Mountain Bike in Alto Friuli, Carnia e Gemonese

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MOUNTAIN BIKE NEL GEMONESE 13 itinerari per 7 comuni Artegna Bordano Forgaria nel Friuli Gemona del Friuli Montenars Trasaghis Venzone

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Percorsi in Mountain Bike in Alto Friuli, Carnia e Gemonese proposti dall'Hotel Ristorante Carnia. Vi ricordiamo che L'Hotel Carnia dispone di tutti i servizi per i ciclisti, visitate il sito www.hotelcarnia.it per maggiori informazioni

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MOUNTAIN BIKE NEL GEMONESE13 itinerari per 7 comuni

ArtegnaBordanoForgaria nel Friul iGemona del Friul iMontenarsTrasaghisVenzone

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presentazione

Sentieri, mulattiere, strade percorrono la montagna friulana formandouna fittissima rete viaria. Le laboriose popolazioni che l’hanno abita-ta da secoli, dovendo sfruttare pascoli e boschi e collegare tra loro inumerosi e sparsi paesi, ci hanno lasciato questa particolare eredità.Un ulteriore arricchimento alla viabilità lo si deve alla realizzazionedi numerose strade e mulattiere militari durante la prima grande guer-ra, attività poi proseguita a seguito dell’importante posizione strategi-ca delle Alpi orientali.Per sviluppare l’economia montana attraverso un più razionale edeconomico utilizzo di boschi e pascoli e poterli proteggere più effica-cemente dagli incendi, le Comunità Montane hanno anch’esse raffor-zato le vie di collegamento.In questi ultimi anni la nostra Comunità ha in parte sistemato masoprattutto costruito circa 150 km di piste forestali; queste nuove arte-rie della montagna sono così diventate un importante strumento per losviluppo del turismo sportivo: trekking, podismo, pesca, parapendio e,soprattutto, la mountain bike.Il territorio del Gemonese, collocato tra le Prealpi Giulie e Carnichedivise dalla valle del Tagliamento, è caratterizzato da catene montuo-se con andamento est-ovest, generalmente poco innevate, con il ver-sante sud ben esposto al sole e facilmente accessibile anche in inver-no. I paesi sono collocati a non più di 350 m di quota e i monti rag-giungono i duemila metri.La zona, ricca di acque e di boschi, mantiene intatto il fascino di unambiente ancora integro che le amministrazioni locali intendono con-servare.Questa pubblicazione vuole essere una proposta di fruizione intelli-gente del territorio rivolta agli sportivi-turisti che amano la natura esono interessati a conservarla e rispettarla come un bene comune digrande importanza. Auguriamo loro di utilizzare la bike non solosudando chilometri ma anche sapendo guardare i fiori, le piante, glialberi, gli animali ed i paesaggi che questo ambiente offre con doviziae grande discrezione.

Flaviano ErmacoraPresidente della Comunità Montana del Gemonese

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introduzione agl i i t inerar i

Ipercorsi descritti in questa guida sono in gran parte sconosciuti al

grande pubblico e presentano caratteristiche diverse per quanto

riguarda il livello di difficoltà, il tempo di percorrenza e, non ultimi, gli

ambienti che si vanno ad attraversare. Gli aspetti naturali e paesaggi-

stici che qualificano il territorio del Gemonese hanno consentito di indi-

viduare 13 itinerari per mountain bike: ci si può immergere nei declivi

boscosi dell’altopiano del Corno, segnato da numerose carrarecce e

stradine, oppure c’è la possibilità di affrontare l’impegnativo percorso

che si snoda lungo la selvaggia e isolata Val Venzonassa; gli amanti

delle salite potranno accedere al pianoro del S. Simeone o alla Malga

Cuarnan sfiorandone le cime, da cui si possono godere splendidi pano-

rami; per coloro che prediligono le pedalate in solitaria gli itinerari che

risalgono il Torrente Palar e la Val Tugliezzo offrono l’occasione per

mettersi alla prova, affrontando salite a tratti ripide avvolti nel silenzio

della natura; infine vengono proposti percorsi ideali per una facile

sgambata in compagnia: l’anello che costeggia il Tagliamento e il Lago

di Cavazzo o il giro attorno al Monte Cumieli permettono al ciclista di

effettuare quasi delle escursioni, con la possibilità di fare visita a luoghi

e ad ambienti di notevole interesse.

Le schede, esaurienti, contengono le caratteristiche tecniche e una

breve descrizione di ogni percorso, inoltre la cartina topografica con lo

sviluppo del tracciato ed il profilo altimetrico forniscono ulteriori infor-

mazioni al ciclista che così potrà scegliere senza difficoltà l’itinerario di

suo gradimento.

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, di ogni singolo itinera-

rio si è inteso evidenziare la lunghezza, il dislivello, l’altitudine massima

raggiunta, il tempo di percorrenza, il grado di difficoltà e le caratteristi-

che del fondo stradale.

I dati che riguardano il tempo di percorrenza si riferiscono al tempo

totale impiegato dal ciclista “medio” per effettuare, senza soste, l’itine-

rario.

Il dislivello rappresenta l’effettiva differenza altimetrica che il ciclista

deve sostenere durante il percorso.

Il fondo prevalente indica in percentuale la tipologia del fondo strada-

le in questione.

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La difficoltà esprime il grado di preparazione necessaria per poter

affrontare gli itinerari. Per questo si è proceduto ad una suddivisione

del tipo di percorso secondo il seguente criterio:

Molto impegnativo: rientrano in questa categoria percorsi caratteriz-

zati da salite estremamente ripide (pendenza media superiore all’8-9%,

tratti massimi rilevabili oltre il 10%) o itinerari particolarmente lunghi,

per i quali si determinano ostacoli di portata tale da richiedere un’ade-

guata preparazione atletica. Ad esempio, salite come quella del Monte

S. Simeone o della Val Tugliezzo necessitano di un impegno costante,

essendo caratterizzate da pendenze medie elevate. L’itinerario della

Val Venzonassa richiede invece particolare attenzione sia per quanto

riguarda la difficoltà del percorso (presenta tratti di salita “tagliagambe”

e discese pericolose, inoltre parte del tragitto risulta non ciclabile), sia

per salvaguardare l’incolumità del ciclista, non essendoci lungo il trac-

ciato alcun punto di appoggio. È quindi consigliabile affrontare tale per-

corso in compagnia e portando con sé l’equipaggiamento necessario in

caso di emergenza.

