Mortalità e morbilità per ambiente geografico e classi professionali in Italia: i "numeri" del...

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Societa Italiana di Demografia Storica - SIDeS, Convegno su Population, environment, health: shadows and discontinuities, Alghero, 24-26 settembre 2012.. Indice: 1. La rivisitazione delle statistiche sanitarie del ministero della Guerra; 2. Le principali pubblicazioni sulla sanità militare tra Unificazione e fine secolo: Federico Torre, Giuseppe Sormani e Ridolfo Livi. 2.1. Le relazioni sulle leve di Federico Torre, dal 1858: gli aspetti antropometrici. 2.2. La statistica medica dell’Esercito per gli anni 1867-1869. Giuseppe Sormani 1: il dato meteorologico. 2.3. La Statistica medica dell’Esercito 1877-1881. Giuseppe Sormani 2: verso l’attenzione per il dato ambientale e sociale. 2.4. L’introduzione del foglio sanitario del soldato nel 1879. 2.5. Le analisi statistiche di Ridolfo Livi sui fogli sanitari delle classi 1859-1865: verso un’analisi dell’eziologia delle cause di morte e della morbilità; 3. Conclusioni sulle statistiche sanitarie militari: solo statura, peso ecc.?; Referenze bibliografiche e Statistiche sanitarie

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Giuseppe Della Torre Dipartimento di Politica economica, Finanza e Sviluppo, DEPFID

Università degli Studi di Siena

[email protected]

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Mortalità e morbilità per ambiente geografico e classi professionali in Italia:

i “numeri” del ministero della Guerra, 1864-1905 1

Indice

1. La rivisitazione delle statistiche sanitarie post-unitarie del ministero della

Guerra

2. Le principali pubblicazioni sulla sanità militare tra Unificazione e fine secolo:

Federico Torre, Giuseppe Sormani e Ridolfo Livi. 2.1. La statistica medica

dell‟Esercito per gli anni 1867-1869. Giuseppe Sormani 1: il dato meteorologico.

2.2. La Statistica medica dell‟Esercito 1877-1881. Giuseppe Sormani 2: verso

l‟attenzione per il dato ambientale e sociale. 2.3. L‟introduzione del foglio

sanitario del soldato, 1879. 2.4. Le analisi statistiche di Ridolfo Livi sui fogli

sanitari delle classi 1859-1865: verso un‟analisi dell‟eziologia delle cause di

morte e della morbilità

3. Conclusioni sulle statistiche sanitarie militari: solo statura, peso ecc.?

Referenze bibliografiche e Statistiche sanitarie

1 Testo della relazione tenuta nel corso del convegno su “Population, environment,

health: shadows and discontinuities”, Società Italiana di Demografia Storica – SIDeS,

Alghero, settembre 2012. Ringrazio il personale della Biblioteca centrale dell‟Istituto

Nazionale di Statistica per la competenza e la cortesia con le quali hanno seguito le mie

numerose richieste. Manfredi Alberti, borsista presso l‟ISTAT, mi è stato di grande aiuto

nella raccolta dei materiali. Ho consultato molti riferimenti bibliografici presso la

Biblioteca Militare Italiana di Varallo Sesia, Vercelli. A Virgilio Ilari, direttore della

Biblioteca Militare, e a Piera Mazzone, direttore della Biblioteca Civica di Varallo, i miei

sentiti ringraziamenti per l‟ospitalità ricevuta.

