Misura della dispersione del plasmone acustico su ... · di scalini atomici quali quelli delle...
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CNR - Short Term Mobility 2008
Relazione Scientifica
Misura della dispersione del plasmone acustico
su superfici di Au piatte e scalinate
Smerieri Marco
Dipartimento di Fisica – Università degli Studi di Genova
Proponente
Prof. Mario Rocca
3
Introduzione
La presente relazione tratta delle eccitazioni elettroniche collettive (plasmoni acustico e ottico) su una
superficie scalinata di Au(111) che ho studiato mediante spettroscopia di perdita di energia di elettroni lenti
risolta in momento (HREELS e ELS-LEED).
Lo spettro delle eccitazioni elettroniche dell’Au comprende l’ordinario plasmone ottico a 2.5 eV,
corrispondente alla condizione in cui la funzione dielettrica di volume vale -1, ed il plasmone acustico di
superficie (ASP) connesso con il gas bidimensionale associato allo stato di Shockley di superficie
recentemente previsto teoricamente dal gruppo del Prof. Pedro Echenique e osservato per ora solo sulle
superfici di Be(0001), Cu(111) e Au(111). Scopo dell’attività di ricerca svolta è di studiare eventuali effetti
sulla dispersione del plasmone causati dalla nanostrutturazione della superficie. Nel caso dell’Au(111) tali
effetti possono essere causati sia dalla ricostruzione a lisca di pesce della superficie stessa che dalla presenza
di scalini atomici quali quelli delle superfici vicinali della (111).
L’esistenza del ASP sulla superficie di Au(111) è stata verificata recentemente dalla collaborazione del
gruppo genovese (Rocca-Vattuone) con il gruppo del Prof. Pfnuer di Hannover utilizzando la strumentazione
ELS-LEED a disposizione presso l’Institut fuer Festkoerperphysik della Leibniz Universitaet di Hannover in
Germania. Tale strumentazione offre il vantaggio rispetto all’HREELS ordinario disponibile a Genova di
poter effettuare misure lungo diverse direzioni nello spazio reciproco senza dover ruotare il cristallo ed è
pertanto particolarmente adatta per verificare eventuali anisotropie nella dispersione che in effetti è stata
trovata tra le direzioni Γ-M e Γ-K. L’analisi di tali dati era complicata dalla presenza di tre domini per la
ricostruzione che possono essere rimossi utilizzando superfici vicinali.
Per l’Au gli stati elettronici superficiali delle superfici vicinali sono stati studiati dal gruppo del Prof. Enrique
Ortega su Au(788) e Au(21, 22, 22) mediante fotoemissione risolta in angolo1. Tali studi mostrano tuttavia
che la presenza dei gradini causa anche la localizzazione dello stato di Shockley nella direzione ortogonale
agli scalini, mentre esso disperde normalmente nella direzione lungo i gradini. Ci si aspetterebbe pertanto
una forte anisotropia nella dispersione del plasmone acustico.
I plasmoni acustici su superfici dei metalli nobili, più utilizzabili del Berillio per possibili applicazioni
tecnologiche, suscitano viva attenzione per le possibili applicazioni in diversi campi, in particolare in quelli
dell’elettronica e della fotonica. L’esistenza del plasmone acustico di superficie potrebbe permettere (se si
riuscisse a modulare la velocità del plasmone per adattarla alle possibili applicazioni modificando le
caratteristiche del materiale su cui è supportato) la realizzazione di nuovi materiali nanostrutturati non
presenti in natura, con proprietà ottiche singolari e un indice di rifrazione plasmabile quasi a volontà. Con
tali materiali sarebbe possibile realizzare lenti perfette, la cui risoluzione non è più limitata dalla lunghezza
d'onda della luce utilizzata2 e renderebbero possibile far scorrere la luce intorno ad un oggetto rendendolo
perfettamente invisibile. Finora ricercatori statunitensi sono riusciti a ottenere l'invisibilità in intervalli di
lunghezza d'onda limitati intorno al millimetro, ma in linea di principio utilizzando materiali nanostrutturati
questo è possibile anche per la luce visibile e si potranno nascondere anche oggetti di grandi dimensioni.
Per ottenere queste caratteristiche è necessario che i metamateriali abbiano un indice di rifrazione della luce
molto piccolo o negativo. Una caratteristica che si ottiene grazie a forti risonanze del gas di elettroni, come
quella del plasmone acustico di cui è stata dimostrata l'esistenza.