Impegnativo: vi sono rappresentati gli itinerari caratterizzati da tratti di

salita o discesa decisamente ripidi che richiedono il possesso di qualità

tecnico-atletiche da parte del ciclista.

Medio: si tratta di itinerari adatti ai ciclisti di media preparazione; i mag-

giori problemi in questo caso riguardano brevi frazioni di salita impe-

gnativa o tratti costanti di salita di media difficoltà (si può notare come

la maggior parte dei percorsi descritti sia considerata di tale livello).

Turistico: vi rientrano i percorsi ideali per il neofita, essendo di facile

percorrenza. Sono caratterizzati dall’assenza di dislivello, con un profi-

lo altimetrico praticamente piatto.

Poiché le rilevazioni dei singoli itinerari sono state effettuate nel perio-

do estate-autunno 1998, non si assicura che i dati relativi al fondo stra-

dale e alla segnaletica siano immutati.

Buona pedalata!

Andrea Palese

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4gl i i t inerar i

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6i t inerar io 1ARTEGNA-M. FAEIT-PLAZZARIS-ISOLA-ARTEGNA

Sviluppo: 16,1 kmDislivello: 560 mAltitudine massima: 734 m (Monte Faeit)Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 min.Difficoltà: medioFondo prevalente: 51% asfalto, 49% sterrato

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DA VEDERE

Ad Artegna, sul colle al centro delpaese, di rilevante interesse sono il

Castello dei Savorgnan, ricostruito nelXV secolo, e la chiesetta di S. Martinorisalente al 1205, che conserva all’inter-no un ciclo di affreschi del Cinquecento. A Montenars meritano una visita i borghirurali di Cologna e Lucardi. Le chiese diS. Elena (Sonvilla) e di S. Giorgio(Cologna) sono state ricostruite in lineearchitettoniche moderne, dopo il terre-

moto del 1976, su progetti di Augusto Romano Burelli. Su un costone rocciosoche domina la forra del Torrente Orvenco, a sud dell’abitato di Cologna, siscorgono i ruderi del Castello di Ravistagno, eretto nel Duecento.

Dal piazzale del municipio di Artegna si sale a destra lungo la strada indicata daicartelli che segnalano il “Sentiero del Monte Faeit”. Dopo 1 km, giunti ad unapiazzola da cui prendono avvio vari sentieri, si prosegue diritti lungo la strada

asfaltata che dopo 3,1 km complessivi diventa uno sterrato assai insidioso.Percorsi 4,7 km ha termine il tratto di strada più impegnativo, caratterizzato in alcu-ni punti da pendenze del 14%. In corrispondenza di un ampio spiazzo prativo si puòrisalire a destra la mulattiera che conduce alla cima del Monte Faeit (734 m; km 5),

da cui si gode uno splendido panorama sullapiana di Osoppo e l’Anfiteatro morenico.

Ridisceso il tracciato, si prosegue lungola strada da cui ci si era allontanati.

Si avanza ora in falsopiano sulladorsale prativa del MonteCampeon. Dopo 7,1 km com-plessivi l’itinerario procede asinistra; dopo 8,7 km all’altezzadi un roccolo si fa ritorno sul-l’asfalto per svoltare imme-diatamente a sinistra indirezione di Plazzaris, bor-gata di Montenars. La strada asfaltata ha termi-ne poco oltre l’abitato (km9,6), si prosegue quindi sufondo naturale fino alla fra-zione di Isola (km 12,4).Raggiunta la strada asfaltatasi scende verso Artegna,facendo attenzione a teneredi nuovo la sinistra all’incrociodi Cologna.

Il Monte Faeit visto da ovest

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8i t i n e r a r i o 2ARTEGNA-M. FAEIT-VAL ZIMOR-SAMMARDENCHIA-TARCENTO-ARTEGNA

Sviluppo: 28,7 kmDislivello: 694 mAltitudine massima: 734 m (Monte Faeit)Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 min.Difficoltà: impegnativoFondo prevalente: 80% asfalto, 20% sterrato

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Si tratta di una variante dell’itinerario n. 1. Dal piazzale del municipiodi Artegna si sale a destra lungo la strada indicata dai cartelli chesegnalano il “Sentiero del Monte Faeit”. Dopo 1 km, giunti ad una

piazzola da cui prendono avvio vari sentieri, si prosegue dirit-ti lungo la strada asfaltata che dopo 3,1 km complessivi

diventa uno sterrato assai insidioso. Percorsi 4,7 kmha termine il tratto più impegnativo, caratterizzato

in alcuni punti da pendenze del 14%. In corri-spondenza di un ampio spiazzo prativo si può

risalire a destra la mulattiera che conduce allacima del Monte Faeit (734 m; km 5), da cui sigode uno splendido panorama sulla pianadi Osoppo e l’Anfiteatro morenico.Ridisceso il tracciato, si prosegue lungo lastrada da cui ci si era allontanati. Si avan-za ora in falsopiano sulla dorsale prativadel Monte Campeon. Dopo 7,1 km com-plessivi l’itinerario procede a sinistra;dopo 8,7 km, all’altezza di un roccolo,confluisce a destra nella strada asfalta-ta proveniente da Montenars. Si peda-la così per 2 km nella stretta Val diStella, imboccando successivamentela rotabile della Val Zimor (km 10,7).La strada è interessata da un fondosdrucciolevole e irregolare, inoltre ilprimo tratto si presenta piuttosto ripi-do. Dopo 15,8 km si svolta a destraalla volta di Sammardenchia raggiun-gibile dopo una salita assai impegna-tiva, caratterizzata da pendenzenotevoli (16%). Attraverso una stra-da panoramica, superati i borghi diBeorchian e Coia, si arriva aTarcento (km 21,7). Dalla cittadina,seguendo in successione le indica-zioni per Billerio, Magnano edArtegna, si fa ritorno al punto di par-tenza.

