Missionario Centro Adozione Diocesano - Trento - a ... · solo una goccia nell’oceano, ma se non...

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Adozione a distanza bambini Centro Missionario Diocesano - Trento - Numero 40 Natale 2007 supplemento n. 1 a “Comunione e Missione” n. 349, dicembre 2007 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. postale -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/ 2004) art.1, comma 2 - DCB Trento - redazione: curia arcivescovile, 38100 trento - direttore: carlo speccher - responsabile: agostino valentini Quando la strada è l’unico rifugio Quando la strada è l’unico rifugio

Transcript of Missionario Centro Adozione Diocesano - Trento - a ... · solo una goccia nell’oceano, ma se non...

Adozionea distanzabambini

CentroMissionarioDiocesano- Trento -

Numero 40

Natale 2007

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Quando la strada èl’unico rifugio

Quando la strada èl’unico rifugio

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E, preso un bambino, ab-

bracciatolo, disse: “chi

accoglie uno di questi bambini

nel mio nome accoglie me”.

(Marco 9, 35-37)

È un dramma che ormainessuno può ignorare ancheperché i mezzi di comunica-zione ce lo propongono spes-so come una delle conse-guenze più gravi dell’ingiu-stizia che attanaglia questonostro mondo. Parliamo deibambini di strada, dei“meninos de rua”, secondo iltermine portoghese che de-finisce il fenomeno in Bra-sile, ma che ormai è diffusoin tutto il mondo.

Nonostante la convenzio-ne sui diritti dell’infanzia del1989, questo dramma si dif-fonde sempre di più nel mon-do, soprattutto in AmericaLatina, ma anche nellEst Eu-ropa, in Africa ed in Asia,addirittura con qualche cen-no anche in Italia, come te-stimoniano le denunce di donCiotti circa i ragazzini nellefognature di Torino. Le cau-se sono molteplici: la man-canza di riforme agrarie perla redistribuzione delle ter-re, il rafforzamento deigrandi latifondi, la presen-za delle multinazionali, siste-mi politici iniqui e spesso leguerre civili hanno innesca-to lesodo verso le aree ur-bane, che crescono in modoselvaggio e dove la povertàè in costante aumento. Lapovertà estrema, non quelladignitosa che anche ilTrentino ha conosciuto, faperdere alla famiglia il suoruolo, essendo gli stessi ge-nitori impegnati in una lottaquotidiana per la sopravvi-venza. In Africa, abbiamoanche i bambini che sono ri-

tenuti “ki-ndoki”, vale a direportatori di disgrazie inquanto diversi per problemifisici o psichici e che per que-sto vengono abbandonatidalle stessa famiglie, andan-do a finire sulle strade.

Insomma, il 3° millenniovede più di 120 milioni di bam-bini quali nuovi clochards.

Dal Brasile a Bucarest aNuova Dheli, da Città delMessico a Nairobi questi“meninos de rua” vivono sul-la strada abbandonati a sestessi, spesso organizzati inbande, privi di affetto, as-sistenza medica e istruzio-ne. Alcuni chiedono l’elemo-sina, altri rubano e tutti, pernon sentire fame, freddo,angoscia e solitudine, usanole droghe povere, come lacolla che regala brevi edeffimeri momenti di euforiae soprattutto toglie il mor-so della fame. La vita distrada diventa per tutti uninferno e una trappola; lamancanza di strutture igie-niche incide sulla loro salu-te, si ammalano e non hannoalcuna possibilità di curarsi.Questi bambini e ragazzi sisentono traditi, rifiutati emessi da parte dal mondodegli adulti, vivono di paurae di sfiducia e spesso ven-gono sfruttati, maltrattatie uccisi dalla stessa polizia,ma spesso anche dai traffi-canti di organi.

Insieme ai bambini solda-to, ai bambini lavoratori, aibambini schiavi, i bambini distrada sono gli autentici rap-presentanti di uninfanzianegata.

