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METODO MONTESSORI

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METODO MONTESSORI

Il Metodo Montessori

2) Il METODO per lo sviluppo naturale del bambinoeducazione dei movimenti

educazione sensoriale

3) Il METODO per la coltura delle conoscenze e delle abilità legate alle esigenze della civiltà

apprendimento della letto-scrittura

avviamento all’aritmetica, ecc..

“EDUCERE”

“EDUCARE”

Il passaggio dall’educere all’educare non avviene in base a criteri cronologici, ma in base allo sviluppo psicofisico del bambino.

“Non si può distinguere colnostro metodo il periodo

«prescolastico» dal periodo«scolastico»”

“Non è un programma che conducequi l’istruzione del bambino; ma èil bambino stesso (…) che viene

a delineare alcuni livelli di cultura…”(da La scoperta del bambino)

Crónos ≠ Kairos

Strumenti e principi fondanti il metodo1) REGISTRI

- dati sulla statura e sul peso maestra- dati su altre misure (testa) medicoe sui genitori

valenza educativa dell’antropometria2) PREPARAZIONE DELL’OSSERVATORE3) AMBIENTE (su misura del bambino, capace di

far sviluppare attività e destrezza)4) DISCIPLINA E LIBERTA’

- disciplina come controllo di sé - libertà come liberazione (unico limite: interesse collettivo)

5) INDIPENDENZA nelle attività (non si può essere liberi se non si è indipendenti)

6) UNITA’ NELLO SVILUPPO FISIOLOGICO EPSICHICO (ruolo determinante dell’ambiente: non crea, ma modifica, aiuta, distrugge)

7) MATERIALE materiale di sviluppo (lavoro didattico)NELL’AMBIENTE SCOLASTICO materiale per la vita pratica (mansioni

domestiche)

8) MATERIALE SULLA NATURA (cura di animali e piante)

IL MATERIALE MONTESSORIANO

Il metodo per lo sviluppo naturale del bambino: L’EDUCERE

1) L’EDUCAZIONE DEI MOVIMENTI

Occorre inserire l’educazione muscolare nella vita pratica quotidiana dei bambini

Il movimento èessenziale nella vita

I bambini piccoli hannoun bisogno irresistibile,naturale, di muoversi

L’educazione deimovimenti è

inscindibile dallapiù ampia educazione

del bambino

L’educazione deimovimenti è

un aiuto a spenderemeglio le energie

2 tipi di esercizi: esercizi di vita pratica (vera ginnastica, la palestra

è l’ambiente, invitano una collettività organizzata):- arrotolare un tappeto- lavare il pavimento- apparecchiare la tavola, servire ai tavoli- trasportare un mobile, ecc..

PERCHE’ SONO EDUCATIVI?I bambini sono attratti

dall’attività perchévolta ad uno scopo

preciso

I bambini sono avididi diventare padroni

dei propri atti

I bambini sono attratti dall’esattezza

dell’esecuzione

“Gli esercizi di vita pratica non possono considerarsi come una sempliceginnastica muscolare; essi sono un «lavoro». E’ il lavoro riposante deimuscoli che agiscono senza stancarsi, perchè l’interesse e la varietà lirianimano… I muscoli dovrebbero sempre servire l’intelligenza e così

rimanere nell’unità funzionale della personalità umana”

“Se la scuola non èin ordine, ne risultaun lavoro da fare”

esercizi per l’analisi dei movimenti (travasare, vestirsi,spogliarsi, sfogliare un libro…)

ANALISI CONTROLLO COORDINAZIONE

“Ogni azione complessa ha movimentisuccessivi ben distinti tra loro…

cercare di riconoscere e di eseguireesattamente e separatamente gli attisuccessivi, è l’analisi dei movimenti”

(p. 96)

Il materiale di vita pratica(http://www.mammafelice.it)

TELAI DELLE ALLACCIATURE

Cornici di legno che supportano due lembi di stoffa, da unire secondo varie tecniche:bottoni grandi, bottoni piccoli, bottoncini automatici, cerniera, chiusura a strappo convelcro, spille di sicurezza (o da balia), ganci e occhielli, fibbie e cinturini, clips, fiocchi,lacci di scarpe e di scarponi.Si favoriscono: coordinazione, capacità di concentrazione, abilità nell’autonomia.

