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Piccoli atei crescono è il ti- tolo dell‘ultimo libro di Franco Garelli, sociologo della religione dell‘Univer- sità di Torino, che ha rac- colto in un volume i risultati di una ricerca sul rapporto che i giovani tra i 18 e i 29 anni intrattengono con la religione e la fede. Il titolo fa pensare a un‘espansione di quella che qualche anno fa è stata chiamata una “ge- nerazione incredula”. Le cose non stanno così e il fe- nomeno è più complesso, come dimostra lo stesso sottotitolo del libro che re- cita “Davvero una genera- zione senza Dio?”. Il mondo della fede o della non fede giovanile, infatti, è piutto- sto articolato e i confini tra le due sfere sono assai poro- si. Dalla ricerca viene fuori che solo la metà dei giovani intervistati si riconosce in questa definizione. Sul pia- no della frequenza alla mes- sa domenicale il 13% ri- sponde di frequentare ogni settimana, e un 12% dice di frequentare almeno una volta al mese. Dunque, “non un tracollo”, secondo Garelli, ma una secolarizza- zione “dolce”, che procede lentamente, lungo un decli- vio che dura da oltre qua- rant’anni. Mentre ne trat- teggia il panorama, l‘autore si chiede anche se l’indiffe- renza religiosa non sia, per più d’un aspetto, una moda culturale, per concludere che anche il fattore moda certamente ha il suo peso. I percorsi della socializzazio- ne religiosa hanno esiti di- versi: tra i giovani, l‘autore distingue gli alieni (allergici a ogni discorso religioso), i secolarizzati (che riducono la fede a un fatto intimo), i naufraghi (che hanno ab- bandonato il mondo reli- gioso in cui un tempo ave- vano creduto), gli intermit- tenti (dubbiosi o instabili) e i convinti (che aderiscono totalmente, almeno nelle intenzioni, ai principi in cui credono. C’è anche chi pre- tende di “ballare da solo”, lontano dalla chiesa, non da Francesco, e chi desidera stare con un prete “per chiacchierare”. La religione “a modo mio”, o “fai da te” l‘aveva chiamata Garelli in una precedente inchiesta, riferendosi a una tendenza, molto diffusa anche tra gli adulti, che non accetta in blocco i contenuti della fede ma sceglie: Dio sì, la Chiesa no, per esempio. Nella metà dei giovani che si riconosco- no “increduli” il sentimento religioso si esprime per lo più nella propria interiorità personale, passando da una dimensione verticale (lo sguardo alla trascendenza) ad una orizzontale (la ricer- ca di un’armonia persona- le). Dice una ragazza: “Cer- chiamo di trovare le rispo- ste dentro di noi piuttosto che cercarle nella fede”. GALLURA Periodico della Diocesi di Tempio-Ampurias fondato nel 1927 & NGLONA N. 9 - Anno XXV - 10 maggio 2017 - Nuova serie - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Sassari - 1,00 L’editoriale di Tomaso Panu Piccoli atei crescono? Mese mariano Maria, donna dell’unità I l mese di maggio è dedicato al- la devozione di Maria, madre di Gesù e madre di tutti i bat- tezzati. Maria invita all’adorazione del Dio vivente, alla conversione del cuore, alla preghiera incessan- te per la pace e per la conversione dei peccatori, con l’invito a fare della propria esistenza un rendi- mento di grazie oltre che vivere e testimoniare la fede. Non manca- no nella nostra diocesi le occasioni per venerare Maria, Madre com- passionevole, che vuole incorag- giarci ad un cammino sincero e perseverante in ordine alla salvez- za e alla visione eterna del volto di Dio. Maria, che nella sua vita e nel suo servizio a Cristo ha ben cono- sciuto il dolore, espanderà il suo amore compassionevole su quanti la invocano. pag. 3 San Teodoro, successo per “Don’t touch my brain” Importante manifestazione contro la violenza sulle donne a San Teodoro. Per l’occasione si sono ritrovati, artisti, scrittori, studenti e tanta gente comune Giornata dei ministranti a Martis Grande successo a Martis per la giornata dei ministranti. La cele- brazione è stata presieduta da mons. Sebastiano Sanguinetti. Giro d’Italia nell’Isola Grande folla per la carovana su due ruote che ha invaso l’Isola. Per l’occasione le città, le piazze e le vie si sono tinte di rosa. Nuova nomina in Caritas Don Marco Bilewski è il nuovo vice direttore della Caritas diocesana e il nuovo presidente dell’associazione “Voce Amica”. pag.6 pag.10 pag.11 pag.16

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Piccoli atei crescono è il ti-tolo dell‘ultimo libro diFranco Garelli, sociologodella religione dell‘Univer-sità di Torino, che ha rac-colto in un volume i risultatidi una ricerca sul rapportoche i giovani tra i 18 e i 29anni intrattengono con lareligione e la fede. Il titolofa pensare a un‘espansionedi quella che qualche annofa è stata chiamata una “ge-nerazione incredula”. Lecose non stanno così e il fe-nomeno è più complesso,come dimostra lo stessosottotitolo del libro che re-cita “Davvero una genera-zione senza Dio?”. Il mondodella fede o della non fedegiovanile, infatti, è piutto-sto articolato e i confini trale due sfere sono assai poro-si. Dalla ricerca viene fuoriche solo la metà dei giovaniintervistati si riconosce inquesta definizione. Sul pia-no della frequenza alla mes-sa domenicale il 13% ri-sponde di frequentare ognisettimana, e un 12% dice difrequentare almeno unavolta al mese. Dunque,“non un tracollo”, secondoGarelli, ma una secolarizza-zione “dolce”, che procedelentamente, lungo un decli-vio che dura da oltre qua-rant’anni. Mentre ne trat-teggia il panorama, l‘autoresi chiede anche se l’indiffe-renza religiosa non sia, perpiù d’un aspetto, una modaculturale, per concludere

che anche il fattore modacertamente ha il suo peso. Ipercorsi della socializzazio-ne religiosa hanno esiti di-versi: tra i giovani, l‘autoredistingue gli alieni (allergicia ogni discorso religioso), isecolarizzati (che riduconola fede a un fatto intimo), inaufraghi (che hanno ab-bandonato il mondo reli-gioso in cui un tempo ave-vano creduto), gli intermit-tenti (dubbiosi o instabili) ei convinti (che aderisconototalmente, almeno nelleintenzioni, ai principi in cuicredono. C’è anche chi pre-tende di “ballare da solo”,lontano dalla chiesa, non daFrancesco, e chi desiderastare con un prete “perchiacchierare”. La religione“a modo mio”, o “fai da te”l‘aveva chiamata Garelli inuna precedente inchiesta,riferendosi a una tendenza,molto diffusa anche tra gliadulti, che non accetta inblocco i contenuti della fedema sceglie: Dio sì, la Chiesano, per esempio. Nella metàdei giovani che si riconosco-no “increduli” il sentimentoreligioso si esprime per lopiù nella propria interioritàpersonale, passando da unadimensione verticale (losguardo alla trascendenza)ad una orizzontale (la ricer-ca di un’armonia persona-le). Dice una ragazza: “Cer-chiamo di trovare le rispo-ste dentro di noi piuttostoche cercarle nella fede”.

GALLURAPeriodico della Diocesi di Tempio-Ampurias fondato nel 1927

& NGLONAN. 9 - Anno XXV - 10 maggio 2017 - Nuova serie - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Sassari - € 1,00

L’editorialedi Tomaso Panu

Piccoli atei crescono?

Mese marianoMaria, donna dell’unità

Il mese di maggio è dedicato al-la devozione di Maria, madredi Gesù e madre di tutti i bat-

tezzati. Maria invita all’adorazionedel Dio vivente, alla conversionedel cuore, alla preghiera incessan-te per la pace e per la conversionedei peccatori, con l’invito a faredella propria esistenza un rendi-mento di grazie oltre che vivere etestimoniare la fede. Non manca-

no nella nostra diocesi le occasioniper venerare Maria, Madre com-passionevole, che vuole incorag-giarci ad un cammino sincero eperseverante in ordine alla salvez-za e alla visione eterna del volto diDio. Maria, che nella sua vita e nelsuo servizio a Cristo ha ben cono-sciuto il dolore, espanderà il suoamore compassionevole su quantila invocano. pag. 3

San Teodoro, successo per “Don’ttouch my brain”Importante manifestazione contro la violenza sulle donne a San Teodoro.Per l’occasione si sono ritrovati, artisti,scrittori, studenti e tanta gente comune

Giornata deiministranti a MartisGrande successo a Martis per la giornata dei ministranti. La cele-brazione è stata presieduta damons. Sebastiano Sanguinetti.

Giro d’Italianell’IsolaGrande folla per la carovana su dueruote che ha invaso l’Isola.Per l’occasione le città, le piazze e le vie si sonotinte di rosa.

Nuova nomina in CaritasDon Marco Bilewski è il nuovo vice direttore della Caritas diocesanae il nuovo presidentedell’associazione “Voce Amica”.

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N. 9 Anno XXV 10 maggio 2017

GALLURAANGLONA& var ie2

Nuova Serie

Aut. Trib. Tempio Pausania n. 4del 21-12-1960

Proprietà:Diocesi di

Tempio-Ampurias

AmministratoreGavino Fancellu

Direttore responsabile:don Giovanni Sini

[email protected]

Condirettore:Daniela Astara

Redazione:Franco Fresi

Andrea MuzzedduGiuseppe Pulina

Gianni SattaPietro ZannoniTomaso Panu

Gavino Fancellu

AbboNAMeNTi 12 MeSi

ITALIAordinario € 20,00

sostenitore € 30,00benemerito € 50,00

ESTERO+ spese di spedizione

HANNo collAborATo

Sebastiano SanguinettiTomaso Panu - Gianni Sini

Daniela Astara - Miuccio DemontisSantino Cimino - Marella GiovannelliFilippo Sanna - Antonio Impagliazzo

Angela Paolini - Antonella SeddaDanilo Sias - Mario Cannas

Donatella Sini - Valerio BaresiPaolo Pala - Roberto SpanoLetizia Fraschini - Luigi Agus

Maria Antonietta Mazzone

PubbliciTà

Istituzionali: -20%Promozionali: -25%

Prima pagina: a modulo € 15,00Ultima pagina

(solo riquadri settori commerciali)a cmq € 1,00

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I prezzi sono al netto di IVA.

La Redazione si riserva la facoltà di rifiutare

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07029 Tempio Pausaniac. P. 183 - c. c. P. n.11733078

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Questo numero di Gallura & Anglonaè stato consegnato alle Poste, per la

spedizione, l’11 maggio 2017.

NOTIZIE SUL PAPA

NOTIZIE DAL MONDO

NOTIZIE DALLA SARDEGNA

Papa Francesco a Fatima in occasione del centenario delle apparizioniIl 12 e 13 maggio Papa Francesco si recherà a Fatima per un viaggio apostolico internazionale. Ildirettore della sala stampa Greg Burke, illustrando il programma della due giorni, ha annunciatoche il Pontefice sarà accolto dal sacerdote più anziano del Portogallo: 104 anni. Prima della Mes-sa, in programma alle 10, all’aperto il Papa entrerà in basilica per pregare sulla tomba dei duebeati, Francesco e Giacinta Marto. Dopo la Messa, la benedizione con il Santissimo ai malati. Alle12.30, con la “papamobile”, il Papa tornerà a casa per il pranzo con i vescovi del Portogallo e il se-guito. Subito dopo, il Pontefice compirà un percorso con la “papamobile” in piazza e per una par-te della strada verso la base militare. Incontrerà poi il presidente del Portogallo. Circa un milionei fedeli attesi.

«Il Papa della pace in un Egitto di pace»L’abbraccio, sincero e commosso tra PapaFrancesco e Ahmad al-Tayyib in terra d’ Egit-to è stato segno di speranza per il dialogo in-terreligioso tra cristiani e musulmani. Unviaggio intenso all’insegna della promozionedella pace, durante il quale il Pontefice ha sot-tolineato: “Viviamo sotto il sole di un unicoDio misericordioso, in questo senso possiamodunque chiamarci gli uni gli altri fratelli e sorelle perché senza Dio la vita dell’uomo sarebbe co-me il cielo senza il sole”. È una visita “storica”, ha riconosciuto il Grande Imam di Al-Azhar, Ah-mad al-Tayyib, perché avviene “in un momento di pace perduta, ricercata da popoli, nazioni egenti in fuga dai propri Paesi”. Il viaggio è anche stato l’occasione per Papa Francesco per incon-trare il patriarca Tawadros II. Insieme hanno affermato la volontà di andare avanti nel camminoverso la piena unità. Sull’attentato subito dalla comunità lo scorso mese di dicembre il Papa hadetto: “Come unica è la Gerusalemme celeste, unico è il nostro martirologio, e le vostre sofferenzesono anche le nostre sofferenze”.