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1. La rivisitazione delle statistiche sanitarie post-unitarie del ministero della

Guerra

La letteratura è concorde nel sostenere la scarsa attenzione della statistica

ufficiale italiana agli aspetti sanitari nei primi decenni postunitari (es. Marucco

1996, Patriarca 1996, Geddes di Filicaia 2000, D‟Autilia e Melis 2000, e Della

Torre 2011a). Considerazioni analoghe valgono per i contenuti dell‟Annuario

statistico del ministero di Agricoltura Industria e Commercio (MAIC), “il libro

della Patria” secondo la nota espressione di Cesare Correnti (es. Fiocco 2009,

Patriarca 2011). La statistica pubblica mostrò una “sensibilità immediata per i

fenomeni di modernizzazione politica ed economica (il comportamento elettorale,

l‟istruzione, il risparmio, ad esempio), [ma] un‟attenzione meno pronta per i

processi sociali, per le inchieste “morali” su sanità, criminalità e povertà”. Lo

stato insoddisfacente delle pubblicazioni statistiche ufficiali per il comparto

sanitario nel primo ventennio postunitario era dovuto all‟attribuzione delle

competenze sanitarie agli enti locali con la legge del 1865, cui si aggiungeva

l‟assenza di una visione unitaria delle scuole di medicina (Frascani 1980).

Soltanto nel corso degli anni '70-80 prendono forma le prime indagini miranti a

costruire le basi di un servizio di statistiche igienico-sanitarie, che culminarono

nell‟Inchiesta sulle condizioni igieniche e sanitarie dei Comuni del Regno del

1886 (Dirstat 1886).

Nella stesura di questa nota non intendo seguire il vezzo degli economisti e

purtroppo anche degli storici di reperire affannosamente gli ultimi paper

disponibili sull‟argomento di studio, bensì mi oriento a valorizzare i materiali

statistici e informativi prodotti all‟epoca (per tutti, Romanelli 1980).

Nella fattispecie, intendo recuperare il contributo informativo delle statistiche

militari dell‟epoca, iniziando dai dati sanitari raccolti al momento della

coscrizione dal gen. Federico Torre, per diversi decenni alla direzione generale

delle Leve del ministero della Guerra, prima del Regno di Sardegna poi del Regno

d‟Italia. L‟interesse per la demografia storica per i dati del gen. Torre, ben noti e

apprezzati dagli storici militari (es. Ceva 1981, p. 73), fu sollevato anni fa da

Bernardino Farolfi (1979, 1982, 1984) e Paolo Frascani (1980). Dopo un oblio

trentennale, i lavori su statura, salute e leve militari coordinati da Carlo Corsini

(2008) e sui rapporti tra statura dei coscritti e crescita economica di Brian

A‟Hearn, Franco Peracchi e Giovanni Vecchi (2009), Donatella Lanari (2011) e

A‟Hear e Vecchi (2011) non hanno esaurito il tema delle contributo conoscitivo in

campo sanitario delle statistiche militari.2

In questo contributo intendo approfondire il tema delle statistiche sanitarie

militari. In tale ambito, dopo un breve cenno alle relazioni sulle leve del gen.

Torre, tratterò delle statistiche mediche dell‟Esercito di Giuseppe Sormani degli

anni ‟70-80 e delle elaborazioni statistiche condotte sui fogli sanitari di Ridolfo

Livi degli anni ‟90.

2 Da notare che il convegno organizzato dalla Società Italiana di Statistica, da Banca

d‟Italia e dall‟Istat a Bologna nel 2011, in occasione del 150° dell‟Unificazione, non ha

dedicato attenzione a questo tema (SIS 2011).

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2. Le principali pubblicazioni sul tema della sanità del ministero della Guerra

tra Unificazione e fine secolo: Federico Torre, Giuseppe Sormani e Ridolfo Livi

Le relazioni sulle Leve del gen. Torre si rifanno alle ricerche antropometriche

di Quetelet, con l‟ambito privilegiato dalle misurazioni degli eserciti. I punti di

ambito sanitario delle relazioni in parola riguardavano: 1. lo stato della salute

(invalidità, deformità e imperfezioni) al momento della visita di leva (per area

geografica), 2. La morbilità durante il periodo di leva (ricoveri in infermeria e

ospedali militari per cause mediche); 3. Le vaccinazioni effettuate (per il colera e

altro). In tale ambito di rilievo i contributi di Farolfi (1979, 1982, 1984), con la

presentazione di tavole sull‟evoluzione delle riforme sui “misurati”, per difetto di

statura e per infermità e imperfezioni, per area geografica.

