MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii...

40

Transcript of MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii...

Page 1: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 2: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 3: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

MMeessccoollaattoo aaii ppaassttoorrii

3

Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non

ricevere più la posta natalizia inviata in modo

tradizionale. Internet, tweet, whatsapp,

smartphone, face book, skype ecc. obbligano

anche te ad adeguarti al progresso. Tuttavia

anche tu ameresti riceverne ancora qualcuna

di quelle vecchio-stile, una di quelle che si

imbucano con la complicità della Maestra e

della mamma. Fra tante letterine che ricevevi

e che leggevi con amorosa attenzione,

eccotene una che arriva da Vigo di Cadore.

Te la scrive il pastore del tuo gregge: nota

bene, Signore, del TUO gregge! Davanti al

presepio è commovente osservare

l’adorazione dei pastori cui si associano, a

modo loro, anche le pecore: tutti compresi di

ciò che stanno osservando e vivendo. Un

bambino che è un “niente di peso”, due

giovani sposi incantati, una mini-famiglia che

se ne sta lì, SENZA parole, perché in mezzo

ad essi c’è abbastanza PAROLA, Colui che

verrà chiamato LA PAROLA, il VERBO.

Accarezzano con lo sguardo quelli che

condividono l’evento lieto che si è

concretizzato. La gioia per la nascita non è

soltanto ed esclusivamente loro ma si è già

propagata nei dintorni. Ha contagiato perfino

il cielo, dato che sembra di sentire la voce

degli angeli che cantano e danzano per

quanto è accaduto. Mi metto tra quei pastori

prima di tutto perché mi piace “l’odore delle

pecore”. Sì, lo so che è una mia debolezza

che mi porto dietro dall’infanzia: non mi ha

mai ripugnato “puzzare di pecora”. Però

anche Papa Francesco ha detto ai vescovi e

ai preti che non è un cattivo odore, anzi, che

lo si deve sentire, che lo si deve “indossare”.

In un mondo che propone i profumi più

sofisticati e più penetranti, non è bello che

qualcuno faccia una proposta del tutto

opposta? Non è bello che questa immagine

serva a dire in poche righe quello che

intercorre tra il sacerdote e la sua comunità?

A godere quello spettacolo “poco celeste e

molto terreno” (per usare il titolo di un

simpatico film con Bud Spencer), lo

spettacolo di una coppia col suo neonato

“deposto in una mangiatoia”, si sono

presentati per primi coloro che avevano

ricevuto l’invito espressamente: sempre loro,

sempre i pastori. Non hanno tirato fuori le

solite scuse del freddo, della notte,

dell’essere poco graditi al resto della gente.

Hanno obbedito e sono andati là, solo a

vedere cosa veramente stava succedendo.

Hanno trovato, e si sono sentiti privilegiati di

avere il primo posto, loro che, di solito, non

venivano neanche creduti in tribunale perché

ritenuti furbacchioni e imbroglioni. Forse per

lo stesso motivo che ha spinto la nostra

gente a coniare il proverbio “coi preti e coi

pastori non c’è da mettersi a discutere”.

Spero che mi sentano collega di lavoro i

custodi delle greggi di quella notte di 201 4

anni fa, e che mi diano la possibilità di

inginocchiarmi davanti alla capanna di

Betlemme, in mezzo a loro. Spero che

sappiano che anch’io, come loro, non finisco

mai di fare le meraviglie quando vedo le cose

grandi che si fanno piccole, i misteri immensi

che diventano briciole. Il mondo – e io non

sono esente – tende a fare il contrario:

gonfiare ciò che è meschino, imbastire

grandezze con le cose da poco. Dio sceglie

l’altra strada, quella di assomigliare a noi “in

tutto, fuorché nel peccato”.

il Pievano

Page 4: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

Monsignor Giovanni Maria Longiarù ci ha sempre voluto un gran bene, un

bene da “burbero benefico”. Ecco come si esprimeva nel bollettino del

febbraio 1958, dopo alcuni mesi di stanchezza e di inattività. Fare commenti

a un pezzo così espressivo sarebbe rovinare l’attualità dei richiami e la

veemenza della verità!

4

Page 5: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 6: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 7: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 8: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 9: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

famil iare in Occidente non è quellaafricana e asiatica. In Asia ci sonomoltissimi matrimoni misti e con noncredenti, in Africa si rifiuta l 'omosessualitàe ci sono famiglie poligamiche. Per questoi vescovi hanno un registro diversoquando parlano delle famiglie.

Chiave 3. - Papa Francesco è rimasto insilenzio. Voleva ascoltare e non vuolepronunciarsi finché i temi trattati nonsaranno maturati e non verranno espostimeglio nel prossimo Sinodo ordinario del2015.I testi approvati sono “documenti dilavoro” che continueranno ad esserestudiati nel prossimo Sinodo. Si cerca diconiugare la “misericordia” di Dio conl'accompagnamento della Chiesa a “tutte”le famiglie, qualunque sia la lorosituazione, con la dottrina immutabile,derivante dalla Rivelazione sulla famiglia esul matrimonio.

Chiave 4. - Un Sinodo è un organoconsultivo del papa a cui partecipanorappresentanti di tutte le ConferenzeEpiscopali. Serve per riunirsi con il papa edibattere temi attuali, come in questo casoil tema della famiglia. È quello che sichiama vivere la “sinodalità” o“collegial ità”, detto con l'espressione delConcil io, ovvero “camminare insieme” evivere la corresponsabil ità nella vita dellaChiesa sotto Pietro, o con Pietro.

Chiave 5. - In tutti i Sinodi – come èavvenuto nel Concil io – esistonoinfiltrazioni nella stampa soprattutto suquestioni che possono colpire il pubblico,

come il tema degli omosessuali o deidivorziati. Le agenzie internazionalidiffondono queste infiltrazioni, e risultacome se fossero opinioni del Sinodo. È ilgioco attuale del mondo dellacomunicazione: “se non racconti cosestrane non ottieni un titolo”. Nei Sinodi,già al l 'inizio i media dividono i Padrisinodali in “progressisti” e “conservatori”.È sempre la stessa cosa. I conservatorisono logicamente quell i del la Curia, e iprogressisti i Padri sinodali che ottengonoprotagonismo perché rompono in qualchemodo con la dottrina tradizionale. Inquesto Sinodo il cl ima è stato buono,anche se con le logiche e normalidiscrepanze.

Chiave 6. - Una cosa è la comprensione el'accompagnamento delle famiglie vivendocon loro il dolore di una crisi o di situazioniirregolari, un'altra è accettare questesituazioni irregolari come se avessero ilbeneplacito della Chiesa. Il Sinodo èvenuto a cambiare non la dottrina, ma lapastorale.

