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IN...FORMA www.comsanvito.com Notiziario di informazione a cura del Comitato di Quartiere San Vito di Bassano del Grappa Anno 5 - n. 1 Aprile 2014

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IN...FORMAwww.comsanvito.com Notiziario di informazione

a cura del Comitato di Quartiere

San Vito di Bassano del Grappa

Anno 5 - n. 1 Aprile 2014

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Anno 5 - Numero 1 - Aprile 2014

Notiziario di informazioni del Quartiere di San Vito di Bassano del Grappa

Autorizzazione del Tribunale di Bassano del GrappaReg. periodici 07/2010Decreto 281/2010 del 03/05/2010

EditorEQuartiere di San VitoVia Col Moschin, 40 Bassano del Grappa (VI)

dirEttorE rEsponsabilE Lucia Fincato

impaginazionE E stampa Grafica EFFE [email protected] Romano d’Ezzelino

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Lucia Fincato

La parola al direttore

I Quartieri hanno un ruolo fondamentale per promuovere la parteci-pazione della comunità nelle scelte amministrative. Avendo natura

di volontariato sono una preziosa risorsa per le molteplici attività di cui in questi anni sono stati i promotori e incaricati di servizi per conto dell’Amministrazione (ad esempio la manutenzione del verde). Sono interlocutori e canali di collegamento tra Amministrazione e residenti, per la conoscenza particolareggiata delle problematiche nel territorio.In occasione dell’ultimo incontro di Coordinamento dei consigli di Quartiere, tenuto a fine marzo a Campese, i Presidenti ed i rappre-sentanti dei rioni cittadini hanno concordato su alcune tematiche da proporre a chi amministrerà la nostra città nei prossimi cinque anni.È anzitutto emersa la necessità di migliorare la partecipazione ed il coinvolgimento dei Quartieri potenziando la cosiddetta “funzione consultiva non vincolante”. Questo significa che i Quartieri dovranno essere sentiti preventivamente sulle questioni che riguardano temati-che come le modifiche della viabilità, le opere da realizzare nell’ambito del proprio territorio e di interesse per gli abitanti. Da qui la richiesta della modifica del Regolamento Comunale dei Quartieri che allo stato attuale lascia al Comune la facoltà di confrontarsi oppure di non chiedere alcun parere. Ancora in merito al valore dello scambio e del confronto, i Quartieri propongono alla prossima Amministrazione di sentire il parere del Coordinamento su questioni che hanno carattere di interesse generale per la città. Considerata la natura di volontariato civico e apartitica il parere dei Quartieri e del Coordinamento non potrà che essere non vincolante.Queste sono le altre questioni che i Quartieri fanno presente:- Salvaguardia del territorio col recupero delle aree dismesse e la

valorizzazione dei percorsi ciclo pedonali che dovranno essere colle-gati al fine di ottimizzare la loro funzione;

- Razionalizzare il sistema di illuminazione pubblica, e migliorare la sicurezza sia con l’installazione di telecamere oppure con maggiore presenza dei vigili;

- Il sistema della mobilità e dei collegamenti di Bassano col resto del territorio dovrà essere un tema di primo piano. I collegamenti ferro-viari lasciano ancora molto a desiderare, ad esempio verso Vicenza.

- Infine, il punto più delicato e di estrema attenzione dovrà essere riservato all’ambito del sociale, considerate le numerose proble-matiche che stanno emergendo con la crisi economica e del lavoro. Nella rete della solidarietà i Quartieri sono anche sensori delle criticità e delle debolezze sociali nel proprio territorio e possono continuare a dare il proprio contributo.

Cosa chiedono i quartieri alla prossima amministrazione

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4 | Aprile 2014 Stefano Cimatti Sindaco

C Cari cittadini di San Vito,alla fine del mese di maggio la nostra

città sarà chiamata a votare per un nuovo Sindaco e per una nuova Amministrazione comunale, al termine di cinque anni che per me sono stati allo stesso tempo impegna-tivi e straordinari.La mia decisione di non ricandidarmi non è una novità: lo dissi fin dalla campagna elettorale del 2009, e ve lo riconfermo. Ho sempre pensato che, per essere vera-mente liberi in decisioni a volte impopo-lari, non si dovesse essere condizionati dalla ricerca del consenso finalizzato ad una rielezione: troppo spesso ho visto non decidere nel timore di attirarsi avversione da questa o quella categoria. Anche molte delle nostre decisioni erano state prese in considerazione da molto tempo, ma mai realizzate per non mettersi contro, di volta in volta, parte della cittadinanza.

Lascio ad altri valutare i risultati, desidero però sottolineare che non tutto ciò che abbiamo fatto è già visibile perché molte azioni, come ad esempio la rivisitazione di tutti i regolamenti comunali, o l’importante risanamento del bilancio che siamo riusciti a realizzare nonostante il grave periodo di crisi, produrranno i risultati solo in futuro.Nel salutarvi dalle pagine di questo vostro periodico desidero ringraziarvi sentitamen-te per i tanti incontri, gli scambi di opinioni, le idee e i suggerimenti che ci siamo scam-biati in questi anni, sia a livello di Consiglio di quartiere che di singoli cittadini, mossi dal desiderio di migliorare la nostra città. Ho partecipato alle sei assemblee che avete organizzato in questi anni incontrando cit-tadini fortemente legati a Bassano e molti giovani desiderosi di impegnarsi a livello civico, è per questo che guardo al futuro con speranza e ottimismo.

Il saluto del Sindaco

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Aprile 2014 | 5

Diffondiamo, per la conoscenza di tutti i residenti, il progetto “Via l’amianto! –

Una fibra che soffoca”.L’Amministrazione Comunale di Bassano del Grappa informa i cittadini della possibilità di usufruire di un finanziamento pubblico a beneficio di chi intendesse effettuare inter-venti di rimozione o smaltimento di manu-fatti contenenti amianto: com’è noto, l’utiliz-zo di materiali contenenti amianto (MCA) è vietato dalla legge n°257 del 27 marzo 1992; il materiale da bonificare riguarda l’amianto presente in coperture, tettoie, lastre, pannelli per la coibentazione, tubazioni, tegole, canne fumarie e serbatoi. Il cittadino che fa doman-da per il finanziamento ha la facoltà e il dirit-to di scegliere la ditta esecutrice del lavoro di smaltimento, sempreché la stessa sia in

possesso di tutte le autoriz-zazioni per il recupero e lo smaltimento del rifiuto pericoloso. Si evidenzia che il finanziamento ottenibile - erogato dalla Regione Veneto e liquidato da Etra S.p.A. - si configurerà come un rimborso al cittadino del 60 % dell’importo totale da lui speso, fino ad un massimo di € 605,00 IVA inclusa per immobile bonificato. Per mag-giori informazioni è possibile contattare il Consiglio di Quartiere (0424/382817, il vener-dì dalle 17 alle 19) o l’Ufficio Ambiente del Comune di Bassano del Grappa (0424.519606, il martedì e il giovedì dalle 10 alle 12).

