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CentralNotice [nascondi] Libera la cultura. Dona il tuo 5×1000 a Wikimedia Italia. Scrivi 94039910156. Civiltà micenea Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. (Reindirizzamento da Cultura micenea) Vai a: navigazione, ricerca Voce principale: Civiltà egea. Questa voce o sezione sull'argomento storia non cita le fonti necessar Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili secondo le li riferimento. Principali siti archeologici micenei Per civiltà micenea, o epoca micenea, si intende l'età del bronzo della Grecia continentale, con particolare riferimento al periodo Tardo Elladico (TE in italiano; Myc o LH = Late Helladic in lingua inglese). L'espressione, che si riferisce alla città di Micene, fu coniata da Heinrich Schliemann nel suo libro Mycenae, del 1878 e, successivamente, utilizzata dai principali studiosi dell'Egeo del Bronzo, ha guadagnato subito importanza. Tipica di questa civiltà è la scrittura Lineare B, le cui tavolette però non riportano alcun riferimento di come queste popolazioni si chiamassero. Alcune tavolette ittite coeve pare si riferiscano ad essi come Ahhiyawa. Stando alla tesi più accreditata, tale civiltà è la stessa descritta da Omero, che canta le vicende degli Achei, detti anche Argivi, dalla città di Argo o dalla sua regione Argolide, o ancora Danai, dal progenitore Danao, loro eroe eponimo, dal significato di "occidentale". All'espressione "civiltà micenea" si tende più di recente a preferire "epoca micenea" e civiltà egea, in quanto le scoperte che seguirono hanno reso evidente che Micene non ne fu il centro principale ai suoi primi stadi né, forse, in qualsiasi periodo, e di conseguenza è ora di uso più comune adottare un titolo geografico più ampio. [1] Indice [nascondi] 1 Caratteristiche

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    Civilt micenea Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. (Reindirizzamento da Cultura micenea) Vai a: navigazione, ricerca Voce principale: Civilt egea.

    Questa voce o sezione sull'argomento storia non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti. Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili secondo le linee guida sull'uso delle fonti. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.

    Principali siti archeologici micenei Per civilt micenea, o epoca micenea, si intende l'et del bronzo della Grecia continentale, con particolare riferimento al periodo Tardo Elladico (TE in italiano; Myc o LH = Late Helladic in lingua inglese). L'espressione, che si riferisce alla citt di Micene, fu coniata da Heinrich Schliemann nel suo libro Mycenae, del 1878 e, successivamente, utilizzata dai principali studiosi dell'Egeo del Bronzo, ha guadagnato subito importanza. Tipica di questa civilt la scrittura Lineare B, le cui tavolette per non riportano alcun riferimento di come queste popolazioni si chiamassero. Alcune tavolette ittite coeve pare si riferiscano ad essi come Ahhiyawa. Stando alla tesi pi accreditata, tale civilt la stessa descritta da Omero, che canta le vicende degli Achei, detti anche Argivi, dalla citt di Argo o dalla sua regione Argolide, o ancora Danai, dal progenitore Danao, loro eroe eponimo, dal significato di "occidentale". All'espressione "civilt micenea" si tende pi di recente a preferire "epoca micenea" e civilt egea, in quanto le scoperte che seguirono hanno reso evidente che Micene non ne fu il centro principale ai suoi primi stadi n, forse, in qualsiasi periodo, e di conseguenza ora di uso pi comune adottare un titolo geografico pi ampio.[1]

