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PINA BROCCHI - 2014 * COOPAS Operatori di Assistenza Domiciliare pina brocchi 2014

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PINA BROCCHI - 2014

*

COOPAS

Operatori di Assistenza Domiciliare

pina brocchi 2014

Argomenti di etica

Aspetti generali (Etica, valori, morale, bioetica,

deontologia)

Carta etica assistenti domiciliari

La responsabilità

Argomenti di discussione:

Gli anziani

Il segreto professionale

Persone disabili

Assistenza alle persone morenti

Eutanasia

pina brocchi 2014

*

*Una definizione (treccani)

*“Ogni dottrina o riflessione speculativa intorno al comportamento pratico dell’uomo,

*soprattutto quando intenda quale sia il vero bene dell’uomo e quali i mezzi atti a conseguirlo, quali siano i doveri morali verso se stesso e verso gli altri e quali i criteri per giudicare sulla moralità delle azioni umane”

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*

*Etica deriva dal latino “eticus” che a sua volta deriva dal greco “ethikos”;

*tali termini sono riferibili alla parola costume (modelli di comportamento).

*È dunque una disciplina filosofica che si occupa delle azioni e del comportamento pratico dell’individuo in rapporto alla società o in rapporto a se stesso.

*Ossia prende in considerazione le azioni delle persone alla luce di un sistema di riferimento e di valori.

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*

*L’etica interessa l’assistente domiciliare o gli

operatori sociali e sanitari in quanto la stessa

ha lo scopo di aiutarlo a prendere delle

decisioni che non contrastino con i valori di

riferimento.

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*

*Il termine valore in filosofia indica tutto ciò

che è oggetto di preferenza di una moltitudine

e non del singolo, anche se i valori individuali

possono indirizzare l’agire delle persone.

*(es. la vita, la libertà, la famiglia etc)

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*

*L’agire dell’uomo fa riferimento a dei valori che

sono stati codificati dalla società di appartenenza e

che l’uomo riconosce e assume come propri.

*La motivazione del suo agire per concretizzare tali

valori non dipende dalla paura di qualche sanzione,

dall’acquisizione del consenso o dall’approvazione

degli altri, ma dal fatto che è capace di agire

conformemente alla propria coscienza.

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*valori

*Da sempre l’uomo è in grado di guidare la

propria esistenza e di determinare le finalità

umane che intende raggiungere.

*L’azione umana deve essere orientata dalla

consapevolezza di percepire il valore che

supporta quell’azione.

*Le azioni umane acquistano significato nella

misura in cui incarnano i valori e

contribuiscono a promuoverli nel mondo.

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*

L'etica in filosofia indica una branca di tale disciplina

che studia i fondamenti razionali che permettono di

assegnare ai comportamenti umani uno status

deontologico,

ovvero

distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai

comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti,

sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello

comportamentale (ad esempio una data morale).

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*

*Si può intendere per “morale”:

*1)Il complesso delle norme accettate da una

società che sono alla base del comportamento.

2)morale teologica, norme che regolano l’agire

dell’uomo sul piano religioso.

*mentre l’etica utilizza la ragione.

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*

*Termine coniato nel 1971 per definire

*lo studio della moralità dei comportamenti umani nel settore delle scienze della vita;

BIOS (VITA) + ETHIKE (ETICA)

*investe l’operato di tutti i professionisti della sanità.

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*bioetica

*Due importanti documenti internazionali su diritti umani e bioetica:

*1. Convenzione di Oviedo (Consiglio di Europa 04/04/1997)

* “Convenzione per la protezione dei diritti del’uomo e la dignità dell’essere umano riguardo alle applicazioni della biologia e della medicina”

* Rettificata in Italia con la legge 145/2000

*2. Dichiarazione universale di bioetica e diritti umani (UNESCO 19/10/2005)

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*

*Si occupa di inserire nell’esercizio della medicina e dell’assistenza una dimensione morale;

*da questo momento l’ammalato non è più un paziente nelle mani di un professionista, ma è una persona con il suo sistema di valori dei quali si deve tener conto, oggi le persone chiedono di essere considerati come tali e di scegliere fra varie opportunità terapeutiche possibili in quel momento.

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*

*Oggi si distinguono in bioetica due correnti

importanti:

una che fa riferimento alla

sacralità della vita, alla

quale è legata la

popolazione religiosa

(cattolico-cristiana) e gran

parte dei medici i quali

ritengono, quello del

rispetto della vita, un

dovere deontologico

e l’altra che prende in considerazione

come valore assoluto la qualità della

vita. A quest’ultima concezione,

generalizzando, è legata la

componente laica della popolazione;

introduce il concetto di qualità di vita

come condizione, attraverso la quale,

in nome del benessere personale,

l’individuo può richiedere interventi

particolari come l’aborto, l’eutanasia,

od altri ritenuti in grado di

raggiungere, appunto, lo scopo di una

migliore qualità di vita.

