Monitoraggio Media - ANAAO ASSOMED Friuli Venezia Giulia · 2020. 3. 20. · Monitoraggio Media...

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Monitoraggio Media SIFA srl - Via G. Mameli, 11 – 20129 MILANO +390243990431 [email protected] - www.sifasrl.com Venerdì 20 marzo 2020

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  • Monitoraggio Media

    SIFA srl - Via G. Mameli, 11 – 20129 MILANO +390243990431

    [email protected] - www.sifasrl.com

    Venerdì 20 marzo 2020

  • SommarioN. Data Pag Testata Articolo Argomento1 20/03/2020 1, 2 IL PICCOLO L'EPIDEMIA ACCELERA IN REGIONE PROIBITA OGNI ATTIVITÀ ALL'APERTO SANITÀ LOCALE2 20/03/2020 10 MESSAGGERO VENETO PORDENONE NEGLI EX ALLOGGI DEGLI AVIERI ARRIVA IL PRIMO PAZIENTE PER STARE IN QUARANTENA SANITÀ LOCALE3 20/03/2020 5 MESSAGGERO VENETO «NOI OPERATORI DEL 118 IN PRIMA LINEA CON LA GENTE» SANITÀ LOCALE4 20/03/2020 23 IL GAZZETTINO DI UDINE I NUMERI DELL'EPIDEMIA, DOPO IL SÌ DI BORRELLI PAROLA ALLA REGIONE SANITÀ LOCALE5 20/03/2020 4 MESSAGGERO VENETO NURSIND GLI INFERMIERI CHIEDONO D'ESSERE TUTTI CONTROLLATI SANITÀ LOCALE6 20/03/2020 22 IL GAZZETTINO DI UDINE MEDICI, INFERMIERI E OPERATORI DI CIVIDALE TRASFERITI A UDINE SANITÀ LOCALE7 20/03/2020 4 MESSAGGERO VENETO PRONTE PER GLI OSPEDALI 200 MILA MASCHERINE SANITÀ LOCALE8 20/03/2020 21, 2 IL GAZZETTINO DI UDINE IL CONTAGIO AVANZA, NUOVA STRETTA SANITÀ LOCALE9 20/03/2020 23 IL GAZZETTINO DI PORDENONE PIÙ POSTI IN RIANIMAZIONE L'OSPEDALE: «NOI PRONTI IN MENO DI UN GIORNO» SANITÀ LOCALE10 20/03/2020 22 IL GAZZETTINO DI PORDENONE L'EPIDEMIA ACCELERA E MIETE ALTRE 5 VITTIME SANITÀ LOCALE11 20/03/2020 22 IL GAZZETTINO DI PORDENONE LA GUERRA AL CONTAGIO L'EPIDEMIA ACCELERA E MIETE ALTRE 5 VITTIME SANITÀ LOCALE

  • CORONAVIRUS: SI AGGRAVA ULTERIORMENTE L'EMERGENZA IN FRIULI VENEZIA GIULIA CHE IN TOTALE CONTA ORMAI 3 6 DECESSI E OLTRE 6 0 0 INFETTI

    L'epidemia accelera in regione Proibita ogni attività all'aperto Impennata di morti (+5) e contagiati (+137). Fedriga anticipa Conte: stop a corse e passeggiate, domenica alimentari chiusi Arrivate 200 mila mascherine per gli addetti della sanità. Tir bloccati al confine sloveno: all'autoporto di Gorizia torna il caos

    I numeri dell'epidemia da coronavi-rus in Fvg continuano a crescere molto, troppo, velocemente. La Re-gione approva un'ordinanza che im-pone subito nuove restrizioni: stop alle attività fisiche all'aperto, chiusu-ra anche degli alimentari la domeni-ca. Arriva la prima fornitura di ma-scherine per i sanitari regionali. Si-tuazione critica all'Autoporto di Go-rizia per il blocco sloveno dei Tir. /DA PAG. 2 A PAG. 21

    Per i sanitari c'è lo stock di 200 mila mascherine Boom di contagi: +137 Cinque nuovi decessi, Ricoverata in Terapia intensiva un'infermiera triestina di 58 anni. Guariti a quota 41 Da oggi tamponi anche a Cattinara e San Polo

    Diego D'Amelio/TRiESTE

    Un'altra settimana di respiro, ma il numero di ammalati cre-sce. Nella notte di ieri la ge-stione commissariale dell'e-mergenza coronavirus ha fat-to arrivare in Friuli Venezia Giulia duecentomila masche-rine di tipo chirurgico. I dispo-sitivi di protezione individua-le sono chiesti a gran voce dal-le organizzazioni di categoria del personale sanitario, ma le forniture restano agli sgoccio-li perché il materiale basta per sette giorni soltanto. In-tanto i contagiati arrivano a 599, con un incremento che smentisce l'idea di un trend

    positivo per la regione. In sa-nità si registra infine il primo caso grave, con un'infermiera triestina di 58 anni ricoverata in terapia intensiva.

    Nella sede della Protezione civile di Palmanova le ma-scherine erano attese da gior-ni, per consentire a medici e infermieri di profondere i pro-pri sforzi con la maggior sicu-rezza possibile. Crescono in-fatti di ora in ora i professioni-sti sotto osservazione dopo il contatto con pazienti positivi al Covid-19 e aumentano i contagi fra i sanitari degli hub di Trieste, Udine e Pordeno-ne. Alla Geriatria del Maggio-

    re i dipendenti negativi al vi-rus sono l'eccezione e ieri un'infermiera di quel reparto è stata ricoverata in Terapia intensiva per l'aggravarsi del-le sue condizioni. In tutta Ita-lia sono dieci i medici morti dall'inizio dell'epidemia.