DA VEDERE

A Coia di Tarcento si erge il torrioneche appartenne al Castello Frangipane,complesso fortificato eretto nel XIVsecolo. A Magnano in Riviera si conser-vano i resti del Castello di Prampero,andato distrutto nel Cinquecento e suc-cessivamente ricostruito. Nei pressisorge la chiesetta di S. Margherita, diorigini quattrocentesche.

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10i t i n e r a r i o 3ARTEGNA-M. FAEIT-FLAIPANO-TARCENTO-ARTEGNA

Sviluppo: 28,1 kmDislivello: 596 mAltitudine massima: 734 m (Monte Faeit)Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 min.Difficoltà: medioFondo prevalente: 80% asfalto, 20% sterrato

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Si tratta di un’ulteriore variante dell’itinerario n. 1. Dal piazzaledel municipio di Artegna si sale a destra lungo la strada indi-cata dai cartelli che segnalano il “Sentiero del Monte Faeit”.

Dopo 1 km, giunti ad una piazzola da cui prendonoavvio vari sentieri, si prosegue diritti lungo la

strada asfaltata che dopo 3,1 km complessividiventa uno sterrato assai insidioso. Percorsi

4,7 km ha termine il tratto di strada piùimpegnativo, caratterizzato in alcuni puntida pendenze del 14%. In corrispondenzadi un ampio spiazzo prativo si può risali-re a destra la mulattiera che conducealla cima del Monte Faeit (734 m; km5), da cui si gode uno splendidopanorama sulla piana di Osoppo el’Anfiteatro morenico.Ridisceso il tracciato, si proseguelungo la strada da cui ci si eraallontanati. Si pedala ora in fal-sopiano sulla dorsale prativa delMonte Campeon. Dopo 7,1 kmcomplessivi l’itinerario procedea sinistra; dopo 8,7 km, all’al-tezza di un roccolo, confluisce adestra nella strada asfaltataproveniente da Montenars. Albivio successivo (km 10,7) siprosegue diritti verso Frattins eFlaipano. La strada avanzasullo spartiacque che separa levalli del Vedronza e dello Zimore sale leggermente di quotasino al Monte Stuba, per poiscendere altrettanto gradual-mente oltre i piccoli borghi diStella e Pobra. Viene così rag-giunta la chiesetta di Stella (km15,2); da qui svoltando a destra ladiscesa si fa più ripida, caratteriz-zandosi per il fondo sconnesso edi numerosi stretti tornanti. Altri 5,9km e si giunge a Tarcento dopo aversuperato le frazioni di Malemaseria eZomeais. Da Tarcento (km 21,1) siseguono le indicazioni per Billerio eMagnano proseguendo così allavolta di Artegna.

DA VEDERE

Sui versanti del Monte Faeit rivolti anord e ad ovest era situato un “ca-

strum” longobardo, vasto apprestamentodifensivo di cui restano le tracce a fianco

delle strade lastricate di accesso all’altura.All’imbocco di uno di questi percorsi sorge

la chiesetta di S. Stefano in Clama risalenteall’XI secolo.

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12i t i n e r a r i o 4SALITA AL MONTE CUARNAN

Sviluppo: 12,9 km (escluso il ritorno)Dislivello: 800 mAltitudine massima: 1075 m (Malga Cuarnan)Tempo di percorrenza: 1 ora e 10 min. andata; 40 min. ritornoDifficoltà: impegnativoFondo prevalente: 92% asfalto, 8% sterrato

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AGemona, da piazza Garibaldi si prosegue lungo via Caneva fino all’imboccodi via dei Cappuccini (km 0,2), dove si svolta a destra seguendo le indicazioniper il Monte Cuarnan. Al termine della borgata di Gleseute (km 1,5) si affron-

ta in salita la strada asfaltata che, con pendenza costante, si snoda dapprimasulla sinistra del corso del Vegliato, poi attraverso la località di Siere per condur-re successivamente ai prati di Plan di Cuarnan (km 11,9), dove ha termine il trat-to asfaltato. Da qui si prosegue su un’ampia strada bianca che dopo circa 1 kmconduce a Malga Cuarnan (fare attenzione al crocicchio dopo 200 m di percorsosterrato: va imboccata a sinistra la strada con il cancello di legno). Il ritorno sieffettua lungo lo stesso percorso dell’andata.Interessante è la deviazione che consente di raggiungere i Pascoli Alti delCuarnan: poche centinaia di metri prima della malga si imbocca sulla destra la

faticosa mulattiera che si svilup-pa verso sudovest sulla dorsaledel monte. La splendida vistache si allarga sulla pianura friula-na ed i vasti prati fioriti sarannola degna ricompensa per lo sfor-zo sostenuto. Per chi avesseancora energie c’è la possibilità diraggiungere, a piedi e in circa 30minuti, la chiesetta del Redentoreche sorge sulla cima del Cuarnan(1372 m). Lungo il sentiero si

incontra il ricovero Pischiutti incui è possibile pernottare.Dalla malga, prendendo unripido sentiero, si può salirea Sella Foredôr (1089 m).Dopo pochi minuti di cam-mino si ammirerà lo splendi-do scenario rappresentatodalla catena del Chiampon.

DA VEDERE

A Gemona, ricostruita dopo il terremo-to del 1976, di grande interesse è il

Duomo gotico, consacrato nel 1337 dopoquasi cinquant’anni di lavori. Ha subito nel

tempo numerosi rimaneggiamenti. Lo affianca latorre campanaria, di poco successiva. Da Porta Udine,

prossima al sagrato, ha inizio via Bini, cuore del centro storicogemonese, su cui si affacciano importanti edifici: Palazzo Gurisatti,

Casa D’Aronco, Palazzo Sporeni, Casa Antonelli, Palazzo Elti, PalazzoBoton. Inoltre, attraverso una scalinata, si ha la possibilità di accedere diret-tamente all’altura che conserva i resti del castello medievale.Malga Cuarnan è sede di un’attività agrituristica, vi si possono acquistare iprodotti caseari tipici. La chiesetta-monumento del Redentore, che si elevasulla cima del Cuarnan, è stata eretta per la prima volta nel 1901 e ricostrui-ta nel 1985.