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*

*Ci si deve orientare, tra queste due contrapposizioni, tramite la libertà di coscienza, ovvero si deve agire secondo le convinzioni personali, ma nel rispetto delle convinzioni dell’altro.

*Oggi sono temi attuali gli argomenti legati all’inizio della vita:

*aborto, embrioni e loro conservazione, diagnosi prenatale, fecondazione artificiale.

*La bioetica si avvale dei principi di: autonomia, beneficenza, fedeltà, giustizia, non maleficenza, verità.

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*

• Autonomia. principio secondo il quale tutte le persone hanno il diritto ad

operare delle scelte che riguardano la propria persona, in completa libertà.

• Beneficienza. dovere di operare il bene: principio secondo il quale si deve,

nella pratica professionale, aiutare l’altro a raggiungere la massima autonomia

possibile

• Fedeltà. una volta questo aspetto veniva suggellato da una stretta di mano:

questo atto costituiva un impegno indissolubile a portare avanti ciò che era

pattuito; oggi in campo socio-sanitario indica il rispetto dei doveri del rapporto

paziente –operatore (es. riservatezza)

• Giustizia: intesa come corretta distribuzione delle risorse sia materiali che di

assistenza; che non vuol dire per tutti uguale, bensì ripartizione secondo

necessità degli individui affidati alle proprie cure.

• Non maleficienza. obbligo di evitare di fare (procurare) il male; ovvero obbligo

di mettere in pratica tutte le conoscenze al fine di evitare un danno (primum

non nuocere). Evitare di fare il male deve essere anteposto anche al principio

di beneficenza (es. durante una ricerca, nel tentativo di trovare la soluzione di

un problema, se ne aggiunge un altro)

• Verità. dovere dell’operatore di dire la verità al paziente; chiaramente tale

dovere deve intendersi mediato dalla cultura; ovvero la verità deve essere

presentata in maniera adeguata e non brutale

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*

Richiede un approccio interdisciplinare a

cominciare dalla biologia, medicina,

antropologia e sociologia.

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*Com’è nata la Bioetica?

Quali possono essere le ragioni?

1) Evoluzione delle tecnologie applicate alla

medicina (pma, fivet, diagnosi prenatale,

clonazione ecc.);

2) Il passaggio da paziente a cliente

(emancipazione del pz che rivendica il diritto di

informazione e decisione sulla propria salute);

3) La sanità pubblica (diventa base della collettività

e responsabilità comune) .

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*bioetica

CENNI STORICI

Processo di Norimberga

1946

La bioetica è nata sulla spinta del Processo di Norimberga,

dove si condannarono i medici nazisti che nel campo di concentramento tedeschi praticarono senza scrupolo esperimenti su esseri umani senza il loro consenso,

ed anche eutanasie forzate su persone ritenute indegne di vivere'(ritardati mentali, menomati fisici).

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*bioetica

CENNI STORICI

Dichiarazione di Helsinki

1964

*Sviluppata dalla WORLD MEDICAL ASSOCIATION

*Insieme dei principi etici riguardanti la comunità medica.

*Non riteneva sufficiente il consenso informato definito nel 1946. Poteva essere estorto da persone influenzanti.

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*bioetica

CENNI STORICI

Dichiarazione di Helsinki

1964

*Necessità di sottoporre ogni protocollo di sperimentazione sull’uomo ad un comitato etico indipendente.

*Limitare l’arbitrarietà del clinico e garantire al paziente il miglior trattamento curativo, diventano pilastri della bioetica.

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* DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI

DELL’UOMO (1948)

*Prevede una serie di diritti per la persona che

si compendiano nel diritto alla vita, nel diritto

a condurre la propria vita come padroni di se

stessi e dei propri atti, il diritto di integritò

corporale, il diritto alla proprietà privata dei

beni materiali, il diritto a formarsi una

famiglia, il diritto di associazione, il rispetto

della dignità umana etc.

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*La deontologia indica i comportamenti che si debbono tenere all’interno della professione e quelli da evitare per impedire che l’immagine sociale della professione venga offuscata.

* Parliamo, quindi di un’insieme di regole di autodisciplina che ogni professione per mezzo dei propri professionisti si da.

*Pertanto il senso di responsabilità di una professione deriva non dall’etica o dalla morale, bensì dalla deontologia.

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*

*L’operatore sanitario o sociale è un agente

morale perché nel suo servizio compie scelte

di natura etica, in quanto l’utente non sempre

è in grado di valutare e decidere.

*Egli deve essere messo in condizione di poter

scegliere e decidere, quando questo è

possibile.

*Per quanto riguarda gli operatori sanitari o

sociali, questi devono costituire la garanzia che

il bene dell’utente venga rispettato.