Chiave 7. - Il messaggio del Sinodomanifesta come Cristo passi per le stradee per le case mostrando la “bellezza” dellafamiglia riflessa nella testimonianzaquotidiana che offrono molte famiglie al laChiesa e al mondo con la loro fedeltà, laloro fede, la loro speranza e il loro amore,malgrado le difficoltà. “Si assiste, così, anon poche crisi matrimonial i, affrontatespesso in modo sbrigativo e senza ilcoraggio della pazienza, della verifica, delperdono reciproco, della riconcil iazione eanche del sacrificio”.

9

Page 10: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

10

Chiave 8. - Pensiamo, dice il Messaggio

del Sinodo, al le “difficoltà economiche

causate da sistemi perversi. Pensiamo al

padre o alla madre disoccupati, impotenti

di fronte alle necessità anche primarie

della loro famiglia, e ai giovani che si

trovano davanti a giornate vuote e senza

attesa, e che possono diventare preda

delle deviazioni nella droga o nella

criminalità”. Pensiamo alle famiglie povere,

a quelle profughe, a quelle perseguitate

per la fede, che soffrono le guerre, al le

donne che subiscono violenza, agli abusi

su bambini e giovani.

Chiave 9. - Gesù Cristo non è andato a

cercare i buoni, ma i pubblicani e i

peccatori. Bisogna uscire verso le periferie,

senza trascurare le famiglie che fungono

da modello e testimonianza ad altre

famiglie. “Il vertice che raccoglie e

riassume tutti i fi l i del la comunione con

Dio e col prossimo è l’Eucaristia

domenicale, quando con tutta la Chiesa la

famiglia si siede alla mensa col Signore.

Egli si dona a tutti noi, pellegrini nella

storia verso la meta dell’incontro ultimo

quando 'Cristo sarà tutto in tutti ' (Col

3,11). Per questo, nella prima tappa del

nostro cammino sinodale, abbiamo

riflettuto sull’accompagnamento pastorale

e sull’accesso ai sacramenti dei divorziati

risposati”.

Chiave 10. - Il Sinodo non mette in

discussione la dottrina, ma riflette sulla

pastorale, ovvero sul discernimento

spirituale per l 'applicazione di questa. La

misericordia non elimina i comandamenti.

La sessualità deve essere affrontata in

modo positivo, perché si parla tanto degli

aspetti negativi della sessualità al di fuori

del matrimonio che sembra che la

sessualità matrimoniale sia una

concessione a un'imperfezione.

Chiave 11. - L'amore tende per propria

natura ad essere per sempre, fino a dare

la vita per la persona amata (cfr. Gv 15,

13). “L’amore coniugale, unico e

indissolubile, persiste nonostante le tante

difficoltà del l imite umano; è uno dei

miracoli più bell i, benché sia anche il più

comune”. L'amore non è solo

procreazione, ma anche educazione nella

fede dei figl i. L'amore è “un dono di beni,

di compagnia, di amore e di misericordia,

e anche una testimonianza di verità, di

luce, di senso della vita”.

Chiave 12. - Il matrimonio, afferma il

Messaggio sinodale, è un'autentica

vocazione, e in quanto tale richiede fedeltà

e coerenza. Il cammino di preparazione al

matrimonio deve essere lungo,

personalizzato e serio, senza paura che

diminuisca il numero di matrimoni

celebrati in chiesa. La crisi di valori e il

secolarismo ateo, erodono la famiglia e

modificano i valori di unione tra l 'uomo e

la donna.

Salvador Aragonés

[Traduzione a cura di Roberta

Sciamplicotti]

Page 11: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

Il 2014 per il CAI di Vigo è stato

un anno intenso, ricco di attività e grandi

soddisfazioni. Il soci guidati da Marco De

Nicolò hanno messo in campo una ricca

serie di iniziative tutte tese a valorizzare il

nostro territorio e a rilanciarlo sia dal

punto di vista escursionistico che turistico.

Si è iniziato con la Settimana Nazionale

dell’Escursionismo per poi passare alle

gite sezionali e con quelle organizzate per

i ragazzi del GREST.

Importanti lavori di manutenzione sono

stati poi eseguiti al bivacco Spagnoll i sotto

i Ciadin, con la sistemazione e

tinteggiatura del tetto nonché la pulizia e

il rinnovo delle suppellettil i del l’interno.

In autunno è stata ultimata la pulizia dei

sentieri di competenza e la nuova

tabellazione della “Via dei Forti”, cioè il

col legamento escursionistico tra il forte

del Tudaio e il museo all’aperto di Col

Ciampon con il fortino di M. Miaron e

Lorenzago.

Si tratta di un percorso che

permette di attraversare la

catena Tudaio-Brentoni con

possibil ità di visitare tutti

quegli apprestamenti difensivi

della così detta “Linea Gial la”,

realizzati durante la Grande

Guerra: i l forte del Tudaio,

Ciampon e Pian Poeca con la

piattaforma della stazione

intermedia della teleferica

Piane-Tudaio; quindi le trincee

di Adiès, la strada mil itare

Pramossei-Zergolon con salita

al bivacco Spagnoll i (sito della

baracca mil itare del 1917) con

le trincee sulle forcelle. Quindi

attraverso l’antica “Strada delle Fede”

attraversare le “Lavine de Selva” sotto i

Brentoni per arrivare a Camporosso e

Razzo e da qui a Doana per poi scendere

al Mauria per Col Pioi e Costa Bordonà

lungo il sentiero dei contrabbandieri e

infine poter visitare “l’appuntamento” del

M. Miaron oppure scendere a Lorenzago

lungo la “Via del Papa” passando per le

difese di Mezzarazzo e Sasso Croèra. Una

serie di itinerari escursionistici attraverso

luoghi intrisi di storia in un ambiente

incontaminato e per certi versi selvaggio.

11

IILL CCAAII DDII VVIIGGOO DDAALL BBIIVVAACCCCOO SSPPAAGGNNOOLLLLII

AALLLLAA VVIIAA DDEEII FFOORRTTII

in visita a Laggio

Si fa manutenzione al tetto del bivacco Spagnolli

Page 12: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 13: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 14: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

14

AANNAAGGRRAAFFEE PPAARRRROOCCCCHHIIAALLEE

Defunti

De Martin Rossella, anni 60, i l 1 0.04.201 4

Da Rin Zoldan Teresa, anni 84, i l 28.04.201 4

Mancini Gino, anni 86, i l 1 .05.201 4

Piazza Silvio, anni 90, i l 1 2.06.201 4

Pilotto Pesci Vittorio, anni 79, i l 25.07.201 4

Da Rin De Lorenzo Francesco, anni 71 , i l 4.08.201 4

Da Rin Della Mora Marcella, anni 96, i l 1 2.08.201 4

Da Rin Delle Lode Claudio, anni 84, i l 21 .09.201 4

De Podestà Bell ina Rudy, anni 48, i l 7.1 0.201 4

Micel l i Anna Clorinda, anni 98, i l 1 4.1 1 .201 4

Aldo Da Rin Pister, anni 77, i l 24.1 1 .201 4

Rossella De Martin

Anna MicelliRudy De PodestàBellina

Claudio Da RinDelle Lode

Marcella Da RinDella Mora

Francesco Da RinDe Lorenzo

Vittorio Pilotto Pesci

Silvio PiazzaGino ManciniTeresa Da Rin Zoldan

Aldo Da RinPister

Page 15: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 16: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

Leggiamo nella vita di S.Pio X che, anche da Papa, dai suoi familiari,

soprattutto dalle sorelle veniva chiamato “Bepi”. Un affetto spontaneo lega

sempre le persone di una stessa famiglia, e non sono certo i titoli o la carriera a

oscurare il sentimento e la semplicità.

