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Modulo I E l i t i d ll ti bi tl - Evoluzione storica della normativa ambientale - Gestione dei rifiuti Aggiornata a settembre 2011

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Modulo I

E l i t i d ll ti bi t l- Evoluzione storica della normativa ambientale

- Gestione dei rifiuti

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Evoluzione storica della normativa ambientale

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L’Ambiente nella Costituzione italiana:

art 32: “ La Repubblica tutela la salute comeart. 32: La Repubblica tutela la salute comefondamentale diritto dell’individuo e interessedella collettività ”della collettività…

art. 9: “La repubblica tutela il paesaggio e ilpatrimonio storico e artistico dellapNazione”

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Giurisprudenza “Ambientale”Giurisprudenza “Ambientale”

La lacuna della Costituzione italiana è stata colmata dalla dottrinaLa lacuna della Costituzione italiana è stata colmata dalla dottrinaovvero dalle interpretazioni degli studiosi ed esperti del settore,ma in principal modo dalla giurisprudenza ovvero dalle sentenzema in principal modo dalla giurisprudenza ovvero dalle sentenzedei giudici, con le quali sono state date le definizioni di ambientee tutela ambientale.

e tutela ambientale.

“Nel nostro ordinamento giuridico la protezione dell’ambiente èimposta da precetti costituzionali (arttartt.. 99 ee 3232) ed assurge avalore primario ed assoluto”valore primario ed assoluto(sent. CorteCorte CostituzionaleCostituzionale 30.12.1987, n. 614)

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PRODUZIONE NORMATIVA ITALIANA IN MATERIA DI DIRITTO AMBIENTALE

È t t ti t t fi li i ‘70 80 fi ll- È stata praticamente assente fino agli anni ‘70-80, fino allecosiddette “Leggi Speciali” degli anni ’90.

- Le poche leggi emanate in quegli anni erano:

1) caratterizzate da una visione antropocentrica e utilitaristicadell’ambiente:dell ambiente: La protezione dell’ambiente in sé

non era la vera finalità l t t l d ll’ma la tutela dell’uomo come

soggetto economico che sfrutta le risorse naturali

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risorse naturali

2) Costruite nell’ottica della riparazione del danno prodotto

La logica era quella di intervenire una volta che il danno si era manifestato, ovvero l’opposto della logicaera manifestato, ovvero l opposto della logica

prevenzionistica basata su interventi mirati a diminuire la probabilità di accadimento del dannop

- Questi due aspetti non caratterizzano più le Leggi in campoambientale che sono state emanate dagli anni ’90 in poi,essendo cambiato totalmente l’approccio della politicaambientale, che si basa attualmente su alcuni principi tra cuiquello della prevenzioneprevenzione ee dellodello svilupposviluppo sostenibilesostenibile.

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- A partire dagli anni ’60, per contrastare i primi gravi fenomenidi inquinamento che si verificarono, i giudici, non avendo glistrumenti appropriati per contrastarli, cominciarono ad utilizzareestensivamente alcune norme del Codice Civile e Penale, inparticolare due articoli riportati di seguito, utilizzati contro

i di di i i i f i id iepisodi di inquinamento acustico, atmosferico, idrico eelettromagnetico.

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Utilizzo di norme del Codice Civile e del Codice Penale

artart.. 844844 cc..cc.. (Immissioni)(Immissioni)Inq.

“Il proprietario di un fondo non può impedire leimmissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori,

qAtmosf.

gli scuotimenti e simili propagazioni provenienti dalfondo del vicino se non superano la normaleinq.

acusticotollerabilità

Nell’applicare questa norma l’autorità giudiziaria deve

acustico

contemperare le esigenze della produzione con leragioni della proprietà...