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Comitato | Aprile 2014 | 7

Già da qualche settimana sono iniziati i lavori di realizzazione della prima tranche

di nuovi tratti della rete fognaria all’interno del nostro Quartiere: come è agevole notare, le vie interessate dall’intervento sono via San Giovanni Bosco, via Col del Miglio, via Isonzo, Via Monte Rombon e via Cima d’Asta.Posto che, tra non molto, gli interventi realiz-zativi saranno ultimati, illustriamo di seguito le modalità di allacciamento che gli utenti privati dovranno seguire al momento oppor-tuno: gli edifici o insediamenti che produ-cono acque reflue domestiche o ad esse assimilabili, che ricadono nel territorio servito dalla fognatura, devono immettere le proprie acque reflue nella rete di fognatura nera o misto-modulata, previa verifica dello sca-rico da parte del Gestore. A tal proposito, a norma dell’art. 6 comma 3 del Regolamento di Fognatura e Depurazione, sarà cura di Etra S.p.A. comunicare ai possibili utenti i termini entro i quali essi avranno l’onere di allacciar-si al sistema fognario; inoltre, in ragione di quanto affermato dall’art. 6 comma 6 dello stesso Regolamento, “il Gestore, di fronte a comprovate difficoltà tecniche o eccezionali onerosità economiche per l’esecuzione della fognatura interna, ha la facoltà di concedere

l’esenzione dall’obbligo d’immettere le pro-prie acque reflue nella rete di fognatura”.Per richiedere l'allacciamento alla rete fogna-ria per lo scarico di acque reflue domestiche è necessario presentare l'apposita richiesta (scaricabile dal sito internet www.etraspa.it o richiedibile agli Uffici) agli sportelli Etra, allegando anche:a) copia dell’estratto catastale che individui

la collocazione dell’immobile;b) indicazione dell’immobile sulla Carta

Tecnica Regionale (CTR), disponibile pres-so gli uffici del Gestore, o in alternativa su altri elaborati di cui è in possesso il Cliente

Nuovi tratti della rete fognaria e procedura di allacciamento

continua a pag. seguente

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8 | Aprile 2014 | Comitato

e ritenuti idonei dal Gestore, sulla quale viene riportata ed evidenziata: 1) la fogna-tura prospiciente il lotto con la camera di ispezione e del pozzetto di interfaccia nella quale avviene l’allacciamento; 2) i tracciati delle fognature interne, separa-tamente per le acque nere e acque bian-che, con indicazione delle tubazioni e dei manufatti impiegati nonché dei recatiti esistenti e previsti; 3) l’ubicazione degli eventuali pozzi di approvvigionamento idrico autonomo.

La fognatura interna e l'allacciamento dome-stico devono essere realizzate tenendo conto delle “prescrizioni tecniche”, dello “schema tipo per l'allacciamento alla fognatura nera” e dello “schema tipo per l'allacciamento alla

fognatura mista”. Si segnala che le suddet-te prescrizioni possono essere agevolmente visionate consultando il sito di Etra S.p.A. (www.etraspa.it) o richiedendo informazioni agli uffici della stessa società.Una volta che i lavori saranno ultimati, deve esserne data comunicazione a Etra compi-lando la “dichiarazione di ultimazione lavori” (anch’essa scaricabile dal sito di Etra o richie-dibile presso gli Uffici). Tale documentazione, debitamente compilata, deve essere conse-gnata ad Etra, presentandosi allo sportello di via C. Colombo n°90.

A partire dalla data di ultimazione lavori verrà emesso e stipulato un nuovo contratto per il servizio idrico integrato e le relative spese verranno addebitate nella prima bolletta utile.

Nuovi tratti della rete fognaria e procedura di allacciamento

segue da pag. precedente

Qualche spiegazione ai residenti…Carissimi residenti di San Vito,

in questi ultimi mesi abbiamo ricevuto moltissime richieste – da parte Vostra – di poter utilizzare la nuova Sala Polivalente, realizzata negli scorsi anni dall’Ammini-strazione Comunale a beneficio dei propri cittadini e virtualmente assegnata alla gestione del Consiglio di Quartiere.Già, avete capito bene: virtualmente! Infatti, a tutti coloro che avessero prova-to a richiederci l’uso della Sala, abbiamo sempre dovuto rispondere con un secco “NO”. Il motivo del nostro rifiuto non è certo la mancanza di volontà (magari potessimo soddisfare le Vostre richie-ste!), ma l’infinito prolungarsi delle lun-gaggini burocratiche che, ahinoi, afflig-gono anche gli Uffici del nostro Comune.

Da più di un anno attendiamo che l’Am-ministrazione ci convochi per stipulare il contratto di concessione dei locali, senza il quale non saremmo autorizzati nemme-no ad occupare lo stabile: meno che mai, quindi, siamo autorizzati a concedere gli

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spazi a terzi. Senza questa concessione, infatti, siamo sforniti di tutte le garanzie giuridiche ed assicurative nei confronti degli utenti della struttura, motivo che ci costringe a tenere vergognosamente chiusi degli ambienti “nuovi di zecca” per la cui costruzione il Comune ha speso centinaia di migliaia di Euro.Abbiamo provato molte volte, senza esito, a sollecitare gli Uffici competen-ti: nonostante un’esplicita delibera della Giunta Comunale imponga agli addetti al Patrimonio Comunale di provvedere, dai colloqui che abbiamo avuto con il personale degli Uffici abbiamo appreso solamente che la nostra situazione “non è una loro priorità” e che, quindi, tutta la questione resta “un problema nostro”. Nemmeno alle nostre lamentele scrit-te – inviate al Sindaco e all’Assessore al Patrimonio – abbiamo mai ricevuto risposta.

È ovvio intuire che, data la situazione, anche tutte le altre iniziative di cui il Consiglio di Quartiere intendeva farsi promotore resteranno forzosamente “bloccate” fino alla stipula della conven-zione.Nella stessa nostra situazione versano anche tutte le altre associazioni che vivo-no all’interno del Centro Polifunzionale di via Col Moschin: infatti anche l’A.S.D. San Vito, i Gruppi A.N.A.-Donatori-A.I.D.O., il Coro Bassano e il Coro Giovani Voci Bassano soffrono le stesse problemati-che.In conclusione, cari amici, non ci resta che metterVi di fronte a quella che – purtrop-po – è la realtà, sperando che la situa-zione si risolva in fretta e Voi possiate, finalmente, sfruttare appieno le risorse che, ad oggi, Vi vengono negate.

Il presidente del Consiglio di Quartiere

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10 | Aprile 2014 | Comitato

Si parla molto, da qualche tempo a questa parte, della dipendenza da gioco d'azzar-

do (G.A.P. o, più volgarmente, ludopatia).In Italia, dati alla mano, decine di migliaia di persone sono affette da questa patologia, inserita dal 2012 (con il decreto Balduzzi) nei livelli essenziali di assistenza (L.E.A.) e per-tanto "riconosciuta" ufficialmente.Il gioco d'azzardo sfocia in malattia quando da occasionale momento di svago diviene un fattore condizionante la vita della persona, la quale non riesce più a controllare il proprio desiderio di giocare, che prende il soprav-vento sulle altre attività quotidiane: lavoro, famiglia, vita sociale.A quel punto il soggetto non è più in grado di determinarsi liberamente nelle proprie scelte e corre il rischio di compiere azioni irresponsabili.Chi è affetto da G.A.P. (ludopatia), infatti, tende a spendere tutto quello che ha per assecondare i propri impulsi incontrollabili davanti a slot machines, lotterie e grat-ta e vinci. In pochi mesi il giocatore può dilapidare ingenti sostanze, contrarre debiti, giungere ad abbandonare il lavoro e ad ipotecare la pro-pria abitazione.Come porre un freno a tale situazione?L'ordinamento giuridico offre uno strumento assai efficace, in grado di dare stabilità ad una situazione sfuggita di mano.L'amministrazione di sostegno è stata appo-sitamente pensata dal legislatore quale stru-mento di tutela dei soggetti deboli (giocatori colpiti da G.A.P., ma anche anziani, portatori d'handicap, menomati psichici, infermi) inca-

paci, anche solo temporaneamente, di prov-vedere ai propri interessi.In pratica, al soggetto bisognoso viene affiancata una figura (l'amministratore di sostegno), nominata dal Tribunale e scelta tra i familiari che si dicano disponibili oppure terza rispetto alla famiglia, cui viene affidata la "cura" della persona debole e la prudente gestione del suo patrimonio, nel rispetto dei suoi bisogni e delle sue aspirazioni, per il tempo necessario a consentire al beneficiario di vincere la propria dipendenza.Durante questo periodo l'amministratore di sostegno si rapporterà con il beneficiario e con i suoi familiari, delineando le migliori strategie di tutela, impedendo che il giocato-re sperperi il proprio patrimonio e contragga debiti ed accompagnandolo nel suo percorso terapeutico.

