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Motivi che spingono tante persone a lasciare la loro patria Principali attività svolte dagli immigrati Diamo spazio alla stampa L’Italia tra integrazione e razzismo Flussi migratori verso l’Italia Modalità di intervento tese a favorire la loro integrazione Il viaggio verso la speranza Luoghi di provenienza degli immigrati I problemi L’ intervista

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•Motivi che spingono tante persone a

lasciare la loro patria

•Principali attivitàsvolte dagli immigrati

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•L’Italia tra integrazione e razzismo

Flussi migratori verso l’Italia

•Modalità di intervento tese a favorire la loro integrazione

•Il viaggio verso la speranza

•Luoghi di provenienza degli immigrati

•I problemi•L’ intervista

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Motivi che spingono tante Motivi che spingono tante persone a lasciare la loro persone a lasciare la loro

patriapatriaDiverse sono le cause che spingono famiglie, gruppi e singoli a lasciare i loro Paesi d’origine. Innanzitutto è da considerare l’esplosione demografica di molti Stati del Sud del mondo. Negli ultimi quarant’anni il popolo dei paesi in via di sviluppo ha avuto un incremento di 2,4 miliardi di persone, quello dei paesi sviluppati di 400 milioni. Troppe, quindi, le bocche da sfamare e troppo scarse le risorse. La maggior parte di questi popoli infatti, vivono con meno di un dollaro al giorno cioè in una situazione caratterizzata da grande miseria e povertà che non è destinata a migliorare in quanto tali zone sono soggette allo sfruttamento delle multinazionali e dei gruppi che controllano il mercato finanziario. Nei paesi poveri, inoltre, frequenti sono sia i conflitti tra i vari gruppi etnici che portano a massacri periodici, sia le dittature dalle quali, chi può, cerca di fuggire. All’indice

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Da queste zone emigrano soprattutto i giovani che hanno, il più delle volte, un titolo di studio e che cercano sicurezza. Altra motivazione è da ricercare nei modelli di vita occidentale, conosciuti mediante i mezzi di comunicazione di massa e il turismo che creano, negli emigranti, un’attrazione che i sociologi chiamano “rivoluzione delle aspettative cresciute”. Infine vi sono motivazioni di tipo ambientale. Catastrofi naturali a volte possono trasformare estese zone in suolo arido; altre volte distruggono i raccolti e trasformano i terreni in acquitrini salmastri. E’ nata cosìuna nuova categoria di emigranti chiamati “rifugiati ambientali”, destinati ad aumentare sempre di più.

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Flussi migratori verso Flussi migratori verso II’’ItaliaItalia

L’ Italia è stata toccata dal fenomeno dell’immigrazione molto più tardi rispetto ad altre nazioni della UE (Francia, Germania, Inghilterra).

4,50%5,50%

9% 8,90%8,70%

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2,00%

4,00%

6,00%

8,00%

10,00%

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Percentuale di immigrati sulla popolazione

Italia (nel 2003)Francia(nel 1999)Germania(nel 1999)Austria (nel 1999)Belgio (nel 1999)

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Fino agli anni ’60, si contava una esigua presenza di stranieri: dai neri che circolavano per le strade e mostravano qualche mercanzia senza pretese, ai vù cumpra che, d’estate, mettevano in mostra “stand” pieni di stoffe dai colori sgargianti e dalle fogge esotiche. Solo negli anni ’70 si è verificato un vero e proprio movimento migratorio che è cresciuto intorno agli anni ’80. Oggi gli stranieri legalmente presenti, costituiscono il 2,8% della popolazione italiana, il che vorrebbe dire più di 4 immigrati ogni 100 abitanti. A questi vanno aggiunti i cosiddetti “clandestini”, cioè quelli che non hanno il permesso né di entrare né di risiedere nel nostro paese o che, avendo il permesso di soggiorno scaduto e non più rinnovato, sono costretti a nascondersi, quindi risultano sconosciuti agli uffici anagrafici. Essere clandestino significa non esistere, non avere diritti da reclamare nel paese in cui si è ospiti ed essere reclutati per lavori sporchi.

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Luoghi di provenienza degli Luoghi di provenienza degli immigratiimmigrati

Tenuto presente che il flusso degli stranieri nel corso degli anni non è stato mai costante, si sono registrati diversi cambiamenti nella loro provenienza tanto che quella dell’Europa orientale, all’inizio meno massiccia, attualmente sta diventando prevalente. Il 69% degli immigrati, oggi, provengono dall’Est europeo. Al primo posto ci sono i Rumeni, al secondo posto i Polacchi e al terzo gli Ucraini. Seguono gli Africani, gli Asiatici e, in misura minore, gli Americani del Sud America. Per quanto riguarda l’ Africa, gli stati interessati al fenomeno sono: Marocco, Egitto, Senegal, Ghana, Etiopia e Somalia.Di nazionalità filippina, cinese e indiana, invece sono gli emigrati che giungono dall’Asia.Riguardo all’America latina, la maggior parte di coloro che emigrano proviene dal Brasile, dall’Argentina e dal Peru’.