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g p p

artart 674674 cc pp (Getto(Getto pericolosopericoloso didi cose)cose)artart.. 674674 cc..pp.. (Getto(Getto pericolosopericoloso didi cose)cose)

“Chiunque getta o versa in un luogo di pubblico

transito o privato ma di comune uso cose atte ad

offendere o imbrattare o molestare persone o eroInq offendere o imbrattare o molestare persone ovvero

provoca emissioni di gas di vapori o di fumo atti a

Inq.IdricoAcusticoElettrom

cagionare tali effetti è punito…”Elettrom.…

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POLITICA AMBIENTALE INTERNAZIONALEPOLITICA AMBIENTALE INTERNAZIONALE

•Stoccolma, 1972•Rio de Janeiro, 1992K t 1997

Si è sviluppata attraverso le Conferenze di:

•Kyoto, 1997•Johannesburg, 2002

All’interno di queste Conferenze, a cui hanno partecipato lamaggior parte dei capi di Stato, si è focalizzata l’attenzione suigravigravi problemiproblemi ambientaliambientali dada affrontareaffrontare aa livellolivello internazionaleinternazionale:effetto serra, desertificazione, buco dell’ozono, scomparsa di specie

i li t li l i di ità di tili d llanimali e vegetali, sovrappopolazione, disparità di utilizzo dellerisorse, risorse primarie sempre più scarse,…

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1) SonoSono problemiproblemi planetariplanetari ee inin taletale contestocontesto vannovanno affrontatiaffrontati:è ibil di i l t li bl ti hnon è possibile cercare di risolvere tali problematiche con

approcci locali, dei singoli Stati, ma è necessario un approccioglobale ovvero l’impegno concreto di tutti gli Stati

) G ff

globale, ovvero l impegno concreto di tutti gli Stati.

2) Gli effetti economici, politici e sociali di certe scelte devonoessere condivise, sottoscritte ed applicate da tutti i soggetti in

t tti li St ti d t it i bbli hibbli hi d id i icampo: tutti gli Stati devono avere stessistessi obblighiobblighi ee doveridoveri neiconfronti della sicurezzasicurezza, della salutesalute e dell’ambienteambiente, anchecon riferimento alla concorrenza sul mercato internazionalecon riferimento alla concorrenza sul mercato internazionale.

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Messa a punto di una strategia a scala planetaria

P i i i diSVILUPPO SOSTENIBILE:

Principio cardine:

Se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere lepresenti senza compromettere le

possibilità per le generazioni future

Questo concetto riconosce che le decisioni assunte in una parte del mondo possono avere effetto su popolazioni in altre regioni, e

richiede che vengano prese delle iniziative lungimiranti per promuovere delle condizioni globali che favoriscano progresso e

benefici per tuttiper tutti.

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POLITICA AMBIENTALE EUROPEA

25 G i 1957 T tt t di R h h i tit it l C ità

POLITICA AMBIENTALE EUROPEA

25 Gennaio 1957: Trattato di Roma che ha istituito la Comunità Economica Europea (CEE), in cui non si fa alcun riferimento alla non si fa alcun riferimento alla tutela ambientale tutela ambientale tutela ambientale tutela ambientale

1986: Atto Unico Europeo con cui viene inserito nel Trattato di9 E pRoma un apposito titolo (XIX) dedicato all’”’”AmbienteAmbiente””..

con il quale veniva delineato l’obiettivo della Comunità alcon il quale veniva delineato l obiettivo della Comunità alriguardo e precisamente: salvaguardare, proteggere emigliorare la qualità dell’ambiente; contribuire alla protezionemigliorare la qualità dell ambiente; contribuire alla protezionedella salute umana; garantire un utilizzo accorto e razionaledelle risorse naturali

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delle risorse naturali.

POLITICA AMBIENTALE EUROPEA

Dal 1972 ad oggi: sono stati adottati sei programmid’azione comunitaria in materia ambientaled azione comunitaria in materia ambientale

Attualmente ci troviamo sotto la vigenza del VI Programma 20022002--20122012, , le cui aree prioritarie

4sono 4:

• cambiamento climatico

• natura e biodiversità

• ambiente salute e qualità della vita• ambiente, salute e qualità della vita

• risorse naturali e rifiuti

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Principi giuridici alla base della politica ambientale Europea

1. “Chi inquina paga”

2. Principio di prevenzione(Riduzione inquinamento alla fonte)

3. Principio di precauzione

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PrincipioPrincipio didi “chi“chi inquinainquina paga”paga”Gli oneri relativi alle attività di risanamento ambientale sono a

PrincipioPrincipio didi prevenzioneprevenzione

carico degli inquinatori

PrincipioPrincipio didi prevenzioneprevenzionePresuppone una programmazione preventiva nei confronti di unfenomeno inquinante o danneggiante certo o comunquefenomeno inquinante o danneggiante certo o comunqueprevedibile, al fine di prevenire il rischio ambientale

