mila

32
PAUL Rotary Magazine IL ROTARY PER I GIOVANI Un impiego sempre attuale INIZIATIVE DEI CLUB Adottiamo un liceo L’IMPORTANZA DEI CLUB Nell’impegno per i giovani PERIODICO DISTRETTO 2080 R.I. ANNO V - N° 1 - OTTOBRE-GENNAIO 2013 POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (COM. IN L. 27/02/2004) ART.1 COMMA 1, LATINA/ AUT. N°118/2008

description

rivista paul mila

Transcript of mila

Page 1: mila

PAULRotary Magazine

IL ROTARY PER I GIOVANIUn impiego sempre attuale

INIZIATIVE DEI CLUBAdottiamo un liceo

L’IMPORTANZA DEI CLUBNell’impegno per i giovani

PERIODICO DISTRETTO 2080 R.I.

ANNO V - N° 1 - OTTOBRE-GENNAIO 2013

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN

ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (COM.

IN L. 27/02/2004) ART.1 COMMA 1, LATINA/

AUT. N°118/2008

Page 2: mila
Page 3: mila
Page 4: mila

Periodico del Distretto 2080 R.I.Registrato al Tribunale di Latina il 7/8/08 al n°903 del Registro della Stampa.Anno 4, numero 2Aprile-Giugno 2012

ProprietàRaimondo Editori.

RedazionePiazza Cola di Rienzo, 69 Romae-mail: [email protected]

Edizione, impaginazione e distribuzioneRaimondo EditoriVia Tiziano 15 - LatinaT. 0773.558803 - mob.335.7050100

DirezioneIgnazio [email protected]

Art DirectorClaudio Raimondo

Comitato di redazioneDomenico Apolloni, Giorgia Cingolani, Romano Dalla Chiesa, Stefania Del Gaizo, Massimo della Pena, Carlo Noto La Diega. Hanno collaborato: Salvatore Trapani, Eugenio Sassaresi.

FotografieClaudio Raimondo, fornite dagli uffici stampa, dalle persone intervistate.

Foto di copertina: Claudio Raimondo Lorella Cuccarini

pubblicità e marketingRaimondo Editori. 335.7050100

StampaMorconia Printing spa

Progetto grafico di baseMaurizio Guerra

Questo numero di Paul, Rotary Magazine è stato chiuso il 26/06/2012. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori e committenti.

PAUL ROTARY MAGAZINEPaul RotaRy Magazine

PeRiodico del distRetto 2080 R.i.

www.RotaRy2080.oRg

aPRile-giugno 2012

anno iV - n°2

Poste italiane sPa

sPedizione in abbonaMento Postale

dl 353/2003 aRt. 1 coMMa 1

dcb latina - costo coPia PeR socio 1,50 euRo.

assolto con quota associatiVa.

Paul Harris 1905

E’ giunto al terzo anno il magazine del Distretto 2080 R.I. “PAUL”; dal nome del fondatore del Rotary International. Nel 1905 Paul Harris insieme a tre amici diede luogo al primo club. Azioni di servizio, collaborazioni con realtà istituzionali ed eco-nomiche per far emergere leadership, formazione, amicizia sono solo alcuni degli elementi della ruota, simbolo e motore dell’a-zione rotariana. Principi, contenuti ed obiettivi di cui “PAUL, ROTARY MAGAZINE” è interprete perché: “Nella comunica-zione è importante raggiungere il maggior numero di persone, rotariani e non rotariani, e non è possibile farlo rivolgendosi a ciascuno singolarmente”.

Page 5: mila

INTERVISTE

Fabrizio Bentivoglio:suggestioni cinematografiche 18

Salvatore Accardo:una vita per la musica 26

Le attività dei club più meritevoli su giovani e formazione 16

Lorella Cuccarini:Una show girl. 24

ATTIVITÀ

Editoriali 5Rotary Club Cassino L’importanzadella memoria 11

Ryla del Rotary Club Latina: dai, facciamo un’azienda 15

PROGETTI

SOMMARIO

Page 6: mila

Ignazio Raimondo

La sfida con cui iniziammo a pubblicare Paul Rotary magazine aveva radici profonde perché profonda è la conoscenza della forza dell’associazione fondata da Paul Harrys nel 1905. L’efficacia, l’autorevolezza e la capacità che da allora milioni di rotariani hanno saputo trasferire nelle azioni a favore della società in cui operano hanno fatto in tutti questi anni la differenza. Passione, amicizia, possibilità di entrare in relazione con più mondi sono il collante e l’energia suppletiva per un’azione straordinaria che ha reso il Rotary International l’organizzazione no profit più conosciuta al mondo. Una popolarità che è da sempre accompagnata da un’enorme credibilità guadagnata sul campo con le numerose campagne che hanno sconfitto malattie endemiche come la malaria ed ormai la polio. Popolarità e credibilità sono riscontrabili in assoluto anche nei due personaggi famosi e molto sensibili ai temi rotariani della famiglia e del service che Paul ha intervistato. Lorella Cuccarini, che ha partecipato anche al congresso, e Fabrizio Bentivoglio, vicino alla battaglia contro la polio avendo avuto un familiare colpito dalla terribile malattia, sono degli esempi tangibili di come chi sia molto impegnato professionalmente e popolare riesca comunque a dedicare tempo agli altri. E’ quello che fanno quotidianamente i rotariani, ciascuno molto impegnato nel proprio lavoro ma anche nel fare Rotary, per accrescerne la popolarità e credibilità.

IGNAZIO RAIMONDO Prima avvocato poi giornalista, editore e comunicatore. Un bel salto nel segno della tradizione e della passione: l’interesse per i libri (di famiglia, il nonno è stato il primo libraio di Latina) e per la comunicazione e l’attualità che ci circonda (realizzo riviste).