Trump incontra Papa Francesco in Vaticano il 24 maggio Papa Francesco riceverà il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, mercoledì 24maggio 2017, alle 8.30 nel Palazzo Apostolico. Incontrerà inoltre il card. Pietro Parolin, Segreta-rio di Stato, accompagnato da mons. Paul Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Disordini in Venezuela Il Venezuela sta vivendo un difficile periodo di crisi economica. Nei giorni scorsi il dissenso neiconfronti del governo è sfociato in violenza e morti. Uno dei leader degli studenti protagonistidelle proteste Juan Lopez, 28 anni, è stato ucciso portando in un mese di manifestazioni il totaledelle vittime a 34.

Pakistan, nuovo rinvio per Asia BibiNuovo rinvio in Pakistan per il caso di Asia Bibi, la donna cristiana in carcere dal 2010 con l’ac-cusa di blasfemia. L’udienza, prevista per la prima settimana di giugno avrebbe dovuto confer-mare o meno la sentenza di condanna a morte, comminata nel 2014 e sospesa nel 2015. Come lei,dagli anni ’80, circa 1300 persone sono state coinvolte dalla legge sulla blasfemia, che prevedel’ergastolo per chi offende il Corano e la pena di morte per chi offende Maometto.

Sant’Efisio, grande festa a CagliariSciolto anche quest’anno il voto a Sant’Efisio. Grande partecipazione dei fedeli provenienti datutta l’isola per una celebrazione che si ripete da 361 anni.

Licenziamenti al sugherificio Ganau di TempioGrande preoccupazione in Gallura per i 79 licenziamenti al sugherificio Ganau. Gli operai, loscorso 5 maggio, sostenuti dalle sigle sindacali, sono scesi in piazza e hanno dato vita a una gior-nata di sciopero all’esterno della fabbrica per chiedere alla politica un intervento sul settore e lacassa integrazione.

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3pr imo p iano GALLURAANGLONA&N. 9 Anno XXV 10 maggio 2017

Maggio, il mese dedicato allaMadonna è molto caro alla pietàpopolare. In molte parrocchie,comunità varie, ma anche inmolte famiglie, sul retaggio ditradizioni religiose ormai con-solidate, continuano a far dimaggio un/il mese “Mariano”.Si moltiplicano iniziative liturgi-che, pastorali, catechetiche! Sipensi solo a quante feste sono incalendario in questo mese, condiversi titoli , nelle nostre comu-nità e hanno come titolare laBeata Vergine Maria. Se andia-mo un tantino indietro nel tem-po, ricordiamo l’amatissimo Pa-pa San Giovanni Paolo II, nelsuo pontificato, potremmo direche uno dei fili conduttori è pro-prio la devozione alla mammadi Gesù! Il “motto” del suo mini-stero “Totus tuus” espressionemonfortana è sintomatica delsuo completo abbandono nellabraccia di Maria di Nazareth . IlPapa San Giovanni Paolo II hasempre desiderato che ogni cre-dente “possa servirsi” di Mariaper arrivare più velocemente aCristo. Maria è infatti, come re-cita un antico inno, la “Stella del

mare” colei che nella navigazio-ne della fede ci aiuta a non per-dere mai l’orientamento e a vi-rare sempre verso Gesù. A so-stegno del grande amore di Ka-rol Wojtyla per Maria, ho trova-to spigolando qua e là una frasetratta da un suo libro autobio-grafico “Dono e Mistero” dovescrive: «Ci fu un momento in cuimisi in qualche modo in discus-sione il mio culto per Maria rite-nendo che esso, dilatandosi ec-cessivamente, finisse per com-promettere la supremazia delculto dovuto a Cristo. Mi venneallora in aiuto il libro di San Lui-gi Maria Grignon Montfort cheporta il titolo di “Trattato dellavera devozione alla Santa Vergi-ne”, - fu così che il Papa polaccosi rese conto - che non solo, Ma-ria ci conduce a Cristo, ma cheanche Cristo ci conduce a suaMadre» ( Dono e Mistero pp37,38). Per riprendere il discor-so sul mese di maggio, o meglio,per capire del perché maggio enon giugno o luglio o… il Cardi-nale John Henry Newman offrevarie ragioni, del perché mag-gio. Nel suo libro postumo “Me-ditazioni e Devozioni” scrive:«La prima ragione è perché è il

tempo in cui laterra esplode intenero fogliame everdi pascoli, do-po le gelate e imesi invernali el’atmosfera rigi-da, il vento vio-lento e la piog-gia». Un altro autore, come Vit-torio Messori, vede in questamanifestazione di religiositàpopolare mariana un’altra cri-stianizzazione di una celebra-zione pagana e cioè la dedica-zione del mese alle dee della fe-condità: in Grecia, Artemisia, aRoma Flora, maggio, del resto,deve il suo nome alla dea dellaprimavera Maia! Allora questagiovinetta di Nazareth, la gio-vane del “sì” eterno e sicuro,come la immaginiamo? Perso-nalmente, la immagino così,come una di casa, che parlatranquillamente con noi, sicu-ramente esperta di tradizioniantiche e di usanze popolari.Con gli abiti del nostro tempo,che non mette soggezione anessuno. Che lavora nelle fac-cende domestiche, Donna diogni età, a cui tutte le donne,quale sia la stagione della loro

vita, possono sentirsi vicine. Laimmagino giovane tra i giovani,che rientra con le amiche e gliamici festanti, gioiosi e chiac-chieroni dalle nostre spiaggecon negli occhi lo smeraldo delnostro fantastico mare. La im-magino, spartire con noi, dagiovane donna, momenti di fe-sta e di lacrime. E allora, caraSignora del mese di maggio, fache possiamo sentirti semprepiù vicina ai nostri problemi,non come Signora che viene dalontano a sbrogliarceli con lapotenza della sua grazia oquando ti invochiamo sino allanoia con quelle giaculatorie.Ma vienici incontro e accoglicicome Mamma che conosce inostri limiti, i nostri guai e cistringi tutti nel tuo amorevoleabbraccio di Mamma celestepronta ad aiutarci a riparare lenostre malefatte.

Maria e il mese di maggiodiacono Miuccio Demontis

Altare con simulacro della Verginea Luogosanto

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N. 9 Anno XXV 10 maggio 2017

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Un trentennale come questonon poteva passare in sordina!E così trenta candeline sonostate spente per un complean-no speciale, quello della Frisa-ia che a Trinità d’Agultu nonsolo si identifica come unadelle zone geografiche più ca-ratteristiche e dalla formidabi-le posizione panoramica, mada ben sei lustri costituisce iltitolo del giornale parrocchia-le entrato ormai in tutte le ca-se della comunità locale, e nonsolo. Dal taglio specificata-mente religioso, la Frisaia sidistingue altresì per la sua at-tenzione ad altri significativifronti, come quello civile conevidenti richiami alla storiaantica e attuale del popolo, al-la sua cultura, alle sue consoli-date tradizioni, guardandocon orgoglio alle profonde in-novazioni generate sopratuttodalla vocazione profondamen-te turistica della costa. A volerdare prominenza a tale eventosono stati soprattutto i com-ponenti della redazione, saggicustodi del periodico, realiz-zando per l’occasione un nu-mero straordinario col qualehanno raccolto bellissime pa-gine del passato risvegliandonella mente e nell’animo dellagente emozioni ed edificantiricordi. Alle 17 è stata celebra-ta una messa di ringraziamen-to. E’ stata una liturgia molto

sentita e particolarmente ani-mata grazie alle struggentimelodie delle diverse corali in-vitate, il coro delle voci bian-che guidato da Chiaretta Mu-roni, il coro polifonico delmaestro Fabrizio Ruggero e ilcoro Gabriel di Tempio soste-nuto dalle inconfondibili vocidi Luigino Cossu e GiovanniPuggioni. La serata è stata com-pletata con onore nel salonedell’auditorium con interventidai profili più diversi, intro-dotti giustamente dalla inte-ressante sintesi del direttoredon Gianni Sini che ha com-mentato l’evolversi della rivi-sta, unitamente alla preziosacollaborazione delle istituzio-

ni e del paese, sottolineandoi momenti rosei e anche fati-cosi del percorso. Altri com-ponenti della redazione han-no poi rammentato il validis-simo contributo di coloro chenel campo della dattilografia,del formato, del meravigliosouniverso fotografico hannoreso la Frisaia uno strumentodi lettura da molti invidiato,insieme, ovviamente e fon-damentalmente, al contenu-to degli articoli. Hanno pre-senziato alla commemora-zione figure di alto spessoreculturale appartenenti al va-sto territorio gallurese e fe-deli collaboratori del bime-strale. Una giornata quella di

sabato 29 aprile caratterizza-ta, pertanto, da una magnifi-ca cornice allegra e festosa,intervallata anche dai cantipopolari e da simpatiche poe-sie che hanno narrato la gran-de storia fatta dalla Frisaia. Edal momento in cui la carat-teristica della storia più verae autentica è quella della con-tinuità, l’augurio da tutti sin-ceramente formulato è che ilnostro giornale non avvertamai sintomi di tramonto, macontrariamente si diffondasempre più con il supporto dinuove leve incoraggiate dal-l’appassionato e lodevole la-voro degli encomiabili pre-decessori.

Tutti con il naso all’insù. A vedereGiove, Saturno, le stelle doppie,gli ammassi stellari, le nebulose

e alcune galassie. Sabato 20 maggio ilmonte Limbara sarà centro di interessescientifico per la presenza di un osser-vatorio astronomico. L’associazioneAstrofili Sardi infatti, su invito dell’as-sociazione no profit “Gallura da Valo-rizzare” si metterà a disposzione perraccontare e spiegare il cielo. Un’occa-sione imperdibile per conoscere e sco-prire i fenomeni celesti, il sistema diorientamento in cielo con la ricercadella stella Polare. A partire dalle 18 e30 si potrà partecipare a una conferen-za con video-proiezione di una serie diimmagini riguardanti le migliori foto-grafie astronomiche riprese dai sociastrofili, che saranno commentate e il-lustrate con la spiegazione del sistema

solare e dell’Universo. Seguirà poi unafrugale cena e dalle ore 21,30 inizieran-no le osservazioni del pianeta Giove,grazie all’ausilio di diversi telescopi, vi-sibile in prima serata. Poi si osserve-ranno le stelle doppie, gli ammassi stel-lari, le nebulose e alcune galassie fra lepiù luminose. Verso le ore 23,00 saràpossibile infine, osservare anche il sor-gere del pianeta Saturno, purché non cisiano impedimenti naturali per l’osser-vazione dell’orizzonte di Sud-Est. Leosservazioni si protrarranno fino alle24. Per l’occasione “Gallura da Valoriz-zare” ha pensato anche a diverse attivi-tà collaterali a partire dalla mattina.Per ulteriori informazioni e iscrizioni sipuò consultare il sito dell’associazionewww.galluradavalorizzare.com E’ pro-babile che l’evento venga replicato ilprossimo 29 luglio.