4
Un'altra possibile applicazione è nell'elettronica delle altissime frequenze (dell'ordine dei THz). Essa è resa
possibile dalla dispersione lineare del plasmone acustico. Ciò significa che esso, contrariamente ai plasmoni
ordinari, si propaga alla stessa velocità a tutte le frequenze, come fa la luce nel vuoto, ma mille volte più
lentamente. Di conseguenza anche la su lunghezza d’onda si riduce dello stesso fattore un segnale può essere
convertito da luminoso ad elettronico e viceversa con distorsione minima, permettendo in linea di principio
la realizzazione di dispositivi opto-elettronici funzionanti a frequenze molto più elevate dei dispositivi
elettronici attuali. Per questo sarà necessario disporre di materiali nanostrutturati su scala opportuna per
consentire l'accoppiamento della luce con il plasmone. Inoltre l’inerzia chimica dell’oro lo rende un
candidato ottimo per applicazioni in condizioni reali dove i metalli più reattivi (Be, Cu ed anche Ag) non
sarebbero impiegabili a causa dell’effetto dell’ossidazione che notoriamente sopprime lo stato di superficie e
dunque anche il plasmone acustico.
Ho effettuato misure a diverse energie degli elettroni incidenti ottenendo due branche di dispersione per il
plasmone acustico osservabili sia in direzione parallela al gradino che in direzione ad esso perpendicolare.
L’eccitazione dell’una o l’altra delle due branche risulta dipendere dall’energia degli elettroni incidenti ed
apre quindi nuovi interrogativi che potranno trovare risposta soltanto attraverso ulteriori studi sia teorici che
sperimentali.
Inoltre è stata misurata la dispersione del plasmone ottico su Au(788) , non ancora disponibile in letteratura.
5
Aspetti teorici
Plasmone di Superficie
Il Plasmone di Superficie è una eccitazione che si auto-sostiene alla superficie di un gas elettronico
caratterizzata da un decadimento esponenziale del potenziale ad esso associato, sia verso l’esterno del
cristallo sia verso il volume, e da un comportamento oscillatorio lungo la superficie, come mostrato nella
seguente figura3.
A lato mostro alcune misure HREELS4 relative al
Plasmone di Superficie su film spessi di metalli alcalini.
Si può notare la dipendenza dell’energia della perdita
dall’angolo di raccolta degli elettroni (ossia dal momento
parallelo trasferito).
Ad angoli meno radenti, a cui la penetrazione degli
elettroni incidenti nella zona subsuperficiale è maggiore,
si nota la presenza nello spettro di perdite corrispondenti
all’eccitazione del plasmone di volume (BP) e del modo
di multipolo (MM).
La corrispondente dispersione del Plasmone di Superficie
è riportata nella figura sottostante. Come si evinec dalla
figura la dispersione è di tipo ottico e con pendenza
negativa. Essa è determinata dalla posizione del
centroide della carica di schermo che si trova al di fuori
del piano della superficie geometrica
Figura 1 - Distribuzione di carica di superficie e linee del campo
elettrico relative ad un plasmone di superficie di vettore d’onda q||
Figura 2 - Spettri HREELS per un film spesso di K per differenti geometrie di scattering.
Figura 3 - Dispersione per il Plasmone di Superficie di K.
6
Plasmone di un gas elettronico bidimensionale
E’ noto che un gas di elettroni isolato e bidimensionale può dare origine a una oscillazione collettiva
caratterizzata nel limite delle grandi lunghezze d’onda dalla relazione di dispersione5
in cui n2D è la densità bidimensionale degli stati occupati, ovvero
Questa equazione mostra che i plasmoni di un gas elettronico bidimensionale sono caratterizzati da una
dispersione acustica tipo radice quadrata. Ne consegue che essi non possano avere un ruolo nell’interazione
elettrone/buca o nella dinamica fononica, non potendosi accordare con energia e momento di tali eccitazioni.
In figura si mostra la relazione di dispersione per il Plasmone di
Superficie6 di un film di Ag su Si(111) in funzione dello spessore. Si
nota un andamento tipo radice quadrata (nel caso dei punti rossi e blu)
in accordo con le previsioni teoriche.
