Montagne e Paesi - Giugno 2012

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Editore: MP & Partners - Direttore Responsabile: Nicola Martinelli - Reg. Tribunale di Bergamo numero 14 dell’8/4/1997 - Anno XVI - N. 6 - GIUGNO 2012 25040 ESINE (Bs) -Via Arca, 9/b tel. 0364.466928 - www.osteopatiacamuna.it OSTEOPATIA - FISIOTERAPIA BIODINAMICA Tel 0364 456536 Uffici ubicati a: Piancogno Edolo Lumezzane Tel 0364 361136 Ambulatori ubicati a: Esine Edolo Martinengo L’ASL continua la campagna di sensibilizzazione per dire stop al tabacco Azione preventiva per una boccata di salute In questi ultimi giorni si è celebrata, come del resto ogni anno, la gior- nata mondiale senza ta- bacco, indetta dall’Or- ganizzazione mondia- le della Sanità. Il tema scelto per questa torna- ta 2012 è quello di de- nunciare le interferenze dell’industria del tabac- co tese ad indebolire la convenzione-quadro a cui hanno aderito ol- tre 170 Paesi nel mon- do. L’accordo vincola i Paesi aderenti a de- gli impegni precisi tesi a proteggere le perso- ne dall’esposizione al fumo, informarle dagli effetti del fumo sulla salute, ma soprattutto aiutare coloro che in- tendono smettere di fumare. La prevenzio- ne del tabagismo è una delle aree di azione del programma “Guada- gnare salute” (rendere facili le scelte salutari), promosse dal Ministero della Salute. Si stima che in Italia si- ano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70.000 alle 83.000 morti l’an- no. L’interruzione dell’abi- tudine al fumo porta al dimezzamento del ri- schio di infarto al mio- cardio già dopo un anno di astensione; dopo 15 anni il rischio diventa pari a quello di un non fumatore. Ma qual è la situazione tra la popo- lazione della Valcamo- nica? (a pagina 2) L’Azienda territoriale promuove diversi progetti per anziani, minori e famiglia, disabili Al servizio della persona L’”Azienda territoriale per i servizi alla Perso- na” di Valcamonica promuove il progetto “So- stegno alla genitorialità problematica”, con il contributo della fondazione “Cariplo”. Il pro- gramma ha l’obiettivo di favorire un sostegno alla famiglia in difficoltà per un recupero delle sue abilità e potenzialità, attraverso la messa in rete degli “attori” locali (famiglie solidali, as- sociazioni di volontariato, ecc.). All’interno di questo progetto è stata promossa una giornata di aggregazione e di solidarietà per le famiglie della Valcamonica. (a pagina 4) Il progetto espositivo è basato sull’utilizzo delle più moderne tecniche multimediali interattive per accompagnare il visitatore in un affascinante viaggio alla scoperta degli antichi Camuni Una grande mostra multimediale per i “Pitoti” L’arte rupestre della Valcamonica, primo sito italiano dichiarato Patrimonio dell’Uma- nità dall’Unesco, sarà protagonista di una grande mostra multi- mediale nell’ambito del “Culture Program- me 2007-2013” dell’U- nione Europea. In ottobre a Milano la prima edizione della mostra che si sposterà poi in Gran Bretagna, Austria ed in altri Pa- esi. A trent’anni dalla pri- ma esposizione, svol- tasi alla Triennale di Milano nel 1982, l’ar- te rupestre della Val- camonica torna alla ri- balta con una grande rassegna multimediale che si svolgerà dal 1° ottobre al 4° novembre 2012. “Pitoti”, questo il tito- lo della esposizione dal termine dialettale con cui in Valcamonica da sempre vengono defi- nite le antiche figure incise nella roccia. (a pagina 8)

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Montagne e Paesi - Giugno 2012

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Editore: MP & Partners - Direttore Responsabile: Nicola Martinelli - Reg. Tribunale di Bergamo numero 14 dell’8/4/1997 - Anno XVI - N. 6 - GIUGNO 2012

25040 ESINE (Bs) -Via Arca, 9/btel. 0364.466928 - www.osteopatiacamuna.it

OSTEOPATIA - FISIOTERAPIABIODINAMICA

Tel 0364 456536Uffici ubicati a:

PiancognoEdolo

Lumezzane

Tel 0364 361136Ambulatori ubicati a:

EsineEdolo

Martinengo

L’ASL continua la campagna di sensibilizzazione per dire stop al tabacco

Azione preventiva per una boccata di salute

In questi ultimi giorni si è celebrata, come del resto ogni anno, la gior-nata mondiale senza ta-bacco, indetta dall’Or-ganizzazione mondia-le della Sanità. Il tema scelto per questa torna-ta 2012 è quello di de-nunciare le interferenze dell’industria del tabac-co tese ad indebolire la convenzione-quadro a cui hanno aderito ol-tre 170 Paesi nel mon-do. L’accordo vincola i Paesi aderenti a de-gli impegni precisi tesi a proteggere le perso-ne dall’esposizione al fumo, informarle dagli effetti del fumo sulla salute, ma soprattutto aiutare coloro che in-tendono smettere di fumare. La prevenzio-ne del tabagismo è una delle aree di azione del programma “Guada-gnare salute” (rendere facili le scelte salutari), promosse dal Ministero della Salute. Si stima che in Italia si-ano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70.000 alle 83.000 morti l’an-no. L’interruzione dell’abi-

tudine al fumo porta al dimezzamento del ri-schio di infarto al mio-cardio già dopo un anno di astensione; dopo 15 anni il rischio diventa

pari a quello di un non fumatore. Ma qual è la situazione tra la popo-lazione della Valcamo-nica?

(a pagina 2)

L’Azienda territoriale promuove diversi progetti per anziani, minori e famiglia, disabili

Al servizio della persona

L’”Azienda territoriale per i servizi alla Perso-na” di Valcamonica promuove il progetto “So-stegno alla genitorialità problematica”, con il contributo della fondazione “Cariplo”. Il pro-gramma ha l’obiettivo di favorire un sostegno alla famiglia in difficoltà per un recupero delle sue abilità e potenzialità, attraverso la messa in rete degli “attori” locali (famiglie solidali, as-sociazioni di volontariato, ecc.). All’interno di questo progetto è stata promossa una giornata di aggregazione e di solidarietà per le famiglie della Valcamonica.

(a pagina 4)

Il progetto espositivo è basato sull’utilizzo delle più moderne tecniche multimediali interattive per accompagnare il visitatore in un affascinante viaggio alla scoperta degli antichi Camuni

Una grande mostramultimediale per i “Pitoti”L’arte rupestre della Valcamonica, primo sito italiano dichiarato Patrimonio dell’Uma-nità dall’Unesco, sarà protagonista di una grande mostra multi-mediale nell’ambito del “Culture Program-me 2007-2013” dell’U-nione Europea. In ottobre a Milano la prima edizione della mostra che si sposterà poi in Gran Bretagna, Austria ed in altri Pa-esi.A trent’anni dalla pri-ma esposizione, svol-tasi alla Triennale di Milano nel 1982, l’ar-te rupestre della Val-camonica torna alla ri-balta con una grande rassegna multimediale che si svolgerà dal 1° ottobre al 4° novembre 2012.“Pitoti”, questo il tito-lo della esposizione dal termine dialettale con cui in Valcamonica da sempre vengono defi-nite le antiche figure incise nella roccia.

(a pagina 8)

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L’ASL continua la campagna di sensibilizzazione per dire stop al tabacco

Azione preventiva per una boccata di salute

In questi ultimi giorni si è celebrata, come del resto ogni anno, la gior-nata mondiale senza ta-bacco, indetta dall’Or-ganizzazione mondia-le della Sanità. Il tema scelto per questa torna-ta 2012 è quello di de-nunciare le interferen-ze dell’industria del ta-bacco tese ad indebolire la convenzione-quadro a cui hanno aderito ol-tre 170 Paesi nel mon-do. L’accordo vincola i Paesi aderenti a de-gli impegni precisi tesi a proteggere le perso-ne dall’esposizione al fumo, informarle dagli effetti del fumo sulla sa-lute, ma soprattutto aiu-tare coloro che inten-dono smettere di fuma-re. La prevenzione del tabagismo è una delle aree di azione del pro-gramma “Guadagnare salute” (rendere facili le scelte salutari), promos-se dal Ministero della Salute. Il programma punta sull’intersettoria-lità, ossia sul coinvol-gimento attivo di tutti i possibili presenti su un territorio, non solo con interventi sugli indivi-dui, ma con strategie coordinate tra respon-sabilità diverse, che fa-voriscano nelle persone scelte di vita salutare. Molte sono state in que-sti anni le attività, ma dall’indagine “Doxa” presentata nel 2011 il numero degli italiani che fuma non accenna a diminuire. Nel cor-so del XX secolo cento milioni di persone sono

morte a causa del fumo. Il maggior numero di morti attribuite al fumo passivo è causato dagli infarti, dalle infezioni respiratorie tra i bam-bini e l’asma tra adulti. Le morti e le malattie fumo-correlate sono in-teramente prevedibili e prevenibili: si conosce infatti esattamente cosa provoca l’uso di tabac-co. Si stima che in Ita-lia siano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70.000 alle 83.000 mor-ti l’anno. Il tabacco è causa nota, o probabile di alme-no 25 malattie (bronco pneumopatie croniche ostruttive, cancro del polmone, cardiopatie, vasculopatie. L’interruzione dell’abi-tudine al fumo porta al dimezzamento del ri-schio di infarto al mio-cardio già dopo un anno di astensione; dopo 15 anni il rischio diventa pari a quello di un non fumatore. Ma qual è la situazione tra la popola-zione della Valcamoni-ca? Nel periodo 2009-2011 i tassi grezzi di incidenza di neoplasie sono andati progressi-vamente diminuendo, in quanto il numero totale verificatesi nella valla-ta dell’Oglio nel 2009 è passato da 1337 casi a 1318 nel 2011, con un tasso di incidenza che è passato per i maschi dal 15% al 12%, mentre per le femmine è dal 6% al 5%. Nel periodo dal 2008 al 2011, in specifi-co, per il tumore al pol-

mone si è passati nelle femmine da 29 casi nel 2008 a 37 casi nel 2009, a 36 nel 2011, mentre per i maschi si è passati da 116 nel 2008, a 112 nel 2009, a 99 nel 2010, sino ad 85 nel 2011. Per quanto riguarda la mortalità per neopla-sia nel periodo 2002-2009 i tassi grezzi in-dicano una diminuzio-ne della mortalità per tutte le cause, sia nei maschi che nelle fem-mine, mentre il tumore del polmone incide nei maschi per il 25% del-le morti neoplastiche (dove si colloca al 1° posto, seguito dal tumo-re al fegato). Si osserva comunque un aumento di mortalità per il tumo-re del fegato in entrambi i sessi ed un aumento di mortalità per tumore del polmone nelle femmine dove incide per il 20% sul totale delle mor-ti da neoplasia (3° po-sto dopo il tumore alla mammella ed allo sto-maco). Relativamente ad altre patologie corre-late al fumo di tabacco, l’analisi epidemiologi-ca locale evidenzia che i cardiovasculopatici in Valcamonica sono in aumento, essendo pas-sati da 15.557 nel 2009 a 15.848 nel 2010, fino a giungere al numero di 16.234 del 2011, con ciò confermando quin-di l’importanza di un’a-zione preventiva ancora più forte per combatte-re tale fattore di rischio cardiovascolare.

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Polizza contro i danni e cessione a titolo gratuito di appositerecinzioni elettrificate a protezione dei greggi

L’orso sceglie le Orobie Nelle ultime settimane l’orso è ricomparso sulle Orobie lombarde. Dap-prima in Val Camonica e poi in Val di Scalve ed in Val Brembana, dove ha lasciato tracce del suo passaggio, sbranato capre e minacciato greggi di agnelli. Si tratta probabilmente dello stesso esemplare già avvistato in Trentino. Negli ultimi anni, data la sempre maggiore frequentazione del-le nostre montagne da parte degli esemplari di orso, Regione Lombardia ha attivato una polizza assicurativa a copertura dei danni provocati a cose e animali. Ma queste è solo una delle iniziative volte a tutelare sia questo animale che le sue prede e il territorio.Dal 2010 Regione Lombardia, grazie alla collaborazione con Corpo Fore-stale dello Stato, Polizie locali provinciali e Parchi territorialmente interes-sati, sta attivamente lavorando per la gestione delle situazioni che di volta in volta si presentano sul territorio. Nelle ultime settimane quindi sono stati raccolti e inviati al laboratorio di analisi alcuni campioni di materiale bio-logico ritrovato nei luoghi di presenza dell’orso. Ciò permetterà di capire se l’orso presente in Lombardia è tra quelli già rilevati sul territorio regio-nale o se si tratti di un nuovo individuo.Intanto proseguono le attività di formazione del personale e di elaborazione di protocolli operativi previste dal Progetto Life Arctos che consentiranno a Regione Lombardia di provvedere alla tutela dell’orso bruno in maniera efficace evitando l’insorgere di conflitti con la presenza delle attività antro-piche. A tal proposito il progetto Life prevede la cessione a titolo gratuito di apposite recinzioni elettrificate - a protezione dei greggi - che possono essere richieste attraverso il sito web (www.life-arctos.it/).

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3www.montagneepaesi.it Montagne & Paesi

La giornata viene celebrata in tutta Europa con numerose attività ed iniziative

Anche il Parco dell’Adamello aderisce alla giornata Europea

Si festeggia la “Giornata europea dei Parchi” e si rinnova l’iniziativa del-la Federazione europea dei Parchi (Europarc), per ricordare il giorno in cui, nell’anno 1909, ven-ne istituito in Svezia il primo Parco naturale eu-ropeo. La giornata viene celebrata in tutta Europa con numerose attività ed iniziative. Anche nella Regione Lombardia ed in Valcamonica i festeggia-menti si dilatano copren-do tutta la fine di maggio con numerose attività ed iniziative. Il direttore del Parco dell’Adamello, Da-rio Furlanetto ha redat-to un comunicato stam-pa nel quale viene offer-to un ricco programma di incontri, escursioni, mo-stre ed attività ambien-tali proposte dai singoli enti gestori. Per informa-zioni dettagliate in me-rito si consiglia di visi-tare www.europarc.org/whats-on/european-day-of-park. Il Parco dell’A-damello camuno, insieme ad altre venti aree protet-te, ha aderito al progetto di multi visione “Per le Alpi”, promosso da “Al-parc”, la rete delle aree protette alpine che riuni-sce dal 1995 più di 900 aree protette delle Alpi. Si tratta di un filmato che, attraversando emozionan-ti immagini di paesaggi, culture, ambienti di vita, diversità biologica, vuole sensibilizzare l’opinione pubblica alla valorizza-zione ed alla difesa del patrimonio naturale, ter-ritoriale e culturale del-le Alpi. Il filmato “Per le Alpi” rappresenta una te-stimonianza sensibile ed estetica e getta le basi per un dialogo fra gli attori, i

gestori ed i visitatori dei luoghi alpini, offrendo al tempo stesso un formi-dabile viaggio attraver-so natura e cultura delle Alpi: viaggio dalle cime selvagge ai luoghi abitati, viaggio dall’Est all’Ovest e dal Nord al Sud, in cui lo spettatore è virtualmente trasportato dalle mutevoli correnti del vento. La re-alizzazione del documen-to è di Alex Rowbotham. Intanto si sta organizzan-do la “Fiera della sosteni-bilità nella natura alpina”. La Comunità montana di Valcamonica, ente gesto-re del Parco dell’Adamel-lo, ha previsto nel pro-gramma dell’anno 2012 di organizzare una “Fie-ra della sostenibilità nella natura alpina, con il fine di aggregare enti, perso-ne ed energie proiettando-le verso comuni obiettivi di valorizzazione del ter-ritorio. La “Fiera” si concretiz-zerà in una serie di even-ti ludici ed attraverso la presentazione di espe-rienze di lavoro, di cultu-ra e di servizio, accumu-nati da un unico termine; sostenibilità. “Sostenere” significa tenere qualco-sa, o qualcuno solleva-ti, sopportandone il peso e significa anche rinfor-zare, aiutare, difendere e dare appoggio, accudire e nutrire. “Consumare” si-gnifica ridurre al nulla e finire un bene con l’uso, logorare, dissipare, sfrut-tare. E’partendo dalla co-

noscenza e dal significato dei due verbi e riflettendo sul loro valore che nasce l’idea della “Fiera”. Nel panorama del continente europeo, la relativa mar-

ginalità delle Alpi, men-tre le ha rese fragile preda di sistemi economici più forti, le ha anche difese dall’omologazione con-sumistica sottesa a quei

sistemi. Se la “società dei consumi” non ha fu-turo, come stanno dimo-strando le ricorrenti crisi economiche e finanziarie, allora è necessario prova-re a costruire un sistema sociale che sappia aiuta-re, accudire, rinforzare, nutrire uomini e natura e non logorare, dissipa-re e sfruttare popolazio-ni ed ecosistemi. Nelle Alpi, così come in mol-

ti luoghi “marginali” del nostro continente, le pra-tiche della sostenibilità, seppur ridotte, non hanno mai cessato di esistere. Per tale motivo le Alpi oggi possono, devono di-ventare luogo di speri-mentazione e di convinta ricerca di una società che sappia fare della “sosteni-bilità” (sociale, economi-ca, ambientale) il proprio perno.