Il trentennaledi Santino Cimino

Per la prima volta sul monte Limbara un osservatorio astronomico

Buon compleanno FrisaiaI collaboratoridella Frisaia

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Suor Luigia Leoni, (Bultei,1940) figlia unica e orfana dipadre dall’età di 14 anni, da pic-cola sognava una famiglia conmolti figli. Ma il disegno di Dioper lei si è manifestato proprioquando iniziava una conoscen-za con un ragazzo, “sentivo ilmio cuore in gabbia”. La sua vo-cazione, contestata in famiglia ein parrocchia, avvertita alla finedegli studi superiori, può real-izzarsi nel luglio del ‘62 a 22 an-ni, nel suo cuore è chiara lavolontà di dedicarsi intera-mente a Gesù e offrire la sua vi-ta per la santificazione dei sac-erdoti. In un primo momentopensa alla clausura. L’incontrocon Padre Vico però le mostreràpiù nitidamente il disegno diDio per lei: le suore Figlie diGesù Crocifisso, fondate pro-prio da Padre Vico. Da allora haricoperto numerosi incarichi indiocesi e nella congregazione:insegnante di latino e greco alclassico di Olbia e Tempio; per25 anni segretaria diocesanadelle religiose, per 26 anni di-rettrice della Caritas dioce-sana, per 5 anni delegata re-gionale e membro del consigliodi presidenza di Caritas ital-iana. La incontria mo a Tem-pio, nella loro casa Madre, ciracconta com’è nata la sua vo-cazione, il servizio alla Chiesain questi anni, le gioie e le sof-ferenze di mettersi a dispo-sizione dei poveri.

Come è cambiato il ruolodella Caritas nel corso diquesti anni?«I carisma e il compito affidatoledalla Chiesa è immutato, cam-biano le modalità di incar-nazione. Prima la formazioneera centralizzata, poi nel corsodegli anni le delegazioni region-ali hanno acquistato molte com-petenze ed è stato loro demanda-to l’aspetto formativo e operati-vo, pur rimanendo costante-mente legate al nazionale. L’ideacentrale è rimasta la stessa: lacaritas non è volontariato, è l’or-ganismo ufficiale della Chiesa,per la pastorale della Carità chedeve aiutare il popolo ad esserepopolo di “carità”. Quando nel’90, iniziai il mio servizio in Car-itas non c’erano ancora i centridi ascolto e l’osservatorio delle

povertà e delle risorse, quandovennero istituiti si rivelarono finda subito due strumenti moltoutili. Ricordo che l’allora diret-tore della Caritas italiana mons.Giuseppe Pasini e il Vescovodiocesano mons. Pietro Melonimi ripetevano: “Non risparmiaremai per la formazione”.

È stata direttrice Caritasdella diocesi di TempioAmpurias per tanti anni,che cosa le rimane diquegli anni?«Sono stati anni pieni, belli, alservizio dei poveri. Con mo-menti dolorosi. La morte ad es-empio di Antonio Sircana eRoberto Bazzoni mi fa ancoramolto male. Quando entro aSan Simplicio ho la visione delfunerale. Ricordo che non vole-vo che partissero con quel volo,in attesa di una schiarita nellasituazione politica, ma Antoniomi rassicurava dicendo: “Staitranquilla, ho trovato un volodella PAM gratis”, e quando in-sistevo, diceva: “Non sai qualesituazione c’è in Kosovo, comeaspettano”. L’aereo si è schi-antato contro il monte Piceli.Sono morti in 24!. Ancora mi famale. La loro opera comunqueè stata portata avanti dalla Car-itas e da una fondazione cheporta i loro nomi ed è conosciu-ta in tutto il mondo. Un’altracosa che mi ha segnato, sono ledue alluvioni subite dalla cittàdi Olbia. Frutto dell’attività deicentri di ascolto e dell’Osserva-torio è invece la Fondazione “SSSimplicio e Antonio” per la pre-venzione dell’usura e a sosteg-no delle famiglie».

Come mai le vocazioniarrivano solo dalle chiesegiovani dell’Africa edell’America Latina? È solo un problema diconquista sociale omaggiore disponibilità daparte delle ragazze cheormai non si trova più neipaesi industrializzati? «Da noi è un problema cheriguarda soprattutto la famiglia.Moltissime coppie hanno un so-lo figlio. Quando si hanno duefigli, si pensa che siano già nu-merose. E’ difficile per un figliounico e per la famiglia che facciauna tale scelta di vita In Africacontinuano ad esserci famigliecon molti, Molte anche lì stannodiminuendo, il mondo è ormaiglobalizzato. Poi ricordo che dapiccola si respirava l’humus

cristiano, si parlava di missionie di vita consacrata, adesso que -sto non accade più».

Secondo lei il continenteafricano è pronto peravere un ruolo nellaChiesa?«Penso che i tempi siano ma-turi, ci sono vescovi merav-igliosi. La chiesa ha una grandeimportanza in Africa, spesso èperseguitata. Io conosco di piùla situazione della RepubblicaDemocratica del Congo e delGabon. In Congo la Chiesa haavuto nel tempo una grande ril-evanza, ma ha avuto anchemolti martiri. Il Gabon invece ilgoverno guarda con attenzionee rispetto per la vita della Chie -sa, ma questa soffre per la pe -nuria di preti».

Lei fa parte dellacommissione degli storiciper il processo dibeatificazione del vostroFondatore, il servo di DioPadre Salvatore Vico.Sono state fatte delledeposizioni otestimonianze per la causadi beatificazione di padreVico? Miracoli?«Finora ne sono depositate 20delle 70 previste. E’ stato cos-tituito il tribunale e le com-missioni teologiche o storiche.Sul miracolo si dice che qual-cosa sia stato depositato dalVescovo, ma non c’è nulla diufficiale».

La congregazione neglianni ha mantenuto lostesso carisma o con ilcambiare della società èstato modificato? «Il carisma è lo stesso ma si es-prime in modi diversi. Padre Vi-co si è sempre definito “un op-eraio in ascolto”, le opere sonostate da lui fondate come rispos-ta ad un bisogno del territorio equesto cerchiamo di fare noi og-gi. Il nostro carisma è quello sac-erdotale: la vita offerta per lasantificazione dei sacerdoti, chesi esprime nella collaborazionecol sacerdote, nella evangeliz-zazione e la testimonianza dellacarità. Le parole da sole nonbastano, ma devono essere ac-compagnate da una vita con-sona alla vita consacrata ed es-primersi nel servizio concreto aipiù poveri, quelli di oggi. Anchenoi, come il Fondatore, ci senti-amo “operaie in ascolto” deibisogni della Chiesa e del terri-torio e, come Lui, abbiamo losguardo rivolto al mondo in-tero».

All’inizio si svolgeva un’evangelizzazione neglistazzi della Gallura, cosa èrimasto? «La gente ricorda ancora viva-mente e con affetto le missioni ele suore. È stato il primo approc-cio verso la Chiesa. Anche oggi,quando ci viene chiesta una pre-senza anche temporanea per laevangelizzazione in qualche luo-go non diciamo mai di no».

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L’intervista

di Daniela Astara e Gianni Sini

Suor Luigia Leoni, un angelo della carità

Suor Luigia Leoni

Suor Luigia nell’archivio storico

di Padre Vico a Tempio

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N. 9 Anno XXV 10 maggio 2017

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A volte capita di partecipare a delle inizia-tive che, più di altre, lasciano segni, scuoto-no coscienze, fanno germogliare semi ecreano ponti. E’ successo anche a me, nelcaso specifico di Don’t touch my brain,evento contro la violenza, ideato e organiz-zato da due donne sarde: la fotografa SebFalchi Martinez e l’artista Nietta CondemiDe Felice, maestra nel campo delle arti vi-sive e della tessitura. La manifestazione,partita in California (dove è emigrata la ta-lentuosa Martinez) ha attraversato l’Euro-pa approdando a San Teodoro lo scorso 21aprile dopo aver coinvolto pittori e scultoridi fama internazionale, insegnanti e stu-denti di Nuoro e Olbia, mass media, istitu-zioni e semplici cittadini. Nel centro teodo-rino, Piazza Gallura ha ospitato la parte piùcreativa del progetto, con la realizzazionedi sagome colorate distese a terra, scarperosse e abiti da sposa appesi alle finestre,simboli tanto tragici quanto attuali. “Con lesagome interpretate artisticamente, pienedi colore - hanno dichiarato Nietta e Seb -abbiamo voluto trasmettere un messaggiopositivo; la violenza di genere può esseresconfitta ma ci deve essere un cambiamen-to della cultura e delle coscienze”. Nel po-meriggio Don’t touch my brain , con la for-za delle parole e quella dei numeri, ha chiu-so questa prima edizione nel teatro comu-nale di San Teodoro. Il convegno, incentra-to sul tema La violenza e gli effetti collate-rali sugli affetti e sulla società, ha avutonella giornalista Carmìna Conte una bril-lante coordinatrice che ha portato un con-tributo prezioso sotto forma di dati, a livel-lo sia nazionale, sia locale. In Sardegna, se-condo l’associazione Donna Ceteris, su

cento donne tra i sedici e i settant’anni, cir-ca il 30% è stato vittima di violenza da par-te di un uomo tra le mura domestiche.Dall’Istituto SWG arriva invece un dato na-zionale: negli ultimi dieci anni le donne uc-cise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 inambito familiare, con una media di unadonna uccisa ogni tre giorni e mezzo. Nel2016 sono state 120, di cui 108 in ambitofamiliare. Drammatico anche il problemadelle “vittime secondarie”: in quindici anni1628 bambini orfani di madre per colpa delpadre. Sempre Carmìna Conte ha ricorda-to che “il primo marzo la Camera dei Depu-tati ha approvato all’unanimità la propostadi legge che tutela gli orfani di crimini do-mestici; adesso deve passare al Senato. Laproposta è stata elaborata dall’avvocataAnna Maria Busia, consigliera regionale eresponsabile Giustizia del Centro Demo-cratico. La battaglia è nata con la vicendadi Vanessa Mele, la ragazza di Nuoro, orfa-na di madre assassinata dal padre, quandoaveva 6 anni, che è riuscita a sostituire ilcognome paterno con quello della poveramamma”. L’antropologo Bachisio Bandinuha parlato della particolarità del rapportouomo/donna nella società agropastorale,analizzando in maniera approfondita le ra-dici della violenza di genere che nasce dalladifficoltà dell’uomo nel gestire la sessualitàfemminile. Per la dottoressa Carla Concas,psicoterapeuta e operatrice del Centro An-tiviolenza di Olbia, “la violenza di genere,in tutte le sue sfaccettature, non ha nulla ache vedere con la malattia; si tratta di unfattore culturale talmente profondo chepermea ogni aspetto delle nostre vite. Sia-mo tutte potenzialmente vittime, parlare dimalattie o di disturbi della personalità si-gnifica deresponsabilizzare il maltrattante.Molto importante, quindi, è il lavoro con i

giovani nelle scuole”. Patrizia Desole, pre-sidentessa del Centro Antiviolenza di Ol-bia, si è detta “colpita dalla partecipazionedi tante donne sopravvissute alla violenzagrazie all’arte e pronte a lanciare un mes-saggio così forte per combattere questo in-tollerabile fenomeno a forte rischio di sem-plificazione e banalizzazione”. Desole hapoi ricordato il ruolo fondamentale svoltodai Centri Antiviolenza che si possono aiu-tare anche donando il 5 per mille alle asso-ciazioni che li gestiscono. Molto interes-sante anche l’intervento dell’avvocato Ma-ria Grazia Corrias del Foro di Nuoro. Lasua panoramica è partita dai bambini vio-lati arrivando a toccare anche la delicataquestione della necessità di un riequilibrionell’affidamento dei minori in caso di di-vorzio. Altra protagonista del convegno: lanaturopata Patrizia Cossu che ha sottoli-neato l’importanza dell’educazione allaconsapevolezza intesa come conoscenza disé, delle dinamiche dell’inconscio e deglischemi generazionali che danno l’impron-ta alla nostra vita. La scena è stata poi to-talmente occupata dalle parole della scrit-trice Giovanna Mulas, più volte candidataal Nobel per la letteratura, scampata a tretentativi di omicidio da parte di colui che,allora, era suo marito da oltre dieci anni epadre dei suoi quattro figli, a quel tempotutti minori. La sua struggente testimo-nianza si è chiusa con un appello: “Occorrela denuncia: l’omertà è complice della vio-lenza. Occorre lavorare costantemente “dicultura” su una società malata di indivi-dualismo, superficialità. Occorre, soprat-tutto, che la donna creda in se stessa, inquanto donna: conosca i suoi diritti per es-sere in grado di farli rispettare e, per pri-ma, rispettarli”. Emozionanti e ricchi dipathos i monologhi di Seb Falchi Marti-nez, frutto dell’ascolto di tante donne ol-tre che delle esperienze personali, recitatiin modo magistrale dagli attori GiovanniCarroni e Annalisa Uda. Anche io ho por-tato la mia testimonianza racchiusa in duepoesie autobiografiche intitolate Adole-scenza uccisa e Violenza. A serata conclu-sa, Seb Falchi Martinez e Nietta CondemiDe Felice hanno dichiarato: “Questo è sta-to l’anno zero di Don’t Touch my brainnel senso che ci è servito per capire e mo-nitorare come la comunità poteva acco-gliere attivamente un progetto interattivocome questo. Siamo molto soddisfatte an-che per il riscontro avuto sulla Rete con lapartecipazione di grandi artisti di fama in-ternazionale che hanno aderito con entu-siasmo postando le loro opere sul nostrosito. Il nostro ringraziamento va al Sinda-co di San Teodoro Domenico Mannironi,agli sponsor, ai tanti volontari che hannolavorato dietro le quinte e agli amici che cihanno sostenuto nelle varie fasi dell’even-to. Questo è sicuramente l’inizio di unpercorso che ci vedrà ancora impegnate eunite verso un obiettivo già fissato per il2018: un gemellaggio artistico-culturaletra la California e la Sardegna. Formulavincente non si cambia”.

