MOSTRI PREDILETTI · 2020. 4. 23. · Naief Yehya, nel saggio ormai classico Homo Cyborg...

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. 1 / 4 Data Pagina Foglio 22-04-2020 66/69 PANORAMA MOSTRI PREDILETTI Boris Karloff nel Frankenstein più famoso di tutti i tempi, quello del 1931 diretto da James Whale. Oltre al trucco, Karloff doveva indossare un costume nero con maniche più corte per far apparire le braccia esageratamente lunghe. Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. 120634 Settimanale

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Boris Karloffnel Frankensteinpiù famoso di tuttii tempi, quellodel 1931 direttoda James Whale.Oltre al trucco,Karloff dovevaindossare uncostume nero conmaniche più corteper far apparirele bracciaesageratamentelunghe.

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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FRANKINgILIN(COSÌ UGUALE A NOI)

Il fascino della «Creatura» nata dalla fantasia di Mary Shelley è ancorapotentissimo (come dimostrano film, saggi e comics a lui dedicati). Perché

il nostro sogno è sempre quello: sostituirci agli dei dando vita a esseripotenziati, cyborg, transgender... E, come questi, sconfiggere la morte.

di Francesco Borgonovo

iedi inizio alla creazione di un essere umano.Poiché la minutezza delle parti intralciavaenormemente il mio lavoro, decisi, contrav-venendo alla mia prima intenzione, dì creareun essere di dimensioni gigantesche, alto,cioè, circa due metri e quaranta, e di unataglia in proporzione...». Così Victor Fran-

kenstein in persona, nel romanzo di Mary Shelleydel 1818, raccontava il percorso che l'aveva condottoa «dare vita» alla sua Creatura. Un gigante, dotato diuna mole e di una forza spaventosa. Ora, magari VinDiesel con il suo metro e 82 di altezza non è a tutti glieffetti un colosso, ma la sua massa muscolare com-pensa ampiamente ogni altra carenza. In Bloodshot,il nuovo film del regista di fantascienza David S. F.Wilson - ora disponibile in digitale - Diesel è a tuttigli effetti una versione ultramoderna e parecchio

Bloodshot, il filmdi David Wilson (2020)interpretato da VinDiesel, novello cyborg.

Il personaggio diBloodshot nasce neicomics editi da Valiantnegli anni Novanta.

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bellicosa della Creatura di Mary Shelley. Protagonistaè Ray Garrison, un soldato altamente addestrato che,dopo essere stato ucciso, viene riportato in vita e tra-sformato in una spaventosa macchina per uccidere.A farlo rinascere sono le nanotecnologie, micropar-ticelle che nuotano nel suo sangue e gli consentononon solo di varcare il confine tra la vita e la morte, mapure di godere di capacità sovraumane. Bloodshotha la pelle grigiastra del mostro di Frankenstein ela letalità di un Robocop. Sia il poliziotto roboticodi Detroit che l'ex militare redivivo impersonato daVin Diesel, dopo tutto, sono cyborg. Cioè, secondola definizione di Manfred E. Clynes (che coniò iltermine nel 1960), «uomini migliorati».

Sia Bloodshot sia Robocop hanno goduto negliannidi notevole successo nella cultura popolare.Il cyber poliziotto ha conquistato le folle a partire dal1987 grazie al film di Paul Verhoeven, poi è diven-tato anche un fumetto di notevole spessore grazieall'estro di Frank Miller, uno dei più grandi autori dicomics (i suoi racconti con Robocop protagonistasono ora raccolti in volume dall'editore Saldapress).Bloodshot, invece, nasce all'inizio degli anni Novantanegli albi a fumetti dell'editrice americana Valiant.Ha avuto fortune alterne, fino a che, non molti annifa, il bravissimo Jeff Lemire non ha deciso di pren-dere in mano il personaggio trasformandolo in uncult (in Italia tutti i cicli narrativi di Bloodshot sonodisponibili presso Star Comics) .

Al di là delle fortune commerciali, però, questefigure hanno il pregio di essere drammaticamenteattuali. Benché nate tra fine anni Ottanta e inizio No-vanta, parlano del presente. Naief Yehya, nel saggioormai classico Homo Cyborg (Eleuthera), spiega che«il cyborg rappresenta la fusione, la combinazione ola relazione parassitaria tra la sfera biologica e quellaculturale, tra i prodotti dell'evoluzione e quelli dellafabbrica». Uomini migliorati, dunque, i quali peròsono allo stesso tempo un po' più e un po' menoche esseri umani. Hanno pelle, sangue e sembianzeumane, ma sono in parte macchine. Non sono essericreati, ma «ricreati». La tecnologia si innesta nellanatura per renderla più efficiente: è il sogno dei tran-sumanesimo divenuto realtà. Questa è la cifra delnostro presente ai tempi della rivoluzione digitale.