    Il camion con le mascheri-ne è arrivato nella notte da Ro-ma. La giunta non ha pubbli-cizzato la nuova scorta, te-mendo che potesse essere di-rottata all'ultimo in un'altra delle regioni settentrionali. Poi la buona notizia: «È arriva-ta - così una nota di Riccardi in mattinata - l'attesa fornitu-ra di duecentomila mascheri-

    SANITÀ LOCALE 1

  • ne, di tipo chirurgico a tre ve-li. Ciò consentirà di far lavora-re in sicurezza gli operatori del Sistema sanitario regiona-le per circa una settimana».

    Come spiega Riccardi, «gra-zie all'intervento del Diparti-mento nazionale di Protezio-ne civile, il materiale arrivato dall'India all'aeroporto di Fiu-micino è stato fatto ripartire con un autotreno fino all'in-terporto di Pordenone, ove ha sede il magazzino regiona-

    Un cittadino cinese, ex studente del Mib, ha donato 4 mila protezioni alla sua città d'adozione

    le centrale della Sanità. È il primo di una serie di ordini ef-fettuati dalla Protezione civi-le del Fvg. La prossima setti-mana ne dovrebbero arrivare altrettante di medesima pro-venienza». La Regione lavora per reperire dpi anche all'este-ro: «Sono già stati ordinati al-tri stock - dice Riccardi - per ol-tre due milioni di pezzi, pres-so numerosi fornitori che for-niranno sia mascherine chi-rurgiche che Ffp2 che tute di protezione e altro ancora, a patto che non siano bloccati alla dogana come già succes-so».

    A breve la giunta chiarirà anche la questione della pro-duzione locale: «I contatti con le aziende procedono», assicura il vicepresidente, ma

    intanto a Trieste operatori del dipartimento di Preven-zione dell'Azienda sanitaria si sono messi aU'opera per fab-bricare manualmente prote-zioni per il viso utilizzando tessuti a norma. Spicca nel mentre il gesto di un cittadi-no cinese, che ha studiato an-ni fa al Mib di Trieste e ha do-nato 4 mila mascherine alla Protezione civile locale: «Grande sensibilità, testimo-nianza dei crescenti rapporti di amicizia tra Trieste e Ci-na», commenta il sindaco Ro-berto Dipiazza. Sul fronte po-litico, i parlamentari leghisti del Fvg scrivono invece al pre-sidente Giuseppe Conte per denunciare i «gravissimi ritar-di: la dotazione della nostra regione è insufficiente».

    In regione torna a correre la conta dei casi positivi, ieri arrivati a 599 con un balzo di 137. Dal primo caso segnala-to a Gorizia il 29 febbraio, non si è mai registrato un in-cremento così consistente, do-vuto tuttavia più che altro all'arrivo dei risultati di una parte dei tamponi in arretra-to. Sia come sia, è la dimostra-zione che il Fvg è lontano dall'auspicato calo della cur-va dei contagi. Aumentano anche i decessi: ieri altri 5, per un totale di 36, con 24 (+3) fra Trieste e Gorizia, 11 a Udine (+2) e 1 a Pordeno-ne. Il Friuli è ormai avanti per numero di ammalati: 266, contro i 208 triestini, i 97 por-denonesi e i 28 goriziani. Re-stano in isolamento domicilia-

    re 359 persone, di cui 5 nella struttura appositamente aper-ta a Muggia. Per la Regione i ricoverati in ospedale sono 134 (+6), di cui 29 in Terapia intensiva (come ieri), ma pro-prio il caso dell'infermiera ha costretto ad aprire la nuova sezione di Terapia intensiva di Cattinara, che ora ha 7 po-stiliberi. Continuano le critici-tà anche nelle case di riposo comunali triestine e friulane, mentre fonti sindacali segna-lano primi casi positivi in resi-denze private per anziani. «In questo quadro severo c'è an-che una notizia confortante che riguarda 4 persone dichia-rate clinicamente guarite», prova a consolarsi Riccardi. Le altre persone guarite, ma su cui non è stata registrata cli-nicamente l'eliminazione del virus, sono 37.

    Un quadro chiaro del trend si avrà però solo dopo l'esauri-mento degli esami in accumu-lo. Riccardi spiega che i tam-poni effettuati «hanno supera-to i 6 mila e già oggi (ieri, ndr) sono stati smaltiti molti arre-trati. Il vicepresidente assicu-ra che da stamattina «i test per la ricerca di Covid-19 sa-ranno eseguiti oltre che all'o-spedale Maggiore anche a Cattinara e Monfalcone», gra-zie alle nuove apparecchiatu-re installate, che velocizze-ranno di molto le risposte. La giunta è invece poco convinta di seguire il Veneto sulla stra-da dei test rapidi che il mini-stero della Salute ritiene per il momento non affidabili. —

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  • Negli ex alloggi degli avieri arriva il primo paziente per stare in quarantena

    Simonetta D'Este/UDiNE

    È arrivato ieri a Pasian di Pra-to il primo paziente che do-vrà restare in quarantena, lontano da tutto e da tutti, an-che dalla propria casa. Ha tro-vato ricovero nella palazzina messa a disposizione della Regione dal 2° Stormo dell'Aeronautica militare per la gestione dell'emergenza Covid-19.

    La struttura in particolare si trova nella zona logistica le-gata all'aeroporto di Rivolto, dove ha sede lo stormo, ma in territorio pasianese.

