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MODULO 1: LA CONTRATTUALIZZAZIONE DEL LAVORO PUBBLICO CORSO: IL CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI PUBBLICI MODULO 1: LA CONTRATTUALIZZAZIONE DEL LAVORO PUBBLICO OBIETTIVO DIDATTICO Alla fine di questo modulo avrete appreso: - Qual è stata la riforma del lavoro pubblico a partire dagli anni 90 - Come il lavoro pubblico si sia avvicinato alle regole del lavoro privato - Qual è ruolo del contratto individuale e collettivo di lavoro

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MODULO 1: LA CONTRATTUALIZZAZIONE DEL LAVORO PUBBLICO

CORSO: IL CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI PUBBLICI MODULO 1: LA CONTRATTUALIZZAZIONE DEL LAVORO PUBBLICO

OBIETTIVO DIDATTICOAlla fine di questo modulo avrete appreso: - Qual è stata la riforma del lavoro pubblico a partire dagli anni ‘90 - Come il lavoro pubblico si sia avvicinato alle regole del lavoro privato - Qual è ruolo del contratto individuale e collettivo di lavoro

MODULO 1: LA CONTRATTUALIZZAZIONE DEL LAVORO PUBBLICO

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EVOLUZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO DEI DIPENDENTI PUBBLICIL’attuale regolamentazione del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti è il frutto di una lunga e complessa evoluzione portata a compimento negli anni ’90 del XX secolo. Il risultato finale del processo è stata la privatizzazione e contrattualizzazione del lavoro pubblico

TESTO AUDIO E’ essenziale, anche per comprendere alcune scelte compiute dal legislatore, ripercorrere i punti salienti del processo che dalle origini dello Stato Unitario ha condotto alla cosiddetta privatizzazione e contrattualizzazione del lavoro pubblico

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I PRINCIPI TRADIZIONALI DI REGOLAMENTAZIONE DEL PUBBLICO IMPIEGONei primi anni successivi all’unità d’Italia (1861), il rapporto di pubblico impiego era ispirato dall’idea che l’incarico di pubblico dipendente – ovvero di funzionario della Pubblica Amministrazione – fosse di natura onoraria. Con il passare del tempo, tuttavia, questa concezione viene superata e la giurisprudenza amministrativa elabora alcuni principi fondamentali:

· il rapporto di lavoro pubblico nasceva direttamente con la nomina del lavoratore dipendente da parte della Pubblica Amministrazione; · il funzionario pubblico riceve un corrispettivo economico per lo svolgimento dell’attività lavorativa; · il rapporto di lavoro pubblico era disciplinato da leggi e regolamenti e gestito con atti amministrativi

TESTO AUDIO In base alla concezione della natura onoraria dell’incarico di pubblico dipendente, si riteneva che il funzionario della Pubblica Amministrazione potesse manifestare la volontà della Pubblica Amministrazione e agire per suo conto. Dalla natura onorario dell’incarico pubblico si passa però successivamente a vedere i funzionari pubblici come nominati e stipendiati dallo Stato, e il loro lavoro soggetto a regole pubblicistiche e, quindi, sostanzialmente, alla fonte legislativa e regolamentare.

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DIRITTI SINDACALI DEI DIPENDENTI PUBBLICINel 1970, la Corte Costituzionale elimina il divieto di sciopero sancito dal Codice Penale per i pubblici dipendenti. Con la legge. n. 300/1970, vengono riconosciuti ai pubblici dipendenti i diritti sindacali sanciti contenuti nello Statuto dei lavoratori. Nel 1983 vengono regolamentati i diritti sindacali e la contrattazione collettiva con l’obiettivo di regolare alcuni aspetti del rapporto di lavoro. Si arriva così alla legge n. 421/1992, che inizia il processo di riforma del pubblico impiego.

L’efficacia dei contratti collettivi, tuttavia, è solo “indiretta”, giacché ciascun contratto deve essere formalmente recepito in un Decreto del Presidente della Repubblica.