Molto più interessante, rispetto al convenzionale plasmone 2D, è un nuovo tipo di eccitazione collettiva, che
presenta un andamento lineare della dispersione, chiamata Plasmone Acustico di Superficie, acronimo ASP.
L’esistenza dell’ASP è stata prevista teoricamente nel 2004 dal gruppo del Donostìa International Physics
Center composto da J. Pitarke, V. Silkin, E. Chulkov e P. Echenique7,8
e dimostrata sperimentalmente solo
l’anno scorso10
.
La relazione di dispersione per il Plasmone Acustico di Superficie ha carattere lineare :
Eloss = v |q|||
ed è caratterizzata da una pendenza
dove rappresenta la velocità di Fermi 2D ed α vale 1.032 per Au(111) nel punto .9
La prima evidenza sperimentale risale al 2007, anno in cui sono stati pubblicati sulla rivista Nature10
i
risultati ottenuti da una collaborazione internazionale tra il gruppo genovese di Rocca e Vattuone, quello di
Karsten Pohl del Dept. of Physics and Material Science dell’Università del New Hampshire, dal gruppo di
Daniel Farìas dell’Università Autonoma di Madrid e quello di Philip Hofmann dell’Università di Aarhus,
nonché dei teorici di Donostìa. Lo studio ha avuto come oggetto la superficie del Be(0001). I risultati sono
riportati in Figura 6 e Figura 5.
Figura 4 - Relazione di dispersione per plasmone di superficie di Ag/Si(111)
7
Gli spettri sono stati ottenuti a temperatura ambiente e per energie iniziali, Ei , ed angoli di scattering θs
differenti. Il momento parallelo trasferito q|| di ogni spettro corrisponde alla posizione del massimo della
perdita marcato con una freccia. In Figura 6 evidenzio un confronto tra esperimento e teoria10
. Le barre di
errore in energia sono dovute all’incertezza della procedura di deconvoluzione degli spettri EELS, mentre la
barra in q|| rappresenta la finestra d’integrazione sul vettore d’onda dovuta all’accettanza angolare finita dello
spettrometro EELS. La linea nera tratteggiata indica la dispersione teorica per un gas di elettroni liberi
unidimensionale, mentre la linea rossa riporta il risultato di calcoli ab initio sulla proiezione in superficie
della struttura a bande per Be(0001).
L’esistenza dell’ASP è prevista anche per le superfici dei metalli nobili, superfici più utili del berillio per
possibili applicazioni tecnologiche, in particolare nel campo dell’elettronica e della fotonica. La struttura a
bande di varie superfici (111) di metalli nobili (Cu,Ag,,Au), oltre a quella di Be (0001), presenta infatti uno
stato di Shockley parzialmente occupato, all’interno di una gap nella proiezione delle bande di volume sulla
superficie, vicino al punto, prossimo al livello di Fermi, come mostrato in figura. Tale gap è originata dalla
proiezione della densità degli stati di volume sulla superficie e corrisponde alla gap nel punto L della zona di
Brillouin tridimensionale11,12,13,14
.
Figura 7 - Schema della struttura a bande superficiale di Au(111)
Figura 5 - Famiglie di spettri EELS per Be(0001) per la direzione Γ-M Figura 6 - Relazione di dispersione per Be(0001)
8
La Figura 7 mostra la dispersione dello stato di superficie per Au(111). Lo sdoppiamento in k, dovuto alla
ben nota ricostruzione a lisca di pesce di tale superficie, è chiaramente visibile nell’immagine di sinistra15
.
Lo stato di Shockley è fortemente localizzato alla superficie e disperde con il momento parallelo alla stessa.
Esso può essere descritto da una Energia di Fermi 2D, , equivalente all’energia di legame nel punto e
da una massa efficace m2D.
Nella tabella sono riportate le energie di Fermi 2D degli stati di superficie al punto per Be(0001) e per le
facce (111) dei metalli nobili Cu, Ag, Au.
e rappresentano le corrispondenti velocità di
Fermi 2D e la massa efficace dell’elettrone in unità di massa
dell’elettrone a riposo.
è espressa in unità atomiche:
dove a0 è il raggio di Bohr ed Eh è l’energia di Hartree pari a 27,211 eV.
In letteratura si trovano due lavori del gruppo teorico di Donostìa nei quali si utilizza un potenziale modello
unidimensionale per analizzare il caso del Cu(111)8,9
. L’uso del potenziale 1D parte dall’assunzione di
invarianza traslazionale nel piano della superficie, assunzione abbastanza ragionevole per superfici
metalliche compatte. La funzione di perdita di energia calcolata per q|| = 0.02 Å-1
è mostrata nella figura
seguente16
.
