MUSICOLOGIA E FUNZIONALITÀ...

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    MUSICOLOGIA E FUNZIONALIT LITURGICA

    Diamo innanzitutto alcune precisazioni circa le tipologie musicali esistenti.

    Musica religiosa

    La musica religiosa tratta di temi e valori umani come la solidariet,

    fratellanza, bont, ecc. che sono temi anche del Vangelo ma sono generici.

    Pu essere usata per concerti spirituali o altro ma non fatta per la liturgia,

    non ne abilitata.

    Musica sacra

    quella che composta per il culto divino, quindi ha un fine specifico.

    Non diventa sacra perch inserita nel rito (n il rito la fa diventare sacra) o

    per il testo, ma per il CARATTERE che possiede in s. Per stabilire se una

    musica sacra occorre una capacit discreta di discernimento. Pu essere

    anche liturgica ma non necessariamente.

    Esempi di musica sacra sono: lOratorio, la Cantata sacra.

    Musica LITURGICA:

    Non tutta la musica sacra liturgica.

    Per essere liturgica deve avere dei requisiti ulteriori:

    Deve consentire la verit della celebrazione;

    deve interpretare il senso del rito e renderlo comprensibile;

    deve condurre al coinvolgimento e alla partecipazione attiva e diretta.

    Non deve per forza essere una grande musica ma solamente ben relazionata

    e integrata col rito. Tra rito e musica ci deve essere un rapporto diretto, di

    conseguenza non si possono accostare a caso. solo dal rito che pu

    nascere la musica liturgica ed da esso che prende ispirazione.

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    Conclusione

    Ogni musica liturgica e deve essere sacra, a maggior ragione religiosa.

    La musica sacra religiosa, ma non per questo automaticamente liturgica.

    La musica religiosa non n sacra n liturgica e in nessun modo deve

    entrare nel culto.

    I RITI LITURGICI E LA MUSICA

    Definiamo innanzitutto quali sono gli elementi del rito:

    ELEMENTI del RITO:

    Vi deve essere corrispondenza tra messaggio e segno.

    La musica liturgica quella che ha una funzionalit liturgica, interpreta il

    rito, lo rende comprensibile e lo arricchisce con efficacia e arte.

    Un canto liturgico quando: ha un testo ufficialmente stabilito e quindi parte

    integrante e necessaria alla liturgia.

    Vi sono riti in cui il canto un segno secondario (es: canto di comunione) e

    riti in cui il canto esso stesso rito (Canto al Vangelo). Senza canto non

    esiste pi il rito.

    Le cinque condizioni di liturgicit

    1) GENERE: il carattere espressivo del brano, che nasce col

    compositore (es. profano, sacro, sinfonico).

    Dal rito nasce il genere musicale LITURGICO .

    2) FORMA: laspetto esteriore del brano, la concretizzazione del genere,

    ossia com strutturato il brano. Dipende dalla struttura del rito e dalle

    sue esigenze espressive, quindi dal testo che il rito prevede (es.

    responsoriale, litania, acclamazione, ecc).

    RES = contenuto messaggio

    SIGNUM = parole gesti musica -

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    3) LINGUAGGIO CHIARO : il linguaggio musicale deve essere chiaro,

    recepibile e rispettare il tipo di assemblea cui si rivolge.

    4) CONTROLLATI RITMI DI SVOLGIMENTO : il canto deve avere dei

    tempi psicologici appropriati, rispettare i ritmi di svolgimento della

    celebrazione (non troppo lunghi n troppo corti).

    5) RISPETTO DEI TEMPI LITURGICI E DEI MOMENTI CELEBRAT IVI:

    Il canto deve essere appropriato al tempo liturgico (es: Quaresima) e al

    rito specifico (es: riti di ingresso, offertorio, comunione, ecc).

    Nella scelta del canto quindi si deve sempre partire dal rito e non dalla musica.

    Il canto liturgico quindi quello che ADERENTE AL RITO. Dalle

    esigenze rituali si deve partire per predisporre e proporzionare il

    CANTO-SIGNUM.

    Va da s che il canto liturgico non potr mai essere banale ma di qualit.

