I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELLA TUSCIA FACOLTÀ DI SCIENZA POLITICA – STUDI STRATEGICI E RELAZIONI INTERNAZIONALI CORSO DI LAUREA IN “SCIENZE ORGANIZZATIVE E GESTIONALI MARITTIME E NAVALII FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001: POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI Scienze politiche RELATORE CANDIDATO Prof. Carlo Bianchi C°2 a cl SSAL/Frc Franco Scarpa matr. 20480 1

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Capire l'11 settembre, capire il più grosso inganno della storia.Partendo da questo autoattentato, strettamente legato agli altri futili pretesti su cui si è sempre basata la politica estera USA, si può cercare di capire quanti altri inganni siano ogni giorno sotto ai nostri occhi

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI

DELLA TUSCIA

FACOLTÀ DI SCIENZA POLITICA – STUDI STRATEGICI E RELAZIONI INTERNAZIONALI

CORSO DI LAUREA IN

“SCIENZE ORGANIZZATIVE E GESTIONALI MARITTIME E NAVALI”

I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001: POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI

SUCCESSIVI

Scienze politiche

RELATORE CANDIDATO

Prof. Carlo Bianchi C°2acl SSAL/Frc Franco Scarpa matr. 20480

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ANNO ACCADEMICO 2008/2009

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI

DELLA TUSCIA

FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE

CORSO DI LAUREA IN

“SCIENZE ORGANIZZATIVE E GESTIONALI MARITTIME E NAVALI”

I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001: POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI

SUCCESSIVI

Scienze politiche

RELATORE CANDIDATO

Prof. Carlo Bianchi C°2acl SSAL/Frc Franco Scarpa matr. 20480

ANNO ACCADEMICO 2008/2009

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INDICE

PagIndice delle Figure .................................................................................................... 5

Premessa ...................................................................................................................... 6

CAPITOLO I: LA POTENZA AMERICANA

1.1 La dimensione imperiale....................................................................................... 91.2 Verso la dipendenza economica ........................................................................ 10

CAPITOLO II: 11 SETTEBRE 20012.1 I quattro aerei dirottati: la versione ufficiale................................................... 122.2 Il movente: ragionevoli dubbi........................................................................... 162.3 I dirottatori: la storia non quadra.…................................................................ 172.4 Il sistema di difesa aereo..…………................................................................ 262.5 Il mistero degli aerei scomparsi……................................................................ 302.6 Le telefonate dei passeggeri..………................................................................ 392.7 Come sono Terminate le Torri?……................................................................ 412.8 Chi è il colpevole?........................……................................................................ 50

CAPITOLO III: CHI COMANDA IN AMERICA3.1 I Neocons –PNAC: ……………………….....................................................573.2 La ciclicità della “storia”...………………………………………………. 613.3 MEMRI: nuove tecniche di traduzione ...………………………….……. 68

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3.4 AL QUEDA: “il database” e la sua storia………………………….……..70

CAPITOLO IV: AVVENIMENTI POST 11 SETTEMBRE

4.1 Strategia di sicurezza e piani segreti del pentagono………………............... 764.2 Afghanistan e Iraq: tra trionfi e stallo..................................................................804.3 Iraq: destabilizzazione e conquista economica.…...........................................874.4 Estate 2005: bomba atomica su Bruxelles...........................................................924-5 Capire il mondo: picco di produzione del petrolio………………………...94Conclusioni .......................................................................................................................100

Bibliografia ......................................................................................................................108

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Indice delle Figure

Figura 2.1. Impatto contro facciata del Pentagono…………................................. 34Figure 2.2 e 2.3. Rottami di fusoliera e confronto con aereo………………… 35Figura 2.4. Fotogrammi impatto velivolo su pentagono .................................... . 37Figura 2.5. Analisi satellitare della NASA del 16/09/2001…………..... .43Figura 2.6. Macerie a Ground Zero…………………………………..... .45Figura 3.1.Telegramma dell’ambasciata USA a Jakarta del 1975………......66

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PremessaBasta che lei si metta a gridare in faccia a

tutti

la verità. Nessuno ci crede e tutti la

prendono per pazzo!

Luigi Pirandello

11 settembre 2001. A day of terror, intitolava “The

New York Times” il giorno dopo l’attacco al cuore degli

Stati Uniti. Un avvenimento dei piu’ drammatici di

tutta la storia contemporanea colpiva i luoghi simbolo

del potere finanziario e militare occidentale. Le

indagini portarono rapidamente a galla un complotto

ordito dall’organizzazione terroristica araba “Al

Qaeda” capeggiata dallo sceicco arabo Osama Bin

Laden.

La risposta americana non si è fatta attendere: “ Da

questa sera siamo una nazione risvegliata al pericolo,

e chiamata a difendere la libertà” annunciava il

presidente Bush di fronte al Congresso al termine di

quella travagliata giornata. Così è stato: da quel giorno

gli Stati Uniti sono intervenuti, talvolta anche contro il

parere del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, per

risolvere con le armi le controversie contro gli Stati

accusati di nascondere terroristi o di agire con metodi

antidemocratici.

Oggi è passato un tempo sufficiente per analizzare

quei fatti senza l’enfasi e lo smarrimento che essi

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hanno provocato. Nel frattempo la versione ufficiale

del Governo Statunitense ha prestato il fianco a dubbi

e sospetti; una gran quantità d’informazioni è saltata

fuori alla portata di tutti. Queste informazioni non si

trovano a titoli cubitali sui grandi giornali, ma nelle

pieghe della realtà oggi i dati ci sono, basta saperli

trovare. E su Internet pieghe della realtà ce ne sono a

sufficienza, ed è lì — e non sui mass media — che le

informazioni vanno cercate.

Per meglio comprendere ciò che è accaduto, prima di

addentrarci nei dati della vicenda credo sia utile

impegnare qualche riga per cercare di capire il

funzionamento e la struttura della mente umana. Come

sostiene anche Gore Vidal nel suo saggio The enemy

within,(1)più una bugia è grossa, più facilmente essa

verrà creduta, se l'opzione di non crederci è

sufficientemente dolorosa. La nostra psiche è

strutturata in modo di credere ciò che ad essa

convenga credere. Le verità dolorose vengono di

norma negate dalla mente. Rispetto ad accogliere una

verità troppo dolorosa, non è infrequente che una

mente preferisca addirittura rifugiarsi nella follia.

Il popolo americano è rimasto profondamente

traumatizzato dagli eventi dell'11 settembre 2001. Il

solo fatto di prendere in considerazione una verità

diversa, che veda magari il coinvolgimento di apparati

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interni allo Stato è impensabilmente doloroso per

l'americano medio. Non importa quanto la verità

circoli, sino a quando essa non verrà mostrata in

televisione la maggioranza degli americani non la

prenderà neanche in considerazione. La nostra mente

si protegge di fronte a interpretazioni della realtà che

essa non è pronta ad affrontare, conservando una

visione familiare e rassicurante della cose. La mente

giunge alle conclusioni alle quali ha convenienza a

giungere.

In gergo psicologico si chiama bias di conferma(2)

ed è un fenomeno intellettualmente fastidioso al quale

tutti noi siamo per natura soggetti . La nostra mente

prende atto dei dati che riceve in modo selettivo,

notando e sopravvalutando le informazioni che

confermano le nostre

_____________(1)www.analitica.com/bitblioteca/gore_vidal/enemy.asp(2) www.skepdic.com/confirmbias.html

credenze, ed ignorando o sottovalutando le

informazioni che contraddicono le nostre convinzioni.

Siamo tutti soggetti a tale fenomeno, ma alcuni di noi

lo sono in misura maggiore di altri, e possono

giungere, occasionalmente o sistematicamente, a

negare addirittura l'evidenza.

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Per questo motivo la maggioranza della gente non

abbandonerà quella che tutto sommato è la “comoda”

versione ufficiale dei fatti, a meno che non ricevano

l'input da un soggetto in cui viene posta la massima

fiducia.

Quando ciò avvenisse, assisteremmo ad un altro tipo di

bias cognitivo, a modo suo ancora più affascinante:

l'hindsight bias, ovvero l'errore del giudizio

retrospettivo. L'hindsight bias è la tendenza delle

persone a credere, erroneamente, che sarebbero state

in grado di prevedere un evento correttamente, una

volta che l'evento è ormai noto. Il giorno ipotetico in

cui i vari telegiornali benedicessero con la loro

autorità una versione alternativa della storia dell'11

settembre, tutti gli individui sino a quel momento

ancorati alla precedente versione dei fatti

compirebbero istantaneamente il magico salto di

paradigma, iniziando immediatamente a ristrutturare i

propri ricordi per adattarli alla nuova realtà.

L'hindsight bias modifica i nostri ricordi per adattarli

alle contingenze cognitive del presente. Tutti (o quasi)

coloro che credevano a quell'opinione (o

quell'ideologia), magicamente non solo mutano la

propria opinione (o ideologia), ma anche il ricordo che

essi hanno delle opinioni che in passato hanno avuto.

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CAPITOLO I: LA POTENZA AMERICANA

1.1 La dimensione imperialeMetà degli americani non hanno mai letto un giornale

quotidiano. Metà non hannomai votato per le elezioni presidenziali. C’è da sperare che si

tratti della stessa metà.Gore Vidal

La Superpotenza Americana si è imposta al mondo

dal 1945, al termine del secondo conflitto mondiale,

durante il quale gli Stati Uniti affermarono la loro

supremazia industriale e militare, ulteriormente

incrementata dal fatto di non aver subito danni al

proprio apparato tecnico-produttivo, contrariamente a

quanto avvenuto a tutti i loro principali competitors.

Conquiste fondamentali sono state il protettorato

tedesco e quello giapponese, due punti d’appoggio

essenziali al controllo del sistema economico mondiale.

Dopo la Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti

organizzarono la loro zona d’influenza imponendo un

sistema globale impostato su regole commerciali e

finanziarie liberiste, secondo una teoria imperante

nelle grandi università americane, improntata sulla

specializzazione produttiva dei singoli Stati e basata

sul dogma dell’aggiustamento automatico da parte del

mercato. Questa è stata una delle loro maggiori

esportazioni culturali, insieme al cinema e alla musica.

Nei primi anni l’imperialismo statunitense si è

contraddistinto in maniera positiva: il Piano Marshall,

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un atto di grande intelligenza economica e politica, ha

fornito all’Europa i mezzi per la sua ricostruzione. Nel

1948 George Kennan, uno dei maggiori architetti della

politica estera statunitense del dopoguerra, dichiarò,

con una frase poi divenuta famosa, qual era l’obiettivo

principale della politica americana dell’epoca:

“Deteniamo circa il 50% della ricchezza mondiale ma

siamo solo il 6,3 % della popolazione perciò non

possiamo che essere oggetto d’invidia e risentimento.

Il nostro vero compito nel tempo a venire è pianificare

uno schema di relazioni che ci permetta di mantenere

questo divario”. La politica estera americana nella

seconda metà del Ventesimo secolo si è strettamente

conformata ai dettami proposti da Kennan.

Negli anni Sessanta e Settanta gli americani furono

indotti a credere che avrebbero mantenuto il loro

standard di vita per sempre, mentre Kennan e la classe

al potere sapevano che non sarebbe stato così sul

lungo periodo. Avevano capito che il dominio militare

sul mondo avrebbe solo potuto ritardare l’inevitabile

resa dei conti.

Ma il dominio militare richiedeva l’impegno di ingenti

capitali e il problema divenne quindi come affrontare

queste spese e allo stesso tempo mantenere alti i

consumi dei lavoratori americani. La sola soluzione era

il consumo di massa a credito, finanziato dalla vendita

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di obbligazioni oltre oceano. Solo con il sostegno dei

prestiti gli USA avrebbero potuto mantenere ciò che fu

chiamato da allora in poi “lo standard di vita

americano”, mentre la porzione di ricchezza reale che

detenevano diminuiva costantemente. L’imperativo di

nascondere la realtà economica ai cittadini americani e

ritardare la resa dei conti spiega perché, a scanso

d’ogni retorica, sono stati i Repubblicani i principali

fautori del deficit americano nel secondo dopoguerra.

1.2 Verso la dipendenza economica.Gli americani fanno sempre la cosa migliore…dopo aver

esaurito tutte le alternative.Wiinston L.S. Churchill

La realtà americana è forse un’altra: lungi

dall’essere invincibile, deve invece gestire l’inevitabile

riduzione della sua potenza relativa in un mondo

sempre più popolato e sviluppato. Quella che era una

nazione indispensabile per il mondo, ha visto

lentamente stravolgersi il suo ruolo economico, la

cosiddetta Globalizzazione ha colpito la struttura

interna della nazione dominante, indebolendone

l’economia e deformandone la società. Il crollo del

comunismo ha comportato un’accelerazione di questo

processo, e il deficit commerciale americano è,

soprattutto negli ultimi anni, aumentato in modo

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preoccupante: dai 180 miliardi di dollari del 1997 si è

passati ai 450 miliardi del 2000.

L’America è lontana dal blocco Eurasiatico, il

centro industriale e produttivo mondiale. Non è più

un’iperpotenza e non può vivere della sua sola attività

economica, basata essenzialmente sull’enorme

capitalizzazione borsistica che attira ingenti capitali

stranieri. Conscia della sua debolezza, l’America cerca

però in tutti i modi di non farla trasparire all’esterno,

basando il suo concetto di iperpotenza essenzialmente

su un concetto di carattere militare, forse più teatrale e

mediatico che effettivo. Questa è quindi la panoramica

all’alba dell’ 11 settembre 2001: un’America sempre

più debole e governata da un Presidente appoggiato

(negli USA i dati dei finanziatori delle campagne

elettorali sono resi pubblici) da potenti lobby di

petrolieri e produttori di armi.

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CAPITOLO II: 11 SETTEBRE 2001

2.1 I quattro aerei dirottati: la versione ufficiale.Eppur si muove.

Galileo Galilei

L’11 settembre 2001 gli abitanti di New York e

Washington in prima persona, e la popolazione

mondiale in diretta televisiva, sono stati testimoni di

violenti atti terroristici che hanno cambiato per sempre

i destini del mondo. Fino a quella data la vita delle

persone (quantomeno delle persone occidentali)

trascorreva in un cauto e gioioso ottimismo, favorito

anche da una crescita economica e tecnologica senza

precedenti. Dopo questa data invece, il mondo non sarà

più lo stesso, il sogno di prosperità e libertà di milioni

di individui resterà per sempre turbato da quelli che

sono subito apparsi come atti terroristici programmati

da menti mussulmane criminali, votate al martirio e

alla Jiad.

In quella mattinata 19 terroristi (di cui 15 arabi)

prendono il possesso di ben 4 aerei di linea, armati con

pericolosi taglierini da carta. Il primo, il volo Amercian

Airlines 11, decollato alle 07:59 da Boston e diretto a

Los Angeles, alle 08:16 inverte la rotta, alle 08:20

disattiva il transponder e, una volta direttosi verso

New York, vi arriva alle 08:46 colpendo in pieno la

torre WTC1. La popolazione è scossa, presa di sorpresa

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da questo inaspettato attacco al cuore finanziario

mondiale.

Ma la tragedia non è finita, anzi, la parte peggiore

è ancora di là da venire. Mentre un esercito di forze

dell’ordine e soccorritori, seguiti da uno stuolo di

giornalisti e cameraman si precipita al World Trade

Center, il terrore volteggia ancora alto nei cieli. Ed ha

le sembianze di un altro aereo dell’American Airlines, il

volo 175, partito anch’esso da Boston in direzione Los

Angeles, con una dinamica simile al primo velivolo,

devia dalla sua rotta alle 08:42, disattiva il transponder

alle 08:46 e oltrepassa Manhattan per poi tornare

indietro ed impattare la torre WTC2 alle 09:02, giusto

in tempo per essere ripreso in diretta dalle molte

telecamere accorse sul luogo del primo impatto.

L’impatto è meno preciso del primo, l’aereo colpisce la

torre su un fianco, facendo fuoriuscire buona parte del

carburante che esplode fuori da essa.

In seguito ai violenti incendi degli idrocarburi

presenti nel serbatoio degli aerei e dagli arredi, la

struttura portante delle torri cede, sciolta come burro

nel forno. La torre 2, quella colpita per seconda,

collassa alle 09:59, dopo aver bruciato per poco meno

di un’ora. Una nube di polvere finissima e detriti

invade Manhattan mentre l’altra torre, alle 10:28, ne

segue l’identico destino, collassando in modo

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perfettamente verticale sbriciolandosi anch’essa come

un grissino. Le prime stime dei morti sono allarmanti:

si parla di quasi 30.000 morti, tra persone imprigionate

nelle torri e i molti componenti delle squadre di

soccorso che ne seguono le sorti in modo eroico. Stima

destinata in seguito a scendere di parecchio, visto che

alla fine i morti accertati saranno 2752. Questa

dinamica dei fatti si evince dal rapporto della

Commissione Nazionale sugli attacchi terroristici

contro gli Stati Uniti (nota anche come Commissione

sull’11 settembre) edito il 22 luglio 2004. A tale

spiegazione ne fa seguito un’altra, nel settembre 2005,

edita dal NIST (National Institute of Standards and

Technology) , al termine di un’indagine durata 3 anni e

costata 20 milioni di dollari: gli aerei, nell’impatto,

avrebbero asportato il rivestimento antincendio

dell’acciaio esponendo quest’ultimo direttamente

all’azione devastatrice del fuoco; le travature a ponte

del WTC su cui facevano base i pavimenti, nel piegarsi

per effetto del calore, avrebbero tirato all’interno i

muri perimetrali provocando una “propagazione

dell’instabilità” lungo le colonne perimetrali e

stressando maggiormente le colonne centrali del

nucleo (ogni torre era costituita da un nucleo centrale

di 47 spesse colonne in acciaio) , già rese meno

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resistenti dagli incendi; l’energia dei piani posti sopra

la zona dell’incendio innescò il “collasso globale”.

Tornando ai fatti della mattinata, i piani dei

terroristi sono solo a metà. Difatti altri due aerei si

trovano ancora nei cieli americani. Il volo AA 77,

decollato da Washington alle 08:20 verso Los Angeles,

alle 08:46 devia per la prima volta dalla sua rotta, alle

09:09 spegne il transponder e alle 09:37 riesce a

schiantarsi su uno degli edifici più inaccessibili al

mondo, il Pentagono, cuore nevralgico del sistema

difensivo degli Stati Uniti. Dopo aver compiuto veloci

evoluzioni, l’aereo si presenta rasoterra di fronte

all’edificio volando per gli ultimi secondi a pochissimi

metri dal suolo, impattando con una velocità stimata di

circa 800 km/h. Una tale velocità ha consentito la

polverizzazione pressoché totale del velivolo, di cui

restano sul prato e dentro il Pentagono stesso

pochissimi resti.

L’ultimo dei voli, il volo United Airlines 93, partito

da New York alle 08:42, devia dalla sua rotta alle

09:36, disattiva il transponder alle 09:40 e sembra

dirigere verso la Casa Bianca. Ma i dirottatori su

questo volo devono fare i conti con il coraggio dei

passeggeri, i quali impavidamente insorgono contro i

malvagi arabi (circostanza confermata dalle telefonate

che alcuni passeggeri riescono ad effettuare dai propri

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telefoni cellulari) che, perdendo il controllo del mezzo,

fanno sì che questo si schianti in aperta campagna in

Pennsylvania. Anche di quest’aereo non si è trovato

alcun pezzo riconoscibile, soltanto minuti relitti della

grandezza massima di una manciata di centimetri. 150

tonnellate d’aereo, 45 persone, 200 sedili e bagagli

vari, 40 metri d’ali sono scomparsi, a causa del violento

schianto, in una fossa di sei metri per tre e profonda

pochi metri.

Una serie d’attentati di così vaste proporzioni che è

riuscita a mettere in scacco la difesa militare più

efficiente del mondo deve avere necessariamente avuto

alle spalle una preparazione lunga e complessa. Ciò

nonostante la polizia, gli enti federali e i servizi

d’intelligence americani non sono stati in grado di

sventare questi atti terroristici, subendo passivamente

ogni azione scaturita da questi attacchi. Nonostante

questa incredibile debacle, l’F.B.I riesce a rifarsi

subito dopo e, la sera dell’11 settembre arriva una

sentenza di straordinaria tempestività: ad organizzare

l’evento è stato sicuramente lo sceicco arabo Osama

Bin Laden. Nel giro di 48 ore le autorità presentano la

lista completa dei 19 dirottatori, i cui veri nomi non

compaiono nemmeno sulle liste di imbarco dei quattro

aerei.

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Logica risposta a questi efferati atti terroristici è

stato l’attacco all’Afghanistan, reo di nascondere e

proteggere uno dei più pericolosi criminali mai esistiti

sulla faccia della terra. La cauta e minuziosa politica

estera americana, una volta certa delle inconfutabili

prove a carico di un altro tiranno, Saddam Hussein, ha

poi provveduto nel 2003 ad attaccare anche l’Iraq,

essendosi ormai la potenza Americana erettasi a

paladina della democrazia e della giustizia.

Visti nell’ottica della versione ufficiale, le guerre

succedute agli attacchi dell’11 settembre possono

sembrare atti ragionevoli e giusti, ma andando ad

indagare con un minimo di criticità e razionalità si

potrebbero invece scoprire altre e più profonde verità.

2.2 Il movente: ragionevoli dubbi.I nostri nemici sono innovativi e pieni di risorse – e così siamo

anche noi. Essi noncessano mai di pensare a nuovi metodi per danneggiare il

nostro paese e la nostra gente – e così facciamo anche noi..

George W. Bush (5 agosto 2004)

In criminologia l’analisi del movente è un tassello

fondamentale per giungere alla verità. Immaginiamo

per un istante di metterci nei panni dei dirottatori:

perché i terroristi si sono gettati contro le Torri

Gemelle di primo mattino, quando esse erano

pressoché vuote? Un paio d’ore dopo e le vittime

sarebbero state decine di migliaia. Perché non le hanno

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colpite più in basso, aumentando a tal modo quantità di

vittime e probabilità di crollo? In un evento del genere

tutto viene meticolosamente ponderato e

perfettamente analizzato da chi lo organizza, quindi

nulla avviene a casaccio. Il timing — la scelta del

momento - in questo genere di operazioni è un

elemento essenziale. Perché allora gli aerei non sono

stati dirottati contro le torri in un qualsiasi altro

momento della giornata, facendo 10 volte più vittime?

Perché non hanno destinato almeno uno degli aerei

contro la centrale nucleare di Indian Point, a meno di

40 chilometri da New York?. Scegliendo la centrale

nucleare tra l'altro i terroristi avrebbero minimizzato i

rischi di venire intercettati dai caccia americani (come

di norma sarebbe dovuto accadere ) nei sette minuti di

volo che ancora ci volevano per raggiungere

Manhattan e avrebbero potuto facilmente causare un

disastro assai peggiore di quello di Cernobyl

provocando milioni di morti (i reattori non sono stati

costruiti per resistere all'impatto di un Boeing 767

pieno di carburante) e mettere davvero in ginocchio

l'odiato nemico. Invece no, i terroristi crudeli non

erano poi così cattivi, e chissà perché hanno agito in

modo da provocare la minor quantità di morti possibile,

con il massimo effetto spettacolare. Anche sul

Pentagono avrebbero potuto fare danni assai più

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consistenti mirando a qualsiasi altro punto dell'edificio.

Se ad organizzare l'attentato è stata veramente Al

Qaeda, non ci sono forse gli estremi per ritirare loro la

patente di terroristi, per manifesta incompetenza?