Come è evidente il rilievo delle misurazioni antropometriche non consente di

derivare indicazioni sul tema della mortalità e morbilità, oggetto di questa

relazione.

2.1. La statistica medica dell’Esercito per gli anni 1867-1869. Giuseppe

Sormani 1: la centralità del dato meteorologico e territoriale

Il volume del Consiglio superiore di sanità militare Notizie sulla Statistica

medica dell‟esercito pel triennio 1867-1869, a cura di Giuseppe Sormani,

igienista presso l'Università di Pavia, costituisce il primo saggio di sanità militare

(Ministero della Guerra 1870). Tale volume rifletteva il sistema statistico della

sanità militare in vigore dal marzo 1866 sino al successivo sistema introdotto nel

gennaio 1879 con il foglio sanitario del soldato.

Per il triennio abbiamo la statistica degli ospedali militari e dei ricoveri negli

spedali civili. Inoltre, due specchi con le differenze meteorologiche delle diverse

regioni “nelle quali puossi con logica e naturale norma immaginare suddiviso il

paese” (p. 6).

I dati della sanità militare mettono in stretto legame la salubrità relativa e le

stagioni dell‟anno (non a caso la principale causa di morte dell‟epoca sono le

affezioni acute dell‟apparato respiratorio). A tal fine si legano i dati relativi ai

ricoveri, alle cure e ai decessi degli ospedali militari “divisionali” con le stagioni

atmosferiche: “la fine dell‟inverno e il principio della primaverile stagione sono

decise epoche morbigene: la mortalità vi è più elevata …, ora il riscontro di

queste risultanze attesta dell‟indole gravissima delle malattie dominanti. Oltre

però al momento climatologico, vuol essere messo a calcolo come fattore

essenziale di tali risultati la coincidenza della chiamata delle nuove leve, [in

quanto] il primo tirocinio della vita militare è sempre ed ovunque fonte di

malattia e d‟aumento proporzionale nella mortalità ... Le condizioni locali però

esercitano (subordinatamente se vuolsi, ma incontestabilmente) un‟azione che

aggrava le funzioni generali delle stagioni: i mesi caldissimi, invero, morbigeni

ovunque in Italia, sono eccezionalmente mortiferi nella meridionale. Il febbraio e

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il marzo sono invece relativamente infausti e fatali particolarmente nelle regioni

nordiche e specialmente nel Piemonte propriamente detto” (p. 18).3

223. La Statistica medica dell’Esercito 1877-1881. Giuseppe Sormani 2: verso

l’attenzione per il dato ambientale e sociale

1. Giuseppe Sormani nel marzo 1877 relaziona alla Commissione per la statistica

sanitaria della direzione di Statistica del MAIC. In tale ambito presenta dei grafici

della distribuzione geografica della mortalità dell‟esercito, nel suo complesso e

rispetto alle più frequenti e gravi malattie che sono causa di morte, con rilevanti

implicazioni per gli obiettivi che a suo dire la statistica sanitaria pubblica avrebbe

dovuto porsi. “Queste tavole … sono destinate a mettere in rilievo l‟utilità e i

vantaggi che la statistica delle cause di morte può portare allo studio della

geografia medica e quindi all‟igiene pubblica. In quella seduta si discussero e

stabilirono le norme relative alla statistica sanitaria…, [con l‟idea che] la

raccolta degli elementi statistici intorno alle cause di morte possa essere

efficacemente diretta allo studio delle condizioni igieniche delle popolazioni,

all‟influenza degli agenti atmosferici, e infine al buon indirizzo

dell‟Amministrazione a cui incombe l‟obbligo di tutelare la salute dei cittadini”

(Sormani 1877, p. 3).

Il cap. I riguarda la mortalità generale dell‟esercito italiano, dal gennaio 1860

al settembre 1876, rispetto agli anni della ferma, alle stagioni atmosferiche e

specialmente alla topografia (pp. 4 ss.).