Chi sono gli immigrati in Italia

40%

30%

20%

10%

EuropeiAfricaniAsiaticiAmericani (del sud)

Per approfondimenti cliccare qui

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Per quanto riguarda l’ Africa, gli stati interessati al fenomeno sono: Marocco, Egitto, Senegal, Ghana, Etiopia e Somalia.Di nazionalità filippina, cinese e indiana, invece sono gli emigrati che giungono dall’Asia.Riguardo all’America latina, la maggior parte di coloro che emigrano proviene dal Brasile, dall’Argentina e dal Peru’.

Un caso particolare è rappresentato dall’immigrazione Albanese. Nel 1991, dopo la fine del regime comunista guidato daEnver Hoxba che non fu mai in grado di assicurare ai propri cittadini un tenore di vita accettabile, nel clima di confusione che ne seguì, l’Italia, vista come uno dei paesi dal consumismo facile, in piu’ al di làdell’Adriatico, a poche ore di navigazione, rappresentò per molti un sogno ad occhi aperti e uno stimolo a tentare l’avventura in occidente.Purtroppo la malavita si è unita ai cittadini onesti, perciò attualmente dall’Albania entrano in Italia “maryuana” e “hashish” in quantità tali da rifornirne quasi tutta l’ Europa.

Le maggior comunità di immigrati in Italia

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50000

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200000

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1

RumeniMarocchiniAlbanesiUcrainiCinesiFilippiniPolacchiTunisiniSenegalesiEcuadoriani

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La maggior parte degli emigranti è in possesso di una cultura assai modesta, molti sono addirittura analfabeti; ma non bisogna dimenticare che 1/3 di loro è in è in possesso di diploma o laurea e vengono nel nostro paese a specializzarsi.

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Gli Americani in Italia

43%

19%

19%

19%

BrasileArgentinaPerùColombia

Gli Africani in Italia

71%

29%

Marocco,Tunisi e Egitto

Somalia,Senegal,Etiopia eGhana

Gli immigrati Europei in Italia

69%

44%

29%

Europa dell'estEx Jugoslaviapaesi C.E.E

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Principali attivitPrincipali attivitàà svolte dagli svolte dagli immigratiimmigrati

La stragrande maggioranza degli immigrati vive del proprio lavoro. I regolari sono occupati nella ristorazione, nei servizi alberghieri, nelle imprese delle pulizie,nell’edilizia, come facchini, come ambulanti e come braccianti. Molti danno un contributo fondamentale anche nella pesca.Le donne, in particolare,si dedicano all’ assistenza degli anziani,sono colf o infermiere.In alcuni casi le diverse comunità sono specializzate: le badanti vengono dall’ Est europeo,i pescatori sono Tunisini,i raccoglitori di fruttaMaghrebini, le domestiche Filippine.

Il lavoro degli extracumunitari

60

17,5 15,5

2 10

10

20

30

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70

1

Operai e domestichePubblici eserciziAgricolturaAttività saltuarieEdilizia

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Un sondaggio svolto dall’Unioncamere nel 2004 tra 100 mila aziende per verificare le esigenze degli immigrati, ha rilevato che essi rappresentano un terzo dei lavoratori richiesti.Le province dove c’è la più alta percentuale di lavoratori stranieri sono: Milano, Piacenza, Parma, Vercelli,La Camera di commercio di Milano ha calcolato che, nel campo dell’edilizia, nel settore tessile, in quello dei trasporti e nei servizi, gli immigrati hanno creato piccole imprese artigianali autonome: in tutto120000. Il primo posto spetta a Milano, il secondo posto alla Toscana e il terzo all’ Emilia Romagna. Tutto ciò però non ha eliminato la piaga del lavoro “nero”, cioè troviamo ancora lavoratori ai quali non vengono pagati i contributi previsti dalla legge. Essi quindi non possiedono alcuna assicurazione contro gli infortuni, non accumulano nulla per la pensione e non ricevano neppure una giusta paga poichéspesso sono clandestini.

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La disponibilità degli immigrati a lavorare anche per salari ridotti ha creato contrasti con quella parte della popolazione italiana in cerca di occupazione.Si è affermata la convinzione che gli immigrati costituiscano una concorrenza sleale poiché tolgono lavoro agli italiani. In realtà non è così. Essi fanno quei lavori che ormai gli italiani , anche se disoccupati, si rifiutano di fare perchéconsiderati faticosi o troppo rischiosi per la loro salute. Pertanto gli immigrati con il loro lavoro hanno salvato alcuni settori dell’agricoltura e hanno evitato la chiusura di diverse industrie. Gli stessi imprenditori specialmente in Emilia Romagna, hanno ammesso che la manodopera straniera è indispensabile. E’ proprio grazie agli immigrati se certe mansioni o se certe attività possono continuare. Anzi, in certi settori, la necessità della loro manodopera li rende indispensabili.