Popolarità e credibilità

EDITORIALI

Page 7: mila

Daniela Tranquilli Franceschetti

Carissimi con questo editoriale mi congedo da voi lettori di PAUL.Abbiamo concluso a Roma con il 55° Congresso dedicato alla Leadership e ai progetti dei Club e del Distretto. E’ stato un anno di grande lavoro che ha visto impegnati nei progetti distrettuali e di Club tutti i Club del Distretto, dai più grandi ai più piccoli, dai più antichi ai più recenti. L’anno è stato carat-terizzato dalla concretezza e soprattutto dalla sinergia tra i soci, dalla voglia di stare insieme per fare Rotary. I risultati non sono mancati. Abbiamo fatto Rotary, nelle nostre città ma anche in paesi lontani; abbiamo ancora una vol-ta fatto la differenza. Seguendo l’invito del Presidente Internazionale Kalyan Banerjee a luglio di un anno fa tutti abbiamo guardato dentro noi stessi per trovare l’energia per abbracciare l’umanità cambiando le cose che potevano essere cambiate in meglio. Era una sfida che abbiamo vinto. Abbiamo porta-to luce dove c’era buio, istruzione dove c’era analfabetismo, cibo dove c’era fame, salute dove c’era malattia. Abbiamo vinto la Polio in India: a gennaio in India da 1 anno non si è registrato più un caso di poliomielite e l’India non è più considerato un Paese endemico. Questi successi sono dovuti a tut-ti i soci e alla forza incredibile del Rotary grazie alla visibilità e credibilità che ha nel mondo. Come Governatore del Distretto 2080 ho vissuto grazie a voi tutti un anno meraviglioso e abbiamo insieme scritto un’altra pagina memorabile della storia del Distretto 2080 e del RI. PAUL è stato sempre al nostro fianco contribuendo all’immagine pubblica del nostro Distretto e del Rotary International e ai nostri successi concreti. Grazie allora ai voi soci, a voi lettori e grazie a Paul.

DANIELA TRANQUILLILaureata in Scienze Biologiche con indirizzo immunologico. E’ docente , presso l’ Università di Roma “Sapienza” dell’insegnamento di Fisiopatologia della Riproduzione “nel corso di Laurea di Ostetricia e nella Scuola di specializzazione in Ostetricia e Ginecologia a Roma.

L’energia che fa la differpenza

Page 8: mila

Il mondo delle aziende farmaceutiche in Italia sta attraversando, in questi anni, una fase di profonda ristrut-turazione. Diversi fenomeni hanno ridotto i margini delle industrie far-maceutiche in modo significativo e hanno portato al drastico ridimensio-namento di una professione, quella dell’informatore scientifico del farma-co dedicato ai medici di base (e delle relative strutture di capi area, sales mangers, ecc), che aveva dato lavoro a moltissimi laureati nelle discipline scientifiche. E’ rimasta in piedi la figu-ra dell’informatore specialista, quello che si interfaccia con le specializzazio-ni ospedaliere con farmaci di origine biotecnologica, figura basata su una

profonda conoscenza del farmaco associata ad una capacità di costruire relazioni efficaci con gli utilizzatori ( di solito i primari ospedalieri) fino a diventare per loro un riferimento e un anello di collegamento con le struttu-re aziendali che possono fornire con-sulenze specifiche.La regionalizzazione ha spinto molte aziende a creare la figura del “market access”, una professione nuova che deve facilitare l’incontro da domanda regionale, legata alle scelte locali in termini di prontuari terapeutici, alle politiche di acquisto, ecc all’offerta aziendale; è una professione che non esisteva sino a qualche anno fa e che si sta costruendo sulla base di esperien-

LORENZO SARTORELLI

HeadHunter, cacciatore di teste, selezionatore per conto delle aziende di uomini e donne cui offrire un posto di lavoro. E’ la specializzazione di Lorenzo Sartorelli partner dello studio Frezzaepartner. Il suo è un punto di vista privilegiato che getta una luce particolare su questo mondo utile soprattutto per i più giovani...

Visione,motivazione ed educazione

“”

Page 9: mila

za limiti alla quantità di informazione distribuibile, potenzialmente interat-tivi. Questi sistemi vanno a sostituire quello che in passato era un importan-te ruolo delegato ai capi a i vari livel-li, con i vantaggi di cui dicevo sopra, rapidità, quantità, uniformità, ma anche con l’effetto di togliere loro la funzione di “portavoce” della società nei confronti dei propri collaboratori. Sul bilanciamento di questi equilibri si gioca l’efficacia del “Responsabile del-la comunicazione interna”.

ze precedenti anche eterogenee, che includono l’area commerciale, quella del regolatorio (l’insieme di norme che regolano l’immissione di un far-maco sul mercato) o quella delle re-lazioni pubbliche ma che relegano la competenza scientifica su un secondo piano.In quest’area dell’organizzazio-ne aziendale sono nate le posizioni, più operative, dei “regional area ma-nager” o dei “key accounts”, comun-que sostanzialmente diverse da quelle degli informatori.Al di fuori del farmaceutico, per ri-spondere alla sua domanda, la mia im-pressione è che ci si limiti a sostituire professionalità che lasciano l’azienda ma dopo aver ben guardato se non vi

siano candidati interni disponibili per competenze ed esperienza maturata; molte delle nuove “professioni” che si sono create con l’avvento delle nuove tecnologie, penso a tutto ciò che ruo-ta intorno al “web”, hanno finito per rappresentare un’offerta di “servizio esterno” più che funzioni inserite nel-le strutture aziendali e quindi oggetto di ricerche da parte di head hunters. Un caso interessante è invece quello dei “Responsabili della comunicazio-ne interna”, figura affermatasi di re-cente nelle medie e grandi aziende, che si stanno un po’ inventando il loro lavoro. In questo caso le tecnologie mettono a disposizione canali di co-municazione rapidissimi, di fatto sen-