Veduta dal Monte Cuarnan

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14i t i n e r a r i o 5GEMONA-SELLA S. AGNESE-FORTE DI M. ERCOLE-M. CUMIELI-SELLA S. AGNESE-GEMONA

Sviluppo: 16,9 km Dislivello: 530 mAltitudine massima: 571 m(Monte Cumieli)Tempo di percorrenza:1 ora e 30 min. Difficoltà: medioFondo prevalente:18% asfalto, 82% sterrato

La Sella di S. Agnese

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AGemona, da piazza Garibaldi si prosegue lungo via Caneva fino all’imbocco divia dei Cappuccini (km 0,2), dove si svolta a destra seguendo le indicazioni peril Monte Cuarnan. Al termine della borgata di Gleseute (km 1,5) si sale ancora

seguendo l’evidente stradina bianca posta sull’argine artificiale del TorrenteVegliato. Oltre il greto, quasi sempre in secca, si affronta la mulattiera che conducealla Sella di S. Agnese (km 4), dove è localizzata una chiesetta votiva ricostruitadopo il terremoto del 1976.Giunti al valico si prosegue diritti in direzione nord, mantenendo la sinistra sulla dis-sestata strada sterrata che discende il versante. Dopo circa 300 m va imboccato illargo sentiero che sale deciso a sinistra (fare attenzione: nella bella stagione lavegetazione rigogliosa tende a nascondere il nuovo percorso). Il tracciato, acciden-tato e a tratti ripido, conduce a un piccolo pianoro panoramico posto su una pro-paggine del Monte Cumieli, con una bella veduta sui Rivoli Bianchi e l’ambito diLedis (km 5,2).Dalla balconata ha inizio una discesa che nel mezzo di una faggeta conduce, dopocirca 1 km, a un’estesa zona prativa dove è localizzato un casolare (C. Cum).L’itinerario procede lungo una strada prima sterrata poi cementata. Giunti ad unasbarra si prosegue diritti attraverso le rovine del Forte di Monte Ercole; al bivio suc-cessivo (km 7,7) si svolta a sinistra. Si è ora impegnati in una salita che avviene peralcune centinaia di metri su un acciottolato di recente realizzazione. Superati unagalleria naturale ed un tornante, in corrispondenza di un bosco di castagni si puòsalire alla cima del Cumieli imboccando a sinistra un ripido sentiero (km 10,1).L’ascesa è molto difficoltosa, essendo caratterizzata da fortissime pendenze.Dall’altura splendido è il panorama sulla piana alluvionale del Tagliamento e lePrealpi del Gemonese.Si scende e si riprende la strada principale sino al completamento dell’anello, facen-do presto ritorno alla Sella di S. Agnese (km 12,9) e da qui dirigendosi di nuovo aGemona (km 16,9).

DA VEDERE

La Sella di S. Agnese accoglie l’omonima chiesetta, risalente alla primametà del XIII secolo, a cui era annesso un convento. Su una piccolaaltura posta in prossimità del corso del Tagliamento si erge il Forte diMonte Ercole, opera militare a carattere difensivo costruita all’iniziodel Novecento. La cima arrotondata del Cumieli custodisce le tracce

di una muraglia forse appartenente ad un castelliere protostorico. Suun contrafforte roccioso a sud del monte, accessibile dalla mulattiera

che riconduce a S. Agnese, sono conservati i resti del Castello diGrossemberg eretto nel 1190 e presto abbattuto.

Merita una visita il Lago Minisini presso Ospedaletto, piccolospecchio d’acqua che si sta progressivamente interrando.

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16i t i n e r a r i o 6GEMONA-SELLA S. AGNESE-S. CATERINA

Sviluppo: 9,4 km (escluso il ritorno) Dislivello: 226 mAltitudine massima: 430 m (Sella di S. Agnese)Tempo di percorrenza: 1 ora e 20 min. andata; 1 ora ritorno Difficoltà: medioFondo prevalente: 47% asfalto, 53% sterrato

La piana di Venzone

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AGemona, da piazza Garibaldi si prosegue lungo via Caneva fino all’imbocco divia dei Cappuccini (km 0,2), dove si svolta a destra seguendo le indicazioni peril Monte Cuarnan. Al termine della borgata di Gleseute (km 1,5) si sale ancora

seguendo l’evidente stradina bianca posta sull’argine artificiale del TorrenteVegliato. Oltre il greto, quasi sempre in secca, si affronta la mulattiera che conducealla Sella di S. Agnese (km 4), dove è localizzata una chiesetta votiva ricostruita

dopo il terremoto del 1976.Giunti al valico si prosegue diritti in direzione nord, tenendo la destra e percor-

rendo l’ampia carrareccia a tratti sconnessa che scende in maniera decisaverso la località Plan di Muini (km 4,8). Dal punto più elevato del pianoro siprocede a sinistra e al successivo bivio a destra. Viene così raggiunto ilgreto del Rio Pozzolons (km 5,5): seguendo una debole traccia, sul suoargine destro ci si raccorda alla mulattiera principale. Si scende verso

ovest in direzione del Tagliamento per un centinaio di metri, sino adincontrare un evidente spiazzo (km 5,8). Qui si svolta a destraimboccando la nuova carrareccia che prosegue a mezza costaverso Venzone attraversando l’esteso conoide dei Rivoli Bianchi.