No alla violenza dagli USA alla Sardegnacon Don’t touch my brain

L’eventodi Marella Giovannelli

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Le continue variazioni clima-tiche e i capricci del meteo nonsono riuscite a fermare l’entu-siasmo dei volontari e nem-meno quello del pubblico cheha partecipato numeroso alla7a edizione del Primo Maggiodi Olbia. Il gruppo di EventiFrizzanti, l’associazione cultu-rale che fin dall’origine dà vi-ta, tema e risorse umane aquesta importante iniziativa,partita in sordina e con unacerta connotazione politica, siè via via accresciuta di conte-nuti, di laicità e di una bellarappresentanza dell’associa-zionismo cittadino nelle suepiù vivaci realtà. Costante lapresenza del sindacato Cgil eCisl - grandi sponsor del-l’evento – ma anche di altrisoggetti, ad esempio il mondodella cooperazione Agci e delleOnlus (SensibilMente, Ass.nePollicino, Las Janas). La gior-nata ha visto i primi volontaricalpestare l’erba del FaustoNoce dal pomeriggio di dome-nica, tecnici a montare il gran-de palco con il service e tuttol’apparato acustico, altri ad al-lestire i punti ristoro e i gaze-bo. Lunedì mattina, di buo-n’ora, il parco si è trasformatoda cantiere di lavori in corsoin accogliente luogo di ritrovoe ricreazione nel quale i tantisoggetti nel presentare, in mo-

do semplice e diretto, leproprie attività, creava-no un clima di calda epiacevole socialità. Frale novità più interes-santi di questa edizionela co-presenza, sotto ununico tetto, di tutte lecinque librerie cittadi-ne (Ubik, Feltrinelli,Per filo e per segno, Li-breria dell’Isola e Co-mixWorld), piccolo mi-racolo di cultura e diunità. Gli stand di AG-CI, CISL e CGIL hannofavorito il dialogo fra lediverse realtà del mon-do del lavoro, facendoincontrare imprendito-ri piccoli e grandi af-frontando – in mododel tutto informale eprivo di conflittualità - ma,anzi, davanti al desco improv-visato hanno parlato di politi-che di impresa, di occupazio-ne, dell’importanza di operareinsieme per ridurre il gap fra ilmondo produttivo e quellodella scuola, della ricerca edell’università. Il pomeriggio,dopo l’incertezza meteo, ha vi-sto rischiararsi il cielo – e cre-diamo non sia un caso – dopola prova microfoni a cura delgruppo gospel Movin On UpGospel Choir, diretto da PinaMuroni, le cui preghiere can-tate sono salite subito in “al-to”. Quindi Tommy Rossy hadato il via al festival dei gruppi

con musica e band dai generipiù disparati, dal reggae alpop, dal rock al rap, dal gospelall’alternative rock. Musicaper tutti con tanti nomi del pa-norama musicale cittadino edel territorio: i File, SoundDriver, Falchi, Coldshade, An-nunaki, I’ve lost my dummy, ilcoro gospel Movin’on up, Rip-tiders e ancora Victor Kwalitye infine Giuliano Rassu. Il Pri-mo Maggio Olbiese, in questianni, ha trasformato il parcoFausto Noce in un grande ra-duno di popolo giovane e me-no giovane. Un felice connu-bio tra impegno sociale, asso-ciazionismo, sport, animazio-

ne, musica di vario genere evalorizzazione di giovani ta-lenti locali. Nelle parole e nel-la testimonianza operativa, diIvana Russu, Elena Caglio,Monica Viglioli e AlessandroMuzzu la certezza di un impe-gno che, nonostante l’indub-bia fatica, si intende prosegui-re innovando sempre formulae programma. L’incontro frale energie positive e propositi-ve della città, nel rispetto dellediverse matrici culturali, e de-gli eventuali differenti schie-ramenti, ci sembra costituiscaun buon viatico per supporta-re i giovani nel difficile percor-so verso l’occupazione.

7at tua l i tà GALLURAANGLONA&N. 9 Anno XXV 10 maggio 2017

Mancano pochi giorniall’avvio della stagionesportiva dello YCCS

e fervono i preparativi per unanno disseminato di competi-zioni e appuntamenti socialiin occasione del cinquantesi-mo anniversario della fonda-zione dello Yacht Club Costa

Smeralda. Una combinazionedi eventi ormai tradizionali cuisi affiancheranno nuovi ap-puntamenti, in un calendariolungo fino a ottobre. “Dopo leregate nella nostra sede carai-bica a Virgin Gorda - la RolexSwan Cup Caribbean e la LoroPiana Caribbean Superyacht

Regatta ha detto Riccardo Bo-nadeo, Commodoro delloYacht Club Costa Smeralda -siamo prossimi all’inaugura-zione di un’intensa stagionesportiva a Porto Cervo ricca dieventi, da quelli ormai partedella tradizione del Club finoad altri riconosciuti a livellointernazionale come appun-tamenti cardine. Allo stessotempo, prenderanno formamolteplici iniziative per cele-brare il nostro cinquantesimoanniversario, come il progettodi sostenibilità One Ocean.Iniziative che contribuiscono asottolineare la tendenza delClub in continua evoluzioneverso i giovani, la vela e il futu-ro”. Riguardo il Forum OneOcean, presentato ufficialmen-te dalla principessa Zahra AgaKhan nel corso dell’annualeconferenza stampa, il Com-modoro aggiunge: “Rappre-senta il momento culminantedegli eventi che il Club ha pen-sato per celebrare il cinquan-

tesimo anniversario. Il pro-getto di tutela ambientale, giàsostenuto dal Partner scienti-fico SDA Bocconi Sustainabi-lity Lab, ha ottenuto il patroci-nio da parte dell’Unesco e sisvolgerà la prima settimana diottobre a Milano.” Il 12 mag-gio, cinquant’anni esatti dallafondazione del Club, si inau-gureranno sia gli eventi in ma-re, con il Vela & Golf, che il ca-lendario sociale delle celebra-zioni per il cinquantesimo. Inquella data è in programma ilprimo momento commemo-rativo della ricorrenza: il 50thAnniversary Day Gala Dinner,che vedrà coinvolti soci e au-torità. Durante la stagione,inoltre, verrà inaugurata lamostra fotografica che rac-conterà un percorso lungocinquant’anni attraverso 50barche che hanno fatto la sto-ria del Club. Uno “Speciale50” che ripercorre i momentistorici del Club è a disposizio-ne sul sito dello YCCS.

Ad Olbia un Primo maggio di socialità, musica, convivialità e cooperazione

L’eventodi Filippo Sanna

Yacht Club Costa Smeralda, alle porte un’intensa stagione

Un momento del concerto del primo maggio a Olbia

Una visione dello Yacht ClubCosta Smeralda dall’alto

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Domenica 30 aprile2017 a La Maddalenasi è celebrata nella

chiesa del quartiere di DueStrade la festa del SantoBambino Gesù di Praga,preceduta dal triduo dipreghiere, alla presenza dinumerosi fedeli. Precedutadai Vespri alle 17,30 è partitadalla chiesa la processione,per le vie del rione, dellastatua di Gesù Bambino diPraga, aperta dal crocifisso edallo stendardo del SantoBambino Gesù. Lungo ilpercorso molti fedeli hannoaddobbato con teli e fiori iloro balconi. La chiesa è statapreparata molto bene con gliaddobbi floreali, unachiesetta che piace a tutti. LaSanta Messa solenne è stataofficiata da don DomenicoDegortes che nell’omelia haricordato come quest’annoricorre l’84° anniversariodella consacrazione dellaChiesa al Bambino Gesù diPraga, che appunto è statainaugurata nell’anno Santo1933, il 17 di aprile, graziealla donazione del terreno daparte della famigliaMarchioni e allacollaborazione della MarinaMilitare ed in particolare delcappellano don PiladeVattangoli, ideatore e

fondatore dellachiesa, e di tutta lacomunità del rioneDue Strade, visto chela chiesa è sorta perrispondere alleesigenze religiose delnuovo quartiere.Quest’anno la festanon si è potutaorganizzare il 17aprile per laconcomitanza dellaPasqua. Per moltianni quella di DueStrade fu anche lachiesa ‘della Marina’,ai cui cappellani ilVescovo concesse dicompiere “le funzionisacre”; era la chiesadei marinai comeindicano d’altrondegli affreschidell’abside del 1936 delpittore militare Armocita: alcentro due angeli affiancanoil simulacro del SantoBambino di Praga, posto inuna nicchia, a sinistra laMadonna del Mare e a destraSanta Barbara, patrona dellaMarina Militare; sono statirestaurati di recente graziealla generosità di unafamiglia che trascorre ormaida anni le ferie estivenell’isola. Sarebbe perciòauspicabile che in futurovengano restaurati anche glialtri affreschi messi allo

scoperto durante i lavori direstauro, S. Antonio, laMisericordia e la Provvidenza.Nel Bambino Gesù c’è umiltàe divinità, c’è la piccolezza ec’è la grandezza. Così avevaprofetizzato il Profeta Isaia“Un bambino è nato per noi,un bambino ci è stato donato,adoriamolo”. Così è la scrittadietro l’altare “Parvulus filiusnatus est nobis, veniteadoremus eum”. La chiesa, haproseguito, non deve esserecostruita però solo di pietrema dalla partecipazione attivadi tutta la comunità che così

diventa veramente chiesa edha ringraziato tutte le personeche si sono adoperate per lemigliorie apportate in questianni per rendere bella questaricorrenza. Ha ricordato comeil bambino Gesù ci insegna adessere umili, piccoli “se nondiventerete come bambininon entrerete nel regno deicieli”. La liturgia è stataanimata dal Coro delBambino Gesù di Praga.Terminata la funzionereligiosa infine c’è stato unfraterno momento conviviale,molto gradito.

Il primo maggio scorso si èsvolta la tradizionale festadella Madonnetta a

Carlotto con l’organizzazionedel Comitato Classe 67. La

Cappella e la statua dellaMadonna hanno accolto imolti fedeli che, nonostante ilcattivo tempo e il ventosferzante, hanno assistito alla

celebrazione della SantaMessa presieduta dal parrocodon Domenico Degortes econcelebrata dal vice parrocodon Davide Mela e dal nostroaffezionato don RobertoAversano e, di seguito,partecipato alla processionein onore della Santa Vergine.La folla è stata testimone delvolteggiare suggestivo di unrosario formato da più dicento palloncini che haresistito alle raffiche delvento innalzandosi in un volototalmente dedicato allaVergine Maria. Un momentoperfetto carico di emozioneche ha voluto significarel’affidamento a Marianell’apertura del meseMariano e che ha coinvolto

tutti i presenti. Il coro SanGiovanni Bosco haaccompagnato con le sue vocii sacerdoti durante lacelebrazione della Messamentre la banda musicaleSan Domenico Savio haseguito la processione dove lastatua della Madonnetta, anoi tanto cara, ha regalato atutti i presenti la suabenedizione. Il restauro delsito per la ricorrenza ha datoun nuovo e suggestivo voltoalla cappella e alla statuadella Madonna, rendendo iltutto un vero capolavorodonato con amore dalcomitato classe 67 edall’artista GianfrancoPastorelli a tutta la comunitàmaddalenina.