PAUL 9

Page 10: mila

In un mondo del lavoro che offre poche opportunità è un privilegio poter racco-gliere da chi di mestiere fa il “cacciatore di teste” per le aziende tentare di capire in quale direzione va il mondo del lavoro.Nella Sua professione di Head Hunter nel mondo della sanità e farmaceutica (ma non solo) quali ritiene siano i profili oggi più richiesti dal mercato?Il mondo delle aziende farmaceutiche in Italia sta attraversando, in questi anni, una fase di profonda ristrut-turazione. Diversi fenomeni hanno ridotto i margini delle industrie far-maceutiche in modo significativo e hanno portato al drastico ridimensio-namento di una professione, quella dell’informatore scientifico del farma-co dedicato ai medici di base (e delle relative strutture di capi area, sales mangers, ecc), che aveva dato lavoro a moltissimi laureati nelle discipline scientifiche. E’ rimasta in piedi la figu-ra dell’informatore specialista, quello

che si interfaccia con le specializzazio-ni ospedaliere con farmaci di origine biotecnologica, figura basata su una profonda conoscenza del farmaco associata ad una capacità di costruire relazioni efficaci con gli utilizzatori ( di solito i primari ospedalieri) fino a diventare per loro un riferimento e un anello di collegamento con le struttu-re aziendali che possono fornire con-sulenze specifiche.La regionalizzazione ha spinto molte aziende a creare la figura del “market access”, una professione nuova che deve facilitare l’incontro da domanda regionale, legata alle scelte locali in termini di prontuari terapeutici, alle politiche di acquisto, ecc all’offerta aziendale; è una professione che non esisteva sino a qualche anno fa e che si sta costruendo sulla base di esperien-ze precedenti anche eterogenee, che includono l’area commerciale, quella del regolatorio (l’insieme di norme

che regolano l’immissione di un far-maco sul mercato) o quella delle re-lazioni pubbliche ma che relegano la competenza scientifica su un secondo piano Oltre alle figure di vertice, in quest’area dell’organizzazione azien-dale sono nate le posizioni, più ope-rative, dei “regional area manager” o dei “key accounts”, comunque so-stanzialmente diverse da quelle degli informatori.Al di fuori del farmaceu-tico, per rispondere alla sua domanda, la mia impressione è che ci si limiti a sostituire professionalità che lasciano l’azienda ma dopo aver ben guardato se non vi siano candidati interni dispo-nibili per competenze ed esperienza maturata; molte delle nuove “profes-sioni” che si sono create con l’avvento delle nuove tecnologie, penso a tutto ciò che ruota intorno al “web”, han-no finito per rappresentare un’offerta di “servizio esterno” più che funzio-ni inserite nelle strutture aziendali e

Page 11: mila

quindi oggetto di ricerche da parte di head hunters. Un caso interessante è invece quello dei “Responsabili della comunicazione interna”, figura affer-matasi di recente nelle medie e grandi aziende, che si stanno un po’ inven-tando il loro lavoro. In questo caso le tecnologie mettono a disposizione canali di comunicazione rapidissimi, di fatto senza limiti alla quantità di informazione distribuibile, potenzial-mente interattivi.Questi sistemi vanno a sostituire quel-lo che in passato era un ruolo delega-to ai capi a i vari livelli, con i vantaggi di cui dicevo sopra, rapidità, quantità, uniformità, ma anche con l’effetto di togliere loro la funzione di “porta-voce” della società nei confronti dei propri collaboratori. Direi che sul bi-lanciamento di questi equilibri si gio-ca l’efficacia del “Responsabile della comunicazione interna”.Una volta che un candidato risponda per conoscenze ed esperienze, preparazione

etc cos’è che fa la differenza, che fa vincere il posto ad un candidato piuttosto che ad un altro?Direi prima di tutto, che dipende dal tipo di azienda in cui si deve inserire la persona e distinguerei tra aziende imprenditoriali private con un “deci-sion making” di solito verticistico, ad aziende multinazionali, più inclini alla managerialità e ad un decision ma-king condiviso, ad aziende pubbliche dove sono presenti altri meccanismi operativi. Se restiamo nell campo delle aziende multinazionali, senz’altro le sue “ca-ratteristiche personali”, in particolare le sue capacità di leadership da un lato e di saper lavorare “in gruppo” da un altro. Tra le “ capacità di leadership” direi, con una frase che può appari-re banale, il “sapere dove andare”. In mercati in continuo cambiamento è vitale guardare avanti, interpretare, dai segnali disponibili, come sarà il futuro e preparare l’organizzazione

a farvi fronte. Occorre poi saper co-municare questa “visione” e saper “mobilitare le risorse” verso gli obiet-tivi. Questi tre macro aspetti (visio-ne, comunicazione e mobilitazione) sottintendono capacità manageriali di diverso tipo che si affinano con l’espe-rienza, che è fatta di tempo ma anche di “contesti giusti”in cui maturarle (non tutte le aziende sono uguali). Alla leadership si aggiunge però an-che la capacità di lavorare con gli al-tri in modo efficace, considerando gli obiettivi aziendali come qualcosa da costruire insieme come somma degli obiettivi delle singole funzioni.Quanto contano le esperienze pregresse, voglio dire ...le aziende oggi cercano mag-giormente i giovani per la facilità loro ri-servata di inserirsi contrattualmente o ha ancora il suo peso l’esperienza?Dipende molto dalle posizioni. In un mondo che cambia, talvolta l’espe-rienza pregressa può essere di ostaco-lo più che di aiuto. L’evoluzione delle