Bloodshot e Rocobop, in fondo, non sono altroche edizioni aggiornate di Frankenstein. Rappresen-tano il tentativo dell'uomo di migliorare la creazione.

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O, peggio, di appropriarsene per i suoi scopi. Comespiega Jean Clair nello splendido Hybris (Johan andLevi editore), la Creatura di Frankenstein «vienesempre designata come "il mostro": resta "innomi-nata", come le creature malefiche che ci si rifiuta dichiamare per nome. È un essere che è sfuggito allanecessità insita negli uomini, secondo la volontàdi Dio, di denominare le creature».

Sebbene siano passati oltre duecento anni dal«moderno Prometeo» di Mary Shelley, sembrache l'uomo non sia cambiato affatto. Continua adavere un solo desiderio: vincere la morte. Nella suaarroganza (la tracotanza che i greci chiamavanoappunto hybris), l'uomo desidera sostituirsi alCreatore, cioè a Dio, e pretende di dare la vita. Ilsuo gesto creativo, tuttavia, non è gratuito, non èun dono motivato dall'amore (come nel caso dellacreazione divina secondo í cristiani). È, piuttosto,un atto di sfida al cielo: come Prometeo, l'uomovuole beffare gli dei approfittando della tecnica.

I risultati, però, sono tutt'altro che positivi. SiaBloodshot che Robocop - proprio come la creaturadi Frankenstein - sono esseri tormentati, ibridi. Latecnologia li rende strabilianti ma pure mostruosi,e il loro più grande desiderio è giungere alla pienaumanità. La creazione tecnologica, in realtà, non«migliora» gli uomini, anzi li peggiora. Rendendolipiù efficienti e performanti, li priva appunto di urna-

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Nel film del 1931, Colin Clive è Ioscienziato che riporta in vita un mortoe Dwight Frye il suo assistente deforme.

i iL'INVENZIONENON È UNA CREAZIONEDAL NULLA,BENSÌ DAL CAOSMary Shelley, nel romanzo Frankenstein,1818.

nità. Lo aveva già capito, a metà del Novecento,Georges Bernanos (leggere per credere la raccoltadi scritti Lo spirito europeo e il mondo delle macchi-ne, Oaks editrice), quando scriveva che la civiltàdelle macchine «non minaccia soltanto le operedell'uomo; minaccia l'uomo stesso; è capace dimodificarne profondamente la natura, non giàaggiungendole ma togliendole qualcosa».

Che cosa toglie all'uomo? La sua parte divi-na. La tecnologia interviene sull'individuo e nemigliora le prestazioni ma, allo stesso tempo, lotrasforma in un essere artificiale. Una macchinache, come tutti gli strumenti tecnologici, serve a unsolo scopo: soddisfare i desideri del suo creatore.

Robocop, Bloodshot e in parte anche Frankensteinsono, nei fatti, degli schiavi.

Il messaggio antico di tutti questi personaggiè sempre lo stesso: se l'uomo cancella Dio e sisostituisce a lui, perde la libertà. Non diviene pa-drone, ma servo dei propri desideri. Se ci si riflette,è esattamente quello che sta accadendo ai giorninostri. Grazie alle innovazioni tecnologiche, cicrediamo padroni dell'esistenza. Abbiamo svuo-tato il cielo da ogni divinità, e pensiamo di potergenerare la vita. Vogliamo far nascere i bambiniin laboratorio tramite l'utero in affitto, pensiamodi «avere il diritto» di modificare i corpi in baseai desideri di chi li abita (uomini che scelgono didiventare donne e viceversa).

Non è un caso che un'altra, recentissima in-carnazione di Frankenstein si trovi nel romanzoFrankissstein (Mondadori) di Jeanette Winterson,autrice da sempre attenta alle tematiche gender. Ilprotagonista del suo libro è Victor Stein, scienziatoambizioso che si occupa di intelligenza artificialee intreccia una relazione amorosa con un medicotransgender di nome Ry.

Riecco il tema dei temi: l'uomo (la creatura)vuole farsi Dio (il creatore). Ma il prodotto dei suoisforzi è imperfetto, e mostruoso, poiché egli agisceper interesse, profitto, ambizione, non per amore.Lo stesso amore che Frankenstein, Robocop, Blo-odshot e tutti i loro simili cercano disperatamentee spesso senza riuscirci. Lo stesso amore che cercaciascuno di noi, quando alza gli occhi e, trovandoil cielo vuoto, si sente gelare dalla solitudine. ■

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Né vivi né morti, né veri esseri umani né macchine: Bloodshot e Frankenstein sono esseri ibridi e tormentati.

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