito?Ancora due tappe. Amsterdam o Riga, che hanno saputo attirare nuovi imprenditori, offrendo non finanziamenti ma infrastrutture. E poi l’ultimo viaggio:

Greve in Chianti, le Cinque Terre. Esemplare rilancio turistico, culturale ed enograstronomico, di un territorio, grazie all’unione di tanti comuni e province. Sanno fare lobby per se stessi in modo intelligente con ottimi effetti economici.Una volta concluso questo viaggio assieme al leader della sinistra triestina, cosa gli direbbe al momento dei saluti?Ti abbiamo eletto per rappresentarci e per portare le cose avanti per dare un futuro a noi e ai nostri figli e nipoti. Da adesso in poi non voglio più sentire analisi su perché e per come le cose non vanno e non si fanno. Ti abbiamo eletto per muovere la realtà e non per spiegarci perché non si può. Il “no se pol” è poco credibile se ci sono esempi che dimostrano il contrario.E se la chiamasse il capo della sinistra italiana? Cosa gli direbbe?Non capiterà neanche questo, ma in teoria direi: svegliati finalmente, impara, studia, formati, molla la presunzione, comunica, gestisci. Abbiamo bisogno di te.E il problema Silvio Berlusconi? Non abbiamo tanto questo problema quanto quello di un’opposizione inesistente. In tutto il mondo cresce il partito del non voto: per la democrazia è davvero un dramma. Tornando a Berlusconi, complimenti alle sue capacità di vendere, comunicare e di marketing. E l’attuale sinistra o centrosinistra? Con oppure senza trattino?Deludente, purtroppo non solo in Italia. Un gruppo dirigente che con enorme generosità ha regalato la vittoria alla destra e che, come sembra, ha l’intenzione di farlo avanti. Presunzione non sostituisce competenza. Il contatto con gli elettori non deve essere cercato solo durante la campagna elettorale.Cosa dovremmo fare?Ripeto: la responsabilità del singolo esiste. Non si può rimproverare solo gli altri. Democrazia non significa solamente votare e lamentarsi, significa anche proporre e controllare. Tutti abbiamo un telefono, in molti usiamo le email. Ebbene, mettiamoli in azione e chiamiamo il deputato, il senatore, il politico che abbiamo eletto.

Luciano Comida

Le dUe riSPoSte CrUCiaLi SU 16 Pagine “Pro trieSte”adria airways in-Flight Magazine di ottobre-novembre 2008.Dall’intervista di Polianka Dolhar a Veit Heinichen (traduzione a cura della redazione di Konrad)Cosa l’ha attirata in questa città?Trieste è il prototipo della città europea, un’Europa in piccolo, piena di contrasti e contraddizioni, molti confini, ma anche ponti. Qui si incontrano tre diverse culture, germanica, latina e slava, ma pure il Mediterraneo e il Nord. La storia collettiva si rispecchia nella storia delle famiglie: Trieste ha sette cimiteri di sette religioni diverse. E’ anche capitale della letteratura: 250 nomi di fama mondiale hanno creato o tratto ispirazione da questi luoghi, da Casanova a Stendhal, da Freud a Kosovel, da Rilke a Thomas Mann e Boris Pahor. Un luogo in tutti i sensi ricco e curioso, sopratutto una città che non chiede a nessuno di scegliersi una sola identità. In ciò sta il suo maggiore fascino, la sua forza” Ma è anche una città dove sembra che niente cambi...“... perché purtroppo è amministrata da politici incapaci. A Trieste trovi i peggiori rappresentanti della classe politica italiana, contenti della sua decadenza perchè sanno che non sarebbero capaci di gestire un organismo sano e forte. Ma questa città ha già dimostrato che la ricchezza sta nella diversità: per secoli i suoi abitanti di diverse nazionalità e religioni hanno vissuto in costruttiva convivenza. Oggi cercano di convincerci che questo è impossibile, ma se lo era fino all’inizio del 20° secolo, deve esserlo anche oggi. A Trieste il fascismo mostrò i denti già nel 1920, bruciando il Narodni Dom, ma oggi non è più una città fascista. Ci abita soltanto una piccola percentuale di estremisti, mentre la grande maggioranza crede in un’ altra immagine di Trieste”

RICORDANDO IL DOTTOR PINCHERLE

Bruno Pincherle (Trieste 1903- ivi 1968) fin dai dati biografici risulta una personalità emblematica del suo tempo: ebreo, antifascista militante, perseguitato politico, medico pediatra, ricercatore e studioso di Stendhal, bibliofilo, amico di Umberto Saba, aderente a Giustizia e Libertà, militante attivo in varie formazioni politiche della sinistra, consigliere comunale. La mostra nelle sale dell’ex-Provveditorato in Via Santi Martiri 3 a Trieste, visitabile, a ingresso libero, fino al 15 febbraio esibisce materiali d’archivio, disegni, fotografie, documenti inediti e una serie di opere d’arte, tra cui spiccano i due importanti dipinti di Vito Timmel, a comporre l’immagine poliedrica di una personalità improntata innanzitutto a un rigore morale che trasfuse nei vari ambiti dei propri variegati interessi, con pensieri ed azioni connotati sempre da una non comune apertura mentale.In occasione della mostra, Comunicarte Edizioni pubblica due nuovi titoli: la nuova edizione di Bruno Pincherle di Miriam Coen e La Trieste di Pincherle di Monica Rebeschini che analizza l’impegno civile del medico triestino passando in rassegna un’antologia di interventi, attinenti alla cultura e alle arti, presentati da Bruno Pincherle al Consiglio Comunale di Trieste tra il 1956 e il 1968.

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rigassifiCatore e CriSi eConoMiCa

Il progetto del rigassificatore che Gas Natural vorrebbe costruire a Trieste (Zaule) non se la passava tanto bene, fino a un po’ di tempo fa. Malgrado l’incredibile parere favorevole della Commissione VIA del ministero dell’ambiente, la Soprintendenza locale aveva ribadito già quattro volte il proprio parere negativo, dal punto di vista paesaggistico.

Ostacolo poi risolto con l’ennesimo colpo di mano procedurale: il ministero prima chiede a Gas Natural un “progetto di inserimento paesaggistico” e poi impone al Soprintendente di esprimere un nuovo parere – il quinto – stavolta favorevole. Così è stato. Strada spianata per la firma congiunta di Prestigiacomo e Bondi sul decreto conclusivo della VIA?Non proprio: rimane infatti la posizione contraria del Governo sloveno (che pare immutata anche dopo le elezioni ed il cambio di maggioranza).Inoltre, sono stati presentati alla Procura della Repubblica dagli ambientalisti e dai Comuni di Muggia e S. Dorligo, esposti che ipotizzano numerose illegittimità della procedura VIA e anche vere e proprie falsificazioni degli studi ambientali di Gas Natural.Nel frattempo però la crisi economica mondiale fa crollare la domanda di acciaio e Lucchini-Severstal annuncia di voler costruire – per diversificare le attività - una centrale elettrica a gas

accanto alla Ferriera di Servola, ma non in sostituzione di questa. Progetto affidato alla società Medea, autrice degli studi ambientali (e relative ipotizzate manipolazioni…) per il rigassificatore di Zaule.Favorevoli industriali e sindacati, che vedono concretizzarsi così la prospettiva di salvare la Ferriera ed avere anche il rigassificatore. E le promesse elettorali del sindaco, che presentava il progetto di Gas Natural come la chiave per chiudere lo stabilimento siderurgico? Tanto si sa che Dipiazza cambia facilmente idea e la gente ha la memoria corta… Poi arriva la nuova crisi del gas tra Russia e Ucraina e l’ad di ACEGAS-APS, Pillon, prontamente intervistato dal Piccolo, dichiara che “col rigassificatore saremmo autonomi”. La quota di metano che entrando in società con Gas Natural ACEGAS-APS vorrebbe ottenere, coprirebbe infatti il fabbisogno della sua rete in Friuli Venezia Giulia e in Veneto.Ineccepibile, da parte di chi lucra vendendo gas e non ha quindi molto interesse a contenere i consumi, anzi (più gas si consuma, meglio è …). Gli utenti però come la pensano?Qualche altro rigassificatore, oltre ai due esistenti in Italia (Panigaglia e Porto Levante), permetterebbe certo di diversificare ancor di più le forniture, ma non di ridurre la dipendenza dall’estero, né il peso della “bolletta energetica” sulla bilancia dei pagamenti e gli effetti di questa sull’inflazione. Oltre tutto, il prezzo del gas così importato terrà conto dei costi del processo di liquefazione alla partenza e di rigassificazione all’arrivo e di quelli delle navi metaniere.Decisamente più strategico appare invece l’investimento sul lato della domanda, per ridurre gli sprechi e razionalizzare i consumi. I margini sono enormi: il piano energetico del Friuli Venezia Giulia valuta un potenziale di risparmio nei consumi finali di energia elettrica (prodotta per lo più da centrali a gas) di oltre il 50 per cento nel settore domestico e

commerciale e di quasi il 40 per cento nel settore industriale. Lo stesso vale per il resto d’Italia.Ancor maggiori i margini nel riscaldamento/climatizzazione: esperienze come “Casaclima” in Alto Adige, dimostrano che è conveniente costruire case energeticamente passive, autosufficienti senza apporti di combustibili fossili, mentre nella riqualificazione degli edifici esistenti si possono ottenere – a parità di confort - risparmi nei consumi di combustibili dell’80 per cento e più.Il tutto con almeno tre altri benefici fondamentali: drastica riduzione delle emissioni di CO

2 responsabili dei cambiamenti climatici, analoga riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici, sviluppo di competenze tecniche pregiate e di un mercato qualificato, cioè posti di lavoro per progettisti, impiantisti, produttori di attrezzature e materiali, ecc.Il risparmio energetico va però incentivato: purtroppo le recenti decisioni del Governo, con l’abolizione dell’obbligo di certificazione energetica degli edifici e l’abolizione (rientrata, ma non del tutto) degli sgravi fiscali per il risparmio energetico nell’edilizia, vanno nella direzione opposta.Dulcis in fundo: lo scorso novembre Gas Natural rende disponibili via internet (?) le “integrazioni volontarie” dei propri studi ambientali per la VIA, che però risalgono ad aprile (!). Il principale di questi, sulla dispersione delle acque di scarico del rigassificatore nella baia di Muggia, risulta, a parere del WWF, manipolato e inattendibile come e peggio dei due precedenti sullo stesso argomento. Il WWF lo segnala nelle proprie osservazioni e nel 2009 un nuovo esposto arriva in Procura…

dario Predonzan

abbondante materiale sull’argomento nel sito www.wwf.it/friuliveneziagiulia,

sezione “documenti”

Forzature e manipolazioni per imporre un progetto improponibile

Una gasiera

LUBIANA ONESTISSIMA

I giornalisti del Readers Digest recentemente hanno fatto un esperimento per veri-ficare l’onesta degli abitanti di varie città del mondo. La capitale slovena Lubiana si è classificata prima. Non si è trattato di uno dei soliti sondaggi, perché gli ideatori hanno pensato che la gente in genere risponderebbe in modo diverso da quello che in realtà farebbe. Perciò hanno seminato per le città 30 telefonini e hanno atteso quanti di questi sarebbero tornati al legittimo proprietario. A Lubiana ne sono stati restituiti 29, a Toronto 28. La classifica dei più onesti prosegue con Seul, Stoccolma, Bombay, Manila, New York, Helsinki, Budapest e Varsavia.

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9 Konrad febbraio 2009

Una goCCia d’aCQUa gUarda l’onda

Sin da quando ragazzi e genitori scesero in piazza, ancora alla fine dell’estate, moltissime energie sono state spese nel tentativo di definire una forma e una sintesi completa del movimento di protesta che ha investito l’università e le scuole di ogni ordine e grado, in tutte le parti del Paese. Come proprio il nome di Onda suggerisce, tuttavia, si tratta di un insieme di energie fluide, spontanee, cresciute “dal basso”, una convergenza di forze

multiformi, costantemente in evoluzione, difficilmente contenibili entro schemi interpretativi usuali o limiti netti ed imprescindibili.Rispetto ai movimenti del passato, quando a contestare erano i nostri genitori, diversi sono gli strati e il ruoli sociali, diverse le generazioni, ovviamente, diverse la maturità e l’appartenenza politica, diverse le preoccupazioni, diverse le risorse, le proposte avanzate e i linguaggi condivisi... diverso tutto, allora? A ben guardare proprio tutto no. Ad essere difesa e condivisa con convinzione, per cominciare, è l’apartiticità dell’Onda. Pur trattandosi di un movimento caratterizzato da contenuti marcatamente politici, infatti, esso non si riconosce in nessuna delle attuali forze politiche e rivendica autonomia nell’elaborazione e difesa delle proprie istanze. Queste, più che da speculazioni puramente ideologiche, nascono da un disagio condiviso e reale e si strutturano in connessione alle problematiche concrete del vivere quotidiano. Trepidante è la diffusa apprensione per il presente, unita alla consapevolezza che in gioco non sono solo la qualità del sistema scolastico o gli interessi di

un’unica componente sociale, ma il futuro dell’intera società. Parlare d’Istruzione Pubblica, diciamo, è parlare di futuro. È parlare di un bene comune, prezioso, indisponibile e fondamentale, non solo in relazione alla formazione di competenze lavorative, ma anche, e soprattutto, come indispensabile strumento di emancipazione sociale ed educazione democratica e civile.Ecco perché, pur nascendo in seno ad una questione circoscritta come la

riforma del sistema scolastico, dell’alta formazione e della ricerca, l’ Onda non si sottrae al confronto con le numerose problematiche sociali esasperate, nell’ultimo periodo, dalla crisi economica mondiale.Giustizia, Assistenza e Servizi Sociali, Lotta agli Sprechi, Integrazione, questi sono solo alcuni dei grandi argomenti sui quali questo movimento intende esprimersi: studenti, genitori, docenti, ricercatori, amministratori e tecnici scolastici non sono infatti indotti a protestare solo in quanto componenti della vita di università e scuole, ma in quanto cittadini che intendono vivere appieno la pratica democratica.Chi legge le differenze interne e quest’apertura tematica come portatrici di confusione e scarsa efficacia, non coglie in realtà la peculiarità e la forza innovativa che caratterizzano questo movimento, arenandosi nella propria

analisi sulle secche di un’ interpretazione parziale e lacunosa.Ad essere particolarmente rilevante infatti non sono tanto le disomogeneità o i piccoli inevitabili contrasti, ma il nucleo su cui tutte le richieste si fondano e che è la stessa ragion d’essere dell’ Onda: in due parole, un’ esigenza di responsabilità.

Il fatto stesso che questo movimento non si stia limitando ad azioni di critica e contestazione delle scelte governative, ma abbia fin dall’inizio agito attraverso la costituzione di commissioni di analisi e studio di proposte alternative, dimostra come i componenti abbiano in qualche modo sentito di dover rispondere in prima persona dell’andamento del presente. Rinnovata responsabilità quindi, come collante interno, ma anche come imprescindibile necessità democratica, richiesta al governo, all’intero mondo scolastico, della formazione accademica e dell ricerca e, non ultimo, ai cittadini tutti.La rivendicazione di trasparenza e meritocrazia, di una maggior qualità formativa, di congrua distribuzione dei fondi di finanziamento statale, di connessione reale con il mondo del lavoro, di autoformazione... tutte queste altro non sono che manifestazioni di una rinata consapevolezza che i diritti, per essere tali, non possono essere lettera morta, ma azione quotidiana e la loro difesa non può essere oggetto di delega.Ora sono in molti a chiedersi se questo movimento riuscirà o meno a raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi senza svendersi o deturparsi. Le difficoltà sono in effetti molte e le risorse non sempre adeguate e sufficienti.Una cosa però è già assicurata: l’Onda ha saputo ridare vigore e voce a chi è convinto che senza la partecipazione quotidiana e consapevole di tutti i cittadini la vita democratica del nostro Paese perda la sua essenza.Almeno in questo l’Onda ha già vinto. “Se non ora, quando? se non noi, chi?”.

Aurora MischiStudentessa di Lettere e Filosofia

Università di Trieste

... e prova a raccontarla

9 Konrad febbraio 2009

corte studentesco a Trieste

DA CHE PULPITO…

“È innegabile che ci sia una questione morale nel Partito Democratico”(Silvio Berlusconi, 6 dicembre 2008).

Sì, avete letto bene: è proprio quel Silvio Berlusconi

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una piCCola storia ignobile

Guccini la definirebbe una piccola storia ignobile. È la piccola storia ignobile di un esperimento di raccolta differenziata porta a porta tentato da una cooperativa sociale nonostante l’implicita contrarietà

del Comune di Trieste che, anziché assecondare, monitorare, valorizzare ed estendere l’iniziativa, sembra fare di tutto per frapporre ostacoli o almeno per ignorarla. La ballata di Guccini era riferita alla storia di un’interruzione di gravidanza e anche questa che vogliamo raccontarvi rischia di essere la storia annunciata di un aborto, un’opportunità sprecata.Il progetto ha avuto inizio nel 2004 grazie all’interesse, da parte del Consorzio Interland e della Cooperativa Sociale Querciambiente di Trieste, per un bando europeo Equal che finanziava progetti tesi a migliorare la qualità dell’ambiente. Il Consorzio e la cooperativa hanno allora deciso di redigere un’ipotesi di lavoro sulla raccolta differenziata porta a porta nel quartiere Ater di Rozzol-Melara.. L’ipotesi progettuale è stata presentata all’Ater, al Comune di Trieste (ing. Mian),

all’AcegasAps e a Esatto. Si è così ottenuta una lettera di interesse e disponibilità a sostenere l’iniziativa da tutti questi soggetti; in particolare l’Ater si è resa disponibile a sostenere lo start-up dell’iniziativa pagando i costi di raccolta per il primo anno.La sperimentazione è quindi partita per il primo anno (2005) grazie al sostegno economico dell’Ater.A fine 2005, dopo aver dimostrato che l’iniziativa poteva sostenersi economicamente senza aggravi di spesa per la collettività, il Consorzio e la Cooperativa hanno chiesto ai soggetti pubblici incaricati del servizio di fare la propria parte: Acegas Aps a stornare il contributo Conai, il Comune di Trieste a riconoscere quota parte del risparmio derivante dal mancato incenerimento del materiale raccolto.Mentre l’Acegas garantiva lo storno dei fondi Conai, dal Comune emergeva un atteggiamento di disinteresse totale. Del resto lo sappiamo, per averlo udito dalla sua viva voce, cosa Dipiazza pensi della raccolta differenziata: “È una stupidaggine: spendi dieci e prendi otto. Dieci anni fa, nei miei supermercati, ero strapagato da quelli che si portavano via i cartoni, il grasso animale e i contenitori delle verdure. Adesso devo pagare io, perché me li portino via” (intervista a Konrad del marzo 2008, v. Konrad n. 125). Forse però fare il sindaco di una città di medie dimensioni richiede di ragionare diversamente rispetto a un commerciante, per quanto di successo…Comunque quelli di Querciambiente non si arresero e, coadiuvati da Acegas APS, decisero di intraprendere l’applicazione del progetto nel sito che, per caratteristiche strutturali, più si sarebbe prestato alla sperimentazione: il complesso Ater di Rozzol-Melara. Nel proporre l’iniziativa ai cittadini di Rozzol Melara, la prima preoccupazione fu quella di informare adeguatamente

i residenti e, per convincerli ad aderire all’iniziativa, si pensò di associare alla raccolta differenziata gestita dalla Cooperativa una riduzione della Tarsu per gli abitanti del complesso: la legge infatti garantisce, nel momento in cui si riesca a differenziare almeno il 20% dei rifiuti, un abbattimento del 10% della tassa. A fronte della richiesta di Querciambiente, Esatto rispose con una lettera che, come previsto dalla legge (art.21, comma 7 d.lgs 22/97 e art. 23 comma 1 della legge 31/07/02 n.179) si sarebbe potuto procedere ad uno “sconto” sulla Tarsu pari al dieci per cento. Rimaneva comunque il problema della sostenibilità economica. Il costo totale dell’operazione era (ed è) di 14.000 euro annui: importo facilmente ammortizzabile, tenendo conto del fatto che 6.000 euro sarebbe stato (ed è tutt’oggi) il contributo Conai (Acegas-Aps) e 8.000 euro avrebbe potuto essere il contributo del Comune di Trieste, in quanto quota parte del risparmio per il mancato incenerimento. Per i materiali avviati al riciclo, difatti, il Comune non paga all’Acegas la tariffa per l’incenerimento (pari a circa Euro 100/tonnellata) ed è in conseguenza di tale risparmio (come si vedrà largamente eccedente il contributo richiesto da Querciambiente per non lavorare in perdita) che si sarebbe potuto intervenire da parte del Comune. Sia Acegas che il Comune sarebbero intervenuti per una quota parziale in quanto è riconosciuto che già prima veniva condotta la raccolta differenziata, seppur in minima quantità. Quando ciò è stato ipotizzato il primo ente ad essere informato è stato il Comune di Trieste, che rispose via lettera con un appoggio condizionato dall’insussistenza di oneri per le casse comunali. Condizione che sarebbe stata comunque rispettata. Bisogna aprire una piccola parentesi sul