Page 12: mila

deve dimostrate di aver redatto bilan-ci, di conoscere gli aspetti fiscali, aver magari gestito ispezioni della “guar-dia di finanza”; chi è responsabile del-le Risorse Umane deve aver gestito riorganizzazioni, negoziazioni, le fun-zioni di formazione e sviluppo, quelle di compensation ecc.Si parla spesso di internazionalizzazione e necessaria predisposizione alla dinami-cità e flessibilità, quanto conta la cono-scenza delle lingue straniere e magari le esperienze all’estero.Direi che la conoscenza della lingua inglese è ormai un “must”, fatta for-se eccezione per alcuni (non tutti) i mondi del settore pubblico. La ovvia ragione sta nella globalizzazione dei mercati. Anche in una fase di crisi profonda dei mercati “maturi” come quelli europei, sopravvivono ( e an-

tecnologie favorisce certamente i giovani, che sono nati e cresciuti con esse, rispetto a generazioni che fanno fatica a ragionare con riferimento ad un mondo digitale e interattivo. E’ un po’ la situazione dei politici tradizio-nali che devono confrontarsi con un M5S che semplicemente attraverso il web sembra aver messo insieme in poco tempo una percentuale significa-tiva di elettori…Tuttavia esistono ancora posizioni per le quali l’esperienza è imprescindibile: per tornare agli esempi del mondo farmaceutico, un informatore specia-lista deve aver accumulato nel tempo competenze e relazioni, chi si occupa di tecnology transfer deve averlo fatto varie volte in precedenza e aver impa-rato a risolvere i problemi connessi, un responsabile dell’amministrazione

che bene) quelli che hanno un merca-to internazionale e che compensano i down turn di un’area con le crescite di un’altra. Per internazionalizzarsi oc-corre quella dinamicità e flessibilità di cui mi chiedeva. Flessibilità che credo sia prima di tutto “mentale”: occorre prendere atto che le culture non sono tutte uguali, occorre saperle capire e adattare ad esse il proprio ragiona-mento. Questo fatto segna il passag-gio da “esportatore” di prodotto e cul-tura locale a “player internazionale” e poi “globale”. L’altro aspetto della dinamicità e fles-sibilità è legata allo spostamento fisi-co: l’accettare di andare a vivere lonta-no dal luogo di origine in funzione del lavoro e della crescita professionale. Su questo gli italiani (ma sono in buo-na compagnia) sono abbastanza restii

Page 13: mila

e se accettano di spostarsi lo fanno su base di pendolarismo ma evitando di spostare la famiglia. E questo, alla lun-ga, si rivela difficilmente sostenibile. Da ipotetico ma probabile piazzatore/collocatore di uomini e donne nel mercato del lavoro, quali crede siano le armi mi-gliori che un giovane deve esibire in sede di colloquio...... e cosa deve necessaria-mente essere presente nel suo C.V.Tendenzialmente il nostro lavoro è concentrato su posizioni organizzati-ve di livello elevato, dirigenti, direttori o Amministratori Delegati per inten-derci, in ambito di aziende multina-zionali. Tuttavia, se dovessi dare un suggerimento ai giovani, in relazione al mondo che conosciamo meglio, direi loro che occorre dimostrino di aver “guidato” la loro crescita, stabi-lendosi un percorso e realizzandolo,

facendo bene in quello in cui ci si è “cimentati”: bene negli studi, tempi e votazioni; bene nello sport, o nelle attività sociali, o nella musica se ha de-dicato una parte importante del suo tempo a questa attività. Buona cono-scenza della lingua inglese. Iniziative per fare esperienze di lavoro durante gli studi attraverso gli stages.Capacità di risolvere problemi, di collaborare con altri, di avere inizia-tiva, di comprendere quello che sta accadendo nel mondo, di essere pro-positivi, flessibili, curiosi, in certi casi innovativi e predisposti ad accettare e gestire il cambiamento, sono tutti aspetti che aiutano a dare di sé una buona impressione. “Last but non least”, essere “educato”….In fase di colloquio è importante la capacità di comunicare, di “raccontarsi” in modo

sintetico, rispondendo in modo one-sto e trasparente (anche ammettendo alcune “incompetenze”: quello che conta è la capacità di imparare). Una cosa poi che molti giovani dimentica-no è di mostrarsi interessato all’azien-da e al possibile lavoro offerto. Troppo spesso si comportano come all’esame all’università per cui “vado bene se ri-spondo bene”. In sede di colloquio si possono (e si devono ) fare domande sul contenuto di lavoro e sull’azienda e per queste occorre prepararsi in an-ticipo (studiare il sito è la prima cosa da fare) e… la domanda sullo stipen-dio è l’ultima da fare!

Di Ignazio RaimondoFoto di Claudio Raimondo

Sono queste alcune delle componenti più importanti per avere chances nella ricerca di occupazione. Parola di cacciatore di teste.

PAUL 13

Page 14: mila

Quello che ci deve assillare è come ri-lanciare lo sviluppo del nostro Paese: sviluppo produttivo, sviluppo dell’oc-cupazione, e soprattutto, prospettiva di valorizzazione delle personalità e dei talenti dei giovani, delle giovani generazioni. Questo deve essere il no-stro assillo. E dobbiamo sapere che la cultura può rappresentare un volano fondamentale per avviare una nuova prospettiva di sviluppo non solo in Italia ma anche, più in generale, in Eu-ropa.” Le parole del Capo dello Stato Giorgio Napolitano ben introducono al tema caro ai rotariani: i giovani, la loro formazione professionale, l’op-portunità di metterli nelle condizioni migliori per emergere e per divenire il leader del futuro. Un tema cui il Ro-

tary International dedica da sempre risorse, programmi ed energie. Un contesto nel quale i club operano sul territorio con sensibilità e praticità. Si tratta del tema cui questo numero di Paul è dedicato. Oggi l’emergenza le-gata alle giovani generazioni è sotto gli occhi di tutti, bastano pochi dati a ricordarne il fenomeno. A novem-bre scorso il tasso di disoccupazione giovanile è balzato al 37,1%, il top dal 1992. Il tasso di disoccupazione nella fascia tra i 15 e i 24 anni, che misura l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è quindi in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto ad ottobre 2012 e di 5 punti percentuali nel confronto tendenziale (vale a dire rispetto a novembre 2011).

Il Rotary peri giovani: un impegno sempre più attualeIn una società che investe sempre meno sulla formazione, sulla cultura e sui giovani in genere e che per ciò appare sempre più in declino il Rotary si distingue per i progetti in favore delle nuove generazioni.

