MISSIONARI Cappuccini mc dic 06... · erio c la fine dei t tr dia e t e a zioni di una carità ur...

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MISSIONARI Cappuccini Cappuccini Anno XLIV n.10 - dicembre 2006 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 nº 46) art. 1, comma 2, DCB Bergamo Santo Natale Santo Natale accogliere il Signore amare i fratelli accogliere il Signore amare i fratelli

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MISSIONARICappucciniCappucciniAnno XLIVn.10 - dicembre 2006Poste Italiane s.p.a.Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 nº 46)art. 1, comma 2, DCB Bergamo

Santo NataleSanto Nataleaccogliere il Signore

amare i fratelliaccogliere il Signore

amare i fratelli

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VOLONTARIIN MISSIONE

Sabato 27 Gennaio 2007 ore 16.00Introduzione di P. Agostino Valsecchi contestimonianze dei giovani

Sabato 10 Febbraio 2007ore 16.00Le motivazioni di chi parteRelatore: P. Giorgio Perucchi

Sabato 24 Febbraio 2007 ore 16.00Aspettative dei MissionariRelatore: P. Zacharie Kolantrin

Sabato 10 Marzo 2007 ore 16.00La fede ci spinge... Relatore: P. Stefano Polese

Centro Missionario Frati Cappuccini Piazzale Cimitero Maggiore, 5Milano – tel. 02.3088042www.missioni.org

Tante persone si rivolgono a noicon la richiesta di fareesperienza nelle nostremissioni. Il nostro CentroMissionario di Milano Musoccoha deciso di offrire una serie diincontri per aiutare a capirecosa significa tale esperienza,come prepararsi per viverlabene e farla diventare unaoccasione importante per lapropria vita. Il nostro augurio è che questi incontri possanoaiutare tutti a crescere nellaconsapevolezza che Dio ci parlain tanti modi ed uno di questi è proprio l’attenzione agli altrinella loro diversità e nei lorobisogni.

3MISSIONARICappucciniCappuccini2MISSIONARICappucciniCappuccini

a cura di Alberto CipelliEMMECInotizienotizieCarissimi amici lettori e benefattori

“Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo

di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”(Mt 25,40)

Il filo conduttore di questo numero può essere nelle poco

ricordate, ma attuali “opere di misericordia corporale”.

Dar da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestire gli

ignudi, visitare i carcerati, gli ammalati... alloggiare i pellegrini e

seppellire i morti sono, insieme alle opere di misericordia

spirituale, la traduzione concreta, fattiva del monito del Signore:

“...ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi

miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).

Davanti agli occhi dell’umanità accade che il Creatore,

l’Onnipotente, il Re dei Re faccia coincidere il proprio destino e

la propria realtà con quella degli uomini più bisognosi. Sono i

“più piccoli” che, amati da noi, diventano occasione preziosa,

luogo d’incontro con Gesù stesso. Il volto di Dio possiamo

contemplarlo nel volto dell’indigente, del bisognoso,

dell’indifeso. Il criterio con il quale saremo giudicati alla fine dei

tempi passa anche attraverso il “fare” le opere di misericordia e

connota queste azioni di una carità urgente e seria che ci

interpella anzitutto in quanto cristiani.

Il criterio ”l’avete fatto a me” è la relazione di ognuno di noi

con Cristo stesso, il quale si è reso solidale con i fratelli più

piccoli.Quando ci prendiamo cura di chi è nel bisogno, spendendoci

nell’aiuto e nel sostegno, facciamo quello che ha fatto Gesù.

Non ci vengono chiesti gesti eroici e straordinari, ma azioni

semplici che nella quotidianità rispondono ai bisogni elementari

di cibo, bevande, protezione.

L’amore verso gli ultimi sgorga soltanto dall’esperienza di

essere amati da Dio Padre che per primo si è fatto ultimo, il più

piccolo. Nella mangiatoia di Betlemme nel giorno del Santo

Natale, ultimo quando crocifisso e risorto spalancò le porte del

paradiso ad ogni uomo.

Celebreremo veramente il Santo Natale ogni volta che, per

Grazia di Dio, avremo fatto opere di misericordia; allora e solo

allora sarà Natale!

Fra Stefano Polese

In copertina: Presepe realizzatonell’anno 2004 nell’appartamentodi papa Giovanni Paolo II.

Sabato 7 ottobre 2006domenica 20 maggio 2007In occasione del Natale i Frati Cappuccini vi invitano a visitare la “Mostra missionaria di beneficenza” nel salonesotto la Chiesa del convento in Piazzale Cimitero Maggiore, 5– Milano Musocco – tel. 02.308804 – www.missioni.orgPotete trovare oggettistica varia e articoli da regalo: presepidal mondo, mobili in tek e legno di rosa, tappeti, porcellanae ceramiche orientali, bigiotteria, artigianato caratteristicodelle nostre missioni in Costa d’Avorio, Camerun, Brasile,Thailandia, Eritrea ed Etiopia; ed inoltre Perù, Bolivia,Guatemala, Indonesia.

Orari:Sabato e prefestivi: 9.30-12.30 / 14.30-17.30Domenica e festivi: 9.30-12.45 / 14.30-19.00

INCONTRI FORMATIVIVOLONTARI

IN MISSIONEIl presepe nasce a Greccio con San FrancescoDalle “Fonti francescane”riportiamo il testo in cui sinarra la nascita del primopresepe voluto proprio da San Francesco.“A questo proposito è degno diperenne memoria e di devotacelebrazione quello che il Santo(San Francesco) realizzò tre anniprima della sua gloriosa morte,a Greccio, il giorno delNatale del Signorenostro Gesù Cristo… E giunse il giorno della letizia, il tempodell’esultanza! Per l’occasione sono

qui convocati moltifrati da varie

parti: uomini e donne arrivanofestanti dai casolari dellaregione, portando, ciascunosecondo le sue possibilità, ceri efiaccole per illuminare quellanotte, nella quale s’accesesplendida nel cielo la Stella cheilluminò tutti i giorni e i tempi.Arriva alla fine Francesco, vedeche tutto è predisposto secondoil suo desiderio, ed è raggiantedi letizia. Ora si accomoda lagreppia, vi si pone il fieno e siintroducono il bue e l’asinello.In quella scena commovente

risplende la semplicitàevangelica, si loda lapovertà, si raccomandal’umiltà. Greccio èdivenuto come unanuova Betlemme”“Biografie di Francescod’Assisi” – Celano, Vitaprima 468-469

