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MONTAGNE SENZA TERRA? Il consumo di suolo nella montagna lombarda Morbegno, 27 luglio 2011 a cura di Damiano Di Simine, Tiziano Cattaneo, Legambiente Lombardia Onlus

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MONTAGNE SENZA TERRA?

Il consumo di suolo nella montagna lombarda

Morbegno, 27 luglio 2011

a cura di Damiano Di Simine, Tiziano Cattaneo, Legambiente Lombardia Onlus

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Introduzione

Una risorsa naturale si definisce “non rinnovabile” quando è disponibile in stock limitati e non è in

grado di rigenerarsi nella scala dei tempi umani. Da questo punto di vista, il suolo dovrebbe essere

considerato la risorsa scarsa per eccellenza, soprattutto a monte dei processi decisionali che

coinvolgono sostanziali modifiche territoriali. Di fatto, anche ipotizzando una deriva delle aree

antropiche verso latitudini e altitudini maggiori, in funzione del riscaldamento globale e della

progressiva desertificazione, la quantità di suolo a disposizione dell'uomo rimarrebbe fissa, anche

per ragioni storiche e socio-culturali legate alla fruizione del territorio. Tale principio di

“esauribilità” assume una rilevanza strategica in quelle zone geografiche particolarmente

significative dal punto di vista ambientale e paesaggistico, le cui aree “utilizzabili” sono di per sé

limitate per ragioni fisiche oppure già compromesse dall'intensa attività edificatoria. Nel continente

europeo queste fattispecie si riscontrano nelle aree caratterizzate dalla presenza di rilievi montuosi e

in quelle interessate da fenomeni conurbativi, quali le aree metropolitane e costiere. Nella regione

Lombardia, queste circostanze sussistono singolarmente e in combinazione. È il caso dei territori

dei contrafforti prealpini, addossati alla concentrazione metropolitana che si estende con continuità

lungo l'intera fascia pedemontana, delle coste lacustri e dei fondovalle alpini - altro oggetto

privilegiato di attenzione della presente indagine, in cui la competizione per gli usi del suolo è resa

critica dalla convivenza forzata, all'interno dello stesso asse vallivo, di corridoi fluviali con i relativi

(ancorché spesso regimati) ambiti di divagazione alluvionale, di corridoi infrastrutturali, stradali e

ferroviari, di aree soggette a ricorrenti dinamiche gravitative di versante o di conoide. Il fenomeno

del “consumo di suolo”, all'interno di spazi così ristretti e soggetti a vincoli fisici, dovrebbe essere

oggetto di attenta valutazione all'interno delle politiche di governo del territorio, in considerazione

delle funzioni strategiche che attengono al “patrimonio” di suoli liberi, al fine di prevenire la

compromissione delle vocazioni produttive del settore primario, mantenere la qualità paesaggistica,

conservare biotopi rari (associati al sistema idrografico) o strategici (corridoi faunistici), garantire la

sicurezza idrogeologica degli insediamenti.

Nel presente studio vengono indagate le modalità e il grado di utilizzo netto del suolo, considerando

i limiti geomorfologici che caratterizzano i territori montani. L'obiettivo è quello di individuare le

morfologie e gli indicatori numerici del fenomeno insediativo nell'area montana e pedemontana,

alla luce delle fonti informative disponibili, aggregando i dati per macro-aree il più possibile

omogenee (nel nostro caso coincidenti con le unità amministrative costituite dalle Comunità

Montane). La Provincia di Sondrio - la più montuosa della Lombardia - è stata oggetto di ulteriore

indagine, al fine di individuare le variazioni delle superfici insediate e agricole nel decennio 1999-

2009 (vedi appendice).

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Metodologia adottata

L'analisi, effettuata esclusivamente mediante software GIS, prende spunto dal recente lavoro

dell'Istituto provinciale di statistica della Provincia autonoma di Bolzano1, nel quale è stato

impiegato un approccio “step by step” (ovvero a fasi successive) per identificare le superfici

insediate e il territorio insediativo a scala regionale. Per superficie insediata si intende un'area

abitata o utilizzata in modo continuativo, comprensiva degli ambiti di pertinenza, dei servizi e delle

vie di comunicazione. Il territorio insediativo, invece, annovera tutte le aree potenzialmente

insediabili, ovvero utilizzabili e abitabili in maniera stabile.