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*

*Le norme deontologiche, diverse per ogni

professione sono raccolte nei codici

deontologici; essi rappresentano una guida per

erogare un servizio sempre consono allo spirito

della professione stessa e per gli utenti un

mezzo per valutare il comportamento del

singolo professionista o della comunità

professionale.

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* IL CODICE DEONTOLOGICO

DEON + LOGOS

=

DOVERE DELLA PAROLA

=

Insieme dei doveri che riguardano un gruppo

professionale, ovvero gli obblighi, le responsabilità e

le norme che ispirano un comportamento corretto

nell’esercizio di una professione.

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*Si può ritenere che ogni professione sia

sostenuta da regole proprie che fanno

riferimento alla morale. Se questo è vero per

ogni professione, tanto più deve essere vero

per quelle professioni che sono al servizio

dell’uomo.

*Essere al servizio dell’uomo significa avere

grande senso di responsabilità e disponibilità

all’ascolto dell’altro, nonché una buona

preparazione professionale.

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*L’etica fa riferimento al modo di comportarsi

nei confronti di se e degli altri e considera

l’agire umano guidato dalla ragione e frutto

della libera determinazione.

*È una disciplina filosofica che si fonda sulla

ragione umana, cioè sulla capacità dell’uomo

di interrogarsi, essere presente a se stesso e

agli altri, consapevole delle conseguenze delle

proprie azioni e capace di porsi in relazione

con l’altro.

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*

*Spesso la pratica quotidiana richiede di operare

delle scelte difficili che pongono dei veri e

propri dilemmi morali.

*Nella pratica assistenziale le situazioni sono

molteplici e frequenti: per questo è importante

e utile avere dei principi di orientamento che

possano servire come guida nello sviluppo di un

comportamento eticamente corretto.

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*

*Uno dei metodi più diffusi per l’analisi

etica in medicina si richiama a quattro

principi fondamentali di riferimento:

*1. il principio di beneficialità (ricercare e fare

sempre il massimo bene)

*2. il principio di non maleficità (ricercare sempre

azioni che non facciano male)

*3. il principio di autonomia (rispetto

dell’autonomia personale dell’assistito)

*4. il principio di giustizia (garantire a tutti, senza

discriminazione medesimi trattamenti)

*Gli stessi principi si possono applicare anche ad

altre professioni a valenza sociale.

*La forza di ciascuno di essi sta nella loro

razionalità, cioè di essere frutto della ragione

dell’uomo

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CARTA ETICA

PER IL LAVORO DI CURA

NELL’ASSISTENZA FAMILIARE A DOMICILIO

(“Insieme nella cura” Reggio Emilia)

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*La “Carta etica” definisce gli aspetti valoriali

del rapporto di assistenza familiare

compresi:

*1.elementi di inclusione

*2.rispetto della persona e dei contratti di

lavoro vigenti

*3.impegno a favorire la libera espressione delle

diversità culturali e religiose

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* Al centro del lavoro di cura a domicilio i valori della

persona e del bene comune:

* bene comune è la ragion d’essere dei servizi a valore

sociale per facilitarne la realizzazione e l’accessibilità

* ogni persona è soggetto di diritti e doveri in quanto

essere umano elemento connettore reciproco e

vicendevole delle relazioni di cura a domicilio.

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*L’assistente familiare:

*opera nell’assistenza a persone non

autosufficienti e fragili presso il loro domicilio

*assicura la massima efficacia della propria

azione in relazione ai bisogni dell’assistito

*acquisisce e sviluppa adeguate conoscenze e

capacità

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*Il Caregiver o l’assistito che svolge le funzioni

di datore di lavoro ha il compito di:

*mettere l’assistente familiare nelle condizioni

di operare in modo efficace,

*partecipare attivamente all’indirizzo delle

attività assistenziali,

*impegnarsi nella propria conoscenza

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*

*L’assistente familiare favorisce l’integrazione

della attività di assistenza familiare nella rete

dei servizi socio assistenziali.

Nella relazione di cura possono essere presenti:

*Servizi pubblici

*soggetti con funzioni professionali

*attori sociali della comunità

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*La consapevolezza del ruolo e l’adeguata

formazione ad esso sono elementi fondanti il

valore etico e la qualità del lavoro di cura

* Il rapporto fra caregiver o assistito/datore di

lavoro e assistente familiare è un rapporto di

lavoro dipendente che viene regolato dalle leggi e

norme vigenti e dalla contrattazione collettiva cui

si rimanda per ogni aspetto e che deve essere

applicato nella sua completezza

*copia del CCNLL ed un documento sulla

prevenzione di rischi lavorativi in ambiente

domestico viene consegnato ai soggetti firmatari

la presente carta.

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*I soggetti che sottoscrivono si impegnano a….

DATORE DI LAVORO

1. Realizzare un incontro/colloquio

preliminare all’assunzione e

comunque precedente alla

conclusione del periodo di prova.

