Modelli stadiali di acquisizione della lettura Marsh e ... · uditivamente, non si verifica lo...
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13/06/2012 Claudio Vio
UOC NPI – San Donà di Piave
Master II Livello Psicopatologia dell’Apprendimento –
Università di Padova
Modelli stadiali di acquisizione della lettura
Marsh e coll. 1981
Frith, 1985
Seymour e MacGregor, 1984
Teoria cognitivo-evolutiva, caratterizzata dal
raggiungimento di un determinato stadio come
risultato di un processo di “accomodamento”
Teoria evolutiva a fasi,
ciascuna caratterizzata da
una particolare strategia
Modello dei lessici mentali
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Marsh, Friedman, Welch e Desberg 1981
Stadio 1: linguistic guessing
Associazione meccanica tra stimolo
scritto e risposta orale (rappresentazione
figurale), la risposta è possibile solo se lo
stimolo è familiare
Stadio 2: congettura su rete
discriminativa
Analisi di limitati indizi grafemici :
lettura possibile attraverso il
riconoscimento di una parola
visivamente simile ad una appresa
Stadio 3: decodifica sequenziale
Stadio 4: decodifica gerarchica
Stadio caratterizzato dall’uso di regole
combinatorie che permettono al
bambino di decodificare da sinistra a
destra nuove parole, il bambino
comincia a prestazione attenzione al
suono e al significato dello stimolo
Lettura sulla base di regole
condizionali e delle regole che
caratterizzano la struttura ortografica
della lingua
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Lo studio sistematico della scrittura e dei suoi modi di acquisizione è piuttosto recente
Sia perché il linguaggio scritto è stato considerato in funzione subordinata al parlato (come processo di transcodifica fonografica)
Sia perché si è sempre data maggiore importanza all’imparare a leggere più che a scrivere (soprattutto in campo pedagogico)
Prospettiva piagetiana, che riconosce al bambino un ruolo attivo nella costruzione della conoscenza, così come dei suoi sitemi di rappresentazione, hanno individuato le principali fasi nel processo di costruzione della lingua scritta
Fasi di concettualizzazione della lingua scritta comuni a bambini indipendentemente dall’ortografia
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4 fasi nel processo di acquisizione della scrittura
(Ferreiro Teberosky, 1979)
FASE PRESILLABICA
Il bambino trova ancora delle difficoltà nel
distinguere il disegno dalla scrittura ed il testo
dall'immagine, in quanto la sua convinzione
consiste nel fatto che entrambi rappresentino
comunque un significato, ossia sostituiscano
l'oggetto a cui si riferiscono. Conseguenza di tale
convinzione è che la scrittura mantenga in
qualche modo alcune delle proprietà che l'oggetto
possiede (es. il bambino pensa che la lunghezza
della scrittura mantenga la caratteristica della
grandezza dell'oggetto cui la parola si riferisce).
Esempio fase
presillabica
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FASE SILLABICA
Il bambino acquisisce la consapevolezza che la parola
scritta rappresenta un suono, il nome dell'oggetto, e non
più l'oggetto stesso.
La parola scritta è costituita da parti differenziabili che
corrispondono alle sillabe nel momento della
realizzazione sonora.
Il bambino rappresenta le parole con delle sillabe che
possono essere di tipo vocalico, consonantico e misto
(ad esempio "aia" corrisponde a "bambina").
2 tipi di scrittura sillabica:
Preconvenzionale = le lettere scritte non
hanno nessun riferimento al valore sonoro
convenzionale e
Convenzionale = le lettere sono scritte in
numero pari alle sillabe e provviste di valore
sonoro convenzionale
Esempio fase
sillabica pre
convenzionale
Esempio fase
sillabica
convenzionale
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FASE SILLABICO-ALFABETICA
II bambino confronta le ipotesi formulate con la realtà che lo
circonda. Tale confronto porta essenzialmente a dei conflitti tra
ipotesi diverse che possono risolversi solo con la formulazione di
una ipotesi più elaborata, in questo caso l`ipotesi alfabetica.
II conflitto che si trova di fronte il bambino consiste nel fatto che
la regola che lo governa in questo momento è quella della
"quantità minima di lettere", secondo la quale si può leggere
qualcosa se è formato da almeno tre lettere.
Questa regola entra in conflitto con il caso delle parole composte
da una solo sillaba, le quali si scrivono con due lettere.