Mostra missionaria di beneficenza

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Chiediamo a Frei José Rodrigues deAraújo, nuovo provinciale, di farsiportavoce della Provincia del Brasilee di lasciare un messaggio per laProvincia Lombarda da cui ha avutoorigine il lungo cammino missionarioin Brasile...Desidero anzitutto esprimere la mia gioiaa nome di tutta la Provincia NossaSenhora do Carmo nei confronti dellaprovincia lombarda. Anche se non vivotra voi, mi sento però “figlio” di questaProvincia e così con me tutta la Provinciache rappresento. Desidero in questaoccasione manifestare la mia gratitudinee quella di tutta la nostra Provincia perl’instancabile lavoro missionario dicui siamo frutto. La Parola di Dio ci dice che:“nessuno accende una lampadae la copre con un vaso o la ponesotto un letto” (Lc 8,16). Credo fermamente che lavostra Provincia seppemettere in praticaquesta parola quandosi propose, con grandisacrifici, di portare laluce della parola diDio e del carismafrancescano-cappuccino nelleterre del Maranhào,terre dove Dio fumunifico nella natura

donandoci bei fiumi, foreste e gentesemplice con le sue tradizioni ma anchedove l’uomo anela per giorni migliori eper una luce che illumini i suoi passi.Siamo certi che questa luce accesa più dicent’anni fa, questa torcia che ancora èaccesa, con l’aiuto di Dio e del nostroSerafico Padre noi non lasceremo che sispenga. Dicono le nostre Costituzioni:“Cristo Gesù, Vangelo di Dio, primo e piùgrande annunciatore del Vangelo,trasmise a tutti i suoi discepoli, e per loroalla comunità di fede che è la Chiesa, lagrazia e il mandato di evangelizzare”(Cost. 174, 1).

Tutto il lavoro fatto dai missionaritrova forza e ispirazionenell’insegnamento di SanFrancesco che ha gettato il semedella missionarietà e lo ha portatonel mondo. Cosa ne pensa?

Innamorato realmente di Cristo, cheda ricco si fece povero, il nostroSerafico Padre Francesco, comesuo fedele seguace, mandòlui pure frati in missione (1 Cel. 29). Francesco non fuun mero imitatore di Cristo eneppure pretese di porsiparallelamente a Lui, dipresentarsi come unsignore, fondatore di unOrdine con l’ambizione diestenderlo. Ciò sarebbe

contrario a una delle sue caratteristichefondamentali: l’umiltà fonte della suacattolicità. Quello che Francesco fa èobbedire alla voce di Dio di estendere laChiesa in tutto il mondo; opportunamenteci ricordano le nostre Costituzioni: “Il nostro Ordine considera e assumequesto lavoro missionario come uno deisuoi più importanti obblighi apostolici”(Cost. 174, 4).È in questo spirito missionario, propriodella Chiesa, ereditato e trasmesso daFrancesco di Assisi, che i cappuccini,fedeli seguaci del carisma, costruirono evissero la loro storia. Il cappuccino è unmissionario, perciò è invitato ad una vitadi radicale povertà. Possedendo l’unicobene che è Cristo, aperto alla fraternitàuniversale, parte senza paura e,

a cura di Alberto CipelliMISSIONIBrasileBrasile

I frati della Provincia NossaSenhora do Carmo del Brasile,ripercorrendo la storia della

missione nella loro terra, porgonoun intenso messaggio

di gratitudine nei confronti della provincia dei Frati dellaLombardia che ha portato e

cresciuto l’esempio di san Francesco in terre lontane.

La nostra immensa gratitudine Provincia lombardaLa nostra immensa gratitudine per laProvincia lombarda

Un “album” che racchiude vari momenti della presenza dei frati

cappuccini di Lombardia in Brasile.A sinistra: il nuovo Padre Provinciale

Frei José Rodrigues de Araujo.

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gioiosamente, va a comunicare ad altriquel bene imperituro. Senza portare nullacon sè, porta Dio nella sua vita. È mediante una vita di povertà radicale,obbedienza e castità che porta a tutti laParola di salvezza. Comunica quello cheprima ha accolto ed è per questo che ilsuo annuncio è efficace.

La Provincia Lombarda ha seguito lo spirito di Francesco e più di centoanni fa i missionari italiani partironoper il Brasile. Quale è stato il lorolavoro?Infatti colmi di questo spirito partirono piùdi cent’anni fa dalla Lombardia i primimissionari cappuccini che arrivarono nelMaranhào. Lasciando patria, amici efamiliari, partirono carichi di una solacertezza: il Signore stava con loro, cosicome aveva promesso ai dodicinell’inviarli (cf. Mt 28, 20). Sebbene difronte a tante incertezze, una certezzaperò emergeva: la voglia di partire. Ed essi partirono attraversando l’oceanoper arrivare a una regione tra le piùlontane e tra le più difficili della Nazione:il nord del Brasile. Arrivati nel Maranhàodiedero vita a una missione che, con ilpassare del tempo, si manifestò comeopera di Dio e non come volontà diuomini, ispirazione e frutto dello Spirito e non solo avventura umana.L’audacia di P. Carlo da San MartinoOlearo, fondatore della missione, e ditanti altri, fece sì che il Vangelo nonincontrasse barriere. Aprirono percorsimissionari, attraversando questa regionee passando dalla zona arida del nord estalle abbondanti e serpeggianti acque delRio degli Amazzoni. II Vangelo, per mezzodei missionari, avanzava nelle terre aridee nelle foreste con la forza di un vento

forte e impetuoso che “squarcia le navi diTarsis” (S148, 8).Tenendo presente la vastità del territorioe le difficoltà del tempo, è possibileimmaginare cosa significasse esseremissionari. Uomini di fede incrollabile e dicoraggio straordinario. Il loro entusiasmoe la loro fede non furono minori di quellidei primi cristiani, molti dei qualiconobbero il martirio nelle arene romanenei primi secoli del cristianesimo.A dorso di mulo o in piccole imbarcazioni,sotto il sole o la pioggia, nell’imminentepericolo di malattie tropicali, passavanogiornate peregrinando per portare a tuttila Parola e i sacramenti. Le innumerevolidifficoltà non offuscavano lo splendore diuna consacrazione radicale. Anzi, le sfiderinvigorivano ancor più il desiderio dellamissione. E fu così che, in mezzo ainnumerevoli avversità e mossi dagenuino spirito missionario, questi fratelliradicarono il Vangelo in modo definitivoin questa regione del Brasile. Molti caddero vittime di malattie tropicali,alcuni ancora nel pieno della gioventù.Altri soffrirono di terribili malattie come lalebbra e in quell’orribile condizioneseppero offrire il loro corpo in sacrifcio aDio, provando nella carne la passione delSignore. Altri ancora, come i martiri diAlto Alegre, conobbero la croce delmartirio, morirono vittime di atroceviolenza per far germinare in quella terrabagnata dal proprio sangue la Parolaseminata.Nel radicare il Vangelo edificarono anchele strutture della missione. Diedero vita aopere di ogni tipo per venire incontro aibisogni primari di una popolazione cheera dimenticata proprio perché mairicordata. Si realizzava così quello cheascoltiamo nel libro dei Proverbi: “Se puoi

