MITEZZA - festivaldispoleto.com · suo Elogio della mitezza (1993) na virtù che non ha solo...

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Avvenire (ITA) Paese: it Pagina: 1, 18 Readership: 328000 Diffusione: 92440 Tipo media: Quotidiano Nazionale Autore: Gianfranco Ravasi 04 Luglio 2015 This article is intended for personal and internal information only. Reproduction or distribution is prohibited. Page 1 / 5 Avvenire (ITA) 04 Luglio 2015 Intorno alle Beatitudini: l'elogio della mitezza, vera forza della ragione Prediche di Spoleto/4 RAVASI A PAGINA 18 Paese: it Pagina: 1, 18 Readership: 328000 Diffusione: 92440 MITEZZA La forza della ragione Tipo media: Quotidiano Nazionale Autore: Gianfranco Ravasi Le prediche di Spoleto/4. Le Beatitudini nell'analisi del presidente del Pontificio Consiglio della cultura: «Nei miti scopriamo in fihigyana il volto del vero discepolo di Cristo» GIANFRANCO RAVASI tezza evangelica, presente nella ne per il discepolo: «Imparate da me f terza beatitudine (Mt5,5),u- che sono mite e umile di cuore» (Mt i filosofo Norberto Bobbio nel suo Elogio della mitezza (1993) na virtù che non ha solo 11,29). E continua con una citazione aveva celebrato questa virtù una dimensione etica, del profeta Geremia (66): «Così tro- come la più «impolitica» e come accadeva nel verete riposo per le vostre anime». '4 può comprendere questa sua mondo greco, ma che Eautontratto di Gesù si ripresenta nel - posizione nel contesto della si rivela come un do- l'evento messianico dell'ingresso a gestione della politica che no divino, capace di Gemsalemme ove si rimanda al pro- p gnora ogni compassione e si fonda sul fiorire nel cuore del feta Zaccaria (9,9): «Dite alla figlia di potereespessosull'arroganza.lniina credente come amore Sion: Ecco, a te viene il tuo re, mite, visione più alta della politica la mi- per l'altro, perdono, ri- seduto suun'asinae su unpuledro, fi- tezza avrebbe invece uno spazio rile- getto dellaviolenza, fiducia gb di una bestia da soma» vante. Essa, infatti, non è codardia nel giudizio di Dio. Si possono, (Mt 21,5). nnera rerniissività, cuie osservava quindi, assumere tutti i sinonimi In questo passo divenuto celebre il lo stesso filosofo: «La mitezza non ri- che accompagnano la mitezza nel Messia è tratteggiato dal profeta non nuncia alla lotta per debolezza o per nostro vocabolario per cui la persona come un guerriero vittorioso co- paura o per rassegnazione». inzi, es- mite è paziente, benigna, benevola, me un condottiero regale lanciato al - docile, buona, dolce, mansueta, de- la conquista, bensi come il Servo ob- sa vuole essere come un seme effica- ce piantato nel terreno della storia per mente, affabile, umana e gentile al- bediente a Dio e misericordioso ver- il progresso, per la pace, per il rispet- l'interno di una società cmdele, dura, so gli uomini. Cristo non assume, dun- to della dignità di ogni persona. Ma a- spietata. Tuttavia la mitezza evange- que, le vesti di un domtuatore e nep- spira a raggiungere questo scopo ri- lica altro non è che la «povertà nello pure quelle di un sacerdote aristocra- fiutando la gara distruttiva della vita, spirito» dellaprima delle Beatitudini, tico e glorioso, il suo è il profilo di la vanagloria e l'orgoglio personale e colta nella sua connotazione di ade- un profeta incendiario. I suoi concit- nazionalistico, etnico e culturale, sce- sione gioiosa alla volontà e alla legge tadini rimarranno, anzi, sconcertati, gliendo la via del distacco dalla cupi- divina, ricordando la sua modesta anagrafe digia dei beni e l'assenza di puntiglio- Il modello rimane lo stesso Cristo che sociale: «Non è costui il figlio del car sità e grettezza. delinea proprio la mitezza come sua pentiere? E sua madre non si chiama Noi,però, ciinteressiamo ora della mi- qualità distintiva e fonte di imitazio- Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Page 1 / 5 This article is intended for personal and internal information only. Reproduction or distribution is prohibited.