Il comune di trieste fa abortire una sperimentazione di raccolta differenziata porta a porta

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10 Konrad febbraio 2009

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una piCCola storia ignobileperché sia stato scelto Melara: questo appariva il contesto più semplice dove condurre una sperimentazione, grazie alle androne interne protette dove si possono lasciare i bidoni. L’obiettivo principale, nel primo anno in particolare, era dimostrare che la raccolta differenziata si potesse fare porta a porta e senza costi aggiuntivi per la comunità. Questo principio etico

ovviamente si riconduce allo spirito che informa il lavoro della Cooperativa, che da anni cura l’ambiente e occupa persone svantaggiate, provenienti da aree di disagio. Di fatto a Melara viene impiegato un lavoratore part-time, che due volte

a settimane va nelle androne con un piccolo mezzo volta-bidoni, pesa i rifiuti e li carica. Poi li porta in un’area esterna facente parte del comprensorio e li riversa nei contenitori più grandi dell’Acegas, che si occupa dell’avvio ai centri di recupero.Per i 1.570 residenti del comprensorio di Rozzol Melara nel dicembre del 2004 iniziò la sperimentazione: Querciambiente

distribuì nelle androne del comprensorio 103 bidoni carrellati da 240 litri per la raccolta di plastica, di carta e di vetro e lattine. Sono stati così avviati al recupero, ogni anno, circa 120.000 kg di materiale, facendo salire la percentuale di raccolta differenziata per Melara dal 18.4% a circa il 24% (dati INR-APAT e Acegas-APS per il 2007 e dati Querciambiente convalidati Acegas-APS). Costo totale dell’operazione 14.000 euro all’anno. Fin dal 2005, primo anno della sperimentazione, l’adesione dei residenti si rivelò consistente e tale rimase anche quando il Comune intervenne sulla questione della riduzione della Tarsu, negandola, e rifiutandosi di corrispondere un contributo per il risparmio avuto dal mancato incenerimento dei rifiuti raccolti. L’ufficio tributi del Comune

smentiva l’Esatto, senza tuttavia addurre riferimenti legislativi. Allora il Consorzio Interland e Querciambiente, per verificare il grado di soddisfazione dei residenti sulla iniziativa e per riottenere lo sgravio del 10% negato ai cittadini, incaricava l’SWG

di condurre un’indagine statistica sul servizio di raccolta differenziata. Da tale indagine emerse da un lato la favorevole accettazione, da parte degli interessati, della raccolta differenziata così come era stata loro offerta e, dall’altro lato, la percezione della Tarsu come un tributo eccessivamente oneroso. Dopo questa rilevazione e l’incontro con figure istituzionali, l’unico traguardo conseguito è stato quello di avere uno sgravio sempre del 10%, ma “una tantum”: il Comune ha chiesto a Esatto di mettere a disposizione la somma, che è stata consegnata all’ Ater. A quest’ultima è toccato introdurla come sconto nelle spese condominiali.È da rilevare che l’esperimento condotto a Melara ha consentito di elevare il recupero della carta da 30 kg/abitante (media Trieste) a 43, avvicinandolo alla media nazionale (45), tenendo conto che il dato medio di Trieste contiene il conferimento di carta e cartoni proveniente da utenze commerciali e da uffici, mentre il dato di Melara riguarda solo materiale proveniente dalle abitazioni. Oppure la plastica, dove la media annua di Melara è di 17 kg/abitante, contro una media regionale di 11 e una sconfortante di 7 per quel che riguarda Trieste. (dati INR-APAT e Acegas-APS per il 2007 e dati Querciambiente convalidati Acegas-APS).Per Querciambiente la sperimentazione si è rilevata, a causa dell’indisponibilità del Comune a contribuire, un’attività in perdita nel 2006 e nel 2007 (parzialmente limitata dal contributo CONAI). Per il 2008, previa minaccia della cessazione dell’attività, l’intervento economico del Comune si è aggiunto al contributo Conai, consentendo il pareggio dell’esercizio con un contributo pari a 8.000 euro. C’è da immaginare che tale “cedimento” sia stato determinato dalla preoccupazione di quanto era sotto gli occhi di tutti per la cronaca sui rifiuti di Napoli e del danno d’immagine che sarebbe intervenuto per un comune che, in quelle circostanze avesse dimostrato un’assoluta indifferenza per il problemaCoscienti delle difficoltà economiche di questi anni di sperimentazione, quelli di Interland/Querciambiente hanno chiesto di poter sapere con anticipo se il Comune di Trieste avrebbe contribuito anche per il 2009, condizione necessaria per la prosecuzione del servizio. La risposta da parte del Comune è stata di considerare conclusa la sperimentazione. Allo spirare del 2008 si è avuta, da parte di AcegasAPS, una richiesta di proroga dell’asporto differenziato fino al 31 gennaio 2009. Dopo tale data e in conseguenza dell’assoluta indisponibilità del Comune, Querciambiente è determinata a far cessare la sperimentazione, che si rivelerebbe quindi abortita. Proprio come nella piccola storia ignobile di Guccini.

Agnese Ermacora11 Konrad febbraio 2009 la

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12 Konrad febbraio 2009

il mobbing, QUeSTo SConoSCiUToUn fenomeno che interessa milioni di persone nel mondo ma che spesso viene ignorato, sottovalutato, deriso. Quando una persona viene sottoposta, ripetutamente, ad azioni volte ad isolarla, a colpirla psicologicamente, a svalutarla e degradarla, si configura il comportamento persecutorio chiamato mobbing. Può capitare a chiunque e ovunque, in casa

come nelle relazioni sociali, ma la maggior parte dei casi di mobbing si riscontra sul posto di lavoro, da parte di colleghi o superiori, che spesso agiscono in gruppo e per emulazione. La prevalenza dei casi compisce gli impiegati e i dirigenti, che “cadono in disgrazia” e vengono privati della loro professionalità, stressati fino a farli ammalare fisicamente o psicologicamente. Ma sono crescenti i casi anche di altre tipologie di lavoratori mobbizzati, soprattutto tra gli operai.Isolare e aggredire il diverso, il debole, lo scomodo è un comportamento purtroppo insito nella natura umana. Il mobbing non è quindi un fenomeno nuovo, strano, inventato. E tuttavia spesso viene considerato tale, non solo da chi lo agisce, non solo dal contesto in cui si verifica, ma addirittura e soprattutto da chi lo subisce. Manca spesso la consapevolezza di essere una vittima, e anche quando la consapevolezza arriva subentra la vergogna, la ritrosia a denunciare. Quasi un senso di colpa, la convinzione di aver fatto qualcosa che ha provocato l’aggressione del mobbizzante. Un’autocensura che scatta soprattutto tra le donne e gli stranieri, le persone più colpite perché più deboli nel contesto sociale. Come affrontare dunque il fenomeno del mobbing, come porvi rimedio? Ci vuole grande prudenza, grande umiltà, vista la delicatezza del fenomeno, non solo dal punto di vista psicologico. Spesso infatti il comportamento di mobbing si confonde con la condotta antisindacale, con la violazione delle norme contrattuali, con la violenza privata. Inoltre il mobbing in

quanto tale non esiste nelle nostre leggi, le poche sentenze lo definiscono in modo ancora incerto, classificandolo come semplice reato civilistico.Dal momento che il mobbing riguarda soprattutto il mondo del lavoro, la UIL già da molti anni se ne occupa, avendo costituito, spesso per prima, punti di assistenza e ascolto in tutta Italia. Lo sportello di Trieste esiste da anni e dal 2006, a seguito della legge regionale in materia, è riconosciuto e finanziato dalla Regione. In collaborazione con la Provincia di Trieste, l’associazione GOAP e la cooperativa Lybra del mondo ACLI, lo sportello di via Polonio 5 è aperto il lunedì, mercoledì e giovedì pomeriggio (tel. 040.660994, e-mail [email protected], www.benesserelavoro.it).Al punto d’ascolto le persone interessate trovano l’assistenza di due operatrici, affiancate da medici, psicologi, legali. Il compito degli operatori è appunto, in primis, quello di ascoltare: raccogliere la testimonianza, lo sfogo della persona mobbizzata, aiutarla a prendere coscienza di ciò che le accade e delle conseguenze che può avere sul suo equilibrio e sulla salute, l’individuazione delle responsabilità, la precisa distinzione dell’eventuale mobbing da altre violazioni dei diritti della persona.Prudenza e umiltà. Spesso infatti l’ascolto e il supporto psicologico bastano alla persona per trovare la forza di reagire e rispondere positivamente al comportamento violento cui è sottoposta. Talvolta le azioni da mettere in campo sono prevalentemente di natura sindacale, e l’utente viene indirizzato al sindacato di categoria di competenza. Solo alla fine, se nessuna di queste strade è risolutiva, si valuta l’opportunità di un’azione legale.Di grande importanza è il supporto che può venire dai sindacalisti attivi nei posti di lavoro, che devono segnalare allo sportello i casi di mobbing, aiutare le persone colpite, costruire intorno a loro una rete di sicurezza, concordare con il datore di lavoro i percorsi per superare il fenomeno senza ulteriore conflitto. E grande parte ha anche la responsabilità sociale del datore di lavoro, la sua capacità di individuare questi comportamenti, scoraggiarli, sanzionarli e soprattutto prevenirli. Sono purtroppo ancora poche le commissioni interne per il mobbing costituite nelle aziende e soprattutto nelle pubbliche amministrazioni, che sono i luoghi di lavoro in cui il fenomeno è più diffuso.È proprio su questo versante che la UIL si impegnerà di più nel 2009. Verranno formati i rappresentanti sindacali sui luoghi di lavoro, ma si cercherà anche di

coinvolgere maggiormente le aziende e le pubbliche amministrazioni con un’azione di consulenza, per affrontare il mobbing assieme e se possibile scongiurarlo. Inoltre, nel 2009 ci si focalizzerà su come questo problema colpisca gli stranieri, costruendo con pazienza un’attività di mediazione culturale che li aiuti a riconoscerlo e superarlo.La cosa più importante, tuttavia, sarà l’informazione. Il mobbing va fatto emergere, va compreso e denunciato. Ne va diffusa la consapevolezza nell’opinione pubblica, l’unico modo perché chi ne è colpito decida di agire, chi ne è a conoscenza decida di denunciare. Il mobbing, così come qualsiasi altra malattia sociale, va prevenuto e curato.Mobbing: se lo conosci, lo eviti.

Luca VisentiniSegretario Generale UIL FVG

come difendersi sul luogo di lavoro

Convegno del 2 dicembre 2008

Decidiamo inconsciamente!All’università di Rochester (Usa) hanno voluto verificare, se gli uomini davvero raramente fanno scelte razionali, come dimostrava la ricerca dei neuroscienziati Daniel Kahneman e Amos Tversky che hanno vinto il premio Nobel nel 2002. Le nuove ricerche di Alex Pouget, professore associato di Scienze cognitive presso l’ateneo statunitense, hanno dimostrato che le decisioni migliori le prendiamo invece inconsciamente, cioè senza rifletterci troppo. Il cervello umano è in grado di farci prendere la decisione più corretta con le informazioni che ha a disposizione e di cui magari non ci rendiamo conto. Per dare una base scientifica a questa verità, Pouget ha utilizzato una serie di semplici test: ha mostrato ad alcuni volontari uno schermo su cui si muovevano puntini a caso, fino a formare flussi in diverse direzioni, anche se non in maniera chiaramente visibile. Al momento di rispondere alla domanda se i puntini si muovessero verso destra o verso sinistra, i partecipanti al test hanno dato la risposta esatta senza avere la certezza razionale di quello che stavano dicendo. “Tutto questo - assicura Pouget – ha una serie di vantaggi. Il primo è che riusciamo a prendere decisioni senza aspettare di essere certi al 99% di quello che stiamo facendo e dunque risparmiando molto tempo. Diciamo che, in media, per fare una scelta ci basta essere sicuri al 51% delle informazioni che abbiamo”.

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Lo stabilimento Eaton di Monfalcone produce valvole per motori endotermici (a scoppio), sia di scarico che d’aspirazione. La lavorazione si compone di una trentina di passaggi o traguardi di lavoro, ad alta cadenza temporale e precisione, per una produzione

giornaliera, su tre turni, di 100.000 valvole teoriche, al netto dello scarto e della ripassatura che si mangia, più o meno, il 5% della produzione. I clienti di Eaton sono FIAT, Volkwagen, PSA (Renault, Peugeot, Citroen), in passato pure Honda, Ford e Toyota. La produzione annua dello stabilimento di Monfalcone (che conta 340 dipendenti) è di 22/23 milioni di valvole. Eaton è una multinazionale (con sede negli USA, a Cleveland). I suoi maggiori azionisti sono dei fondi pensionistici.La Divisione europea della componentistica,

fino al 2006, era composta da uno stabilimento a Montornès, in Catalogna, uno a Nordhausen, in Germania, e quattro in Italia: Bosconero, Rivarolo, Massa e Monfalcone. Tutti siti dimensionati sui 300/400 dipendenti.Poi, in successione, hanno chiuso lo stabilimento catalano, quello di Rivarolo e (è cronaca degli ultimi mesi) quello di Massa, l’unico che produceva punterie. Secondo il quotidiano La Nazione, a margine delle iniziative sindacali a Massa, Eaton avrebbe dichiarato l’intenzione “di smantellare tutte le aziende che attualmente si trovano sul territorio italiano: oltre alla Eaton apuana, anche gli stabilimenti di Monfalcone (provincia di Gorizia) e di Bosconero (provincia di Torino)”. L’azienda sarebbe orientata a chiudere la sua produzione in Italia: probabilmente per seguire, da un lato, una strategia di delocalizzazione nell’Europa Orientale e, dall’altro, per concentrarsi di più sugli Stati Uniti. Secondo il quotidiano fiorentino tutto questo lo si sarebbe potuto leggere anche all’interno del sito internet della multinazionale, in uno dei tanti documenti prodotti dall’azienda: “si parla di un preciso piano chiusura per gli stabilimenti italiani”.A Monfalcone si trema, ma secondo Luca Cuoghi, il responsabile del

personale della Eaton in Italia, l’azienda, nel nostro Paese, chiude soltanto lo stabilimento di Massa: “per gli altri non esiste alcun piano di dismissione, non andiamo via dall’Italia, non abbiamo mai dichiarato una cosa del genere. E questo vale anche per la Eaton di Monfalcone. Al sindacato abbiamo detto che c’è uno stato di crisi e la cassa integrazione ordinaria. Ci auguriamo tutti che il mercato riprenda. Non ci sono altre notizie, sono tutte illazioni”.Non è un illazione, però, la recessione che sta mettendo in ginocchio, in tutto il mondo, il settore dell’automobile. I lavoratori della Eaton sono attualmente in cassa integrazione: da novembre si lavora solo una settimana al mese.Fidarsi di quello che ha detto Cuoghi? A Monfalcone si teme che l’azienda pensi di simulare, fino al penultimo secondo, la massima normalità, per poi comunicare, un secondo dopo, la chiusura dello stabilimento. Un po’ come ha fatto la Motorola a Torino.Nonostante la situazione difficile e la preoccupazione per il futuro, i lavoratori della Eaton di Monfalcone, però, non sono stati alla finestra ad aspettare gli eventi: assemblee, volantinaggi e presidi si sono succeduti nelle ultime settimane. Il 24 dicembre, in piazza della Repubblica, davanti al municipio, per tutta la mattinata e malgrado un freddo terribile, i lavoratori Eaton hanno attuato un presidio offrendo ai passanti fette di salame, mortadella e panettone, oltre a buon vino, e distribuendo un volantino delle RSU sulle ragioni dell’iniziativa.Questa manifestazione si è anche tradotta in un video che ora è possibile guardare su YouTube al seguente indirizzo: http://it.youtube.com/watch?v=jpJEzfBBuwMMartedì 20 gennaio, infine, in occasione di un consiglio comunale straordinario convocato per dibattere della crisi economica in corso e delle sue ricadute sul territorio, un folto gruppo di lavoratori della Eaton ha consegnato ai capogruppo un documento delle RSU che, a nome di tutti, ha richiamato le forze sociali e politiche alla concretezza. In questo momento difficile è necessario il massimo coordinamento, scrivono i rappresentanti dei lavoratori, tra le istituzioni locali: comuni, provincia di Gorizia e Regione Friuli Venezia Giulia.

Stefano Piredda

lo spettro della CriSiApprensione per il posto di lavoro alla Eaton di monfalcone

Maria Pirjevec, studiosa della letteratura slovena operante all’Università di Trieste, ha curato per l’editore Mladika un’antologia di autori sloveni del Novecento tradotti in italiano. Il volume rappresenta uno sforzo di sintesi il cui risultato offre una non comune opportunità al lettore italiano, non necessariamente solo triestino, di accostarsi ad un mondo che è al contempo quello a lui più prossimo e, per altri versi, uno dei più estranei. Il libro non si configura in senso proprio come un’antologia di testi letterari, in quanto i brani in esso posti in evidenza sono ascrivibili a diversi generi e registri. Si va difatti da testi poetici e narrativi veri e propri a testimonianze, a brani di saggistica, a interventi parlamentari, a lettere di condannati a morte del tribunale speciale fascista, a prediche liturgiche. Tale eterogenea massa di testi compone alfine un mosaico che rappresenta con vivida evidenza l’articolazione di questa comunità e il percorso storico da essa affrontato nel secolo probabilmente più accidentato dell’intera sua storia.Affiancano i nomi più giustamente noti, quali quelli di poeti e letterati della levatura di Srečko Kosovel, Boris Pahor, Alojz Rebula, Miroslav Košuta, altri di scrittori e intellettuali altrettanto conosciuti anche al pubblico di lingua italiana più informato, come Jože Pirjevec o Miran Košuta o Dušan Jelinčič, ma anche una quantità di altre voci meno note, spesso estranee al mondo delle lettere, chiamate dalla curatrice dell’antologia a dar conto di una presenza linguistica e culturale costante ed ininterrotta in questo territorio, che la storia ha inteso condividere tra due comunità troppo spesso impermeabili l’una all’altra.Il libro del quale parliamo ha il non secondario merito di tentare di scalfire il diaframma a tratti più spesso, altre volte più inconsistente che continua a frapporsi tra le due comunità che dividono lo stesso lembo di terra. Esso si rivela quindi uno strumento fondamentale per lacerare del tutto quel diaframma, perché prima di esso deve essere vinto un ancor più subdolo nemico: l’ignoranza.