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Leggi italiane in materiaLeggi italiane in materiaLo Stato Italiano ha incominciato ad occuparsi del problema di regolarizzare l’immigrazione solo nel 1989. La prima legge a favore degli immigrati fu la legge Martelli (dal nome del ministro che la propose), approvata nel 1990 dal Parlamento. Essa stabiliva che i clandestini, entrati nel territorio Italiano prima del 1989, potessero ottenere il permesso di soggiorno soltanto presentandosi alle autorità di Polizia e dichiarando la loro esistenza. In questo modo essi usufruivano almeno di alcuni diritti: l’assistenza sanitaria,la tutela sul lavoro,la possibilità di mandare i propri figli a frequentare le scuole statali e di ottenere un luogo adatto dove esercitare le proprie funzioni religiose. La legge Martelli, però, metteva dei limiti ai nuovi ingressi. Il permesso di soggiorno sarebbe stato concesso, per la durata di due anni, solo a coloro i quali venissero in Italia dietro un’offerta di lavoro fattagli da un’azienda o da un privato. Per chi entrasse in Italia per motivi di studio, la durata del permesso di soggiorno era di un solo anno, mentre, per turismo, si poteva chiedere un permesso di tre mesi. C’era anche la possibilità di ottenere il permesso, se si desiderava ricongiungersi con i propri familiari lavoratori, già occupati in Italia. All’indice

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Dopo cinque anni, la legge fu modificata; si introdusse il concetto che fosse possibile espellere sia gli stranieri accusati di reati come: spaccio di droga e estorsione o sfruttamento della prostituzione sia gli immigrati scoperti senza permesso di soggiorno o senza lavoro. Con questa legge vennero regolarizzati ben 246 mila immigrati. Ad essa, nel 1995, ha fatto seguito un decreto legge emanato dal governo Dini, che prevedeva una nuova sanatoria per i clandestini irregolari, particolarmente per chi era vittima della tratta degli schiavi praticata da alcune organizzazioni mafiose, che favorivano l’ingresso in Italia di clandestini per fini di lavoro e di sfruttamento. La legge Prodi approvata il 6 marzo 1998, secondo il suo governo, si è ispirata, da un lato a un maggior rigore e ad una maggiore certezza di regole contro i clandestini e gli sfruttatori, dall’altro a una apertura ragionevole verso l’immigrato che voleva mettersi in regola. In ogni caso, non pochi problemi e difficoltà sono riesplosi all’inizio del 1999, quando lo stesso governo ha approvato una maxisanatoria, che inizialmente doveva essere limitata, ma che, alla fine, è stata estesa a tutti gli extracomunitari che avevano presentato la domanda di regolarizzazione. Nel 1998 venne approvata un ulteriore legge detta “Turco-Napolitano” dal nome dei due ministri, i quali vollero rendere più severe le norme sull’espulsione. Per rimanere in Italia gli immigrati dovevano possedere un lavoro fisso e una abitazione stabile. La severità di questa legge fece si che molti immigrati, scaduto il permesso disoggiorno, non avendo i requisiti elencati sopra, preferivano trasformarsi in clandestini piuttosto che presentarsi in Questura rischiando l’espulsione.

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L’ultima legge su questa materia è stata la legge Fini-Bossichiamata così dai due promotori. Innanzitutto essa prevede che gli ingressi per motivi di lavoro vengano programmati annualmente. In tal modo si cerca di prevenire l’immigrazione clandestina e di favorire l’arrivo di lavoratori per colmare la mancanza di personale in determinati settori specifici. Le “quote d’ingresso” però vengono stabilite in base alla richiesta del mercato e agli accordi che l’Italia conclude con alcuni Paesi di provenienza dei lavoratori stranieri. Sia che un immigrato debba fermarsi per un determinato periodo in Italia o debba lavorare alle dipendenze di un datore di lavoro, deve comunque richiedere il contratto di soggiorno e il permesso di soggiorno. La legge Fini-Bossi infatti ha introdotto una distinzione tra i contratti di soggiorno e i permessi di soggiorno. I contratti di soggiorno sono concessi agli stranieri che vengono in Italia a lavorare alle dipendenze di un datore di lavoro. Il loro ingresso èlegato quindi all’effettiva possibilità di lavoro eliminando così la possibilità che essi entrino per cercare lavoro. Per assumere lavoratori immigrati, il datore di lavoro deve recarsi presso loSportello Unico per l’immigrazione, dove deve comunicare i nomi degli stranieri che intende far lavorare, oppure, se non conosce i nomi deve fare una richiesta generica. Il datore deve inoltre proporre le condizioni alle quali intende assumere, che comprendono anche il pagamento delle spese per il viaggio per il rientro nel paese diprovenienza del lavoratore. La richiesta arriva poi agli uffici consolari dello stato di provenienza del lavoratore che gli rilascia il visto d’ingresso per l’Italia. Entro otto giorni dall’ingresso in Italia, il lavoratore si deve recare allo Sportello Unico per finire il contratto di soggiorno per lavoro che può avere durata variabile (da pochi mesi a tempo indeterminato), a seguito del quale viene rilasciato il permesso di soggiorno per motivi di lavoro che avrà durata determinata dal relativo contratto di soggiorno.