Principio di precauzionePrincipio di precauzioneSi applica in assenza di certezza scientifica adottando tutte leSi applica in assenza di certezza scientifica, adottando tutte lepossibili misure per prevenire i rischi ambientali

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Gestione dei rifiuti

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NORMATIVANORMATIVANORMATIVANORMATIVACenni storiciCenni storici

• Legge 20/3/41 n. 366:E’ stata la prima legge di disciplina dei rifiuti, e prendeva inconsiderazione solo i rifiuti provenienti dalle civili abitazioni

• DD..PP..RR.. 1010..0909..19821982 nn.. 915915T l DPR i t t l tt di lti t d l ifi tTale DPR era incentrato sul concetto di smaltimento del rifiuto.Classificava i rifiuti in – urbani, - speciali, - tossico/nocivi.Ha introdotto il formulario di Identificazione del rifiutoHa introdotto il formulario di Identificazione del rifiuto

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• Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997, n.22 o DecretoDecreto Legislativo 5 Febbraio 1997, n.22 o DecretoRonchi abrogato espressamente dal D. lgs 152/2006

• Decreto Legislativo 3 Aprile 2006, n.152 ATTUALMENTE ATTUALMENTE VIGENTEVIGENTE

In vigore dal 29/04/200629/04/2006

Riformula l’intera legislazione sull’ambiente

PARTE PRIMA – Disposizioni comuniPARTE SECONDA – VAS/VIA/IPPCPARTE TERZA – Difesa del suolo/Tutela acque e gestione risorse idricheq gPARTE QUARTA PARTE QUARTA –– GestioneGestione rifiutirifiuti/Bonifica siti inquinatiPARTE QUINTA – Tutela aria e riduzione emissioni in atmosferaPARTE SESTA – Tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente

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PARTE SESTA Tutela risarcitoria contro i danni all ambiente

D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152Norme in materia ambientaleNorme in materia ambientale

Parte Quarta – Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati

La parte quarta del Decreto 152/2006 disciplina la GESTIONEGESTIONE DEIDEIRIFIUTIRIFIUTI conformemente ai principiprincipi didi precauzione,precauzione, didiprevenzione,prevenzione, didi proporzionalità,proporzionalità, didi responsabilizzazioneresponsabilizzazione ee didicooperazionecooperazione didi tuttitutti ii soggettisoggetti coinvolticoinvolti nellanella produzione,produzione, nellanelladi t ib idi t ib i ll' tilill' tili ll didi b ib i dd ii i ii i iidistribuzione,distribuzione, nell'utilizzonell'utilizzo ee nelnel consumoconsumo didi benibeni dada cuicui originanooriginano iirifiutirifiuti, nel rispetto dei principi dell'ordinamento nazionale ecomunitario con particolare riferimento al principio comunitariocomunitario, con particolare riferimento al principio comunitario“chi“chi inquinainquina paga”paga”

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Principio di precauzionePrincipio di precauzioneAnche in assenza di certezza scientifica si devonoAnche in assenza di certezza scientifica, si devonoadottare le possibili misure per prevenire i rischiAmbientali.Principio di prevenzionePrincipio di prevenzioneLe misure devono essere finalizzate in via prioritaria a prevenire il rischio ambientale.Principio di proporzionalitàPrincipio di proporzionalitàL’intensità delle misure da adottare deve essereL intensità delle misure da adottare deve essere proporzionato al rischio.Principio di responsabilizzazione e di cooperazionePrincipio di responsabilizzazione e di cooperazione di p p pp p ptutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti.P i i i di “ hi i i ”P i i i di “ hi i i ”Principio di “chi inquina paga”Principio di “chi inquina paga”Gli oneri relativi alle attività di smaltimento sono a carico di chi produce i rifiuti

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chi produce i rifiuti.

