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Miti e leggende della civilizzazione Egizia La mitologia esprime il modo di vedere e interpretare la realtà circostante dei popoli nell'infanzia della loro esistenza; in essa ci sono contenuti filosofici, religiosi, l'osservazione dei fenomeni naturali e della fisica, in pratica, tutto lo scibile riferibile alla comunità umana nel lungo periodo di tempo che va dalla barbarie alla civilizzazione. La nascita di un mito, appartiene allo stato primordiale dello spirito umano. La causa principale della trasformazione in mito di tutti i fenomeni ordinari e straordinari che avvengono nel mondo della Natura, è la credenza nell'animazione della Natura intera, il passo successivo è quello che dalla credenza dell'animazione della Natura porta alla sua personificazione. La mitologia Egizia che ebbe una forte influenza sulla religiosità degli egizi, ebbe una durata di oltre tremila anni e comprende l'insieme delle credenze dell'antico Egitto, dal periodo predinastico fino all'avvento del cristianesimo, quando Giustiniano nell'anno 535 le dichiarò proibite. La mitologia egizia è la narrazione di una serie di storie ed eventi che hanno in sé un rilevante intento moralizzatore. Conoscere la mitologia egizia non significa solamente conoscere in maniera più approfondita i risvolti più significativi di questa grande civiltà, ma significa, comprendere la loro ansia di vivere, strettamente legata al raggiungimento www.demetra.org

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Miti e leggende della civilizzazione Egizia

La mitologia esprime il modo di vedere e interpretare la realtà circostante dei popoli nell'infanzia della loro esistenza; in essa ci sono contenuti filosofici, religiosi, l'osservazione dei fenomeni naturali e della fisica, in pratica, tutto lo scibile riferibile alla comunità umana nel lungo periodo di tempo che va dalla barbarie alla civilizzazione. La nascita di un mito, appartiene allo stato primordiale dello spirito umano. La causa principale della trasformazione in mito di tutti i fenomeni ordinari estraordinari che avvengono nel mondo della Natura, è la credenza nell'animazione della Natura intera, il passo successivo è quello che dalla credenza dell'animazione della Natura porta alla sua personificazione.

La mitologia Egizia che ebbe una forte influenza sulla religiosità degli egizi, ebbe una durata di oltre tremila anni e comprende l'insieme delle credenze dell'antico Egitto, dal periodo predinastico fino all'avvento del cristianesimo, quando Giustiniano nell'anno 535 le dichiarò proibite. La mitologia egizia è la narrazione di una serie di storie ed eventi che hanno in sé un rilevante intento moralizzatore. Conoscere la mitologia egizia non significa solamente conoscere in maniera più approfondita i risvolti più significativi di questa grande civiltà, ma significa, comprendere la loro ansia di vivere, strettamente legata al raggiungimento

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dell'obbiettivo dell'immortalità, che non escludeva nessuno, dal più umile lavoratore della terra, fino al faraone. Il raggiungimento dell'obbiettivo ultraterreno era il desiderio più ardente di ciascun egizio e la loro mentalità materialistica, li portava ad immaginare l'oltretomba come un luogo di godimenti e piaceri infiniti.

“ Io comincio la vita dopo la morte,come il Sole ogni nuovo giorno”

è un'iscrizione che si legge nel “Libro dei Morti”e racchiude in sé l'idea del popolo egizio che la vita umana non fosse altro che una effimera giornata solare, nel quale il Sole al tramonto discendeva nella regione sotterranea per ricomparire più bello che mai agli occhi degli uomini, così gli uomini dopo essere scesi nella tomba alla presenza di Osiride, il Dio del Sole notturno, resuscitavano a nuova esistenza come Horus il Sole giovane, il Sole levante apportatore di eterna gioventù, il meritato premio per le creature umane, la vita eterna concessa dal giudice supremo Osiride agli uomini giusti.Naturalmente queste storie non sono costruite di certo su solide basi scientifiche ed epistemologiche, per lo meno secondo il nostro modo di pensare, ma di certo il loro studio può essere una fonte particolareggiata e valida di informazioni necessarie allo

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studio della civilizzazione egizia.