“Per sopravvivere in stra-da bisogna prendere Dio peri piedi…” diceva un ragazzoche spesso aveva patito vio-lenze e il carcere, lo dicevaesprimendo il bisogno di unavita più umana, di serenità e

di pace e come preghiera aDio perché non lo abbando-nasse.

Che possiamo fare? Cosapuò fare ciascuno di noi difronte a questo fenomenoumano e sociale, a questodramma la cui estensione ela cui gravità potrebbe an-che indurre al pessimismo,alla perdita di speranza? Maè proprio la speranza cheanima il cristiano e ciascunodi noi deve cercare di viverela stessa speranza che ani-mava Madre Teresa diCalcutta quando diceva chequello che noi facciamo èsolo una goccia nell’oceano,ma se non lo facessimoloceano avrebbe una gocciain meno.

Tanti nostri missionari,religiosi e laici, operano an-che su questo fronte, spes-so con scarsità di mezzi.Hanno fondato centri di ac-coglienza dove i bambini distrada trovano persone del-le quali si fidano e che congrande amore e pazienza siprendono cura di loro. Perprima cosa li nutrono (sonoquasi tutti sottoalimentati),li curano, cercano di avviarliall’istruzione, li coinvolgonoin sport come il calcio ed inattività come la musica cheattirano molto i giovani,dialogano con loro, insegna-no lamicizia ed i valori umanie cristiani. Loro ci dimostra-no che solo partendo dallaconsiderazione che i bambi-ni di strada devono essereascoltati e compresi e non“integrati e puniti” si potràpercorrere un cammino ditrasformazione che partedalla condizione del bambi-no per investire tutta la so-cietà.

don Carloe gli amici del CMD

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SOMMARIO:

Chi sono i bambini distrada? 3

Quanti sono? 4

Il rapporto con leautorità

Adolescenti

I bambini ombra 5

Testimonianze 6

Le fonti 7

La postadei missionari 8

Modalità 12

I bambini nella strada

Sono il gruppo più numeroso. Si

tratta di bambini e adolescenti che

mantengono un legame con la fa-

miglia e, a volte, anche con la scuo-

la, ma che impegnano la maggior

parte del loro tempo a cercare un

lavoro o impiegati nelle occupa-

zioni più umili proprio per aiutare

la famiglia. Non sono ancora del

tutto abbandonati a se stessi, an-

che se sono preda di aguzzini che

li sfruttano e li sottopagano per

lavori duri e pericolosi.

Chi sono i bambinidi strada?

I bambini sulla strada

Sono bambini che hanno un rap-

porto sempre più sporadico con

la famiglia di appartenenza perché

cacciati o volutamente allontana-

tisi e che quindi fanno della strada

il loro mondo.

I bambini di strada

propriamente detti

E’ il passo successivo, si compie

quando i bambini sulla strada per-

dono ogni contatto con la fami-

glia. I modi e le cause di questo

evento possono essere i più sva-

riati: morte di uno o entrambi i

genitori; abbandono, vendita o ra-

pimento del fanciullo, fuga del bam-

bino, magari invogliato da promes-

se che non saranno mantenute. A

questo punto il bambino è ormai

diventato un piccolo vagabondo

senza più legami familiari, senza più

affetti dai quali ricevere forza o

consolazione, in poche parole un

piccolo essere alla mercé di un

mondo troppo crudele, al quale

non può sottrarsi.

Chi sono i bambinidi strada?

Bambini e ragazzi di strada non sono tutti uguali, ne esistono tre

tipologie, tre diversi livelli di gravità del problema.