Figura 8 - Perdita di energia teorica per superfici dei metalli nobili Cu, Ag, Au
Perdita di energia Im[g(q,w)/w] delle superfici (111) dei metalli nobili Cu, Ag, Au, rispettivamente con linee
continua, tratteggiata e tratteggiata con puntini, in funzione dell’energia dell’eccitazione per q|| = 0.02 Å-1
.
La misura dell’ASP sui metalli nobili si rivela nettamente più complicata rispetto al berillio poiché il gap
energetico tra il livello di Fermi e lo stato di Shockley che permette l’esistenza dell’ASP è minore rispetto a
quello del berillio, che rappresentava pertanto il caso ideale per il primo studio sperimentale di questo
fenomeno. Questo determina il fatto che l’ASP si trova a frequenze minori per cui il picco di perdita di
energia ad esso associato cade più vicino al picco elastico, risultando così più difficile da misurare. Tali
difficoltà hanno causato il fallimento dell’esperimento a Cosenza17
ma sono state più recentemente superate
nella tesi di Vercelli su Cu(111) e nelle successive misure di Vattuone ad Hannover sull’Au(111).
Le curve di dispersione dell’ASP su Cu(111) e su Au(111), già misurate rispettivamente a Genova e ad
Hannover, sono riportate di seguito18
.
9
Figura 9 - Curve di dispersione di Cu(111) e Au(111) lungo al direzione Γ-K
Su Au(111) è stato osservato inaspettatamente un’anisotropia della dispersione dell’ASP nelle direzioni Γ-K
e Γ-M: tale osservazione è sorprendente in quanto sulla superficie macroscopica coesistono sicuramente
diversi domini della superficie ricostruita ed eventuali anisotropie presenti sulla singola terrazza dovrebbero
essere mediate considerando la sovrapposizione del segnale corrispondente a tali domini. Gli spettri che
evidenziano tali differenze, e che saranno oggetto di ulteriori misure di verifica, sono riportati in Figura 10.
Figura 10 - Spettri ELS per Au(111)
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
In
ten
sit
y
2000150010005000
Energy loss (meV)
q||=-0.025 A-1
q||=-0.051 A-1
q||=-0.075 A-1
q||=-0.10 A-1
110
180
315
410
520
q||=-0.125 A-1
600
q||=-0.20 A-1
Au(111) -K E=20 eV
X 2
X 4
X 8
q||=-0.15 A-1
750 5000
4000
3000
2000
1000
0
In
ten
sit
y
2000150010005000
Energy loss (meV)
Au(111) -M E=20 eV
q||=0.025 A-1
q||=0.05 A-1
190
105
300
q||=0.075 A-1
X 2q||=0.10 A
-1
350q||=0.125 A
-1
q||=0.15 A-1
440
380 X 4
490
q||=0.175 A-1
X 8
500
q||=0.20 A-1
X 16
800
600
400
200
0
Pla
sm
on
en
erg
y (
meV
)
0.250.200.150.100.050.00
|q ||| (A -1
)
Au(111)
-K 13 eV
-K 20 eV
E(meV)=22+ 3703*|q||| (A-1
)
10
Quest’ultima osservazione motiva anch’essa lo studio della superficie Au(788) in quanto ci si aspetta che
sulla terrazza di larghezza nanoscopica (38 Å) sia presente un solo dominio. Tale assunzione è suffragata
dalle immagini STM sottostanti19
che mostrano una superficie ben ordinata e con una stretta distribuzione
della larghezza delle terrazze.
Figura 11 - Immagine STM (a), distribuzione dell’ampiezza delle terrazze (b) ed immagine SPA-LEED (c) di Au(788)
La Figura 11 mostra un’immagine STM e SPA-LEED della superficie Au(788) utilizzata. Il pattern LEED
contiene le sovrastrutture sia perpendicolari che parallele ai gradini. Nel riquadro dell’immagine STM si
vede un dettaglio che mostra della struttura delle singole terrazze. Le aree chiare e scure indicano la presenza
l’alternanza di layers fcc e hcp all’interno della stessa terrazza.