Nel corso del colloquio, espliciterà:

le proprie aspettative, manifestando

preventivamente vincoli e condizioni

sull’assistito, sullo stato delle reti

familiari e assistenziali, sugli stili di

vita e di natura religiosa, i vincoli

culturali che possano incidere

sull’attività assistenziale.

Queste informazioni saranno

periodicamente aggiornate in base alla

evoluzione delle condizioni e dei

bisogni di assistenza

LAVORATORE

1. Richiedere un incontro/colloquio

preliminare all’assunzione e

comunque precedente alla

conclusione del periodo di prova. Nel

corso del colloquio espliciterà le

proprie aspettative e condizioni,

manifestando preventivamente

vincoli: di natura culturale, di stili di

vita, religiosi, etnici che possano

incidere o limitare l’esercizio

dell’attività assistenziale.

Mantenere l’assoluta riservatezza

rispetto a ogni informazione e notizia

di cui fosse venuta a conoscenza

rispetto alla persona assistita (come

ad esempio aspetti medici, finanziari,

abitudini personali).

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DATORE DI LAVORO

2 . Migliorare le condizioni di

sicurezza, nel domicilio

dell’assistito, intervenendo su

ostacoli fisici ed eventuali

situazioni di rischio che possano

influire su di una efficace attività

di cura, operando per ridurre con

il corretto utilizzo di ausili le

conseguenze della disabilità,

mettendo a disposizione strumenti

protettivi (in primo luogo guanti di

lattice monouso, spugne ad uso

cucina e ad uso servizi igienici,

indumento protettivo es camice o

grembiule con pettorina).

LAVORATORE

2. Promuovere il più alto grado di

autonomia possibile dell’assistito

per quanto inerente le funzioni di

vita quotidiana, valorizzando al

meglio la propria comunicazione e

relazione con l’assistito nonché le

opportunità di relazione

rappresentate dalle reti parentali,

amicali e di vicinato.

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Segue…..

*segue….

DATORE DI LAVORO

3. Richiedere disponibilità e

adattabilità in relazione ai bisogni

dell’assistito, nella misura

necessaria per una efficace

prestazione assistenziale;

richiedere, ove esplicitato da

apposita valutazione di natura

sociale o sanitaria, il contributo di

altri professionisti (ad esempio:

assistenza domiciliare,

infermieristica, fisioterapica,

ecc…). Condividere con

l’assistente familiare le

informazioni e le conoscenze utili

ad assicurare la migliore efficacia

degli interventi

LAVORATORE

3. Assicurare la propria disponibilità e

flessibilità (compatibilmente a quanto

previsto nel contratto di lavoro) nella

misura necessaria per una efficace

prestazione assistenziale,

richiedendo alla famiglia, dove

ritenuto necessario, che attivi il

contributo di altri professionisti (es.

assistenza domiciliare,

infermieristica, fisioterapica ecc...).

Partecipare ai progetti di intervento

concordati con i servizi preposti (ad

esempio: servizi sociali, medico di

medicina generale) nella condivisione

delle informazioni e delle conoscenze

utili ad assicurare la migliore efficacia

degli interventi. Assicurare la propria

disponibilità/collaborazione a

verifiche della qualità assistenziale

prestata. pina brocchi 2014

*segue….

DATORE DI LAVORO

4. Segnalare agli Organi

competenti (ai Servizi sociali,

ai Centri Antiviolenza e agli

Sportelli Antidiscriminazione

presenti sul territorio) ogni

situazione di sospetta

negligenza, di omissione di

cura o di rischio di abuso

(fisico, psicologico, emotivo od

economico) ai danni

dell’anziano e dell’assistente

familiare; denunciare,

all’Autorità di Pubblica

Sicurezza preposta, eventi nei

quali si sia esplicitata una

forma di violenza nelle

relazioni di cura presso il

domicilio dell’assistito.

LAVORATORE

4. Segnalare agli Organi

competenti (ai Servizi sociali, ai

Centri Antiviolenza e agli Sportelli

Antidiscriminazione presenti sul

territorio) ogni situazione di

sospetta grave negligenza, di

omissione di cura o di rischio di

abuso (fisico, psicologico,

emotivo od economico) ai danni

dell’anziano e dell’assistente

familiare; denunciare, all’Autorità

di Pubblica Sicurezza preposta,

eventi nei quali si sia esplicitata

una forma di violenza nelle

relazioni di cura presso il

domicilio dell’assistito.

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*segue….

DATORE DI LAVORO 5. Segnalare alle Autorità competenti

l’attività o gli indizi relativi alla possibile

presenza di reti illegali di

intermediazione domanda/offerta di

lavoro, di caporalato o di crimini di

tratta.