    Indice [nascondi] 1 Caratteristiche

  • 2 Epoche 3 Identit 4 Cenni storici 5 Struttura sociale 6 Economia 7 Religione 8 Architettura e arte 9 Note 10 Bibliografia 11 Altri progetti Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto] La civilt micenea ebbe origine e si evolvette dalle societ e dalla cultura dei periodi dellAntico e Medio elladico nella Grecia continentale. Emerse attorno al 1600 a.C., quando la cultura elladica nella Grecia continentale si trasform sotto le influenze della civilt minoica di Creta. Diversamente dai minoici, la cui societ prosperava grazie al commercio, i micenei si sviluppavano tramite la conquista. La civilt micenea era dominata da unaristocrazia guerriera. Attorno al 1400 a.C., i micenei estesero il loro controllo a Creta, il centro della civilt minoica (la quale era stata indebolita dalleruzione di Santorini), e adottarono una forma della scrittura minoica (chiamata Lineare A) per trascrivere la loro arcaica forma di greco in quella che chiamata scrittura Lineare B. Non solo i micenei sconfissero i minoici, ma secondo successive leggende elleniche essi espugnarono Troia, presentata nellepica come una citt-stato rivale. Siccome lunica prova della conquista lIliade di Omero e altri testi ricchi di mitologia, lesistenza di Troia e la storicit della guerra di Troia sono incerte. Nel 1876, larcheologo tedesco Heinrich Schliemann scopr delle rovine a Hisarlik, nellAsia Minore occidentale (odierna Turchia) che afferm essere quelle di Troia. Altre fonti invece affermano che queste rovine non si adattino al racconto omerico di Troia. I micenei seppellivano i loro nobili in tombe dette thlos, grandi camere sepolcrali circolari, con unalta copertura a volta e un passaggio dentrata dritto rivestito con pietra. Spesso seppellivano pugnali o altri equipaggiamenti militari con il defunto. I nobili erano seppelliti frequentemente con maschere dorate, diademi, armature e armi ingioiellate. I micenei venivano seppelliti in posizione seduta, e alcuni nobili si sottoponevano alla mummificazione, mentre gli eroi omerici Achille e Patroclo non venivano seppelliti ma cremati, secondo lusanza dellet del ferro, e onorati con unurna doro invece che con maschere dorate. Sostanzialmente anche questa civilt, come quella minoica di Creta, ebbe come centro politico, sociale, religioso ed economico il palazzo, ma a

  • differenza dei palazzi minoici, quello miceneo era cinto da grandi e robuste mura, chiamate "ciclopiche" per le dimensioni. Ancora oggi possibile trovare traccia delle fortificazioni nelle citt di Argo, Micene e Tirinto. I manufatti micenei sono stati ritrovati ben oltre ai limiti del mondo miceneo: in particolare le spade micenee hanno raggiunto la Georgia e il Caucaso, un oggetto in ambra incisa con simboli della scrittura Lineare B stato ritrovato in Baviera, e asce bipenni micenee in bronzo, insieme ad altri oggetti datati a partire dal XIII secolo, sono state trovate in Irlanda, in Wessex e in Cornovaglia. Epoche[modifica | modifica wikitesto] Da una prospettiva cronologica, il periodo del Tardo Elladico (TE, 1550-1060 a.C.) fu lepoca in cui la Grecia micenea fior, sotto le nuove influenze minoiche da Creta e dalle Cicladi. Sulle ceramiche del TE si hanno talvolta iscrizioni in Lineare B. Il periodo TE diviso sulla base della datazione dei reperti ceramici in I, II e III;[2] di cui I e II si sovrappongono al Tardo Minoico e il III lo supera. Il TE III ulteriormente suddiviso in IIIA, IIIB e IIIC. Di seguito la datazione dei periodi: 1 Tardo Elladico antico o epoca palaziale: dal 1600 a.C. al 1400 a.C. 2 Tardo Elladico medio o fase neo palaziale: dal 1400 a.C. al 1200 a.C. 3 Tardo Elladico avanzato: dal 1200 a.C. al 1000 a.C. Le ceramiche del Tardo Elladico in genere contenevano beni quali olio doliva e vino. Le merci del TEI raggiunsero Santorini appena prima delleruzione di Thera. Il TEIIB cominci durante il TMIB, contemporaneamente al regno di Thutmose III in Egitto. Il TEIIB abbraccia la distruzione di Creta del TMIB/TMII, associata alla conquista greca dellisola. Il TEIIIA:1 corrisponde al regno di Amenhotep III in Egitto, dove si denominavano col termine ti-n3-y (Danai) le citt apparentemente sullo stesso piano di d-y-q-e-i-s (Tebe) e m-w-k-i-n-u (Micene). Si menziona in questo periodo dalle fonti ittite anche il nome di Attarsiya (Atreo), luomo di Ahhiya che alternativamente attacc e diede supporto al ribelle Madduwatta di Zippasla. Il termine Ahhiya e la sua derivazione del TEIIIA:2, Ahhiyawa, possono essere legati solo indirettamente alla Grecia, poich gli Ittiti non usavano alcun termine come approssimazione di ti-n3-y; e non collegavano Ahhiya con nomi di citt greche note. Ancora, nessun resto di Attarsiyas del TEIIIA:1 stato ancora trovato nellAnatolia occidentale. Eppure, Ahhiya deve riferirsi a un potente popolo al largo della costa di Mileto, e i greci sono attualmente considerati lopzione pi valida. Le merci del periodo TEIIIA:2 furono ritrovate nel relitto di Uluburun, ed erano in uso a Mileto prima che Murili II bruciasse la citt attorno al 1320 a.C. In questepoca, il commercio marittimo era la specialit dei ciprioti e dei fenici, quindi la presenza di merci del TE non implica necessariamente la presenza dei micenei.