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Tipo media: Quotidiano NazionaleAutore: Gianfranco Ravasi

04 Luglio 2015

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Avvenire (ITA)

04 Luglio 2015

Intorno alle Beatitudini:l'elogio della mitezza,vera forza della ragione

Prediche di Spoleto/4RAVASI A PAGINA 18

Paese: it

Pagina: 1, 18

Readership: 328000

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MITEZZALa forza della ragione

Tipo media: Quotidiano Nazionale

Autore: Gianfranco Ravasi

Le prediche di Spoleto/4. Le Beatitudini nell'analisi del presidente del PontificioConsiglio della cultura: «Nei miti scopriamo in fihigyana il volto del vero discepolo di Cristo»GIANFRANCO RAVASI tezza evangelica, presente nella ne per il discepolo: «Imparate da me f

terza beatitudine (Mt5,5),u- che sono mite e umile di cuore» (Mti filosofo Norberto Bobbio nelsuo Elogio della mitezza (1993) na virtù che non ha solo 11,29). E continua con una citazione

aveva celebrato questa virtù una dimensione etica, del profeta Geremia (66): «Così tro-

come la più «impolitica» e come accadeva nel verete riposo per le vostre anime». '4può comprendere questa sua mondo greco, ma che Eautontratto di Gesù si ripresenta nel-

posizione nel contesto della si rivela come un do- l'evento messianico dell'ingresso a

gestione della politica che no divino, capace di Gemsalemme ove si rimanda al pro- p

gnora ogni compassione e si fonda sul fiorire nel cuore del feta Zaccaria (9,9): «Dite alla figlia di

potereespessosull'arroganza.lniina credente come amore Sion: Ecco, a te viene il tuo re, mite,

visione più alta della politica la mi- per l'altro, perdono, ri- seduto suun'asinae su unpuledro, fi-

tezza avrebbe invece uno spazio rile- getto dellaviolenza, fiducia gb di una bestia da soma»

vante. Essa, infatti, non è nè codardia nel giudizio di Dio. Si possono, (Mt 21,5).nè nnera rerniissività, cuie osservava quindi, assumere tutti i sinonimi In questo passo divenuto celebre illo stesso filosofo: «La mitezza non ri- che accompagnano la mitezza nel Messia è tratteggiato dal profeta nonnuncia alla lotta per debolezza o per nostro vocabolario per cui la persona come un guerriero vittorioso né co-paura o per rassegnazione». inzi, es- mite è paziente, benigna, benevola, me un condottiero regale lanciato al-

docile, buona, dolce, mansueta, de- la conquista, bensi come il Servo ob-sa vuole essere come un seme effica-ce piantato nel terreno della storia per mente, affabile, umana e gentile al- bediente a Dio e misericordioso ver-il progresso, per la pace, per il rispet- l'interno di una società cmdele, dura, so gli uomini. Cristo non assume, dun-to della dignità di ogni persona. Ma a- spietata. Tuttavia la mitezza evange- que, le vesti di un domtuatore e nep-spira a raggiungere questo scopo ri- lica altro non è che la «povertà nello pure quelle di un sacerdote aristocra-fiutando la gara distruttiva della vita, spirito» dellaprima delle Beatitudini, tico e glorioso, nè il suo è il profilo dila vanagloria e l'orgoglio personale e colta nella sua connotazione di ade- un profeta incendiario. I suoi concit-nazionalistico, etnico e culturale, sce- sione gioiosa alla volontà e alla legge tadini rimarranno, anzi, sconcertati,gliendo la via del distacco dalla cupi- divina, ricordando la sua modesta anagrafedigia dei beni e l'assenza di puntiglio- Il modello rimane lo stesso Cristo che sociale: «Non è costui il figlio del carsità e grettezza. delinea proprio la mitezza come sua pentiere? E sua madre non si chiamaNoi,però, ciinteressiamo ora della mi- qualità distintiva e fonte di imitazio- Maria? E i suoi fratelli, Giacomo,

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seppe, Simone e Giuda? E le sue so-relle, non stanno tutte da noi?» (Mt13,55-56).Il premio destinato ai miti è espressoattraverso il ricorso a un passo salmi-CO secondo il quale «i poveri eredite-rarmo laterrae godranno diuna gran-de pace» (Sa137, 11): «Beati i miti, per-ché erediteranno la terra». E curiosonotare che questo passo biblico è ri-preso anche nel Corano quando Dioafferma: «Noi abbiamo scritto nei Sal-

mi... che la terra l'avrebbero eredi-tata i miei servi buoni» (XXI,105).Il tema dell'"eredità" ha nell'An-tico Testamento un grande ri-lievo e prevalentemente esso siraccorda, come nel nostro ca-so, al tema della terra pro-messa. Nel Nuovo Testamen-

a tol''eredità"el"ereditare"ac-quistano prevalentemente ilsignificato metaforico che, adesempio, pone come oggettodi questa eredità il Regno di Dio(Mt 25,34; iCor 15,50), oppurela vita eterna (ad esempio, Mt

19,29).Il simbolo dell'eredità della "terra"