Il nostro “Don” Alessandro Coletti per tanti di Laggio è rimasto Alessandro,

perché lo ricordano ancora piccolino; come per i ragazzi che lo hanno avuto

animatore giovanile è diventato “Aled”; perfino il sottoscritto ce l’ha con questo

simpatico nomignolo nella sua rubrica telefonica!

La buccia – diciamo così – è la stessa; ma la sostanza è diventata altro. Dal 14

giugno 2014 lui è “presbitero”, prete insomma, e cosa ha innescato la sua

ordinazione sacerdotale lo sanno tutti quelli che hanno preso parte alla

cerimonia a Belluno.

Prima di tutto bisogna provare stupore davanti ad una vocazione che matura e

sfocia nella consacrazione definitiva. Lo stupore davanti al mistero di Dio che

lavora nel segreto, senza scoop giornalistici, ma lavora sodo quando ha

destinato un suo figlio a seguirlo nella vita sacerdotale.

Nei pochi anni in cui ho svolto il compito di rettore del Seminario provavo

questa forte emozione ogni volta che vedevo i seminaristi in cappella mentre

pregavano o adoravano l’Eucaristia o salmodiavano o prestavano l’orecchio alle

parole del Padre spirituale. “CHI” li ha condotti in questo luogo di riflessione –

16

DDoonn AAlleessssaannddrroo CCoolleettttii

Page 17: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 18: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 19: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

Restauro conservativo della Chiesa di San Daniele(a cura dell’arch. Cristiano Da Rin Bettina)

I l programma di restauro della chiesa è iniziato ancora nell ’estate del

2011 con l’accatastamento della stessa presso l’Agenzia del Territorio di

Belluno, la stesura del progetto che inizialmente prevedeva anche il

restauro degli intonaci esterni, presentato al Comune, al la

Soprintendenza ai Beni Architettonici di Venezia ed alla Commissione

d’Arte Sacra Diocesana e varie domande di contributo, purtroppo non

tutte andate a buon fine.

I lavori sono stati affidati ad una Ditta accreditata presso la

Soprintendenza di Venezia: Impresa Consolrestauri di Farra d'Alpago e

sono iniziati i l 01 .09.201 4.

E' stato rimosso il manto di copertura in lamiera ondulata, ormai

fatiscente, e pure il tavolato in legno inferiore. Questa operazione ha

messo a nudo le capriate in legno che sostengono la copertura, per cui è

stato possibi le trattarle con prodotti conservativi , al fine di migl iorarne la

durata e l 'elasticità. Alcune travature in pessimo stato di conservazione

e marcescenti sono state sostituite.

E' stato poi posato i l tavolato di supporto della copertura, in tavole di

San Daniele oggi

19

Page 20: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

20

legno di larice e stesa una guaina idrorepellente traspirante al di sopra di

questo. Sono state realizzate le grondaie , le calate (pluvial i) e le

scossaline in lamiera di rame naturale.

Al di sopra dell 'impalcato è stato steso uno strato di lamiera grecata

coibentata colore testa di moro. Questo strato costituisce una barriera di

sicurezza pressoché assoluta al le infi ltrazioni d'acqua che dovessero

scendere dal manto definitivo in scandola di legno. Inoltre la

caratteristica profi latura garantisce la venti lazione del manto e perciò la

salubrità del lo stesso. Naturalmente questa lamiera è stata completata

con pezzi special i per i l colmo e il displuvio, in modo da rendere ermetici i

punti di giuntura.

AI di sopra di questo strato è stato posto i l manto di copertura inscandole di legno di larice segate, posate "in seconda".Su richiesta dell ’Ufficio Tecnico sono stati previsti ancoraggi disicurezza (Linea Vita) per la manutenzione della copertura ed unimpianto “parafulmine” con i relativi picchetti di dispersione a terraposti al l 'interno di pozzetti , per la particolare localizzazione dellaChiesa, particolarmente esposta alle scariche atmosferiche.A questo lavoro ha provveduto la ditta Elettrodolomiti di Vigo diCadore.L'ultimazione delle opere è avvenuta i l 20.1 0.201 4.

La spesa totale dei lavori comprensiva di accatastamento delfabbricato, progettazione, direzione lavori ed altro ammonta ad Euro55.11 4,25.

I l pagamento verrà effettuato con i contributi e le offerte ricevute daEnti e Privati :

Contributo Europeo GAL Alto Bellunese ��. € 20.1 98,30Comune di Vigo di Cadore �������� “ 1 0.000,00Offerta a ricordo di Giuseppe e NelsoDa Rin Pagnetto e Cesira Trenti ����� “ 1 0.000,00Offerte dei Parrocchiani �������� “ 4.556,50

_____________€ 44.754,80

La differenza a debito è stata coperta con un prestito ottenuto dalFondo di cooperazione Interparrocchiale di Feltre.

Page 21: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 22: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

22

L'anno di nostra Redenzione e Salute 1862.

Nel giorno 16. del mese di Giugno.

Regnando il Sommo Pontefice Papa Pio IX ed

Imperando Francesco Giuseppe l° Imperatore d'Austria.

Ad perpetuam rei memoriam.

Fino da epoca immemorabile esisteva in questo monte un Oratorio intitolato a S. Daniele

Profeta, eretto dalla pietà e dalla fede degli Avi nostri. Tale Oratorio, ricordando pie e

religiose tradizioni, venne mai sempre tenuto in conto di prezioso Santuarietto, e

risguardato siccome luogo di grazie e di benedizioni. Per cui, grande fu in ogni tempo la

devozione professata da questi fedeli e dai fedeli pure delle vicine parrocchie, a questa

stessa Chiesa ed a questo Santo.

Orsono quattro anni tale Oratorio, guastato ed affranto dalla propria antichità, crollava,

con generale rincrescimento di paesani e di forestieri. Da quel momento, un voto, non

meno comune, che ardente, si manifestò di vederlo subitamente riedificato. Animati da

vivo zelo e da vero sentimento religioso gl'infrascritti Signori Fabbricieri e Signori Deputati

prestaronsi solleciti in dar mano all 'opera per la sospirata ricostruzione. Approntati i Mezzi

ed ottenuta la superiore approvazione Ecclesiastica e Civile, finalmente, in questo lieto e

fausto giorno, quassù portaronsi a porre di questa novella veneranda Chiesa la prima

Pietra, benedetta a cura del proprio Sig. Pievano pure infrascritto.