In questa fase di passaggio, il bambino produce forme di
scrittura mista in cui il valore assegnato a ciascun carattere non
è stabile: egli fa corrispondere alle lettere sia sillabe che singoli
fonemi
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FASE ALFABETICA
La risoluzione del conflitto creato dalle parole bisillabe
porta a passare da una fase in cui viene utilizzato un
sistema misto, sillabico-alfabetico (es. il bambino scrive
"csa" per "casa") ad una fase alfabetica superando
un'ulteriore difficoltà costituita dal fatto che, mentre la
sillaba corrisponde ad un'unità della parola distinguibile
uditivamente, non si verifica lo stesso per la lettera, ossia
per la corrispondenza fonema-grafema.
Si verifica in questa fase la corrispondenza tra singoli
suoni della lingua parlata e le lettere scritte.
Teoria di U. Frith, 1985
lettura scrittura Fase
Logografica (1)
Logografica (2)
(simbolica)
Logografica (2)
Alfabetica (1) Logografica (3)
Alfabetica (2) Alfabetica (2)
Alfabetica (3) Ortografica (1)
Ortografica (2) Ortografica (3)
Lessicale Lessicale
1a
1b
2a
2b
3a
3b
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Logografica: il bambino in questa fase è in grado di riconoscere istantaneamente le parole a lui familiari, sulla base di aspetti grafici salienti; l’ordine delle lettere è ignorato e la fonologia viene recuperata solo dopo che lo stimolo è stato identificato
Alfabetica: per decodificare le parole, il bambino è in grado di utilizzare le corrispondenze tra singoli grafemi e fonemi; si tratta di utilizzare un approccio sistematico alla parola, in cui l’ordine delle lettere, prima ignorato, viene a svolgere un ruolo fondamentale: la parola viene segmentata, e riconosciuta nei suoi costituenti (fonemi)
Lettura fonologica iniziale (conversione grafema per grafema e riconoscimento lessicale)
Lettura fonologica intermedia (conversione per gruppi di grafemi, efficiente assemblaggio fonetico e riconoscimento lessicale)
Lettura fonologica avanzata (conversione “sottovoce” di unità ortografiche in unità fonologiche e pronuncia ad alta voce della parola intera)
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Ortografica: il bambino è in grado di analizzare istantaneamente le parole in unità ortografiche, senza conversione fonologica, tali unità coincidono con i morfemi e costituiscono un inseime limitato, ma che consente di creare un numero pressoché infinito di parole; questa strategia è distinta da quella logografica, in quanto è sistematicamente analitica, non visiva; inoltre, si distingue da quella alfabetica, perché opera in unità più grandi e non è fonologica.
Lessicale: consente al bambino l’automatizzazione della lettura attraverso la formazione di un magazzino lessicale: le parole vengono lette accedendo direttamente alla forma fonologica della parola; questa strategia appartiene al lettore abile che legge direttamente intere parole o frasi senza recuperare il fonema associato a ogni singolo fonema.
Seymour e MacGregor, 1984
Modello dei lessici
Costituisce un importante tentativo di conciliazione tra
le teorie evolutive, neuropsicologiche, e modelli
proposti per la lettura esperta.
Secondo Seymour, lo sviluppo della lettura richiede la
costruzione di diversi tipi di lessico interno, basati su
caratteristiche visive (lessico logografico), su
corrispondenza grafema – fonema e viceversa (lessico
alfabetico e su più complesse strutture ortografiche
(lessico ortografico); il modello di lettura, non
stadiale, ma di tipo “HIP” (“Information Processing”)
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Gli autori ipotizzano tre fasi di lettura parzialmente sovrapposti, che trattano l’informazione a differenti livelli di elaborazione:
Caratteristiche
visive
ALI
CVC
Lessico logografico
Lessico ortografico
Elaborazione visiva dei grafemi
semantica
Categorie
fonologiche
Stuart e Coltherat (1988), hanno trovato elevate correlazioni tra l’età di lettura dei bambini misurate in periodi diversi; ciò sembrerebbe indicare la presenza di omogeneità, piuttosto che di etereogeneità (come previsto dalle teorie a stadi) nello sviluppo della capacità di lettura: i soggetti che iniziano a leggere bene sembra continuare a leggere bene, mente quelli che presentano difficoltà continuerebbero ad averne.
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Inoltre, le correlazioni evidenziatesi tra età di lettura e conoscenze fonologiche (tra queste la corrispondenza lettere-suono) dimostrano come le abilità fonologiche del periodo pre-scolare siano un predittore significativo dell’età di lettura.
Pertanto, si ritiene che non tutti i bambini passano attraverso la stessa sequenza per arrivare ad acquisire la competenza della lettura.