Chie

Un’antologia di scrittori sloveni

L’altra anima di TriesteEd. Mladika, pp. 527, Euro 38

Lib

ri L’altra anima di trieste

13 Konrad febbraio 2009

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Alberto Ongaro è uno scrittore che KONRAD ama molto. Lo dimostrano le interviste e gli articoli che si sono succeduti negli anni, gli incontri e l’amicizia con Luciano Comida, direttore della rivista fino a due numeri fa, e con Walter Chiereghin, l’attuale. Esattamente un anno fa toccò a me, per la prima volta, l’onore di scrivere la recensione del suo romanzo più recente, La versione spagnola. Da allora, per esclusivo piacere personale, mi sono affezionata a Ongaro leggendo alcuni dei suoi romanzi più noti,

La taverna del doge Loredan, Passaggio segreto, il ponte della solita ora, …Non è stato sempre facile. Per me - lettrice spesso colpevolmente attratta dalle storie non storie, minime, intimiste, poetiche ma scarne, eleganti nella forma ma spoglie nella sostanza – leggere Ongaro significava scoprire territori narrativi nuovi, farmi prendere per mano da un maestro d’armi coraggioso, un eroe d’altri tempi, temerario, sognatore.

Non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi mostrato cosa debba essere, sempre - anche al giorno d’oggi - la letteratura. Per farla, non basta la generica capacità di scrivere bene. Occorre avere una storia da raccontare, un’idea centrale salda ed efficace; occorrono personaggi trepidanti e di spessore; occorre inventiva, meglio se impetuosa; occorre un intreccio incalzante. E infine, occorre un cuore grande, perché l’autore non generoso non sarà mai un buon autore. Insomma, Ongaro quest’anno me ne ha insegnate di cose, in quel modo indiretto eppure così intimo che solo tra scrittore e lettore è possibile… Ora è un nuovo piacere per me parlare di Un romanzo d’avventura, pubblicato per la prima volta nel 1970 (suo secondo romanzo, dopo il complice uscito nel 1965) e da poco ristampato da Piemme. Ormai abituata alle sue trame vigorose, ho iniziato la lettura di questo romanzo di Ongaro aspettandomi una serie di vicissitudini travolgenti (d’altronde, con un titolo

così…). E invece no. Sono rimasta sbigottita, inizialmente irritata, poi incantata, dalla discrepanza fra ciò che mi aspettavo e ciò che effettivamente questo libro è. Di avventura – “ongariana” come avevo appena imparato ad intenderla – proprio non v’è traccia. È un inno all’avventura, questo sì, un omaggio colmo di nostalgia e dolcezza. Ma decisamente non è una storia d’avventura. Non accade niente, se non nella memoria commossa del protagonista: che è niente di meno che Hugo Pratt. Sì, proprio lui, il grande disegnatore di Corto Maltese e di altri capolavori del fumetto, scomparso nel 1995. Ongaro, che oltre a scrittore e giornalista, è stato anche sceneggiatore di fumetti, ha lavorato con Pratt diventandone amico fraterno e condividendo con lui la lunga esperienza argentina. Chissà come gli venne in mente, nel 1970, di renderlo protagonista di un romanzo? Forse proprio perché Hugo Pratt era già, di per sé, uno straordinario personaggio fatto e finito. La trama, che trama non è. Pratt, nella sua casa di Venezia, riceve una brutta telefonata: il suo amico e collaboratore, e padre con lui di tante storie disegnate e narrate, Francesco detto Paco (come non vederci un alter ego di Ongaro?) forse è morto, suicida nelle acque del Tamigi. Inizia per Hugo una lunga notte di domande, di paura, incertezza, profondissima malinconia. Riflette su quell’amicizia così preziosa, densa e scapestrata. Sì, forse un po’ svigorita, non si vedono qualche tempo… ma la distanza non può essere così irreparabile… Cosa è successo a Paco? Cosa può averlo indotto a lasciarsi morire? Hugo è sempre stato convinto che la fantasia fosse il terreno migliore su cui spendere i propri passi, il proprio tempo, la tempestosa giovinezza, e non solo quella. È sempre stato sicuro che l’orizzonte

di carta fosse più sereno e splendente di quello reale, che le colorate e fasulle due dimensioni di una vignetta contenessero in sé più potenzialità di qualsiasi vita umana a tre, povere, meste dimensioni.

Ma davanti alla scomparsa misteriosa dell’amico, e forse alla sua morte, queste convinzioni sembrano sgretolarsi… Hanno fatto bene, lui e Paco, a vivere così come sono vissuti? Dedicarsi all’avventura, all’immaginifico, li ha dannati, esiliati dall’esistenza autentica degli altri uomini? O piuttosto, li ha salvati? Mentre si muove irrequieto tra le stanze della casa, Hugo soltanto fisicamente è solo. Come in un congresso di ombre, gli si radunano accanto i personaggi più amati, quelli della letteratura, o quelli disegnati, o quelli interpretati da attori di Hollywood… un intero universo di chimere che scaldano, rincuorano, fanno compagnia. Sì, Hugo è perfettamente conscio che l’avventura a volte è ben poca cosa; a volte “così mal raccontata che se ne poteva intuire lo sviluppo fin dalle prime pagine”. Eppure, “anche così malconcia l’avventura sembrava preferibile alla realtà, e quello era forse l’aspetto più terribile di tutta l’intera faccenda (…)”Il lavoro che lui e Paco hanno svolto insieme è un lavoro bizzarro, certo. Creare, disegnare, narrare, fuggire (e aiutare gli altri a fuggire) perpetuamente da una realtà percepita come insostenibile banale ossuta limitante miserevole vuota… Ci sarà sempre una madre che li rimprovererà per non esser stati più responsabili; ci sarà sempre chi li giudicherà male perché non si sono trovati un impiego più serio; perché si alzavano quando volevano, perché non andavano agli appuntamenti, perché danzavano sui balconi solo per far sorridere la bella fanciulla del balcone di fronte. Ci sarà sempre qualcuno che li biasimerà per aver avuto occhi spalancati e puri, da eterni ragazzini; e dirà loro che occhi così sono semplicemente ridicoli su una faccia da uomo. Ma Hugo sa (o almeno spera, col cuore lacerato dai dubbi) che tutti quelli che parleranno così lo faranno per invidia. Nel cuore di questa notte, definitiva e grave come l’orlo di un abisso, Hugo Pratt sembra chiedere conferma e consolazione al suo amico perduto: la nostra vita è stata infinitamente migliore di quella degli altri… vero, Paco? … vero?

Luisella Pacco

Alberto Ongaro

Un romanzo d’avventuradi Alberto Ongaroedizioni Piemmeeuro 17,50pag. 318

14 Konrad febbraio 2009

Un romanzo d’avventura

L’esposizione poetico-fotografica dal titolo VISIONI nasce dalla collaborazione di Mauro Marcellini e Luisella Pacco. Si tratta di una ristretta selezione dei numerosi ritratti che Mauro Marcellini

ha realizzato dal 2007 in poi, chiedendo ai protagonisti di scegliere una bugia, di interpretarla, e poi di interpretare il suo contrario. Su questi ritratti è poi intervenuta Luisella

Pacco, che a ciascuna delle immagini ha dedicato una poesia, raccogliendole infine tutte nella silloge Alfabeto per ogni viso.

VISIONIAlfabeto per ogni viso

esposizione poetico-fotografica di Mauro Marcellini e Luisella Pacco

6 febbraio - 8 marzo 2009

presso la Libreria Feltrinelli a Trieste in Via Mazzini 39

inaugurazione 6 febbraio 2009 alle ore 17

con l’amichevole partecipazione di Donatella Stabile

Lib

ri

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16 Konrad febbraio 2009

i Cammelli dell’anTarTide

Sono quaggiù ormai da due mesi e mi accorgo che è difficile rappresentare, oltretutto con questa cadenza così saltuaria, una mia percezione di questo posto che per chi legge è di necessità

frammentata e omogenea, mentre per chi scrive è al contrario dinamica e articolata, costellata dei piccoli eventi di una quotidianità che può apparire stralunata, mentre mi accorgo che, costituendo il mio presente, assume un giorno dopo l’altro per me il confortante sapore di una qualche normalità.Poi mi rendo conto, guardando questa quotidianità con gli occhi di una che abita in Europa, di quanto sia lontana dall’esperienza che, a casa, tutti condividiamo.Potrei cominciare parlandovi del tempo, come si fa in ascensore tra estranei. Qui

siamo in piena estate. Anche questa elementare constatazione rappresenta qualcosa di profondamente diverso da quello che significherebbe a Trieste. Estate, qui, vuol dire una temperatura media attorno ai 30° sotto zero. La base Concordia dista 1.100 km. dalla base francese “Dumont d’Urville” e a 1.200 km dalla base italiana “Mario Zucchelli”, ubicate entrambe sulla costa. Oltretutto qui siamo in alta montagna, a una quota cioè di 3.233 m. s.l.m.La base, costruita nel 2005, si compone essenzialmente di due edifici cilindrici, ciascuno di tre piani.Gli edifici sono detti l’uno calmo l’altro rumoroso. In quello calmo vi sono le stanze da letto, accoglienti e abbastanza capienti per contenere i vestiti e le chincaglierie per trascorrervi un anno intero. Quando sono arrivata nella mia stanza (dapprima condivisa con Lucia, una giovane astrofisica che ha fatto qui lo scorso inverno, mentre ora ci sto beatamente da sola), ciò che mi ha colpito era la somiglianza con la stanza di un qualsiasi hotel: il letto fatto, gli asciugamani, una ciotola con le caramelle, la bottiglia d’acqua e la guida illustrata della base.Le stanze si trovano al primo piano dell’edificio calmo; al piano terra c’è l’ospedale, la stanza del medico, quella del capo tecnico, la sala e-mail e la cabina telefonica. Al secondo piano ci sono i vari laboratori; io ne gestisco due, perché i continui tagli alla ricerca scientifica non hanno permesso di mandare due persone, come negli anni precedenti. A questo piano si trova anche la sala radio, cuore logistico della base. Qui Rita, i due Fabio e Jonathan ricevono le chiamate radio di tutte le persone che per svolgere le proprie attività si allontanano dalla base: è infatti obbligatorio avere con sé la radio per poter essere soccorsi in caso di bisogno.Nell’altro edificio si svolge invece la vita sociale: al piano terra c’è il “workshop”, una sorta di officina che dopo i pasti diventa rifugio dei pochi e (giustamente) bistrattati fumatori. A parte questo locale, in tutto il resto della base è severamente vietato fumare. Sempre al piano terra ci sono i macchinari per il riscaldamento, il riciclaggio e il trattamento dell’acqua e l’energia elettrica. Ovviamente,

trovandoci nella più grande riserva d’acqua del pianeta (circa l’80% della riserva di acqua dolce della Terra si trova in Antartide) l’acqua che beviamo e che usiamo in bagno si ottiene dalla fusione della neve che qui non manca certo.Una delle cose divertenti è che il vascone dove, con una ruspa, viene raccolta la neve per la fusione, una volta al mese viene usato come piscina, perché l’acqua che si ottiene dalla fusione della neve a una temperatura di circa 15° viene portata a 38 per poterci sguazzare dentro mentre fuori ce ne sono altrettanti, ma sotto lo zero. A fianco si trova un’altra notevole attrattiva quasi lussuosa: una mini sauna dove si può stare in 3 o 4 persone alla piacevole temperatura di 110°C, così una volta usciti si riesce a resistere per qualche minuto all’aperto in costume da bagno.Al primo piano c’è la palestra, la sala video e i magazzini della cucina. Al piano superiore si trova il vero fulcro di tutta la base, la mensa (che sarebbe più corretto chiamare ristorante, vista l’eccellente qualità dei cibi), la cucina e la sala libreria/bar dove ci si ritrova per leggere, chiacchierare e bere qualcosa. Durante le feste ha ospitato prima i sontuosi aperitivi e poi le danze sino a ore tarde; qui con la scusa del sole sempre presente è molto più facile tirare giorno.L’unica cosa che si discosta nettamente dalla definizione della base come Grand Hotel Concordia sono i servizi igienici! Finalmente a partire da quest’anno è stato attivato un bagno per le donne, sino ad ora si doveva girare allegramente con un secchiello, di quelli che da bambine si usavano in spiaggia, per farvi la propria pipì, mentre i maschietti disponevano da bell’inizio di “elegantissimi” orinatoi. Alle deiezioni solide è riservato un wc di nome “incinolet” che brucia il tutto e che causa malfunzionamenti del passato si è guadagnato il soprannome di sedia elettrica! All’esterno mi ha colpita la presenza di alcune sagome di cammello, costruite in compensato e lasciate qui dagli operai che costruirono la base. Forse per ricordarsi, in questo immenso deserto bianco, che esistono altri spazi su questa terra, altre temperature, un’altra vita.

Laura Genoni

corrispondenza dal Grand Hotel concordia

Laura Genoniin Antartide

La Scienza della MeditazioneSette Incontri per una reale

Conoscenza e Trasformazione di SéInfo: www.associazioneatman.biz/eventi.cfm

Ricchetti Fabio – 335 6083781 - [email protected]

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17 Konrad febbraio 2009

Come volevasi dimostrare, il 2008 si chiude con una pesante recessione in atto a livello mondiale, che in Italia si fa sentire di più a causa della situazione politica. Infatti il traballante governo Prodi, che era paralizzato dalle lacerazioni interne alla sua composita e risicata maggioranza, e quindi incapace di ottenere in Parlamento l’approvazione delle riforme promesse, è stato sostituito dal trionfante governo Berlusconi, sostenuto da un ampio consenso popolare, ma incapace per la sua natura di avere particolarmente a cuore il destino dei cittadini più svantaggiati.Così la tempesta che si è abbattuta sui portafogli delle famiglie, prima con l’aumento dei prezzi delle materie prime

alimentari di base (cereali, latte, carne, pesce, ecc.) e poi con l’aumento dei prezzi dell’energia, ha visto dall’estate in poi anche la crisi finanziaria mondiale falcidiare il valore dei risparmi di milioni di cittadini. In Italia le manovre politiche hanno aggiunto alla beffa anche la conclusione del caso Alitalia con un pesante aggravio per il bilancio dello Stato, e quindi per tutti i contribuenti.Guardando all’indietro, posso dire che mi dispiace moltissimo constatare di aver visto all’orizzonte questo genere di fregature, senza peraltro poter intervenire se non mettendo in guardia dalle sirene, come quelle vergognose per la destinazione del TFR ai fondi pensione, che oggi sono tutti in perdita, avendo

eroso anche su questo fronte il legittimo diritto di ogni lavoratore di percepire intatta la sua retribuzione, ivi compresa quella parte differita che è costituita dalla liquidazione.Secondo me tutti i cittadini dovrebbero scrivere una letterina al Presidente del Consiglio, che con la sua ampia maggioranza parlamentare è in grado di far approvare qualsiasi legge, e porgli una semplice domanda: “Dove sono finiti i nostri soldi? E se qualcuno se li è intascati ingiustamente, che si tratti di banche, assicurazioni, compagnie petrolifere, speculatori vari, non sarebbe giusto prevedere per legge che li debba restituire?”

Robin Hood

Il 12 gennaio si è tenuta a Trieste, presso la sala Baroncini, una conferenza dal titolo: “Elogio della decrescita”. L’iniziativa, che ha registrato un buon successo di pubblico, è stata promossa dall’associazione culturale Il pane e le rose, dalla RESFVG- Rete di economia solidale

del Friuli Venezia Giulia e da Divercity-Idea di città diversa. La relazione principale è stata tenuta da Paolo Cacciari, autore della recente pubblicazione: Decrescita o barbarie,

opuscolo allegato all’ultimo numero del periodico Carta. Sono inoltre intervenuti Emiliano Bazzanella - filosofo, Kenka Lekovich – scrittrice, Ferruccio Nilia – RESFVG, Antonio Palmisano – antropologo, Stefano Sodano – teologo, Rosalba Trevisani – UNESCO TS. Liliana Saetti ha letto un brano tratto da un saggio di Serge Latouche (che per primo ha coniato il termine decrescita). Ha svolto il ruolo di moderatore Edoardo Kanzian.Se, fino a qualche mese fa, il termine decrescita veniva considerato una provocazione, un grido di allarme lanciato da una sparuta minoranza di intellettuali e di persone affette dalla sindrome di Cassandra, oggi per l’umanità, pressata da molteplici e sistemici rischi:economici, ambientali, energetici, politici, la decrescita può rappresentare una via di fuga, un sentiero per costruire, con metodo democratico, una società ed un’economia solidale ed ecocompatibile.Nel suo intervento Paolo Cacciari si è particolarmente soffermato sui meccanismi che caratterizzano l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo basato sull’espansione infinta dei consumi, in larga parte indotti dalla

manipolazione psicologica delle persone da parte dell’industria pubblicitaria che, dopo quella della guerra, è la seconda attività mondiale per dimensioni di fatturato.I segnali positivi di un cambiamento possibile stanno comunque crescendo. Accanto alle storiche botteghe del commercio equo e solidale, alle varie associazioni ambientaliste, ecc. spuntano numerosissime e variegate buone pratiche: gruppi di acquisto solidale che si connettono con le produzioni locali per realizzare le cosiddette filiere corte e sostenendo ad esempio le produzioni biologiche, oggi in forte espansione. Anche nella nostra regione le buone pratiche si stanno diffondendo, creando fra loro reti di cooperazione. In questo senso, da quasi un anno si va configurando la rete dell’economia solidale, il cui primo nucleo è nato nel 2005 a Pordenone come “Officina della decrescita” e che quest’anno, celebrando la sua Terza festa della decrescita felice a Sacile, ha assunto una valenza regionale. Con buona probabilità, la prossima manifestazione si terrà proprio a Trieste.

Ferruccio Nilia

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d La bolla speculativa

Decrescita ed economia solidale

“MERCI SILVIO” GRAzIE SILVIOÈ con questo titolo che il quotidiano economico francese Les Echos commenta l’entrata di Air France-KLM in un’Alitalia risanata (i debiti della cosiddetta “bad company” li pagheranno i contribuenti italiani), per una cifra pari a circa 300 milioni di euro, contro i 1.500 che la compagnia d’Oltralpe era disposta a pagare lo scorso aprile per acquisire Alitalia con tutti i suoi debiti e con un numero assai maggiore di dipendenti.Il giornale riconosce il merito dell’operazione al nostro presidente del Consiglio. Lo fa anche il Financial Times, che definisce l’affare un “inglorioso imbroglio”. Noi però sappiamo che la cordata tricolore ha assicurato l’italianità della compagnia e, confortati da questa patriottica soddisfazione, siamo contenti di pagare qualche miliardo di euro.