Per determinare la superficie insediata si è fatto ricorso al database geografico “DUSAF”

sviluppato dalla Regione Lombardia2, il quale, coerentemente con le specifiche CLC (Corine Land

Cover), suddivide il territorio in cinque principali categorie di copertura (aree antropizzate, aree

agricole, territori boscati ed ambienti seminaturali, aree umide, corpi idrici). Le sottocategorie

corrispondenti alla classe 1 comprendono: tessuto urbano continuo (111); insediamento discontinuo

(112); zone produttive e insediamenti di grandi impianti di servizi pubblici e privati (121); reti

stradali, ferroviarie e reti accessorie (122); aree portuali (123); aeroporti ed eliporti (124); cave

(131); discariche (132); cantieri (133); aree degradate non utilizzate e non vegetate (134); aree verdi

urbane (141); aree sportive e ricreative (142).

Il DUSAF è uno strumento molto utile per avere una visione globale delle coperture del suolo, ma

essendo elaborato a partire dall'interpretazione di foto aeree, non è in grado di rilevare con

precisione alcuni fenomeni insediativi. Le aree della rete stradale e ferroviaria, in particolare,

vengono considerate solo se hanno una larghezza superiore a 20 metri, includendo di fatto solo le

ferrovie con più di 3 binari, le autostrade e le tangenziali. Al fine di ovviare a questa sottostima, è

stato necessario integrare i dati DUSAF con il dataset della rete infrastrutturale lombarda3,

attribuendo larghezze standard agli elementi lineari4. Questa operazione ci ha restituito un valore

più preciso e attendibile delle superfici insediate (Fig. 1).

1 Castlunger L., Determinazione della superficie insediata in Alto Adige sulla base di dati GIS e catastali, in CRCS (Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo), 2010, Rapporto 2010, pp. 113-128.

2 Destinazione d'Uso dei Suoli Agricoli e Forestali, anno 2007.3 Derivato dalla CTR.4 8 m (ferrovie a un binario, strade comunali); 10 m (strade provinciali); 14 m (strade statali ed ex-statali); 16 m

(ferrovie a due binari).

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Figura 1: superficie insediata nelle Province di Varese, Como, Lecco, Brescia, Bergamo e Sondrio (anno 2007).

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Le Province indagate sono quelle interessate dalla presenza di territori montani, e presentano quadri

insediativi fortemente differenziati in funzione della distanza dal core metropolitano lombardo,

nell'area altomilanese. Varese, con il 29,5% di territorio urbanizzato, presenta un peso relativo

dell'urbanizzazione nettamente superiore rispetto alle Province di Como (16,5%), Lecco (15,6%),

Bergamo (14,4%), Brescia (11,8%) e Sondrio (2,7%). Tali valori, che ai fini del presente studio

sono denominati indice lordo di consumo di suolo, sono ottenuti rapportando la superficie insediata

alla superficie territoriale provinciale complessiva. L'indice lordo è certamente idoneo a fornire

un'adeguata rappresentazione dello sprawl urbano quando questo interessa aree di pianura non

gravate da particolari vincoli fisici, ma non è adatto a descrivere le criticità connesse al fenomeno

insediativo in area montana, laddove le superfici “utili”, ovvero adatte all'insediamento, sono

definite per esclusione rispetto a quelle gravate da vincoli fisici: pertanto è necessario rapportare le

superfici insediate non al territorio complessivo, bensì al territorio insediativo.

Per la delimitazione del territorio insediativo è stato necessario effettuare un'elaborazione più

approfondita, consistente nella progressiva esclusione delle superfici inadatte all'insediamento per

motivi geografici, morfologici, geologici, o per la presenza di vincoli di tutela tali da escludere la

trasformazione urbanistica. Partendo dal modello digitale del terreno, l'area di studio è stata

suddivisa in sei fasce altimetriche (Fig. 2), da cui sono state escluse le quote superiori ai 1600 m.

Come si può apprezzare dalla mappa, in Provincia di Sondrio ben il 66% del territorio si trova al di

sopra di tale quota, una percentuale nettamente superiore alle Province di Varese (0,003%), di

Como (6%), di Lecco (8,6%), di Bergamo (14,7%) e di Brescia (16,5%). La scelta dei 1600 m è

stata fatta in conformità con l'analogo studio sviluppato in Provincia di Bolzano. E' stato tuttavia

necessario, per la Lombardia, individuare il caso “speciale” rappresentato dal Comune di Livigno

(SO), in cui il limite insediativo è stato posto a 2000 m.