La Maddalena, festa patronale alla chiesa del Bambino di Praga

Festa campestre della Madonnetta a La Maddalena

di Antonio Impagliazzo

di Angela Paolini

La processione in onore del Santo Bambino di Praga a La Maddalena

Un momento della celebrazione all’aperto

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Ha riscosso un enormesuccesso l’iniziativa dimusica e solidarietà

denominata” Insieme per laPorziuncola”, tenutasi venerdì21 aprile presso il teatro tendadi Golfo Aranci. L’iniziativa èstata promossa dalla comunità“La Porziuncola” dove operaDon Mirco Barone, con ilcontributo del Comune di GolfoAranci e dell’agenzia spettacoloR&G Music di Olbia. La serata èstata presentata da Giuliano

Marongiu, ma ha visto lapartecipazione di numerosiartisti della tradizione sarda,quali Maria Giovanna Cherchi,Giuseppe Masia, GiuseppeSerra, Federica Navigli, 4 MoriBand, Ammerare, “Giovani inmusica”, Francesca Midulla,Eleonora e Federica. Presenteall’evento il sindaco di GolfoAranci Giuseppe Fasolino, oltreal numeroso pubblico, in largaparte composto da giovani.L’evento si è concluso conl’intervento del sindaco delpaese e i ringraziamenti di don

Mirco Barone, parroco di GolfoAranci che da diversi anni èimpegnato nella guida dellaComunità, che ha espressogrande soddisfazione per labellissima e riuscita serata,ringraziando tutti coloro che sisono prodigati per il felice esitodi un evento tanto significativo,iniziative che risultanofondamentali per portare avantiil progetto della comunità di

orientamento alle scelte di vita,un’esperienza comunitariaquella della Porziuncola, basatasui valori francescani, diaccoglienza, carità econdivisione, che con gli annista crescendo sempre di più enecessita pertanto di ingentirisorse economiche peraffrontare le numeroseproblematiche relativeall’orientamento dei giovani.

9v i ta ecc les ia le - ga l lu ra GALLURAANGLONA&N. 9 Anno XXV 10 maggio 2017

Ogni vocazione nasce sempredalla preghiera e ci interpellatutti diventando allora, semprepiù, attività ordinaria di ognicomunità e di ogni singolo, pic-coli ma importanti segni daiquali potranno nascere nuovechiamate; è questo il fine prin-cipale della giornata di pre-ghiera, silenzio e riflessione te-nutasi domenica 30 aprilepresso il Seminario di TempioPausania, in occasione dell’ul-

timo ritiro (per quest’anno2016/2017) delle zelatrici e chela veglia vocazionale diocesa-na, del 6 maggio a Luogosantoha costituito il culmine e lachiave di volta della prospetti-va vocazionale dell’anno pasto-rale. Un’occasione importantee piacevole dunque, per ritro-varsi, accomunati da una causanobile e urgente: pregare per levocazioni cercando di aderireal progetto di benevolenza cheDio ha affidato ad ognuno, uncompito di custodia e matura-zione della chiamata vocazio-nale, perché si possa risponde-re con generosità alla propriachiamata, al servizio e alla con-sacrazione della vita, un cam-mino che trasforma il nostrosguardo di fede e lo rende ca-pace di riconoscere la bellezza

del Signore. Numerosi i parte-cipanti, provenienti dalle varieparrocchie della diocesi, chehanno seguito con attenzionel’intervento appassionato, del-la relatrice d’eccezione suorFeliciana Moro, Superiora ge-nerale delle Figlie di Gesù Cro-cifisso che ha fornito spunti eargomenti forti ricordando lafigura semplice e luminosa delloro “Padre” fondatore, Salva-

tore Vico, al quale si deve la na-scita dell’Associazione delle ze-latrici, ritenendo necessario af-fiancare un gruppo di donnegenerose che potessero soste-nere il Seminario e che portòun “Fermento di vita nuova”nella diocesi. L’incontro si èconcluso con la Santa Messa diringraziamento, celebrata daDon Paolo Pala, rettore del Se-minario vescovile di Tempio.

La chiesa della Trinita è rima-sta chiusa per lavori per circaun mese. La pioggia e l’umidoavevano rovinato le pareti. Ilpresbiterio, tra gli intonaci ca-denti, mostrava i diversi coloridelle varie imbiancature datealla chiesa in quasi 250 anni.Li avevano messi in evidenza ilavori iniziati dalla Soprinten-denza circa sette anni fa, e nonultimati. I lavori sono staticommissionati dall’Ufficio Be-ni Culturali della Diocesi cheha stanziato 10.000 euro e so-no stati affidati alla ditta RemoSorace, la stessa che rifece lafacciata della chiesa di SantaMaria Maddalena venti annifa. Le ditte che eseguono lavorinelle chiese e negli edifici di in-teresse storico-artistico, han-no bisogno di una qualificaspeciale. In questo caso hapraticato uno scavo intorno al-la chiesa per la canalizzazionedelle acque. Ha poi, intonacatole parti danneggiate, riparato il

tetto ed ha imbiancato tutta lachiesa. La parrocchia a questeopere ha messo a disposizioneun contributo per la pittura di500 euro. Il comitato della Tri-nita, che prima dei lavori si eraadoperato per togliere tutti gliex voto e le griglie che li soste-nevano, è stato sollecito, allafine dei lavori, a rimettere legriglie con gli ex voto e pulirela chiesa tanto che pochi giornidopo si è potuto celebrare per-sino un matrimonio. La comu-nità ringrazia l’Ufficio BeniCulturali della Diocesi per l’at-tenzione che ha avuto per laprima chiesa dell’Isola nell’an-no in cui si celebrano i 250 an-ni della nascita della nostraComunità. L’auspicio è che an-che il Comune possa dare unsuo contributo recuperando ilfinanziamento stanziato dallaprecedente Amministrazionee che potrebbe servire ad ab-bellire il piazzale e pavimenta-re la strada di accesso.

Golfo Aranci, gran successo per ilconcerto di beneficenzaIl ricavato è destinato alla comunità “la Porziuncola” di don Mirco Barone di Antonella Sedda

Tempio, giornata di preghiera per le zelatrici

di AS

La Maddalena, ultimati i lavori alla Trinita

Un momento del concerto a

Golfo Aranci

Suor Feliciana Moro tieneuna riflessione

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GALLURAANGLONA& v i ta ecc les ia le - ga l lu ra10

La comunità teltese è ingiubilo per i suoi santipatroni: Santa Vittoria e

Santa Anatolia. Lo scorso 5,6,7 maggio il comitato delleclassi 1977 e 1992, per l’occa-sione, hanno organizzato unatre giorni di festeggiamenti,religiosi e laici. Particolar-mente sentite dalla popolazio-ne le processioni in onore diSanta Anatolia che si è tenutasabato 6 maggio alle 10 e 30,accompagnata dalla bandamusicale “Michele Columba-

no” di Calangianus e dal grup-po folk “Li Frueddhi Tiltesi”, equella in onore di Santa Vitto-ria che si è tenuta il giorno se-guente, alla quale ha presoparte oltre alla banda musica-le di Calangianus e al gruppofolk di casa anche “La Trinitai”di Trinità d’Agultu. Tutte lecelebrazioni sono state guida-te e presiedute dal parrocodon Javier Aquino. Apprezza-te le esibizioni degli artisti chehanno animato le serate, tra iquali i Cordas et Cannas.

Iversi di Giacomo Murrighi-le, poeta gallurese, recitati erivissuti dagli studenti del

liceo scientifico “Lorenzo Mos-sa” di Olbia hanno dato vita,poco prima di Pasqua, nellachiesa primaziale di San Paoloapostolo a un’emozionante rap-presentazione sacra in dialettogallurese della deposizione delCristo dalla croce. Un avveni-mento di carattere religioso cheassume anche una dimensioneculturale e antropologica. Ilprogetto, proposto agli studentidalle insegnanti di religione,Immacolata Mendola e TeresaGrandi, ha voluto far immerge-re i ragazzi nelle tradizioni sa-

cre del territorio che vede nellapietà popolare la rappresenta-zione sacra della deposizionedel Cristo dalla croce, conosciu-ta con il nome di “S’Iscrava-mentu”. Alla rappresentazionehanno preso parte 11 classi, cir-ca 200 alunni, 8 insegnanti, 3del personale ATA, il dirigenteLuigi Antolini. All’interno delprogetto sono state inserite dueulteriori iniziative: “AIL-Adottaun Uovo”; e “Adotta una Co-lomba”; Nel primo caso sonostate acquistate 118 uova, nelsecondo 30 colombe. In que-st’ultimo caso il ricavato andràalla comunità La Porziuncola didon Mirco Barone.

Grande festa in localitàMaricheddu, a SanTeodoro, dove presto

sorgerà un nuovo santurariodedicato alla Madonna delMonte. Il parroco, donAlessandro Cossu, lo scorso

5 maggio nel luogo dedicatoa Maria ha voluto celebrare,con la comunità una SantaMessa. Nell’occasione è statosistemato anche un altare inpietra. Un’opera iniziata inconcomitanza con la

presenza a SanTeodoro dellaMadonna pellegrinadi Fatima. Ilsimulacro, giunto daRoma, dopo avergirato tuttal’Ucraina è statoaccolto da unapopolo di fedeli infesta che hapreparato l’arrivocon tappeti, drappi,e momenti dicommozione. Lastatua è ripartitadomenica 7 maggiodopo la celebrazionedell’eucaristia delle11.

Telti in festa per Santa Vittoriae Santa Anatolia

Olbia, S’Iscravamentu è rievocato dagli studenti del liceo scientifico

San Teodoro, presto un nuovo santuario in loc. Maricheddu dedicato alla Madonna del Monte

Don Marco Bilewski nuovo vice direttore della CaritasIn data 29 aprile 2017 sua Eccellenza Monsignor Vescovo ha nominato il reverendoDiacono don Marco Bilewski, vice direttore della Caritas Diocesana, e presidentedell’Associazione “Voce Amica”, ad essa collegata. Il primo ufficio è di nuova istitu-zione. Nel secondo ufficio, invece, don Marco subentra al canonico Antonio Tampo-ni, che in data 24 aprile aveva presentato le proprie dimissioni.

Luogosanto, il 28 maggio, pellegrinaggio dei malati

“Non possiamo essere cri-stiani, se non siamo maria-ni”. È con questo spirito, conle parole di Paolo VI che laparrocchia della Nativitàdella beata Vergine Maria diLuogosanto, guidata da donSandro Serreri, in collabora-zione con don Gianni Sini(Unitalsi) e don Santino Ci-mino (Ufficio diocesano per

la pastorale della salute), haorganizzato il pellegrinaggiodei malati il prossimo 28maggio, proprio nella cittàmariana. Coinvolti nell’ini-ziativa tutti i referenti delleassociazioni che si occupanodei malati, tra le quali, oltreall’Unitalsi, anche l’Oftal el’Avo. Il programma prevedel’arrivo e l’accoglienza nellapiazza della Basilica alle 16.Il passaggio all’interno delSantuario alle 17, con la reci-ta del Santo Rosario nellapiazza. Seguirà la SantaMessa. Al termine è previstoper tutti i partecipanti unrinfresco.