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Non saranno certo alcu-ni limitati gesti di “scia-callaggio” a fermare la forza d’urto dell’inizia-tiva promossa da alcu-ni genitori di ragazzi disabili che si sono po-sti come obiettivo l’ac-quisto di un pulmino at-trezzato per il trasporto dei figli in carrozzella.Il furto di una casset-tina per la raccolta dei fondi necessari per rag-giungere l’obiettivo, se in un primo momento ha fatto crescere la rab-bia e la costernazione, ha accresciuto la deter-minazione di quanti si sono fin qui impegnati che hanno raccolto la solidarietà della popo-lazione. Oltre al risultato con-creto, che si manifesta attraverso le offerte che singoli cittadini o As-sociazioni operanti sul territorio, pare che l’i-niziativa abbia toccato le corde anche del fron-te politico-amministra-tivo e novità sono atte-se proprio nel corso di questo mese Ricordiamo ai nostri

lettori che la vicenda ebbe inizio alcuni mesi fa, quando i genitori, stanchi delle continue interruzioni del servi-zio di trasporto comin-ciarono il loro pressing nei confronti della Co-operativa che gestisce il CDD di Sovere e la Comunità Montana dei Laghi cui la struttura fa riferimento. Verificata l’indisponi-bilità a venire incontro alle loro richiest, i ge-nitori si sono messi in gioco in una sfida che ai più è apparsa parti-colarmente azzardata dato l’elevato costo del mezzo che deve essere acquistato. Dall’altro lato, la deter-minazione dei genitori sottolinea come i loro appelli si siano smarriti nel nulla nonostante le loro preoccupazioni si-ano state suffragate da un incidente verificato-si nel corso del mese di febbraio che più di ogni altro ha messo a nudo la vetustà del mezzo di trasporto ormai a fine carriera.

La sfida continua e, sia-mo sicuri, nei prossimi mesi – grazie alla colla-borazione e al contribu-to di molti – il risultato potrà essere raggiunto con la soddisfazione di tutti.Intanto pubblichiamo l’elenco delle offerte pervenute e della rac-colta in occasione di manifestazioni promos-se dall’attivissima As-sociazione.

Continua la raccolta delle offerte per centrare il traguardo dell’acquisto di un mezzo attrezzato

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www.montagneepaesi.it4 Montagne & Paesi

L’Azienda territoriale promuove diversi progetti per anziani, minori e famiglia, disabili

Al servizio della personaL’”Azienda territoria-le per i servizi alla Per-sona” di Valcamonica promuove il progetto “Sostegno alla genito-rialità problematica”, con il contributo della fondazione “Cariplo”. Il programma ha l’o-biettivo di favorire un sostegno alla famiglia in difficoltà per un re-cupero delle sue abilità e potenzialità, attraver-so la messa in rete de-gli “attori” locali (fa-miglie solidali, asso-ciazioni di volontaria-to, ecc.). All’interno di questo progetto è stata promossa una giorna-ta di aggregazione e di solidarietà per le fami-glie della Valcamonica. L’evento è stato orga-nizzato in collaborazio-ne con la parrocchia di Corna di Darfo Boario Terme. Genitori e figli insieme hanno avuto la possibilità di assistere allo spettacolo di bu-rattini creato e narrato dagli artisti di “Presti-ge”, il paese delle me-raviglie. La rappresen-tazione racconta l’av-ventura di due famiglie che si trovano ad af-frontare simpatiche pe-ripezie, le quali saran-no superate solamente con il contributo di tutti i componenti dei nuclei familiari. Poi è stato

proiettato il video “Con Noi”, che ha presenta-to il progetto promosso dall’Azienda. A seguire i giochi di squadra con-dotti dagli stessi arti-sti che hanno dato vita ad una sorta di “Giochi senza frontiere”, o me-glio a “Famiglie sen-

za frontiere”. Le fami-glie hanno avuto modo di sperimentare in pri-ma persona valori qua-li la fiducia, l’aiuto re-ciproco, il rispetto ed il gioco di squadra; valo-ri che il progetto “Con Noi” desidera riscopri-re e promuovere all’in-

terno della comunità locale. L’Azienda offre con questa operazione uno spazio d’incontro, di ascolto e di consu-lenza per le famiglie. Le finalità: il sostegno alla famiglia in difficol-tà affinchè, attraverso l’aiuto di altre famiglie possa prendersi cura ed educare i propri fi-gli con maggior con-sapevolezza. Cosa of-fre in pratica l’Azien-da? Consulenza per famiglie in difficoltà; consulenza per fami-glie solidali; consulen-za per associazioni ed istituzioni; consulen-za per gruppi di soste-gno. L’Azienda che ha sede in Breno dispone di risorse professiona-li (psicologo, assisten-te sociale, psicopeda-gogista) a disposizione presso la sede di Breno (piazza Tassara, 3), o presso le sedi territoria-li di Edolo (via Marco-ni, 59), di Darfo Boario Terme (via Barbolini, 4), di Pisogne (via Val-lecamonica, 2). E’ for-se il caso di ricordare – e pensiamo ne valga

la pena - che l’area di intervento dell’Azienda copre tre ambiti temati-ci: anziani, minori e fa-miglia, disabili. Per gli anziani c’è un servizio di assistenza domicilia-re (Sad) ed il Telesoc-corso (servizio telefo-nico). Per i minori e la famiglia c’è il servizio tutela, quello degli af-fidi, quello per bambi-ni-genitori coinvolti in vicende di separazio-ne o divorzio-conflit-tuali. Per i disabili: co-munità socio-sanitaria; centro diurno disabili; centro socio-educati-vo; servizio di forma-zione all’autonomia; assistenza specialisti-ca; servizio di sostegno domiciliare; assisten-za domiciliare educati-va; servizi di assistenza domiciliare. L’azienda, presieduta da Giacomo Lanzini è costituita da

36 Comuni valligiani, dalla Comunità monta-na di Valcamonica, dal Consorzio Bim per un totale di 70.761 abitan-ti, orientata alla “go-vernance” delle politi-che sociali ed all’ero-gazione di servizi alla Persona. Svolge servizi socio-assistenziali, so-cio-sanitari integrati e, più in generale, servi-zi alla Persona a preva-lente carattere sociale con precedenza per le attività di competenza istituzionale degli enti consorziati, ivi compre-si interventi di forma-zione e di orientamento concernenti le attività, o aventi finalità di pro-mozione sociale dei cit-tadini del proprio terri-torio. Rappresenta uno strumento individuato dai Comuni per l’eser-cizio delle politiche so-ciali in forma associata.

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(protusione ernie discal)

Commercio premiati dalla Regione 70 negozi storici

La tabaccheria più antica della Lombardia, che vanta 239 anni di attività, è la Tabaccheria Pagani e si trova a Villongo dove opera dal 1773. Lo si è scoperto durante la premiazione dei 70 negozi storici della regione Gli esercizi storici, si distinguono in attività storiche (che possono certificare la continuità nel tempo dell’i-dentità dell’insegna e dell’attività) negozi storici (ol-tre a certificare la storicità della propria attività, hanno una collocazione architettonica, artistica e decorativa di pregio e attrezzature storiche tipiche e di assoluto rilie-vo), insegne storiche e di tradizione (sono collocati in contesti di storica ambientazione e rappresentano per la società veri e propri punti di riferimento nell’identità delle città lombarde) e locali storici (stesse caratteri-stiche dei negozi storici ma dedicati alla ristorazione e somministrazione di bevande).Nel corso della cerimonia che ha avuto luogo presso la sede della Regione sono state premiate anche altre attività che operano sul nostro territorio. Tra parentesi l’anno di inizio attività.Albergo Ristorante Miralago Bossico (1949), Formag-gi Giudici Clusone (1952), Ferramenta e Casalinghi Domenico Santus Gromo (1915), Casa dello scampo-lo Darfo Boario Terme (1952), Bar Americana Edolo (1910), Bonomelli Cereali e legumi Rovato (1904), Macelleria equina Pelleri Rovato (1946);

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,Cresce la domanda di sostegno. La Caritas in prima linea

Sul fronte anticrisi si mobilitano le Associazioni del Volontariato socialeIn questi ultimi due anni di cui conosciamo la grave si-tuazione economica diffu-sa fra singoli e famiglie, sta trovando sempre più spazio l’intervento di Associazioni caritative e del sociale.In particolare nei centri ur-bani è aumentata a dismi-sura la richiesta di aiuti di ogni tipo in particolare per disoccupazione, mancanza

di risorse per coprire affit-ti e bollette, ma anche solo per fornitura di alimenti e vestiario. Come affermano i volontari della “Caritas” , se la richiesta prevale per lo più fra gli stranieri, negli ultimi mesi aumenta anche per per-sone sole, anziani, famiglie. Una grossa fetta degli inter-venti spetta alle associazioni

della Caritas, presente con maggiore visibilità in cit-tà, ma anche in alcuni pa-esi della provincia accanto e in collaborazione con ad altre Associazioni come i Centri di aiuto alla vita , la San Vincenzo, i Centri Ita-liani Femminili e con il so-stegno di Enti pubblici e pri-vati. Per segnalare qualche dato:in due anni la Caritas

della Diocesi bergamasca ha aiutato più di 2500 fami-glie private da reddito da la-voro, lavoratori al termine della Cassa Integrazione fra cui il 25% degli assistiti è italiano. La creazione di un “Fondo- famiglia”viene in-contro a circa 700 famiglie, che si affiancano a quelle degli emarginati più gravi, i senza tetto, anziani privi di

risorse. L’aiuto offerto dai volontari si espleta secondo tre modalità: il pagamento delle bollette, distribuzio-ne di “Buoni alimentari”, un microcredito per le rate del mutuo o affitto, ma an-che con interventi per l’as-sunzione dei senza lavoro presso Cooperative o impre-se artigiane con un contribu-to di 9.000 euro. Per i senza tetto, è un’emergenza in più a causa dell’aumento nu-merico salito da 400 a 600. Anche nell’Alto Sebino la “Caritas” è presente e molto attiva da parecchi anni: ope-ra in collaborazione all’As-sociazione Volontari Aiut

oExtracomunitari”(A.V.A.E.) nonché con il Centro di Aiuto alla Vita di zona, che attualmente ha in carico più di 90 madri e rispettivi bam-bini. Una ventina i volonta-ri della Caritas Parrocchiale di Lovere che in più giorni della settimana si prodigano per la distribuzione di ali-menti, vestiario, mobili per l’arredamento, disponendo di un furgone offerto, per il trasporto. Supportano inol-tre l’Amministrazione co-munale nell’allestimento di pacchi-spesa a cittadini bi-sognosi del luogo. L’aiuto viene fornito anche a per-sone provenienti dai paesi limitrofi e agli stranieri per il pagamento di utenze e af-fitti, fogli di richieste di la-voro e informazioni per l’in-tegrazione sociale. Maggiori difficoltà si riscontrano per procurare un lavoro o una casa. Per quanto riguarda la Caritas di Valle Camonica con sede a Darfo, c’è da se-gnalare un’organizzazione veramente notevole grazie a numerosi volontari e soste-nitori con la sapiente guida di don Danilo Vezzoli che ha incrementato una serie di iniziative in molti settori fra cui la possibilità di allog-gio per persone bisognose di tutto.Un’altra benemerita Asso-ciazione che offre importan-ti apporti è quella della “San Vincenzo” presente a Ber-gamo e provincia da mol-ti anni, con 89 Confraterni-te di cui 27 nel capoluogo con un migliaio di aderenti. Nel 2011 la Società ha soc-corso 6732 persone e 1495 famiglie, fra cui i così det-ti “nuovi poveri”quali padri separati e anziani soli.

R.Belotti

I giovanissimi si sono classificati primi al Concorso Nazionale “Bacchetta d’Oro”

Il Corpo Musicale e la Banda Junior di Costa Volpino premiati a Fiuggi

Ancora un’affermazione per il Corpo Musicale di Costa Volpino per il primo posto conseguito al Concorso na-zionale “La Bacchetta d’O-ro” di Fiuggi con sezione speciale delle Bande Giova-nili Europee. La XIVa Edizione di que-sto Concorso organizzato dall’Unione Nazionale Cio-ciara, ha visto la partecipa-zione di dodici Bande e di due sezioni Junior, fra cui quella di Costa Volpino ri-sultata vincitrice. Il Corpo Musicale di Costa Volpino fin dal lontano 1925 ha man-tenuto una lunga tradizione di impegno accompagnato da esiti positivi e successi brillanti con un buon nume-ro di elementi, cui si aggiun-gono una trentina di giovani alunni della Junior, fondata nel 1984 per una preparazio-

ne propedeutica all’ingres-so della Banda vera e pro-pria. Il percorso per gradi che parte dalla “Mini Band” per più piccoli alla “ Musica d’insieme” fino alla Junior è la strategia utilizzata da in-segnanti preparati per perfe-zionare sempre meglio l’ap-prendimento della musica strumentale e le conseguen-ti esibizioni d’insieme, che poi portano spesso a risultati imprevisti. La Banda Junior ha già al suo attivo una vittoria nel 2002 al Concorso nazionale di Cascina (Pisa) e la parte-cipazione a varie manifesta-zioni riservate alla sezione. Attualmente conta una tren-tina di elementi che, come dimostrato, hanno buone credenziali per un prossimo inserimento nella Banda che a sua volta necessita di

continuo ricambio: questo grazie all’ottima guida del Mo. Massimo Bergamini , che è pure condirettore ar-tistico/musicale della Banda di S.Vittore di Gaverina Ter-me oltre che eccellente cla-rinettista. In occasione del Concorso di Fiuggi la buona prepara-zione dei giovani ha ottenu-to un vero trionfo per l’otti-ma esecuzione dei brani de-signati: sui loro volti si leg-geva la soddisfazione per il traguardo raggiunto insieme al loro insegnante, e la gioia esplosa poi in un’allegra se-rata all’aperto e a un sereno- seppur lungo-viaggio di ri-torno. Il tutto condiviso con i componenti della Banda maggiore, da anni avvezza a simili trionfi, fra cui la vit-toria in molti Concorsi quali ad esempio:

“Poesia e Musica” nel 1986 a Bergamo, esibizioni mol-to apprezzate in Svizzera e Germania; nel 2001 il primo Premio nel Concorso Inter-nazionale “Flicorno d’Oro “, nel 2004 in quello “Città di Ghedi”, in Valle d’Aosta e altri ancora sempre con buoni risultati. Nel 2000 in occasione del 75° di fon-dazione incide il CD dal ti-tolo: “ Corpo Musicale di Costa Volpino in Concerto”.Nel 2002 e 2006 organizza un Corso di Direzione, met-tendosi a disposizione dei Maestri per le lezioni prati-che di direzione: sta inoltre organizzando l’XIa edizio-ne del Concorso Nazionale per Bande Giovanili in pro-gramma per Marzo 2013. Alla base di tante iniziative e di tanti notevoli successi ci sta senza dubbio l’esperta guida di Direttori eccellenti a partire dal primo Maestro Angelo Bertoni cui è stata intitolata la nuova piazza di Volpino; a seguire Giovan-

ni Cristinelli, Giacomo San-galli fino agli attuali Maestri Paolo Bettoli e Giuseppe Martinelli, esperti musicisti, richiesti come direttori an-che di altri complessi (Bien-no e Castelfranco) che han-no passo passo portato con solerte costanza e grande entusiasmo il Corpo Bandi-stico a livelli sempre più alti per qualità, organizzazione e capacità aggregativa.La “Bacchetta d’Oro” me-ritatamente conseguita, ag-giunge un ulteriore tassello al repertorio di premiazioni già conseguito negli anni, quale conferma e orgoglio della già affermata realiz-zazione di questo vivace e intraprendente Complesso MusicaleParticolare elogio per la per-fetta organizzazione logisti-ca attuata, merita il nuovo Presidente Mauro Zendra, succeduto di recente al be-nemerito Pietro Martinelli in carica da molti anni.