  • Durante il periodo TEIIIA:2, i re di Ahhiyawa cominciarono ad attirare lattenzione degli Ittiti, possibilmente in quanto sovrani degli stati Achei. Nel TEIIIB, essi ascesero fin quasi allo status dei grandi re di Egitto e Assiria. Il TEIIIB anche il periodo in cui la scrittura Lineare B compare nei palazzi greci; prima di allora, la Lineare B veniva usata principalmente nelle Cicladi e a Creta. Il termine submiceneo fu introdotto nel 1934 da T. C. Skeat, ma adesso considerato uno stile di ceramica piuttosto che un periodo distinto. Lopinione attuale vede questo stile come lo stadio finale del Tardo Elladico IIIC. Arne Furumark lo ha chiamato TEIIIC:2 nella sua opera sulla classificazione e analisi delle ceramiche micenee. Queste ceramiche sono note in particolare per i cimiteri di Ceramico ad Atene e per i siti dellisola di Salamina nel Golfo Saronico, di Skoubris in Eubea nonch per i mercati di Atene, Tirinto e Micene. Identit[modifica | modifica wikitesto] In seguito alla decifrazione delle tavolette scritte in Lineare B, si pensa che i popoli attualmente chiamati Micenei possano corrispondere agli Achei o essere stati soggiogati da questi in un secondo momento. Le fonti scritte ritrovate nei siti micenei non rivelano il termine con cui definissero s stessi. Dalla lettura dellIliade, in cui gli abitanti del Peloponneso e delle isole adiacenti sono spesso chiamati Achei, e tenendo conto gli accenni ad Ahhiyawa nelle fonti ittite della tarda et del bronzo, la teoria suggerisce che i Micenei potrebbero essere gli Achei[3]. La cosiddetta Lettera di Tawagalawa scritta da un re ittita del 13 secolo di incerta identificazione (Muwatalli II o Hattusili III) al re di Ahhiyawa, in cui questi viene trattato come un pari, suggerisce che Mileto (Millawata) fosse sotto il suo controllo, e fa riferimento a un precedente episodio di Wilusa implicante ostilit da parte degli Ahhiyawa, spalleggiati dal loro agente anatolico Piyama-Radu, verso gli Ittiti. Il termine Ahhiyawa stato cos generalemnete identificato con gli Achei della Guerra di Troia, e la citt di Wilusa con la leggendaria citt di Troia. Tuttavia, lesatta relazione tra il termine Ahhiyawa e gli Achei, al di l della somiglianza nella pronuncia, dibattuta dagli studiosi, non tanto sulla possibilit ormai acclarata che gli Ahhiyawa siano parte del mondo miceneo, quanto su quale entit essi rappresentassero con esattezza[4] . Cenni storici[modifica | modifica wikitesto] Tra il XVII e il XVI secolo a.C. nel Peloponneso e nella Grecia centrale si verificarono significativi cambiamenti, attestati dai ritrovamenti archeologici: si formarono dei piccoli regni indipendenti, ognuno facente capo a una citt e dominati da gruppi aristocratici che basavano il proprio potere sull'uso delle armi. Nella Grecia continentale il territorio montuoso. Lungo il corso dei fiumi si aprono pianure separate tra loro da montagne. Anche le isole sono piccole e poco adatte all'agricoltura. Il clima si presenta con inverni brevi al