Le domande che mi sono posto sono le seguenti:
o Il plasmone ASP esiste anche per la superficie scalinata Au(788) ?
o La sua dispersione è isotropa nelle direzioni parallela ed ortogonale allo scalino ?
La risposta a tali domande non è affatto ovvia in quanto le misure di fotoemissione effettuate dal gruppo di
Ortega su Au(788)1,20,21
mostrano l’esistenza di:
o Uno stato di Shockley con dispersione circa parabolica in direzione parallela allo scalino
o Lo sdoppiamento di tale stato superficiale in due diversi livelli quantici in direzione perpendicolare allo
scalino
11
Figura 12 – (pannello di sinistra) Dispersione dello stato di superficie su Au(788) parallelo e perpendicolare agli scalini (pannello di destra) Energia dello stato di superficie in funzione del vettore d’onda parallelo alla terrazza (111) e perpendicolare e parallelo agli scalini
La forte asimmetria mostrata nel pannello di sinistra indica la presenza di uno stato di superficie
unidimensionale, come ad esempio uno stato di elettrone quasi libero parallelo agli scalini, ma confinato
nella direzione perpendicolare dove si divide in due differenti livelli quantici. Nel pannello di destra la
dimensione dei punti è proporzionale all’intensità dei picchi corrispondenti. Il gap energetico fra i livelli
quantici e l’assenza di dispersione indicano un totale confinamento elettronico all’interno delle terrazze.
12
Apparato di misura
L’apparato sperimentale utilizzato è uno spettrometro ELS-LEED costruito ed utilizzato presso l’Institut fuer
Festkoerperphysik della Leibniz Universitaet di Hannover in Germania.
La camera da ultra alto vuoto utilizzata è dotata di tutta la tipica strumentazione per la preparazione in ultra
alto vuoto (UHV) dei campioni. La superficie viene pulita mediante cicli di bombardamento di ioni di Ar
aventi energia 1KeV che incidono normalmente alla superficie, seguito da riscaldamento a 550°C per 15
min. La temperatura viene misurata con un pirometro a fotoni infrarossi al di sopra dei 300 °C. La pulizia del
campione è stata ripetuta fino ad ottenere immagini bidimensionali come quella di Figura 13.
Figura 13 - Immagine SPA-LEED del campione di Au(788) utilizzato. Energia degli elettroni incidenti pari a 24.2 eV.
Lo strumento di misura utilizzato venne realizzato dal gruppo di Henzler22,23
inserendo in uno SPA-LEED24
commerciale un analizzatore per spettroscopia a perdita di energia (ELS), da qui il nome ELS-LEED. Esso
consiste di due parti: la prima è lo spettrometro per elettroni realizzato con due analizzatori cilindrici a
singolo passo da 127° la seconda è un sistema deflettore ad ottupolo.
Figura 14 - Schema dell'ottupolo presente nello SPA-LEED
13
Figura 15 - Spettrometro ELS-LEED (vista d’insieme e sezioni)
Lo spettrometro prepara un fascio elettronico monocromatizzato che viene accelerato all’energia voluta
mediante lenti elettrostatiche (Acceleration Lens in Figura 15) per poi entrare nel deflettore ad ottupolo che
ne controlla l’angolo d’incidenza sul campione. Il fascio riflesso dal campione segue un analogo percorso in
direzione opposta ed entra nell’analizzatore. Quest’ultimo viene fatto spostare in tensione rispetto al resto del
sistema effettuando una analisi in energia degli elettroni diffusi dal campione. L’angolo formato dal fascio
uscente dal monocromatore e dal fascio entrante nell’analizzatore è fisso e pari a 12°. Ad ottupolo inattivo
gli angoli dì incidenza sul campione sono pertanto di +6 e -6 gradi.
14
Risultati Sperimentali
Utilizzando l’apparato sperimentale precedentemente descritto ho acquisito spettri di perdita di energia nelle
due direzioni perpendicolare agli scalini dell’Au(788) e parallelamente ad essi a differenti energie degli
elettroni incidenti. Queste ultime sono comprese tra 11 eV, energia minima ottenibile riproducibilmente con
l’ELS-LEED utilizzato, e 37 eV, energia alla quale la probabilità di eccitare il Plasmone Acustico di
Superficie (ASP) è ridotta sensibilmente. Per q|| minore di 0.07 Å-1
, il segnale dell’ASP è molto vicino alla
regione del picco elastico e pertanto gli spettri corrispondenti presentano un picco elastico con una spalla ad
energie inferiori dovuta all’eccitazione dell’ASP.