L’itinerario procede diritto verso nord lungo la mulattiera principale chepresto si raccorda alla strada asfaltata proveniente da Borgo Rozza (km6,6). Ancora 200 m e si svolta a destra per raggiungere Borgo SanGiacomo e l’omonima chiesetta. Poco prima della statale Pontebbanasi imbocca a destra via degli Alpini che conduce alla strada che affian-ca il fossato della cittadella medievale di Venzone. All’altezza di PortaS. Genesio si svolta ancora a destra seguendo le indicazioni per SantaCaterina. Gli ultimi 500 m, caratterizzati da una notevole pendenzamedia (14%), conducono al pianoro sommitale dove si erge la chie-setta pure ricostruita dopo il sisma del 1976. Il ritorno può avvenirelungo lo stesso itinerario dell’andata oppure attraverso la statalePontebbana (sconsigliato).

DA VEDERE

Nella piana di Venzone è situata la chiesetta dei SS. Giacomo e Anna,risalente probabilmente ai secoli X-XI. L’interno conserva lacerti diaffreschi trecenteschi. La cittadella medievale di Venzone è stata rico-struita dopo il 1976 con rigore filologico, mantenendo la sua strutturaoriginaria attraverso la ricollocazione rigorosa delle pietre recuperate

e l’integrazione di quelle andate distrutte (anastilosi). All’interno della cinta muraria meritano una visita il Duomo diSant’Andrea Apostolo in stile romanico gotico, consacrato nel 1338,e il Palazzo comunale, splendido esempio di architettura gotico fio-

rita risalente all’inizio del Quattrocento, successivamente modi-ficato e più volte ricostruito. Sul terrazzo che domina la piana èposta la chiesetta di S. Caterina, di origini quattrocentesche.

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18i t i n e r a r i o 7LA VAL VENZONASSA E LA CONCADI LEDIS

Sviluppo: 29 km (escluso il sentiero non ciclabile)Dislivello: 1082 mAltitudine massima: 1089 m (Forca Tacia)Tempo di percorrenza: 4 ore e 30 min. Difficoltà: molto impegnativoFondo prevalente: 22% asfalto, 78% sterrato

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Dal centro storico di Venzone si supera il ponte sul Torrente Venzonassa e si svolta adestra per Borgo Sottomonte. Subito il ciclista è impegnato in una salita caratteriz-zata da una pendenza costante e con un buon fondo asfaltato. Dopo 3,6 km vengo-

no raggiunti i resti di Borgo Costa, ancora 200 m e si perviene alla curva del Gran Riodove termina questo primo tratto di salita. Da qui si discende per qualche centinaio dimetri fino ad oltrepassare il Gran Rio (km 4,2), imboccando successivamente una galle-ria scavata nella roccia.Da questa galleria prende avvio la pista forestale che prosegue a mezza costa sul ver-sante meridionale della catena del Plauris (fare attenzione al fondo caratterizzato da unosterrato irregolare, cementato nei punti più ripidi). Seguono tratti “tagliagambe” ed altridecisamente pedalabili, anche se l’ascesa presenta comunque una pendenza impegna-tiva. Al 5° km si intravedono i ruderi di Borgo Maieron; dopo 6,8 km si raggiunge BorgoPrabunello per poi salire alla località Pale dal Baraz (km 8,2) da dove ha inizio una velo-ce discesa (200 m prima dello scollinamento vi è il bivio per le malghe Ungarina eConfin).Si scende così al Plan di Frassin (km 9,5) e a Casera Navis (km 11,4) e infine al guadodella Venzonassa (km 12,1) per poi guadagnare i 1089 m di Forca Tacia. Il fondo stra-

dale è pessimo. Al bivio (km 15,8) si svolta a destra proseguendolungo la pista forestale, sempre in piano o in discesa, fino

alla conca di Ledis, in prossimità degli Stavoli Scugjelars(km 24,7). Dopo circa 600 m attraverso un sentiero

non ciclabile si giunge alla chiesetta di Ledis e alRifugio Brigate Osoppo Battaglione Prealpi.

Percorrendo sempre a piedi il tracciato,viene presto raggiunta la Forca di

Ledis per poi discendere suighiaioni fino alla località

Rivoli Bianchi. Quici si rimette in sellae si procede anco-ra in discesa peruna ripida carra-reccia. Dopo circa 1km, giunti ad una

biforcazione, si tienela destra salendosull’argine che af-fianca il Rio Poz-zolons. Si scendeancora per un centi-naio di metri, quin-di in corrisponden-

za di uno spiazzo sisvolta a destra im-

boccando una stradinaproveniente da Borgo

Rozza. Prima di Borgo SanGiacomo il fondo ritorna asfalta-

to per ricondurre rapidamente aVenzone.

DA VEDERE

La Val Venzonassa, lunga una decina di chilometri, assume aspetti diversificatisotto il profilo fisico e paesaggistico. Il corso superiore del torrente è caratte-rizzato da un alveo piuttosto ampio, quello inferiore si presenta più stretto conalte sponde tipiche della forra. Su un rilievo del versante meridionale del MontePlauris sorge la chiesetta di S. Antonio Abate, la cui fondazione risale al XIVsecolo. Inizialmente vi era annesso un romitorio, presto trasformato in stavolo.Nell’interno è conservato un ciclo di affreschi della prima metà del Cinquecento. La vasta distesa ghiaiosa di Rivoli Bianchi, attraversata dall’itinerario nel suotratto conclusivo, è uno dei maggiori coni di deiezione della Regione: occupauna superficie di 1,5 kmq con un raggio di oltre 1 km, mentre lo spessore deidepositi alluvionali raggiunge quasi i 300 m.