Avv. Nicola Gusi

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quali tutele per i giocatori e le famiglie

10 | Aprile 2014

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Stefano Cimatti Sindaco ?????????????????????? | Settembre 2012 | 11 Aprile 2014 | 11

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Il tutto sotto l'occhio vigile del Giudice Tutelare, cui periodicamente l'amministra-tore di sostegno deve rendere conto della propria gestione e dal quale deve essere autorizzato per le eventuali operazioni ecce-denti l'ordinaria amministrazione.L'aspetto interessante, che differenzia l'i-stituto dell'amministrazione di sostegno da quello – oramai residuale – della tutela, è che esso incide in maniera circoscritta e mirata sulla capacità di agire del soggetto: l'ammi-nistratore di sostegno agirà in sostituzione del beneficiario esclusivamente negli ambi-ti sottoposti a maggior rischio in ragione della dipendenza dal gioco, individuati dal Giudice Tutelare, impedendo che il giocatore possa contrarre nuovi debiti e vigilando sulla gestione del suo patrimonio (anche attra-verso le soglie-limite di spesa dettate dal Giudice Tutelare), nell'ottica di un riacquisto della capacità di gestione del denaro e di una riduzione della propensione al gioco. In tutte le altre attività il beneficiario manterrà inve-ce la propria capacità e la propria autonomia. Si tratta quindi di una misura "tailor made" (ossia fatta su misura), che viene strutturata sulla base delle esigenze del caso concreto, con lo scopo di incidere nel minor modo pos-sibile sulla vita del beneficiario.Per questo l'amministratore di sostegno non deve essere visto come un'imposizione limitante, bensì come un prezioso alleato del giocatore e della sua famiglia.L'ordinamento prevede anche degli stru-

menti di protezione del patrimonio dalle azioni intentate da terzi creditori. Si tratta di istituti di applicazione generale, che potreb-bero rivelarsi validi per tutelare i beni delle famiglie che vivono le problematiche del G.A.P.. Possiamo menzionare, tra i molti, il fondo patrimoniale, il vincolo di destinazione, l'intestazione fiduciaria ed il trust. Sono stru-menti che consentono di proteggere alcune tipologie di beni, isolandoli dalla sorte che spetterebbe altrimenti loro alla luce del prin-cipio generale vigente nel nostro ordinamen-to, secondo il quale ciascuno risponde dei propri debiti con tutti i propri beni presenti e futuri. Ma tale effetto è ottenibile solamente a patto che li si appronti tempestivamen-te, attraverso una ponderata pianificazione patrimoniale, trattandosi di validi istituti di protezione del patrimonio e certamente non di strumenti per frodare la legge.

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Origine e descrizione Le tartarughe terrestri presenti sul nostro territorio

sono la Testuggine greca, la Testuggine di Hermann e la Testuggine marginata. La Testuggine greca è originaria del Nord Africa, il maschio è lungo circa 15 cm, la femmina circa 20 cm; la corazza è ovoidale a forma di cupola e lo scudo sopra la coda è unico, sulla punta della coda manca l’astuc-cio corneo. Il maschio ha la coda più larga e più lunga della femmina. Il colore è giallo oliva - nero. La Testuggine di Hermann è originaria del sud Europa, il maschio è lungo circa 15 cm, la femmina circa 25 cm. Lo scudo sopra la coda è diviso in due parti e la punta della coda presenta un astuccio corneo; nel maschio la coda è più lunga e più grossa rispetto a quella della femmina. Il colore è giallo oliva – nero. La Testuggine marginata è originaria dell’Albania e della Grecia. I maschi sono lunghi 25-30 cm, le femmine 24-28 cm, il margine posteriore della corazza è svasato, lo scudo sopra la coda è unico. Il maschio presenta la coda più lunga e larga rispetto alla femmina. Il colore di questa tartaruga è nero. Alimentazione Le testuggini sono stretta-mente erbivore, si nutrono di erbe e piante

che crescono spontaneamente nei giardini ma anche di insalata, radicchio e pomodori. Amano anche la frutta, ma questa va data loro in quantità limitata poiché può dare origine a coliche e favorisce lo sviluppo dei parassiti intestinali. Non vanno assoluta-mente fornite nella dieta proteine (come per esempio carne o crocchette per cani) poiché possono creare gravi danni alle articolazioni, agli organi interni e rendere il carapace morbido e deforme. Se ne hanno la possibilità le testuggini posso nutrirsi di feci di cane o di gatto in quanto fonte di calcio per la formazione del carapace; que-sto elemento non va fornito sotto forma di integratore in quanto una quantità ecces-siva può creare grossi danni renali. Il letargo Le testuggini sono attive nei mesi caldi mentre vanno in letargo da Ottobre - Novembre fino a Pasqua. Possono fare il letargo in giardino ma devono avere la possibilità di andare sotto terra per una profondità superiore a 20 cm altrimenti si possono ghiacciare quando la temperatura va sotto lo 0°C e deve essere una zona esente da pericoli, tipo cani che possano disseppellirle o roditori che possano man-giarsele. Altrimenti si può fare un letargo controllato ponendo la tartaruga in una scatola piuttosto profonda con abbondan-te paglia o fieno e mettendo la scatola in una stanza non riscaldata. È molto peri-coloso far saltare il letargo alla tartaruga tenendola in casa perché il metabolismo si mantiene alto ma la temperatura non è così elevata da permettere all’animale di nutrirsi e questo in genere comporta alla morte del soggetto dopo qualche mese, quando sono esaurite le riserve corporee.L’accoppiamento Può avvenire anche in cattività e conviene mantenere un rapporto di un maschio ogni 3-4 femmine, questo perché i maschi sono molto focosi e in fase

Cura e gestione delle tartarughe

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12 | Aprile 2014 | Amici animali Dott. Valeria Blaas

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TARTARUGhE ESOTIChE

Amici animali | Aprile 2014 | 13

di accoppiamento mordono la femmina e la colpiscono col carapace provocando loro ferite anche gravi. Le femmine possono conservare lo sperma in “speciali tasche” anche per due anni. La deposizione delle uova avviene verso Maggio – Giugno e pos-sono esserci più covate nel corso dell’anno. I piccoli nascono verso Agosto – Settembre e sono delle dimensioni di una moneta da due euro. Il sesso dei nuovi nati è influen-zato dalla temperatura di incubazione delle uova. Sopra i 31,5 °C nascono femmine, sotto nascono maschi. Per questo motivo alle nostre temperature tendono a nascere più maschi, mentre al centro – sud Italia tendono a nascere femmine. Per avere femmine nelle nostre zone le uova vanno tenute in incubatrice.Mantenimento in cattività Le testuggini si adattano bene alla vita in cattività a patto che possano essere tenute in giardino. Hanno infatti bisogno di una fonte natu-rale di calore e di raggi UV. Hanno bisogno anche di zone ombreggiate per ripararsi dal sole nelle ore più calde e di una ciotola con acqua da poter bere e dove potersi immer-gere per fare il bagno. La zona di giardino dove le si tiene deve essere a prova di fuga e per le testuggini molto giovani il recinto va coperto anche sopra per evitare che vengano predate da gatti, cani e uccelli. I cani di grossa taglia possono comun-que masticare e uccidere anche tartarughe adulte.Legislazione Tutte e tre sono incluse nell’Appendice II CITES e in allegato A del Reg. CE 2724/2000 in quanto sono a rischio di estinzione e quindi possono essere ven-dute solo con adeguata documentazione.Tartarughe “esotiche” In commercio ci sono varie tartarughe provenienti da zone calde del pianeta (Geochelone sulcata, G. Pardalis. G. Elegans, ecc…). La gestione di questi animali è più compli-cata rispetto a quella delle nostre tartaru-ghe poiché non vanno in letargo e quindi necessitano di una teca riscaldata quando sono piccole e di una stanza riscaldata quando sono grandi visto che possono arri-vare anche a 80 - 100 kg di peso.