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farlo, non negare un favore a chi ne habisogno”. (Prov. 3, 27). Tra progetti einfaticabile lavoro, alcune figuredivennero immortali nella loro storia.Figure come P. Carlo, P. Giampietro, cheispirato da Dio fondò la Congregazionedelle Suore Missionarie Cappuccine; P. Daniele da Samarate, testimone difedeltà che, come Giobbe, anche nellaterribile malattia diede prova di fedeincrollabile e di amore sincero. Perentrambi è in corso il processo dibeatificazione.

Da sette anni la vostra Provincia èdiventata autonoma. Come èavvenuto il passaggio e come viveoggi la vostra comunità?Il 4 Agosto del 1999 fu eretta la nuovaProvincia del Brasile, includendo gliStati del Maranhào, Parà eAmapà. La Provincia NossaSenhora do Carmo nacque giàcon una buona struttura diambienti e di organizzazione,grazie al faticoso lavoro dei nostrimissionari. Essi non solodiedero impulso per unastruttura di Provincia, maposero anche le basi dimolte Diocesi,contribuendo, tra l’altro, inmodo diretto allaformazione del clerodiocesano.La nostra Provincia deve moltoalla Provincia di Lombardia e aquesti missionari, dal primoall’ultimo, che partironodall’Italia verso quella regionedel Brasile. Essi costruirono ambienti,formarono i frati locali, posero le basifisiche, giuridiche, umane e economiche,

educarono un popolo. Chi non conosce lafigura del cappuccino in quella regione?Dopo aver posto condizioni sicure, cihanno consegnato tutto incaricandoci dicontinuare nell’ardua missione, frutto delsudore e del sangue sparso, del sacrificiodi un amore che non conosce limiti.Amore che spinse un buon numero diconfratelli a incardinarsi nella nuovaProvincia al momento del passaggio. Tra loro c’è il nostro economo provinciale,P. Luigi Rota, che in questi anni ha svoltoun lavoro degno di lode, cercando digarantire stabilità economica alla vitadella Fraternità e a quella apostolica.Attualmente la nostra Provincia ècomposta di 13 Fraternità; 18 parrocchiein 9 Diocesi; 72 frati professi perpetui e38 professi temporanei. II numero deifrati nativi è di 49 con voti perpetui. I

novizi sono 6, i postulanti 19 e gliaspiranti 6. Il luglio scorso, nella settimanavocazionale, abbiamo ricevuto più

di 40 richieste di giovani chedesiderano vivere la nostra vita. Ora,

il numero considerevole diformandi indica che il lavoro deinostri missionari continua adessere fecondo. Ci sentiamonell’obbligo di continuare quellavoro. Siamo frutto di questamissione e quello che abbiamoricevuto dai missionari lotrasmetteremo alle generazioniche ci succederanno: ecco ilnostro impegno!

Lei che rappresenta laProvincia brasiliana quale

messaggio desidera lasciareai frati italiani?Di fronte a una storia così gloriosa,

dire grazie è poco. Davvero la paroladiventa povera per esprimere una cosìgrande riconoscenza. Ci resta allora ilsilenzio dell’ammirazione per una storiafatta da veri eroi della fede. Talemeraviglia ci riempie dello Spirito di Dioper essere sempre degni della ereditàricevuta. II miglior modo per ringraziare èdare continuità a questa missione senzalasciarla mai perire. Il Signore ci aiuti inquesto buon proposito.Siamo una Provincia ancora moltogiovane, appena sette anni dall’erezione.Potremmo dire: siamo come un bambinoche fa i suoi primi passi. In questaopportunità mi è gradito, a nome di tutti ifrati della Provincia Nossa Senhora doCarmo, esprimere il desiderio che i nostrivincoli siano mantenuti e che la nostramadre, la Provincia di Lombardia, non ciabbandoni in questi primi passi, almenofino a quando non abbiamo trovatomezzi più sicuri per camminare con lenostre proprie gambe. Che essa continuiad aiutarci nella formazione iniziale enell’appoggiare i progetti di auto-sostentamento!A tutta la Provincia di Lombardia, nostramadre, esprimiamo la nostrariconoscenza. Possa ciò che ci ha finorauniti essere motivo di unione fino allafine. Che i nostri rapporti siano semprefamiliari, di madre e figlia. Quello che loSpirito nella storia ha generato nell’unità,l’uomo non lo separi. La nostra unità ecomunione fraterna siano sempre unsegno visibile del nostro essere frutto diquesta Provincia di Lombardia e quelloche fu seminato in terra stranieragerminò, crebbe e diede i suoi frutti. Che il Dio Uno e Trino ci aiuti acontinuare sempre uniti nella fede enella comunione fraterna. n