La religione era il cuore della civiltà egiziana. Nell'Antico Egitto lo Stato e la Religione formavano un corpo unico, la religione era compenetrata in ogni manifestazione della vita. Ma indipendentemente da ragioni di utilità, di comodità e consuetudini umane, resta sempre il fatto capitale che a fondamento della religione c'era la credenza nei buoni e cattivi spiriti, il culto dei morti, degli animali, delle acque, degli astri, del fuoco, della generazione e delle facoltà umane, dove la superstizione eletta ad essenza della religione stessa, fu sempre l'istinto più vivace della razza egiziana, piena di amuleti e talismani, dominata dai buoni, dai cattivi soffi, dalle influenze magiche e profondamente credente nelle sacre formule. La religiosità primitiva ebbe quindi come suo fondamento una base animista, con le pratiche di magia che caratterizzarono sempre la loro religiosità. L'elemento animista principale era conosciuto come il Ka:

“ Una specie di ombra chiara, simile al riflesso che si percepisce sulla superficie di un'acqua tranquilla o di uno specchio limpido; una proiezione viva e colorata della figura umana, un doppio che riproduce nei minimi dettagli l'immagine intera dell'oggetto o dell'individuo a cui appartiene...” J.Maspero

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Il concetto del Ka presenta delle similitudini con il concetto proprio dell'anima, sarebbe quindi una specie di doppio corporale e che, come tale può separarsi dal corpo a cui appartiene per diventare Ba quando sopraggiunge la morte del corpo. Costruivano per questo scopo feticci di pietra o di legno che presumevano abitati da queste anime a cui attribuivano connotati antropomorfi. Probabilmente le divinità egizie, così numerose a partire dall'impero medio sono derivate forse dalla trasformazione delle primitive credenze delle anime. Gli uomini, gli animali, gli astri,con il sole in particolare non sono altro che aspetti animati della natura dove il culto astrale in particolar modo è sempre in relazione con il culto dello spirito e delle anime.

La religione egizia ci offre un doppio punto di vista con un panteismo a volte fisico avolte intellettuale e con la personificazione delle forze della natura identificate con la forza dell'intelligenza. Furono i Greci, che per primi separarono le due sfere di attivitàtra Stato e Chiesa, potere spirituale e potere temporale, religione e scienza, ma per gliegiziani non esisteva una soluzione di continuità. Gli Dei erano ovunque e il faraone era il primo sacerdote,uomo-Dio vivente, presentein carne ed ossa al fianco degli Dei, adorato in vita e maggiormente dopo la morte; nominava sacerdoti i suoi figli, parenti e protetti, sia maschi che femmine e l'intera classe sacerdotale, ricopriva incarichi sia di natura civile che religiosa, andando a costituire insieme ai guerrieri, la classe istruita e dominante. Tutti gli atti della vita e della morte venivano eseguiti secondo modelli divini che organizzava la vita degli Dei, uomini, animali piante e forze della Natura. Il culto degli Dei, intesi come forze della Natura che con il loro potere tendevano ad assoggettare l'uomo, si integrò con quello della potenza collettiva dell'Uomo. Alcune divinità della Natura, furono reclutate per rappresentare allo stesso tempo la potenza dell'Uomo e della Natura; questa unione fu facilitata dal fatto che le Divinità della Natura erano associate ad un luogo ben preciso, dove il tempio assumeva un ruolo di centralità. La religione egiziana all'epoca preistorica nacque dal suolo dei differenti Stati dell'Egitto. Ogni città, ogni villaggio aveva il suo Dio speciale, il suo patronoal quale i credenti si rivolgevano in ogni emergenza. Queste Divinità locali avevano nomi diversi ed erano diversamente rappresentati. Il Dio delle regioni delle cateratte si chiamava Knum, era rappresentato come un uomo dalla testa di ariete che porta in mano una croce ansata detta Ankh che sarebbe una rappresentazione stilizzata dello stesso Egitto dove la la parte superiore rappresenterebbe il delta del Nilo e il tratto verticale sottostante il Nilo stesso, mentrele due braccia orizzontali raffigurerebbero il deserto libico, ad ovest, e quello arabico,ad est, il suo luogo di culto era Assuan. Era considerato il protettore delle sorgenti del Nilo e della potenza creatrice delle inondazioni. Quello di Tebe era Ammon, quello d'Heliopolis, Atun. L'immagine delladivinità aveva uno stretto rapporto col carattere delle città e delle sue occupazioni principali dei suoi abitanti. Le contrade agricole avevano un Dio della messi; i luoghi dove si facevano mattoni e vasi di creta avevano un Dio, il quale, sul suo tornio,