Le conoscenze delle corrispondenze lettere –suono e di segmentazione fonemica si rivelano un compito complesso, le quali oltre ad agire sulla decodifica sequenziale, influisce sulla rapidità con cui vengono sviluppate le unità di riconoscimento ortografico delle parole, sia regolari che irregolari.
Studio effettuato anche attraverso l’analisi degli errori del
normolettore: indizi fonetici della parola
Per CF si intende la capacità di riconoscere ed utilizzare i costituenti fonemici del linguaggio parlato
a) Correlazioni:
r>.50 dopo 3 anni (Bradley, 1988)
r>.75 dopo 1 anno (Mann e Liberman, 1984 )
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Percentuale di predittività tra velocità, accuratezza in lettura ed errori in scrittura .
80,5 % dopo 5 mesi per i lettori “scadenti”
69 % dopo 1 anno 84,8 % dopo 5 mesi per i lettori abili 55,1 % dopo 1 anno
(Tressoldi, Vio e Maschietto, 1989)
Vio, C. E Tressoldi, PE
(1998), Il Trattamento dei
distrubi dell’apprendimento
scolastico, Erickson:Trento
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Nel riconoscimento lessicale: il riconoscimento delle parole scritte utilizza unità intermedie (es. lettera o gruppi di lettere associate a unità fonologiche) che collegano la percezione visiva al lessico
Il riconoscimento delle parole parlate non utilizza invece alcuna unità intermedia; l’elaborazione percettiva del suono non richiede l’identificazione di singoli fonemi o di singole sillabe.
Di conseguenza per imparare a riconoscere le parole scritte i bambini non possono utilizzare gli stessi meccanismi di elaborazione linguistica che utilizzano per il parlato
Una rilevazione globale delle abilità linguistiche non consente di conoscere il legame con l’alfabetizzazione
Si è cercato allora di indagare il legame tra alcuni aspetti specifici del linguaggio con l’apprendimento della lingua scritta (es. vocabolario, memoria semantica, ecc.)
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Linguaggio Lettura
Parola
fonema
grafema
parola
IDEOGRAFICO (logografico) ad ogni simbolo corrisponde sia il suono
che il significato della parola SILLABICO ad ogni sillaba corrisponde una
rappresentazione grafica ALFABETICO ad ogni segno (grafema) o gruppo di segni
corrisponde un suono (fonema)
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• la stessa lettera può
rappresentare
differenti fonemi a
seconda del contesto
in cui si presenta;
• ancora, differenti
lettere possono
rappresentare lo
stesso fonema.
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Trasparente Profonda
Str
utt
ura
Sil
labic
a Semplice
Complessa
Finlandese Greco
Italiano
Spagnolo
Tedesco
Norvegese
Islandese
Portoghese Francese
Danese Inglese
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Sistemi alfabetici
- FONEMICO PURO: ogni fonema è univocamente rappresentato da un grafema (italiano, serbo-croato).
Esiste una corrispondenza stabile tra grafema e fonema (e tra fonema e
grafema)
Non c’è corrispondenza stabile tra grafema e fonema (e tra fonema e
grafema)
Sistemi alfabetici
Es. in francese: diversi gruppi consonantici come au, aux, eau, eaux, o, corrispondono ad un unico fonema /o/)
Nella lingua inglese non solo esistono diversi gruppi in grado di rappresentare lo stesso suono (/mite/ - /might/),
ma la pronuncia di un medesimo grafema può dipendere dal tipo di lettere che lo seguono o lo precedono nel formare una determinata parola.
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Sistemi alfabetici
FONEMICO “quasi” PURO
l’applicazione di regole di conversione scritto-suono (grafema-fonema)
permette di ricavare la fonologia o la corretta ortografia della maggior parte
delle parole
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In inglese ci sono diverse centinaia di combinazioni di grafemi per rappresentare i 40 suoni della lingua (fonemi) La conversione del grafema in fonema è ambiguo. In italiano, 33 grafemi sono sufficienti per rappresentare i 25 fonemi della lingua. La conversione del grafema in fonema è stabile .
Comune alle due modalità: i processi percettivi si svolgono parallelamente all’attivazione del lessico; sia l’analisi del segnale acustico, sia il riconoscimento delle lettere avvengono in un arco di tempo in cui la memoria di una o più parole si “accende” e si rende disponibile per interpretazione semantica del messaggio.
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Le ricerche nello studio di questa relazione trovano che tra le due competenze sia spiegata, comunque, al massimo il 40/41 % della varianza: ciò a dire che intervengono in modo specifico altre componenti, oltre alla variabile linguistica presa in esame.