    Questo è, infatti, uno dei tre siti che fin dal principio erano stati individuati per la gestione di casi di quarante-na che non possono essere controllati a livello domicilia-re (le altre strutture si trova-no a Muggia, dove ci sono già da alcuni giorni cinque rico-verati, e a Tricesimo nella fo-resteria del Castello, di fron-te al Santuario di Madonna Missionaria, ancora senza de-genti).

    La palazzina di Pasian di Prato è stata realizzata nel

    2003 e fino a poco tempo fa era occupata dai militari dell'Aeronautica.

    «Si tratta di una struttura in ottime condizioni - spiega il sindaco Andrea Pozzo -, che è perfetta per l'isolamen-to in totale sicurezza. Sorge, infatti, lontano da altri edifi-ci e, trovandosi all'interno di una struttura militare, è ulte-riormente garantita l'impos-sibilità di accesso a persone che non siano parte del perso-nale sanitario che sta operan-do. L'intera palazzina è stata perfettamente attrezzata dal-la Protezione civile e dotata di macchinari per l'ossigeno, fondamentali per aiutare i malati di Covid-19 a stare me-glio. A disposizione ci sono 35 posti letto, perché è stato deciso il ricovero di un solo paziente per stanza, ma in ca-so di un'emergenza impor-tante la capacità di accoglien-za può triplicare. Ma speria-mo tutti che questo non acca-da».

    «Ciò che, come ammini-stratore, mi fa piacere - ag-giunge il primo cittadino di Pasian di Prato - è vedere che l'alta integrazione e la siner-

    gia tra Aeronautica militare, Regione, Protezione civile, amministrazione comunale e azienda sanitaria porta a ri-sultati di eccellenza e impor-tanti per la comunità e per le persone. Soprattutto in mo-menti come questo. Si tratta di un modello, che ormai è consolidato e che sta funzio-nando. E, se mi è concesso, vorrei ringraziare il colonnel-lo Andrea Amadori, il coman-dante del 2° Stormo, che so-prattutto dal punto di vista sanitario sta facendo molto per mettere a disposizione spazi e competenze per le ne-cessità del territorio, come ha già fatto per la zona atter-raggio dell'elisoccorso».

    «Solamente nel 2019 - con-clude il sindaco Pozzo - gli in-terventi dell'Elisoccorso so-no stati oltre mille, e possia-mo dichiarare con orgoglio che il collegamento tra la struttura di Pasian di Prato e l'ospedale di Udine è ben coordinato: oltre al traspor-to dei pazienti attraverso il 118, l'Aeronautica militare si occupa pure del trasporto de-gli organi peri trapianti». —

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  • «Noi operatori del 118 in prima linea con la gente» Gli infermieri della centrale Sores gestiscono anche 4 mila chiamate al giorno Il racconto; «Cerchiamo di rispondere alle esigenze e alle ansie dei cittadini»

    AnnaRosso/UDiNE

    L'emergenza coronavirus ha fatto suonare i telefoni della centrale del Numero unico d'emergenza 112 oltre 4.100 volte in una sola giornata, co-me è accaduto lo scorso 10 marzo. Questa la "punta" più alta, ma nei giorni immedia-tamente precedenti e anche in quelli successivi le richie-ste da parte di cittadini sono state ben oltre tremila al gior-no.

    Il tutto ha avuto un'impen-nata dal 22 febbraio quando in tantissimi, dopo le notizie dei primi decessi tra Lombar-dia e anche nel vicino Vene-to, hanno cominciato a pren-dere coscienza della gravità della situazione.

    Le centrali operative, il cui personale, prima che emer-gessero le criticità legate al Covid-19, era quantitativa-mente tarato per gestire la routine, si sono ritrovate subi-to in prima linea. Non solo quella del Nue 112, ma anche quella di Sores (Sala operati-va regionale per l'emergenza sanitaria) che una volta era chiamata semplicemente "118"e che aveva una sede in ogni provincia. Dall'aprile 2017 la struttura è unica per tutta la Regione ed è stata centralizzata a Palmanova, in via Natisone, nel grande palazzo - che gli addetti ai la-vori hanno soprannominato "cubo" - in cui hanno sede an-che Nue 112 e Protezione civi-

    le. Tremila e anche quattromi-

    la chiamate nelle 24 ore, si di-ceva, tante con ineludibili bi-sogni sanitari. Dietro altret-tante persone che, giusta-mente, pretendono risposte precise, informazioni, chiari-menti, rassicurazioni e natu-ralmente anche soccorsi tem-pestivi. All'altro capo del filo gli infermieri, persone alta-mente formate e di grande esperienza che non hanno "mollato" nemmeno per un attimo. Hanno saputo regge-re "l'urto" che, come loro stes-si raccontano, ha avuto alcu-ni picchi veramente convulsi. Da uno e fino a quattro profes-sionisti sanitari hanno lavora-to direttamente presso la sala operativa del 112, per un pri-mo filtro. L'organico di So-res, che non è facilmente au-mentabile per la necessità di una formazione piuttosto lunga e articolata, è stato, per

    quanto possibile, potenziato, anche nelle ore notturne.

    Le chiamate, infatti, vanno valutate con attenzione dan-do le giuste priorità e spen-dendo il tempo che serve: ci sono quelle che giungono da persone che hanno avuto con-tatti con persone contagiate; quella da parte di chi già de-scrive una sintomatologia conclamata; quelle di chi vuo-le alcune informazioni, più tutte le chiamate per patolo-gie non legate all'attuale emergenza, che non vanno mescolate nel erande "conte-

    nitore" Covid-19 e tantome-no trattate con ritardo.