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aveva modellato il mondo. Un paese di pescatori aveva una divinità delle acque. Se una piccola città diventava Nomo (distretto), ecco che il suo Dio si elevava di grado, e viceversa i paesi che decadevano, vedevano presto i loro Dei relegati fra le piccole divinità locali, quasi a condividere con gli uomini le loro faccende domestiche. E cosìgli Dei nazionali concentravano il loro potere, come i Faraoni, sui loro principi feudali. Se la popolazione di un paese emigrava altrove, portava con sé le primitive divinità, e cosi si spiega come diverse fossero le divinità locali dei paesi e come certe divinità, per miracoli o servigi resi, avessero talvolta dei templi nei paesi dei quali non erano originarie. In questa religiosità primitiva, si avverte la tendenza della popolazione a divinizzare tutti quei fenomeni naturali di cui non sapevano spiegare l'origine, che suscitavano sconcerto, dubbi, angosce, timori, perplessità. Da qui la tendenza ad associare queste divinità con le caratteristiche di certi animali e li rappresentarono in forma umana con caratteristiche zoomorfe. Così il falco era il Dio Horus. Lo sciacallo del deserto,eletto a guardiano delle necropoli, divenne il Dio Anubis. Alle divinità erano anche attribuiti concetti umani, come le relazioni familiari, di conseguenza,si formarono le triadi, composte dallo sposo, dalla sposa e dal figlio, alle divinità furono anche attribuite passioni umane, a cui gli egizi rendevano culto, con offerte, in cambio dei benefici ricevuti. Ma anche all'età dell'uomo furono attribuite connotati divini, così l'antica divinità Heh il Dio dello spazio infinito, il rappresentante dell'eternità, colui che non ha fine, che sostiene tra lesue mani due foglie di palma simbolo augurale di milioni di anni di buona vita, divenne il Dio dei vecchi. Nelle Istruzioni di Ptahotep, un principe della V dinastia, silegge:

..Oh, Henhen, Signore della vecchiaia, quando giunge la vecchiaia, porta con se l'impotenza e la debilità infantile. Il vecchio resta immobile nel suo giaciglio soffrendo, la vista si accorcia, l' orecchio si fa duro, le forze l'abbandonano; il cuore non ha riposo. La bocca è muta. La memoria si perde e non si ricorda più ieri...

Le divinità universalmente riconosciute erano il Sole, Ra, il Dio solare Horus, il Dio lunare Thot. La credenza di un cattivo genio che abitava le acque e che ebbe la sua manifestazione nel coccodrillo, non fu tipica di qualche località particolare, ma generale e diffusa, come il culto del Dio Sobk (coccodrillo), il coccodrillo che possieda una membrana leggera e trasparente che dalla fronte arriva a coprirgli gli occhi, così da poter vedere senza essere visto, prerogativa questa,del Dio Supremo. Oltre a queste divinità locali o diffuse,vi erano gli Dei inferiori, demoni o geni, che esercitavano la loro influenza sull'uomo e potevano aiutarlo o nuocergli, tali sono le Dee della nascita (assistenti al parto), il Dio della toeletta (Bes), ecc.Gli Egiziani credevano che le divinità scegliessero spesso il corpo degli animali per rivelarsi. L'animale sacro aveva i suoi segni particolari riconosciuti dai sacerdoti, era venerato, mummificato alla sua morte e deposto in apposite tombe. I Greci in Egitto erano rimasti stupefatti della grande estensione del culto degli animali, e deriva da essi il mito che gli Dei, quando in un certo periodo di tempo ebbero la peggio coi