Una veduta della facciatadella chiesa parrocchiale

a Telti

Un momento de S’Iscravamentu

nella chiesa di San Paolo a Olbia

La processione con la statuadella Madonna pellegrina di Fatima

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Come ogni anno il 25Aprile si è svolta laGiornata Diocesana dei

Ministranti, la scelta del luo-go è caduta su Martis. 184 iragazzi presenti, provenientida 23 parrocchie delle 52 pre-senti in diocesi. Intorno alle10 i gruppi parrocchiali han-no cominciato ad affluire e so-no stati accolti nell’oratorioparrocchiale dai volontari chehanno offerto la colazione edal parroco don Augusto Ra-mirez. Subito dopo si è svoltala breve catechesi sulla fami-

glia guidata da don JavierAquino, parroco di Telti cheha spiegato le tre parole “ma-giche” care a Papa Francesco:scusa, per favore, grazie. Perla prima attività i ministrantisi sono divisi in sei gruppiguidati dai seminaristi, dallostaff dell’Ufficio Catechisticoe dalle postulanti delle Figliedi Gesù Crocifisso. Il tema?Le regole nei vari ambiti dellavita sociale (famiglia, scuola,gruppo dei ministranti, sport,social, gruppo degli amici).Ogni gruppo doveva dettareun suo “decalogo” per ogni te-ma e trascriverlo su un cartel-

lone. Alle 12 è stata celebratala Santa Messa presieduta dalVescovo e concelebrata da unadecina di sacerdoti.Mons. Sebastiano Sanguinet-ti, durane l’omelia ha ricorda-to la chiamata dei ministrantiad essere testimoni, cercandola propria vocazione, viven-dola con entusiasmo e vin-cendo ogni pigrizia, noia e tri-stezza. Anche il sindaco, Ti-ziano Lasia, nel salutare i mi-nistranti ha espresso la gioiadel paese nell’accogliere igruppi delle parrocchie. Dopola celebrazione, il pranzo e losvago, è ripresa l’attività: di-segnare sull’asfalto della viadella parrocchia la propriaidea di famiglia. I disegni mi-gliori sono stati premiati. Sulgradino più alto i gruppi diArzachena e Aggius, secondiMartis e Luras, terzi Olbia conle parrocchie della Sacra Fa-miglia, San Ponziano e SanMichele. Alle 16 e 30 i saluti ele partenze. Auguriamo che lastessa gioia manifestata nellagiornata sia portata nelle par-rocchie e nelle famiglie deibambini e dei ragazzi.

11v i ta ecc les ia le - ang lona GALLURAANGLONA&N. 9 Anno XXV 10 maggio 2017

Due tra le più preziosechiese del territorio so-no, recentemente, nei

pensieri di Don Francesco Tam-poni, Direttore dell’Ufficio BeniCulturali della Diocesi. Una peril suo restauro in corso e l’altraper i rischi che corre ad ogni fo-lata di vento. Stiamo parlandodella chiesa dello Spirito Santo edella Cattedrale di Sant’AntonioAbate. La prima era una dellachiese di “stazio” medievali, po-ste all’incrocio fra le vie del com-mercio, nel Medioevo. Lo stra-ordinario edificio, nell’imme-diato entroterra cittadino, sorgein una piccola valletta, accantoad un ruscello perenne tra basal-ti trachitici e boschi di lecci. Fufatta edificare dai monaci di Ter-gu che commerciavano in grano,ma mandavano anche persone“per pescare ad piscem, no adcorallum”, come riportato negliantichi documenti. Un luogoconsiderato miracoloso, meta dipellegrinaggio religioso ed affi-

dato alle cure della Confraternitadell’Oratorio di Santa Croce. Ègiunto però ai nostri giorni conl’aspetto di un rudere, abbando-nato e sepolto dal fango. Per re-cuperarlo al culto ed alla bellez-za, l’Ufficio ha messo a disposi-zione risorse per centomila eurograzie ad un finanziamento dellaConferenza Episcopale Italiana,che smista i fondi dell’otto permille. Il progetto di restauro e ladirezione lavori sono stati affida-ti ad un giovane architetto, Pie-tro Peru mentre le opere edilivengono portate avanti dalla dit-ta di un altro giovane, Alessan-dro Aru. “Abbiamo lavorato co-me nel medioevo -raccontano glioperai- liberando l’interno dellanavata con le carriole”. “L’ in-gresso della chiesa si presentavainfatti ostruito dal fango, colatoda una ripida scarpata artificiale,che ha occluso l’ingresso princi-pale della chiesa -racconta DonTamponi - lasciata costruire, nelcorso degli ultimi anni, nella piùassoluta indifferenza delle auto-rità preposte alla tutela del terri-torio”. Gran parte della cifra,messa a disposizione per il re-stauro, è stata quindi impiegataper costruire un potente muroper il contenimento della scarpa-ta artificiale. La chiesetta, ab-bandonata dopo la cessazione

dei traffici medievali, era statapoi ricostruita nel XV secolo e af-fidata alla Confraternita castella-nese che, con tutta probabilità sioccupava anche di organizzare lecerimonie per la ricorrenza dellaPentecoste. Esiste anche la cam-pana originale, conservata nellasacrestia della Cattedrale, quellastessa che necessita di un urgen-te intervento alla copertura. Iltetto del prezioso edificio sacrorischia infatti di volare via adogni soffio di vento, con pericolodi lesioni gravi per chiunque sitrovi a transitare nelle vicinanze.Nelle giornate particolarmenteventose, le lastre di rame dellacopertura si sollevano paurosa-mente, insieme alla carta catra-mata posizionata nel 2013. Perprevenire danni a persone, è sta-to necessario, in diverse occasio-ni, vietare l’accesso al sagrato e,

di conseguenza, l’ingresso inchiesa. I fedeli, per assistere allamessa, sono stati costretti atransitare dalla sacrestia. L’ in-tervento al tetto è ancora più ur-gente se si considerano le infil-trazioni di acqua piovana chepenetrando, attraverso l’attualecopertura in rame, realizzata nel1996, creano muffa, aloni diumidità e instabilità della strut-tura muraria. Sono già previstidei lavori di restauro, finanziatidalla regione che prevedono larimozione delle lastre, il ripristi-no della copertura originaria adintonaco ed il relativo sistema dideflusso dell’acqua piovana.”Siattende quindi che le pastoie bu-rocratiche degli uffici comunali -sottolinea don Tamponi- liberi-no i 100 mila euro, finanziatidalla Regione”. Intanto, ad ognisoffio di maestrale, si trema.

Chi è il ministrante?Il ministrante è quel ragazzo o ra-gazza che serve all’altare durantele celebrazioni liturgiche. Il mini-strante è anche chiamato “chieri-chetto”. Il termine ministrante hasostituito col tempo il termine“chierichetto” poiché riesce a farcapire meglio il suo significato(cf. Costituzione sulla Sacra Li-turgia SC, 29). Esso, infatti, deri-va dal latino “ministrans”, cioècolui che serve, secondo l’esem-pio di Gesù che non ha esitato aservire per primo e che invita tuttinoi a fare la medesima cosa neiconfronti dei nostri fratelli. Maessere ministrante non si riducesoltanto al servizio all’altare, chepresta con diligenza, generosità,impegno, precisione, puntualità.Il ministrante è un ragazzo/ache attraverso il Battesimo è di-ventato amico di Gesù e, nella vitadi ogni giorno e con tutti, cerca divivere quello stile di amore e diservizio che Gesù ci ha insegnato.Il ministrante svolge un veroe proprio ministero liturgico, cosìcome i lettori, gli accoliti, i canto-ri… ma è un compito tutto specia-le e originale perché ciascuno nel-la Chiesa e nella vita è chiamato aqualcosa di bello. È ministrante,allora, ogni ragazzo o ragazza,adolescente o giovane che abbiacompreso che la Chiesa è espres-sione di quella sinfonia d’amoreche è Dio stesso.

Giornata dei Ministranti, “Noi ministranti siamo famiglia”di Danilo Sias e Mario Cannas

I ministranti nella nuova chiesadi San Pantaleo a Martis

Castelsardo, incorso il restaurodella chiesa delloSpirito Santodi Donatella Sini

Sopralluogo alla chiesa delloSpirito Santo a Castelsardo

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N. 9 Anno XXV 10 maggio 2017

GALLURAANGLONA& l i tu rg ia de l la paro la12

Commento al Vangelo della Domenica a cura di don Valerio Baresi

14 Maggio 2017V DOMENICA DI PASQUA anno A (Gv 14, 1-12)

«Io sono la via, la verità e la vita»

13 Maggio 2017 - 13 Ottobre 2017

La chiesa di Fatima a La Muddizza (Valledoria) sarà chiesa giubilare. Si potrà lucrare l’indulgenza plenaria.

14 Maggio 2017

V Domenica di Pasqua

15 Maggio 2017

Solennità di San Simplicio vescovo e martireFesta patronale e diocesana Olbia-Basilica di San Simplicio

21 Maggio 2017

VI Domenica di Pasqua

CALENDARIO PASTORALE

Qui si tratta di decidere! O mi fido diGesù, e accolgo questa sua afferma-zione come chiave di lettura della

mia esistenza, per vivere in pienezza nellaGIOIA e nell’AMORE, oppure scelgo dicontinuare a “vivacchiare” a “sopravvi-vere” rincorrendo le urgenze, il successo, ilmio aver ragione, continuando a fare “il pa-drone” della mia vita e cercando disperata-mente qualcosa o qualcuno che mi indichiancora dove trovare speranza, dove cercareil ‘senso’ della vita… Gesù è chiarissimo:quest’affermazione non ammette dubbi.

È Gesù la via, l’unica via che porta allacomunione con Dio Padre, all’amore, allafelicità. Se seguo Lui, se vivo come Lui,vivo in pienezza da uomo vero, scopro lapiù profonda umanità! Potrò dire che ciò

che Gesù mi indica è difficile, impegna-tivo ma non potrò mai affermare che ècontro l’uomo: ciò che Gesù mi chiede èsempre a favore della personaumana.

È Gesù la verità, non un pezzo di veritào una delle tante verità: la Verità. Sonochiamato a “fare” la verità, cioè a viverecome Gesù, a scegliere sempre la logicadell’Amore che sa farsi servo, sa dare lavita per gli altri, sa vincere con la vittoriadegli altri e per questo perdona e si sacri-fica, senza fare la vittima o puntare il ditosulle colpe degli altri per tentare di ma-scherare o dimenticare le proprie.

È Gesù la vita. Non una bella esperienza,un pezzo di vita o un’emozione, ma la vita

stessa di Dio, la Vita Eterna, quella che fadire a Gesù: “Vado a prepararvi un posto…perché dove sono io siate anche voi”.

Ora sta a me decidere! So “chi” è la Via, la Verità e la Vita.

21 Maggio 2017VI DOMENICA DI PASQUA anno A(Gv 14, 15-21)

«Voi conoscete lo Spirito Santo perché egli rimane presso di voi e sarà in voi»

Quando il SignoreGesù ci parla delloSpirito Santo, ce ne

parla sempre regalandociimmagini e affermazioni digrande respiro che dannoprofonda sicurezza e pace:“Egli diverrà in voisorgente d’acqua chezampilla… vi guiderà allaVerità tutta intera… Vi faràconoscere ogni cosa…Rimarrà con voi persempre... È bene per voi cheio me ne vada, se no nonverrà a voi il Consolatore…Lo manderò a voi”.

Dopo averci manifestatotutto il suo affetto, dopoaverci amato sino allafine, Gesù ci dona loSpirito Santo. È davveroincredibile il suo amore! Cosa può ancora donarci segià ci ha offerto “tutto”?Si è fatto servo, ci ha lavato ipiedi, si è lasciato torturare ecrocifiggere per i nostripeccati…

Eppure, l’Amore di Gesù pernoi, che esprime l’Amore delPadre, trova ancora spazioper il dono.

Lo Spirito Santo è Dio innoi!È la possibilità donataall’uomo, di amare come Dioama. È l’Infinito che entrando nelfinito, nella creazione,nell’uomo, lo divinizza fino arenderlo “uomo nuovo”,“nuova creatura” Figlio diDio.È Colui che rende la carnecapace di diventarespirituale, cioè capace diamare, di dare la vita, di nonpensare solo a se stessa.

È Dio che rende la mialibertà perfetta, cioècapace di agire nellapienezza della volontà delCreatore, che ha volutol’uomo “a propria immaginee somiglianza” capaceaddirittura di “generare” loSpirito Santo, diventandosorgente che zampilla.

Sì! Lo Spirito Santo èDio che diventa in noilibertà, Amore, e ciprepara all’estasiineffabile ed eterna delParadiso, quando Diosarà tutto in tutti.