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Figura 2: carta delle fasce altimetriche.

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In seguito si è proceduti alla sottrazione delle superfici con pendenza superiore a 17° (Fig. 3),

ritenute inedificabili o comunque inadatte all'insediamento permanente. La mappa risultante ci ha

consentito di identificare con una buona approssimazione l'ubicazione delle valli alpine e prealpine,

al fine di avere una visione complessiva delle aree di maggiore interesse per il nostro studio.

Successivamente sono state escluse le aree dei corpi idrici (classe 5 del DUSAF), le superfici

boschive (classe 3.1 del DUSAF), i monumenti naturali, le riserve naturali, le aree appartenenti alla

classe di fattibilità geologica “4”5, le aree a rischio idrogeologico molto elevato6 e le fasce di

rispetto idraulico (10 m). Facendo riferimento alle normative regionali e nazionali vigenti, sono

state considerate insediabili (anche se con importanti limitazioni) le aree non boscate dei parchi

regionali, i PLIS (essendo soggetti alle modifiche dei PGT), il Parco Nazionale dello Stelvio e le

zone di tutela paesaggistica (Legge 1497/39 e Legge 431/85): questa scelta è differente da quella

assunta dallo studio di riferimento per la Provincia di Bolzano, e tiene conto del differente impianto

normativo vigente nelle due Regioni. La differenza non è tuttavia sostanziale, in quanto la gran

parte delle aree naturali protette della provincia sudtirolese ricade in ambiti di alta montagna o

comunque soggetti ad altri forti vincoli fisici o forestali. Infine, sempre rispetto allo studio citato,

non si è tenuto conto della raggiungibilità dalla rete viaria e della minima estensione areale, in

quanto non sono state considerate soltanto le zone propriamente edificabili ma quelle più

generalmente adatte all'insediamento umano. In Fig. 4 è mostrato il territorio insediativo delle sei

Province di studio.

Dalla sovrapposizione dei due tematismi “superficie insediata” e “territorio insediativo” è stato

possibile identificare tre tipologie di uso di suolo (Fig. 5):

• il territorio insediativo utilizzato;

• il territorio insediativo non utilizzato;

• la superficie insediata al di fuori del territorio insediativo.

Quest'ultima categoria ricomprende diverse tipologie, dalla rete viaria montana alle aree attrezzate

per lo sport invernale, agli insediamenti di versante, agli insediamenti presenti in zone soggette a

vincolo di legge. In Fig. 6 è riportata una mappa “esplosa” della bassa Valtellina, in cui è possibile

riconoscere il punto in cui il fiume Adda si immette nel lago di Lecco, all'altezza di Colico, il Lago

di Mezzola, unito al primo dal fiume Mera, e la valle che si estende da Colico a Morbegno. Come si

può apprezzare, non rientrano nel territorio insediativo le aree al di fuori dei fondovalle, le zone a

ridosso dei fiumi, e la riserva naturale “Piani di Spagna e Lago di Mezzola”, ubicata tra i due laghi.

5 La classe 4, in cui è esclusa qualsiasi edificazione, comprende aree direttamente o indirettamente coinvolte da possibili fenomeni franosi, valanghivi o alluvionali.

6 Identificate dalla Legge 267/98.

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Figura 3: carta delle pendenze.

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Figura 4: il territorio insediativo.

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Figura 5: superfici insediate e territorio insediativo.

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Figura 6: superfici insediate e territorio insediativo nella bassa Valtellina.

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Risultati

Le aree montane maggiormente esposte a fenomeni di consumo di suolo possono essere ricondotte a

quattro specifiche tipologie geomorfologiche e paesaggistiche: il fronte pedemontano prealpino, le

riviere lacustri, i fondovalle subalpini (valli incise da dinamiche fluviali) e i fondovalle interni (valli

incise da dinamiche glaciali). Il territorio collinare e di versante a ridosso delle Prealpi risulta essere

il più urbanizzato, sia per la maggiore disponibilità di suolo utilizzabile, sia per la vicinanza dei

capoluoghi provinciali, che garantiscono rilevanti funzioni di prossimità a cui si appoggiano gli

sviluppi insediativi, espandendosi anche a partire dalle principali arterie stradali e ferroviarie. Dai

grandi agglomerati urbani, e secondo le modalità tipiche dell'espansione metropolitana

incontrollata, le seconde case e i capannoni hanno invaso i fondovalle subalpini, specialmente quelli

già vocati all'industria e meglio collegati ai capoluoghi, in taluni casi sede di rilevanti e storici

distretti industriali, come la Valtrompia e la Val Seriana, che infatti presentano valori di consumo di

territorio insediativo rispettivamente del 47,7% e del 43,5% (a fronte di un consumo lordo del 7%).