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La linea Sesana-trieste- Sesana Sono state oltre cinquemila (per l'esattezza 5.337) le persone che hanno usufruito tra settembre e dicembre della nuova linea Trieste-Sežana, voluta dalla Provincia di Trieste e dal Comune di Sežana. Un numero notevole, ma che diventa assai piccolo se si fanno i dovuti calcoli: gli autobus delle compagnie Trieste Trasporti e Avrigo collegano le due città 12 volte al giorno per circa 20 giorni al mese. Il che significa che la media dei viaggiatori era di appena cinque persone per ogni singolo viaggio. Ma forse, dopo decenni senza un vero collegamento „transfrontaliero“, difficilmente poteva andare diversamente. Anche le buone idee hanno bisogno di tempo per trovare sostenitori...Gli autobus partono dalla stazione autocorriere di Trieste alle 8.45, 10.15, 11.45, 15.45, 17.15 in 18.45, da Sežana invece alle 8.00, 9.30, 11.00, 16.30, 18.00 e alle 19.30. Le fermate intermedie si trovano in via Coroneo, presso l'Università nuova, a Opicina (Strada di Vienna) e a Fernetti. Il biglietto costa 1 euro grazie al contributo del Banco di Credito Cooperativo del Carso – Zadružna kraška banka. La fase sperimentale durerà almeno fino a marzo. Poi si vedrà ...

Avtobusna proga Sežana-trst- Sežana Šestkrat dnevno iz Sežane v Trst in prav tolikokrat iz Trsta v Sežano: nova mednarodna medmestna proga je že nekaj mesecev realnost. Razveseljiva, kot je razveseljiva vsaka zamisel, ki želi brisati razdalje in približati ljudi. Pokrajini Trst in Občini Sežana je tako uspelo uresničiti dolgoletne sanje marsikaterega njenega svetnika in svetnice, a tudi »preprostih ljudi«. Politični volji se je pridružila podjetniška: k projektu sta pristopili avtobusni podjetji Avrigo (Sežana) in Trieste Trasporti, predvsem pa Zadružna kraška banka. Brez njene odločilne finančne pomoči bi se 1. september ne zapisal v tržaško-kraško zgodovino. Na novi medmestni progi vozijo v jutranjih urah slovenski avtobusi, popoldne pa italijanski. Vožnja po sedemnajst kilometrov dolgi progi traja pol ure, postanki pa so predvideni na tržaški avtobusni postaji, pri sodišču (Ul. Coroneo oziroma Ul. Fabio Severo), glavni univerzi (na treh različnih postajah), na Opčinah (Dunajska cesta), Fernetičih in sežanski avtobusni postaji. Iz Sežane odpotujejo avtobusi (vsak delavnik razen sobote) ob 8.00, 9.30, 11.00, 16.30, 18.00 in 19.30, iz Trsta pa ob 8.45, 10.15, 11.45, 15.45, 17.15 in 18.45; enosmerna vozovnica stane 1€.V prvih štirih mesecih eksperimentalne avtobusne povezave Trst- Sežana so šoferji obeh podjetij izdali 5.337 vozovnic ali povprečno okrog tisoč tristo ljudi mesečno, kar ni veliko. Če vsoto delimo s številom voženj vidimo, da je med vsako vožnjo na avtobusu sedelo povprečno pet potnikov ...Eksperimentalna faza čezmejne povezave se bo nadaljevala do marca. Medtem bosta podjetji Avrigo in Trieste Trasporti izvedli anketo med potniki, da bi spoznali njihove želje in morebitne kritike. Ena izmed teh je jasna že danes: avtobus vozi samo ob delavnikih, ob sobotah, nedeljah in praznikih pa ne …

Poljanka Dolhar

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19 Konrad febbraio 2009

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diritti umani violaTi

Ruhal Ahmed, lei ha avuto contatti con qualche organizzazione terroristica?Sì.Posso chiederle quale?Gli Stati Uniti d’America.Beh, il suo pensiero è chiaro, non c’è che dire! Quando è stato detenuto a Guantanamo?Dal 2002 al 2004. Assieme ad alcuni amici mi ero recato in Pakistan per un matrimonio e ci siamo presi una breve

vacanza per visitare l’Afghanistan. Quando è scoppiata la guerra contro i talebani ci è stato impossibile uscire dal Paese e ci siamo consegnati ai miliziani dell’Armata del Nord, che ci hanno incarcerati.Come è stato che di là è finito a Guantanamo?Ritengo che la colpa sia dei servizi segreti britannici. Durante un’ispezione della Croce Rossa incontrammo un ispettore inglese e gli chiedemmo di fare conoscere al Foreign Office la nostra situazione. Due giorni dopo, giunsero dei militari americani che ci portarono via.Come è stata la detenzione a Guantanamo?Durissima, soprattutto all’inizio: una gabbia all’aperto, scarso cibo, nessun materasso. I pestaggi erano all’ordine del giorno: bastava guardare per errore un secondino. Ha subito torture fisiche, oltre a quelle di cui mi stava dicendo?Sì, ripetutamente.Ha parlato con qualche avvocato?Mai.Poteva comunicare con la sua famiglia?Sì, potevo scrivere una lettera, ogni tre mesi.Quanti sono i detenuti?Allora eravamo fino a 900. Ora mi risulta che ve ne siano circa 300.Qual è la cosa che l’ha ferita di più durante la sua detenzione?L’insicurezza, il non capire, non sapere perché mi trovavo lì e neppure, ovviamente, quale sarebbe stato il mio destino.Cosa prova ora per i suoi secondini?Non provo rancore nei confronti di quelle persone: erano soldati e suppongo che dovevano obbedire a degli ordini senza possibilità di scelta. Ma c’erano anche dei volontari, delle persone che deliberatamente hanno scelto di venire laggiù. Chi considera maggiormente responsabile di questa sua ingiusta detenzione?In primo luogo il Regno Unito, secondariamente, ovviamente, gli Stati Uniti.Lei ha avuto a che fare anche con persone di nazionalità italiana a Guantanamo?Sono stato interrogato solo da americani, ma so che c’era un cittadino italiano detenuto. Era proveniente dal Marocco o dall’Algeria; si chiama Mohammed e non so se avesse la vostra cittadinanza, ma so per certo che era residente in Italia e che sono venuti agenti italiani ad interrogarlo, ma non saprei dirle di più, né che fine abbia fatto.

Tatiana Lokshina, la guerra in Cecenia si è ufficialmente conclusa nel 2002. Qual è ora la situazione ?Violazioni dei Diritti Umani continuano a manifestarsi sebbene in misura minore. Sono esitante ad usare la parola “miglioramento” perché il paese è retto da un uomo solo, il presidente Razman Kadyrov, che è responsabile di molti abusi e che governa la Cecenia come se fosse il suo piccolo regno.Le informazioni che giungono dalle altre repubbliche del Caucaso del Nord fanno temere un’estensione del conflitto.Le violazioni si sono estese alle altre repubbliche del Caucaso del Nord. La situazione in Inguscezia è disastrosa. Il numero delle esecuzioni extra-giudiziarie e delle persone scomparse è aumentato negli ultimi anni. Colpiti sono soprattutto i sospettati di contatti con i ribelli, i salatiti che auspicano un ritorno ad un Islam puro. Durante speciali operazioni delle forze di sicurezza tali persone sono state rapite, arrestate illegalmente, torturate e spesso costrette a incriminarsi e fornire informazioni spesso inventate su attività insurrezionali.Anche in Daghestan sono frequenti le esecuzioni extra-giudiziarie e la tortura. Le azioni insurrezionali aumentano a causa degli abusi perpetrati dalle forze federali e locali durante le operazioni antiterroristiche.Gli obiettivi degli insorti sono condivisi dalla popolazione?In Cecenia il conflitto è stato si natura separatista, non fondamentalista.Dopo la seconda guerra cecena (1999 – 2002) si è formato un fronte unito insurrezionale jihadista nel Caucaso del Nord. Questo è il danno che il governo russo ha causato a se stesso e la popolazione tende a vedere nello stato il male peggiore.Nelle sue recenti missioni nell’Ossezia del Sud quali violazioni ha documentato?Violazioni sono state commesse durante il conflitto sia dalla Georgia che dalla Russia. Saccheggi ed incendi da parte delle milizie ossete si sono verificati soprattutto nell’Ossezia del Sud nei villaggi georgiani amministrati da Tbilisi. Il diritto di ritornare non è tutelato. La nuova presidenza Medvedev può portare miglioramenti nel campo dei Diritti Umani?Sono speranze vane. Il conflitto in Georgia dimostra che non ci sono differenze rilevanti tra Medvedev e Putin. Inoltre la stampa non è indipendente e le organizzazioni non governativa (Ong) continuano ad essere ostacolate.

Giuliano Prandini

da Guantanamo all’OsseziaNel giorno del sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani proclamata dall’ONU il 10 dicembre 1948, Amnesty International ha presentato a Trieste, prima in un’affollata assemblea al Liceo Galilei, successivamente in un altro incontro pubblico due persone diversissime sotto ogni aspetto, ma accomunate dal fatto di testimoniare entrambe delle violazioni a quell’atto solenne che troppo spesso, a sessant’anni dalla sua formulazione, viene sistematicamente disatteso. Abbiamo intervistato sia Tatiana Lokshina, vicedirettrice dell’ufficio di Mosca di Human Rights Watch che Ruhal Ahmed, cittadino britannico, figlio di immigrati provenienti dal Bangladesh, detenuto e torturato senza ragione per più di due anni a Guantanamo. Nelle sue risposte, quest’ultimo esprime un giudizio sugli Stati Uniti che né Amnesty né questo giornale non si sentono di condividere, anche se considerano gravissimo e imperdonabile lo scempio che a Guantanamo vien fatto dei diritti dell’Uomo e della civiltà giuridica.

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20 Konrad febbraio 2009

agriColtura e SovraniTÀ aliMenTareNon passa giorno senza che ci siano altalenanti notizie sull’economia e sul suo stato di salute. C’è molta confusione ed è difficile raccapezzarsi. La Fiat si accorda con la Chrysler e il titolo crolla. Il governo ostenta ottimismo, ma la cassa integrazione sta salendo e molti temono per l’occupazione, oltre che per il potere d’acquisto, il welfare, la tenuta sociale. Nessuno ci sta dicendo che se la crisi dovesse essere lunga, dolorosa, devastante il problema potrebbe essere acuito dal fatto che abbiamo già un settore in crisi che è

l’agricoltura. Purtroppo ai piagnistei degli agricoltori siamo abituati e diamo comunque per scontato che domani, al supermercato, troveremo la verdura, la frutta, la pasta, il riso e quant’altro serve al nostro sostentamento. Vero come sorgerà il sole? Sicuri? Solo una cosa è sicura e cioè che anche al fondo di una crisi nerissima quel giorno dovremo mangiare anche, perché ciò è una necessità primaria dell’uomo e chi la deve soddisfare è il settore, per l’appunto

denominato, primario che è quello agricolo. Vediamo alcuni punti essenziali. Primo: le produzioni agricole friulane sono sbilanciate su mais e vino, che non sono essenziali. Sono deficitarie le produzioni di ortaggi (90%) e di frumento per pane (40%), si salva la frutta, potrebbero bastare latte e derivati. Secondo: abbiamo un modello scientifico errato e non in grado di portarci fuori dal guado in quanto, essendo autoreferenziale, non ammette ripensamenti né accetta consigli da noi poveri stupidi che

pratichiamo un’agricoltura libera dai loro condizionamenti. La prova è che se il modello fosse scientifico, e dunque vero, l’agricoltura non dovrebbe essere in crisi! Il problema di fondo è che si continua a perpetuare una sudditanza a due fattori produttivi esterni: il petrolio ed i semi. Non voglio addentrarmi in disamine di politica estera, ma sia i derivati del petrolio (concimi, fitofarmaci, diserbanti ecc.) ch soprattutto i semi oggi sono prodotti dalle grandi multinazionali nordamericane

o loro controllate. Le congetture del perché le lascio a voi, tenendo per me la conclusione che se noi friulani non siamo capaci di produrre le derrate ed i semi senza questi gioghi, e dunque arrivare alla sovranità alimentare, non solo sarebbe in gioco la nostra libertà ma persino la nostra sopravvivenza.Non sto scherzando, perché ho abbandonato questa logica quando il mais valeva 32.500 £ al quintale e dunque quasi trent’anni fa. Oggi come oggi la stragrande maggioranza dei produttori agricoli nostrani farebbe fatica a sfamare le proprie famiglie e la responsabilità di questa crisi è un po’ di tutti, ma in primo luogo di chi non crede possa esistere un’alternativa costituita dall’agricoltura biologica avanzata e, dall’alto delle loro cattedre ostacolano ogni possibile positiva evoluzione. L’agricoltura biologica ha elaborato una via di indipendenza e innovazione da diverso tempo. Prima ponendosi l’obiettivo dell’ecocompatibilità, poi, col metodo biodinamico, con l’evoluzione della qualità alimentare ed infine conseguendo spazi di libertà con la possibilità di produrre sementi attraverso l’omeopatia applicata ai vegetali ed al terreno. Abbiamo offerto il nostro sapere anche a chi ci ha detto che non siamo “scientifici”, in quanto non era in grado di capirci e non si capacitava di come si potesse produrre piante sane senza chimica… ma siamo ancora qua, con pazienza, a disposizione. Speriamo prevalga il buon senso e si riconosca che il primo passo da fare è quello di metterci alla prova dando pari dignità alla nostra ricerca, anche nella eventuale sciagurata introduzione degli OGM. Con quella scelta l’agricoltura friulana raggiungerebbe il traguardo finale del suo imbarbarimento, buttando la la sua libertà per accontentare i piantamais nostrani. Noi continueremo a coltivare bio e, amando e rispettando la nostra Terra, saremo certi di ottenere in cambio il dono della sopravvivenza.

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Siamo appena usciti dalle festività natalizie che già ci prepariamo al Carnevale prima e alla Pasqua poi, impegni culinari di grande portata che metteranno ancora sotto stress il nostro corpo già provato.

Il problema principale si pone con gli zuccheri e i grassi animali che compongono la maggior parte dei dolci. Nella quasi totalità delle ricette casalinghe per torte, biscotti, strudel, creme e quant’altro troviamo di prassi zucchero, burro, uova e latte. L’industria dolciaria aggiunge anche grassi vegetali idrogenati (le comuni margarine), sciroppo di glucosio, zucchero invertito, fruttosio, burro anidro e latte scremato in polvere, per non parlare di addensanti, coloranti, edulcoranti, stabilizzanti, acidificanti e antiacidificanti.Siamo proprio sicuri che tutti questi ingredienti servano davvero e siano innocui per la salute?Ormai siamo così abituati ad usare lo zucchero, le uova e il burro che non riflettiamo nemmeno più se veramente siano necessari o se possiamo farne a meno senza compromettere troppo la qualità della nostra creazione.

Iniziamo dallo zucchero. I suoi danni alla salute sono evidenti, tant’è che sempre più ricerche scientifiche lo mettono in relazione con le più disparate malattie moderne, dal diabete al colesterolo, passando per l’osteporosi e il cancro. Purtroppo il suo uso è così diffuso da renderne difficile la sostituzione, ma si tratta solo di cambiare certe abitudini e il più è fatto. Il miele ad esempio si presta bene per tutti quei dolci che non devono essere sottoposti a cottura, come ad esempio creme e budini. Il miele di acacia è quello che maggiormente si avvicina al dolce dello zucchero, ma vanno bene anche quello di millefiori, di tarassaco, di girasole. L’unico forse controindicato è quello di castagno che ha un gusto forte e amarognolo, ma è sempre questione di gusti!Il miele non va mai cotto perché si disgrega e rilascia sostanze tossiche per l’organismo. Quindi, per torte e biscotti è meglio usare altri sostituti, come ad esempio il malto di grano, poco conosciuto al di fuori degli ambienti del biologico, ma eccezionale dal punto di vista nutritivo perché si tratta di un prodotto derivato dalla cottura del grano, e quindi si abbina perfettamente con la farina.Anche il succo concentrato di mela o di acero è ottimo e forse l’unico deterrente può essere il prezzo ancora troppo elevato per la maggior parte delle persone.

Veniamo ora alle uova e al latte. Il loro utilizzo serve per rendere più morbido e malleabile l’impasto. Chiunque abbia mai lavorato con la pasta fresca sa che per allargare la base di una torta le uova sono di grande aiuto! Lo stesso dicasi per la pasta fresca, gli gnocchi e le torte salate. Anche il latte ha uno scopo simile perché contiene una buona percentuale di grasso.Questi alimenti però sono difficili da digerire, si abbinano molto male con i farinacei, creano intolleranze e aumentano il colesterolo, per cui sarebbe meglio non usarli.Cosa significa questo? Semplicemente che dovremo aumentare la nostra abilità di manipolare la farina impastata e usare qualche piccolo ‘trucco del mestiere’.Ad esempio, nelle crostate l’impasto una volta cotto deve risultare ‘farinoso’ e che si sbriciola bene. Per ottenere lo stesso effetto senza uova, si può aggiungere un po’ di farina di mais fioretto, che tra l’altro è gialla per cui darà il medesimo colore all’impasto.Concludiamo con il burro: trovarlo di buona qualità è sempre più raro. Oggi viene ricavato dal latte attraverso procedimenti meccanici e termici, che lo rovinano e lo rendono malsano per la salute.Nei dolci può essere tranquillamente sostituito dall’olio di mais che è delicato come sapore, oppure dall’olio d’oliva, un po’ più intenso. Questi oli, di provenienza vegetale, sono più sani per la salute perché contengono alte percentuali di grassi insaturi, mentre il burro è soprattutto un grasso saturo che aumenta il colesterolo.E le margarine? Sono un prodotto industriale che diversamente da quanto afferma la pubblicità, ossia che sono sane e leggere, sono prodotte con altissime temperature a partire da oli vegetali non specificati, e sono di conseguenza molto dannose per la salute.In conclusione, quali dovrebbero essere gli ingredienti base giusti per una torta? Farina, acqua, malto di grano, olio di mais, farina di mais fioretto.Ancora un piccolo trucco: per rendere brillante la vostra torta come quelle di pasticceria, sciogliete in un poco di acqua calda un cucchiaio di malto e con un pennello spennellate la superficie della torta a fine cottura e rimettetela dentro per altri 5 minuti. Vedrete che effetto!Un dolce di questo tipo ha diversi vantaggi in termini di salute: prima di tutto ha circa la metà delle calorie della versione tradizionale; in secondo luogo è molto più digeribile ed infine non interferisce più di tanto con i disturbi e le malattie moderne legate all’alimentazione.