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Ogni due anni, anche i cittadini stranieri che hanno un impiego fisso devono richiedere il rinnovo del permesso di soggiorno. Chi perde lavoro ha sei mesi di tempo per cercarsene uno nuovo, altrimenti saràrimpatriato.

I motivi per cui il permesso di soggiorno si può richiedere sono i seguenti:

ricongiungimento familiare, se il cittadino straniero lavora regolarmente in Italia;

motivi di studio;

attività sportive: ogni anno si stabilisce il numero di stranieri che devono svolgere attività sportive a livello professionistico.

Dopo sei anni di regolare soggiorno, l’extracomunitario ottiene la Carta di Soggiorno che assegna, allo straniero quasi gli stessi diritti del cittadino italiano. Comunque, sia coloro che chiedono il rinnovo del permesso di soggiorno sia quelli che vengono per la prima volta in Italia, hanno l’obbligo della rilevazione delle impronte digitali.

La nuova legge prevede anche l’uso di navi da guerra per bloccare, in mare aperto, le imbarcazioni che trasportano clandestini. un decreto legge ha stabilito che il pattugliamento delle acque territoriali venga affidato alla Guardia di Finanza, quello delle acque internazionali alla Marina Militare, mentre alle Capitanerie di Porto è affidato il soccorso in acque Italiane. Il decreto, inoltre, statuisce che il “contrasto” all’arrivo degli immigrati sia svolto salvaguardando la vita umana e che la forza può essere usata solo in risposta ad un attacco. Riguardo ai Centri di Permanenza temporanea la legge stabilisce che gli immigrati in attesa di essere espulsi, possono essere trattenuti più a lungo. Con le leggi precedenti, invece, se l’immigrato non veniva espulso entro un numero ragionevole di giorni, si doveva liberarlo.

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Leggi sui minori

In Italia arrivano anche i bambini. Per questo motivo, la legislazione italiana ha stabilito le seguenti norme riguardanti i minori stranieri. Per coloro i quali giungono clandestinamente, da soli, le leggi non prevedono l’espulsione a meno che non abbiano commesso reati gravi. Dovrannoperò essere accolti da famiglie o da comunità dove studieranno o saranno avviati ad un mestiere. Il comitato per i minori stranieri intanto avvia le indagini sulla famiglia di origine dell’immigrato per decidere se rimandarlo in patria o iniziare ad integrarlo nella nuova società. Purtroppo diversi sono i casi di ragazzi che scappano dai Centri per paura di essere rimandati a casa finendo così nelle mani della malavita. Riguardo ai figli degli immigrati che hanno il permesso di soggiorno, la legge assicura il diritto allo studio. Per i figli di quelli che hanno perso il permesso di soggiorno, la legislazione italiana invece assicura il diritto allo studio fino al raggiungimento della maggiore età, dopodiché diventeranno clandestini perché non hanno la possibilità di mettersi in regola. Le leggi non hanno pensato a loro. Paradossalmente la situazione è migliore per i minorenni che hanno commesso un reato. Questi, infatti, vengono inseriti nei servizi sociali minorili e possono, dopo un lungo percorso, ottenere il permesso di soggiorno per l’inserimento nella società. L’assurdità è più che evidente: i minori che commettono reato possono mettersi in regola, mentre quelli che si sono comportati bene non hanno la possibilità di regolarizzare la loro posizione.

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LL’’Italia tra integrazione e Italia tra integrazione e razzismorazzismo

•Una società multietnica

•L’Italia sta invecchiando

•La paura dello straniero: il razzismo

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Una società multietnicaPer L’Italia l’immigrazione ormai non èpiù un fenomeno passeggero in quanto incide profondamente sull’economia. Èvero, che gli occupati regolari rappresentano solo una parte di coloro che vivono nel nostro territorio perchémolti sono ancora i clandestini, ma èanche vero che l’unica strada da seguire è quella dell’integrazione. Occorre che Regioni e Comuni predispongano progetti al fine di realizzare servizi e abitazioni per consentire una convivenza pacifica tra italiani e stranieri. È utile pure sostenere le Associazioni di volontariato riconoscendogli una funzione efficace quanto un intervento governativo, se non di più.