Per GESTIONE DEI RIFIUTIGESTIONE DEI RIFIUTI si intende:Per GESTIONE DEI RIFIUTIGESTIONE DEI RIFIUTI si intende:

la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti,compreso il controllo di queste operazioni nonché il controllo dellecompreso il controllo di queste operazioni, nonché il controllo dellediscariche dopo la chiusura

Quindi la GESTIONE DEI RIFIUTI comprende le attività di :

lto raccolta

o trasporto

o recupero

o smaltimentoo smaltimento

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CRITERI DI PRIORITA’ NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI:CRITERI DI PRIORITA’ NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI:

LaLa normativanormativa vigentevigente èè miratamirata aa privilegiareprivilegiare prioritariamenteprioritariamente lala

prevenzioneprevenzione ee lala riduzioneriduzione delladella produzioneproduzione ee delladellaprevenzioneprevenzione ee lala riduzioneriduzione delladella produzioneproduzione ee delladella

pericolositàpericolosità deidei rifiutirifiuti, in modo tale da ridurre lo smaltimento

fi l d li ifinale degli stessi.

1)1) PrevenzionePrevenzione delladella produzioneproduzione deidei rifiutirifiuti

Quindi in ordine decrescente di priorità, si ha:

1)1) PrevenzionePrevenzione delladella produzioneproduzione deidei rifiutirifiuti

22)) RecuperoRecupero deidei rifiutirifiuti22)) RecuperoRecupero deidei rifiutirifiuti

33)) SmaltimentoSmaltimento deidei rifiutirifiutiAggiornata a settembre 2011

33)) SmaltimentoSmaltimento deidei rifiutirifiuti

1)1) Prevenzione della produzione dei rifiutiPrevenzione della produzione dei rifiuti)) pp

Significa attuare tutte le misure/tecniche possibili per diminuiref ( fla produzioneproduzione dei rifiuti (a monte, per esempio modificando un

ciclo produttivo) e la loro pericolositàpericolosità.

2)2) Recupero dei rifiutiRecupero dei rifiuti

RIUTILIZZO

Per recupero si possono intendere più operazioni:

RIUTILIZZOREIMPIEGORICICLAGGIO (RECUPERO PER PRODURRE MATERIA)RICICLAGGIO (RECUPERO PER PRODURRE MATERIA)RECUPERO PER PRODURRE ENERGIA

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Propedeutico al recupero è la Raccolta DifferenziataRaccolta Differenziata, definita come di seguito:definita come di seguito:

RACCOLTA DIFFERENZIATARACCOLTA DIFFERENZIATA:

La raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazionimerceologiche omogenee al momento della raccolta, al fine diindirizzare tali rifiuti a recupero.

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3)3) S lti t d i ifi tiS lti t d i ifi ti3)3) Smaltimento dei rifiutiSmaltimento dei rifiuti

- E’ la fase residuale della gestione dei rifiuti.

- Il rifiuto non è più ulteriormente valorizzabile.

- I rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il piùpossibile ridotti sia in massa che in volume, potenziando laprevenzione e le attività di recupero.

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LA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN ATENEOLA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN ATENEOLA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN ATENEOLA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN ATENEO

Dal 2000 ad oggi, sono stati distribuiti in tutto l’AteneoFerrarese circa 150 contenitori per la raccoltapdifferenziata di:

CARTACARTACARTACARTA

VETRO/ALLUMINIOVETRO/ALLUMINIO

PLASTICAPLASTICA

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LA RACCOLTA DIFFERENZIATAAL POLO TECNOLOGICO SCIENTIFICO

All’interno dell’area scoperta del Polo dietro il Corpo E è presente una piazzola denominata “ISOLA ECOLOGICAISOLA ECOLOGICA” in cuipresente una piazzola denominata ISOLA ECOLOGICAISOLA ECOLOGICA in cui sono presenti:

1 cassonetto per la plastica1 cassonetto per la carta 2 cassonetti per i rifiuti solidi urbani

All’interno del Polo sono dislocati inoltre presso le varie strutture dei contenitori per la raccolta differenziata della:

CARTACARTAPLASTICAPLASTICAPLASTICAPLASTICAVETRO/ALLUMINIOVETRO/ALLUMINIO

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GLIGLI STUDENTISTUDENTI SONOSONO TENUTITENUTI ADAD UTILIZZAREUTILIZZARE IIGLIGLI STUDENTISTUDENTI SONOSONO TENUTITENUTI ADAD UTILIZZAREUTILIZZARE IICONTENITORICONTENITORI ADIBITIADIBITI ALLAALLA RACCOLTARACCOLTADIFFERENZIATADIFFERENZIATA SECONDOSECONDO LELE MODALITÀMODALITÀ DIDI