Origine e descrizione La tartaruga che si trova comunemente nei negozi è

la Trachemys scripta. Vive in fiumi, laghi, paludi e stagni dell’America settentrionale, centrale e meridionale. I maschi raggiun-gono 15 cm, le femmine anche 28 cm. I maschi hanno la coda e le unghie più lun-ghe rispetto alla femmine.

Alimentazione Nei primi anni di vita sono carnivore e si nutrono di carne e pesce fresco; quando diventano adulte man-giano anche insalata e carote tagliate a pezzetti. Si alimentano solo in acqua. L’alimentazione a base esclusivamente di gamberetti secchi non garantisce un suf-ficiente apporto in vitamina A e questo può provocare edemi diffusi, congiuntivite, setticemia e morte.

Riproduzione Può avvenire anche in cat-tività se le tartarughe vengono tenute in stagni all’aperto visto che hanno bisogno di una zona emersa e sabbiosa dove deporre le uova. I piccoli nascono dopo circa 60-120 giorni e saranno femmine se la temperatu-ra di incubazione è stata superiore a 31 °C, altrimenti saranno maschi.

Mantenimento in cattività Se non si ha uno stagno all’esterno, possono essere tenute in un terrracquario con riscaldatore e lam-pada UV. Le classiche vaschette di plastica non vanno bene, perché ogni volta che si cambia l’acqua la tartaruga può subire uno schock termico e sviluppare patologie respiratorie e in più non può camminare, può solo nuotare.

Legislazione Di libera vendita.

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Sorridere è una delle più importanti espressioni facciali: è un parametro non verbale di comu-

nicazione che esprime gioia. Un sorriso attraente è in grado di influenzare l’interlocutore”. ”In un batter di ciglia”, M. Gladwell.Nel corso della storia l’iconografia del sorriso si è molto evoluta: se pensiamo alla famosa “Monnalisa” di Leonardo possiamo supporre che nel 1500 l’attenzione data alle cure dentali fosse diversa rispetto a quella odierna. Nel suo famoso sorriso infatti non compare neppure un dente, indice probabile di una salute orale carente.

Osservando alcuni vasi cinesi del XVIII secolo si possono notare figu-re femminili con i denti completamente neri: ciò non era causato sempli-cemente da un eccessi-vo consumo di the, ma era un effetto apposi-tamente ottenuto con l’applicazione di parti-colari smalti,abitudine molto in voga presso la famiglie più nobili. Molte tribù indios della fore-sta amazzonica ricopri-vano la superficie dei denti con un particolare

impasto di erbe e minerali epossidici con effetto anticarie.La cultura del sorriso ai giorni nostri è totalmente cambiata. Studi americani hanno dimostrato che di fronte ad uno sconosciuto il nostro cervello elabora un meccanismo di accettazione o rifiu-to partendo dal triangolo del volto (occhi-naso-bocca). Un sorriso attraente influisce nei rapporti sociali, nelle votazioni dei giurati, nell’assunzione del personale. La moderna odontoiatria offre mol-teplici possibilità per migliorare il sorriso, la cui cura è bene che cominci fin dalla prima infanzia. Poter intercettare precocemente mal occlusioni

dentarie, fa sì che ci sia un più rapido allineamen-to delle arcate ed un armonico sviluppo cranio facciale. Curare l’igiene orale nei bambini evita la formazione di carie e assicura la salute del tessuto parodontale (osso e gengive a supporto del dente). L’attenzione e le cure per ottenere denti bianchi sono note fin dai tempi degli anti-chi romani. Ci narra Catullo, infatti, che venivano praticati sciacqui con urina per ottenere un effetto sbiancante dei denti. Ai giorni nostri i metodi sono fortunatamente cambiati: si utilizzano prodotti a base di perossido di idrogeno, attivati con apposite lampade a led, che agiscono sulla sostanza orga-nica dello smalto. Nei casi più difficili, di fronte a pigmentazione da tetracicline(farmaci in passato prescritti in età pediatrica), quando lo sbianca-mento non risulta efficace, è necessario ricorrere a faccette estetiche. Si tratta di sottilissimi gusci in ceramica o disilicato di litio che vengono incol-lati con speciali resine alla superficie del dente. Con questi dispositivi si può ottenere un radicale e definitivo miglioramento estetico del proprio sorriso. Grazie ai nuovi software è possibile il DDS (digital smile design) a partire dalle foto fatte al paziente di può previsualizzare il sorriso che otterrà a fine trattamento. Questo strumento è molto utile nei casi complessi perché aiuta a meglio comprendere la terapia da affrontare. Dalla scansione digitale dei modelli studio nei casi di ortodonzia si pos-sono ottenere delle mascherine trasparenti che consentono l’allineamento delle arcate dentarie evitando l’utilizzo delle classiche placchette in acciaio. Questa tecnica, nota come Invisalign, è molto apprezzata nei pazienti adulti perché rende quasi “invisibile” il trattamento ortodontico. In conclusione l’innovazione dei materiali e il con-tinuo aggiornamento di conoscenze forniscono strumenti indispensabili per la cura del sorriso. Avere la sicurezza di un bel sorriso tende a miglio-rare l’umore e porta a ridere di più. “Ridere è liberatorio, afrodisiaco, spiazzante, esaltante, pia-cevole e intelligente. Ed è pure gratis.” Jacopo Fo

Sorridi allaprimavera

Dott. Alessandra FontanaOdontoiatra

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14 | Aprile 2014 | Odontoiatra

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Il cuore è un muscolo, cavo, con la funzione di “pompa”. Ha un atrio destro che riceve

il sangue dalle vene (cave) e lo manda nel ventricolo destro che lo pompa in arteria polmonare e nei polmoni dove cede la CO2 e viene ossigenato; dai polmoni passa in atrio sinistro, camera che lo accoglie e lo spinge nel ventricolo sinistro attraverso la valvola mitrale. Il ventricolo sinistro pompa il san-gue ossigenato nell’aorta e nelle arterie che da questo grosso tubo si diramano e lo fa arrivare a tutti gli organi e tessuti del corpo.Il muscolo cardiaco, a differenza degli altri muscoli del corpo che noi comandiamo (es. prendi una mela, accendi la luce, vai in panificio ecc.), ha alcune caratteristiche fondamentali che lo differenziano e sono: l’automatismo, la eccitabilità, la conducibi-lità e la contrattilità.

Automatismo: c’è nel cuore un vero e pro-prio apparato elettrico che funziona in auto-matico (vedi fig. 2). Nell’atrio destro, vicino allo sbocco della vena cava superiore, c’è una piccola struttura detta Nodo del seno o Seno atriale che funziona in automatico da pace-maker o segnapassi del cuore; si può considerare una centralina elettrica che emette con regolarità gli impulsi elettrici che fanno contrarre gli atri. Il muscolo viene quindi eccitato e la scarica elettrica viene condotta attraverso gli atri che si contrag-gono e mandano il sangue nei ventricoli. Lo stimolo elettrico arriva ora al Nodo atrio-ventricolare, piccola struttura tra atri e ven-tricoli, che rallenta la velocità dello stimolo, per farlo poi passare atraverso i ventricoli che si contraggono a loro volta spingendo il sangue in arteria polmonare e aorta.

La fibrillazione atriale: Cos’è? possibili complicanze e come si cura e cosa si intende per “scoagulazione”?

