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METODI DI INDAGINE
IN NEUROPSICOLOGIA
E IN NEUROLINGUISTICA
Corso di Linguistica Applicata a.a. 2016-2017
Prof. Giovanna Marotta
L’approccio neuropsicologico classico
q Prevalente fino alla seconda metà del ‘900
q Basato sull’assunto che i disturbi linguistici selettivi possano essere
messi in relazione con lesioni presenti in specifiche aree cerebrali
L’approccio neuropsicologico classico
q Prevalente fino alla seconda metà del ‘900
q Basato sull’assunto che i disturbi linguistici selettivi possano essere
messi in relazione con lesioni presenti in specifiche aree cerebrali
Osservazione diretta di pazienti cerebrolesi
Fase acuta Fase cronica
L’approccio neuropsicologico classico
La ‘doppia dissociazione’: l’organizzazione anatomo-funzionale
del cervello viene inferita osservando gruppi di soggetti diversi
durante lo svolgimento degli stessi compiti
q sani vs. cerebrolesi
q cerebrolesi con lesioni diverse
L’approccio neuropsicologico classico
La ‘doppia dissociazione’: l’organizzazione anatomo-funzionale
del cervello viene inferita osservando gruppi di soggetti diversi
durante lo svolgimento degli stessi compiti
q sani vs. cerebrolesi
q cerebrolesi con lesioni diverse
Es.
Gruppo di pazienti 1: lesione di tipo A; disturbo selettivo X
Gruppo di pazienti 2: lesione di tipo B; disturbo selettivo Y
…si deduce che:
> La lesione A causa il disturbo selettivo X
> La lesione B causa il disturbo selettivo Y
L’approccio neuropsicologico classico
PROBLEMI
1. Le lesioni spesso (soprattutto in caso di disturbi cronicizzati)
interessano ampie aree cerebrali, e non una sola zona precisa.
2. Le aree lesionate, col tempo, possono essere interessate da un
fenomeno di riorganizzazione funzionale.
L’approccio neuropsicologico classico
PROBLEMI
1. Le lesioni spesso (soprattutto in caso di disturbi cronicizzati)
interessano ampie aree cerebrali, e non una sola zona precisa.
2. Le aree lesionate, col tempo, possono essere interessate da un
fenomeno di riorganizzazione funzionale.
POSSIBILE SOLUZIONE
Osservare pazienti con lesioni in fase acuta
q pro: piccole lesioni, meglio localizzabili, prima di un’eventuale
riorganizzazione funzionale
q contra: possibilità di diaschisi, che porta all’alterazione funzionale
di aree non direttamente danneggiate, ma a loro volta dipendenti
da aree lesionate
L’approccio neuropsicologico classico
Classificazione degli ‘errori’ linguistici
LESSICALE
FRASALE
ELABORAZIONE
PRAGMATICA
DISCORSIVA
L’approccio neuropsicologico classico
Classificazione degli ‘errori’ linguistici
LESSICALE dimensione
FRASALE MICROELABORATIVA
ELABORAZIONE
PRAGMATICA dimensione
DISCORSIVA MACROELABORATIVA
L’approccio neuropsicologico classico
Errori di natura microelaborativa a livello fonetico/fonologico
q Fillers sillabici: «d devo andare a ca casa»
q Parafasia fonetica (i singoli foni non sono articolati correttamente)
q Parafasia fonologica (produzione di fonemi errati in una parola
comunque riconoscibile): «piappi» per «piatti»
q Neologismo (produzione di parole non comprensibili): «pirricchi» per
«picnic»
L’approccio neuropsicologico classico
Errori di natura microelaborativa a livello morfologico/morfosintattico
q Paragrammatismi liberi o legati (sostituzione di morfemi liberi o
legati, mancato accordo): «la bicchiere rotto», «il bicchiere rotta»
q Omissione di parola funzione o contenuto: « sedia di sala è […]»,
«la di sala è […]»
Frequenti omissioni nell’eloquio di afasici non fluenti (agrammatismo)
L’approccio neuropsicologico classico
Errori di natura microelaborativa a livello semantico/lessicale
q Parafasia semantica (produzione di una parola contestualmente
errata, ma semanticamente affine a quella attesa; ad es. dello stesso
frame semantico): «tavolo» al posto di «sedia»
q Parafasia verbale (produzione di una parola contestualmente errata e
NON semanticamente affine a quella attesa): «fiore» al posto di «sedia»
q Anomie (mancato reperimento della parola corretta)
q Circonlocuzioni
L’approccio neuropsicologico classico
Errori di natura macroelaborativa a livello pragmatico
q Ecolalie (continue ripetizioni di quanto detto dall’interlocutore)
a. «Come stai?»