    «Abbiamo affrontato que-st'emergenza con spirito di sacrificio - raccontano gli in-fermieri -, ben sapendo che in altri contesti l'emergenza ha avuto risvolti professional-mente più drammatici e uma-namente più pesanti. Comun-que cercando di rispondere al meglio alle esigenze e alle ansie della popolazione». Un grande supporto è stato dato dagli infettivologi ospedalie-ri con i quali c'è un continuo confronto, ma anche dai me-dici di base e dai Dipartimen-ti di prevenzione.

    L'impegno degli operatori Sores, che dall'inizio del 2020 ha come nuovo respon-sabile il dottor Vincenzo Mio-ne, è continuo, pur in uno sce-nario in rapida evoluzione che necessita di giornalieri aggiustamenti. Va rilevato, inoltre, il fatto che gli inter-venti per traumi (incidenti, infortuni...), per fortuna, so-no calati, perché la maggior parte della gente è a casa e questo consente al personale di concentrarsi proprio sull'e-mergenza coronavirus.

    La speranza degli infermie-ri è «che nei prossimi giorni sia possibile avere una ridu-zione del carico di lavoro, do-po questo momento di soffe-renza della popolazione, ma anche del sistema sanitario nel suo insieme».

    Gli operatori della Sores

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  • certamente si porteranno die-tro un sostanzioso bagaglio a seguito di questa particolare esperienza professionale e sa-ranno, se possibile, più pron-ti e preparati per nuovi con-fronti in una realtà in conti-nuo movimento che vedrà la stessa centrale in una posizio-ne di snodo nell'ambito dell'e-mergenza sanitaria. -

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  • Informazioni ai sindaci

    I numeri dell'epidemia, dopo il sì di Borrelli parola alla Regione cn**r"si rl*»finiti^7€iTn*int*i I ' ì m n n r t i i n 7 a H i n u p c t n Hic^Krin n*ir"f**»r»itr» H o i n r i m i A h h ì i ) m n nccict i trh i n f i n t e t i Si spera definitivamente

    chiaritala situazione delle comunicazioni relative ai contagi da Covid-19 nei singoli comuni: i sindaci saranno informati. Il Governo, dopo un confronto con l'Anci, ha fatto dietrofront. È di ieri, infatti, la nota del capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che mette in chiaro le cose: «È consentito il trattamento di dati personali che risultino indispensabili alla gestione dell'emergenza sanitaria. Pertanto si pregano gli organi competenti di assicurare la trasmissione dei dati alle Prefetture, alle Forze di Polizia, ai Vigili del Fuoco nonché ai Comuni». Compresa

    l'importanza di questo passaggio, Anci Fvg ha deciso di sensibilizzare - tramite una nota a firma del presidente Dorino Favot - sia il governatore Fedriga che il suo vice Riccardi, chiedendo loro maggiore comunicazione nei confronti dei Comuni. Una iniziativa che fa seguito al

    IL PRESIDENTE DELL'ANCI FAVOT SCRIVE ALLA GIUNTA «INDISPENSABILI PIÙ INFORMAZIONI Al PRIMI CITTADINI»

    disagio percepito dai primi cittadini, che chiedono di essere informati sulla situazione nei rispettivi Comuni, al fine di dare un migliore e più fattivo contributo a un rapido superamento della crisi, senza dimenticare l'applicazione delle indicazioni che giungono quotidianamente da parte della Protezione civile. Plaude all'intervento anche il sindaco di Ruda, Franco Lenarduzzi, coordinatore regionale Anci per i piccoli comuni: «Per noi è indispensabile conoscere al meglio la situazione dei nostri territori, per attuare tutte le possibili accortezze e strategie per arginare il contagio.

    Abbiamo assistito, in questi giorni, ad un rimpallo di comunicazioni. Prima una nota che lo prevedeva, poi una sospensiva e, infine, questo ultimo documento. Ora non si torni più indietro. Chi ha il compito di assicurare la sicurezza dei cittadini e la salute pubblica ha anche il dovere di gestire e far fluire i dati. Ora attendiamo che, al più presto, anche nella nostra regione, si attui questa disposizione. Dobbiamo fare in modo che le persone restino nelle proprie abitazioni per evitare la proliferazione del virus. Per questo avere informazioni aggiornate e complete è fondamentale».

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  • NURSIND

    Gli infermieri chiedono d'essere tutti controllati

    Il sindacato degli infer-mieri (Nursind), in vista dell'ampliamento dello screening con tampone per la ricerca del corona virus, chiede l'immedia-to controllo di tutti i sa-nitari del Sistema sanita-rio regionale i quali po-trebbero essere asinto-matici ma potenzial-mente contagiosi, in questo ultimo caso po-trebbero loro stessi esse-re degli "untori" presso il loro posto di lavoro e allo stesso modo presso le loro famiglie.

    Si consideri - scrive la

    segreteria regionale Nursind Fvg all'assesso-re alla Salute Riccardo Riccardi - che attual-mente agli operatori sa-nitari con contatti non protetti, quindi sospetti contagiati, viene esegui-to il tampone in 13 gior-nata e nel frattempo de-vono continuare a lavo-rare, con pericolo per lo-ro stessi, per i familiari colleghi e assistiti.

    Altresì il sindacato re-gionale degli infermieri richiede la immediata applicazione dell'artico-

    lo 16 del Decreto legge 16 marzo 2020 inerente le misure di protezione degli operatori sanitari (Dpi) attualmente è an-cora precaria la fornitu-ra dei presidi, e conse-guente protocollo regio-nale che sull'uso degli stessi dia la più ampia garanzia di protezione ai dipendenti del Siste-ma sanitario regionale del Friuli Venezia Giu-lia.

    Il Nursind si dice certo di una presa di posizio-ne che collimi con le sue richieste.