Medico ChirurgoSpecialista in CardiologiaRiceve: lunedì e giovedìBassano del GrappaVia Piave, 3/A - Tel. 0424 513764martedì presso Romano Medica Via Dante Alighieri, 5/aRomano d’EzzelinoTel . 0424 33477

16 | Aprile 2014 | Salute Dott. Giovanni Chiurato

Figura 1

Figura 2

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Salute | Aprile 2014 | 17

Possibili complicanze della fibrillazione atriale (f.A.)Odierne possibilità terapeutiche e scoagulazione

L'età che avanza, associata ad alcune malattie sistemiche, in

particolare ipertensione arteriosa - diabete mellito - insufficienza renale - B.P.C.O., può creare una “cardiopatia struttu-rale”; viene cioè alterata la struttura del cuore con un aumento della fibrosi tessutale. Questo tessuto fibrotico estraneo favorisce sia la comparsa di battiti ectopici (extrasistoli), sia la possibilità del fenomeno del “rientro”, cioè la creazione di un corto circuito che può portare alla sostituzione del ritmo sinusale con la fibrillazione atriale.Questa consiste nella perdita della regolare contrazione degli atri, sostituita da una specie di sfarfallio superficiale senza alcuna capacità di contrazione.Il nodo atrioventricolare rappresenta una struttura-filtro che blocca parte degli impulsi elettrici che arrivano dagli atri consentendo così ai ventricoli una regolare contrazione.

La perdita della regolarità delle contrazioni del cuore, se persiste, può portare a conseguenze: 1) Anatomo funzionali = dilatazione delle

camere cardiache e disfunzione di pompa.2) Emocoagulative = ictus ischemico - embolico.3) Emodinamiche = scompenso di cuore.

LA TERAPIA prevede:a) il controllo del ritmo: ristabilire il ritmo o

con farmaci, o con cardioversione elettri-ca, e prevenire le recidive, con farmaci; è necessaria la scoagulazione del paziente, con I.N.R. fra 2 e 3, almeno un mese prima e un mese dopo la cardioversione.

Con la scoagulazione si cerca di impedire il formarsi dentro gli atri di masse trom-botiche che potrebbero, una volta arrivate nel ventricolo sinistro, essere spinte attra-verso l’aorta in ogni distretto arterioso,

provocando embolie: le più frequenti e pericolose verso il cervello (ictus)

Se i farmaci antiaritmici non risultano effi-caci o non sono tollerati vi può essere una seconda opzione: ablazione transcatete-re del substrato aritmogeno: interruzione del corto-circuito mediante ablazione con catetere.

b) La seconda stategia terapeutica è il con-trollo della frequenza cardiaca, lasciando persistere la fibrillazione atriale (F.A.), ma con scoagulazione a vita del paziente.

Da segnalare che la terapia che per prima si è dimostrata in grado di ridurre la mortalità in pazienti con F.A. è la terapia anticoagulante; l’unico farmaco che per decenni e fino ad oggi ha fornito una protezione significativa dal rischio di ictus cardio-embolico è stato il Warfarin. Sono ultimamente entrati in com-mercio dei nuovi anticoagulanti orali, altret-tanto o forse più efficaci e che non richiedono più il controllo di I.N.R. ma che sono ancora in attesa della validazione da parte della A.I.F.A. per impiego e rimborsabilità.La frequenza di comparsa di questa aritmia varia da 0,5% fra 40 e 50 anni, a 5 - 15 % dopo gli 80.I pazienti con F.A. sono spesso dei veri cardio-patici in ordine di frequenza con cardiopatia ipertensiva; cardiopatia ischemia; cardiopatia valvolare.La F.A. è causa, con le sue frequenti com-plicanze, di problemi sociali come: assenze dal lavoro; decadimento dello stato cognitivo; invalidità permanente; ricoveri ospedalieri.Ne deriva l’importanza della prevenzione, primo curando le cause che la possono favo-rire; secondo impedendo la comparsa delle complicanze specie emboliche, una volta com-parsa.

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La degenerazione maculare senile o lega-ta all’età (DMLA) è una malattia cronica

ad andamento progressivo, con tendenza a diventare bilate-rale, che riguarda prevalentemente le persone adul-te e interessa la macula, l’area centrale della retina deputa-ta alla visione

d i s t i n t a (Fig. 1). Essa rap-p r e s e n t a la princi-pale causa

di grave perdita dell’acuità visiva e di cecità legale nella popolazio-ne occidentale di età superiore ai 65

anni. Diversi sono i fatto-ri che con-corrono alla sua insor-genza. L’età avanzata è il principale di

questi, ma anche il fumo, il meta-bolismo, la costi-tuzione gene-tica, il sesso, la razza ed i fattori

ambientali. La malattia si manifesta inizial-mente in modo insidioso con il progressivo deficit del visus difficilmente correggibile con la correzione ottica. In particolare è la visione centrale ad essere colpita: la per-sona si accorge di non vedere più a fuoco e di avere difficoltà nella lettura, come pure vedere i colori più sfumati, meno vivaci. La progressione del disturbo la porterà, a volte, a vedere le linee distorte (metamor-fopsie) ma soprattutto noterà la comparsa di una zona d’ombra centrale attraverso cui non riesce più a vedere (scotoma centrale) (Fig. 2-3). Questi disturbi sono la conse-guenza delle lesioni che progressivamente vanno a determinarsi in sede maculare: alla osservazione del Fondo Oculare si noterà la comparsa di puntini giallastri (Drusen), espressione della sofferenza iniziale cui succederà un’area sempre più ampia di alterazione della macula. La Degenerazione della macula può evolvere verso la forma Secca (Fig. 4) che verso la forma Umida (Fig. 5). Nella prima forma si verifica la scompar-sa progressiva delle cellule visive (Coni) cui segue la formazione di aree di atrofia; nella seconda, oltre alla sofferenza dei Coni, si associa la comparsa di capillari sanguigni che sono responsabili di essudazione di plasma o di sangue (DMLA umida/emor-ragica). Il peggioramento del visus nella prima forma è lento, mentre nella seconda forma può essere anche improvviso, proprio a causa dei fenomeni legati ai capillari che sono patologici che possono alterare il qua-dro in modo repentino. Sia che sia stata fatta diagnosi di Degenerazione Maculare legata all’età

La degenerazione maculare senile

Dott. Salvatore Carlentini Medico ChirurgoSpecialista in OculisticaPrimario dell’OC di Feltre e Bassano del Grappa

Studio Oculistico: Via Piave 1, Bassano del Grappa Tel/Fax 0424 510707

18 | Aprile 2014 | Salute Dott. Salvatore Carlentini

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(DMLA), che per praticare la terapia più idonea, è necessario procedere a delle inda-gini strumentali. L’esame base nella gran parte dei casi è la Fluorangiografia reti-nica (FAG) (Fig. 6), con cui mediante l’uso di un colorante (non radioattivo) si studia la circolazione retinica. Con la FAG oltre ad evidenziare le aree di atrofia, tipiche della forma secca, si potranno evidenziare in sede maculare i temuti capillari tipici della forma umida. In questo caso si rende necessario approfondire lo studio esami-nando la regione maculare con un altro colorante, il Verde Indocianina (ICG) (Fig. 7), che permette di studiare la sede ma anche l’estensione dei capillari patologici, respon-sabili sia della eventuale essudazione che di aree emorragiche. Un ulteriore approfon-dimento diagnostico si potrà effettuare con l’OCT, con cui si studia il profilo della regione maculare e i rapporti tra le strutture che la compongono (Fig. 8).Queste informazioni saranno utili, come si diceva prima, per procedere nella scelta della terapia più idonea. Importante sarà una corretta condotta dietetica: utile la cosiddetta alimentazione “mediterranea” con alimenti ricchi di carotenoidi (Fig. 9) come carote, pomodori, ortaggi a foglia verde (cavoli, verze, broccoli), ma anche ali-menti ricchi di Omega tre (pesce azzurro). All’alimentazione, per una maggiore effi-cacia, si preferisce aggiungere integratori contenenti Selenio, Zinco, Rame, Omega 3, Luteina, Vitamine C ed E. Ma soprattutto sospensione del fumo, oltre alla riduzione dei grassi animali.Purtroppo al momento non abbiamo altri

accorgimenti nel caso della forma secca. Per la forma umida invece le ricerche hanno portato ad un miglioramento della strate-gia terapeutica. Alla terapia fotodinamica (PDT), con la quale si cercava di “chiudere” i capillari, si è aggiunta la terapia con delle sostanze che bloccano sul nascere questi capillari: ciò mediante delle iniezioni intra-oculari (spesso ripetute) di sostanze parti-colarmente efficaci allo scopo (anti VEGF). Queste terapie (la seconda più della prima) possono portare, a volte, anche ad un certo miglioramento funzionale. L’obiettivo prin-cipale rimane comunque la stabilizzazio-ne della malattia con la conservazione di un residuo visivo il più possibile utile allo svolgimento delle proprie attività. Poiché la malattia è comunque tendenzialmente progressiva e in futuro potrebbe interes-sare ambedue gli occhi, fondamentale è la prevenzione, specie se ne è stato interes-sato un occhio.