b. «Come stai?»
Ø Presente anche nei bambini fino al 4°/5° anno di età
q Mancata comprensione di espressioni non letterali (metafore,
modi di dire, ironia), in particolare per cerebrolesi destri e autistici
L’approccio neuropsicologico classico
I test di valutazione delle abilità linguistiche
q Fino alla fine degli anni ’70, i pazienti con disturbi del linguaggio venivano
sottoposti a test standardizzati studiati per l’analisi dei deficit di
microelaborazione (competenza lessicale e frasale)
§ troppo rigidi e poco interessanti per il paziente
§ non fornivano campioni di strutture linguistiche complesse spontanei e
abbastanza ampi da permettere un’analisi delle problematiche esistenti a
livello macroelaborativo
L’approccio neuropsicologico classico
I test di valutazione delle abilità linguistiche
q Fino alla fine degli anni ’70, i pazienti con disturbi del linguaggio venivano
sottoposti a test standardizzati studiati per l’analisi dei deficit di
microelaborazione (competenza lessicale e frasale)
§ troppo rigidi e poco interessanti per il paziente
§ non fornivano campioni di strutture linguistiche complesse spontanei e
abbastanza ampi da permettere un’analisi delle problematiche esistenti a
livello macroelaborativo
q Dagli anni ‘80, necessità di analizzare anche i deficit di natura
macroelaborativa (competenza pragmatica e testuale/discorsiva)
Ø ideazione di sistemi di analisi del discorso e della conversazione
L’approccio neuropsicologico classico
I test di valutazione delle abilità linguistiche
Due tipi diversi di test:
q Test che valutano le abilità linguistiche complessive
q Test focalizzati su abilità specifiche (es. comprensione morfosintattica o
sintattica)
L’approccio neuropsicologico classico
q Test che valutano le abilità linguistiche complessive
= Batterie di test che valutano le abilità del paziente in compiti di:
§ Lettura/scrittura
§ Denominazione di oggetti (presentati concretamente o raffigurati)
§ Comprensione
§ Produzione e/o ripetizione di foni, sillabe, parole, frasi e discorsi
L’approccio neuropsicologico classico
q Test che valutano le abilità linguistiche complessive
= Batterie di test che valutano le abilità del paziente in compiti di:
§ Lettura/scrittura
§ Denominazione di oggetti (presentati concretamente o raffigurati)
§ Comprensione
§ Produzione e/o ripetizione di foni, sillabe, parole, frasi e discorsi
Esempi di batterie di test: Porch Index of Communicative Ability (PICA),
Communicative Abilities in Daily Living (CADL), Boston Diagnostic Aphasia
Examination (BDAE), Western Aphasia Battery (WAS), Aachener Aphasie
Test (AAT).
L’approccio neuropsicologico classico
Aachener Aphasie Test (AAT): una delle batterie più complete, consente la
valutazione delle abilità linguistiche del paziente in:
§ Linguaggio spontaneo: analisi di una conversazione esaminatore-
paziente di almeno 10 min. per valutare (1) comportamento comunicativo,
(2) abilità articolatorie, (3) organizzazione fonologica, prosodica e sintattica
degli enunciati, (4) uso di forme automatiche di linguaggio, (5)
mantenimento della coerenza concettuale.