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  • Medici, infermieri e operatori di Cividale trasferiti a Udine SANITÀ

    CIVIDALE Da qualche giorno medi-ci, infermieri e operatori di Civi-dale sono stati dirottati a Udine per l'emergenza, lasciando attive, nel presidio cividalese, le degen-ze, attività e prestazioni erogate dai servizi distrettuali, nonché l'attività radiologica per interni. Ma servono rinforzi a Udine, così il Punto di Primo Intervento di Ci-vidale è stato chiuso, con il poten-ziamento dell'equipaggio 118. Lo sportello Cup sarà chiuso nella giornata di sabato, mentre viene mantenuta l'attività nei giorni fe-riali, dal lunedì al venerdì, dalle 7 alle 14. Altra novità è lo sposta-mento del servizio di Continuità assistenziale - Guardia Medica di San Pietro al Natisone a Cividale. «La riorganizzazione - comunica la direzione dell'Azienda Sanita-ria Universitaria Friuli Centrale -è un atto dovuto a prescindere dall'emergenza Covid-19, conside-rati i volumi di prestazioni della sede di San Pietro». Una riorga-nizzazione che, per la direzione, «permette ai due medici che lavo-

    ravano singolarmente nelle due sedi, che peraltro distano solo 6 chilometri una dall'altra, di ope-rare coordinandosi e, proprio in questa situazione di emergenza, uno può essere dedicato alla atti-vità telefonica e ambulatoriale e il secondo medico alle visite do-miciliari». Tutti i medici e i pedia-tri del distretto sono stati pronta-mente avvisati, mentre per infor-mare gli utenti si è provveduto ad apporre un'apposita cartellonisti-ca fuori dalla sede di San Pietro, che riporta il numero di telefono di Cividale. Le stesse indicazioni sono state inserite nel messaggio della segreteria telefonica della sede di San Pietro. Per gli utenti più tecnologici, tutte le informa-zioni sono state pubblicate sul si-to aziendale, alla sezione "varia-zione dei servizi". Inoltre, per ga-rantire il ristoro notturno, è stato allestito, già da lunedì, il secondo letto ed è stato destinato un servi-zio igienico esclusivamente al personale sanitario. Una situazio-ne non facile per i residenti delle

    Valli del Natisone, che hanno sempre avuto come punto di rife-rimento Cividale. Ma questo acca-

    de in tempi di emergenza e per Ci-vidale non è l'unica novità. Anche l'amministrazione comunale, in-fatti, ha deciso di applicare misu-re più stringenti sul territorio, prevedendo la chiusura al pubbli-co di parchi, giardini e aree verdi comunali, con divieto di accesso anche ai parchi comunali non re-cintati, che verranno transennati e tutto questo fino a nuove dispo-sizioni. La decisione, concordata con il comando della Polizia loca-le dell'Uti, nasce dalla necessità di rafforzare la prevenzione sul territorio del comune, nonché di evitare assembramenti di perso-ne e occasioni di diffusione e con-tagio della popolazione.

    Lisa Zancaner

    L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE HA DECISO DI CHIUDERE PARCHI GIARDINI E AREE VERDI PER RAFFORZARE LA PREVENZIONE

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  • Pronte per gli ospedali 200 mila mascherine Consentiranno agli operatori del Fvg di lavorare in sicurezza per una settimana Riccardi: «Abbiamo ordinato uno stock di fornitura da oltre 2 milioni di pezzi»

    UDINE

    Un sospiro di sollievo e una boccata d'ossigeno per gli operatori della sanità. Ric-cardo Riccardi, infatti, ha annunciato l'arrivo in Friuli Venezia Giulia, dall'India dove sono state prodotte nei giorni scorsi, delle prime «200 mila mascherine, di ti-po chirurgico a tre veli, a be-neficio degli operatori del Si-stema sanitario regionale: questo consentirà di far lavo-rare in sicurezza gli operato-ri per circa una settimana».

    Certo, non è risolutivo - e non per niente la Regione ha annunciato l'intenzione di provare a prodursi in pro-prio i dispositivi -, ma sicura-mente un passo in avanti ri-spetto al recente passato. «Grazie all'intervento del Di-partimento nazionale di Pro-tezione civile - continua il vi-cepresidente - il materiale arrivato dall'India a Fiumici-no è stato sbloccato e fatto ri-partire con un autotreno fi-no all'interporto di Pordeno-ne, dove ha sede il magazzi-no regionale centrale della Sanità. Protezione civile e Agenzia regionale di coordi-namento per la salute (Arcs) stanno lavorando as-sieme per reperire su tutti i mercati il numero maggiore di dispositivi di protezione individuale: sono già stati ordinati altri stock, per oltre due milioni di pezzi, da nu-

    merosi fornitori che, a prez-zo congruo, forniranno in particolare sia mascherine chirurgiche che Ffp2 che tu-te di protezione e altro anco-ra». La fornitura arrivata ie-ri in regione rappresenta il primo di una serie di ordini che sono stati effettuati dal-la Protezione civile. «La prossima settimana - con-clude il vicegovernatore -ne dovrebbero arrivare al-trettante di medesima pro-venienza».