“”

Page 15: mila

L’Istat che ha reso noti tali dati ha evidenziato come tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro siano 641 mila e rappresentino il 10,6% della popolazione in questa fascia d’età. Il dato sull’occupazione giovanile in qualche modo è legato al fatto che l’Italia, a differenza di quanto avvenu-to ad esempio in Germania, in questi anni non ha più investito nella forma-zione professionale e nell’educazione in generale. Non a caso i settori più colpiti dalla riduzione di risorse sono stati proprio la cultura e la formazio-ne. Eppure quando si chiede ad esper-ti di vari contesti cosa debbano fare i giovani per non trovarsi all’interno di quel brutto novero del 37,1% di disoc-cupati la risposta è sempre la stessa:

formazione, formazione, formazione. Ed infatti i numeri dimostrano come chi si sia dotato di una preparazione di alto livello più o meno specialisti-co trovi spesso lavoro e spessissimo anche a tempo indeterminato. Ba-sti pensare che al numero uno tra i profili professionali meglio retribuiti (1.625,00 euro medi) ed assunti a tem-po indeterminato (95,7%) ci siano i medici (o professioni sanitarie), 10,7% delle assunzioni annue nelle imprese. Al secondo e terzo posto ci sono gli ingegneri ed i laureati in scienze eco-nomico statistiche. Eppure oggi in Italia tra i 25-34enni abbiamo solo il 20% dei laureati contro il 37% dei pa-esi Ocse. In più i diciannovenni che si iscrivono all’università rappresentano

PAUL 15

Page 16: mila

Di IgnazioRaimondo

solo il 29% dei coetanei. Nella speciale classifica dei paesi al mondo che pre-senta la più alta percentuale di popo-lazione tra i 35 ed i 44 anni in possesso di almeno l’istruzione secondaria su-periore l’Italia occupa il 29° con un magro 57,1% dietro a paesi come la Polonia, l’Estonia, il Cile o la Grecia. Ciò la dice lunga sulla difficoltà di re-agire ad un declino che sembra legato a doppio filo con la preparazione del-la gioventù e l’incapacità di uno sta-to di mettere in rilievo il patrimonio umano di cui dispone. Un patrimonio quello dei giovani su cui il Rotary In-ternational punta da sempre tanto è vero che l’Azione Nuove Generazio-ni è la quinta via d’azione del Rotary. Una delle direttrici in cui si svilup-pano i programmi dell’associazione fondata da Paul Harrys nel 1905. Ogni anno grazie a questa azione migliaia di giovani di età compresa tra i 12 ed 30 anni possono vivere un’esperienza

incredibile nell’ambito di un program-ma studiato ed organizzato ad hoc per loro. Il Rotaract e l’Interact offrono ai giovani l’opportunità di prestare il loro servizio nell’ambito della comu-nità in cui vivono o all’estero. Con lo scambio giovani esplorano nuove cul-ture, con i Ryla acquistano nuove doti che li aiuteranno ad avere successo come futuri leader della comunità. In più il Rotary ha una lunga tradizione di promozione della comprensione internazionale attraverso l’istruzione, grazie ai programmi educativi.

Page 17: mila

IL ROTARACTE’ l’associazione di giovani tra i 18 ed i 30 anni dediti al vo-lontariato e non solo. Ogni club è sponsorizzato dal club Rotary. Nato nel 1968 oggi il Rotaract conta oltre 8.400 club presenti in 170 paesi per un totale di circa 200.000 soci. I soci rotariani del Club padrino sono di pungolo e stimolo per la formazione in ambito rotariano ma anche culturale e pro-fessionale per i giovani del Rotaract. Questi ragazzi hanno così la possibilità di iniziare ad entrare in contatto con un mondo adulto fatto di ecce lenze rappresentative del mon-do lavorativo e professionale. Ogni anno il club deve portare a termine almeno due progetti. L’adesione al club interact come a quello rotarat favorisce lo sviluppo delle capacità di leadership, il valore del service, il senso della responsabilità personale ed il valore del lavoro. Nel mondo ci sono 10.700 club diffusi in 109 Paesi cui aderiscono circa 200.000 ragazzi.

LO SCAMBIO GIOVANIE’ attivo da oltre 75 anni a dimostrazione di come sin dagli albori il Rotary creda nella formazione in ottica dei giova-ni. In tanti anni lo scambio giovani del Rotary ha toccato più di 80 Paesi coinvolgendo decine di migliaia di giovani. Quest’anno sono 8.000 i ragazzi che stanno usufruendo di questo programma che li mette in condizione di imparare una nuova lingua e soprattutto di entrare in contatto con nuove realtà arricchendo così il patrimonio culturale, uma-no e professionale base per divenire un’eccellenza.

IL RYLAL’acronimo sta per Youth Leadership Award. Il programma, organizzato dai Rotary Club, proprio per rispondere alle esi-genze dei più giovani, fornisce a ragazzi dai 14 ai 18 anni e a giovani tra i 19 ed i 30 anni la possibilità di sviluppare le qua-lità di leadership, il senso di responsabilità civica e la crescita personale. Si tratta di seminari di studio di durata variabile (1-3 giorni) in cui i giovani si trovano in una full immersion formativa nei più svariati settori professionali e/o impren-ditoriali. Il Rotary International suggerisce ai Club di appro-fondire i seguenti temi: principi della leadership, l’etica della leadership, l’importanza della comunicazione, la risoluzio-ne dei conflitti e la mediazione, il Rotary ed il suo operato.

LE BORSE DI STUDIOIl programma di borse di studio degli ambasciatori è iniziato nel 1947 e ter-minerà proprio quest’anno per assu-mere una nuova veste. Da allora sono state assegnate borse di studio per un totale di 532 milioni di dollari che

hanno messo nelle condizioni 41.000 uomini e donne di vivere per un anno all’estero un’esperienza di studio e di vita estremamente formativa. Duran-te la permanenza all’estero i borsisti fungono da Ambasciatori per la pace nel Paese in cui si sono recati, fan-

no presentazioni che riguardano la propria cultura presso il Rotary club “ospitante”. Al loro rientro i borsisti condividono con i rotariani l’espe-rienza vissuta che ha permesso loro di conoscere in modo approfondito la cultura del Paese che li ha ospitati.