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AFRICAKenya 40 mila solo a Nairobi

(nel 1998 erano 3600)

AMERICA LATINA 60 milioniBrasile 500 mila solo a San Paolo

Colombia 50 mila abbandoni ogni annoNicaragua 16 mila solo a Managua

ASIABangladesh 3 milioni

Filippine mezzo milioneIndia 300 mila solo a Calcutta,Nepal 9 mila solo a Kathmandu

EUROPAItalia 20 mila

Romania 10 mila solo a BucarestRussia 10 mila solo a Mosca

È impossibile quantificare il numero esatto dibambini di strada, ma si parla di decine di milioni nelmondo. È probabile che le cifre stiano aumentandodata la crescita della popolazione globale e il ritmoserrato dell’urbanizzazione: nel 2005 è stato calcolatoche nelle città 6 abitanti su 10 avevano meno di 18anni. Altro dato significativo riguarda l’età media che èpassata dai 10-11 anni ai 4-5 anni.

Quello dei bambini di strada non è un fenomenocircoscritto ai paesi impoveriti, è una realtà trasversalepresente in tutti gli stati, anche nelle città più grandi epiù ricche del mondo industrializzato.

A L C U N I E S E M P I

Quanti sono?Quanti sono?

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I BAMBINI OMBRASono 50 milioni i bambiniche al momento della na-scita non sono stati regi-strati all’anagrafe. Ufficial-mente non esistono equindi non possono an-dare a scuola avere un’as-sistenza sanitaria e avereacesso alla previdenza so-ciale. In caso di acciden-tale separazione dalla fa-miglia risulta impossibileun r icongiungiento.Èchiaro che per un bambi-no non registrato la vitadi strada diventa un ri-schio concreto.

IL RAPPORTO CON LE AUTORITA’In alcuni casi, le persone che hanno il compito diproteggere i minori diventano gli autori dei criminicontro di loro. I bambini di strada si trovano spessoin conflitto con la polizia e altre autorità e hannosubito da questemolestie e pestaggi.Sono stati presi,radunati e portatioltre i confini ur-bani e lasciati lì.Sono stati ancheuccisi dai vigilantescon la scusa di“ripulire la città”spesso con la com-plicità o l’indiffe-renza delle autori-tà locali.

ADOLESCENTIFra i tanti ragazzi chehanno fatto della stradala loro palestra di vita,es is te una ca tegor iam a g g i o r m e n t e “ a r i -schio”: quella degli ado-lescenti, a volte veri ra-gazzini, in confl i t to conla legge. Si tratta di per-sone che, a t t raversoun’azione i l legale, vo-gliono conquistarsi la le-gittimità di consumatoridentro un mercato chesembra escluderli in par-tenza. In strada, a loromodo, si fanno sentire.

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TestimonianzeTestimonianze

Ognuno, qui al Mthunzi Center,

Ognuno, qui al Mthunzi Center,

Ognuno, qui al Mthunzi Center,

Ognuno, qui al Mthunzi Center,

Ognuno, qui al Mthunzi Center,

ha il suo piatto col suo cibo. Tu

ha il suo piatto col suo cibo. Tu

ha il suo piatto col suo cibo. Tu

ha il suo piatto col suo cibo. Tu

ha il suo piatto col suo cibo. Tu

prendi il tuo piatto e te lo metti

prendi il tuo piatto e te lo metti

prendi il tuo piatto e te lo metti

prendi il tuo piatto e te lo metti

prendi il tuo piatto e te lo metti

davanti. Poi preghi, e quando pre-

davanti. Poi preghi, e quando pre-

davanti. Poi preghi, e quando pre-

davanti. Poi preghi, e quando pre-

davanti. Poi preghi, e quando pre-

ghi chiudi gli occhi. Ma se chiudi

ghi chiudi gli occhi. Ma se chiudi

ghi chiudi gli occhi. Ma se chiudi

ghi chiudi gli occhi. Ma se chiudi

ghi chiudi gli occhi. Ma se chiudi

gli occhi qualcuno ti ruba il cibo.

gli occhi qualcuno ti ruba il cibo.

gli occhi qualcuno ti ruba il cibo.

gli occhi qualcuno ti ruba il cibo.

gli occhi qualcuno ti ruba il cibo.

