Moscardini e fagioli 1 - scuolabonsai.it · armonia con il bonsai. Il pino scelto ha comportato un...

4
Moscardini e fagioli Testo di Francesco Gallanzi, foto a cura dell'autore, ricetta di Barbara Bevoni Si annunciava un weekend da terrore! Tutte le previsioni del tempo davano per scontato nevicate fino ai 200 metri di altezza e abbondanti piogge in tutte le restanti zone della pianura padana. Ravenna si trova a circa un paio di metri sul livello del mare, misura in via di progressiva diminuzione a causa della subsidenza, parola difficile, ma per noi abitanti della costa settentrionale dell'Adriatico (Venezia in primis) di uso comune, sta infatti a significare l'abbassamento del suolo sia per cause naturali, i sedimenti molto friabili tendono a comprimersi per il peso sovrastante, che umane derivanti dall'estrazione dal sottosuolo di materie quali acqua e metano. Consiglio Wikipedia per chi volesse documentarsi più in dettaglio. Per farla breve non dovevamo spalare la neve da cortili e marciapiedi ma gli acquazzoni l'avrebbero fatta da padrone per tutto il sabato e la domenica seguenti. Avremmo dovuto trascorrere i due giorni reclusi in casa, Barbara, la mia dolce metà, si sarebbe dedicata a qualche lavoro domestico e a un poco di sano riposo, io avrei riservato il mio tempo al bonsai. Così, quando il sabato mattina ci svegliammo, dal cielo l'acqua scendeva a catinelle; non ci rimaneva altro da fare se non mettere in pratica i nostri propositi. Avevo deciso di lavorare il pinus thumbergii su roccia, noto alla Scuola Bonsai perché è stato esposto alla Festa di Primavera dell'anno scorso, quella dedicata a noi, neo istruttori e alle nostre piante. Il Maestro Ando ci ha spiegato che questa composizione in giapponese si chiama ishizukami, variante della più nota ishizuki, perché la pianta è posta sopra la roccia. Il Maestro ha apprezzato il tipo di roccia (se non ricordo male il nome è iba) e la sua forma, non comune perché allungata con la parte finale a sperone, che la rende particolarmente interessante. Il tutto ci può far pensare a un'isola, dove le onde s’infrangono nelle sue scogliere. Correva l'anno 2008 quando acquistai questa pianta in un noto vivaio del trevigiano, allora era un po' trascurata, aveva i rami molto allungati che coprivano pressoché tutto il tronco del pino e gran parte della roccia sottostante, anche gli aghi erano assai lunghi. Questa è la foto del momento.

Transcript of Moscardini e fagioli 1 - scuolabonsai.it · armonia con il bonsai. Il pino scelto ha comportato un...

Moscardini e fagioli Testo di Francesco Gallanzi, foto a cura dell'autore, ricetta di Barbara Bevoni

Si annunciava un weekend da terrore! Tutte le previsioni del tempo davano per scontato nevicate fino ai 200 metri di altezza e abbondanti piogge in tutte le restanti zone della pianura padana. Ravenna si trova a circa un paio di metri sul livello del mare, misura in via di progressiva diminuzione a causa della subsidenza, parola difficile, ma per noi abitanti della costa settentrionale dell'Adriatico (Venezia in primis) di uso comune, sta infatti a significare l'abbassamento del suolo sia per cause naturali, i sedimenti molto friabili tendono a comprimersi per il peso sovrastante, che umane derivanti dall'estrazione dal sottosuolo di materie quali acqua e metano. Consiglio Wikipedia per chi volesse documentarsi più in dettaglio. Per farla breve non dovevamo spalare la neve da cortili e marciapiedi ma gli acquazzoni l'avrebbero fatta da padrone per tutto il sabato e la domenica seguenti. Avremmo dovuto trascorrere i due giorni reclusi in casa, Barbara, la mia dolce metà, si sarebbe dedicata a qualche lavoro domestico e a un poco di sano riposo, io avrei riservato il mio tempo al bonsai. Così, quando il sabato mattina ci svegliammo, dal cielo l'acqua scendeva a catinelle; non ci rimaneva altro da fare se non mettere in pratica i nostri propositi. Avevo deciso di lavorare il pinus thumbergii su roccia, noto alla Scuola Bonsai perché è stato esposto alla Festa di Primavera dell'anno scorso, quella dedicata a noi, neo istruttori e alle nostre piante. Il Maestro Ando ci ha spiegato che questa composizione in giapponese si chiama ishizukami, variante della più nota ishizuki, perché la pianta è posta sopra la roccia. Il Maestro ha apprezzato il tipo di roccia (se non ricordo male il nome è iba) e la sua forma, non comune perché allungata con la parte finale a sperone, che la rende particolarmente interessante. Il tutto ci può far pensare a un'isola, dove le onde s’infrangono nelle sue scogliere. Correva l'anno 2008 quando acquistai questa pianta in un noto vivaio del trevigiano, allora era un po' trascurata, aveva i rami molto allungati che coprivano pressoché tutto il tronco del pino e gran parte della roccia sottostante, anche gli aghi erano assai lunghi. Questa è la foto del momento.