  • sud, e rigidi al nord; in estate invece il clima si presenta caldo e secco, con scarse precipitazioni. Nella Grecia crescono viti, olivi, fichi, in pianura frumento, orzo, mandorli. Le condizioni ambientali greche, con la scarsit di terre coltivabili, generarono nell'antichit un alto tasso di conflittualit tra le popolazioni autoctone (tra le quali i Pelasgi); mentre l'eccessiva concentrazione demografica nelle poche zone coltivabili provoc vasti fenomeni migratori. La situazione orografica cre infine un ostacolo al commercio tradizionale, determinando lo spostamento via mare dei flussi economici. La prima civilt urbana di cui si abbia testimonianza risale al 1700 a.C. ed era di lingua indoeuropea, figlia delle popolazioni eole e ioniche, migrate in Grecia nel XIX secolo a.C. Essa prese il nome di micenea dal ritrovamento del sito archeologico di Micene ad opera di Heinrich Schliemann. Dopo la clamorosa scoperta del sito di Troia, nella pianura di Hissarlik in Anatolia, avvenuta sulla scorta di una letterale interpretazione dell'Iliade, l'archeologo tedesco si era infatti spostato nel Peloponneso, alla ricerca di nuove testimonianze volte a confermare il quadro "storico" tessuto nell'epopea omerica. Schliemann port dunque alla luce i centri di Micene e Tirinto. La vicenda interpretativa sub tuttavia alterne fortune: quando nel 1900 l'inglese Sir Arthur Evans scopr a Creta le rovine di Cnosso, venne formulata lipotesi di un'espansione della civilt minoica nella penisola balcanica. Ma con la scoperta delle tavolette con il sistema alfabetico noto come lineare B, l'ipotesi di un dominio minoico sulla Grecia venne rovesciata poich esse testimoniavano l'occupazione di Creta da parte dei Micenei, possibile invece che una integrazione tra le due abbia condotto allo sviluppo della civilt detta pi propriamente "Egea". La civilt micenea non si riferiva a uno Stato unitario, ma a vari centri urbani aventi caratteristiche sociali, culturali ed economiche comuni, con realt politiche indipendenti e spesso in conflitto tra loro. Molto importante rilevare che nell'antichit i primi micenei erano dei temibili guerrieri che avevano molta cura della propria armatura; inoltre venivano addestrati sin da fanciulli all'arte della guerra. La scrittura aveva creato un alto livello di specializzazione nell'amministrazione economica e politica, anche se i Micenei avevano attinto dai Minoici la struttura sociale della cultura dei Palazzi. Nei Micenei si ritrovano comunque molti fattori originali, come gli armamenti, i carri da guerra, l'architettura funeraria.

    Tavolette micenee incise in Lineare B I micenei conquistarono pure le isole di Rodi, Creta e Cipro. Ancora pi vaste furono le lotte per i commerci, che servivano per reperire metalli. Esse furono dirette in Spagna, nel continente europeo, in Oriente. Ceramiche micenee

  • furono ritrovate anche in Italia, dove nel meridione i mercanti micenei fondarono basi commerciali. Similmente nel Lazio meridionale (Alatri, Arpino) si ritrovano esempi di architettura straordinariamente simili a quelli della cultura micenea. Il declino di questa civilt avvenne, probabilmente, attorno al 1200 a.C. (inizio del Medioevo ellenico) per cause che oggi non siamo in grado di definire con sicurezza. Si sono fatte numerose teorie in base alla testimonianze ritrovate negli scavi archeologici. La pi tradizionale l'invasione dei Dori, popolo indoeuropeo proveniente, secondo alcuni, dal nord della penisola balcanica, nonostante probabilmente fossero gi presenti nel Peloponneso in posizione marginale. Tuttavia con il ritrovamento di alcune tavolette a Pilo, scritte in Lineare B e giunte a noi proprio perch cotte durante un incendio al palazzo reale, si prospetta un'invasione dal mare e vi si descrivono affannosi preparativi militari per salvaguardare le coste da un pericolo imminente. Essendo stata in quel periodo distrutta la civilt ittita e messa in difficolt quella egiziana dai Popoli del mare, si pensato che questi fossero gli invasori. Altri studiosi sostengono che il declino della civilt micenea sarebbe stato provocato da ben pi prosaici fattori di carattere economico e demografico o addirittura climatico. Il suo splendore e la sua magnifica cultura sono, per, rimaste un modello perenne per la civilt greca. Struttura sociale[modifica | modifica wikitesto] L'organizzazione sociale dei Micenei era basata sulla centralizzazione, la burocratizzazione e la ridistribuzione. La societ era organizzata gerarchicamente; al vertice stava il re, detto wanax, seguito dal lawaghetas che comandava l'esercito. Veniva poi l'alta aristocrazia, divisa in heros (dotati di carri in battaglia) ed hequetas[5] sequiti dai sacerdoti. Le campagne o demi erano amministrate dai qasirewes (da cui il greco basileis), che assegnavano le terre al villaggio e riscuotevano tributi. Al gradino pi basso, infine, vi erano i doeloi (da cui il greco douloi) o schiavi. Al wanax e al lawaghetas spettava il te meno, che corrispondeva a un lotto di terreno tratto dalla confisca effettuata nel territorio sottomesso. Il resto della terra veniva dato ai grandi dignitari, dietro pagamento di un tributo. A loro volta i grandi dignitari e il tempio affidavano le terre a dei funzionari minori. Queste terre venivano donate agli aristocratici per i servizi prestati in battaglia, chi riceveva queste terre non poteva ne venderle e ne tantomeno trasmetterle per via ereditaria. Economia[modifica | modifica wikitesto] Il controllo e l'organizzazione delle attivit veniva fatto attraverso la burocrazia capillare. Il palazzo controllava la riscossione di tributi, distribuiva le materie prime. L'agricoltura era solo una delle attivit svolte dai micenei: vi erano l'allevamento ovino, la produzione di tessuti di lana, svolti dai doeloi, l'oreficeria, la metallurgia, la produzione di olio e profumi, svolta invece dai