R.Belotti

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Un lontano parente ha compilato un bel volume che ricostruisce la vita di questa singolare figura

Ricordo di Don Battista FanettiGiovanni Battista Fanet-ti (1912-1997), figlio di Do-menico e di Costantina Angela Adamini, secondo di sei fratel-li, nasce a Sellero il 21 dicem-bre 1912. Il padre è alle dipen-denze della S.N.F.T., la società romana che gestisce la nuova linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo. Nel 1921 Domenico è promosso capostazione a Ca-stegnato. Dopo le prime quat-tro classi delle Elementari, Bat-tista entra all’Istituto “Arici” di Brescia. Nell’autunno 1924, con decisione autonoma, ac-cede al seminario diocesano. Il 21 settembre 1935 viene or-dinato sacerdote a soli 22 anni da mons. Giacinto Tredici. La prima destinazione del “novel-lo” è Breno. Oggi, a 15 anni dalla morte, Giacomo Fanetti (un lontano parente di don Bat-tista) ha compilato un bel volu-me (edito dalla Tip. Camuna di Breno) che ricostruisce la vita di questa singolare figura. Ad incontrarlo alla stazione ferro-viaria solo due chierichetti in borghese (Andrea Martinazzi ed Eugenio Putelli), mandati dal parroco mons. Stefano Re-gazzoli, un sant’uomo, ma an-che un montanaro abbastanza rude, poco avvezzo a smance-rie. Presto il nuovo coadiutore conquista i cuori dei ragazzi e dei giovani brenesi. L’educa-zione e la formazione della gio-ventù, particolarmente quella maschile, stava molto a cuore al parroco. Le ragazze erano

in qualche modo seguite dal-le Suore del Sacro Cuore (nel convento-convitto ove ora sono le Suore Messicane); i maschi risultavano invece un po’ ab-bandonati a sé, anche se esiste-va un secondo curato (don Car-lo Erlocchi) non più giovane ed abbastanza acciaccato e c’era in più don Pietro Laini, organista del duomo, musicista insigne, compositore ed esecutore rino-mato. Interessante il ricordo del giornalista, scrittore e politico Ettore Masina (Breno 1928-vi-vente), attualmente residente a Roma: “Piccolo, irrequieto, sempre sorridente, quello che fu subito chiamato “cüradì”, riuscì a me, come a moltissimi altri, simpatico. La sua predica-zione aveva note di freschezza giovanile che certo mancava ai suoi colleghi. Don Battista fu il prete che mi preparò all’incan-to della prima comunione. Ri-cordo che lo ascoltavamo con emozione, una quindicina di ragazzetti in un seminterrato della casa parrocchiale”. Anche don Lino Ertani era tra quei ra-gazzi e giovani che conobbe-ro da vicino don Fanetti: “Ai pì ghi de pensàga u (ai ragaz-zi dovete pensarci voi) gli disse subito il parroco e don Battista cominciò ad avvicinare quel-la torma di scatenati, cresciuti senza troppe norme di galateo e quasi digiuni di principi religio-si. Organizzò il piccolo clero, insegnando a parecchi a servire la messa che allora comportava

una qualche cerimonia non fa-cile e l’apprendimento di molte risposte al celebrante in forma latina. Con l’aiuto di don Lai-ni formò un gruppetto di can-tori che ogni domenica canta-va la messa ‘de Angelis’ dalla cantoria, organizzò la prime scuola di catechismo secondo il metodo moderno del Piova-nelli. Non c’era allora nessun tipo di oratorio maschile; don Battista chiese di poter utiliz-zare l’ambiente dell’Asilo in-fantile (oggi centro “Celeri”) e qui, con la preziosa collabora-zione delle suore Dorotee e di alcuni insegnanti, organizzò il catechismo a forma di scuola, classe per classe. Una novità per allora: don Battista non di-sdegnava di giocare a biglie, né rincorrere chi fuggiva nei vari giochi di rincorsa. I ragazzi gli si affezionarono e dimostrarono docilità alle sue direttive. Incre-mentò l’usanza della confessio-ne e comunione al primo ve-nerdì del mese, insegnò a fare i ‘fioretti’ specialmente in Qua-resima, rinunciando a qualche cosa di piacevole per ricordar-si di chi era più sfortunato, ma anche per educare alla rinuncia al proprio io. In occasione della visita pastorale di mons. Tredi-ci a Breno, del 22 e 23 maggio 1943, il parroco Regazzoli tut-tavia si lamenta, dichiarandosi insoddisfatto per il fatto che: “E’ stata trascurata la gioventù maschile per mancanza di loca-li e di coadiutori adatti che se

ne interessassero”. E da questo documento ufficiale emerge il rapporto tra parroco e curato. Ed è forse anche per questo che don Battista agisce in modo che le cose precipitino, chieden-do al vescovo – all’insaputa di mons. Regazzoli – di optare per la prima linea, cioè di “arruo-larsi” tra i cappellani militari. Una breve permanenza in Alba-nia, presso un ospedale da cam-po, poi l’8 settembre, l’armisti-zio, e “tutti a casa”. Ritornato a Brescia, viene assegnato come curato alla parrocchia del duo-mo. Dai tempi di Breno il no-stro uomo è amico di Giacomo Cappellini, poi conosce Luigi Ercoli e diviene anch’egli un “resistente” impegnato ed atti-vo. Viene arrestato, però riesce a cavarsela. Nel dopoguerra è nominato Mansionario del ca-pitolo della cattedrale. In segui-to però purtroppo, indesiderata ed inaspettata giunge la malat-tia. Si tratta di tubercolosi, in-fermità che venne guarita in una casa di cura sul Garda. Dal 1951 al 1963 ricopre l’incarico di cappellano presso l’ospeda-le sant’Orsola (Fatebenefratel-li) di Brescia. Il 29 novembre 1959 viene nominato assistente del Centro volontari della sof-ferenza, quindi diventa cappel-lano presso l’Istituto “don Mi-lani” per i ciechi. Alla fine don Battista Fanetti scopre Megno, frazione di Corteno Golgi, ove trova alloggio nella vecchia ca-nonica.

Nasce a Costa Volpino il primo Juventus Club

Sabato 9 giugno si terrà l’inaugurazione presso la Sala Biliardo di Via Cesare Battisti ed in contemporanea avrà luogo l’apertura della campagna tesseramento. “Questo Juventus Club – affermano i promotori – vuole essere per tutti i tifosi bianconeri una seconda casa, un luogo dove tutti manifestiamo la stessa fede bianconera”. Sarà possibile assistere in diretta a tutte le partite che vedranno impegnata la Juventus (Campionato, Champions, Coppa Italia), acqui-stare i biglietti delle partite che si disputano allo Juventus Stadium, organizzare compleanni a tema (ovviamente bianconeri) e partecipare all’organizzazione della giornata da svolgere presso il ritiro estivo in programma nel mese di luglio. Il Club sarà aperto dal lunedi al saba-to dalle 14,30 alle 19,00 mentre nei giorni e negli orari in cui gioca la Juve il Club è sempre aperto.

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Stanno per scadere i termini di consegna degli elaborati

Concorso per la realizzazione del piano di comunicazione del Museo Nazionale della Preistoria della Valcamonica (sito Unesco)

Il Distretto Culturale di Valcamonica, in collabo-razione con il Ministe-ro per i Beni e le Attività Culturali presenta il con-corso per l’ideazione e la progettazione del piano di identità visiva e di comu-nicazione del Museo Na-zionale della Preistoria della Valcamonica (sito Unesco). Il Ministero già detto sta completando i lavori di realizzazione, nel Comune di Capo di Ponte, del Museo nazio-nale della Preistoria del-

la Valcamonica con la fi-nalità di conservare, va-lorizzare e permettere la fruizione consapevole dell’ingente patrimonio di reperti, materiali, do-cumenti frutto di decenni di attività di scavo e di ri-

cerca sul territorio. Colla-borano fattivamente a tale realizzazione, operata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per la Lombardia e dalla Dire-zione regionale per i beni culturali e paesaggistici

della Lombardia, il Grup-po istituzionale di coor-dinamento e il Distretto Culturale di Valcamoni-ca, che sta operando con il sostegno finanziario della Fondazione “Cari-plo” per la promozione di processi di sviluppo loca-le attraverso un articolato programma di interventi sul territorio. La conclu-sione dei lavori per la re-alizzazione del Museo è prevista entro fine anno 2012. In tale contesto il Distretto Culturale indi-

ce un bando di concorso finalizzato all’ideazione e progettazione del Piano di identità visiva e di co-municazione del Museo, che indichi il marchio-logotipo dell’istituzione, l’immagine coordinata e la declinazione di tale immagine attraverso al-cuni prodotti divulgativi e di “merchandising”. Il piano di identità visiva è composto dal marchio-lo-go; il piano di immagine coordinata verrà inseri-to nel catalogo del Mu-seo, nei pieghevoli infor-mativi, nei manifesti per iniziative culturali, nella piccola guida didattica. Il piano di comunicazio-ne sarà attuato attraverso azioni tradizionali ed in-novative, con particola-re attenzione alla diffusi-vità ed economicità del-le azioni. E’ prevista una campagna di comunica-zione nel contesto territo-riale almeno regionale ed un catalogo di “gadget” di oggetti promozionali del Museo. La presentazio-ne degli elaborati: entro giugno 2012. Al proget-to vincitore un premio di euro 5.000. Il bando può essere ritirato direttamen-te presso il Distretto Cul-turale a Capo di Ponte. In-formazioni sul sito “inter-net” www.vallecamoni-cacultura.it. Collaborano: la Soprintendenza regio-nale, la Regione, la Fon-dazione “Cariplo”, con un articolato programma di interventi. La parte-

cipazione al concorso è aperta: a società e/o studi di grafica, “design”, pub-blicità, comunicazione; a grafici, “designer”, ed ar-chitetti che esercitano at-tività professionale, sia come dipendenti di studi ed agenzie, sia come di-pendenti di aziende, enti ed istituzioni; a laureati/diplomati presso scuole di formazione post-diplo-ma o di livello universi-tario (pubbliche e priva-te) di grafica “design” o comunicazione relative a: comunicazione visiva, pubblicità, belle arti, ar-chitettura, beni culturali. La commissione tecnica di valutazione dei proget-ti presentati che dovrà se-lezionare il vincitore del concorso sarà composta da esperti del settore delle arti grafiche, “designers” e docenti universitari no-minati dal Distretto cul-turale di Valcamonica. La commissione sarà presie-duta da un membro indi-cato dalla Soprintenden-za per i beni archeologici della Lombardia. La va-lutazione delle proposte verrà attuata in base ai se-guenti parametri: coeren-za rispetto alla tipologia ed alle caratteristiche del museo e del suo allesti-mento; innovatività delle proposte che valorizzino i linguaggi e gli strumenti di interattività e multime-dialità; sostenibilità eco-nomico-finanziaria degli interventi previsti.

Il progetto espositivo è basato sull’utilizzo delle più moderne tecniche multimediali interattive per accompagnare il visitatore in un

affascinante viaggio alla scoperta degli antichi Camuni

Una grande mostra multimediale per i “Pitoti”L’arte rupestre della Val-camonica, primo sito ita-liano dichiarato Patrimo-nio dell’Umanità dall’U-nesco, sarà protagoni-sta di una grande mostra multimediale nell’ambito del “Culture Programme 2007-2013” dell’Unio-ne Europea. In ottobre a Milano la prima edizione della mostra che si spo-sterà poi in Gran Breta-gna, Austria ed in altri Paesi. A trent’anni dalla prima esposizione, svoltasi alla Triennale di Milano nel 1982, l’arte rupestre della Valcamonica torna alla ri-balta con una grande ras-segna multimediale che si svolgerà dal 1° ottobre al 4° novembre 2012. “Pi-toti”, questo il titolo del-la esposizione dal termine dialettale con cui in Val-camonica da sempre ven-gono definite le antiche fi-gure incise nella roccia. Si tratta di un progetto nato dalla sinergia tra discipli-ne diverse (archeologia, storia dell’arte, cinemati-ca, informatica, musica, “graphic design”) e dalla collaborazione di tre im-portanti realtà culturali europee: il Centro camu-no di studi preistorici di Capo di Ponte (Brescia), il Museo di Archeologia ed Antropologia dell’U-niversità di Cambridge (Gran Bretagna), l’Uni-versità di scienze appli-cate di St. Pölten (Au-

stria). L’insieme del pro-getto e l’edizione italiana della mostra – che ha il patrocinio del Ministero dei Beni Culturale, del-la Commissione italiana per l’Unesco e del Tou-ring Club Italiano – sono stati presentati il 22 mag-gio 2012 in anteprima eu-ropea alla Triennale dai rappresentanti dei tre enti ideatori ed organizzato-ri e da Valentina Aprea, assessore all’Istruzione-Formazione-Cultura del-la Regione Lombardia (il cui simbolo – si ricorderà – la “Rosa Camuna” trae origine proprio da un in-cisione rupestre della val-lata dell’Oglio) che ha dato la sua collaborazione all’evento. Il progetto espositivo è basato sull’utilizzo del-le più moderne tecniche multimediali interattive per accompagnare il vi-sitatore in un affascinan-

te viaggio alla scoperta degli antichi Camuni, in-sediatisi in questa Valle del Nord d’Italia che da loro prese il nome, oltre 10.000 anni fa. Ogni ses-sione farà vivere diverse coinvolgenti esperienze: figure di uomini e di ani-mali fissate sulla roccia prenderanno vita per rac-contare storie di caccia e scene di vita quotidiana; filmati proiettati sulle sei pareti di una sala-cubo avvolgeranno il pubbli-co coinvolgendolo in una esperienza di forte impat-to emotivo; la tecnologia “panorama” permetterà di viaggiare a volo d’uccello fra i siti rupestri della Val-le, planando sulle singole rocce incise e sulle scene rappresentate; un gran-de tavolo “touch-screen” consentirà di esplorare in dettaglio le antiche fi-gure con una nuova tec-nica di documentazione

basata sulla fotografia in alta definizione; posta-zioni “audio” permette-ranno di sperimentare “la voce” dei luoghi dell’arte rupestre, che raccolgono il suono e lo rifrangono, affascinando gli ascolta-tori moderni, così come hanno ammaliato gli an-tichi Camuni. In Valca-monica, dove sono sta-te censite oltre 350.000 incisioni rupestri, sono aperti ed attrezzati per le visite turistiche ben otto parchi archeologici che offrono suggestioni e sce-nari per chi voglia adden-trarsi nella magia dell’ar-te rupestre preistorica. Grazie alla natura digitale del materiale espositivo, la mostra sarà facilmente replicabile, trasportabile ed adattabile alla presen-tazione “web”, allungan-do e dilatando i tempi ed i luoghi di esposizione e facilitando la presentazio-ne di tutto, o parte del ma-teriale nel contesto di fe-stival, rassegne nazionali ed internazionali. Questo patrimonio cul-turale itinerante porterà le incisioni della Valca-monica in tutta Europa e possibilmente anche oltre oceano.