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Un ruolo decisivo per l’integrazione è svolto dalla famiglia e dalla scuola le quali devono sviluppare nei giovani il rispetto verso i gruppi razziali diversi, educandoli a vivere con impegno civile in una società sempre più multirazziale emulticulturale. La scuola, in particolare, sembra essere l’istituzione più disponibile ad accogliere gli stranieri. Basta guardare sui banchi di scuola dove al fianco degli studenti italiani si trovano sempre più alunni immigrati.Per i bambini stranieri frequentare la scuola è molto importante perché significa stabilire rapporti di parità con i propri coetanei oltre che istruirsi. I programmi della scuola dell’obbligo pongono molte attenzioni alla prevenzione dei pregiudizi nei confronti degli immigrati. In molte scuole, infatti, si insegnano ai nuovi arrivati gli stessi valori fondamentali per la vita comune e le stesse cose che imparano gli altri. In questo modo si risponde, non solo, al bisogno dei bambini di sentirsi uguali agli altri, ma si aiutano le giovani generazioni a fare in modo che le diverse culture convivano nel medesimo contesto superando così la diffidenza nei confronti del “diverso”. Un buon inserimento da questo punto di vista, costituisce una premessa fondamentale per la positiva integrazione del minore ma anche della sua famiglia. Il ragazzo, infatti, svolge spesso una funzione di tramite con la società ospitante.

Quello che va assolutamente evitato invece, è il tentativo di trasformare radicalmente la cultura degli immigrati obbligandoli ad assimilare la nostra e sottolineare la specificità della loro cultura di origine. L’obiettivo non è di eliminare le differenze, ma di stimolare “un’identitàelastica e aperta che sappia vedere lo straniero come opportunità e non come ostacolo”.

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L’Italia sta invecchiandoLa popolazione Italiana, dato lo scarso numero di

figli,sta invecchiando: in futuro ci saranno piu’anziani che giovani. Questo sicuramente provocheràun calo della produzione industriale e quindi crisi economica mentre i servizi non saranno piu’efficienti, creando così gravi difficoltà alla nazione. Eppure il fatto che gli immigrati siano più prolifici di noi è ancora visto come una minaccia alla nostra cultura e alla nostra società . Un dato confortante ècomunque la crescita dei matrimoni misti tra uomini italiani che si sposano con donne straniere. Prima del 1992 erano soprattutto le donne sudamericane che si sposavano con gli italiani. Ora la maggioranza è europea:Rumene, Polacche, Russe e Albanesi. Tutto questo però non basta perché si possa dire di aver vinto le forti resistenze ancora diffuse. Teniamo comunque presente che siamo di fronte ad un processo storico destinato a rendere la nostra società multirazziale e multietnica.

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La paura dello straniero: il razzismo

In Italia, i fenomeni di intolleranza razziale sono diventati una triste realtà verso la fine degli anni ’70 e soprattutto all’inizio degli anni ’80, in concomitanza con l’aggravarsi della crisi economica e il conseguente aumento della disoccupazione. Molti sociologi affermano che essi si manifestano soprattutto nelle classi povere che sono quelle che vengono maggiormente a contatto con gli immigrati, ma sono quelle che ignorano i meccanismi economici, i riferimenti storici e politici che hanno provocato l’immigrazione. Oltre a questo sono quelle che non partecipano agli effetti positivi dell’immigrazione. Il razzismo si può quindi considerare come una guerra tra poveri.

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Questo fenomeno nella sua irrazionalità ha diverse spiegazioni che sono legate soprattutto a fattori socio-economici e psicosociali. Molte sono le persone che pensano che gli stranieri vengano a rubarci il lavoro, quindi aumentano la disoccupazione. Questa affermazione è però priva di senso perché l’immigrato sostituisce i giovani italiani in quei lavori poco graditi o poco pagati. Così pure èerrato strumentalizzare il problema dell’immigrazione come causa di tutti i guai , diffondendo lo stereotipo dell’immigrato pigro e parassita. Del tutto infondato è anche considerarli una minaccia all’identità nazionale. Molti, infatti, sostengono che le differenze culturali sono molto grandi e troppo profonde perché la gente possa vivere insieme su una base di uguaglianza. Questo succede con gli immigrati arabi perché si afferma che la loro cultura impedisca l’integrazione. L’opinione razzista, nella sua irrazionalità, li considera degni dei diritti umani ma li assimila a certi elementi naturali che mai evolveranno

Motivati da tutto questo, in Italia avvengono molto spesso e in qualsiasi luogo, episodi di razzismo e discriminazione: Josephine è una quindicenne della Costa D'Avorio. Vive in Italia da dieci anni, vale a dire da quando fu adottata da una famiglia che risiede in una grande città del nord. Aveva cinque anni e le fu subito diagnosticato un ritardo mentale, causato dalla deprivazione alimentare della sua infanzia africana. Un ritardo che non ha mai superato. I suoi compagni di classe sono tutti molto più giovani di lei. La maltrattano, sono arrivati perfino a minacciarla fisicamente

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Antonio, sedici anni, è invece italiano. E' italiano anche suo padre, ma la madre è marocchina. Frequenta un istituto d'arte di Milano. Qualche settimana fa, il professore titolare si è dovuto allontanare e nella classe è arrivato un supplente. Come molto spesso accade in questi casi, Antonio e i suoi compagni ne hanno un po' approfittato. Nell'aula si è creata una gran confusione. Il supplente ha perso la pazienza e ha detto alcune cose che hanno molto turbato Antonio. Frasi del tipo: "Tornate da dove siete venuti...". Saimir è un ragazzo albanese che vive a Roma. Gli piace il cinema, così ha deciso di abbonarsi ad un videonoleggio. “Facile” gli ha spiegato un commesso “ è sufficiente che porti un documento e dieci euro per la tessera”. Saimir ha seguito le indicazioni ma quando si èpresentato nel negozio e ha mostrato la carta d'identità, il titolare gli ha detto che non intendeva accettarlo tra i soci. Il motivo? Semplice: non voleva stranieri tra i suoi clienti.