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Titani, si rifugiarono in Egitto camuffati sotto le spoglie degli animali, da qui la loro natura sacra e la loro collocazione in cielo, fra le costellazioni dello Zodiaco.La religione egiziana fece un progresso passando dal feticismo animale al culto degli Dei sotto forma umana. Si cominciò a figurare gli Dei col viso, membra di uomini e con vestiti umani. Gli Dei che si rappresentavano dapprima semplicemente come animali, presero allorala forma umana mantenendo talvolta la testa dell'animale;Cosi Knoum divenne un uomo con la testa di ariete, Thot con la testa di ibis. In ogni città importante si sviluppò un suo centro di culto con tre divinità principali, almeno sessanta divinità minori o come ironicamente dicevano gli egizi stessi, con mille Dei, così da far dire ad Herodoto, non senza ombra di stupore e perfino con una venerazione superstiziosa, che gli Egizi erano il popolo più devoto dell'Ecumene o all'egittologo francese Maspero che l'Egitto sembrava essere stato popolato principalmente dagli Dei e dagli uomini utili al loro culto. Il Dio solare Ra, la divinità cosmica per eccellenza,aveva la sua sede locale a Heliopolis, sul lato orientale del Delta del Nilo. Horus, il Dio dalla testa di falco,figlio di Osiride, la divinità della vegetazione, ebbeinizialmente il suo culto a Hierancopolis. Fu proprioHierancopolis città posta sotto la protezione di Horus eartefice dell'unità dell'Egitto avvenuta nel 3100 a.C.che attribuì all'evento storico un connotato mitologicoche ricordava la lotta di Horus contro il malvagio zioSeth. Originariamente questo mito che avevarappresentato un evento ricorrente del corso dellanatura, il morire e il rinascere ogni anno dellavegetazione,soprattutto dei cereali, che a partire dalNeolitico l'uomo aveva imparato a coltivare e che ilpassaggio dalla raccolta alla produzione era lacondizione necessaria alla sua stessa sopravvivenza.

Osiride il Dio buono della vegetazione, fu ucciso e fatto a pezzi dal malvagio fratello,la sua sposa fedele ne ricompone il corpo, Osiride torna in vita e consegna il suo regno al figlio Horus che aveva sconfitto Seth. Con l'annessione del Delta del Nilo,questo mito naturalistico servì a commemorare anche l'avvenimento politico dato che il culto di Seth era tributato nelle città al lato nord-orientale del Delta, all'estremità opposta di Hierancopolis,la vittoria di Horus su Seth, fu vista come la vittoria dell'Alto Egitto sul Basso Egitto. Fu questa vittoria che inaugurò la civiltà Egizia dell'epoca dei faraoni e i conseguenti tremila anni di storia. Il primo contrassegno di questa religione fu il culto, poche cerimonie fondamentali, apertura