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22 Konrad ottobre 2008

cin

em

a tre film a confronto

Il ritorno dell’impegnoDopo anni di assenza, un severo professore del Connecticut ritorna a New York nel suo appartamento: lo trova occupato da due immigrati clandestini. Il soggetto di un mediocre telefilm di serie Z? Invece diventa una parabola sulla tolleranza umana davanti al razzismo. Uscito in America nel 2007 con buon successo, the Visitor non trovava un cane disposto a distribuirlo in Italia ed è arrivato poco fa grazie alla neonata Bolero Film. Al suo secondo lungometraggio, il regista Thomas McCarthy (visto recitare in good night, and good Luck) realizza un piccolo gioiello: mai pedante o banale, L’ospite inatteso è sobrio, acuto e delicato, tenero ma anche ironico, scalda testa e cuore con semplicità, pudore e totale assenza di retorica nella regia e nella sceneggiatura. Bellissimo, ed estremamente coerente, il finale. Un quartetto di formidabili attori da applauso incondizionato impreziosiscono il film: il semisconosciuto Richard Jenkins (visto qualche mese fa in Burn after reading) delinea un uomo che affronta la vita come un anonimo visitatore, la magnetica Hiam Abbass (straordinaria protagonista de il giardino di limoni) illumina ogni scena in cui è presente, Haaz Sleiman e Danai Jekesai Gurira sono accattivanti e credibili. Il mio consiglio? Non perdete questo piccolo grande film, una delle migliori opere di critica sociale che il grande schermo abbia offerto di recente. E sul fronte del cinema civile una lietissima sorpresa è stato pure the Millionaire: dopo l’indimenticabile Trainspotting del 1996, il cinquantenne regista di Machester Danny Boyle crea un’altra perfetta macchina da spettacolo, stavolta ambientata in India. Un giovane orfano degli slums di Bombay, per far breccia nel cuore della ragazza che ama e ha perduto, partecipa all’edizione indiana di “Chi vuol esser Milionario” e, davanti ad un pubblico sbalordito, sotto le luci abbaglianti dello studio, il diciottenne Jamal è all’ultima domanda e può vincere 20 milioni di rupie. Arrestato perché sospettato d’imbrogliare, Jamal viene interrogato dalla polizia e allora le domande dell’investigatore e del quiz televisivo si aprono in flash back sulla travagliata infanzia e la movimentata adolescenza di Jamal. Anche se Boyle non rinuncia ai suoi virtuosismi di regia, prevale uno sguardo indignato per le enormi ingiustizie della società indiana contemporanea. Apprezzabile soprattutto la prima parte del film, un viaggio rabbioso e visionario nella povertà di Mumbai contrapposta alle nuove e sfacciate ricchezze. Il finale favolistico (con tanto balletto in omaggio alle sonorità dell’indiana Bollywood) non incrina il tono generale di impegno che fa di the Millionaire uno dei migliori film usciti nel 2008. E chi ha detto che il cinema di animazione deve creare solo

prodotti commerciali per bambini e ragazzini? Basta vedere l’israeliano Valzer con Bashir per rendersi conto che anche un tema difficilissimo può essere realizzato con la tecnica dei cartoni animati. Prodotto da Israele, Germania, Francia e USA, il film è uno spaventoso viaggio negli incubi dei militari che hanno rimosso dalla mente ogni ricordo di quanto accadde oltre vent’anni fa. Il regista Ari Folman (diciannovenne all’epoca dei fatti narrati) indaga sulle cause della perdita di memoria propria e di alcuni suoi ex commilitoni. La brutta storia inizia nel giugno 1982, quando Israele invade il Libano col pretesto di proteggere i suoi insediamenti nel nord della Palestina, l’esercito israeliano invade Beirut e i guerriglieri palestinesi, con donne e bambini, fuggono. La forza internazionale (francesi, inglesi e italiani) garantisce l’evacuazione e poi si ritira lasciando campo libero ai falangisti cristiani libanesi che entrano a diretto contatto con la popolazione civile dei campi profughi di Sabra e Chatila. Il 14 settembre 1982 muore in un attentato il presidente neo-eletto Bashir Gemayel, leader del partito di estrema destra Katã‘eb conosciuto anche come La Falange. Due giorni dopo, inizia il massacro a Sabra e Chatila. L’allora Ministro della Difesa israeliano Sharon impedisce ai propri soldati di intervenire e lascia mano libera ai falangisti per compiere l’eccidio: centinaia e centinaia di morti (3.000 secondo le fonti palestinesi) tra i civili. Secondo la Carta di Norimberga, la IV Convenzione dell’Aia e di Ginevra del 12/8/1949, l’accaduto rientra nel “crimine di genocidio”. Il film parte in sordina, al tavolo di un bar in Israele, ma poi si chiuderà con uno choc. Nel bar, un amico racconta al regista Ari un terrificante incubo in cui si trova alle calcagna ventisei cani furiosi, Ogni notte lo stesso sogno. I due uomini intuiscono un nesso con la guerra in Libano a cui parteciparono entrambi, ma Ari è sorpreso da quanto poco ricorda e decide di esplorare il mistero, rintracciando i vecchi commilitoni in giro per il mondo. Il viaggio iniziatico attraverso immagini reali e oniriche si conclude con una condanna senza appello contro l’assurdità e l’inutilità di tutte le guerre. La capacità di raccontare con rigore e poesia una tragedia come quella di Sabra e Chatila del “settembre nero” 1982 colpisce gli spettatori e alcune immagini sono dure come un calcio nello stomaco. Col tremendo massacro che sta avvenendo nella striscia di Gaza, Valzer con Bashir si rivela di scottante attualità e l’esercito israeliano non ci fa una gran bella figura. Presentato al Festival di Cannes 2008, arrivato sugli schermi italiani grazie alla Lucky Red, è in lizza per l’Oscar quale miglior film straniero.

Gianni Ursini

20° trieste Film FestivalChe James Joyce fosse, oltre a un grande scrittore, anche un cinematografaro, non lo sapeva quasi nessuno. E per fortuna ci hanno pensato gli organizzatori del 20° Trieste Film Festival (già Alpe Adria Cinema), con una mostra a Palazzo Costanzi visitabile ogni giorno fino al 10 febbraio (10-13 e 17-20). Dove si può osservare l’avventura imprenditoriale joyciana: nel 1909, colpito dalle tante sale cinematografiche esistenti a Trieste, inaugurò il primo cinema di Dublino, chiamandolo Alessandro Volta. E nella serata di mercoledì 14 gennaio all’Ariston, l’operatore Paolo Venier si è presentato proprio con una macchina cinematografica dell’epoca, funzionante e completa di arco voltaico e manovella: nella sala stracolma, i cortometraggi muti di cento anni fa, alla velocità di 16 fotogrammi al secondo (l’attuale è di 24 ma nei film TV arriva a 28), con i soggetti più diversi, dalla comica finale al dramma fino al fantastico puro dagli strepitosi effetti speciali che nulla invidiano a quelli odierni. Ma il 15 gennaio, all’Excelsior è partita la kermesse vera e propria, con il film fuori concorso di Madonna Filth and Wisdom (Oscenità e saggezza). Io ero scettico, ma mi sono ricreduto: girato a Londra nel 2007, protagonista

Eugene Hütz (leader della band gogol Bordello), racconta sogni e aspirazioni di un aspirante musicista, un professore scrittore cieco e due immigrate russe. Madonna porta sullo schermo molti elementi della sua lunga carriera, dai tentativi per emergere nella New York dei primi anni ‘80 fino agli attuali traguardi: un film brillante e vivace, con una splendida colonna sonora. Dal 16 gennaio, rassegne dedicate al cinema greco, al regista triestino Giacomo Gentilomo, alla Polonia di Walerian Borowczyk, senza dimenticare il nucleo principale: numerosi recentissimi lungometraggi, corti e documentari dei Paesi dell’Europa centro orientale. Alla fine, un bilancio positivo e auguri di lunga vita al Trieste Film Festival.

G.U.

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Cosa sono le parafarmacie? Questa definizione è nata in Europa qualche anno fa per identificare quei negozi dove si vende il “parafarmaco”, cioè tutto quello che si trova nelle farmacie ma non fa parte della categoria dei medicinali, come prodotti erboristici, integratori, prodotti per l’igiene, cosmetici e articoli sanitari. In Italia il boom dell’apertura di questi esercizi si è avuto nel 2006 dopo il Decreto Bersani che ha liberalizzato la vendita dei farmaci senza obbligo di ricetta (SOP e OTC). è stato dato dai media un grande risalto al fatto che questi medicinali possano essere venduti nei “cor-ner” dei supermercati, in realtà circa l’80% dei punti vendita sono appunto esercizi aperti da farmacisti che hanno deciso di esercitare la libera professione (cosa che fino ad ora gli era impedito). Il termine “parafarmacie” viene usato quindi impropriamente perché in questi esercizi si vendono anche “farmaci” e soprattutto non sono gestiti da “parafarmacisti” (parola che non esiste sul vocabolario) ma da “farmacisti” che hanno spesso alle spalle anni di esperienza, hanno svolto corsi di aggiornamento e sono iscritti allo stesso Ordine professionale dei colleghi che lavorano in farmacia. è nata quindi la necessità di creare una Federazione di professionisti che non si riconoscono nel prefisso “para”, d’altronde quando un medico decide di aprire un ambulatorio privato non diventa un “paramedico”, così un legale che apre uno studio non diventa un “para-avvocato”. Scopo della Federazione è stipulare convenzioni con le ditte per avere condizioni migliori sugli acquisti ma anche difendere gli associati dai boicottaggi messi in atto da aziende e grossisiti ancora influenzati dalla grande lobby dei titolari di farmacia.L’ultimo attacco politico che stanno subendo è il disegno di legge Gasparri-Tomassini n.863 che, come vuole la migliore tradizione politica italiana, tende a distruggere quello che ha fatto il governo precedente, senza guardare quello che c’è di buono o di cattivo. Questo disegno di legge è una vera e propria “retromarcia”, prevede infatti la creazione di una classe di medicinali di libera vendita in confezione ridotta da poter vendere senza la presenza del farmacista nei supermercati e riporterebbe nelle farmacie i medicinali che sono stati liberalizzati. Le conseguenze sarebbero: il rischio di sopravvivenza di quasi 2.000 parafarmacie e quindi nuovi disoccupati e aziende fallite, il licenziamento dei farmacisti assunti nella gran-de distribuzione, e, infine, il libero accesso al pubblico di medicinali che, seppur in confezione ridotta, posti sullo scaffale del supermercato possono causare danni da eccesso di dosaggio o interazione con altre terapie.La cosa più curiosa, sempre da un punto di vista politico, è che i titolari di farmacia ai tempi del decreto Bersani erano contrari alla liberalizzazione dicendo che i farmaci fuori dalla farmacia diventavano “pericolosi”, ora , misteriosamente non più preoccupati della pericolosità dei farmaci, sono favorevoli all’eliminazione della figura del farmacista. Basta poco a capire che chi tiene in mano il timone cambia colore al mantello a proprio beneficio e non, come vuole far credere, a beneficio del consumatore.

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rassegna si è tenuta in varie sedi nei mesi di dicembre e gennaio, coinvolgendo artisti di tutta Italia: gli udinesi Arearea, l’Atelier danza di Belluno e la compagnia Zappalà di Catania. L’apertura della rassegna porta la firma di una delle compagnie di punta della nostra regione, gli Arearea, che hanno presentato il 6/12 presso il Teatro Sloveno ‘Box two’.

Giù le mani dall’acquaÈ uno spettacolo necessario, quello presentato il 10 dicembre presso il Teatro Sloveno dalla Compagnia Teatrale Itineraria. L’argomento centrale di ‘H2Oro’ è reso esplicito già dal titolo: si parla dell’acqua che, dopo il petrolio, è destinata a diventare nostro malgrado il più grande business del nuovo millennio. Sempreché, ha spiegato Fabrizio De Giovanni, attore e fondatore della compagnia diretta da Roberto Carusi, la gente non faccia tutto ciò che può per impedirlo. L’acqua non deve diventare ‘oro blu’ per avvoltoi e speculatori, perché il suo accesso è un diritto che deve essere garantito a tutti gli esseri umani. L’acqua

è, insomma, patrimonio dell’umanità e tale deve restare. Ma qualcuno non è d’accordo.In particolare le grandi multinazionali, come Nestlé e Coca Cola, che si gettano come falchi sulle sorgenti d’acqua disponibili per privatizzarle e venderle a prezzi elevati. Com’è successo a Cochabamba, in Bolivia, dove una multinazionale, ‘Agua del Tunari’, voleva impadronirsi dell’acqua destinata alla popolazione per rivenderla a caro prezzo, con l’assenso del governo: ci sono voluti dei morti e una vera e propria rivolta per impedire questo scempio. Eppure l’episodio di Cochabamba ha dimostrato che ci si può opporre alla privatizzazione, anche senza arrivare a una protesta di quelle dimensioni. E in Italia? La recente approvazione di una legge va proprio verso quella direzione. Perciò, stiamo in campana.

Stefano Crisafulli

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24 Konrad ottobre 2008

Sapori del carso - Alimentazione sanaOltre ai menù e ai prodotti nei negozi i Sapori del Carso 2008 sono stati anche occasione per divulgare la cultura dell’alimentazione sana con i prodotti e la cucina locale in ambienti non usi all’enogastronomia. A dicembre ci sono stati due incontri, realizzati dall’Unione regionale economica slovena con il contributo della Provincia di Trieste, a Repen (Monrupino) e Dolina (S.Dorligo della Valle), ai quali hanno partecipato due gruppi di terza età della città e provincia.

Come si vede dalle immagini gli ospiti, accompagnati dai servizi sociali comunali (Trieste, Muggia, S.Dorligo) e da altre strutture (ASS, Krut, Università terza età), hanno risposto con entusiasmo alle proposte degli “incontri formativi”. Nell’azienda agricola Milič di Sagrado, oltre alla nota attività di agriturismo (130 maiali all’anno), hanno scoperto i vigneti, la cantina e il riscaldamento innovativo a combustione di biomasse. Nella zona artigianale Dolina di S.Dorligo sono stati edotti sui segreti della lavorazione del cioccolato Ota e dell’olio extravergine d’oliva Tergeste dop al frantoio Parovel. Nel ristorante Križman di Repen e nella nuova sala della cooperativa Dolga Krona (S.Dorligo) hanno assistito a una vera e propria “lezione degustazione” tenuta da appassionati esperti e produttori: Livio Dorigo e Fausto Settimi per il miele, Dario Zidarič per i formaggi, Rado Kocjančič per vino e olio, il ristoratore Elvis Guštin per i Sapori del Carso. Da citare anche la preziosa occasione di socializzazione e conoscenza reciproca tra i gruppi, come è stato riconosciuto dai presenti. Con le chitarre, i canti, l’allegria, gli stimoli e i nuovi contatti, sono stati toccati tasti più profondi. Gli ospiti della casa di riposo di Muggia hanno potuto visitare per la prima volta la Casa carsica e c’è stata una signora malata di Alzheimer che durante la scampagnata da Milič ha parlato dopo un anno…

Naturalmente in primo piano c’erano le specialità dei cuochi e dei produttori carsolini. Un incontro analogo è in programma anche nel 2009, stavolta dedicato alle famiglie e ai giovani, che si terrà lunedì 2 febbraio alle 18.00 nella sala del circolo culturale Igo Gruden di Aurisina. A margine degli incontri di dicembre il vicepresidente della Provincia di Trieste e assessore alle politiche del Carso Walter Godina e l’assessore provinciale alle politiche sociali Marina Guglielmi, visto il successo, hanno espresso la volontà di ripetere l’iniziativa nel 2009. I menù e i prodotti tipici di Sapori del Carso (sponsorizzati anche da CCIAA di Trieste e Regione FVG) sono ancora disponibili nei locali partecipanti. Info e prenotazioni: www.triesteturismo.net.

Okusi Krasa - Zdrava prehranaZ zadnjimi Okusi Krasa se je ob tradicionalni ponudbi jedilnikov in proizvodov v trgovinah začelo širiti kulturo zdrave prehrane na osnovi lokalnih proizvodov in kuhinje tudi v sredinah, ki niso vezane na enogastronomijo. Decembra je prišlo, na pobudo Slovenskega deželnega gospodarskega združenja in s prispevkom Pokrajine Trst, do dveh srečanj v Repnu in Dolini, katerih sta se udeležili dve lepi skupini starejših iz mesta in okolice. Kot se vidi na slikah, so gostje, ki so jih spremljale razne občinske socialne

službe (Trst, Dolina, Milje) in strukture (Krut, Univerza tretje starostne dobe, Zdravstveno podjetje), sprejeli z navdušenjem spodbude obeh “izobraževalnih srečanj”. V kmetiji Milič v Zagradcu so ob znani agroturistični dejavnosti (130 prašičev na leto) odkrili še bližnji vinograd, klet in inovativni sistem ogrevanja z biomasami. V obrtni coni Dolina so jim prikazali izdelavo čokolade Ota in ekstradeviškega oljčnega olja Tergeste dop v torklji Parovel. V repenski restavraciji Križman in v novih prostorih dolinske zadruge Dolga Krona so sledili pravi “lekciji degustaciji”, ki so jo obogatili nastopi strokovnjakov in zavzetih proizvajalcev: Livio Dorigo in Fausto Settimi (čebelarstvo), Dario Zidarič (sirarstvo), Rado Kocjančič (vinarstvo in oljkarstvo), gostilničar Elvis Guštin (Okusi Krasa).Gre tudi obeležiti dragoceno priložnost za socializacijo, družabnost in medsebojno spoznanje raznih skupin, kot so poudarili prisotni. Veselo vzdušje, kitare, petje in novi stiki so premaknili tudi globlje strune. Gostje iz miljskega doma so lahko prvič obiskali Kraško hišo in gospa z Alzheimerjevo boleznijo je na Miličevi kmetiji spregovorila po letu molka…V ospredju so bile vsekakor poslastice kuharskih šefov in proizvajalcev Krasa. Podobno izobraževalno srečanje, tokrat posvečeno družinam in mladim, bo na sporedu ponedeljek,

2.februarja, ob 18.00, v dvorani SKD Igo Gruden v Nabrežini.Ob decembrskih srečanjih sta podpredsednik Pokrajine Trst in odbornik za politiko Krasa Walter Godina ter pokrajinska odbornica za socialo Marina Guglielmi izrazila namen, da bi uspešno izobraževalno pobudo ponovili tudi letos. Jedilniki in proizvodi Okusov Krasa (ki jih podpirata še Trgovinska zbornica Trst in Dežela FJK) se še dobijo v sodelujočih obratih. Info in rezervacije: www.triesteturismo.net.