Nella spesa pel compimento di quest'Opera religiosa vi concorsero unanimi il Comune e la

Chiesa Parrocchiale; Quello nell 'importo di Fiorini austriaci 700.00; Questa nell 'importo di

525.00 che costituiscono la somma di Fiorini 1225.00. Dal canto loro offrirono pure il

proprio Obolo tutti questi devoti paesani, altri in denaro ed altri in prestazioni gratuite,

nessuno soffrendo andare escluso dal concorso di un' opera tradizionale sì sacra, sì

rel igiosa, sì pia.

Ci benedica e tutti ci salvi i l nostro Signore Iddio Ottimo e Massimo per le preghiere e

l'intercessione di S. Daniele!

Il Pievano: P. Simeone Del Favero

I Fabbricieri: Da Ronco Cipriano

De Martin Zaccaria

Darin Giuseppe

I Deputati: Dolmen Angelo

Darin Giuseppe

Page 23: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

Sopra un blocco dolomitico privo

quasi di vegetazione, che in lontananza

sembra una protuberanza del Tudaio, sorge la

chiesetta di San Daniele, meta ordinaria di

passeggiate per chi vuoi darsi l'aria di fare una

salita, senza grave rischio e pericolo. Da

Laggio parte una strada militare, che prima

della guerra vittoriosa era un semplice

sentiero, che monta fino a Ciampon, di dove

s'inerpica un sentiero tra rocce e burroni, che

porta fino alla chiesa. Vi si celebra la messa

una volta all'anno, alla fine d'agosto e allora il

piccolo spazio davanti la chiesetta si riempie

di pellegrini venuti da tutte le parti del Cadore.

La leggenda dice che San Daniele si rifugiò

lassù per sfuggire le persecuzioni. E a

suffragio di questa assurda leggenda, si

mostra sul sentiero, impresso nella viva

roccia, lo stampo grossolano di una mano,

dove dicono che il Santo si sarebbe

appoggiato nella faticosa salita.

La verità è molto più semplice. Prima esisteva

una chiesetta più bassa, dedicata a San

Giovanni Battista, Quando questa fu ridotta

dal tempo e dalle intemperie in condizioni

inabitabili, pensarono di costruirne un'altra, più

in alto, per renderla più visibile ai molti devoti

e la dedicarono, forse perché vi fu traslato

dalla chiesa parrocchiale di Vigo un quadro di

San Daniele tra i leoni, a questo Santo, che

probabilmente nella lontana Babilonia non

avrà mai sentito nominare il Cadore. Ci

avevano riferito che sul pianoro sovrastante

alla chiesa, tra i mughi serpeggianti si

23

SSaann DDAANNIIEELLEEI l racconto del Dott. G.L. AGNOLI di Pelos

Page 24: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

aggiravano due camosci. Si decise dunque tra

noi cacciatori di fare una spedizione venatoria.

Alla chiesetta ci fu una breve sosta, per

combinare il piano della battuta, poi, pian

piano, per non muovere i sassi, su, su fino al

pian di Poeca, meta delle nostre speranze.

Il primo posto fu assegnato al più anziano della

compagnia e noi su con ogni riguardo per

evitare ogni rumore che potesse insospettire le

bestie. Improvvisamente due colpi di fucile

lacerarono l'aria. Ci volgemmo e vedemmo il

compagno della prima posta che agitava in

aria il fucile col grido di prammatica: morto!

Ci precipitammo ansiosi di vedere la vittima.

Ma il primo arrivato si volse con un gesto di

desolazione, che ci sorprese e diede ali ai

nostri piedi. Quando fummo sul posto ci

trovammo davanti a un grosso caprone

boccheggiante. Ci guardammo in faccia e

qualcuno aveva una gran voglia di ridere, ma

si tratteneva per non mortificare il compagno, il

quale era già molto depresso e s'affannava a

spiegare come era avvenuto lo scambio. La

caccia era finita e restava soltanto da, salvarci

dal ridicolo e non diventare la favola del paese.

Di trasportare il morto non se ne parlò

neppure. Si decise invece, appena raggiunta la

chiesa, di separarci e per vie diverse di

rientrare in paese.

Ma i montanari sono molto mattinieri, e per i

campi c'erano già dei lavoratori, che dovevano

aver visto qualcuno di noi. Fatto è che pochi

giorni dopo capitò a casa mia un contadino di

Laggio, a reclamare il prezzo della capra. Da

prima cercai di fare l'indiano, ma mi accorsi

subito che il montanaro aveva informazioni

troppo precise sulla nostra spedizione. Pagai

dunque e, ridendo, lo pregai di non propalare

la cosa. Ridendo promise. Ma pochi giorni

dopo la storiella correva sulla bocca di tutti e

tutti, come avviene in queste cose, vi

aggiungevano la propria frangia.

Il più danneggiato fu il tragicida, il quale giurò

che non avrebbe più preso il fucile in mano, e

mantenne la promessa.

24

26 agosto 201 4

Page 25: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 26: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

Don Bosco, il prossimo 16

agosto 2015, «compirà

200 anni»: bicentenario

della sua nascita. Forse

vecchio nel tempo ma non

molto nel suo carisma,

vivo e attuale in quanti

continuano a espandere la

sua opera: salesiani, suore

Figl ie di Maria ausil iatrice,

cooperatori, ex all ievi,

amici, gruppi della

Famiglia salesiana. Don

Bosco ora è presente in

oratori, centri giovanil i,

scuole, missioni, tra i

ragazzi di strada, in case famiglia.

Sognatore, ispiratore, promotore,

educatore, fondatore, comunicatore…

«santo e giovane con i giovani»« indica la

via della santità nell’essere educatori ed

educandi, seguendo «il Vangelo della

gioia attraverso la pedagogia della

bontà».

Duecento anni ci separano da quel giorno

in cui in un piccolo borgo dell 'astigiano,

come frutto dell 'amore di due sposi

profondamente cristiani, Margherita e

Francesco, il Signore ha regalato al

mondo Giovanni Bosco, futuro Padre e

Maestro della gioventù, ancora oggi

conosciuto, amato e venerato in tante

parti del mondo.

Molte sono le iniziative in cantiere per

sottolineare questo avvenimento. Con

gesto davvero paterno l'Arcivescovo di

Torino ha ottenuto di poter inserire nel

corso delle celebrazioni anche

l'Ostensione della Sindone in Cattedrale e

ora abbiamo anche la conferma della

visita di Papa Francesco a Torino il 21

giugno p.v.