    GENERI E FORME MUSICALI NELLA LITURGIA

    La LITANIA

    Caratteristica fondamenta della litania linvocazione ripetuta. Sono litanie:

    Kyrie, Agnus Dei, Preghiera dei fedeli, le litanie dei santi.

    Consiste in: a) una serie di INTENZIONI seguite da

    b) una INVOCAZIONE incisiva corale (popolo)

    In genere un gesto dimesso, umile. La melodia deve essere semplice.

    La risposta corale pu assumere un atteggiamento acclamatorio.

    La musica deve rispettare il significato della litania sia come forma (proposta

    a cui segue una risposta) che come lunghezza del brano.

    KYRIE: il gesto penitenziale allinizio della messa.

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    Il Messale distingue 2 momenti:

    a) latto penitenziale vero e proprio;

    b) le acclamazioni invocazioni a Cristo.

    a) ATTO PENITENZIALE: vi sono 4 maniere per realizzarlo:

    1) recita del Confesso (o Confiteor) che pu essere anche cantato;

    2) dialogo penitenziale tra celebrante e assemblea;

    3) Kyrie tropato: formula con struttura litanica;

    4) Rito dellacqua benedetta (aspersione) durante il quale si esegue

    un canto adatto (ad es. Purificami o Signore). Questo rito

    sostituisce ogni altro gesto penitenziale.

    c) Allatto penitenziale seguono le invocazioni a Cristo.

    Il Kyrie di pertinenza dellAssemblea (sia cantato che recitato). Il coro

    funge da sostegno e guida ma NON sostituisce lAssemblea.

    Il Kyrie cantato dopo il Confiteor ha quasi valenza di Inno acclamatorio

    ha cio CARATTERE INNICO e di conseguenza pu essere anche

    cantato dal solo coro.

    (Il tropo non lesame di coscienza, deve avere al centro Cristo. Il tropo si

    trova nel messale ma pu anche essere inventato da noi).

    AGNELLO DI DIO (o litania di frazione):

    Come struttura simile al Kyrie sia per genere che per la forma (testo

    umilmente supplicatorio, con o senza tropi). Si esegue alla frazione del

    pane e dellimmistione in ricordo del gesto di Ges.

    opportuno affidare le invocazioni ad un solista o alla schola alle quali

    TUTTI possono rispondere abbi piet di noi. (Pu essere tropato ma i

    tropi non ci sono nel messale).

    LACCLAMAZIONE

    un gesto collettivo di consenso e di entusiasmo. un segno di festa.

    Se ben caratterizzata ha una forte capacit di coinvolgimento.

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    Laspetto emotivo fondamentale.

    La vera acclamazione liturgica esige che ci sia: COMUNIT e

    COMUNIONE

    un genere musicale con melodie elementari, incisive, robuste, ritmiche,

    (anche ripetute in progressione) ma soprattutto COINVOLGENTI.

    Nellacclamazione non molto importante la parola quanto il senso di

    festa che deve trasmettere, la carica emozionale del gesto.

    I riti di acclamazione sono costituiti da parole-slogan come: Alleluja,

    Amen, Deo gratias, Laus tibi Christe, Osanna, Annunciamo la tua morte

    (embolismo), Tuo il regno, Sanctus.

    Le FORME si basano sulla struttura dei libri liturgici:

    MESSALE e LEZIONARIO.

    Per lacclamazione si pu usare una grande variet e ricchezza strumentale e

    vocale. La STRUTTURA varia, pu essere elementare o articolata e

    complessa come il Santo.

    LACCLAMAZIONE AL VANGELO

    un rito in s stesso, se non lo si canta non ha senso recitarlo.

    Prepara allascolto del Vangelo ed ha un significato pasquale.

    Consiste nel canto dellAlleluja seguito da un versetto e nella ripetizione

    dellAlleluja ma vi sono molte possibilit di elaborarlo.

    La forma deve essere breve e incisiva.

    Il SANCTUS

    il canto acclamatorio pi nobile ed ispirato della liturgia cristiana. Deriva

    dalla tradizione ebraica. Il testo deriva da Isaia 6,3 dallApocalisse 4,8 e da

    Matteo 21,9.

    La riforma liturgica ha evidenziato la natura acclamatoria del Sanctus con

    losservazione che va riservato esclusivamente allassemblea.