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Iniziativa promossa dalla Finanziaria di Valle Camonica

Borse di studio per studenti delle scuole secondarie ed i corsi universitari

La Finanziaria di Val-le Camonica spa., diretta da Battista Albertani, che da anni opera sul territo-rio camuno contribuendo allo sviluppo di iniziati-ve nel campo economi-co, sociale e culturale, ha istituito un bando di con-corso per l’erogazione di borse di studio a benefi-cio di studenti frequen-tanti le scuole seconda-rie ed i corsi universitari. Complessivamente ven-gono messi a disposizio-ne 50.000 euro. Possono partecipare al bando gli

studenti di ambo i sessi che hanno residenza in Valcamonica: L’importo singolo è fissato in 500 euro per gli studenti del-le scuole secondarie ed in 1.000 per gli universi-tari ed i frequentanti di “master” universitari. Il progetto della Finanzia-ria Valcamonica è deno-minato “Merito in Val-le” ed è coerente con le sue finalità statutarie. Ai partecipanti è richiesto il conseguimento di una vo-tazione che sia una chiara indicazione di merito. Le

domande devono perve-nire alla segreteria della Finanziaria, a Breno, in piazza Vittoria, 19 entro il 30 luglio 2012 e saran-no vagliate da un apposi-to comitato. Gli assegna-tari delle borse al merito verranno informati diret-tamente dalla Finanziaria entro il 31 ottobre 2012. Requisiti minimi per ac-cedere alla fase istrutto-ria: possono partecipa-re al bando gli studenti aventi residenza in un Co-mune della Valle: Angolo Terme, Artogne, Berzo

Demo, Berzo Inferio-re, Bienno, Borno, Brao-ne, Breno, Capo di Pon-te, Cedegolo, Cerveno, Ceto, Cevo, Cimbergo, Cividate Camuno, Cor-teno Golgi, Darfo Boa-rio Terme, Edolo, Esine, Gianico, Incudine, Losi-ne, Lozio, Malegno, Ma-lonno, Monno, Niardo, Ono san Pietro, Ossimo, Paisco Loveno, Paspardo, Piancamuno, Piancogno, Pisogne, Ponte di Legno, Prestine, Saviore dell’A-damello, Sellero, Soni-co, Temù, Vezza d’O-glio, Vione. I concorrenti devono essere rientranti in una delle seguenti fat-tispecie: studenti delle scuole secondarie di se-condo grado frequentanti il II, III, IV, V anno scola-stico che hanno consegui-

to la promozione nell’an-no scolastico 2010-2011, con votazione media pari o superiore a 8/10 e voto di condotta pari a 10. Studenti universitari fre-quentanti il II e III anno dei corsi di laurea trien-nali, aventi il voto di ma-turità pari o superiore ad 80/100; inoltre aventi, al 30 aprile 2012, almeno il 70% dei crediti formati-vi universitari previsti dal manifesto degli studi de-gli anni precedenti a quel-lo di iscrizione ed una media di voti pari, o su-periore a 25/30. Studenti universitari frequentanti dal II anno i corsi di lau-rea a ciclo unico, aventi il voto di maturità pari o su-periore ad 80/100; inoltre aventi al 30 aprile 2012 almeno il 70% dei credi-ti formativi universitari previsti dal manifesto de-gli studi degli anni prece-denti a quello di iscrizio-ne ed una media di voti pari, o superiore a 25/30. Studenti universitari fre-

quentanti il 1° anno di corso di laurea speciali-stica, avendo consegui-to il voto di laurea trien-nale pari, o superiore a 100/110 entro il 30 aprile 2012. Studenti frequen-tanti il II anno di laurea specialistica, avendo con-seguito un voto di laurea triennale pari o superiore a 100/110, inoltre aventi al 30 aprile 2012 almeno il 70% dei crediti formati-vi universitari previsti dal manifesto degli studi de-gli anni precedenti e quel-lo di iscrizione ed una media di voti pari o su-periore a 25/30. Studen-ti frequentanti “master” universitari di I e di II grado e studenti frequen-tanti dottorati di ricerca, con voto di laurea trien-nale o specialistica pari o superiore a 100/110. Le domande di parteci-pazione vanno recapitate tramite posta elettronica, oppure via posta normale ordinaria.

Il Karate Master Rapid CBL dominal’8° Trofeo Città di Casalmaggiore

Domenica 13 maggio, la storica manifestazione Trofeo di Casalmaggiore di Ka-rate, intitolata alla memoria di Genni Lena una sedicenne scomparsa nel 2009 in un incidente automobilistico, ha visto il Karate Master Rapid CBL del Maestro Maffolini dominare nella classifica per Club, chiudendo una stagione di karate giovanile tra le migliori di sempre. Il Palasport di Casalmaggiore, regala ai pre-senti una grande emozione e gli spalti colmi di pubblico offrono una suggesti-va coreografia che farà da contorno a esibizioni d’alto valore tecnico. Perfetta l’organizzazione del Karate Club locale, che per l’occasione ha proposto delle aree da competizione ben attrezzate e ricchissimi premi. Dopo le fantastiche prestazioni di Roncadelle ed Ome, i ragaz-zi di Maffolini, come al solito, dimostra-no di essere davvero eclettici, dominando con sicurezza sia nella specialità della for-ma (katà) sia nella specialità del combatti-mento (kumitè), grazie ad un lavoro di pre-parazione d’altissimo profilo sviluppato nei corsi e che ogni domenica permette di mettersi in evidenza nei migliori Palazzetti d’Italia. Il dato più eclatante stavolta viene nella specialità del combattimento, dove la Master Rapid dimostra di aver iniziato un ciclo importante. La Classifica riserva-ta alle Società Sportive vede primeggiare il Master Rapid CBL con 484 punti, che esercita il dominio giovanile assoluto, a debita distanza la società pavese del Karate La Sorgente 270 punti, terzi i padroni di casa del Bushido Casalmaggiore Cremona 258 punti, quarti il Yoseikan Karate di Bareggio (Mi) con 234 punti. Intervistato a fine gara il tecnico Francesco Maffolini, visibilmente raggiante ha commentato l’ennesima vittoria consecutiva rimarcando il valore educativo e formativo legato alla competizione. «Aldilà dei risultati davvero celebranti, ciò che traspare maggiormente è un fortissimo spirito di squadra e una passio-ne per lo sport privo di esasperazioni». Maffolini ha inoltre rimarcato il lavoro dello Staff Tecnico composto dai preparatori Francesco Landi, Roberto Tomaso-ni, Gian Mario Allioni, Kristian Maffolini, Gian Mario Giorgi, Marco Faliselli, Alberto Mori, Giulio Bellini, Stefano Manella, Pierangelo Bovolenta, Agaston Eduard, Oscar Pe, Stefano Manella e Davide Cominetti, che con grande passione spingono il Direttore Tecnico a continue ricerche di miglioria.

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Ogni dieci anni si percorre la “Via Crucis”, un evento che ha impiegato tutte le forze e la buona volontà della popolazione

“La Santa Crùs” di Cerveno

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L’angolo della poesiaAvevo accennato in precedenza al irrompere del surreali-smo nella poesia. Quello che segue, è un esempio che pure ben si attaglia al principiare della stagione estiva. Chi ne rimanesse stupito oppure interdetto, avrà maggiori spiega-zioni scrivendo all’ autore all’ indirizzo mail che si trova in fondo alla poesia. Buona Estate!

Matinee estivo in due quadri e 40 versi con gatti e pianeti

1° QUADRO ( RISVEGLIO )Fosse giammai velata da pietose nubi, che facciano da freno al suo apparirel’alba crumira delle quattro e mezza

giunge pure quest’oggi a darmi il gavettone.l’ alzabandiera che, di eguale zelo rinnova la richiesta (sempre vana)d’una gentile dama che l’ammainiconcorre, nel contendere la piazzaal peso intestinale dal cui fronte

s’inneggia a suon di ottoni, a libertà.“Vecchio viziato corpo, m’hai svegliato!

Dovrei mandarti a qualche terapista?”Quanto alla panza, il bagno evacua

il corridore in fugama l’acqua che pur toglie ogni schifezza

non rende il fuoco agli occhi che, nebbiosivanno d’istinto a ricercare i vetri.

Si apre la porta, ed entrano tre gatti.“Estate ingrata! E’ questo il mio riposo?”

2° QUADRO ( BATTESIMO DI VENERE ) L’occhio del religioso personaggio

vola d’acchito a ringraziare il cielo.“Azz! C’è una stella enorme! Ma che dico?”

Rivolta con malizia a quel ciccioneche già comincia a pitturare il giornoVenere scopre un seno da gran premio

che ruba a tradimento ogni altro sguardo.… Forse mi son sbagliato? Non è sola?

Quell’occhio, sembra avere un fratellino!Poco inclinato tra la bella e l’albaMercurio, già beffato nella lotta ingaggia e tosto perde la tenzone

verso il chiarore che invadendo il campo le puntiformi fiamme manda via.La gatta, mai di proprio nominata,

viene a strusciarmi il pelo contro al corpo.Sento la pancia in moto: “Sarai madre?Vuoi forse presentarmi il tuo piccino?”Lei guarda in alto ai punti ancora accesi poi volge a me ed ammicca col musino.

“ Vuoi quella stella? Ti darò il suo nome,e che “Mercurio” vegli sul gattino.

Nando Bertoni 15-07-2009 ([email protected])

Quest’anno, essen-do trascorsi dieci anni dall’ultima edizione, Cerveno, il borgo ca-muno ai piedi della Concarena, è tornato a festeggiare solenne-mente la sua “Via Cru-cis”, ovvero le quat-tordici cappelle di per-corso del Cristo al Cal-vario, un capolavoro settecentesco che Be-niamino Simoni (1712-1787) in forma mag-giore (10 stazioni) ed i Fantoni (con sole 3 sta-zioni) scolpìrono per la parrocchiale di san Martino. “Sacro mon-te”, secondo la tradizio-ne lombarda (Varese, Varallo)? “Scala santa”, secondo la tradizione romana (s. Giovanni in Laterano)? Sacra rap-presentazione, secondo i generi del teatro me-dievale? Il dibattito ar-tistico-critico circa pre-cise collocazioni ed ap-partenenze è tuttora in corso. La disputa in or-dine all’interpretazio-ne, attivissima in passa-to (si ricorderà l’esegesi abbastanza spinta dello scrittore, drammaturgo, storico dell’arte e criti-co letterario Giovanni Testori 1923-1993) ai nostri giorni s’è calma-ta stabilizzandosi intor-no ad una chiave di let-tura rigorosamente teo-logica. La “Santa Crùs” è la processione-sacra rappresentazione de-cennale che prodigiosa-mente anima le 198 sta-tue a grandezza natura-le (legno e stucco) la-sciandole sciamare per le stette viuzze del pa-esello tutto in salita. E’

come se i vani che ospi-tano gli episodi della crocifissione, morte e deposizione rimanes-sero improvvisamente vuoti. E’ come se, dopo una lunga clausura, i moltissimi personaggi scegliessero una mezza giornata di libertà, qua-si si trattasse della so-spirata ora d’aria riser-vata ai detenuti. Come sempre la preparazio-ne dell’evento (rappre-sentato uno in versione diurna, l’altro in edizio-ne serale) ha impiegato tutte le forze e la buona volontà dei Cervenesi. Pare che per prepara-re il tutto sia richiesto addirittura un anno, an-che perché le “cose” da apprestare sono mol-te: costumi, attrezzi, animali (cavalli, cani, ecc.), addobbi ad arco-volti, strade, balconi. Il tutto sotto l’ormai storica guida di Noemi Mondoni e la regia di Giacomo Andrico. La prima tornata (quella diurna) purtroppo non ha trovato buon tem-

po meteorologico (ul-teriormente incattivito dal terremoto emilia-no e dall’attentato di-namitardo brindisino): i moltissimi presenti non si sono spaventa-ti ed hanno aperto tutti gli ombrelli come a for-mare un tetto, a copri-re e preservare il miste-ro da occhi profani, da osservatori superficiali, da partecipanti obbliga-ti come il Cireneo. Al-berto Guarinoni, per la quinta volta, è stato un Cristo che questa volta ha grondato acqua pio-vana, nel freddo con-testo di montagne dal-le cime innevate: come in un grande pianto che accumuni natura, divi-nità ed umanità. E son sfilati tutti, in una sfon-do musicale toccante, in assonanza perfetta con un commento par-lato sobrio ed essen-ziale. Sul volto di ogni comparsa (il giovane col suo mastino, Longi-no col cavallo, le don-ne, il Sinedrio, i solda-ti, i dottori della legge

con le loro pergamene, gli altri due condan-nati a morte, Veroni-ca, frotte di fanciulli, ecc.) la consapevolezza che non si trattava del-la partecipazione ad un gioco più o meno filo-drammatico, ma della commemorazione ad un avvenimento stori-co di prima grandezza avvenuto lontano nel-lo spazio e nel tempo, che però ha radical-mente cambiato la vita dell’uomo. Non un atti-mo di sosta sino al Gol-gota, in località Sendi-ni. Alla fine il tempac-cio, quasi con un estre-mo omaggio, ha con-cesso una tregua in vi-sta della crocifissione. Soddisfatissimo il sin-daco Gian Carlo Macu-lotti (che ha organizza-to un’interessantissima serie di conferenze pro-pedeutiche all’avveni-mento): “La pioggia ha fatto sì che la sacra rap-presentazione venisse vissuta in modo ancor più intenso”.

Ermete Giorgi

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La prima prova il 10 giugno

Angolo ospita il Campionato Italiano Corsa in Montagna

Domenica 10 giugno 2012 si terrà ad Angolo Terme la 1a prova del cam-pionato Italiano corsa in montagna, Questa è la prima delle 3 gare che si disputeranno in Italia e prova valida per la qualificazione ai campionati europei di corsa in montagna. Il percorso sarà tracciato tra le bellezze ter-ritoriali del comprensorio e si snoderà tra le frazioni di Angolo,Mazzunno e Terzano attraversando i borghi storici e raggiungendo il lago Moro.Partenza e arrivo dal Parco delle Terme di Angolo dove sarà insediata tutta la struttura organizzativa.Partenza gare ore 9,00 orario di arrivo di tutte le categorie previsto per le ore 12 e 30.Il Viale Terme verrà chiuso al transito e durante tutta la giornata di do-menica verranno esposti prodotti artigianali del territorio Camuno. Pos-sibilità di pranzo a mezzogiorno all’interno del Parco delle Terme. Sa-bato sera evento per la presentazione degli atleti iscritti provenienti da tutta Italia.

Conversazione col sin-daco Riccardo Minini che ci parla subito di Anfurro. Questa frazio-ne di Angolo finalmente non avrà più sete. “Mai più a bocca asciutta!” commenta il primo cit-tadino. Sono infatti stati ultimati i lavori di po-tenziamento della rete dell’acquedotto nel-la frazione di Anfurro di Angolo Terme. Nei mesi scorsi i tecnici hanno completato i la-vori di potenziamento della stazione di pom-paggio del serbatoio “Sàrèc alto” ed hanno posato la nuova condot-ta che collega la vasca che si trova ad Angolo con quella che alimenta l’abitato dell’altipiano. “E’ un intervento che risolve definitivamen-te i problemi di sicci-tà ai quali abbiamo do-vuto – spiega Minini - far fronte negli ultimi anni; i disagi maggiori furono quelli soppor-tati nell’estate torrida del 2003; ma in gene-rale, nella stagione cal-da c’è sempre qualche problema: da giugno a settembre ad Anfurro si riempiono le secon-de case e con l’arrivo dei villeggianti aumen-ta notevolmente il fab-bisogno idrico”. Sono due i serbatoi che ali-mentano la rete dell’ac-quedotto che soddisfa i circa quattrocento re-sidenti della frazione. L’intervento appena ul-timato andrà a potenzia-

re la vasca di “Anfurro alto”, che serve la parte più a Nord del paese. La condotta, lunga un cen-tinaio di metri, collega il già citato serbatoio di “Sarèc” con la tubazio-ne della sorgente “Pòs de Tone”. “Il progetto è stato curato – ripren-de il sindaco – dall’in-gegner Lino Locatelli. In fase di stesura, i tec-nici hanno rilevato che delle due sorgenti di Anfurro, quella de “Le Valli” è di tipo superfi-ciale ed ha una portata piuttosto scarsa. Quella dei “Sarèc” invece è la principale fonte di ap-

provvigionamento di Angolo ed è stato cal-colato che abbia una ca-pacità in grado di sop-perire anche alle man-canze dell’impianto di Anfurro”. Per pompa-re l’acqua in quota si è reso necessario l’am-pliamento ed il poten-ziamento dell’impianto principale; all’interno del locale-serbatoio è stato ricavato un nuo-vo spazio dove è stato installato l’impianto di potabilizzazione ed il sistema di telecontrollo. Nel locale a fianco sono state posate due nuove pompe, una di alimen-

tazione e l’altra ad alta pressione per il rilancio dell’acqua; i nuovi mar-chingegni sono colle-gati al serbatoio ed alle altre apparecchiature idrauliche. Costo com-plessivo dell’interven-to: 130.000 euro, inte-ramente a carico della società che gestisce il servizio idrico integra-to di Angolo. “I lavo-ri – conclude Riccar-do Minini – sono or-mai conclusi da qualche mese; tuttavia, seppur con le vasche piene, si fa appello al buon sen-so di tutti, chiedendo di evitare inutili sprechi”.

Ma già che siamo in tema di acque, val bene la pena di fare sia pure un cenno fugace al pre-zioso liquido elemento che sgorga nelle Terme. A questo proposito at-tingiamo a piene mani dall’ottimo volume del-la giornalista Vera Zap-pia Scordo “Angolo, protagonisti, fatti, te-stimonianze” (tip. Ca-muna, Breno, 1985). La zona in precedenza era stata utilizzata per la coltivazione dei cam-pi e più tardi per la fol-latura della lana. Con la scoperta dell’acqua salutare la zona si tra-sformò in zona termale

e turistica: “Migliorare le condizioni di vita e di salute – scrive la Zap-pia Scordo – per chi vi abita e per chi vi cer-ca aria pura, vita sana e serena, sono le com-ponenti principali di un complesso articolato e moderno”. Un’abbon-dante polla d’acqua fu scoperta nel 1953 e, per le sue proprietà salutari e benefiche, venne de-nominata “Fonte di san Silvestro”, in omag-gio al titolare del vici-no santuario. Le Terme furono aperte nel 1957. Nel 1978 venne capta-ta una seconda sorgente minerale.