Dal 16 agosto 2014 al 16 agosto 2015

sarà davvero un anno ricco di sante

“provocazioni” e di possibil ità di

riflessione per tutti; ci auguriamo di

concretizzarne alcune anche nella nostra

realtà. Queste celebrazioni non vogliono

essere momenti trionfalistici, e nemmeno

semplice evocazione storica, ma

occasione per riflettere sull 'azione dello

Spirito Santo, che ha agito in don Bosco e

continua ad agire oggi.

E' ancora occasione per una seria

26

Il 16 agosto 2014 è iniziata ufficialmente la grandeavventura della celebrazione del Bicentenario dellanascita di Don Bosco, padre e fondatore della nostraFamiglia Salesiana

in visita a Laggio

Page 27: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

riflessione sul delicato tema

dell 'educazione dei giovani, sfida che oggi,

come allora, si fa urgente e preoccupante.

E' soprattutto occasione per una ripresa di

vita cristiana significativa, profonda e al

tempo stesso attiva, testimoniante e

coraggiosa, come ci ricorda spesso Papa

Francesco, al la luce della figura luminosa

di don Bosco.

Per questo accanto al giorno della nascita

ci piace ricordare anche quello del

Battesimo, il 17 agosto 1815. Lasciamo

agire in noi i l dono della grazia

battesimale.

Possiamo dire che don Bosco ha iniziato la

sua avventura da quando aveva nove

anni: «A quell’età ho fatto un sogno, che

mi rimase profondamente impresso nella

mente per tutta la vita: «…Renditi umile,

forte e robusto!…A suo tempo tutto

comprenderai». Sono state indicazioni

celesti, in seguito confermate anche da

altri sogni. Per esempio, si trovava a

Barcellona in Spagna a chiedere elemosina

per i suoi missionari. In un sogno intravide

una lunga linea geografica che

congiungeva Santiago del Cile a Pechino

in Cina attraversando l’Africa con centinaia

di presenze salesiane indicate nel globo

terrestre.

Desideriamo quindi per questo anno

giubilare offrire a ciascuno questo

messaggio/impegno: riscoprire la gioia di

essere figl i di Dio, chiamati ad una

eternità felice, generosi compagni di

viaggio con quanti ci camminano accanto,

solleciti soprattutto verso i più piccoli e

fragil i . Don Bosco ci attende tutti nel

Giardino salesiano del Paradiso, da lui

sognato. Lasciamoci guidare da lui in

questo viaggio della vita. E non

dimentichiamo che è con la protezione di

Maria che egli ha potuto realizzare tutta la

sua opera. Invochiamola anche noi con

fiducia.

Buon anno giubilare e la benedizione di

Don Bosco ci raggiunga tutti!

suor Gabriella

27

Arturo a 1 9 anni

“La Chiesa non ha bisogno di riformatori, ma di santi.” (George Bernanos )

Dunque, una volta per tutte, ti viene proposto un breve precetto: ama e fa

ciò che vuoi. Se tu taci, taci per amore: se tu parl i , parla per amore; se tu

correggi, correggi per amore; se tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la

radice dell 'amore; e da questa radice non può derivare se non il bene.

(Sant’Agostino, Commento alla prima lettera di Giovanni VI I , 7-8)

«Domani non ci sarà più posto per i "piccoli' cristiani" e i "sacerdoti funzionari".Questo ti rianimi e dia le ali (ali serie, non retoriche) alla tua preparazione. Siavvicina l'ora in cui ci sarà ancora "gusto a fare il prete"». (Don PrimoMazzolari a un seminarista)

Page 28: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

70 anni fa , i l 6 giugno 1944, tra i

protagonisti del D-DAY, ovvero dello

sbarco alleato in Normandia, ci fu pure

Arturo Da Rin De Lorenzo “Rial”, nato l’11

agosto 1924 a Joliet nell’Il l inois da

Giobatta (classe 1894) e Teodora Da Rin

Zoldan, entrambi originari di Laggio.

Arturo, assieme ad altri due reduci

novantenni, è stato invitato alla cerimonia

che si è tenuta sulla piazza principale di

Joliet, per l’occasione cosparsa con la

sabbia giunta dalla spiaggia di Omaha,

dove è stato inaugurato un monumento

inviato dalla Francia, sul quale il nostro ha

posto un mazzo di fiori in memoria dei

suoi amici caduti nello sbarco.

Il rappresentante del Governo degli Stati

Uniti, Jerry Weller, gl i ha donato un

nastro di combattimento e due medaglie

commemorative per la campagna mil itare

e per la vittoria, dicendo testualmente: “Il

sig. De Lorenzo è un esempio del

coraggio che fu della miglior generazione

americana e la nostra nazione gli è

debitrice di gratitudine”.

Arturo nel 1942, dopo essersi diplomato,

si arruolò come volontario nella marina

americana, dove frequentò la scuola di

meccanica e motoristica, finendo

imbarcato su un LST 262, il famoso

mezzo da sbarco che poteva trasportare

fino a 500 uomini. Il suo equipaggio,

dopo un lungo addestramento presso

Chesapake (Baltimora), nell’aprile del

1944 raggiunse Falmouth in Inghilterra,

per imbarcare le truppe destinate

all’invasione della Normandia.

“L’operazione era segretissima - ci

racconta - ma intuimmo che la faccenda

stava diventando seria quando fecero

salire a bordo due preti. Il 3 giugno 1944

il tempo era pessimo, ma si partì lo stesso

e quando fummo al largo ci dissero che

stavamo andando in Francia.

Trasportavamo parte della 29a Divisione

di fanteria, destinata alla spiaggia di

Omaha. Il 6 giugno gettammo l’ancora a

poche miglia dalla spiaggia ed iniziammo

le operazioni di sbarco: venivano messe

28

IL CADORINO ARTURO DA RIN DE LORENZO

REDUCE DEL D-DAY FESTEGGIATO IN USA

in visita a Laggio

Page 29: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

in mare delle imbarcazioni più piccole

chiamate Coxswain, con 5 uomini di

equipaggio, con le quali si potevano

portare fin sulla spiaggia 31 uomini

oppure una jeep od altro materiale. Il

primo trasporto fu per noi i l più

angoscioso. Come nel famoso film di

Spielberg, giunti sulla spiaggia

abbassammo il portellone e molti fanti

furono subito investiti dal fuoco tedesco.

Altri, carichi di materiale, a causa delle

buche sul fondo finirono annegati.

Impressionati tentammo di fare

retromarcia per un secondo viaggio, ma il

motore non funzionava più per la sabbia

che era stata aspirata e rimanemmo

incagliati. Tentai più volte di ripulire le

pompe ed i filtri, ma non ci fu niente da

fare, bisognava attendere l’alta marea.

Con il resto dell’equipaggio trovai rifugio

dietro ad un muro di cemento, da dove

potei seguire tutto il calvario della

29aDivisione, che perse il 90% degli

effettivi.

C’erano moltissimi feriti e, quando il fuoco

nemico ce lo permetteva, l i raccoglievamo

e li portavamo al sicuro. Di questi terribil i

momenti mi è rimasto impresso il volto di

un soldato che era rimasto senza il braccio

sinistro. Alle 9 di sera, con l’alta marea,

finalmente riuscimmo al ripartire con un

carico di feriti. Continuammo a sbarcare

uomini per due giorni ed infine il terzo

giorno l’LST toccò la spiaggia per

scaricare molti camion carichi di

munizioni.

L’8 maggio 1945 la guerra finì e due

settimane dopo eravamo già a New York,

poi a Norfolk ed infine in Florida, a

Neworleans, dove fui congedato: dopo 3

anni, 3 mesi e 13 giorni finiva anche per

me la Seconda Guerra Mondiale”.

w.m. – g.d.d.

29

Arturo a 1 9 anni

“Il Natale, bambino mio, è l'amore in azione. Ogni volta che amiamo, ogni

volta che doniamo, è Natale.” (Dale Evans 1912 – 2001)

Una persona grata è grata in ogni circostanza. Un’anima che si lamenta, si

lamenta anche se vive in paradiso. (Anonimo)

Vorrei poter mettere lo spirito del Natale all'interno di un barattolo e poterlo

tirare fuori mese permese, poco alla volta. . (Harlan Miller)

Page 30: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

Il momento di gloria giunse

assolutamente inaspettato e mai più egli

avrebbe pensato che tra quelle crode tanto

amate potesse spuntare una medaglia

d'argento al Valor Mil itare. Della guerra poi

non amava certo parlare, nemmeno a

distanza di tempo e dopo tante lodi meritate,

tagliava corto sostenendo che essa era

sempre inutile e portava alla morte la

migliore gioventù. Eugenio Da Rin Puppel era

fatto così, uomo semplice e leale e tale

rimase fino all 'ultimo giorno della sua vita,

rifiutandosi di indossare l'abito del

protagonista, quel ruolo di primattore che la

storia peraltro, sembrava avergli ritagliato

nei suoi ineffabil i meandri. Nato il 29 agosto

del 1893 a Vigo di Cadore ed arruolato nel 7° Reggimento Alpini "Pieve di Cadore" il

15 settembre 1913, fu promosso caporale e si guadagnò la patente di buon "skiatore".

La sua grande occasione, quella che gli avrebbe fatto meritare appunto la medaglia di

argento al valor mil itare e la citazione sui l ibri di storia, si presentò praticamente

all 'inizio delle ostil ità, proprio in faccia al la tripl ice cuspide di Lavaredo. Ai primi di luglio

gli austriaci affidarono ad un gruppo di guide, al comando del famoso Sepp Innerkofler,

i l compito di riconquistare di sorpresa la croda e la sella del Monte Paterno. Il piano

prevedeva di sfruttare una via aperta alcuni anni prima dall 'Innerkofler, di costringere

gli ital iani ad abbandonare la cima e di occupare tempestivamente con un altro

plotone la sella. Nello scontro sulla cima Sepp perse la vita colpito, si disse, dalle

scariche di sassi dell’alpino De Luca e la sua morte fu oggetto di numerosi studi fioriti

negli anni seguenti, soprattutto da parte di Antonio Berti. Oggi, a 100 anni di distanza

proponiamo la versione inedita del nostro alpino, persona molto riservata, così come fu

raccolta nel 1935 dalla maestra di Vigo, Maria Righetti: “Prestavo servizio come caporal

maggiore nel 1° plotone della 268^ Compagnia del Battaglione “Val Piave”. In quei

giorni mi trovavo alla forc. del Passaporto e il 1° luglio, con 12 uomini fui mandato sul

Paterno per dare il cambio agli alpini della 75^ Comp. del Batt. “Cadore”. Ricordo che

con me c’erano gli alpini De Luca e Valentino Possamai che cadde qualche tempo dopo

nell’azione di conquista del Sexten Stein (Sasso di Sesto). Alle ore 4 del mattino del 4

luglio, l’artigl ieria nemica iniziò un accanito bombardamento contro il Paterno, che durò

30

EEUUGGEENN II OO DDAA RRII NN PPUUPPPPEELL DD II

VVII GGOO ,, LL’’ AANNTTII –– II NN EERRKKOOFFLLEERRGrande Guerra

Page 31: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

due ore. La sottostante forc. del Camoscio in quei frangenti era presidiata dal un

plotone della 267^ Comp. del Val Piave al comando del Ten. Cadamuro. Avevo disposto

6 uomini al controllo degli accessi principali e 6 li avevo tenuti non nella trincea sulla

cima, ma un po’ più in dietro, di riserva. Cessato il bombardamento tre pattuglie

nemiche si presentarono all’assalto lanciando delle bombe a mano all’interno della

trincea. Dopo lo scoppio i sei alpini saltarono dentro la trincea e da questa fecero una

scarica di fucileria. Poi, visto che gli assalitori si erano nascosti negli anfratti

fiancheggianti i l canalone, e non potevamo colpirl i coi fucil i, iniziammo tutti a difenderci

lanciando dei sassi. Dopo un accanito combattimento della durata di qualche ora, i l

nemico venne rigettato a sassate. Non ricordo se la guida Innerkofler fu uccisa dai colpi

di fucile o dai sassi e da chi. Il recupero della sua salma fu eseguito da tre soldati della

75^ Comp. del Batt. Cadore, non ricordo se fra di essi c’era l’aiutante di sanità Loschi,

come si dice, perché non ero con lui, e neppure l’alpino Vecell io, invece sono certo che

uno dei tre era il mio compaesano Eliseo De Donà, classe 1891 morto nel 1920

all’ospedale di Verona a causa delle ferite riportate in guerra. La sera del 4 luglio,

cessato il combattimento, ricevemmo il cambio dagli uomini della 267^ Comp. con il

caporal maggiore De Carlo. Tra il 14 e il 19 agosto presi parte all’azione per la conquista

del Sexten Stein, dove rimasi ferito alle mani. Con noi c’era il cappellano don Pietro

Zangrando”. Per l’azione del Paterno Eugenio fu insignito della Medaglia d’Argento al

V.M. : “Comandante di una piccola guardia, in assalto tentato da tre pattuglie nemiche,

dimostrò mirabile fermezza d’animo rigettando, dopo due ore di intensa lotta,

l’avversario. M. Paterno, 4 luglio 1915”. Dopo il ricovero all’ospedale di Pallanza fu

inviato di nuovo al fronte dove ricevette i gradi di sergente. Catturato dagli austriaci ai

primi di novembre del 1917 al bosco del Cansigl io nel corso della ritirata di Caporetto, fu

tenuto prigioniero nel campo di concentramento di Radstadt fino alla fine della guerra.