TRAVASI

In questi esercizi si travasano sia liquidi (acqua), che grani solidi, di diverse dimensioni e consistenza. I contenitori sono assortiti in modo molto vario, da un esercizio all’altro, ma tutti in materiali frangibili: vetro, porcellana… Nei classici travasi di acqua si può versare da una brocca all’altra, da una brocca in un bicchiere, da una brocca in tre bicchieri, con o senza imbuto… E’ un esercizio che comporta l’autocorrezione (con una spugnetta il bambino asciuga quando serve) e quindi non richiede alcun intervento da parte dell’insegnante o del genitore; provando e riprovando il bambino acquista sempre maggiore confidenza e si vede migliorare progressivamente. In questi esercizi, si usano cucchiai di diverso materiale e capienza per trasferire da una scodella all’altra, o da una ciotola in diverse ciotoline più piccole, dei grani di sabbia, delle perle, del riso, dei fagioli, delle lenticchie…

LAVAGGIO DELLE MANI

Questo esercizio rientra fra quelli della cura della persona e risulta molto gradito in quanto legato all’acqua che appassiona moltissimo anche i bimbi più piccoli (dai 20 mesi). Lavorare con l’acqua ha un immediato effetto calmante e imparano a concentrarsi a lungo su un’attività. Essendo un esercizio che si compone di diverse fasi, il bambino impara anche a lavorare su una successione di eventi in previsione di un determinato risultato finale.

ESERCIZI VARI PER LA PULIZIA

Dalla pulizia delle scarpe, a quella di diversi materiali, quali il legno, il rame, uno specchio… I bambini indossano un grembiulino e maneggiano spazzole di diversa misura e foggia, panni, boccettini di soluzione pulente, trovando grande soddisfazione nell’ammirare il risultato finale! Imparano così a prendersi direttamente cura degli oggetti che li circondano.

2) L’EDUCAZIONE DEI SENSI

l’educazione e il raffinamento dei sensi Il fine

lo sviluppo dell’intelligenza

“Per mezzo del contatto e dell’esplorazionedell’ambiente l’intelligenza innalza quel

patrimonio di idee operanti, senza le qualiil suo funzionamento astratto mancherebbedi fondamento e di precisione, di esattezza

e di ispirazione”. (pp. 109, 110)

“Generalità” dell’educazione sensoriale

1) Ha un interesse per l’indagine psicologica e per la pratica educativa

2) Si inserisce nell’educazione generale3) Permette di scoprire e correggere eventuali

difetti dello sviluppo4) E’ alla base del progresso dell’umanità5) Prepara alla formazione professionale, alle arti e

ai mestieri6) Permette di utilizzare l’ambiente7) Prepara all’educazione estetica e morale

Il materiale sensoriale

Principi generali del materiale

Permette di dare ordinee chiarezza all’enorme

quantità di impressioni cheil bambino ha “assorbito” dai

0 anni ai 2 anni e mezzo

Permette di correggere alcuni difetti nelle funzionidei sensi, in un periodo in cui è possibile ancora

“porvi rimedio”.

Oggetti raggruppati inbase ad una qualità

fisica dei corpi (colore,forma, dimensione,

suono, peso, stato diruvidezza, temperatura).

Ogni gruppo di oggettirappresenta la stessaqualità, ma secondo

variazioni diverse, stabilitematematicamente e

evidenti per contrasto.

I sensi che sollecitano sono dunque isolati: “una

impressione tattile è più chiara se si tratta di un

oggetto che non conduce il calore, cioè che non dia…impressioni di temperatura”.

(p. 112)

Il materiale sensorialeTAVOLETTE DEL LISCIO E DEL RUVIDO

Serie n. 1 = tavolette liscio/ruvido: una delle tavolette è per metà liscia e per metàruvida, una presenta una sequenza alternata di strisce ruvide e lisce, l’ultima inveceuna sequenza di strisce ruvide disposte secondo la diversa gradazione di grana.

Serie n. 2 = tavolette del ruvido in gradazione: cinque o sei paia di tavolette di legnoa superficie smerigliata con diverso grado di ruvidità a seconda della grana.

Serie n. 3 = tavolette del liscio in gradazione: come sopra, ma con superficie liscia.