Ultimati i lavori di potenziamento della rete dell’acquedotto nella frazione

Anfurro non avrà più problemi con l’acqua potabile

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Per contrastare il costante calo demografico

Angoloincentiva le nascite

Il sindaco di Angolo Terme, Riccardo Mi-nini, con malcelato or-goglio, ci parla di un Bando di assegnazione di contributi per l’in-centivazione delle na-scite nel suo Comune. “Visto il costante calo demografico e lo spo-polamento del nostro territorio comunale – scrive il primo cittadi-no – al fine di incenti-vare la permanenza in esso dei nuclei familia-ri e dare un segnale di disponibilità e di atten-zione dell’amministra-zione alla formazione delle famiglie si è pen-sato a questo aiuto eco-nomico”. La notificazione sta-bilisce che verrà ero-gato un contributo di euro 520 per ogni nato nell’anno 2012. Il documento citato av-verte che la somma

diverrà di euro 1.500 complessivi in caso di parto gemellare, da fa-miglie residenti, dietro presentazione di appo-sita richiesta da compi-lare al momento della registrazione del nuo-vo nato presso l’uffi-cio anagrafe del Comu-ne di Angolo Terme. I requisiti per accedere all’aiuto sono: essere di cittadinanza italiana da parte di almeno un ge-nitore; avere residenza nel Comune da almeno cinque anni di uno dei due genitori; la somma prevista verrà liquidata solo dopo la registra-zione del nuovo nato; il contributo verrà ero-gato anche in caso di un solo genitore, purchè rientrante nelle dispo-sizioni che prevedono la cittadinanza italia-na e la residenza. Sono equiparate alle nascite,

agli effetti del presente bando, anche le adozio-ni. Un po’ tutta l’Euro-pa è afflitta da un pro-blema specifico: il de-clino demografico, le cui conseguenze scon-volgeranno il futuro di molti Paesi. E’ abbastanza ovvio che l’immigrazione ha già da adesso un ruolo chiave in questa evo-luzione. Il crollo del-la natalità in Italia de-riva innanzitutto dalle classiche cause struttu-rali e forse sarà rever-sibile quando le don-ne non saranno più co-strette a dover sceglie-re tra lavoro e figli. Se oggi c’è incompatibi-lità tra queste due op-zioni è anche a motivo di una mentalità tradi-zionalistica tuttora ra-dicata ben testimoniata ad esempio da un vec-chio adagio tedesco che

recita:”Kinder, Küche, Kirche” (figli, cucina, chiesa), imprigionando la donna nel ruolo della conservazione. Insom-ma: “Il marito al lavo-ro, la donna a casa coi figli”. L’idea poi che sia com-pito esclusivo delle ma-dri occuparsi dei figli in età prescolare, pare ab-bia fatto da freno, negli ultimi decenni ad uno sviluppo adeguato delle strutture d’accoglien-za per i piccoli sino a cinque anni. La conse-guenza di tutto questo è spesso la rinuncia alla maternità. Molte donne vogliono essere auto-nome; hanno a cuore la propria attività profes-sionale; la decisione di avere figli preclude la possibilità di studi su-periori di lunga durata, o l’adeguamento agli imperativi di una car-riera. Le nascite sono in calo, ma è insufficiente anche il numero delle donne che riescono ad avere un posto di lavo-ro. Resta comunque il fatto che un terzo del-le coppie senza figli, di età compresa tra i 19 ed i 49 anni, dichiara di aver preferito mante-nere la propria indipen-denza e non accollar-si responsabilità fami-liari. Il 40% giustifica questa scelta con l’in-sicurezza del lavoro e il 9% adduce la mancan-za di strutture di acco-glienza per i più picco-li. Ma l’Istituto federale di ricerca demografica tedesco va oltre: l’idea-le di una vita senza fi-gli si è venuto cristal-lizzando in questi ulti-mi anni. Dal canto suo, l’esperto di problemi demografici austriaco Wolfgang Lutz parla di

una cultura dell’inferti-lità; “Rinunciare ai figli vuol dire rinunciare alla vita”. “I bambini costa-no molto in termini di denaro e di tempo; sono chiassosi ed intrattabi-

li; impediscono di far carriera e precludono ai genitori le occasio-ni di svago offerte dal-le grandi città”. Così si esprime il “partito” dei nemici dell’infanzia.

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Le Terme di Angolo, il benessere parte da qui

Le terme di Angolo non hanno una storia antica: sono state scoperte e certi-ficate di recente nel 1900. Le polle sorgive sono due: la “san Silvestro” e la “Fon-te Nuova”. Si tratta di acque solfato-bicarbonato-alcali-no-terrose-fredde (sgorgano a 12° C). L’uso terapeutico

è soprattutto indirizzato per cure idropiniche (in caso di malattie gastrointestinali, epatiche, biliari, renali, uri-narie e del ricambio), ina-lazioni (relative a disturbi delle vie respiratorie), fan-ghi, bagni (per patologie dell’apparato locomotore). Il particolare micro-clima

presente nella valletta ren-de particolare l’acqua che sgorga dalle due sorgenti. Con la “Fonte Nuova” ven-gono preparati cosmetici termali, mentre la “san Sil-vestro” viene utilizzata nella cura dell’apparato digeren-te, dei reni e dell’apparato urinario. Presso le terme di

Angolo sono possibili anche bagni, fanghi, inalazioni ed aerosol. Il paziente (o il vi-sitatore) che entra all’inter-no del parco e dello stabili-mento termale viene accolto in un ingresso centrale che rappresenta il fulcro del si-stema organizzativo-gestio-nale. Interessantissimo il programma che viene forni-to dall’azienda termale, co-stituito da 4 tematiche che propongono gli elementi naturali di base: acqua, fuo-co, terra, aria. Ad ogni anti-co elemento primordiale si associa (secondo la teoria cromatica dell’Einfheelung) il colore che istintivamente lo evoca e che visualmente accompagnerà il visitatore attraverso il circuito stesso: per l’acqua, l’azzurro ed il verde marino; per il fuoco, il rosso e le tonalità dell’o-cra bruciato; per la terra, il giallo e le tonalità dell’ocra naturale; per l’aria, la tona-lità del bianco e dei grigi. Ciascun colore identificherà perciò sfondi e dettagli di ar-redi, architetture, scenogra-fie, elementi di “design” e di oggettistica dei quattro per-corsi curativi. La percezione sensoriale che il visitatore riceverà dall’accostamento cromatico-materico (colore-forma) sarà sicuramente pia-cevole e completerà la sen-sazione di benessere ricevu-ta dal sistema curativo. La raffinata energia estetica di ogni dettaglio, insieme alla varietà dei ritmi decorativi saranno i punti di eccellen-za del circuito termale. Sin-tonie di superfici e colori, dal vivido impatto visivo. Un piacere tonificante. Alle terme di Angolo si pratica ed applica anche la ISTDP (psicoterapia intensiva di-namica breve): lo appren-diamo dal sito “internet”, dal quale attingiamo a piene mani. Si tratta di una tecni-ca psicoterapeutica, messa a punto dallo psichiatra H.

Davanloo, arrivato a defini-re uno strumento efficace di breve durata con varie tipo-logie di soggetti. Attraverso un approccio di fronte (“vis a vis”) e un atteggiamento attento e costantemente atti-vo del terapeuta, il paziente giunge ad esperire contenu-ti emotivi fino ad allora re-pressi e che, in quanto ine-spressi, hanno dato origine ad una sintomatologia pato-logica. La duttilità dell’ap-proccio, una rapida diagnosi

effettuata attraverso l’indi-viduazione delle principali vie di scarica dell’ansia e le modifiche tecniche appor-tate negli ultimi anni per-mettono un impiego che si adatta perfettamente al sin-golo utente con applicazio-ni accessibili alla quasi to-talità della popolazione. L’I-STDP risulta essere efficace con problematiche quali di-sturbi depressivi, somatiz-zazioni, attacchi di panico, disturbi d’ansia, disturbi os-sessivi, disturbi di persona-lità, disturbi fobici, sintomi legati a patologie organiche. L’ISTDP utilizza, per met-tere in luce il valore psico-dinamico delle comunica-zioni verbali e non verbali del paziente i due triangoli di Malan. Questi vengono utilizzati come una sorta di “mappa”.

Il parco del lago Moro si si-tua nella media-bassa Val-camonica, nel territorio dei Comuni di Angolo Terme e di Darfo Boario Terme. Ne abbiamo già trattato in pas-sato (sotto vari punti di vi-sta), ma torniamo sull’ar-gomento perché pensiamo ne valga abbondantemente la pena. Tutta l’area indivi-duata nell’ambito del Parco è caratterizzata da un’unica impronta, che a livello geo-logico presenta due substrati rocciosi prevalenti: il Verru-cano lombardo ed il Conglo-merato del Dosso dei Galli. L’intera area è stata oggetto di diversi passaggi glaciali che hanno lasciato chiare ed evidenti tracce. In Comune di Angolo Ter-me si trova l’area di Sorli-ne. E’ la naturale continua-zione della collina di Luine, solo interrotta dalla forra del torrente Dezzo e si spinge fino a costituire, nel versan-te Sud, parte della conca del lago. Segno particolare del-le Sorline è il caratteristico micro-clima che permette lo sviluppo di vegetazione ti-picamente di macchia me-diterranea, non riscontrabile nella classificazione vegeta-le della Valcamonica. Il piccolo specchio d’acqua ha una lunghezza di oltre 700 metri ed un’ampiezza di 500. Vera Zappia Scor-do nel suo “Angolo, prota-gonisti, fatti, testimonianze”

(tip. Camuna, Breno, 1985) scrive che il lago apparte-neva forse alla famiglia pa-trizia dei Laini, originari di qui. Si ritiene che la zona sia area di antichissime abi-tazioni palafitticole e rurali e che il primo insediamen-to in essa vada collocato nel periodo che va dall’e-tà del Bronzo alla prima età del Ferro”. Costeggiando la riva, in passato furono sco-perti dall’ “équipe” del prof. Emmanuel Anati (direttore del Centro capontino di stu-di preistorici) delle incisioni rupestri legate ai primi abi-tatori: asce, pugnali, aratri, ecc. Il poeta e scrittore Gior-gio Gaioni in una sua lirica parla di questa “perla” ab-bastanza nascosta: “Picco-lo paese crepuscolare / lam-bito dall’acque tranquille / del lago rotondo. / A notte tu vedi sul fondo / una casa, una culla./ Un pianto som-messo di bimbo / galleggia sull’onda”./ La composi-zione fa diretto riferimen-to alla leggenda che favo-leggiava di una culla gal-leggiante sull’onda con un bimbo all’interno in pianto. Forse una reminiscenza del famoso disastro del Gleno del 1 dicembre del 1923. “Il lago - citiamo sempre dal-la Zappia Scordo – è simpa-ticamente noto agli abitanti del vicinato per le numero-se leggende fiorite, a me-moria d’uomo, tra le gente

semplice e ricca di immagi-nazione, evidentemente im-pressionata dal cupo aspetto delle onde che, nei periodi invernali, incuteva timore, suscitando lugubri imma-gini”. Anche di queste leg-gende popolari Giorgio Ga-ioni (purtroppo scomparso immaturamente) ha scritto e raccolto. A questi racconti popolari s’è interessato an-che don Lino Ertani (1928-2000). Ancora oggi, raccon-tano i più vecchi di Capodi-lago nelle notti di luna piena si vede sul fondo dell’acqua una culla vuota e si sente un pianto accorato che affiora sulle onde. “Si ritiene che la massa d’acqua del lago Moro – continua sempre nella sua opera l’autrice già citata – nasca dal tributo di piccoli ruscelli e fors’anche di sor-genti subacquee. L’emis-sario che ne esce, scenden-do verso Corna, frazione di Darfo Boario Terme, pare superiore alla somma delle sorgenti tributarie: è da pen-sare quindi che a mantene-re il lago concorrano anche alcune sorgenti inferiori ed ignote”. Ad aumentare il fa-scino del lago viene da ulti-mo ricordato il grande scul-tore Timo Bortolotti (1884-1954). L’artista costruì “vil-la Alba” : una costruzione si protende verso il lago. Bor-tolotti trascorse qui gran parte della sua vita.

Numerose leggende fiorite tra le gentesemplice e ricca di immaginazione

Il fascino del Lago Moro

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E’ composto dai Comuni di Borno, Ossimo, Lozio, Malegno e Piancogno

L’altopiano del SoleLa “Pro loco” di Borno è un’associazione nata all’ini-zio del secolo scorso, quan-do il paese era ancora un piccolo borgo di pastori e contadini e soltanto poche famiglie benestanti delle vi-cine città (Brescia, Milano, Cremona) lo conoscevano e potevano permettersi il lus-so di una vacanza estiva in

montagna. In quegli anni non esisteva un vero e pro-prio ufficio turistico. Presso il caffè Centrale, la proprie-taria faceva capo all’ufficio informazioni e reclami per guidare gli ospiti nella scel-ta dell’alloggio durante il loro soggiorno; un “messo”, fornito dal Comune aveva il compito di accompagna-

re gli escursionisti ai vari rifugi. Negli anni Sessanta Borno si inserisce a pieno titolo nel circuito turistico delle Prealpi lombarde ed è proprio nel 1960 che viene aperto l’ufficio al pubblico. Da quel momento il ruolo della “Pro loco” diventa an-che quello di far promozio-ne turistica. Si organizzano

feste in piazza e varie ma-nifestazioni tipiche come la Fiaccolata di san Fermo e la Cronoscalata Malegno-Bor-no. Col passare degli anni sorgono numerose altre as-sociazioni che cooperando con la “Pro loco” contribu-iscono alla promozione tu-ristica del paese, con grande spirito di gruppo. L’altopia-no del sole è composto dai Comuni di Borno, Ossimo, Lozio, Malegno e Pianco-gno. Ossimo Superiore ospi-ta la sede del municipio; sor-ge su di un dosso alle pendici del monte Mignone. E’ col-legato con Borno e con Vil-la di Lozio da un’antica stra-da che giungeva nella parte alta del paese; allargata ed asfaltata nel 1959 è stretta, ma pittoresca e panoramica. Molte sono state le scoperte di statue-stele, massi istoria-ti, incisioni rupestri, monete antiche e tombe preistori-che. Ossimo Inferiore sorge sul passo orientale dell’alti-piano di Borno, in una conca delimitata dal dosso di san Damiano e digradante verso la profonda gola del torrente Trobiolo, varcato poco ol-tre il “Valzèl de Fì” dal pon-te della Rocca, sulla strada che conduce al Santuario della Santissima Annuncia-ta ed a Piancogno. L’anti-chità di Ossimo Inferiore è documentata dalla scoperta di stele preistoriche, cera-mica medievale, tegole ro-

mane e da un probabile ca-stelliere sul dosso di san Da-miano. Lozio: la strada che porta nella valletta si distac-ca sulle alture di Malegno; è stretta, incuneata e ricoperta di bosco ceduo. Dopo aver percorso qualche chilometro la valle si apre, allargando la visione su di uno splendido altipiano contornato da pi-nete e da boschi di conifere. Spettacolari, grazie alla loro conformazione dolomitica le cime composte da vigoro-si speroni rocciosi, come il Pizzo Camino. Dalla sommità si può gode-re il panorama della Valle di Scalve, dell’altopiano di Borno, della Presolana e dei gruppi del Bernina e dell’A-damello. Nei mesi estivi l’altopiano dà vita ad una vera e propria trasforma-zione cromatica, nella quale

ogni colore sembra riflette-re una luce più intensa. Lo-zio è in realtà il nome di un Comune formato da quattro frazioni: Laveno, Sucinva, Sommaprada e Villa, vici-ne fra loro, ma ben distinte l’una dall’altra. Dalla fra-zione più alta, Sommaprada, si può raggiungere la sugge-stiva chiesetta di santa Cri-stina, incuneata scenogra-ficamente tra gli speroni di roccia della Concarena. Vil-la è senz’altro il centro mag-giore, non solo per la popo-lazione più numerosa, ma anche perché vi si trovano gli unici alberghi della zona e le principali attività com-merciali e di servizio. Inol-tre vi è la presenza di un ca-stello medievale con torre, oggi ridotto a rudere, ma co-munque meta di interessanti escursioni.