UNUN NONNON CORRETTOCORRETTO UTILIZZOUTILIZZO DEIDEI CONTENITORICONTENITORI

CONFERIMENTOCONFERIMENTO CHECHE SONOSONO DETTAGLIATEDETTAGLIATE DIDI SEGUITOSEGUITO

UNUN NONNON CORRETTOCORRETTO UTILIZZOUTILIZZO DEIDEI CONTENITORICONTENITORIDELLADELLA CARTA,CARTA, PLASTICAPLASTICA EE VETRO/ALLUMINIOVETRO/ALLUMINIODETERMINADETERMINA::DETERMINADETERMINA::1) l’inefficacia della raccolta differenziata in quanto il rifiuto del

contenitore viene considerato un rifiuto solido urbanoindifferenziato;2) la sospensione del servizio di raccolta da parte di Hera, al

d d i t ti di f i t ttiperdurare dei comportamenti di conferimento non corretti;3) un grave ostacolo al perseguimento dell’obiettivo disostenibilità ambientale prefissato da questo Ateneo

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sostenibilità ambientale prefissato da questo Ateneo.

RACCOLTA DIFFERENZIATARACCOLTA DIFFERENZIATARACCOLTA DIFFERENZIATA RACCOLTA DIFFERENZIATA

PLASTICAPLASTICAPLASTICAPLASTICA

NO SIBicchieri e palette del caffèPiatti bicchieri e posate

Bottigliette di acqua PolistiroloPiatti, bicchieri e posate

CD, DVD, e loro custodieP

Polistirolo Chips da imballaggioB ste di merendine e patatinePenne Buste di merendine e patatineBarattoli di yogurt

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RACCOLTA DIFFERENZIATARACCOLTA DIFFERENZIATARACCOLTA DIFFERENZIATA RACCOLTA DIFFERENZIATA

CARTACARTACARTACARTA

NO SINOPiatti e bicchieri di “carta”

SIGiornali, riviste e opuscoli

Carta oleata e plastificataCarta sporca di alimenti

Libri e quaderniSacchetti di cartap

Elementi di rilegatura tipo spirali,dorsini, ecc…

Cartoni,scatoleTetrapack

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p

RACCOLTA DIFFERENZIATA RACCOLTA DIFFERENZIATA

VETRO e ALLUMINIOVETRO e ALLUMINIOVETRO e ALLUMINIOVETRO e ALLUMINIO

NOLampadine e neon

SIBottiglie e bottiglietteLampadine e neon

SpecchiO tti i t ll

Bottiglie e bottiglietteFlaconi e barattoliLattine per bevandeOggetti in metallo Lattine per bevande

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CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI

RIFIUTIsecondo la provenienza

URBANI SPECIALIsecondo le caratteristiche di pericolosità

PERICOLOSI NONPERICOLOSI

PERICOLOSI NONPERICOLOSI

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2. Sono RIFIUTI URBANIRIFIUTI URBANI:a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali ea) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali eluoghi adibiti ad uso di civile abitazione;b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usidiversi da quelli di cui alla lettera a), assimilatiassimilati aiai rifiutirifiuti urbaniurbani perqualità e quantità (RIFIUTIRIFIUTI SPECIALISPECIALI ASSIMILATIASSIMILATI AGLIAGLI URBANI)URBANI);;c) i rifi ti pro enienti dallo spa amento delle stradec) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle stradeed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunqueed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunquesoggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sullerive dei corsi d'acqua;e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi earee cimiteriali;f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni nonché glif) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché glialtri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cuialle lettere b), c) ed e).