SPOLETTE DEI COLORI

Il set basilare è composto da tre diversi tipi di scatole; alcuni produttori ne offronoanche una quarta versione incentrata sulle sfumature. In dettaglio si hanno:scatola n. 1: 6 tavolette => 3 paia di colori primari: rosso, giallo e bluscatola n. 2: 22 tavolette => 3 coppie di colori primari (rosso, giallo e blu) + 3 coppiedi colori secondari (verde, arancio, viola) + rosa, marrone, bianco, nero, grigioscatola n. 3 => 63 tavolette => 9 colori (rosso, giallo, blu, verde, arancio, viola,marrone, rosa, grigio) in 7 sfumature ciascunoscatola n. 4 => 64 tavolette => 32 coppie in 4 tonalità di rosso, giallo, blu, verde,viola, marrone, rosa e grigio

INCASTRI SOLIDI

E’ costituito da quattro blocchi di legno, in ciascuno dei quali si incastrano 10 cilindri in diversa progressione, secondo questo schema:serie n. 1: altezza decrescente e diametro decrescente;serie n. 2: altezza uguale e diametro decrescente;serie n. 3: altezza crescente e diametro decrescente;serie n. 4: altezza decrescente e diametro uguale.Il controllo dell’errore risiede nel materiale stesso, in quanto i cilindri calzano bene per ogni foro solo se sono della giusta altezza e diametro. L’esercizio può essere svolto in diversi modi, con tante varianti (ad occhi bendati ecc.)

FIGURE GEOMETRICHE PIANE

Consiste in un cofanetto di legno a sei cassetti, con 35 incastri geometrici muniti di pomolo di presa. Il fondo, una volta rimosso l’incastro, è dello stesso colore blu della figura geometrica asportata.1 cassetto: 6 cerchi in progressivo aumento di diametro, da 5 a 10 cm;2 cassetto: 1 quadrato e 5 rettangoli (stessa altezza, base variante da 10 a 5 cm);3 cassetto: 6 triangoli (equilatero, isoscele acutangolo, isoscele rettangolo, isoscele ottusangolo, scaleno rettangolo, scaleno ottusangolo);4 cassetto: 6 poligoni regolari (pentagono, esagono, ettagono, ottagono, ennagono, decagono);5 cassetto: 4 quadrilateri (rombo, parallelogramma, trapezio rettangolo, trapezio isoscele) e 1 triangolo acutangolo scaleno;6 cassetto: 4 figure curve (triangolo curvilineo, ellisse, ovale, quadrifoglio).

SERIE DI CAMPANELLI

Il materiale delle campanelle viene utilizzato nella classi Montessori per educare la sensibilità e l’attitudine musicale naturalmente presenti nei bambini. Consiste in 26 campanelli di bronzo, mobili, che vanno a formare due scale di do maggiore; 13 sono montati su sostegni di legno naturale, gli altri 13 (di diametro decrescente) su sostegni bianchi o neri, come la tastiera del pianoforte. I campanelli vengono fatti vibrare per mezzo di due appositi martelletti di legno; le vibrazioni vengono poi smorzate con l’impiego di un silenziatore. Ascoltando i suoni prodotti dagli altri bambini al lavoro o da se stesso, il bambino assorbe ed interiorizza il concetto di tonalità musicale

Caratteri comuni al materiale (1):

Astrazioni materializzate: ogni concetto (grande-piccolo; pesante-leggero…) è comprensibile grazieall’isolamento della qualità.

Gradualità: ogni gruppo di oggetti rappresenta lamedesima qualità con gradazioni matematicamentestabilite tra un oggetto e l’altro.

Contrasti: ogni gruppo di oggetti ha agli estremi ilmassimo e il minimo della serie.

L’estetica degli oggetti (attraenti) e dell’ambiente (“èun invito alle cose”).

Caratteri comuni al materiale (2):

Consentono sempre un’attività: l’oggetto stimolainteresse ma anche l’attività motrice: riconoscere,appaiare, graduare, fare combinazioni

Il controllo dell’errore: conduce il bambino adaccompagnare i suoi esercizi con la critica, con ilragionamento

I limiti: materiale limitato in quantità e chiaro nellasua comprensione

La precisione del vocabolario: “lezione dei tre tempi”

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IN SINTESI, LE CARATTERISTICHE DELLE SCUOLE FONDATE DA M. MONTESSORI SI POSSONO COSÌ RIASSUMERE

1) ambiente: si tratta di un ambiente “chiuso”, “appartato”, che permette ai bambini di raggiungere la concentrazione.