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ilSignore donandomi la vocazionemissionaria cappuccina, mi hadato un cuore sensibile e attentoper chi soffre e tra le mie

esperienze apostoliche ho sempre fattola visita ai carcerati: attenzione a chi piùd’ogni altro soffre perdendo la libertà, lapersonalità e spesso la dignità umana.Già a Macapà con Padre Beniamino enovizi si andava a visitare, celebrare lasanta Messa, passare qualche oraassieme ai detenuti, era la prima voltache varcavo un carcere e stringevo lemani a esseri umani che forse o senzaforse, avevano terrorizzato fratelliassaltandoli o speso ferendoli o

uccidendoli, per futili motivi.Vi confesso che oltrepassare quei cancellialtissimi, toccare inferriate massicce,conoscere persone, soprattutto giovani,rinchiusi dietro le sbarre, in pochi metriquadrati, è una cosa impressionante.Ognuno di loro è una storia a sé; dopopoche visite, vieni a conoscere i perchédella loro prigionia, il tempo già trascorsoin carcere, il tempo che ancora rimaneprima di ritornare in libertà… Pochi diloro riescono ad ammettere la propriacolpa: è un’esperienza unica.A Marabà esiste un gruppo di donne che,con tanto amore e pazienza, miaccompagna nelle mie missioni con i

detenuti. Con questi ultimi instauriamoun dialogo, preghiamo, stringiamo lamano a chi la tende e li ascoltiamo.Questi poveri individui abbandonatiricevono messaggi scritti su piccolibiglietti, chiedono di telefonare aiparenti, chiedono se possiamo procurareamache per dormire (alcuni, infatti,dormono sul nudo pavimento) vestiti,lamette per fare la barba, quaderni,

matite, fogli e buste… e nel possibilecerchiamo di accontentarli.La cella dove vivono per mesi, a volteper anni interi, raggiunge a stento i diecimetri quadrati; il bagno è separato da unpiccolo muretto; un’unica feritoia in alto.Questo angusto spazio è spesso condivisoanche da nove persone per tutto il giornoe la notte: ci sono soltanto due ore algiorno per prendere un po’ di aria euscire in cortile a fare due tiri al pallone.Le carceri e la prigione cittadina sonosempre superaffollate e si arriva ad avere400 detenuti!A volte ci sono ribellioni oammutinamenti con feriti e in alcuni casici scappa il morto.Al mio arrivo in carcere domandosempre: “Gli angioletti sono calmi?”Il Direttore e gli agenti sono veramentecomprensivi e buoni; sbrigate leformalità, ci lasciano passare, anzi sannoquanto benefica è la nostra visita...sapete cosa dico loro: “Vivete sulla bocca

di un vulcano pronto ad esplodere;trattateli bene per evitare rivoltesanguinose: la vostra è una vera epropria missione, siete dei prigionierivolontari e il vostro sacrificio serve perguadagnare il pane per voi e per lavostra famiglia”.Noi preghiamo perchè il Signore possatrasformare quei cuori infelici fino a farlidiventare degli ottimi cittadini che, unavolta riconquistata la libertà, abbiano laforza di non ripetere più gli erroricommessi. Desideriamo tanto che ilnostro amore, la nostra amicizia, il nostromessaggio evangelico possano farbreccia in quei cuori, a volti duri e senzapietà… memori dell’insegnamentoevangelico: “Ero prigioniero e siete venutia visitarmi”. n

di frei Aquilino Appassiti MISSIONIBrasileBrasile

Hanno un cuore deboleche va aiutatoLe condizioni dei carcerati in Brasile, come in molti altri luoghi del mondo,sono davvero spaventose. I detenuti hanno spesso poche speranze, i sorveglianti devono reprimere violente rivolte in un’atmosfera disumanaspesso senza spiragli di luce. Desiderio dei frati e dei volontari è quello di ridare fiducia a tutte queste povere persone.

Hanno un cuore deboleche va aiutato

A sinistra: il gruppo di persone che aiuta freiAquilino nel suo impegno di pastorale carceraria.A destra: un frate cappuccino porta conforto ad alcuni carcerati.

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Si chiama Fatima il nostro angelo

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Vivoglio parlare di una personache da almeno sei annifrequento tutti i giorni, sia

perché è una persona sensibile con ipoveri, sia perché è una persona cheprega ed è innamorata di Gesù.Fatima è sposa e mamma di tre figli, il marito Francesco, laborioso e umiledeve accettare che la sua casa siacostantemente invasa dai poveri, dagliubriachi, e qualche volta dai drogati… o ex prigionieri, non c’è ora al giorno cheai suoi cancelli non ci siano mamme,bambini, poveri…A due passi dalla sua casa c’è un grossosupermercato chiamato Alvorada doveattinge il necessario per dare semprequalcosa ad ognuno che bussa alla porta:verdura e frutta rovinata e invendibile acausa dei lunghi viaggi sopportati perarrivare fino a Marabà, pane raffermo,ossa di macellerie a volte interi, a voltetagliati a pezzi, ritagli di gallina, fegato,colli, ali, testa ecc... una vera manna pertanta la gente povera; ripeto: tutti i giorni,da almeno 12 anni Fatima accoglie, serve,ascolta… a volte è burbera e dura, perchéc’è sempre qualcuno che approfitta,abusa della sua bontà e generosità.Con lei non posso dimenticare altre

generose persone che lasciano la casa, il marito, i figli, ormai grandi, percollaborare nel separare e preparare leverdure e la frutta, scartare quellainutilizzabile. A volte è bello fermarsi aosservare il lavoro di queste sante donneche mettono le mani in bidoni converdura e frutta: quanto amore, quanto

sacrificio, quanta pazienza, che esempiodi grande solidarietà nel recuperare ciòche è buono.A volte sono testimone di scene di durointervento… voce alta, parole dure, avolte sconvenienti, ma tutto per nonlasciar mancare niente a nessuno e tuttoper difendere i più deboli. Altre volte

intervengo prendendo le difese, ma tuttoritorna nella pace e nella collaborazionevicendevole; è una vera scuola di caritàcristiana.Ho incontrato più volte Francesco, suomarito, con il piatto di riso, con il pane o altro, per portarlo a qualche assistito: lui ha i suoi dubbi se accogliere o notante persone, ma Fatima tutto copre,tutto risolve, e lui deve ubbidire e portareda mangiare a chi ne ha bisogno.Dove trova tanta energia, tantasolidarietà? Fatima non passa giornosenza ascoltare e assistere alla Santa

Messa: se non c’è alla chiesa dellaConcezione, la trovi al Sagrado Coraçao odai Cappuccini. La Comunione è la fontedove trova tutta l’energia indispensabileper amare e servire i suoi poveri.Una giornata senza la Santa Messa è perlei una giornata senza sole. GrazieSignore d’avermela fatta conoscere. n

di frei Aquilino Appassiti MISSIONIBrasileBrasile

A noi occidentali sembra quasiimpossibile, ma un piatto di minestronecaldo accompagnato da una pagnottapuò rendere davvero felici! È quello chesperimenta quotidianamente freiAquilino nelle periferie più povere dellacittà di Marabà dove, con l’aiuto dinumerose donne riesce a sfamare tantefamiglie che non possiedono nulla.