Page 18: mila

Così come le aziende per vendere devono capire le esigenze del pubblico, allo stesso modo i giovani per emergere devono capire chi sono e perseguire l’obiettivo.

FEDERICO CAPECI

Comprendere per vincere

Page 19: mila

FEDERICO CAPECISono fondatore e amministratore delegato di Duepuntozero Research, istituto di ricerche di mercato del gruppo Doxa specializzato nei nuovi media e nell’inno-vazione. Dirigente e associato Manageritalia dal 2005, negli ultimi anni ho impie-gato molte energie nella comprensione del mondo web e nello sviluppo di stru-menti di ricerca innovativi che oggi rappresentano una straordinaria opportunità per comprendere persone, dinamiche di consumo e logiche di scelta tra marche e aziende. Prima di Duepuntozero Research, ho lavorato in OTO Research come amministratore delegato, scelto per rilanciare l’azienda sul mercato italiano e internazionalizzare l’offerta nei principali paesi europei. Precedentemente ho la-vorato in Coca-Cola Italia come research manager, occupandomi della gestione delle ricerche di mercato per i brand dell’azienda, prevalentemente in ambito co-municazione e sviluppo nuovi prodotti e opportunità di mercato. La mia carriera inizia negli istituti di ricerca: Millward Brown e ancora prima Eurisko. Sono laureato in Economia e commercio a Bologna e specializzato alla SDA Bocconi sui metodi quantitativi per le decisioni manageriali. Collaboro con diverse università e master, oltre ad avere una cattedra continuativa di ricerche di mercato allo IED di Milano. Nato nel 1973 di fronte al mare delle Marche, ora milanese a tutti gli effetti.

per capire il proprio consumatore, per comunicargli messaggi rilevanti, o per dialogare con esso, farlo partecipare ai processi aziendali e, ovviamente, svi-luppare il business. È un nuovo modo di pensare al marketing e un nuovo paradigma di agire, che crea nuove professioni come la mia. Nei social network, nei blog, nei forum, nelle community, infatti, i consumatori non solo sono presenti, lì pronti ad essere “colpiti” (come si diceva un tempo … e ahimè ancora oggi, spesso), ma sempre più spesso sono disponibili ad una nuova relazione con ibrand, che parte dal voler contribuire in prima persona al dialogo, fino a creare anche prodotti insieme all’aziende. Questo, come potete capire, cambia di molto le regole del gioco e i parametri di re-lazione tra azienda e consumatore.Come si diventa esperti e professionisti di brand community? Studiando molto, riferendosi ai contesti internazionali più evoluti, e con tanta pratica, poiché le cose cambiano in fretta e molto è ancora da scrivere: modelli interpretativi e frames con cui muoversi non sono ancora tutti totalmente condivisi e “cristallizzati”.

Una lunga esperienza nel mondo del-le ricerche di mercato poi il salto e la formazione continua nello specifico settore delle community sul web. Ciò nel costante tentativo di com-prendere le esigenze dei consumatori ed anticiparne le tendenze; è il lavo-ro di Federico Capeci della 2 punto zero research. Ospite relatore ad una conviviale del Rotary Roma Est è l’in-terlocutore ideale per approfondire il mondo di internet, le sue professioni, i suoi segreti. Internet, il suo mondo soprattutto le sue community non hanno segreti per Lei, può provare a spiegare (anche a chi sa poco del web) qual’è il suo mestiere e svelare il perché le community sul web rappresenti-no un’occasione per chi vuole conoscere e trarre beneficio da tale conoscenza?Potrei definirmi un market researcher di nuova generazione. Più nel concre-to, mi occupo di ricerche di mercato per il marketing e la comunicazione di impresa, utilizzando nuove tecniche e soprattutto gli strumenti digitali. Quindi, in sostanza, se un’azienda - o anche una persona – mi contatta è per comprendere come poter usare il web

Per questo occorre provare e far tesoro delle esperienze, cercando di teorizzare ed astrarre i concetti di base per definire le regole di agire.Come e quanto è cambiato il mercato dei consumatori e quindi del marke-ting/advertising negli ultimi 20 anni?A dire il vero, secondo me, i consu-matori e i mercati non sono cambiati più di tanto. Hanno le loro necessità, i bisogni da scoprire, le opportunità da scovare come tanti anni fa… si è vero, hanno più devices in mano, sono più informati, più istruiti, etc ma non mi dite che fare marketing nel Novecen-to era molto più semplice. E’ vero, comunque, che le modalità con cui ci si deve relazionare con loro sono cam-biate: le attività di marketing sono diventate più frenetiche, veloci, com-plesse per la moltitudine di canali e strumenti che oggi abbiamo in mano.Forse, quindi, è diventato più difficile sapersi destreggiare tra le diverse pos-sibilità di contatto e mktg offerte dal digitale. E’ diventato più difficile co-noscere di volta in volta uno strumen-to nuovo, diverso, evolutivo rispetto a pochissimo tempo prima. Questo si.

Page 20: mila

Per questo occorre studiare, appro-fondire, a volte sbagliare… ma capire, ruoli e plus degli strumenti.Perchè ha deciso di entrare in questo setto-re, c’è anche un motivo “passionale”?Non saprei dirlo, sinceramente. La-voravo per una grande azienda mul-tinazionale e ad un certo punto il mio capo diede le dimissioni, pensando a me come sostituto. Purtroppo i ver-tici invece ritennero che fossi troppo giovane per quel ruolo. Allora decisi di lasciare l’azienda e di cercare altre strade, forse più idonee a me e alla mia voglia di fare, al di là dell’età anagrafi-ca di quel momento… qui incontrai il web e iniziai la mia carriera in questo ambito, di certo molto poco formale e molto più aperto all’innovazione di