Di fatto, la quasi totalità dei fondovalle prealpini ha patito negli ultimi decenni una crescita edilizia

cospicua e disordinata, che ha portato i paesi a fondersi tra loro un un'unica conurbazione lineare:

questo è evidente anche nel caso della Provincia di Varese, in cui le aree urbanizzate, complice la

bassa acclività, hanno occupato tutti gli interstizi vallivi, sia in direzione N-E, verso il Lago di

Lugano (Valganna, Valceresio, Valmarchirolo), sia lungo l'asse N-O, verso il Lago Maggiore

(Valtravaglia, Valcuvia). A riprova di ciò, le Comunità Montane della Provincia di Varese –

Piambello e Verbano – risultano avere le più alte percentuali di territorio insediativo utilizzato (più

del 60%). La montagna varesina di fatto si configura come un'espansione dell'area metropolitana

milanese, entro cui i rilievi montani affiorano come vere e proprie “isole”. Lo stesso discorso può

essere fatto per le Comunità Montane del Triangolo Lariano e del Lario Orientale, che subiscono sia

la tendenza conurbativa dei due rispettivi capoluoghi lungo la direttrice E-O, sia gli attrattori

rappresentati dalle aree costiere, pressoché saturate in tutte le pur ristrette aree disponibili

all'insediamento.

Nei territori perilacustri il consumo di suolo utile rappresenta un problema non solo dal punto di

vista della stabilità idrogeologica dei versanti, ma anche nell'ottica di conservazione di un paesaggio

che è, innegabilmente, un potente generatore di ricchezza turistica. Le superfici utili, a causa dei

forti vincoli geomorfologici, sono estremamente limitate e addossate alle sottili linee di costa,

periodicamente prese d'assalto dal turismo di massa. Le riviere dei laghi lombardi hanno quindi

visto la progressiva dissoluzione delle aree utilizzabili, tanto che si è cominciato a costruire al di

fuori del territorio insediativo, per far fronte alla continua richiesta di seconde case e di strutture

ricettive turistiche. Tale fenomeno si registra soprattutto nelle porzioni collinari meridionali dei

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laghi principali, e lungo i litorali dei laghi prealpini minori (Varese, Monate, Comabbio, Annone e

Pusiano), mentre attività edificatorie consistenti si verificano anche nell'alto Lario, lungo la costa

orientale del Lago d'Iseo e nei comuni rivieraschi della sponda occidentale del Garda. Non a caso,

tutte le Comunità Montane sulle quali insistono aree lacuali mostrano valori di consumo di suolo

utile tra il 35% e il 45% (Figura 7), e all'interno di esse, sono i comuni lacustri a registrare le più

alte quote di territorio perso, sia in termini lordi (Figura 8), sia in termini di perdita di superfici

insediabili (Figura 9).

Nei fondovalle interni, il consumo di suolo si concentra soprattutto in corrispondenza dei centri

urbani esistenti, i quali tendono a “stirarsi” lungo le direttrici stradali vallive inglobando i centri

minori e formando un unico conglomerato urbano. E' il caso della Valcamonica, della Bassa

Valtellina e della Valsassina, che in ogni caso hanno mantenuto una buona riserva di territorio

insediativo, essendo valli relativamente larghe. In provincia di Sondrio la crescita insediativa

avviene per espansione, lungo le direttrici stradali di fondovalle, a partire dai principali centri che

costituiscono anche gli storici capoluoghi di mandamento. Nelle conche più strette, come la Val

Brembana e la Valmalenco, l'urbanizzato tende a fagocitare tutte le superfici utili disponibili, anche

se questo comporta una dispersione più accentuata degli insediamenti. Un caso a parte è

rappresentato dalle valli più settentrionali, come la Valle dello Spöl e la Valfurva, il cui consumo di

suolo è rappresentato principalmente dagli impianti sportivi sciistici, che impattano negativamente

sui suoli precedentemente pascolativi (tanto da essere rilevati dalle immagini satellitari) e sul

paesaggio alpino, anche in questo caso “protagonista” della valorizzazione turistica. La superficie

trasformata dall'infrastrutturazione sciistica tuttavia non concorre, per ragioni di pendenza ed

altitudine, al computo del consumo di suolo insediativo.