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86Fluorangiografo e FAG

FAG con Verde Indocianina( ICG )

OCT

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20 | Aprile 2014 | Salute Dott. Edoardo Zattra

Durante il periodo della menopausa, coin-cidente con la fine dell'età fertile di una

donna, si verifica un calo degli ormoni estrogeni ed un aumento relativo degli androgeni. Tali alterazioni del profilo ormonale sono alla base dei numerosi cambiamenti psico-fisici che tutte le donne sperimentano in questa particolare fase della vita. Tra i molteplici mutamenti fisio-logici che interessano i diversi apparati dell'or-ganismo femminile ci sono alcune significative variazioni anche a carico della cute. Alcune di queste alterazioni sono legate genericamente all'invecchiamento della pelle, altre sono spe-cifiche conseguenze dei cambiamenti ormonali che caratterizzano la menopausa.L'invecchiamento cutaneo ha una duplice natu-ra: da un lato si ha un invecchiamento fisiologi-co, che riguarda tutti ed è definito cronoinvec-chiamento, dall'altro lato esiste un invecchia-mento causato specificamente dall'esposizio-ne solare cronica e che pertanto si evidenzia soprattutto nei soggetti che si sono esposti al sole in maniera massiva nel corso della vita, per ragioni professionali o ludiche: in questi casi si parla di fotoinvecchiamento.

Il cronoinvecchiamento colpisce soprattutto le aree protette dal sole e si manifesta con rughe sottili (ad esempio sul contorno occhi), secchez-za cutanea diffusa, generale perdita di tono e di elasticità della pelle. Dopo la menopausa spesso si accentua anche la comparsa di alcune neoformazioni cutanee di natura benigna (che-ratosi seborroiche, angiomi rubino). Al contrario il fotoinvecchiamento riguarda, ovviamente, in maniera esclusiva le zone del corpo cronica-mente esposte al sole e determina la presenza di rughe più profonde (specialmente intorno alla bocca e sul labbro superiore), macchie cutanee (dette lentigo solari o lentigo senili) localizzate al volto, sul decolléte o al dorso delle mani, capillari dilatati (detti teleangecta-sie) al volto, al collo e al decolléte, couperose al volto. Queste lesioni sono tutte general-mente di natura benigna e costituiscono solo un problema di natura estetica, ma bisogna sottolineare che sono causate dal sole anche lesioni cutanee potenzialmente evolutive in senso neoplastico, come le cheratosi attiniche (neoformazioni pre-tumorali che possono nel tempo dar luogo a tumori cutanei) e tumori cutanei epiteliali (basaliomi e spinaliomi). In menopausa si assiste ad un'accentuazione di tutte queste problematiche cutanee pertanto le donne che presentino segni di fotoinvec-chiamento dovranno effettuare periodicamente un accurato autoesame della pelle, in modo particolare a livello del volto e delle aree che sono state intensamente esposte al sole ed in caso di anomalie consultare immediatamente il dermatologo per verificare che non si tratti di lesioni a rischio.

Pelle e menopausa

Il Dott. Edoardo Zattra è Medico Chirurgo e specialista in Dermatologia e Venereologia presso la Clinica Dermatologica dell’Università di Padova.È stato Research Fellow pres-so la Boston University negli Stati Uniti. Ha conseguito un Dottorato di Ricerca presso il Dipartimento di Pediatria

dell’Università di Padova. È docente presso la Scuola di Specializzazione in Dermatologia dell’Università di Padova. I suoi interessi di ricerca sono la prevenzione del melanoma maligno, la chirurgia dermatologica e il laser, la derma-tologia pediatrica. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche internazionali e relatore ai principali congressi di dermatologia. Riceve presso il poliambulatorio Romano Medica a Romano d’Ezzelino tel. 0424 33477 - www.edoardozattra.com

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Salute | Aprile 2014 | 21

Alcune manifestazioni cutanee post-menopau-sali sono invece direttamente correlate alle variazioni dell'assetto ormonale, infatti il calo degli estrogeni e l'aumento relativo degli andro-geni determinano variazioni nella composizione cutanea: un' atrofia cutanea che si traduce in un progressivo assottigliamento della cute, la diminuzione della quantità di collagene e fibre di elastina a livello del derma con conseguente diminuzione di tono ed elasticità della pelle, il deficit della barriera cutanea con aumento della perdita di acqua attraverso l'epidermide e con-seguente secchezza della pelle e delle mucose. Questa secchezza cutanea può dar luogo ad irritazioni e prurito cronico pertanto è impor-tante idratare abbondantemente ogni giorno la pelle con prodotti specifici contenenti lipidi che ripristinino la barriera cutanea e detergere deli-catamente il corpo prediligendo prodotti delicati e non schiumogeni. Contrariamente a quanto si pensi comunemente, bere molto non migliora l'idratazione cutanea, pur essendo un'azio-ne fondamentale per la corretta funzionalità renale e intestinale: infatti l'acqua assunta in eccesso verrà eliminata con il sudore, l'urina e non andrà a migliorare lo stato di idratazione della pelle. Anche gli annessi cutanei (peli e capelli) risen-tono delle modificazioni ormonali in menopau-sa. In una certa misura è normale, col passare degli anni, assistere ad un assottigliamento dei capelli, ad una riduzione della velocità di crescita e ad una diminuzione della loro den-sità ed è altrettanto fisiologica la diminuzione (talora la quasi completa scomparsa) dei peli in alcune zone del corpo come le ascelle e il pube. Tuttavia quando la ridotta densità di capelli diventa un vero e proprio diradamento a livello del cuoio capelluto si deve prendere in consi-derazione l'ipotesi di una caduta patologica, causata dall'aumento relativo del testostero-ne nel sangue, detta alopecia androgenetica. L'alopecia androgenetica riguarda poco meno del 30% delle donne in menopausa e comprende tre gradi di severità: dal semplice aumento di ampiezza della scriminatura centrale (campa-nello d'allarme può essere la scottatura della “riga” dopo l'esposizione solare) al diradamento vero e proprio con esposizione del cuoio capel-