Si parla allora di continuità tra linguaggio orale e scritto nei processi sottesi al loro sviluppo
Ma bisogna ricordare che sono ormai identificate delle conoscenze specifiche sulla lingua scritta
Conoscenza metalinguistica: intesa come riflessione su natura e funzioni del linguaggio
Si riconosce una consapevolezza metalinguistica esplicita o riflessiva (es. auto correzione di una frase nel corso della produzione, commenti circa il parlare altrui, come l’inflessione…)
Ed una consapevolezza tacita o epilinguisitica (es cogliere incongruenza fra soggetto e predicato, utilizzo di proposizioni di cortesia, formali o confidenziali
Dai 3 ai 6 anni
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La consapevolezza fonologica esplicita ed implicita
Processi di conversione segno-suono (e viceversa)
Sistema di analisi visiva
Lessico visivo
Conoscenze ortografiche
CF esplicita: elisione di suoni Corrispondenza uno a uno Riconoscimento di rima , alliterazione CF implicita: Ripetizione di parole non conosciute o
non parole Sostituzione di un fonema Segmentazione di suoni Produzioni di alliterazioni
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Scuola materna Scuola elementare
Lingua anno sillabe fonemi Sillabe fonemi
Italiano 1988 80 27 100 90
Greco 1999 85 0 100 100
Francese 1996 69 2 77 61
Inglese 1974 48 17 90 70
trasparente
profonda
profonda
trasparente
Paese
Grecia
Italia
Spagna
Portogallo
Francia
Austria
Germania
Norvegia
Islanda
Svezia
Olanda
Danimarca
Scozia
% parole
95
73
79
97
98
92
94
95
95
71
34
89
89
77
77
92
94
91
86
88
82
54
29
% non parole
98 92
Finlandese 98 95
95
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I bambini che parlano lingue “trasparenti” raggiungono riescono a leggere quasi tutte le parole e le non parole nella seconda parte dell’anno scolastico
Per i bambini che utilizzano lingue “opache” evidenziano nello stesso periodo dell’anno livelli di prestazione decisamente inferiori del primo gruppo di soggetti.
Queste differenze si riducono intorno ai 10 anni (studio di Goswami e al., 2001 che vede il confronto tra bambini tedeschi vs. inglesi)
Tressoldi e Cornoldi, 2007
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Numerosità come base dell’aritmetica
Riconoscimento e manipolazione numerica
Sviluppo del conteggio
Dal contare ai fatti numerici
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Età Tappe
0,0 Discrimina in base a piccole nuemrosità (Antell e Keating, 1983)
0,4 Somma e sottrae uno (Wynn, 1992)
2,0 Inizia ad apprendere la sequenza di parole-conta (Fuson, 19929, è in gradoi di stabilire la corrispodneza uno a uno nei compiti di ripartizione (Potter e Levy, 1968)
3,0 Conta piccoli numeri di oggetti (Wynn, 1990)
4,0 Usa le dita per aiutarsi nell’addizione (Fuson e Kwon, 1992)
5,0 È in grado di aggiungere piccoli numeri senza essere in grado di contare la somma (Starkey e Gelman, 1982)
Età Tappe
5,6 Comprende la proprietà commutativa dell’addizione e conta in avanti a partire dall’addendo; conta correttamente fino a 40 (Fuson, 1988)
6,0 “Conserva” il numero (Piaget, 1952)
7,0 Recupera alcuni fatti aritmetici dalla memoria
Butterworth, B. (2005). Numeri e
Calcolo. Erickson: Trento
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[
Aspetti Cognitivi
Contesto Educativo
ABILITA’ ARITMETICA
Semplici compiti numerici
Simboli numerici
Recupero fatti aritmetici
Concetti,principi,
procedure
Manipolazione e rappresentazione
della quantità
Abilitàspaziali
Aspetti Comportamentali
Esercizi di manipolazione
numerica
Esperienza di ragionamento
circa la numerosità
Pratica con la
numerosità
Esposizione a numeri e
fatti aritmetici
CALCOLO SCRITTO
CALCOLO A MENTE
PROCESSI LESSICALI
PROCESSI SEMANTICI PROCESSI
PRE-SINTATTICI E SINTATTICI
PROCESSI CONTEGGIO
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INTELLIGENZA NUMERICA: capacità innata di
pensare al mondo in termini di numeri e quantità.
Abilità sottostanti:
Subitizing;
Conteggio;
Capacità di scrittura di numeri;
Capacità di lettura di numeri.
Processi cognitivi coinvolti nella costruzione della
conoscenza numerica:
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Processi coinvolti nel calcolo: