Mito e storia - aci.it

7
di Stefano Cossetti SPORT / TARGA FLORIO Mito e storia 24 AUTOMOBILE LUGLIO-AGOSTO 2012 NATA NEL 1906, È CONSIDERATA LA GARA AUTOMOBILISTICA PIù ANTICA DEL MONDO. VOLUTA DA VINCENZO FLORIO PER PROMUOVERE E VALORIZZARE LA “SUA” SICILIA, NEL CORSO DEGLI ANNI VIDE SFILARE LUNGO IL PERCORSO VETTURE ENTRATE NELLA LEGGENDA. OGGI È DIVENTATA UN RALLY. MA IL SOGNO CONTINUA

Transcript of Mito e storia - aci.it

Page 1: Mito e storia - aci.it

di Stefano Cossettisport /targa florio

Mito e storia

24 automobile luglio-agosto 2012

nata nel 1906, È considerata la gara automobilistica più antica del mondo. Voluta da Vincenzo florio per promuoVere e Valorizzare la “sua” sicilia, nel corso degli anni Vide sfilare lungo il percorso Vetture entrate nella leggenda. oggi È diVentata un rally. ma il sogno continua

Page 2: Mito e storia - aci.it

25luglio-agosto 2012 • automobile

Chissà cosa direbbe oggi Alessandro Ca-

gno, il primo vincitore della Targa Florio, sco-prendo che la corsa si-ciliana è ancora in vita e si fregia del titolo di “gara più antica del mondo”. La prima edizione in Si-cilia si disputò il 6 maggio del 1906 (anche se in re-altà una Coppa Florio si era già svolta in provincia di Brescia nel 1905). Dei 13 piloti iscritti, partiro-no in dieci e arrivarono in sette. In programma c’erano tre giri del grande circuito delle Madonie, lungo 148 chilometri e 823 metri, per un totale di 446 chilometri e 469 metri. Mica roba da ride-re, al volante di auto che richiedevano nervi d’ac-ciaio. Cagno gareggiava con una Itala 35/40 dalla potenza di 8 cavalli. Oltre alla vittoria, fu suo anche il giro più veloce, percor-so in 2 ore, 50 minuti e 10 secondi alla media di 52,474 chilometri all’ora. Tutto era nato dalla vo-lontà di Vincenzo Florio di organizzare una grande corsa in Sicilia. L’e-vento aveva preso forma altrove, a Rochefort, in Francia, dove il progetto aveva potuto contare sulla consulenza di Henri Desgrange, proprie-tario della prestigiosa rivista di settore L’Auto. I modelli a cui si era ispirato Florio erano la già prestigiosa Coppa Gordon Bennet e la Coppa Vanderbilt. Il percorso tracciato univa elementi tecnici ad aspetti paesaggistici; anche l’altimetria gio-cava un suo ruolo, tanto che inizialmente si pensò di passare dal livello del mare di Cefalù

alle montagne madonite; ma non fu possibile per la presenza della ferrovia che tagliò fuori Cefalù. La gara si spostò su un percorso lungo paesi che poi sarebbero diventati famosi proprio grazie alla Targa Florio: Cerda, Cal-tavuturo, Petralia, Gera-ci, Castelbuono… fino al lungo rettilineo di Buon-fornello, uno dei tratti più celebri della Targa Florio, assieme ai box di Cerda, tuttora esistenti e che a volte vengono utilizzati da qualche casa automo-bilistica per la presenta-zione di nuovi modelli. In occasione della prima edizione, Vincenzo Florio pensò a tutto: un famoso artista francese forgiò la targa che sarebbe anda-ta in premio al vincitore. Inoltre la corsa fu dotata di un montepremi di 50 mila lire. I partecipanti – infine – avrebbero usu-fruito di agevolazioni per il loro trasferimento e per il trasporto delle auto. Grazie anche a una buo-na campagna pubblicita-

ria, si erano iscritte 30 auto. Peccato che uno sciopero in Francia (simultaneo ad un’analoga manifestazione del personale del porto di Ge-nova) avesse ridotto a dieci i partenti. Ma l’importante fu incominciare. Si andò avanti fino al 1914. Poi scoppiò la prima guerra mon-diale, e la corsa fu ripresa nel 1919. Tra i piloti al via, c’era anche un certo Enzo Ferrari, che l’anno dopo arrivò alle spalle del vincitore Me-regalli. La seconda lunga sosta ci fu poi – ancora una volta – per ragioni belliche: la seconda guerra mondiale provocò la sospensione dal

Ferrari gt Berlinetta.

Ferrari 250 gt Berlinetta.

Ferrari 250 gt Coupé.

Ferrari 365 gtB4.

la testa rossa di phil Hill lungo il circuito delle Madonie, nel 1958. Nella foto piccola, la targa Florio in un dipinto di Margaret Bradley del 1930.a destra, tributo alla targa Florio con la partecipazione di numerose Ferrari storiche e moderne a Marina di ragusa, nel settembre 2011.

Page 3: Mito e storia - aci.it

sport /targa florio

1941 al 1947. Si ricominciò nel 1948, quando si impose la coppia Biondetti-Troubetzkoy su Ferrari 166 S Inter Spider. Nel corso degli anni, anche la Targa Florio ha dovuto fare i conti con l’imponderabile. Con-siderati i rischi apparenti, c’è chi dice che gli incidenti mortali sul tracciato siciliano siano stati pochi. La prima vittima fu il conte Giulio Masetti. Era il 1926, e il nobile fiorentino gui-dava una Delange che si ribaltò nei pressi di Caltavuturo. Il pilota rimase sotto la vettura. Sul luogo dell’incidente c’è un cippo dove – tuttora – qualcuno lascia fiori freschi. Anche questo è un modo per amare la Targa. Sorte analoga capitò a Giovanni Alloatti nel 1934, anche lui vittima del ribaltamento della sua Bugatti Type 51. Sarebbero passati molti anni prima di aggiungere un altro nome al tragico elenco. Avvenne nel 1958, anno in cui la corsa rientrò nel Mondiale. Nel corso delle prove ci fu uno scontro frontale tra la Ferrari 250 del piemontese Der Stefanian e un camion. Il pilota morì sul colpo. Il tracciato della Targa divenne teatro del Cam-pionato Mondiale Marche nel 1955, ma l’inci-dente durante la 24 Ore di Le Mans di quello stesso anno – quando pezzi della Mercedes-Benz 300 SLR di Pierre Levegh volarono tra la fol-la causando 83 morti – provocò un’ondata di provvedimenti. Ne fece le spese anche la Targa Florio, che nel 1956 e 1957 non fece parte del Mondiale. Precisamente, nel 1957 fu una gara di regolarità sulla distanza dei 5 giri del circuito piccolo. Rientrò nella serie iridata nel 1958 e vi rimase fino al 1973. Di quell’epoca rimangono scolpite nella memoria le grandi sfide tra Alfa Romeo, Ferrari e Porsche. Di seguito, ecco la

26 automobile luglio-agosto 2012

sopra, Franca Florio (a sinistra) assiste alla 2a edizione della gara, nel 1907; nell’altra immagine, un momento della corsa nel 1929. sotto, olivier gendebien, vincitore nel ’59.

Vincenzo, siciliano doc

Hanno tentato di dire che Vincenzo Florio fu un antesignano della Mille Miglia. Non andò così.

L’ideatore della Targa Florio voleva valorizzare un territorio. I “quattro” della corsa bresciana avevano invece in mente un progetto per rilanciare l’industria automobilistica italiana che altrimenti sarebbe stata annullata dallo strapotere francese. Serviva un palcoscenico sulle strade d’Italia. Tutto qua. Ecco la differenza. Vincenzo Florio voleva fare qualcosa di indimen-ticabile per la Sicilia. Doveva essere qualcosa de-stinato a continuare negli anni. Non a caso ebbe a dire: «Proseguite la mia opera perché l’ho creata per sfidare il tempo». Vincenzo Florio era nato a Palermo il 18 marzo 1883. Figlio di una famiglia benestante, si appassionò presto alla meccanica e alle corse in auto, mentre il fratello Ignazio fu più attento agli affari, tanto è vero che si impegnò in attività diverse: nel navale, nell’estrazione dello zolfo, nel settore enologico e ittico… Vincenzo, inve-ce, pensava alle auto e correva, tanto che nel 1904 partecipò al Circuito di Brescia. Nel 1909 sposò la nobildonna Annina Alliata di Montereale, la quale morì di colera due anni dopo. Successivamente – a Epernay, in Francia – conobbe un’altra nobildonna, Lucie Henry, che non sposò mai ma con la quale visse il resto della sua vita. Nella prima guerra mondiale fu volontario “automobilista” e progettò un autocarro che superava ostacoli impervi. Nella seconda guerra mondiale, invece, Vincenzo e Lucie rischiarono di essere inclusi nella lista dei trucidati alle fosse Ardeatine. Fu per merito della nipote, Giulia Florio, che i due si salvarono. Dopo avere vissuto il dopoguerra in Sicilia, nel 1958 Vincenzo Florio ritornò in Francia, a Epernay, dove si spense per problemi di cuore il 6 gennaio 1959.

Page 4: Mito e storia - aci.it

27luglio-agosto 2012 • automobile

a sinistra, una Mercedes alla targa Florio 1954. sopra, alessandro Cagno, detto “sandrin”, che trionfò nella prima edizione.

la storia del primo vincitore della Targa Florio è l’esatta “fotografia” di

un’epoca che definire pionieristica risulta quasi limitativo. Alessandro Cagno fu infatti meccanico, pilota di auto, pioniere dell’aviazione e motonauta. Nato a Torino il 2 maggio 1883, la sua famiglia di origine non era per nulla ricca, e a 13 anni Alessandro lavorava già come apprendista all’officina “Storero”, una fabbrica torinese di carrozze, omnibus e biciclette. Su licenza della tedesca Daimler, a fine ’800 l’officina aveva iniziato a costruire dei tricicli a motore. La stoffa e la passione che Cagno metteva nella meccanica convinsero il titolare Luigi Storero a sceglierlo come meccanico. Ma su di lui aveva messo gli occhi anche Giovanni Agnelli, tanto è vero che Cagno fu il terzo operaio assunto nella storia della Fiat. Quando – nel 1901 – fu creato il reparto corse della casa torinese, Luigi Storero fu nominato capo della struttura, con Cagno (detto “Sandrin”) suo collaboratore. In squadra c’era anche il talento Vincenzo Lancia. Nella vita professionale di Cagno non ci furono solo le corse: fu autista del senatore Giovanni Agnelli e per primo affrontò un viaggio in camion da Torino a Mosca. Inoltre la prima concessionaria Fiat nella città piemontese fu aperta per sua iniziativa. Nella sua carriera c’è una vittoria (la prima) alla Susa-Moncenisio del 1904. Morì il 23 dicembre 1971, alla bella età di 88 anni.

alessandro cagno PrIMo VINCITorE

Page 5: Mito e storia - aci.it

sport /targa florio

sintesi di alcune edizioni. Quella del 1965 fu memorabile per la presenza di “Ninni” Vacca-rella. Il “preside volante” non solo si aggiudicò la gara, ma per la prima volta scese sotto il muro dei 40’ sul circuito piccolo delle Madonie. Corse con la Ferrari 275 P2, vettura analoga alla seconda classificata guidata da Scarfiotti. Sul terzo gradino del podio salì Bondurant (Ford Gt 40). Quarto De Adamich (Ferrari 250 Le Mans).Chissà cosa pensò invece “Ninni” Vaccarella nel 1966, quando fu raggiunto dalla notizia che la sua Ferrari 330 P3 guidata in quel momento dal compagno Lorenzo Bandini era volata in una scarpata. Lorenzo stava bene, ma la corsa era finita. I due erano al comando. La leadership passò nelle mani della coppia Klass-Bonnier su Porsche, fino a che il loro ritiro non spianò la strada a Mairesse-Muller. Quella del 1967 non fu una gara come tutte le altre: Lorenzo Bandini era scomparso da pochi giorni, vittima dell’uscita di strada durante il Gran Premio di Monaco. Al via scattò in te-sta la Ferrari 330 P4 di Vaccarella-Scarfiotti. Ma a Collesano Vaccarella sbagliò, toccando il marciapiedi e rovinando i cerchi. Passò in testa Muller con un’altra Ferrari, ma alla fine prevalse la Porsche 910 di Stommelen-Hawkins davanti alla 910 di Cella-Biscaldi. Terza piazza per Neerpasch-Elford, sempre su Porsche 910. Le gare sono fatte anche di cocenti delusioni, come quella che nel 1968 vide protagonista la squadra Alfa Romeo: in testa con Galli-Giunti, seguita dall’auto di Casoni-Bianchi, il Biscione

non ce la fece a contrastare la forsennata ri-monta di Elford-Maglioli, la cui Porsche 907 era stata attardata da una foratura. Tutta marchiata Porsche l’edizione del 1969, con tre auto della casa di Stoccarda ai primi tre posti: si impose la coppia Bitter-Schutz davanti a Elford-Maglioli e Hermann-Stommelen. Assente la Ferrari, l’Alfa Romeo schierò due equipaggi: Galli-Giunti e Vaccarella-De Adamich. Nel 1970, le tre case impegnate a giocarsi il cam-pionato Marche scesero in Sicilia: al termine del primo degli 11 giri del circuito piccolo delle Madonie, era in testa Larousse con la Porsche 908. Ma la Ferrari non si diede per vinta e “Nin-ni” Vaccarella alla guida (subentrato a Ignazio Giunti) passò al comando. Peccato che la casa di Maranello schierasse la 512S, con motore di cinque litri, contro la 908 della Porsche, che montava un tre litri. I consumi fecero la differenza, e alla fine la gara la vinse la coppia Siffert-Redman davanti ai compagni di squadra Rodriguez-Kinnunen. Terzo gradino del podio per Vaccarella-Giunti.Assente la Ferrari, nel 1971 la sfida si sviluppò tra Alfa Romeo e Porsche. I colpi di scena non mancarono fin dal via, con Stommelen subito fermo per la rottura del cambio sull’Alfa 33 e Rodriguez ritirato per un urto su un marciapiede con la Porsche 908. Andò peggio alla vettura gemella di Redman, in fiamme a seguito di un’uscita di strada provocata dalla rottura dello sterzo. Alla fine del primo giro, Larousse su Porsche conduceva di 4” sull’Alfa di Vaccarella,

28 automobile luglio-agosto 2012

Page 6: Mito e storia - aci.it

29

il quale poi si portò al comando. Ma quando fu la volta di Elford, la Porsche tornò in vetta alla classifica, tanto che nel momento in cui il volante passò di nuovo nelle mani di Larousse il vantaggio sull’Alfa era cospicuo. Ma non bastò, perché una foratura mise fine ai sogni di gloria. Vaccarella-Hezemans vinsero davanti ai com-pagni di squadra De Adamich-Van Lennep e a Bonnier-Atwoodh su Lola. La corsa fu segnata da un lutto: durante le prove perse la vita Fulvio Tandoi, in gara con un’Alpine Renault A110.Gli storici dicono che quella del 1972 fu un’e-dizione memorabile, perché la vittoria si giocò sul serrato confronto tra le coppie Marko-Galli su Alfa Romeo e Merzario-Munari su Ferrari. I due equipaggi si scambiarono la testa della corsa durante la gara. Alla fine vinse la Ferrari alla media di 122,537 chilometri all’ora, grazie alla resistenza di Merzario che tenne a distanza il rimontante Marko. Terza piazza per un altro equipaggio della casa del Biscione: De Adamich-Hezemans. Oggi Marko è il manager di Vettel. Quella del 1973 fu l’ultima edizione della corsa valida per il Campionato Mondiale Marche. Per Alfa Romeo e Ferrari fu una trasferta disastrosa. La coppia Vaccarella-Merzario fu costretta al ritiro per la rottura di un semiasse sulla Ferrari 312, mentre Jackye Ickx – con una vettura gemella – volò fuori strada. Anche l’Alfa Ro-meo di Stommelen-De Adamich uscì di strada mentre l’italiano era impegnato nel doppiaggio di una Lancia Fulvia HF. La gara la vinse così la Porsche Carrera RSR 3.000 di Muller-Van

Qui a fianco, i vincitori dell’edizione 1961: Von trips e gendebien, che trionfano al volante di una Ferrari 250 sp. a sinistra, ancora Von trips a bordo di una testa rossa, nel 1958. in basso a sinistra, ludovico scarfiotti nel 1963: fu tra i protagonisti di parecchie targa Florio. sotto, la 275 p2 guidata da “Ninni” Vaccarella nel 1965. Nella foto piccola in basso a destra, il pilota stirling Moss con Collins subito dopo l’arrivo vittorioso nella targa Florio del ’55.

1906 trucco itala 35/40 HP1907 nazzaro Fiat 28/40 HP1908 trucco isotta Fraschini 1909 ciuppa SPa 28/401910 cariolato Franco1911 ceirano SCat1912 snipe-pedrini SCat1913 nazzaro Nazzaro tipo 21914 ceirano SCat1919 boillot Peugeot l251920 meregalli Nazzaro GP1921 masetti Fiat Grand Prix 19141922 masetti mercedes GP 45001923 sivocci alfa Romeo Rl tF1924 Werner mercedes 20001925 costantini bugatti type 351926 costantini bugatti type 35 t1927 materassi bugatti type 35 C1928 divo bugatti type 35 C1929 divo bugatti type 35 C1930 Varzi alfa Romeo P21931 nuvolari alfa Romeo 8C 23001932 nuvolari alfa Romeo 8C 23001933 brivio alfa Romeo 8C 2300 monza1934 Varzi alfa Romeo P3 29051935 brivio alfa Romeo P3 29051936 magistri lancia augusta1937 severi maserati 6 Cm1938 rocco maserati 6 Cm1939 Villoresi maserati 6 Cm1940 Villoresi maserati 4 Cl1948 biondetti-troubetzkoy Ferrari 166 S inter Spider1949 biondetti-benedetti Ferrari 1661950 bornigia-bornigia alfa Romeo 2500 Competizione1951 cortese Frazer Nash1952 bonetto lancia aurelia b201953 maglioli lancia D201954 taruffi lancia D24 Spider Pininfarina1955 moss-collins mercedes-benz 300 SlR1956 maglioli Porsche 550 a/1500 RS1957 colonna Fiat 6001958 musso-gendebien Ferrari 250 tR581959 barth-seidel Porsche 718 RSK1960 bonnier-Hermann Porsche 718 RS 601961 Von trips-gendebien Ferrari 246 SP1962 mairesse- rodriguez-gendebien Ferrari Dino 246 SP1963 bonnier-abate Porsche 718 GtR Coupé1964 davis-pucci Porsche 904 GtS1965 Vaccarella-bandini Ferrari 275 P1966 mairesse-müller Porsche 9061967 Hawkins-stommelen Porsche 910/81968 maglioli-elford Porsche 9071969 mitter-schutz Porsche 908/21970 siffert-redman Porsche 908/31971 Vaccarella-Hezemans alfa Romeo 33/31972 merzario-munari Ferrari 312 P1973 müller-Van lennep Porsche 911 Carrera RSR1974 larrousse-ballestrieri lancia Stratos1975 Vaccarella-merzario alfa Romeo 33tt121976 floridia-renna osella Pa4-bmW1977 restivo-merendino Chevron b36-bmW

ALBo D’0r0

Page 7: Mito e storia - aci.it

sport /targa florio

Lennep davanti a Munari-Andruet su Lancia Stratos e all’altra Porsche di Kinnunen-Haldi. Anche questa edizione dovette fare i conti con un episodio tragico: il pilota inglese Charles Blyte si scontrò con la sua Fulvia contro l’auto di un privato nel corso delle prove. Nel quadriennio successivo si continuò a gareg-giare con vetture della categoria “Sport”, tanto è vero che nel 1975 Vaccarella-Merzario misero a segno un altro successo. Ma si sarebbe corso con le “barchette” soltanto fino al 1977, quando la Chevron B36-BMW di Restivo-Merendino tagliò tristemente il traguardo: la gara fu infatti funestata da un incidente che provocò la morte di due spettatori a causa dell’uscita di strada dell’Osella PA5 di Gabriele Ciuti. Nei pressi del rettifilo di Buonfornello, l’auto perse il cofano posteriore. Il pilota continuò la gara, ma la vet-tura uscì di strada. Ciuti rimase per alcuni giorni in coma e poi si salvò. Fu la fine della Targa. Dal

1978 divenne un rally, com’è tuttora. In quella prima edizione in chiave rallystica vinse la coppia formata da Tony Carello e Maurizio Pe-rissinot. I due avrebbero poi vinto il Campionato Europeo con la Lancia Stratos. A prescindere dalla tipologia, la Targa Florio è diventata nel corso del tempo un patrimonio. Lo capirono in molti, tra i quali un gruppo di ex piloti che – assieme ad altri notabili siciliani – nel 1996 diedero vita al Comitato Promotore Fondazione Targa Florio. Sei anni dopo, nel 2002, una legge della Regione Sicilia riconobbe la Targa Florio come patrimonio storico culturale dell’isola. Nel 2006 fu celebrato il centenario dalla nascita con due eventi: uno a Roma, e uno a Palermo. Nel capoluogo siciliano scattò la 90ª edizione. E gli echi della celebrazione portarono sulle Madonie migliaia di appassionati desiderosi di vedere dal vivo il teatro di una delle corse più affascinanti del mondo.

30 automobile luglio-agosto 2012

Nella foto a centro pagina, una porsche Carrera rsr nell’edizione del 1973. Qui sotto, dall’alto in basso: Nino Vaccarella in uno scatto degli anni ’60; sandro Munari con il suo libro, Una vita di traverso, durante la presentazione avvenuta a torino nel 2007; l’austriaco Helmut Marko, ripreso durante il grand prix di shanghai di quest’anno.

1978 carello-perissinot lancia Stratos1979 Vudafieri-mannucci Fiat 131 abarth1980 pasetti-stradiotto Fiat 131 abarth1981 andruet-“tilber” Ferrari 308 Gtb1982 tognana-de antoni Ferrari 308 Gtb1983 cunico-bartolich lancia Rally 0371984 fassina-sghedoni lancia Rally 0371985 cerrato-cerri lancia Rally 0371986 cerrato-cerri lancia Delta S41987 cerrato-cerri lancia Delta HF 4WD1988 zanussi-amati bmW m31989 cerrato-cerri lancia Delta 16V1990 liatti-tedeschini lancia Delta 16V1991 longhi-carraro lancia Delta 16V1992 deila-scalvini lancia Delta 16V1993 cunico-evangelisti Ford escort Cosworth1994 cunico-evangelisti Ford escort Cosworth1995 liatti-alessandrini Subaru impreza1996 cunico-evangelisti Ford escort Cosworth1997 andreucci-fedeli Renault mégane maxi1998 travaglia-zanella Peugeot 306 Rallye1999 cunico-pirollo Subaru impreza WRC2000 longhi-baggio toyota Corolla WRC2001 Vita-mari Peugeot 306 maxi2002 riolo-marin Peugeot 306 Kit2003 andreucci-andreussi Fiat Punto Super16002004 andreucci-andreussi Fiat Punto Super16002005 riolo-marin Renault Clio Super16002006 andreucci-andreussi Fiat abarth Super200002007 andreucci-andreussi mitsubishi lancer evo iX2008 rossetti-chiarcossi Pugeot 207 Super20002009 rossetti-chiarcossi abarth Grande Punto Super20002010 riolo-canova Citroën Xsara WRC2011 andreucci-andreussi Peugeot 207 Super2000

TArGA FLorIo rALLy