Di fronte al prestigio e alla fama del grande Innerkofler, davanti al quale si

inchinarono riverenti entrambi gli eserciti, onorando in lui innanzitutto l 'amore per la

montagna e il senso del dovere spinto fino alle estreme conseguenze, forse la figura

di Eugenio Da Rin impall idisce. Egli non fu certo protagonista dell 'alpinismo dolomitico.

La sua notorietà non conobbe, né prima né dopo il confl itto, quella dilatazione e quella

valorizzazione che il mito sa donare ai suoi eletti. Si può dire però che la cruenta lotta ha

saputo elevare i due contendenti sul lo stesso piano di grandezza e magnanimità patria e

che da parte sua il nostro piccolo grande uomo ha fatto sempre di tutto per sfuggire alle

luci della ribalta e per ritornare al più presto alla sua dimensione squisitamente

personale e cadorina, conservata con coerenza e dignità fino all 'ultimo giorno della sua

vita (mori Cavaliere di Vittorio Veneto il 13 dicembre l969 all’età di 76 anni).

Una dimensione che rigettava per principio l 'odio e il nazionalismo, un carattere aperto e

disponibile pronto a tendere per primo la mano all 'antico avversario. Come Eugenio Da

Rin fece puntualmente allorché, molti anni dopo la fine del confl itto, si incontrò all 'ombra

di Lavaredo con il fratel lo di Sepp, stringendolo in un commosso abbraccio che valeva

più di ogni parola.

31

Page 32: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

Chesta era na maestra veramente de

fèr, sia de salute che de caratere. Ten

doi ane de scola no la mai manciòu

n’ota, mai na linea de fiora, mai na

influenza, mai che par causa soa i

tosate avese perso ma lezion. Tante

ote vedeone i tosate de chele autre

clasi, co le maestre davante, che dèa

ciasa contente e beate. Le stufe che

era alora te le scole de spes le fumaa,

e cheste maestre le tosèa doi minuti, e

po dute a ciasa. Ma la nostra no! La

verdèa le finestre e con carton la

paraa fora el fumo, e chela stufa là,

pian pian, la se s’ciaudaa e no fumaa

pi, e le nostre oraziòn no avèa serviu

a gnente.

La so ciasa era puoco distante da le

scole e calche rara ota la n’tardivaa

magare den minuto e, cognosendo la

so puntualità, sempre n’anticipo se

pensaa, avendo anche ela doi tosate

picui, che forse i dèa al asilo e

magare noi stasèa ben. Ma no! La

ruaa quasi de corsa co la cartèla sote

el brazo e… “avanti ragazzi”! E

anche chel dì no se consumaa

scarpete!

32

LLAA MMAAEESSTTRRAA DDEE QQUUAARRTTAA EE QQUUIINNTTAA

La maestra Palatini e la scolaresca di Laggio, (giovani nati 1 923 - 1 925)

Page 33: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

Chi ane là se dèa a scola da le nuove a

medodì e da le doi ale quatro par le

tose, e da le doi ale siè par i tos.

Scriveone pagine e pagine: na sera

“non devo…”, la sera dopo “devo…”,

quante de ste righe avaron scrito! E

sempre tra na riga e chelautra na

giaculatoria a la maestra. (Chel

Signòr me perdone).

A chela età là, dièse o undese ane, la

scola era la nostra disperazion! E

pasou calche an (masa svèlto) e i

tosate no e pì chi e anche el giudizio su

la maestra a cambiou. Ca te ste crode

el uso de la reson al vièn n’tin tarde e

no aveone capiu che la maestra la se

sacrificaa dute le sere, no la podea

pensà che i so scolari, finiu le

elementari che finia anche la scola del

obligo, noi savese almanco rangiase

tei laore che i avarae vu davante par

duta la vita.

I laore era sempre chi e solo chi:

agricoltura e pastorizia. Che ala

pensou sta maestra! La fato portà n’tin

de late da doi tosate che avèa le vacie

e là, te na mastèla, sun taulin tel

cianton de la scola, avon spietou doi dì

che viene la brama, e col mistro

“Mario Perutto”, n’tosato che savèa

fei (lavèa n’parou a monte co so pare)

la portou el “conaeo” (caglio) e

sempre sote la sorveglianza de la

maestra, che ne spiegaa punto par

punto, avon fato el botiro e anche el

formai là su chela famosa stufa de

maton.

No ei pi desmenteou! Aonde se ciata

adès na maestra che n’segna cheste

robe là te scola? Forse chesto no serve

pì, ma e sempre tanto autro da

n’segnà! Chi ese che ne a n’segnou

come se misura n’pas de legne e come

se misura na taea? Chi ese che e a fato

capì la diferenza che e dan metro stero

an metro cubo? Chesto no era el

programa de la scola, ma ne servia de

pì che savè come che era morto Giulio

Cesare.

La ne a n’segnou ste robe parchè che

te le compre o che te le vende te sepe

feite i conte, chesto era al so pensièr,

che savone defendese. La vita era bèlo

grama, almanco da no restà

n’broiade! Chela maestra là, che me a

fato patì, coi ciavei su drete par doi

ane, no lèi mai pì desmenteada e no

finirei mai de lodala par limpegno che

la vu par tante ane coi suoi “ragazzi”,

come i fose stade i suoi fioi.

Ei fato n’sogno! Là sul piazal de le

scole de Vigo (che la maestra a

esercitou la so profesion par medo

secolo) n’bèl monumento:

“ALL’INSIGNE MAESTRA TERESA

D’ANDREA-PALATINI con tanta

riconoscenza per i suoi preziosi

insegnamenti! I tuoi scolari”.

Pecà, e stou solo n’sogno, ma el merito

resta, non svampise!

di Tita de Ina

33

Arturo a 1 9 anni

Page 34: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

Non si sentiva un “emigrante”, bensì

“un cadorino che lavora e vive in

Austral ia”: così amava definirsi Eugenio

Da Rin Pagnetto, originario di Laggio,

scomparso a Sidney il 16 aprile scorso

all’età di 78 anni. “Genio” era molto

conosciuto nella città austral iana, dove

con l’amico Ettore De Podestà faceva

l’imprenditore e dove nel 1970, con

Giovanni Pinazza di Domegge e Mario

Zanella di Feltre, aveva

fondato la “Famiglia di

Sidney” dei “Bellunesi nel

Mondo”.

In un’intervista rilasciata 25

anni fa, al momento di

andare in pensione,

ricordava le tappe principali

della sua avventura

austral iana: “Anche mio

nonno, che si chiamava

Eugenio come me, era

emigrato negli Stati Uniti,

vivendo poi per circa 30 anni

tra Detroit e Chicago, dove

si costruì una fama di uomo

onesto, tranquil lo e con

molta voglia di lavorare,

come, del resto, la

maggioranza dei cadorini.