Il razzismo però non avviene soltanto tra adulti perché anche tra bambini ci sono impulsi xenofobi. E’il caso di Laura, sei anni, figlia di genitori africani, che si è sentita dire in faccia “brutta negra” da un suo compagno. A volte, poi, sentimenti razzisti si riscontrano anche in campo calcistico. Gli ultras delle squadre italiane stendono sulle gradinate degli stadi striscioni con frasi razziste oppure rivolgono cori dello stesso tipo a giocatori di colore. Gli ultras interisti, per l’appunto, durante la partita Inter-Messina hanno rivolto cori e striscioni razzisti contro il giocatore Marc Zoro del Messina. La societànerazzurra dovette per questo pagare un’ammenda di 25mila euro oltre che a ricevere una diffida dal giudice sportivo.

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Spesso accade però che dalle minacce e dagli insulti si passi ad atti di gravissima violenza fisica, come dimostrano le aggressioni crudeli e talvolta mortali nei confronti di ebrei, immigrati e zingari. Ecco alcuni casi: una banda di minorenni assassina per divertimento un venditore ambulante di rose bengalese appena uscito da un ristorante; ignoti, sempre per divertimento, offrono alla dodicenne zingara Sengul e al fratellino Emran, di tre anni, una scatola esplosiva che provocherà alle vittime la perdita rispettivamente di una mano e di un occhio. A questi e ad altri numerosi episodi si accompagnano poi aggressioni di gruppo, vere e proprie cacce all’uomo. L’osservatorio sulla xenofobia registra che in un anno le aggressioni fisiche contro gli immigrati sono aumentate di un terzo rispetto agli anni passati e continuano ad aumentare.

Il 7 settembre 1989 si è svolta a Roma una manifestazione di protesta degli immigrati di colore in Italia. È una manifestazione imponente (200.000 persone) pacifica e allegra. Molti italiani dimostrano la loro solidarietà nei confronti degli immigrati di colore. Ma gli episodi di rifiuto continuano. Forse è gia arrivato il momento per l’Italia di scelte concrete, anche se, impopolari: il problema del diritto di cittadinanza agli extra europei,il loro diritto ad un lavoro normalmente retribuito e, infine, il diritto di voto. Una democrazia veramente tale non può nascondersi dietro a forme d’accoglienza caritatevole, ma deve saper affrontare e risolvere questi problemi così precisi.

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Il viaggio verso la speranzaIl viaggio verso la speranzaL’ Italia con i suoi novemila chilometri

di costa, è una delle mete preferite dai “Tour Operator” degli immigrati. I porti di Lampedusa, della Puglia e della Sicilia sono i luoghi privilegiati per gli sbarchi dei clandestini.“Il viaggio verso la speranza”, infatti, avviene quasi sempre nella clandestinità. Gli immigrati viaggiano su navi fatiscenti (le cosiddette “carrette del mare”) rischiando ogni momento di naufragare oppure, nascosti sotto il carico di Tir, adibiti al trasporto internazionale, con il pericolo di soffocare per il caldo o di non reggere al gelo o ancora di essere scoperti e rimandati indietro. Eppure pagano a queste organizzazioni criminali, che fanno affari da capogiro, tutti i loro risparmi, spesso coprendosi di debiti. All’indice

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A volte sono le motovedette della Finanza o della Marina militare o dei Carabinieri che li salvano dal disastro perché gli “scafisti”, cioè i traghettatori clandestini, per non essere arrestati, li abbandonano appena si trovano nelle acque territoriali italiane. Sono allora soccorsi, rifocillati, curati se hanno bisogno, poi ospitati in Centri di accoglienza. Dopo aver valutato ogni singolo caso, le autoritàdecidono sulla loro sorte: in genere vengono rimpatriati; sono accolti solo quelli che dimostrano di essere profughi di guerra.

Nei casi migliori gli immigrati arrivano nei porti e negli aeroporti internazionali privi di bagaglio.Si affidano alle notizie e ai suggerimenti di connazionali che li hanno preceduti.

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I problemiI problemiI problemi che gli immigrati affrontano, dopo essere arrivati a destinazione, spesso hanno a che fare con il vero e proprio sfruttamento . Devono accettare i lavori più pericolosi e più faticosi, a volte senza avere parità di salario con i cittadini italiani e vivere in case sovraffollate e affittate a prezzi altissimi da malfattori senza scrupoli. Talvolta le ragazze sono costrette alla prostituzione.