Il primo lavoro consistette nel ridimensionamento dei rami in modo da dare risalto alla bellezza del tronco, alla sua corteccia, in modo da evidenziare la vetustà dell'albero. Allo stesso modo occorreva mettere in luce la bellezza della pietra. Tutto ciò è stato fatto nella primavera del 2009. La foto:

L'anno successivo ho eseguito il rinvaso, o meglio, essendo io "stampellato" per via della frattura del calcagno, ho assistito all'esecuzione del rinvaso, materialmente compiuto dall’amico Vittorio. Come si può vedere dalle foto l'apparato radicale è ottimo, molto vigoroso e ricco di micorriza, molto piatto, tanto da potere essere contenuto, senza stress, in un vaso di altezza di cinque centimetri. Le foto sono queste:

Nell'autunno successivo portai il pino al nuovo corso, con il Maestro Ando furono ridefiniti i palchi e i relativi vuoti. Il Maestro apprezzò la vigoria della pianta e, come detto sopra, la bellezza della pietra. Mi disse che la pianta in qualche anno poteva entrare nella terza fase, praticandole un attento e preciso mochikomi. Veniamo ai giorni nostri. Il pino richiede una nuova lavorazione perché ha creato tanti aghi che lo fanno sembrare una palla. Questa massa di aghi toglie aria e luce ai rami sottostanti, tanto importanti per noi bonsaisti. Occorre intervenire prontamente per ridare al bonsai la forma ideale, ripristinare i vuoti Yin, dare vigore alle gemme deboli e fermare quelle forti. È giunto il momento di trasformare questo weekend da terrore in un fine settimana sereno e piacevole, il modo migliore che conosco è quello di dedicarlo alla mia pianta e in

armonia con il bonsai. Il pino scelto ha comportato un lavoro di molte ore ripartite fra il sabato e la domenica, ma ne è valsa senz'altro la pena! Ecco le foto nelle sue varie fasi:

Il lavoro mi ha distratto a tal punto che il weekend è trascorso in un attimo, non mi sono accorto del passare del tempo. Tanto più che Barbara ha preparato per il pranzo domenicale, un piatto a base di pesce, semplice e squisito, “moscardini e fagioli”. Solamente questo avrebbe messo di buon umore chiunque, anche se fuori fosse sceso il diluvio universale. Se siete curiosi, questa è la ricetta per migliorare qualsiasi tipo di giornata o fine settimana. Per il bonsai. • Ingredienti: un pino nero, diverse forbici a uso bonsai, filo di rame di diverse dimensioni

q.b. • Preparazione: verificare la salute dell'intera pianta, eliminare gli aghi vecchi lasciandone

una quantità maggiore nei rami che portano gemme più piccole, eliminare eventuali rami secchi, eliminare anche quelli con direzione verso il basso e quelli verso l'alto, applicare il filo di rame della dimensione adeguata al ramo da modellare, il filo va lasciato oltre la gemma per consentire di piegare verso l'alto la terminazione del ramo, piegare tutti i rami in modo sinuoso, arriveremo così a ottenere la forma desiderata e armoniosa della pianta nella sua interezza.

Per i "moscardini e fagioli": • Ingredienti per 4 persone: 1 kg. di moscardini, 5 hg. di fagioli neri, sugo di pomodoro,

aglio, 1 bicchiere di vino bianco, olio d'oliva extra vergine, peperoncino.

• Preparazione: mettere in ammollo in acqua i fagioli almeno per un paio d'ore, pulire i moscardini togliendo gli occhi, le interiora e la pelle, tagliarli a pezzettini, soffriggere l'aglio in olio extra vergine d'oliva, aggiungere i fagioli scolati, e dopo poco versare il vino, attendere che sia evaporato, aggiungere acqua e un cucchiaio di passata di pomodoro, aggiungere i moscardini e il peperoncino, salare poco, bollire a fuoco bassissimo non meno di un paio d'ore (più cuoce, meglio è), aggiungere acqua se necessario. Servire in tavola ben caldo, aggiungendo un tocco d'olio e guarnire con pane tostato, accompagnare con vino bianco, noi abbiamo sorseggiato un "pinot grigio e nero" servito fresco.

Foto della pietanza.

Vi consiglio di provare e vedrete che alla fine il piacere e la soddisfazione saranno totali e vi sentirete veramente appagati. A me è successo!