Nel cap. II sono di interesse i dati sulla mortalità della truppa attribuiti alle 18

divisioni militari. Tale partizione consente di avere valori diversi nella mortalità,

da attribuire agli effetti delle epidemie concentrate in alcune zone territoriali e non

in altre (tifo, morbillo, vaiolo, ecc.) e alle condizioni climatiche in corso d‟anno e

ambientali (es. “miasma palustre”).

Tuttavia, il dato atmosferico e ambientale non sembra sempre sufficiente a

spiegare le differenze a livello divisionale. Vedi il tentativo di spiegazione della

bassa mortalità registrato nella divisione militare di Alessandria, attribuito alla più

ampia disponibilità di beni alimentari e alla presenza sulla piazza di reggimenti

delle armi “dotte” (genio e artiglieria), con livelli più alti di alfabetismo

all‟incorporazione (Della Torre 2011b) e quindi di benessere economico-sociale

(p. 16).

Le principali malattie causa di morte sono: 1. le malattie degli organi

respiratori e la tubercolosi; 2. la febbre tifoidea e il tifo; 3. la malaria (pp. 17-18).

Per le malattie degli organi respiratori, Sormani privilegia le spiegazioni legate

alla variabilità delle condizioni atmosferiche (dell‟Italia centrale) più che alla

rigidità del clima (delle Alpi), e agli effetti atmosferici a livello mensile (pp. 20-

21). Viceversa, per il tifo e le febbri tifoidee, l‟A. “non intravede alcuna legge

che esprima i rapporti tra la mortalità per [queste cause] e la latitudine o la

climatologia”, anzi la diversità e la variabilità temporale dei contesti in cui

3 Con maggiore enfasi anche Sormani (1870).

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emerge il tifo “fa pensare che le circostanze concomitanti o determinanti … si

debbano ricercare nelle condizioni antigieniche delle località stesse, e

specialmente nelle caserme, nelle latrine, nei pozzi d‟acqua potabile,

nell‟agglomeramento degli uomini, nella qualità dei cibi, ecc., più che nelle

grandi influenze cosmico-telluriche”, anche se sembra emergere una

recrudescenza nei mesi tra agosto e ottobre “quando ai grandi calori estivi tien

dietro il periodo umido delle piogge … con le più ampie fermentazioni putride”

(pp. 24-25).

Da questa relazione si evince l‟allargamento delle cause di morte agli aspetti

sociali e igienici, oltre a quelli tradizionali di tipo geografico e atmosferico, “al

miasma palustre [e] alle grandi influenze cosmico-telluriche” (pp. 3-4).4

2. Alla relazione di Sormani del 1877 segue la sua Geografia nosologica

dell‟Italia del 1881. La statistica medica può essere diretta a: 1. Lo studio della

morbilità e mortalità in relazione alle condizioni individuali di sesso, età,

professione, stato civile, ecc.; 2. lo studio delle frequenze delle varie malattie e

cause di morte in rapporto alle condizioni esteriori dei luoghi, della meteorologia,

delle stagioni, dei climi, ecc. (Sormani 1881, p. 3).

Il lato positivo della statistica militare è che la popolazione speciale militare è

tenuta in eguali condizioni di vitto, di vestiario, di accasermamento, di servizi,

ecc., e consta di uomini tra i 20 e i 30 anni di età (pp. 102-03).

Il lavoro di Sormani fu premiato nel concorso bandito dal R. Istituto lombardo

di scienze e lettere sul tema della geografia nosologica dell'Italia. Il relatore di

detta commissione di concorso scrive una nota critica sui contenuti del volume,

che assumono interesse per il tema che affronto in questo scritto: “per dare

ragione della varia frequenza delle malattie nei diversi luoghi non basta

raccogliere numeri, vagliarli, coordinarli e tradurne i risultati in linee o segni, ...:

bisogna dare le ragioni di questa varia distribuzione di questa geografia

nosologica ... Il tema dell'Istituto nostro poneva, che, studiate le malattie che

dominano l'Italia in generale e quelle che prediligono alcune località, se ne

indicassero le cause e la genesi ..., [senza dimenticare o sottovalutare che la

trattazione della eziologia è più difficile di quella statistica]. Nondimeno l'autore

in questo campo avrebbe potuto fare di più od almeno mostrare di averlo

maggiormente tentato, sì che non rimanesse il dubbio d'averlo negletto, tutto lo

studio avendo volto alle indagini puramente statistiche” (p. X).

2.4. L’introduzione del foglio sanitario del soldato nel 1879

4 Su “miasma palustre”, “influenze cosmico-telluriche” e altre vecchie credenze della

eziologia delle epidemie vedi la relazione di Eugenia Tognotti, “Il sapere igienista alla

prova: l‟indagine conoscitiva dell‟Ufficio d‟Igiene sulla mortalità per tubercolosi a

Milano e la mappatura dello spazio urbano a rischio (1903-12)”, nel corso del convegno

di Alghero della SIDeS citato in apertura.

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Col nuovo sistema statistico sanitario associato all‟istituzione del “foglio

sanitario”, in vigore dal gennaio 1879, le statistiche militari hanno questo pregio:

“mentre il censimento della popolazione dello Stato si fa soltanto ogni dieci anni,

il censimento delle truppe si fa ogni giorno”.5

Nel foglio sanitario erano annotate: a) le generalità (anno di nascita; comune,

mandamento e circondario, di nascita e di domicilio; stato civile; professione e

grado d'istruzione (lettura e scrittura); eventuale “rimando” dalle leve precedenti e

con quale infermità; b) le qualità fisiche invariabili o poco variabili: capelli, occhi,

colorito, fronte, naso, ecc.; c) le qualità fisiche variabili: statura, torace, peso,

difetti fisici non esimenti dal servizio e loro variazioni, ecc.; d) le vaccinazioni; e)

le malattie sofferte durante il servizio: diagnosi, stabilimenti di cura, giornate di

degenza ed esiti.

Il foglio sanitario consentirà, negli anni che seguirono la sua introduzione, lo

sviluppo delle analisi sui legami tra mortalità e morbilità, da un lato, e condizioni

meteorologiche, stato dell‟ambiente, dipartimenti di nascita dei coscritti, divisioni

militari di stanza dei corpi militari, e attività professionali svolte in precedenza

dalla truppa, dall‟altro. Tale documento statistico è pertanto alla base di quello che

molto più tardi sarà definito il processo di transizione tra un modello

epidemiologico dominato dalla mortalità ad uno dominato dalla morbilità, proprio

di strutture economiche, sociali e igienico-sanitarie più avanzate (es. Pozzi 2000,

p. 50).

2.5. Le analisi statistiche di Ridolfo Livi sui fogli sanitari delle classi 1859-1865:

verso un’analisi dell’eziologia delle cause di morte e della morbilità

1. Ridolfo Livi nel 1894 pubblica il Saggio dei risultati antropometrici ottenuti

dallo spoglio dei fogli sanitari delle classi 1859-1865, eseguito all‟Ispettorato di

Sanità militare (Livi 1894). Col “foglio sanitario” per ragioni di tecnica statistica

si portò “la divisione del territorio al limite minimo conciliabile coll‟esattezza

statistica … Come unità di luogo di nascita fu scelto il mandamento di leva”. Per

mandamento sono state eseguite le indagini sulla statura, il colore dei capelli e

degli occhi e l‟indice cefalico. Si sono messi poi in rapporto, per circondario, la

statura con il colore capelli, il colore dei capelli e degli occhi, la statura con

l‟indice cefalico, l‟indice cefalico con il colore dei capelli, l‟altimetria alla nascita

con la statura e la circonferenza del torace. Inoltre, è stata analizzata la statura per

classi professionali (in particolare dei c.d. “studenti” e dei contadini) nei

mandamenti delle 69 città capoluogo.

Livi confuta il ruolo delle razze nella spiegazione della correlazione negativa

tra statura e altimetria delle località di origine dei coscritti. “Ma [allora] in qual

modo e per quale motivo possono le montagne influire sulla statura umana?