§ Comprensione contestuale e acontestuale
§ Ripetizione
§ Scrittura
§ Lettura
§ Denominazione
L’approccio neuropsicologico classico
Aachener Aphasie Test (AAT): una delle batterie più complete, consente la
valutazione delle abilità linguistiche del paziente in:
§ Linguaggio spontaneo
§ Comprensione contestuale e acontestuale: (1) 4 prove per la
valutazione della comprensione di parole isolate o frasi, pronunciate
dall’esaminatore o scritte; (2) ‘Token test’, o ‘Test dei gettoni’, in cui il
paziente deve indicare/toccare/spostare alcuni oggetti di forma e colore
diverse seguendo le istruzioni dell’esaminatore.
§ Ripetizione
§ Scrittura
§ Lettura
§ Denominazione
L’approccio neuropsicologico classico
Aachener Aphasie Test (AAT): una delle batterie più complete, consente la
valutazione delle abilità linguistiche del paziente in:
§ Linguaggio spontaneo
§ Comprensione contestuale e acontestuale
§ Ripetizione: di singoli foni consonantici/vocalici, parole bisillabiche,
parole composte, frasi di diversa complessità.
§ Scrittura
§ Lettura
§ Denominazione
L’approccio neuropsicologico classico
Aachener Aphasie Test (AAT): una delle batterie più complete, consente la
valutazione delle abilità linguistiche del paziente in:
§ Linguaggio spontaneo
§ Comprensione contestuale e acontestuale
§ Ripetizione
§ Scrittura: due prove di scrittura sotto dettatura.
§ Lettura
§ Denominazione
L’approccio neuropsicologico classico
Aachener Aphasie Test (AAT): una delle batterie più complete, consente la
valutazione delle abilità linguistiche del paziente in:
§ Linguaggio spontaneo
§ Comprensione contestuale e acontestuale
§ Ripetizione
§ Scrittura
§ Lettura: lettura ad alta voce di parole e frasi brevi.
§ Denominazione
L’approccio neuropsicologico classico
Aachener Aphasie Test (AAT): una delle batterie più complete, consente la
valutazione delle abilità linguistiche del paziente in:
§ Linguaggio spontaneo
§ Comprensione contestuale e acontestuale
§ Ripetizione
§ Scrittura
§ Lettura
§ Denominazione: 4 prove che richiedono (1) la denominazione di oggetti
rappresentati in figure, (2) di colori, (3) di oggetti con nomi composti (es.
lavastoviglie); oppure di (4) formulare una frase completa per descrivere le
figure mostrate.
L’approccio neuropsicologico classico
Aachener Aphasie Test (AAT)
I dati di ciascuna prova sono inseriti in un programma che segnala
q l’eventuale presenza di un’afasia
q la gravità del disturbo (lieve/media/grave)
q il tipo di afasia (globale/anomica/di Broca/di Wernicke/ ‘non classificabile’,
se di diverso tipo)
L’approccio neuropsicologico classico
Altri test che valutano le abilità linguistiche complessive
Test per pazienti poliglotti:
§ Bilingual Aphasia Test: consente di valutare e eventualmente confrontare
le competenze linguistiche di pazienti poliglotti nelle lingue che conoscono.
Esiste per più di 60 lingue.