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13cu l tu ra GALLURAANGLONA&N. 9 Anno XXV 10 maggio 2017

Esiste e si manifesta in determinatecircostanze un’antica e pervasivatentazione, ovvero quella di dare

spiegazioni di eventi, scelte, decisioni o –in maniera più ampia – di realtà e fenome-ni che non si conoscono perché non si pos-siede uno sguardo interiore ma solo ester-no e quindi passibile di superficialità.Questa tentazione non trova alveo neces-sariamente in una malizia pregiudizialeascrivibile a colui che vi cade, piuttosto sifa spazio nell’errore insito di chi scegliestrumenti ermeneutici inadatti per deci-frare un fenomeno o un noumeno. Esem-plificando si potrebbe dire che non possocomprendere il Tractatus logicus philoso-phicus di Wittgenstein senza riferirmi al-l’orizzonte interpretativo di Russell, fermorestando il regnare di una sorta di “privile-gio dell’opacità”. Ancora, posso affermareche non sono in grado di interpretare imeccanismi della psiche umana senza pri-ma aver compiuto un onesto “viaggio inte-riore” nella mia, e senza aver una visione ilpiù possibile oggettiva che tenga conto diun’epistemologia disciplinare spesso par-ziale, addirittura ideologica, frammentariae spesso contraddittoria. Non posso emet-tere una sentenza senza conoscere il dirit-to, il delitto, le circostanze, l’intenzione, ilpresunto offeso, il presunto offensore,senza l’umiltà di accontentarmi di una ve-rità processuale e senza sperimentare ilfremito nobile che aspira alla verità vera,alla giustizia giusta, alla libertà libera. Nonposso scrivere un articolo di giornale senon posseggo i dati, le regole e lo stile re-dazionale adeguato e, se ignaro delle leggidella comunicazione e ideologo anestetiz-zato, pretendo di raccontare l’oggettivitàdei fatti o di esprimere valutazioni stretta-mente personali che invece sono l’ultima espesso peggiore “o” di un’Eco lontana.Non posso aprire le cozze con celerità emaestria se non ho imparato da un esperto

mitilicoltore… me ne sarà offerto il frutto,ma il mollusco gustato non avrà lo stessosapore di quello conquistato dal genioumano che sconfigge una difesa naturaleutile all’esaltazione della sua intelligenza.Insomma, se il mio sguardo non si sforzadi diventare “interiore” ed “interno” persensibilità, competenza, condivisione,coinvolgimento, le idee, le considerazionie le parole espresse saranno liquidabilicome chiacchiere da salotto o da bar (aseconda della mia impostazione più dan-dy o più country), di espressività e signifi-catività pari all’introspezione caratterialedei personaggi della collana Harmony.Ho scritto questa lunga ed agra premessaper cercare di spiegare che si può parlarecon cognizione della Chiesa sempre e solodal suo “interno”, appartenendovi, aman-done il Suo mistero teandrico… adorandoil “Theos” (Dio) che è in lei e accogliendo“l’Aner” (uomo) che la forma, imparandol’ermeneutica del figlio (anche ribelle) eabbandonando quella dello spettatore,comprendendone l’identità ancor primadi divulgarla frettolosamente attraversocategorie concettuali e verbali che mai nepossono esprimere la vera essenza… fa-cendo appunto fallire la pretesa capacitàdefinitoria a causa di un approccio erme-neutico inadeguato. Non tutti però ap-partengono necessariamente alla Chiesae tutti ne possono invece parlare. Nontutti possono avere, appartenenti o me-no, la sensibilità epistemologica del “di-scorso interno” ma tutti legittimamentepossono esprimere opinioni, formularegiudizi, coltivare convinzioni. Lo vediamospesso, negli articoli di giornali, nelle tra-smissioni televisive, nelle opinioni ‘so-cial’, che discettano del comportamentodi Papa Francesco, del nascondimento diPapa Benedetto, tornato alla ribalta me-diatica in occasione dei suoi 90 anni.Espressioni di ammirazione che addirit-tura potrebbero lusingare, ma che in real-tà indicano un’incomprensione così mon-

dana da far scuotere la testa. Giusto per fa-re un esempio è come se si affermasse chela schiavitù è stata abolita per la bontà dipochi uomini piuttosto che per ripristina-re un ordine sociale giusto ed eguale pertutti. Oppure critiche aspre il cui saporeintellettuale rimanda alla scoperta infanti-le dell’agrezza, vero e proprio shock nelquale il bebè apprende che nemmeno isapori si piegano al suo ego ipertrofico.Insomma… la galvanizzazione dell’ap-provazione, le ricette immediatamenteprospettate e le riprovazioni male espres-se creano subito la sensazione di crudezzadi un cibo non cucinato. D’altronde chec’entrano la fede ed il limite umano inuna Realtà nata nella fede (di Dio nell’uo-mo) e poggiata sul limite dell’uomo stes-so, anche se si chiama Pietro? Ovviamen-te la domanda è ironica e retorica… me-glio specificare. Solo una cortesia: si lascischiuso almeno lo spiraglio del Mistero…altrimenti la seduzione della sociologiz-zazione (sempre ad oltranza e guarda ca-so sempre “esterna” anche per chi si pro-fessa interno) porterà a derive così palli-de e menzognere da non poter essere pre-se in considerazione, tanto meno seria.

Due fraterne righe agli esperti del ministero petrino. Non si cerca il “con senso”… ma il “buon senso”don Paolo Pala

Soffia Spirito Santo Spirito  di  luceche attraversi il mondo, come quel vento sei oggi che agita questo maresino agli estremi confini della terra. Già fosti prima di Eva,soffio irresistibile che dall’interno le cose trasformi, fecondità di Grazia che con il nostro anelito cresce.Più di tutti Maria accolse la Tua presenza, assenso glorioso che illuminò e giustificò i profeti santificò il dolore e predilesse gli ultimi -dando morte alla morte poiché Tu eri, sei e saraiil vivente. 

Don Roberto SpanoPapa Francesco e il papa emerito Benedetto XVI

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N. 9 Anno XXV 10 maggio 2017

GALLURAANGLONA& cu l tu ra14

rubrica Scenari galluresi a cura di Gallura da Valorizzare

A fine intervista gli chiedo unregalo: una sua definizioneinedita e sintetica della poesiadi Alda Merini. Il ruggito di una rosa è larisposta di Don Marco Campe-delli che, per dieci anni, è statouno dei suoi amici più cari. Do-po vari tentativi sono riuscita acontattarlo telefonicamente.“Alda e io ci confrontavamomolto sul rapporto tra poesia erito - ha spiegato Don Marco,parroco di San Nicolò all’Are-na, nel centro storico di Vero-na. - Un giorno le ho chiestocosa dovrebbe fare la poesia ri-spetto ai dogmi e la Merini,con la sua disarmante natura-lezza, mi ha risposto: Prenderei dogmi e farli cantare. Sareb-be stata in forte sintonia conPapa Francesco. Come lui, Al-da ha sempre frequentato leperiferie esistenziali. Come lui,sognava una chiesa povera,evangelica e soffriva nel vederel’ostentazione pomposa delpotere, anche attraverso il sa-cro. Come lui, aveva un sensodell’umorismo e un’ironia del-

lo spirito fuori dall’ordinario.Alda Merini era molto creden-te e molto anticonvenzionale;aveva una vita di fede; spessoandava nella chiesa che staproprio davanti a casa sua, aMilano. Come tutti i mistici,non era preoccupata di conse-gnare un dogma; aveva l’esi-genza di cantare il non dicibile,l’ineffabile. È stata una donnache s’innamorava continua-mente: della vita, degli occhidelle persone e, in questo amo-re mai finito, lei incontraval’esperienza divina. Alda Meri-ni era tanto carnale quantospirituale; il suo corpo, oltrag-giato dai ripetuti elettroshocknei lunghi soggiorni in mani-comio, era abitato dal Divino.Per diversi aspetti era moltoconservatrice; per altri, unavera rivoluzionaria. Con la suapoesia ci ha insegnato a guar-dare il mondo dalla parte degliultimi. Grazie alla nostra ami-cizia, ho imparato a far cantarele parole della liturgia nei cuoridella gente. Una sintesi folgo-rante della sua ispirazione è inquesto verso estratto da LaTerra Santa, uno dei suoi ca-

polavori … e c’era anche ilMessia confuso dentro la fol-la: un pazzo che urlava al Cie-lo tutto il suo amore a Dio.Nell’introduzione al suo libret-to Il ladro Giuseppe. Raccontidagli anni Sessanta, la Meriniscrive che I personaggi sonoreali, sono quelli che hannopopolato la mia infanzia, lamia adolescenza: miseri, scon-tati, indisciplinati e “diversi”.Il ricordo di Don Marco va al-le sue passeggiate con l’amicaAlda: “L’ho accompagnata va-

rie volte lungo il Naviglio. Ilsuo passaggio era al contem-po leggero e grave. Il suo spi-rito di osservazione mi ricor-dava lo sguardo di Gesù nelTempio; anche la Merini pre-feriva mettere gli occhi soprale figure minori. Dava speran-za e consolazione, con i suoigesti e le sue parole. Lei cheaveva vissuto la rinascita do-po l’inferno, la resurrezionedall’abisso, sentiva l’immensobisogno di rendere gli altri fe-lici”.

di Marella Giovannelli

Un paesaggio è uno stato d’ani-mo, un’emozione, un ricordo.La Gallura, con il silenzio deisuoi borghi, i graniti scolpiti dalvento, i profumi del mirto e dellentisco, la sinuosità di boschidi sughere e lecci, è il cuore pul-sante di un’isola antica ricca distoria, tradizioni e cultura checonserva testimonianze dellaciviltà nuragica e dell’avvicen-darsi nell’isola di popoli e cultu-re che la rendono così unica especiale. Monumenti simbolo

della civiltà nuragica, sviluppa-tasi nel Bronzo Medio (1600-1300 a.C.), sono i nuraghi, dis-seminati a migliaia in tuttal’isola, le tombe di giganti e lefonti sacre. L’architettura nura-gica gallurese, pur presentandomodelli comuni alle genti cheabitavano la Sardegna nell’Etàdel Bronzo, si differenzia dal re-sto dell’isola per la monumen-talità meno accentuata, ricon-ducibile all’asperità dell’am-biente naturale, e per lo sfrutta-mento delle emergenze grani-tiche spesso inglobate nellastruttura dei monumenti confe-

rendo maggiore stabilità. Unodei tanti comuni galluresi chevanta un territorio ricco di sto-ria e vestigia è Calangianus. Ilcomune vanta non solo la pre-senza di numerosi tafoni, cavitànaturali tipiche del paesaggiogallurese spesso sfruttate comeripari e tombe fin dalla preisto-ria, ma anche dolmen e monu-menti tipici della civiltà nuragi-ca. Tra tutti spicca senza dubbioil complesso nuragico del Mon-te di Deu: sulla cima del monteè presente una muraglia mega-litica e l’omonimo nuragheMonte di Deu, mentre alle suependici è possibile ammirare ilnuraghe Agnu, i resti del nura-ghe Bonvicinu, la piccola fontesacra di Li Paladini e, a poca di-stanza, in un contesto paesaggi-stico di rara bellezza, emerge latomba di giganti Pascareddha,unico monumento del territo-rio comunale ad essere stato in-teramente scavato e consolida-to. Pascareddha è un monu-mento funerario tipico della ci-viltà nuragica. Ma a cosa si deveil nome “tomba di giganti”? Ta-le denominazione si deve sicu-ramente ad una falsa credenzapopolare che considerava talitombe sepolture individuali e

quindi, data la monumentalitàe la lunghezza del corridoio fu-nerario, attribuibili ad un gi-gante. In realtà la tomba di gi-ganti, come Pascareddha, èuna sepoltura collettiva dellaciviltà nuragica. Il monumentocalangianese, totalmente ingranito, è inserito in una splen-dida sughereta a pochi metridal Rio San Paolo; il suo fasci-no consiste proprio nella suaposizione isolata e immersanella vegetazione. Si compone,frontalmente, di un’esedra se-micircolare formata da lastreinfisse a coltello (ortostati) indimensione decrescente dallagrande stele centinata centrale,priva solo della parte superio-re, e da un lungo corridoiotombale di pianta rettangolare(ca 12 m) con copertura a piat-tabanda. Sul fondo del corrido-io è presente una sorta di men-sola, forse destinata alla depo-sizione di offerte funerarie,molto simile a quella presentenella tomba di giganti di Li Lol-ghi ad Arzachena. Calangianusdunque non è solo sughero maè anche un borgo meraviglioso,dal cuore pulsante, con un ter-ritorio ricco di storia, tradizionie cultura.