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della bocca, la liturgia delle offerte con l'offerta a Maat la dea dell'ordine del mondo,della giustizia, della rettitudine e della verità. Erano i diversi riti a determinarel'andamento ciclico del calendario che in origine serviva per sistematizzare le festività ed era basato sull'osservazione dei fenomeni atmosferici delle fasi lunari e diSirio, la stella del Cane. Il rito consisteva dunque nell'azione e nella ripetizione di qualcosa di simbolico che riproduce qualcosa che avviene nel mondo delle divinità. Quando il sacerdote il cui tempio era la riproduzione del cosmo, il luogo dove gli dei si facevano garanti di un suo aspetto particolare e il suolo su cui emerse il Tumulo Primevo, sollevando la figura di Maat voleva significare che l'armonia, l'equilibrio, lagiustizia e l'ordine erano ristabiliti sulla terra ma era anche la ripetizione di qualcosa che era avvenuto alle origini del mondo. Di conseguenza per gli egizi il simbolismo ha carattere di duplicità, nel rito veniva celebrato la ripetizione di un evento mitico del tempo degli Dei e la celebrazione necessaria a propiziarsi la grazia divina nelle faccende dell'umanità. Ecco perché la celebrazione era priva di significato senza riferimento mitologici e teologici, senza le preghiere, le litanie e gli inni. Quello che si diceva e si faceva era complementare e la cerimonia era valida solo in presenza di due ruoli sacerdotali, quello del celebrante e quello del lettore. Tutte le religioni quando fanno la loro comparsa fanno riferimento ad un fondatore o ad una rivelazione, la religione egiziana, si svolgeva direttamente dai costumi dei coltivatori e dei pastori preistorici. Nata forse come una pratica collettiva intesa ad assicurare alla collettività la fertilità, l'abbondanza delle prede nella caccia, la vittoria contro i nemici. Questa ricchissima mitologia subito si articolò in due correnti di pensiero, la prima portò con sé la convinzione del trionfo della luce sopra le tenebre e della vita sopra la morte, l'altra, la creazione del mondo dal fuoco o anima universale assistita dagli spiriti o da una qualsiasi entità superiore, quest'ultima si sviluppò nell'Impero Antico molti secoli dopo la prima con il mito di Ptah il nano Dio del fuoco cosmico, anima dell'universo creatore e formatore del mondo che figura nel nutrito Pantheon Egizio al lato di Osiriside e Horus, quest'ultimo il Dio solare per eccellenza. Da questi convinzioni nacquero le idee da cui si svilupparono allo stato ancora embrionale i maggiori tre culti dell'Egitto. Questi riflessi del simbolismo egizio raggiunge la sua massima espressività nell'arte, dove gli elementi architettonici e le decorazioni, avevano lo scopo di riprodurre un paesaggio mitico studiato fin nei minimi particolari, tutto assumeva un significato ben preciso non erano altro che il tentativo di ripetere forme tradizionali significative con decorazioni tratte da schemi mitici e teologici le grandi sale dei templi, con le colonne a forma di papiro imitavano le pianure del delta su cui fluttuavano la barca del Dio quando veniva portato fuori dal sacrario in processione. La palude dei papiri non era però quella terrena ma rappresentava il canneto, il paese favoloso del sole sorgente al di la dell'orizzonte. Fu il re Menas che fece edificare il tempio di Ptah a Menfis allora capitale dell'Egitto medio o Heptanomide, dove c'era un tempio dedicato ai suoi figli, i Cabiri Fenici, gli otto architetti con figura di nani a testimonianza della reciproca influenza tra l'Egitto e la Fenicia. La prima corrente di pensiero in alcune sue sfaccettature trovò espressione nei due miti di Ra e di Osiride

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che in breve sostituirono in rilevanza le altre religioni locali fino a diventare religionenazionale. Con il mito di Ra il cui tempio era in Heliopolis nel basso Egitto o delta, gli egizi, intendevano l'idea astratta della divinità, ma con quella di Ammon-Ra indicavano la potenza creatrice, o il Dio creatore, l'essere capace di generare per se stesso tutte le altre divinità che personifica e la cui manifestazione visibile era il Sole,Prhe o Ra, il pianeta che con la sua luce fa emergere dalla nullità delle tenebre gli oggetti visibili; così il Sole o Ammon-Ra, l'irrivelato, l'assoluto, l'incorporeo, immutabile, eterno, infinito, poté far uscire dal nulla o dalle tenebre primordiali tutte le cose create.

...Aprii la mia bocca, pronunciai il mio proprio nome come parola di potenzasviluppai me stesso dalla materia primigenia, che aveva attraversatomoltitudini di evoluzioni dal principio del tempo. Niente esisteva nel tempo,io creai tutte le cose ...

Poiché la potenza creatrice è il primo attributo delle divinità, Ammon-Ra è la Divinità principale. L'idea di un Essere Supremo sempre immutabile, giusto e misericordioso,ci porta alla conclusione che la religione egizia, fu una religione politeista nelle sue manifestazioni, ma monoteista nella sua essenza, primo germe dell'intento moralizzatore di questa primitiva religiosità dove l'ente metafisico era illuminato dalla fede attraverso un oggetto o un'immagine adorata.