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Lo stato italiano si è trovato impreparato di fronte a questo fenomeno che negli ultimi quattro anni, è raddoppiato. Pertanto aiuto e assistenze, gli immigrati giunti in Italia l’ hanno ricevuto solo dal volontariato e da alcune associazioni cattoliche,fra cui la Caritas. Spesso nelle diverse cittàitaliane ad aiutarli sono stati i singoli preti:Don Oreste Benzi e Don Ulisse Frattali in Emilia Romagna,DonCiotti a Torino,la comunità di Don Egidio a Roma. Secondo alcune stime della Caritas, entro i prossimi dieci anni, ci saràun altro raddoppio della popolazione straniera.Se così fosse, ci si deve

A volte il nuovo immigrato può rivolgersi a un parente o anche a un paesano come capita spesso fra i cinesi. In questo caso ha qualche possibilità in più di trovare un lavoro provvisorio nell’ attesa di un impiego come operaio in qualche industria del nord, poiché, questa è la meta finale a cui aspirano la maggior parte di essi. A tali problemi si debbono aggiungere quelli di natura sociale : l’ ostilità, la solitudine e l’emarginazione, senza contare la difficoltà per comprendere la lingua e l’ impossibilità di frequentare luoghi di culto.

porre la domanda:”Il nostro paese sarà attrezzato per farvi positivamente fronte?”Sembrerebbe di no. Eppure l’immigrazione èstrutturale per la nostra economia come indicano quei milioni di stranieri che lavorano e pagano tasse e contributi.

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Intervista alla famiglia Intervista alla famiglia delldell’’alunno frequentante la alunno frequentante la

classe 3C classe 3C •Intervista 1: l’alunno

•Intervista 2: il padre

•Intervista 3: la madre

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Io sono venuto in Italia con mia sorella grazie al ricongiungimento familiare chiesto dai nostri genitori, soprattutto da mia madre che voleva riunire la famiglia.

Io frequento ancora la scuola media.

La prima difficoltà che ho incontrato è stata quella della lingua ma, per fortuna, sono riuscito a impararla in fretta.

Al momento mi trovo bene, perché ho incontrato degli amici. Non so se un giorno tornerò a vivere nel mio paese, ma quando lo farò, sarò vecchio perchéuna parte della mia vita è qui.

MOHAMED IHEB GHERISSI

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Sono venuto in Italia per lavoro,con regolare visto, dietro consiglio di alcuni miei compaesani .

Ho lavorato per anni a Ischia, dove ho fatto il lavapiatti in alcuni ristoranti e il muratore. Dal momento che a Ischia il lavoro era precario, ho deciso, con altri miei conterranei, di trasferirmi a Camerino, dove ancora esercito il mestiere di muratore.

Come tutte le persone che cambiano lo Stato in cui vivono, ho incontrato il problema della lingua; a parte questo, non ho incontrato nessun’altra difficoltà..

Non so se un giorno tornerò a vivere nel mio paese.

GHERISSI ABDELLATIF

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Mi chiamo Naima e sono venuta in Italia per ricongiungimento familiare, con regolare visto.

Questa decisione l’ho presa da sola, senza alcun consiglio. Ad Ischia ho lavorato come assistente di una persona anziana e poi come cameriera in un albergo.

A Camerino mi trovo bene, anche se faccio la casalinga, perché ho trovato difficoltà nel trovare lavoro.

Come tutte le persone che arrivano in un paese straniero, il primo problema è stato quello della lingua, a cui si èaggiunta la difficoltà di inserirmi nella realtà camerinese.

Non so se rimarrò sempre qui o un giorno tornerò nel mio paese.

SAADAOUI NAIMA

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Gli articoli di giornaleGli articoli di giornale

Repubblica: “ Sbarco a Lampedusa, in 40 su una barchetta di vetroresina”

Unità: “Pisanu: mai più sanatorie per gli immigrati”

Repubblica: “Immigrati corsa all’assunzione”

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Sbarco a Lampedusa, in 40 su una barchetta in vetroresina

I quaranta occupanti, tutti maschi e in discrete condizioni di salute, sono stati così trasbordati sulle due motovedette della Guardia costiera e il barcone semiaffondato trainato fino al porto. Alle 3.45 gli immigrati sono sbarcati e sono stati condotti al centro di accoglienza di Lampedusa. Nuovo sbarco di immigrati clandestini la notte fra venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile sull'isola di Lampedusa, dove alle 3.45 sono arrivati 40 extracomunitari, tutti uomini. Si tratta di 28 indiani,10 pachistani, un egiziano e un ghanese. Erano stipati a bordo di una barchetta in vetroresina lunga appena 8 metri. La barca sovraccarica e con una linea di galleggiamento molto bassa, era stata notata in nottata da un peschereccio che ha subito avvertito la sala operativa della Guardia costiera di Lampedusa.