Questo credevo, appena arrivato

Questo credevo, appena arrivato

Questo credevo, appena arrivato

Questo credevo, appena arrivato

Questo credevo, appena arrivato

qui. «Bisogna nasconderlo sotto il

qui. «Bisogna nasconderlo sotto il

qui. «Bisogna nasconderlo sotto il

qui. «Bisogna nasconderlo sotto il

qui. «Bisogna nasconderlo sotto il

tavolo oppure metterselo dentro i

tavolo oppure metterselo dentro i

tavolo oppure metterselo dentro i

tavolo oppure metterselo dentro i

tavolo oppure metterselo dentro i

polsini della maglia o della cami-

polsini della maglia o della cami-

polsini della maglia o della cami-

polsini della maglia o della cami-

polsini della maglia o della cami-

cia», pensavo. «Così quando apri

cia», pensavo. «Così quando apri

cia», pensavo. «Così quando apri

cia», pensavo. «Così quando apri

cia», pensavo. «Così quando apri

gli occhi non hai perso neanche un

gli occhi non hai perso neanche un

gli occhi non hai perso neanche un

gli occhi non hai perso neanche un

gli occhi non hai perso neanche un

grammo della tua polenta e puoi

grammo della tua polenta e puoi

grammo della tua polenta e puoi

grammo della tua polenta e puoi

grammo della tua polenta e puoi

mangiare in pace». Sono cose che

mangiare in pace». Sono cose che

mangiare in pace». Sono cose che

mangiare in pace». Sono cose che

mangiare in pace». Sono cose che

impari in strada e che non ti ab-

impari in strada e che non ti ab-

impari in strada e che non ti ab-

impari in strada e che non ti ab-

impari in strada e che non ti ab-

bandonano. Lo vedo dai ragazzi

bandonano. Lo vedo dai ragazzi

bandonano. Lo vedo dai ragazzi

bandonano. Lo vedo dai ragazzi

bandonano. Lo vedo dai ragazzi

nuovi che vengono qui. Hanno

nuovi che vengono qui. Hanno

nuovi che vengono qui. Hanno

nuovi che vengono qui. Hanno

nuovi che vengono qui. Hanno

paura che noi gli rubiamo la po-

paura che noi gli rubiamo la po-

paura che noi gli rubiamo la po-

paura che noi gli rubiamo la po-

paura che noi gli rubiamo la po-

lenta e se la nascondono addosso.

lenta e se la nascondono addosso.

lenta e se la nascondono addosso.

lenta e se la nascondono addosso.

lenta e se la nascondono addosso.

Ma io non gliela ruberei mai, ades-

Ma io non gliela ruberei mai, ades-

Ma io non gliela ruberei mai, ades-

Ma io non gliela ruberei mai, ades-

Ma io non gliela ruberei mai, ades-

so! Ora chiudo gli occhi quando

so! Ora chiudo gli occhi quando

so! Ora chiudo gli occhi quando

so! Ora chiudo gli occhi quando

so! Ora chiudo gli occhi quando

prego e so che troverò il piatto

prego e so che troverò il piatto

prego e so che troverò il piatto

prego e so che troverò il piatto

prego e so che troverò il piatto

uguale a quello che avevo preso.

uguale a quello che avevo preso.

uguale a quello che avevo preso.

uguale a quello che avevo preso.

uguale a quello che avevo preso.

Lazaro, Zambia

Del mio futuro so solo una cosa:

Del mio futuro so solo una cosa:

Del mio futuro so solo una cosa:

Del mio futuro so solo una cosa:

Del mio futuro so solo una cosa:

non tornerò più a vivere sulla

non tornerò più a vivere sulla

non tornerò più a vivere sulla

non tornerò più a vivere sulla

non tornerò più a vivere sulla

strada perché lì si sta troppo male.

strada perché lì si sta troppo male.

strada perché lì si sta troppo male.

strada perché lì si sta troppo male.

strada perché lì si sta troppo male.