La Tabella 1 mostra gli usi del suolo dei comuni montani della Lombardia, aggregati per Comunità

Montana di appartenenza; la Tabella 2 riporta gli stessi dati aggregati su scala provinciale.

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Figura 7: territorio insediativo utilizzato nelle Comunità Montane della Lombardia (Sondrio è incluso nella C.M. Valtellina di Sondrio).

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Tabella 1: usi del suolo dei comuni montani aggregati per Comunità Montana di appartenenza (la C.M. Valtellina di Sondrio include il dato del capoluogo).

Tabella 2: usi del suolo dei comuni montani aggregati su scala provinciale.

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Provincia Superficie (ha)

BERGAMO 189.114,3 12.723,3 6,7% 22.503,0 9.299,7 41,3% 3.423,7

BRESCIA 275.747,7 13.404,3 4,9% 27.120,2 10.042,4 37,0% 3.361,9

COMO 87.993,0 6.130,4 7,0% 8.288,1 4.260,7 51,4% 1.869,7

LECCO 58.437,0 5.101,2 8,7% 7.076,0 3.804,4 53,8% 1.296,8

SONDRIO 319.713,9 8.870,8 2,8% 17.342,2 5.558,5 32,1% 3.312,3

VARESE 44.406,4 6.755,6 15,2% 8.658,5 5.627,1 65,0% 1.128,5

Superficie insediata (ha)

Consumo lordo di suolo (%)

Territorio insediativo (ha)

Territorio insediativo

utilizzato (ha)

Territorio insediativo

utilizzato (%)

Superficie insediata fuori dal territorio

insediativo (ha)

Comunità montana Superficie (ha)