Nelle figure di seguito sono riportati gli spettri della superficie pulita di Au(788), per entrambi gli angoli di
incidenza parallelo e normale ai gradini a differenti energie degli elettroni incidenti. Nei riquadro si possono
vedere i profili angolari nelle due direzioni perpendicolari fra loro, rispettivamente lungo le terrazze
dell’Au(788) (along step) e perpendicolare agli scalini (normal to step).
Figura 16 - Spettri ELS con energia primaria degli elettroni di 11 eV
15
Le misure ad 11 eV (Figura 16) mostrano una dispersione isotropa nelle due direzioni parallela ed
ortogonale allo scalino almeno fino a q|| < 0.14 Å-1
mentre una limitata anisotropia appare soltanto a q||
maggiori come evidenziato in Figura 17.
Figura 17 – Dettaglio di spettri ELS a 11 eV con q|| > 0.14 Å-1
16
Sorprendentemente però la famiglia di spettri a 13 eV (Figura 18) è isotropa anche per q|| maggiori di 0.14Å-1
e, fatto ancor più sorprendente, mostra perdite ad energie sensibilmente maggiori, circa il doppio, rispetto a
quelle osservate ad una energia primaria di 11 eV.
Figura 18 - Spettri ELS con energia primaria degli elettroni di 13 eV
17
Ad energie superiori (Figura 19) l’intensità dell’ASP diminuisce sensibilmente mentre aumenta l’intensità
della perdita dovuta al plasmone ottico, che era a fatica apprezzabile a basse energie primarie.
Figura 19 - Spettri ELS con energia primaria degli elettroni di 37 eV
18
La Figura 20 riassume, a q||=-0.17 Å-1
, la tipologia degli spettri osservati per diverse energie degli elettroni
incidenti.
Figura 20 - Confronto a momento fissato ( q|| = -0.17 Å-1
) per spettri a differenti energie
Essa mostra inoltre l’effetto della riduzione della temperatura del campione da 300 K a 78 K , ottenuta
facendo fluire azoto liquido in un opportuno criostato:
Si osservano una drastica riduzione sia dell’intensità che del valore dell’energia dell’ASP.
19
I dati sono riassunti in Figura 21
Figura 21 - Curva di dispersione del plasmone acustico di superficie su Au(788)
In figura è riportata la curva di dispersione del plasmone acustico di superficie ottenuta riportando le perdite
di energia in funzione del momento trasferito parallelamente alla superficie q||.
Esistono chiaramente due branche ben distinte in cui vanno a ricadere tutti i punti a differenti energie.
Questo è un risultato inaspettato poiché per tutte le altre superfici studiate finora si è sempre riscontrata la
presenza di una sola branca. L’andamento lineare della dispersione e le due branche sono evidenziate dalle
righe continue e tratteggiate.
I simboli grandi rappresentano i dati a 300 K mentre quelli più piccoli indicano i dati a 78 K.
Le pendenze per le due branche, ottenute mediante best fit dei dati sperimentali, sono 4,69 eVÅ per la
superiore e 2,24 eVÅ da confrontarsi con 3,7 eVÅ per la superficie Au(111) non scalinata.
E’ interessante notare che raffreddando la superficie scalinata la branca superiore si sposta a 3,33 eVÅ.
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
Ac
ou
sti
c p
las
mo
n e
ne
rgy
(m
eV
)
-0.4 -0.2 0.0 0.2
q|| (A -1
)
Au(788)along step normal to step
11 eV
13 eV
15.3 eV, 78 K
23.1 eV 24.2 eV
29.2 eV
37 eV
37 eV, 78 K
0.164 A-1
20
Plasmone Ottico
Figura 22 - Relazione di dispersione per il Plasmone Ottico di Superficie
Figura 22 mostra la curva di dispersione del plasmone ottico.
Dal fit lineare dei dati sperimentali si ottiene la pendenza per la branca ottica:
ELOSS = 2,49 eV + 0.45 eVÅ ∙ q||
Essa è assai modesta e con un valore per q||=0 in accordo quelli dei dati ottici25
. Sorprendentemente tuttavia
l’intensità del plasmone ottico, come si può vedere in Figura 19, cresce al diminuire del modulo di q||
contrariamente a quanto atteso dalla teoria dello scattering dipolare e a quanto osservato, ad esempio, per
l’analogo plasmone della superficie di Ag(111) mostrato nella figura seguente26
.
