Movimentazione manuale carichi - Medicina del lavoro · I carichi Carichi ... La colonna vertebrale...

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Movimentazione manuale carichi Nicola Magnavita

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Movimentazione manuale carichi

Nicola Magnavita

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I carichi

  Carichi troppo pesanti, ingombranti e difficili da afferrare, in equilibrio instabile, il cui contenuto rischia di spostarsi o deve essere maneggiato a distanza dal tronco o con torsioni o inclinazioni del tronco, possono determinare un rischio per il sistema muscolo-scheletrico.

D. Lgs 81/08 (Titolo VI°, Art. 167 e segg.)

  Si riferisce alle operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che, per le caratteristiche o per le condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportino tra l’altro rischi di lesioni dorso-lombari.

D.Lgs 81/08   Si applica a tutti i settori produttivi e di

servizio, compresi i servizi sanitari e di assistenza, dove l’attività di movimentazione manuale è data dal sollevamento dei carichi, dal sollevamento/ trasferimento dei pazienti specie non autosufficienti, nonché dalle attività di traino/spinta carrozzine, barelle, letti e apparecchi su ruote.

Il rachide

  La movimentazione di qualsiasi carico sottopone l’organismo a forze che agiscono sulle strutture muscolari, scheletriche ed articolari

  L’organismo si comporta come una macchina che, sotto sforzo, aumenta il consumo energetico (ossigeno) da parte dei muscoli interessati. Le parti meccaniche interessate vanno incontro, nel tempo, ad una maggiore usura.

La struttura del rachide

Il rachide   Le vertebre e le faccette articolari servono

da sostegno e guidano i movimenti;   I dischi intervertebrali servono da cuscinetti

ammortizzatori;   I legamenti servono per mantenere uniti

dischi e vertebre;   I muscoli, comandati dai nervi, servono a

compiere i movimenti e a mantenere la posizione.

La patologia del disco   La colonna vertebrale

dell’uomo è strutturata per la posizione eretta. Essa mal si adatta al sollevamento di carichi con piegamento del corpo in avanti, perché i bracci della leva, le apofisi spinose, sono molto corti

Fisiologia   Quando il carico è

trasmesso in senso assiale, il disco si schiaccia e si allarga, il nucleo si appiattisce, la sua pressione interna si trasmette lateralmente verso le fibre più esterne dell'anello.

  Il nucleo agisce come un distributore di pressione.

Fisiopatologia   Nel lavoro a tronco flesso

la vertebra superiore scivola in avanti, facendo diminuire lo spazio intervertebrale anteriore.

  Il carico tende a spingere il nucleo indietro contro l'anello fibroso, facendone aumentare la tensione nella sua parte posteriore.

  Un disco sano in un soggetto giovane è elastico e ha una buona capacità ammortizzatrice

  Con l’età il disco invecchia e diviene meno capace di sopportare i carichi

  Il principale fattore che determina un rischio per la colonna vertebrale dell’operatore è l’eccessivo carico che va a comprimere il disco intervertebrale (carico discale) durante la movimentazione di oggetti o di pazienti.

Carico discale L’entità del carico discale è

determinata da:   l’entità del peso

dell’insieme: tronco, arti superiori, testa dell’operatore;

  la posizione del baricentro del tronco, arti superiori e testa dell’operatore (condizioni di equilibrio)

Le forze compressive

Si esercitano su:   dischi intervertebrali   limitanti vertebrali   articolazioni interapofisarie In una sola volta, o per sollecitazioni

ripetute possono condurre a microlesioni e lesioni.

Le lesioni

Ernia del disco

Ernia del disco

Fattori di rischio: Caratteristiche del carico   il carico è troppo pesante (kg 30 U, kg 20 D);   è ingombrante o difficile da afferrare;   è in equilibrio instabile o il suo contenuto

rischia di spostarsi;   è collocato in una posizione tale per cui deve

essere tenuto o maneggiato a una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco;

  può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto.

Sforzo fisico richiesto

  è eccessivo;   può essere effettuato soltanto con un

movimento di torsione del tronco;   può comportare un movimento brusco

del carico;   è compiuto con il corpo in posizione

instabile.

Caratteristiche dell'ambiente di lavoro   lo spazio libero, in particolare verticale, è

insufficiente per lo svolgimento dell'attività richiesta;

  il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o di scivolamento per le scarpe calzate dal lavoratore;

  il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi a un'altezza di sicurezza o in buona posizione;

Caratteristiche dell'ambiente di lavoro (2)

  il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi;

  il pavimento o il punto d'appoggio sono instabili;

  la temperatura, l'umidità o la circolazione dell'aria sono inadeguate.

Esigenze connesse all'attività   sforzi fisici che sollecitano in particolare la

colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati;

  periodo di riposo fisiologico o di recupero insufficiente;

  distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto;

  un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore.

Fattori individuali di rischio

  inidoneità fisica a svolgere il compito in questione;

  indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore;

  insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione.

  Una grave scoliosi rappresenta un handicap per la movimentazione dei carichi

Il carico varia con la posizione

  Carico sulla vertebra L3 in diverse posizioni del corpo (soggetto di circa 70 Kg di peso).

Aumento della pressione del disco durante gli “addominali”

Modificazione del carico vertebrale in funzione dell’inclinazione del tronco e

della forza muscolare.

La posizione può moltiplicare il carico

  Il disco L3 ha una superficie di circa 10 cm2. Un soggetto giovane può sopportare un carico di 800 kg, ovvero 80 kg/cm2.

  Il disco viene scaricato di circa il 40% grazie all’azione dei muscoli addominali e del diaframma.

La leva sfavorevole   Il carico sul disco di

L5 si moltiplica   Soggetti sotto i 40

anni possono presentare lesioni a 450-775 kg

  Negli anziani il cedimento può avvenire a 130 kg

Carico sui dischi intervertebrali durante lo stacco del bilanciere da terra

Carico durante il sollevamento in relazione all’atteggiamento.   A sinistra: tecnica

non corretta (dorso "curvo”); a destra: tecnica corretta (busto esteso).

  I carichi compressivi su un disco intervertebrale lombare ammontano, rispettivamente, a 630 e 380 Kg.

Bilanciare il peso   Il peso non

bilanciato esercita una forza maggiore

I pesi lontano dal corpo   Questa posizione è

equivalente (per un uomo h=184 e pesante 93 kg) ad avere circa 227 Kg in asse sulla colonna vertebrale. Nell’un caso e nell’altro il carico sulla 5^ vertebra lombare è pari a circa 298 Kg.