Vorrei raccontare l’esperienza chedura da quasi 5 anni in Marabà,una cittadina di 250.000 persone

con un diametro di 7/8 km, con periferiecaratterizzate dai problemi più frequentidei paesi sottosviluppati: stradeimpraticabili con mancanza dicollegamenti, mezzi di trasporto einfrastrutture, grande carenza di scuole,impossibilità di trovare lavoro, mancanzapersino dell’energia elettrica.

A questo quadro desolante epreoccupante si deve aggiungere chenumerose famiglie soffrono la fame econ l’aiuto di un buon numero di buone,sante e generose donne che si alternanonella casa della signora Fatima epreparano un minestrone buono enutritivo che tutti i giorni andiamo adistribuire nei luoghi più problematicidove la povertà e la miseria si toccanodavvero con mano.

Un piatto caldo che fa feliciUn piatto caldo che fa felici

A sinistra: Fatima con un gruppo di donne che la aiuta nella sua attenzione ai poveri.A destra: frei Aquilino in visita a una famiglia.

È lei il vero sostegno di tanti poveri!Fatima ha una famiglia e una casa

a disposizione di chi ha bisogno e attraverso le sue mani e il suo

prezioso lavoro elargisce congenerosità instancabile

a chi bussa alla sua porta.

Si chiama Fatima il nostro angelo

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Una delle più piccole Chiesedell’Asia, quella thailandese, haospitato uno degli eventi piùimportanti per la missione delle

Chiese del Continente. Dal 18 al 22ottobre, nella città di Chiang Mai si èinfatti celebrato il primo Congressomissionario asiatico (Asian MissionCongress, AMC), con più di mille delegatida tutte le comunità cristiane dell’Asia,oltre ad osservatori, ospiti, giornalisti delmondo intero. Presente il cardinaleCrescenzio Sepe, «legato papale» e ilcardinale Ivan Dias, prefetto della

È un’esperienza davvero commoventequando arriviamo con il nostro piccolopullman: non occorre chiamare lepersone, tutti sono ormai in grado diriconoscerci anche da lontano; i nostriportavoce sono soprattutto bambini checon il loro piccolo o grande recipiente sistringono attorno al nostro mezzo perricevere la profumata, calda e nutrienterefezione.Quasi sempre la calda zuppa èaccompagnata da una, due o piùpagnotte a secondo della necessità, che con grande generosità vengonofornite da molti panettieri dellazona che desiderano contribuireal nostro gesto con estremasensibilità.In alcuni rioni l’operazione èdavvero rapida: in poco più diun quarto d’ora la scorta di ciboè esaurita: triste segno che imorsi della fame sonocontinui ed insistenti.Alcune volte sono spettatoredi scene commoventi, piccolibambini che chiedono un panein più per la mamma o per il

fratellino piccolo rimasto in casa equando tutto termina è straziante vederepiccoli che piangono sconsolati perchésono arrivati in ritardo; per fortuna e perquanto possibile io cerco di conservaresempre nascosto dietro il sedile un saccodi pane affinché nessuno possa tornare acasa senza qualcosa da mettere intavola…A volte i supermercati cittadini mi fannodono di verdura e frutta scartata, ritagli digallina e quant’altro… dovreste vederecome il tutto è apprezzato, e quantafelicità su quei volti, quante mamme che

per quel giorno ritornano a casa conqualcosa di buono da mettere sul

fuoco…Ma altrettanto radiose sono le tre - quattro donne che miaiutano perché si rendono contodi quanto sia importante la loro

fatica che risponde al monito:“Avevo fame e mi avete dato

da mangiare”. E tuttiinsieme felici ci rendiamoconto che anche oggi lanostra opera buona

l’abbiamo portata a termine… n

MISSIONIBrasileBrasile di Bernardo Cervellera per Asia NewsMISSIONIThailandiaThailandia

Un continente intero si apre al messaggio

di Cristo

Un continente intero si apre al messaggio

di Cristo

Il Primo Congresso Missionario Asiatico

In ottobre ha avuto luogo il primo Congresso Missionarioche ha visto la partecipazione

di cardinali, oltre mille delegatiprovenienti da tutte le comunità

cristiane locali, ospiti egiornalisti dal mondo intero.

Fra i partecipanti anche il nostro missionario fra Antonio

Valsecchi. Nelle intensegiornate di lavoro si è

approfondito il valore della fedecattolica in un continente per lamaggioranza buddista. È questo

il segno di un cambiamento.

In ottobre ha avuto luogo il primo Congresso Missionarioche ha visto la partecipazione

di cardinali, oltre mille delegatiprovenienti da tutte le comunità

cristiane locali, ospiti egiornalisti dal mondo intero.

Fra i partecipanti anche il nostro missionario fra Antonio

Valsecchi. Nelle intensegiornate di lavoro si è

approfondito il valore della fedecattolica in un continente per lamaggioranza buddista. È questo

il segno di un cambiamento.

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16MISSIONARICappucciniCappuccini

Congregazione per l’evangelizzazione deipopoli.Il tema del Congresso, «Raccontare lastoria di Gesù in Asia. Andate e ditelo atutti», voleva approfondire il valore dellafede cattolica in un continente dominatoin massima parte da buddisti, indù,musulmani e dove i cattolici sono unaminoranza. Allo stesso tempo, volevaspingere alla missione e all’annuncio inPaesi che in gran parte proibiscono perlegge la conversione a un’altra religione.Tutto questo non ha fermato delegati dalLibano al Kazakhstan, dalla Mongoliaall’Indonesia, anche se mancavanorappresentanti di diverse Chiese delMedio Oriente, bloccati dalle difficoltàdella situazione, e della Cina Popolare aiquali l’Associazione patriottica ha«consigliato» di non partecipare. Incompenso vi erano nutriti gruppi da HongKong e Taiwan. Il Congresso nasce da un’idea cara aGiovanni Paolo II, secondo cui il terzomillennio sarà il millenniodell’evangelizzazione dell’Asia. Le cifreconfermano la «profezia» di Papa Wojyla.L’Annuario statistico della Chiesa mostrache dal 1978 al 2004 i sacerdoti asiaticisono aumentati quasi del 100% (da27.700 a 48.222); i seminaristi sonopassati da 11.536 a 29.220 (più del