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informazioni: segreteria al 5° piano (presso la Società Antroposo�ca)orario: lunedì dalle 11.00 alle 13.00 e mercoledì dalle 9.00 alle 12.00 oppure su appuntamento

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I signori delle AutostradeÈ questo il titolo di un libro di Giorgio Ragazzi, professore di scienza delle finanze nell’Università di Bergamo, uscito per le edizioni del Mulino nel settembre di quest’anno. Si tratta di un’analisi economica del settore delle concessionarie di autostrade, non di un libro specificamente dedicato ai sistemi di trasporto e alle conseguenze sull’ambiente. Tuttavia si tratta di un’opera interessante, sebbene di non facile lettura e che riguarda gli intrecci tra interessi statali e locali, tra interessi pubblici e privati ed i vari modi – sono parole dell’autore – in cui i privati riescono a procurarsi rendite a scapito della collettività.Prima di riassumere le 200 pagine del lavoro con le medesime parole del prof. Ragazzi, tradotte dall’estratto in inglese collocato alla fine del volume, mi sembra utile citare alcune informazioni riguardanti le autostrade in Europa (pag. 23 e segg.), che si estendono per 61 mila chilometri di cui 23 mila in concessione sia a imprese private che pubbliche. In Italia e in Francia le autostrade sono prevalentemente a pedaggio e affidate in concessione a società private, in Spagna solo un quarto, circa, della rete funziona a pedaggio. Nella maggior parte degli altri Paesi, tra cui Germania e Inghilterra, le autostrade sono gratuite. Pedaggi sui soli mezzi pesanti sono stati introdotti recentemente in Germania, Austria e Svizzera. In Francia ci sono 10.400 chilometri di autostrade, di cui 7.840 a pedaggio e 2.560 gratuite, ma vi sono anche 2.560 chilometri di strade statali a doppia corsia. In Svizzera le autostrade sono costruite e gestite dai governi cantonali. Il 70% delle imposte sui carburanti e dei pedaggi sui camion (le automobili pagano solo un minimo importo fisso annuale) è vincolato al finanziamento della rete stradale. Dal 2001 sono stati introdotti pedaggi sui veicoli di peso superiore alle 3,5 tonnellate.E veniamo ora alla traduzione dall’inglese dell’estratto sopra menzionato per dare un’idea generale del libro: “Dopo una breve analisi del modo in cui le autostrade sono finanziate e amministrate nei Paesi europei, il libro traccia la storia delle concessioni autostradali in Italia a partire dal 1930. La costruzione venne finanziata essenzialmente a debito, con un minimo contributo di capitali da parte degli azionisti delle 20 Società concessionarie. I loro profitti sono stati straordinariamente elevati. Le principali ragioni di tali alti profitti vanno ricercate nella rivalutazione monetaria degli attivi di bilancio (“assets”), nelle lunghe proroghe dei periodi di concessione e nei generosi aumenti tariffari. Le tariffe erano originariamente calcolate sulla base del “costo del servizio”, ma un nuovo sistema più vantaggioso per i concessionari venne introdotto nel 1999. Si analizzano, quindi, gli inconvenienti di tale sistema e si discutono nel merito i vari criteri per stabilire e aggiustare i pedaggi nel tempo. La rete autostradale, costruita per due terzi con l’intervento pubblico, è stata privatizzata nel 1999. La storia e le condizioni di questa privatizzazione vengono criticamente analizzate e confrontate con la privatizzazione adottata più recentemente in Francia.L’autore trae, infine, alcune conclusioni generali dall’esperienza italiana. I pedaggi autostradali sono in verità un’imposta, i cui livelli dovrebbero venire stabiliti dall’autorità pubblica, in modo da alimentare al massimo il benessere collettivo e non solo da coprire il costo di ciascun tratto di autostrada. Ciascun concessionario dovrebbe venire remunerato dai ricavi dell’intera rete e non soltanto dai pedaggi degli utenti del singolo tratto. Infine i benefici della concorrenza potrebbero venir ottenuti in maggior misura attraverso l’assegnazione a gara alle imprese private delle varie attività (esazione, manutenzione, servizi) e riservando il ricavo netto dei pedaggi ad un Fondo Strade”.Alle pagine 177 e 179 troviamo alcune esplicite affermazioni critiche nei confronti dell’attuale sistema. Meglio una sola concessionaria pubblica, per esempio, mentre l’attuale rete autostradale comporta costi sociali elevati e rappresenta un freno alla crescita. La velocità media sulle strade della Lombardia, calcolata attualmente a 37 chilometri all’ora e a 23 nel 2010, sembra destinata a ridursi a 13 chilometri all’ora nel 2015! Mentre il costo di nuove autostrade è oramai così alto, al punto che nuovi tratti non costano meno di 25 milioni di euro al chilometro, fino ai 50 milioni previsti per la Pedemontana! A questo punto è lecito chiedersi se sia il caso di proseguire in Italia con la politica di sempre nuove autostrade o non sarebbe, invece, preferibile dedicare le necessarie risorse e cure alle strade statali sull’esempio della Francia o, quanto meno, concepire la realizzazione di un unico sistema di grande viabilità con la caduta delle attuali barriere.Mi sembra, infine, doveroso menzionare l’intervento di Antonio Di Pietro, appena diventato ministro delle Infrastrutture (ricordato dal prof. Ragazzi alla pag. 63), che, parlando delle società concessionarie, aveva dichiarato testualmente: “La cuccagna è finita”. Il “terribile” Di Pietro avrebbe voluto semplicemente riportare la regolazione delle tariffe dei pedaggi nella logica della tariffa-remunerazione. Al che le concessionarie si opposero violentemente. Il ministro dell’epoca, allora, non potendo ottenere un sistema più equo dei pedaggi, adottava alcune misure parziali, aumentando il canone statale di concessione e tagliando gli incrementi tariffari per il 2007.Contro tali provvedimenti le concessionarie hanno fatto ricorso in tribunale, il cui esito non è ancora noto. Come sempre, qualsiasi vera riforma in Italia, piccola o grande, orientata al pubblico interesse, è difficile, per non dire impossibile.

Sergio Franco

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26 Konrad febbraio 2009

Il mio primo incontro con Vlado sulle sponde del Fiume Dragonja Un amico ed io eravamo venuti a conoscenza del workshop di Vlado che si teneva nella valle del fiume Dragogna. Era più o meno nel 1989. Dal villaggio Boršt ci spingemmo in giù per una vecchia carrareccia e ci mettemmo un bel po’ di tempo per giungere a piedi sulle rive del fiume Dragogna. Giusto il tempo per calmarsi e udire i suoni della natura pronunciando ogni

tanto qualche parola. Il workshop era già cominciato e allora aspettammo in silenzio davanti alle case di pietra, ci sedemmo, cominciammo ad ascoltare e dopo un po’ a decidere se unirsi al gruppo o meno. A quel punto udìi i tamburi! Questa cosa mi attirò talmente tanto che decisi in un lampo di unirmi al gruppo. Il mio amico invece se ne tornò a casa. Così mi ritrovai nel mezzo di un cerchio, tra un gruppo di sconosciuti, su un prato tra due case di pietra dove da lontano si poteva sentire il fragore del fiume Dragogna. Mi piaceva molto l'atmosfera, era una sensazione primordiale. Vlado conduceva attentamente il susseguirsi dei fatti nel cerchio, quasi non si avvertiva che lui fosse il leader, nonostante ciò io intesi che era proprio lui quello che regnava, conduceva il gruppo. Davvero, il suo nome (Vlado in sloveno vuol dire regnante) corrispondeva al suo modo di fare e alla sua attività. Più tardi entrammo nella casetta

di pietra che in origine era un mulino. Nel piano superiore c'era uno spazio con un pavimento in legno: un posto per cantare, danzare, per esprimersi, insomma. Ci sedemmo un'altra volta circondati dalla luce delle candele. All’inizio stavamo seduti in silenzio, poi, ognuno di

propria iniziativa cominciava a suonare gli strumenti che erano a disposizione. In un secondo momento spontaneamente iniziammo a danzare in modo primordiale. Vlado organizzò il workshop in modo da richiamare in noi la nostra natura interiore attraverso la musica e la danza spontanea. Rimasi meravigliata scoprendo tutto quello che poteva e può nascondersi in ognuno di noi. Senza dubbio, quel luogo solitario sulle sponde del fiume Dragogna, senza elettricità, era il posto più adatto per ritrovare il silenzio, le proprie capacità espressive ed una magica parte della natura, un posto carico dell’energia di tutti coloro che ci vissero, ma soprattutto riempito dall'immensa volontà di Vlado e dalla sua creatività con un giusto proposito. Negli anni seguenti partecipai ancora ai workshop di Vlado e ogni nuova esperienza mi si impresse fortemente nel mio essere, nella mia anima. Dragogna e tutte queste esperienze vissute lì, ancor'oggi per me valgono molto. Per questo, Vlado, grazie per tutto quello che mi hai dato e grazie per tutto quello che hai saputo scambiare con noi. So che quello che ci hai trasmesso e tutto quello che avevamo trascorso insieme proseguirà, si completerà ed approfondirà, magari in un'altra forma. Come la vita stessa che si consuma con la morte e la si rivive con una nuova nascita.

un saluto per sempre dall'amica Katerina

mojo prvo srecanje z vladom ob Dragonji S prijateljem sva slišala za Vladovo delavnico v dolini Dragonje, kjer je tudi prebival. Bilo je okoli leta 1989. Odpravila sva se. Pot naju je iz Boršta peljala navzdol po starem kolovozu in kar nekaj časa sva potrebovala, da sva pripešačila do reke Dragonje. Ravno dovolj, da sva se umirila in prisluhnila naravi ter tu pa tam rekla kakšno besedo. Ker se je delavnica že pričela, sva potihem počakala pred hišami iz kamnov, se usedla, prisluhnila ter se odločala ali naj jih zmotiva in se priključiva ali ne. Nato sem zaslišala bobne! To me je tako privleklo, da sem se v hipu odločila, da grem tja. Prijatelj pa se je odločil, da gre domov. Tako sem se sama znašla sredi kroga, sredi nepoznane, a prijetne skupine, na travniku med dvema kamnitima hišam, nedaleč pa je šumela reka Dragonja. Bilo mi je všeč, nekako zelo prvinsko. Vlado je v krogu prefinjeno vodil dogajanje, tako da se navzven ni izkazoval kot vodja, a čutila se, da je prav on tisti, ki vlada. Zares, njegovo ime je bilo usklajeno z njegovim delom. Kasneje smo šli v kamnito hiško, ki je bila nekoč mlin. V zgornjem nadstropju je bil urejen prostor z lesenim podom, prostor za petje, ples, izražanje. Sedli smo spet v krog v soju sveč. Najprej smo tako nekaj časa sedeli v tišini, nato pa smo, vsak v svojem trenutku, začeli igrati na glasbila, ki so bila razpostavljena pred nami. Malo kasneje pa smo še spontano, izvirno plesali. Vlado je pozorno pripravil delavnico ter je s svojim posebnim vodenjem in izražanjem ter s plesom, izvabil iz nas, da se je zbudila naša notranja narava in se izrazila skozi glasbo in spontani ples. Bila sem presenečena,kaj vse se v nas skriva in vendar je to bil le delček izraza naše notranjosti. Res, ta samotni kraj ob reki Dragonji brez elektrike je bil pravo mesto za tišino in za izražanje, magični delček narave, prepojen z energijo vseh tistih, ki so tam bivali, predvsem pa z Vladovo neizmerno voljo, ustvarjalnostjo in pravim namenom.Kasneje sem bila še večkrat na Vladovih delavnicah in vsako novo izkustvo se mi je vtisnilo globoko v moje bitje, v dušo. Dragonja in vse te izkušnje mi še danes veliko pomenijo. Zato Vlado, hvala ti za vse, kar si dal in izmenjal z nami. Vem, da bo tisto, kar si nam predal in kar smo doživeli skupaj, šlo naprej preko nas, se dopolnjevalo in morda na novo izoblikovalo. Kot življenje samo, ki ga smrt preobrazi in rojstvo na novo odkrije.

prijateljica Katerina

in alto:Vlado Sav

Un gruppo durante un workshop a Dragogna

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PACIO IMPIANTI ELETTRICIdi Michele Paccione

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Kaf: la 12a lettera dell’alfabeto

Bene, siamo arrivati alla 12 puntata e parliamo della lettera Kaf. L’undicesima lettera dell’alfabeto ha il valore naturalmente numerico di 20, e come detto il valore numerico da questa lettera cambia, ricordate che la Yod, cioè la lettera precedente, valeva 10. La lettera Kaf rappresenta la corona e la realizzazione.La sequenza talmudica dell’alfabeto insegna: se fai ciò che ALEF BET GHIMEL DALET dice, cioè se studi la Torah ed agisci a fin di bene, allora HE VAV, Dio, ti darà ZAIN HET TET YOD, sostentamento, accettazione, bontà e successione. Infine, Egli ti metterà una KETER (corona). (Shabbat 104a) Ci sono tre corone: KETER TORA’, KETER KEHUNA’ e KETER MALCHUT; la corona della Torah, la corona del sacerdozio e la corona reale, ma la quarta corona, KETER SHEM TOV (la corona del buon nome), è superiore a tutte e tre. (Avot 4:17)Con la Kaf incomincia anche la parola Kòakh che significa forza ed energia. È l’energia che D-o immette nel mondo dando un po’ di questa energia alla popolazione umana che dovrebbero trasformare questa energia in realtà, mentre il processo totale verrà terminato con l’energia che porterà il Messia.Secondo la tradizione orale la parola Kavèd vuol dire fegato, ed ha un valore numerico di 26 che è lo stesso del Tetragramma, il fegato ha un significato ambivalente: da una parte è il contenitore più rappresentativo della tendenza al male, l’altra parte invece è il simbolo della capacità potenziale di operare con convinzione verso il Signore. Difatti questo organo è l’organo che contiene più sangue e secondo le Sacre Scritture il sangue è l’anima (Devarim 12,23).Per questo il fegato proprio per il fatto che contiene tantissimo sangue può indirizzarci verso due posizioni opposte: la principale è quella di spingere l’uomo verso l’impulsività, e di conseguenza verso il male, oppure indirizzarci verso la ragione ed il bene.Ancora c’è da sottolineare che Il valore numerico di KETER (corona) è 620, e rappresenta la totalità delle mitzvot - 613 ordinate dalla Torah e sette mitzvot rabbiniche (Guray Haari’).

Davide Casali

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27 Konrad ottobre 2008

Il pescespada trombone del NebraskaCari lettori,gli articoli pubblicati in questa rubrica dal settembre del 2005 hanno spesso accennato, preso spunto, di tanto in tanto mitizzato, due artisti a me particolarmente cari: Tom Waits e Bruce Springsteen. Alcuni di voi avranno colto nel titolo l’allusione a “Swordfishtrombones” (Tom Waits, 1983) e a “Nebraska” (Bruce Springsteen, 1982), dischi molto diversi se comparati musicalmente, eppure accomunati dall’esigenza dei rispettivi autori di rompere con la loro precedente produzione artistica. Tom Waits si era forse stufato dell’immagine bukowskiana tutto Bourbon, Lucky Strike, mignotte e bassifondi martellati sulle corde di un pianoforte visibilmente sbronzo. “Swordfishtrombones” è un pugno allo stomaco, un taglio netto che obbliga Tom a cambiare etichetta non prima di aver provocato un mezzo infarto ai suoi vecchi discografici: mai avrebbero investito denaro su quella musica ritenuta assurda, in realtà felicemente sconclusionata, ipnotica, un blues mischiato al rumore talvolta stridulo della quotidianità. Musica impossibile da definire a meno di inventare un genere ad hoc: “musica di Tom Waits”. E “Nebraska”? Un disco cupo, diretto, semplice e dunque difficilissimo. Un registratore a quattro piste, una chitarra, un’armonica e un garage. Niente arrangiamenti enfatici, niente iper produzioni. Per i fans del menestrello di Freehold, New Jersey, è uno shock. Cos’ha spinto Springsteen, dopo successi come “Born to Run”, “Darkness on the Edge of Town” e “The River”, a scrivere canzoni così lontane da quelle che lo avevano reso, nella seconda metà dei settanta, il performer rock più importante al mondo?Queste due opere ben rappresentano l’aspirazione al rinnovamento, la necessità del cambiamento presente in ognuno di noi. Tutto ciò per dire che, dopo più di tre anni e trenta articoli scritti con l’unico obiettivo di strapparvi un sorriso, passo il testimone a un nuovo autorevole collaboratore, al quale auguro di divertirsi e divertirci. Un rapporto di collaborazione con la redazione di Konrad, che ringrazio per l’affetto e la libertà concessa alla mia penna (anzi, al mio computer), sarà mantenuto forse già dal prossimo numero.

Alessandro Lombardo

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La nostra casa è la casa dei bambini, la casa dei bambini è in via Colonna 1, via Colonna è in Cittàvecchia, Cittàvecchia è a Trieste, Trieste è in Italia, l’Italia è un pezzettino del mondo, il mondo è un puntino nell’universo.

Scuola Statale di via ColonnaVenite a conoscerci all’open day il 12 febbraio alle ore 11.30

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trieste 1 domenicaL’enigma GurdjieffEsiste un altro modo di essere esseri umani, più coscienti di sé e svegli a ciò che ci accade, se solo lo vogliamo davvero! Seminario con Sauro Tronconi. Info 040 575648, 380 7385996, www.trieste.espande.it

2 lunedì ingresso liberoAlimentazione sana: Sapori del CarsoLezione degustazione con i prodotti locali per famiglie e giovani a cura di URES e circolo I. Gruden, alle ore 18 ad Aurisina nella sala I. Gruden (piazza). Info e iscrizioni 040 6724824.

3 martedì ingresso liberoUn ecosportello anche a TriesteIl Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste, in concomitanza con l’avvio dell’Ecosportello per il cittadino, punto informativo attivato dalla Provincia di Trieste per informare sui temi del risparmio energetico e dell’efficienza energetica, organizza un incontro sul tema: “un ecosportello anche a Trieste al servizio dei cittadini” alle ore 17.30 presso il caffè San Marco - via Battisti n.18. Nell’occasione sara’ presentata la seconda edizione del libro: “Vivi con stile” di Andrea Poggio. Discutono con l’autore: Dennis Visioli, Assessore della Provincia di Trieste; Lino Santoro, presidente del Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste.

3 martedì ingresso liberoEducare il cuccioloIl corretto rapporto cane-padrone. A cura del Girlos (progetto educazione cinofila senza guinzaglio) Relatori: Massimo Visintin e Costantino Di Iorio, addestratori esperti in psicologia canina. Ore 17,45 presso la Farmacia Alla Borsa in piazza Della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it

4 mercoledì ingresso liberoConferenza con esercizi praticitenuta dal dr. Alessandro Severi su Meditazione e tecniche energetiche quali strumenti per il benessere psicofisico, alle ore 19.30 all’Ass. Metamorfosys in via Milano 18. Info 335 5737321.

5-26 giovedìScuola del Vedere - Accademia Belle ArtiLaboratorio artistico per bambini: disegno, pittura, copia dal vero, composizione, ecc. Apprendimento assicurato. Ogni giovedì pomeriggio. Via Ciamician 9 - info 347 8554008, www.scuoladelvedere.it

6 venerdì ingresso liberoVISIoni Alfabeto per ogni visoEsposizione poetico-fotografica di Mauro Marcellini e Luisella Pacco. Inaugurazione alle ore 17 presso la Libreria Feltrinelli di Trieste. La mostra proseguirà fino al 8 marzo.

6 venerdì ingresso liberoGeometria templareConferenza con il dr. Michele Codogno, organizzata dalla Società Antroposofica di Trieste presso il Circolo Culturale Ivan Grbec via di Servola, 124 Trieste ore 20. Info 339 7809778, www.rudolfsteiner.it

6-7 venerdì e sabato12 incontriOltre la Donna la Dea. Un viaggio interiore nel mondo femminile andino Ass. Giostra Arcobaleno via Brunner 7. Venerdì 6 alle ore 20 serata di presentazione libera. Sabato 7 dalle ore 15 alle 17 primo incontro (insegnamenti del curandero H.H.Mamani) Info 335 6499025 Anna, 349 0959817 Lucia.