Quando la filosofia egizia, giunse a concepire l'idea astratta di un Essere Supremo, considerò il Sole come il suo simbolo manifesto, la manifestazione visibile del Dio stesso. Lenormant, spiegò la cosa nella scarsa conoscenza della natura degli astri del popolo egizio e nella forte preoccupazione per la sorte ultraterrena, di conseguenza, ilpopolo credette di vedere immagini e simboli di questa esistenza futura nelle molteplici manifestazioni della natura in generale e nel Sole in particolare. La quotidiana rappresentazione del dramma solare, era in definitiva la rappresentazione della lotta perdurabile ed eterna tra il bene e il male. Questi due principi sempre presenti, ma opposti, intesi come concetti relativi che non possono esistere l'uno senza l'altro e dalla cui opposizione risulta l'armonia immutabile dell'esistenza. Da ciò si può osservare che la vita secondo il concetto egizio del fine e della causa non fualtro che un'assimilazione completa al corso del sole e che la preoccupazione del destino umano fu quella che impresse questo carattere solare alla religiosità egizia.

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Ra è il sole sovrano che solca il mare celeste nella sua barca sacra circondato da divinità secondarie. Timoniere di questa barca è Horus il Sole giovane e a prua un altro Horus armato di lancia disposto a trapassare Apap il serpente solare, la nube e letenebre, la Dea del cielo, Nut riceve la barca al termine del giorno e la barca entra nelfiume sacro sotterraneo trasportata per la cima dagli spiriti. Il serpente Apap cerca invano di impedire il nascere del giorno nuovo impedendo a Ra di salire sulla barca prodigiosa. Questo combattimento si ripete ogni volta fino alla fine dell'anno quando Apap viene finalmente trapassato e buttato in mare L'altro mito è quello di Osiride, il cui santuario era a Thinis, tebaide nell'AltoEgitto, ed è quello relativo al trionfo della vitasopra la morte.

A questo mito corrisponde la celebre triadeOsiride, Iside e Horus, padre, madre e figliorappresentati da Pierret ed esposto nel museo delLouvre. Di questo mito appare suggestival'ipotesi avanzata nel secolo scorso da alcunistudiosi tra questi Sanchez Calvo, che il mitoderiverebbe dal seno della razza asiatica quandovivevano insieme gli antenati Arya e quellisemiti. Quando le tribù emigrarono verso l'Egittoe penetrarono in questa terra 9000 anni prima diCristo portarono con loro il mito e il nome diOsiride, mito che si sviluppo fino ad assumereuna forma propria nella valle del Nilo. In effetti ilnome Osiride pronunciato dagli egizianisembrerebbe derivare da Asura, Asiris e Asurasische potrebbe corrispondere all'Asura vedico eall'Aura Mazda fino a diventare Ormudz la divinità Zenda in perenne lotta con Ahriman che rappresenta l'oscurità delle tenebre. Da qui il termine naturalista del mito. Ma il mito di Osiride secondo Toynbee presenterebbe anche una sorta di affinitàcon il mito cananeo di Adone e quello di Atti nell'Asia minore. Prosegue il Toynbee affermando che il suo culto, indipendentemente dalle sue origini, si radicò così profondamente nella vita religiosa egizia nella fase iniziale della civiltà faraonica,, finendo per assumere anche un significato etico con Osiride giudice supremo delle anime che con la sua bilancia misurava il peso delle buone e cattive azioni. Osiride il sole buono muore la sera ucciso da suo fratello Set, le tenebre. Mentre le tenebre imperversano, Sopt o il cane Anubis (la stella Sirio) come guardiano celeste rimane vigile; Thot la luna rimpiazza suo fratello e annuncia la sua resurrezione; Iside dea del cielo orientale sorella e sposa di Osiride, piange la morte del suo consorte e si prende cura di suo figlio Horus il sole giovane; Nephthys o Nefte dea del cielo occidentale sorella anch'essa dei precedenti, aiuta Iside a curare Horus e l'accompagna nel dolore per la morte di Osiride. Ma il sole giovane Horus da