Su “La Gazza”, ottimo ed intraprendente periodico di informazione, svago e cul-tura bornese, a cura del Cir-colo culturale “La Gazza”, troviamo una pagina com-pleta (segnalataci dal sinda-co Antonella Rivadossi) che riassume, sintetizza e rica-pitola la dibattuta questione degli ex sanatori. Si tratta di un puntuale, aggiornato resoconto a cura di Andrea Corbelli (in municipio ha la delega all’Istruzione ed alla Cultura). A tutt’oggi le aste pubbliche per la vendita degli immobili di proprietà dell’Asl Valcamonica Sebi-no sono state due e sono en-trambe andate deserte, no-nostante tra la prima e la se-conda vi fosse stato un sen-sibile ribasso d’asta. Cor-belli spiega: “Da tempo non si riesce a trovare una pro-spettiva per questo comples-so immobiliare (peraltro di notevoli proporzioni n.d.r.) proprio perché i vari enti proprietari, o ad altro titolo coinvolti, non adottano una strategia comune. Pare che anche queste ultime mosse siano caratterizzate dal me-desimo modo di procedere. Se è certamente vero – con-tinua l’estensore dello scrit-to – che l’Asl ha bisogno di

fondi per le proprie attività, è altrettanto innegabile che sarebbe stata doverosa una riflessione su come impie-gare questo straordinario pa-trimonio che l’Asl, per varie vicissitudini, s’è trovata ad avere a disposizione prati-camente senza alcun sforzo e, forse, in maniera nem-meno totalmente legittima”. Ovviamente Borno sa che gli ex sanatori rappresenta-no un’occasione primaria di sviluppo che deve – se non altro per motivi etici e sto-rici – andare prima di tutto a beneficio dell’intera co-munità cittadina sul cui ter-ritorio sono ubicati. Possono essere – si diceva – una fa-vorevole congiuntura di cre-scita e di occupazione a pat-to però che si faccia di esso un uso intelligente. Reim-piegati male potrebbero fi-nire per rappresentare l’en-nesimo spreco di territorio se ci si accontenterà della solita speculazione immobi-liare, più o meno mascherata dietro una struttura ricettiva ed alberghiera pronta quindi a trasformarsi in un insieme notevole di appartamenti. Il sindaco Rivadossi ci confer-ma che sino ad oggi il Co-mune di Borno è detentore dello strumento urbanistico

che determina la possibile destinazione d’uso dell’a-rea. Il municipio ha adotta-to una strategia d’attesa che purtroppo non ha dato alcun risultato. “Credo sia giunto il momento – riprende Cor-belli – di passare ad un at-teggiamento attivo e di sot-toporre agli enti proprietari delle proposte ed anche del-le legittime rivendicazioni per trovare una prospettiva intorno alla quale si coagu-lino gli interessi di tutti e so-prattutto siano salvaguardati quelli dei cittadini bornesi, di cui l’istituzione Comune è pur sempre tutore e porta-voce. E’ peraltro chiaro che nessuno di questi enti – Co-mune incluso ovviamente – da solo possa sperare di ar-rivare ad una soluzione. Si tratta di aprire una trattati-va complessa, che prevede la composizione di interes-si sia pubblici che privati. Quel che è certo – conclu-de Andrea Corbelli – è che restare spettatori delle mos-se altrui non comporta al-cun vantaggio”. Il delegato all’Istruzione ed alla Cultura approfitta dell’occasione per rivolgere un’istanza a tutti i colleghi amministratori di maggioranza e di opposizio-ne, dato che su tali questioni ha poco senso dividersi, per-ché ci si occupi al più presto della situazione e si defini-sca almeno un “pacchetto” di indirizzi condivisi sulla base dei quali l’amministra-zione comunale incominci a potersi muovere. “Certo occorre – conclude l’autore del documento – uno sforzo comune che garantisca delle possibilità”.

Il futuro della località turistica dell’altipiano passa anche attraverso il rilancio della zona su cui

sorgono edifici di notevoli dimensioni

Borno lamenta lo scarso coinvolgimento nellaquestione sanatori

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Sabato 23 giugno la notte delle lanterne

Borno, per una volta,cuore della montagna

A fine giugno torna il Festival delle Alpi di Lombardia. Nel weekend da 22 al 24 si terrà infatti la seconda edizione del-la manifestazione che ha come scopo quello di promuovere e far conoscere le bellezze del-le montagne lombarde. Cuo-re dell’evento sarà Borno, ma escursioni ed eventi sono in programma in diverse località della regione. Per gli appassio-nati di foto e video di monta-gna, è inoltre previsto un con-corso che metterà in mostra i lavori più belli. Sarà una gran-de manifestazione che avrà luogo in tutte le località delle Alpi di Lombardia che aderi-ranno all’iniziativa, creando in questo modo una potente car-tolina comunicativa che ha lo scopo di lanciare la stagione estiva montana e che, in pro-spettiva, potrà fungere da sti-molo per avvalorare le poten-zialità culturali, turistiche ed economiche di questo impor-tante territorio.L’iniziativa è promossa dall’Associazione culturale Montagna Italia, insieme al Club Alpino Italiano – Regio-ne Lombardia. Il Festival del-le Alpi di Lombardia consiste in un fine settimana all’inse-gna della scoperta dei rifugi, delle passeggiate, delle escur-sioni, dell’alpinismo, dell’e-nogastronomia e di tutto ciò che può rappresentare la mon-tagna. Borno diventerà il centro ne-vralgico del Festival. Qui, sa-ranno protagonisti eventi di vario genere come degusta-zioni, mostre, proiezioni di film, incontri, passeggiate, escursioni alla riscoperta della montagna di casa. Proprio qui verranno esposte e proiettati i migliori lavori dei concorsi fotografici e cinematografici pervenuti.La località acquisterà un’im-

portanza strategica diventan-do un punto di richiamo per tutti gli appassionati e curiosi che vorranno trascorrere un weekend indimenticabile vi-vendo la manifestazione come stimolo ad incontrarsi per con-dividere una passione in co-mune: la montagnaIl “Festival delle Alpi di Lom-bardia” è rivolto a tutti coloro che amano la montagna, i pro-dotti tipici, la storia, l’eno-ga-stronomia, la natura, le tradi-zioni, elementi importanti di una cultura come quella lom-barda. L’intento è quello di coinvolgere tutte le realtà del-le Alpi che vorranno occupar-si in prima persona dell’orga-nizzazione delle attività che si svolgeranno nel loro territorio. In tutte le località delle Alpi che aderiranno all’iniziativa, si svolgeranno attività di va-rio genere all’insegna della scoperta dei rifugi, delle pas-seggiate, delle escursioni e dell’alpinismo, dell’ enoga-stronomia, del folklore, della cultura di montagna ed eventi collaterali legati a vario titolo alla passione e alla dedizione per la montagna, ma anche at-

tività per favorire la valoriz-zazione della natura, dell’am-biente, della biodiversità con attenzione particolare alle fo-reste. A Borno si svolgerà la seconda edizione della NOT-TE DELLE LANTERNE nel cielo nelle Alpi, un momento che sarà sicuramente emozio-nante. Alle ore 23.00 di saba-to 23 giugno verranno accese e poi liberate nel cielo le lan-terne, piccole lampade ricava-te da materiali completamente riciclati e naturali. Venerdì 22 giugno - ore 9:30Saluti delle AutoritàApertura Festival con organiz-zazione ConvegnoSabato 23 giugnoProiezione di film sulla Lom-bardiaEscursioni ai rifugi, visite gui-date, degustazioni di prodotti tipici e spettacoli folkloristiciore 23:00 Notte delle lanterne nel cielo delle Alpi Domenica 24 giugno 2012Proiezione di film sulla Lom-bardia-Escursioni ai rifugi, visite guidate, degustazioni di pro-dotti tipici e spettacoli folklo-ristici

Intervista al Sindaco

Borno vuole continuare a scommettere sul turismo

Antonella Rivadossi, gio-vane sindaco di Borno ci mostra “Borno informa”, il giornalino del Comu-ne dell’Altopiano del Sole. Nel suo colloquio coi citta-dini afferma di desiderare – dopo i primi due anni di amministrazione – di rivol-gersi a loro per fare il pun-to sul lavoro svolto in questi ultimi tempi. Le chiediamo cosa i bornesi troveranno nel foglio informativo. “Ve-dranno le linee strategiche dell’amministrazione, le cose importanti che testimo-niano gli obiettivi raggiun-ti, con passione, impegno, sforzo ed impiego di tanto tempo”. Ed il primo cittadino conti-nua: “Prima di fare il pun-to della situazione permet-tetemi di gioire con soddi-sfazione perché la nostra casa di riposo è finalmente a norma, adeguata agli stan-dard regionali previsti e pie-namente funzionante. Con questo intervento l’ammi-nistrazione, che ho l’onore di presiedere, ha mantenuto fede al primo e più impor-tante impegno elettorale as-sunto”. Ma – incalziamo la nostra interlocutrice - ci sarà an-che dell’altro. “Oltre alla Rsa, in questi anni, altre cose hanno visto la luce , o il completamento. Per non dilungarmi ne cito solo al-cune, ovviamente tra le più importanti: la ristruttura-zione completa delle scuo-

le medie; la realizzazione di una novissima e moder-nissima isola ecologica in sostituzione della vecchia discarica ; la realizzazione dell’acquedotto di Paline; l’installazione dei pannelli fotovoltaici sul tetto degli edifici pubblici; la sistema-zione delle strade di monta-gna e delle malghe; la mes-sa in sicurezza dei versanti franosi maggiormente espo-sti al rischio idrogeologico; l’abbellimento dell’entrata in paese e tanto altro anco-ra”. C’è però, abbiamo sen-tito dire, molta altra “carne” al fuoco. “Sì, in corso vi è un’altra opera importante che verrà inaugurata fra po-chi mesi: la ristrutturazione di villa Guidetti, vero mo-numento storico di Borno che a breve verrà arredata e destinata a “Casa della Cul-tura”. Anche il parco della villa sarà presto abbellito, mes-so in sicurezza e reso utiliz-zabile”. Ma ci pare – riba-diamo alla Rivadossi – che le possibilità intrinseche di Borno vadano al di là di tut-to questo. “E’ ovvio – ribatte subito – oltre a questo con-tinueremo sulla strada della promozione e del sostegno alla principale attività eco-nomica del nostro territo-rio: il turismo, in particolare quello invernale, senza tra-scurare quello estivo: punte-remo su progetti di interven-to innovativi quali ad esem-pio la riqualificazione del

piazzale Dassa ( per il qua-le il Comune è aggiudicata-rio di un contributo a fondo perduto di 400.000 euro); la sistemazione della frana di Lovareno, con conseguente completamento della strada di Lova (con contributo a fondo perduto che dovrebbe coprire quasi integralmen-te i costi); la realizzazione della centralina idroelettri-ca di Lovareno (interamen-te di proprietà comunale) e tanto altro ancora”. Il tutto per confermare l’impegno assunto da Antonella Riva-dossi e dalla sua giunta di migliorare il paese, il terri-torio ed in sostanza la vita di tutti. L’impegno è servi-to soprattutto per cercare di acquisire per ognuno degli interventi elencati forme di finanziamento (molte delle quali a fondo perduto) tali da consentire la realizzazio-ne e la sistemazione di opere che da solo il Comune non avrebbe mai potuto affron-tare. Il sindaco – avviandosi verso la conclusione – sot-tolinea il fatto che è servito notevole impegno anche per cercare soluzioni alla grave crisi occupazionale e socia-le che purtroppo sta colpen-do anche Borno: attraverso i “voucher” (di cui molti han-no beneficiato); attraverso il contributo economico ri-conosciuto agli anziani; at-traverso il sostegno alle nu-merose associazioni bornesi nello svolgimento delle loro preziose attività.

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Il primo ritrovamento risale al 1998; la presenza dell’uomo è datata circa 3000 anni prima di Cristo

Anvòia, il parco archeologico di Ossimo

Rammentare la vita di un mondo ormai scomparso, per ricercare i valori e la condizione economica, sociale e culturale degli uomini di un tempo ormai lontano

Il Museo Etnografico di OssimoIl gruppo “Associazione Ossimo ieri” ha condotto la raccolta di questi “docu-menti” con scrupolo e con-sapevolezza - spiega l’arti-sta Gian Carlo Zerla – al fine di costituire un Museo Etno-grafico, che poi è stato aper-to al pubblico nell’estate del 1995. Tutto questo, tra l’al-tro, per ridare alla comunità la sua storia e la sua identità. “Collezionare e valorizzare le cose, gli utensili che ac-compagnarono la vita quo-tidiana della gente che vis-se sull’altipiano della nostra montagna, significa salva-re la memoria di una civiltà fatta di valori legati al quo-tidiano. Il nostro vuole es-sere così un modo per ram-mentare la vita di un mondo ormai scomparso, per ricer-care le condizioni degli uo-mini, i valori di quegli abi-tanti, la loro condizione eco-nomica, sociale e culturale, il loro ruolo, il rapporto con la terra, la natura, il loro si-lenzio meditativo. Questo è quello che qui abbiamo cercato di capire, anche ri-costruendo, più fedelmente possibile, i vari locali espo-sitivi che coprono un’area di oltre 500 metri quadrati di superficie, documentan-do: la cucina, la camera, il portico, la filatura, la scuola, la guerra e la “naja” (servi-zio militare obbligatorio del tempo di pace), l’arte sacra, la “caséra” (il caseificio tur-nario), la cantina, la fale-gnameria, il fabbro, la car-penteria, il muratore, il mi-natore, l’arrotino, il calzola-io, l’apicoltore, ecc.”. “Qui nel nostro museo – riprende Zerla – i documenti, le im-magini fotografiche, gli og-getti esposti parlano di Ossi-mo (Superiore ed Inferiore), Borno, Lozio e tutta la Val-camonica; raccontano, do-cumentano, forniscono testi-monianze etnografiche, Ciò che è esposto fa scuola, è di-venuto testo didattico della cultura materiale del legno, del ferro, della pietra: un singolarissimo libro di storia figurato che si propone an-che al dibattito”. Quindi vie-

ne indicato il materiale rac-colto ed esposto: aratri, zap-pe, carri, benne, gerle, gio-ghi, filarelli, arcolai, roche, fusi, pizzi, ricami, madie, scaldaletti, paioli, mesto-li, grattugie, gavette, sgor-bie, compassi, trivelle, asce, pialle, tagliole, zangole, sta-dere, stampi per burro, fran-gi-cagliata, falci, rastrelli, vanghe, setacci, brente, spi-ne, botti, tini, torchi. “Con-servare la memoria collet-tiva – riprende l’estensore delle note – è uno strumen-to incomparabile per educa-re. Gli oggetti e le immagini di scolaresche, famiglie ed avvenimenti vari dei primi del Novecento raccontano il

loro intrinseco valore. Così tutto serve, tutto documenta, tutto diviene prezioso, tutto parla del rapporto tra gli uo-mini e le cose. Ecco l’ anima del museo; ecco i sentimenti che in questo progetto han-no trovato concreta attuazio-ne, grazie a coloro che han-no dato oggetti, documenti e tanta manodopera, accumu-nando gli amici dell’ asso-ciazione “Ossimo ieri” con la propria gente”. La cultu-ra agreste della nostra gen-te è qui documentata da ru-dimentali, ma essenziali at-trezzi, costruiti ed utilizzati il più delle volte dalle stesso mani che li avevano realiz-zati. Ossimo, Borno, Lozio,

in questo settore costitui-scono una testimonianza a livello europeo. Si possono vedere altri attrezzi come còti, forconi, museruole, portacoti, vagli, crivelli. Questi ultimi servivano per la lavorazione dei cerea-li (frumento, orzo, segale, grano saraceno, e granturco) che sull’altipiano sono stati coltivati da sempre con ma-estria. Il fabbricato che ospi-ta il museo è probabile risal-ga al 1400; forse si trattava di una casa- torre; numerosi sono i frammenti di parete affrescata con decorazioni a graffito che si trovano nella cantina che ospita numerosi attrezzi per la vinificazione.