7 sabato ingresso liberoCorsi di danza del ventre per signoreIn questo corso vengono curati gli aspetti tecnici e coreografici della danza del ventre, ma soprattutto vengono curati gli aspetti terapeutici, che quest’antica arte apporta alla mente e al corpo. Docente Myriam diplomata al Cairo. Info 338 8122835, www.danzadelventremyriam.it

7-8 sabato e domenicaDanza orientale col maestro Saad IsmailContinua il lavoro sui 7 livelli della danza orientale.

Sabato ore 14.30-20.30; domenica 10.30-17. Presso la Scuola Campi Elisi in via Carli 1. Per costi, programma ed info 340 0797804, Circolo Rilassati e Concentrati.

9 lunedìCostellazioni familiarilunedì 9/2 e 9/3 ore 20 sedute di gruppo di costellazioni familiari con la dott. Ylenia Harrison al Delfino Blu in via Coroneo 15. Info 349 28400864, [email protected]

9 lunedì ingresso liberoAss. Yoga nella vita quotidianaAperte le iscrizioni ai corsi di YIDL Trieste. Lun. 17-18.30 e 19-20.30 Piazza Benco 4/IV, presso l’Ass. Lam. Info 328 3314434, www.yogaindailylife.org

10 martedì ingresso liberoElaborazione del luttoLa Società Antroposofica di Trieste organizza un incontro con il gruppo di sostegno per l’elaborazione del lutto, seguendo il testo di R.Steiner ”Vita da morte a nuova nascita” in via Mazzini 30, I p - ore 18.15-19.45. Info 339 7809778, www.rudolfsteiner.it/trieste/index.html

10 martedì ingresso liberoPunto vegetarianiPunto d’incontro sulla filosofia vegetariana a cura dei medici Susanna Beira e Marco Bertali alle ore 18-19.30 al Delfino Blu in via Coroneo 15. Info 349 2840064.

10 martedì ingresso liberoIl tao della felicitàLa felicità è uno stato di serenità e soddisfazione che per realizzarsi ha bisogno di un centro, una stabilità nel cambiamento continuo degli eventi. Presentazione del corso all’Ass. Espande, ore 20.30, v. Coroneo 15. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it.

10 martedì ingresso liberoIntimo-tecnicoL’importanza di un abbigliamento specifico negli sport aerobici Relatore il Dottore David daris, psicologo. Partecipa all’incontro il campione di sci Kristian Ghedina. Ore 17.45 presso alla Farmacia Alla Borsa in Piazza della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it

12 giovedì ingresso liberoScuola Statale di via ColonnaLa nostra casa è la casa dei bambini, la casa dei bambini è in via Colonna 1, via Colonna è in Cittàvecchia, Cittàvecchia è a Trieste, Trieste è in Italia, l’Italia è un pezzettino del mondo, il mondo è un puntino nell’universo. Venite a conoscerci all’open day alle ore 11.30

12 giovedì ingresso liberoIl risparmio energetico nelle abitazioniIl Circolo Verdeazzurro di Legambiente, nell’ambito del ciclo di conferenze predisposto in concomitanza con l’avvio dell’Ecosportello per il cittadino, punto informativo attivato dalla Provincia di Trieste per informare sui temi del risparmio energetico e dell’efficienza energetica, organizza un incontro sul tema: “Le problematiche del risparmio energetico nelle abitazioni: analisi del sistema edificio e dei suoi elementi. Analisi del Ciclo di Vita”. La conferenza, organizzata in collaborazione con l’associazione L.A.S.E.R. (Laboratorio di Architettura Sostenibilità, Energia e Ricerca) e si terrà in via Donizetti 5/a alle ore 18.30.

12 giovedì ingresso liberoIntroduzione alla cosmobiologiaLe Ere precessionali e la storia delle civiltà. UNINT - Magna Fraternitas Universalis, alle ore 19.45 in via Mazzini 30, III piano. Info 333 4236902.

13 venerdì ingresso liberoPranoterapiaTeoria scientifica ed energetica sulla pranoterpia. Conferenza con il dr. Andrea Catanese, alle ore 20, presso lo studio Therapeia in viale XX Settembre 24.

13 venerdì ingresso liberoL’arte della spiritualità quotidianadialogo-intervista con Stefano Senni - condotto da

Giancarlo Bonomo. Una serata di musica, arte e spiritualità per tutti alle 20.30 al Caffè S. Marco in via Battisti 18 a Trieste.

13-15 da venerdì a domenicaIl potere creativo della danza orientale2 giorni di stage con Tamalyn Dallal. Orari: sabato ore 15-20, domenica ore 11-18, venerdi ore 21 spettacolo. Dove: Scuola media Campi Elisi in via Carli 1. Info 340 0797804 Circolo Rilassati e Concentrati. Programma su www.pureandauthentic.co.uk/pages/CRC

13 e 27 venerdì ingresso liberoMeditazioneMeditare è facile “Basta pensare di esserci e sei già nel luogo pensato” Ass. Giostra dell’Arcobaleno in via Brunner 7 alle ore 20,30. Info 349 0959817 Lucia.

14 sabatoChakras e zodiacoSeminario di astrologia indiana “Jotish” con Devi Shaily: come i disturbi fisici ed energetici si collegano ai segni zodiacali alle ore 10-18 al Delfino Blu in via Coroneo 15. Info 333 6960201.

14 sabatoStage di danze scozzesiDalle 15 alle 18.30, iscrizioni dalle 14.30, c/o Scuola di Musica 55, via Carli 10/a, con gli Hopper Celtic Dancers. Organizzato da”Bardi a Nord” & Gan Ainm Irish Dancers. Info 346 3243140, [email protected]

15 domenicaDanze di FindhornIncontro esperienziale di danze sacre in cerchio con Lucia Stopper al Delfino Blu in via Coroneo 15 alle ore 9.30-12.30. Prenotarsi entro venerdì 13. Info 349 2840064.

16 lunedì ingresso liberoSinergie di mente e corpoSerata di meditazione con Gianni Speranza, alle ore 20 all’associazione Sinergie in via Lazzaretto Vecchio 9. Richiesti abiti comodi e puntualità. Info 339 1998074.

17 martedìLaboratorio benessereNuovo ciclo del Laboratorio psicocorporeo per prevenire e alleviare malesseri da stress. Ogni martedì alle 20 presso l’ass. ALMA. Info su tutte le nostre attività: www.psicocorporea.it 040 412304.

17 martedì ingresso liberoIl grande impostoreOvvero quando il mal di schiena dipende dai denti storti: incontro condotto dalla Dottoressa Luciana Alessio Bean, Medico Chirurgo e Odontoiatra Ore 17.45 presso la Farmacia Alla Borsa in Piazza della Borsa 12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it

17 martedì ingresso liberoIl tao della felicitàPresentazione del corso di 6 incontri che, attraverso tecniche orientali, di bionenergetica e gestalt, ti permette di cogliere soluzioni concrete per la tua vita. Ass. Espande, ore 20.30, v. Coroneo 15. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it

17 martedì ingresso liberoCaravaggio: uno spirito dei nostri tempiConferenza con il prof. Leonardo Calvo e il Dr. Guido Marotta, alle ore 19.30 alla Scuola Superiore d’Arte della Magna Fraternitas Universalis in via Mazzini 30, V piano. Info 333 4236902.

19 giovedì ingresso liberoEvolvere in beneficenzaL’ass Giostra Arcobaleno organizza una giornata di massaggio Thai e Ayurvedico a offerta libera per evolvere all’Associazione Lega Italiana per la lotta contro i tumori. Info Francesco 338 6653019 e 335 6499025 Anna.

19 giovedì ingresso liberoIntroduzione alla cosmobiologiaCosmobiologia moderna, astrologia tradizionale, alle ore 19.45 all’UNINT Magna Fraternitas Universalis in via Mazzini 30, III piano. Info 333 4236902.

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19 giovedìConferenza grafologiaalle ore 18 al Circolo della Stampa Corso Italia 13, conferenza Associazione grafologica italiana di Trieste: “Stress e scrittura”. I segnali di allarme nella grafia, riconoscerli e valutarli. Relatrice Maria Grazia De Corti con la collaborazione di Cleonice Secinaro. Contributo di ingresso: soci A.G.I. 5 euro, non soci 7,50 euro. Info 040 367034, www.grafologiatrieste.it

20-22 da venerdì a domenicaTheta healingLo stato Theta e le facoltà di modificare positivamente le credenze presenti sui vari livelli di convinzione ed il “campo” individuale, i processi di co-partecipazione con la Matrix, a cura di Giulio Barocco, da AlmaPsicocorporea, via Tor San Piero 16/a. Info 320 6651584, www.teurgo.info

20-22 da venerdì a domenicaCorsi di formazione craniosacrale biod.Il fulcro del processo formativo biodinamico è basato sullo sviluppo della sensibilità individuale alla capacità di ascolto e di identificazione delle Forze intrinseche espresse dal “Sistema Respiratorio Primario”. Info 347 6910549 Ass.Reg. BCS dr.Majaron

21 sabato ingresso liberoI retroscena spirituali della storiaLe comunità spirituali ed i punti di svolta storici: 1913-16, 1933, 1968, 1989, 2001. Conferenza di Andrea Franco. La presenza e l’attività delle comunità spirituali in relazione ai grandi eventi storici. Alle ore 19,30 alla Soc. Antroposofica in via Beccaria 6.

21 sabato ingresso liberoLa pace attraverso i fumettiLaboratorio per bambini dalle 16 alle 18 - Scuola Arte Sintesi della Fondazione ELIC in via Mazzini 30 V piano. Info 333 4784293.

21-22 sabato e domenicaInochi ® a.r.t.“Tecnologia per la ricerca della consapevolezza”. Sistema per la ricerca e l’utilizzo delle proprie capacità per individuare e realizzare la propria missione nella vita. Relatore Maurizio Battistella. Info 040 382045, 338 7592945, www.inochi.it

23-26 da lunedì a giovedìRiflessologia ai piediBenessere attraverso gli organi riflessi al piede con tecnica e pratica orientale e occidentale due esperienze in una all’ass Gios Arcobaleno via Brunner 7 dalle ore 20 alle ore 22 lun mart merc giov. Info Francesco 338 6653019 e Anna 335 6499025.

26 giovedì ingresso liberoL’involucro edilizio: isolamento termicoIl Circolo Verdeazzurro di Legambiente, nell’ambito del ciclo di conferenze predisposto in concomitanza con l’avvio dell’Ecosportello per il cittadino, punto informativo attivato dalla Provincia di Trieste per informare

sui temi del risparmio energetico e dell’efficienza energetica, organizza un incontro sul tema: “L’involucro edilizio: isolamento dei solai e delle coperture, delle pareti e degli infissi”. La conferenza, organizzata in collaborazione con l’associazione L.A.S.E.R. (Laboratorio di Architettura Sostenibilita’, Energia e Ricerca)si terra’ in via Donizetti 5/a, alle ore 18.30.

27 venerdì ingresso liberoThe secret. dvd in edizione integraleAlle ore 20.30 Proiezione della durata di 93 minuti promossa ed autorizzata dalla Macro Edizioni al New Age Center in Via Nordio 4/C. Per assicurarsi un posto a sedere tel. 040 3721479, www.newagecenter.it

27 venerdì ingresso liberoL’arte per l’apprendimento linguisticoe scientifico. incontro con Elisa Waldner ed Alenka Deklic, alle ore 19.30 alla Scuola Arte Sintesi della Fondazione ELIC in via Mazzini 30 V piano. Info 333 4784293.

28 sabatoAcque di luceSeminario con Flavia Segnan sull’utilizzo di 14 splendide Acque di Luce, caricate energeticamente e diversamente colorate. Delfino Blu, via Coroneo 15 ore 10.00-18.00. Info 329 0652395.

Tarocchi intuitiviCon lo studio di questo mezzo di predizione impareremo ad analizzare le situazioni del presente per proseguire verso un futuro di consapevolezza e conoscenza. Info consulti e corsi 347 1098771.

Performance: sala a disposizioneSalone di 70 metri quadri usufruibile per ginnastiche, feste bambini e conferenze. Info 347 9229579, [email protected]

Artlight: il canto, il suono, la voceL’uso del del suono e della voce quale mezzo riequilibrante del benessere psico-fisico; Rilevamento del proprio suono fondamentale o tonica individuale; Effetti e uso consapevole delle scale e intervalli musicali; Risonanza corporea e organi interni; Gestualità, voce e corpo; Canti, stili, espressione, emozione; Armonizzazione dei chakra e dei corpi sottili; I Suoni creatori di luce, forme e colori; Il Canto Armonico. Lezioni individuali, frequenze e orari personalizzati; a richiesta si organizzano laboratori e seminari di gruppo. Info ArtLight 040 417119, 347 2154583, [email protected]

Società Antroposofica di TriesteOgni martedì 20-21.30 studio sul testo di R. Steiner “Dell’Ininiziazione. Eternità ed attimo” Ogni mercoledì 20-21.30 incontro con la Sezione di Biodinamica di Trieste e Gorizia sul testo di W.Cloos “L’anima della terra nell’alchimia delle stagioni” e “L’eterico” di E. Marti. Ogni sabato 17.30-19 studio sul testo “La scienza occulta” di R.Steiner. Le attività sono gratuite

presso la sede via Mazzini 30, I p. Info 339 7809778, www.rudolfsteiner.it/trieste

Associazione culturale MamayaSono aperte le iscrizioni per lo stage di didjeridoo di metà febbraio. Sono aperte anche le iscrizioni a tutti i corsi di percussioni africane. Info 349 5720522, [email protected] - www.mamaya.it

Apertura nuovo spazio arte giocoApre La mela d’oro in V.Beccaria 6, per bambini/e dai 18 ai 36 mesi. Cura dell’ambiente, materiali e giochi naturali, attività artistiche, educatrici formate secondo la padagogia Steineriana. Info ed iscrizioni: Ass.Ped.Steineriana, V. Beccaria 6 - 6°piano - Trieste, lun 11-13, merc 9-12, oppure su appuntamento. Info 040 661195, 334 9090316, http://lameladoro.blogspot.com, [email protected]

Jing Tao® essenza in movimentoProseguono i corsi di Jing Tao® movimento circolare, coordinazione motoria e…divertimento! con disponibilità di diversi orari. Vieni a provare una lezione! Trainer Sonia Rizzi ideatrice e fondatrice del sistema. Info 040 382045, 338 7592945 e visita il nuovo sito www.jingtao.it

Ecosportello per il cittadinoLa Provincia di Trieste, in collaborazione con Legambiente, ARCI e Banca Etica, ha attivato l’Ecosportello per il cittadino, finalizzato a istituire a Trieste un punto informativo a cui possano rivolgersi tutti coloro che fossero interessati ai temi del risparmio energetico e dell’efficienza energetica. Ogni martedì dalle 10 alle 12 ed ogni venerdì dalle 17 alle 19 degli esperti si alterneranno presso la sede di Banca Etica, in via Donizetti 5/a, per fornire informazioni sulle agevolazioni fiscali, finanziamenti bancari, consumi energetici, dispersioni termiche, impianti di riscaldamento,impianti fotovoltaici, pompe di calore, tipologie pannelli solari, ecc. Info 366 5239111, fax 040 9890553, [email protected], www.legambientetrieste.it/Ecosportello.htm

Danza del ventre - diventa una deaA La Noce via Artisti 7/A. Tecnica cultura spiritualità sentire il corpo. Orari: base mar 18.45, gio 20.30, ven 18.30; int e danza velo mar 20.30 gio 18.45. 1°lez di prova gratuita. Info 339 5732712.

Danza Sensibile® con Claude ColdySab. 21 e dom. 22 marzo. Info 329 0662422 Giulio, [email protected], Lorenza 339 2245255, digilander.libero.it/manantial. Acconto 40€ su ccp. 61794566 a Giulio Budini e conferma tel. entro il 12/3.

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trieste Una nuova bibliotecaIl 22 dicembre è stata inaugurata a San Giacomo in via delle Lodole (vicino a piazza Puecher) l’ala dedicata ai più giovani della nuova sede della Biblioteca comunale Quarantotti Gambini. In spazi differenziati a seconda dell’età e allestiti in modo funzionale e moderno, bambini e ragazzi possono trovare libri, film e CD musicali in prestito, lo spazio per la consultazione e la lettura di giornali e riviste, PC con l’accesso a Internet. Dal 23 dicembre il servizio ragazzi è aperto lunedì, martedì e giovedì dalle 15 alle 19, mercoledì, venerdì e sabato dalle 9 alle 13. E gli adulti? Dovranno attendere marzo per poter usufruire dell’ala loro dedicata, con spazi allestiti per la lettura, l’ascolto, la visione e l’accesso alla rete. Il Servizio dedicato ai ragazzi, aperto alla fine degli anni Settanta del Novecento presso la Biblioteca Civica Hortis, negli ultimi dieci anni è stato attivo all’interno della biblioteca di pubblica lettura in via del Rosario. L’utenza è stata in costante crescita, anche grazie all’intensa attività di avviamento alla ricerca svolta con le scuole della provincia di Trieste, alla promozione della lettura attraverso tanti laboratori, letture e spettacoli proposti in biblioteca e al suo esterno e alle iniziative promosse nell’ambito del progetto nazionale Nati per leggere.

Incontri con LegambientePuoi trovarci ogni mercoledì dalle 18 alle 20 nella sede di via Donizetti, 5/a (presso il punto informativo dei soci di Trieste della Banca Popolare Etica). Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste. Info 040 577013, cell. 366 3430369, fax 040 9890553, [email protected] - Segui le nostre iniziative su www.legambientetrieste.it

Associazione Enosis: yoga integraleLezioni di Yoga Integrale secondo la tradizione antica. Lunedì alle ore 20 martedì ore 13.15, mercoledì ore 20, giovedì ore 19. Lezione di prova gratuita. Presso il centro Helianthus, via Filzi 6. Info 347 2774673, 328 4717996, [email protected]

SensitivaDotata di capacità medianiche ti mette in contatto con la tua parte non risolta offrendoti una chiave per ritrovare la serenità e sostegno psicologico. Offerta libera. Info 347 7498114.

Associazione no profit ANDI..e non soloL’ANDI è un associazione di mutuo aiuto alla quale può aderire chiunque abbia bisogno di perdere peso. Il nostro fine è quello di aiutarci a dimagrire cambiando stile di vita. Info 347 5785229.

Gorizia 11 mercoledì ingresso liberoIl tao della felicità.La felicità è uno stato di serenità e soddisfazione che per realizzarsi ha bisogno di un centro, una stabilità nel cambiamento continuo degli eventi. Presentazione del corso di 6 incontri presso KB Center, ore 20, Corso Verdi 51. Info 340 4194486, www.trieste.espande.it

14 sabatoCurare con gli impacchi...utilizzando quello che abbiamo in dispensa: quark, limoni, zenzero ecc... Incontro a cura di Luisa Alessandrini e Laura Moro orario dalle 9 alle 13. Info Ass. Giallo Oro 0481 67496, [email protected]

18 mercoledì ingresso liberoIl tao della felicitàEssere o avere, cosa è necessario per essere felici? Massimo Bucher presenta un percorso che permette di cogliere dentro di sé soluzioni concrete per la vita. Inglese Café, ore 20, v. Duce d’Aosta 72, Monfalcone. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it.