Test per pazienti in età evolutiva:
§ Nepsy II
§ Batteria di valutazione del linguaggio in bambini tra i 4 e i 12 anni
L’approccio neuropsicologico classico
q Test focalizzati su abilità specifiche
§ Boston Naming Test (BNT), per la denominazione
§ Token Test, per la comprensione sintattica
§ Test di Comprensione Grammaticale nel Bambino (TCGB), per la
comprensione morfosintattica e sintattica
L’approccio neuropsicologico classico
Nuovo metodo di valutazione e analisi delle competenze discorsive in pazienti
cerebrolesi, in età adulta o evolutiva (proposto in Marini, Carlomagno 2004)
q Soggetti sottoposti a compiti di descrizione di storie rappresentate per
mezzo di figure o vignette
q Registrazione e trascrizione accurata delle descrizioni
q Segmentazione in enunciati
q Analisi dei dati a livello micro- e macroelaborativo e rispetto
all’efficacia comunicativa raggiunta
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
Gli elementi principali degli esperimenti psicolinguistici sono:
q Tipologia di compito sperimentale proposto
q Partecipanti
q Scopo
q Tipologia di stimoli adottati
q Paradigma sperimentale proposto
q Valutazione dei risultati
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
Compiti sperimentali
q di produzione o…
q comprensione linguistica
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
1. Compiti sperimentali di produzione linguistica
q Generazione lessicale
§ Produzione di parole che iniziano con un dato fonema
§ Di una determinata categoria
§ Di verbi, collegati a dei nomi uditi/letti
§ Di nomi, collegati a dei verbi uditi/letti
q Denominazione
§ Di oggetti/animali/piante di cui si mostra l’immagine
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
2. Compiti sperimentali di comprensione linguistica
q Comprensione del linguaggio scritto (lettura)
q Comprensione del linguaggio orale (ascolto)
q Compiti di decisione lessicale
§ Giudicare se una parola esiste oppure è una non-parola
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
2. Compiti sperimentali di comprensione linguistica
q Comprensione del linguaggio scritto (lettura)
q Comprensione del linguaggio orale (ascolto)
q Compiti di decisione lessicale
§ Giudicare se una parola esiste oppure è una non-parola
Esistono 2 tipi di non-parole:
§ Non parole ‘legali’ = rispettano le regole fonologiche della lingua
(*stulpoca)
§ Non parole ‘illegali’ = non rispettano le regole fonologiche (*ghijk)
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
2. Compiti sperimentali di comprensione linguistica
q Comprensione del linguaggio scritto (lettura)
q Comprensione del linguaggio orale (ascolto)
q Compiti di decisione lessicale
§ Giudicare se una parola esiste oppure è una non-parola
q Giudizio fonologico (es. decidere se due parole fanno rima)
q Giudizio grammaticale (es. decidere se una frase è grammaticale o meno)
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
I partecipanti
q Pazienti con diverse patologie (ad es. afasici, cerebrolesi destri)
q Soggetti di controllo (senza lesioni cerebrali né disturbi specifici)
Lo scopo
q Determinare l’effetto della/e patologia/e sull’accesso alle
informazioni linguistiche necessarie per svolgere il compito
richiesto
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
Gli stimoli linguistici utilizzati possono essere somministrati attraverso
qualunque canale sensoriale
…Ma molto spesso si usano stimoli visivi
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
Gli stimoli linguistici utilizzati possono essere somministrati attraverso
qualunque canale sensoriale
…Ma molto spesso si usano stimoli visivi
q Ad es., tecnica della presentazione visiva tachistoscopica lateralizzata
Serve a valutare il diverso apporto dei due emisferi cerebrali
all’elaborazione del linguaggio
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
La presentazione visiva tachistoscopica lateralizzata
q I soggetti osservano un monitor
q Appare un punto di fissazione +
q Appare lo stimolo (lettera, parola, frase) a sinistra o destra del punto di
fissazione per meno di 200 msec (gli occhi non riescono a spostarsi su di
esso)
q Lo stimolo nell’emicampo visivo destro viene processato
dall’emisfero sinistro e viceversa si può valutare quale emisfero
dà una risposta più rapida e precisa
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
La presentazione visiva tachistoscopica lateralizzata
Adattato da http://appuntidineuroscienze.blogspot.it/2013/05/il-linguaggio-processamento-asimmetrico.html
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
La presentazione visiva tachistoscopica lateralizzata
Normalmente, i compiti di natura verbale sono svolti con maggiore
accuratezza quando lo stimolo viene inviato all’emicampo visivo destro,
controllato dall’emisfero sinistro (dove si trovano le principali strutture
neurali coinvolte nell’elaborazione del linguaggio).