6. Assicurare che gli spazi e l’ambiente

di vita di convivenza siano:

caratterizzati da adeguata privacy e

comfort ( es. propria stanza da letto e

collocata in spazi non seminterrati),

areati e temperati, forniti di biancheria,

provvisti di adeguati servizi igienici, di

uso di cucina e di spazio per assumere

il proprio pasto, di accesso a spazi e

attrezzature per il lavaggio, asciugatura

e stiro dei propri indumenti. Assicurare

la reperibilità in caso di emergenza

fornendo all’Assistente Familiare un

proprio numero di cellulare.

LAVORATORE

5. Segnalare alle autorità

competenti l’attività o eventi

relativi alla possibile presenza di

reti illegali di intermediazione

domanda/offerta di lavoro, di

caporalato o di crimini di tratta.

6. Mantenere un comportamento

decoroso e sobrio durante tutta

la permanenza presso il

domicilio dell’anziano,

rispettando le abitudini

personali della famiglia

accogliente e dell’assistito.

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*segue….

DATORE DI LAVORO Agevolare all’assistente familiare la

cura della propria salute,, agli

accertamenti e ai presidi sanitari.

l’accesso alle visite mediche

Favorire la disponibilità temporanea

del domicilio (o altre forme

equivalenti di sostegno, quali un

contributo per poter fruire di alloggi

temporanei gestiti da Associazioni di

volontariato), anche

successivamente all’evento di

cessazione del rapporto di lavoro per

cause indipendenti dalla volontà

delle parti (come, ad esempio, nel

caso di decesso dell’assistito o di

ricovero in strutture residenziali) per

il tempo strettamente necessario al

reperimento di altro alloggio e

comunque per il periodo massimo di

un mese.

LAVORATORE

Si impegna altresì a svolgere le

attività di cura familiare in sintonia

con i bisogni dell’assistito anche

relativamente ai gusti alimentari e

ai suoi interessi, trattando con

cura e attenzione i beni e le

proprietà dell’assistito nel rispetto

del loro valore economico e

affettivo, acquistando e gestendo

farmaci esclusivamente sotto

prescrizione medica

. Si impegna a fornire i riferimenti e

numero di cellulare della persona da

contattare in caso di emergenza

che la riguardi.

pina brocchi 2014

*segue….

DATORE DI LAVORO 7. Promuovere la partecipazione

dell’assistente familiare, a incontri di

formazione e aggiornamento

professionale e ad altre iniziative che

contrastino in primo luogo gli effetti

indotti dall’isolamento e dai rischi di

esclusione e che possano aiutare a

prevenire forme di eccesso di stress

(burn out) e fattori connessi (ad

esempio alcoolismo), nonché a

forme di rappresentanza sindacale e

di categoria.

8. Evitare, nel corso del rapporto di

lavoro, ogni e qualsiasi

comportamento discriminatorio

determinato da: sesso, razza,

nazionalità, credenza religiosa,

evitando disparità nei trattamenti,

mettendo a disposizione risorse

sufficienti per gli acquisti necessari

per la vita familiare dell’assistito e

dell’assistente.

LAVORATORE

7. Partecipare attivamente a

incontri formativi, di

aggiornamento e a altre iniziative

che contrastino in primo luogo gli

effetti indotti dall’isolamento e dai

rischi di esclusione e che possano

aiutare a prevenire forme di

eccesso di stress (burn out) e

fattori connessi (ad esempio

alcoolismo).

8. Contrastare e segnalare ai

Centri Antidiscriminazione

presenti sul territorio o al numero

verde UNAR (ufficio nazionale

antidiscriminazioni razziali

800901010) ogni e qualsiasi

comportamento discriminatorio

determinato da: sesso, razza,

nazionalità, credenza religiosa,

evitando disparità nei trattamenti

nel corso del rapporto di lavoro.

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*segue….

DATORE DI LAVORO 9. Assicurare al lavoratore il

tempo necessario al riposo e al

recupero delle energie fisiche e

psichiche, operando per fornire

in modo regolare sostituzioni e

supporto idoneo, anche tramite

forme di lavoro accessorio /

utilizzo di buoni lavoro

10. Erogare retribuzioni

regolari, comprensive del

pagamento dei contributi e dei

relativi oneri previdenziali,

assicurare puntualità nel

pagamento degli emolumenti e

trasparenza nel loro computo.

Facilitare il versamento delle

imposte dovute dall’Assistente

familiare in relazione al lavoro

effettuato.

LAVORATORE

9. Beneficiare e fruire effettivamente del

tempo necessario al riposo e al recupero

delle energie fisiche e psichiche,

comprendendo che in caso di attività prestata

in convivenza il rapporto di lavoro è

esclusivo

e non consente l’assunzione contestuale di altri

incarichi

Si impegna inoltre a concordare puntualmente

con la famiglia i giorni e gli orari in cui tali

riposi, inclusi quelli giornalieri, saranno

goduti affinché la persona assistita non sia

lasciata priva di assistenza senza il consenso

dei familiari.