è normalmente applicato alla terrad'Israele, la terra promessa, sede del-la storia e della vita libera del popoloebraico biblico. Questa realtà, infatti,era molto più di una semplice espres-sione topografica. Come si diceva, e-ra giàper l'Antico Testamento un shn-bolo di pienezza, tant'è vero che rice-veva descrizioni destinate a superareil mero dato geopolitico: «Terra buo-na e bella, terra di torrenti, di fonti edi acque sotterranee, sgorganti nellapianura e dalla montagna, telTa di fru-mento, di orzo, di viti, di fichi e di me-lograni, terra di ulivi, di olio e di mie-le, terra dove non mangerai con scar-sità il pane, dove non ti mancherà nul-la, terra dove le pietre sono ferro e daicui monti scaverai il rame» (Dt 8,7-9).Per questo possiamo dire che Gestipensava alla terra biblica ma ovvia-mente nel suo valore di simbolo di pie-nezza. La Terra Santa geografica ac-quista, così, un valore trascendente,affacciato su un futuro perfetto ove lospazio territoriale dellaGemsalemmeceleste sarà incastonato nella «terra

nuova, perché il cielo e la terra di pri-ma sono scomparsi» (Ap 21,1). Men-tre i potenti allargano con la violenzae la sopraffazione il loro possesso e-reditario «aggiungendo casa a casa, u-nendo campo a campo, così che nonvi sia più spazio e restino solo loro adabitare la terra» (Is 5,8), imiti, che nonprevaricano e non pretendono spazigrandiosi sgomitando, saranno da Dioaccolti nella terra rinnovata che è suacreazione e suo legittimo possesso.Purtroppo, in contrasto con la mitez-za, rimane l'oscuro fascino che ilmo-stro della violenza esercita sull'uomo,anche nella forma di quel vizio capi-tale che è l'ira. E ciò che rappresenta-va in modo brillante un autore ironi-co come Achifie Campanile, nelle sueVite degli uomini illustri (1975). Eglimetteva in bocca a un Socrate imma-ginario questo consiglio malizioso, maanche molto seguito: <>Chiha ragionedi solito non urla, non scaraventa og-getti, ma lascia che la ragione s'im-ponga da sé... Cischerzate, invece, coirisultati che ottiene uno il quale, sa-pendo di aver torto e non potendo ri-correre ad altri argomenti, scaraven-ta oggetti in terra, urla, minaccia, poisbatacchia la porta e se ne va? Rispet-tatissimo. Temutissimo».A tutti è accaduto di imbattersi in sce-nate analoghe a quella tratteggiatadallo scrittore romano, messe in attoda persone prepotenti e in palese tor-to: si deve con amarezza ammettereche costoro riescono a generare ri-spetto e persino a lasciare il sospettoche, in fondo in fondo, un pizzico diragione forse ce l'abbiano... La perso-namite, calmae pacata, schierata dal-la parte delvero e del giusto è, invece,convinta che basti la forza della ra-gione e della pazienza Ma il risultatoè spesso quello di essere sbeffeggiatao ritenuta poco convincente. 1(appel-lo della nostra beatitudine si trasfor-ma, allora, anche in un impegno a re-sistele serenamente e coraggiosa-mente di fronte alla tentazione dellaviolenzaProprio per questo i "miti' che le trereligioni monoteistiche esaltano co-me gli eredi della terra promessa - laquale è, come si è detto, il Regno di

Dio nella sua attuazione piena— han-no molteplici lineamenti, morali e spi-rituali. C'è chi vede in essi appunto inon violenti, gli oppressi che non ri-corrono alla forza, coloro che nonscelgono il possesso e l'auto-afferma-zione così da non dominare sugli al-tri. C'è chi intuisce in essi il profilo deimansueti, dei diseredati e degli e-spropriati: c'è chi pensa agli umili e a-gli inoffensivi, fiduciosi nella volontàdi Dio. C'è chi li considera interior-mente forti e, per questo, pazienti, dol-ci, generosi. In ulthna analisi, attra-verso questa molteplicità di virtù, neimiti scopriamo in ffligrana il volto delvero discepolo di Cristo.Sopra, Giotto,"L'ingressoa Gerusalemme",atfresco databileal 1303-1305 circae parte del ciclodella Cappelladegli Scrovegnia Padova.È compresonelle "Storiedi Gesù" del registrocentrale superiore

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IL TEMAOMELIE DEI 2 MONDI

Quest'anno le prediche di Spoleto, propostedall'arcidiocesi assieme al "Festival dei 2 Mondi" ecol patrocinio del Pontificio Consiglio per lapromozione della nuova evangelizzazione sonodedicate alle 'Parole per la felicità". Dopo EnzoBianchi, Salvatore Martinez, Nunzio Galantino e ilcardinale Gianfranco Ravasi (nella foto), presidentedel Pontificio Consiglio della cultura del qualeanticipiamo in queste colonne una sintesi della

predica oggi dedicherà al tema «Beati i miti, perchéerediteranno la terra», nei prossimi giorni interverranno

Mauro Gambetti, Cristina Cruciani e Renato Boccardo.Ogni versetto del Discorso della montagna vienecommentato da un predicatore illustre ogni venerdì,sabato e domenica alle 17 in San Domenico.

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