1. ALTA VALTELLINA (SO) 89.566,1 2.087,0 2,3% 2.158,4 699,4 32,4% 1.387,6

2. ALTO GARDA BRESCIANO (BS) 37.281,3 1.508,9 4,0% 2.896,9 1.056,1 36,5% 452,8

3. LAGHI BERGAMASCHI (BG) 31.747,4 3.423,7 10,8% 6.474,7 2.625,2 40,5% 798,5

4. LARIO INTELVESE (CO) 19.156,1 1.400,8 7,3% 1.912,0 854,6 44,7% 546,2

24.293,4 3.781,5 15,6% 4.990,9 3.048,6 61,1% 732,9

6. PIAMBELLO (VA) 14.197,4 2.539,8 17,9% 3.441,7 2.181,3 63,4% 358,5

7. SEBINO BRESCIANO (BS) 17.815,8 1.630,9 9,2% 3.091,3 1.227,1 39,7% 403,8

8. TRIANGOLO LARIANO (CO) 25.273,3 2.949,0 11,7% 4.068,7 2.372,9 58,3% 576,1

9. VALCHIAVENNA (SO) 57.662,2 1.285,1 2,2% 2.807,3 884,9 31,5% 400,2

10. VALLE BREMBANA (BG) 64.739,9 2.194,6 3,4% 3.522,8 1.093,1 31,0% 1.101,5

11. VALLE CAMONICA (BS) 127.201,0 4.171,2 3,3% 8.843,8 3.016,0 34,1% 1.155,2

12. VALLE DI SCALVE (BG) 14.094,3 274,8 2,0% 389,8 140,0 35,9% 134,9

13. VALLE IMAGNA (BG) 10.079,9 1.489,6 14,8% 2.252,7 1.070,3 47,5% 419,4

14. VALLE SABBIA (BS) 55.329,2 3.176,7 5,7% 7.513,5 2.464,5 32,8% 712,2

15. VALLE SERIANA (BG) 65.767,1 4.766,4 7,2% 8.942,9 3.893,7 43,5% 872,7

16. VALLE TROMPIA (BS) 38.120,5 2.916,7 7,7% 4.774,6 2.278,6 47,7% 638,0

43.563,6 1.780,6 4,1% 2.307,4 1.033,3 44,8% 747,4

18. VALLI DEL VERBANO (VA) 30.209,0 4.215,8 14,0% 5.216,8 3.445,8 66,1% 770,0

36.829,3 1.893,9 5,1% 3.005,3 1.233,3 41,0% 660,6

20. VALTELLINA DI MORBEGNO (SO) 49.534,8 1.982,8 4,0% 4.113,6 1.495,6 36,4% 487,1

21. VALTELLINA DI SONDRIO (SO) 77.775,2 2.134,0 2,7% 4.804,2 1.499,2 31,2% 634,8

22. VALTELLINA DI TIRANO (SO) 45.175,7 1.382,0 3,1% 3.458,8 979,4 28,3% 402,6

TOTALE 975.412,3 52.985,6 5,4% 90.988,0 38.592,8 42,4% 14.392,8

Superficie insediata (ha)

Consumo lordo di suolo (%)

Territorio insediativo (ha)

Territorio insediativo

utilizzato (ha)

Territorio insediativo

utilizzato (%)

Superficie insediata fuori dal territorio

insediativo (ha)

5. LARIO ORIENTALE - VALLE SAN MARTINO (BG-LC)

17. VALLI DEL LARIO E DEL CERESIO (CO)

19. VALSASSINA - VALVARRONE - VAL D'ESINO – RIVIERA (LC)

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Figura 8: consumo lordo di suolo nei comuni montani lombardi.

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Figura 9: territorio insediativo utilizzato nei comuni montani della Lombardia.

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Appendice

Il consumo di suolo in Provincia di Sondrio

Anni 1999 – 2009

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Figura 10: superficie insediata in Provincia di Sondrio (anni 1999-2009).

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Figura 11: variazione della superficie insediata in Provincia di Sondrio (anni 1999-2009).

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Figura 12: variazione delle aree agricole in Provincia di Sondrio (anni 1999-2009).