Mi piacerebbe trovare un lavoro

Mi piacerebbe trovare un lavoro

Mi piacerebbe trovare un lavoro

Mi piacerebbe trovare un lavoro

Mi piacerebbe trovare un lavoro

come muratore, costruire una ca-

come muratore, costruire una ca-

come muratore, costruire una ca-

come muratore, costruire una ca-

come muratore, costruire una ca-

setta tutta mia per me e la mia

setta tutta mia per me e la mia

setta tutta mia per me e la mia

setta tutta mia per me e la mia

setta tutta mia per me e la mia

ragazza. E dopo avere tanti figli ,

ragazza. E dopo avere tanti figli ,

ragazza. E dopo avere tanti figli ,

ragazza. E dopo avere tanti figli ,

ragazza. E dopo avere tanti figli ,

educarli bene e mostrare loro

educarli bene e mostrare loro

educarli bene e mostrare loro

educarli bene e mostrare loro

educarli bene e mostrare loro

come vivere onestamente per su-

come vivere onestamente per su-

come vivere onestamente per su-

come vivere onestamente per su-

come vivere onestamente per su-

perare le difficoltà della vita.

perare le difficoltà della vita.

perare le difficoltà della vita.

perare le difficoltà della vita.

perare le difficoltà della vita.

Alan, 15 anni, Honduras

Pagina 7○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

LE FONTILe fonti di questo numero, di seguito riportate, sono tutte reperibili presso il Centrodi Documentazione del CMD.Articoli

- S. Femminis, Brasile. Infanzia spesa sulla strada, in Popoli, febbraio 2001, p28-30- S. Hussein, Infanzia allucinante, in Internazionale, 23 gennaio 2003, p.58- I ragazzi di San Rafael, in Piccolo Missionario, marzo 2004, p.33-36- C. Michelon, A casa stavo male, in strada peggio, in AMANI, marzo 2005, p.7- M. Bezzi, Prendere Dio per i piedi, in Italia Missionaria, gennaio 2006, p.6-9- E. Citterio, Dal ring… alla pace, in Italia Missionaria, gennaio 2006, p.10-13- J. Anakese, Giocando sull’orlo del precipizio, in Nigrizia, gennaio 2006, p.58-59- Minori nelle fogne pure in Italia, in Avvenire, 6 marzo 2007- P. Lambrusche, Meniños d’Italia, in Avvenire, 11 marzo 2007- L’altro volto dell’Europa dell’Est: i bambini di strada, in Il Ponte d’Oro, maggio 2007, p.17- L. Fazzini, Vite minime, in Avvenire, 5 ottobre 2007, p.3

Dossier a cura del Centro di Documentazione- L’infanzia di strada nel mondo. Segnalazione di articoli, 2004

Libri- Aa.Vv., Principesse e sognatori nelle strade del Guatemala, ed Kappa, Roma, 1994- M. Dal Corso, A rua dos meninos. L’adolescenza in conflitto con la legge, ed. il Segno dei Gabrielli,

Verona, 1997- L. Leone, Infanzia negata. Piccoli schiavi nel pianeta globale, ed. Prospettiva, Roma, 2003- H. Mankell, Comédia infantil, ed. Marsilio, Verona, 2001- C. Michelon, Noi bambini di strada. Storie del Mthunzi Center, ed. Laterza, Bari, 2006- A. Palini, Bambini e ragazzi nel mondo. I diritti affermati. I diritti negati, ed. Vaticana, Città del Vaticano,

2000- G. Stanganello, Se dalla notte o dal giorno. Storie e poesie di meninos de rua, ed. Nuova Italia, Firenze,

1997- UNICEF, Esclusi e invisibili. La condizione dell’infanzia nel mondo 2006, UNICEF, ediz. italiana, 2005- L. Villa, Prima fermata. Un futuro per i ragazzi di strada in Camerun, EMI, Bologna, 2005