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20i t i n e r a r i o 8STAZIONE PER LA CARNIA-TUGLIEZZO-RIFUGIO FRANZ

Sviluppo: 8,6 km (escluso il ritorno) Dislivello: 737 mAltitudine massima: 1008 m (Rifugio Franz) Tempo di percorrenza: 1 ora e 15 min. andata; 30 min. ritorno Difficoltà: molto impegnativoFondo prevalente: 41% asfalto, 59% sterrato

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AStazione per la Carnia, superata la caserma posta lungo la statale Pontebbana,si imbocca la strada asfaltata che si snoda a fianco del muro di cinta della zonamilitare diretta all’alveo di un torrente. Dopo un’ampia curva l’itinerario prosegue

con la salita che conduce a Tugliezzo: l’ascesa è caratterizzata da pendenze abbor-dabili (prestare attenzione, specialmente nei periodi di piogge e di gelo, ai tratti doveil fondo stradale si presenta sconnesso).Superati gli stavoli di Tugliezzo (km 3,3), si abbandona l’asfalto girando a destra eprocedendo lungo una ripida strada forestale con fondo prima cementato e poi natu-rale. La pista si inerpica sempre a forti pendenze (superiori al 10%) nell’incantevo-

le scenario di un bosco di conifere.All’unico bivio presente lungo il per-corso (km 5) si svolta a destra.Dopo 8,6 km appare alla vista l’in-confondibile profilo del RifugioFranz, meta conclusiva dell’itinera-rio. Il ritorno viene effettuato lungolo stesso percorso dell’andata:attenzione ora ad affrontare concautela la discesa caratterizzata nelprimo tratto dalle ripide rampe per-corse precedentemente in salita.

DA VEDERE

Il Rifugio Franz, meta finale dell’itinerario, è una struttura in tronchi di lari-ce realizzata negli anni ’70 in sostituzione della vecchia casera Cuel de Fratte.Offre riparo con possibilità di pernottamento.Il ripiano di Giardôse costituisce una delle località fossilifere più famose dellePrealpi Giulie, ricca di Nummuliti e di qualche corallo isolato.

Plan di Tugliezzo

Faggeta

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22i t i n e r a r i o 9BORDANO-PIOVERNO-SOMPLAGO-INTERNEPPO-BORDANO

Sviluppo: 23 km Dislivello: 254 mAltitudine massima: 315 m (Sella di Interneppo) Tempo di percorrenza: 1 ora e 15 min. Difficoltà: turisticoFondo prevalente: 88% asfalto, 12% sterrato

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Da Bordano si percorre in direzione nord la strada che affianca il versante orien-tale del Monte S. Simeone lungo la riva destra del Tagliamento. AttraversataPioverno (km 3,3) si prosegue, sempre costeggiando il corso d’acqua, alla volta

della statale che transita per Cavazzo e Somplago. La strada è caratterizzata da unsusseguirsi di saliscendi, ma è facilmente percorribile e consente di osservare lazona di confluenza del Fella e del Tagliamento. Dopo Pioverno l’asfalto si presentapiuttosto deteriorato; al km 7,4 ha inizio un breve tratto sterrato (circa 2,1 km), fattoritorno sull’asfalto ci si raccorda alla statale dopo 11,7 km complessivi.All’incrocio si svolta a sinistra: superata la breve salita del Cuel di Mena, in discesasi raggiunge Somplago (km 14) seguendo poi le indicazioni per Alesso. Poco oltreil camping si giunge al ponte dell’autostrada (km 17,4) in prossimità della spondasud-occidentale del Lago di Cavazzo, girando successivamente a sinistra e imboc-cando una stradina con fondo naturale. Il tratto sterrato è breve (800 m) e conduce

di nuovo alla statale nella zona del parco giochi. Si procede in leggera sali-ta fino ad Interneppo (km 20,2) che si raggiunge girando a destra.

Superato il paese si affronta la dura ma breve ascesa checonduce alla Sella di Interneppo (km 21,3), per poi ridi-

scendere e far ritorno a Bordano.

DA VEDERE

Bordano è il “paese delle farfalle” per la pre-senza, sul versante meridionale del MonteSan Simeone che sovrasta l’abitato, dinumerosi lepidotteri. Colorati muralesabbelliscono le pareti delle case, inseritiin un più ampio programma di valorizza-zione della località articolato in varieiniziative che si svolgono soprattutto nelmese di agosto.Il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni (nefanno parte anche i comuni di Bordanoe Trasaghis) è il più grande dellaRegione. L’immissione delle acque pro-venienti dalla centrale di Somplago haprovocato profonde alterazioni al baci-no con l’impoverimento della vegetazio-ne e della fauna.

Nel settore meridionale del lago è localiz-zato lo “stagno ecologico”: si tratta di un

progetto, promosso dalla Comunità Montanadel Gemonese, che ha comportato la realizza-

zione di una zona umida a fini faunistici e lasistemazione e ricostruzione vegetazionale del-

l’area circostante.A Cesclans su un’altura si erge la Pieve di Santo

Stefano, sorta nel XIV secolo ed ora in avanzata fasedi recupero.

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24i t i n e r a r i o 1 0SALITA AL MONTE S. SIMEONE

Sviluppo: 13,4 km (escluso il ritorno) Dislivello: 967 mAltitudine massima: 1203 m (Baita Monte S. Simeone) Tempo di percorrenza: 2 ore andata; 45 min. ritorno Difficoltà: molto impegnativoFondo prevalente: 30% asfalto, 65% sterrato, 5% cemento

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Da Bordano (piazza Municipio) si risale la strada provinciale che conduce aInterneppo. Dopo circa 2 km di salita media, in prossimità dello scollinamento dellaSella di Interneppo, si seguono le indicazioni per il Monte S. Simeone: svoltando a

destra si imbocca la rotabile, prima asfaltata poi sterrata, che conduce al pianoro postosul rilievo, facendo attenzione a tenere la destra in corrispondenza delle due succes-sive deviazioni per il Monte Festa (km 2,5) e per gli Stavoli Trions. Il tratto asfaltato hatermine dopo un paio di chilometri dal bivio; si prosegue prima su un fondo cementato(fino alla prima galleria) e successivamente su una carrareccia che si sviluppa per ben28 tornanti di cui 7 in galleria (questi non creano alcun problema al ciclista data la lorobrevità).Le condizioni del fondo stradale sono piuttosto precarie: spesso si rischia letteralmen-te di affondare con le ruote nella ghiaia, tanto è irregolare e poco battuta la sede stra-dale. Va prestata attenzione, soprattutto in discesa, nell’affrontare alcuni tornanti moltoesposti e poco protetti. Oltre alle pessime condizioni della strada, l’intera salita (11,4 km circa dal bivio) pre-senta delle pendenze sempre impegnative e costanti, fortunatamente prive di tratti“tagliagambe” (la pendenza media dall’imbocco della rotabile fino alla cima è del7,8%). Da rilevare inoltre che lungo la salita è quasi del tutto assente l’ombra e che nonvi è alcuna possibilità di rifornirsi d’acqua.Dopo 13,2 km complessivi si raggiunge il pianoro panoramico del S. Simeone situato