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COMUNE

1 ALBAREDO PER SAN MARCO 1.897,5 6,9 0,4% 7,5 0,4% 0,7 9,7% -10,54 -7,5%2 ALBOSAGGIA 3.403,8 75,9 2,2% 104,9 3,1% 29,0 38,2% -33,04 -6,6%3 ANDALO VALTELLINO 667,8 35,3 5,3% 47,1 7,1% 11,8 33,6% -8,14 -13,3%4 APRICA 2.045,3 202,5 9,9% 139,4 6,8% -63,1 -31,2% 65,95 71,0%5 ARDENNO 1.704,3 103,3 6,1% 135,8 8,0% 32,5 31,5% -31,85 -9,0%6 BEMA 1.966,3 5,0 0,3% 5,8 0,3% 0,8 15,4% -12,95 -15,0%7 BERBENNO DI VALTELLINA 3.591,1 136,8 3,8% 174,9 4,9% 38,2 27,9% -35,77 -5,0%8 BIANZONE 1.730,4 50,6 2,9% 59,4 3,4% 8,8 17,4% -13,87 -3,6%9 BORMIO 4.171,5 181,4 4,3% 199,2 4,8% 17,8 9,8% -12,49 -3,8%10 BUGLIO IN MONTE 2.776,2 64,9 2,3% 87,4 3,1% 22,5 34,7% -15,31 -4,5%11 CAIOLO 3.337,3 72,6 2,2% 91,5 2,7% 18,9 26,1% -10,76 -3,8%12 CAMPODOLCINO 4.843,6 99,6 2,1% 110,4 2,3% 10,8 10,8% -18,72 -4,4%13 CASPOGGIO 726,9 45,1 6,2% 48,3 6,6% 3,2 7,2% -1,05 -1,0%14 CASTELLO DELL`ACQUA 1.413,6 25,2 1,8% 33,3 2,4% 8,1 32,4% -10,35 -3,9%15 CASTIONE ANDEVENNO 1.700,2 74,5 4,4% 101,8 6,0% 27,3 36,7% -15,86 -4,1%16 CEDRASCO 1.448,9 16,5 1,1% 21,3 1,5% 4,8 29,4% 0,73 0,6%17 CERCINO 576,7 26,1 4,5% 36,0 6,2% 9,9 37,9% -10,43 -13,7%18 CHIAVENNA 1.101,7 145,9 13,2% 153,0 13,9% 7,1 4,9% -2,8 -3,4%19 CHIESA IN VALMALENCO 10.706,5 135,9 1,3% 152,6 1,4% 16,7 12,3% -6,65 -2,1%20 CHIURO 5.158,9 94,2 1,8% 118,9 2,3% 24,8 26,3% -23,69 -7,9%21 CINO 502,9 6,8 1,4% 10,1 2,0% 3,3 48,4% -1,63 -6,2%22 CIVO 2.505,9 44,8 1,8% 58,4 2,3% 13,5 30,1% -6,87 -3,6%23 COLORINA 1.792,4 54,4 3,0% 67,3 3,8% 12,9 23,7% -12,63 -4,9%24 COSIO VALTELLINO 2.389,8 173,2 7,2% 199,2 8,3% 26,0 15,0% -26,37 -5,0%25 DAZIO 373,6 21,3 5,7% 28,0 7,5% 6,7 31,6% -5,34 -11,1%26 DELEBIO 2.243,3 113,1 5,0% 136,7 6,1% 23,6 20,9% -20,77 -5,6%27 DUBINO 1.284,6 147,8 11,5% 180,3 14,0% 32,5 22,0% -24,78 -6,5%28 FAEDO VALTELLINO 496,2 11,9 2,4% 15,6 3,2% 3,8 31,7% -0,14 -0,2%29 FORCOLA 1.525,6 31,6 2,1% 37,0 2,4% 5,4 17,2% -9,33 -5,2%30 FUSINE 3.720,9 21,1 0,6% 27,6 0,7% 6,4 30,6% -8,56 -4,7%31 GEROLA ALTA 3.694,8 34,3 0,9% 35,2 1,0% 0,9 2,7% -5,54 -3,7%32 GORDONA 4.914,7 90,5 1,8% 114,7 2,3% 24,3 26,8% -19,88 -6,4%33 GROSIO 12.676,4 102,1 0,8% 123,8 1,0% 21,7 21,3% -25,58 -2,5%34 GROSOTTO 5.305,7 44,4 0,8% 58,5 1,1% 14,1 31,8% -19,69 -3,9%36 LANZADA 11.725,4 76,8 0,7% 89,9 0,8% 13,1 17,1% -11,02 -9,4%37 LIVIGNO 21.137,4 585,8 2,8% 711,5 3,4% 125,7 21,5% -167,56 -11,4%38 LOVERO 1.350,5 40,1 3,0% 48,2 3,6% 8,0 20,0% -10,33 -4,2%35 MADESIMO 8.534,6 111,8 1,3% 123,5 1,4% 11,7 10,5% -16,36 -3,9%39 MANTELLO 361,9 29,4 8,1% 41,5 11,5% 12,2 41,4% -10,74 -10,5%40 MAZZO DI VALTELLINA 1.537,4 43,6 2,8% 53,5 3,5% 9,9 22,7% -10,04 -4,3%

SUPERFICIE COMUNALE

INSEDIATO 1999 (ha)

INSEDIATO 1999 (%)

INSEDIATO 2009 (ha)

INSEDIATO 2009 (%)

VARIAZIONE INSEDIATO (ha)

VARIAZIONE INSEDIATO

(%)

VARIAZIONE AGRICOLO

(ha)

VARIAZIONE AGRICOLO

(%)

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Tabella 3: variazione delle superfici insediate e agricole nella Provincia di Sondrio (anni 1999-2009).