  • membri del damos (da cui il greco demos, popolo), i quali svolgevano attivit specialistiche. Grazie a questa organizzazione, i micenei accumularono molta ricchezza, che veniva ridistribuita agli individui che ne facevano parte. Ci che pi colpisce e che tutto questo fosse organizzato dal palazzo, sede di stato. Qui i migliori artigiani appaltavano dal re incarichi a fine bellico, quale la costruzione di armi sontuose e molto costose, adorne dei pi preziosi materiali. Erano gli stessi palazzi ad organizzare spedizioni d'oltremare, visto il bisogno di importare materiali di cui la terra ellenica povera, in cambio di materiali caratteristici di quelle terre. Religione[modifica | modifica wikitesto] Poco o niente possibile dire sulle credenze religiose micenee. Degli dei nota unicamente una serie di nomi, somiglianti con quelli degli dei greci di quattro secoli dopo; sconosciute sono invece le caratteristiche associate alle singole divinit. Non mancano per le differenze, sia nei nomi che nei ruoli, delle divinit elencate negli archivi in lineare B (che riguardano anche le donazioni e i sacrifici). Poseidone sembra, infatti, pi importante di Zeus, e divinit legata (come anche in epoca classica) a cavalli e terremoti, piuttosto che divinit marina; vi invece Proteo, una divinit marina che forse ne prende il posto (venerato anche in epoca classica, ma non come signore del mare). Manca completamente Apollo (che potrebbe essere una divinit asiatica, non a caso nell'Iliade un protettore dei troiani), Paean non un epiteto di Apollo, ma un dio autonomo. Ares e Enyalius sono due divinit distinte, mentre il secondo diventer un epiteto del primo durante l'et classica. Drimios e Marineus sono divinit, la prima figlia di Zeus, che non rimangono nella religione classica e di cui conosciamo solo il nome. Ancora pi complesse le differenze riguardo alle divinit femminili, che sembrerebbero pi numerose (anche se alcune potrebbero essere dei doppioni, visto che i greci, anche pre classici, usavano sovente degli epiteti al posto dei nomi), Atena ben attestata come A-ta-na po-ti-ni-ja (Atena potnia nell'et classica), viceversa altri nomi come Potnia Hippeia sono forse riconducibili all'Atena greca, oppure divinit che Atena nel corso del tempo ha assorbito nel suo culto. Persefone e Demetra sono sovente indicate come "le due regine", o con epiteti (in parte noti anche in et classica, in parte, come signora del grano, riconducibili a queste divinit, anche se a livello quasi speculativo), Persefone forse corrisponde anche a Pereswa, la dea colomba. Eileithyia (poi Ilizia), una divinit del parto, era molto pi venerata nella Grecia micenea e segnatamente a Cnosso di quanto non fosse nella grecia classica, ma a Creta il suo culto rimase importante fino all'et ellenistica. Poseidone sposato con Posidaeia, divinit assente in seguito. Sphagianeia, Qorasia, Doqeia, Diwia, Qowia, Komawenteia, Pipituna, sono divinit femminili sconosciute, di cui possibile (ma a livello quasi