a 1200 m di quota. Svoltando a destra è facile raggiungere la Baita Monte SanSimeone (km 13,4), unico punto di appoggio per il ciclista. Sul pianoro, oltre a vari

stavoli, è localizzata una chiesetta alpestre. Lo sterrato prosegue ancora percirca 2 km in direzione della cima del monte, fino a terminare nel bosco in

prossimità dell’imbocco del sentiero CAI (segnavia 839), che rapida-mente guadagna i 1505 m della vetta. Il ritorno si effettua lungo lostesso percorso dell’andata.

DA VEDERE

Il Monte S. Simeone, per la sua posizione geografica, la favore-vole insolazione e la presenza di vari microclimi, è perfetta-mente esemplificativo delle caratteristiche ambientali e vege-tazionali delle Prealpi friulane. Sul pianoro prossimo allacima si erge una chiesetta dedicata al santo che dà il nomeal monte. Risale al XIV secolo, anche se è stata sottopostanel tempo a modifiche e a parziali ricostruzioni.A nordovest del S. Simeone, il Monte Festa conserva i restidi una fortificazione militare della prima guerra mondia-le. Faceva parte di un articolato sistema difensivo, la“Fortezza Alto Friuli”, che doveva tenere sotto controllo levalli del Tagliamento e del Fella.

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26i t i n e r a r i o 11ALESSO-FORCHIA ARMENTARIA-STAVOLI PALARSviluppo: 14 km (escluso il ritorno)Dislivello: 842 mAltitudine massima: 810 m Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 min. andata; 1 ora e 15 min. ritorno Difficoltà: impegnativoFondo prevalente: 31% asfalto, 69% sterrato

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Da Alesso si attraversa il ponte sul Torrente Palar svoltando successivamente adestra (si seguono le indicazioni per la località Armentaria). Ad essere imboc-cata è una ripida stradina asfaltata che impone una dura e faticosa ascesa,

caratterizzata da fortissime pendenze e da un fondo non sempre ottimale. Dopo 2,7km viene raggiunto il Cuel dal Fari. Poco oltre il 3° km ha termine il tratto di salitapiù impegnativo, seguito da un rilassante falsopiano che gradualmente guadagnaquota.Coperti 4,4 km, in località Forchiatas la strada si trasforma in una pista sterrata. Inquesto tratto la facilità del percorso dà la possibilità di ammirare l’aspetto aspro eselvaggio della vallata. In corrispondenza di una pineta si perviene a ForchiaArmentaria (km 10), da cui ha inizio la discesa verso il greto del Torrente Palar (daaffrontare facendo attenzione al fondo irregolare e ai tratti non protetti). Si giungecosì in vista degli Stavoli Palar, presto raggiunti sull’altro versante della valle (km14). Gli stavoli sono aperti ed è possibile pernottarvi. Ritorno lungo il medesimo iti-nerario.

DA VEDERE

La valle del Torrente Palar, selvaggia e riservata, è una delle più estese dellazona. Fitti boschi ricoprono i versanti, contribuendo all’integrità di unambiente di grande interesse naturalistico. Numerosi insediamenti rurali pun-teggiano la valle; il loro abbandono da parte dell’uomo sta provocando lascomparsa di prati e pascoli, sopraffatti dalla vegetazione arbustiva.Le pozze d’acqua nei pressi dell’abitato di Alesso sono frequentate d’estate danumerosi bagnanti.

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28i t i n e r a r i o 1 2FORGARIA-M. PRÂT-MALGA CUAR- FORGARIASviluppo:45,7 kmDislivello:1102 mAltitudine massima:1271 mTempo di percorrenza:3 ore e30 min. Difficoltà:impegnativoFondo prevalente:65% asfalto,35% sterrato

L’altopiano di Monte Prât

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Dal centro abitato di Forgaria, seguendo le indicazioni,si prende la strada asfaltata per Monte Prât dove sigiunge dopo una lunga salita (km 8,5), caratterizzata

da una pendenza media dolce e costante (5-6%).Attraversato l’altopiano si prosegue diritti lungo il

percorso che taglia il versante sud-orientale delMonte Cuar. Dopo 11,9 km si supera il bivio per

la Val Tochel (girare a destra) per giungeresuccessivamente allo scollinamento diCuel di Forchia (km 13,9). Ha inizio ora una ripidissima discesa che

in un paio di chilometri conduce all’imboc-co della pista forestale del Monte Cuar cheprende avvio a sinistra, presso gli StavoliPra’ Steppa, in corrispondenza di unsegnale di divieto di transito (km 15,9). Cisi immette nel nuovo tracciato superando

alcuni stavoli e proseguendo in falsopianoper circa 4 km, per poi inerpicarsi lungo le

pendici boscose del Cuar. Dopo 21,5 km vi èla deviazione per Malga Cuvii (proseguire dirit-

ti); finalmente si è in vista di Malga Cuar (km25,3), passando dagli abeti e dai faggi della prima

parte del percorso agli estesi pascoli attorno allacasera. Si consiglia di raggiungere a piedi la cresta

sommitale per poter ammirare lo splendido panoramache si coglie dalla dorsale, con la vista che spazia verso

la pianura a sud e le creste della Catena carnica a nord.Ripresa la pista, si prosegue ancora per circa 800 m in sali-

ta sino a raggiungere il punto altimetrico più elevato di tutto l’i-tinerario (1271 m). Segue una tortuosa discesa a tratti ripida,

caratterizzata spesso da un fondo irregolare, che si sviluppa percirca 5,8 km. La carrareccia ha termine poco sotto il Cuel di

Forchia: da qui si torna all’asfalto e si prosegue in discesa lungo lastrada già percorsa precedentemente, ora diretta a Monte Prât e

Forgaria.