Archeologia in Gallura: la tomba di giganti Pascareddha

La poesia di Alda Merini: il ruggito di una rosa

di Letizia Fraschini Archeologa specializzata

Tomba dei giganti di Pascareddha a Calangianus

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15rubr iche GALLURAANGLONA&N. 9 Anno XXV 10 maggio 2017

San Simplicio di Olbia

La basilica minore dedica-ta al martire Simplicio,probabilmente primo ve-

scovo della Olbia romana, è ilmonumento simbolo della cittàgallurese, anche se fino a ses-santa, settant’anni fa potevaconsiderarsi una chiesa di cam-pagna, pur essendo stata, percirca otto secoli, la cattedraledell’antica diocesi di Civita, poiunita con Ampurias. La basilicapresenta un paramento esternoquasi interamente in granitofaccia a vista. La facciata è tri-partita, con la parte centrale piùelevata chiusa da un tetto a ca-panna e divisa da una sottilecornice marcapiano che fungeda base per una grande triforasistemata nello specchio alto,retta al centro da colonnine concapitelli e pulvini lavorati, a suavolta inclusa in una lunetta rica-vata nello spessore della parete;la parte bassa è occupata invecedal portale lunettato. Le parti la-terali presentano due archetticiechi su ciascuno specchio pog-gianti alle estremità su parasted’angolo, verso la parte centralesu lesene e al centro su peducci.Nello specchio sinistro è collo-cato un bassorilievo marmoreo,databile al VII secolo circa, raffi-gurante la scena apocalitticadella cacciata dei popoli pagani,mentre sul lato destro poggia uncampanile a vela. Le pareti late-rali, abside compresa, sono or-nate da una teoria di coppie di

archetti ciechi poggianti alter-nativamente su esili lesene e pe-ducci, mentre sugli spigoli suparaste. Subito sopra la teoriadi archetti ciechi è presente unparamento in laterizi, che occu-pa circa 2/3 delle pareti lateraliverso il presbiterio, ornato an-ch’esso da archetti ciechi. L’in-terno è a tre navate divise dauna teoria di colonne monoliti-che alternata a pilastri, tranneper la seconda campata a de-stra, dove la colonna è sostituitada un pilastro. Le navatelle late-rali, alte e strette, sono copertecon volte a botte in laterizi, fattaeccezione per la prima campatadi quella destra, che invece è piùelevata e presenta una copertu-ra lignea, forse base di una torrecampanaria mai realizzata e so-stituita nel XIX secolo dal cam-panile a vela in facciata. La na-vata centrale, più ampia, è co-perta con tetto ligneo a capriatee si conclude nel fondo con ilcatino absidale illuminato dauna monofora centrale affian-cata dai resti di affresco (fineXII secolo) raffiguranti S. Sim-plicio, S. Vittore e il primitivocapitolo di quattro canonicipremostratensi. L’edificio insi-ste su un’area particolarmenteimportante da un punto di vistaarcheologico, visto che nei din-torni e attorno allo stesso sonopresenti diverse necropoli ro-mane e medievali, nonché untempio dedicato a Cerere di etàromana. Tuttavia l’attuale chie-sa fu edificata sicuramente do-po il 1.000, probabilmente suun più antico edificio o forse at-

torno ad una “memo-ria” del martire Sim-plicio, per volontà deigiudici di Gallura, chene fecero il centro delloro governo, vistoche si trattava di unatipica Insula episco-palis entro la qualeera ricompresa, mol-to probabilmente, an-che la cancelleria giu-dicale. Si trattava, inpoche parole, di uncomplesso esterno al-le antiche mura citta-dine, a sua volta forti-ficato, che prese il no-me di Civita e che die-de anche il nome al-l’antica diocesi me-dievale, poi unita aquella di Ampuriasnel 1506 e infine tra-sferita a Tempio nel1839, cambiando per-fino denominazione.La basilica venne edi-ficata in due distintefasi: la prima corri-spondente al primoperiodo giudicale ri-salirebbe al 1.050-1.060 circa ecomprenderebbe tutto l’alzatofino alla copertura delle nava-telle laterali. In questa fase eraprobabilmente prevista una co-pertura con volta a botte in late-rizi anche per la navata centra-le, vista la presenza sulle paretiin alto di beccatelli non affron-tati (indizio chiaro di un soste-gno per una centina scorrevole)e di un paramento in laterizi, ol-tre ad una torre sullo spigolo

destro della facciata. I lavorituttavia, per ragioni a noi igno-te, vennero interrotti per quasiun secolo. Alla ripresa, avvenu-ta verso il 1.160-1.170 circa, fucompletata la navata centraleche venne sopraelevata e coper-ta a capriate lignee. Risale aquesta fase la splendida triforadella facciata, mentre ad epocaimmediatamente successiva gliaffreschi, di cui restano oggi im-portanti lacerti nell’abside.

I luoghi della fede a cura di PhD Prof. Luigi Agus - Cattedra di Storia dell’Arte ModernaAccademia di Belle Arti di Sassari “Mario Sironi”

I sapori della Gallura e dell’Anglona a cura di Maria Antonietta Mazzone

Ingredienti:

Besciamella:

70 g di burro,

3 cucchiai di farina,

1 litro di latte,

noce moscata qb,

pepe e sale qb.

3 zucchine fresche,

20/30 fiori di zucca freschissimi,

300g di taleggio,

200g di peretta freschissima a fette,

100g di grana grattugiato,

una decina di lasagne secche o fresche,

olio extravergine qb.

I n un pentolino capiente far sciogliere a fuoco lento il burro, unirelentamente il latte e mescolare rapidamente per evitare la forma-zione di grumi. Insaporire con noce moscata grattugiata e pepe

fresco di macina. Ultimare la cotturamantenendo una consistenza fluida.Tagliare le zucchine a metà e con il pe-lapatate o con l’apposito attrezzo rica-vare tante fettine sottili. Pulire e lavaredelicatamente i fiori di zucca e farlisgocciolare su un panno pulito. In unateglia da forno fare un fondo con qual-che cucchiaiata di besciamella, rico-prire con i fogli di lasagne , uno stratodi zucchine e uno strato di fiori di zuc-ca. Ricoprire con altre besciamella edistribuire tocchetti di taleggio, fettinedi peretta e qualche cucchiaiata digrana. Proseguire sino ad esaurimentodegli ingredienti, ultimare con un ge-neroso strato di grana. Cuocere in for-no a 180 gradi sino a doratura.

Lasagne con zucchine efiori di zucca

La facciata della basilica

di San Simplicio a Olbia

L’interno

Page 16: Mese mariano Maria, donna dell’unità - Diocesi di Tempio2017_05_10).pdf · 2 & NGLONA Nuova Serie ... allYaperto il Papa entrerà in basilica per pregare sulla tomba dei due beati,

N. 9 Anno XXV 10 maggio 2017

GALLURAANGLONA& var ie16

Un successo oltre le aspettative.La tappa di Olbia della centesimaedizione del Giro d’Italia ha colo-rato il capoluogo gallurese oltreche di rosa, di entusismo e gioia.Il passaggio della carovana, accol-ta con applausi e cori lungo tuttoil percorso, ha fatto registrare nu-meri da record. La gente si è ri-versata nelle strade per acclama-

re i campioni sulle due ruote dellacorsa a tappe più prestigiosa almondo. Alla fine la prima tappa,Alghero Olbia, se l’è aggiudicatal’austriaco Lukas Postlberger conla conquista della prima magliarosa. La Olbia Tortolì, secondatappa, è andata invece al tedescoAndre Greipel. La terza, TortolìCagliari, a Fernando Gaviria.

La Sardegna in rosa entusiasta per il centesimo Giro D’Italia

6/14 Maggio Novena in onore del Santo PatronoBasilica San Simplicio: ore 19:00 Novena in onore del Santo Patrono Santa Messa: nei giorni feriali, ore 7:00 - 19:00nei giorni festivi ore 7:00 - 9:30 - 11:30 -19:00

Giovedi 11 Maggio Ore 17:00 Basilica San Simplicio: Raduno delle Bandiere ex voto che, ac-compagnate dalla Banda musicale “F. Mi-belli”, sfileranno sino alla Sede Sociale delComitato Festeggiamenti San Simplicio invia Piacenza n. 7 (Trav. Via Andrea Doria).Al termine della cerimonia della benedi-zione delle medaglie, il corteo raggiungeràl’abitazione del Segretario Giuseppe Asa-ra, in via Zandonai n. 43, dove verrannoresi gli onori alla bandiera di San Simpli-cio. La sfilata pro seguirà per la Basilica diSan Simplicio secondo il seguente percor-so: via Barcellona, viale Aldo Moro, corsoUmberto, via San Simplicio, via GabrieleD’Annunzio, Basilica

Ore 19:00 Basilica San Simplicio: Santa Messa

Ore 21:30. Lungomare via Redipuglia - mo-lo Benedetto Brin - località Mogadiscio:Spettacolo di fuochi d’artificio.

Ore 22:30 Palco Fausto Noce: I Gentiles in concerto

Venerdì 12 MaggioOre 19:00 Basilica San Simplicio: Santa messa. I canti liturgici saranno ac-compagnati dai cori: Coro Boci d’Agliola,coro di Florinas, Coro Melchiorre Murenu eCoro di Olbia Folk Ensemble

Ore 20:00 Basilica San Simplicio: III edizione Mesu Maju in Coro.Concerto di Musica Popolare, organizzazio-ne artistica del Coro Olbia Folk Ensemble.Partecipano: Coro Olbia Folk Ensemble;Coro Boci d’Agliola di Telti; Coro di Flori-nas; Coro Melchiorre Murenu di Macomer

Ore 21:30 Piazza San Simplicio: Canti in lingua sarda con i cantatori: Salva-tore Angelo Salis, Franco Dessena, ValerioBazzoni, Adriano Piredda. Alla chitarraBruno Maludrottu, alla fisarmonica Grazia-no Caddeo

Ore 22:30 Palco Fausto Noce: “Frades in Festa” Spettacolo con GiulianoMarongiu, Massimo Pitzalis e Laura Spano

Sabato 13 MaggioOre 10:30 Via Escrivà (presso il vecchioPorto Romano) 8a Edizione “Remata dellaGioventù”, organizzata dalla Lega Navalesezione di Olbia

Ore 18:00 Area Fausto Noce: Grandiosa sa-gra delle cozze offerta dal Comitato, rigoro-samente cucinati alla marinara, accompa-gnate nella loro degustazione dall’ottimovermentino della Cantina Sociale di Monti.

Ore 19:00 Basilica San Simplicio: Santa Messa

Ore 22:30 Palco Fausto Noce: Michele Zarrillo in Concerto

Domenica 14 MaggioOre 09:00 Via dei Lidi: 2° Memorial Rai-mondo Sanna valevole quale prova unicadel Campionato Regionale Sardo StradaMaster tutte le categorie M/F. Organizza-

to dalla Associazione Sportiva G.S CyclingTeam Gallura

Ore 16:45 Benedizione cavalli e cavalierilungomare via Redipuglia (fronte palco giu-ria) partecipanti al 16° Palio della ProvinciaOlbia-Tempio

Ore 17:00 Via Redipuglia: Palio della Stella“San Simplicio” in collaborazione con L’as-sociazione “Lu Juali” di Luogosanto. Parte-ciperanno i cavalieri dei ventisei comunidella Provincia con la partecipazione dellepariglie di Ollolai, Oristano e Pattada.

Ore 19:00 Basilica San Simplicio:Vespri solenni in onore del Santo PatronoSan Simplicio, Santa Messa. I canti liturgicisaranno eseguiti dal Coro “Sos Astores”

Ore 22:00 Palco Fausto Noce: Cabaret con LaPola

Lunedì 15 MaggioOre 05:30 Diana per le vie della città con laBanda musicale “F. Mibelli” di Olbia.

Ore 10,00 Piazza Santa Croce (Chiesa diSan Paolo): Accoglienza di S.E il Vescovo,con il Comitato e la Banda musicale F. Mi-belli. Proseguirà per la Basilica di San Sim-plicio.

Ore 11:30 Piazza San Simplicio: Solenne Messa Pontificale in onore del San-to Patrono, presieduta dal Vescovo Mons.Sebastiano Sanguinetti e dai sacerdoti dellaDiocesi. I canti liturgici saranno eseguiti dal CoroLorenzo Perosi di Olbia.

Ore 16:30 Piazzale Basilica

SAN SIMPLICIO OLBIA 11 -15 MAGGIO 2017