“Anvòia” – si legge nel sito della “Pro loco (“Per Òsem”) di Ossimo (Superiore ed in-feriore) – sulla strada che da Creelone porta verso Lozio, rappresenta uno dei pochi siti indagati con rigore scientifico in Valcamonica. Nel 1998 a se-guito di un’iniziativa congiun-ta del prof. Francesco Fedele dell’Università “Federico II” di Napoli e di Amalia e Giancar-lo Zerla, ricercatori di Ossimo, veniva scoperto il primo sito in Valcamonica dove alcune stele giacevano ancora in posizione originaria. Le ricerche archeologiche – continua sempre lo scritto – hanno permesso anche di ana-lizzare le attività culturali che si svolgevano in questa area durante l’età del Rame (o Cal-colitico). Anvòia, a circa 850 metri di quota, è una cresta col-linare stagliata tra due valloni torrentizi contigui. Una collina alle spalle del sito ed una bel-la veduta sulla Valle verso Est sono aspetti caratteristici ed importanti dell’area che ven-ne scelta anche perché dotata di queste singolarità paesaggi-stiche, da qualche gruppo cal-colitico della Valcamonica per crearvi un’area rituale all’a-perto, un “santuario” utilizzato per vari secoli. Per la creazio-ne dell’area rituale il sito venne

ovviamente disboscato, favo-rendo così la comparsa di pian-te erbacee di ambienti aperti e di specie infestanti. Ben nove campagne di scavo sono state condotte qui da Fedele e dalla sua “équipe” internazionale tra il 1988 ed il 2002. Dopo questi lavori archeolo-gici, la zona di scavo è stata reinterrata e protetta in modo da poter garantire la conser-vazione del sito. Recentemen-te la Soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia ha intrapreso lo scavo di due siti vicini (cioè “Pat” e “Pas-sagròp”), rivelando situazioni culturalmente analoghe a quel-le di Anvòia, ma con miglior stato di conservazione, dovuto alla natura del luogo. Ma cosa è stato messo in luce dagli scavi di Fedele? Le indagini archeologiche han-no dimostrato la frequentazio-ne del sito durante la fase det-ta di Remedello 2 (2.900-2.400 a,C. circa) e nel successivo periodo denominato Campa-niforme (2.400-2.200 a. C.). Si tratta quindi di un’area ce-rimoniale databile all’età del Rame, durante il III Millennio a.C. Attorno al filare di monoli-ti istoriati ed “aniconici”, con-fitti verticalmente nel terreno e con la faccia istoriata rivolta a Levante, si svolgeva tutta una

serie di attività rituali, testimo-niata dal ritrovamento di alcu-ni manufatti: certi vasi di terra-cotta venivano deposti dietro le stele; mentre “piatti” di ter-ra cruda, oggetti di selce, colo-ranti minerali (con cui le figure delle stele venivano dipinte in rosso, giallo ed in bruno-violet-to) e piccole pietre dalle forme suggestive (dette “marne figu-rate”) erano lasciati durante i riti e le cerimonie con l’utilizzo del fuoco. Le stele erano con-fezionate sul sito ed una certa quantità di “scheggiame” pro-veniente dalla martellatura sul posto restava abbandonata vici-no ai monoliti, insieme agli at-trezzi usati. Una piattaforma rettangolare costruita con pietre sul rialzo roccioso del sito era connessa alla combustione di resti ossei umani. Per questi motivi essa è stata definita un “cairn piat-to”: così viene infatti definito – nel linguaggio scientifico di chi si occupa di megalitismo – un ammasso di pietre che circon-da una tomba vera e propria: potrebbe trattarsi piuttosto del complesso rituale attribuito ai resti ossei di due individui di-versi, magari anche molto tem-po dopo la loro morte. I calchi delle stele sono posizionati in un parco (spazi espositivi, di-dattici e servizi).

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L’allergia di primaveraLa primavera porta sole, temperature calde, fa ri-nascere piante, purtrop-po però non porta solo cose positive. Il proble-ma ricorrente con l’ini-zio della bella stagione, è l’arrivo dei pollini che possono causare starnu-ti, lacrimazioni e occhi rossi e nei casi peggiori, anche problemi respira-tori, scatenando forme allergiche. Difendersi dall’allergia non è del tutto semplice, perchè i pollini sono nell’aria, quindi semplicemen-te respirando questi en-trano nel naso. I pollini sono innocui, l’allergia nasce perchè il sistema immunitario dei sog-getti allergici, produce molti anticorpi IgE, che riconoscono come “ag-gressori” sostanze che in realtà non sono noci-ve all’organismo.Non tutte le persone presentano reazioni al-lergiche, di solito, ven-gono colpiti soprattutto coloro che hanno fami-liari allergici.

I consigliPer prevenire l’allergia e non dover ricorrere ad antistaminici, è utile adottare alcune semplici precauzioni come:• evitare le gite in cam-pagna nei periodi di fio-ritura delle piante, ed è sconsigliabile fare atti-vità sportiva all’aperto, in particolare dalle 10 alle 16, periodo di mas-

sima concentrazione di pollini nell’aria. Nelle giornate ventose vale lo stesso principio, mentre nelle giornate di piog-gia, i pollini calano;• l’utilizzo di lenti a con-tato è sconsigliato per le persone allergiche, per-chè c’è la possibilità che i granuli di polline pos-sano rimanere intrappo-lati fra la lente e l’oc-chio, quindi meglio uti-lizzare gli occhiali nor-mali che fungono anche da protezione per gli oc-chi, per chi proprio non

vuole rinunciare alle lenti a contatto, consi-gliabili quelle “usa e getta” giornaliere;• cercare di tenere le fi-nestre chiuse nei periodi di massima concentra-zione di pollini.I farmaciPer chi vuole utilizzare farmaci appositi, sono disponibili farmaci a base cortisonico ma an-che farmaci con princi-pi attivi “più leggeri”, come la Levocabasti-na, che permette di sta-re meglio senza indurre

sonnolenza e garanten-do l’efficacia per 10/12 ore.

I rimedi naturaliEsistono anche rimedi naturali contro l’aller-gia primaverile, il ribes nero ne è la dimostrazio-ne: macerando le gem-me fresche di ribes e di-luendole in poca acqua, si garantisce un’efficace risultato contro l’aller-gia. Va detto, però, che agisce in maniera più lenta dei farmaci, quin-di occorre iniziare la te-rapia antistaminica un mese prima del periodo in cui generalmente si

presenta l’allergia ed es-sere costanti nell’assun-zione.Un altro rimedio natu-rale è dato dall’olio di Perilla Frutescens, ricco di acidi grassi essenziali della serie Omega 3, che rendono questo fitotera-pico utile nei disturbi su base infiammatoria, allergie, abbassando i livelli di IgE, e intolle-

ranze alimentari. Il do-saggio, solitamente, è di 1-2 perle di olio per 2-3 volte al giorno.

Un sito per informarsiDa quest’anno è dispo-nibile un sito ad hoc, Meteo Polline: spiega i sintomi, come compor-tarsi, come combattere e tanto altro ancora sulle allergie.

Colazione, il benessere comincia al mattino

Gli esperti sono concordi nel sostenere che l’importanza del primo pasto al mattino è un fondamentale tassello dell’alimentazione e prima barriera contro il rischio obesità. Via libera, dunque, a qualche golosità mattutina.

Ecco qualche prezioso consiglio: La prima colazione è il pasto principale per affrontare al meglio la gior-nata in quanto fornisce l’energia necessaria per riprendere le attività gior-naliere dopo il digiuno notturno e favorisce la concentrazioneNon va fatta appena svegli ma non più tardi delle 11 del mattino e soprat-tutto non va mai saltata perché si rischia di prendere pesoTra i cibi consigliati non immaginereste mai di trovare una fetta di pane con crema alla nocciola (o una fetta di torta al cioccolato), una tazza di latte e un frutto: il mix giusto per dare la carica giusta per affrontare al meglio la giornata in ufficio o a scuolaI prodotti scelti, vanno bene anche quelli commerciali, devono avere un contenuto calorico adeguato da spendere nell’arco della giornata e una miscela di macronutrienti che, riducendo al minimo le escursioni di insu-lina e i livelli di grelina (l’ormone che regola l’appetito), aiuta l’ambiente ormonale a non predisporsi all’obesitàSì al senso di sazietà e alla piacevole sensazione di appagamento. Alza-tevi prima di sentirvi appesantiti E naturalmente c’è l’obbligo di seguire un’alimentazione comunque bilanciata e salutare durante la giornata(tratto da: http://www.farmacia.it)

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Si tratta di un percorso che attraversa il monte Concarena

A Lozio il “Sentiero della Resistenza”In questi giorni, a Lo-zio c’è l’inaugurazione del sentiero della Resi-stenza. Alla cerimonia invitano i Comuni di Lozio, Cerveno, Losine e Malegno. L’evento si svolge in collaborazio-ne con la “Pro loco” di Valle di Lozio, i Grup-pi di Protezione Civi-le, la Comunità mon-tana di Valcamonica, il gruppo Circolo “Capra-ni” di Malegno, la Ban-ca di Valle Camonica, la Banca popolare di Sondrio e tutti gli alun-ni delle scuole primarie di Lozio, Losine, Cer-veno e Malegno. Par-tendo dalla frazione di Làveno, si percorre la

strada detta della Mec-ca e si arriva quindi al “Col dell’oca”; da qui si può raggiungere Ma-legno, o Losine, o Cer-veno. Su questo sentie-ro sono stati collocati dei cartelli redatti dagli alunni delle scuole, che raccontano – attraverso i loro occhi ed il cuo-re – la vita del coman-dante partigiano mae-stro Giacomo Cappel-lini di Cerveno. Dopo la camminata, presso il centro anziani di Làve-no riunione conviviale in compagnia. La ma-nifestazione si conclude in serata, alle ore 20 a Cerveno con il concer-to del gruppo “I Lùf” (i

lupi). Ma tornando al sentiero: si tratta di un percorso che attraversa il monte Concarena. E’ questo un tragitto par-ticolarmente battuto – nel corso della seconda guerra mondiale – dai “ribelli della monta-gna” durante il periodo dell’occupazione nazi-fascista, ben raccontato dai pannelli realizzati dai ragazzi delle scuo-le primarie ed ispirati principalmente alla vi-cenda del maestro ele-mentare Giacomo Cap-pellini, cervenese che in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943, organizzò i gruppi di partigiani che opera-rono sulla Concarena. Giacomo Cappellini nasce a Cerveno il 24 gennaio 1909 e muore fucilato dai nazi-fasci-sti nel Castello di Bre-scia il 24 marzo 1945, a pochissimi giorni dal-la Liberazione. La fan-ciullezza e l’adolescen-za sono caratterizzate dall’impegno scolasti-co. Nel 1930, dopo il servizio militare di leva tenta il diploma magi-strale. Ottiene il diplo-ma. Di professione ma-estro elementare, inse-gna a Bienno e Berzo Inferiore ed ha sede de-finitiva di ruolo a Bre-no sino all’8 settembre 1943. In seguito all’ar-mistizio, sdegnando si seguire la circoscrizio-ne obbligatoria della Repubblica di Salò (Re-pubblica sociale italia-na), si dà alla macchia e organizza con alcuni

giovani di Cerveno una delle prime formazioni partigiane delle “Fiam-me Verdi”, operanti in Valcamonica. Il movi-mento ribellistico nel-la vallata dell’Oglio ha inizio ufficialmente nel settembre 1943, presso la canonica di Cividate Camuno, ove è parroco don Carlo Comensoli, costantemente in con-tatto col generale Ro-molo Ragnoli. “L’or-ganizzazione va deli-neandosi sempre di più – scrive don Daniele Venturini nel suo ormai famoso “Giacomo Cap-pellini” (Tip. Valgrigno, Esine, 1978) i gruppi aumentano e divengono consistenti. Il lavoro dei capi è soprattutto quello di recuperare armi con tutti i mezzi e di svol-gere tra i giovani an-cora incerti una effica-ce propaganda per sot-trarli ai vari bandi della Repubblica sociale. Nel giugno 1944 comin-cia il tempo dell’azio-ne: sabotaggi a centra-li idroelettriche, assalti a presìdi, abbattimenti di pali e tralicci dell’e-nergia elettrica, inter-ruzione di strade. Per rappresaglia, a Cerve-no i militari distruggo-no la casa di Cappellini. Purtroppo, il 21 genna-io 1945, Giacomo vie-

ne catturato a Làveno del Comune di Lozio. Molti i tentativi presso i nazi-fascisti per libera-re il prigioniero. Nulla da fare: il comandante partigiano viene tradot-

to in carcere nel Castel-lo di Brescia, ove, dopo un processo, viene fu-cilato il 24 marzo 1945 alle ore 6. Il 6 settembre 1949 ottiene la meda-glia d’oro alla memoria.

Corso di difesa personale

ASD Karate Camuno con il patrocinio del Comune di Borno organizza nel mese di giugno 2012, nei giorni di lunedi’ e giovedi’ dalle 20.00 alle 21.30 un corso di auto-difesa femminile della durata di 8 incontri che si terrà presso la Palestra Comunale di Borno.Il corso sarà finalizzato all’insegnamento di tecniche necessarie all’autodifesa personale e alla consequenziale preparazione fisica, oltre che all’indicazione di nozioni di carattere giuridico e psicologico con il contributo dell’avvocato Dr.ssa Daniela Ghirardelli e della psicologa Dr.ssa Marta Baisotti. Il corso avrà un costo di 20 € e si terrà con un minimo di 10 iscritti.Per l’iscrizione è necessario il certificato medico di attività sportiva non agonistica.Per info e iscrizioni tel. 347/9118654

Selezione pubblicadi autisti per la raccolta

di rifiuti urbaniLa società Valle Camonica Servizi rende noto che è indetta una selezione per l’assunzione a tempo determinato di operai con mansione di autista da adibire alla raccolta di rifiuti urbani. L’inquadramento economico sarà al livello 3B del CCNL Fise Assoambiente.La mansione della figura professionale sarà quella di autista di automezzi per la raccolta rifiuti manuale e/o meccanizzata per la raccolta di contenitori stradali e/o di autista di automezzi scarrabili con o senza gru. L’età dei candidati dovrà essere compresa tra i 18 ed i 50 anni.La domanda di partecipazione alla selezione dovrà pervenire presso l’ufficio protocollo della società Valle Camonica Servizi, in via Rigamonti Nr. 65 a Darfo Boario Terme, entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 12 giugno 2012.Il testo completo e la scheda per la domanda sono scaricabili dal sito della Società all’indirizzo: www.vallecamonicaservizi.it

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Page 20: Montagne e Paesi - Giugno 2012

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L’Associazione Bergamasca stomizzati

I Direttori SanitariBergamaschi all’ABS:

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Pubblicazione a cura del Corpo di Polizia Provinciale

Soccorso alla faunain difficoltà

Da 182 animali recupe-rati nel 1999 a 783 capi rinvenuti nel 2011: è cresciuto in modo espo-nenziale il numero de-gli interventi in soccor-so della fauna selvatica in difficoltà da parte del Corpo di Polizia Pro-vinciale, ed in partico-lare dal Nucleo Ittico Venatorio. E’ questo è uno dei dati significati-vi che emerge dal rap-porto pubblicato dalla Polizia Provinciale di Bergamo.Dal Rapporto si evin-ce che gli animali mag-giormente interessa-ti dal recupero sono i mammiferi rispetto agli

uccelli e, tra questi gli ungulati, con netta pre-valenza del capriolo sulle altre specie. 427 i mammiferi recu-perati di cui 189 caprio-li, 14 camosci,11 cervi, 59 volpi, 46 ricci e 36 tassi. Sono invece 353 gli uccelli recuperati nel 201, tra gli altri si contano: 4 aquile reali, 27 civette, 24 gheppi, 12 poiane, 13 sparvieri, 7 gufi comuni, 1 gufo reale, 24 rondoni, 40 merli e 21 cigni reali.Il futuro degli animali rinvenuti dipende dalle condizioni al momento del ritrovamento: se in buono stato i capi sono

reintrodotti sul territo-rio in località idonea, altrimenti vengono con-segnati al Centri per il Recupero degli Anima-li Selvatici (C.R.A.S.) presso la Riserva Natu-rale Valpredina di Ce-nate Sopra. Se gli ani-mali sono deceduti le carcasse sono smaltite mediante apposita ditta, oppure destinati a Isti-tuti Scientifici a scopi di ricerca. Gli ungulati valutati idonei al con-sumo umano dai vete-rinari dell’ ASL sono venduti tramite asta pubblica.