Questa influenza abbassatrice si fa essa sentire indistintamente su tutti gli

5 Importanza anche rispetto alle esperienze straniere (tra cui quella britannica e

americana) dell‟introduzione del foglio di sanità nel libretto personale con i dati al

momento della prima visita e quelli durante la vita militare (Livi 1896, p. 10).

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abitanti delle regioni montuose ovvero risulta dal fatto che nelle montagne havvi

minor ricchezza di suolo e di industria, e vi preponderano le classi meno abbienti,

quelle cioè in cui lo sviluppo corporeo è più frequentemente ritardato o

modificato da insufficiente alimentazione e da eccesso di fatica? A questa

domanda risponde a parer nostro uno spoglio che abbiamo fatto relativo alla

statura nei mandamenti delle 69 città capoluogo di provincia, considerata negli

studenti, professionisti, impiegati e simili; nei contadini; nel rimanente degli

abitanti … [La conclusioni di Livi è che] la statura dei montanari è dunque più

bassa solo perché essi si trovano in condizioni sociali peggiori degli abitanti delle

colline e delle pianure” (pp. 15-20).

2. Con i fogli sanitari della classe 1863 (congedata nel 1886), il ministero

decise che il materiale raccolto (300 mila schede) era sufficiente per procedere

all‟analisi e nel 1888 affidò a Ridolfo Livi, della direzione della Sanità militare,

l‟incarico di procedere alla elaborazione di tale mole di informazioni. Il lavoro

che ne segue – Antropometria militare. Risultati ottenuti dallo spoglio dei fogli

sanitari dei militari delle classi 1859-1863 – è distinto in due sezioni: la prima

antropologica (pubblicata nel 1896); la seconda contenente dati igienici e sanitari

(uscirà, dopo 10 anni, nel 1905).6

Gli scopi dell‟indagine di Livi non erano solo militari, e questo sin dal

momento dell‟introduzione nel 1879 del foglio di sanità: “Il piano dell‟intero

lavoro che si ebbe in mira fin dal principio dello spoglio era già tracciato dagli

scopi pei quali il foglio sanitario era stato istituito. Lo scopo principale era …

quello di raccogliere un materiale più ricco che fosse possibile di dati per

stabilire quali modificazioni alle vigenti leggi e regolamenti potessero farsi per

migliorare il reclutamento del soldato, e quindi contribuire … alla diminuzione

della morbilità e mortalità nell‟esercito. Collo studio combinato dei numerosi dati

contenuti nel foglio si potrà portare un po‟ di luce a importantissime questioni,

quali per esempio: sulla convenienza ad abbassare il limite minimo di statura per

le condizioni sanitarie dell‟esercito e per la sua forza numerica; quale limite

minimo tra altezza e perimetro toracico (o peso). Ed altre molte questioni affini

potrebbero ottenere da questo studio un valido aiuto per la loro soluzione

[patologiche, igieniche e demografiche] ... Se e quali rapporti vi sono tra la

ricettività per alcune determinate malattie … e le qualità fisiche esteriori; da

quali leggi è regolato l‟accrescimento del peso e della statura dai 20 anni in su;

quale influenza abbia sulla statura e sul perimetro toracico l‟abitare in un paese

di montagna o di pianura; quali e quante differenze vi sono tra la costituzione

fisica della popolazione agricola, degli operai o delle classe abbienti; ed altre

simili” (Livi 1896, p. 16).