    A proposito di autoprodu-zione di mascherine, inol-tre, i consiglieri del M5s in Regione hanno voluto rin-graziare «le decine di azien-de e tutti coloro che ci han-no contattato per offrire la propria disponibilità per la produzione e la commercia-lizzazione di mascherine e di altri dispositivi utili per fronteggiare l'emergenza coronavirus». Gli eletti pen-tastellati, quindi, sono anda-ti anche oltre. «In questa di-rezione - hanno detto - si è già mosso, a livello naziona-le, il Commissario per l'e-mergenza coronavirus e in-vitiamo le aziende interessa-te a segnalare direttamente a questo indirizzo le proprie disponibilità e i propri pro-dotti, seguendo le apposite istruzioni. La mail in questio-ne è: [email protected]. Le istruzio-ni per contribuire si trovano invece all'indirizzo

    https ://www. invita-lia.it/chi-siamo/area-medi a/notizie-e-comunica-ti-stampa/emergenza-coro-navirus-email-invitalia. Per coordinare il tutto, siamo in contatto anche con la Prote-zione civile regionale, che ringraziamo per l'immenso lavoro che sta svolgendo. A breve usciranno indicazioni anche da parte sua per fare sì che si possano produrre in Friuli Venezia Giulia le ma-scherine, le quali saranno poi distribuite dagli stessi uomini della Protezione civi-le».

    L'obiettivo della Regione, ma anche della minoranza, è quello di riuscire ad arriva-re, il prima possibile, alla produzione in autonomia dei dispositivi medici richie-sti dagli operatori sanitari. Il problema, non banale, è le-gato al fatto che la tipologia di mascherine richiesto da medici e infermieri deve es-ser e quello chiamato Ffp2 oppure Ffp3, non, per capir-ci, quello del tipo presenta-to dal governatore veneto Luca Zaia due giorni or sono che non può essere utilizza-to negli ospedali. Servirà qualche giorno di pazienza, dunque, sempre sperando, tra l'altro, che il materiale bloccato all'estero possa ar-rivare - dogane non italiane permettendo - il prima pos-sibile a Roma e da qui essere smistato nei diversi territori

    SANITÀ LOCALE 9

  • del Paese.

    La casse con le 200 mila mascherine arrivate dall'India all'interno del magazzino della sanità regionale a Pordenone

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  • Il contagio avanza, nuova stretta •In regione altri 5 morti e il record di contagi in un solo giorno 1̂1 presidente Fedriga vieta anche le passeggiate nei parchi I nuovi pazienti positivi sono 153, dichiarate guarite 4 persone Supermercati chiusi di domenica, varata l'ordinanza più severa

    Altri cinque morti, due a Udine e tre a Trieste. Un'impennata dei contagi, con 153 nuovi mala-ti in sole 24 ore. Dal punto di vi-sta della diffusione del Corona-virus in regione, ieri è stata la giornata più buia, quella che ha

    convinto il presidente Massimi-liano Fedriga a varare un'ordi-nanza severa: vietate anche le passeggiate nei luoghi che pos-sono ospitare più persone, quin-di parchi e giardini pubblici in particolar modo. Lo stesso docu-

    mento impone la chiusura do-menicale dei supermercati e l'obbligo - negli altri giorni - di frequentarli da soli, senza fami-liari al seguito.

    Da pagina II a pagina V

    La guerra al contagio

    Aumentano a 612 gli infettati il virus dilaga in tutta la regione • Si sono aggravate le condizioni del medico di base di Udine colpito da coronavirus e che da ieri è ricoverato in ospedale IL BOLLETTINO

    UDINE Si sono aggravate le condi-zioni del medico di medicina ge-nerale di Udine colpito da coro-navirus, che ieri è stato ricovera-to in ospedale. I casi positivi sal-gono vertiginosamente, sfioran-do quota 6122 in Fvg, con un in-cremento mai registrato prima dall'inizio dell'emergenza: 153

    casi in più nell'arco di un solo giorno. Anche i nuovi decessi aumentano: sono 5 in più rispet-to a mercoledì, che portano il to-tale a 36 morti per Covid-19:11 a Udine, 1 a Pordenone, 24 tra Trieste e Gorizia. Lo rende noto il vicegovernatore con delega al-la Salute e Protezione civile, Ric-cardo Riccardi, dalla sede opera-tiva di Palmanova. Il maggior

    numero di casi positivi si regi-stra ancora nel territorio udine-se (266) e in quello triestino (208); seguono il pordenonese con 113 casi e il goriziano con 28. "In questo quadro severo - com-menta Riccardi - c'è anche una notizia confortante che riguar-da 4 persone dichiarate clinica-mente guarite, ovvero secondo il protocollo del Consiglio supe-

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  • riore di sanità si tratta di perso-ne che oltre a non avere più i sintomi del Covid-19 sono risul-tati negativi a due test per il Co-ronavirus Sars-CoV-2, svolti consecutivamente a distanza di 24 ore uno dall'altro e a un terzo effettuato non prima di 7 giorni dal primo riscontro risultato po-sitivo". Le altre persone guarite, ma su cui non è stata registrata clinicamente l'eliminazione del virus, sono 37. Restano invece in isolamento domiciliare 359 persone, mentre sono 134 i pa-zienti ricoverati nelle strutture ospedaliere, 6 in più rispetto al giorno precedente, di cui 29 in terapia intensiva e, in questo ca-so, il numero è stabile.

    S.O.S. MEDICI La rinuncia porta la data di

    tempi non sospetti, ma in que-sto momento di emergenza la ri-nuncia all'incarico da parte di due medici di base può mettere in difficoltà le comunità. Lo scorso 30 gennaio la dottoressa Elena Baldini e la collega Stefa-nia Ciroi hanno comunicato la rinuncia all'incarico provviso-rio di assistenza primaria di me-dicina generale, ricoperto da en-trambe nell'ambito territoriale

    IN UN GIORNO 153 CASI IN PIÙ DECEDUTE ALTRE 5 PERSONE: ORA SONO 361 MORTI TOTALI PER COVID-19

    che comprende i Comuni di Ba-siliano, Bertiolo, Camino al Ta-gliamento, Castion di Strada, Co-droipo, Lestizza, Mereto di Tom-ba, Mortegliano, Sedegliano, Talmassons e Varmo a decorre-re rispettivamente dal 29 marzo e dal 1 aprile. L'AsuFc non può fare altro che prenderne atto.