20-22 da venerdì a domenica Corso di Qigong

Seminario di Qi Gong Alchemico” con Franco Bottalo a Ronchi dei Legionari (GO) Info 339 8435858, SoleLuna Boldrin Donatella, [email protected], www.riyue.it

25 mercoledì ingresso liberoTheta healingIntroduzione al seminario base, i processi in grado di modificare le credenze sui vari livelli di convinzione e di interagire positivamente con la Matrix ed il “campo” indivuduale, a cura di Giulio Barocco, ore 20, presso Centro Polivalente Gorizia, via Baiamonti, 22; info 320 6651584, www.teurgo.info

26 giovedì ingresso liberoIl tao della felicità.Essere o avere, cosa è necessario per essere felici? Presentazione di un percorso di 6 incontri a cura di Massimo Bucher alle ore 20, Municipio di Cormons, piazza 24 maggio 22. Info 340 4194486, www.trieste.espande.it

Satya Istituto di YogaCorsi di Yoga evolutivo il lunedì dalle ore 9 alle ore 10.30 e il martedì dalle ore 17.30 alle ore 19; inizio lunedì 19 gennaio 2009. - Corso di Qi Gong (ginnastica tradizionale cinese) il giovedì dalle ore 17.30 alle ore 18.30. I corsi si terranno presso la palestra Spazio in via Marega n° 26 Lucinico; inizio giovedì 22 gennaio 2009. Info 0481 32990.

Satya Istituto di YogaCorsi di Yoga evolutivo ogni lunedì e mercoledì dalle ore 18 alle 19.30 e dalle ore 20 alle ore 21.30 ed ogni giovedì mattina dalle ore 9.30 alle 11 presso la palestra Corpo Libero in via Roma 15 a Ronchi dei Legionari; inizio mercoledì 7 gennaio 2009. Info 0481 777737.

pordenone 2 lunedìTu e la tua voceRi-Conoscersi attraverso il metodo funzionale della Voce di G.Rohmertper un recupero della qualità percettiva del sè e migliorare la propria funzione vocale, connettendo suono fisicità sensorialità psiche e musicalità. Obbligatorio prenotare. Con Luciana Del Col alle 20.30 sala riun. scuole elem. Vigonovo di Fontanafredda. Info 349 2879089 Cinzia Ass. Cult.La Ceiba.

8 domenica ingresso liberoRebirthing l’energia del respiroMattinata esperienziale per conoscere un metodo semplice e diretto di respirazione circolare e sviluppare una consapevolezza di noi stessi a livello fisico, mentale emozionale. Con Mirko Cortina e Livia Palù alle ore 9.30 sala riunioni scuole elem. Vigonovo di Fontanafredda. Obbligatoria la prenotazione. Info T. Cinzia 349 2879089 Ass.Cult.La Ceiba Cerchiumvitae

15 domenicaFisiognomica del voltoIl linguaggio segreto del volto e come riconoscere se stessi e gli altri. Con il Dott. Marino Cortese esperto nel campo da più di trent’anni. Alle 10 presso sala riunioni scuole elementari Romano-Vigonovo di Fontanafredda Pn. Obbligatoria la prenotazione. Info Cinzia 349 2879089, [email protected] Ass.Cult. La Ceiba cerchiumvitae.

18 mercoledì ingresso liberoBambini...creatività e manualità ...Che ne facciamo?.... della cratività e della manualità dei bambini... Dedicato a genitori sensibili, educatori e insegnanti presentiamo in un incontro dibattito nuovi aiuti per lo sviluppo della creatività. Con Dino Maraga alle 20.30 sala riunioni scuole elem. Vigonovo di Fontanafedda. Info Cinzia 349 2879089 Ass.Cult.La Ceiba www.cerchiumvitae.it

21 sabatoLifting muscolare del visoSolo 4 ore per imparare un metodo di ginnastica facciale per tonificare, aumentare il volume dei muscoli ed accorciarli verso le tempie. Il metodo insegnato, ben appreso, deve essere eseguito giornalmente per soli 15 minuti. Effetti visibili dopo circa un mese. Info 334 9161209, Centro Olos, www.centrolos.it

24 martedì ingresso liberoIl tantra: l’arte di vivere e di amareUn metodo applicabile quotidianamente attraverso cui diventare maestri della propria energia vitale ritrovando salute, gioia, vitalità e riducendo lo stress. Conferenza di Balàk Sabina Chiarion, Naturopata alle ore 21 al Centro Olos in via Fratelli Bandiera,17.

Udine 4-25 mercoledìCorso di RebirthingInizia un nuovo ciclo di 8 incontri dedicati al Rebirthing, potente tecnica di respirazione e di purificazione energetica. Ass.ne La Bioteca, via Villa Glori 41 ore 20.30. Info 0432 728071 Giacomo Bo.

5 giovedì ingresso liberoDa millennil l’uomo aiuta l’uomoConferenza introduttiva al “Corso di Riflessologia plantare cinese” dal 18 febbraio. Condotta da Marisa Briga, presso il centro WAIRA-AIAR, via San Rocco 2a-Udine, con inizio alle ore 20.30. Info 347 0192721.

5 giovedì ingresso liberoProva col Reiki!Possiamo rimanere calmi ed equilibrati anche in tempi difficili! Prova col Reiki! Conferenza con Gisella de Liddo, Master Reiki Usui e Karuna(TM), alle ore 20.30, a Il Centro della Luce in via Tomadini 15 a Povoletto (UD). Info 334 9913183.

5-19 giovedìLa forza delle costellazioni familiariRiconoscere nel sistema familiare l’origine nascosta delle difficoltà di relazione con noi stessi e con gli altri. Ore 20.30, via Canova 13 a Feletto. Info Mario Franchi 335 5977306, www.ilmutamento.it

6 venerdì ingresso liberoLe costellazioni familiari e spiritualiUno straordinario metodo per risolvere i problemi della vita ereditati dalla linea genetica. Ass.ne Waira, via S. Rocco 2, ore 20.30 Info 0432 728071 Giacomo Bo, www.lecostellazionifamiliari.net

6 venerdì ingresso liberoIl metodo Craniosacrale biodinamico,una scoperta rivoluzionaria. Conferenza con Vannini Carlotta e Bianchi Maurizio (Svizzera) docenti della Scuola Internazionale C.S. alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.

6 venerdìCentro Olos - meditazioni di gruppoUna serata con 3 famose meditazioni di Osho, adatte sia a principianti che ad asperti. A Udine ALL’Ass. ZOO in via Fiume 13, dalle ore 20 alle 24. Info www.centrolos.it Contributo sala € 7,00. Prenota al 334 9161209.

6 venerdì ingresso liberoGrafologiaConferenza di presentazione del corso base teorico-pratico di grafologia, a cura di R. Di Luch, alle ore 20.30 all’Ass. GEM in via Canova 13 a Feletto U.(UD). Info 0432 574002, www.nutrivita.it

7-8 sabato e domenicaCorso di massaggio olistico di baseBreve ma completo corso introduttivo al massaggio professionale, indicato per chi parte da zero e vuole praticare amatorialmente o avviarsi alla professione di Operatore Olistico. Corso riconosciuto per la formazione professionale. Durata:16 ore. Info 334 9161209 Centro Olos, www.centrolos.it

7 e 21 sabatoConoscersi attraverso il movimentoMetodo Feldenkrais e la voce, parlare e cantare senza sforzo. Seminario il 7 e 21 feb ore 14.30–18.30. 20 febbraio: Riequilibrio scheletrico (ossa per la vita®), simbolismo e psicobiologia. Presentazione del corso alle ore 20. In sede a Udine. Info 3289580419, 347 8188431 www.grmfeldenkrais.it

10 martedì ingresso liberoL’affascinante mistero dei sogniIl dr. Giacomo Bo parlerà dei sogni e dei loro misteri,

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di come poterli ricordare meglio e soprattutto di come riuscire a comprenderli correttamente. Ass. Waira, via S. Rocco 2, ore 20.30. Info 0432 728071.

10 martedì ingresso liberoIl tantra: l’arte di vivere e di amareUn metodo applicabile quotidianamente attraverso cui diventare maestri della propria energia vitale ritrovando salute, gioia, vitalità e riducendo lo stress. Conferenza di Balàk Sabina Chiarion, Naturopata. Alle ore 20.30 all’Ass. Shevet in via Pracchiuso 69.

11 mercoledì ingresso liberoTrasformare se stessi, guarire la terraIncontro sulla Trasformazione Individuale e del Pianeta; proiezione di un video sulle devastazioni inflitte a Madre Terra. Praticheremo la Meditazione Planetaria per la Pace. Ore 20, all’Healing Center, via Colloredo 148, Pasian di Prato

12 giovedì ingresso liberoCostellazioni familiari - serata apertaSerata esperienziale aperta a tutti per conoscere questro straordinario metodo di risoluzione dei problemi. Ass.ne waira, via S. Rocco 2 ore 20.45. Info 0432 728071, www.lecostellazionifamiliari.net

13 venerdì ingresso liberoConsapevolezza e BenessereConsapevolezza e Benessere con i Fiori di Bach. Conferenza con il dr.Eugenio Sclauzero, medico ad indirizzo olistico, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.

13 venerdì ingresso liberoMedicina antroposofica e complessitàMedicina Antroposofica e medicina della complessità. Relatore il dr. Fabio Burigana, medico antroposofo. Organizza la Cooperativa Aurora alle 20.30 presso la scuola elementare di Piazza Dante a Codroipo.

13 venerdì ingresso liberoSerata dedicataLa consapevolezza quale strumento vincente per sopravvivere nel terzo millennio. Conferenza a cura di Anna Degano, alle ore 20.30 presso Il Centro della Luce in via Tommadini 15 a Povoletto (UD).

13 venerdì ingresso liberoMaria Montessori e il suo metodoLiberi tutti! presenta Maria Montessori e il suo “metodo”: il bambino in famiglia e nella Casa dei bambini con Maria Pia Fini, alle ore 20.45 al Centro Balducci a Zugliano. Info [email protected]

13 venerdì ingresso liberoApriamoci al sentire attraverso il cuoreConferenza esperienziale: il Reiki oltre le parole, a cura di Laura Orso (Reiki Master), alle ore 20.30 all’Ass. GEM in via Canova 13 a Feletto U.(UD). Info 0432 574002, www.nutrivita.it

14 sabatoAtlasprofilax® - sedute individualiSedute individuali con Walter Morandell, Atlas-specialista Atlasprof, diplomato all’AtlasPROfilax Academy Svizzera CH. Presso l’Associazione GEM in via Canova 13 a Feletto U. (UD). Info e appuntamenti: 0432 574002, www.nutrivita.it

14 e 15 sabato e domenicaMeditazione e praticaIntensivo dedicato all’approfondimento degli aspetti che rendono unica e differente l’osservazione meditativa. Attraverso la pratica, esplorare la propria capacità di “lasciare le cose come sono”. Condotto da Moiz e Renata Palaci Il seminario si svolgerà presso l’Associazione Sonam. Info 0432 547285, 335 5809478.

15 domenicaPrimo livello Reiki UsuiIl Primo Livello è il primo passo verso una maggiore consapevolezza di sé e del significato della vera salute, cioè equilibrio, buonumore ed energia! Seminario con Gisella de Liddo, Reiki Master Usui e Karuna(TM), ore 10-19, “Il Centro della Luce”, via Tomadini 15, Povoletto (UD); iscrizioni entro 10/02. Info 334 9913183.

17-24 martedìCorso sui sogniInizia un ciclo di 8 incontri serali sui sogni per imparare a ricordarli e a comprenderli meglio. Ass.ne Waira, via S. Rocco 2 ore 20.30. Info 0432 728071 Giacomo Bo, www.ricerchedivita.it

19 giovedì ingresso liberoIl mistero dei cerchi di granoaggiornamenti. Conferenza multimediale con proiezione di filmati con Paolo Pasqualin, ricercatore, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.

19 giovedìScambio ReikiUna serata di scambio Reiki aperto anche a chi non è attivato al Reiki e vorrebbe provare questa bellissima esperienza di condivisione. Gisella de Liddo, Master Reiki Usui e Karuna (TM), ore 20.30, “Il Centro della Luce”, via Tomadini 15, Povoletto (UD). Info 334 9913183.

20 venerdì ingresso liberoPsicosomatica corpi sottili kinesiologiaUn’indagine integrata dell’intero sistema corpo-mente-anima che permette di comprendere gli aspetti emozionali, i condizionamenti, i conflitti e le ricadute psicosomatiche che l’essere umano incontra nel suo percorso di vita. Con il radioestesista Valter Maestra ed il kinesiologo Eugenio Midena, alle ore 20.30 presso la sede dell’ass. Waira in via S. Rocco 2/a - Udine. Info 329 2303459.

20 venerdì ingresso liberoMenopausa… una stagione da inventare.Conferenza con la dr. Manuela Bino, laureata in psicologia/counselor e Ilaria Forte, medico omotossicologo, alle ore 20.30 alla Bioreca in via Villa Glori 41.

20 venerdìOneness Diksha/IlhinoorL’Energia Divina che riequilibra tutti i chakra e in particolare il chakra del cuore alla gioia. Conduce Loredana Cassan, insegnate Yoga, Diksha Giver, operatrice PMT. Ore 20.30 all’Ass. GEM in via Canova 13 a Feletto U.(UD). Info 0432 574002, www.nutrivita.it

20 venerdì ingresso liberoAstrologia, la via del simboloConferenza di presentazione del corso di Astrologia, a cura di M. Antonietta Di Guglielmo, alle ore 20.30, all’Ass. GEM in via Canova 13 a Feletto U.(UD). Info 0432 574002, www.nutrivita.it

21 e 22 sabato e domenicaCostellazioni familiari e spiritualiSeminario per lavorare approfonditamente sui problemi che appesantiscono l’anima e impediscono il successo nella vita. Ass.ne Waira, via S. Rocco 2. Info 0432 728071 Giacomo Bo, www.lecostellazionifamiliari.net

22 domenica ingresso liberoShiva Ratri, la sacra notte di ShivaShiva si manifesta nel suo Sacro Tandava (danza Cosmica). Noi celebriamo questa importante ricorrenza del calendario Hindu, legata alla tradizione Yoga, con Canti, Ritualità, Condivisione. Con la partecipazione della Comunità Indiana di Udine. Scuola Yoga Joytinat presso Diabasi in viale Tricesimo 103 (sopra la Ferrari). Alle ore 17. Chiunque può partecipare, abiti comodi per sedersi con stuoini a terra. Info Gianna 340 2233994, [email protected]

26 giovedì ingresso liberoPsicosomatica corpi sottili kinesiologiaUn’indagine integrata dell’intero sistema corpo-mente-anima che permette di comprendere gli aspetti emozionali, i condizionamenti, i conflitti e le ricadute psicosomatiche che l’essere umano incontra nel suo percorso di vita. Con il radioestesista Valter Maestra ed il kinesiologo Eugenio Midena, alle ore 20.30 presso la Bioteca di Via Villa Glori 41 a Udine. Info 329 2303459

26 giovedìMeditazione della luna nuovaMeditazione bellissima e potente per dare energia ai progetti a cui tieni e anche a Madre Terra che ne ha molto bisogno. Viene realizzata in tutto il mondo nella fase lunare più propizia per la creatività. Gisella de Liddo, Master Reiki Usui e Karuna(TM), ore 20.45, “Il Centro della Luce”, Via Tomadini 15, Povoletto (UD). Iscrizioni entro 23/02. Info 334 9913183.

26 giovedì ingresso liberoIn compagnia dell’Ayurveda all’EnaipIncontro esperenziale sulla conoscenza e pratica dell’automassaggio ayurvedico, da utilizzare nella vita a sostegno di corpo mente e cuore alle ore 19 all’Enaip di Pasian di Prato. Relatrice Maria Teresa Visotto insegnante di scuola Joytinat Yoga Ayurveda di Trieste. Info 349 6667356.

27 venerdì ingresso liberoCos’è la geobiologiaA volte dormiamo sopra una falda acquifera e pur conducendo una vita corretta ci alziamo sempre stanchi. Come utilizzare la radioestesia in geobiologia e in altri campi stimolando la naturale intuizione presente in noi. Con Valter Maestra alle ore 20.30 presso la sede dell’ass. Waira in via S. Rocco 2/a - Udine. Info 329 2303459.

27 venerdì ingresso liberoLa linea del tempo: una metafora...... utile per gestire le proprie esperienze del passato, del presente e del futuro. Conferenza con Giovanni Iustulin psicologo psicoterapeuta alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.

27 venerdì ingresso liberoEuritmiaEuritmia: la nuova danza dell’anima. Relatrice Maddalena Lena Peccarisio, insegnante di Euritmia Artistica Pedagocico-Terapeutica. Alle 20.30 presso la scuola elementare di piazza Dante a Codroipo. Organizza la Cooperativa Aurora.

27 venerdì ingresso liberoShiatsu amatoriale - serata introduttivaAlle ore 19.30 presso la sede dell’Ass. Cultur. Shen Dao in Via Molin Nuovo 58 a Tavagnacco serata libera di presentazione del Corso Amatoriale di Shiatsu di 24 ore che inizierà giovedì 5\3 alle 20.15 per 12 giovedì. Info Paolo 340 3391607, Alessandro 338 2992639, www.shendao.blogspot.com

27 venerdì ingresso liberoLa cellulitePerché si forma, come eliminarla e prevenirla. Conferenza con Ilaria Forte, medico esperto in omeopatia, omotossicologia, naturopatia, alle ore 20.30 all’Ass. GEM in via Canova 13 a Feletto U.(UD). Info 0432 574002, www.nutrivita.it

Cucina naturale3-10-17-24 febbraio: Corso base di Cucina Naturale e Nutrizione; 5 feb. I fritti leggeri e il tempura; 7-21 feb e 7-21 marzo, 4 aprile: Cucinare con i 5 elementi; 26 feb. Torte e crostate salate con Serena De Prophetis; 13 feb: Sapore e creatività: la zucca; 19 feb. I carciofi con Maria Luisa Castelletti. Presso l’ass. GEM in via Canova 13 a Feletto U.(UD). Info 0432 574002, www.nutrivita.it

Nuovi corsi al centro ArtemusicaSono aperte le iscrizioni ai corsi di: Ascoltare Ascoltarsi-laboratorio di musicoterapia da venerdì 20 feb ore 20.30; Yoga Tantrico ogni lunedì ore 20; Musica allo specchio-creatività musicale e educazione alle emozioni per bambini. Info 320 8974581, www.centroartemusica.it

Fuori Regione 14 sabato - 15 domenicaTantra in acqua a Montegrotto Terme PDTantric Aqua Wellness Tantra, meditazione, rilassamento... in acqua termale. Per S.Valentino regala e regalati un weekend di coccole. Il seminario è aperto a tutti: coppie, singles, principianti ed esperti. Centro OLOS 334 9161209, www.centrolos.it

IX Giornata di Raccolta del Farmaco

14 e 16 Febbraio 2009

www.bancofarmaceutico.org

Page 32: n. 143 febbraio 2009 · di un imponente acquario, in grado di rivaleggiare con gli altri due, e segnatamente con quello genovese. Come si sa, l’ipotesi dell’esposizione universale