Quale movente potevano avere i terroristi a causare la

minor quantità di morti possibile con il loro attacco? E

se la minor quantità di morti non era il loro obiettivo,

perché essi non hanno agito diversamente, in modo

assai più letale, dato che potevano farlo?

Ma il vero punto più debole è l'assurda passività dei

servizi segreti americani, relegati al ruolo di spettatori

inerti di quanto stava avvenendo, un ruolo che ad essi

proprio non calza.

2.3 I dirottatori: la storia non quadra.E’ impossibile pilotare grossi aeromobili senza

l’addestramento adeguatoNila Sagadeva – pilota di aeromobili e ingegnere aeronautico

C’è qualcuno che continua a sostenere che i

“mitici” dirottatori del 9/11, benché sia stato provato

che fossero incapaci di pilotare un piccolo Cessna 172,

tuttavia riuscirono ad acquisire la straordinaria abilità

loro necessaria per pilotare dei jet di linea,

addestrandosi tramite simulatori di volo.

Una comune concezione sbagliata che hanno i non

piloti sui simulatori è che sia “facile” utilizzarli. Sono sì

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relativamente facili da usare se lo scopo è fare qualche

virata pazza e divertente in cielo aperto. Ma se lo

scopo è eseguire una qualsiasi manovra, anche con la

minor precisione possibile, la missione diventa

immediatamente abbastanza scoraggiante. E se il fine

è dirigere un aereo verso una specifica locazione

geografica, distante centinaia di chilometri, mentre si

vola a oltre 800 km all'ora, a 9.000 metri di altezza,

allora la sfida diventa quasi impossibile per un pilota

non addestrato. E questo è precisamente ciò che i

quattro dirottatori si suppone abbiano realizzato con

jet commerciali ad alta velocità, pesanti più di 100

tonnellate, l’11 Settembre.

Per una persona non abituata alla complessità

pratica del pilotaggio, un moderno simulatore di volo

può rappresentare un’esperienza confusa e

disorientante. Per essere in grado di utilizzare un

moderno simulatore di volo ad ogni livello d’abilità,

uno non solo deve essere in partenza un pilota

quantomeno decente, ma anche un esperto nel volo

strumentale per far partire il sistema, ed essere

completamente familiare con l’attuale tipo d’aereo che

il simulatore rappresenta, poiché la disposizione degli

strumenti nei cockpit varia tra gli aerei.

I decolli, ed anche gli atterraggi sotto un certo

aspetto, sono relativamente “facili”, perché il pilota ha

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un riferimento visivo come indizio di ciò che si trova

fuori dell’abitacolo. Ma una volta che avete virato, siete

saliti ed avete raggiunto l’altezza di crociera in un

simulatore (o su di un aeroplano reale) e vi trovate a

dover stabilire una rotta per una destinazione molto

distante (usando tecniche di navigazione elettronica

molto sofisticate), la situazione cambia radicalmente: il

pilota perde virtualmente ogni riferimento visivo

all’esterno. Lui/Lei è completamente alla mercé di un

insieme di complessi strumenti di navigazione e di volo

per ricevere le indicazioni sullo status dell’aereo

(altitudine, direzione, velocità, stato, etc.). Nel caso di

un Boeing 757 o 767 il pilota avrebbe avuto di fronte

un pannello EFIS (Sistema di strumentazione

elettronica di volo) costituito da 6 grossi monitor LCD

multifunzionali intervallati con pacchetti di

“complicata” strumentazione assortita. Se uno non è in

grado di tradurre le informazioni velocemente, in modo

preciso ed accurato (e per farlo serve un pilota esperto

di volo strumentale), allora viene a trovarsi nella

condizione di ZERO SITUATIONAL AWARENESS. (cioè

il pilota non avrebbe indizi su dove si trova in relazione

alla Terra). Un volo in queste condizioni è definito

come “IFR” o Norme di Volo Strumentale.

E la regola IFR #1 è: Mai staccare gli occhi dalla tua

strumentazione, perché è tutto ciò che hai! Corollario

25

Page 26: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

alla Regola #1: Se non sei in grado di interpretare la

strumentazione in modo veloce, preciso, disciplinato e

completo sei praticamente morto. Registrazioni da

tutto il mondo sono pieni di rapporti di un numero

qualunque di buoni piloti con esperienza professionale

di volo strumentale, che hanno “concluso la loro

carriera” perché hanno commesso errori irreparabili

mentre volavano in condizioni di IFR. I piloti/dirottatori

del 9/11 erano stati ripetutamente giudicati

incompetenti a pilotare in volo solitario un Cessna-172.

Non uno dei dirottatori era stato giudicato idoneo ad

eseguire da solo anche i più semplici esercizi di

pilotaggio. Ecco cosa ebbero da dire gli istruttori di

volo riguardo alle capacità di questi aviatori in erba.

Riguardo Mohammed Atta: “Il suo grado di attenzione

è zero.”;

riguardo Khalid Al-Mihdhar: “Non l’abbiamo buttato

fuori a calci ma non ha raggiunto i nostri standard.”;

riguardo Hani Hanjour (il pilota dell'aereo schiantatosi

sul Pentagono che avrebbe effettuato una manovra

rasoterra giudicata pressoché impossibile anche per

piloti con decenni di volo sulle spalle): “Il suo inglese

era orribile, e la sua abilità “meccanica” era anche

peggio. Era come se fosse a stento capace di guidare

anche solo un'automobile. Non riesco ancor oggi a

26

Page 27: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

credere che possa aver pilotato un aereo contro il

Pentagono. Non era affatto in grado di volare.”

Ora diamo uno sguardo al volo American Airlines

77 (il volo schiantatosi sul Pentagono). Il

passeggero/dirottatore Hani Hanjour si alza dal suo

sedile più o meno a metà del volo, si apre la via per

l’abitacolo combattendo diabolicamente, riesce a

sopraffare il Capitano Charles F. Burlingame ed il

primo ufficiale David Charlebois, ed in qualche

maniera riesce a buttarli fuori dell’abitacolo (cosa

molto difficile da ottenere in un ambiente stretto senza

urtare inavvertitamente la cloche, disattivando così il

pilota automatico). Si potrebbe, correttamente,

presumere che questa cosa presenti delle difficoltà

considerevoli per un ragazzino armato di taglierino –

Burlingame era un duro, corpulento pilota di F4,

veterano del Vietnam che aveva alle spalle oltre 100

missioni di combattimento. Ogni pilota che l’ha

conosciuto ha affermato che piuttosto che mollare

educatamente i controlli, Burlingame avrebbe

istantaneamente capovolto l’aereo in modo di far

rompere il collo a Hanjour non appena questi fosse

caduto a terra. Ma lasciamo stare questa reazione,

quasi naturale, che ci saremmo aspettati da un pilota di

caccia e immaginiamo che Hanjour riesca a sopraffare i

membri dell’equipaggio del volo, li rimuova

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Page 28: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

dall’abitacolo e prenda posto sul sedile del capitano. E,

benché i rapporti contraddicano quest’affermazione,

assumiamo che Hanjour sia stato talmente fortunato da

sperimentare un giorno con visibilità ottima, illimitata.

Se Hanjour guardava diritto davanti a sé attraverso il

parabrezza, o tutto alla sua sinistra verso terra, al

meglio avrebbe potuto vedere, 10.500 metri sotto di

lui, un paesaggio grigio/brunastro/verde scuro,

virtualmente privo di dettagli in superficie, mentre

l’aereo che stava ora pilotando si stava muovendo,

quasi impercettibilmente e in un silenzio irreale, a

circa 225 metri al secondo.

In uno scenario reale, e considerati i rapporti

meteo sulle condizioni di quel giorno, avrebbe

probabilmente visto nuvole sotto di se, che gli

impedivano di vedere il terreno che stava sorvolando.

Con questo tipo di “non consapevolezza della

situazione”, Hanjour avrebbe potuto star sorvolando

l’Argentina o la Russia o il Giappone allo stesso modo;

non avrebbe avuto indizi su dove, con precisione, si

trovasse. Dopo pochi secondi (a 225 metri al secondo),

Hanjour avrebbe compreso che realizzava poco a

guardare fuori , non c’era nulla là per dargli indizi

visivi reali. Per un uomo che precedentemente aveva

avuto a che fare con dei piccoli Cessna, seguendo

autostrade o ferrovie aeree (e sempre con l'aiuto di un

28

Page 29: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

istruttore), questa sarebbe stata sicuramente una

situazione a lui estranea e da brividi.

Non potendo vedere nulla all’esterno, Mr. Hanjour

sarebbe stato costretto a dirigere la sua attenzione

verso il pannello degli strumenti, dove avrebbe avuto a

che fare con un insieme sconcertante di strumenti.

Avrebbe quindi dovuto velocemente interpretare le

informazioni sulla sua direzione, il tracciato a terra,

l’altitudine e la velocità dell’aereo, sullo schermo prima

di poter capire anche solo dove fosse lui, rispetto al

mondo, ed ancora più difficilmente dove fosse il

Pentagono in relazione alla sua posizione! Dopo tutto,

per potersi schiantare contro un obiettivo, doveva

prima trovarlo.

Una volta che avesse determinato dov’era, avrebbe

dovuto riuscire a localizzare il Pentagono in relazione

alla sua posizione, rapidamente in evoluzione. Quindi

avrebbe dovuto progettare un percorso verso il suo

obiettivo. Per essere in grado di eseguire un minimo di

navigazione elettronica, avrebbe dovuto essere molto

familiare con le procedure IFR. Nessuno dei terroristi

nemmeno sapeva com’era fatta una carta di

navigazione, ancora meno come introdurre i dati nei

computer di gestione di volo (FMC) ed attivare lo

LNAV (modalità automatica di navigazione laterale). Se

uno è tenuto a credere alla versione ufficiale, si

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Page 30: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

presume che tutto questo sia stato compiuto da grezzi

studenti piloti mentre volavano ciechi a 225 metri al

secondo sopra un terreno non familiare (e

praticamente invisibile), usando complesse

metodologie ed utilizzando una strumentazione

sofisticata.

Per aggirare questo piccolo problema, la versione

ufficiale suggerisce che questi uomini hanno pilotato

manualmente i loro aerei verso gli obiettivi rispettivi.

Ma assumiamo che Hanjour abbia disinserito il pilota

automatico ed abbia pilotato manualmente l’aereo

verso il suo prestabilito, ed invisibile, obiettivo,

basandosi soltanto sulla strumentazione fino a quando

non avesse potuto avere una chiara visuale.

Secondo i controllori delle FAA, il “Volo 77” ha

eseguito una virata in picchiata, alla velocità angolare

di 360 gradi/minuto mentre scendeva ad oltre 1.000

metri al minuto (velocità di discesa impossibile senza

fare andare in stallo i motori di quel tipo di aereo), alla

fine della quale “Hanjour” si presume abbia raggiunto

il livello del suolo.

La manovra fu, in sostanza, eseguita in modo così

preciso che i controllori del traffico aereo di Dulles

rifiutarono di credere che il blip sul loro schermo fosse

un jet commerciale. Danielle O’Brian, una dei

controllori di volo di Dulles che fece rapporto di aver

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Page 31: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

visto l’aereo alle 9:25 disse: “La velocità, la

manovrabilità, il modo in cui ha virato, tutti nella

stanza radar, tutti noi che eravamo controllori di

traffico aereo con esperienza alle spalle, pensammo

che fosse un aereo militare.”

E quindi, tutto d’un tratto Hanjour trova il

Pentagono che se ne sta adagiato lì, in vista, proprio

davanti a lui. Trovò che il suo “missile” si stava

dirigendo verso una delle ali più densamente popolate

del Pentagono e, presumibilmente per salvare queste

vite umane, esegue allora una ulteriore virata di 270

gradi ed approccia l’edificio dalla direzione opposta,

allineandosi con l’unica ala del Pentagono che era

pressochè deserta a causa delle estensive operazioni di

rinnovamento che erano in corso (c’erano 120 operai di

costruzione civili in quell’ala che furono uccisi... il loro

lavoro ironicamente includeva dotare il muro esterno

di quell’ala di protezioni anti-missile, di cui era quindi

ancora sprovvista, alla faccia di chi insinua che le

pareti del Pentagono fossero incredibilmente corazzate

e resistenti, tanto da sbriciolare completamente

l'aereo). Il pilota si presenta ad una velocità di circa

800 km/h volando ad un’altezza di 6 metri da terra.

Interessante al riguardo la dichiarazione di Nela

Segardevan, pilota ed ingegnere aeronautico: “Io sfido

chiunque pilota, ovunque nel mondo: dategli un Boeing

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Page 32: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

757 e ditegli di portarlo a 750 km/h a 7 metri di altezza

per un chilometro. Non può farlo, è

aerodinamicamente impossibile”. I vortici aerodinamici

non avrebbero permesso all’aereo di abbassarsi al

suolo più di approssimativamente metà della sua

ampiezza alare (in pratica non più di 19 metri) fino a

che la velocità non fosse stata ridotta drasticamente;

che poi è ciò che, ovviamente, capita durante i normali

atterraggi .

In altre parole se ci fosse stato veramente un

Boeing 757 come riportato, l’aereo non avrebbe potuto

volare al di sotto dei 19 metri da terra alla velocità di

700 km/h. (Una manovra simile è invece interamente

nel novero delle prestazioni di un aereo con un elevato

carico alare, come i caccia di attacco a terra, il

bombardiere B1-B, i missili cruise ed il Global Hawk,

un drone, cioè un aereo tele-guidato).

La stessa identica sfida di navigazione che ho

menzionato sopra avrebbe dovuto essere affrontata

anche dai piloti che guidarono due 767 contro le Twin

Towers; in questo anche loro, avrebbero dovuto prima

trovare i loro obiettivi. Di nuovo miracolosamente

trovarono il loro obiettivo durante il tragitto. E di

nuovo la loro manovra di “approccio finale” a più di

800 km/h è semplicemente troppo incredibile per

essere stata eseguita da piloti che non erano in grado

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Page 33: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

di pilotare in solitaria un aereo da addestramento base.

Un non-pilota senza indicazioni avrebbe incontrato

difficoltà praticamente insormontabili nel cercare di

navigare e far volare un aereo da 100 tonnellate contro

un edificio al suolo, oltre 11 km sotto di lui, lontano

centinaia di km e non in vista, e in una direzione

ignota, a più di 800 km/h – e tutto questo in circostanze

oltretutto estremamente stressanti.

Testimoni oculari del primo impatto asseriscono di

aver visto un piccolo aereo imbattersi sulla torre del

WTC, ci sono inoltre in rete numerosi video(3) che

analizzano, fotogramma per fotogramma, i filmati

trasmessi in diretta dai principali telegiornali.

Guardando questi video, l’ipotesi che ne scaturisce è a

dir poco incredibile: i vari filmati rappresentano

numerose incongruenze e mettono a nudo possibili

manomissioni; in definitiva i filmati trasmessi quel

giorno non rappresenterebbero la realtà. Nessun

aereo, secondo queste analisi, si sarebbe

schiantato sulle Torri di Manhattan, quantomeno

nessun

_____________(3) http://www.youtube.com/watch?v=ehH_VoeXgik;

grosso aereo commerciale.

Data per scontata l’incapacità di pilotaggio dei

presunti dirottatori arabi, e vista la precisione con cui

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Page 34: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

gli aerei si sarebbero schiantati sulle torri, se ciò si sia

realmente verificato un ipotesi interessante sarebbe

quella per cui gli aerei fossero stati teleguidati da

terra. E’ una tecnologia che esiste da diversi anni, e

proprio il software di cui sono dotati i Boeing 757 e

767 in origine garantirebbe una facile implementazione

di un tale sistema.

Ugualmente interessante è notare come il

controller finanziario del Pentagono all’epoca degli

attentati era il rabbino lubavitcher Dov Zakheim,

assegnato a tale carica nel maggio 2001. Prima di tale

incarico egli era amministratore presso la System

Planning Corporation, un fornitore della difesa

specializzato in armamenti elettronici, fra cui spiccano

i sistemi per “aerei telecomandati”. (4)

Per quanto prima espresso, se degli aerei si sono

comunque abbattuti sul WTC è altamente

improbabile, per non dire impossibile,

che a guidare questi aerei ci siano state delle persone

completamente incompetenti e incapaci di guidare

anche un piccolo aereo superleggero come la versione

ufficiale vorrebbe farci credere.

_____________(4) www.sysplan.com/Radar/FTS

34

Page 35: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

2.4 Il sistema di difesa aereo.Chiamami pure terorico della cospirazione, se vuoi,

purchè tu chiami te stesso teorico delle coincidenze.John Judge, Coalition On Political Assasinations, 2002

Lo spazio aereo nordamericano è senza ombra di

dubbio uno dei più protetti al mondo. Le procedure

operative standard dettano che se

Un controllore di volo della FAA (Federal Aviation

Administration) nota qualcosa che suggerisse un

possibile dirottamento –se viene perso il contatto radio,

se si spegne il transponder dell’ aereo o se l’aereo

devia dal suo piano di volo—il controllore debba

contattare un suo superiore. Se il problema non può

essere risolto velocemente—circa entro un minuto—il

superiore deve chiedere al NORAD – il North American

Aerospace Defense Command—di lanciare aerei da

combattimento per scoprire cosa sta succedendo. Il

NORAD poi emette un ordine di lancio alla più vicina

base dell’ Air Force con caccia in allerta. L’ 11-9, tutti i

dirottamenti avvennero nel Northeast Air Defense

Sector del NORAD, che è noto come NEADS. Perciò

tutti gli ordini di lancio sarebbero dovuti venire dal

NEADS.

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Page 36: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Gli aerei da combattimento a disposizione del

NEADS possono rispondere molto velocemente:

secondo il sito web della US Air Force, gli F-15

possono arrivare ad una quota di 29,000 piedi (circa

8800 metri) in circa 2,5 minuti dall’ “ordine di lancio”,

dopodiché possono volare a circa 1800 miglia all’ ora

(circa 2900 Km/h). Un documento dell’ Air Traffic

Control pubblicato nel 1998 avvertiva i piloti che tutti

gli aeroplani che persistessero in un comportamento

inusuale “si troverebbero probabilmente due aerei da

combattimento dietro la coda entro circa 10 minuti” .

L’ 11-9, però, ciò non è accaduto. Perché? Dove

erano le forze armate ? La prima risposta delle forze

armate fu data immediatamente dopo l’ 11-9 dal

Generale Richard Myers, allora Presidente di turno del

Consiglio di Stato Maggiore, e da Mike Snyder, un

portavoce del NORAD. Entrambi dissero,

indipendentemente, che nessun jet militare fu mandato

in volo sino a dopo l’impatto al Pentagono. Tale impatto

avvenne alle 9:37, eppure il Volo 11 dell‘ American

Airlines aveva mostrato due dei segnali standard di

dirottamento, perdendo sia il segnale radio sia quello

del transponder, alle 8:15. Questo vuol dire che le

procedure che solitamente portano ad intercettare un

aereo in “circa 10 minuti” non erano state compiute

per circa 80 minuti.

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Page 37: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Tale enorme ritardo suggerisce che un ordine di

restare a terra, cancellando le procedure standard,

doveva essere stato dato. Alcuni iniziarono a sollevare

questa possibilità .

Molto velocemente apparve una nuova storia.

Venerdì 14 Settembre la CBS News disse:

“Contrariamente ai primi rapporti, i caccia della US Air

Force si alzarono in volo Martedì mentre gli attacchi

erano in corso,” sebbene essi arrivarono troppo tardi

per prevenire gli attacchi. Questa seconda storia fu poi

resa ufficiale il 18 Settembre, quando il NORAD

rilasciò una cronologia che affermava gli orari in cui gli

era stato notificato a riguardo dei dirottamenti, seguiti

dagli orari in cui i caccia furono lanciati

all’inseguimento. Il messaggio implicito della

cronologia era che il fallimento era dovuto interamente

alla FAA, perché in ogni caso notificò alle forze armate

così in ritardo che gli intercettamenti furono

impossibili.

Un ulteriore terza versione dei fatti, con parziali

modifiche agli orari rivelati dal NORAD ci viene invece

fornita dalla Commissione sull’ 11 settembre, cercando

di incolpare sempre la negligente FAA. Senza

indugiare troppo sui diversi orari delle varie versioni,

ritengo sia importante porsi una domanda: è vera

questa terza versione dei fatti?

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Page 38: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Una regione per sospettare che non è vera è

proprio il fatto che è la terza storia che ci viene detta.

Quando i sospetti in un caso criminale continuano a

cambiare il loro racconto, assumiamo che dovrebbero

star cercando di nascondere la verità. Ma un problema

persino più serio con la nuova storia delle

Commissione è che molti dei suoi elementi sono

contraddetti da una credibile evidenza o sono per altri

versi non plausibili. Per quanto riguarda il Volo 11 ad

esempio, la Commissione sostiene che il colonnello

Robert Marr, comandante del NEADS, avvisato con

notevole ritardo dalla FAA (alle ore 08:38) invece di

impartire l’ordine di decollo immediato perdette altro

tempo telefonando in Florida al Generale Larry Arnold

per avere l’autorizzazione a lanciare gli aerei, e questa

telefonata richiese la bellezza di 8 minuti, un tempo

straordinariamente lungo per una situazione di

emergenza.

Un ulteriore fatto su cui incentrare l’attenzione è

che il Pentagono dispone di propri radar per il

monitoraggio dello spazio aereo. Come afferma Robin

Hordon - controllore del traffico aereo all’aeroporto di

Boston per 11 anni e istruttore di volo – un aereo non

autorizzato nello spazio aereo di Washington

semplicemente non ci entra. Esiste un particolare

spazio aereo protetto denominato B-56 che comprende

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Page 39: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

una zona di identificazione per la difesa aerea del

raggio di 50 miglia, all’interno della quale vi è

un’ulteriore zona protetta del raggio di 17 miglia. Un

ulteriore, protettissima sezione, ha un raggio di soli 3

miglia e a salvaguardia di essa vi è un apparato di

batterie antimissile. Solo gli aerei militari, dotati di

transponder militare di tipo IFF, possono accedere allo

spazio aereo sovrastante il Pentagono: se i radar non

captano il segnale IFF e l’aereo sospetto si avvicina

troppo, questo viene automaticamente abbattuto non

appena si trovi ad una distanza critica dal Pentagono.

Dato che anche il sistema di difesa missilistico ha

clamorosamente dato forfait quel giorno, è

immaginabile che l’aereo che si è schiantato

sull’edificio fosse dotato di un transponder militare;

questo è un apparato che è impossibile ritrovare su un

jet di linea, quindi ci sono gli elementi per supporre

che a schiantarsi sul Pentagono non sia stato il volo 77.

Ancora un altro particolare ignorato dal rapporto

della Commissione è rappresentato dal prodigioso

sistema radar dell’esercito Statunitense. Il sito web di

uno di quei sistemi, chiamati Pawe Paws, sostiene che

è “capace di rilevare e monitorare un gran numero di

obiettivi che costituirebbero un pesante attacco LSBM

(missili balistici lanciati da sottomarini)(5). Il sistema

non è sicuramente basato sul presupposto che quei

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Page 40: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

LSBM abbiano dei transponders. L’affermazione che

l’esercito non sapeva di un aereo diretto al Pentagono

è dunque assurda. Dopo gli attacchi alle Twin Towers,

il sistema di difesa americano si suppone fosse ai

massimi livelli e quindi non avrebbe esitato ad

abbattere ogni aereo non autorizzato ed identificato

diretto verso Washington. E riguardo alla capacità di

fare questo, anche se per qualche ragione la base di

Andrews non avesse avuto caccia in allerta quella

mattina, il sistema anti-missili balistici sarebbe potuto

entrare in azione, dato che i suoi bersagli abituali

viaggiano a velocità dai 6 ai 7

_________________(5)www.pavepaws.org “Pawe Paws, Watching North America’s Skies 24 Hours a day”

www.wanttoknow.info/911starwars “Billions on Stars Wars Missile Defense Can’t Stop Four Lost Airlines on 9/11”

chilometri al secondo (circa 14.000 miglia l’ora), ben

più veloci di qualsiasi aereo sulla faccia della Terra.