Nel pannello di destra della Figura 23 si può osservare infatti che l’intensità del plasmone ottico di superficie
al variare di q|| presenta una struttura a doppio lobo, essendovi un minimo per q||=0.
Possiamo tentativamente attribuire tale anomalia al contributo del plasmone di multipolo27,28
la cui intensità
potrebbe presentare un massimo proprio q||=0.
2700
2650
2600
2550
2500
2450
2400
Op
tic
al
pla
sm
on
en
erg
y (
me
V)
-0.3 -0.2 -0.1 0.0 0.1 0.2 0.3
q|| (A -1
)
Au(788)along step normal to step
23 eV
24.2 eV
29.2 eV
37 eV (*) (*) ANOMALOUS SHAPE AT LARGE |q
|||
Figura 23 - (Pannello di sinistra) Spettri ELS per OSP su Ag(111) a 100 K e 300 K per diversi angoli di incidenza (Pennello destra) Intensità dell’OSP vs momento scambiato q|| per due energie degli elettroni incidenti a 100 K.
21
Conclusioni
Ho misurato, mediante ELS-LEED, la dispersione del plasmone acustico e ottico su una superficie di
Au(788) per valutarne l’anisotropia nelle due direzioni, perpendicolare agli scalini e lungo gli scalini stessi.
La superficie scalinata dell’Au(788) è caratterizzata dal fatto che la ricostruzione si riduce ad un unico
dominio parallelo agli scalini e che ci sono terrazze di larghezza 38.2 Å, corrispondenti ad una periodicità
addizionale di 0.164 Å-1
perpendicolarmente agli scalini nello spazio reciproco.
I risultati ottenuti sono:
1) Il Plasmone Acustico di Superficie esiste anche per le superfici scalinate. L’intensità dell’ASP
diminuisce con l’aumentare dell’energia degli elettroni incidenti, mentre il Plasmone Ottico di
Superficie mostra un comportamento opposto. Quest’ultimo è abbastanza ampio, ha una piccola
dispersione positiva ed è isotropo.
2) L’ASP mostra due branche. La branca superiore si trova esattamente dove ci si aspettata l’ASP dal
modello teorico unidimensionale. La presenza di due branche nasce dal fatto che lo stato si Shockley
della superficie è diviso in due come mostrano i dati di fotoemissione. La velocità di Fermi di questi
due stati è circa una la metà dell’altra e quindi in accordo qualitativo con le pendenze delle due
branche dell’ASP. E’ invece inaspettato il fatto che il comportamento di questi due plasmoni sia
isotropo vista la forte anisotropia degli stati elettronici da cui hanno origine. La branca a frequenza
inferiore viene osservata meglio ad energie degli elettroni incidenti di 11 eV, mentre quella a
frequenza più alta è meglio eccitata ad energie maggiori di 15 eV. Ad energie intermedie le cose si
complicano perché il comportamento è mescolato, ad esempio all’energia di 13eV per q|| negativi i
dati lungo lo scalino seguono la branca superiore mentre per q|| positivi sembrano seguire la branca
inferiore.
3) L’esistenza delle due branche non è un artefatto dovuto alla periodicità addizionale nello spazio
reciproco causata dagli scalini poiché esse sono osservate in entrambe le direzioni (sia lungo che
perpendicolarmente agli scalini). Un backfolding grande a sufficienza da spostare i punti della
branca inferiore in quella superiore delle curve di dispersione sarebbe possibile invece solamente
nella direzione perpendicolare agli scalini e non può quindi spiegare la presenza della branca a bassa
frequenza anche nella direzione lungo gli scalini. Inoltre ci si aspetta di osservare il backfolding
solamente in quelle situazioni in cui i canali elastici hanno intensità simili, come in effetti osservato
in particolari condizioni sperimentali.
4) Finche il valore di q|| non supera 0.25 Å-1
la dispersione può essere considerata isotropa per entrambe
le branche. Per valori maggiori invece, una piccola asimmetria fra le direzioni normale e lungo lo
scalino può essere presente nella branca a bassa frequenza.
5) Abbassando la temperatura dalla superficie da 300 K a 78 K la frequenza dell’ASP viene abbassa per
grandi valori di q||.
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