    STRETTA A BUTTRIO Anche Buttrio, che registra

    un caso di Covid-19, chiude al pubblico parchi, giardini e aree verdi comunali, dopo alcune se-gnalazioni da parte della polizia locale. Una misura urgente per contenere l'epidemia ed evitare possibili assembramenti, "Ci siamo adeguati al comporta-mento dei comuni della zona -commenta il sindaco Eliano Bas-si - La maggioranza della popo-lazione è ligia, ma ci sono delle eccezioni e allora bisogna preve-nire". Buone notizie, invece, per la giovane contagiata che "ha sintomi lievi e fortunatamente non ha bisogno di cure partico-

    lari" e i parenti stretti sono in quarantena.

    MASCHERINE DAI FOGOLARS Il Fvg, tra le sue tradizioni, an-

    novera anche i chiamati "Fogo-lars Furlans". L'ordine delle pro-fessioni infermieristiche di Udi-ne in questi giorni ha aperto con loro un canale di comunicazio-ne attraverso l'Ente Friuli nel Mondo. I conterranei presenti a Shanghai hanno così deciso di inviare delle mascherine chirur-giche da destinarsi all'AsuFc. Il responsabile del Fogolar Furlan di Shanghai, Iacopo Luci, si è re-so disponibile a gestire la spedi-zione del materiale. Si tratta di il materiale regolarmente mar-chiato che, a breve, sarà spedito nella sede dell'OPI di Udine: 200 confezioni per un totale di circa 10.000 mascherine, secondo le prime stime. L'Ordine ha pron-tamente informato la Federazio-ne nazionale, l'assessorato re-gionale e l'AsuFc per lo sposta-mento del materiale.

    I VIP IN CAMPO La cantante Elisa, l'imprendi-

    tore Roberto Snaidero, l'econo-mista Alan Friedman, il musici-sta Remo Anzovino, lo chef An-tonia Klugmann e la famiglia Nonino. Sono questi i protagoni-sti del secondo spot della cam-pagna lanciata dalla regione "Io amo il Friuli Venezia Giulia: io resto a casa!".

    Lisa Zancaner © RIPRODUZIONE RISERVATA

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  • Più posti in rianimazione L'ospedale: «Noi pronti in meno di un giorno» •I due letti aggiuntivi possono essere sistemati nel blocco operatorio. L'Azienda: «Operazione a costo zero, si aspetta il via»

    L'EMERGENZA

    PORDENONE «Possiamo essere pronti in 24 ore». E non servirà nemmeno un cantiere, nel sen-so stretto del termine. Aumen-tare, seppur di poco, i posti di Terapia intensiva dedicati all'emergenza Coronavirus all'ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, sarà sem-plice. Lo hanno annunciato i vertici dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale.

    IL PROGETTO Il piano regionale prevede

    due nuovi posti di Terapia in-tensiva all'ospedale di Pordeno-ne. Il complesso di San Vito, in-vece, quanto alla Rianimazione rimarrà libero da malati di Co-vid-19. Ma come si riuscirà ad aumentare di due spazi la ca-pienza del reparto più stressato di tutta la struttura ospedalie-ra? «Per mettere a disposizione gli altri due posti - spiegano i vertici dell'Azienda sanitaria - a noi bastano 24 ore. Quando la Regione ci dirà di partire, pos-siamo farlo in tempi brevissi-mi». La prima idea, che è anche quella maggiormente percorri-bile, è quella che porta all'utiliz-zo temporaneo del blocco ope-ratorio rimasto al momento "sguarnito" a causa dello stop alle operazioni non urgenti. Lì possono essere ricavati due po-sti letto di Terapia intensiva de-dicati esclusivamente al Co-

    vid-19. Significa spazi isolati, a distanza di sicurezza, dotati di tutti i sistemi di protezione tipi-ci di un reparto chiamato a fron-teggiare un'epidemia nella sua fase acuta.

    La seconda ipotesi riguarde-rebbe la creazione dei due posti in altri reparti, ma al momento sembra meno probabile. «In ogni caso - conferma il board dell'Azienda sanitaria - si tratte-rebbe di un'operazione a costo zero per l'ospedale».

    IL QUADRO La Regione oggi può contare

    su 29 letti di Rianimazione esclusivamente dedicati al Co-ronavirus, di cui 12 a Udine, set-te a Trieste Cattinara e dieci al Maggiore, sempre nel capoluo-go regionale. Il piano prevede, con risorse proprie, di passare in tempi brevi a 94 posti fissi di Terapia intensiva esclusiva-mente dedicati all'emergenza Coronavirus: nel dettaglio si metterebbero a disposizione 15 altri posti a Cattinara, 12 a Por-denone, 16 a Gorizia, 21 a Palma-nova e 30 a Udine. Il secondo step riguarda - finanziamenti da Roma permettendo - un ulte-riore aumento dei posti di Tera-pia intensiva sino a giungere a quota 155 in totale, consideran-do sia quelli occupati da malati Covid-19 che da malati ordinari. Interpellato, il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccar-di, ha confermato che le opera-

    zioni di ampliamento dei posti letto di Terapia intensiva in Friuli Venezia Giulia «è già sta-ta avviata». E lo conferma l'av-vio del cantiere di Cattinara, a Trieste, già riportato sull'edizio-ne di ieri.