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), ) )

3. Sono RIFIUTIRIFIUTI SPECIALISPECIALI:a) i rifiuti da attività agricole e agro-industriali;b) i ifi ti d i ti d ll tti ità di d li i t i hé ib) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché irifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavo;c) i rifiuti da lavorazioni industriali;c) i rifiuti da lavorazioni industriali;d) i rifiuti da lavorazioni artigianali;e) i rifiuti da attività commerciali; Rifiuti speciali prodotti in Rifiuti speciali prodotti in

AteneoAteneof)f) ii rifiutirifiuti dada attivitàattività didi servizioservizio;g) i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, if hi d tti d ll t bili i d lt i t tt ti d ll

AteneoAteneo

fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delleacque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento difumi;fumi;h) i rifiuti derivanti da attività sanitarie;i) i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti;l) i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti;m) il combustibile derivato da rifiuti;) i ifi ti d i ti d ll tti ità di l i i d i ifi ti

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n) i rifiuti derivati dalle attività di selezione meccanica dei rifiutisolidi urbani.

Definizione di rifiutoDefinizione di rifiuto

QualsiasiQualsiasi sostanzasostanza odod oggettooggetto cheche rientrarientranellenelle categoriecategorie riportateriportate nelnel CatalogoCatalogonellenelle categoriecategorie riportateriportate nelnel CatalogoCatalogoEuropeoEuropeo deidei RifiutiRifiuti (o(o ““elencoelenco CERCER”)”) ee didi cuicui ililproduttoreproduttore sisi disfidisfi oo abbiaabbia decisodeciso oo abbiaabbial’obbligol’obbligo didi disfarsidisfarsi..gg

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CATALOGO EUROPEO DEI RIFIUTICATALOGO EUROPEO DEI RIFIUTI

TaleTale CatalogoCatalogo riportariporta unun elencoelenco didi rifiuti,rifiuti, ognunoognunot tt t dd C diC di CERCER ((C diC di EE Rifi ti)Rifi ti)contrassegnatocontrassegnato dada unun CodiceCodice CERCER ((CodiceCodice EuropeoEuropeo Rifiuti)Rifiuti)

aa seisei cifrecifre,, cheche vieneviene utilizzatoutilizzato perper codificarecodificare ii rifiutirifiuti..

II rifiutirifiuti pericolosipericolosi sonosono contrassegnaticontrassegnati dada unun asteriscoasterisco inin altoaltoaa destradestra (Es(Es.. 070703070703*)*)..

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Significato del codice CERSignificato del codice CER

CODICE C. E. R. (Codice Europeo Rifiuti): è composto da tre coppie di cifre:

1) La prima coppia (da 01 a 20) identifica il macro-processoda cui deriva il rifiuto

2) La seconda coppia specifica l’attività da cui proviene ilrifiuto

3) La terza coppia (da 01 a 99) identifica univocamente ilrifiuto.

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Esempio: CER 070703*

(Solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri)ed acque madri)

1) 07 rifiuti provenienti da processi chimici organici1) 07 rifiuti provenienti da processi chimici organici2) 07 rifiuti da produzione, formulazione, fornitura ed

uso di prodotti della chimica fine e prodotti chimicip pnon specificati altrimenti

3) 03 nome del rifiuto

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FORMULARIO DI IDENTIFICAZIONE del RIFIUTOFORMULARIO DI IDENTIFICAZIONE del RIFIUTO

Il Formulario di Identificazione è un documento che deveil t t di l ti di ifi taccompagnare il trasporto di qualunque tipo di rifiuto.

((esclusi i rifiutirifiuti urbaniurbani raccolti dal soggetto che gestisce il serviziopubblico e i rifiuti nonnon pericolosipericolosi-- che non eccedano la quantità di 30 kg o30 litri trasportati dal produttore dei rifiuti stessi inin modomodo occasionaleoccasionale ee30 litri - trasportati dal produttore dei rifiuti stessi inin modomodo occasionaleoccasionale eesaltuario)saltuario)

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Dal Formulario devono risultare almeno i seguenti dati:

• nome e indirizzo del produttoreproduttore e relative autorizzazioni• nome e indirizzo del trasportatoretrasportatore e relative

autorizzazioni• nome e indirizzo dell’impiantodell’impianto didi destinazionedestinazione e

relative autorizzazioni• CER, descrizione, caratteristiche di pericolo e quantità