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battaglia a suo zio Seth nelle regioni delle ombre per vendicare suo padre. Set muore e Horus appare trionfante alla mattina. Nella terra l'allegria prende il posto della tristezza e negli uomini che guardando Osiris risuscitato nel ridente Horus, nacque la credenza o la speranza che alla stessa maniera anch'essi sarebbero stati resuscitati. In conformità a questo mito fu spiegato il fenomeno dell'eclissi designato dagli antichi egizi come il giorno del terrore. Set il demone dell'oscurità a forma di cinghiale penetra nella stella di Osiride e Horus strappandogli parte degli occhi, il Sole si difende fino a mutilare Seth. Appare Thot che vive durante l'assenza di Osiride, riempie la cavità vuota degli occhi e il Dio recupera tutto il suo splendore. Questo mito si esprime nei termini cosmici della lotta tra la luce e le tenebre ed è un mito dualista perfetto di valore universale analogamente alla lotta tra Ormuz ed Arhiman o tra Odino e Loki per gli scandinavi. E' molto raro comunque nella mitologia non incontrare dei miti dove non compaiano manifestazioni di lotte tra la luce e le tenebre, ma il mito Osiridiano raggiunse uno sviluppo notevole e acquisì molte forme aspirando a porsi come un mito ciclico della vita egizia. Nel suo passaggio dall'impero antico (5000 a 3000 anni a.C) il naturale svolgimento politeista i componimenti teologici e poetici, il progresso nella vita, l'influenza del popolo semita e libico relazionati con l'Egitto furono modificati e arricchendo la mitica generale e il mito Osiridiano in particolare. Il culto di Osiride e di Ra si fusero in un culto solo e insieme divennero predominanti sopra tutte gli altri, trovando l'applicazione nel culto degli animali e delle piante, culto che non era una manifestazione simbolica dell'essenza divina come credevano i sacerdoti egizi, ma resti del toteismo simili alle divinità totemiche australiane americane o siberiane. Quando nell'Impero medio (3000 -1700) il popolo egizio divenne essenzialmente unapopolazione agricola e pacifica, come dimostrano i loro costumi e le loro feste e in generale la loro vita; questo cambio si riflesse nella loro mitologia, le divinità ctonie acquisirono poco alla volta la stessa importanza di quelle celesti, i miti solari scesero dal cielo fino alla terra e si applicarono al susseguirsi delle stagioni e alle esondazioni periodiche del Nilo e la religione in definitiva sotto la spinta di un autentico movimento di sincretismo abbandonò il principio mitologico a favore di una spontanea tendenza della popolazione egizia al simbolismo e alla dogmatica. Al mito solare egizio di Osiride si applico il mito ctonico della fertilità egizia e si trasformo nel mito del grande benefattore Nilo che assicura i mezzi necessari per la fecondazione della terra.

La Literatura en el Egipto Antiguo-Angel Sanchez Rodriguez.Ediciones Egiptomanía S.L. Barry J.Kemp-Ancient Egypt-Anatomy of Civilization.Ed. RoutledgeElisa Castel-Gran Diccionario de Mitologia Egipcia. Ed. Aldebaran. S. Tonnini-Psicologia della Civiltà Egizia.Ed.F.lli BoccaPlutarco-Iside e Osiride a cura di S. Campi.Ed. PiattiR.T. Rundle Clark-Mito e simbolo nell'antico Egitto. Ed.Il Saggiatore J. Maspero, Histoire ancienne des peuples de l'Orient classique.Ed.ParisCf. J. Bricout, Oú en est l'histoire des religions? Paris,̧A.Bentuè- Introduccion a la Historia de las religionesE.Balducci. Storia del pensiero umano.Ed.CremoneseE.sanchez Calvo.Los nombres de los Dios.Ed.De La Riva

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