Ma la parola “emigrazione”

non mi sembra adatta nel

nostro caso, perché i veri

emigranti vanno considerati

quei nostri avi che

lasciavano la casa e la

famiglia partendo a piedi, con un po' di

polenta fredda e qualche pezzo di

formaggio raccolti in un tovagliolo, per

raggiungere l'Austria nella speranza di

trovare un lavoro per alcuni mesi e

riportare in patria un modesto guadagno.

Noi invece, anche se siamo andati a

vivere all’estero, lo abbiamo fatto per

libera scelta e in condizioni certamente

migliori. Io a 18 anni ero andato in

34

EEUUGGEENN IIOO DDAA RRIINN PPAAGGNNEETTTTOO,, NNOONN CCHH IIAAMMAATTEEMMII EEMMIIGGRRAANNTTEE

Originario di Laggio, è scomparso a Sidney lo scorso 16 aprile a 78 anni,

dopo una vita intensa e ricca di soddisfazioni

Eugenio con la moglie Daniela

Page 35: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

Francia, rientrando due anni dopo perrispondere alla chiamata alle armi; e cisarei anche tornato se, dopo il periodomil itare, le solite pastoie burocratiche perl’espatrio non me lo avessero impedito. Edè qui che avvenne la svolta della mia vita.Eravamo nel 1959 e una domenica,tornando da messa con gli amici, vidi unmanifesto con la richiesta di manodoperaper l 'Austral ia. In quel periodo, su da noi,i l lavoro era scarso ed io ormai mi sentivoun veterano del viver fuori casa dopo leesperienze della Francia e del mil itare.Così da quel giorno, con gli amici,cominciai a fantasticare sulle avventureche avremmo vissuto in Austral ia, anchepensando che, in ogni caso, non sarebbestato difficile raggranellare i soldi pertornare a casa. Così alcuni mesi dopo, nel1960, siamo partiti in undici dal nostropaese. Io avevo 21 anni: mi sono fattoprestare da mia sorella i soldi per ilviaggio e arrivai a Sydney con la nave“Roma” della flotta Lauro, dopo 25 giornidi noiosissima navigazione.La vita in Austral ia? È stata dura per iprimi 4-5 anni, soprattutto per la scarsaconoscenza della l ingua, per il diversomodo di vivere, per una cultura che nonpenetravamo ancora del tutto. Il governoaustral iano aveva bisogno di tanta nuovagente, proveniente da diversi paesieuropei, con abitudini e culture diverse,perché aveva bisogno di sviluppare in tuttii campi l’economia di questo immensopaese, ma i residenti non ci vedevano dibuon occhio. Forse si attendevano deidocil i animali da soma, invece videroarrivare persone che sapevano vestirebene, avevano una propria cultura e lavolevano difendere, conoscevano le buone

maniere, anche a tavola… Insomma, purrispettandoci, non sembravano volercitanto bene. Appena arrivato, ho trovatoBepi Da Rin De Barbera, un carissimoamico e compaesano, che già avevaorganizzato tutto per noi. Raggiungemmocon il treno e altri mezzi un cantiere acirca 1300 chilometri di distanza, dove luiera capo. Dopo 4 giorni e 4 notti diviaggio cominciammo a lavorare alla posadi l inee elettriche alle dipendenze della“Transfield”, una ditta ital iana che oggi èfra le più importanti d'Austral ia. Sono statitre anni duri, ma esaltanti. Avevamocantieri bene organizzati, con cucina esistemazione tutti al l 'ital iana, tanto che cisembrava quasi di non esserci mossi dalnostro paese. Eravamo una quarantina diuomini, quasi tutti scapoli e sotto itrent'anni. Sono stati, per me, tre anni diapprendistato, che mi sono serviti aimparare a lavorare sodo, imparare lal ingua e capire come era possibile mettersiin proprio con successo.Così ho fondato un’azienda che oggi ènelle mani di mio figl io Robert. Ma - loripeto - non mi sento un emigrante. Hoimparato piano piano a conoscere bene lagente di qui e ho instaurato con essa unbell issimo rapporto, senza alcunadiscriminazione. Oggi sono un cadorinoche lavora in Austral ia, ma anche unaustral iano che sta benissimo qui, con lapropria famiglia, con la moglie Danila cheho sposato nel 1963, con i figl i (e inipotini) che mi amano e che mi fannosentire un uomo soddisfatto per la sceltafatta di andare a lavorare altrove. Non diessere andato a fare l'emigrante”.

Walter Musizza - Giovanni De Donà

35

Page 36: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

36

FFEESSTTEE EESSTTIIVVEE

Si è svolta domenica 20

lugl io la tradizionale Festa

del Pan del Prà, organizzata

dal Capitolo di S. Antonio

abate, che ricorda la

generosità di una donna di

Laggio verso il proprio paese

devastato dall 'incendio di

metà ottocento. A presiedere

la Santa messa celebrata in

Arena è stato chiamato il

nostro vescovo diocesano

mons. Giuseppe Andrich.

Per l 'occasione

l 'Associazione Bellunesi nel

mondo era presente col

proprio raduno annuale.

Numerose le "Famigl ie"

rappresentate con i propri

labari.

foto in alto: la sfilata entra in Arena

foto in basso: mons. Vescovo

durante la celebrazione

Anche quest'anno la Festa dei

Ciantoi ha caratterizzato l 'estate

laggese. Antichi mestieri , giochi,

stand gastronomici hanno

permesso ai numerosi

intervenuti , vi l leggianti e paesani,

di trascorrere una "due giorni" di

divertimento e relax. Tutti

ricorderanno il 2 e 3 Agosto con

piacere.

foto: scultori al lavoro

Page 37: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più

37

Quest'anno il Palio di San

Martino ha interessato due fine

settimana: 1 9 e 20 lugl io, 30 e 31

agosto. Nel corso delle prove a

punti costitute dal tiro con la

balestra e dal tiro con l 'arco, è

risultato vincitore i l borgo di Vigo

che custodirà i l Drappo presso la

propria chiesa di San Martino.

Gli spettacoli proposti: battagl ie,

duel l i armati, bal l i medievali ,

pranzi e cene e, per finire, lo

spettacolo di fuochi d'artificio

hanno soddisfatto i l pubblico

intervenuto. Inoltre domenica 31

Agosto abbiamo avuto modo di

ospitare un gruppo di Leisach

accompagnati da parroco e

sindaco che, in segno di amicizia,

hanno voluto contraccambiare la

nostra visita del lo scorso anno.

Foto in alto: duello

Foto in basso: colpo di spingarda

CIANTOI 201 4

foto: il costruttore di gerle

Page 38: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 39: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più
Page 40: MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii · 2014-11-27 · MM ee ss cc oo llaa ttoo aa ii pp aa ss ttoo rr ii 3 Caro Gesù, anche tu ti devi abituare a non ricevere più