    Attualmente, a Pordenone, con una crescita più rapida ne-gli ultimissimi giorni, si è arri-vati a occupare 12 dei 15 posti esisttenti di Terapia intensiva. La sottrazione è semplice: ri-mangono solamente tre posti li-beri in Terapia intensiva. E que-sto è un fattore non importante, ma cruciale. Significa che il re-parto è arrivato alla sua condi-zione critica, che non è quella "terminale" ma comunque biso-gnosa di una soluzione rapida, la Terapia intensiva di Porde-non da quando l'emergenza Co-ronavirus è diventata tangibile, è stata praticamente "spezzata" in due: una sezione per i ricove-rati "comuni" e un'altra intera-mente dedicata ai pazienti che hanno contratto il virus e che hanno bisogno di cure intensi-ve per provare a salvar loro la vita.

    M.A.

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  • La guerra al contagio

    L'epidemia accelera e miete altre 5 vittime •I morti tra Udine e Trieste. In Fvg 153 positivi in più in un solo giorno è il dato più alto dall'inizio dell'emergenza. Attesa per un tampone in ospedale

    IL BILANCIO

    PORDENONELa Regione ne comuni-ca 599, la Prefettura di Pordeno-ne in serata alza ancora il dato e lo porta a 612. Cambia poco, per-ché rimangono numeri che in Friuli Venezia Giulia spaventa-no. Più di ogni altro giorno tra-scorso - lentamente - a pensare al virus e a guardarlo in faccia. So-no i numeri dei contagiati in re-gione, con un incremento che considerato l'aggiornamento for-nito dalla Prefettura di Pordeno-ne tocca la cifra record di 153 per-sone positive in più rispetto alle 24 ore precedenti. Alcuni giorni fa spaventava il "più 79" fatto re-gistrare sul territorio regionale. Numero che quasi impallidisce rispetto a quello di ieri. I virologi direbbero che la curva si sta im-pennando, a chi legge vengono solo i brividi.

    E ieri è salito anche il numero delle vittime in Friuli Venezia Giulia. Sono 5 in più rispetto a mercoledì (due a Udine, tre a Trieste) e portano il totale a 36 morti per Covid-19. Sono 11 a Udi-ne, 1 a Pordenone, 24 tra Trieste e Gorizia. Il maggior numero di ca-si positivi si registra ancora nel territorio udinese (266) e in quel-lo triestino (208); seguono il por-denonese con 113 casi e il gorizia-no con 28. «In questo quadro se-vero - commenta il vicepresiden-te regionale Riccardo Riccardi -c'è anche una notizia confortan-te che riguarda 4 persone dichia-rate clinicamente guarite, ovvero

    secondo il protocollo del Consi-glio superiore di sanità si tratta di persone che oltre a non avere più i sintomi del covid-19 sono ri-sultati negativi a due test per il Coronavirus svolti consecutiva-mente a distanza di 24 ore uno dall'altro e a un terzo effettuato non prima di 7 giorni dal primo riscontro risultato positivo. Il pa-ziente è guarito se il Sars-CoV-2 non è più rilevabile nei fluidi cor-porei».

    Le altre persone guarite, ma su cui non è stata registrata clinica-mente l'eliminazione del virus, sono 37. Restano in isolamento domiciliare 359 persone; quelle ricoverate nelle strutture ospeda-liere sono l^df&7

  • La guerra al contagio

    L'epidemia accelera e miete altre 5 vittime •I morti tra Udine e Trieste. In Fvg 153 positivi in più in un solo giorno è il dato più alto dall'inizio dell'emergenza. Attesa per un tampone in ospedale

    IL BILANCIO

    PORDENONELa Regione ne comuni-ca 599, la Prefettura di Pordeno-ne in serata alza ancora il dato e lo porta a 612. Cambia poco, per-ché rimangono numeri che in Friuli Venezia Giulia spaventa-no. Più di ogni altro giorno tra-scorso - lentamente - a pensare al virus e a guardarlo in faccia. So-no i numeri dei contagiati in re-gione, con un incremento che considerato l'aggiornamento for-nito dalla Prefettura di Pordeno-ne tocca la cifra record di 153 per-sone positive in più rispetto alle 24 ore precedenti. Alcuni giorni fa spaventava il "più 79" fatto re-gistrare sul territorio regionale. Numero che quasi impallidisce rispetto a quello di ieri. I virologi direbbero che la curva si sta im-pennando, a chi legge vengono solo i brividi.

    E ieri è salito anche il numero delle vittime in Friuli Venezia Giulia. Sono 5 in più rispetto a mercoledì (due a Udine, tre a Trieste) e portano il totale a 36 morti per Covid-19. Sono 11 a Udi-ne, 1 a Pordenone, 24 tra Trieste e Gorizia. Il maggior numero di ca-si positivi si registra ancora nel territorio udinese (266) e in quel-lo triestino (208); seguono il por-denonese con 113 casi e il gorizia-no con 28. «In questo quadro se-vero - commenta il vicepresiden-te regionale Riccardo Riccardi -c'è anche una notizia confortan-te che riguarda 4 persone dichia-rate clinicamente guarite, ovvero secondo il Drotocollo del Consi-

    glio superiore di sanità si tratta di persone che oltre a non avere più i sintomi del covid-19 sono ri-sultati negativi a due test per il Coronavirus svolti consecutiva-mente a distanza di 24 ore uno dall'altro e a un terzo effettuato non prima di 7 giorni dal primo riscontro risultato positivo. Il pa-ziente è guarito se il Sars-CoV-2 non è più rilevabile nei fluidi cor-porei».

    Le altre persone guarite, ma su cui non è stata registrata clinica-mente l'eliminazione del virus, sono 37. Restano in isolamento domiciliare 359 persone; quelle ricoverate nelle strutture ospeda-liere sono l^df&7