Di particolare interesse nella seconda parte, pubblicata nel 1905, è l‟analisi di

mortalità e morbilità rispetto alle classi professionali e alle aree geografiche di

nascita dei coscritti. Il cap. III riporta la classificazione molto dettagliata delle

professioni: 1. studenti (studenti propriamente detti, professionisti, negozianti,

impiegati, possidenti, con l‟esclusione dei possidenti analfabeti, quindi le classi

6 Sull‟importanza del lavoro di Ridolfo Livi un breve cenno in Corsini 2008, p. 12.

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più colte e abbienti,); 2. piccolo commercio (gruppo di transizione tra il primo e il

terzo, comprende i piccoli commercianti, i gioiellieri, gli incisori, gli orologiai

ecc.); 3. contadini e affini (i braccianti sono in altra categoria); 4. fabbri; 5.

falegnami; 6. muratori e affini (esclusi i manovali); 7. sarti e calzolai; 8. barbieri;

9. macellai, pizzicagnoli, norcini ecc.; 10. carrettieri; 11. fornai e affini; 12.

braccianti e lavoratori manuali senza qualificazione; 13. professioni varie

(esercenti mestieri manuali altrove non classificati). In tale ambito scaturisce

l‟importanza dimensionale delle classi contadini (55.5%), studenti (8.2%) e

braccianti (4.7%).

a) Il rapporto tra statura e professioni

Livi deriva dagli specchi 21-22 che gli studenti in senso lato sono più alti in

tutte le regioni del dato medio e ancor di più dei contadini, con la qualificazione

che le differenze tra studenti e contadini sono più rilevanti nelle regioni del Sud,

dove predominano le basse stature (Livi 1905, p. 53).

“Il gruppo degli studenti è per riguardo alla statura di gran lunga il più

favorito. In tutti i compartimenti esso supera di diversi centimetri la media

generale (da cm. 1.6 a 3.3). Però la differenza in più degli studenti rispetto alla

media generale si va facendo sempre maggiore quanto più si va da nord verso

sud, cioè dai popoli di alta statura a quelli più bassi”.7 Queste regolarità sono

attribuite da Livi alle condizioni di alimentazione e di ambiente delle classi

lavoratrici e specialmente dei contadini, decisamente più misere nell‟Italia

meridionale.

Riassumendo, lo sviluppo della statura, a parità di razza, sta in rapporto diretto

col benessere e con l‟abbondanza dell‟alimentazione, mentre non risente affatto

dell‟esercizio muscolare e dell‟ambiente in cui si esercita la professione: “nella

maggior parte delle classi lavoratrici la bassezza della statura denota

insufficiente alimentazione e scarsa difesa contro le influenze morbose, che

debilitano l‟organismo e arrestano lo sviluppo del sistema scheletrico … Queste

differenze fra le varia professioni … hanno tanto maggiore importanza in quanto

sono ottenute su individui accuratamente selezionati, [tramite un accurato

processo di selezione in sede di leva] che ha avuto per effetto di attenuarle

notevolmente. Esse sarebbero senza dubbio molto maggiori … se si prendessero

in esame non i soldati (incorporati e per i quali è compilato il foglio sanitario),

ma tutta la popolazione ventenne quale si presenta alla leva” (p. 82).

b) Le malattie sofferte durante la vita militare

Livi presenta uno schema sintetico di 11 tipologie di malattie, quelle più

frequenti e più gravi, suddiviso per compartimenti di nascita (pp. 118-126)

7 Questo punto diventerà patrimonio di analisi successive: vedi ad es. Bussini et al. 2008,

p. 54, e Lanari 2011, p. 76.

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Delle 300 mila schede ne sono state considerate 143 mila circa, quelle riferite

agli ammalati (guariti e riammessi in servizio), ai riformati e ai deceduti. Tra le

malattie predominano le veneree, le bronchiti, le febbri da malaria, gli esantemi

(in particolare, il morbillo), ecc. Dalla tabella 52 si evince una profonda

distribuzione regionale di soldati ammalati, riformati e deceduti: con una

recettività delle malattie sistematicamente più alta in Umbria (624 per mille

coscritti) e nel mezzogiorno (Abruzzi e Molise: 596; Campania: 614; Basilicata:

620; Sicilia: 635; e Sardegna: 674; e Calabria: 684), a fronte di una media

nazionale di 558 per mille. Da cui la rilevanza degli aspetti antropologici ed

etnografici nella spiegazione di tali differenze (p. 119).

c) L‟accrescimento fisico, statura e peso, durante la vita militare

In questo ambito da ricordare le misurazioni effettuate con cadenza annuale (a

meno di 20 anni sino ai 23 anni e alla fine della leva), estese alle professioni e ai

compartimenti di nascita (pp. 133-34).