153%). A questi vanno aggiunte almenoalcune migliaia di vocazioni asiaticheentrate negli istituti religiosi tradizionali.Guardando alla riduzione di sacerdoti evocazioni nelle Chiese di antica data, laconclusione più probabile è che nelprossimo futuro la missione della Chiesanel mondo sarà affidata a cattolici asiatici.Tanto più se si pensa che l’Asia è ilcontinente più popoloso (3,9 miliardi diabitanti) e il più giovane (il 50% dellapopolazione è sotto i 25 anni). Eppure l’Asia sembra ancora poco scalfitadall’annuncio cristiano. «Cristo è nato,morto e risorto in Asia. Ma ancora adessoqui Egli è considerato uno straniero»spiega padre Saturnino Dias, coordinatoredell’AMC. Monsignor Orlando Quevedo,segretario generale della FABC(Federazione delle Conferenze episcopaliasiatiche), confessa che ancora oggi, doposecoli di presenza cristiana, i cattolici sonoun «piccolo gregge», circa l’1% delContinente. A questa situazione hannocontribuito certo la storia e la politica: su52 Paesi asiatici, almeno 32 limitano inqualche modo la missione dei cristiani.Ma vi è anche la tentazione del «ghetto».Il senso di essere «minoranza» e il timoredi essere bollati di «proselitismo» causatimidezza perfino nel dichiararsi cristiano.Il Congresso, strutturato con delle

testimonianze al mattino e dei gruppi dilavoro al pomeriggio, ha cercato di farcrescere di più «l’orgoglio» di esserecattolici e la testimonianza «rispettosa» al prossimo nella carità, nel dialogo, nellagioia, spingendo i fedeli al coraggio di«raccontare la propria storia» di incontrocon Gesù. Il tema del «raccontare lastoria» sottolinea che la missione sicomunica col rischio della persona,affidandosi non ai «concetti», ma a fattivissuti. Esso è stato definito un metodo«asiatico» della missione, in opposizione a un metodo «occidentale», piùrazionalistico. Tale metodo è in fondoquello di Gesù Cristo del «vieni e vedi» e rende possibile a chiunque – non solo adegli specialisti come preti e suore – la missione. In effetti le testimonianzepresentate hanno mostrato che lamissione è proprio di tutti: l’impiegatoindù che si converte, il povero emigranteche raduna alla preghiera sotterranea inun Paese islamico, il businessman chesalva il lavoro dei suoi dipendenti,prestando fede alla dottrina socialedella Chiesa.Un tema un po’ sotto silenzio è statoquello del martirio e dellapersecuzione. Gli organizzatorispiegano che non volevanoaffrontare temi «conflittuali»

con il potere politico e hanno preferitosottolineare più i temi del dialogo e delrispetto. Il cardinale Sepe, nella sua omelia finale,ha invece sottolineato e pregato che «Il sangue dei martiri dell’Asia sia oggi esempre il seme di vita nuova per laChiesa in ogni angolo del Continente». Del resto, fra le comunità più vive in Asiavi sono proprio quelle Chiese i cui martirisono stati canonizzati da Giovanni Paolo II:Corea, Cina, Giappone, Vietnam, Filippine.Proprio questi Paesi hanno missionarisparsi per tutta l’Asia e per il mondointero.Testimonianze, incontri e il rosario per ilmondo «L’evangelizzazione, una via perla convivenza». Fra i 1047 delegatipresenti all’AMC vi erano 5 cardinali, 19arcivescovi e 50 vescovi. La composizionedava una partecipazione dei laici (398),pari quasi a quella dei sacerdoti

(385).

MISSIONIThailandiaThailandia

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18MISSIONARICappucciniCappuccini 19MISSIONARICappucciniCappuccini

Almeno 30 i rappresentanti extra asiaticida America, Oceania, Europa. Il gruppopiù consistente era quello della Thailandia(449, il 43%), che si è accollato anchel’organizzazione e l’ospitalità.Non avendo la Chiesa thai strutturecapienti (i cattolici sono 315mila su unapopolazione di 64 milioni), ha organizzatol’AMC in un grande albergo turistico, il Lotus Hotel. Per le celebrazionieucaristiche è stato sempre usato il calicedonato da Papa Benedetto XVI all’AMC,che alla base rappresenta l’incontro diGesù con i discepoli di Emmaus (uno deitemi del Congresso). Un altro dono delPapa, un prezioso ostensorio, è statousato per l’adorazione eucaristica e ilrosario per il mondo, avvenuti venerdì 20ottobre. Tutti gli incontri potevano essereseguiti con una televisione via cavo e via

internet. Alla Messa conclusiva hannovoluto essere presenti centinaia difamiglie delle tribù del Nord Thailandia,Karen, Lahu, Miao, Akka con i loropittoreschi costumi. Nel Nord della

Thailandia è in atto infatti una fortecorrente di conversioni, tanto che ladiocesi di Chiang Mai è costretta ognimese ad aprire almeno una chiesa,organizzando luoghi di preghiera ecatecumenato. Agli incontri eranopresenti anche rappresentanti musulmanie buddisti.La sera prima della conclusione ognicomunità ha preparato una presentazionedella storia della sua Chiesa e un canto ouna danza delle proprie tradizioni. NelMessaggio finale si sottolinea che in unContinente segnato da «conflitti etnici etensioni religiose», l’evangelizzazione è lastrada per costruire la convivenza in Asia;i giorni vissuti insieme – si dice ancora –mostrano che i popoli dell’Asia possonodivenire un unico «grande arazzo» tessuto«dalla storia di Gesù». n

di Lorenzo MucchettiDAL MONDO DEI CAPPUCCINIVolontariatoVolontariato

Siamo arrivati al compimentodegli otto anni dalla nascitadell’Associazione ProgettoSorriso Onlus ed è

stupefacente vedere quantepersone abbiano accolto l’invito diportare un aiuto alle famiglie piùbisognose attraverso lo strumentodell’adozione a distanza. L’AssociazioneProgetto Sorriso nasce proprio con questointento, favorire la crescita delle famiglieche vivono in uno stato di precarietà neiPaesi più poveri affinchè queste possanotrovare coraggio, forza e speranza peruscirne, grazie all’aiuto offerto dagenerose famiglie italiane e soprattuttograzie ai missionari cappuccini checoordinano i diversi progetti di sostegno

sul territorio. Quando si parla diProvvidenza spesso la identifichiamocome una presenza difficile da cogliereconcretamente, credo invece sia proprioin questi piccoli gesti di amore gratuitoche si possa di fatto sperimentare. In ottoanni sono state aiutate più di 500famiglie in Brasile, in Eritrea ed in Costad’Avorio.I missionari poi sono stati i veri artefici

L’Associazione Progetto Sorriso

continua da otto anni la sua opera di aiuto neiconfronti delle famiglie

più bisognoseattraverso lo strumentodell’adozione a distanza.