TESTO AUDIO Questi importanti cambiamenti nel rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici sono conseguenze del cosiddetto autunno caldo, cioè del periodo di lotte sindacali che comincia in Italia nel 1969. Nel 1983 viene adottata una generale ed organica disciplina sui diritti sindacali e sulla contrattazione collettiva, cui viene affidata la competenza a regolare alcuni aspetti del rapporto di lavoro. In seguito, sul finire degli anni ’80, i tempi per una complessiva riforma del rapporto di lavoro sono ormai maturi sul piano culturale, politico e sindacale, vista anche la necessità di una gestione più flessibile del personale da parte delle Pubbliche Amministrazioni e di una maggiore efficienza dei servizi pubblici nei confronti dei cittadini. Si arriva così alla legge n. 421/1992, che inizia il processo di riforma del pubblico impiego

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LA RIFORMA DELL'IMPIEGO PUBBLICO: FINALITA'La legge n. 421/1992 dava inizio a un processo di riforma del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti. Tutti i vari interventi normativi hanno avuto queste finalità: · l’ aumento dell’efficienza delle Pubbliche Amministrazioni; · la razionalizzazione del costo del lavoro pubblico; · l’ottimale utilizzazione delle risorse umane, garantendo, per un verso, pari opportunità di lavoro e di carriera ai lavoratori e alle lavoratrici e, per altro verso, riconoscendo un’importanza strategica alla formazione professionale.

La riforma, tuttavia, non riguarda tutti i lavoratori pubblici poiché alcune categorie (ad esempio i magistrati, il personale militare e delle Forze di polizia, i docenti universitari) ne sono escluse.

TESTO AUDIO L’aumento di efficienza delle Pubbliche Amministrazioni viene perseguito grazie alla modernizzazione ed allo snellimento delle regole di funzionamento dell’apparato amministrativo che si esprimono, innanzitutto, nella riforma della dirigenza pubblica. La razionalizzazione del costo del lavoro pubblico viene realizzata attraverso la riforma della contrattazione collettiva. L’ottimale utilizzazione delle risorse umane mira da un lato a garantire pari opportunità di lavoro e di carriera ai lavoratori e alle lavoratrici e, dall’altro, riconosce un’importanza strategica alla formazione professionale.

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RIFORMA PUBBLICO IMPIEGO: I FASE-PRIVATIZZAZIONE E CONTRATTUALIZZAZIONENella sua prima fase (1992-1993) il processo riformatore ha perseguito innanzitutto l’obiettivo di modernizzare la Pubblica Amministrazione, rendendone più efficace ed efficiente l’attività. In questo periodo gli aspetti essenziali della riforma sono:

· privatizzazione: il lavoro pubblico viene ricondotto al diritto privato, sia pure con limiti precisi; La cosiddetta privatizzazione, cioè il fatto che l’intero lavoro pubblico viene ricondotto al diritto privato, ovvero alle leggi che regolano il rapporto di lavoro nel settore privato, non è però assoluta. Limiti:

· la natura giuridica del datore di lavoro, che resta un soggetto pubblico, non viene modificata. · gli atti organizzativi e gestionali della Pubblica Amministrazione, ed alcune specifiche materie ad essi collegate, continuano ad essere regolamentati dal diritto pubblico, · alcuni aspetti del rapporto di lavoro conservano una disciplina speciale, cioè ad essi non si applicano integralmente le regole del diritto privato visti gli interessi pubblici delle Pubbliche Amministrazioni. Per esempio, nel caso in cui al pubblico dipendente vengano affidate mansioni superiori, contrariamente al settore privato, lo stesso non avrà alcun diritto ad un inquadramento superiore.

· contrattualizzazione: i rapporti di lavoro sorgono per effetto del contratto individuale di lavoro, e non più dalla nomina da parte della Pubblica Amministrazione; I rapporti di lavoro dei pubblici dipendenti sono peraltro regolati sia dal contratto individuale medesimo sia dai contratti

TESTO AUDIO L’inizio degli anni ’90 è anche il periodo in cui si ritiene essenziale ridimensionare l’influenza della politica sull’ordinaria attività amministrativa e ridurre la spesa pubblica, anche per rientrare all’interno dei cosiddetti parametri di Maastricht e poter accedere all’area europea della moneta unica.