altri. Una volta dentro, e superate le prime difficoltà di dover inventare tut-to da zero e di dover capire il glossario tecnico che mi mancava, ho trovato le soddisfazioni che cercavo, appas-sionandomi sì ogni giorno di più. La passione, per me, è sinonimo di crea-tività, innovazione, scoperta… a volte anche un po’ di rischio.L’ascesa del pubblico fruitore della rete è data per inarrestabile ? Un pubblico gio-vane ed in quanto tale dinamico e quindi interessante per chi?... È ricco?Ovviamente si, anche se in Italia ci scontriamo con problemi molto gravi di diffusione strutturale della banda larga. Ancora metà della popolazione italiana non è connessa ad Internet: tra questi ci sono le generazioni più

senior, è vero, ma anche le persone che non sono raggiunte dal segnale. Questo è per me non accettabile e anche, ammetto, poco comprensibile. Anche il profilo sta cambiando molto ed è vero che tutti i giovani sono ora-mai online, ma la fascia di età più rap-presentata nel web è quella che ha tra i 35 e i 45 anni. Sono tante oggi le per-sone che si trovano in rete, anche se sono loro a tirare le innovazioni, spes-so. Hanno un profilo più alto dell’al-tra metà della popolazione off-line, anche se spesso difficili da soddisfare e poco fedeli.Cosa è cambiato nel suo lavoro rispetto a dieci anni fa?Tutto. Se prima dovevamo chiamare e chiedere alle persone di partecipare

Page 21: mila

Di Ignazio RaimondoFoto di Claudio Raimondo

alle interviste, oggi molte delle infor-mazioni utili per capire i consumatori e le opportunità di comunicazione le troviamo in rete, disponibili nei fo-rum, blog, social network. Le persone parlano di sé online, raccontando chi sono, cosa amano, cosa odiano, per-ché scelgono un prodotto o di cosa sono insoddisfatti. Non dico che sia facile capire tutto questo, poiché un conto è leggere un post e riportarlo alle aziende, un altro conto è capirne le motivazioni e darne una lettura ap-profondita e mirata. Però questo è il vero grande cambiamento nel nostro lavoro: la ricerca si fa bottom-up. Ma c’è di più: non solo osservazione, ma anche coinvolgimento: oggi si posso-no coinvolgere i consumatori e dare

loro un ruolo attivo nei processi di co-struzione di marca e comunicazione. Non sono più tutti solo soggetti pas-sivi delle nostre comunicazioni e dei nostri prodotti, ma possono interveni-re attivamente e aiutarci a creare cose insieme. Questa è la vera rivoluzione del mio lavoro: avere a disposizione la voglia del consumatore di scrivere insieme i propri prodotti e comunica-zioni, in modo che siano davvero atti-nenti ai suoi bisogni e desideri.Quale consiglio darebbe ad un giovane perchè possa al più presto trovare un’oc-cupazione?La cosa più importante che un giova-ne deve, a mio avviso, avere per fare qualsiasi cosa è la consapevolezza. Sa-pere chi si è, quali i propri valori e qua-

li i punti di debolezza, in modo serio e sereno, è cruciale per poter progettare il proprio futuro. E una volta capito se stesso, il consiglio migliore che posso dare è: provaci! Anzi, non solo prova-ci, perché si può sbagliare e si può non raccogliere subito: provaci, riprovaci, credici. La strada per il successo oggi passa dall’imprenditorialità, nello spi-rito, nella voglia di fare e di mettersi in gioco, anche se si è dipendenti a tem-po indeterminato, anche se il proprio capo è più anziano di due generazioni e farà fatica a capire.

PAUL 21

Page 22: mila

È il direttore didattico dell’istituto Quasar di Roma, una struttura di ri-cerca e di formazione orientata allo studio ed alla progettazione dell’am-biente, degli oggetti e delle nuove forme comunicative. In poche parole l’Architetto Luca Leonori, docente universitario, è tra gli interlocutori più validi per capire in che direzio-ne va la formazione professionale se vuole offrire ai giovani più possibilità d’inserimento nel mondo del lavoro. E ciò soprattutto perché l’istituto che

dirige forma quelli che in teoria sono i professionisti più ricercati oggi dal mercato: grafici, designer, web desi-gner, habitat designer, interior desi-gner, esperti in ipergrafica etc.Professore, dopo tanti anni di insegna-mento sia all’Università che nella struttu-ra privata che dirige come ha visto cam-biare i giovani e come è cambiato il modo di insegnare?I giovani oggi sono chiamati a reagi-re in modo molto pronto ed energico perché a differenza di quanto avveni-

va solo qualche anno fa la nostra so-cietà è in crisi e non mi riferisco solo ai problemi epocali di tipo economi-co. Credo che si stia vivendo quasi un livello di oscurantismo del sapere, è come fossimo tornati al medioevo. In tale contesto diventa fondamenta-le per i giovani ricercare, con tenacia e con forza, la migliore preparazione possibile per affrontare con più armi possibile un mondo così difficile e così chiuso all’inserimento professionale. Per quanto riguarda le modalità di in-

Page 23: mila

”“

segnamento devo dire che almenopersonalmente non ho apportato, in quasi trent’anni di insegnamento, grandi cambiamenti. Forse questa è una mia lacuna ma il verificare quo-tidianamente l’interessamento dei discenti alle lezioni svolte a braccio dimostra quanto sia importante arri-vare ad intrigare e quasi a divertire, voglio dire che può non cambiare l’approccio, l’importante è raggiun-gere l’obiettivo di ottenere riscontro e feedback. Certo devo constatare

come in questi ultimi anni i giovani mostrino una curiosità culturale mi-nore rispetto a prima, credo però che questo vada attribuito ad una forma-zione scolastica sempre più lacunosa. Qual è la qualità del materiale umano su cui vi trovate a lavorare e quali i limiti maggiori che i giovani professionisti del futuro presentano?Dipende molto dai diversi corsi cui i ragazzi si iscrivono. Quelli triennali presentano degli studenti molto in-teressati e motivati, quelli annuali un

LUCA LEONORI

Sono queste le componenti che non devono mancare nei

giovani che vogliono emergere nel mondo del lavoro.