  • speculativo, trovare paragoni in divinit della Grecia classica, o dell'Anatolia), mentre Manasa omonima alla divinit Ind dei serpenti, e quindi , presumibilmente, una divinit indoeuropea, come alcune di queste divinit sconosciute, che mantengono nomi indoeuropei, mentre altre (e in particolare Pipituna) sono state collegate ad una possibile divinit minoica, ovvero con la classica Britormartis-Dyktynna, a sua volta caduta in omonimia con Artemide durante l'ellenismo. Quorasia invece stata collegata con Tiresia, l'indovino semidio presente in diversi miti greci, che per sette anni (secondo alcuni di questi miti) fu donna. Iphimedeia pi che una semi-divinit, come durante la grecia classica, sembra riferirisi ad una divinit, sia pure meno importante di altre. Forse Dioniso era sposato con Arianna, una divinit, e non una mortale semi-divina, come nel mito classico. Mancano riferimenti ad Estia (la divinit del focolare domestico, protettrice della famiglia e della patria, equivalente alla Vesta romana), ma, presumibilmente, a questa divinit (che dovrebbe essere presente nel panteon miceneo a logica) si sacrificava una parte di ogni sacrificio, come accadeva in seguito, e quindi non lascia tracce negli archivi in lineare B. Si hanno notizie pi precise sul rapporto tra la religione e il potere politico. Il wanax era sia re che capo religioso, infatti dirigeva le offerte e i riti. La figura del re era vista come quella di un intermediario tra il mondo umano e quello degli dei, in grado di impetrare la benevolenza. Proprio per questo ruolo religioso cos importante, riusciva ad essere pi notevole del 'lawaghetas' e degli altri sacerdoti. Architettura e arte[modifica | modifica wikitesto] Lo stesso argomento in dettaglio: Arte minoico-micena e Architettura micenea.

    La "maschera di Agamennone" Bench sia stata fortemente influenzata da Creta, la civilt micenea presenta notevoli differenze dal punto di vista architettonico ed artistico. Quella micenea fu infatti un'arte prevalentemente ispirata dalla guerra. I fastosi palazzi cretesi furono sostituiti da costruzioni robuste, circondate da enormi cinte murarie di fortificazione, realizzate con una serie di blocchi di pietra irregolari e collocate sulla parte elevata della citt (acropoli). Le maggiori roccaforti si ebbero nelle citt di Micene, Tirinto, Pilo, Argo e Tebe. Caratteristico, in questo senso, certamente il palazzo reale di Tirinto, la cui particolare struttura, impostata essenzialmente sul megaron, sembra abbia ispirato la forma del tempio greco classico. Si tratta infatti di una grande sala al cui centro era disposto un camino e circondata da quattro colonne disposte a quadrato che sostenevano, probabilmente, il tetto. L'ambiente era preceduto da due grandi vestiboli, il primo dei quali aperto sul lato anteriore

  • dove erano disposte due grandi colonne. L'architettura funeraria prevedeva due tipi di tombe: quelle a fossa costituite da un pozzo dove vi era la camera sepolcrale, e le tombe a thlos formate da una camera con una pseudo cupola, a cui si accedeva attraverso un corridoio chiamato dromos. Il campo pi produttivo fu certamente quello dell'arte orafa. Suggestive sono le grandissime maschere funerarie in oro massiccio, come quella detta all'inizio di Agamennone ma poi fu scoperto che era di un erede di Troia. Al pari della civilt minoica (cretese), quella micenea eccelse anche nella lavorazione della ceramica. Sono stati, infatti, ritrovati numerose statuine di idoli e guerrieri. Di particolare interesse sono, poi, i vasi elegantemente dipinti con temi naturalistici, tra i quali il pi ricorrente certamente la piovra. Note[modifica | modifica wikitesto] 1 ^ http://www.artleo.it/alarte/ee/testi/egizi-greci/12110_la_civilta_egea.pdf 2 ^ Massimo Cultraro. Micenei: archeologia, storia, societ dei Greci prima di

    Omero - 2006. 3 ^ Il primo a suggerire tale ipotesi fu lo studioso svizzero Emil Forrer nel 1924, con

    ben poco credito; in tempi recenti invece il mondo accademico ha generalmente accettato questa visione, ritenendola acclarata, a partire da Mee nel 1998, e poi altri studiosi tra cui autori del calibro di Kelder, Cline, Bryce, Hawkins e Beckman. The Ahhiyawa texts, pag 1-6.