10. Richiedere retribuzioni regolari,

comprensive dei contributi e dei relativi oneri

previdenziali. Versare le imposte dovute

in relazione al rapporto di lavoro .

11. Richiedere alla persona assistita ed ai

suoi familiari il permesso di dare ospitalità –

anche temporanea - ad altre persone nel

domicilio dell’assistito

pina brocchi 2014

*La responsabilità

* Capacità di rispondere delle proprie azioni

* Può essere intesa in senso morale o relativa alle norme

giuridiche.

* Nel diritto il soggetto giuridico può essere chiamato a rispondere

della violazione colposa o dolosa di un obbligo giuridico: la

responsabilità può essere civile, penale o amministrativa.

* È responsabile la persona che per causa volontaria di certi

effetti del suo agire può essere chiamata a darne ragione.

* Il problema della responsabilità è connesso a quello della libertà

e della volontà. La libertà come capacità dell’uomo di scegliere

le proprie azioni nel rispetto delle leggi morali. La volontà è la

facoltà del volere e realizzare un comportamento idoneo a

determinati obiettivi.

* Non è possibile ritenere responsabile un individuo che abbia

provocato un’azione in modo assolutamente involontaria.

* Essere responsabili significa riconoscersi come autori dei propri

atti e dei propri comportamenti, ed essere riconosciuti come

tali.

* Proprio per la dimensione umana e sociale della professione che

svolge, l’operatore sociale è investito di una responsabilità che

è in stretta connessione con la persona che sceglie l’ambito

assistenziale come professione: tale responsabilità ha una

dimensione etica.

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*

*La responsabilità è personale e non è delegabile.

*Un superiore può delegare un atto che rientra nelle proprie

competenze, ma ne mantiene la responsabilità.

*Egli, anche se il compito viene eseguito da altri, è

responsabile degli atti dell’operatore prescelto, del controllo

e della buona esecuzione del compito.

*Es. se un caposala delega un operatore alla compilazione di un

elenco di materiale da ordinare, rimane comunque responsabile

degli ordini fatti, se questa rientra tra le sue competenze.

*

*La responsabilità è relativa ad azioni che si compiono, ma esiste

anche una responsabilità relativa alle omissioni di azioni che

avrebbero dovuto essere compiute.

*La responsabilità, inoltre, non è declinabile, ossia, non si possono

rifiutare le responsabilità inerenti al proprio ruolo e alle proprie

funzioni.

*La responsabilità è di vari tipi, in base alla norma che regola e/o

giudica l’azione della quale occorre rispondere.

*Spesso queste responsabilità si sommano tra loro, ma è bene

saperle distinguere, anche perché determinano sanzioni ben

diverse.

*

Tipo di norma forma Tipo di responsabilità

morale Non scritta Morale

deontologica scritta Professionale

legge scritta Penale

civile

Regolamenti,

disposizioni, direttive,

ordini

scritta Disciplinare o

amministrativa

*

*È relativa a norme non scritte di buona convivenza sociale.

*Es. Una norma morale è quella di svolgere bene il proprio

lavoro e di non lasciare in sospeso compiti ad altri colleghi

del turno successivo.

*Altri esempi: fedeltà, sincerità etc

*

*Civile. Deriva dall’inosservanza di norme relative al codice

civile ( es. causare danni materiali che devono essere

risarciti)

*Penale. Deriva dall’inosservanza di norme relative al codice

penale che prevedono sanzioni penali in caso di reati

(limitazione della libertà personale).

*

*Si ha in caso di inosservanza di norme amministrative,

regolamenti, contratti di lavoro etc.

*Si parla anche di responsabilità amministrative

*

pina brocchi 2014

*

Gli anziani

La senescenza comporta profonde trasformazioni organiche

e psicologiche. Con l’avanzare degli anni l’uomo può

subire alterazioni degenerative che ne compromettono

l’efficienza. Altre volte malattie invalidanti possono

lasciare degli esiti. Questi provocano modificazioni

psicologiche indotte dalla perdita di ruolo sociale o

familiare. Tutto ciò può portare a depressione.

È dovere di ogni operatore prestare alla persona anziana

un’umana solidarietà, evitando l’offensivo pietismo o la

fredda indifferenza.

Lo sforzo assistenziale deve essere rivolto a prevenire e

curare la mancanza di autosufficienza che può essere

considerata la vera malattia della vecchiaia.

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*

*Alcune particolari situazioni emergenti

nell’assistenza all’anziano devono fare

riflettere tutti gli operatori con un’attenzione

rivolta soprattutto a eventuali forme di

maltrattamenti (abuso e abbandono), di

negligenza, imperizia assistenziale, con

conseguenze che, oltre a favorire la

regressione della persona e attentare alla

dignità umana, possono avere gravi

conseguenze penali per chi assiste l’anziano.