Le foto non corrispondonoalle testimonianze

PER CHI SCRIVO?PER CHI SCRIVO?PER CHI SCRIVO?PER CHI SCRIVO?PER CHI SCRIVO?Oggi mi hanno chiestoOggi mi hanno chiestoOggi mi hanno chiestoOggi mi hanno chiestoOggi mi hanno chiesto per chi scrivo.per chi scrivo.per chi scrivo.per chi scrivo.per chi scrivo.Mi hanno interrogato con la domanda:Mi hanno interrogato con la domanda:Mi hanno interrogato con la domanda:Mi hanno interrogato con la domanda:Mi hanno interrogato con la domanda: per chi scrivo i miei pensieri.per chi scrivo i miei pensieri.per chi scrivo i miei pensieri.per chi scrivo i miei pensieri.per chi scrivo i miei pensieri.Con uno sguardo distante e un fare un po’ timidoCon uno sguardo distante e un fare un po’ timidoCon uno sguardo distante e un fare un po’ timidoCon uno sguardo distante e un fare un po’ timidoCon uno sguardo distante e un fare un po’ timido ho risposto:ho risposto:ho risposto:ho risposto:ho risposto:scrivo per quelli che non arriveranno mai a leggermi;scrivo per quelli che non arriveranno mai a leggermi;scrivo per quelli che non arriveranno mai a leggermi;scrivo per quelli che non arriveranno mai a leggermi;scrivo per quelli che non arriveranno mai a leggermi;scrivo per quelli che mai frequenteranno una scuola;scrivo per quelli che mai frequenteranno una scuola;scrivo per quelli che mai frequenteranno una scuola;scrivo per quelli che mai frequenteranno una scuola;scrivo per quelli che mai frequenteranno una scuola;scrivo per chi non ha un soldoscrivo per chi non ha un soldoscrivo per chi non ha un soldoscrivo per chi non ha un soldoscrivo per chi non ha un soldo nemmeno per comprare un pane o un libro di poesie;nemmeno per comprare un pane o un libro di poesie;nemmeno per comprare un pane o un libro di poesie;nemmeno per comprare un pane o un libro di poesie;nemmeno per comprare un pane o un libro di poesie;scrivo per i mendicanti, gli accattoni, i drogati o i viziatiscrivo per i mendicanti, gli accattoni, i drogati o i viziatiscrivo per i mendicanti, gli accattoni, i drogati o i viziatiscrivo per i mendicanti, gli accattoni, i drogati o i viziatiscrivo per i mendicanti, gli accattoni, i drogati o i viziati che un giorno troverannoche un giorno troverannoche un giorno troverannoche un giorno troverannoche un giorno troverannonel mio libronel mio libronel mio libronel mio libronel mio libro un appoggio per le loro teste durante il sonno;un appoggio per le loro teste durante il sonno;un appoggio per le loro teste durante il sonno;un appoggio per le loro teste durante il sonno;un appoggio per le loro teste durante il sonno;scrivo per quelli che come mescrivo per quelli che come mescrivo per quelli che come mescrivo per quelli che come mescrivo per quelli che come me sono o già furono ragazzi di strada;sono o già furono ragazzi di strada;sono o già furono ragazzi di strada;sono o già furono ragazzi di strada;sono o già furono ragazzi di strada;scrivo per te, e per te,scrivo per te, e per te,scrivo per te, e per te,scrivo per te, e per te,scrivo per te, e per te,perché il mondo conosca le nostre allegrieperché il mondo conosca le nostre allegrieperché il mondo conosca le nostre allegrieperché il mondo conosca le nostre allegrieperché il mondo conosca le nostre allegrie e sofferenze.e sofferenze.e sofferenze.e sofferenze.e sofferenze.

Denise, Brasile

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Pagina 8

LA POSTA DEI

MISSIONARI...

elle scuole della periferia di Omdurman l’insegna-mento è precario. Purchè l’educazione continuianche per le ragazze povere ma intelligenti e pro-

mettenti che abitano lì, c’impegnamo a supplire il deficit disalario dei maestri.