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
Compiti basati sulla presentazione di stimoli uditivi
q Memorizzare liste di parole
q Riconoscere e discriminare sillabe
q Dare un giudizio su parole legali o illegali (non-parole)
q Dare un giudizio sulla grammaticalità di alcune frasi
q Ascolto dicotico: utilizzato per valutare la lateralizzazione funzionale
emisferica della comprensione degli aspetti uditivi del linguaggio
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
Compiti basati sulla presentazione di stimoli uditivi
L’ascolto dicotico
q Simultanea presentazione di stimoli uditivi diversi dalle due orecchie
q Il soggetto deve ripetere oralmente gli stimoli presentati o
‘ombreggiare’ (shadowing), ovvero ripeterle simultaneamente mentre le
percepisce.
q Ciascuno dei due stimoli viene elaborato bilateralmente, ovvero sia dalla
corteccia uditiva ipsilaterale che da quella controlaterale rispetto
all’orecchio stimolato (dove avviene l’elaborazione predominante)
q La via nervosa controlaterale inibisce quella ipsilaterale
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
Compiti basati sulla presentazione di stimoli uditivi
L’ascolto dicotico
Tecniche sperimentali desunte dalla psicolinguistica
Compiti basati sulla presentazione di stimoli uditivi
L’ascolto dicotico
q Normalmente, risposte più accurate sono fornite per stimoli presentati
all’orecchio destro (e quindi elaborati nell’emisfero sinistro =
lateralizzazione emisferica)
q Aspetti non linguistici (ad es. l’emozione veicolata dalla modulazione
della voce) sembrano essere processati meglio se lo stimolo è presentato
all’orecchio sinistro ed elaborato dall’emisfero destro
Neuroimaging funzionale
Queste tecniche consentono di ‘vedere’ quali aree del cervello si attivano
mentre il soggetto svolge diversi compiti, e per quanto tempo
q Tecniche che registrano l’attività neurale elettrica/elettromagnetica
1. Elettroencefalografia (EEG)
2. Magnetoencefalografia (MEG)
q Tecniche che registrano l’attività metabolica del cervello
3. Risonanza magnetica funzionale (fMRI)
4. Tomografia ad emissione di positroni (PET)
Tecniche di neuroimaging funzionale
1. Elettroencefalografia (EEG)
I tessuti del cervello, del cranio e della cute conducono la corrente elettrica
generata dall’attività sinaptica:
q È possibile posizionare degli elettrodi sullo scalpo che
misurino il potenziale corticale dei gruppi di neuroni
sottostanti (= il segnale elettrico da essi generato)
Tecniche di neuroimaging funzionale
1. Elettroencefalografia (EEG)
Caratteristiche di questa tecnica:
q Elevatissima risoluzione temporale (ordine dei msec)
q Bassa risoluzione spaziale (10-20 mm)
q Utile per valutare le dinamiche temporali
del processamento linguistico
Tecniche di neuroimaging funzionale
1. Elettroencefalografia (EEG)
I potenziali elettrici registrati vengono sincronizzati con la comparsa di
un determinato stimolo (visivo o uditivo):
q La comparsa dello stimolo causa l’attivazione di certi gruppi di neuroni
nelle aree deputate alla sua elaborazione
q Si analizzano le modificazioni dell’andamento EEG collegate alla
presentazione dello stimolo ( > Event Related Potentials, ERP)
Tecniche di neuroimaging funzionale
1. Elettroencefalografia (EEG)
Degli ERP si misurano:
q la valenza (P/N = positiva/negativa)
q l’ampiezza del picco d’onda
q la latenza (=durata) dell’onda
q la loro distribuzione sullo scalpo
q il tempo intercorso dalla somministrazione dello stimolo
Codifica degli ERP:
Es. P100: potenziale positivo comparso 100 msec dopo l’apparizione dello stimolo
Tecniche di neuroimaging funzionale
2. Magnetoencefalografia (MEG)
Come l’EEG, la MEG analizza l’attività elettrica di gruppi di neuroni, ma
registra anche le variazioni nei campi magnetici negli spazio
intracellulari dei neuroni piramidali
Tecniche di neuroimaging funzionale
2. Magnetoencefalografia (MEG)
Come l’EEG, la MEG analizza l’attività elettrica di gruppi di neuroni, ma
registra anche le variazioni nei campi magnetici negli spazio