    4 ^ Molti autori ritengono essenzialmente che con il termine Ahhiyawa gli Ittiti indicassero la citt-stato di Micene o una coalizione di stati micenei facenti capo proprio a questa citt (tra questi Bryce, Cline e Beckman: The Ahhiyawa texts, pag. 4-6); J. Latacz invece propone come possibile alternativa la citt di Tebe: Troy and Homer: pag 240 e seg.

    5 ^ (EN) Bruno Currie, Pindar and the Cult of Heroes, Oxford University Press, 2005, p. 65, ISBN 978-0-19-927724-7..

    Bibliografia[modifica | modifica wikitesto] Leonard Palmer, Minoici e Micenei. L'antica civilt egea dopo la

    decifrazione della Lineare B. Einaudi 1969. Pierre Demargne, Arte egea, Feltrinelli e Rizzoli, Milano, 1964 e successive

    riediz. Rizzoli; nuova ediz. con il titolo Arte egea: i primordi dell'arte greca, Corriere della Sera-RCS Quotidiani, Milano, 2005 (introduz. generale alla civilt micenea)

    William Taylour, I Micenei, Il Saggiatore, Milano, 1966; nuova ediz. aggiornata: Giunti, Firenze, 1987

    (a cura di) Gianfranco Maddoli, La civilt micenea: guida storica e critica, Laterza, Roma-Bari, 1977; nuova ediz. ampliata 1992

    (a cura di) Massimiliano Marazzi, La societ micenea, Editori Riuniti, Roma, 1978; nuova ediz. ampliata: Il Bagatto, Roma, 1994

    John Chadwick, Il mondo miceneo, Mondadori, Milano, 1980

  • Wolf-Dietrich Niemeier, Nascita e sviluppo del mondo miceneo; Alexander Uchitel, Preistoria del greco e archivi di palazzo; Lucia Vagnetti, Espansione e diffusione dei Micenei; questo saggio e i due

    precedenti in (a cura di) Salvatore Settis, I Greci: storia, cultura, arte, societ, Einaudi, Torino, 1997 (vol. II, tomo 1); ripubblicata anche come AA.VV. Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, Ediz. de "Il Sole 24 Ore", Milano, 2008 (vedi il vol. 3)

    Louis Godart, Popoli dell'Egeo: civilt dei palazzi, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo, 2002

    Massimo Cultraro, I Micenei: archeologia, storia, societ dei Greci prima di Omero, Carocci, Roma, 2006 e successive rist.

    Rodney Castleden, I Micenei e le origini dell'Europa, ECIG, Genova, 2007 Altri progetti[modifica | modifica wikitesto] Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Civilt micenea Portale Antica Grecia Portale Storia NewPP limit report Parsed by mw1241 CPU time usage: 0.180 seconds Real time usage: 0.309 seconds Preprocessor visited node count: 2560/1000000 Preprocessor generated node count: 0/1500000 Postexpand include size: 11653/2097152 bytes Template argument size: 1471/2097152 bytes Highest expansion depth: 15/40 Expensive parser function count: 3/500 Lua time usage: 0.035/10.000 seconds Lua memory usage: 1.58 MB/50 MB Transclusion expansion time report (%,ms,calls,template) 100.00% 138.421 1 - -total 25.12% 34.772 1 - Template:Portale 22.44% 31.066 2 - Template:Occhiello 21.96% 30.398 1 - Template:Interprogetto 21.01% 29.089 2 - Template:Icona_argomento 16.91% 23.407 1 - Template:Cita_libro 11.52% 15.948 1 - Template:F 10.64% 14.724 1 - Template:Vedi_anche 10.05% 13.914 1 - Template:Avviso 4.11% 5.687 1 - Template:Categorie_avviso Saved in parser cache with key itwiki:pcache:idhash:70813-0!*!0!!it!4!* and timestamp 20150519113441 and revision id 72502439 Categoria: Civilt micenea| [altre] Menu di navigazione Registrati Entra Voce Discussione Leggi Modifica Modifica wikitesto

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