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collettivi di categoria (cd. contrattualizzazione).

· la Corte dei Conti; la Corte dei Conti conserva un controllo sulla spesa contrattuale · rimane un meccanismo di autorizzazione finale alla stipula del contratto collettivo.

· la giurisdizione; la giurisdizione sulle controversie attinenti ai rapporti di lavoro è affidata alla magistratura ordinaria, sottraendola al TAR (magistratura amministrativa).

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RIFORMA PUBBLICO IMPIEGO: II FASELa seconda fase della riforma (1997-2001) si è conclusa con l’adozione del Decreto Legislativo n. 165/2001 che ha riordinato e riunificato la disciplina emanata a partire dal 1993. Gli aspetti essenziali di questa seconda fase della riforma sono: · distinzione fra la macro-organizzazione e la micro-organizzazione;

Macro-organizzazione: individuazione degli uffici di maggiore rilevanza e modi di conferimento della loro titolarità e determinazione delle dotazioni organiche.

Micro-organizzazione: determinazioni per l’organizzazione degli uffici e individuazione di misure per la gestione dei rapporti di lavoro.

· si introduce la possibilità per le Pubbliche Amministrazioni di fare ricorso ai contratti cosiddetti flessibili.

TESTO AUDIO Nel caso delle macro-organizzazioni, le regole vengono fissate esclusivamente dalla fonte di natura pubblicistica, quindi, sostanzialmente, dalla fonte legislativa e regolamentare. Nel caso della micro-organizzazione, invece, i relativi atti, pur nel rispetto dei principi generali, sono adottati con i poteri del privato datore di lavoro (fra cui, come si vedrà, il potere disciplinare)

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RIFORMA PUBBLICO IMPIEGO: III FASENella fase successiva (2002-2008), il legislatore si concentra sul ridimensionamento. · dei contratti di lavoro temporanei e delle collaborazioni coordinate e continuative · delle politiche di esternalizzazione di alcuni servizi. L’obiettivo generale è quello del contenimento e della razionalizzazione della spesa pubblica per il personale, favorendo la mobilità individuale e collettiva del personale interno prima di bandire i concorsi per la copertura dei posti vacanti.

TESTO AUDIO In questo modo, infatti, si evita la dispersione di risorse e si persegue una più efficiente redistribuzione del personale tra le diverse amministrazioni e sul territorio.

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L’APPRODO FINALE DELLA RIFORMA DEL PUBBLICO IMPIEGO: D. LGS.150/2009Attualmente il pubblico impiego è regolamentato dal Decreto Legislativo n. 150/2009. Due gli obiettivi fondamentali: 1. ridurre il costo del lavoro 2. rendere trasparente l’azione amministrativa grazie alla riscoperta dell’etica del lavoro.

TESTO AUDIO In particolare la fase normativa in corso tende ad accrescere la disciplina e il rispetto delle regole del rapporto di lavoro, al fine di ricondurre il lavoratore pubblico all’adozione di comportamenti professionali fondati, appunto, sull’etica del lavoro e sulla consapevolezza degli interessi pubblici comunque connessi allo svolgimento della propria prestazione lavorativa.

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DOMANDA 1

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Con l’espressione contrattualizzazione del lavoro pubblico si afferma:

A. la sottoposizione del rapporto di lavoro alle regole del contratto individuale e del contratto collettivo; B. il ruolo di esclusiva fonte del rapporto di lavoro del contratto individuale di lavoro; C. sia la sottoposizione del rapporto di lavoro alle regole del contratto individuale e del contratto collettivo sia il ruolo di esclusiva fonte del rapporto di lavoro del contratto individuale di lavoro.

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DOMANDA 2 La privatizzazione del lavoro pubblico ha comportato

A. la trasformazione delle Pubbliche Amministrazioni in soggetti di diritto privato; B. l’assoggettamento di alcuni atti organizzativi della Pubblica Amministrazione alle regole del diritto privato; C. l’assoggettamento di tutti gli atti organizzativi della Pubblica Amministrazione alle regole del diritto privato.