COMUNE

41 MELLO 1.150,7 23,2 2,0% 29,1 2,5% 5,9 25,3% -8,55 -6,3%42 MENAROLA 1.459,2 4,2 0,3% 4,7 0,3% 0,4 10,3% -5 -29,7%43 MESE 411,1 56,6 13,8% 68,3 16,6% 11,7 20,7% -12,62 -12,7%44 MONTAGNA IN VALTELLINA 4.501,0 77,7 1,7% 102,6 2,3% 24,9 32,1% -18,35 -5,4%45 MORBEGNO 1.478,6 275,1 18,6% 296,4 20,0% 21,3 7,8% -15,13 -5,8%46 NOVATE MEZZOLA 9.975,7 84,0 0,8% 102,0 1,0% 18,0 21,5% -15,57 -11,9%47 PEDESINA 637,9 3,5 0,5% 3,5 0,5% 0,0 0,0% 0 0%48 PIANTEDO 673,5 76,7 11,4% 98,2 14,6% 21,4 28,0% -18,15 -12,9%49 PIATEDA 7.092,7 76,0 1,1% 93,9 1,3% 17,9 23,5% -18,55 -4,7%50 PIURO 8.566,9 56,7 0,7% 66,7 0,8% 9,9 17,5% -4,62 -3,6%51 POGGIRIDENTI 293,2 55,0 18,8% 68,6 23,4% 13,6 24,7% -6,78 -4,2%52 PONTE IN VALTELLINA 6.757,3 71,6 1,1% 84,5 1,3% 12,9 18,0% -16,76 -3,2%53 POSTALESIO 1.069,2 34,8 3,3% 44,0 4,1% 9,2 26,3% -12,46 -7,6%54 PRATA CAMPORTACCIO 2.778,2 101,0 3,6% 117,3 4,2% 16,4 16,2% -15,28 -4,4%55 RASURA 593,7 6,8 1,1% 8,1 1,4% 1,3 18,5% -3,39 -7,5%56 ROGOLO 1.305,0 31,8 2,4% 50,3 3,9% 18,5 58,1% -17,09 -15,1%57 SAMOLACO 4.519,7 166,0 3,7% 197,1 4,4% 31,1 18,7% 6,14 0,6%58 SAN GIACOMO FILIPPO 6.128,4 34,6 0,6% 41,6 0,7% 7,0 20,1% -7,34 -4,4%59 SERNIO 946,8 12,6 1,3% 16,8 1,8% 4,1 32,5% -5,03 -3,1%60 SONDALO 9.548,5 146,0 1,5% 160,4 1,7% 14,4 9,8% -28,47 -3,3%61 SONDRIO 2.060,3 393,8 19,1% 425,3 20,6% 31,5 8,0% -19,97 -3,9%62 SPRIANA 819,1 7,3 0,9% 8,7 1,1% 1,4 19,0% -0,41 -1,9%63 TALAMONA 2.124,4 148,9 7,0% 174,3 8,2% 25,4 17,1% -21,14 -6,3%64 TARTANO 4.779,1 13,2 0,3% 15,1 0,3% 1,8 13,9% 7,98 2,6%65 TEGLIO 11.536,8 228,5 2,0% 279,5 2,4% 51,0 22,3% -118,96 -7,4%66 TIRANO 3.255,7 225,1 6,9% 256,7 7,9% 31,6 14,0% -45,63 -6,2%67 TORRE DI SANTA MARIA 4.471,4 35,4 0,8% 40,3 0,9% 5,0 14,1% -11,52 -7,8%68 TOVO DI SANT`AGATA 1.108,1 22,5 2,0% 34,2 3,1% 11,8 52,3% -6,39 -4,9%69 TRAONA 667,9 76,2 11,4% 110,8 16,6% 34,6 45,4% -31,35 -10,8%70 TRESIVIO 1.488,7 41,5 2,8% 58,9 4,0% 17,4 41,9% -10,46 -3,3%74 VAL MASINO 11.652,9 49,4 0,4% 56,2 0,5% 6,7 13,7% -5,1 -5,1%71 VALDIDENTRO 24.442,1 192,6 0,8% 220,4 0,9% 27,8 14,4% -32,93 -3,2%72 VALDISOTTO 8.821,6 336,8 3,8% 440,1 5,0% 103,3 30,7% -17,73 -2,5%73 VALFURVA 21.445,1 199,9 0,9% 214,5 1,0% 14,6 7,3% -8,55 -0,9%75 VERCEIA 1.160,5 42,0 3,6% 47,2 4,1% 5,3 12,6% 8,48 26,7%76 VERVIO 1.231,5 8,1 0,7% 10,5 0,9% 2,4 29,2% 1 1,1%77 VILLA DI CHIAVENNA 3.268,0 31,9 1,0% 36,3 1,1% 4,4 13,8% -5,35 -4,3%78 VILLA DI TIRANO 2.451,2 104,6 4,3% 134,9 5,5% 30,3 29,0% -32,34 -5,4%

TOTALE 319.713,9 6.934,3 2,2% 8.206,9 2,6% 1.272,6 18,4% -1194,11 -4,7%

SUPERFICIE COMUNALE

INSEDIATO 1999 (ha)

INSEDIATO 1999 (%)

INSEDIATO 2009 (ha)

INSEDIATO 2009 (%)

VARIAZIONE INSEDIATO (ha)

VARIAZIONE INSEDIATO

(%)

VARIAZIONE AGRICOLO

(ha)

VARIAZIONE AGRICOLO

(%)