2) oggetti: in questo ambiente hanno un ruolo fondamentale gli oggetti. L’importanza dell’ambiente non è data tanto dalla grandezza o dalla struttura dell’edificio, ma dagli oggetti, “poiché senza oggetti il bambino non si può concentrare. Questi (…) furono determinati sulla esperienza con i bambini stessi” (p. 221).

Gli oggetti, rispondendo a un interesse del bambino, facilitano innanzitutto la concentrazione e l’esercizio individuale. Ma il loro utilizzo permette anche la costruzione della vita sociale, di cui è parte lo sviluppo di determinate qualità del carattere, come la pazienza nell’ aspettare il proprio turno (in ogni classe c’è un solo esemplare di oggetto).

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3) Vita sociale. A questo proposito la Montessori, rispondendo a una critica che spesso le viene rivolta, sottolinea l’importanza della necessità che una realtà educativa diventi una “comunità lavoratrice”, in cui sia possibile “risolvere problemi, comportarsi bene e progettare piani che da tutti siano accettabili” (p. 223).

4) Formazione delle classi: le classi devono essere numerose perché solo così “si rivelano meglio le differenze di carattere” e diventano “più facili (…) le varie esperienze” (p. 223); in esse i bambini non devono inoltre essere classificati in funzione dell’età. Si tratterebbe di una forzatura e di un “isolamento artificiale”, che non ha alcuna corrispondenza nella società.

Il vantaggio principale della compresenza di età diverse è rappresentato dall’aiuto reciproco tra i bambini, anche questo nato spontaneamente. Nelle scuole in cui questo principio non viene rispettato, e cioè la maggioranza, “l’unico modo per elevare il livello della classe è l’emulazione, ma purtroppo questa si svolge in invidia, odio e umiliazione, sentimenti (…) anti-sociali” (p. 225). Le classi nelle scuole Montessori sono di due tipi: - classi composte da bambini dai tre ai sei anni;- classi composte da bambini dai sette ai nove anni.

Tra una classe e l’altra non ci sono vere e proprie pareti, ma “mezze pareti”, per consentire ai bambini di fare liberamente delle “passeggiate intellettuali” (p. 226).

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5) Integrazione e conseguente coesione sociale: secondo la Montessori “la società non dipende solo dalla organizzazione, ma anche dalla coesione (…). Buone leggi e un buon governo non possono tenere insieme le masse e farle agire, se gli individui stessi non sono orientati verso qualcosa che li tiene compatti e fa di essi un gruppo” (p. 236).E’ necessario che l’integrazione sociale (la Montessorimutua questo concetto e i presupposti teorici dal pensiero di Washburne) venga coltivata all’interno delle scuole e quindi durante l’infanzia.

6) Critica agli insegnanti delle scuole tradizionali: questi pensano e realizzano un’educazione “piena di negazioni”: ad esempio, pensano che “il bambino sia incapace” e gli negano la possibilità di fare molte attività; oppure suddividono il lavoro in base ad un orario prestabilito. Il problema fondamentale risiede in un loro pregiudizio nei confronti dell’infanzia: “gli insegnanti (…) credono che i bambini non siano attivi nell’imparare” (p. 239) e che siano quindi solo ricettivi.

L’insegnante invece non può né lodare, né punire, né correggere gli errori del proprio alunno: correzioni, note e segnalazioni sui quaderni diminuiscono infatti “energia e interesse” (p. 244).

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7) l’errore: dal momento che tutti possiamo sbagliare, a scuola come nella più ampia società, occorre “avere verso l’errore un atteggiamento amichevole”. “Bisogna ricordarsi che gli errori esistono come esiste la vita stessa”.

Il controllo individuale dell’errore è più importante della correzione. Tale controllo ha un duplice scopo: permette di conoscere meglio se stessi, i propri limiti così come le proprie capacità, ma anche di avvicinarsi agli altri e di instaurare relazioni di “fratellanza”.