luto. Nei casi di alopecia androgenetica fem-minile conclamata, comprovata da alterazioni nel profilo ormonale, si renderà necessaria una terapia ormonale, associata eventualmente a trattamenti dermatologici per correggere l'a-spetto estetico. L'aumento degli androgeni in menopausa può causare da un lato la caduta dei capelli ma dall'altro lato può essere responsabile anche di un aumento della peluria in sedi normalmente non caratterizzate da peli nella donna, come il volto, la regione pre-sternale e il dorso (si parla in questi casi di irsutismo). Il trattamento più efficace per la rimozione di questa peluria è il trattamento con il laser specifico.Il passare degli anni e la menopausa contri-buiscono anche a rilassare il tono delle pareti vascolari, oltre che il tono cutaneo: prova ne è la frequenza dei disturbi a carico delle vene, specialmente agli arti inferiori. L'insufficienza venosa cronica causa un ristagno di sangue nelle vene delle gambe con conseguente for-mazione di varici, teleangectasie e capillari dila-tati, dermatiti da stasi, secchezza localizzata, porpora, dermatiti purpuriche ed antiestetiche macchie scure. In questi casi, oltre a sottoline-are l'importanza di effettuare regolare attività fisica che migliori il ritorno venoso dalle gambe, si consiglia di utilizzare calze elastiche nei casi più severi e di consultare il dermatologo o l'angiologo per un'eventuale terapia medica, chirurgica o laser che possa migliorare l'aspetto funzionale del circolo periferico in primo luogo ma anche l'aspetto estetico delle gambe.Un fenomeno legato alla menopausa è quello delle vampate o flushing, causate dagli sbalzi ormonali e piuttosto frequenti soprattutto nella prima fase della menopausa. Questa sintoma-tologia determina una vasodilatazione con peg-gioramento di tutte le manifestazioni cutanee vascolari (couperose, teleangectasie, rossore al collo e al decolléte). Il fenomeno può essere contenuto tramite appositi supporti farmaco-logici e/o integratori ma può essere prevenu-to anche con semplici accorgimenti pratici: è sconsigliata l'esposizione a fonti di calore come piscine termali, saune, bagno turco, lampade UV e l'esposizione solare intensa, soprattutto nelle ore centrali della giornata.

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Quartiere | Settembre 2013 | 2222 | Aprile 2014

Nel quartiere di S. Vito è stato ultimato il primo (e ad oggi unico in tutta Bassano) edifici,o denominato “Green Home”, costruito secondo il Regolamento Edilizio So-stenibile (RES) del Comune di Bassano.L’iniziativa è stata sviluppata dalla Costruzioni Debiasi s.r.l, impresa Trentina con sede in Riva del Garda che da più di 15 anni opera anche nel Bassanese.L’azienda, oltre ad essere una dei 46 soci fondatori del Green Building Council Italia (GBC), ente che si occupa puramente di sostenibilità edilizia, è leader a livello na-zionale nella costruzione di edifici altamente sostenibili, con all’attivo la realizzazione delle due prime scuole in Europa realizzate secondi i rigidi parametri del protocollo americano LEED (Leadership in Energy and Environmen-tal Design, il più impegnativo e completo protocollo di so-stenibilità edilizia al mondo), con il grado Gold, oltre ad un terzo edificio con il grado Silver.L’edificio in Bassano, situato tra le vie Reatto, Isonzo e Cogo è composto da due eleganti palazzine contornate da giardini privati e confinate da un muro di cinta lungo tutto il perimetro.Ma cosa prevede questo “Regolamento Edilizio Sostenibi-le” emanato dal nostro comune? È un protocollo che par-la di prestazioni energetiche ed ambientali degli edifici.Tale regolamento ha lo scopo di favorire e disciplinare lo sviluppo edilizio sostenibile nel territorio comunale indi-rizzando i fruitori ad un utilizzo di metodi, di tecnologie e materiali finalizzati al minor uso di risorse naturali e ad un ridotto impatto ambientale.La progettazione deve prestare una particolare atten-zione al rapporto dell’edificio con l’ambiente esterno (il sito, le condizioni climatiche locali, ecc) e con l’ambiente interno (inquinamento da gas radon ed elettrosmog, ma-teriali, rumore, ecc).Gli obiettivi che l’Amministrazione comunale si prefigge con il nuovo Regolamento sono:

a) perseguire uno sviluppo sostenibile del territorio che soddisfi i bisogni delle generazioni presenti, senza compromettere la possibilità delle genera-zioni future di soddisfare le proprie necessità, e che salvaguardi il comfort abitativo e la salute dei citta-dini;

b) incentivare una metodologia di sviluppo edilizio premiando gli interventi edilizi che adottano metodi, tecnologie e materiali sostenibili;

c) disincentivare interventi che presentano minore sensibilità in materia energetico ambientale;

d) attribuire un riconoscimento ai fabbricati che conse-guono una qualità ambientale.

Il documento risulta strutturato con i riferimenti norma-tivi ed i requisiti minimi da attuare obbligatoriamente o volontariamente a seconda della tipologia dell’intervento edilizio proposto.

Ai singoli requisiti costruttivi assunti volontariamente viene attribuito un punteggio che, considerato con la classe energetica dell’edificio, concorre a definire un ri-conoscimento di merito dell’immobile.Le norme che definiscono i requisiti di qualità e sosteni-bilità in edilizia sono distinti in cinque parti:

1. analisi del sito e dispositivi bioclimatici

2. prestazioni energetiche degli edifici

3. materiali e tecniche ecocompatibili

4. efficienza energetica degli impianti

5. punteggi, incentivi e targa di qualità

che sono verificati direttamente in cantiere da tecnici incaricati dal comune.Da qui sono scaturiti gli studi, poi applicati nella costru-zione sopra menzionata, atte a minimizzare i consumi ed aumentare le prestazioni sull’orientamento dell’edi-ficio, sull’illuminazione naturale, sul controllo dall’om-breggiamento estivo, sulle elevate prestazioni termiche ed acustiche di tutta la casa e dei serramenti, sull’ab-battimento dei ponti termici, sulle coperture ventilate, sull’uso di veri materiali ecocompatibili, sulla riduzione dell’effetto del gas radon, sulla permeabilità dei suoli e sulla riduzione del consumo di acqua potabile, sul recu-pero delle acque piovane, sulla protezione dal rumore e dall’inquinamento elettromagnetico all’interno degli edi-fici, sull’utilizzo di impianti solari termici e fotovoltaici.

Nello specifico nella residenza “Green Home” sono stati installati 20 mq di pannelli solari termici; un impianto fotovoltaico da 15,2 kW in grado di coprire tutti i con-sumi delle apparecchiature comuni oltrechè di vendere corrente all’esterno e godendo inoltre per 20 anni dei contributi statali che verranno addebitati mensilmente sul conto condominiale; una vasca di raccolta dell’ac-qua piovana da 35.000 litri per l’irrigazione dei giardini privati; utilizzati legni provenienti da foreste certificate e ceramiche con contenuti di riciclati; pitture, colle e altri materiali con bassi contenuti di COV (Componenti Orga-nici Volatili, dannosi per la salute degli occupanti gli edifi-ci); applicati degli standard di abbattimento acustico sia all’interno dell’edificio che per i rumori che provengono dall’esterno in grado di aumentare l’abbattimento acusti-co in maniera considerevole rispetto a quanto previsto dalla normativa italiana odierna (anche più del 50% !!!), e molto altro.

Speriamo che a questa costruzione modello, tecnica-mente ed eticamente al passo con i tempi, ne seguano altre costruite con la stessa filosofia in modo da poter dare al nostro territorio il giusto rispetto ed in modo da poter diventare esempio “sostenibile” per tutto il Veneto.