del rifiutorifiuto

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Il formulario deve essere redatto in 44 esemplari e deve essere:-datato e firmato su tutte e quattro le copie dal produttore o-datato e firmato su tutte e quattro le copie dal produttore odetentore dei rifiuti- controfirmato su tutti e quattro gli esemplari dal trasportatorecontrofirmato su tutti e quattro gli esemplari dal trasportatore- lala primaprima copiacopia restaresta alal produttoreproduttore oo detentoredetentore- le altre tre copie sono acquisite dal trasportatore e devono esserep q pcontrofirmate e datate in arrivo dal destinatario,di queste tre copie:--unauna copiacopia restaresta alal destinatariodestinatario-due copie sono acquisite dal trasportatore,di queste due copie:-unauna copiacopia restaresta alal trasportatoretrasportatore

ii (l(l idd ttidd tt 44°° i )i ) dd itit ll d ttd tt-unauna copiacopia (la(la cosiddettacosiddetta 44°° copia)copia) devedeve ritornareritornare alal produttoreproduttoreperper garantiregarantire ilil destinodestino aa normanorma didi leggelegge deldel rifiutorifiuto (che cosìresterà in possesso di due copie del formulario) entro i tre mesi

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resterà in possesso di due copie del formulario) entro i tre mesisuccessivi alla data del conferimento

Se entro 3 mesi il produttore non riceve la 4° copia del Formulario,deve darne tempestiva comunicazione alla Provincia.

Al ricevimento della quarta copia è esclusa la responsabilità delproduttore.L’altro caso in cui è esclusa la responsabilità del produttore è ilconferimento dei rifiuti al gestore del servizio pubblicoconferimento dei rifiuti al gestore del servizio pubblico

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Schema del percorso del Formulario, redatto in quadruplice copia

FORMULARIO DI IDENTIFICAZIONE:FORMULARIO DI IDENTIFICAZIONE: deve essere redatto in 4 copie

PRODUTTORE (2 copie)

TRASPORTATORE (1 copia)

DESTINATARIO (1 copia)DESTINATARIO (1 copia)(smalt. o recup.)

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Registri di carico e scaricoRegistri di carico e scarico

• Sui registri si devono annotare le informazioni sullecaratteristichecaratteristiche qualitativequalitative ee quantitativequantitative dei rifiuti, dautilizzare ai fini della comunicazione annuale-MUD al Catastod i Rifi tidei Rifiuti.

I registri sono tenuti presso ogni impianto di produzione, diI registri sono tenuti presso ogni impianto di produzione, distoccaggio, di recupero e di smaltimento di rifiuti nonchépresso la sede delle imprese che effettuano attività di raccoltap pe trasporto, e presso la sede dei commercianti e degliintermediari.

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I registri integrati con i Formulari relativi al trasporto deirifiuti sono conservati per cinque anni dalla data dell’ultimaregistrazione, ad eccezione dei registri relativi alle operazioni dismaltimento dei rifiuti in discarica, che devono essere conservatia tempo indeterminato ed al termine dell’attività devono essereconsegnati all’autorità che ha rilasciato l’autorizzazione.

Le informazioni contenute nel registro sono rese in qualunquemomento all'autorità di controllo che ne fa richiesta

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Tempistica annotazioni registro c/s:Tempistica annotazioni registro c/s:

• ProduttoriProduttori:: entro 10 giorni lavorativi dalla produzione delrifiuto (carico) e dallo scarico del rifiuto stesso,

• RaccoglitoriRaccoglitori ee trasportatoritrasportatori: entro 10 giorni lavorativi dalla• RaccoglitoriRaccoglitori ee trasportatoritrasportatori: entro 10 giorni lavorativi dallaeffettuazione del trasporto,

• Commercianti,Commercianti, IntermediariIntermediari ee ii consorziconsorzi: entro 10 giornilavorativi dalla effettuazione della transazione relativa,

• RecuperatoriRecuperatori ee smaltitorismaltitori: entro 2 giorni lavorativi dallapresa in carico dei rifiutipresa in carico dei rifiuti.

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MUDMUDModello Unico di Dichiarazione AmbientaleModello Unico di Dichiarazione AmbientaleModello Unico di Dichiarazione AmbientaleModello Unico di Dichiarazione Ambientale

E’ una comunicazione annuale alle Camere di Commercio,E una comunicazione annuale alle Camere di Commercio, relativamente ai rifiuti gestiti l’anno precedente.