8) Ubbidienza: la società non potrebbe esistere senza questa qualità del carattere. La Montessori, guardando al mondo e al declino della società, non denuncia la mancanza di ubbidienza, ma la mancanza di un controllo dell’ubbidienza.Distingue 3 gradi, o stadi, dell’ubbidienza nel bambino:- fino a un anno, il bambino può ubbidire, ma non sempre, poiché ancora privo di volontà. Questo dimostra come l’ubbidienza debba essere giudicata in base allo sviluppo raggiunto dal bambino.- il bambino raggiunge il secondo grado quando può obbedire sempre, sia in base alla propria volontà sia in funzione della volontà altrui.- nel terzo grado il bambino obbedisce ad una persona che riconosce superiore, quale può essere il maestro.

LA MAESTRA MONTESSORIANA

UN LEGAME STRETTO

DISCIPLINA MAESTRA

CONOSCENZA dello SVILUPPOdel BAMBINO

Es: tre gradi di ubbidienza

L’insegnante montessoriana“L’insegnante ha bisogno di una preparazione

speciale”, che le consenta di conoscere lo sviluppo del bambino e di liberarsi di idee preconcette.

“Per seguire la mente di un bambino dai tre ai sei anni occorrono grande tatto e delicatezza, ed un adulto non ne ha quasi mai a sufficienza. Fortunatamente il bimbo acquista più dall’ambiente che dall’insegnante” (M. Montessori, La Mente del bambino, pp. 177, 178).

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REQUISITI DI UNA MAESTRA ESPERTA Di fronte a un bambino di tre anni appena entrato nella

scuola, la maestra deve essere in grado di distinguere “i fatti fisiologici dai patologici”. Questa discriminazione è infatti il punto di partenza di ogni educazione, perché consente di capire il trattamento adeguato al raggiungimento della normalizzazione.

“Il fondamento vero dell’efficienza dell’insegnante consiste nel potere distinguere fra due generi di attività,

ognuna delle quali ha appartenenza di spontaneità, perché in entrambi i casi il

bambino agisce di sua propria volontà, ma che hanno un significato del tutto opposto”

(Ivi, p. 263).

deve essere in grado di mantenere l’ordine e il silenzio in classe.

il ruolo dell’insegnante non riduce l’educazione a mero spontaneismo. L’insegnante deve lasciare liberi i bambini solo quando avranno compreso l’uso del materiale e le regole della scuola.

“Un’insegnante esperta non avrà mai un grave disordine nella sua classe perché, prima di mettersi in disparte per lasciare libertà ai

bambini, sarà per qualche tempo vigile (…). Vi sono a questo fine una serie di esercizi

preparatori (…) come riporre in ordine sedie e tavoli senza far rumore; disporre una fila di sedie e sedervisi; correre da un capo all’altro

della classe in punta di piedi” (Ivi, p. 267).

l’insegnante ha il delicato compito di assistere senza intervenire e di osservare.

deve diventare “guardiana e custode dell’ambiente” (p. 276), “deve essere seducente, deve attrarre il bambino” (p. 277); “appena la concentrazione ha inizio” deve fare in modo che il bambino non si accorga della sua presenza (p. 279). Questi tre aspetti vanno di pari passo all’evoluzione spirituale del bambino.

“Essa non osserverà con il fine che la sua presenza sia sentita o di assistere i più deboli con la sua

forza: osserverà per riconoscere il bambino che è giunto a concentrare la sua attenzione e per contemplare la gloriosa rinascita dello spirito” (Ivi,

p. 271).

“Deve tener viva la sua immaginazione” e non guardare solo al bambino che ha di fronte ma anche al bambino “che, per così dire, non esiste ancora” (Ivi, p. 275). Solo liberandosi da ogni preconcetto, può “far sì che ogni bambino raggiunga il massimo delle sue possibilità”.

EUROPAAustria, Belgio, Bulgaria, Cecoslovacchia, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Irlanda, Olanda, Romania, Russia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ucraina, Ungheria.

AFRICAEgitto, Somalia, Sudafrica, Kenia, Etiopia, Sudan, Senegal, Uganda, Mauritania, Nigeria, Ghana, Botswana

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ASIAFilippine, Giappone, India, Sri Lanka, Pakistan, Oman, Cina, Malesia, Singapore, Nepal, Tibet

AUSTRALIA (Sidney)

Le scuole e il metodo Montessori nel mondo