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Stefano Cimatti Sindaco ?????????????????????? | Settembre 2012 | 24

I I tre gruppi di San Vito, Ana Montegrappa, Reparto Donatori di Sangue e AIDO, col-

gono l’occasione di questa pubblicazione di San Vito In…Forma per segnalare alcune notizie che ritengono importanti.L’anno prossimo ci sarà il rinnovo del con-siglio direttivo dei tre gruppi, quindi già fin d’ora invitiamo quanti vogliano rendersi utili a candidarsi come consigliere. Rinnoviamo anche l’invito a tutti i soci di segnalare il pro-prio nominativo in sede per partecipare alle attività dei tre gruppi, secondo le esigenze che di volta in volta si presentano, tenuto conto della disponibilità e delle aspirazioni di ogni socio o simpatizzante.Inoltre, per sabato 3 maggio stiamo orga-nizzando per una raccolta alimenti presso il supermercato Aliper di via San Giovanni

Bosco: anche qui rinnoviamo il nostro invito a chi può di dare una mano a servizio di chi ne ha bisogno.Nei giorni dal 9 all’11 maggio ci sarà la con-sueta Adunata Nazionale, che quest’anno si terrà a Pordenone: come sempre partecipe-remo e, allo stesso tempo, chiediamo a tutti i nostri soci di condividere anche gli altri festeggiamenti delle nostre associazioni (ad esempio, la festa del donatore in cima grap-pa a luglio…).Quest’anno inoltre abbiamo in programma di inaugurare la nostra nuova sede, dove ci siamo trasferiti verso la fine dell’anno

scorso, nella nuova palazzina che è stata costruita all’interno Centro Polifunzionale di via Col Moschin. Questa nuova sede è il culmine di un lungo percorso iniziato nel 2010, quando l’allo-ra nuova amministrazione comunale di Bassano, per risolvere alcuni problemi di accessibilità e di utilizzo della vecchia sede, ha prospettato al consiglio direttivo dei tre gruppi questo spostamento. Prima di procedere ai festeggiamenti vorremmo con-cludere il “trasloco” con la posa di un masso e di un nuovo pennone, dove far garrire il nostro Tricolore: per far questo dobbiamo continuare con i colloqui (peraltro già a buon punto) con le altre associazioni che “vivono” in questo nostro bel centro socio ricreativo.La sala principale della nuova sede vede una superficie di 103 mq, per un totale di 99 persone ospitabili, mentre precedentemen-te la superficie permetteva una capienza di circa 60 persone; la sede, inoltre, è fornita di una cucina con locale separato per il lavag-gio, ampio deposito ed un piccolo ufficio. Accanto alla sala inoltre vi sono i servizi igienici, e l’accesso al piano interrato è faci-litato anche tramite l’utilizzo di un ascen-sore; in aggiunta, al piano terra, i tre gruppi dispongono di un deposito in cui accatasta-re le proprie griglie e le attrezzature pesanti.Cogliamo in questa sede l’occasione di rin-graziare i soci che ci hanno preceduto e che, con i loro sforzi e sacrifici, ci hanno permesso di arrivare fino ad oggi: è con il loro esempio che sappiamo di dover andare sempre avanti e cercare di fare in ogni caso del nostro meglio.La sede è aperta dal giovedì al sabato, dalle ore 15.00 alle 19.00; inoltre - saltuariamen-te - siamo presenti qualche domenica, dalle ore 10 alle 12.00, per il rinnovo dei bollini dei soci alpini.Per i gruppi l’attività principale è la solida-rietà, che, come per le altre attività, vede la collaborazione e la coesistenza di tutti i

24 | Aprile 2014 | Alpini

Un bilancio delle attività passate e future

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Aprile 2014 | 25

tre gruppi. Prova ne sono state le raccolte di alimenti in occasione della giornata della colletta alimentare organizzata dal Banco Alimentare e l’ulteriore raccolta “straordina-ria” organizzata direttamente dai tre gruppi poco prima di Pasqua.Dopo una lunga ma proficua discussione – volta ad evitare il replicarsi di iniziative simili, al fine di non “abusare” della gene-rosità delle persone – si è deciso di ripro-porre anche quest’anno la “nostra” raccolta fondi, che, come già anticipato all’inizio, sarà sabato 3 maggio. Come per gli anni scorsi tutto il materiale raccolto sarà consegnato al Centro di Ascolto ed Aiuto di Viale delle Fosse.Inoltre, come da statuto delle singole asso-ciazioni, i tre gruppi si impegnano nella costante attività di propagandare il tema della donazione, di sangue e di organi e tessuti, cercando di ampliare sempre più la nostra grande famiglia di donatori e ricor-dando sempre che ognuno può essere por-tavoce verso amici, parenti e colleghi di lavoro dei nobili valori che muovono noi donatori a fare ciò che facciamo, in modo disinteressato e gratuito.I nostri soci attualmente sono circa 800, residenti e non nel quartiere di San Vito: i

soci possono anche appartenere a più di un gruppo, proprio per dimostrare questa nostra unione e “vicinanza”. Dei soci, circa 200 sono inquadrati nel Gruppo Alpini (alpini in congedo e amici degli amici); il Gruppo Donatori di Sangue conta circa 200 soci donatori, attivi o onorari che

mantengono sempre alto il nostro numero annuale di donazioni di sangue; nel gruppo AIDO si contano invece circa 500 soci.Vogliamo ringraziare il Consiglio di Quartiere di questa occasione di far sentire la nostra voce e rinnoviamo sempre la nostra dispo-nibilità a partecipare attivamente alla vita del NOSTRO Quartiere.Un saluto a tutti.

Il consiglio direttivo

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La scuola calcio e i tornei primaverili

26 | Aprile 2014 | Sport

La stagione invernale appena terminata ha visto una delle nostre squadre gio-

vanili, i Pulcini 2004, vincere e convincere al primo torneo organizzato dal settimanale “SPORT Quotidiano” intitolato quest’anno a Gian Mauro Anni. I nostri ragazzini si sono imposti contro squadre del calibro di Marosticense, Stoccaredo e Colceresa.E come di consuetudine l'arrivo della bella stagione ha dato il via ai Tornei di calcio primaverili presso i campi di gioco del ter-ritorio bassanese. Anche i giovani calciatori biancorossi stanno partecipando, con pas-sione, alle sfide contro i pari età delle altre compagini del comprensorio.Lo spirito di competizione, le gioie e le dif-ficoltà vengono condivise fra i ragazzini in campo e coinvolgono anche gli allenatori e, sugli spalti, gli infaticabili genitori che seguono con tanta passione i propri figli. Al tepore del sole primaverile le grida dei

ragazzini trasmettono entusiasmo e tra-sporto anche a tutto lo staff sportivo della Società che ha lavorato nei mesi invernali per preparare al meglio i giovani atleti. Nei Tornei primaverili, in base alla categoria delle squadre che vi partecipano, oltre al match calcistico le norme FIGC prevedono che sia associata anche l’attività ludico motoria che è fondamentale per uno svi-luppo più completo dei piccoli calciatori.La Scuola calcio dell'A.S.D. San Vito Bassano quest’anno è composta da 9 squadre e, di conseguenza, l’organizzazione e la parte-cipazione ai vari tornei impegnano note-volmente la dirigenza e tutti i collaboratori della Società. Ma lo sforzo profuso è, come abbiamo sempre sostenuto, il nostro migliore inve-stimento. Si tratta di uno sforzo fisico ed economico a favore dei ragazzi e che richie-de il supporto dei genitori: cerchiamo l'aiuto

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di tutti e le nostre porte, per una effettiva collaborazione, sono sempre aperte.Il San Vito ha pure due formazioni che militano nella Lega Nazionale Dilettanti: gli Juniores e la Prima squadra e natural-mente anche queste realtà sono una com-ponente importante del nostro Sodalizio. Gli Juniores, squadra estremamente com-battiva, non hanno raggiunto finora gli obiettivi prospettati ad inizio stagione ma certamente, nel girone di ritorno, faranno pesare maggiormente l'esperienza matu-rata e la loro carica agonistica.La Prima squadra, dopo un avvio di stagio-ne bruciante, ha sofferto durante il perio-do invernale a causa di numerosi infor-tuni e di alcune decisive squalifiche per somma, talvolta evitabile, di ammonizioni. Fortunatamente la rotta è stata invertita, i ragazzi stanno recuperando alla grande e una serie di vittorie può farci raggiungere un posto al sole nella classifica finale.

Sport | Aprile 2014 | 27INFO: Segreteria di via Col Moschin

mercoledì e venerdì

dalle 18.00 alle 19.00

Tel. 0424 513297

[email protected]

www.asdsanvitobassano.com

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