Per finire, una piccola nota statistica: nel 2001,

prima dell’ 11 settembre, il NORAD ha dovuto far

fronte per ben 67 volte ad allarmi

inerenti il possibile dirottamento di aerei. In tutti i casi

i caccia da combattimento sono decollati nei tempi

previsti, con una percentuale di successo delle missioni

del 100%. Percentuale che si è poi mantenuta anche

successivamente.

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Page 41: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

2.5 Il mistero degli aerei scomparsi.A volte l’uomo inciampa nella verità, ma, nella maggior

parte dei casi, si rialza e continua per la sua strada .Wiinston L.S. Churchill

Abbiamo appena visto come il sistema di difesa

aereo abbia incredibilmente fallito: nessuno dei

quattro aerei è stato intercettato in tempo così che

ognuno di essi ha potuto continuare il suo tragico volo

verso gli obiettivi prefissati. I Voli 11 e 175 verso le

Torri Gemelle, il Volo 77 sul Pentagono e il Volo 93

che, forse diretto verso la Casa Bianca, si è invece

schiantato in un campo della Pennsylvania.

Ma tutto ciò corrisponde al vero? Partiamo da ciò

che nessuno ha in realtà visto: il Boeing 757

schiantatosi contro il Pentagono. Come abbiamo già

descritto, se al mondo esiste una città dove un attacco

aereo è impossibile, questa è proprio Washington.

Diversamente dagli aerei di New York, la scusa che

non ci si aspettasse un attacco del genere qui è

completamente inverosimile, tanto più che il

Pentagono dispone di radar e missili propri in aggiunta

all’efficentissima (in normali condizioni) difesa aerea

statunitense. Tuttavia, ammettiamo contro ogni logica

che un aereo abbia potuto violare allegramente lo

spazio aereo della Capitale, scendere a spirale sul

bersaglio ed abbattersi sul Pentagono senza che alcuna

difesa glielo impedisse.

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Page 42: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Oltre che essere difeso da batterie missilistiche, il

Pentagono è anche naturalmente pieno di fotocamere

e telecamere di sorveglianza.

Così come altre telecamere inquadranti la scena

dell’impatto sono presenti nel vicino svincolo

autostradale, in una stazione di servizio adiacente e in

un albergo poco distante dall’impatto. In più l’aereo

avrebbe sorvolato un gran pezzo di città, quindi

basterebbe che un video saltasse fuori e tutta una

categoria di strambe illazioni smetterebbero di

esistere. Tuttavia, nessuna ripresa che mostri l’aereo è

mai stata esibita.

Le riprese effettuate dalle telecamere della

stazione di servizio e dell’albergo appena citati sono

state immediatamente sequestrate dall’FBI e mai

restituite. Come mai? C’è forse su quei video qualcosa

che meglio non vedere?(6)

Passiamo alle testimonianze. Steve Patterson, un

grafico che lavorava al quattordicesimo piano di un

palazzo di Pentagon City, testimonia di aver visto un

oggetto metallizzato, che faceva il rumore stridente di

un aereo da caccia che sembrava poter trasportare 8-

10 persone, dirigersi a bassissima quota verso il

Pentagono. (7)

Un altro testimone, Kirk Milburn, ha visto un aereo

che faceva uno strano rumore e poi due grandi, distinte

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Page 43: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

esplosioni. Un terzo testimone è Asework Hagos, il

quale percorrendo Columbia Pike vide un aereo

recante la scritta American Airlines volare a bassissima

quota e schiantarsi contro il Pentagono. Un quarto

testimone, Tom Seibert,

_____________(6)www.911review.org/Sept11Wiki/Pentagon-Crash.shtml (7)Washington Post, 12 settembre 2001

ingegnere di rete che lavora la Pentagono, non vide

l’aereo ma udì qualcosa che faceva il rumore di un

missile, seguito da una forte esplosione.

Queste quattro testimonianze sono state raccolte a

caldo e pubblicate all’indomani del fatto nel

“Washington Post”.

In diretta dal Pentagono ancora fumante, l’inviato

della CNN dichiara senza mezzi termini che sulla base

di una propria ispezione ravvicinata al luogo

dell’impatto non vi è assolutamente nulla che faccia

pensare che un aereo si sia schiantato sul Pentagono:

niente detriti consistenti, nessuna traccia della

fusoliera, i detriti più grossi sono così piccoli da poter

venire presi in mano. Questa testimonianza è

scomparsa definitivamente dal mondo dei media, la si

può tuttavia reperire su internet (8).

Altri testimoni raccontano di avere visto un aereo

dell’American Airlines. Si tratta però quasi sempre di

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Page 44: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

militari o persone connesse in qualche modo al

Pentagono o al Governo.

Un’altra testimonianza ci giunge da Ed Plaugher,

capitano dei pompieri della contea di Arlington,

racconta che a lui e ai suoi uomini non era consentito

avvicinarsi al luogo esatto dell’impatto, dove a lavorare

c’erano squadre speciali della FEMA (Federal

Emergency Management Agency). A domanda precisa,

dichiarò di non aver visto consistenti parti di aereo

all’interno del buco della facciata, nessun pezzo di

fusoliera da nessuna parte(9).

____________(8)www.thewebfairy.com/911/pentagon/27_1-mcintyre.swf (9) www.911research.wtc7.net/pentagon/analysis/.

Sei mesi dopo ED Plaugher avrebbe avuto un

ritorno di memoria affermando di avere visto pezzi di

fusoliera, le ali , il carrello di atterraggio, pezzi di

motore e sedili.

Le curiose ritrattazioni di chi aveva dichiarato di

aver visto un piccolo aereo o un oggetto simile ad un

missile avvenute in seguito, e la censura delle

interviste televisive che sostengono questa tesi,

alimentano il sospetto che la versione ufficiale abbia

molto da nascondere.

Però sono disponibili un sacco di fotografie del

luogo dell’incidente, qualcuna delle quali scattata

subito dopo il fatto. Le immagini sono nitide e chiare,

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Page 45: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

ma si nota subito che manca qualcosa che non è facile

capire cos’è al primo impatto. Con un po’ di attenzione

ecco scoperto il mistero: manca del tutto l’aereo. Non

solo, ma il prato verde antistante sembra un campo da

golf, tanto è intatto. Se l’aereo non è fuori dall’edificio,

vuol dire che è entrato tutto dentro. Quindi sulla

facciata dovrebbe esserci un buco adeguato ad un

gigantesco Boeing 757 (47,3 metri di lunghezza, 38 m.

di apertura alare, altezza del timone di coda 13,6 m.)

Nella maggior parte delle fotografie il buco non si

vede, poiché quell’ala del Pentagono crollò mezz’ora

dopo su se stessa. Tuttavia, in alcune foto scattate

pochi istanti dopo l’impatto il buco si vede: è largo solo

6 metri ed è all’altezza del primo piano, cioè a pochi

metri da terra. Un Boeing 757, per le questioni

aerodinamiche già esposte, per volare a quell’altezza

avrebbe dovuto farlo viaggiando capovolto. E avrebbe

avuto un margine di errore molto alto, che nel 99% dei

casi lo avrebbe visto schiantarsi per terra anziché sul

bersaglio. Perché piloti completamente incompetenti

avrebbero rischiato una manovra così impensabile?

Sarebbe stato molto più facile per i terroristi buttarsi a

casaccio sopra il tetto del Pentagono, che tra l’altro ha

una superficie immensa, 117.000 metri quadrati, un

obiettivo facile da colpire per chi viene dall’alto. La

facciata laterale, per contro, è alta solo 24 metri ed

45

Page 46: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

arrivando a folle velocità non è certo cosa facile

centrarla.

Tornando ad analizzare il singolo buco sulla

facciata, come ha fatto un Boeing con un’apertura

alare di 38 metri a finirci interamente dentro? Le ali

saranno rimaste fuori, spappolate contro le pareti

senza per altro danneggiarle troppo. E lo stesso

ipotizzasi per i motori, 2 blocchi di titanio ed acciaio

dal peso di 6 tonnellate l’uno. Purtroppo però sulle

foto non c’è traccia di ali, ne di altri detriti dell’aereo.

In realtà qualche piccolo frammento di una carlinga

con i colori dell’American Airlines è stato ritrovato sul

prato, ma si tratta di pezzi molto piccoli e leggeri, che

non hanno le caratteristiche tecniche (spessore e

rivettatura) della carlinga di rivestimento di un Boeing

757.

46

Page 47: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Figura 2.1. Impatto contro facciata del Pentagono.La foto è stata ottenuta unendo 2 fotografie ed eliminando il fumo dalla zona dello schianto per vedere meglio la facciata. La zona blu è quella interessata dallo schianto ed è presa da una foto del giorno dell’attentato, il resto della facciata invece da una foto di alcuni giorni successivi. Si possono notare le finestre intatte, l’assenza di segni delle ali e dei motori sulla parete e la presenza di un unico foto d’entrata cerchiato in rosso. A parte aver tolto il fumo che impediva la vista, le foto non sono state ritoccate in nessun modo.

La versione ufficiale è che l’aereo, colpendo il muro

a circa 800 Km/h, si sia letteralmente polverizzato: la

fusoliera è entrata completamente nell’edificio mentre

le ali, la coda e UN motore si sono fusi all’impatto con

la facciata, scomparendo senza lasciare traccia, e

senza rompere nemmeno le finestre (20 finestre su 26

della zona dell’impatto risultano intatte).

Figure 2.2 e 2.3. Rottami di fusoliera e confronto con aereo Boeing

47

Page 48: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

L’altro motore , invece, si è infilato non si sa come

nello stesso buco fatto dalla fusoliera perforando il

Pentagono fino al terzo anello e creando un foro

d’uscita perfettamente netto e circolare di due metri di

diametro. Finito di fare ciò, anche il secondo motore si

è fuso senza lasciare quasi traccia, a parte un piccolo

rottame. Questi resti del motore non sono mai stati

ufficialmente identificati come appartenenti ad un

Boeing 757 (10).

Il Boeing del Pentagono aveva due motori Rolls

Royce ma John W. Brown, portavoce dell’azienda (di

Indianapolis), ha testimoniato all’American Free Press

riguardo al rottame trovato al Pentagono: “Non fa

parte di nessun tipo di motore Rolls Royce che io

conosca(11).

L’11 marzo 2002 esce in Francia il libro “La

grande menzogna”, di Thierry Meyssan. Nel suo libro

Meyssan afferma senza mezzi termini che nessun

Boeing 757 si è mai schiantato sul Pentagono: ipotizza

48

Page 49: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

un missile o forse un piccolo velivolo militare con un

missile, ma ad ogni modo non un gigantesco aereo

civile pieno di passeggeri. Il libro è un successo senza

precedenti, tradotto in 18 lingue, nonostante

importanti testate giornalistiche quali “Le Monde” e la

“CNN” non si risparmino nel ricoprirlo di insulti. Per

curiosa coincidenza, tre giorni prima dell’uscita del

libro viene diffuso dalla CNN un breve filmato ripreso

da una telecamera di sicurezza, dove si vede l’impatto

del velivolo contro il Pentagono e la successiva

esplosione. Solo pochi fotogrammi e di qualità molto

bassa. L’aereo non si vede neppure qua, si intravede

solo un’ombra in uno di questi fotogrammi. Sapendo

che i fotogrammi si susseguono al ritmo di uno ogni 4

centesimi di secondo (25 fotogrammi al secondo),

conoscendo la velocità del Boeing, la sua presunta

velocità ed il tragitto approssimativo inquadrato dalla

telecamera, un calcolo trigonometrico ci rivela come

l’aereo dovrebbe essere visibile in più di un

fotogramma.______________________________

(10)www.perso.wanadoo.fr/jpdesm/pentagon/pages-en/wr-eng.html(11)www.americanfreepress.net/10_10_03/Controversy_Swirling/

controversy_swirling.html

Oltretutto, mettendo empiricamente in relazione

l’altezza della facciata del Pentagono, che sappiamo

essere pari a 24 metri, con la lunghezza del velivolo

49

Page 50: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

che si intravede nel fotogramma, è difficile credere che

esso sia lungo 50 metri, come un Boeing dovrebbe

essere.

Alcuni sostengono che il velivolo immortalato sia

un Global Hawk, un velivolo militare pilotato a distanza

(dotato guarda a caso di un solo motore), la sagoma

che si intravede nel breve filmato combacerebbe con

Figura 2.4. Fotogrammi impatto velivolo su pentagono.

esso. Altri ipotizzano invece che si tratti di un caccia.

Dopotutto anche sui caccia è possibile montare un

dispositivo di controllo a distanza. La tecnologia per

farlo esiste dal 1994. In più il caccia potrebbe aver

sparato un missile appena prima di schiantarsi sulla

parete in modo da provocare un buco in cui entrare e

non lasciare traccia di rottami davanti al Pentagono.

50

Page 51: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Ma queste sono speculazioni che lasciano il tempo che

trovano….limitandoci ai fatti possiamo dire 2 cose:

1) il frammento di motore ritrovato al

Pentagono non può appartenere al motore

del volo AA-77;

2) il velivolo mostrato nell’unico filmato

rilasciato dalle autorità non può essere un

Boeing 757.

Queste sono le uniche certezze che abbiamo, poche ma

se non altro sicure.

Un altro sistema di analizzare se e quando un aereo

si è schiantato contro il Pentagono, è quello di andare

a studiare le onde sismiche generate dall’evento. Per

gli aerei abbattutisi contro le Torri Gemelle, onde

chiare e nette sono state regolarmente registrate. Un

Boeing 757 lanciato a grande velocità costituisce una

massa di tutto riguardo, in grado di produrre onde

sismiche significative quando si schianta.

Coerentemente, dovremmo trovare nei tracciati

sismici rilevamenti adeguati mentre lo schianto non ha

prodotto o quasi onde sismiche, secondo i rilevamenti

di vari osservatori.(12).

Ma quello del Pentagono non è l’unico aereo

scomparso in quella giornata: anche il volo American

Airlines caduto in Pennsylvania non ha quasi lasciato

traccia di se. L’aereo, caduto vicino a Shaksville,

51

Page 52: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

sembra essere scomparso nel nulla in una buca con un

diametro inferiore ai 10 metri e profonda 3. Il velivolo

è stato ritrovato in briciole, e pare che una delle

versioni ufficiali (come sappiamo ce ne sono sempre

varie) sia che i relitti siano stati trasportati per

chilometri (forse dal vento?) in un area molto vasta ,

quasi a suggerire che ci sia stata un’esplosione in volo.

Prima dell’arrivo dei primi soccorsi e dei giornalisti

la zona era già stata recintata da personale dell’ FBI ed

in una foto scattata in lontananza poco dopo lo

schianto si nota una nube di fumo a forma di fungo.

Non

____________(12)www.911review.com/attack/pentagon

vi è invece presenza del denso fumo nero tipico degli

incendi da idrocarburi che ci si aspetta si sviluppi dopo

uno schianto aereo.

2.6 Le telefonate dei passeggeriE’ vero che puoi ingannare tutte le persone qualche volta. Puoi

addirittura ingannarequalche persona tutte le volte. Ma non puoi ingannare tutte le

persone tutte le volte..Abramo Lincoln, 1865.

Tutte le telefonate effettuate coi cellulari dai

passeggeri si sono verificate sul volo 93. Strano. I

passeggeri degli altri aerei non possedevano cellulari?

Oppure non si sono accorti di essere stati dirottati?

52

Page 53: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

La telefonata più lunga effettuata col cellulare

risulta quella di Todd Beamer, ed è da questa

telefonata che deriva la conoscenza dell’intenzione dei

passeggeri di ribellarsi ai dirottatori. Questa telefonata

durò circa un quarto d’ora e si svolge tra Beamer e una

persona che non conosce, Lisa Jefferson, impiegata del

servizio clienti di Verizon (società di telecomunicazioni)

. Beamer è l’unico dei passeggeri che parlò con

qualcuno che non conosceva; tutti gli altri passeggeri

che parlarono con loro congiunti od amici effettuarono

solo chiamate brevi e non perché la linea cadesse, ma

forse per evitare di tradire la loro effettiva identità.

Molto strana appare la telefonata di Mark Bingham

alla madre, nella quale esordì: “Sono Mark Bingham”.

Quando uno chiama la madre, si presenta sempre con

nome e cognome?(13)

D’altra parte non ci sarebbe stato bisogno neppure

di artisti imitatori. Già nel 1999 erano state sviluppate

avanzate tecnologie di voice morphing technology: è

sufficiente disporre di dieci minuti di registrazione

della voce di una persona per essere in grado di

modellarla

____________(13) www.911-strike.com/strange_theory_of_the_bumble_pla.htm

elettronicamente, dopo di che il computer può

trasformare in tempo reale la voce di un operatore in

quella dell’individuo da imitare(14).

53

Page 54: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

La storia delle telefonate non è plausibile da un

punto di vista tecnico. Il professor A.K. Dewdney, già

collaboratore del prestigioso “Scientific American”, per

dimostrare questo si è procurato un aereo, testimoni

attendibili di varia estrazione e ha condotto

esperimenti scientifici in volo atti a dimostrare la sua

tesi. Ha sperimentalmente dimostrato che le telefonate

effettuate con i cellulari dai passeggeri del Volo 93 non

possono essere vere(15)per una serie di motivi

concomitanti: innanzitutto la velocità dell’aereo non

permetterebbe al telefonino di dialogare efficacemente

con le varie cellule dei ripetitori a terra; l’elevata

velocità infatti costringerebbe a cambiare cellula ogni

7-8 secondi al massimo, la qual cosa farebbe assai

presto cadere la linea. In secondo luogo, l’altitudine

dell’aereo porrebbe il cellulare a notevole distanza

dalle cellule trasmittenti, e la struttura metallica

dell’aereo aggiungerebbe un ulteriore effetto di

attenuazione del segnale. Questi tre elementi

renderebbero assai remota – per non dire nulla – la

probabilità di riuscire ad effettuare telefonate da un

Boeing in volo. Il 15 luglio 2004 poi, proprio l’American

Airlines effettua un volo di prova con una stazione

ricetrasmittente a bordo con la quale dicono sarà

possibile in futuro effettuare telefonate con cellulari

dagli aerei.(16)

54

Page 55: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

L’informazione implicita è che prima fosse

impossibile.(17)

____________(14)www.washingtonpost.com/wp-srv/national/dotmil/arkin020199.htm(15) www.physics911.net /cellphoneairliners.htm(16) www.gmpc-us.com/satnews/jan-5%20-Boeing.htm(17) Ian Henshall – Rowland Morgan, 9.11 Revealed, Constable & Robinson, 2005, p. 129

2.7 Come sono Terminate le Torri?Cinismo è il riuscito tentativo di vedere il mondo come è

realmente.Jean Genet

Le torri gemelle erano state progettate per

resistere all’impatto di un Boeing 707, il più grande

aereo commerciale all’epoca della loro costru-

zione. Oltre alle 47 massiccie colonne centrali

d’acciaio, le torri erano sostenute anche da una rete di

robuste colonne esterne, una struttura tubolare

progettata in modo da ridistribuire bene il carico

nell’eventualità dell’impatto di un grosso aereo. Di

fatto, come confermato in un intervista (18) di gennaio

2001 da Frank De Martini, manager del progetto

originario della costruzione delle Torri Gemelle,

l’impatto di un aereo avrebbe avuto sulla stabilità di

quella fitta maglia di colonne d’acciaio lo stesso effetto

di una matita che bucasse una zanzariera: pressoché

nullo. Dopo lo schianto degli aerei difatti le torri, dopo

aver vacillato per qualche istante, si erano riportate

55

Page 56: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

nel loro assetto originario ridistribuendo la forza d’urto

dell’impatto sulla loro struttura.

Il professor Steven E. Jones (19)del dipartimento di

Fisica ed Astronomia della Brigham Young University,

ha pubblicato uno studio nel quale dimostra

scientificamente la falsità della versione ufficiale sul

crollo delle torri: soltanto un processo di demolizione

controllata mediante cariche esplosive è, secondo il

testo, in grado di spiegare quanto avvenuto l’11

settembre.(20)

Il fatto che il professor Jones sia un conservatore

repubblicano, sino a poco tempo prima sincero

sostenitore di Bush, ha reso le sue dichiarazioni

particolarmente scomode e significative. Altri sessanta

accademici si sono schierati a favore dei suoi studi.____________________________________

(18)www.prisonplanet.com/articles/november2004/141104designedtotake.html(19) www.en.wikipeia.org/wiki/Steven_E._Jones(20) www.physics.byu.edu/research/energy

A settembre 2005 in NIST ha pubblicato il proprio

rapporto finale sulle ragioni del crollo delle tre torri

del WTC e nelle indagini, costate 20

milioni di dollari, l’ipotesi della demolizione controllata

non è nemmeno stata presa in considerazione,

nonostante un rapporto della FEMA sul materiale

rinvenuto sul luogo del crollo avesse evidenziato “una

severa aggressione corrosiva dell’acciaio molto

56

Page 57: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

inusuale….nessuna chiara spiegazione per l’origine

dello zolfo è stata identificata”.

Nella versione ufficiale la causa del crollo è il rogo

provocato dagli aerei kamikaze. Tuttavia l’acciaio

fonde a 1500°C e non a 800°C come ha riferito la BBC

due giorni dopo la tragedia. Stando alla versione

ufficiale, a Manhattan l’11 settembre 2001 è stata

inaugurata la prima fonderia siderurgica a gasolio del

mondo: perché il crollo avvenga non è necessario che

l’acciaio fonda, basterebbe scaldarlo fino a 500° e si

indebolirebbe causando il crollo della struttura. Ma

non è proprio così. A 550°C (sempre che le strutture

delle torri abbiano effettivamente raggiunto tale

temperatura) l’acciaio conserva ancora il 60% della sua

resistenza.(21)I grattacieli vengono però progettati per

essere in grado di reggere almeno 5 volte il carico

previsto, il che dimostra che se anche l’acciaio avesse

raggiunto i 550°C esso avrebbe comunque ancora

potuto reggere 3 volte il carico delle torri. Tuttavia è

improbabile che il gasolio abbia potuto scaldare fino a

500°C l’acciaio, questo infatti conduce bene il calore

quindi, se da una parte il rogo indubbiamente scaldava

le strutture d’acciaio, tutto intorno le parti fredde della

struttura metallica assorbivano calore raffreddando la

zona critica. Non solo l’acciaio non poteva fondere, ma

non poteva nemmeno scaldarsi più di

57

Page 58: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

____________________________________

(21)www.911research.wtc7.net/disinfo/collapse/meltdown.html

tanto. I pompieri invece, sul luogo del delitto,

hanno trovato acciaio

fuso dappertutto anche nelle settimane seguenti. Il

calore è addirittura durato per mesi, questo almeno

sostiene Mark Loizeaux, presidente di una delle

compagnie contattate per la rimozione dei detriti.(22)

Di certo sappiamo che cinque giorni dopo il crollo

la NASA identificò all’interno delle macerie, con

l’ausilio di uno spettrometro aereo, dozzine di punti

caldi con temperature fino a 700°C, come si può vedere

nell’immagine sottostante.

Ma l’acciaio fuso trovato nelle fondamenta non può

essere conseguenza del rogo del gasolio, altrimenti i

motori a scoppio di tutte le automobili si

scioglierebbero come neve al sole.

58

Page 59: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Figura 2.5. Analisi satellitare della NASA del 16/09/2001.

Inoltre, osservando la dinamica dei crolli dai filmati

disponibili, si nota come i grattacieli siano precipitati

in modo perfettamente perpendicolare. Affinché ciò sia

possibile bisognerebbe che il fuoco ____________________________________

(22)www.rense.com/general28/ioff.htm

indebolisse la struttura su tutti i lati in modo uniforme.

Se solo un punto cedesse con un minimo di ritardo

rispetto agli altri il crollo non sarebbe

simmetrico ed equilibrato come effettivamente è stato.

Di fatto la torre si abbatterebbe da un lato come un

albero. A dire il vero il crollo della Torre Sud non fu

così perfetto nei primi due secondi: la parte alta della

torre iniziò a cadere fortemente sbilanciata da un lato,

palesando quindi

un netto movimento rotatorio attorno all’asse costituito

dal lato della Torre che aveva ceduto, ma un istante

dopo tutto scomparve nella nube di fumo ed il crollo

tornò misteriosamente ad essere simmetrico. Questo

fenomeno non sarebbe in realtà possibile per via di un

principio fisico “trascurabile” come la legge della

conservazione del movimento angolare, ma abbiamo

già visto col gasolio che quel giorno le leggi della fisica

non sempre hanno funzionato come al solito.

59

Page 60: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Ma se il crollo è avvenuto perché le Torri erano

imbottite di termite, chi e come l’avrebbe collocata?

Innanzitutto le Torri erano edifici molto sicuri, e la

compagnia che si occupava del complesso del WTC era

la Securacom, che aveva Marvin Bush, fratello di

Gorge W, nel proprio consiglio direttivo.

Negli ultimi mesi le Torri erano state oggetto di

numerosi lavori di ammodernamento della rete

telefonica, e anche nel week end dell’8 e 9 settembre

lavori di miglioramento della cablatura dell’edificio

avevano comportato l’interruzione dell’energia

elettrica per 36 ore.

Daria Coard, guardia al WTC, ha riferito che pochi

giorni prima dei crolli, il 6 settembre, sono stati

rimossi i cani specializzati per il rilevamento degli

esplosivi.(23)

Guardando le foto scattate sul sito di Ground Zero si

scopre come i resti ____________________________________

(23)www.cooperativeresearch.org/entity/.jsp?entity=daria_coard

delle basi delle colonne siano tagliati di netto e in

maniera obliqua, tutte rappresentano lo stesso identico

taglio, che tra l’altro è compatibile (per non dire

uguale) con la tecnica delle demolizioni

controllate, dove l’ esplosivo per tagliare le travi viene

posto su di esse proprio in modo

60

Page 61: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Figura 2.6. Macerie a Ground Zero.

obliquo. Il prof. Jones, per poter dimostrare le sue tesi,

ha chiesto ufficialmente di poter disporre di un

frammento di metallo fuso sul quale compiere le sue

analisi. Ma la sua richiesta è finora rimasta inascoltata,

e probabilmente in questo stato resterà, visto che il

sindaco di New York Rudolf Giuliani ha provveduto a

tempo di record allo sgombero delle macerie,

sottraendo il prezioso materiale alle indagini facendolo

fondere o rivendendolo in Cina: non si ha più traccia

così di ben 200.000 tonnellate di acciaio

Le analisi di Jones sono state effettuate quindi solo

sulla polvere, più difficile da far sparire, dato che

occupava una vasta zona di Manhattan. I ricercatori,

che hanno sottoposto ad esame quattro campioni di

61

Page 62: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

materiali tratti dalle macerie delle Torri hanno trovato

termite ancora attiva, ossia  non del tutto combusta,

che durante le prove ha reagito vigorosamente

sviluppando intenso calore. Le componenti base,

alluminio purissimo ed ossido di ferro, non sono solo

finemente polverizzate: sono polverizzate in particelle

nanometriche (meno di 120 nanometri), il che implica

un processo di fabbricazione ad altissima tecnologia in

laboratori molto avanzati. Tutti questi ed altri risultati

portano i ricercatori a concludere che “lo strato rosso

dei grumi rossi-grigi trovati nella polvere del WTC  è

un materiale termitico attivo e che non ha (ancora)

reagito, prodotto con nanotecnologia, ed è un

materiale pirotecnico od esplosivo ad alta energia”.

L’unico dubbio riguarda l’effettiva provenienza del

materiale analizzato. I ricercatori dicono di aver

analizzato quattro diversi campioni: uno raccolto da un

residente di Manhattan dieci minuti dopo il crollo, due

il giorno seguente l’attentato, e il quarto una settimana

più tardi.

Le proprietà della materia sono state analizzate al

microscopio ottico, al microscopio elettronico (SEM,

Scanning Electron Microscopy), alla spettroscopia a

raggi X a dispersione di energia (XEDS), e al

calorimetro a scansione differenziale (DSC). Le

62

Page 63: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

componenti metalliche sono state ottenute per

separazione con l’uso di metil-etil-ketone.(24)

Sono talmente tante le cose da dire su questi crolli che

sicuramente me ne dimenticherò più di una, ma

andiamo avanti ad analizzare i fatti. Molti esperti

nell’ambito delle demolizioni controllate e persone

presenti sul luogo sembrano confermare l’ipotesi fin

qui illustrata. Kevin Ryan, tecnico della Underwriters

Labs (azienda che ha collaborato con il NIST ___________________________________

(24) www .effedieffe.com/content/view/7019/164/

nell’effettuazione di alcune prove su modellini in scala

delle Torri) ha dichiarato che durante le prove le Torri

Gemelle riprodotte in scala sono state poste in fornaci,

e nonostante siano state esposte a condizioni più

gravose di quelle reali, le loro strutture non hanno

ceduto. La conferma delle sue teorie il NIST l’avrebbe

avuta solo successivamente tramite delle simulazioni al

computer, falsando però i dati di calcolo, ipotizzando

per esempio che gli aerei avessero a bordo 13 t. di

carburante contro i 6,5 effettivamente trasportati al

momento dell’impatto, calcolando un’esposizione al

fuoco di 90 minuti, quando il primo crollo è avvenuto

dopo soli 45 minuti dall’impatto. Dopo tali affermazioni

non stupisce sapere che Ryan ha perso il suo posto

nell’azienda.

63

Page 64: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Paolo Marini, tecnico del centro italiano sviluppo

metalli, ha posto invece l’accento sul tempo di caduta

delle torri, pari quasi a quello di caduta libera. Questo

è pari alla radice del doppio della distanza (in metri)

diviso il coefficiente 9,81. Un peso rilasciato ad una

altezza di 415 metri impiega quindi 9,22 secondi per

giungere sul terreno. Le Torri sono collassate in poco

più di 10 lunghissimi secondi, quindi la struttura che si

trovava al di sotto dell’incendio (e stiamo parlando di

centinaia di metri di acciaio e cemento armato)

avrebbe opposto una resistenza pari a quella

dell’attrito dell’aria. Una tesi difficilmente sostenibile.

Alla stessa velocità di caduta libera (poco più di 6

secondi) è venuta giù anche la terza torre della

giornata, il WTC 7, distante poche centinaia di metri

dalle prime due. Qui le strutture si suppongono ancora

più solide, in quando l’edificio era più moderno e

soprattutto contro di esso non ha impattato nessun

pesante aereo di linea. Gli incendi sarebbero scaturiti

dalla pioggia di detriti che lo hanno investito durante i

crolli precedenti. Travi e calcestruzzi sono

effettivamente volati su di esso, ma senza la complicità

di potenti esplosivi è difficile spiegare la causa di una

forza capace di gettare in orizzontale pezzi pesanti

svariate tonnellate per centinaia di metri. Gli incendi

sviluppati nel WTC 7 erano di poca entità e nulla

64

Page 65: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

lasciava presagire che sarebbe crollato in un modo

tanto veloce. Questo grattacielo ospitava, al

ventitreesimo piano, una super-centrale operativa per

situazioni di emergenza del comune di New York, oltre

ad una sede della CIA e dei servizi segreti, nonché i

documenti originali dei più grossi scandali finanziari di

quegli anni, tra cui i casi Enron e Wordcom, sui quali

dopo il crollo sarebbe stato impossibile compiere

ulteriori indagini anche perché uno dei principali

imputati dello scandalo Enron, Cliff Baxter, si sarebbe

“suicidato” successivamente perfezionando l’oblio sul

caso. Cosa ancora più curiosa, l’annunciatrice della

BBC Jane Standley diede la notizia dell’avvenuto crollo

del WTC7 con ben 22 minuti di anticipo rispetto

all’evento effettivo, col grattacielo che faceva bella

mostra di se sullo sfondo a destra della “giornalista”.(25)

Le Torri Gemelle, in trent’anni di storia, non erano

mai state cedute, ma circa sette settimane prima dei

crolli l’Autorità Portuale le ha date in concessione per

99 anni ad un consorzio guidato da Larry Silverstein, il

quale fu abbastanza accorto da assicurarle contro atti

terroristici (in precedenza non furono mai assicurate

contro eventi del genere). Molti pensarono ad un

bidone colossale per l’imprenditore, in quanto le Torri

erano considerate antiquate ed antieconomiche e da

tempo si pensava di demolirle. Il problema era che

65

Page 66: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

erano piene di absesto, un materiale altamente

cancerogeno: una demolizione controllata era stata

vietata per ___________________________________

(25) www.bbc.co.uk/blogs/theeditors/2007/02/part_of_the_cospiracy.html

motivi sanitari e per demolirle i costi sarebbero stati

astronomici (26).

Un ultimo particolare interessante: nessuna delle

scatole nere dei quattro aerei dirottati (ogni aereo è

fornito di due scatole nere) è rimasta indenne ,

nonostante siano costruite con materiali

resistentissimi.

Forse, in futuro, questi importanti apparecchi

verranno costruiti con lo stesso materiale con il quale

si fabbricano i passaporti dei terroristi. Di questi

infatti ne sono stati rinvenuti ben due: il primo, quello

di Satam Al Suqami(27), dopo aver resistito

all’esplosione dovuta all’impatto dell’aereo contro la

torre, all’immenso incendio divampato all’intero della

Torre e al conseguente crollo che ha sbriciolato e fuso

migliaia di tonnellate di acciaio e cemento, è stato

ritrovato dall’FBI a qualche isolato dalle macerie,

bruciacchiato ma sostanzialmente indenne.

L’altro, quello del presunto terrorista Ziad Jarrah, è

stato trovato tra i resti del volo 93 precipitato in

Pennsylvania: l’aereo, i corpi, i bagagli, si sono

66

Page 67: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

letteralmente disintegrati mentre, ancora una volta, il

passaporto ha resistito quasi indenne al terribile

schianto.

Stessa cosa si potrebbe dire anche del DNA delle

vittime, capace di sopravvivere ad un rogo di 2500°C

(una delle temperature ufficiali degli incendi). Il DNA

dei materiali organici più resistenti come ossa e capelli

dovrebbe resistere fino a temperature di circa 150°C,

dopo di che si dovrebbe distruggere ma, come si è

visto, quello delle vittime del Pentagono è stato ben più

robusto e coriaceo, come straordinario è stato anche il

DNA delle vittime del volo 93: solo il 7% delle

spoglie delle ___________________________________

(26) www.whatreallyhappened.com/silverstein/htmlIl dottor Stefano Montanari, esperto di nanopatologie, ha detto che secondo le stime ufficiali sono 400mila le persone che hanno disturbi respiratori dopo l’attentato, ma potrebbero essere molti di più, perché tanta gente sottovaluta i sintomi. www.ecplanet.com/print.php?id=19857&madre=8(27) www.the-movement.com/Hijackers/bukhari.html

vittime è stato ritrovato, tuttavia tutte le vittime sono

state identificate tramite l’esame del DNA (28).

2.8 Chi è il colpevole?Cui prodest scelus, is fecit..

Seneca, primo secolo A.C.

A chi hanno giovato i fatti dell’11 settembre? E’

una domanda difficile, a cui non si può pretendere di

dare risposte certe ed onnicomprensive, però

analizzare i personaggi coinvolti in questo dramma e le

67

Page 68: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

conseguenze da essi subite può aiutare a far luce su di

essa.

- i morti e i loro familiari: i veri protagonisti, loro

malgrado, della vicenda. I morti non ne hanno tratto

alcun giovamento, idem per i familiari, anche se il

governo USA li ha indennizzati con la cifra record di

1,8 milioni di $ per ciascuna vittima;

- Osama Bin Laden: ha tratto il vantaggio di venire

considerato da una parte del mondo islamico come

l’eroe vendicatore delle masse arabe. Teoricamente

però quasi tutto l’esercito USA lo sta cercando per

ammazzarlo;

- Il mondo arabo: non ha tratto alcun giovamento,

dall’11/9 mezzo mondo guarda ad ogni arabo come ad

un potenziale terrorista;

- Il popolo americano: con il Patrioct Act ha perso

metà dei suoi diritti civili. Con il prossimo attentato

perderà probabilmente l’altra metà, in cambio forse di

benzina a buon prezzo;

- Saddam Hussein: non ha avuto alcun giovamento

dalla vicenda, e non è mai stato provato alcun suo

coinvolgimento in essa;___________________________________

(28) www.giveyourvoice.com/dna-faq.html www.911research.wtc7.net/planes/evidence/bodies.html

- George W. Bush: la sua popolarità è raddoppiata

da un giorno all’altro, fornendogli la legittimità per la

68

Page 69: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

sua contestata elezione;

- CIA e Pentagono: in conseguenza della loro

inutilità nel prevedere gli attentati, i fondi sono stati

però loro sensibilmente aumentati. Il Patrioct Act ne

incrementa significativamente il potere. Hanno tratto

giovamento, sia a breve che a lungo termine;

- Blocco industrial-petrolifero-militare: grossi

gruppi industriali in campo petrolifero e militare hanno

tatto evidente giovamento dalle successive guerre

contro Afghnistan ed Iraq;

- Gli speculatori di borsa: nei giorni

immediatamente precedenti gli attentati sono avvenute

forti speculazioni al ribasso sui titoli delle compagnie

aeree coinvolte nell’attentato, nonostante le più

accreditate previsioni borsistiche diedero per certo un

aumento del valore del settore. Andreas Von Bulov, ex

ministro tedesco, ha calcolato in 15 miliardi di dollari

l’ammontare di tali fortunate speculazioni su cui

nessun ente governativo ha successivamente indagato

a fondo.

- Larry Silverstein: l’imprenditore edilizio ebreo

australiano che affittò dal municipio di New York (da

Rudolf Giuliani) e che ha incassato dall’assicurazione

4,6 miliardi di dollari (pretendendo ed ottenendo un

risarcimento doppio rispetto al massimo previsto dalla

polizza trattandosi, secondo lui, di due eventi

69

Page 70: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

terroristici distinti). La Prava, giornale russo, ci ricorda

che Larry fece ogni giorno colazione nel super-

ristorante panoramico all’ultimo piano di una delle due

Tower. Tutti i giorni salvo uno: l’11 settembre 2001.

Non si fece vedere. E non si fece vedere nemmeno sua

figlia, che lavorava nell’Edificio 7, il terzo grattacielo

che crollò in perfetta verticale senza essere stato

toccata da nessun aereo.

- Ronald S. Lauder: al tempo nel consiglio direttivo

del «tavolo di New York per le privatizzazioni». Lauder

fece lobby per la privatizzazione del WTC (del resto,

era costoso e non rendeva alla città). E’ membro del

Congresso Ebraico Mondiale, della Conference of

Presidents of Major American Jewish Organizations,

del Jewish National Found e vari altri comitati ebrei.

Inoltre, Lauder è uno dei finanziatori della «scuola»

che il MOSSAD ha ad Herzliya, Israele.

- ICTS International, : la compagnia opera nel

settore più avanzato dell’export israeliano, sicurezza e

intelligence, ed i suoi impiegati sono quasi tutti ex-

agenti dello Shin Bet. Questo gruppo di veri esperti,

che controllavano gli imbarchi a Dulles e a Newark,

hanno lasciato 17 arabi imbarcarsi in 4 aerei armati di

taglierini.

Nonostante questa falla, la ICTS continua ad essere

l’azienda preferita per la sorveglianza di aeroporti.

70

Page 71: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

- ZIM: grande compagnia israeliana di navigazione

e trasporto-merci, aveva i suoi uffici nella Torre Nord

del WTC. Traslocò nell’agosto 2001, un mese prima

dell’11 settembre, adducendo la necessità di fare

economie sul costoso leasing degli uffici. Il fatto è che

li aveva affittati fino a dicembre 2001, e in questo

trasloco affrettato la Zim perse 50 mila dollari. La Zim

è posseduta al 49% dello Stato d’Israele. Michael Dick,

un agente dell’FBI che stava facendo indagini su

questo sospetto trasloco, fu sollevato dall’incarico dal

capo della divisione penale del Dipartimento della

Giustizia, l’americo-israeliano Michael Chertoff.

- ODIGO: è la ditta di “instant messaging”, due

impiegati della quale furono avvertiti da un misterioso

messaggio elettronico di lasciare la zona (gli uffici sono

vicini al WTC) due ore prima del primo attacco aereo.

Ci furono polemiche, perché la Odigo non passò alle

autorità il messaggio, che avrebbe potuto salvare molte

vite. La sede centrale della Odigo è in Israele: ad

Herzliya. Per puro caso, è la stessa sede dove ha il suo

quartier generale il MOSSAD, il servizio segreto

israeliano.

- Paul Kurzberg, Yaron Schmuel, Oded Ellner: sono

tre dei sei «israeliani danzanti», impiegati della

compagnia di traslochi «Urban Moving Systems», visti

filmare e festeggiare l’incendio delle due Torri, accanto

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Page 72: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

al furgone bianco della ditta. Arrestati, furono rilasciati

ed espulsi per ordine di Michael Chertoff (v. ZIM),

allora al dipartimento della Giustizia. La ditta era

diretta da Dominic Suter, israeliano, che si rese

improvvisamente irreperibile dopo l’11 settembre,

lasciando accesi nell’ufficio i computer e i telefonini

sotto carica. E’ in Israele.

- Dov Zakheim: rabbino, è proprietario della

System Planning Corporation (SPC), un’industria

militare che fornisce apparati per teleguidare fino ad

otto aerei, oltre a sistemi di “flight termination” che

consentono di richiamare a distanza aerei il cui pilota

sia incapacitato, oppure sotto dirotttamento. Zakheim è

tra i firmatari del documento “Rebuilding the American

Defense”, di cui parleremo in seguito. Il giorno

dell’attentato, rabbi Zakheim era vice-ministro della

Difesa, al Pentagono. Era il “comptroller” dei conti (v.

Rumsfeld) dal 4 maggio 2001, e vi restò fino al 10

marzo 2004.

- Donald Rumsfeld: Ministro della difesa. Il 10

settembre 2001 dichiarò “dispersi” 2,3 miliardi di

dollari dal bilancio del Pentagono. La confusione del

giorno dopo ha fatto passare in secondo piano la

notizia. Già a colloquio con Saddam Hussein, in Iraq, il

4 marzo del 1984, secondo testimonianze giurate al

Congresso l’America trattava col dittatore per la

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Page 73: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

costruizione di un nuovo oleodotto mentre gli vendeva

gas venefici da usare contro la popolazione curda e

contro l’Iran.

- Dick Cheney: Vice Presidente. Ha assunto il

comando della Nazione durante tutta la giornata dell’

11 settembre (il presidente Bush era a raccontare

favolette in una scuola elementare in Florida, attività

consona al suo elevato Q.I. di ex alcolizzato e

cocainomane (29), notizie queste rintracciabili anche

nella sua biografia ufficiale) coordinando la pronta

risposta statunitense contro gli attentati di matrice

araba. Ex presidente della Halliburton, ricca azienda

petrolifera beneficiaria di sontuose commesse relative

alla “ricostruzione” irachena, nonché di una ricca

commessa per i rifornimenti di carburante alle truppe

di stanza in Iraq(30), un business calcolato in qualche

miliardo di dollari.

- Paul Wolfowitz: vice ministro della Difesa. Capì

immediatamente che Saddam Hussein era complice di

Bin Laden nell’attentato, e spinse vittoriosamente per

la guerra all’Iraq: «Sarà una passeggiata, disse. Ci

accoglieranno a braccia aperte». Wolfowitz è stato poi

premiato con la presidenza della Banca Mondiale.

- Michael Chertoff: era all’epoca vice-attorney

general del Dipartimento di Giustizia (Divisione

Penale): in questa veste espulse gli «israeliani

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Page 74: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

danzanti» per aver lavorato in USA senza il visto di

lavoro, e li rimandò in Israele. Poi è stato scelto da

Bush per dirigere il Dipartimento della Homeland

Security, il neonato ministero della Sicurezza Interna.

- Kenneth Feinberg: è il funzionario responsabile

del fondo di compensazione (7 miliardi di dollari) per le

famiglie delle vittime: il risarcimento venne dato solo a

quelle famiglie che rinunciavano per iscritto ad ogni

altra pretesa o inchiesta sull’11 settembre. Il 97% delle

famiglie accettò. Quelle che non accettarono perchè

pretendevano una ___________________________________

(29) www.arab.it/vari/chi_e_realmente_bush.htm(30) www.halliburtonhell.blogspot.com/2003_10_01_halliburtonhell_archive.html

completa inchiesta, furono trattate da una

«mediatrice» speciale: Sheila Birnbaum, ebrea. Non

hanno avuto nulla, e nemmeno l’indagine.

- Philip Zelikow: doppia cittadinanza (indovina un

po’ quali…), è il funzionario dell’intelligence che Bush

assegnò come consulente tecnico alla Commissione

Senatoriale sull’11 settembre. Era lui che selezionava i

materiali informativi da sottoporre ai senatori. E’ lui, di

fatto, l’autore del «9/11 Commission Report», la bibbia

della versione ufficiale.

- Azzam Gadhan: è il portavoce di Al Qaeda (o lo è

stato per un certo tempo) che compare in certi video,

perché parla bene l’inglese. Negli ambienti del

terrorismo arabo lo chiamano «Azzam al-Amriki»,

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Page 75: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Azzam l’Americano. E’ ricercatissimo dall’FBI. Il suo

vero nome è Adam Pearlman. Suo nonno, Carl, ricco

chirurgo, è stato nella direzione dell’Anti-Defamation

League (potente lobby statunitense).

- IntelCenter: è la ditta sotto contratto USA che

riesce ad ottenere i video di Bin Laden, specie quelli

dove appare Adam Pearlman, prima della CIA e di ogni

altra agenzia di spionaggio nel mondo. Il suo direttore

è un israelo-americano di nome Ben Venzke.

- SITE: è un’altra ditta che “studia le fonti primarie

della propaganda islamista, manuali di addestramento

(dei terroristi), chat lines di terroristi”, che scopre

prima della CIA: fornisce dunque materiale informativo

di prima mano, e lo scopre tutto su internet. E’

collegato all’Intel Center.

- Rita Katz: fondatrice e direttrice di SITE. Ebrea

nata in Iraq, dall’Iraq fuggì quando suo padre, un

mercante (in realtà una agente del MOSSAD) fu fatto

giustiziare da Saddam; ha prestato il servizio militare

nel glorioso Tsahal (l’esercito israeliano) ed ha studiato

all’università di Tel Aviv.

- I lavoratori ebrei del WTC: secondo una voce del

giornale giordano “Al-Watan” il giorno dell’attentato

4000 ebrei, che di norma lavoravano al WTC, non si

sarebbero presentati in ufficio. Non risulta che nella

strage sia scomparso nessun ebreo, benché gli uffici

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Page 76: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

fossero affollati di personale ebraico. Nessun giornale

americano ha cercato di appurare la verità su tale voce

che, sibillina, circola ancora nei bassifondi dei media.

- Ali Al-Jarrah: un libanese sulla cinquantina, da

luglio 2008 in galera con l’accusa di tradimento e di

spionaggio per un Paese nemico, Israele, per il quale

lavorava da almeno 25 anni.

E’ stato Hezbollah - che ha il miglior servizio

d’intelligence della regione - ad arrestarlo(31) e a

consegnarlo alle forze armate libanesi. Il personaggio

ha confessato tutto. Ora attende il processo. Cosa

c’entra con l’11 settembre? E’ il cugino di Ziad Al-

Jarrah, presunto pilota dirottatore del volo 93, quello

schiantatosi in Pensilvanya, strana coincidendeza.

Da questo elenco dei principali protagonisti della

vicenda possiamo dedurre molte informazioni. E’

probabile che almeno uno di essi sia l’assassino, anche

se nessuno sa con precisione chi sia. Ognuno può farsi

una sua personale idea, vera o falsa che sia. Se di un

complotto si è trattato, molti potrebbero essere stati

gli interessi coinvolti, forse addirittura troppi perché si

riesca ad identificarli tutti.

Vedere a chi ha giovato la tragedia dell’ 11

settembre potrebbe fornire qualche indicazione sul

possibile movente.

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Page 77: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Altro elemento importante è stabilire chi fosse

materialmente in grado di compiere i fatti. Perché non

basta la volontà e il movente, bisogna anche ___________________________________

(31)Robert Worth, «Lebanese in Shock Over Arrest of an Accused Spy», New York Times , 18/02/2009.

essere in grado di tradurre in azioni pratiche le proprie

intenzioni, specie se si ha a che fare con la Nazione

con l’apparato militare teoricamente più forte e

tecnologico dell’intero pianeta.

CAPITOLO III:CHI COMANDA IN AMERICA

3.1 I Neocons - PNACCheney?E’ l’uomo più spietato che abbia mai conosciuto.

Henry Kissinger.

I neoconservatori sono un gruppo molto ristretto di

personaggi che sono risaliti al potere con l’elezione di

Gorge Bush nel 2000. La scuola di pensiero

neoconservatore si può far risalire al pensiero di Leo

Strass che cominciò ad enunciarne i principi agli inizi

degli anni ’60. Egli teorizzava una società compatta ed

uniforme, tenuta insieme da un collante universale che

permetta a ciascun individuo di riversare le proprie

ambizioni personali in un movimento collettivo diretto

tutto verso l’esterno. L’unico modo per ottenere questo

era di mettere la popolazione di fronte alla presenza di

un grande, oscuro nemico.

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Page 78: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Il primo incarico di altro livello dei neoconservatori

fu quello di Ministro della Difesa sotto la presidenza

Ford, assegnato a Donald Rumsfeld, mentre Dick

Cheney andrò a ricoprire il luogo di Capo di Gabinetto.

Proprio Rumsfeld, col suo operato, contribuì a

costruire il mito dello spauracchio di un attacco

nucleare da parte dell’Unione Sovietica, pilastro

fondamentale si cui si basava la “guerra fredda”.

La presidenza di Carter impose ai neoconservatori

una battuta di arresto, che li spinse a cercare

un’alleanza in un territorio mai esplorato fino ad

allora, quello della destra religiosa, che costituiva una

riserva di voti immensa. Per tradizione i leader delle

varie chiese protestanti avevano tenuto i fedeli lontano

dalla politica, che consideravano immorale e corrotto,

ma il pericolo di vedersi comandanti da un movimento

comunista ed ateo li spinse all’alleanza con la destra

repubblicana, una storica alleanza che continua ancora

oggi.

Questo diede una vittoria schiacciante nell’elezione

di Reagan, e i Neocons reclamarono per sé alcune

posizioni di prestigio nella nuova amministrazione.

Paul Wolfowitz andò così a capo dell’Ufficio Relazioni

Estere della Casa Bianca, mentre Richard Perle

diventava Vice Ministro della Difesa.

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Page 79: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Ma il grande nemico che andavano cercando si

stava nel frattempo sgretolando sotto il peso delle

divisioni interne e della corruzione. L’ultimo tentativo

dei sovietici di espandere la propria area di influenza

fu l’invasione dell’Afghanistan nel 1980. Fu allora che

la CIA ingaggiò Osama Bin Laden e i suoi “Freedom

Fighters” fornendogli tutto l’aiuto militare, economico

e strategico(32) necessari a ricacciare i sovietici entro il

loro confine.

Con la partenza delle truppe da Kabul iniziava per

l’Unione Sovietica il conto alla rovescia che avrebbe

portato al crollo del Muro di Berlino. Di fronte allo

sgretolarsi del loro nemico, i Neocons___________________________________

(32) “Unconventional Warfare has been conducted in support of both an insurgency, suchas the Contras in 1980s Nicaragua, and resistance movements to defeat an occupying power, such as the Mujahideen in 1980s Afghanistan.”

Queste parole sono scritte a pag. 1-2 del documento “Army Special Operations Forces - Unconventional Warfare” codice FM 3-05.130, rintracciabile su internet con un qualsiasi motore di ricerca, edito dal Dipartimento per l’Esercito Americano il 20 settembre 2008. Provano come operazioni non convenzionali furono pianificate ed eseguite contro l’Unione Sovietica, servendosi del movimento dei Mujahideen afgani, non direttamente, ma tramite la collaborazione con l’ISI, il servizio segreto pakistano, affinché gli stessi guerriglieri afgani non venissero a sapere di combattere in favore degli USA, da sempre il loro nemico sul piano ideologico.

Si veda anche: http://www.youtube.com/watch?v=VnV_pNe_BB0

cominciarono ad accarezzare la tentazione di

estendere il loro dominio militare e strategico a tutto il

mondo.

Ma controllare il mondo significa soprattutto

controllarne le risorse energetiche e questo a sua volta

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Page 80: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

significa, prima di tutto, controllare i pozzi petroliferi

del Medio Oriente.

L’occasione d’oro giunse con la prima Guerra del

Golfo, nel 1991, ma al momento cruciale, con

l’esercito irakeno in disfatta, il presidente Bush decise

di non continuare l’avanzata, fermando la sua carovana

militare a pochi chilometri di distanza da Bagdad,

lasciando Saddam Hussein, pur fortemente

ridimensionato, alla guida del paese.

La sorprendente vittoria elettorale di Bill Clinton,

nel 1992, rappresentava un’ulteriore battuta di arresto

per il progetto imperiale dei Neocons. Nel frattempo la

Russia si stava rimettendo in piedi e i Neocons

vedevano sfumare, anno dopo anno, la preziosa

occasione per estendere al mondo intero il proprio

controllo.

In attesa del termine del mandato a Clinton, essi

misero a punto la cosiddetta “Dottrina Wolfowitz”(33),

alla cui base si stabiliva il diritto degli USA di

intraprendere guerre preventive ovunque nel globo per

evitare che altre nazioni tornassero a mettere in

discussione la loro supremazia mondiale.

Nasceva così il “Progetto per un nuovo secolo

americano” o PNAC (Project for the New American

Century), un istituto di ricerca con base a Washington

D.C. fondato nel 1997, tra gli altri, da Dick Cheney e

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Page 81: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Donald Rumsfeld, con l’ambizioso obiettivo di

promuovere la leadeship globale americana.

Tra i membri del PNAC troviamo molti deputati

Repubblicani e, ___________________________________

(33) nome ufficiale: “Defense Planning Guidance”

membri dell’amministrazione Bush, tra cui Paul

Wolfowitz, Jeb Bush Richard Perle e molti altri.

Una volta riconquistata la Casa Bianca con Bush Jr.

nella controversa elezione del 2000, per i Neocons si

trattava solo di rimettere in piedi l’operazione lasciata

in sospeso dal padre dieci anni prima. Ritroviamo

infatti Dick Cheney come Vice Presidente, Donald

Rumsfeld Ministro della Difesa e come suoi vice sceglie

Paul Wolfowitz.

Nel documento conclusivo del PNAC, “Rebuilding

America’s Defenses”, pubblicato nel settembre del

2000, al capitolo V intitolato “La creazione di una

futura forza dominante (34) troviamo frasi come “al

momento attuale gli Stati Uniti non hanno alcun rivale

a livello globale, il nostro disegno ultimo deve mirare a

prolungare il più possibile nel futuro questa posizione

di vantaggio” oppure “Gli Stati Uniti devono mantenere

un esercito in grado di essere dispiegato rapidamente

e di vincere contemporaneamente più guerre su vasta

scala, bisogna riposizionare le nostre forze e adeguarle

alle realtà strategiche del XXI secolo spostando, su

81

Page 82: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

base permanente, le truppe nel Sud-Est Europeo e nel

Medio Oriente”.

Ma la frase che più di ogni altra illustra in maniera

inequivocabile la politica estera di certi personaggi è

sicuramente la seguente: “ Questo processo di

trasformazione pur portando un cambiamento

rivoluzionario è destinato a durare molto a lungo,

almeno che non intervenga un evento catastrofico e

catalizzatore come una nuova Pearl Harbor”

___________________________________

(34) “Creating Tomorrow’s Dominant Force”

3.2 La ciclicità della “storia”.Ci pisciano addosso e ci dicono che piove.

Detto catalano .

Analizzando i fatti storici, appare molto perspicace

il pensiero di Nicolò Machiavelli (1469-1527), che

elaborò la tesi del moto circolare della storia,

dell’evoluzione di uomini ed istituzioni, ma anche di un

ritorno a fasi già verificatesi. In relazione all’arte del

governare e all’alternarsi di diversi regimi politici egli

teorizza il fatto che lo Stato, per sopravvivere, debba

necessariamente studiare la guerra, evidenziando

l’esistenza di un’influenza reciproca tra le esigenze

militari e le strutture socio-politiche dello Stato.

82

Page 83: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Quella dell’ 11 settembre non è stata la prima volta

in cui la nazione americana è stata trascinata in guerra

a seguito di un incidente particolarmente ambiguo e

osservare i trascorsi storici può essere utile a chi crede

che uno stato democratico non intraprenda guerre

soltanto per proteggere i suoi privilegi economici.

La Costituzione Americana non permette agli USA

di dare inizio ad una qualunque guerra di aggressione,

e riserva al solo Parlamento il potere di dichiarare

guerra ad un'altra nazione in caso diventi necessario

difendersi. Per questo motivo, ogni volta che un

presidente americano ha voluto prendere parte a

qualche guerra o iniziarne una nuova ha dovuto

servirsi di un incidente militare, creato o provocato per

giustificare in qualche modo l’intervento armato di

fronte al Parlamento e alla popolazione.

Nel 1898 gli USA fecero guerra alla Spagna per

sottrarle il controllo di Cuba. Il pretesto venne

dall’affondamento della nave militare “Maine”

ancorata al largo di Cuba, di cui furono subito

incolpati gli

spagnoli, nonostante questi si dichiarassero del tutto

estranei al fatto(35).

Le immagni dell’affondamento e dei funerali delle

vittime generarono uno stato di indignazione

83

Page 84: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

sufficiente a poter scatenare una guerra, che nel

frattempo il futuro presidente Roosvelt (allora Ministro

della Marina) aveva già pianificato fin nei minimi

dettagli.

Solo nel 1980 gli americani avrebbero riconosciuto

che gli spagnoli non erano responsabili dell’attacco,

dicendo che il Maine era affondato perché alcuni

esplosivi erano stati stipati troppo vicini alle caldaie.

Nel frattempo però l’intera armata spagnola era stata

distrutta.

Nel 1915 fu l’affondamento del Lousitania da parte

di un sottomarino tedesco a dare inizio alla crisi tra

Stati Uniti e Germania. Pare che gli americani avessero

fatto sapere di nascosto ai tedeschi che sul Lousitania

stesse viaggiando un importante carico di armamenti

destinato all’Inghilterra, in questo modo sarebbero

stati in grado di provocare l’attacco da parte del

sottomarino tedesco, causando poi l’ingresso degli

Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale.

Nel 1941 fu il noto attacco a Pearl Harbor, (la cui

riedizione è teorizzata all’interno del già citato PNAC)

a scatenare nella popolazione americana quell’ondata

di indignazione che permise a Roosvelt di entrare con

decisione nella Seconda Guerra Mondiale.

Il ricercatore americano Robert Stinnet, dopo sedici

anni di ricerche negli archivi di stato(36) ha scoperto

84

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importanti prove. Prima della sua ricerca si sapeva

soltanto che gli Usa avevano decifrato il codice

diplomatico giapponese, il che avrebbe consentito

di sapere in anticipo che un attacco nipponico era

imminente, genericamente “nel Pacifico”. ___________________________________

(35) New York Journal - Who destroyed the Maine?(36) Day of deceit, Simon & Schuster, New York, 2001.

Stinnet ha scoperto che anche il codice segreto

militare era noto agli americani, ed ha trovato negli

archivi la trascrizione di 83 messaggi radio criptati

dell’ammiraglio Yamamoto alla sua flotta (37).

Nel 1962, secondo documenti declassificati

americani consultabili nel sito della George

Washington University, la CIA aveva progettato

eclatanti auto-attentati terroristici contro la propria

stessa popolazione civile (affondamenti di navi

americane, abbattimento di aerei civili americani,

bombardamenti di Washington, ecc.) da attribuire al

regime cubano di Fidel Castro e che avrebbero funto

da pretesto per l’invasione statunitense dell’isola

caraibica, sottrattagli tre anni prima dalla rivoluzione

castrista.

Si trattava della famigerata operazione Nortwoods,

che ottenne la firma di tutti i gradi gerarchici sino a

che furono presentati per approvazione dal Ministro

McNamara al presidente John. F. Kennedy, il quale si

rifiutò di firmarli e da quel momento in poi palesò

85

Page 86: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

intenzioni di smantellare la CIA. Che fine abbia poi

fatto il presidente Kennedy, probabilmente anche per

la sua opposizione contro lo strapotere della Federal

Reserv, è noto a tutti.___________________________________

(37) Un messaggio del 25 novembre 1941 ordinava alla flotta nipponica di “avanzare nelle acque hawaiane e attaccare la forza navale principale degli Stati Uniti sì da infliggerle un colpo mortale”.L’attacco doveva essere “mortale” perché il tempo giocava contro il Giappone: gli USA (all’epoca il maggior produttore petrolifero al mondo) avevano decretato un embargo petrolifero sì che il Giappone, privo di risorse naturali, aveva riserve per soli sei mesi di guerra. Nel luglio del 1940 il Giappone offrì agli USA, pur di vedersi ritirato l’embargo, di ritirarsi dalla Cina e di uscire dall’Asse; Roosvelt rispose congelando i beni nipponici in USA e, nel settembre, estese l’embargo al ferro e all’acciaio. Che Roosvelt sperasse in una “provocazione” giapponese è mostrato dal fatto che fece spostare la flotta del Pacifico dalle basi della California alle Hawaii, quasi a facilitare il compito di Yamamoto. L’ammiraglio Richardson, comandante della flotta del Pacifico, protestò contro questo spostamento che riteneva pericoloso: come risposta Roosvelt lo sollevò dal comando. Inoltre i dati dell’intelligence, che segnalavano un imminente attacco a Pearl Harbor, non furono inviati alla flotta alla fonda nel porto hawaiano (le informazioni furono spedite mentre l’attacco era in corso).

Tra le varie ipotesi dell’operazione, da sottolineare

l’idea di simulare un attacco aereo ai danni di un aereo

civile americano: un aereo militare telecomandato della

base di Eglin sarebbe stato dipinto come un esatta

copia di un aereo civile appartenente ad una società

controllata dalla CIA. L’aereo si sarebbe sostituito in

volo ad un vero aereo civile, con a bordo personale

sotto falso nome precedente istruito. L’aereo coi

passeggeri avrebbe continuato la sua corsa a bassa

quota fino ad atterrare in una base militare secondaria

(il piano non specifica che fine avrebbero fatto i

passeggeri sotto copertura dopo l’evacuazione dal

velivolo), mentre quello telecomandato avrebbe

proseguito nel frattempo il suo volo ed una volta

86

Page 87: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

arrivato sopra Cuba avrebbe iniziato a trasmettere

segnali di emergenza dicendo di essere attaccato da

MIG cubani. La trasmissione sarebbe stata interrotta

dalla distruzione dell’aereo che sarebbe stata

provocata da un segnale radio a distanza.

Visto che anche il volo 77 è scomparso dai radar

poco prima di ricomparire sopra i cieli di Washington,

è possibile che qualcosa del genere sia successo anche

per l’incidente aereo del Pentagono?

Nel 1964 gli USA decidevano di entrare

ufficialmente in guerra contro il Vietanam del Nord

dopo aver aiutato per molti anni militarmente il

Vietnam del Sud. Il pretesto di guerra venne

dall’incidente nel golfo del Tonchino, in cui delle

motovedette vietnamite furono accusate di aver

lanciato siluri contro un incrociatore americano.

Fu il Ministro degli Esteri, Robert McNamara, a

dare alla stampa l’annuncio della pronta reazione

americana all’attacco vietnamita. Lo stesso McNamara,

quarant’anni più tardi, ha dichiarato che “eventi

posteriori hanno mostrato che la nostra impressione di

essere stati attaccati quel giorno era sbagliata. Non

era successo.”

Per chi ancora avesse qualche dubbio sulla

moralità del governo statunitense o di chi, nell’ombra,

tiene realmente le redini della nazione, e sui reali

87

Page 88: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

obiettivi da esso perseguiti, basta analizzare gli

avvenimenti legati al massacro avvenuto in Indonesia

negli anni ’60 e ‘70 ad opera del generale Suharto, in

cui perirono circa 3 milioni di persone.

L’Indonesia era a quel tempo una nazione

economicamente indipendente e ricca di risorse

naturali, governata dal nazionalista Sukarno, dove già

nel 1955 si era svolta a Bandung la conferenza dei

Paesi non allineati. Il Presidente osteggiava l’ingresso

nel suo paese di lungimiranti organismi internazionali

come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca

Mondiale, creando attriti con le nazioni potenti come

gli USA del democratico Lyndon Johnson e la Gran

Bretagna del laburista Harold Wilson.

Il generale Suharto e i suoi fedelissimi arrestarono

e uccisero diversi generali accusati di tramare contro

il presidente assieme al partito comunista PKI. Quella

contro il PKI fu una falsa propaganda, e documenti

desegretati dimostrano che britannici e americani

appoggiarono tale campagna, spaventati soprattutto

dal fatto che la ricca Indonesia avrebbe potuto essere

un esempio di autodeterminazione che avrebbe potuto

essere seguito da altri paesi ricchi ma non sviluppati.

Fu l’inizio della globalizzazione(38).

Il “meglio” dell’appoggio americano al terrorismo

ha come protagonista Henry Kissinger, una delle figure

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Page 89: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

più spregevoli e discusse che si ricordi, un uomo che

porta la nomea di “grande vecchio del male”,___________________________________

(38) Nel 1967 la Time Live Corporation sponsorizzò una conferenza in Svizzera durante la quale venne pianificata la conquista imprenditoriale dell’Indonesia e vi parteciparono gli uomini di affari più potenti del mondo e i rappresentanti governativi indonesiani. Presente per l’Italia il Sig. Giovanni Agnelli.

che ha contro di sé gli archivi di stato del suo stesso

paese sotto forma di un’ampia evidenza documentale

che lo inchioda, scaturita dal Freedom of Information

Act, una legge statunitense che permette

periodicamente la desegretazione dei documenti Top

Secret.

89

Page 90: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Figura 3.1. Telegramma dell’ambasciata USA a Jakarta del 1975.

Nell’ottimo libro del giornalista Paolo Barnard

“Perché ci odiano” si trovano molti di questi

documenti, qui allego un solo telegramma, spedito

dall’ambasciata USA a Jakarta nel 1975, dove viene

riportato integralmente un colloquio, relativo alle

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Page 91: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

operazioni di conquista di Timor Est da parte di

Suharto, avvenuto tra il presidente Ford, Kissinger e

Suharto, dove si leggono, tra le altre, le seguenti

parole di Kissinger: “lei comprende che l’uso di armi

americane potrebbe creare dei problemi”…

Nel 1990 la situazione tra USA e Iraq si era fatta

tesa e i neoconservatori vicini al presidente Bush

convinserò quest’ultimo ad un intervento armato

contro il dittatore irakeno. Sembra che gli americani

avessero fatto sapere a Saddam che non avrebbero

avuto nulla in contrario ad una sua conquista dei campi

petroliferi del Kuwait(39). Sembrava che egli avesse

ottenuto una sorta di benestare dal Dipartimento di

Stato Americano.

Il 25 luglio del 1990 ebbe infatti un incontro con

April Glaspie, delle due seguenti cose: al meglio

pasticciò malamente con le parole, al peggio assicurò

ad Hussein che gli Stati Uniti non sarebbero

intervenuti se lui avesse invaso il Kuwait(40). La

trappola funzionò e Saddam invase il Kuwait. Subito

dopo Dick Cheney fece avere all’Arabia Saudita delle

foto satellitari che mostravano 250 mila soldati di

Saddam ammassati lungo il confine verso il loro Paese.

L’Arabia acconsentì così a stabilire base militari alleate

sul suo territorio. Contemporaneamente veniva

montata una campagna mediatica contro Saddam che

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Page 92: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

veniva accusato di aver utilizzato armi chimiche

contro i suoi connazionali curdi, armi ___________________________________

(39) Film documentario “Il nuovo secolo Americano”di Massimo Mazzucco.(40) Phillis Bennis - Institute for Policy Studies, Understanding the US-Iraq Crisis, gennaio 2003.

chimiche che gli erano state vendute dagli stessi

americani(41). Qualche anno dopo alcuni giornalisti

vennero in possesso di foto satellitari scattate dai russi

nella stessa zona di deserto e negli stessi giorni: in

esse si vedevano i carri armati a Kuwait City, ma

nemmeno un carro armato si poteva scorgere lungo il

confine con l’Arabia.

Tutte queste sono notizie difficilmente rintracciabili

sui media ufficiali, dove le forze armate statunitensi

vengono sempre dipinte come i buoni liberatori che

agiscono contro le forze del male, solitamente

appartenenti a Stati non molto sviluppati, dotati di un

forte apparato bellico che è tale solo nei resoconti di

certi giornalisti .

Le notizie però ci sono, vengono semplicemente

occultate ma non eliminate, ed una loro attenta

disamina aiuta a comprendere meglio i secondi e terzi

fini che spesso animano da dietro le quinte i vari

conflitti armati.

Alla luce di quanto sopra esposto, ed analizzando i

conflitti scaturiti dopo gli attentati dell’ 11 settembre,

anche per chi ancora credesse ciecamente alla

92

Page 93: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

versione “ufficiale” dell’attentato, esposta sui media

“ufficiali”, è lecito porsi qualche dubbio sul reale

svolgersi dell’evento e sull’ effettiva politica estera

elaborata dalla Casa Bianca.

3.3 MEMRI: nuove tecniche di traduzione.La sua realtà, messere, è menzogna e sciocchezze

e sono lieto di dirle che io non l’afferro in alcun modo .Gottfrined Bürger, Il barone di Münchhausen.

La conoscenza della lingua araba e persiana

rappresenta un bene strategico per influire sul

mondo post 11 settembre. In occidente___________________________________

(41) Tv Atzeca (Mexico) – 25 dicembre 1983

relativamente poche persone, anche all’interno del

mondo dell’informazione, hanno queste facoltà.

Questo bene strategico è usato con scaltrezza da

un agenzia specializzata, il MEMRI, ossia il Middle Est

Media Research Institute, la cui sede è a Washington

D.C. ed è stata fondata nel 1998 dal colonnello Yigal

Carmon, un agente dei servizi segreti israeliani(42). Si

presenta come un intermediario esterno per le

traduzioni molto comodo: è gratis, ricco di contenuti, di

facile accesso.

Il MEMRI seleziona gli articoli del mondo arabo

che reputa più “rappresentativi” e, a cadenza

settimanale, invia le traduzioni via e-mail a migliaia di

93

Page 94: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

operatori dell’informazione che ricevono così

benevolemente un po’ di pappa pronta. A dispetto

dell’obiettivo dichiarato di “lanciare un ponte tra

Occidente e Medioriente attraverso le traduzioni dei

media”, il MEMRI opera spesso una catalogazione

fuorviante che mette

in pessima luce il mondo arabo e islamico. Questa

azione viene svolta con una mole ricchissima di

materiali, curando persino la sottotitolazione e la

distribuzione di brevi estratti delle televisioni del

mondo arabo, diffusi attraverso i suoi densi siti e il suo

blog(43).

La redazione è molto numerosa e costosa ma

essendo le traduzioni gratis, come si mantiene

l’agenzia? Fra i suoi contribuenti c’è la “Lynde e Henry

Bradley Foundation”, una delle più importanti

fondazioni della destra americana.

Sino al 5 novembre 2001 sul suo sito era possibile

leggere questa dichiarazione: “nelle ricerche l’istituto

enfatizza anche la continuità del ___________________________________

(42) Sherif El Sebaie – La disinformazione del Memri, come far odiare gli arabi attraverso la stampa – Aide M, n°2/2007, pag 189-205.(43) www.memri.org; www.memritv.org; www.thememriblog.net.

Sionismo nel popolo ebraico e nello stato di Israele”.

Più che un’imparziale agenzia di informazione

sembrerebbe quindi di avere a che fare con un’arma di

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Page 95: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

propaganda al servizio della destra militarizzata che fa

spola tra gli USA e Israele.

Dove non basta rastrellare esternazioni

fondamentaliste autentiche e decontestualizzarne altre

più innocenti, il MEMRI interviene manipolando

deliberatamente la traduzione. Il comune di Londra

commissionò uno studio sulle centinaia di opere scritte

dallo studioso mussulmano al-Qardawi, e gli analisti

conclusero che si era in presenza di “una evidente

manipolazione degli scritti”, per cui l’agenzia, nelle

parole del sindaco londinese, “travisa

sistematicamente i fatti, nella maggior parte dei casi si

tratta di una deformazione totale”(44).

Il MEMRI si distinse nel riportare notizie e filmati,

profondamente manomessi nel montaggio, che

attribuivano al mondo arabo

manifestazioni di giubilio per gli attentati dell’11

settembre.

Un inchiesta di “Le Monde Diplomatique” fa notare

che il MEMRI tende a presentare come maggioritarie

alcune correnti di idee fortemente minoritarie nella

stampa e nei media arabi, dando così l’impressione che

i media arabi siano dominati da gruppi di fanatici,

antioccidentali, antiamericani e violentemente

antisemiti.

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Page 96: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

E il passo tra l’11 settembre e una probabile guerra

contro l’Iran è molto breve. Si sviluppa nel frattempo

una guerra di percezione, in cui la propaganda gioca

un ruolo essenziale. Si pensi alla vicenda di Mahmud

Ahmadinejad, presidente dell’Iran, cui il MEMRI ha

attribuito con grande successo la frase mai

pronunciata di voler “cancellare Israele dalla ___________________________________

(44) Sherif El Sebaie – Op. cit., pag 193

carta geografica”(45), che ha originato una serie di

pronunciamenti di tutti i leader del mondo occidentale,

scatenatisi in base ad una notizia sostanzialmente

falsa. Bisogna stare attenti a certe provocazioni,

ripetute anche durante l’ultimo G8 svoltosi all’Aquila

perché, come vedremo in seguito, la guerra all’Iran è

uno dei prossimi appuntamenti dell’agenda della

rivoluzione neoconservatrice.

3.4 AL QA’IDA: “il database” e la sua storia.Trovo molto educativa la televisione. Ogni volta che

e qualcuno la accende, vado nell’altra stanza a leggere un libro .

Groucho Marx.

“Per quanto ne so, al.Qā’ida (parola araba che

significa “La Base”) era il nome del database della CIA

che conteneva l’elenco dei guerriglieri arruolati per

combattere i russi in Afghanistan”.

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Page 97: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Queste sono le parole, riportate sul giornale “The

Guardian” dell’ 8 luglio 2005, pronunciate da Robin

Cook, ex ministro degli Esteri britannico morto nel

2005.

“Word Affair”, una rivista indiana di studi strategici

, ha pubblicato nel 2004 un interessante articolo del

comandante Pierre-Henry Brunel, un ex-agente

dell’intelligence militare francese(46). In esso viene

illustrato come nei primi anni ottanta la Banca Islamica

per lo Sviluppo, così come il Segretariato permanente

per l’Organizzazione della Conferenza Islamica,

acquistò un sistema computerizzato per far fronte

ai suoi ___________________________________

(45) www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=133; www.politcaonline.net/forum/showthread.php?t=329981

(46)Pierre-Henry Brunel, the origins of Al Qaeda, “Word Affair”, aprile-giugno 2004. L’articolo è anche sul sito www.thetruthseeker.co.uk/article.asp?ID=3836

bisogni nella contabilità e nella comunicazione. Il

sistema era più sofisticato del necessario e si decise di

usare una parte di esso per ospitare il database della

Conferenza Islamica: era possibile, per i Paesi

partecipanti, accedere per telefono al database, una

primitiva intranet.

Stando a quanto afferma un ufficiale pakistano, il

database era suddiviso in due sezioni: l’information file

in cui i partecipanti agli incontri potevano prelevare e

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Page 98: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

inviare le informazioni di cui necessitavano, e il

decision file, in cui erano memorizzate le decioni prese

nelle varie sessioni.

In arabo i files erano chiamati Qā’idt il-Maaloomat

e Qā’idat i-taaleemaat. Entrambi i files erano contenuti

all’interno di un unico file chiamato in arabo Qā’idat

ilmu’ti’aat, ossia l’esatta traduzione della parola

inglese database. Lo stesso Brunel, all’inizio degli anni

novanta, era un ufficiale dell’intelligence presso il

quartier generale della Force d’Action Rapide (FAR)

francese e grazie alle sua conoscenze di arabo

traduceva una gran mole di lettere e fax sequestrati o

intercettati. Le fonti più comunemente citate erano le

Nazioni Unite, i Paesi Non-Allineati, l’UNHCR e… al-

Qā’ida. Era abbastanza naturale che Osama Bin Laden

fosse connesso a questo network. E’ (era?) membro di

un’importante famiglia saudita ben introdotta nel

mondo delle banche e del business(47).___________________________________

.(47)Con tale argomento si potrebbe sviluppare un intero libro . Basti qui sapere che la famiglia Bin Laden ha intrapreso da decenni importanti contatti commerciali con la famiglia Bush. Il “Saudi Binladen Group” ha molte attività, tra cui un conglomerato edilizio che ha regolarmente lavorato in operazioni congiunte con la “Halliburton”. Inoltre ha molti interessi finanziari nella “Carlyle”, società finanziaria presieduta da Bush padre. La Carlyle ha partecipazioni azionarie in molte industrie dell’armamento americane, è in pratica il cuore e il cervello dell’apparato militare-industriale USA.” Oppure basti ricordare che Gorge Bush padre nel 1976, quando era direttore della CIA, arruolò un certo James R.Bath, amico di suo figlio Gorge W., e questo Bath era il legalerappresentante di Khalid bin-Mafouz (banchiere reale saudita nonché finanziatore di Al-Qaeda), ed anche azionista della BCII (Bank of Credit and Commerce International) che lavora in stretto contatto con il “Binladen Group”

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Page 99: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

A metà degli anni ottanta, al-Qā’ida era quindi un

database situato in un computer e dedicato alle

comunicazioni del segretariato della Conferenza

Islamica.

L’ex spia francese spiega che l’e-mail di al-Qā’ida

veniva usata, con sistemi di interfaccia che garantivano

sicurezza, dalle famiglie dei mujahidin per mantenere i

contatti con i loro figli mentre venivano addestrati in

Afghanistan, Libia e Libano.Asserisce che quando Bin

Laden era un agente americano in Afghanistan,

l’intranet di al-Qā’ida era un buon sistema di

comunicazione attraverso messaggi in codice e coperti.

Al-Qā’ida non era né un gruppo terroristico, né una

proprietà personale di Obama Bin Laden.

Dopo l’11 settembre fu reso noto che pochi giorni

prima dell’attacco alle Twin Towers il generale

pakistano Mahud Ahmed, capo dell’ISI (il servizio

segreto pakistano), aveva fatto trasferire 100mila

dollari all’attentatore suicida Mohamed Atta, e proprio

per questo gli americani hanno chiesto la sua

rimozione. Sono stati i servizi segreti indiani ad

additarlo agli Stati Uniti come finanziatore dei

terroristi.

Secondo il “Times of India” la CIA ha lavorato in

tandem col Pakistan per creare il mostro del regime

talebano (articolo del 3 luglio 2001).

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Page 100: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Ovviamente il generale conosce bene Bin Laden

(una sua creatura), che era a quei tempi il reclutatore

dei mujaheddin antisovietici.

Molto interessante è scoprire dove si trovava il

generale Mahud il giorno degli attentati: New York,

dove ha incontrato importanti personaggi.

E’ arrivato il 4 settembre e, come spiega il “Miami

Herald” del 16 settembre 2001, è stato obbligato a

restare tutta la settimana a causa del blocco del

traffico aereo seguito agli attentati. Il 10 settembre ha

avuto un incontro con Marc Grossman,

sottosegreterario di Stato per gli affari politici mentre,

secondo il “Washington Post” del 18 settembre, proprio

quando la tragedia era in corso stava effettuando una

colazione di lavoro con Bob Graham (senatore

democratico della Florida, in seguito presidente della

Commissione congiunta sulla strage) e Porter Gross

(repubblicano, l’altro copresidente della Commissione).

Secondo il “New York Times” del 14 settembre l’ex

capo dell’ISI, licenziato per ordine degli americani, ha

incontrato anche Colin Powell e il suo vice Richard

Armitage (oltre al già citato sottosegretario Grossman),

il senatore John Biden (democratico e presidente della

Commissione Esteri al Senato) e addirittura George

Tenet, capo della CIA. Chissà come Tenet avrà

informato il presidente di questi incontri, visto che ogni

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Page 101: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

mattina teneva per mezz’ora per il briefing giornaliero

sui servizi.

Strani incontri, per quello che è stato

successivamente additato come finanziatore di al-

Qaeda, considerando che proprio Porter Gross (un ex

funzionario della CIA, trovatosi nella condizione ideale

non per far luce, ma per insabbiare) come copresidente

della Commissione congiunta sulle indagini ha chiesto

che tale commissione, insediata nel settembre 2002,

chiudesse i suoi lavori in tempi relativamente ristretti,

entro gennaio 2003. Del resto anche la Casa Bianca ha

insistito per limitare l’indagine, per “non sottrarre

tempo ed energie” a persone dell’intelligence

impegnate nella lotta contro “l’asse del male”.

Anche un ex capo dell’ISI, il generale Hamid Gul,

ha un’interessante visione dei fatti. Egli sostiene che

“l’attentato al World Trade Center non è stato opera di

Osama, ma parte di un complotto più vasto contro la

Casa Bianca messo a segno da Ariel Sharon nell’ambito

di un vasto piano di destabilizzazione di tutti i paesi

islamici(48)”.

Per concludere è da riportare anche la

dichiarazione del generale Leonid Ivashov, all’epoca

dei fatti Capo di Stato Maggiore dell’esercito russo.

Egli ha scartato l’ipotesi Al-Qaïda e ha concluso per

una provocazione dell’elite finanziaria anglosassone.

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Page 102: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Su tale base, ha sviluppato la visione strategica russa

del mondo post-11 settembre. Scrive il generale:

“L’atto terroristico commesso a fini di provocazione è

vecchio come il mondo….gli avvenimenti dell’11

settembre 2001 costituiscono una provocazione

mondiale. Si può parlare di operazione di portata

mondiale. In generale, tali operazioni permettono di

risolvere parecchi problemi mondiali in una sola volta.

Nello svolgimento di un’operazione-provocazione ci

sono sempre tre elementi obbligatori : il mandante,

l’organizzatore e l’esecutore. Per quanto riguarda la

provocazione dell’11 settembre e contrariamente

all’opinione dominante, «Al-Qaida» non può essere

stata né il mandante, né l’organizzatore, non

disponendo dei mezzi finanziari sufficienti (e sono

enormi) per ordinare un’azione di tale ampiezza.

….Al-Qaida non può essere stata l’organizzatrice di

quest’operazione … In compenso, queste persone

potrebbero essere state dei semplici esecutori dell’atto

terroristico.

A mio avviso, il mandante di questa provocazione

potrebbe essere stata ___________________________________

(48)Si veda l’intervista del gen. Gul al New Yorker “The Pashtun Code” di Isabel Hilton, 3 dicembre 2001, al sito: www.cooperativeresearch.net/timeline/2001/newyorker120301.html

l’oligarchia finanziaria mondiale, al fine d’instaurare

una volta per tutte «la dittatura mondiale delle

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Page 103: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

banche» e di garantire il controllo di risorse mondiali

in idrocarburi limitate. Contemporaneamente si

sarebbe trattato di assicurarsi una dominazione

mondiale di lunga durata.…sono assicurate tutte le

garanzie alle forze che cercano di instaurare una

dittatura mondiale e di dominare il mondo. Ma la

guerra mondiale non è ancora finita. Essa è stata

provocata l’11 settembre 2001 e non è che il preludio a

grandi avvenimenti venturi.”

Avvenimenti futuri che passeremo ad analizzare nel

prossimo capitolo.

CAPITOLO IV:AVVENIMENTI POST 11 SETTEMBRE

103

Page 104: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

4.1 Strategia di sicurezza e piani segreti del

PentagonoColoro che rinunciano a libertà essenziali in cambio di una

modestasicurezza temporanea, non meritano né liberta né sicurezza.

Benjamin Franklin.

Diretta conseguenza degli attacchi terroristici è

stata l’emanazione, della “nuova strategia di sicurezza

nazionale” approvata nel settembre del 2002(49). In essa

gli Stati Uniti affermano il loro diritto ad usare la

propria “ineguagliata superiorità militare” senza alcun

limite legale. Letteralmente, essa minaccia “l’uso della

forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza

politica contro qualunque Stato” che l’America

consideri pericoloso, e ciò in maniera “preventiva”.

Il trattato di Westfalia, che pose fine alla guerra dei

trent’anni, riconobbe la legittimità delle autorità degli

Stati, grandi o piccoli. Di fatto fu stabilito il principio

della sovranità e della sua legalità: gli Stati potevano

legarsi tra loro con trattati, così come le persone

fisiche fanno coi contratti. Fu un atto di grande civiltà

in un mondo sconvolto dall’instabilità politica. La

guerra dei trent’anni era un conflitto di tutti contro

tutti, che si poteva evitare grazie al riconoscimento

della reciproca sovranità nazionale.

Gli USA hanno radicalmente stravolto questo concetto,

proclamando il “diritto” americano a colpire qualsiasi

Stato sul pianeta dichiarano in pratica ogni altro Stato

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Page 105: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

illegittimo. Con esso si sentono svincolati dal sistema di

alleanze che gli stessi Stati Uniti hanno costruito dopo

la Seconda Guerra Mondiale: per il fatto che non

possiedono la necessaria forza militare gli alleati

diventano semplici satelliti oppure, se provano ad

obiettare, dei potenziali nemici. ___________________________________

(49) The National Security Strategy of United States of America”, 20 settembre 2002.

La Casa Bianca si svincola da tutti gli impegni

internazionali e lo fa’ in modo brutalmente esplicito.

L’uso della forza contro l’integrità territoriale o

l’indipendenza politica di uno Stato è vietato dalla

Carta dell’Onu, se unilaterale. Se poi è preventivo esso

configura uno specifico crimine di guerra secondo gli

stessi principi stabiliti dagli americani vincitori nel

processo di Norimberga.

Non è necessario che un paese possieda o

costruisca armi di distruzione di massa per

rappresentare un pericolo, è sufficiente che abbia

l’intenzione e la capacità di farlo. Quasi tutti hanno la

capacità di farlo, e un’intenzione si può sempre

attribuire.

I fatti avvenuti immediatamente dopo l’11

settembre confermano in pieno la nuova dottrina

americana, e questi rappresentano soltanto la punta

dell’iceberg relativa ad un progetto molto ampio.

105

Page 106: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Molte fonti confermano la progettazione di un vasto

conflitto su scala mondiale. “Quella in Iraq è stata solo

la prima campagna di una guerra molto più vasta” ha

asserito John Pike(50), direttore di Globalsecurity.org,

uno dei gruppi di ricerca politico-.militare dei

conservatori americani.

Anche James Woolsey, ex direttore della CIA e

intimo confidente di Wolfowitz appare del medesimo

parere. Il 2 aprile 2003, parlando agli studenti

dell’Università di Los Angeles, li informò che la vittoria

sull’Iraq era solo la prima battaglia della “Quarta

guerra mondiale”. La quale, precisò, “durerà molto di

più della Prima e della Seconda ”. (51). ___________________________________

(50) “Iraq first battle or a wider US war” di Richard Taylor su The Guardian, 20 maggio 2003. www.guardian.co.uk/usa/story/0.12271,959644,00.html.(51) www.cnn.com/2003/US/04/03/sprj.irq.woolsey.world.war. Per Woolsey come Terza Guerra Mondiale va considerata la Guerra Fredda.

E indicò i tre prossimi nemici da battere: l’Iran

degli ayatollah, la Siria fascista e l’estremismo islamico

in generale.

Dello stesso avviso era il generale Wesley Clark,

l’ex comandante supremo della NATO in Europa dal

1997 al 2000.

Il 20 settembre 2001, ha raccontato Clark (52), egli andò

al Pentagono dove vide Rumsfeld e Wolfowitz. Poi andò

a salutare dei vecchi amici, uno dei quali gli confidò:

106

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«Abbiamo preso la decisione di fare la guerra all’Iraq».

Ciò, solo dieci giorni dopo l’11 settembre. Invece,

con sua sorpresa, pochi giorni dopo cominciò

l’invasione in Afghanistan. Sicchè, tornato al

Pentagono qualche settimana dopo, chiese conferma di

quanto appreso, e gli mostrarono un foglio proveniente

dall’ufficio del segretario alla Difesa. Racconta Clark:

“E' un memorandum che descrive come andremo a

prendere sette Paesi in cinque anni; cominciamo con

l’Iraq, poi Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan,e per

finire, l’Iran”. Sette Paesi da conquistare in cinque

anni: questo piano megalomane, tipico dello stile

Rumsfeld-Wolfowitz, non s’è potuto attuare, ma solo

perchè le forze armate USA sono tutt’ora incagliate nei

primi due Paesi “conquistati”, l’operazione si è

mostrata mostruosamente costosa e tanto prolungata,

da aver superato il termine della presidenza Bush. ___________________________________

(52) “Wesley Clark fece la rivelazione il 2 marzo 2007 nella trasmissione di Amy Goodman; si può leggere ed ascoltare al sito http://www.democracynow.org/2007/3/2/gen_wesley_clark_weighs_presidential_bid

4.2 Afghanistan e Iraq: tra trionfi e stallo.Dio mi ha detto di colpire Al Qaeda ed io li ho colpiti, e poi mi

ha ordinatodi colpire Saddam, cosa che ho fatto, e adesso sono

determinato a risolvere ilproblema nel Medio Oriente.

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George W. Bush – giugno 2003.

Abbiamo già visto come i servizi segreti, inermi

nello scoprire e nel fronteggiare il vasto attentato,

hanno poi solertemente scoperto i presunti attentatori,

presentando in pochi giorni una lista con 19 pericolosi

terroristi.

In base a queste scoperte, il presidente Bush ha

subito minacciato l’uso della forza contro

l’Afghanistan, reo di proteggere e nascondere

pericolosi terroristi artefici degli attentanti in America,

in quanto secondo la sua teoria “coloro che ospitano i

terroristi sono colpevoli quanto i terroristi stessi”.

Molti dimenticano però che attuando questo

criterio anche gli stessi Stati Uniti dovrebbero essere

bombardati. Sul loro territorio scorrazzano indisturbati

infatti pericolosi personaggi come Orlando Bosh,

accusato dall’FBI di decine di atti terroristici e al quale

Bush I ha concesso la grazia dopo che il dipartimento

di Giustizia ne aveva chiesto l’espulsione per motivi di

sicurezza nazionale.

Altro esempio lungimirante è quello di Emmanuel

Constant, fondatore del Front pour l’avancement e le

progrès d’Haiti (FRAPH), organizzazione paramilitare

direttamente responsabile dello sterminio di migliaia di

haitiani. Le richieste di estradizione di Constant da

parte di Haiti sono state sempre regolarmente

108

Page 109: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

ignorate; forse, come molti ritengono, perché potrebbe

rivelare i contatti avuti durante la sua carriera col

governo americano.

Ritornando ai “mostri” di Al-Qaeda, 5 giorni dopo

l’11 settembre Washington chiese al Pakistan di

sospendere i convoglio di autocarri che trasportavano

cibo e rifornimenti destinati alla popolazione afgana,

costringendo anche al ritiro gli operatori delle

organizzazioni di assistenza.

Il 21 settembre il presidente Bush lanciò un

ultimatum, al quale dapprima i rappresentanti talebani

non risposero direttamente, ma per mediazione della

loro ambasciata in Pakistan dichiararono di rifiutare

l'ultimatum in quanto non vi era alcuna prova che

legasse Bin Laden agli attentati dell'11 settembre (53).

Il 7 ottobre, poco prima dell'inizio dell'invasione, i

Talebani si dichiararono pubblicamente disposti a

processare Bin Laden in Afghanistan attraverso un

tribunale islamico(54). Gli USA rifiutarono anche questa

offerta giudicandola insufficiente.

Solo il 14 ottobre, una settimana dopo lo scoppio

della guerra, i Talebani acconsentirono a consegnare

Bin Laden a un paese terzo per un processo, ma solo se

fossero state fornite prove del coinvolgimento di Bin

Laden negli eventi dell’11 settembre(55).

109

Page 110: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Evidentemente queste prove non c’erano, oppure

era maggiore l’interesse di creare un conflitto contro i

talebani, forse perché questi iniziavano a scontrarsi

contro gli interessi economici americani.

Robin Raphel, analista della CIA negli anni

settanta, entrata poi nel servizio diplomatico, fra il

1996 e il 1998 aveva infatti stretto intimi contatti col

regime dei Talebani per conto della UNOCAL,

consorzio petrolifero americano che sperava di

costruire in Afghanistan un oleodotto. Il fatto è

confermato anche dalle dichiarazioni di Cristopher

Taggart, alto dirigente della UNOCAL,il quale asseriva

che il loro regime ___________________________________

(53) www.cbsnews.com/stories/2001/09/11/world/main310852.shtml(54) http://archives.cnn.com/2001/US/10/07/ret.us.taliban/(55) www.guardian.co.uk/waronterror/story/0,1361,573975,00.html

era visto “molto positivamente per i nostri interessi

petroliferi”(56).

Vi era infatti l'esigenza di costruire un oleodotto

che portasse il greggio dalla ricca zona del Mar Caspio

fino all'Oceano Indiano(57).

Una delle due ragioni principali per l'invasione

dell'Afghanistan era poi legata al fatto che i Talebani

avevano sradicato le coltivazioni di papavero. Secondo

le circostanziate accuse mosse da Michael Levine, ex

agente della Drug Enforcement Administration (DEA) ,

110

Page 111: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

la CIA è direttamente coinvolta nel traffico mondiale di

stupefacenti, dal quale evidentemente ottiene grossi

guadagni coi quali riesce a finanziare le sue “covered

operations”(58).

Le operazioni militari in Afghanistan, iniziate il 7

ottobre 2001, alle ore 20:45 (curiosamente la somma

delle cifre di data ed orario è sempre 11, potrebbe

rappresentare un evidente riferimento massonico per

chi ha qualche conoscenza in merito) hanno visto lo

scontro tra i Talebani e le milizie dell’Alleanza del

Nord, appoggiate dagli intensi bombardamenti delle

forze armate statunitensi e britanniche.

Le scarse tattiche talebane aumentarono gli effetti

degli attacchi. I combattenti non avevano precedenti

esperienze con la potenza di fuoco americana e

vennero decimati, combattenti stranieri presero il

controllo della sicurezza delle citta afghane. Intanto,

l'Alleanza del Nord, con la collaborazione di

membri paramilitari della C.I.A. e delle Forze ___________________________________

(56)www.rawa.org/raphel html www.indusmagazine.tripod.com/october2001/usinterest.html(57)www.wsws.org/articles/2001/nov2001/afgh-n20.shtml (58)http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9C03E4DC113EF930A25755C0A9679C8B63

www.ecn.org/stupefacente/cia.htm

Speciali, inizio la sua parte dell'offensiva: conquistare

Mazar-i Sharif, e da quella posizione tagliare le linee di

111

Page 112: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

rifornimento talebane provenienti dal nord, e infine

avanzare verso Kabul, abbandonata dai talebani il 12

novembre. Il 7 dicembre era la volta della conquista di

Qandahar: l'ultima città controllata dai Talebani, era

caduta, e la maggior parte dei combattenti Talebani

era sbandata. La città di confine di Spin Boldak si era

arresa lo stesso giorno, segnando la fine del controllo

talebano in Afghanistan.

Quella che poteva sembrare una guerra lampo, si è

poi lentamente trasformata in una dominazione lunga e

difficile. In campo aperto le forze militari tradizionali

non hanno avuto grossi problemi a sconfiggere le

milizie talebane, conquistando velocemente le

principali città afgane ed instaurando un governo

afghano ad interim sotto la guida di Hamid Garzai,

combattente fedele agli americani.

La conquista del vasto territorio afgano, montuoso

e ricco di caverne e bunker, ha invece creato molti

grattacapi alla coalizione occidentale. Sfruttando le

caratteristiche del terreno su cui si trovavano a

difendersi, e grazie all’esperienza maturata nella lunga

guerriglia combattuta contro l’armata rossa negli anni

’80, i Talebani gradualmente si riorganizzarono.

Stabilirono un nuovo tipo di operazione: radunarsi in

gruppi di circa 50 persone per lanciare attacchi ad

avamposti isolati e a convogli di soldati afghani, polizia

112

Page 113: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

o milizia e poi dividersi in gruppi di 5-10 uomini per

evitare la successiva reazione. Le forze statunitensi in

questa strategia venivano attaccate indirettamente

attraverso attacchi missilistici alle basi e ordigni

esplosivi improvvisati.

Le forze armate alleate hanno ancora oggi il

controllo formale della maggior parte del territorio,

anche se in pratica vaste zone sono nelle mani dei

talebani, che combattono con tecniche di guerriglia

maoista che storicamente sono uscite quasi sempre

vincitrici in conflitti in aree montane, specie contro

nemici armati di aerei e armi tecnologiche. La lunga e

lenta linea logistica che rifornisce le truppe USA è

troppo spesso vittima di attentati dinamitardi, con

ponti che saltano e camion che vengono distrutti.

Inoltre il rifornimento logistico viene affidato a

trasportatori locali, che sempre più spesso non se la

sentono di affrontare i grossi rischi e molte volte

vendono al mercato nero le cose trasportate.

Come già previsto da tempo anche l’Iraq, essendo

incluso nella lista dei Paesi facenti parte dell’”asse del

male” venne attaccato grazie a dei pretesti rivelatisi

molto futili. L’obiettivo di una guerra preventiva quale

poteva essere l’Iraq deve soddisfare alcune

caratteristiche:

- deve essere praticamente indifeso;

113

Page 114: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

- deve essere abbastanza importante da

giustificare il disturbo;

- deve poter essere descritto come l’incarnazione

del male supremo e una minaccia per la

sopravvivenza.

L’Iraq soddisfava tutte queste caratteristiche: le

prime due erano ovvie, la terza poteva essere creata

facilmente.

Inizialmente la campagna denigratoria nei

confronti del dittatore Saddam Hussein era basata sui

contatti tra questi e Bin Laden e sul possesso di armi di

distruzione di massa. “Non c’è dubbio, Saddam

appoggia Al Qaeda” annunciò il premier Silvio

Berlusconi il 2 febbraio 2003. E fu un dossier-patacca

elaborato dal SISMI e raccontato da Panorama (che fa

capo allo famiglia Berlusconi) su Saddam che faceva

shopping di arma di distruzione di massa in Nigeria,

poi consegnato da Carlo Rossella all’ambasciata Usa e

da questa alla Casa Bianca, a consentire a Bush di

sostenere che Saddam si accingeva ad attaccare

l’Occidente e che bisognava fermarlo con un’apposita

guerra preventiva.

La guerra iniziò il 20 marzo 2003 con l'invasione

dell'Iraq da parte di una coalizione formata

principalmente da Stati Uniti e Regno Unito.

114

Page 115: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Le truppe della coalizione prevalsero facilmente

sull'esercito iracheno, tanto che il 1° maggio 2003 il

presidente statunitense Bush proclamò concluse le

operazioni militari su larga scala. Tuttavia, come già

successo in Afghanistan, le truppe di tipo tradizionale

hanno risentito ancora una volta dei numerosi problemi

tattici e operativi nel combattere un nemico non

tradizionale ma dedito principalmente a tattiche di

guerriglia e di terrorismo. Nonostante numerosi Paesi

si siano uniti alla coalizione il conflitto prosegue. Esso

si è trasformato in una guerra civile, anche se questo

termine non rappresenta forse adeguatamente la

complessità del conflitto in Iraq, che comprende diffuse

violenze fra sciiti, attacchi contro le forze della

coalizione da parte della resistenza sunnita, e una

diffusa violenza criminale (cioè senza motivi politici) .

Dopo un drammatico incremento della violenza fra

l'inizio del 2006 e la meta del 2007, durante il quale le

tattiche di guerriglia e terrorismo adottate dalla

resistenza hanno spinto sempre più nel caos buona

parte dell'Iraq(59), successivamente si è assistito ad un

leggero miglioramento della situazione militare, per via

dell'incremento delle truppe USA e della capacita del

nuovo comandante americano (Gen. Petraeus) di

spezzare l'unita della resistenza sunnita attraverso

alleanze con le sue componenti "tribali". Tuttavia lo

115

Page 116: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

stesso comando americano ammette che queste misure

non sono sostenibili nel lungo periodo.___________________________________

(59)www.dni.gov/press_releases/20070202_release.pdf http://daccessdds.un.org/doc/UNDOC/GEN/N07/364/385./PDF/N0736438.pdf?OpenElement

Nel frattempo, anche se le varie fonti sono molto

discordanti tra di loro, la guerra ha causato più di 4500

vittime e oltre 40mila feriti tra le file alleate, diverse

centinaia di migliaia di irakeni uccisi, molti dei quali

civili, senza contare le altre centinaia di migliaia di

persone perite a causa delle conseguenze delle

sanzioni economiche inflitte dalla comunità

internazionale negli anni successivi alla Prima Guerra

del Golfo. Fare un stima dei probabili decessi che

avverranno nei prossimi anni a causa della presenza di

migliaia di tonnellate di uranio impoverito sul territorio

irakeno è molto difficile, ma l’elevata pericolosità di

questa sostanza è sufficiente per creare una vera e

propria catastrofe demografica.

I presupposti di questa guerra costata, stando ai

dati disponibili a Marzo 2008, circa 500 miliardi di

dollari, si sono rivelati una farsa colossale: l’11

settembre 2006 il Senato americano chiude l’inchiesta

durata due anni della sua Commissione Servizi di

sicurezza che fa a pezzi i capisaldi della guerra di

Bush.

116

Page 117: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Sulle armi, il senato conclude che gli accertamenti

non confermano le valutazioni del National Intelligence

Estimate (Nie) del 2002 in merito ai seguenti punti: 1)

la ricostruzione del programma nucleare ai fini militari;

2) l’acquisto di tubi di alluminio ad alta resistenza

destinati al programma nucleare; 3) il “vigoroso

tentativo” di procurarsi uranio grezzo in Africa (in

particolare in Niger, come affermava il dossier-bufala

finito nelle mani del direttore di Panorama); 4) il

possesso di armi biologiche; 5) il possedimento e lo

sviluppo di strutture mobili per la produzione di armi

biologiche; 6)lo sviluppo di un velivolo senza pilota.

Tutto smentito, tutto falso, salvo un particolare: il Nie

aveva visto giusto quando accusava Saddam di

possedere missili di gittata superiore a quella stabilità

dall’Onu, cioè oltre 150 miglia. Forse un po’ poco per

giustificare un simile conflitto armato.

Quanto ai rapporti fra il laico Saddam e il

fondamentalista Bin Laden, sempre il Senato afferma

che Bush e Cheney misero in campo una serie di

“tentativi ingannevoli” per accreditare quella tesi e

conclude che: 1) Saddam non si fidava di Al-Qaeda e

considerava gli estremisti una minaccia nei confronti

del suo regime; 2) Saddam diede istruzioni che l’Iraq

non avesse a che fare con Al-Qaeda; 3) le tesi avanzate

dalle agenzie di intelligence sulla probabilità che

117

Page 118: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Saddam avesse fornito addestramento all’uso di armi

chimiche e biologiche ad Al-Qaeda erano infondate; 4)

l’unica presenza di amici di Bin Laden in Iraq era

quella stranota del gruppo “Ansar al-Islam” che

operava nel Nord-est del paese controllato dai curdi,

in un area che sfuggiva al controllo di Bagdad dal

1991; 5) non esistevano informazioni attendibili sulla

complicità o la conoscenza dell’Iraq degli attacchi

dell’11 settembre o di qualsiasi attacco di Al-Qaeda.

Niente male come smentita a Bush, che nel 2003

giurava:”La guerra al terrorismo investe anche il

dittatore Saddam: egli può usare Al-Qaeda come sua

avanguardia”.

Nel frattempo il 12 gennaio 2005, fra le notizie di

routine, il portavoce della Casa Bianca Scott

McClennan annunciava con aria assente che “gli Stati

Uniti non sono più attivamente impegnati nella ricerca

delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein.”

4.3 Iraq: destabilizzazione e conquista economica.Questi sono i miei principi. Se non ti piacciono, ne ho altri..

Groucho Marx.

118

Page 119: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Il tentativo di istaurare un processo di

democratizzazione al posto del regime imposto dal

dittatore Saddam Hussein è stato un altro dei falsi

pretesti utilizzati dagli Stati Uniti per poter

conquistare l’Iraq.

I veri motivi dell’invasione sono da ricercare

altrove. Il medio oriente e la penisola arabica

rappresentano le maggiori riserve petrolifere mondiali.

L’Arabia Saudita detiene il 25% delle riserve di petrolio

greggio, al secondo posto si piazza l’Iraq con l’11%. E’

logico quindi che gli Stati Uniti, che oltre ad essere la

maggior potenza mondiale in ambito militare sono di

gran lunga i maggiori consumatori di petrolio, prestino

grande attenzione al controllo di queste regioni

strategiche. Fin dagli anni di Carter le principali forze

d’intervento statunitensi sono puntate sul Golfo.

Il conflitto afgano ha lasciato agli Stati Uniti basi

militari in Afghanistan ed in Asia centrale,

contribuendo a conferire alle grande aziende

statunitensi una posizione vantaggiosa nello

scacchiere mediorientale. Uno dei maggiori obiettivi di

Washington in Iraq era di ottenere il diritto di

impiantare basi militari nel cuore delle regioni

petrolifere. Ecco quindi che la destabilizzazione del

Paese non deve lasciare sorpresi, lo stato di disordine

interno potrebbe avvantaggiare gli americani, che a

119

Page 120: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

fronte di una perdita abbastanza limitata di vite umane

e mezzi causate dalla guerriglia irakena hanno però la

motivazione per una più duratura e massiccia presenza

sul territorio.

Da non sottovalutare anche le pressioni esercitate

dalla componente israeliana, che in america ha una

forte voce in capitolo, soprattutto per quanto riguarda

la gestione delle maggiori industrie industriali, belliche

in primis. L’interesse nazionale israeliano diventa così

anche un interesse preponderante per gli USA.

Prima ancora che finisse la guerra contro Saddam,

il vice ministro della Difesa Wolfowitz era in Qatar

ansioso di insediare il “governo provvisorio, compito

che in teoria sarebbe spettato a Colin Powell, capo del

Dipartimento di Stato, che fece deboli tentativi di

inserire nella compagine governativa dei diplomatici

con esperienza nel Medio Oriente.

Nessuno dei rappresentanti scelti da Wolfowitz ha

avuto esperienze in fatto di ricostruzione ma facevano

parte di un’amministrazione militare, d’occupazione e

sfruttamento del vinto.

Come governatore fu scelto Jay Garner, mediocre

generale in pensione, in precedenza assunto presso la

“SY Colemann”, azienda militare produttrice del

sistema di guida dei missili Patriot. E’ membro del

Jewish Institute for National Security Affaire (JINSA),

120

Page 121: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

la “fondazione culturale” che si dà come scopo

sviluppare i rapporti di amicizia tra militari statunitensi

e israeliani. Come governatore non ha mosso un dito

per provvedere alle più urgenti necessità di Bagdad e a

maggio, dopo poche settimane, è stato sostituito da

Paul Bremer, diplomatico di professione e direttore

della “Kissinger Associates”, società di consulenza per

le grandi multinazionali. Di religione ebrea, Bremer ha

un ossessione per l’Iran, da lui definito “il più rilevante

sponsor del terrorismo”. Benché ambasciatore, egli

non rispondeva del suo operato a Powell ma bensi a

Rumsferld, un indizio della completa irregolarità del

governo Bush dove la Difesa ha in pratica esautorato il

Dipartimento di Stato.

Zalmay Khalizad, unico islamico, è stato nominato

“special envoy” (una specie di ambasciatore

viaggiante) per l’Iraq e l’Afghanistan. Dal 1979 al 1989

è stato consigliere speciale del sottosegretario di stato

(Esteri) occupandosi della guerra Iraq-Iran e della

guerra antisovietica in Afghanistan (conflitti istigati da

Washington). E’ stato anche consulente in Asia

centrale per la ditta petrolifera Chevron, la stessa ditta

dove ha lavorato il segretario di Stato Condoleezza

Rice.

Peter McPerson, coordinatore finanziario per l’Iraq,

è l’uomo scelto da Cheney (ex presidente della

121

Page 122: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

petrolifera Hulliburton) per controllare l’introito

petrolifero dell’Iraq; diverrà anche amministratore

della rinnovata Banca Centrale Irachena.

Jared L. Bates, braccio destro di Garner, è un altro

generale in pensione ed uno dei dirigenti della MPR1,

la più grossa formazione di mercenari americani. Il

pentagono fa piovere su di essa grassi contratti per

operazioni speciali di vario tipo, dove le forze armate

USA non possono o non devono apparire direttamente.

Robert Walters, già capo delle forze speciali in

Vietnam, è stato scelto per governare il Sud-Iraq da

Karbala a Bassora, l’area petrolifera che si estenda ai

confini con Arabia Saudita e Kuwait.

Bruce Moore, generale in pensione arruolato dalla

MPR1, s’è visto affidare la gestione del settore nord,

con base a Mossul.

George F. Ward, il coordinatore per l’assistenza

umanitaria in Iraq, è un ex ufficiale dei marines che ha

lavorato successivamente a lungo in ambito

diplomatico.

Philipp Caroll, è stato scelto per riattivare

l’industria petrolifera irachena. E’ stato presidente

della “Shell Oil America” e della “Fluor”, due

compagnie con un passato molto discusso in Africa.

Inoltre la Fluor ha avuto anche un contratto di 100

milioni di dollari in Afghanistan. Appena insediato ha

122

Page 123: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

subito cancellato tre contratti petroliferi che l’Iraq

aveva firmato con la Russia, con la Cina (per lo

sfruttamento del giacimento di Al-Ahdab) e con la

Francia.

Quaranta giorni dopo la Prima Guerra del Golfo

Saddam Hussein aveva rimesso in funzione il suo paese

pesantemente devastato nelle infrastrutture mentre

ancora oggi , dopo la facile vittoria militare, l’Iraq

affonda nel caos, incapace di fornire sostentamento

alla popolazione.

Rumsfeld promise che la truppa americana in Iraq

sarebbe stata in gran parte e rapidamente smobilitata

entro settembre, riducendola a settantamila uomini per

poi ritirarla completamente entro Natale. Dopo circa

sei anni e un cambio di Presidente il ritiro sembra

ancora lontano, nonostante le promesse mai mantenute

si susseguano.

L’America ha disperso le sue truppe d’elite in

moltissimi paesi. Quanto alla sua fanteria non d’elite,

necessaria come forza occupante, si è dimezzata dai

tempi del Vietnam, per effetto dei modelli manageriali

imposti da Rumsfeld, che applica le misure di

downsizing (riduzione del personale) e di outsourcing

(appalto all’esterno di servizi). Le truppe di

occupazione sono troppo disperse sul territorio per

riuscire a controllarlo davvero e alla lunga, una forza di

123

Page 124: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

occupazione “overextended” finisce per subire il

conflitto, subendo una guerra che si avvicina

all’intifada palestinese: è la guerra araba, ravvicinata

ed irregolare, quella basata sul coraggio fisico e la

tenacia sotto privazioni e difficoltà ambientali. Contro

questa guerra l’hi-tech serve a poco.

Ci si può chiedere se davvero si abbia l’intenzione

di ricostruire l’Iraq. Una nazione forte e democratica

non sarebbe facilmente demonizzabile, e con esso

bisognerebbe trattare anche sui prezzi dei prodotti

petroliferi. Quanto alle compagnie petrolifere, esse

sono abituate ad operare in paesi instabili, hanno i loro

eserciti privati per proteggere gli impianti, hanno

esperienza nel corrompere i signori della guerra e

quindi l’instabilità le preoccupa meno che un

interlocutore statale ben organizzato.

4.4 Estate 2005: bomba atomica su Bruxelles.E’ difficile fare capire qualcosa ad una persona quando il

suo stipendio dipende dal fatto di non capirla.Upton Sinclair.

Nel suo film documentario “Zero”,

l’europarlamentare Giulietto Chiesa ha riferito come

fosse stato invitato dalla Commissione Difesa UE ad

assistere al “filmato che simula un attacco nucleare

terroristico su Bruxelles”. Si trattava di un vero e

proprio film costruito come un reportage dal vivo,

124

Page 125: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

elaborato con una tale qualità da sembrare realmente

accaduto(60). C’erano le facce note di giornalisti della

CNN che annunciavano l’attacco, la notizia ripresa da

Al-Jazeera ed altri network, l’apparizione in tv dei veri

capi politici contemporanei, mentre scorrevano

immagini satellitari che mostravano lo spostarsi della

nube radioattiva sull’Europa. Non mancava insomma

nulla, nemmeno un video del “vero” Osama Bin Laden

che rivendicava in lancio dell’atomica in arabo, con

sottotitoli in inglese, nel solito video fatto recapitare da

Al-Jazeera.

Chi è perché ha elaborato un film tanto elaborato e

costoso ad uso esclusivo di una platea limitata come i

deputati del Parlamento Europeo? ___________________________________

(60)www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1438

Lo spettacolo è stato offerto dal CSIS, il Center for

Strategic and International Studies di Washington, un

gruppo di lavoro ritenuto un’ emanazione della CIA.

La ragione non è stata quella di convincere gli

europei della reale esistenza di Al-Qaeda,

probabilmente gli americani sanno che i politici

europei ormai sanno che Bin Laden in realtà non è altri

che l’America stessa travestita.

Il messaggio di questo film è chiaro e univoco:

“ecco cosa siamo in grado di fare, possiamo tirare una

125

Page 126: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

bomba atomica su Bruxelles ed addossare tutta la

colpa su Al-Qaeda”.

Nessuno potrà dubitare di ciò che vede in

televisione, non certamente gli europarlamentari, che

nel frattempo sarebbero tragicamente scomparsi a

causa della peggiore tragedia atomica della storia.

Il giornalista Maurizio Blondet commenta che il

“regalo” del CSIS ha tutto il sapore di una testa di cane

troncata, quale la mafia suole recapitare alle sue

vittime designate. La minaccia è chiara, precisa,

inequivocabile.

Grazie a questo episodio si può meglio

comprendere come la versione ufficiale dell’11

settembre riesca a resistere sui media e negli ambienti

politici, nonostante le molte evidenti contraddizioni e i

tanti fatti che rimangono inspiegabili se ci si ostina a

seguire le leggi della fisica.

4.5 Capire il mondo: picco di produzione del petrolio.Non penso mai al futuro. Arriva così presto!

Albert Einstein.

Quello che voglio presentare come l’ultimo

paragrafo di questa tesi è forse il più interessante,

sicuramente è l’unico che non si basa solo su analisi o

126

Page 127: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

supposizioni, ma si poggia su solide certezze, su dati

storici e geofisici inconfutabili. Averlo citato tra i primi

argomenti sarebbe equivalso a scrivere un giallo

iniziandolo col nome del colpevole, ho scelto di

pubblicarlo per ultimo per lasciare al lettore qualche

dubbio sullo svolgersi degli eventi elencati, al termine

della lettura credo che di dubbi possano restarne ben

pochi.

Il petrolio, una sostanza fisica dalla disponibilità

non infinita, formatasi in milioni di anni a seguito di

grandi stravolgimenti geologici del pianeta, è la linfa

che ha alimentato l’incredibile sviluppo avvenuto

nell’ultimo secolo. Secondo precisi studi, il petrolio a

breve inizierà a finire, ma per spiegare questo

dobbiano analizzare la struttura di un giacimento di

petrolio.

Nell’immaginario collettivo un giacimento di

greggio è pensato come un grande lago sotterraneo,

mentre invece è maggiormente assimilabile ad una

grande torta suddivisa in tre strati: a ogni strato

corrisponde una varietà e qualità di petrolio diversa,

sempre più costose ed energicamente meno efficienti

mano a mano che si arriva in profondità.

La prima varietà, detta “light sweet crude oil” è la

più conveniente in virtù della sua elevata fluidità e

completa assenza di zolfo. Si caratterizza inoltre da

127

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una spontaneità nel fuoriuscire dal giacimento una

volta che si è trivellato il suolo. Rappresenta all’incirca

il 30% di un giacimento.