    La musica per il Sancuts deve avere tre caratteristiche:

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    1. deve avere una melodia facile e trascinante ;

    2. deve essere breve , senza interruzioni o intermezzi;

    3. deve essere solenne , ritmicamente sostenuta e festosa.

    Il Sanctus deve quindi essere cantato interamente dallassemblea.

    LOsanna, che si ripete due volte, bene che abbia la medesima melodia.

    La schola si pu aggiungere al canto eseguendo a pi voci il brano, almeno

    nellOsanna e pu concludere con una coda polifonica sulle parole chiave:

    Santo e Osanna.

    Il testo NON va cambiato (come tutti i testi dellordinario).

    La PROCLAMAZIONE

    genere e anche forma; ha un carattere molto sobrio perch di suppporto

    alla Parola. lannuncio della Parola effettuato col canto che la sottolinea e la

    esalta.

    Gli elementi musicali vanno ridotti al minimo e sempre al servizio del testo.

    Nella proclamazione delle letture bibliche si usa la cantillazione .

    Le forme pi usate nella liturgia sono:

    Sola recitazione (senza suppporto musicale);

    Recto tono (stucchevole);

    Cantillazione su varie corde di recita (vedi Salmodie);

    Recitativo liturgico : canto dei ministri ordinati e consiste in formule

    antiche, in latino, usate prima della riforma.

    Il tipo di proclamazione va valutato con attenzione anche in base al contesto e

    allAssemblea. Forme proclamatorie si trovano nel Messale Romano del 1983.

    SALMO RESPONSORIALE

    un modo della Chiesa di pregare usando le parole che il Signore stesso ha

    dettato.

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    il canto pi antico della liturgia cristiana ed parte integrante della Liturgia

    della Parola. Non un canto qualunque che accompagna unazione liturgica,

    un rito a se stante.

    a) Parola di Dio e il testo non pu che essere biblico;

    b) un momento poetico dal carattere lirico;

    c) proclamazione per cui si devono usare forme non troppo ornate. Il

    testo deve essere ben comprensibile. Un modo per cantare il Salmo

    la CANTILLAZIONE;

    d) risposta : lAssemblea dovrebbe partecipare nel ritornello

    (responsum) ma pu anche solo ascoltare come si ascoltano le letture.

    Il Salmo si pu realizzare in due modi:

    1) FORMA RESPONSORIALE : canto della versetto del Salmo a cui

    segue il responsum che pu essere anche: Amen, Alleluja (salmo

    alleluiatico).

    2) FORMA DIRETTA : senza ritornelli, eseguito o da un cantore o

    dallAssemblea interamente o in parte.

    Il Salmo va preso dal Lezionario. I ritornelli si possono adattare usandone altri

    che abbiano lo stesso significato testuale ma il testo del salmo NON si pu

    cambiare.

    Se non viene cantato, il Salmo va letto ma sempre dallambone.

    INNODIA

    una forma con la quale la Chiesa esprime la lode divina con parole proprie.

    un rivestimento musicale sicuro e facilmente praticabile per i testi letterari

    strofici.

    una forma importante per la Liturgia, interpreta il testo e lo rende

    espressivo. Deve essere cantato dallintera comunit o affidato alla schola.

    Se realizza in forme metriche e strofiche e raramente con versi liberi.

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    La forma con cui si realizzano gli inni dipende dalla struttura letteraria che

    quasi esclusivamente metrica e strofica, quindi la melodia identica per tutte

    le strofe.

    FORME INNO:

    a) Ambrosiano e gregoriano (simili);

    b) Inno a strofe alternate tra melodia gregoriana e polifonia;

    c) Corale tedesco: tipico della Liturgia luterana, si pu eseguire a una o

    quattro voci;

    d) Canzoncina popolare italiana spesso anche con ritornello, nasce nel

    medioevo con le laudi;

    e) INNO MOTTETTO solistico o polifonico: con tecnica mottettistica come

    il contrappunto e limitazione delle parti. Dellinno rimane il testo ma non

    la stroficit e la popolarit della melodia.

    Non appropriato ridurre tutto a mottetto per non vanificare gli altri generi. Il

    mottetto quindi va usato con parsimonia.

    Il mottetto trova ampia e opportuna applicazione nelle acclamazioni

    arrecando solennit e ampio respiro musicale.