Ne scaturisce, per il totale nazionale, la crescita della statura tra il primo e il

secondo anno di vita militare, così per il peso (figg. 40-42).

A livello di compartimenti, il clima ha grandi effetti sulla crescita del corpo: si

pensi alla pubertà, più precoce al Sud. Anche se sono di grandissima importanza

sia le condizioni sociali che l‟ambiente, l‟accrescimento della statura (ma non del

peso), nel primo anno di vita militare, è più intenso per le province meridionali,

dove – nonostante la precoce pubertà – hanno operato “fattori frenanti delle

circostanze dell‟ambiente”. Nel secondo anno, l‟accrescimento della statura si

attenua anche nelle regioni meridionali, ma in queste resta comunque più sensibile

di quelle del Nord. Nel secondo anno di vita militare le differenze in termini di

statura e di peso (per compartimenti) tendono a scomparire o attenuarsi: “questo

fatto è un manifesto indizio dell‟influenza [positiva] dell‟ambiente militare sul

giovane italiano, mettono in evidenza che gli sbilanci nell‟accrescimento di

statura e di peso sono dovuti al fatto che durante il primo anno di servizio gli

individui venuti alle armi in stato di nutrizione meno soddisfacente hanno

migliorato più rapidamente degli altri e si sono messi quasi al loro livello” (pp.

155-66).

d) Il rapporto tra accrescimento e condizioni sociali

Dallo specchio n. 67 si evince, a fronte di un accrescimento medio di statura

(per il I anno) di mm. 6.4, un 5.1 per gli studenti e valori decisamente più alti per

tutte le altre classi professionali (tra cui, 6.8 i contadini e 6.9 i muratori) (p. 167).

Nei compartimenti settentrionali (Toscana inclusa) l‟accrescimento degli studenti

è in linea con quello dei contadini, mentre dalle Marche in giù la differenza tra i

due accrescimenti è grandissima, a vantaggio dei contadini (p. 172).

3. Conclusioni sulle statistiche sanitarie militari: solo statura, peso ecc.?

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La lettura sin qui condotta delle statistiche sanitarie del ministero della Guerra

ha consentito di derivare alcuni prime considerazioni:

Dai lavori del gen. Federico Torre della direzione delle Leve, centrati

prevalentemente su dati antropometrici (peso, altezza ecc.) e sulle cause di

riforma e rinvio, su base regionale alla nascita, e sui ricoveri ospedalieri per

divisione militare e per stagione, si passa gradualmente, con i lavori di Giuseppe

Sormani e poi di Ridolfo Livi, resi possibili dall‟introduzione del foglio sanitario,

all‟attenzione per le cause di morte e la morbilità, con una griglia estesa ai

mandamenti di nascita, alle classi professionali, alle divisioni militari e alle

dinamiche stagionali.

Centrare la trattazione delle statistiche sanitarie militari ai soli aspetti

antropometrici in sede di visita di leva è riduttivo, se non altro a partire

dall‟introduzione del foglio sanitario nel 1879 e dal lavoro di Sormani;

I lavori in campo sanitario del ministero della Guerra sono in parte coevi con

quelli della direzione della Statistica del MAIC, in parte sembrano precedere

questi ultimi, in particolare per l‟attenzione agli aspetti socio-ambientali (es.

disponibilità di acque potabili e di impianti fognari) e professionali (es.

alimentazione e cure della persona) tra le cause di morte e morbilità.

A livello interpretativo, nella spiegazione dei dati antropometrici (altezza e

peso) e relativi alla morbilità sembra emergere una netta partizione tra una prima

fase storica in cui rilevanti sono le spiegazioni etniche e stagionali-atmosferiche e

una seconda in cui sono centrali le spiegazioni ambientali e socioeconomiche.

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