I dati più importanti da comunicare riguardano:- quantitàquantità rifiuti - CER e caratteristiche rifiuti- dati dei produttori, trasportatori e destinatari

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DEPOSITO TEMPORANEO

Il raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima dellaraccolta nel luogo in cui gli stessi sono prodottiraccolta, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti.

• NON è un’operazione di GESTIONE DEI RIFIUTI mapun’operazione preventiva e distinta rispetto alla gestione,rientra nel ciclo produttivo aziendale

•Può essere condotto solo dal PRODUTTOREPRODUTTORE

••NONNON abbisognaabbisogna didi alcunaalcuna AUTORIZZAZIONEAUTORIZZAZIONE

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Il deposito temporaneo

- Deve essere effettuato per categorie omogenee di rifiutie nel rispetto delle relative norme tecnichee nel rispetto delle relative norme tecniche.

- Per i rifiuti pericolosi, nel rispetto delle norme chedisciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essicontenute.

- Devono essere rispettate le norme che disciplinanol’imballaggio e l’etichettatura dei rifiuti pericolosil imballaggio e l etichettatura dei rifiuti pericolosi.

Aggiornata a settembre 2011

DURATA dello STOCCAGGIO in deposito temporaneo:

M d lità lt ti lt d l d ttM d lità lt ti lt d l d ttModalità alternativa, a scelta del produttore:Modalità alternativa, a scelta del produttore:

- Rifiuti pericolosi: 2 mesi oo 10 mcRifiuti pericolosi: 2 mesi oo 10 mc

- Rifiuti non pericolosi: 3 mesi oo 20 mc

I i i ifi ti d d it ti- In ogni caso i rifiuti non devono essere depositatitemporaneamente per più di un anno

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DIVIETI

• DIVIETO di MISCELAZIONE di RIFIUTI PERICOLOSI

E’ vietato miscelare categorie diverse di rifiuti pericolosi,g povvero rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi

• DIVIETO DI ABBANDONO

Sono vietati l’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sulsuolo e nel suolo, l’immissione di rifiuti di qualsiasi genere, allostato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee

• E’ vietato utilizzare i normali cassonetti per la raccolta dei rifiutiurbani per lo smaltimento dei rifiuti speciali.

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Il SistriSistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti

D.M. 17 dicembre 2009 del Ministero AmbienteI i d l 09 f bb i 2012

Inquadramento normativo

In vigore dal 09 febbraio 2012 Modificato dal:D. M. 15 febbraio 2010 del Ministero AmbienteD. Dirigenziale Interministeriale 17 giugno 2010D. M. 9 luglio 2010 del Ministero AmbienteD. M. 28 settembre 2010 del Ministero Ambiente

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Il Sistri

Il Sistri nasce per combattere il traffico illecito e lo smaltimentoIl Sistri nasce per combattere il traffico illecito e lo smaltimentoillegale dei rifiuti, nonché per adempiere alla nuova direttivaquadro europea sui rifiuti (2008/98/CE) in via di recepimento.q p ( ) p

La gestione del SISTRI è affidata al Comando Carabinieri per laTutela dell’Ambiente che dovrà garantire la messa a disposizionedei dati sulla produzione, movimentazione e gestione dei rifiutiagli enti istituzionali interessatiagli enti istituzionali interessati.

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Il Sistri

Il Sistri, entrato a fare parte della legislazione in materia di rifiuti ai d l 1 tt b 2010 à i i d l 9 f bb i 2012 èpartire dal 1 ottobre 2010, sarà in vigore dal 9 febbraio 2012: è un

sistema che interviene esclusivamente a modificare (per i soggettiche vi aderiranno per obbligo o per scelta volontaria) gliche vi aderiranno per obbligo o per scelta volontaria) gliadempimenti documentali connessi alla gestione dei rifiuti(Registri, Formulari, MUD), mentre tutti gli altri adempimenti di( g ) g pgestione dei rifiuti rimangono inalterati.

L ità h d bb lli l d i d llLa novità, che dovrebbe snellire le procedure a carico delleimprese, è costituita dall’impiego di dispositivi elettronici(chiavette USB dispositivi di localizzazione satellitare dei mezzi di(chiavette USB, dispositivi di localizzazione satellitare dei mezzi ditrasporto - BLACK BOX e sistemi di videosorveglianza) e da unsoftware telematico disponibile on line (www.sistri.it ).

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