    INNO di LODE: IL GLORIA

    Canto di gioia e di ringraziamento che contiene le pi antiche e ricche

    espressioni della Chiesa in preghiera (II e III sec.).

    un INNO A STRUTTURA LIBERA ed un rito in s.

    Fu sempre pensato per una esecuzione comunitaria di tutto il popolo con tutti

    ministri. Il celebrante lo intonava poi veniva eseguito o tutti assieme o

    alternando i versetti.

    Il Messale Romano prescrive lesecuzione del Gloria da parte di tutta

    lAssemblea oppure alternato tra popolo e coro, oppure solo coro.

    Per sua natura dovrebbe essere sempre cantato con una musica trascinante

    e spirito gioioso ma si pu anche recitare. Pu essere intonato dal sacerdote

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    o dai cantori o da tutti assieme. Dovrebbe avere una musica che lo rivesta

    interamente cos come sta scritto ma spesso si canta lasciando al popolo il

    ritornello Gloria in excelsis Deo mentre il coro o un cantore canta le strofe.

    Si dovrebbe almeno alternare le strofe tra assemblea e coro.

    Pu cantarlo anche il solo coro poich in quanto INNO pu essere anche solo

    ascoltato .

    Riassunto delle modalit di esecuzione:

    1) tutto allassemblea;

    2) alternato tra coro e assemblea;

    3) solo coro;

    4) forma responsoriale (con ritornello Gloria in excelsis Deo cantato dal

    popolo e strofa dal coro o cantore).

    RECITATIVO SOLISTICO

    Genere proprio dei ministri ordinati.

    Non un solismo di esibizione ma di servizio, di comunione e di animazione

    dellintera assemblea.

    Si usa il recitativo: nelle orazioni, nel prefazio, nel canone, nei saluti, nelle

    benedizioni, inviti e monizioni diaconali e presidenziali.

    ungenere distinto perch ha lo scopo di dare risalto preminente a chi

    presiede i riti.

    Vengono distinte due forme.:

    a) recitativi antichi concepiti per i testi latini;

    b) recitativi recenti nati per rivestire i testi della riforma.

    Quelli ufficiali sono contenuti nel Messale del 1983,

    I recitativi ad uso esclusivo dei ministeri escludono qualsiasi

    accompagnamento strumentale.

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    IL MOTTETTO

    una forma nata al di fuori della liturgia.

    costituito da un insieme di episodi musicali, alcuni contrappuntistici, altri

    omofonici, su testo preso dalla Sacra Scrittura o di libera invenzione.

    Il mottetto pu essere considerato uin genere, un modo originale di sentire e

    realizzare i testi sacri: un modo poetico di altissima intensit lirica ma la sua

    destinazione quasi esclusivamente corale e la sua scarsa funzionalit

    liturgica e difficolt di collocazione richiede delle scelte molto accorte. Va

    usato quindi con parsimonia.

    Pu essere usato come offertorio, come canto dopo la comunione, come

    commento meditativo della Parola o come congedo.

    Le forme dipendono dalla natura dei testi usati e dalla fantasia dellautore.

    I CANTI PROCESSIONALI

    Anche se si eseguono da fermi devono dare il senso dellandare verso

    qualcosa e di prepararsi a qualcosa di importante.

    Sono funzionali a un rito preciso e sono simbolici.

    CANTO DINGRESSO (introito)

    Ha lo scopo di predisporre, preparare lAssemblea a quello che viene dopo

    ma anche coinvolgere tutta lAssemblea dei fedeli.

    STRUTTURA

    a) quella proposta dal Graduale Romanum consiste in: Antifona, versetto

    del Salmo, dossologia minore e ripetizione dellAntifona;

    b) dal Graduale Simplex del 1967: uguale alla pecedente ma lAntifona

    semplificata e il Salmo eseguito per intero;

    c) RESPONSORIALE: la pi facile (lAntifona ridotta allosso) ma c il

    rischio di farla apparire come il salmo responsoriale;

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    d) INNO (o Corale) strofico: molto indicata perch favorisce lunione dei

    fedeli, li introducono nel mistero del tempo liturgico e accompagna la

    processione del sacerdote e dei ministri. Alcuni sono ritornellati ossia

    lultima parte della strofa si ripete per tutti i versi. Gli inni sono molto

    indicati nellesecuzione tra Coro e Assemblea.