intracellulari dei neuroni piramidali
q Ha una migliore risoluzione spaziale (5-10 mm)
q Si analizzano i campi magnetici collegati ad eventi ( > Event Related
Fields, ERF)
Tecniche di neuroimaging funzionale
3. Risonanza magnetica funzionale (fMRI)
Permette di osservare l’anatomia strutturale del cervello e l’attività dei
tessuti cerebrali durante lo svolgimento di compiti cognitivi
Caratteristiche di questa tecnica:
q Altissima risoluzione spaziale (< 2mm)
q Bassa risoluzione temporale
(ordine dei secondi)
https://wiki.ucl.ac.uk/display/BECS/Physiology+of+fMRI+Brain+Imaging
Tecniche di neuroimaging funzionale
3. Risonanza magnetica funzionale (fMRI)
q I nostri tessuti sono permeati d’acqua
q L’idrogeno, in condizioni normali, è dotato di carica positiva e in
movimento, e genera un campo magnetico
q Il soggetto viene introdotto nel body scanner
q Esposti a un campo magnetico forte, i nuclei di idrogeno si allineano in
direzione di quel campo
q Un radiotrasmettitore emette onde radio che rompono l’allineamento del
campo magnetico e i protoni si allineano nuovamente col campo magnetico
principale, emettendo un segnale radio di intensità variabile che decade
col tempo
Tecniche di neuroimaging funzionale
3. Risonanza magnetica funzionale (fMRI)
q La stessa procedura viene ripetuta più volte mentre il soggetto è
impegnato in compiti cognitivi
q Le aree più attive sono caratterizzate da un maggiore afflusso di sangue
q Le misurazioni variano dunque al variare del livello di ossigenazione del
sangue (Blood Oxygenation Level Dependent: BOLD)
http://www.neuroscientificallychallenged.com/glossary/functional-magnetic-resonance-imaging-fmri/
Tecniche di neuroimaging funzionale
4. Tomografia ad emissione di positroni (PET)
q È una tecnica invasiva: vengono iniettati nel soggetto degli isotopi
radioattivi che emettono positroni
q Incontrando gli elettroni dei tessuti, i positroni emettono raggi gamma,
che vengono rilevati ed elaborati
q Le immagini degli organi vengono riprodotte su un monitor
q Come la fMRI, si basa sul fatto che le aree più attive del cervello
richiedano un maggior afflusso di sangue: permette di osservare in quali
aree cerebrali la sostanza iniettata nel sangue sia più presente mentre il
soggetto esegue dei compiti cognitivi
La stimolazione magnetica transcranica (TMS)
Tecnica con cui si provocano in totale sicurezza delle lesioni virtuali,
temporanee e reversibili
q Viene posizionata sullo scalpo una bobina che genera un campo
magnetico forte e localizzato
q Gli impulsi magnetici inviati a una data area della corteccia cerebrale
interferiscono con la sua normale attività neurale e provocano una
risposta fisiologica
Es. stimolare la corteccia motoria primaria
causa contrazione dei muscoli della mano; è
possibile indurre una cecità temporanea
stimolando la corteccia visiva primaria; ecc.
https://www.bostonglobe.com/lifestyle/2016/04/18/tracking-risks-and-rewards-transcranial-magnetic-stimulation/VrM0JhIpWgMPDXe2sbyFpI/story.html
La stimolazione magnetica transcranica (TMS)
Tecnica con cui si provocano in totale sicurezza delle lesioni virtuali,
temporanee e reversibili
q Viene posizionata sullo scalpo una bobina che genera un campo
magnetico forte e localizzato
q Gli impulsi magnetici inviati a una data area della corteccia cerebrale
interferiscono con la sua normale attività neurale e provocano una
risposta fisiologica
q La TMS interferisce anche con l’elaborazione del linguaggio
La stimolazione magnetica transcranica (TMS)
Vantaggi:
q Evita il problema della plasticità e della possibile riorganizzazione
funzionale delle aree cerebrali a seguito di lesioni naturali
q Evita il problema dell’estensione delle lesioni naturali
q Lo stesso soggetto può essere sia sperimentale che di controllo
Limiti:
q È impossibile stimolare aree sottocorticali
q Si conoscono ancora poco i meccanismi alla base della stimolazione
magnetica dei tessuti neurali, perciò spesso l’interpretazione dei risultati
non è sicura