Tanti progetti realizzati in Brasile,

Costa d’Avorio, Eritrea ed ora una

nuova operazione diassistenza nella città

di Imperatriz in Brasile è l’impegno per questo Natale.

Da otto annicontinuiamo a sorridere

Da otto annicontinuiamo a sorridere

MISSIONIThailandiaThailandia

Nelle foto diversi momenti di lavoro e preghieradel Congresso. Qui a fianco: fra Antonio Valsecchi,missionario cappuccino in Thailandia che hapartecipato al Congresso.

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21MISSIONARICappucciniCappuccini

DAL MONDO DEI CAPPUCCINIVolontariatoVolontariato di fra Felice da ComoDAL MONDO DEI CAPPUCCINI

della riuscita di questi progetti,identificando per ogni famiglia bisognosaun’idea capace di coinvolgerla, facendovivere l’aiuto ricevuto non come unaforma di assistenzialismo, ma bensì comeun’importante opportunità di crescita. C’è chi è stato aiutato a trovare unproprio lavoro, chi è riuscito a costruirsiuna casetta, chi ancora ha potutomandare a scuola i propri figli, chi piùsemplicemente è stato aiutato asopravvivere, ma più di tutto a ritrovaredignità nella propria vita. Oltre alle adozioni a distanzal’Associazione Progetto Sorriso ha poicercato di affiancare diversi progetti,sempre proposti dai missionaricappuccini, quali il sostegno alla mensadei poveri di Sao Luis, il progetto S.o.S.Costa d’Avorio, la costruzione delVillaggio della Pace in Eritrea e sempre inCosta d’Avorio la realizzazione di unanuova scuola ad Alépé.Ora ha accolto un nuovo invito cheviene da da Imperatriz, cittadinanella regione del Maranhão inBrasile, dove frei Antonio Vegetali,da poco divenuto parrocodella parrocchia di S. Francesco ci scrive:“È una parrocchiache conta circa

30.000 persone e la maggior parte diqueste vivono di “bico”, cioè di lavorettiche appaiono qua e là, saltuariamente,quindi senza un minimo d’entrata fissae sicura. Per questo è stata organizzataun’assistenza alle famiglie più povere:alcuni volontari, settimanalmente,visitano e portano la “cesta básica”(borsa della spesa con gli alimentiessenziali: riso, fagioli, farina dimandioca, latte in polvere, zucchero,caffé e olio) alle famiglie assistite.Quando è possibile si provvede anche aimedicinali urgenti e alla biancheria.L’impegno di tutti noi cristiani è diinvitare tutti ad accogliere il Signore,nostra unica salvezza, di promuovere ladignità umana e di essere solidali con ipoveri”.Questa sarà la nuova proposta cheProgetto Sorriso vuole proporre per ilNatale 2006: tradurre le offerte dei piùgenerosi in tante ceste basiche: che per

tante famiglie la gioia del Natale sipossa estendere a 365 giornil’anno! Per informazioni:

Progetto Sorriso OnlusVia Luzzago, 925126 BresciaTel. 030 40000

Fra Agostino nelgiorno della suaOrdinazione scrissequeste parole: “Una

sola cosa ti chiedo Signore:vivere all’altezza del miosacerdozio, impegnandotutte le mie energie, tuttala mia vita per la causa deltuo Vangelo”. E così hafatto per tutta la duratadella sua vita, dall’inizioalla fine.Essendo di fortecostituzione i superiori lomandarono sempre inluoghi dove la vita era piùdura; “desobrigando”, cioèvisitando, le comunità neiluoghi più remoti, sempre a cavallo,affrontando pericoli di ogni genere nelleimmense foreste e nel sertao.In queste visite, fra Agostino ha avutomodo di incontrare diverse tribù di indios,in particolare i Canelas e i Guaja e indiverse occasioni il suo intervento è statodecisivo come quando contribuì asventare un attacco che i fazenderosavevano preparato per eliminareun’intera “aldeia” (villaggio).Dopo tanti anni era ormai conosciuto eben voluto da tutti per il suo carattere eper il suo modo di vivere, ma soprattuttoper il suo amore per i più deboli.Nel municipio di Barra Do Corda erano

tutti meravigliatiper il suocoraggio: oltre adessere uncavallerizzoprovetto, nuotavae attraversavagrandi fiumi perraggiungere i piùbisognosi d’aiuto.A causa del suoimpegno verso ipiù poveri ha

rischiato anche di venire ucciso in quantoscomodo difensore dei nativi del luogocontro chi li minacciava affinchélasciassero le terre migliori vicino aifiumi. Nel giro di pochi anni si fececonoscere e rispettare da tutti anche perla vita dura che condivideva in tutto.Durante il periodo delle piogge sifermava, studiando e preparando lecostruzioni che avrebbe poi realizzato. Profondo conoscitore del latino e delgreco, era predicatore apprezzato sia daisemplici come dai dotti, svolgendo ilministero della predicazione nelleparrocchie più grandi del Maranhao.Gli ultimi anni li ha passati a Sao Luis

Il cielo ha acquistato un santo di piùIl cielo ha acquistato un santo di più

La memoria di fra Agostino Zanotti,

un missionarioumile e generosoche ha dedicato

tutta la vitaall’amore per il prossimo

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dove trascorreva le giornate inconfessionale, ricercato confessorespecialmente dei sacerdoti e religiosi.Uomo di poche parole, ma di grandecuore, di umiltà straordinaria e di estremapovertà: francescano in tutto. Cosi, infatti,scriveva il Padre Provinciale del Brasileall’indomani della morte di p. Agostino: “Il mondo ha perso un grande frate

cappuccino, ma ilcielo haacquistato unsanto in più.La nostraProvinciaringrazia ilSignore per ilunghi anni chequesto grande

missionarioha vissuto

connoi.