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*

*Nella relazione di aiuto all’anziano è opportuno

avere degli obiettivi:

*Conservare l’unità della persona (mente, corpo,

contesto);

*Valutare i problemi con metodo

multidimensionale;

*Aumentare la fiducia dell’anziano in se stesso;

*Aiutare il ripristino dell’autonomia;

*Sostenere la collaborazione del malato e dei

familiari;

*Favorire il mantenimento al domicilio

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* Nella formazione degli operatori al rispetto dell’altro, all’etica

della responsabilità e alla cultura del sapere vale la pena di

approfondire l’importanza dell’empatia, ricalcando nella realtà

geriatrica i noti principi di Carl Rogers (psicologo statunitense):

* Solo una persona che conosce se stessa è in grado di capire il vissuto e

il mondo di un anziano, e può stabilire con lui un vero rapporto di

aiuto. Occorre che l’operatore impari ad analizzare se stesso e a

convivere con i propri conflitti personali per poter meglio giudicare,

decidere e assumersi responsabilità.

* Solo un atteggiamento assistenziale autentico e trasparente può

suscitare fiducia nell’anziano disabile e con malattie croniche.

* Il rapporto di aiuto diventa un rapporto terapeutico se è autentico, se

vi è empatia. Le situazioni assistenziali possibili sono numerose e tutte

con grave impegno di responsabilità.

*

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*Dal punto di vista pratico, la relazione

interpersonale deve essere caratterizzata da

atteggiamenti di affetto, nello sforzo di rasserenare

l’esperienza esistenziale dell’anziano disabile e di

fargli meglio accettare l’eventuale perdita di

autonomia fino al termine della vita.

*L’operatore deve controllare le sue emozioni

facendo sentire l’anziano a proprio agio anche in

caso di disabilità gravi o demenza. Altresì deve

essere favorita nel malato, anche attraverso il

linguaggio metaverbale, la capacità d’ascolto e di

comprensione.

*

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*Commenti all’argomento….

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*Altri argomenti di discussione:

*- la disabilità

*-il segreto professionale

*-i bisogni

*-assistenza alla persona demente

*-relazione con la persona anziana

*- la contenzione

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* Aboliamo e condanniamo la contenzione nelle Rsa

* 17 NOV - Gentile direttore,

seguo con molto interesse il vostro quotidiano, che apprezzo molto in quanto offre

informazione di qualità e lo spazio per la condivisione di riflessioni, in maniera aperta

e rispettosa. Da circa 6 anni lavoro nelle residenze per anziani e sento l’esigenza di

condivide alcune mie opinioni.

Le difficoltà economiche e sociali nell’accudire gli anziani al proprio domicilio non

sono più negabili. In Toscana la popolazione è invecchiata, e i “grandi” anziani sono

molti ed hanno figli anch’essi anziani, con risorse sempre più scarse e condizioni sociali

spesso disagiate. Ciò detto, ritengo che la residenzialità non generi da una crudeltà di

un familiare ingrato, ma nella stragrande maggioranza dei casi sia pressoché

inevitabile. Il domicilio, spesso obiettivo nobile di molti programmi politici, diviene un

privilegio esclusivo, possibile solo per pochi fortunati.

Nonostante l’evidenza della ineluttabilità della scelta di ricoverare il proprio caro,

rimane però un nel pensiero comune e nelle campagne politiche una sottintesa idea di

residenzialità come di abbandono volontario e crudele, luogo dove nessuno vorrebbe

finire, l’ospizio, la casa di riposo. Ne scaturisce un giudizio negativo che impone a

coloro che lo subiscono, sensi di colpa e dolori morali e sociali. Sottintendendo che la

non autosufficienza corrisponda con la perdita della dignità di individui, gli anziani

vengono quasi automaticamente denudati dei diritti fondamentali: la libertà,

l’autodeterminazione. Si elegge un amministratore di sostegno, che tutela certamente,

ma così non ci sono più decisioni da prendere, scelte da fare, denari da gestire.

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* Periodicamente vengono scoperte delle “case degli orrori”, titoli cubitali sui giornali,

video accessibili a tutti con immagini da lager moderni. Operatori degenerati che

maltrattano anziani per lo più dementi: “e chi sa cosa non accade nelle altre…”,

commenti plausibili.

Lavorando in molte residenze rimango stravolta, non riesco a guardare i video senza

piangere di orrore. Perché degli esseri umani arrivano a un tale livello di abbrutimento?

Quale condizione può portare a tali comportamenti? Quale seme può generare una

pianta così velenosa? E’ mai possibile che la crudeltà abiti quegli animi senza un

ripensamento, da parte di nessuno, senza che l’organizzazione ne abbia la minima

percezione? In un sistema composto da molti, potrà forse esserci un singolo individuo

capace di concepire una tale nefandezza, ma questo da solo non può generare un tale

abominio.