    e) Mottetto: il meno indicato perch non comporta la partecipazione

    dellAssemblea.

    f) Il TROPARIO : la forma pi ricca, articolata e solenne. Ideale come

    apertura di celebrazione perch coinvolge tutti gli attori.

    cos strutturato:

    1) Stanza polifonica: consistente, affidata al coro, che termina con

    un ritornello monodico affidato al popolo;

    2) Alcuni versetti (delle Sacre Scritture o idiotici) per uno o pi

    solisti, alternati dal ritornello dellAssemblea;

    3) Ripresa della stanza polifonica (coro) e conclusione col ritornello

    dellAssemblea.

    Tutte le forme possono essere arricchite da preludi, interludi, postludi

    dellorgano.

    Il testo pu essere tratto dal Graduale o biblico o libero ma approvato dalla

    CONFERENZA EPISCOPALE e deve adattarsi allazione sacra del giorno o

    del tempo.

    Il canto deve durare almeno fino a che il celebrante sia giunto alla sede.

    Lorganista pu contribuire alla solennit con pienezza di suono e una ben

    scelta introduzione costruita possibilmente sui temi e nelle tonalit del canto

    stesso.

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    CANTO DOFFERTORIO

    Deve durare quanto il rito.

    Compare gi nei primi secoli. Il canto doffertorio accompagna la processione

    con la quale si portano i doni, si protrae fino a quando i doni sono posti

    sullaltare.

    Per esso valgono le stesse norme del canto dingresso.

    Ha inizio subito dopo la preghiera dei fedeli. Il testo pu essere:

    1) inerente allofferta dei doni;

    2) svolgere temi inerenti alla festivit in corso o alla parola ascoltata;

    3) mariano: come simbolo dellofferta di s.

    Ha varie modalit desecuzione: Coro, Popolo, o tra Cantore e Popolo.

    Pu essere usato un brano polifonico.

    FORME: sono tutte possibili compreso il mottetto. Si pu eseguire anche un

    intermezzo dorgano che sottolinea la separazione tra la Liturgia della Parola

    e la Liturgia Eucaristica. Una soluzione anche quella di cantare i testi del

    rito doffertorio da parte del Celebrante e dellAssemblea.

    lunico canto che si pu sovrapporre alla parte presidenziale.

    CANTO DI COMUNIONE

    Ha la funzione di accompagnare il rito della Comunione. Ha lo scopo di

    esprimere lunione spirituale di coloro che si comunicano, rendere pi fraterna

    la processione. un canto eminentemente eucaristico.

    Il canto comincia quando il Sacerdote si comunica e si protrae durante la

    comunione dei fedeli. Come canto si pu usare lAntifona del Graduale

    Romanum con o senza Salmo, oppure un altro canto adatto.

    Pu essere eseguito o dal solo Coro o dal Coro (o Cantore) insieme al

    Popolo.

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    Se non si canta, lAntifona di comunione del Messale viene recitata o dai

    fedeli o dal lettore o dal Sacerdote, dopo che si comunicato prima di

    distribuire la comunione.

    Dopo la distribuzione si pu pregare in silenzio oppure far cantare

    allAssemblea un inno o un canto di lode.

    FORME: le forme a parte quelle acclamatorie, vanno tutte bene: corali,

    responsoriali, strofiche, libere, ecc. Il tema eucaristico va privilegiato su tutto

    ma si pu fare riferimento alla ricorrenza liturgica del giorno (tema).

    Il canto di DOPO-COMUNIONE opportuno che lo esegua il popolo specie

    se prima ha cantato il Coro o suonato lorgano. Per pu anche essere solo

    ascoltato come meditazione se lo esegue il Coro o un Solista. Tra i due canti

    opportuna una pausa.

    SEQUENZA

    nata dallAlleluja. Si canta in tre festivit:

    1) Pentecoste

    2) Pasqua

    3) Corpus Domini

    Pu essere cantata o dal Solista o dal Coro o dallAssemblea.

    La Sequenza viene esseguita prima dellAlleluja e oggi non ne ha alcun

    legame.