DA VEDERE

L’altopiano di Monte Prât è una vasta distesa ondulata caratte-rizzata da doline e inghiottitoi che attestano la presenza di unacircolazione di tipo carsico. Praterie e fitte macchie di alberi edarbusti sono i tratti salienti del paesaggio, da cui emergono inumerosi stavoli utilizzati un tempo per l’alpeggio. Malga Cuar è la più orientale delle strutture malghive dellePrealpi Carniche ancora in funzione. Nel comprensorio, pres-so la Malga Amula, è in atto un progetto finalizzato all’introdu-zione di una razza di cavallini di origine polacca (“Konik”), chedovrebbe consentire il mantenimento e il ripristino delle super-fici pascolive.

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Bosco in Val d’Arzino

i t i n e r a r i o 1 3FORGARIA-M. PRÂT-VAL TOCHEL-VAL D’ARZINO-FLAGOGNA

Sviluppo: 39,2 kmDislivello: 761 mAltitudine massima:894 m (Bivio Val Tochel)Tempo di percorrenza:1 ora e 30 min. Difficoltà: medioFondo prevalente:100% asfalto

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Dal centro abitato di Forgaria, seguendo le indicazioni, si prende la strada asfal-tata per Monte Prât dove si giunge dopo una lunga salita (km 8,5), caratteriz-zata da una pendenza media dolce e costante (5-6%). Attraversato l’altopiano

si prosegue diritti lungo il percorso che taglia il versante sud-orientale del MonteCuar. Dopo 11,9 km complessivi, esattamente sotto lo spigolo a sud del rilievo, si

svolta sinistra e si scende verso la Val d’Arzino attraversando, nei primi chi-lometri, la ridente Val Tochel.

La strada, asfaltata per gran parte della sua lunghezza, richie-de una particolare attenzione, presentandosi piuttosto

stretta e in costante discesa. L’unico insediamento chesi incontra lungo il tragitto è costituito dagli Stavoli

Zopiet (km 16). Dopo circa 9 km di discesa si rag-giunge la strada della Val d’Arzino che va per-

corsa in direzione di Anduins, affrontando congrande prudenza le gallerie prive di illumi-

nazione localizzate prima dell’abitato.Da Anduins, scendendo attraverso

una serie di tornanti, si superaCasiacco e si giunge al Pontedell’Armistizio, oltre il quale si prose-gue a sinistra alla volta di Forgariaper far ritorno al punto di partenza.

DA VEDERE

Il Torrente Arzino è caratterizzatoda una valle profonda e stretta che il

corso d’acqua ha modellato formandoil tipico ambiente di forra. Poco prima di

Anduins è localizzata una palestra di roc-cia ottimamente attrezzata. Da Flagogna è

possibile salire alle rovine del Castello diS. Giovanni, risalente al XII secolo.Lungo la strada che conduce a Trasaghis siestende la Riserva naturale di Cornino,con l’omonimo laghetto carsico dalle fortitonalità verde azzurre e il Centro di rein-troduzione dei grifoni, dotato di voliere edi un punto di alimentazione artificialeper i rapaci.

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l e g u i d e . . . i n t a s c a

(in neretto i numeri degli itinerari a cui si riferiscono le pubblicazioni)

Le guide del Friuli-Venezia Giulia. 4 Prealpi e Piana del Tagliamento, Provinciadi Udine, 1997

Il sentiero naturalistico Monte Faeit, Sottosezione C.A.I. Artegna, 1996 (1, 2, 3)

Montenars e il Monte Cuarnan, Comune di Montenars, s.d. (1, 2, 3)

Gemona del Friuli. Guida storico artistica, Arti Grafiche Friulane, 1994 (4, 5, 6)

Guida al sentiero naturalistico Silans-Lago di Ospedaletto, Comune di Gemonadel Friuli, Pro Glemona I.A.T., II edizione 1997 (4, 5, 6)

Il conoide del Vegliato e la Sella di S. Agnese, Pro Glemona I.A.T., 1997(4, 5, 6)

Malga Cuarnan e Malga Cuar. Itinerari naturalistici e agriturismo nel Gemonese,Comunità Montana del Gemonese, 1998 (4, 12)

Rivoli Bianchi, Ledis e Torrente Venzonassa, Pro Glemona I.A.T., 1998 (6, 7)

Venzone. Guida storico turistica, Arti Grafiche Friulane, 1991 (6, 7)

Venzone. Il Centro Storico, Cooperativa Utopie Concrete, 1991 (6, 7)

Venzone. La Piana, Cooperativa Utopie Concrete, 1994 (6, 7)

Venzone e il Parco delle Prealpi Giulie. 1/Geografia e paesaggio, Comune diVenzone, 1992 (6, 7, 8)

Venzone. Il Parco delle Prealpi Giulie, Cooperativa Utopie Concrete, 1990(6, 7, 8)

Pavees. Farfalle ed altri Insetti del Monte S. Simeone, Comune di Bordano,1994 (9, 10)

Invito al Lago dei Tre Comuni, Comune di Trasaghis, 1998 (9, 10, 11, 12)

Forgaria nel Friuli, Comune di Forgaria, s.d. (12, 13)

l e c a r t i n e

Carta topografica per escursionisti, scala 1:25.000, foglio 020, Prealpi Carnichee Giulie del Gemonese, Edizioni Tabacco

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Realizzazione: Cooperativa Utopie Concrete-Venzone

Testi: Comunità Montana del Gemonese

Foto: archivio Comunità Montana del Gemonese-Ufficio cultura e turismo,archivio Sottosezione C.A.I. Artegna (pag. 7)

Cartine: Franco Londero

Coordinamento: Enrico Chiussi, Maurizio Tondolo

Stampa: Arti Grafiche Friulane-Tavagnacco (1999)

Si ringrazia per la collaborazione il Gruppo Sportivo "Pedale Gemonese" ed in particolare il sig. Andrea Palese

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