Il secondo strato individua il cosiddetto petrolio

pesante, una qualità di greggio dal contenuto di zolfo

elevato, che richiede maggiori oneri di raffinazione. A

questo punto dell’estrazione poi, per cercare di

mantenere elevata la capacità estrattiva degli impianti,

spesso deve essere iniettata acqua od aria al fine di far

aumentare la pressione all’interno del pozzo e

consentire al petrolio di uscire quasi naturalmente.

Ecco a cosa servono le grandi gru che si vedono nelle

immagini dei giacimenti petroliferi.

Il fondo del giacimento è rappresentato dal

cosiddetto strato bituminoso, caratterizzato da un

petrolio estremamente vischioso e spesso mischiato a

sedimenti ricchi di sostanze organiche.

Secondo molte stime (61) negli ultimi cento anni

abbiamo consumato circa la prima metà, cioè la

migliore qualità di greggio, da adesso in poi dovremmo

concentrarci sulla seconda metà, nonostante i consumi

siano sempre stati crescenti, soprattutto dopo il

risveglio di due “orsi dormienti” come Cina ed India.

Per arrivare ad estrarre il greggio dal sottosuolo

occorre sostenere molti sforzi produttivi: bisogna

sondare, trivellare, scavare, trasportare e raffinare;

128

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sono tutte attività umane che richiedono a loro volta

petrolio.

Nel 1920 per ogni barile di petrolio investito per

ricavare altro petrolio se ne ottenevano circa venti, nel

1950 dieci, nel 1980 cinque, nel 2000 due e nel 2020

forse uno.

Con il termine picco di produzione massima del

petrolio si intende un’epoca temporale in cui il

quantitativo di greggio complessivamente estratto in

tutto il pianeta inizia progressivamente a diminuire. Il

motivo ___________________________________

(61)www.peakoil.net www.peakoil.org www.dieoff.org

di questa contrazione è dovuto a cause geofisiche ,

perché man mano che il greggio viene estratto si

assiste ad una diminuzione della pressione interna e a

un graduale esaurimento delle riserve di petrolio.

In termini industriali dalla scoperta di un

giacimento si assiste a una esponenziale crescita dei

volumi di estrazione fino a un momento in cui questo

trend, prima si arresta dopo aver realizzato un

massimo (un cosiddetto picco), e lentamente inverte la

sua dinamica andando ad assottigliare nei periodi

temporali seguenti i volumi di estrazione.

Questo fenomeno è stato descritto agli inizi degli

anni ’50 dal prof. Marion King Hubbert. Importante

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geofisico, egli fu il direttore delle ricerche per la Shell

in Texas (lo stato più ricco di petrolio negli USA)

durante gli anni ’50 e anche un prestigioso docente

presso le migliori università statunitensi: Columbia

University, Stanford University, John Hopkins

University e il MIT.

In base agli studi di Hubbert la produzione di

greggio tende a seguire una curva a campana, che

presenta il picco di produzione quando sarà stata

estratta quasi la metà di ogni giacimento.

Hubbert immaginò che come ogni giacimento,

anche ogni area petrolifera e di conseguenza ogni

nazione dovessero seguire lo stesso tipo di curva a

campana, quindi essere soggette ad un picco di

produzione nazionale.

Nel 1956, in seguito ad analisi sul tasso di crescita

degli USA dal 1850 al 1950 egli allertò le comunità

finanziarie che gli Stati Uniti avrebbero raggiunto il

loro picco di produzione prima di quanto si potesse

immaginare ed in seguito si sarebbero dovuti rifornire

di petrolio anche altrove. Nel dettaglio Hubbert

individuava tra il 1971 e il 1973 il periodo in cui gli

USA avrebbero diminuito progressivamente i loro

volumi di estrazione.

Il prof. Hubbert venne deriso e bannato come un

profeta di sventura, visto che durante gli anni ’50 gli

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Page 131: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

USA erano il più grande produttore ed esportatore di

petrolio al mondo.

Tuttavia, all’inizio degli anni ’70, per la precisione

nel 1971, avvenne qualcosa di inaspettato: gli USA

piccarono, ovvero raggiunsero i volumi massimi di

capacità estrattiva e a partire da quell’anno videro

diminuire sensibilmente e progressivamente la loro

produzione di petrolio, anno dopo anno. L’analisi ed i

moniti di Hubbert, 25 anni prima, si dimostrarono

impeccabili: Hubbert aveva ragione. Dopo più di 30

anni possiamo notare come la produzione petrolifera

USA sia passata dai 3 miliardi di barili annui del 1971

ai circa 1,5 miliardi annui attuali(62).

Nel 1989 Hubbert morì senza ricevere grandi

riconoscimenti per le sue scoperte. I suoi studi vennero

ripresi da Colin Campbell, che ha lavorato come

esploratore e responsabile ricerche per le principali

majors petrolifere. Conosce direttamente la maggior

parte dei giacimenti mondiali ed è il fondatore

dell’ASPO (Associazione per lo Studio del Picco del

Petrolio). Anche Campbell attraverso i suoi studi

conviene sulla criticità del picco di produzione del

greggio, momento in cui le conseguenze non

tarderanno a farsi sentire, con un rialzo dei prezzi ad

un livello mai visto prima.

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Secondo l’ASPO il picco mondiale dovrebbe

verificarsi verso il 2010. Colin Campbell è considerato

dalla stampa di settore come il portavoce delle correnti

pessimiste. I pessimisti sono tutti geofisici che ___________________________________

(62) www.aspoitalia.it/component/content/article/69

hanno lavorato per decenni all’interno di qualche

grande compagnia petrolifera, e stimano le riserve

mondiali di greggio a circa 700 miliardi di barili

sufficienti, al ritmo di consumo attuale, a soddisfare le

esigenze per circa 25/30 anni.

La categoria degli ottimisti è invece rappresentata

dalla compagnie petrolifere, ma non c’è da stare molto

allegri in quanto le loro stime ammontano a circa 1000

miliardi di barili, che si tramutano in 8/10 anni in

termini di differenza temporale prima dell’esaurimento

completo dei giacimenti rispetto alle previsioni

pessimistiche.

Vi sono tecniche di “recupero assistito” che

permettono di aumentare la resa estrattiva dei

giacimenti, ma probabilmente questo contribuirà

pesantemente al raggiungimento del picco globale, in

quanto i giacimenti verranno svuotati ad una velocità

maggiore.

Grazie al petrolio sono state sviluppate industrie

come quella automobilistica e quella petrolchimica,

hanno visto la luce materiali assolutamente

132

Page 133: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

rivoluzionari poco costosi e indistruttibili come il

nylon, ma il contributo maggiore che il petrolio ha

dato all’evoluzione umana lo troviamo nell’industria

agroalimentare.

Nel 1900 la popolazione mondiale si attestava a 1,5

miliardi mentre dopo poco più di un secolo ora supera i

6 miliardi. Questo grazie all’enorme aumento della

capacità produttiva dei terreni derivante dall’utilizzo

su larga scala di fertilizzanti sintetici, pesticidi, grandi

macchine per la lavorazione della terra e potenti

pompe di irrigazione. La popolazione è cresciuta come

diretta conseguenza del cambiamento di vita sia

alimentare che salutare: abbiamo avuto la possibilità di

nutrirci con una varietà, una ricchezza e un

abbondanza alimentare che nessun’altra generazione

prima di noi ha mai potuto avere, tutto ciò unito anche

all’incessante sviluppo dell’industria farmaceutica

Senza greggio la nostra catena alimentare

artificialmente sovralimentata non potrebbe continuare

a sostenersi. Le fonti di energia alternativa (spesso più

derivate dal petrolio che realmente alternative) non

risolveranno mai totalmente e per tutti i problemi e le

difficoltà a cui stiamo andando incontro.

La storia e i dati estrattivi dei maggiori paesi

produttori ci danno una certezza matematica: prima o

poi (probabilmente molto presto) la produzione

133

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petrolifera mondiale inizierà a calare. Così come è

successo agli Stati Uniti, che dagli anni ’70 ad oggi

hanno dimezzato la loro capacità estrattiva, succederà

anche agli altri Stati. Il picco di produzione per

l’Arabia Saudita, che si stima detenga il 25% delle

riserve mondiali di petrolio, è previsto per il 2017.

La crisi economica attuale, dovuta principalmente

alla globalizzazione e alla delocalizzazione della

produzione industriale in aree sottosviluppate, pur

apparendo molto grave e gravida di nefaste

conseguenze per gli standard di ricchezza occidentali,

è ben poca cosa al confronto della crisi energetica che

a breve investirà ogni nazione e ciclo produttivo.

Conclusioni

Alla luce di quanto detto, credo si possa

tranquillamente additare il problema del picco del

petrolio come il vero movente degli attentati dell’11

settembre. Molti tendono a considerare quegli eventi

134

Page 135: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

come un fatto terroristico a sé stante, mentre

andrebbero maggiormente considerati per quello che

realmente sono stati: un’abile messinscena, una mossa

politica e strategica di fondamentale importanza.

All’interno del governo statunitense, sostenuto da

potenti lobby petrolifere, molti importanti personaggi

avevano avuto ruoli di primo piano in grandi

compagnie petrolifere: il Segretario di Stato

Condoleezza Rice aveva lavorato per la multinazionale

Chevron, il vice presidente Cheney era l’ex presidente

della petrolifera Halliburton, lo stesso presidente Bush,

discendente di una ricca famiglia petrolifera, aveva in

passato fondato la compagnia petrolifera Arbusto

(operazione economicamente disastrosa, date le sue

ottime doti manageriali), grazie alle relazioni

economiche sia con Salem Bin Laden - fratello di

Osama - che con Khaled Bin Mafouz, cognato di Salem

e di Osama, banchiere della famiglia reale saudita.

E’ impossibile credere che simili personaggi non

sapessero dei problemi relativi all’esaurimento dei

giacimenti petroliferi. Al contrario, la politica estera

statunitense sembra improntata proprio al dominio

delle residuali risorse mondiali, incentrando le sue

attenzioni nella zona mediorientale che possiede le

maggiori riserve petrolifere.

135

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Per fare questo ha dovuto inscenare l’ennesima

tragedia, creando a tavolino il pretesto per attuare

indicibili piani di rilancio dell’economia americana.

Un’economia che, nonostante tutti gli sforzi, non

funziona e continua a non funzionare, poiché da

quando ha cominciato ad operare non ha mai

funzionato ed ha dovuto, ogni volta, nel tempo,

inevitabilmente ed invariabilmente alimentarsi e

sostentarsi, a colpi di estorsioni, massacri,

espropriazioni territoriali indebite e guerre pretestuose

e criminali, sia sul continente americano che nel resto

del mondo. Il tutto, naturalmente, ogni volta, in nome

del “bene”, dei “principi”, del “diritto” e della

“morale”.

La versione ufficiale degli attentati dell’11

settembre si basa su una serie quasi infinita di

omissioni, manipolazioni, eventi fisici inspiegabili.

Nessuna inchiesta è stata avviata per appurare

l’identità dei misteriosi investitori borsistici che hanno

guadagnato moltissimo sulle operazioni speculative ai

danni delle compagnie aeree coinvolte negli incidenti,

gli studi e le simulazioni sui crolli si sono basate su dati

falsati, nessuna inchiesta è stata svolta nemmeno sui

finanziamenti ricevuti dall’attentatore Mohammed Atta

da parte dei servizi segreti pakistani.

136

Page 137: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

La conquista del consenso popolare nei paesi

occidentali è avvenuto grazie all’utilizzo di quelle che

l’autore Roberto Quaglia definisce armi di

banalizzazione di massa, veicolate dai mass media

pecorinamente asserviti al potere.

Diversamente dalla armi di distrazione di massa,

che sono armi tattiche finalizzate a distrarre

l’attenzione collettiva in uno specifico momento, le

armi di banalizzazione di massa sono armi strategiche

che, una volta entrate efficacemente in azione, hanno

un effetto duraturo e difficilmente reversibile.

Gli Stati Uniti hanno indetto una battaglia contro i

paesi dell’Asse del Male, quando sono invece loro il

primo stato canaglia sulla faccia della terra. Il

disprezzo per la democrazia rappresenta la posizione

tradizionale di chi detiene potere e privilegi, ma

raramente è evidenziato con tanta forza. La storia delle

aggressioni internazionali e delle “operazioni coperte”

finanziate ed appoggiate dai servizi segreti ci insegna

chi sono davvero i terroristi.

Esistono certamente organizzazioni terroristiche

anche nei paesi meno sviluppati, ma queste forme di

odio nei nostri confronti sono senza dubbio originate

dalle violenze e dai soprusi che le popolazioni povere

sono state costrette a subire per decenni in nome di

uno sviluppo economico incessante a favore di una

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Page 138: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

piccola percentuale della popolazione mondiale. E’

insomma una forma di difesa e di risposta, non certo di

attacco nei confronti dell’Occidente.

E una volta in via di esaurimento le risorse rese

disponibili dallo sfruttamento delle zone “povere” del

pianeta, l’attenzione di chi davvero governa si dovrà

gioco forza focalizzare sulle masse dei paesi ricchi,

attuando una gestione e una normalizzazione delle

poche risorse disponibili.

Viviamo in un sogno, una visione di euforia

fisicamente non sostenibile sul lungo periodo. Accecate

da una visione di benessere apparente, probabilmente

le masse dei paesi più benestanti saranno costrette ad

un brusco risveglio. Se questo sarà più o meno

graduale, dettato da qualche grave catastrofe, da

vaccinazioni di massa pretestuose(62), da conflitti o da

ulteriori crisi economiche questo non ci è ___________________________________

(62) E’ notizia di questi giorni il progetto di una vaccinazione di massa contro l’influenza aviaria suina, una malattia che secondo le stesse fonti ufficiali ha una percentuale di decessi che si aggira tra la metà ed un quinto rispetto alla normale influenza stagionale. Una percentuale risibile, che non trova un riscontro logico nell’allarmismo creato da istituzioni e media.Alcune curiosità al riguardo: lo scrittore Roberto Quaglia, analizzando varie fonti e probabili azioni di guerre bioeconomiche ipotizzava, già nel 2003, una futura pandemia causata proprio da una degenerazione del virus dell’influenza aviaria relativo agli allevamenti suini. E’ un veggente o una persona ben informata?Interessante l’articolo sulla presenza di vertici militari internazionali nel laboratorio medico USA “Trudeau Institute” vicino Lake Clear, stato di New York, il 17 ottobre 2008 al link: www.effedieffe.com/component/option,com_myblog/Itemid,272/

dato saperlo con sufficiente certezza. Una certezza

purtroppo c’è: 6 miliardi di persone sono troppe e non

ci sono risorse a sufficienza per tutti se i ritmi di

consumo delle materie prime rimarranno quelli attuali.

138

Page 139: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Il cambiamento prospettato da molti, primo tra

tutti il nuovo presidente statunitense Obama, ci sarà,

ma forse non nei modi che ci sono stati raccontati.

Obama. Chi è costui? La visione dell’ottimo film

documentario “L’inganno di Obama” di Alex Jones(63)

aiuta a togliersi molti dei dubbi

che circondano la sua figura. Già analizzando i dati dei

finanziamenti della sua campagna elettorale si può

vedere come egli sia stato il candidato maggiormente

finanziato dalle potenti lobbies industriali(64). Ora

questo documentario ci illustra come con questo nuovo

presidente Usa le elites economiche che governano

abbiano solo voluto cambiare la facciata del sistema,

rimasto lo stesso nei principi cardine. Molte delle

promesse fatte in campagna elettorale saranno infatti

impossibili da mantenere, il presidente ha già fatto

marcia indietro sul ritiro dall’Iraq, come i suoi

predecessori Obama dice una cosa e ne fa un'altra. La

sua elezione e il cambiamento sono stati solo un’abile

mossa di marketing effettuata al fine di abbindolare

milioni di elettori speranzosi in un futuro migliore,

diverso dalla profonda crisi economica che sta

attanagliando l’occidente e iniziata proprio negli USA,

dove milioni di persone hanno già perso il lavoro e la

propria abitazione.

139

Page 140: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

Oltre al fatto che il primo lavoro da neo laurato ad

Obama è stato fornito nientepocodimenoche da tale

Henry Kissinger, che credo non ___________________________________

(63) http://www.youtube.com/watch?v=XlcnYyBSa28(64) www.disinformazione.it/obama_soldi.htm

necessiti di ulteriori presentazioni, molti esponenti del

suo governo fanno parte di organizzazioni economiche

mondialiste e massoniche quali gruppo Bilderberg,

Commissione Trilaterale e CFR, i veri centri del potere

economico mondiale.

Tanto per citarne alcuni:

- Timothy Geithner, ex presidente della FED di

New York, ora ministro del Tesoro, ( gruppo

Bilderberg e Commissione

Trilaterale) ;

- Hillary Clinton, Segretario di Stato, (gruppo

Bilderberg e CFR);

- Susan Rice, ambasciatore all’ONU,

(Commissione Trilaterale);

- Generale James L. Jones, Consigliere della

Sicurezza Nazionale (gruppo Bilderberg ,

Commissione Trilaterale e CFR);

- Thomas Donilon, vice di Jones, (Commissione

Trilaterale e CFR);

- Ammiraglio Tennis C. Blair, Direttore

dell’Intelligence Nazionale (gruppo Bilderberg ,

140

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Commissione Trilaterale e CFR);

- Robert Gates, Ministro della Difesa (gruppo

Bilderberg , Commissione Trilaterale e CFR).

Poteva mancare il “mitico” Henry Kissinger? Certo

che no, lo ritroviamo come Inviato Speciale del

Dipartimento di Stato, (gruppo Bilderberg ,

Commissione Trilaterale e CFR).

Insomma, Wall Street sembra essersi insediata alla

Casa Bianca, portandosi al seguito righello e

compasso.

Quando nel corso della sua storia l’uomo ha

abbandonato l’utilizzo di una fonte energetica lo ha

fatto per passare ad utilizzarne un’altra: così è stato

per il carbone che ha sostituito la legna, e per il

petrolio che ha sostituito l’utilizzo del carbone. Questi

cambiamenti hanno dato luogo anche ad importanti

stravolgimenti nell’ambito della gestione del potere ed

è logico quindi pensare che le potenti famiglie

petrolifere non vedano di buon occhio la fine dell’era

petrolifera, sempre che altre risorse e tecnologie siano

disponibili per rimpiazzare questa materia prima: al

momento attuale non si ha notizia di disponibilità in tal

senso.

Anche se alcune tecnologie sarebbero disponibili,

queste verrebbero accuratamente celate ai più.

141

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Nel 1995 lo scienziato americano Stan Mayer attirò

su di se l’attenzione per i suoi studi relativi all’ambito

automobilistico: egli asseriva di aver trovato un metodo

economico e di facile implementazione per trasformare

i motori a scoppio in motori a idrogeno, riuscendo a

ricavare l’idrogeno dall’acqua tramite un procedimento

di elettrolisi direttamente a bordo dell’auto(65). Dopo

aver rifiutato il milione di dollari offertogli da un

potente gruppo arabo, venne ucciso per avvelenamento

da cibo in un ristorante nel 1998.

Tra le scoperte dello scienziato Nikola Tesla, da

molti considerato il padre del XX secolo(66), si

annoverano l’utilizzo della corrente alternata

nella distribuzione di energia elettrica e la radio (in

concomitanza con Guglielmo Marconi).

Egli ipotizzò anche la possibilità di trasmettere

l’energia elettrica via etere senza fili, nonché

l’approvigionamento di corrente in modo gratuito

attraverso la ionosfera. Quest’ultimo progetto fu

osteggiato dal suo finanziatore J.P. Morgan (uno dei

fondatori della Federal Reserve), che lo licenziò in

tronco, evidentemente preoccupato per la scoperta di ___________________________________

(65) http://www.youtube.com/watch?v=fJ3juM6vHwg&feature=channel_page www.postarelibero.com/2008/01/macchina-ad-acqua-inventata-da-stan.html(66)Robert Lomas, L’uomo che ha inventato il XX secolo, Newton & Compton Editori

142

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una tecnologia che avrebbe eliminato molti dei

privilegi della classe al potere.

Tra i progetti di Tesla vi furono forse anche lo

sviluppo di nuove micidiali armi sempre tramite lo

sfruttamento dell’energia ionosferica. Non si sa con

precisione a che punto fossero questi studi, anche

perché al momento della sua morte tutti i suoi progetti

furono confiscati dall’F.B.I. E’ probabile che gli Stati

Uniti abbiano sfruttato in seguito

alcune sue invenzioni, non certo per fini filantropici(67).

Con tutte queste belle premesse, è probabile che la

cantante Laura Pausini non abbia sbagliato di molto,

descrivendo nella sua canzone “Un fatto ovvio” un

futuro prossimo fondato su un duro stato di polizia.

Guardare il suo video(68) potrebbe corrispondere ad un

illuminante viaggio con la macchina del tempo. Un

fatto ovvio, ma non per molta gente, ormai troppo

avvezza a rincretinirsi guardando reality e mass media

spazzatura, perdendo ogni spirito critico nei confronti

della realtà.

Al G8 dell’Aquila tutti i leader politici puntavano

all’ottimismo ma la sensazione è più quella di essere

seduti su una polveriera: che le guerre

si facciano per l’economia e non per esportare la

democrazia lo sanno pure i bambini. Nel frattempo i

media continuano la campagna denigratoria ai danni

143

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dell’Iran, attribuendo frasi mai dette dal suo Presidente

al riguardo di Israele, e mostrando immagini di

fantomatiche rivolte scomparse nel nulla in pochi

giorni, cavalcando l’onda del presunto omicidio della

giovane Neda, un caso che come altri presta il fianco a

molti dubbi (69).___________________________________

(67) www.tankerenemy.com/search/label/H.A.A.R.P(68) http://www.youtube.com/watch?v=zQOM1qoQjXg (69) www.effedieffe.com/content/view/7788/167.

La vera arma a disposizione dell’Iran, di cui

nessuno parla, è il progetto di creare una borsa

petrolifera dove avverrebbe la quotazione del greggio

in Euro. Tale istituzione rappresenterebbe il colpo di

grazia per l’economia americana basata sul dollaro.

Abbiamo già visto in passato la fine che è toccata a chi

voleva solo farsi pagare (e non anche quotare) il

petrolio in Euro: Saddam docet.

Le mie conclusioni sono troppo pessimistiche?

Il problema della produzione petrolifera è un dato

di fatto, pur se i

media fanno a gara per tacerlo, al più qualcuno

parla di un probabile futuro rincaro, sottacendone però

i reali motivi. Gli stessi americani, riferendosi

all’attacco contro l’Iraq, parlavano di “guerra infinita”.

Nella migliore delle ipotesi le operazioni militari

iniziate l’11 settembre sono scaturite dall’ingordigia

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dell’attuale classe dirigente, che forse nasconde le

future tecnologie in attesa di mostrarle al mondo nel

momento ritenuto più vantaggioso. Se invece queste

tecnologie non esistessero, allora un futuro davvero

buio attenderebbe l’umanità.

Abbiamo ancora un’ultima certezza: non dovremo

aspettare molto tempo per sapere quale verità ci

attende, perché nel giro di pochi decenni l’evolversi

degli eventi farà sì che o una o l’altra soluzione ci si

prospetterà inesorabilmente davanti agli occhi, favorita

probabilmente dagli sforzi dei governanti che ancora

una volta cercheranno di agire per il bene comune.

145

Page 146: I FATTI DELL’ 11 SETTEMBRE 2001_ POSSIBILI CAUSE ED AVVENIMENTI SUCCESSIVI

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