Grinta e capacità

di proporsi

po’ meno, ma naturalmente questa come tutte le semplificazione presen-ta molti limiti. Quanto alle criticità credo che il problema maggiore le-gato alla possibilità di trovare un’oc-cupazione sia dovuto a problemi di linguaggio, di vocabolario, di capacità espressive,di errori di ortografia, tutto ciò si nota molto, troppo direi.

PAUL 23

Page 24: mila
Page 25: mila

Di Ignazio RaimondoFoto di Claudio Raimondo

Per citare un successo di Gianni Morandi, ed in tempi di festival di San Remo ci sta bene, “Uno su mille ce la fa”, cos’ha in più degli altri quello che ce la fa?Sicuramente la grinta, la tenacia, la volontà di emergere che spesso spin-ge molti studenti, bravi e talentuosi, cui certo non manca la preparazione ad inventarsi nuovi modi di proporsi per emergere. A tal proposito potrei citare molti casi di nostri studenti che hanno trovato presto la loro strada in autonomia magari associandosi con altri giovani e proponendosi con successo in questo duro mondo del lavoro. Ecco credo proprio che faccia

la differenza la capacità di proporsi, di presentarsi con abilità ed educazione, una capacità che comunque non può superare il limite invalicabile della mancanza di talento e di preparazio-ne che quindi devono essere supera-te con attenzione e pervicacia grazie a scuole serie ed a percorsi formativi confacenti alle proprie caratteristiche ed alle possibilità di apprendimento.

PAUL 25

Page 26: mila

LORENZO SARTORELLI

Il progetto del Rotary Club Viterbo Ciminia prevede una strettissima collaborazione con il liceo di Ronciglione, un esempio notevole di sostegno sul territorio dei giovani.

Adottiamo un Liceo

”Il sostegno alle nuove generazini che il Rotary Club può mettere in pratica può assumere naturalmente molte-plici sfaccettature. Ciò dipende dalla sensibilità ed azione dei singoli soci del club, dall’attivismo e capacità del gruppo dirigente del Club. Il proget-to “Adottiamo un liceo” promosso dal Rotary Club Viterbo Ciminia, presie-duto quest’anno da Giacomo Borgna è altamente paradigmatico di come

sia bello fare Rotary. Più che a lun-go termine, potremmo considerar-lo come un Progetto che “guarda in avanti”. E’ nato quasi per caso, dopo l’incontro con gli Studenti del Liceo “Meucci” a Ronciglione. Il progetto che inizialmente ha avuto le mosse dall’organizzazione di un ryla è diventato un’attività rotariana con vasta risonanza nella Tuscia. Cer-to, lo stesso termine “adottare” è ab-

Page 27: mila

bastanza impegnativo: per il Club, si traduce, semplicemente, nel diffonde-re i principi del Rotary in zona (qua-le miglior veicolo dei Giovani e delle rispettive Famiglie?), nel tracciare e sviluppare la quinta via d’azione della nostra Associazione, quella, appunto, delle Nuove Generazioni. Un progetto importante in cui credere fermamente, per il futuro del Territo-rio, del Paese, del Mondo. Altrettanto

è necessario sostenere la positività di una collaborazione con la Scuola per l’aspetto dei crediti formativi; il do-mani, per i ragazzi d’oggi, già bussa alla porta e, presto, sarà sulla scena: che non si perda non l’occasione per aiutarli a prepararsi nel giusto modo! Il progetto “Adottiamo una scuola” si articola su più punti. Innanzitutto nell’organizzazione di un RYLA, acro-nimo che mette in piazza tutto il suo

PAUL 27

Page 28: mila

programma, dalla R di Rotary, all’Y di Youth (a testimonianza dell’interesse nei giovani), alla L di Leadership (idee e linee guida per essere protagonisti domani), all’A di Awards (riconosci-mento delle doti latenti o già manife-state). È un pilastro del Progetto stes-so, da ripetersi annualmente per dar modo alle idee lanciate di causare ri-flessioni costruttive. Poi nel determi-nare la nascita di un INTERACT (in

pratica scolastico), necessario per dar seguito, negli anni, all’azione intra-presa (partendo dai giovanissimi). Da ultimo il progetto passa per il coinvol-gimento dei giovani su “LEGALITA’ e CULTURA dell’ETICA” (noto Pro-getto Distrettuale, con valenza sociale forte perché incide sul radicamento dell’educazione civica). L’INTERACT transiterà attraverso l’intesa con i ge-nitori dei ragazzi e con la rappresen-

Page 29: mila

tanza della stessa Scuola: esistono i contatti, il tema è stato già proposto e si nutre fiducia per una prossima apertura del Club (come accadde lo scorso anno, dopo il RYLA, quando il Club Rotaract diventò una realtà). Il collegamento al Progetto Distrettua-le “LEGALITA’ e CULTURA dell’E-TICA” avverrà con la partecipazione attiva degli stessi studenti: saranno chiamati a produrre un manifesto, un cortometraggio, una foto ma, anche a frequentare un forum, una confe-renza, a svolgere un componimento specifico. Nulla sarà lasciato al caso, anche perché nel frattempo sono statifatti i passi per un “Global Grant” (as-sieme a un Club della Turchia) per la dotazione di tavolette informati-che (tablet) agli studenti stessi ma,

soprattutto, si è deciso di sostenere economicamente un “Giornalino del Liceo” (tiratura di tremila copie) per la diffusione di notizie inerenti la vita scolastica e le attività del Rotary. La vicinanza del Rotary Club Viterbo Ciminia ed i giovani ed in particolare il Liceo di Ronciglione è testimoniata anche dalla donazione avvenuta ulti-mamente e col concorso di due priva-ti, di 25 PC.Il più il Club ha favorito l’acquisto di magliette col logo del liceo e del RI che vengono date agli studenti e indossate in manifestazioniufficiali (premi, sport ecc). Una col-laborazione dunque costante segno evidente di quanto il Rotary molto praticamente e sul territorio riesca a fare per i giovani.

di Domenico Apolloni

PAUL 29

Page 30: mila
Page 31: mila
Page 32: mila