Riguardo al nostro centro le nostre bambine sonocontente e studiano volentieri con buoni risultati.

A tutti i miei più sinceri auguri in occasione del S. Natalee per un Nuovo Anno ricco di grazia e benedizioni.

NSr. Maria Ele-na Filippi,S u d a n ,Comboniana,originaria diAlbiano

Buon Natale dal Sudan

Si seganala che non sono più soste-nuti dall’aiuto delle adozioni a di-stanza i progetti di p. Rino Dellaidotti(Colombia) e di sr. GiuseppinaScrinzi (Etiopia) poichè i missionarinon sono più presenti nel luogo sededel progetto.Vengono ivece inseriti i progetti se-guiti da sr. Lina Caliari (Camerun) esr. Annamaria Gretter (Brasile).

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Giuseppe Zencher,Kenya, laico, origi-nario di Terragnolo

Carissimi, con sentimenti di autentica ami-cizia e gratitudine vi raggiungo per augu-rarvi un vero e santo Natale ricco di pacee di gioia.

È in questo messaggio di amore che mi sentopiù che mai vicino a voi tutti nel condividere ciòche siamo riusciti a fare. La nostra coscienza, ilnostro impegno, la vostra disponibilità e la vostrasolidarietà sono testimonianza del condividerel’azione per migliorare la realtà che ci circonda.Le opere che siamo riusciti a donare a questapopolazione sono varie: la scuola professionalemaschile e femminile per i giovani emarginati diNanyuki e zone adiacenti; il centro ceramiche peri giovani handicappati fisici; il recupero dei bam-bini di strada; il centro sociale comunitario inbidonville per i programmi comunitari di forma-zione prevenzione ed educazione; il Centro Huruma per l’accoglienza di malati terminalidi AIDS; il Centro Speranza per i bambini orfani.

Tutto ciò è per tutti noi motivo di gioia, di maggior determinazione nell’impegno e diumile affidamento alla Provvidenza. Non può infatti passare inosservato che tutto ciò chesiamo riusciti a fare è principalmente opera e dono di Dio! A Lui il grazie più bello! Ilnostro messaggio a questo popolo è la speranza, la fiducia in sé stessi, il vivere con dignità.Non siamo qua per portare loro il benessere ma per far trovare in loro stessi i valoriperduti, la loro identità, la loro religiosità. È questo il messaggio del Natale che Dio

trasmette da Betlehem a tutti noiuomini di buona volontà.

A voi tutti i nostri più sinceriauguri di BUON NATALE e diBUON ANNO!

Dio vi assista sempre e vi ricam-bi della vostra generosità. Con im-menso senso di gratitudine per tut-to quello che fate per la causa afri-cana vi saluto e ricordo nella pre-ghiera.

Buon Natale dal Kenya

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Pagina 10

S

P. Graziano Stablum,Brasile, Pavoniano,originario di Cles

Doposcuola in Brasile

ono circa 25 le persone che collaboranocon me nelle attività educative e sociali.Lavoriamo in tre zone molto povere del-

la periferia e in un centro di avviamento profes-sionale per adolescenti.

Seguiamo circa 300 ragazzi provenienti dafamiglie molto povere, che vivono quasi nellamiseria e nell’abbandono. Vengono da noi dopola scuola e restano per tutta la giornata. Noioffriamo loro l’alimentazione giornaliera, il do-poscuola e diverse attività di sostegno scolasti-co. È un lavoro molto impegnativo, ma impor-tante, di prevenzione della marginalità e di ap-poggio alle famiglie.

Vi ringrazio di tutto cuore per l’aiuto che cidate. Teniamoci uniti nel Signore perché Lui ciriscaldi col suo amore e ci mantenga semprenel cammino del bene.