È indimenticabile il suo modo semplice diessere francescano. Il suo lavoro lascia unsegno indimenticabile nel nostro popolo.P. Agostino resterà nella memoria di tutti,non solo per le grandi costruzioni che halasciato dove è passato nella nostraProvincia, ma nella memoria di coloro chehanno avuto il piacere di averlo e la gioiadi vivere con lui. Sono sicuro che questogrande missionario ha ricevuto la coronadi gloria promessa a coloro che furonofedeli a Cristo…”.Gli ultimi anni della sua vita li ha passatinella Parrocchia di San Giuseppe inComo. Si alzava in piena notte epregava, pregava… passando il restodella giornata leggendo la Bibbia edicendo rosari. È vissuto silenziosamenteed è morto silenziosamente. Spessocitava le parole di san Paolo, nellaSeconda Lettera a Timoteo: “Hocombattuto la buona battaglia, hoterminato la mia corsa, ho conservato lafede. Ora mi resta solo la corona digiustizia che il Signore giusto giudice miconsegnerà in quel giorno”.Non aggiungo altro sebbene potreiscrivere un libro... ma sarebbe inutile: Dio sa tutto ed è quello che più conta! n

Gli ultimi considerevoliaumenti delle tariffepostali ci costringono

a introdurre qualchecambiamento.Attualmente il centromissionario risponde periscritto ad ogni offerta chearriva per la celebrazione diS. Messe; alle offertesuperiori ai 30 euro; aNatale e Pasqua aibenefattori (a qualcunoabbiamo inviato un dolcepensiero: la tavoletta dicioccolato) e alle intenzioniparticolari.Per le offerte destinate asingoli missionari e aprogetti, periodicamenteinviamo le cifre e affidiamoai missionari il compito dirispondere.Per noi è importanterispondere per dare contodell’offerta ricevuta.Tuttavia la tariffa per lelettere è passata da 0,45a 0,60 euro con unadifferenza di 0,15 euro.Il calendario fino alloscorso anno eraconsiderato un numerodella rivista e pertantoera spedito a 0,06 euroora va spedito a parte alcosto di 0,36 euro, conuna differenza di 0,30euro (lo spediremovolentieri a chi ce lorichiede).

Pertanto noi desideriamocontinuare a comunicare convoi con le seguenti modalità:• Rispondiamo a chi inviaofferte per la celebrazione diS. Messe.• Posta elettronica – fateciavere l’indirizzo e-mailvostro o di qualche personadi fiducia: è una modalità percomunicare abbattendo icosti ([email protected]).• Potete visitare il nostrosito: www.missioni.orgdove trovate tante notizie einformazioni.• A Natale e Pasquatroverete auguri eringraziamenti per voidirettamente sulla rivistaevitando una spedizione aparte.• A chi desidera una risposta

personale siamo semprelieti di fornirla: è sufficientespecificare la richiesta nellacausale del versamento (peresigenze del servizio postalesi prega di non scrivere lecausali dei versamenti sulretro del bollettino, ma discriverle solo sul fronte).• Una telefonata in orario diufficio ci permette diverificare velocemente lavostra richiesta,considerando chenormalmente dalversamento all’arrivo delsupporto cartaceo passano15 giorni e sotto Natale itempi si raddoppiano.• Per chi ha le adozioni adistanza o effettuaversamenti attraverso laONLUS, fa fede il tagliandodel versamento e comunque

all’inizio dell’annoinvieremo un estrattoconto riepilogativo deiversamenti effettuatidurante l’anno.Contenere tutti isuddetti costi(stimiamo un risparmioannuo di circa 5.000euro) significa inviarepiù aiuti in missione.Certi della vostracomprensione ecollaborazione,ringraziamo di cuoreper la vostra vicinanzae solidarietà. n

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di fra Mauro Miselli, Segretario delle MissioniDAL MONDO DEI CAPPUCCINI

Poste italiane e Missionari Cappuccini

Poste italiane e Missionari Cappuccini

A fianco: fra Agostino Zanotti con il fratello, fra Felice, anche lui cappuccino. Sopra: la chiesa di Cristo Salvador, Diocesi di Imperatriz.

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MISSIONI ESTERE CAPPUCCINEP.le Cimitero Maggiore, 5 - 20151 MILANO Tel. 02/3088042 - Fax 02/33402164http: //www.missioni.org E-mail: [email protected] n. 757203 intestato a:Segretariato Missioni CappuccineP.le Cimitero Maggiore, 5 - 20151 MILANO

Direttore editoriale: Mauro Miselli Direttore responsabile: Giulio Dubini Redattori: Alberto Cipelli, Stefano Polese, Agostino ValsecchiRealizzazione a cura della Editrice Velar - Gorle (BG) Impaginazione: Anna Mauri Editore: MISSIONI ESTERE CAPPUCCINI ONLUSP.le Cimitero Maggiore, 5 - 20151 Milano Aut. Trib. di Milano n. 6113 del 30-11-62

In caso di mancato recapito si prega di restituire, presso l’ufficio postale di Gorle, al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa

Garanzia di tutela dei dati personali L. 675/96I dati personali forniti dagli interessati sono trattatidirettamente per l’invio della rivista e delle informazionisulle iniziative delle Missioni Estere Cappuccine. Nonsono comunicati o ceduti a terzi. Responsabile deltrattamento dati è p. Mauro Miselli, direttore editoriale.

Spedito nel mese di dicembre 2006

Per coloro che sostengono le nostre missioni e desideranodetrarre fiscalmente le offerte, da ora è possibile farlo: ènato il ramo ONLUS così denominato: MISSIONI ESTERECAPPUCCINI ONLUS - Piazzale Cimitero Maggiore, 5 -20151 Milano - tel. 02.38.00.02.72 / 02.30.88.042 - Leofferte per essere detraibili fiscalmente dovranno perve-nire unicamente tramite:• Assegno bancario intestato: MISSIONI ESTERECAPPUCCINI ONLUS - Per avere il documento valido aifini della detrazione è necessario comunicare nome eindirizzo via fax al numero 02.33.49.30.444 o via e-mailall’indirizzo [email protected]• Bonifico bancario intestato: MISSIONI ESTERECAPPUCCINI ONLUS - Piazzale Cimitero Maggiore, 5 -20151 Milano presso: Banca Popolare di Milano - Ag. 585Conto n. 2554 - Abi 05584 Cab 01723 CIN E• CCP n. 37382769 intestato: MISSIONI ESTERECAPPUCCINI ONLUS - Piazzale Cimitero Maggiore, 5 -20151 Milano

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Santo Nataleaccogliere il Signore

amare i fratelliGrazie a voi riusciamo ad amare

e servire tanti fratelli.Vi auguriamo

di accogliere il Signore nei vostri cuorie che vi doni la pace.

Buon Natale!