Immagino persone anziane provenienti da vite diverse, realtà diverse, storie di vita

diverse, famiglie ed affetti diversi, “deportate” come direbbe Tim Kitwood, in

strutture chiuse e organizzazioni rigide. Private dei loro averi, dei loro beni, dei loro

affetti, dei loro diritti, della libertà, di tutto ciò che le caratterizza come esseri

umani, perché si dovrebbero aspettare trattamenti migliori? Questa mia domanda

vorrebbe essere ovviamente provocatoria.

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* La nostra società applica con molta benevolenza quella che Tim Kitwood definirebbe la

“Psicologia sociale maligna”: decido io cosa è bene per te, secondo criteri che la società

ritiene benevoli. Così la piramide di Maslow si solidifica in un macigno in cui i bisogni

fisiologici imperano a scapito di ciò che da un senso alla vita: la libertà, l’autodeterminazione.

Il corpo quindi viene alzato, lavato, vestito, con abbigliamento comodo per chi lo devo fare, in

momenti che altri decidono, idratato, nutrito a forza…e continua ad essere un indicatore di

qualità il numero dei bagni effettuati in un anno. La contenzione impera, fisica,

farmacologica, sociale, acquisita per diritto dalla psicologia sociale maligna che la considera

una protezione, i bisogno in cima alla piramide di Maslow pressoché ignorati.

Allora non ci indigniamo mai abbastanza di fronte alle residenze degli orrori, supponiamo che

la responsabilità possa essere esclusivamente dei singoli soggetti o follia di un piccolo gruppo

isolato, anziché generata da una cultura che pone le fondamenta per una tale evoluzione.

Sappiamo benissimo che sono i sistemi a determinare o comunque a tollerare i

comportamenti. Uno dei requisiti di molti sistemi di accreditamento è la presenza in struttura

di protocolli per la gestione della contenzione. Facendo una semplice ricerca su un qualsiasi

motore di ricerca si scopre facilmente che alcuni enti hanno pubblicato delle linee guida

sull’utilizzo della contenzione. Capite che c’è una contraddizione. Sarebbe come se la tortura

fosse regolarizzata da una norma. Comportamenti che ledono diritti fondamentali vengono

regolamentati da linee guida e protocolli, che riterrei quantomeno anticostituzionali.

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* La nostra meravigliosa costituzione all’articolo 13 ci dice: “La libertà personale è inviolabile.

Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né

qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'Autorità

giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”.

Molti di questi protocolli e linee guida giustificano l’utilizzo della contenzione finalizzandola

alla prevenzione delle cadute. Le evidenze indicano esattamente il contrario: la riduzione

della mobilità, e quindi la contenzione, favoriscono le cadute e ne peggiorano gli esiti.

L’immobilità aumenta la decalcificazione ossea e predispone alle fratture, la contenzione

stessa può provocare la morte della persona. Nelle indicazione di molti di questi documenti si

sottolinea la necessità delle prescrizione medica alla contenzione, con rivalutazione

trimestrale o semestrale. Non è anticostituzionale? Non si dovrebbe considerare aberrante? Chi

stabilisce il limite a questo scempio? Il medico diviene il capro espiatorio.

Allora proporrei una passo coraggioso: abolire e condannare la contenzione e eliminare i

protocolli e linee guida. Le residenze per anziani possono essere luoghi meravigliosi dove

trascorrere gli ultimi anni della propria vita, ma è necessario un paradigma diverso: cosa

rappresentano gli anziani per noi, per la società? Che valore vogliamo dare alla vita? Lavoro in

strutture “illuminate”, che si adoperano per rendere migliore la residenzialità, ponendosi

come obiettivo la felicità e la serenità della persona e della famiglia, ma fanno molta fatica.

La contenzione spesso è utilizzata per carenze di organico o strutturali, decidere di abolirla

vuol dire investire con risorse che non ci sono date. Esistono modelli assistenziali che

riconoscono e soddisfano tutti le dimensioni ed i bisogni della scala di Maslow e creano

ambienti sereni nei quali la relazione è lo strumento cardine: il Gentlecare di Moyra Jones,

l’approccio capacitante di Piero Vigorelli.

La città di Trieste si è dichiarata città libera da contenzione e ne ha fatto uno slogan. Cito la

dott.ssa Maila Mislej: “Siamo riusciti a sciogliere i matti, dobbiamo riuscire a liberare gli

anziani!”. Una sfida coraggiosa sull’impronta di Franco Basaglia e di molti coraggiosi. Ciò che

la nostra società deve prima di tutto scegliere sono i valori su cui vuole fondarsi.

Gli anziani sono un bagaglio di cultura, storia, emozioni, che rimane un tesoro inestimabile per

noi e per le generazioni a venire. Saremo noi in prospettiva. Se la società non sa più farsene

carico, non è colpa loro.

Dott.ssa Cristina Banchi

Infermiera Responsabile Sistemi Qualità

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