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L

Brasile - l’integrazione scolastica

Sr. Noemi Cavagna,Brasile, suora del-la Carità del Sa-cro Cuore, origi-naria di Pilcante

a Pace che il Signore Gesù offre a tutti, in questomomento storico in cui il mondo è segnato dallaviolenza, sembra contraddire la sua promessa, ma

non è vero. Giovanni Paolo II diceva che il male provocasempre un bene che lo supera. Se guardate nel fondo delcuore in ciascuno di voi c’è una stella che brilla: è lasolidarietà che illumina molte persone con la speranza digiorni migliori. Sono bambini, adolescenti, giovani e fami-glie a beneficiare dalla vostra carità. Persone chegioiscono, si aiutano, ringraziano, piangono, lodano ilSignore e fiduciosi nel Suo aiuto si rallegrano con poco.

Persone che lottano per un mondo migliore, affinché ilbene di uno diventi conquista di tutti. Tutto ciò aiuta eanima anche noi a confidare sempre, anche contro ognisperanza.

Qui nell’Alto do Mateus in seguito ad incontri e rifles-sioni è nata un’esperienza di collaborazione nel campoeducativo il cui obiettivo è sommare più forze per qua-lificare la formazione degli insegnanti e favorire l’educa-zione scolastica degli alunnidella prima e seconda classeelementare. Il progetto preve-de che si intervga principal-mente sull’alfabetizzazione esull’integrazione scolastica deibambini più disagiati. La no-stra equipe, denominata “Fine-stra aperta”, raggruppa quat-tro centri educativi diversi: ilprogetto Beira da Linha pro-

mosso dai padri di Don Mazza, il no-stro progetto Scuola per la Vita e duescuole elementari, una statale e unacomunale. L’impatto iniziale è statomolto duro sia per i bambini che per leinsegnanti, perché i nostri bambini pro-vengono da un ambiente segnato daviolenza, da droga, da povertà e da de-nutrizione. In ogni modo è valsa la penadi impegnarsi perché la fatica è stataricompensata dalla frequenza e dallagioia dei minori, dall’esito positivo delloro inserimento, dalla voglia dellemamme di organizzarsi per accompa-gnarli e anche dal riconoscimento del-le insegnanti e delle mamme delle altrescuole che, nell’ultimo incontro di ve-rifica, hanno riscontrato e ringraziatoper il miglioramento scolastico e il com-portamento dei bambini.

Auguro a ciscuno un buon Natale efelice anno nuovo.

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Opera Diocesana per laPastorale Missionaria

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ADOZIONE A DISTANZA

La ricevuta va conservata conla copia della Dichiarazione deiredditi.

Le offerte per le “Adozio-ni a Distanza” vanno a so-stenere tanti bambini se-guiti nei progetti dai mis-sionari trentini:

AFRICAsr. Anna Rizzardi (Benin)

sr. Lina Calliari (Camerun)

p. Giuseppe Larcher (Etiopia)

don Sandro De Pretis (Gibuti)

p. Antonio Dolzan (Kenya)

Giuseppe Zencher (Kenya)

p. Mario Benedetti (R.D. Congo)

p. Mariano Prandi (R.D. Congo)

sr. Pierina Carli (Sud Sudan)

sr. Elena Filippi (Sudan)

fr. Elio Croce (Uganda)

p. Giuliano Chistè (Uganda)

AMERICA LATINAsr. Roberta Paris (Bolivia)

sr. Francesca Bolognani (Bolivia)

p. Andrea Callegari (Brasile)

sr. Noemi Cavagna (Brasile)

sr. Annamaria Gretter (Brasile)

p. Graziano Stablum (Brasile)

don Diego Vanzetta (Brasile)

sr. Elsa Bezzi (Brasile)

sr. Antonina Turrina (Cile)

p. Gianni Pacher (Perù)

ASIAsr. Maddalena Turra (Filippine)

fr. Eligio Valentini (Thailandia)

EUROPAsr. Rosetta Benedetti (Romania)

Gli amicidel Centro

MissionarioDiocesano

augurrano atutti Buone

Feste