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Pisanu: "Mai più sanatorieper gli immigrati clandestini"

BRUXELLES - In Italia non ci saranno nuove sanatorie di clandestini. E' quanto ha detto, in maniera molto decisa, il ministro dell'Interno GiuseppePisanu a margine del consiglio europeo Giustizia e Affari interni, in corso a Bruxelles. "E penso che anPurtroppo la malavita si è unita ai cittadini onesti, perciò attualmente dall’Albania entrano in Italia “maryuana” e “hashish” in quantità tali da rifornirne quasi tutta l’ Europa.che altri paesi siano orientati a non dare regolarizzazioni", ha aggiunto il responsabile del Viminale. Ricordando anche come gli sbarchi illegali favoriscano "turpi traffici" di minori. Insomma, per Pisanu, si deve affermare l'idea che "in Europa si può entrare anche in numeri considerevoli ma in modo legale, e che non ci sono invece prospettive per i clandestini". Anche perché, a suo giudizio, le sanatorie danno ai clandestini "false impressioni" sulle possibilità di ingresso.

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"Ritengo - ha proseguito - che uno Stato membro debba concordare una decisione di dimensioni considerevoli come sono state le regolarizzazioni prima dell'Italia e poi della Spagna visto che misure del genere hanno ripercussioni immediate sia all'esterno, e cioè verso i paesi all'origine,perchè lanciano un messaggio di apertura (all'immigrazione clandestina,ndr), sia all'interno dell'Europa per via di un sistema di vasi comunicanti da un paese all’altro".

Il ministro ha esortato ad un approccio globale che "usi l'immigrazione legale come strumento più efficace per la lotta all'immigrazione clandestina". Ha affermato che "è caduto uno steccato, direi anzi un muro" in quanto gli Stati membri non considerano più come competenza esclusiva nazionale la gestione dell'immigrazione regolare. Tuttavia Pisanu ha escluso che vi possano essere vere e proprie regolamentazioni comunitarie che impongano la richiesta di una autorizzazione di Bruxelles a eventuali sanatorie.

Poi il ministro ha espresso il timore che - specie nei riguardi dei minori - il traffico dei clandestini comporti rischi molto gravi. "Negli ultimi tempi - ha infatti dichiarato - a Lampedusa sono stati trovati insieme agli adulti oltre 500 minorenni senza accompagnatori e senza familiari; il che ci induce a temere traffici ancora più turpi sui minori".

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Immigrati, corsa all'assunzioneImmigrati in coda alle poste

ROMA - Dopo appena trenta minuti le domande presentate erano già 300mila. Alle 16 avevano toccato quota 460mila, alle 18,30 480.000. La corsa ai 170mila posti di lavoro per extracomunitari èiniziata alle 14.30, dopo quattro giorni di code, durante i quali gli immigrati hanno aspettato di consegnare, ai 6244 uffici postali abilitati, la richiesta da indirizzare alle Prefetture. Domande, in testa Roma e Milano. In una classifica del numero di richieste presentate, in testac'è la provincia di Roma con 47.818 domande (pari al 10,16% del totale), seguita da quella di Milano con 33.481 (7,11%), poi Torino con 21.229 (4,51%). Nella classifica delle prime dieci province, quelle con più di diecimila domande, dopo i primi tre posti figurano solo realtà del centro-nord, in particolare del Veneto: Brescia, Bologna, Verona, Venezia, Padova, Treviso e Modena. In coda, Isernia con 368 domande, ed Enna con 370.

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Di notte, al freddo. Qualcuno è sceso in strada per offrire bevande calde e un po' di cibo. Difficile non dare una mano a quanti hanno affrontato il freddo e la notte nell'attesa dell'ora X. Senza calcolare che in alcuni casi gli immigrati si erano messi in fila già da venerdì o da sabato. Tante le organizzazioni - dalla Caritas alla Croce rossa, dai sindacati alle realtà locali - che si sono mobilitate, portando davanti agli uffici postali tè caldo, latte, panini, coperte, sedie, addirittura pullmini che offrissero riparo

Liste e autogestione. Gli extracomunitari si sono organizzati con listeautogestite e distribuzione di numeri scritti a mano su pezzi di carta. Li hanno aiutati gli uomini della Protezione civile che hanno allestito bagni chimici presso gli uffici postali e distribuito coperte, cibo e bevande. Nei giorni scorsi, le Poste hanno distribuito quasi due milioni di moduli. "Vince" chi arriva primo, perché i funzionari del ministero guarderanno l'ordine di arrivo, ora, minuti e secondi: anche questi ultimi saranno infatti indicati nella ricevuta della raccomandata, per discriminare i fortunati dagli esclusi.

Pisanu: "Allarmismo infondato". Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanutranquillizza: "Com'era nelle previsioni, l'afflusso dei datori di lavoro o di loro delegati si distribuisce in maniera equilibrata sui 6.300 sportelli abilitati. L'allarmismo diffuso in merito nelle ultime ore si rivela, pertanto, del tutto infondato". La cronaca di queste ore gli dà ragione, le code si sono svolte con ordine. Solo un ferito a Bergamo: in una lite per un posto "rubato", un albanese ha accoltellato un altro immigrato, fortunatamente in maniera non grave.

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