Gli atleti della Polisportiva Disabili Valcamonica conquistano il podio in diverse gare

Gabriele Rondi tre volte campione del mondo

Si sono disputati alle Isole Azzorre i Campionati Mondiali di atletica legge-ra riservati agli atleti con sindrome di Down e nella nazionale italiana vi era-no anche tre atleti della Polisportiva Disabili Valcamonica: Sara Bonfanti, Ga-briele Rondi e Angela Galluzzo. Ottimi i risultati ottenuti: nella prima giornata di gare Sara Bonfanti ha vinto la medaglia d’argento nella gara di Triathlon (100 metri piani - salto in lungo - getto del peso). L’at-leta azzurra è stata battuta, per pochissimi punti, dalla rappresentante del Sud Africa, Jessica Bernard. Sara Bonfanti ha corso i 100 metri in 18”96 (suo record personale), ha saltato m. 1,59 nel salto in lungo e ha lanciato il peso a 4 metri e 56 cm. Nella seconda giornata Gabriele Rondi si è confermato Campione del Mondo nella gara di salto in lungo con la misura di 3 metri e 92 cm, nuovo record mondiale. L’atleta bergamasco ha dovuto lottare fino all’ultimo salto con l’atleta della Fin-landia. Nella terza giornata di gare altre medaglie per gli atleti della Polisportiva Disabili Valcamonica in maglia azzurra: medaglia d’oro per Gabriele Rondi nel-la staffetta 4x100 maschile e medaglia d’argento per Sara Bonfanti nella 4x100 femminile. Sempre nell’ultima giornata di gare un ottimo quarto posto per An-gela Galluzzi negli 800 metri di marcia e terzo oro (con terzo record mondiale) per Gabriele Rondi nella staffetta 4x400 maschile; davvero un’edizione entusia-smante ed indimenticabile per la società presieduta da Gigliola Frassa e per la nazionale italiana.

Le problematiche de-gli stomizzati e l’orga-nizzazione sul territorio dei servizi che li riguar-dano sono state prese a cuore dalla Presidente dell’ASL di Bergamo che ha delegato i pro-pri funzionari ad avvia-re rapporti permanenti di collaborazione con l’ABS. L’Associazione Berga-masca Stomizzati, che rappresenta direttamen-te o indirettamente i 2.500 stomizzati ed in-continenti della provin-cia di Bergamo, ha così potuto esporre a tutti i Direttore Sanitari del-le strutture ospedaliere bergamasche quali pos-sono essere i punti di contatto per una profi-cua collaborazione tra Ospedali e Associazio-ne. L’esigenza di un mag-giore rapporto tra Asso-ciazione degli Stomiz-zati ed Aziende Ospeda-liere era stato prescritto anche da una delibera-zione del Consiglio Re-gionale della Lombar-dia di qualche anno fa. Da allora erano stati av-viati contatti con i re-sponsabili ASL per la fornitura di presìdi sani-tari (sacchetti) per supe-rare alcune problemati-che riguardanti le prati-che per il riconoscimen-to della libera scelta e la gratuità delle forniture, con miglioramento del servizio, senza sprechi. Grande soddisfazione, per quest’ultimo gesto

importante dell’ASL di Bergamo, è stato espresso dal Presidente ABS che ne ha dato no-tizia ai soci in occasione di una delle Assemblee mensili. Lo stesso Presidente ha attivato i propri colla-boratori per iniziare im-mediatamente un corso di formazione per una quindicina di volontari che si sono resi disponi-bili a diventare gli “ac-compagnatori” di nuo-vi stomizzati nella fase più critica della propria vita e cioè il momen-to dell’impianto della stomìa e nelle settimane successive.Questi volontari met-teranno in atto, subito dopo, l’assistenza agli stomizzati affiancando medici e stomaterapi-

sti degli Ospedali Riu-niti di Bergamo la cui Direzione si è proposta immediatamente per at-tuare un progetto pilota per il quale è stato chie-sto un finanziamento alla Fondazione Berga-masca. mOvviamente l’ABS si augura che an-che altre Aziende Ospe-daliere della città e del-la provincia di Bergamo vogliano usufruire del servizio. Tutto questo aiuterà anche ad accele-rare l’istituzione di am-bulatori di riabilitazione presso struttura ospeda-liera, dove i 2.500 sto-mizzati bergamaschi possono avere riferi-menti per le problema-tiche che li interessano prima e dopo l’interven-to chirurgico.

Walter Belingheri

Page 21: Montagne e Paesi - Giugno 2012

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Debutto stagionale dei campionatiTrofeo Italiano Amatori

Misano: Garattini subito protagonistaDomenica 22 aprile, ol-tre 150 piloti si sono af-frontati in gare equili-brate e spettacolari con il debutto stagionale di due campionati, il Tro-feo Italiano Amatori e il nuovo Michelin Po-wer Cup con l’abbina-mento alla casa france-se che fornirà gli pneu-matici.Al debutto del “Tro-feo Italiano Amatori 2012” il pilota camuno Tiberio Garattini è sta-to subito protagonista del campionato per non professionisti, inserito nella Coppa FMI, or-ganizzato con due clas-

si, 600 e 1000, giunto all’ottava edizione Grazie agli sforzi per contenere i costi di par-tecipazione, tantissimi piloti hanno aderito e si sono registrati schie-ramenti di partenza al completo, raggruppan-do i piloti in base alle loro effettive capaci-tà, garantendo così sei gare spettacolari, com-battute e soprattutto di-vertimento per ciascun concorrente che si è trovato a lottare con avversari appartenenti alla stessa fascia di pre-stazioni, stimolando il miglioramento indivi-

duale.E’ il fascino del Tro-feo Italiano Amatori che ogni anno riesce a rinnovarsi, proponen-do nuovi protagonisti e

personaggi che, accer-tata la propria compe-titività, proseguono la propria carriera spor-tiva in formule profes-sionistiche.

Per le attività produttive è uno strumento di semplificazione amministrativa

Uno Sportello Unicoper molti Comuni

Lo Sportello unico per le attività produttive (Suap) è uno strumento telematico di semplifi-cazione amministrativa. Attraverso l’ausilio di altri strumenti di sem-plificazione – come ad esempio la Segnalazio-ne certificata di inizio attività (Scia), il silen-zio-assenso, l’accordo tra amministrazione e privati, la Conferenza di servizi – mira a snellire i rapporti tra pubblica amministrazione ed im-prese. Oggi si presenta come l’unico soggetto pubblico di riferimento per tutti i procedimenti che abbiano come con-tenuto l’esercizio di at-

tività produttive e di prestazione di servizi e quelli relativi alle azio-ni di localizzazione, re-alizzazione, trasforma-zione, ristrutturazione, o riconversione, amplia-mento o trasferimento, nonché cessazione o ri-attivazione delle sud-dette attività. In questo modo viene assicurata all’utente che presenta la pratica una risposta telematica unica e tem-pestiva in luogo di tutte le amministrazioni pub-bliche comunque coin-volte nel procedimen-to. Presso lo Sportello unico competente per il territorio in cui si svol-ge l’attività d’impresa o

è localizzato l’impianto, vengono automatizzate tutte le fasi e i processi di ricevimento delle pra-tiche dell’utente riguar-danti le attività produt-tive (compresi gli ela-borati tecnici). In un se-condo momento il Suap provvede ad inoltrare - per via telematica – la documentazione a tutte le amministrazioni coin-volte nel procedimento (Provincia, Asl, Vigili del Fuoco, ecc.). La Ca-mera di Commercio con “ComUnica” ed il Co-mune con il Suap rap-presentano i due sogget-ti-strumenti centrali di riferimento per la sem-plificazione, l’integra-

zione e la razionalizza-zione dei processi buro-cratici delle imprese. Lo sportello opera esclusi-vamente in modalità te-lematica, anche per le riscossione delle spese e dei diritti, imposte ed oneri relativi all’espleta-mento delle pratiche ed ai procedimenti gestiti dallo Suap. Tempistica: come ribadito da diverse circolari, la gestione del Suap dei Comuni dove-va essere attivata entro e non oltre il 30 settembre 2011, pena il commis-sariamento. Ma il ruolo della Comunità monta-na di Valcamonica qual è? Con decreto della Regione Lombardia n.

5240, in data 9 giugno 2011 la Comunità mon-tana di Valcamonica a seguito della presenta-zione di un progetto a valere sul bando “Vou-cher digitali” è stata be-neficiata di un contribu-to di euro 40.000 (50% del progetto totale di euro 80.000). La Comu-nità ha presentato tale richiesta come capofi-la di 19 Comuni-Unio-ni di Comuni (Angolo Terme, Berzo Inferio-re, Borno, Cividate Ca-muno, Esine, Ossimo, Piancogno, Unione Co-muni Bassa Valcamoni-ca-Piancamuno, Arto-gne, Gianico, l’Unione dei Comuni media Val-camonica – Braone, Lo-sine, Cerveno, Ono san Pietro e Capo di Ponte, l’Unione dei Comuni di Ceto, Cimbergo, Pa-spardo). Altri enti han-no successivamente

manifestato l’interesse ad aderire al Suap del-la Comunità montana. E qual è invece il ruolo del Consorzio Bim? La Comunità montana ha delegato al Consor-zio Bim le tematiche legate all’innovazione tecnologica, nonché la gestione del territorio (Catasto geografico, si-stemi informativi ter-ritoriali, ecc.). Il Suap non è altro che una na-turale estensione del Sit, inteso anche come con-tenitore (banca dati) di informazioni territoriali (ad una pratica Suap è obbligatoriamente lega-ta l’identificazione cata-stale). Il coinvolgimento di questo ente permette-rà un notevole risparmio sia in termini economi-ci che in tempi di rea-lizzazione del progetto, ottimizzando risorse già presenti sul territorio.

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Un incontro con gli operatori del settore in Valcamonica

Una sana alimentazioneper la ristorazione collettiva

Comunità montana di Valcamo-nica, Bim, Provincia di Brescia, Asl Valcamonica Sebino ed Uf-ficio scolastico per la Lombar-dia di Brescia hanno organizza-to, a Breno, un incontro di sen-sibilizzazione con gli “attori” del territorio, sui temi della ri-storazione collettiva in relazio-ne ai principi di sana alimenta-zione, all’impatto sulla salute, alla costruzione dei capitola-ti d’appalto. Valter Vangeli-sti, del Dipartimento Asl pre-venzione medico, ha indicato i criteri per le definizione di un capitolato per scuole, case di ri-poso, ospedali, ecc. Il direttore generale Asl, Renato Pedrini, ha parlato di educazione alla salute, fondamentale sin dalla prima infanzia ed ha sottoline-ato il momento conviviale della mensa come occasione straor-dinaria per conoscere la cucina ed i prodotti camuni. Vangeli-sti, in particolare, s’è soffer-mato sul servizio di ristorazio-ne scolastica che deve sempre rispondere a criteri di quali-tà, salubrità e gradimento. La qualità dell’offerta deve avere i seguenti requisiti: alimenti a filiera corta, cioè che abbia-no viaggiato poco; privilegiare i prodotti locali, tradizionali, biologici; prodotti ortofrutticoli freschi e di stagione; tempi di trasporto di pasti ed alimenti il più possibile brevi; introduzio-ne di spuntini a base di frutta; prodotti del mercato equo e so-lidale; utilizzo di prodotti non-alimentari a ridotto impatto am-bientale; corretto uso e manu-tenzione delle attrezzature e dei locali; formazione del persona-le in relazione alla promozione della salute; organizzazione del servizio in modo da tener con-to di aspetti quali diete speciali,

monitoraggio del cibo in ecces-so, recupero per scopi umanita-ri delle vivande non consuma-te; monitoraggio della soddi-sfazione dell’utenza. Ci sono infine linee di indirizzo per ce-liachia, favismo, ipercolestero-

lemia, diabete, obesità, allergie. I bambini bisognosi di regimi dietetici rappresentano il 3-5% della popolazione scolastica e, di questi, l’85% è affetto da in-tolleranze, o da allergie spesso multiple, nei confronti di diver-

si alimenti, che condizionano pesantemente la loro alimenta-zione. Oltre alle allergie esiste poi – e ne abbiamo fatto cenno – tutta una gamma di patologie croniche per le quali la dieta rappresenta il fondamento te-rapeutico per il mantenimen-to di un buon stato di salute e per il controllo della malattia. In questi casi è evidente che la dieta, essendo parte integrante della terapia, è da attuarsi ol-tre che a casa anche in mensa e ciò comporta una particolare

attenzione ed organizzazione in ogni fase del servizio: dalla ste-sura del “menù”, all’acquisto delle materie prime, alla prepa-razione e somministrazione dei pasti. Considerato che il pasto in mensa dovrebbe fornire cir-ca il 40% delle “Kilocalorie” giornaliere e rivestire un ruolo educativo importante, il bam-bino con queste patologie che sono spesso a lungo termine, non deve essere penalizzato per la sua condizione, ma anch’e-gli – come i suoi compagni – deve essere messo in grado di variare la sua alimentazione il più possibile, compatibilmente con la sua malattia. La necessi-tà scaturisce anche dal fatto che

i bambini soggetti a restrizioni alimentari plurime, rischiano, se non ben compensati, di anda-re incontro a carenze alimentali che certamente non giovano al delicato periodo dell’accresci-mento. Pertanto, considerato che in genere le tabelle dieteti-che utilizzate nell’ambito della ristorazione scolastica, preve-dono la presenza nel “menù” di elementi protettivi, come pesce, frutta, verdura e legumi, allo scopo di promuovere abitudini alimentari corrette, tali criteri devono essere mantenuti anche per il bambino a dieta e quin-di il servizio di ristorazione si deve organizzare per risponde-re a queste necessità.

Pittura di Andrea Taboni in esposizione a Pian Camunopresso la Ditta “Faliselli” Serramenti.

Uno stato dell’animaPer tutto il mese di maggio la Sala delle esposizioni della Ditta “Faliselli Serramenti”, ha accolto in grandi pannelli a cerchio, le opere pittoriche più recenti del giovane artista “Andrea Taboni”- l’Andrea”- come vuole essere chiamato familiarmente; abitante a Ceto, esercita la professione di far-macista a Costa Volpino. I sog-getti che in ampie ondate cro-matiche sono rappresentati in questa sua recente raccolta sul tema: “Metropoli: uno stato dell’anima”, sono riferiti a pa-esaggi “metropolitani” ispirati dalla vivida fantasia dell’arti-sta in modo immediato e spon-taneo, ma nello stesso tempo imperniati nella realtà concre-ta del nostro tempo come veri “Grattacieli” delle moderne città. Attraverso un gioco va-riegato di colori accesi senza sfumature, offrono al visita-tore la visione sognante e tra-sfigurata di paesaggi architet-tonici di ampie dimensioni in un allineamento ordinato e su-perbo di pieni e di vuoti, svet-tanti verso il cielo ora chiaro ora oscuro, ora riflessi in ac-que sfavillanti , in colorazioni

uniformi e compatte che riflet-tono, come dice l’autore, mo-menti di vita reale e concitata e nello stesso tempo visioni che oltrepassano tempi, limiti e vi-cende della storia umana.Come nella serie di raccolte pittoriche precedenti (2009-2010-2011) ispirate alle “Ma-schere” e alle “Donne senza”, Andrea Taboni esprime una filosofia sulla vita, l’essere, il divenire dell’uomo e del suo mondo interiore che si rivela sempre diverso, così l’imma-gine della “Metropoli” riflette e rappresenta situazioni e “sta-ti dell’anima” secondo un’a-spirazione al superamento di ogni limite di tempo e di spa-zio.Anche le figure delle” Masche-re” espresse in un cromatismo vivace su sfondo blu, sotten-dono una visione della perso-na e della sua interiorità che si manifesta o si cela nei molte-plici atteggiamenti del vivere, con una particolare attenzione alla figura femminile delineata nella raccolta “Donne senza”. In realtà – commenta l’artista- “non maschera nulla, ma per-mette di mostrare un lato del-

la personalità; non è quindi un gioco né fantasia né finzione, ma un abito del proprio essere che muta a seconda delle varie situazioni: è un dono”. Una pittura tematica come quella di Andrea Taboni di-venta il mezzo più idoneo per comunicare aspetti della realtà e della storia attuale attraver-so modi di essere e di sentire propri, in una visione del mon-do che solo l’arte riesce spesso a interpretare e rendere com-prensibile a tutti, così che pri-va di orpelli e di cavilli mentali giunge direttamente all’animo di chi la contempla.Il percorso artistico da poco iniziato dall’Andrea, grazie all’aiuto di amici come l’ar-chitetto G.Carlo Bonfadini e i pittori Carlo Bettoni e Angelita Mattioli, sta riscontrando ampi consensi per l’originalità e la concretezza dei soggetti, la va-rietà cromatica ed espressiva, l’immediatezza comunicativa attraverso uno stile semplice e lineare che riesce a trasmettere sensazioni positive, ma anche una lettura di realtà vive, con-crete e ricche di valori umani.

R.Belotti

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